Progetto
Progetto
per la realizzazione e la diffusione di un “Modello formativo di prevenzione degli infortuni sul lavoro”
Sommario
Indice………………………………………………………………………………………….pag 2
Introduzione 4
1. Formazione preventiva 5
2. Struttura del rapporto 5
3. Obiettivi del progetto 6
4. Xxxxxxxx, e loro ruolo, coinvolti nella realizzazione del progetto 6
4.1. L’INAIL di Como… 6
4.2. L’Ordine dei Consulenti del Lavoro della Provincia di Como e l’ANCL di Como. 6
4.3. La filiale di Como di Eurointerim Spa, Agenzia per il Lavoro costituita da
Consulenti per il Lavoro… 7
5. Ambito territoriale 7
6. Tempi 7
7. Criteri di scelta dei destinatari 7
7.1. Flessibilità 8
7.2. Lavoratori atipici 11
7.3. Diffusione del lavoro atipico in Italia 13
8. Tipologia destinatari 16
8.1. Apprendisti 16
8.2. Somministrati 17
8.3. Gli altri contratti di lavoro atipici 17
8.4. Quote riservate 17
9. Dimensione numerica del progetto 17
10. Contenuti 18
11. Modello base di corso di prevenzione agli infortuni sul lavoro 18
11.1. Destinatari 18
11.2. Soggetti preposti alla realizzazione della formazione 19
11.3. Tipologia degli interventi formativi 19
11.4. Test 19
11.5. Luoghi di svolgimento delle lezioni 20
11.6. Durata 21
11.7. Ore frequenza 21
11.8. Partecipanti 21
11.9. Scheda di partecipazione informativa 22
11.10. Elargizione pasto… 27
11.11. Abbandoni 27
11.12. Inserimento e sostituzione allievi 27
11.13. Registro delle presenze 27
11.14. Costi ammissibili 34
11.15. Assicurazioni 34
11.16. Attestati 34
11.17. Rendicontazione 36
11.18. Relazione finale 36
11.19. Controlli 36
12. Risorse 36
13. Valutazione dei risultati 36
13.1. Criteri che definiscono l’eccellenza dell’azione formativa 37
13.2. Impatto sulla sicurezza 38
14. Rischi di un’azione formativa preventiva 38
15. Sviluppo del modello 39
Introduzione
L’incontro dei comuni obbiettivi dell’INAIL di Como, dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Como, delll’ANCL di Como e della filiale di Como di Eurointerim Spa, Agenzia per il Lavoro costituita nel 1998 da 139 Consulenti del Lavoro, in tema di prevenzione degli infortuni sul lavoro ha portato alla elaborazione da parte dell’Inail di Como del presente progetto.
La volontà dei soggetti in questione, al fine di arrestare il più ed il prima possibile la piaga sociale degli infortuni sul lavoro nel nostro tessuto produttivo, è quella di realizzare dei percorsi formativi di prevenzione agli infortuni sul lavoro in grado di trasmettere agli attori del processo produttivo (datori di lavoro e lavoratori1) delle adeguate informazioni ed una incisiva formazione preventiva sui rischi generici e su quelli specifici legati alla prestazione lavorativa.
1 L’art. 2, comma 1, lettera j) del Decreto Legislativo 10 settembre 2003, n. 276 definisce lavoratore qualsiasi persona che lavora o che è in cerca di un lavoro. Nel presente scritto per lavoratore si intende quindi chi è occupato e chi è in cerca di occupazione.
1. Formazione preventiva
I citati percorsi informativi e formativi mirano a diffondere la cultura della sicurezza e dell’igiene tra i lavoratori e le aziende, attraverso attività divulgative, informative e formative basate sulla prevenzione rivolte sia agli operatori economici sia al mondo della scuola che a quello dell’università.
L’ambizioso progetto, che si spera possa essere poi traslato a tutti i distretti produttivi nazionali, si pone l’obbiettivo di fornire una formazione trasversale, precedente all’instaurazione del rapporto di lavoro, sui rischi presenti sul luogo di lavoro a quelle categorie, quali potenziali apprendisti e lavoratori temporanei, che per inesperienza, età anagrafica e costante segmentazione dei loro percorsi lavorativi maggiormente si prestano ad essere vittime di infortuni sul lavoro.
La formazione preventiva verrà realizzata attraverso mirati corsi, precedenti all’instaurazione del rapporto di lavoro, la cui durata, articolazione didattica e composizione delle classi varierà in riferimento al settore merceologico per il quale tale formazione verrà realizzata.
La proposta per la realizzazione dell’intervento studiato dalle parti, le cui finalità sono state sopra descritte, viene concretamente realizzata con questo scritto che, dapprima, una volta delineati i destinatari e settori d’intervento, elabora un “Modello formativo di prevenzione agli infortuni sul lavoro” ed, in conclusione, predispone tempi e modi per la verifica dei risultati.
2. Struttura del rapporto
Le parti, con la realizzazione e stesura del presente scritto, hanno voluto creare un modello, sviluppabile e migliorabile come ogni modello e a maggior ragione se sperimentale, di formazione preventiva agli infortuni sul lavoro che sia in grado di stimolare politiche formative preventive volte a dare risposte ai fabbisogni formativi (in ambito di prevenzione), sia sul versante delle imprese, sia sul versante dei lavoratori coinvolti.
Il presente rapporto: propone dopo aver illustrato obiettivi (paragrafo 3), soggetti coinvolti (paragrafo 4), ambito territoriale (paragrafo 5) e tempi (paragrafo 6), come catalizzare l’attenzione dei datori di lavoro e dei lavoratori sul tema della sicurezza (paragrafo 10); descrive, motivandone i criteri di scelta, i destinatari dei percorsi preventivi (paragrafi 7 e 8); spiega forme e strumenti utilizzati per la rilevazione dei bisogni formativi (paragrafo 11); descrive i contenuti degli interventi formativi (paragrafo 12); illustra analiticamente il modello formativo di base, sviluppabile poi nel rispetto della categoria merceologica di riferimento (paragrafo 13); e, ancora, indica la strada da seguire per realizzare la predisposizione di tempi e modi per la verifica dei risultati (xxxxxxxx0 15); ed, infine, mette in guardia sui rischi di un’azione formativa preventiva (paragrafo 16) e propone come sviluppare il modello realizzato (paragrafo 17).
3. Obbiettivi del progetto
Il presente progetto mira alla realizzazione di azioni formative preventive, utilizzando un modello formativo da esso ideato, finalizzato a rafforzare la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, attraverso percorsi formativi finalizzati si a fornire conoscenze di carattere generale collegate al mondo del lavoro, utili anche all’acquisizione di competenze professionali e trasversali ma soprattutto, e questo è lo spirito innovativo del progetto, si propone di diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro non in fase di esecuzione di esso ma in fase precedente l’assunzione.
Altro scopo fondamentale del progetto è quello di poter rendere efficace la diffusione della cultura della sicurezza avendo la certezza che il messaggio di prevenzione venga recepito, ascoltato, e compreso da tutti, anche da operatori stranieri. A tal fine il progetto di formazione preventiva si impone di elaborare corsi e materiale didattico in inglese, francese, russo ed arabo.
Il progetto, infine, si propone di creare un’evidenza empirica basata sull’analisi dei dati inerenti agli infortuni sul lavoro avvenuti – o meglio non avvenuti – durante le prestazioni lavorative dei lavoratori formati con corsi realizzati attraverso il modello formativo di prevenzione generato dal presente progetto.
4. Soggetti, e loro ruolo, coinvolti nella realizzazione del soggetto
Il presente progetto voluto dall’INAIL di Como, dall’Ordine dei consulenti del Lavoro della Provincia di Como, dall’ANCL di Como e dalla filiale di Como di Eurointerim Spa si realizzerà con una sinergia dei soggetti promotori.
Di seguito si illustra il ruolo di ogni parte in gioco.
4.1. L’INAIL di Como
L’INAIL di Como reperirà i fondi e le risorse umane impegnate per la realizzazione del piano formativo ed informativo preventivo, mirato alla sensibilizzazione sui rischi sui luoghi di lavoro, di cui sopra e, oltre a coordinare la realizzazione degli interventi formativi, fornirà le proprie competenze nel campo della prevenzione.
L’INAIL di Como informerà, nei limiti del possibile, le imprese della provincia di Como rientranti nel campo di applicazione dell’obbligatorietà della assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, nel rispetto della normativa sulla privacy (D.Lgs. 196/03), dell’esistenza del presente progetto.
4.2. L’Ordine dei Consulenti del Lavoro della Provincia di Como e l’ANCL di Como
L’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Como e L’ANCL di Como forniranno al presente progetto la propria competenza in materia di diritto del lavoro.
L’Ordine e l’ANCL di Como parteciperanno, nell’ottica di una fattiva collaborazione con l’INAIL di Como e con gli altri soggetti promotori del presente progetto, con propri rappresentanti che interverranno come relatori, ad eventuali manifestazioni, convegni, forum sui temi trattati.
4.3. La filiale di Como di Eurointerim Spa, Agenzia per il Lavoro costituita da Consulenti per il Lavoro
La filiale di Como di Eurointerim Spa, Agenzia per il lavoro costituita da Consulenti del lavoro, ricercherà e selezionerà personale da formare durante i corsi di formazione preventiva contro gli infortuni sul lavoro e docenti che si occuperanno della traduzione del materiale didattico in lingue straniere.
La filiale di cui sopra parteciperà, sempre nell’ottica di una fattiva collaborazione con l’INAIL di Como e con gli altri soggetti promotori del presente progetto, con propri rappresentanti che interverranno come relatori, ad eventuali manifestazioni, convegni, forum sui temi del presente progetto.
5. Ambito territoriale
Le azioni di formazione preventiva contro gli infortuni sul lavoro realizzate con il modello creato dal presente progetto potranno essere rivolte a tutti i lavoratori italiani e a tutti i lavoratori stranieri in possesso di titolo abilitativo al lavoro in Italia.
6. Tempi
Il progeto prevede che i percorsi formativi realizzati debbano partire dal secondo semestre del 2009.
A decorrere dal 2010 ogni anno si realizzeranno dei corsi rivolti ai partecipanti in possesso delle caratteristiche descritte nel paragrafo 8.
7. Criteri di scelta dei destinatari
I percorsi formativi realizzabili tramite il presente progetto saranno rivolti ai lavoratori atipici ed in particolare agli apprendisti, che si spera possano portare in dote la formazione acquisita con il presente progetto alle aziende sottoforma di formazione trasversale svolta, ed ai lavoratori somministrati.
L’ambizioso, ma necessario, progetto, che si spera possa essere poi traslato a tutti i distretti produttivi nazionali, si pone l’obbiettivo di fornire una formazione trasversale sui rischi presenti sul luogo di lavoro a quelle categorie, quali potenziali apprendisti e lavoratori temporanei, che per inesperienza, età anagrafica e costante segmentazione dei loro percorsi lavorativi maggiormente si prestano ad essere vittime di infortuni sul lavoro.
Le due citate categorie, visti i recenti sviluppi normativi (il d.lgs. 276/2003 innanzitutto) e considerati i recenti sviluppi del mercato del lavoro italiano, sono sicuramente tra le categorie di lavoratori atipici maggiormente significative, sia per numero, sia per bisogni formativi efficaci e preventivi.
I lavoratori atipici sono portatori, per ormai quasi unanime convinzione degli operatori del mercato del lavoro, di flessibilità nel nostro settore produttivo; flessibilità che per natura porta a numerosi mutamenti di luoghi e mansioni di lavoro da parte dei lavoratori e quindi, inevitabilmente, a maggior rischio di infortunio.
In questo paragrafo verrà effettuata una descrizione della flessibilità, al fine di comprendere a fondo i criteri di scelta dei destinatari del progetto.
