Sanità. È prioritario preservare l’attuale modello di gestione del servizio sa- nitario a finanziamento prevalentemente pubblico e tutelare il princi- pio universalistico su cui si fonda la legge n. 833 del 1978 istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale. Tutelare il servizio sanitario nazionale significa salvaguardare lo stato di salute del Paese, garantire equità nell’accesso alle cure e uniformità dei livelli essenziali di assistenza. Va preservata e tutelata l’autonomia regionale nell’organizzazione dei servizi sanitari mantenendo al governo nazionale il compito di indicare livelli essenziali di assistenza, gli obiettivi che il sistema sanitario deve perseguire e garantire ai cittadini la corretta e adeguata erogazione dei servizi sanitari erogati dai sistemi regionali In tale ottica si ritiene che siano e saranno utili diverse azioni di tipo strutturale, partendo da un intervento incisivo sulla dirigenza sanitaria, ovvero sui gestori della sanità, che dovranno essere adeguatamente e preventivamente formati per garantire la sostenibilità e la qualità del sistema salute e scelti secondo la competenza e il merito, non sulla base di logiche politiche o partitiche. Bisogna rescindere il rapporto dannoso e arcaico fra politica e sanità prevedendo nuovi e diversi cri- xxxx di nomina sia dei medesimi direttori generali, sia dei direttori sani- tari e amministrativi, così anche dei dirigenti di strutture complesse. È necessario garantire anche la trasparenza e la valutazione dell’ope- rato dei direttori generali in termini di raggiungimento degli obiettivi di salute e di bilancio nella gestione delle aziende. Va anche garantito che a quelle risorse aggiuntive corrispondano più servizi di qualità per i cittadini. La sanità dovrà essere finanziata prevalentemente dal sistema fiscale e, dunque, dovrà essere ridotta al minimo la compartecipazione dei singoli cittadini. È necessario recuperare integralmente tutte le risorse economiche sottratte in questi anni con le diverse misure di finanza pubblica, ga- rantendo una sostenibilità economica effettiva ai livelli essenziali di assistenza attraverso il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale, così da risolvere alcuni dei problemi strutturali. Il recupero delle risorse avverrà grazie ad una efficace lotta agli spre- chi e alle inefficienze, e grazie alla revisione della governance farma- ceutica, all’attuazione della centralizzazione degli acquisti, all’infor- matizzazione e digitalizzazione del SSN, alla revisione delle procedure di convenzionamento e accreditamento, alla lotta alla corruzione e alla promozione della trasparenza. È necessario realizzare l’informatizzazione del SSN con particolare riferimento al Fascicolo Sanitario Elettronico, alle ricette digitali, alla dematerializzazione dei referti e cartelle cliniche e alle prenotazioni e pagamenti online, così da consentire una reale trasparenza e un effi- cace controllo in termini di verifica immediata e pubblica dei risultati gestionali. È necessario, altresì, dare evidenza del rapporto esistente tra i rimborsi a carico del SSN e il risultato clinico in termini di efficacia e appropriatezza; avviare e implementare la telemedicina grazie a tut- te le tecnologie innovative, in modo da ridurre gli spostamenti dei pa- zienti, abbattere i costi e garantire cure domiciliari di maggiore qualità. Occorre garantire, implementare e integrare i servizi socio-sanitari, in- vestendo in prevenzione e superando il modello “ospedalo-centrico”. La risposta assistenziale ospedaliera nella fase acuta della malattia deve essere garantita ed è nel contempo necessario sviluppare in ma- niera diffusa i servizi territoriali, con standard organizzativi e con costi di accesso ai servizi omogenei e pre-definiti, assicurando la presa in carico dell’utente, attraverso un suo specifico percorso socio-sani- tario e attraverso più idonei servizi di prevenzione. È indispensabile l’implementazione di un coordinamento territoriale, così da orientare e indirizzare gli utenti nei servizi territoriali e ospedalieri disponibili, favorendo la scelta appropriata del luogo di cura. L’integrazione socio-sanitaria si realizza appieno quando è soddisfat- to, in continuità, il bisogno di salute nella componente sanitaria e in quella di protezione sociale. L’integrazione socio-sanitaria comporta, anche in termini economici, il diverso coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, i cui strumenti di programmazione sono fondamentali per realizzare una co-progettazione efficace soddisfare i bisogni di assi- stenza del territorio e dei cittadini che lo abitano. È necessario garan- tire adeguate risorse economiche e strutturali ai servizi sociosanitari territoriali di prossimità e domiciliari in una logica di trasversalità che da un lato si occupa dei bisogni del singolo e dall’altro delle esigenze della comunità locale. Nell’ottica di garantire un efficace e capillare so- stegno ai servizi territoriali dovrebbe essere rivisto anche il ruolo dei medici di medicina generale. Rafforzeremo e implementeremo il ruolo del medico di medicina generale che deve risultare come principale protagonista della filiera di cura del malato. È improcrastinabile intervenire sui tempi di attesa ai Pronto soccorso, riducendo i tempi di accesso attraverso l’implementazione di struttu- re a bassa intensità di cura. Bisogna delineare percorsi di assistenza CONTRATTO PER IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO | 39 e di cura personalizzati e vicini al cittadino oltre che adeguatamente accessibili, riordinare il sistema di accesso alle prestazioni nell’ottica di ridurne i tempi di attesa, eliminare altresì ogni forma di spreco che de- rivi da una non appropriata organizzazione dei servizi e dell’assistenza e da una governance sanitaria non adeguata, da un mancato ammo- dernamento tecnologico e digitale del servizio sanitario nazionale. È necessario garantire che non vi sia alcuno squilibrio tra le prestazioni istituzionali e quelle erogate in regime di libera professione, soprattut- to con riguardo ai tempi di attesa. Il problema dei tempi di attesa è susseguente anche alla diffusa ca- renza di medici specialisti, infermieri e personale sanitario. È dunque indispensabile assumere il personale medico e sanitario necessario, anche per dare attuazione all’articolo 14 della legge n. 161/2014. I posti per la formazione specialistica dei medici dovrebbero essere determinati dalle reali necessità assistenziali e tenendo conto anche dei pensionamenti, assicurando quindi un’armonizzazione tra posti nei corsi di laurea e posti nel corso di specializzazione. La realtà è che quest’armonizzazione non c’è e i posti