Contratto di Fiume
Contratto di Fiume
del Bacino del Torrente Pellice
DOCUMENTO TECNICO PRELIMINARE
Luglio 2014
Progetto europeo TT:CoCo Torrenti Trasfrontalieri: Conoscenza e Comunicazione
Obiettivo di cooperazione territoriale europea 2007/2013 Programma ALCOTRA Ͳ Alpi Latine cooperazione transfrontaliera Italia Ͳ Francia
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Documento redatto e integrato da: S&T xxx.xxxx., Corintea xxx.xxxx
Provincia di Torino ( Sexxxxxx Xxxxxxx Idriche e Xxxxxxx Xxxxxxx)
INDICE
1. Introduzione 3
1.1 Riferimenti normativi 3
1.1.1 La Normativa in tema di Contratto di Fiume 3
1.1.2 La Normativa in tema di VAS 4
1.1.3 La Valutazione Ambientale Strategica dei Contratti di Fiume 5
1.2 Obiettivi e contenuti del Documento Tecnico Preliminare 7
2. Il Contratto di Fiume del Bacino del Torrente Pellice: verso il Piano d’Azione 7
2.1 Ambito d’influenza 7
2.2 Il Processo di Progettazione Partecipata: ambiti tematici e obiettivi 9
3. La definizione del Contesto territoriale di Riferimento e Indicatori 10
4. Il Quadro di riferimento normativo e programmatico e l’Analisi di Coerenza Esterna 13
4.1 La normativa di riferimento 13
4.2 Il Quadro Programmatico di riferimento 15
4.3 Obiettivi di sostenibilità ambientale dei Piani 19
4.2 Metodologia di analisi di Coerenza Esterna 24
5. Analisi di Coerenza Interna 26
6. Modalità di analisi degli impatti 27
6.1 Componenti ambientali di riferimento 27
6.2 Matrici per una caratterizzazione/quantificazione degli impatti 27
7. Valutazione d’Incidenza Ambientale 28
8. Individuazione delle Alternative 30
9. Metodi ed indicatori per il Monitoraggio Ambientale 31
10. Indice del Rapporto Ambientale 33
10. La partecipazione pubblica 33
ALLEGATI
All. n. 1: Abaco delle Azioni
1. Introduzione
La presente relazione costituisce il Documento Tecnico Preliminare per l’avvio della procedura di Scoping della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) in parallelo allo sviluppo del Contratto di Fiume del Bacino del Torrente Pellice. E’ necessaria per l’avvio della fase di consultazione dei soggetti competenti in materia ambientale e dell’autorità preposta alla VAS, ai sensi della L.R. 40/1998 e s.m.i. “Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione” e della D.G.R. 12-8931 “Primi indirizzi operativi per l’applicazione delle procedure di VAS di piani e programmi”.
1.1 Riferimenti normativi
1.1.1 La Normativa in tema di Contratto di Fiume
Nel 2000 l’Unione Europea ha adottato la Direttiva 2000/60/CE, c.d. Direttiva Quadro sulle Acque, la quale prevede “la partecipazione attiva di tutte le parti interessate all’attuazione dei Piani di Gestione dei bacini idrografici”. Si può notare come il “bacino idrografico” sia individuato corretta unità di riferimento per gli obiettivi di qualità e di salute dei corsi d’acqua.
Nello stesso anno di adozione della Direttiva, il II Forum Mondiale dell’Acqua ha identificato i Contratti di Fiume quali strumenti che permettono di “adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale”.
Il D.Lgs 152/2006 recepisce la Direttiva 2000/60/CE e ribadisce il perseguimento degli obiettivi di prevenzione e riduzione dell’inquinamento. A questo scopo, suddivide il territorio nazionale in distretti idrografici e prevede un Piano di Gestione per ogni distretto, attribuendone la competenza alle Autorità di Distretto idrografico.
La Legge n. 662/1996 (Misure di razionalizzazione della finanza pubblica), all’art. 2 – comma 203 lett. a) definisce l’Accordo di programmazione negoziata come“la regolamentazione concordata tra soggetti pubblici o tra il soggetto pubblico competente e la parte o le parti pubbliche o private per l’attuazione di interventi diversi, riferiti ad un’unica finalità di sviluppo, che richiedono una valutazione complessiva delle attività di competenza”.