La flessibilità delle istituzioni che gestiscono i mercati del lavoro è assurta, se non a causa, sicuramente ad una delle cause, tra le analisi fatte da molti operatori e studiosi dei mercati del lavoro europei e nord americani, delle elevate differenze dei tassi di disoccupazione presenti nei due macrosistemi economici.
Il paragrafo che segue procederà ad illustrare, in base ai contenuti che assume all’interno dei dibattiti di politica economica, nella legislazione e nella regolamentazione, il significato del termine “flessibilità”. A questo scopo il paragrafo descriverà scegliendo tra le molte tassonomie proposte, una versione utilizzate in uno studio recente sulla competitività delle imprese lombarde2 e condivisa, nelle parti sostanziali, dalla maggioranze della analisi sull’argomento.
Il paragrafo 8. darà, per completezza, una breve elencazione delle tipologie di lavoratori atipici ed una sintetica descrizione del contratto di apprendistato e di somministrazione; il paragrafo 7.3. illustrerà la diffusione numerica, nel nostro mercato del lavoro, dei contratti atipici.
7.1. Flessibilità
Lo studio dei sistemi di flessibilità dei mercati del lavoro è finalizzato al tentativo di scoprire per quali motivi, all’interno degli Stati membri dell’Unione Europea, negli ultimi quinquenni i tassi di disoccupazione hanno seguito, pariteticamente ai fenomeni di disoccupazione di lunga durata, un percorso votato alla crescita, in piena divergenza con quanto avveniva negli Stati Uniti, dove il tasso di disoccupazione è calato. La disoccupazione, sopra esposta, che investe l’Unione Europea sembra essere strutturale.
L’eurosclerosi viene interpretata in modi diversi: per alcuni è l’eccesso di regolamentazione nelle relazioni industriali, per altri, sostenitori della tesi secondi cui i risultati prodotti dai mercati del lavoro nord americani ed europei non presentano differenze sostanziali, essa non condiziona le performance del mercato del lavoro. Diverse sono anche le soluzioni proposte: per i primi si può uscire dalla disoccupazione strutturale con forme di deregulation4. I fautori della seconda teoria propongono come antidoto alla marcata rigidità delle economie del vecchio continente, non un deregolamentazione, ma una riforma delle istituzioni e dei processi che
2 Assolombarda-Università Bocconi (1997), Osservatorio sulla competitività delle imprese. Secondo rapporto, Milano.
3 Sul tema si veda: Anta C. G., (2004), Il rilancio dell’Europa. Il progetto Xxxxxx, Milano, Xxxxxx Xxxxxx; Xxxxxxx X., E., (1993), “La Disoccupazione strutturale un’analisi della lettura”, In “Economia e lavoro”, n. 1, pp. 43-56; Xxxxxxxxx A., (1998), “Riforme,strumenti e flessibilità del mercato del lavoro nei paesi Ocse: recenti sviluppi ed effetti sull’occupazione”, In “Lavoro e relazioni industriali”, n. 1, pp. 9-57; Xxxxxxx D., W., (1989), “Perchè variano i tassi di disoccupazione: economia e istituzioni nei paesi industriali avanzati”, In “Stato e mercato”, n. 27, pp 333-378; Xxxxxxx G., Xxxxxx D., Xxxx L., Xxxxx G., (2002), La disoccupazione europea tra shock, rigidità istituzionali e interventi di politica economica, In “Quaderni di economia del lavoro”, n. 69, pp.11-25, Milano, Xxxxxx Xxxxxx.
4 Oecd (1994), The Oced jobs study. Evidence and explanations, Paris.
regolano il mercato occupazionale5.
Tuttavia l’evidenza empirica non consente di affermare che gli elevati tassi di disoccupazione europei siano con sequenziali alla struttura istituzionali dei mercati del lavoro. Xxxxxxx (1997), a conferma di quanto appena asserito, elaborando un’approfondita indagine sulle caratteristiche dei vari mercati del lavoro europei, effettua un distinguo tra le caratteristiche che possono portare all’innalzamento dei tassi di disoccupazione, anche se incidendo su di essi marginalmente, e quelle che non producono nessun effetto rilevante sui tassi di disoccupazione. Xxxxxxx indica tra le caratteristiche, dei mercati del lavoro europei, che possono incidere, anche se solo parzialmente, negativamente sui tassi di disoccupazione: i sussidi di disoccupazione elargiti per periodo eccessivamente lunghi e non accompagnati da efficaci politiche attive per il ricollocamento, l’assenza di coordinamento tra imprese e tra i diversi livelli di contrattazione salariale correlata con la presenza di elevati tassi di sindacalizzazione o di copertura sindacale6, un’elevata pressione fiscale, gli scarsi investimenti nella formazione tecnica e professionale. Lo studioso sopraccitato esonera da responsabilità rilevanti la legislazione posta a protezione del lavoro, i sussidi di disoccupazione, se supportati da incentivi a ricollocarsi, ed, infine, l’alto grado di sindacalizzazione7 se opera in concomitanza ad un proficuo coordinamento con la contrattazione salariale. Xxxxxxx ponendo, inoltra, in evidenza la dispersione dei tassi di disoccupazione e degli indicatori di flessibilità tra i diversi mercati del lavoro europei, fa notare come tratti istituzionali ritenuti tipici dei mercati occupazionali rigidi si ritrovino sia in paesi ad alta che a bassa disoccupazione.
Quest’ultima affermazione rende assai arduo affermare che i mercati del lavoro rigidi siano l’unica causa della disoccupazione.
Ciò nonostante si è comunque diffusa una convinzione che imputa alle rigidità istituzionali dei mercati del lavoro, in parte, la persistente disoccupazione. Questo spiega quanto sia preventivabile, per i tempi a venire, una imponente diffusione dei lavori atipici.
Questo ha portato molti paesi europei ad adottare politiche economiche che prevedono revisioni della legislazione riguardante la tutela degli occupati, revisioni della normativa sulla contrattazione salariale, che prevedono mutazioni delle politiche del lavoro, agevolando l’impiego di contratti di lavoro subordinato a tempo determinato ed, infine, che consentono deroghe alla corresponsione dei mini salariali.
L’Italia, con decorrenza dall’ultimo lustro del secolo scorso, ha prodotto una riforma della normativa che disciplina i contratti di lavoro atipici, riforma che trova il suo terminale nel decreto legislativo del 10 settembre 2003 n. 276 (attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro); questa riforma ha visto, come principale innovazione giuridica per il nostro ordinamento, l’introduzione del lavoro interinale con la legge del 24 giugno 1997 n. 196, che il decreto legislativo di cui sopra ha tramutato in somministrazione di lavoro (mutandone il nome più che la sostanza).
Il legislatore italiano sempre nel tentativo di incrementare l’occupazione, specialmente in alcune aree
5 Cepr (1995), La disoccupazione. Scelte per l’Europa, Bologna, Il Mulino.
6 Il grado di copertura sindacale, o union coverage, indica la quota di lavoratori la cui retribuzione è determinata dalla contrattazione collettiva condotta dal sindacato, indipendentemente dalla iscrizione al sindacato. Può quindi essere significativamente diverso dal grado di sindacalizzazione.
7 Sulla sindacalizzazione si veda: Brucchi L., (2001), Manuale di Economia del Lavoro, Bologna, Il Mulino, Cap. 8; Xxxxxxxxxx P., (2000),
Rappresentatività sindacale: fattispecie ed effetti, Milano, Xxxxxxx.
geografiche, ha introdotto programmi di sostegno per le are meno sviluppate del paese.
Queste politiche prevedono l’introduzione di svariate forme di flessibilità.
Di seguito verranno definiti, anche se in modo non esaustivo, i diversi contenuti che il termine “flessibilità” assume nel dibattito di politica economica e negli interventi legislativi e regolamentativi che ne fanno uso.
Adotteremo, nel seguito, questa tassonomia delle forme di flessibilità nel mondo del lavoro8.
7.1.1. Flessibilità in entrata o in uscita
Riguarda gli strumenti che consentono una riduzione dei vincoli all’assunzione e dimissione di lavoratori: lavoro a tempo parziali, periodo di prova, contratti a termine, lavoro parasubordinato, lavoro interinale prima e somministrazione di lavoro ora, contratti di inserimento, lavoro occasionale, lavoro accessorio, contratti di apprendistato, salati di ingresso, norme sui licenziamenti individuali e collettivi, contratti di solidarietà, cassa integrazione guadagni, liste di mobilità, prepensionamenti e dimissioni agevolate.
7.1.2. Flessibilità retributiva
Essa coincide con la possibilità di legare alcuni elementi retributivi all’andamento economico dell’impresa, del settore o del sistema economico: premi o aumenti salariali individuali connessi al valore di parametri di riferimento, incentivi di gruppo, premi corrisposti a livello aziendale in funzione della performance dell’impresa, fringe benefits.
7.1.3. Flessibilità organizzativa o funzionale
Comprende gli interventi sull’organizzazione del processo produttivo ed implica un ampliamento delle mansioni cui possono essere assegnati, previa formazione, i lavoratori. Questa tipologia di flessibilità è raggiungibile utilizzando i seguenti strumenti: flessibilità nell’orario di lavoro, modifiche nel contenuto delle mansioni individuali o di gruppo (accompagnamento dei compiti, job rotation), adozione di tecnologie flessibili (il telelavoro), investimenti sulle modalità di transazione dell’impresa con l’esterno, il lavoro ripartito (job sharing), il lavoro intermittente.
7.2. Lavoratori atipici
Le innovazioni contrattuali ed organizzative che hanno generato le varie forme di lavoro atipico alle dipendenze rientrano, principalmente, tra le politiche economiche volte a favore la flessibilità della forza lavoro in entrata ed in uscita e quella organizzativa.
8 Assolombarda-Università Bocconi (1997), Osservatorio sulla competitività delle imprese, Secondo rapporto, Milano
L’evoluzione dei mercati internazionali ha portato le imprese italiane a fare proprie innovazioni tecnologiche ed organizzative, che richiedono l’utilizzo di professionalità sempre più specifiche e detentrici di un elevato grado di conoscenze tecniche e, in generale, un mutamento, su larga scala e molto profondo, delle condizioni standard di impiego del fattore lavoro. L’adozione di nuove tecnologie di produzione, specialmente quelle basate sull’uso di risorse informatiche e telematiche, ha creato la necessità di una distribuzione interpersonale e spazio-temporale del lavoro altamente innovativa, realizzabile solo con l’utilizzo di tipologie di lavoro nuove che, diversificandosi dal tipico contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, vengono definite atipiche.
Il lavoro atipico, per sua natura, viene identificato per differenza rispetto alle prestazioni di lavoro ritenute “tipiche” all’interno del sistema economico. Questa sua natura fa sì che la definizione del lavoro atipico, dei suoi aspetti istituzionali e dei suoi confini siano difficilmente identificabili.
Il lavoro atipico va distinto dal lavoro irregolare, con cui non ha nulla da spartire, o dal lavoro svolto nel settore informale del mercato del lavoro. I contratti di lavoro atipici e quindi la diffusione della flessibilità, soprattutto quella in entrata ed in uscita, favoriscono l’emergere di parte dell’economia sommersa, grazie alla rimozione delle rigidità istituzionali del mercato del lavoro. Indubbiamente la flessibilità del sistema istituzionale del mercato del lavoro, porta a situazioni anche negative: la precarietà.
Quando si parla di flessibilizzazione del sistema occupazionale del mercato del lavoro è doveroso distinguere tra flessibilità del lavoro e flessibilità dell’occupazione. Il primo caso si verifica quando l'attività umana diviene “malleabile”, adattandosi alle esigenze specifiche della produzione. La flessibilità dell'occupazione rende, invece, variabili le caratteristiche, in termini di tempo di lavoro, di luoghi e condizioni del suo esercizio, di regole e norme. La flessibilità dell'occupazione, indubbiamente, rimette in causa gli elementi di sicurezza e di garanzia fin qui acquisiti dalla nostra legislazione sociale (e non solo9), mentre la flessibilità del lavoro non destabilizza nessuna sicurezza sociale.