per la formazione specialistica sono di fatto determinati da due fattori: la capacità delle scuole uni- versitarie di accogliere medici in formazione e il finanziamento delle borse di studio da parte del MIUR. Dunque, se da un lato potrà essere necessario aumentare il numero dei laureati in medicina, anche rive- dendo il numero chiuso, dall’altro sarà necessario aumentare le borse di studio per gli specializzandi. Bisogna consentire più diffusamente che il medico neolaureato abbia accesso nella struttura sanitaria per conseguire le abilità teoriche e tecnico-pratiche e l’autonomia neces- saria allo svolgimento della specializzazione medica prescelta (art. 22 del “Patto della salute” del 2014). Deve essere affrontato il problema dell’invecchiamento della popola- zione e dei susseguenti problemi correlati alla cronicità delle patologie e alla comorbilità. In tale ottica è necessario garantire la diffusione ca- pillare di strutture socio-sanitarie e a bassa intensità di cura. Devono altresì essere implementate l’organizzazione dei percorsi e le strut- ture di sostegno alle patologie cronico-degenerative ed oncologiche e bisogna garantire risorse adeguate per l’assistenza, diretta e per- sonalizzata, dei soggetti affetti da malattie rare e croniche. Va altresì potenziata la ricerca biomedica svolta all’interno del sistema sanitario e dalle università. Le prime vittime di un sistema sociale imperniato sull’utilitarismo e sul profitto, insieme ai disabili a qualsiasi titolo, diventano inevitabil- mente gli anziani. È necessario rendere obbligatorio l’inserimento di una rappresentanza significativa dei pazienti (diretta o dei familiari) ai vertici gestionali delle strutture assistenziali dedicate all’età avanzata direttamente inserite nel SSN o per le strutture convenzionate. Solo il controllo diretto e capillare degli interessati può garantire il rispetto di quei parametri di civiltà del vivere, troppo spesso disattesi in strutture che frequentemente si configurano come atroci terminali di “esisten- ze non più funzionali al sistema”, piuttosto che ambienti dove avviarsi serenamente e con dignità al naturale concludersi della propria vita. Pur con l’obiettivo di tutelare la salute individuale e collettiva, garan- tendo le necessarie coperture vaccinali, va affrontata la tematica del giusto equilibrio tra il diritto all’istruzione e il diritto alla salute, tute- lando i bambini in età prescolare e scolare che potrebbero essere a rischio di esclusione sociale.
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Sanità. È prioritario preservare l’attuale modello di gestione del servizio sa- nitario sanitario a finanziamento prevalentemente pubblico e tutelare il princi- pio principio universalistico su cui si fonda la legge n. 833 del 1978 istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale. Tutelare il servizio sanitario nazionale significa salvaguardare lo stato di salute del Paese, garantire equità nell’accesso alle cure e uniformità dei livelli essenziali di assistenza. Va preservata e tutelata l’autonomia regionale nell’organizzazione dei servizi sanitari mantenendo al governo nazionale il compito di indicare livelli essenziali di assistenza, gli obiettivi che il sistema sanitario deve perseguire e garantire ai cittadini la corretta e adeguata erogazione dei servizi sanitari erogati dai sistemi regionali In tale ottica si ritiene che siano e saranno utili diverse azioni di tipo strutturale, partendo da un intervento incisivo sulla dirigenza sanitaria, ovvero sui gestori della sanità, che dovranno essere adeguatamente e preventivamente formati per garantire la sostenibilità e la qualità del sistema salute e scelti secondo la competenza e il merito, non sulla base di logiche politiche o partitiche. Bisogna rescindere il rapporto dannoso e arcaico fra politica e sanità prevedendo nuovi e diversi cri- xxxx criteri di nomina sia dei medesimi direttori generali, sia dei direttori sani- tari sanitari e amministrativi, così anche dei dirigenti di strutture complesse. È necessario garantire anche la trasparenza e la valutazione dell’ope- rato dell’operato dei direttori generali in termini di raggiungimento degli obiettivi di salute e di bilancio nella gestione delle aziende. Va anche garantito che a quelle risorse aggiuntive corrispondano più servizi di qualità per i cittadini. La sanità dovrà essere finanziata prevalentemente dal sistema fiscale e, dunque, dovrà essere ridotta al minimo la compartecipazione dei singoli cittadini. È necessario recuperare integralmente tutte le risorse economiche sottratte in questi anni con le diverse misure di finanza pubblica, ga- rantendo garantendo una sostenibilità economica effettiva ai livelli essenziali di assistenza attraverso il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale, così da risolvere alcuni dei problemi strutturali. Il recupero delle risorse avverrà grazie ad una efficace lotta agli spre- chi sprechi e alle inefficienze, e grazie alla revisione della governance farma- ceuticafarmaceutica e sanitaria, all’attuazione della centralizzazione degli acquisti, all’infor- matizzazione all’informatizzazione e digitalizzazione del SSN, alla revisione delle procedure di convenzionamento e accreditamento, alla lotta alla corruzione e alla promozione della trasparenza. È necessario realizzare l’informatizzazione del SSN con particolare riferimento al Fascicolo Sanitario Elettronico, alle ricette digitali, alla dematerializzazione dei referti e cartelle cliniche e alle prenotazioni e pagamenti online, così da consentire una reale trasparenza e un effi- cace efficace controllo in termini di verifica immediata e pubblica dei risultati gestionali. È necessario, altresì, dare evidenza del rapporto esistente tra i rimborsi a carico del SSN e il risultato clinico in termini di efficacia e appropriatezza; avviare e implementare la telemedicina grazie a tut- te tutte le tecnologie innovative, in modo da ridurre gli spostamenti dei pa- zientipazienti, abbattere i costi e garantire cure domiciliari di maggiore qualità. Occorre garantire, implementare e integrare i servizi socio-sanitari, in- vestendo in prevenzione e superando il modello “ospedalo-centrico”. La risposta assistenziale ospedaliera nella fase acuta della malattia deve essere garantita ed è nel contempo necessario sviluppare in ma- niera maniera diffusa i servizi territoriali, con standard organizzativi e con costi di accesso ai servizi omogenei e pre-pre- definiti, assicurando la presa in carico dell’utente, attraverso un suo specifico percorso socio-sani- tario sanitario e attraverso più idonei servizi di prevenzione. È indispensabile l’implementazione di un coordinamento