L’Autorità di Bacino del Fiume Po, nel proprio Piano di Gestione del Distretto Idrografico (PdG Po), ha riconosciuto il Contratto quale strumento per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale entro il 2015 e il 2021, previsti dalla direttiva quadro sulle acque.
A livello regionale, il Piano di Tutela delle Acque (PTA) della Regione Piemonte, approvato con DCR n° 117-10731 del 13 marzo 2007, fa esplicito riferimento al Contratto di fiume per il raggiungimento degli obiettivi di tutela previsti dal PTA stesso. Le Norme del Piano infatti, all’art. 10 comma 2, prevedono esplicitamente la promozione di: “[…] modalità di gestione integrata a livello di bacino e sottobacino idrografico, che perseguono la tutela e valorizzazione delle risorse
idriche e degli ambienti connessi, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico. In tal caso gli strumenti di programmazione sono denominati Contratto di Fiume o Contratto di Lago”.
Il Piano Territoriale Regionale (PTR) della Regione Piemonte, quale strumento di pianificazione territoriale previsto dalla Legge regionale Legge n. 56 del 1977 e adottato con D.G.R. del 16 dicembre 2008, n. 16-10273, riconosce il ruolo del Contratto quale strumento che permette lo sviluppo di sinergie con gli strumenti di pianificazione territoriale provinciale e locale, al fine di favorire l’integrazione delle diverse politiche.
Anche nel Programma di Sviluppo Rurale, nell’ambito del PSR 2007-2013 sono state previste, per alcune misure, specifiche priorità di finanziamento a favore dei soggetti, ricadenti dell’ambito territoriale dei Contratti, che intendessero attuare interventi di miglioramento ambientale ad adesione volontaria e da realizzarsi in aggiunta a quanto previsto dalle norme di legge (la cosiddetta condizionalità).
Le Misure a cui si può fare riferimento sono le seguenti:
Misura 123: Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali.
Misura 214.7: Pagamenti agroambientali per elementi dell’ecosistema a prevalente funzione ambientale e paesaggistica.
Misura 216: Sostegno agli investimenti non produttivi.1.1.2 La Normativa in tema di VAS
La procedura di Valutazione Ambientale Strategica è stata introdotta con Direttiva Comunitaria 2001/42/CE. L'obiettivo della procedura di VAS è quello di “garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, assicurando che vengano valutate le scelte di piano che possono avere effetti significativi sull'ambiente” (Art. 1).
La Direttiva Comunitaria è stata recepita a livello nazionale nel D. Lgs. 152/2006 – Norme in materia ambientale – recante nella Parte Seconda le “Procedure per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), per la Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) e per L’Autorizzazione Integrata Ambientale (IPCC)”. Tale Decreto è stato modificato ed integrato dal D. Lgs. 4/2008 – Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D. Lgs. 152/2006.
In Piemonte è tuttora valida la Legge regionale n. 40 del 14.12.1998 e s.m.i. “Disposizioni concernenti la compatibilità e le procedure di valutazione”; tale Legge è infatti coerente con la Direttiva 2001/42/CE. Al fine di garantire la compatibilità di tale norma con l’atto statale di recepimento, la Regione ha successivamente emanato la DGR 9 giugno 2008, n. 12-8931 – D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. “Norme in materia ambientale”. Primi indirizzi operativi per l’applicazione delle procedure in materia di Valutazione ambientale strategica di piani e programmi”. L’Allegato I, intitolato “Primi indirizzi operativi per l’applicazione delle procedure in materia di valutazione ambientale strategica”, è il riferimento per tutte le tipologie di piani e programmi per cui è prevista la procedura VAS, tra cui il Contratto di Fiume.