Una crescita dell’occupazione può realizzarsi coniugando i vantaggi della flessibilità del lavoro con un quadro in cui l'occupazione possa essere garantita e sicura sui luoghi di lavoro. Questo contesto può realizzarsi in presenza di uno Stato efficiente, che ricopra un ruolo di mediazione.
Secondo Confinterim10, dei 502.000 lavoratori inviati in missioni di lavoro temporaneo nel 2004 dalle agenzie presenti sul territorio dello stato Italiano, il 35% è stato assunto, al termine della missione o delle
9 La segmentazione dei percorsi lavorativi mette a rischio, dovendosi il lavoratore confrontarsi continuamente con nuove realtà, anche la sua sicurezza sul luogo di lavoro.
10 Confinterim è la confederazione Italiana delle associazioni delle imprese di fornitrici di lavoro temporaneo. Attualmente rappresenta 38 "Agenzie per il Lavoro" autorizzate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Confinterim ha tra i suoi scopi principali l’obiettivo di creare cultura in Italia sulla somministrazione di lavoro per consolidare una normativa coerente con le esigenze dei lavoratori e delle aziende.
La Confederazione coordina, tutela e promuove gli interessi del settore dell’intermediazione di manodopera e rappresenta all’esterno la propria posizione sul piano politico, tecnico, economico e d’immagine. E’ parte sociale nei confronti degli Organi Istituzionali e delle Rappresentanze Sindacali.
La Confederazione assicura un flusso informativo costante e continuo, relativamente alle problematiche ed informazioni utili per il settore o per i singoli associati; recepisce le istanze delle Agenzie aderenti, sviluppando lo spirito confederativo e promuovendo azioni specifiche tese ad allargare la base associativa. Confinterim si adopera per fornire ai propri associati i servizi relativi agli aspetti delle problematiche aziendali (assistenza legale, fiscale, normativa, ecc.), rappresentandoli in tutte le sedi istituzionali.
Confinterim è stata una delle Parti costitutive del Fondo per la Formazione dei Lavoratori Temporanei Forma.Temp il quale contribuisce con le sue iniziative a migliorare le conoscenze professionali degli stessi lavoratori, aumentandone l'adattabilitа alle esigenze dell'Impresa in vista di una stabilizzazione del rapporto.
Confinterim ha inoltre costituito l’Ente Bilaterale E.Bi.Temp per la tutela dei lavoratori, garantendo ad essi prestazioni aggiuntive.
missioni, direttamente dall’azienda utilizzatrice; il 29,88% dei lavoratori inviati in missione nel 2004 è stato avviato a formazione prima o contestualmente all’avvio in missione. L’evidenza empirica mostra che la formazione veste un ruolo fondamentale per la preparazione del lavoratore al contesto lavorativo in cui verrà inserito.
Il lavoro atipico è costituito da prestazioni di lavoro regolare, che possono esprimersi nella forma del lavoro autonomo o del lavoro alle dipendenze. Xxxx e Livraghi11 nella loro tassonomia fanno derivare l’atipicità della prestazione del lavoro autonomo dalla mancanza dell’apertura della partita Iva; mentre le diversificanti del lavoro atipico dal lavoro convenzionale, relativamente al lavoro alle dipendenze, vengono individuate nella durata del contratto e dal suo orario. Ogni prestazione di lavoro dipendente che non sia a tempo pieno e a durata indeterminata è atipica.
La durata del rapporto di lavoro e l’orario di lavoro sono dunque gli elementi che le svariate forme di lavoro atipico alle dipendenze modificano generando i contratti atipici.
Di seguito, nel paragrafo 9, si descriveranno brevemente le due forme di lavoro atipico alle dipendenze i cui destinatari sono al centro dell’attenzione dei realizzatori del presente progetto.
Il decreto legislativo n. 276 del 10 settembre 200312, attuativo della delega contenuta nella legge 30/2003, ha concretizzato la riforma del mercato del lavoro italiano. Questo provvedimento ha creato radicali mutamenti negli assiomi che hanno regolato la materia del lavoro negli ultimi decenni. La riforma si regge su tre colonne: la rivisitazione dell’orario di lavoro, la modernizzazione del collocamento e l’introduzione di nuove tipologie di lavoro.
Le disposizioni del decreto legislativo 276/03, che danno attuazione ai principi ed ai criteri direttivi contenuti nella legge del 14 febbraio 2003 n. 30, sono riconducibili agli orientamenti comunitari nell’ambito del collocamento e dell’apprendimento permanente ed hanno lo scopo di aumentare, nel rispetto delle disposizioni inerenti la libertà e dignità del lavoratore (legge 20 maggio 1970 n. 300 e successive modificazioni), nella salvaguardia della parità tra uomini e donne (legge 9 dicembre 1977 n. 903 e successive modificazioni), nella difesa delle pari opportunità tra i sessi (legge 10 aprile 1991 n. 125) i tassi di occupazione e di promuovere la qualità e la stabilità del lavoro, anche attraverso contratti a contenuto formativo e ad orario di lavoro modulato, compatibilmente con le esigenze delle aziende e le aspirazioni dei lavoratori.
7.3. Diffusione del lavoro atipico in Italia
In questo paragrafo si esaminerà la diffusione del lavoro atipico alle dipendenze in Italia nel 2002, nel
11 Xxxx X., Xxxxxxxx R. (1998), Contratti atipici e tempo di lavoro, Xxxxxx Xxxxxx, Milano.
12 Sul decreto legislativo del 10 settembre 2003, n. 276, si veda: Ageno C., (2004), Forme atipiche di lavoro nelle società commerciali e nelle cooperative: lavoro a progetto, telelavoro, job sharing, job on call, staff leasing, lavoro nei gruppi di imprese, Padova, Cedam; Favalli G., Xxxxxxx A., (2003), La riforma Biagi. Commento al Decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, Piacenza, La Tribuna; Xxxxxxx G., (2004), Tipologie di lavoro flessibile, Torino, Xxxxxxxxxxxx; Fiore G., (2004), Riforma Biagi: le nuove regole del mondo del lavoro: L. n. 30 del 14.02.2003, D.lgs n. 276 del 10.09.2003: i nuovi contratti di lavoro: il lavoro dipendente, aspetti fiscali; il contratto a progetto, Xx.xx.xx.; l'associazione in partecipazione, Santarcangelo di Romagna (RN), Maggioli; Motta A., Meroni F. (2004), Manuale di consulenza del lavoro 2004, Milano, Ipsoa; Summa E., (2003), La riforma del lavoro, In “Guida giuridica normativa”, fasc. 18, anno 14, Italia Oggi; Xxxxxxxxxx M., (2004), La riforma Biagi del mercato del lavoro. Prime interpretazioni e proposte di lettura del X.Xxx. 10 settembre 2003, n. 276, Milano, Xxxxxxx.
2005 ed un raffronto tra le due realtà, con il fine di descriverne l’evoluzione.
Un’elaborazione IRES13 su dati Inps (dicembre 2002) e Istat fornisce un riassunto sulla diffusione del lavoro atipico in Italia nel 2002 e sulla sua incidenza sull’occupazione.
Tab. 1. – Il lavoro atipico nel 2002 in Italia. Valori assoluti ed incidenza percentuale sull’occupazione
Tipologia Contratto | Valori assoluti | Incidenza sull’occupazione | ||||
Maschi | Femmine | Totali | Maschi | Femmine | Totali | |
Tempo determinato | 786.000 | 777.000 | 1.563.000 | 5,8 | 9,4 | 7,2 |
Di cui | ||||||
Full time | 609.000 | 495.000 | 1.104.000 | 4,5 | 6,0 | 5,1 |
Part time | 178.000 | 281.000 | 459.000 | 1,3 | 3,4 | 2,1 |
Part time | 475.000 | 1.396.000 | 1.871.000 | 3,5 | 16,9 | 8,6 |
Di cui dipendente | 315.000 | 1.130.000 | 1.445.000 | 2,3 | 13,7 | 6,6 |
Parasubordinato | 1.287.742 | 1.104.785 | 2.392.527 | 9,5 | 13,4 | 11,0 |
Interinale* | - | - | 74.629 | - | - | 0,3 |
Totale occupati** | 13.593.000 | 8.236.000 | 21.829.000 |
*Posizioni lavorative a tempo pieno, dato relativo al 2001
**Questo è il totale degli occupati comprendente sia i lavoratori alle dipendenze che quelli autonomi
Fonte: Elaborazioni IRES su dati Inps e Istat, dicembre 2002
La Tab. 1., elaborata dall’IRES, fa emergere come i contratti di lavoro atipico alle dipendenze in Italia, nel 2002, riguardavano il 13,8%14 dei lavoratori occupati (dipendenti ed autonomi), a cui va aggiunto l’11% di lavoratori occupati con contratti di lavoro parasubordinato e lo 0,3% dei lavoratori assunti dalle agenzie interinali con un contratto di lavoro a tempo determinato.
Elaborando questa prima analisi sulla diffusione del lavoro atipico alle dipendenze, è fondamentale notare la cospicua diffusione del lavoro parasubordinato. Esso, da definizione, non è un contratto di lavoro alle dipendenze, ma spesso viene utilizzato come tentativo di “aggiramento” dell’obbligo di utilizzare il contratto di lavoro subordinato per far svolgere al lavoratore determinate mansioni all’interno della realtà aziendale.
A fronte di quest’ultima osservazione, si può concludere l’esame dei dati relativi alla diffusione del lavoro atipico alle dipendenze nel 2002, affermando, che esso in quell’anno aveva coinvolto il 27,01% dei lavoratori occupati.
Procedendo ora ad esporre la diffusione del lavoro atipico alle dipendenze nel 2005, si analizzerà un’indagine Istat, aggiornata al IV trimestre del 2005, sulla partecipazione al mercato del lavoro della popolazione residente in Italia. Tale popolazione, secondo quest’ultima indagine, è composta da 58.258.000 persone.
13 L’IRES è un Istituto di ricerche economiche e sociali. E’ un associazione no profit, fondata nel 1979 dalla Cgil. Le attività dell’Istituto consistono essenzialmente nella promozione, progettazione, e realizzazione di studi e ricerche sul lavoro e i suoi cambiamenti.
15 Istat, Rilevazioni sulle forze di lavoro, IV trimestre 2005.
Analizzando la popolazione residente interessata ad interagire con il mercato del lavoro, perché è occupata o perché vorrebbe esserlo, notiamo che i lavoratori in cerca di occupazione, il 3,4% della popolazione residente, sono in possesso di esperienze lavorative nel 2,3% (sul totale della popolazione residente) dei casi.
L’esposizione, sulla popolazione residente in Italia, effettuata nel paragrafo mette in evidenza come il 6,8%19 di essa sia inserita nel mondo del lavoro con contratti di lavoro alle dipendenze atipici; questo 6,8% corrisponde al 23,33% della popolazione residente assunta con contratti di lavoro alle dipendenze. Praticamente un lavoratore alle dipendenze, su quattro, è assunto con contratti di lavoro atipico20, contratti che, come esposto subito di seguito, sono in aumento21.
I lavoratori occupati nel IV semestre del 2005 sono aumentati, rispetto al IV semestre del 2004, dello 0,2% (56.000 lavoratori). Questo aumento è dato da un aumento del 2,6% (428.000) dei lavoratori alle dipendenze e, da una diminuzione del 5,9% (373.000) dei lavoratori autonomi22. Soffermandosi sulle variazioni avvenute tra i due trimestri, il dato empirico fa emergere che i contratti di lavoro a tempo indeterminato part-time sono aumentati del 7,3% (121.000), quelli a tempo determinato full time dell’8,5% (131.000) e quelli a tempo determinato part-time del 6,5% (28.000)23.