territorialeterritoriale a livello di distretto sanitario, così da orientare e indirizzare gli utenti nei servizi territoriali e ospedalieri disponibili, favorendo la scelta appropriata del luogo di cura. L’integrazione socio-sanitaria si realizza appieno quando è soddisfat- tosoddisfatto, in continuità, il bisogno di salute nella componente sanitaria e in quella di protezione sociale. L’integrazione socio-sanitaria comporta, anche in termini economici, il diverso coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, i cui strumenti di programmazione sono fondamentali per realizzare una co-progettazione efficace efficace. Il ruolo dei Comuni non è mai stato valorizzato appieno, nonostante la ratio sottesa del coinvolgimento sia proprio quella di soddisfare i bisogni di assi- stenza assistenza del territorio e dei cittadini che lo abitano. È necessario garan- tire garantire adeguate risorse economiche e strutturali ai servizi sociosanitari territoriali di prossimità e domiciliari domiciliari, proprio potenziando anche il ruolo dei Comuni, in una logica di trasversalità che da un lato si occupa dei bisogni del singolo e dall’altro delle esigenze della comunità locale. Nell’ottica di garantire un efficace e capillare so- stegno sostegno ai servizi territoriali dovrebbe essere rivisto anche il ruolo dei medici di medicina generale. Rafforzeremo e implementeremo il ruolo del medico di medicina generale che deve risultare come principale protagonista della filiera di cura del malato. È improcrastinabile intervenire sui tempi di attesa ai Pronto soccorso, riducendo i tempi di accesso attraverso l’implementazione di struttu- re strutture a bassa intensità di cura. Bisogna delineare percorsi di assistenza CONTRATTO PER IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO | 39 e di cura personalizzati e vicini al cittadino oltre che adeguatamente accessibili, riordinare il sistema di accesso alle prestazioni nell’ottica di ridurne i tempi di attesa, eliminare altresì ogni forma di spreco che de- rivi derivi da una non appropriata organizzazione dei servizi e dell’assistenza e da una governance sanitaria non adeguata, da un mancato ammo- dernamento ammodernamento tecnologico e digitale del servizio sanitario nazionale. È necessario garantire che non vi sia alcuno squilibrio tra le prestazioni istituzionali e quelle erogate in regime di libera professione, soprattut- to soprattutto con riguardo ai tempi di attesa. Il problema dei tempi di attesa è susseguente anche alla diffusa ca- renza carenza di medici specialisti, infermieri e personale sanitario. È dunque indispensabile assumere il personale medico e sanitario necessario, anche per dare attuazione all’articolo 14 della legge n. 161/2014. I posti per la formazione specialistica dei medici dovrebbero essere determinati dalle reali necessità assistenziali e tenendo conto anche dei pensionamenti, assicurando quindi un’armonizzazione tra posti nei corsi di laurea e posti nel corso di specializzazione. La realtà è che quest’armonizzazione non c’è e i posti per la formazione specialistica sono di fatto determinati da due fattori: la capacità delle scuole uni- versitarie universitarie di accogliere medici in formazione e il finanziamento delle borse di studio da parte del MIUR. Dunque, se da un lato potrà essere necessario aumentare il numero dei laureati in medicina, anche rive- dendo rivedendo il numero chiuso, dall’altro sarà necessario aumentare le borse di studio per gli specializzandi. Bisogna consentire più diffusamente che il medico neolaureato abbia accesso nella struttura sanitaria per conseguire le abilità teoriche e tecnico-pratiche e l’autonomia neces- saria necessarie allo svolgimento della specializzazione medica prescelta (art. 22 del “Patto della salute” del 2014). Deve essere affrontato il problema dell’invecchiamento della popola- zione popolazione e dei susseguenti problemi correlati alla cronicità delle patologie e alla comorbilità. In tale ottica è necessario garantire la diffusione ca- pillare capillare di strutture socio-sanitarie e a bassa intensità di cura. Devono altresì essere implementate l’organizzazione dei percorsi e le strut- ture strutture di sostegno alle patologie cronico-degenerative ed oncologiche e bisogna garantire risorse adeguate per l’assistenza, diretta e per- sonalizzatapersonalizzata, dei soggetti affetti da malattie rare e croniche. Va altresì potenziata la ricerca biomedica svolta all’interno del sistema sanitario e dalle università. Le prime vittime di un sistema sociale imperniato sull’utilitarismo e sul profitto, insieme ai disabili a qualsiasi titolo, diventano inevitabil- mente inevitabilmente gli anziani. È necessario rendere obbligatorio l’inserimento di una rappresentanza significativa dei pazienti (diretta o dei familiari) ai vertici gestionali delle strutture assistenziali dedicate all’età avanzata direttamente inserite nel SSN o per le strutture convenzionate. Solo il controllo diretto e capillare degli interessati può garantire il rispetto di quei parametri di civiltà del vivere, troppo spesso disattesi in strutture che frequentemente si configurano come atroci terminali di “esisten- ze esistenze non più funzionali al sistema”, piuttosto che ambienti dove avviarsi serenamente e con dignità al naturale concludersi della propria vita. Pur con l’obiettivo di tutelare la salute individuale e collettiva, garan- tendo garantendo le necessarie coperture vaccinali, va affrontata la tematica del giusto equilibrio tra il diritto all’istruzione e il diritto alla salute, tute- lando tutelando i bambini in età prescolare e scolare che potrebbero essere a rischio di esclusione sociale.
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Sanità. È prioritario preservare l’attuale modello di gestione del servizio sa- nitario a finanziamento prevalentemente pubblico e tutelare il princi- pio universalistico su cui si fonda la legge n. 833 del 1978 istitutiva Le criticità del Servizio Sanitario NazionaleNazionale sono molto sentite nell’opinione pubblica. Tutelare Poiché molte delle responsabilità riguardanti la Sanità sono demandate proprio alle Regioni, è lecito aspettarsi che il servizio sanitario nazionale significa salvaguardare lo stato confronto con il sindacato sui temi ad essa relativi si svolga prevalentemente a livello regionale. Negli ultimi anni, in Piemonte, si sono sviluppate molte iniziative sindacali per sottolineare le criticità più stringenti (liste di salute del Paeseattesa, garantire equità mobilità di cittadini piemontesi verso strutture sanitarie di altre regioni, difficoltà nell’affermarsi di un modello che dia alla sanità territoriale un ruolo centrale) e, almeno in qualche