Dal complesso delle disposizioni comunitarie, nazionali e regionali è possibile individuare le fasi o attività principali della procedura VAS:
ō verifica preventiva, ove necessario, della necessità di sovrapporre a valutazione ambientale il piano o programma;
ō redazione di un rapporto ambientale;
ō consultazione dei soggetti competenti in materia ambientale, del pubblico interessato e del pubblico genericamente inteso;
ō eventuale consultazione di Stati o Regioni confinanti;
ō valutazione della compatibilità ambientale del piano o programma (valutazione del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni);
ō integrazione degli esiti delle consultazioni nel piano o programma;
ō informazione sul processo decisionale e sui suoi risultati;
ō monitoraggio degli effetti ambientali significativi derivanti dall’attuazione dei piani e dei programmi.
1.1.3 La Valutazione Ambientale Strategica dei Contratti di Fiume
Le Linee Guida Regionali tracciano per i Contratti di Fiume una metodologia da seguire suddivisa in quattro fasi distinte: la Fase di preparazione, la Fase di attivazione, la Fase di attuazione e la Fase di consolidamento (Fig.1).
Figura 1: Fasi del Contratto di Fiume o di Lago (da Regione Piemonte, Linee Guida per l’attuazione dei Contratti di Fiume e di Lago).
La procedura VAS, come accennato in precedenza, è obbligatoria per i Contratti di Fiume secondo quanto prescritto dal D. Lgs. 152/2006 e dalla L.R. 40/1998.
La procedura VAS si inserisce all’interno dei processi che portano alla sottoscrizione dei Contratti di Fiume quando questi sono ancora in fase embrionale: all’avvio della Fase di attivazione, cioè successivamente alla presentazione del Dossier Preliminare (documento che costituisce un quadro conoscitivo preliminare del territorio) e alla firma del Protocollo d’Intesa, è necessario elaborare il Documento Tecnico Preliminare, il quale dà formalmente il via al processo di VAS.
Processo di Contratto di Fiume
Processo di VAS
Processo di Contratto di Fiume
Processo di VAS
La figura 2 mostra le principali tappe dei processi contestuali di elaborazione del Contratto di Fiume e della procedura VAS. La procedura si conclude con il giudizio di compatibilità ambientale da parte della Regione. Solo a seguito di una valutazione positiva di VAS il Contratto di Fiume potrà essere sottoscritto.
Processo di Contratto di Fiume
Processo di VAS
Dossier preliminare Firma Protocollo d’Intesa
Elaborazione del Contratto di Fiume
Fase di PREPARAZIONE
Documento Tecnico Preliminare
(Documento di Scoping)
Consultazioni: tavoli tecnici (60 gg)
Fase di ATTIVAZIONE
(circa 18 mesi)
Rapporto Ambientale + Sintesi Non Tecnica
Deposito e pubblicazione: raccolta di pareri e osservazioni dal pubblico
(30 gg)
Rapporto Ambientale + Relazione che descrive come il processo di valutazione abbia influito sulla formazione del piano
Esame dell’Organo Tecnico Regionale (90 gg)
Approvazione definitiva del Contratto di Fiume
Giudizio di Compatibilità Ambientale
Fase di ATTUAZIONE
(circa 36 mesi)
Dichiarazione di Sintesi
sul processo di VAS
Figura 2: La procedura VAS all’interno delle fasi del Contratto di Fiume
1.2 Obiettivi e contenuti del Documento Tecnico Preliminare
Il Documento Tecnico Preliminare ha lo scopo di definire i principali elementi metodologici e di contenuto per il successivo sviluppo degli elaborati e dei passaggi del processo di Valutazione Ambientale Strategica del Piano d’Azione.
Nello specifico, si vanno ad individuare:
ō L’Ambito d’influenza del Contratto di Fiume
ō Gli obiettivi ed i contenuti del Piano d’Azione
ō Il Quadro di riferimento normativo e programmatico
ō Le componenti ambientali su cui andranno analizzati gli impatti
ō I metodi e gli indicatori per l’analisi degli impatti
ō I metodi per l’eventuale Valutazione d’Incidenza Ambientale
ō L’individuazione delle possibili alternative
ō I possibili metodi ed indicatori per il monitoraggio
2. Il Contratto di Fiume del Bacino del Torrente Pellice: verso il Piano d’Azione
2.1 Ambito d’influenza
Il territorio interessato dal processo del Contratto di Fiume del bacino del Torrente Pellice è quello identificato come area idrografica AI03 del Piano di Tutela delle Acque (PTA) della Regione Piemonte.