19 Elaborazione dei dati Istat (Rilevazioni sulle forze di lavoro, IV trimestre 2005).
forza lavoro dipendente ed autonoma attiva e, nel 2005, il 17,19%25. In meno di un lustro, quattro anni, i contratti di lavoro atipico alle dipendenze hanno conquistato una fascia di popolazione attiva alle dipendenze, corrispondente ad oltre il 6,69%26 del totale della popolazione residente. Un altro dato che aiuta nel comprendere la diffusione del lavoro atipico è, per differenza, il peso del lavoro standard (quindi a tempo pieno e indeterminato) sull’occupazione dipendente complessiva: nel 1997 il lavoro standard era l’87,7%27 del lavoro alle dipendenze, nel 2002 l’83,9%28 e nel quarto semestre del 2005 il 76,67%29.
Il lavoro parasubordinato, spesso utilizzato per evadere la normativa vigente, ha usufruito nel 2003 con l’introduzione nel nostro sistema giuridico del d.lgs. n. 276/2003 di una profonda innovazione, che ne ha mutato radicalmente il campo di applicazione e quindi la diffusione. Pertanto, essendo mutata la struttura giuridica del lavoro parasubordinato, essendo stato trasformato, dal Dlgs n. 276/2003, il contratto di collaborazione coordinata e continuativa in contratto a progetto, i dati di diffusione del lavoro subordinato nel 2003 non sono raffrontabili con quelli del 2005.
Il raffronto dei dati sulla diffusione dei lavori atipici alle dipendenze, nel 2002 e nel 2005, mostra un aumento dell’utilizzo di queste forme contrattuali da parte delle imprese, questo dato raffrontato con la diminuzione della disoccupazione, che passa dall’8,6% del 2002 al 7,7% del 200530. Questo dato evidenzia come il tasso di disoccupazione in Italia, con l’introduzione avvenuta nel 1998 nel mercato del lavoro italiano della forma di lavoro atipica alle dipendenze per eccellenza il lavoro interinale, sia passato dall’11,3% del 1998 al 7,7% del 2005. In questi anni l’utilizzo del lavoro atipico alle dipendenze e del lavoro interinale è andata costantemente aumentando. La flessibilizzazione del mercato del lavoro ha indubbiamente contribuito al raggiungimento di un aumento dell’occupazione. Essa è stata uno dei fattori che hanno consentito l’implementazione dell’occupazione in Italia negli ultimi due lustri.
Scopo di questo elaborato è analizzare il ruolo della formazione preventiva contro gli infortuni nella somministrazione di lavoro e nel contratto di apprendistato, forme di lavoro atipico alle dipendenze, valutando i benefici che essa può apportare ad una diminuzione degli infortuni sul lavoro.
8. Tipologia destinatari
Il paragrafo 7 ha fornito un’approfondita analisi dei criteri di scelta dei destinatari della formazione preventiva: gli apprendisti e i lavoratori in somministrazione.
Nel presente paragrafo verrà fatta una breve descrizione di queste due forme contrattuali.
25 Questa percentuale è data dalla somma: dei lavoratori a tempo determinato e pieno alle dipendenze , di quelli a tempo determinato e parziale alle dipendenze e di quelli a tempo determinato parziale. Nostra elaborazione dati Istat (Rilevazioni sulle forze di lavoro, IV trimestre 2005).
26 Nostra elaborazione dati Istat (Rilevazioni sulle forze di lavoro, IV trimestre 2005).
29 Nostra elaborazione dati Istat (Rilevazioni sulle forze di lavoro, IV trimestre 2005): i lavoratori occupati alle dipendenze sono 16.719.000, di questi con contratto a tempo indeterminato e a tempo pieno 12.818.000, quindi il 76,67%.
30 Dati Istat.
8.1. Apprendisti
Il rapporto di apprendistato (denominato “tirocinio” dal codice civile) è uno speciale rapporto di lavoro in cui il datore di lavoro da un lato si obbliga, oltre che a corrispondere la retribuzione, ad impartire o far impartire all’apprendista, nella sua impresa, l’insegnamento necessario affinché questi possa conseguire la capacità tecnica per diventare lavoratore qualificato, e dall’altro consegue il diritto di utilizzare l’opera dell’apprendista nell’impresa (art. 2, c. 1, L. n. 25/1955).
L’insegnamento nel rapporto di apprendistato non è fine a se stesso, esso si svolge in funzione dell’attività produttiva dell’azienda, l’imprenditore può così trarre dalle prestazioni dell’apprendista un’utilità crescente in relazione alla progressiva formazione professionale di quest’ultimo. Da questo consegue che il rapporto di apprendistato è un rapporto sinallagmatico, dove il lavoratore ha diritto ad una retribuzione a fronte delle sue prestazioni lavorative.
Il concetto di cui sopra pone le basi per comprendere la distinzione tra l’apprendista e i lavoratori che frequentano corsi di perfezionamento organizzati dalle imprese. Quest’ultimo tipo di rapporto è caratterizzato dall’assenza di corrispettività delle prestazioni delle parti, anche quando l’allievo benefici di qualche emolumento sotto forma di borsa di studio, e dall’avere nell’insegnamento l’unico oggetto del contratto, in quanto l’attività del lavoratore non può essere utilizzata dall’impresa.
L’apprendista non è un normale lavoratore subordinato, per cui, in senso tecnico, non può essere ritenuto né un impiegato né un operaio.
La distinzione tra il lavoratore subordinato e l’apprendista risiede nel diritto di quest’ultimo di ricevere l’insegnamento professionale, diritto associato all’obbligo di prestare la propria collaborazione nell’impresa. Quindi, la qualifica formale di assunzione, l’età del lavoratore, la retribuzione corrisposta non sono variabili che diversificano l’apprendista dal lavoratore subordinato.
8.2. Somministrati
Il decreto legislativo 276/2003 (artt. 20 e ss.) ha compiutamente disciplinato e innovato la complessa materia dell’interposizione e intermediazione di manodopera, introducendo la nuova figura del contratto di somministrazione di lavoro, che, di fatto, si sostituisce al lavoro interinale, mediante l’abrogazione espressa ad opera dell’art. 85, c. 1, lett. f) dello stesso decreto, delle disposizioni legislative di cui agli artt. da 1 a 11 della legge 196/97.
La somministrazione di lavoro temporaneo ha abrogato l’istituto del lavoro interinale.
“Rendere trasparente il mercato del lavoro non vuole affatto dire deregolamentare ma, piuttosto, creare regole semplici ed effettivamente esigibili a favore di un’effettiva fase d’incontro tra domanda e offerta di lavoro31. Si potrebbe riassumere in questo principio uno degli obiettivi della riforma: quello di creare un mercato del lavoro aperto e trasparente. Principio perseguito anche per il tramite del contratto di somministrazione di lavoro, che può essere concluso da ogni soggetto, denominato utilizzatore, attraverso l’interposizione delle
31 Citazione di Summa Xxxx in Guida giuridica normativa di Italia Oggi del 14 ottobre 2003 dal titolo “La riforma del lavoro”.
xxxxxxx per il lavoro iscritte in apposito albo istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Al prestatore, ad esclusione delle tutele in materie d’igiene e sicurezza sul lavoro, non possono essere applicate le normative di legge e dei contratti collettivi dell’utilizzatore non essendo lo stesso computato nell’organico aziendale di destinazione, così come non si applicano le riserve previste dalla disciplina in materia d’assunzioni obbligatorie.
Per la somministrazione a tempo determinato, il rapporto tra somministratore e lavoratore è soggetto alla disciplina di cui al decreto legislativo n. 368 del 6 settembre 2001, con esclusione delle disposizioni di cui all’articolo 5 commi 3 e 4. Il termine inizialmente stabilito può essere prorogato, previo consenso scritto del lavoratore, nei casi e per la durata prevista dal CCNL applicato al somministratore.
8.3. Gli altri contratti atipici
Nel nostro ordinamento giuridico sono presenti anche le seguenti forme di contratti atipici alle dipendenze: il contratto di lavoro a tempo determinato, quello a tempo parziale, il contratto di lavoro parasubordinato, il contratto di lavoro occasionale, il contratto di lavoro accessorio, il telelavoro, il contratto di lavoro a domicilio, il contratto lavoro intermittente, il contratto di lavoro ripartito ed il contratto di inserimento.
8.4. Quote riservate
Indipendentemente dalla potenziale tipologia contrattuale che potrà essere proposta ai corsisti (al termine dei percorsi formativi di prevenzione), le classi saranno composte prevalentemente da lavoratori e da lavoratrici stranieri. Sarà garantita per ogni corso una quota ai lavoratori stranieri ed una quota alle donne straniere.
9. Dimensione numerica del progetto
Il presente progetto mira alla realizzazione di almeno un percorso formativo in tutti i mesi dell’anno con l’esclusione dei mesi di dicembre ed agosto.
10. Contenuti
Ogni corso di formazione preventiva realizzato dovrà far acquisire ai partecipanti le seguenti nozioni:
1. Principi della sicurezza sul lavoro e decreto legislativo 81/2008.
2. Conoscenza dell’esistenza di obblighi, in materia di sicurezza, in capo al datore di lavoro e precisamente:
a) nomina responsabile del servizio di prevenzione e protezione;
b) nomina addetti al servizio di prevenzione e protezione;
c) allestimento misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori, di salvataggio, di
pronto soccorso e di gestione dell’emergenza;
d) valutazione qualitativa e quantitativa dei fattori di rischio;
e) redazione del piano di valutazione dei rischi;
f) programmazione di eventuali miglioramenti delle condizioni di lavoro;
g) valutazione dei rischi;
h) cura della sorveglianza sanitaria;
i) elaborazione di sistemi di prevenzione e protezione.
3. Approfondimento dei rischi specifici connessi al settore a cui è rivolto il corso.
4. Diritti dei lavoratori.
5. Obblighi dei lavoratori.
6. Il Rappresentante della Sicurezza.
Tutti i corsi, in caso di presenza di allievi stranieri, dovranno prevedere delle lezioni in lingua straniera o perlomeno la realizzazione di materiale didattico in lingua straniera.
11. Modello base di corso di prevenzione agli infortuni sul lavoro
Il presente modello organizzativo sarà utilizzato per la realizzazione dei corsi preventivi i cui contenuti sono stati illustrati nel precedente paragrafo.
11.1. Destinatari
La formazione interesserà i seguenti lavoratori:
1. candidati a missioni di lavoro temporaneo iscritti e selezionati presso l’Agenzia per il lavoro;
2. lavoratori temporanei che, dopo avere svolto una missione, sono in attesa di svolgerne una nuova;
3. lavoratori con una missione in corso, nei limiti previsti nella contrattazione collettiva tra le parti in materia d’orario e fermo restante il limite legale.
Possono essere sperimentate nelle attività del presente progetto anche azioni d’orientamento rivolte a studenti (programmate con gli Istituti scolastici), a disoccupati (realizzate anche attraverso i Servizi per l’impiego), ad immigrati ed a categorie svantaggiate (realizzate anche attraverso le loro associazioni).
11.2. Soggetti preposti alla realizzazione della formazione
Le attività di formazione possono essere realizzate da funzionari della sede Inail di Como, da consulenti del lavoro iscritti presso l’Albo Provinciale di Como e da funzionari e collaboratori della Filiale di Como di Eurointerim SpA .
11.3. Tipologia degli interventi formativi
Ogni percorso di formazione preventiva, munito di codice identificativo contenente il numero progressivo su base annua e l’anno di realizzazione, dovrà contenere gli elementi descritti nel paragrafo 12.
L’intervento sarà articolato, salvo diverse esigenze formative, nel rispetto delle seguenti linee guida didattiche:
1. illustrazione delle finalità del progetto;
2. analisi della normativa di riferimento;
3. elencazione delle tipologie del rischio;
4. proiezione e dibattito;
5. pausa;
6. descrizione delle tipologie di rischio;
7. l’importanza della segnaletica;
8. proiezione e dibattito;
9. test di valutazione;
10. test di gradimento;
11. chiusura con riflessioni di gruppo.