occasione, anche per evidenziare i risultati positivi raggiunti (il Piemonte risulta al primo posto nella classifica italiana relativa all’esigibilità dei Livelli Essenziali di Assistenza). Il confronto deve proseguire incessantemente perché i problemi principali sono ben lontani dall’essere risolti. Le liste di attesa sono un ostacolo a volte insormontabile nell’accesso alle cure pubbliche: davanti ad attese estenuanti, lunghe mesi e uniformità dei livelli essenziali mesi, chi può permetterselo si affida al settore privato. La riforma della sanità territoriale, con l’introduzione delle Case della Salute, ha bisogno di assistenza. Va preservata e tutelata l’autonomia regionale nell’organizzazione dei servizi sanitari mantenendo al governo nazionale più tempo per dare risultati tangibili: il compito di indicare livelli essenziali di assistenza, gli obiettivi del sindacato su questo tema è controllare che il sistema sanitario deve perseguire la riforma sia sostanziale e garantire ai cittadini la corretta e adeguata erogazione dei servizi sanitari erogati dai sistemi regionali In tale ottica si ritiene che siano e saranno utili diverse azioni di tipo strutturale, partendo da un intervento incisivo sulla dirigenza sanitaria, ovvero sui gestori della sanità, che dovranno essere adeguatamente e preventivamente formati per garantire la sostenibilità e la qualità del sistema salute e scelti secondo la competenza e il merito, non sulla base di logiche politiche o partitiche. Bisogna rescindere il rapporto dannoso e arcaico fra politica e sanità prevedendo nuovi e diversi cri- xxxx di nomina sia dei medesimi direttori generali, sia dei direttori sani- tari e amministrativi, così anche dei dirigenti di strutture complesse. È necessario garantire anche la trasparenza e la valutazione dell’ope- rato dei direttori generali in termini di raggiungimento degli obiettivi di salute e di bilancio nella gestione delle aziende. Va anche garantito che a quelle risorse aggiuntive corrispondano più servizi di qualità per i cittadinisolo formale. La sanità dovrà chiusura di molti piccoli ospedali avrebbe dovuto essere finanziata prevalentemente dal sistema fiscale e, dunque, dovrà essere ridotta al minimo la compartecipazione dei singoli cittadini. È necessario recuperare integralmente tutte le risorse economiche sottratte in questi anni con le diverse misure di finanza pubblica, ga- rantendo una sostenibilità economica effettiva ai livelli essenziali di assistenza attraverso il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale, così da risolvere alcuni dei problemi strutturali. Il recupero delle risorse avverrà grazie ad una efficace lotta agli spre- chi e alle inefficienze, e grazie alla revisione della governance farma- ceutica, all’attuazione della centralizzazione degli acquisti, all’infor- matizzazione e digitalizzazione del SSN, alla revisione delle procedure di convenzionamento e accreditamento, alla lotta alla corruzione e alla promozione della trasparenza. È necessario realizzare l’informatizzazione del SSN con particolare riferimento al Fascicolo Sanitario Elettronico, alle ricette digitali, alla dematerializzazione dei referti e cartelle cliniche e alle prenotazioni e pagamenti online, così da consentire una reale trasparenza e un effi- cace controllo in termini di verifica immediata e pubblica dei risultati gestionali. È necessario, altresì, dare evidenza del rapporto esistente tra i rimborsi a carico del SSN e il risultato clinico in termini di efficacia e appropriatezza; avviare e implementare la telemedicina grazie a tut- te le tecnologie innovative, in modo da ridurre gli spostamenti dei pa- zienti, abbattere i costi e garantire cure domiciliari di maggiore qualità. Occorre garantire, implementare e integrare i servizi socio-sanitari, in- vestendo in prevenzione e superando il modello “ospedalo-centrico”. La risposta assistenziale ospedaliera nella fase acuta della malattia deve essere garantita ed è nel contempo necessario sviluppare in ma- niera diffusa i servizi territoriali, con standard organizzativi e con costi di accesso ai servizi omogenei e pre-definiti, assicurando la presa in carico dell’utente, attraverso un suo specifico percorso socio-sani- tario e attraverso più idonei servizi di prevenzione. È indispensabile l’implementazione di un coordinamento territoriale, così da orientare e indirizzare gli utenti nei servizi territoriali e ospedalieri disponibili, favorendo la scelta appropriata del luogo di cura. L’integrazione socio-sanitaria si realizza appieno quando è soddisfat- to, in continuità, il bisogno di salute nella componente sanitaria e in quella di protezione sociale. L’integrazione socio-sanitaria comporta, anche in termini economici, il diverso coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, i cui strumenti di programmazione sono fondamentali per realizzare una co-progettazione efficace soddisfare i bisogni di assi- stenza del territorio e dei cittadini che lo abitano. È necessario garan- tire adeguate risorse economiche e strutturali ai servizi sociosanitari territoriali di prossimità e domiciliari in una logica di trasversalità che da un lato si occupa dei bisogni del singolo e dall’altro delle esigenze della comunità locale. Nell’ottica di garantire un efficace e capillare so- stegno ai servizi territoriali dovrebbe essere rivisto anche il ruolo dei medici di medicina generale. Rafforzeremo e implementeremo il ruolo del medico di medicina generale che deve risultare come principale protagonista della filiera di cura del malato. È improcrastinabile intervenire sui tempi di attesa ai Pronto soccorso, riducendo i tempi di accesso attraverso l’implementazione di struttu- re a bassa intensità di cura. Bisogna delineare percorsi di assistenza CONTRATTO PER IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO | 39 e di cura personalizzati e vicini al cittadino oltre che adeguatamente accessibili, riordinare il sistema di accesso alle prestazioni nell’ottica di ridurne i tempi di attesa, eliminare altresì ogni forma di spreco che de- rivi compensata da una contestuale presenza sempre più pervasiva della sanità territoriale: le cose non appropriata organizzazione dei servizi e dell’assistenza e da una governance sanitaria non adeguatasono andate in questo modo, da un mancato ammo- dernamento tecnologico e digitale del servizio sanitario nazionale. È necessario garantire che non vi sia alcuno squilibrio tra le prestazioni istituzionali e quelle erogate in regime negli ospedali rimasti i Pronto Soccorso si sono confermati il collo di libera professione, soprattut- to con riguardo ai tempi di attesa. Il problema dei tempi di attesa è susseguente anche alla diffusa