All’interno del sottobacino idrografico del Torrente Pellice sono presenti 19 Comuni, di cui 18 in Provincia di Torino ed uno in Provincia di Cuneo. Si segnala che allo stato attuale dei lavori non sono coinvolti dal Contratto di Fiume la Provincia di Cuneo e l’unico Comune ricadente in tale Provincia, Bagnolo Piemonte in quanto ricadente in minima parte all’interno del bacino idrografico e senza dirette relazioni con il corpo idrico. Si è pertanto deciso di procedere ad un eventuale coinvolgimento solo qualora emergessero necessità specifiche nell’arco del processo.
La tabella seguente riporta, oltre alla popolazione residente, il rapporto % fra la superficie comunale ricadente nell’area idrografica e la superficie comunale totale.
Complessivamente il territorio oggetto di interventi occupa una superficie pari a 378 Km2, mentre l’asta del Torrente Pellice ha una lunghezza di circa 53 km dalla sorgente alla confluenza con il fiume Po (Fig. 3).
Si prevede inoltre che le azioni generino effetti che potranno avere delle implicazioni per l’asta fluviale e per i territori a valle del bacino idrografico in oggetto.
Comune | Cod. ISTAT | Superficie comunale (km2) ricadente nel sottobacino idrografico del Pellice | Superficie comunale (km2) totale | Percentuale superficie ricadente nel bacino idrografico del Pellice (%) | Altitudine Casa Comunale (m s.l.m.) |
Angrogna | 001011 | 38,39 | 38,51 | 99,69 | 000 |
Xxxxxxx Xxxxxxxx (XX) | 000000 | 20,62 | 62,55 | 32,97 | 365 |
Bibiana | 001025 | 3,61 | 19,14 | 18,86 | 406 |
Bobbio Pellice | 001026 | 92,50 | 93,32 | 99,12 | 732 |
Bricherasio | 001035 | 23,18 | 23,19 | 99,96 | 400 |
Campiglione-Fenile | 001049 | 7,23 | 10,93 | 66,15 | 365 |
Cavour | 001070 | 12,83 | 48,67 | 26,36 | 300 |
Garzigliana | 001111 | 5,04 | 7,27 | 69,33 | 000 |
Xxxxxxx Xxx Xxxxxxxx | 000000 | 17,41 | 17,41 | 100,00 | 474 |
Lusernetta | 001140 | 6,81 | 6,93 | 98,27 | 507 |
Osasco | 001173 | 1,47 | 5,60 | 26,25 | 344 |
Pancalieri | 001178 | 9,78 | 15,60 | 62,69 | 243 |
Prarostino | 001205 | 3,27 | 10,13 | 32,28 | 732 |
Rorà | 001226 | 12,55 | 12,55 | 100,00 | 967 |
Xxx Xxxxxxx xx Xxxxxxxx | 000000 | 8,38 | 12,95 | 64,71 | 413 |
Torre Pellice | 001275 | 21,23 | 21,23 | 100,00 | 516 |
Vigone | 001299 | 9,48 | 41,71 | 22,73 | 000 |
Xxxxxxxxxxx Xxxxxxxx | 000000 | 23,58 | 50,69 | 46,52 | 253 |
Villar Pellice | 001306 | 60,56 | 60,76 | 99,67 | 664 |
TOTALE 19 Comuni | - | 377,92 | 559,14 | Ͳ | Media 475,63 |
Tabella 1: I Comuni del Bacino idrografico del Torrente Pellice
Figura 3: I confini del bacino idrografico del Contratto di Fiume del Torrente Pellice
2.2 Il Processo di Progettazione Partecipata: ambiti tematici e obiettivi
Nel periodo compreso tra aprile e luglio 2014 si sono svolti i tavoli di progettazione partecipata a cui hanno partecipato i vari portatori d’interesse pubblici e privati.