11.4. Test
Ogni intervento formativo vedrà erogati due tipologie di test ai corsisti, uno di valutazione ed uno di gradimento.
11.4.1. Test di valutazione
Tale test, elaborato su misura per ogni intervento formativo in base ai contenuti, valuterà il grado di apprendimento delle nozioni offerte.
11.4.2. Test di gradimento
Questo test verificherà, al fine di perfezionarne continuamente i contenuti e l’efficacia, il livello di gradimento nei confronti dei docenti, dell’organizzazione del corso e dei materiali didattici utilizzati.
Di seguito, fig. 1, esponiamo esempio di tale test.
Fig. 1 – Test di gradimento
11.5. Luoghi di svolgimento delle lezioni
Sono state individuati i locali presso l’Istituto Xxx Xxxxxxxx in via Xxxxxxx Xxxxxx a Como.
E’ volontà di svolgere gli interventi formativi principalmente nel capoluogo provinciale, questo convincimento deriva oltre che dall’indubbia facilità di raggiungimento della città da parte di qualsiasi utenza residente in tutte le località del territorio, anche per la presenza nella città di Como delle Sedi dei soggetti promotori del progetto.
La scelta dell’Istituto di cui sopra è scaturita da un’approfondita analisi delle logistiche proposte dalla città di Como. La città, infatti, presenta tra le sue criticità problemi legati alla viabilità e ai parcheggi. L’Istituto Xxx Xxxxxxxx, munito di ampio parcheggio e situato a poche centinaia di metri sia dalla sede provinciale Inail, che dalla Filiale di Como di Eurointerim, che dalle stazioni delle Ferrovie Nord di Lago e Borghi oltre che da innumerevoli fermate di mezzi pubblici, si presta come scelta ottimale per risolvere le problematiche logistiche di cui sopra. Si è accertato che oltre a rispondere alle esigenze logistiche l’Istituto, vista la sua operatività decennale nella fornitura di aule per docenze, è munito della migliore attrezzatura (computer, lavagne, proiettori e sala ristoro) per realizzare l’attività formativa per ogni tipo di classe. Visto il notevole utilizzo che avverrà delle aule dell’Istituto, si è proposto con profitto un costo forfettario per l’utilizzo delle aule. Come descritto analiticamente nel paragrafo relativo ai costi si ricorda che nella cifra forfettaria sono compresi oltre che l’utilizzo
delle aule e delle strutture annesse, anche il servizio ristoro e l’uso del parcheggio.
11.6. Durata
Al fine di catalizzare il più possibile l’attenzione dei destinatari degli interventi formativi e ottimizzare le risorse disponibili si è scelto di privilegiare la realizzare i percorsi formativi in corsi spot di otto ore concentrati in un unico giorno.
Sarà anche possibile realizzare corsi di durata superiore.
La durata giornaliera di corsi che si svolgeranno in un unico giorno sarà di otto ore, quattro la mattina e quattro il pomeriggio, frammentati da una pausa ristoro di mezz’ora.
11.7. Ore frequenza
Ciascun modulo deve avere una durata minima di un’ora di formazione.
E’ anche possibile prevedere un solo modulo formativo e la durata non dovrà essere inferiore a otto ore di formazione teorica a cui potranno aggiungersi, eventualmente, visite conoscitive.
E’ prevista, quindi, la possibilità di visite aziendali, di tipo conoscitivo, con accompagnamento dei docenti. Tali visite hanno come obiettivi la mera osservazione d’attività o di contesti sociali ed economici ed avranno una durata massima di quattro ore.
11.8. Partecipanti
Il numero minimo dei partecipanti al corso deve essere di 10.
Il numero massimo dei partecipanti al corso deve essere di 20.
Sarà possibile in circostanze particolare realizzare classi con numeri differenti.
11.9. Scheda di partecipazione informativa
Precedentemente all’inizio dell’intervento formativo verrà rilasciata ad ogni corsista una scheda, elaborata in varie lingue, contenente le seguenti informazioni:
• dati anagrafici dell’allievo;
• caratteristiche dell’intervento;
• impegno alla partecipazione al corso;
• disponibilità alla partecipazione attiva ad una fase di monitoraggio.
Le Figg. 2, 3, 4 e 5 presentano la scheda di partecipazione informativa redatta rispettivamente nelle seguenti lingue: italiano, inglese, russo e francese.
Fig. 2 – Scheda di partecipazione informativa in lingua italiana
LOGHI
Progetto realizzato da Inail di Como
in collaborazione con Ordine dei Consulenti del Lavoro e ANCL di Como
ed Eurointerim filiale di Como
Progetto DCL0012009INAILCOMO
Ente promotrice : Inail di Como
Tipologia formativa : Corso finalizzato alla diffusione della cultura di prevenzione agli infortuni sul lavoro
Destinatari del progetto : Lavoratori in cerca di occupazione
Periodo del progetto : Dal gg/mm/aaaaa al gg/mm/aaaaa
Titolo del progetto : Prevenzione agli infortuni sul lavoro
Obiettivi dell'intervento formativo :
Il presente progetto mira alla realizzazione di azioni formative preventive finalizzate a rafforzare la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, attraverso percorsi formativi finalizzati a fornire conoscenze di carattere generale collegate alla sicurezza nel mondo del lavoro, utili anche all’acquisizione di competenze professionali e trasversali. Altroobbiettivo del presente progetto è quello di diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro non in fase di esecuzione di esso ma in fase precedente l’assunzione.
Il progetto ha lo scopo di diffondere la cultura della sicurezza avendo la certezza che il messaggio di prevenzione venga recepito, ascoltato, e compreso da tutti, anche da operatori stranieri.
Il progetto si propone di creare un’evidenza empirica basata sull’analisi dei dati inerenti agli infortuni sul lavoro avvenuti durante le prestazioni lavorative dei lavoratori formati con corsi realizzati attraverso il modello formativo di prevenzione generato dal presente progetto.
Articolazione del progetto:
1 Modulo: Lezione 1,1 ora;
2 Modulo: Lezione 2, 1 ora;
………….
Attestato rilasciato: : Attestato di frequenza-
L'attestato verrа rilasciato agli allievi che avranno frequentato almeno il 70% delle ore in programma ed i moduli sui 'diritti e doveri' e 'sicurezza', quando obbligatori, entro
giorni dalla conclusione del corso.
Durata del progetto:
Orientamento ore: | 2 |
Teoria ore: | 2 |
Esercitazioni pratiche ore: | 2 |
Visite in azienda ore: | 0 |
Affiancamento ore: | 0 |
Proiezione filmati ore: | 1 |
Dibattiti ore: | 1 |
Totale ore: | 8 |
Il corso si svolgerа il giorno gg/mm/aaaa dalle ore 9:00 alle ore 13:00 e dalle ore 14:00 alle 18:00 presso l’Istituto Xxx Xxxxxxxx di Como in Xxx Xxxxxxxx Xxxxxx, 00.
Agevolazioni
- Sono previste agevolazioni? SI / NO
- Se SI specificare quali: elargizione di un pasto nella pausa a carico degli organizzatori.
- L'allievo si impegna a rispettare gli orari previsti e ad apporre la firma sul registro presenze in entrata e in uscita dal luogo di svolgimento del corso,come indicato nel registro stesso.
- L’allievo si impegna a comunicare entro 48 ore la sua eventuale impossibilitа , dovuta ad eventi imprevisti, a partecipare al corso.
Monitoraggio
- L’allievo, al fine di consentire una proficua azione di monitoraggio all’Ente, si impegna a comunicare all’Inail di Como data e tipologia di assunzione e nome dell’azienda.
L’Ente promotore del corso
Firma (per ricevuta) allievo
Luogo e data
Fig. 3 – Scheda di partecipazione informativa in lingua inglese
LOGHI Project DCL0012009INAILCOMO
Promoter body : Inail (National Insurance Institute for Employment Injuries), branch of Como
Type of training : Course aimed at creating a prevention culture of work-related accidents
Participants : Job-seekers
Project duration : from gg/mm/aaaaa to gg/mm/aaaaa
Project title : Prevention of accidents at work
Goals of the training project :
The present project is aimed at creating formative prevention actions which will reinforce employees’ security at work, through a training programme that will provide course participants with general knowledge concerning security at work, useful also for professional and core skill acquisition. The project will create a positive work security culture before a work relation starts.
The purpose of the present project is to diffuse the culture of security at work through a prevention message that should be received, heard and understood by all participants, event foreign ones.
The project means to create an empirical proof based on an after-course data analysis concerning accidents at work occurred to the employees who attended the above- mentioned prevention training course.
Project structure :
1 part: Lesson 1, 1 hour;
2 part: Lesson 2, 2 hours;
………….
Certificate | : Attendance certificate | |
Project segmentation | : Introduction/hour | 2 |
: Theory/hour | 2 | |
: Exercises/hour : Visits to companies/hour : Supporting/hour | 2 0 | |
: Film projection/hour | 1 | |
: Discussion/hour | 1 | |
: Total | 8 |
The course will be held on the …th of ….., 2009, from 09:00 to 13:00 and from 13:00 to 18:00 on the premises of Xxx Xxxxxxxx centre in Como, via Xxxxxxxx Xxxxxx, 10.
Bonuses
- Is there any bonus included? SI / NO
- If YES, indicate which one: f. example, meal voucher at organizer’s charge. Certificate
- The attendance certificate will be granted only to the participants who attended at least a 70% of the programmed lessons and lessons on “rights and duties” and “security”, when obligatory, within days after the course is over.
- Participants commit themselves to observe the course timetable and to sign in and out in a course register as requested.
- Participants commit themselves to inform not later than 48 hours before the course begins about the impossibility to attend the course due to some unforeseen events.
Monitoring
- Participants commit themselves to inform INAIL, branch of Como, in case of employment, about the duration and the type of a job contract and the name of the employer, in order to allow a fruitful monitoring made by the Promoter Body.
Promoter Body
Participant’s signature
Date and place
Fig. 4 – Scheda di partecipazione informativa in lingua russa
Комо
LOGHI Проект DCL0012009INAILCOMO
Огранизатор проекта : ИНАЙЛ, филиал Комо
Тип обучения : Курс для инструктажа по предупреждению несчастных случаев на рабочем месте
Участники проекта : Все, кто ищет работу
Длительность проекта : С gg/mm/aaaaa по gg/mm/aaaaa
Название проекта : Предупреждение несчастных случаев на рабочем месте
Цели обучающего курса:
Данный проект направлен на создание обучающих курсов по профилактике и предупреждения несчастных случаев на предприятии для увеличения безопасности на рабочем месте, состоящих из обучающих программ для обеспечения общих знаний, связанных с безопасностью на предприятии, необходимых также для базовых и профессиональных навыков. Данный проект предполагает провести инструктаж по предупреждению несчастных случаев на рабочем месте, прежде чем работник приступит к исполнению своей профессиональной деятельности.
Цель проекта – провести инструктаж и удостовериться, что обучающая информация получена, услышана и понята всеми участниками проекта, включая иностранных граждан.
Проект создаст эмпирические выводы на основе данных касательно несчастных случаев, происшедших во время работы со служащими, прослушавшими курс по предупреждению несчатных случаев на предприятии.
Структура проекта :
1 часть: Лекция 1, 1 час;
2 часть: Лекция 2, 2 часа;
………….
Аттестат : Аттестат посещения
Сегменты проекта : Подготовительный этап/час 2
: Tеория/час 2
: Практические упражнения/час 2
: Посещение предприятий/час 0
: Поддержка/час 0
: Проекция фильмов/час 1
: Обсуждения/час 1
: Общее количество часов 8
Курс будет проводиться gg/mm/aaaa с 9:00 до 13:00 и с 14:00 до 18:00 при центре Xxx Xxxxxxxx в Комо, улица Томмазо Гросси, 10.