ca- renza di medici specialisti, infermieri e personale sanitario. È dunque indispensabile assumere il personale medico e sanitario necessario, anche per dare attuazione all’articolo 14 della legge n. 161/2014. I posti per la formazione specialistica dei medici dovrebbero essere determinati dalle reali necessità assistenziali e tenendo conto anche dei pensionamenti, assicurando quindi un’armonizzazione tra posti nei corsi di laurea e posti nel corso di specializzazione. La realtà è che quest’armonizzazione non c’è e i posti per la formazione specialistica sono di fatto determinati da due fattori: la capacità delle scuole uni- versitarie di accogliere medici in formazione e il finanziamento delle borse di studio da parte del MIUR. Dunque, se da un lato potrà essere necessario aumentare il numero dei laureati in medicina, anche rive- dendo il numero chiuso, dall’altro sarà necessario aumentare le borse di studio per gli specializzandi. Bisogna consentire più diffusamente che il medico neolaureato abbia accesso nella struttura sanitaria per conseguire le abilità teoriche e tecnico-pratiche e l’autonomia neces- saria allo svolgimento della specializzazione medica prescelta (art. 22 del “Patto della salute” del 2014). Deve essere affrontato il problema dell’invecchiamento della popola- zione e dei susseguenti problemi correlati alla cronicità delle patologie e alla comorbilità. In tale ottica è necessario garantire la diffusione ca- pillare di strutture socio-sanitarie e a bassa intensità di cura. Devono altresì essere implementate l’organizzazione dei percorsi e le strut- ture di sostegno alle patologie cronico-degenerative ed oncologiche e bisogna garantire risorse adeguate per l’assistenza, diretta e per- sonalizzata, dei soggetti affetti da malattie rare e croniche. Va altresì potenziata la ricerca biomedica svolta all’interno bottiglia del sistema sanitario regionale. Un altro tema che necessita approfondimenti e dalle universitàinterventi è quello della non autosufficienza: con l’invecchiamento della popolazione, è chiaro che l’incidenza di persone non autosufficienti sia destinato a crescere. Le prime vittime risposte date fino a questo momento a chi affronta questo genere di un sistema sociale imperniato sull’utilitarismo problemi sono state insufficienti e sul profittoframmentate, insieme ai disabili a qualsiasi titolo, diventano inevitabil- mente gli anzianibasate nella maggioranza dei casi su erogazioni monetarie. È necessario rendere obbligatorio l’inserimento Sarebbe molto meglio focalizzarsi sull’erogazione di una rappresentanza significativa dei pazienti (diretta o dei familiari) ai vertici gestionali delle strutture assistenziali dedicate all’età avanzata direttamente inserite nel SSN o per le strutture convenzionate. Solo il controllo diretto e capillare degli interessati può garantire il rispetto servizi di quei parametri qualità: si tratta di civiltà del vivere, troppo spesso disattesi in strutture interventi che frequentemente si configurano come atroci terminali di “esisten- ze non più funzionali al sistema”, piuttosto che ambienti dove avviarsi serenamente e con dignità al naturale concludersi della propria vita. Pur con l’obiettivo di tutelare la salute individuale e collettiva, garan- tendo le necessarie coperture vaccinali, va affrontata la tematica del giusto equilibrio richiedono un’integrazione molto forte tra il diritto all’istruzione settore della sanità e quello sociale. Il tema dell’integrazione sociosanitaria ha però spesso incontrato forti resistenze, che il diritto alla salute, tute- lando i bambini in età prescolare e scolare che potrebbero essere sindacato dovrà contribuire a rischio di esclusione socialesuperare.
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Samples: Contrattazione Sociale
Sanità. È prioritario preservare l’attuale modello di gestione del servizio sa- nitario a finanziamento prevalentemente pubblico e tutelare Nel segmento Sanità, il princi- pio universalistico su cui si fonda la legge n. 833 del 1978 istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale. Tutelare il servizio sanitario nazionale significa salvaguardare lo stato di salute del Paese, garantire equità nell’accesso alle cure e uniformità dei livelli essenziali di assistenza. Va preservata e tutelata l’autonomia regionale nell’organizzazione mercato italiano dei servizi di informatica in cui opera Engineering ha raggiunto nel 1999 il valore di circa 145 miliardi di Lire con un tasso di crescita del 9,8% rispetto al 1998 (13). Internet e la tecnologia web stanno rivoluzionando il rapporto tra le aziende sanitarie ed i cittadini, consentendo a questi ultimi un accesso facilitato alle informazioni ed ai servizi forni- ti. In quest’ottica il medico di base e le farmacie possono divenire per il cittadino terminali di ac- cesso a servizi sanitari mantenendo quali la prenotazione, la telediagnostica e il teleconsulto. D’altro canto, le aziende sanitarie necessitano di servizi informatici in grado di gestire i processi interni anche al governo nazionale il compito fine di indicare livelli essenziali di assistenza, gli obiettivi che un attento monitoraggio della spesa così come richiesto dalle vi- genti disposizioni ministeriali e regionali. In quest’area Engineering ha realizzato il sistema infor- mativo clinico-sanitario deve perseguire denominato Xxxxxxx (Cfr. Sez. I, Cap. 1, Par. 1.2.1). L’Emittente ha di recente stipulato con le aziende regionali per l’informatica delle Regioni Lombardia e garantire ai cittadini la corretta e adeguata erogazione dei servizi sanitari erogati dai sistemi regionali In tale ottica si ritiene Piemonte un accordo che siano e saranno utili diverse azioni di tipo strutturale, partendo da un intervento incisivo sulla dirigenza sanitaria, ovvero sui gestori della sanità, che dovranno essere adeguatamente e preventivamente formati per garantire la sostenibilità e la qualità prevede l’adozione del sistema salute e scelti secondo la competenza e Xxxxxxx quale soluzione standard per il merito, non sulla base territorio di logiche politiche o partitichecompetenza. Bisogna rescindere il rapporto dannoso e arcaico fra politica e sanità prevedendo nuovi e diversi cri- xxxx di nomina sia dei medesimi direttori generali, sia dei direttori sani- tari e amministrativi, così anche dei dirigenti di strutture complesse. È necessario garantire anche la trasparenza e la valutazione dell’ope- rato dei direttori generali in termini di raggiungimento degli obiettivi di salute e di bilancio nella gestione delle aziende. Va anche garantito Nella tabella che a quelle risorse aggiuntive corrispondano più servizi di qualità per i cittadini. La sanità dovrà essere