I tavoli sono stati organizzati come identificazione degli elementi chiave della progettazione in una logica Problemi-Cause-Obiettivi-Azioni e sono stati organizzati secondo tre ambiti tematici, per ognuno dei quali si sono svolti tre incontri:
ƒ Ambito tematico 1: Riqualificazione delle sponde e dei territori fluviali e mitigazione del rischio idraulico.
ƒ Ambito tematico 2: Qualità e quantità delle acque.
ƒ Ambito tematico 3: Fruizione e Sviluppo locale sostenibile.
AMBITI TEMATICI | TAVOLI DI LAVORO TEMATICI CON IL TERRITORIO |
1. Riqualificazione delle sponde e dei territori fluviali e mitigazione del rischio idraulico | 17 Aprile 2014- Bobbio Pellice |
5 Giugno – Torre Pellice | |
10 Luglio - Cavour | |
2. Qualità e quantità delle acque | 17 Aprile 2014- Xxxxxx Xxxxxxx |
22 Maggio 2014 - Bibiana | |
2 Luglio 2014 – Xxxxxxxxxxx Xxxxxx | |
0. Fruizione e Sviluppo locale sostenibile | 17 Aprile 2014 - Bobbio Pellice |
9 Giugno – Vigone | |
14 Luglio – Villar Pellice |
Tabella 2: Gli incontri di progettazione partecipata del Contratto di Fiume del Torrente Pellice
Si riportano sinteticamente nella seguente tabella i tre ambiti tematici e gli obiettivi generali emersi mentre il quadro provvisorio delle azioni è inserito nell’Abaco delle Azioni(Allegato n.1). L’origine delle azioni deriva dall’analisi dalle necessità emerse in fase di analisi ambientale e dalla progettazione partecipata con i portatori d’interesse nel corso dei tavoli di lavoro, ed indicate nelle restituzioni sintetiche.
AMBITI TEMATICI | OBIETTIVI GENERALI |
1. Riqualificazione delle sponde e dei territori fluviali e mitigazione del rischio idraulico | Migliorare la sicurezza idraulica e la capacità di convivenza delle comunità locali con il rischio |
Riqualificazione e riequilibrio dell'ambiente fluviale | |
2. Qualità e quantità delle acque | Perseguire il riequilibrio del bilancio idrico sui corpi idrici superficiali e sotterranei |
Contrastare le criticità dovute a fenomeni localizzati di crisi di approvvigionamento idropotabile nel bacino idrografico | |
Garantire e migliorare lo stato di qualità ambientale “buono” nel bacino idrografico del torrente Pellice | |
3. Fruizione e Sviluppo locale sostenibile | Promuovere la valorizzazione dal punto di vista turistico-ricreativo del bacino idrografico del torrente Pellice |
Favorire l’identificazione dell’area fluviale come elemento di identità territoriale e diffondere modelli di sviluppo sostenibile |
Tabella 3: Ambiti tematici ed obiettivi generali del Contratto di Fiume del Torrente Pellice
3. La definizione del Contesto territoriale di Riferimento e degli Indicatori
Nella fase preliminare del Contratto di Fiume è stata svolta un’analisi conoscitiva nella quale è stato raccolto un gran numero di dati ambientali del territorio di riferimento, che ha portato ad avere
un gran numero di dati sociali, economici ed ambientali organizzati per componenti (o temi) sociali, economiche, ambientali nella logica causa-effetto del modello DPSIR.
Tali dati sono indicativi del contesto ex-ante, ed in fase di monitoraggio molti di questi saranno utilizzati come termine di paragone per valutare l’efficacia delle azioni.
Gli indicatori sono perciò suddivisi, secondo il modello proposto nel Manuale ENPLAN linee guida
– valutazione Ambientale di piani e programmi, in indicatori “descrittivi” ed indicatori “prestazionali” o “di monitoraggio”.
Gli indicatori descrittivi sono espressi come grandezze assolute o relative e sono finalizzati alla caratterizzazione della situazione ambientale. Tra gli indicatori descrittivi rientrano anche gli indicatori di tendenza.
Gli indicatori prestazionali permettono la definizione operativa degli obiettivi specifici e il monitoraggio del conseguimento degli obiettivi e della attuazione delle azioni del Piano d’Azione.