Льготы
- Предусмотренны ли льготы? ДА/НЕТ
- Если ДА, указать какие: например, талон на питание, оплачиваемый организаторами. Аттестат
- Аттестат выдается только тем, кто посетил не менее 70% программных часов и уроков по «правам и обязанностям» и «безопасности», в случае если они обязательны, не позднее дней после окончания курса.
- Участники курса обязываются соблюдать расписание курса и отмечать приход и уход в журнале присутствующих, как указано в самом журнале.
- Участники курся обязываются сообщить за 48 часов в случае невозможности посещения курса.
Мониторинг
- Участники курса обязываются сообщить, в случае найма на работу, период и тип контракта и имя работодателя для того, чтобы позволить основателю проекта произвести успешный мониторинг.
Организатор проекта
Подпись участника
Дата и место
Fig. 5 – Scheda di partecipazione informativa in lingua francese
LOGHI Projet DCL0012009INAILCOMO
Organisateur : INAIL, bureau de Côme
Typologie formative : Cours orienté à la diffusion de la culture de la prévention des accidents du travail
Participants : Personnes à la recherche d’un emploi
Durée du projet : du gg/mm/aaaaa au gg/mm/aaaaa
Nome du projet : Prévention des accidents du travail
Objectifs de projet formatif :
Le susdit projet vise à la réalisation des actions formatives de prévention pour renforcer la sécurité du travail en créant les parcours formatifs qui fournissent des notions générales sur le monde de travail et qui sont aussi importants pour l’acquisition des compétences professionnelles et intersectorielles. Ce projet vise à la diffusion de la culture de la sécurité du travail avant de l’engagement de travail.
Le but de ce projet est la diffusion de la culture de la sécurité du travail en s’assurant que le message de prévention soit reçu, entendu et compris par tous les participants du cours, même les étrangers.
Le projet fera un contrôle empirique fondé sur l’analyse des données concernant les accidents du travail arrivés aux personnes qui attendaient le cours sur la prévention des accidents du travail.
Division du projet :
1 Part: Leçon 1, 1 heure;
2 Part: Leçon 2, 2 heures;
………….
Certificat : Certificat de fréquence
Durée du projet : Orientation/heures 2
: Théorie/heures 2
: Exercices/heures 2
: Visites chez un établissement/heures 0
: Soutien/heures 0
: Projection des films/heures 1
: Discussions/heures 1
Les horaires du cours
Le cours aura lieu le gg/mm/aaaa de 9:00 à 13:00 et de 14:00 à 18:00 chez L’Institut Xxx Xxxxxxxx de Côme en Xxx Xxxxxxxx Xxxxxx, 00.
Bonus
- Est-ce qu’il y a des bonus? OUI / NON
- S’il en y a, indiquer le quel: par exemple, ticket-repas à charge de l’organisateur Certificat
- Le certificat sera délivré au participant qui a fréquenté au moins 70% des heures du programme et la part concernant les «droits et devoirs» et la «sécurité», si obligatoires, d’ici
jours après la fin du cours.
- Les participants s’engagent à respecter les horaires du cours et à signer la présence pendant le cours, selon les indications données sur le registre.
- Les participants s’engagent à communique dans 48 heures l’éventuelle impossibilité à fréquenter le cours à cause des événements imprévus.
Monitorage
- Les participants s’engagent à communique à l’Inail de Côme la date et le contrat et le nom de l’employeur pour permettre à l’Organisateur de faire un monitorage fructueux.
Organisateur
Signature du participant
Lieu e date
11.10. Elargizione pasto
Sarà garantito un servizio di ristoro ai corsisti e ai formatori, a spese degli organizzatori, durante l’intervallo tra la mattina e il pomeriggio. Nell’evolversi del progetto, compatibilmente con i fondi disponibili, tale servizio potrà essere confermato ed implementato.
11.11. Abbandoni
In caso d’abbandono per malattia dell’allievo dovrà essere prodotto certificato medico. In caso di assunzione dell’allievo dovrà essere prodotta relativa autocertificazione.
11.12. Inserimento e sostituzione allievi
Nel caso in cui in fase d’attuazione di un corso di formazione si verificasse la necessità di inserire o sostituire gli allievi, ciò sarà possibile a condizione che le attività già svolte non superino il 20% dell’interno percorso formativo previsto.
11.13. Registro delle presenze
Il registro delle presenze (vedi Fig. 3) è un documento obbligatorio per rilevare le presenze degli allievi ai corsi, che dovrà contenere i seguenti dati: logo dei soggetti promotori, codice del progetto, luogo, data, durata in giorni ed ore, titolo del progetto formativo, indicazione del giorno a cui si riferisce il corso, cognome e nome dell’allievo, orario svolto indicando l’inizio e la fine ed eventuali pause, firma di presenza dell’allievo.
Fig. 6 – Registro delle presenze
CODICE PROGETTO:
REGISTRO PRESENZE ALLIEVI
ENTE FORMATIVO:
PERIODO FORMATIVO:
Eurointerim S.p.A. EUROINTERIM SERVIZI SPA
SEDE DI SVOLGIMENTO DEL CORS2O3: /03/09 / 10/04/09
NUMERO DI ORE PREVISTE PER LA FORMAZIONE:
Il presente registro è composto di n° pagine.
Intervento realizzato con i fondi INAIL per la promozione della cultura della sicurezza
LOGHI
CODICE PROGETTO:
DCL0012009INAILCOMO
ELENCO DEI DOCENTI O DI ALTRE FIGURE PRESENTI NELL’INTERVENTO FORMATIVO
INCARICO | COGNOME | NOME | FIRMA |
PAG.
LOGHI CODICE PROGETTO:
DCL0012009INAILCOMO
ELENCO NUMERATO DEGLI ALLIEVI
N° | COGNOME | NOME | CODICE FISCALE |
1 | |||
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30 |
NOTE:
Specificare nelle note i possibili abbandoni dei corsisti e le eventuali sostituzioni.
PAG.
LOGHI
CODICE PROGETTO: DCL0012009INAILCOMO
Foglio firme presenze allievi del giorno: / / dalle ore alle ore
Argomenti trattati: | ||||
Teoria | Pratica | |||
Orari: dalle alle |
N° | COGNOME | NOME | Firma entrata | Firma uscita |
1 | ||||
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30 |
Firme docenti:
Teoria | Pratica | |||
Orari: dalle alle |
Firme docenti:
Teoria | Pratica | |||
Orari: dalle alle |
In caso di assenza di allievi indicare nella riga corrispondente la dicitura “ASSENTE”. Firme docenti:
Totale presenze
NOTE:
In caso di entrata posticipata o uscita anticipata di un allievo, indicare nel campo note il nominativo e l’orario di entrata/uscita dello stesso.
Firma del Tutor
(o di altra figura presente in aula) Xxxxxx: dalle alle
Teoria | Pratica | |||
Orari: dalle alle |
Firme docenti:
Visto Il Responsabile del corso
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
PAG.
CODICE PROGETTO:
DCL0012009INAILCOMO
MODULO DI CONSEGNA DEI MATERIALI DIDATTICI E/O TICKETS
GLI ALLIEVI DEL CORSO DICHIARANO DI AVER RICEVUTO:
DESCRIZIONE | QUANTITÀ | IMPORTO TICKET (Nel caso in cui siano previsti) |
N° | COGNOME | NOME | FIRMA PER RICEVUTA |
1 | |||
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4 | |||
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30 |
LOGHI
INDICAZIONI PER GLI ALLIEVI PARTECIPANTI AL CORSO
Il REGISTRO PRESENZE ALLIEVI è composto dalle seguenti parti:
•
•
•
•
•
•
•
Copertina (contenente i dati generali sul corso);
Elenco dei docenti o di altre figure presenti nell’intervento formativo; Elenco numerato degli allievi;
Foglio firme presenze allievi;
Indicazioni per gli allievi partecipanti al corso; Modulo di consegna dei materiali didattici e/o tickets.
Procedure per la compilazione del “registro presenze allievi”
Tutti gli allievi partecipanti al corso di formazione, per un corretto svolgimento dell’intervento formativo intrapreso, devono poter consultare in qualsiasi momento il registro didattico. Inoltre devono:
• attestare la propria presenza all’interno del percorso formativo, apponendo le proprie firme giorno per giorno, negli appositi campi del “registro presenza allievi”. Il rigo di riferimento deve essere sempre uguale per ogni pagina del registro e corrispondente a quella dell’”elenco numerato degli allievi”.
• Segnalare tempestivamente al Responsabile del Corso eventuali ritardi, uscite anticipate o abbandoni del corso.
• Si ricorda che l’Ente finanziatore del corso è l’IAIL.
PROCEDURE PER LA COMPILAZIONE DEL “REGISTRO PRESENZE ALLIEVI”
(da allegare al Registro)
L’INAIL ha predisposto un format di registro presenze allo scopo di effettuare un corretto utilizzo di questo importantissimo strumento didattico.
Il registro di presenze dovrà contenere tutte le informazioni necessarie all’identificazione del corso:
codice del progetto,
durata complessiva dell’intervento,
date e luogo di realizzazione del corso,
orari giornalieri di formazione,
argomenti trattati nelle singole giornate,
firme degli allievi e dei docenti.
Il REGISTRO PRESENZE ALLIEVI è composto dalle seguenti parti:
• Copertina (contenente i dati generali sul corso);
• Elenco dei docenti o di altre figure presenti nell’intervento formativo;
• Elenco numerato degli allievi;
• Foglio firme presenze allievi;
• Indicazioni per gli allievi partecipanti al corso;
• “Allegato 1”: modulo di consegna dei materiali didattici e/o tickets.
• Procedure per la compilazione del “registro presenze allievi”
Modalitа per la compilazione del registro presenze. Quest’ultimo deve:
1. essere compilato in tutte le sue parti
2. contenere le firme degli allievi ed essere l’unico Registro riferito al corso di formazione finanziato da Forma.Temp
3. avere sempre in evidenza nella prima pagina i loghi
4. riportare in tutte le pagine il Codice del Progetto formativo di riferimento
5. riportare i nomi degli allievi partecipanti nelle righe degli appositi elenchi, con il numero di riferimento sempre uguale in ogni pagina del registro e corrispondente a quello dell’”elenco numerato degli allievi”
6. contenere le firme degli allievi in entrata (prima dell’inizio della lezione) e quella in uscita (dopo la fine dell’ultima ora di corso)
7. riportare su ogni pagina del “foglio firme presenze allievi” il giorno e gli orari riferiti ad ogni periodo continuativo di formazione svolta (un foglio per la mattina ed uno per il pomeriggio nel caso in cui vi sia un intervallo di almeno un ora)
8. indicare l’assenza degli allievi con la dicitura “ASSENTE” da apporre nello spazio riservato alla firma.
9. riportare nella parte riservata alle note tutte le eventuali modifiche e/o segnalazioni su momenti del corso non programmati o prevedibili (sostituzione in corso di allievi, modifiche dell’articolazione didattica, sostituzione di docenti, ecc.)
10. essere aggiornato quotidianamente dai docenti apponendo le loro firme e gli argomenti trattati
11. essere conservato e custodito.
11.14. Costi ammissibili
Le voci di costo ammissibili al rimborso sono aggregate in quattro categorie:
1. docenza (fino all’80% del costo complessivo dell’intervento), in questa categoria rientrano le seguenti voci: docenza, tutoraggio, elaborazione delle dispense didattiche per i corsi, progettazione, preparazione dell’intervento formativo, misure di accompagnamento, selezione;
2. aula (fino al 30% del costo complessivo dell’intervento), in questa seconda categoria rientrano le seguenti voci: immobili e costi connessi, servizi di consumo (elettricità, collegamenti telematici e spese telefoniche, eccetera), attrezzature;
3. destinatari (fino al 10% del costo complessivo dell’intervento), in questa, ulteriore, categoria rientrano le seguenti voci: I.N.A.I.L. ed assicurazioni integrative, indennità di frequenza e buoni pasto;
4. altre spese (fino al 20% del costo complessivo dell’intervento), in questa, ultima, categoria rientrano le seguenti voci: materiali didattici e di consumo per i corsisti, segreteria ed amministrazione, promozione, sensibilizzazione, informazione e pubblicazione delle iniziative formative, colloqui preliminari, riconoscimento crediti in entrata ed uscita, certificazione competente.