finanziata prevalentemente dal sistema fiscale e, dunque, dovrà essere ridotta al minimo la compartecipazione dei singoli cittadini. È necessario recuperare integralmente tutte le risorse economiche sottratte in questi anni con le diverse misure di finanza pubblica, ga- rantendo una sostenibilità economica effettiva ai livelli essenziali di assistenza attraverso il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale, così da risolvere segue sono indicati alcuni dei problemi strutturali. Il recupero delle risorse avverrà grazie ad una efficace lotta agli spre- chi e alle inefficienze, e grazie alla revisione della governance farma- ceutica, all’attuazione della centralizzazione degli acquisti, all’infor- matizzazione e digitalizzazione del SSN, alla revisione delle procedure di convenzionamento e accreditamento, alla lotta alla corruzione e alla promozione della trasparenza. È necessario realizzare l’informatizzazione del SSN con particolare riferimento al Fascicolo Sanitario Elettronico, alle ricette digitali, alla dematerializzazione dei referti e cartelle cliniche e alle prenotazioni e pagamenti online, così da consentire una reale trasparenza e un effi- cace controllo in termini di verifica immediata e pubblica dei risultati gestionali. È necessario, altresì, dare evidenza del rapporto esistente tra i rimborsi a carico del SSN principali progetti e il risultato clinico in termini di efficacia e appropriatezza; avviare e implementare la telemedicina grazie a tut- te le tecnologie innovative, in modo da ridurre gli spostamenti dei pa- zienti, abbattere i costi e garantire cure domiciliari di maggiore qualità. Occorre garantire, implementare e integrare i servizi socio-sanitari, in- vestendo in prevenzione e superando il modello “ospedalo-centrico”. La risposta assistenziale ospedaliera nella fase acuta della malattia deve essere garantita ed è nel contempo necessario sviluppare in ma- niera diffusa i servizi territorialiSocietà nell’area Sanità, con standard organizzativi l’indicazione dei maggiori clienti. Tab. 12 Business e system Sistema Informativo clinico-sanitario Istituti Ordopedici Rizzoli (BO), Ospedale Bellaria (BO), integration Vincent Ospedale Maggiore (BO), ASL di Chieti, ASL di Pescara, ASL Napoli 5, Ospedale di Legnano, Ospedale Militare del Celio Application Management Policlinico Gemelli Outsourcing Gestione infrastrutture tecnologiche e del parco applicativo ASL di Chieti, ASL Napoli 5 Il fatturato consolidato generato nell’Area Sanità nel 1999 è stato pari a 6,2 miliardi di Lire, con costi di accesso ai servizi omogenei e pre-definiti, assicurando la presa in carico dell’utente, attraverso un suo specifico percorso socio-sani- tario e attraverso più idonei servizi di prevenzione. È indispensabile l’implementazione di un coordinamento territoriale, così da orientare e indirizzare gli utenti nei servizi territoriali e ospedalieri disponibili, favorendo la scelta appropriata una crescita del luogo di cura. L’integrazione socio-sanitaria si realizza appieno quando è soddisfat- to, in continuità, il bisogno di salute nella componente sanitaria e in quella di protezione sociale. L’integrazione socio-sanitaria comporta, anche in termini economici, il diverso coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, i cui strumenti di programmazione sono fondamentali per realizzare una co-progettazione efficace soddisfare i bisogni di assi- stenza del territorio e dei cittadini che lo abitano. È necessario garan- tire adeguate risorse economiche e strutturali ai servizi sociosanitari territoriali di prossimità e domiciliari in una logica di trasversalità che da un lato si occupa dei bisogni del singolo e dall’altro delle esigenze della comunità locale. Nell’ottica di garantire un efficace e capillare so- stegno ai servizi territoriali dovrebbe essere rivisto anche il ruolo dei medici di medicina generale. Rafforzeremo e implementeremo il ruolo del medico di medicina generale che deve risultare come principale protagonista della filiera di cura del malato. È improcrastinabile intervenire sui tempi di attesa ai Pronto soccorso, riducendo i tempi di accesso attraverso l’implementazione di struttu- re a bassa intensità di cura. Bisogna delineare percorsi di assistenza CONTRATTO PER IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO | 39 e di cura personalizzati e vicini al cittadino oltre che adeguatamente accessibili, riordinare il sistema di accesso alle prestazioni nell’ottica di ridurne i tempi di attesa, eliminare altresì ogni forma di spreco che de- rivi da una non appropriata organizzazione dei servizi e dell’assistenza e da una governance sanitaria non adeguata, da un mancato ammo- dernamento tecnologico e digitale del servizio sanitario nazionale. È necessario garantire che non vi sia alcuno squilibrio tra le prestazioni istituzionali e quelle erogate in regime di libera professione, soprattut- to con riguardo ai tempi di attesa. Il problema dei tempi di attesa è susseguente anche alla diffusa ca- renza di medici specialisti, infermieri e personale sanitario. È dunque indispensabile assumere il personale medico e sanitario necessario, anche per dare attuazione all’articolo 14 della legge n. 161/2014. I posti per la formazione specialistica dei medici dovrebbero essere determinati dalle reali necessità assistenziali e tenendo conto anche dei pensionamenti, assicurando quindi un’armonizzazione tra posti nei corsi di laurea e posti nel corso di specializzazione. La realtà è che quest’armonizzazione non c’è e i posti per la formazione specialistica sono di fatto determinati da due fattori: la capacità delle scuole uni- versitarie di accogliere medici in formazione e il finanziamento delle borse di studio da parte del MIUR. Dunque, se da un lato potrà essere necessario aumentare il numero dei laureati in medicina, anche rive- dendo il numero chiuso, dall’altro sarà necessario aumentare le borse di studio per gli specializzandi. Bisogna consentire più diffusamente che il medico neolaureato abbia accesso nella struttura sanitaria per conseguire le abilità teoriche e tecnico-pratiche e l’autonomia neces- saria allo svolgimento della specializzazione medica prescelta (art. 22 del “Patto della salute” del 2014). Deve essere affrontato il problema dell’invecchiamento della popola- zione e dei susseguenti problemi correlati alla cronicità delle patologie e alla comorbilità. In tale ottica è necessario garantire la diffusione ca- pillare di strutture socio-sanitarie e a bassa intensità di cura. Devono altresì essere implementate l’organizzazione dei percorsi e le strut- ture di sostegno alle patologie cronico-degenerative ed oncologiche e bisogna garantire risorse adeguate per l’assistenza, diretta e per- sonalizzata, dei soggetti affetti da malattie rare e croniche. Va altresì potenziata la ricerca biomedica svolta all’interno del sistema sanitario e dalle università. Le prime vittime di un sistema sociale imperniato sull’utilitarismo e sul profitto, insieme ai disabili a qualsiasi titolo, diventano inevitabil- mente gli anziani. È necessario rendere obbligatorio l’inserimento di una rappresentanza significativa dei pazienti (diretta o dei familiari) ai vertici gestionali delle strutture assistenziali dedicate all’età avanzata direttamente inserite nel SSN o per le strutture convenzionate. Solo il controllo diretto e capillare degli interessati può garantire il 58,1% rispetto di quei parametri di civiltà del vivere, troppo spesso disattesi in strutture che frequentemente si configurano come atroci terminali di “esisten- ze non più funzionali al sistema”, piuttosto che ambienti dove avviarsi serenamente e con dignità al naturale concludersi della propria vita. Pur con l’obiettivo di tutelare la salute individuale e collettiva, garan- tendo le necessarie coperture vaccinali, va affrontata la tematica del giusto equilibrio tra il diritto all’istruzione e il diritto alla salute, tute- lando i bambini in età prescolare e scolare che potrebbero essere a rischio di esclusione socialeall’anno precedente.
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Sanità. (artt. 93-97) È prioritario preservare l’attuale modello doveroso rilevare che la manovra di gestione del servizio sa- nitario a finanziamento prevalentemente pubblico e tutelare bilancio non mette in salvaguardia il princi- pio universalistico su cui si fonda la legge n. 833 del 1978 istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale. Tutelare Si parla di innalzamento del Fondo Sanitario Nazionale ma è evidente che per il 2023 lo stanziamento si utilizzerà per pagare il caro bollette delle aziende sanitarie che da mesi reclamano aumenti. Per una sanità che produce più dell’11% di PIL si considera solo il 6% di spesa quando gli Stati più produttivi in Europa sono all’8%. Si concepisce ad esempio un’indennità di pronto soccorso – che peraltro partirà fra 12 mesi - mentre tutte le specialità mediche sono coinvolte nell’urgenza. A chi spetterà concretamente la prevista indennità? Sono a tutti chiare le gravi carenze di personale di tutte le categorie impegnate nel Servizio Sanitario Nazionale. Le criticità organizzative, la giungla di tipologie di rapporti di lavoro in Sanità, le condizioni di lavoro insostenibili nella quotidiana necessità di dare risposte ai cittadini, sono tra i fattori che stanno determinando la non competitività del servizio sanitario nazionale significa salvaguardare lo stato rispetto al privato. Un’altra delle ragioni è l’assenza di salute del Paeseuna progressione di carriera, garantire equità nell’accesso alle cure come dimostrano le inadempienze contrattuali sugli incarichi a dispetto di quanto stabilito dall’ultimo CCNL della dirigenza medica e uniformità dei livelli essenziali sanitaria. Nonostante gli sforzi fatti in pandemia e il sovraccarico da affrontare per fronteggiare le emergenze, non sono riconosciuti corrispettivi economici. Le Regioni lamentano buchi di assistenza. Va preservata e tutelata l’autonomia regionale nell’organizzazione dei servizi sanitari mantenendo al governo nazionale il compito di indicare livelli essenziali di assistenza, gli obiettivi che il sistema sanitario deve perseguire e garantire ai cittadini la corretta e adeguata erogazione dei servizi sanitari erogati dai sistemi regionali In tale ottica si ritiene che siano e saranno utili diverse azioni di tipo strutturale, partendo da un intervento incisivo sulla dirigenza sanitaria, ovvero sui gestori della bilancio nelle loro sanità, che dovranno essere adeguatamente e preventivamente ma di fatto le Aziende Sanitarie, per venire incontro alle carenze di medici, pagano “a gettoni” medici turnisti, quando costerebbe meno assumerli. La Flat Tax ipotizzata favorirà ulteriormente l’abbandono del Servizio Sanitario Pubblico in favore del passaggio di medici formati per garantire la sostenibilità e la qualità dalle nostre Università a vantaggio del sistema salute e scelti secondo la competenza e il merito, non sulla base di logiche politiche o partiticheprivato. Bisogna rescindere il rapporto dannoso e arcaico fra politica e sanità prevedendo nuovi e diversi cri- xxxx di nomina sia dei medesimi direttori generali, sia dei direttori sani- tari e amministrativi, così anche dei dirigenti di strutture complesse. È necessario garantire anche la trasparenza e la valutazione dell’ope- rato dei direttori generali A tanto si aggiungano le discrepanze territoriali visibili in termini di raggiungimento degli obiettivi di salute e di bilancio nella gestione delle aziende. Va anche garantito che a quelle risorse aggiuntive corrispondano più servizi di qualità per i cittadini. La sanità dovrà essere finanziata prevalentemente dal sistema fiscale e, dunque, dovrà essere ridotta al minimo la compartecipazione dei singoli cittadini. È necessario recuperare integralmente tutte le statistiche: più medici che lasciano la sanità pubblica al Sud; più contenzioni giudiziari al Sud; deserti concorsi soprattutto al Sud. Di contro si discute su una proposta di maggiori autonomie regionali per la sanità. Riguardo al rinnovo del prossimo CCNL 2019/2021 – già scaduto dal 2021 a discussione ancora non iniziata - gli stanziamenti previsti dal precedente Governo erano pari ad un aumento del 4% con un’inflazione che naviga attualmente oltre il 10%. Come si può pensare di attrarre nuovi medici ad entrare nel sistema pubblico senza risorse economiche sottratte in questi anni con le diverse misure queste condizioni generali? Per quanto riguarda poi la formazione di finanza pubblicanuovo personale, ga- rantendo una sostenibilità economica effettiva ai livelli essenziali considerando che alcune scuole di assistenza attraverso il rifinanziamento del fondo sanitario nazionale, così da risolvere alcuni dei problemi strutturali. Il recupero delle risorse avverrà grazie ad una efficace lotta agli spre- chi e alle inefficienze, e grazie alla revisione della governance farma- ceutica, all’attuazione della centralizzazione degli acquisti, all’infor- matizzazione e digitalizzazione del SSN, alla revisione delle procedure di convenzionamento e accreditamento, alla lotta alla corruzione e alla promozione della trasparenza. È necessario realizzare l’informatizzazione del SSN con particolare riferimento al Fascicolo Sanitario Elettronico, alle ricette digitali, alla dematerializzazione dei referti e cartelle cliniche e alle prenotazioni