11.15. Assicurazioni
Gli allievi devono essere assicurati presso l’I.N.A.I.L. del comune dove vi è la sede del soggetto formativo.
Il soggetto organizzatore dell’intervento formativo dovrà aprire una posizione presso il sopraccitato Istituto versando il relativo premio a debita scadenza.
11.16. Attestati
Ai partecipanti verrà rilasciato un attestato (fig. 4) di frequenza al corso, che dovrà contenere i seguenti dati: logo promotori del presente progetto, cognome e nome dell’allievo, titolo del corso, totale della durata del corso in ore specificando quante di teoria e quante di pratica, titolo e durata dei singoli moduli formativi, durata in ore di eventuali visite aziendali e nome dell’azienda dove è avvenuta la visita, codice identificazione del progetto, responsabile o responsabili del progetto formativo.
Tale attestato non libera il lavoratore e il potenziale datore di lavoro dall’osservanza degli obblighi di legge dettati dal D.lgs 9 aprile 2008, n. 81 ( T.U. in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) e da ogni altra normativa presente nell’ordinamento giuridico italiano in materia di predisposizione di misure necessarie a tutela della sicurezza dei lavoratori
Fig. 7 – Attestato di frequenza al corso
LOGHI
Si attesta che il Sig. / la Sig.ra
ha partecipato al corso di per la prevenzione degli infortuni sul lavoro
con codice identificativo promosso dall’INAIL di Como e realizzato in
collaborazione con l’Ordine di Consulenti del Lavoro e l’ANCL di Como e con la filiale di Como di Eurointerim Spa, Agenzia per il Lavoro.
Il corso si è svolto a dal al per una durata totale di n. ore di cui di teoria e di pratica.
La frequenza effettiva del partecipante è stata per un totale di n. ore, durante le quali ha avuto la possibilità di acquisire le seguenti conoscenze:
• ore (scrivere l’argomento trattato come da scheda progetto)
• ore (scrivere l’argomento trattato come da scheda progetto)
• ore (scrivere l’argomento trattato come da scheda progetto)
• ore (scrivere l’argomento trattato come da scheda progetto) Azione formativa realizzata con il finanziamento dell’INAIL.
Firma del Responsabile Progetto Formativo
Luogo e data di emissione
N.B.: il possesso del presente attestato non libera il lavoratore e il potenziale datore di lavoro dall’osservanza degli obblighi di legge dettati dal D.Lgs 9 aprile 2008, n. 81 (Testo Unico in tema di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro), e da ogni altra normativa presente nell’ordinamento giuridico italiano in materia di predisposizione
di misure necessarie a tutela della sicurezza dei lavoratori.
11.17. Rendicontazione
Entro 60 giorni lavorativi, con un eventuale deroga di altri 40, dalla data di fine del corso la sede organizzatrice dell’intervento formativo provvederà ad inviare alla Direzione la rendicontazione che sarà composta da: registro presenze in originale, fatture in originale per tutte le spese sostenute inerenti ai corsi stessi (specificando distinta la voce assicurativa I.N.A.I.L.), scheda anagrafica partecipanti da compilare per ogni allievo, relazione finale su carta intestata. Tale relazione dovrà contenere tutti gli elementi caratterizzanti il percorso formativo e le competenze acquisite in uscita dagli allievi.
11.18. Relazione finale
Alla fine di ogni intervento formativo i docenti stileranno una relazione contenente gli elementi cardine del corso e l’analisi, scaturita dallo studio delle considerazioni espresse dai corsisti.
11.19. Controlli
I soggetti promotori potranno procedere a controlli, in caso di affidamento di attività a terzi, tendenti a monitorare l’effettivo svolgimento delle iniziative formative: tale attività potrà essere effettuata dal personale dell’INAIL di Como.
In particolare i promotori potranno effettuare controlli mirati a monitorare gli effettivi abbandoni e subentri dei partecipanti alle iniziative formative e di conseguenza l’effettivo svolgimento del corso stesso, circa la corretta applicazione delle regolamentazioni, tendenti ad appurare che quando indicato nella scheda progetto corrisponda al vero.
12. Risorse
Il presente progetto è finanziato dalle parti in gioco.
13. Valutazione dei risultati
Di seguito verranno esposti i metodi di valutazione degli interventi realizzati nell’esecuzione del progetto formativo preventivo dalla prospettiva dei criteri di qualità quali prossimità, polivalenza e partecipazione ed i tempi di riferimento addottati per effettuare tale valutazione.
Nella seconda parte del paragrafo si spiegherà come valutare l’impatto sulla prevenzione nella provincia di Como del presente progetto.
13.1. Criteri che definiscono l’eccellenza dell’azione formativa
In questo paragrafo si espongono i criteri di qualità ricercati in un intervento formativo.
13.1.1. Il criterio della prossimità
L’operato del progetto dovrà sicuramente soddisfare il criterio di qualità della prossimità. Questo non potrà avvenire articolando gli interventi formativi sul territorio provinciale, organizzando corsi in vari comuni della provincia di Como e rivolti al maggior numero di settori merceologici. Tutto ciò testimonierà un'azione vicina ai contesti di vita e alle esperienze quotidiane dei diversi attori coinvolti. La prossimità si è realizzerà anche offrendo alle imprese gli strumenti adeguati per una gestione ottimale delle rispettive strategie competitive.
La prossimità si potrà realizzare soprattutto garantendo ai lavoratori l'occasione di inserirsi in un percorso di socializzazione professionale, che li possa poi condurre (sia in realtà aziendali territorialmente prossime alla loro residenza, sia, attraverso la mobilità territoriale verso altre aree del paese) alla concreta possibilità di accedere ad un posto di lavoro. Il potersi inserire, anche se solo con contratti di somministrazione o di apprendistato, in contesti aziendali per farsi conoscere rappresenta sì un obiettivo minimale, ma molto utile – in Italia come altrove – per i lavoratori che entrano in contatto con il mondo del lavoro per la prima volta. I lavoratori destinatari della formazione proposta dal progetto potranno sperare, utilizzando le opportunità di lavoro fornite grazie alla formazione preventiva svolta, di far emergere le proprie competenze e trovare uno sbocco stabile nel mondo del lavoro.
La modalità formativa varata da questo progetto, pur in fase sperimentale, crea le premesse affinché i lavoratori possano pianificare e avviare, in parallelo, un proprio percorso di professionalizzazione.
13.1.2. Il criterio della polivalenza
Questo criterio, che prevede la presa in carico integrale della persona nel processo di professionalizzazione sui rischi, verrà ampiamente rispettato se in sede di programmazione si metterà in mostra il richiamo costante agli obiettivi di occupabilità sicura e di consolidamento delle competenze realizzate con il dispositivo.
Al criterio della polivalenza sarà necessario richiamarsi all’atto di monitorare e valutare concretamente l’attuazione delle attività del progetto. Questo monitoraggio e la conseguente valutazione andranno messi in atto utilizzando una logica di sistema, che preveda quindi l’elaborazione di un giudizio esteso all’intero percorso offerto ai lavoratori, e non riferito ai singoli interventi finanziati dal progetto. Agli interventi finanziati dal progetto, a causa della loro natura di strumenti mirati, è impensabile poter attribuire finalità di rafforzamento integrale della persona. Ne consegue che sarà impossibile effettuare un monitoraggio complessivo sulle competenze acquisite e di conseguenza esprimerne un giudizio globale.
In base ai dati eventualmente disponibili si valuterà se poter compiere un’analisi dell’intero percorso
professionalizzante seguito dai lavoratori coinvolti.
13.1.3. Il criterio della partecipazione
Alla base della programmazione del dispositivo e frutto di un’intensa attività di confronto e negoziazione tra le parti, andrà posto il criterio di partecipazione, che si ritrova nelle esperienze più interessanti di progettazione formativa sostenute dal progetto. La partecipazione sarà un elemento della proposta innovativa che questo progetto, attraverso il suo regolamento, dovrà invitare a perseguire, partendo dalle risorse, dalle attese e dai bisogni dei lavoratori. Il progetto attualmente è solo all’inizio del cammino per perseguire questo obiettivo. Sicuramente l’esistenza di una procedura certa e guidata di accesso renderà possibile la diffusione di un approccio progettuale ai problemi. Questa preparazione non dovrà essere concepita, solamente, per soddisfare i requisiti regolamentari e i bisogni generali delle imprese, anziché l’attivazione di momenti di confronto con i lavoratori, con le loro rappresentanze e con i diversi attori della formazione. Xxxxxx, in conclusione, che il criterio su cui lavorare nel prossimo futuro per migliorare l’intervento, sia quello di attivare il rafforzamento delle procedure di concertazione e l’adozione di strumenti di analisi concertata dei bisogni e dei processi formativi.
Come illustrato precedentemente (paragrafo 8.4.) indipendentemente dalla potenziale tipologia contrattuale che potrà essere proposta ai corsisti (al termine dei percorsi formativi di prevenzione), le classi saranno composte prevalentemente da lavoratori e da lavoratrici stranieri. Sarà quindi garantita per ogni corso una quota ai lavoratori stranieri ed una quota alle donne straniere. Pertanto, il presente progetto, si adopererà ad incentivare la partecipazione ai percorsi formativi dei lavoratori stranieri e delle lavoratrici straniere.
13.2. Impatto sulla sicurezza
Scopo principe del presente progetto è ridurre il numero e la gravità di infortuni sul lavoro.
Una volta realizzato un numero statisticamente rilevante le parti promotrici definiranno dei tempi per la verifica dell’andamento degli infortuni che si verificheranno in contesti sensibilizzati dal presente progetto.
14. Rischi di un’azione formativa preventiva
Unitamente ai numerosi e notevoli meriti la formazione del Fondo, realizzata nei suoi due primi anni di vita, ha fatto emergere anche alcuni punti critici e fatto maturare alcuni interrogativi.
I punti critici emersi sono stati: la tendenza del Fondo nel premiare i più istruiti, un’insufficienza degli sbocchi occupazionali forniti alle donne che hanno preso parte agli interventi formativi ed il mancato utilizzo della totalità delle possibilità e modalità formative proposte dal Fondo.
Il Fondo ha avuto una tendenza a premiare i meglio istruiti e formati nell’accesso alla formazione. Infatti,
xxxxxxxx ad affermarsi i progetti rivolti a categorie svantaggiate di utenti, nella media la composizione dei gruppi coinvolti nei progetti si discosta da quella dell’universo dei lavoratori temporanei indicando migliori livelli di scolarità. Queste tendenze sono naturali, ma per realizzare un modello formativo sempre più redditizio in fase di acquisizione di competenze da parte dei partecipanti ai corsi, al fine di aumentare i loro sbocchi occupazionali, vanno limitate e controllate.
Altro punto critico dell’operato del Fondo è risultato l’impatto insufficiente del riequilibrio che dovrebbe realizzarsi a favore delle donne, nell’ambito della partecipazione ai corsi in termini di sbocchi occupazionali. Le donne, come più volte esposto nel terzo e nel quarto capitolo, partecipano molto alla formazione, ma spesso il loro peso è maggioritario nei corsi rivolti a persone in attesa di missione. Valutando l’insieme dell’universo dei lavoratori temporanei emerge, come già descritto nel corso dell’elaborato, come le loro opportunità di impiego permangano, nell’interinale, inferiori a quelle maschili.
Concludendo l’esposizione dei punti critici, è doveroso sottolineare il mancato utilizzo di alcune delle possibilità e modalità innovative di formazione proposte dal Vademecum del Fondo: le ore di orientamento e le visite in azienda. L’attivazione di queste procedure sarebbe stata importante per centrare alcuni obiettivi generali del dispositivo, sul fronte del consolidamento delle competenze e dell’occupabilità.