e pagamenti online, così da consentire una reale trasparenza e un effi- cace controllo in termini di verifica immediata e pubblica dei risultati gestionali. È necessario, altresì, dare evidenza del rapporto esistente tra i rimborsi a carico del SSN e il risultato clinico in termini di efficacia e appropriatezza; avviare e implementare la telemedicina grazie a tut- te le tecnologie innovative, in modo da ridurre gli spostamenti dei pa- zienti, abbattere i costi e garantire cure domiciliari di maggiore qualità. Occorre garantire, implementare e integrare i servizi socio-sanitari, in- vestendo in prevenzione e superando il modello “ospedalo-centrico”. La risposta assistenziale ospedaliera nella fase acuta della malattia deve essere garantita ed è nel contempo necessario sviluppare in ma- niera diffusa i servizi territoriali, con standard organizzativi e con costi di accesso ai servizi omogenei e pre-definiti, assicurando la presa in carico dell’utente, attraverso un suo specifico percorso socio-sani- tario e attraverso più idonei servizi di prevenzione. È indispensabile l’implementazione di un coordinamento territoriale, così da orientare e indirizzare gli utenti nei servizi territoriali e ospedalieri disponibili, favorendo la scelta appropriata del luogo di cura. L’integrazione socio-sanitaria si realizza appieno quando è soddisfat- to, in continuità, il bisogno di salute nella componente sanitaria e in quella di protezione sociale. L’integrazione socio-sanitaria comportaspecializzazione sono meno attrattive, anche in termini economici, il diverso coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, i cui strumenti di programmazione sono fondamentali perché non hanno sbocchi per realizzare una co-progettazione efficace soddisfare i bisogni di assi- stenza del territorio e dei cittadini che lo abitano. È necessario garan- tire adeguate risorse economiche e strutturali ai servizi sociosanitari territoriali di prossimità e domiciliari in una logica di trasversalità che da un lato si occupa dei bisogni del singolo e dall’altro delle esigenze della comunità locale. Nell’ottica di garantire un efficace e capillare so- stegno ai servizi territoriali dovrebbe essere rivisto anche il ruolo dei medici di medicina generale. Rafforzeremo e implementeremo il ruolo del medico di medicina generale che deve risultare come principale protagonista della filiera di cura del malato. È improcrastinabile intervenire sui tempi di attesa ai Pronto soccorso, riducendo i tempi di accesso attraverso l’implementazione di struttu- re a bassa intensità di cura. Bisogna delineare percorsi di assistenza CONTRATTO PER IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO | 39 e di cura personalizzati e vicini al cittadino oltre che adeguatamente accessibili, riordinare il sistema di accesso alle prestazioni nell’ottica di ridurne i tempi di attesa, eliminare altresì ogni forma di spreco che de- rivi da una non appropriata organizzazione dei servizi e dell’assistenza e da una governance sanitaria non adeguata, da un mancato ammo- dernamento tecnologico e digitale del servizio sanitario nazionale. È necessario garantire che non vi sia alcuno squilibrio tra le prestazioni istituzionali e quelle erogate in regime di la libera professione, soprattut- to come per esempio la medicina d’urgenza o la radioterapia, dobbiamo ricordare che, se qualcosa è stato fatto con riguardo ai tempi di attesa. Il problema dei tempi di attesa è susseguente anche alla diffusa ca- renza di medici specialisti, infermieri e personale sanitario. È dunque indispensabile assumere il personale medico e sanitario necessario, anche per dare attuazione all’articolo 14 della legge n. 161/2014. I posti per la formazione specialistica dei medici dovrebbero essere determinati dalle reali necessità assistenziali e tenendo conto anche dei pensionamenti, assicurando quindi un’armonizzazione tra posti nei corsi di laurea e posti nel corso di specializzazione. La realtà è che quest’armonizzazione non c’è e i posti per la formazione specialistica sono di fatto determinati da due fattori: la capacità delle scuole uni- versitarie di accogliere medici in formazione e il finanziamento l’aumento delle borse di studio da parte del MIUR. Dunque, se da un lato potrà essere necessario aumentare il numero dei laureati in medicina, anche rive- dendo il numero chiuso, dall’altro sarà necessario aumentare le borse di studio per gli specializzandi. Bisogna consentire più diffusamente che il medico neolaureato abbia accesso nella struttura sanitaria per conseguire le abilità teoriche e tecnico-pratiche e l’autonomia neces- saria allo svolgimento della specializzazione medica prescelta (art. 22 del “Patto della salute” del 2014). Deve essere affrontato il problema dell’invecchiamento della popola- zione e dei susseguenti problemi correlati alla cronicità delle patologie e alla comorbilità. In tale ottica è necessario garantire la diffusione ca- pillare di strutture socio-sanitarie e a bassa intensità di cura. Devono altresì essere implementate l’organizzazione dei percorsi e le strut- ture di sostegno alle patologie cronico-degenerative ed oncologiche e bisogna garantire risorse adeguate per l’assistenza, diretta e per- sonalizzata, dei soggetti affetti da malattie rare e croniche. Va altresì potenziata la ricerca biomedica svolta all’interno del sistema sanitario e dalle università. Le prime vittime di un sistema sociale imperniato sull’utilitarismo e sul profitto, insieme ai disabili a qualsiasi titolo, diventano inevitabil- mente gli anziani. È necessario rendere obbligatorio l’inserimento di una rappresentanza significativa dei pazienti (diretta o dei familiari) ai vertici gestionali delle strutture assistenziali dedicate all’età avanzata direttamente inserite nel SSN o per le strutture convenzionatespecializzazioni mediche con l’art. Solo il controllo diretto e capillare degli interessati può garantire il rispetto di quei parametri di civiltà 97 del vivereddl in argomento, troppo spesso disattesi in strutture che frequentemente si configurano come atroci terminali di “esisten- ze la manovra è orfana per quanto attiene alle specializzazioni sanitarie non più funzionali al sistema”, piuttosto che ambienti dove avviarsi serenamente e con dignità al naturale concludersi della propria vita. Pur con l’obiettivo di tutelare la salute individuale e collettiva, garan- tendo le necessarie coperture vaccinali, va affrontata la tematica del giusto equilibrio tra il diritto all’istruzione e il diritto alla salute, tute- lando i bambini in età prescolare e scolare che potrebbero essere a rischio di esclusione socialemediche.
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