Oltre a situazioni di criticità l’intervento ha creato dubbi e incognite che solamente l’ampliamento dell’azione di monitoraggio potrà risolvere o annoverare tra le file delle criticità.
Gli interrogativi emersi sono: le imprese utilizzatrici e fornitrici hanno utilizzato alcuni interventi formativi di breve durata solo per ridurre il costo reale di assunzione temporanea del lavoratore? Sono emerse alcune criticità metodologiche, specialmente per quanto concerne l’utilizzo delle ore di formazione pratica?
Sezionando e valutando alcuni indicatori riassuntivi degli interventi quali: la durata, l’articolazione e l’approccio tematico riassunto dai titoli di una buona parte dei micro-progetti (quelli composti da una sola giornata introduttiva teorica, e quelli della pratica on the job realizzati per formare addetti a mansioni generiche), sorge spontaneo il dubbio che in molteplici situazioni si siano adottati, da parte di imprese fornitrici e utilizzatrici, atteggiamenti opportunistici, che hanno portato all’utilizzo della formazione esclusivamente per ridurre il costo reale di affitto del lavoratore. Colpisce, nei dati a disposizione, l’onerosità mediamente superiore dei progetti comprendenti ampio ricorso alla pratica e all’affiancamento on the job rispetto a quelli fondati solo o prevalentemente sulla formazione teorica.
Il secondo dubbio sorto porta alla necessità di approfondire alcune criticità metodologiche probabili, quali un utilizzo della formazione pratica in modo scorretto. Essa, nelle poche testimonianze disponibili, appare spesso scollegata o esclusivamente sequenziale rispetto a quella teorica. Tuttora risultano ancora rarissimi i casi di opportunità formative organizzate in alternanza, attraverso la valorizzazione di fasi di riflessione e bilanci possibili tra una missione e l‘altra. Quest’ultima affermazione è suffragata dal decollo incerto della formazione continua, sulla cui lenta diffusione ha influito il ritardo nell’attivazione degli schemi di formazione a distanza e degli strumenti e standard di certificazione in itinere dei percorsi previsti in sede di regolamentazione.
15. Sviluppo del modello
Dopo aver analizzato pregi, limiti ed incertezze dell’azione formativa di Forma.Temp emersi nella sua fase iniziale è possibile elaborare delle proposte relative alle possibili linee di sviluppo del modello.
Proponendo delle linee guide future per il modello preso in considerazione, è utile supporre realisticamente che esso potrebbe dover operare in una congiuntura occupazionale non favorevole, caratterizzata da un PIL che rischia di arrestare la sua crescita, e da un conseguente rallentamento della domanda di lavoro. Questi scenari potrebbero portare ad un’ulteriore espansione delle forme flessibili di impiego rispetto a quelle stabili, creando potenzialmente ulteriori sbocchi al lavoro temporaneo. Qualora dovesse realizzarsi questo scenario, gli attori operanti nel settore del lavoro temporaneo dovranno assumersi maggiori responsabilità sociali. Il ruolo delle agenzie quali porte d’ingresso verso l’impiego, di uscita dal sommerso e a medio periodo di accesso al lavoro stabile, rischia di tramutarsi, in prospettiva del rischio di permanenza più lunga da parte dei lavoratori temporanei nella loro situazione di lavoratori discontinui, in quello di datori di lavoro. In questo caso le agenzie sarebbero chiamate a curare il consolidamento e la manutenzione delle competenze dei loro addetti. Verrebbe così decisamente meno il loro ruolo di gestori di misure di rapido inserimento nel mondo del lavoro.
In questo quadro si collocano alcune necessità, che sembrano essere state ben colte dal legislatore e dalle parti sociali durante la programmazione dell’intervento del Fondo per la formazione.
Il legislatore e le parti sociali hanno, infatti, capito l’importanza di dover consolidare i processi concertativi nell’organizzazione e nella programmazione del Fondo, facendo tesoro dell’esperienza che ha contraddistinto il biennio di avvio. La progettazione e la gestione dei singoli progetti vanno realizzate garantendo un buon equilibrio tra rapidità d’adozione delle misure formative e loro carattere mirato rispetto a specifiche esigenze della domanda. In un contesto come quello del lavoro temporaneo è fondamentale poter promuovere congiuntamente interventi di formazione professionale e continua di maggior respiro, che potrebbero derivare (come già verificatosi per la realizzazione di alcuni progetti di eccellenza) da accordi tra le parti sociali e le agenzie. Questi interventi formativi potranno essere finalizzati ad analizzare concretamente i bisogni formativi e a favorire l’accesso alla qualificazione delle aree deboli del mercato del lavoro.
32 Indicazioni importanti vengono in questo senso dai risultati della fase sperimentale di monitoraggio, e dalle indicazioni riprese nella relazione mensile di febbraio 2003 della Direzione del Fondo al Consiglio di Amministrazione, ove si postula la necessità di razionalizzare le modalità di individuazione dei progetti da controllare, prevedendo forme di individuazione sistematica dei corsi monitorabili (tanto per le verifiche ex post, che per quelle in itinere), quali ad esempio la verifica di tutti i progetti formativi che superino una certa durata, dei progetti eventualmente autorizzati con il silenzio assenso; di una percentuale dei corsi realizzati da ciascuna impresa (l'1 o il 2 per cento), con la fissazione di un minimo di corsi per ciascuna tipologia formativa e per ogni impresa, e la valutazione a tappeto dei programmi di formazione professionale con elevate componenti di attività pratica. Nel complesso Forma.Temp si
Il mercato del lavoro italiano, visto da una prospettiva territoriale, assume un aspetto marcatamente dicotomico: nelle aree economicamente sviluppate del paese (quelle centro-settentrionali) esistono tensioni della domanda di lavoro, mentre nelle zone del paese meno sviluppate economicamente (quelle meridionali ed insulari) si registra un sottoutilizzo delle potenzialità offerte dal capitale umano. Incoraggiando l’uso integrato dei diversi dispositivi formativi, al fine di facilitare i processi di professionalizzazione in alternanza tra lavoro e formazione anche attraverso la mobilità geografica si potrebbe valorizzare il capitale umano sottoutilizzato delle regioni meridionali. Sarebbe auspicabile realizzarle questa valorizzazione fornendo ai lavoratori delle facilitazioni sociali che rendano sostenibile ed utile un investimento migratorio, eventualmente anche temporaneo. Attualmente, visti i dati a disposizione, è sostenibile la tesi secondo cui il dispositivo formativo non è riuscito a realizzare dinamiche governate di valorizzazione delle risorse umane, in riferimento all’offerta, presenti al Sud. Il modello formativo non ha, allo stato odierno, realizzato organicamente la mobilità territoriale; ciononostante essa si è manifestata ugualmente in modo spontaneo. Infatti, molto spesso, nelle regioni meridionali ad una formazione professionale e/o di base impostata sulla teoria, ha fatto riscontro l’autonoma decisione delle persone avviate a formazione di accettare proposte, di lavoro interinale, presentate loro dalle agenzie per soddisfare richieste di aziende utilizzatrici collocate al Nord. Va precisato che questa operazione di rilevamento della mobilità territoriale non è stata facile da censire e che non rientra, sulla base delle disposizioni attuali, nel novero delle misure di sostegno erogate dal Fondo per agevolare la mobilità collegata alla formazione.
Se il Fondo riuscisse a sviluppare esperienze pilota di certificazione e valorizzazione del capitale umano presente nel Sud, attraverso la mobilità geografica, ed azioni rivolte ad agevolare l’inserimento on the job di altre componenti che al momento non incontrano la domanda di lavoro come quella femminile, quella adulta a debole qualificazione e quella immigrata, l’impatto occupazionale che ne conseguirebbe sarebbe sicuramente positivo. Altrettanto utile sarà riuscire, in questo frangente, definire piani di sostegno individualizzati, che accompagnino il soggetto dall’ingresso alla formazione all’inserimento guidato al lavoro, anche con operazioni di incentivazione della mobilità, sino alla frequenza di moduli di bilancio, di formazione continua e di consolidamento delle competenze, attualmente poco attivati.
Per raggiungere questi fondamentali risultati, che andrebbero a sommarsi a quelli assai importanti attualmente raggiunti dall’ente, è necessario accelerare la messa in campo in modo coordinato di tutte le misure (comprese quelle previdenziali) a carico del Fondo, unitamente all’esercizio di ulteriori sforzi propositivi da parte di chi gestisce il Fondo e delle parti sociali per raggiungere, con la formazione, quelle fasce di lavoratori sfavoriti che in misura cospicua si rivolgono al lavoro temporaneo con la speranza di accedere al mondo del lavoro.
Studiando, attingendo ai dati disponibili, l’operato metodologico realizzato dal Fondo, si può dedurre che margini di miglioramento possano ancora essere realizzati facendo forza sulle buone pratiche sin qui individuate.
Iniziative di sensibilizzazione e di formazione (eventualmente anche a distanza) dovrebbero essere
sta attrezzando a far fronte alla gestione di circa 200-250 verifiche in itinere e 750-800 verifiche ex post su base annua, per un totale di controlli che dovrebbe interessare circa il 2-2,5% di tutte le attività programmate. Eventuali incrementi del volume di controlli e monitoraggi dovrebbero contemplare un sensibile rafforzamento dell’attuale organico, tanto in una ipotesi che veda l’integrazione del Nucleo Tecnico, che mediante l’adozione di soluzioni operative territoriali simili a quelle attivate dai colleghi francesi del XXX.XX (Fondo francese per la formazione dei lavoratori temporanei, vedi paragrafo 3.6.).
sviluppate nei confronti delle agenzie di fornitura, al fine di rafforzare la cultura progettuale degli attori sul terreno. Allo stesso tempo si potrebbero ulteriormente perfezionare i metodi di raccolta e classificazione di alcune informazioni relative ai progetti ed ai partecipanti ai corsi, al fine di ottenere migliori dati sui settori merceologici e professionali di sbocco delle formazioni e sui percorsi di professionalizzazione compiuti dagli allievi. In questo senso sarebbe molto utile poter effettuare un monitoraggio dei vari percorsi seguiti dai corsisti durante la formazione e successivamente durante il loro eventuale approccio al mondo del lavoro: sostanzialmente come effettuato nello studio di caso, questa volta però su un campione molto più rappresentativo. Favorire le aree deboli dell’offerta significherà valorizzazione ulteriormente il ruolo formativo del lavoro, conquistando, da parte dei soggetti deputati a fornire la formazione, la sensibilità e la fiducia dei lavoratori. I lavoratori dovranno poter vedere e percepire la formazione come reale strumento per accrescere l’occupabilità e sconfiggere la loro condizione di precarietà dell’impiego.
Una strada percorribile per il raggiungimento di questi obbiettivi potrebbe essere quella che passa inizialmente, da percorsi di emersione e certificazione delle competenze acquisite on the job, sulla base dei quali proporre poi la frequenza a moduli qualificanti di contenuto teorico-pratico, giungendo, infine, alla moltiplicazione di corsi di taglio scolastico preliminari all’inserimento lavorativo.
Concludendo, una sfida da vincere a tutti i costi, nel brevissimo periodo, è quella di riuscire a realizzare la certificazione dei percorsi formativi, attraverso l’introduzione del Libretto formativo, inteso come registro delle varie esperienze formative realizzate durante la permanenza nel lavoro temporaneo del lavoratore. Il lavoro temporaneo dovrà divenire il luogo di costruzione dell’identità professionale. Questo percorso di apprendimento per risultare efficace e desiderabile non dovrà essere ostacolato dalla discontinuità dell’impiego.
La formazione dei lavoratori temporanei dovrà, negli anni a venire, fornire uno strumento di aiuto per i precari nel districarsi nella ricerca di uno sbocco occupazionale stabile, senza rischiare di rimanere imprigionati in un universo di rapporti di lavoro non stabili.