La seguente tabella indica gli indicatori presenti nel Dossier Preliminare, che potranno essere integrati o modificati nelle fasi successive in funzione dell’effettiva utilità nell’analisi degli impatti o della possibilità di reperimento dei dati.
Componenti ambientali | Indicatori | DPSIR | Indicatori descrittivi o di contesto | Indicatori prestazionali o di monitoraggio | Fonte | ||
1 | Demografia | 1.01 | Popolazione residente | Determinante | x | Istat (periodo 2003-2013) | |
1.02 | Densità abitativa | Pressione | x | Istat (periodo 2003-2013) | |||
2 | Sistema produttivo agricolo | 2.01 | N. Aziende agricole | Determinante | x | Regione Piemonte - Anagrafe Agricola Unica | |
2.02 | N. operatori biologici | Determinante/Ri sposta | x | Regione Piemonte - Anagrafe Agricola Unica | |||
2.03 | N. Allevamenti | Determinante | x | Regione Piemonte - Anagrafe Agricola Unica | |||
2.04 | N. UBA (Unità Bovino Adulto) | Pressione | x | Regione Piemonte - Anagrafe Agricola Unica | |||
2.05 | Utilizzazione dei terreni agricoli | Stato | x | x | Istat - Censimento dell'Agricoltura 2010 | ||
3 | Turismo | 3.01 | Numero di strutture e posti letto | Stato/Pressione | x | x | Regione Piemonte - Direzione Turismo |
3.02 | Pressione turistica (presenze/residenti) | Pressione | x | x | Xxxxxxx Xxxxxxxx - Xxxxxxxxx Xxxxxxx | ||
0 | Acqua - Prelievi e Depurazione | 4.01 | Prelievo idrico annuo | Pressione | x | x | Regione Piemonte - PTA |
4.02 | Fonti di approvvigionamento dell'acqua irrigua | x | x | Istat - Censimento dell'Agricoltura 2010 | |||
4.03 | Sistemi di irrigazione | x | x | Istat - Censimento dell'Agricoltura 2010 |
4.04 | Percentuale della popolazione collettata dalla pubblica fognatura | Risposta | x | x | Regione Piemonte - PTA | ||
4.05 | Percentuale della popolazione servita da impianti di depurazione | Risposta | x | x | Regione Piemonte - PTA | ||
5 | Acqua - Stato qualitativo | 5.01 | Macrobenthos: indice STAR_ICMi (Standardisation of River Classifications_Interc alibration Multimetric Index) | Stato | x | x | ARPA Piemonte (dati 2009- 2012) |
5.02 | Macrofite: indice IBMR (Index Macrofitique Biologique en Rivière) | Stato | x | x | ARPA Piemonte (dati 2009- 2012) | ||
5.03 | Diatomee: indice ICMi (Intercalibration Common Metric Index) | Stato | x | x | ARPA Piemonte (dati 2009- 2012) | ||
5.04 | Macrodescrittori: indice LIMeco (Livello di Inquinamento dai Macrodescrittori per lo stato Ecologico) | Stato | x | x | ARPA Piemonte (dati 2009- 2012) | ||
5.05 | SQA Inquinanti specifici | Stato | x | x | ARPA Piemonte (dati 2009- 2012) | ||
5.06 | Stato Chimico | Stato | x | x | ARPA Piemonte (dati 2009- 2012) | ||
5.07 | Fauna ittica: indice ISECI (Indice dello Stato Ecologico delle Comunità Ittiche) | Stato | x | x | Regione Piemonte - Direzione Ambiente - Settore Tutela Ambientale delle Acque - ARPA Piemonte - NON DISPONIBILE | ||
5.08 | Qualità morfologica: indice IQM (Indice di Qualità Morfologica) | Stato | x | x | Regione Piemonte - Direzione Ambiente - Settore Tutela Ambientale delle Acque - ARPA Piemonte - NON DISPONIBILE | ||
5.09 | Qualità idrologica: indice IARI (Indice di Alterazione del Regime Idrologico) | Stato | x | x | Regione Piemonte - Direzione Ambiente - Settore Tutela Ambientale delle Acque - ARPA Piemonte - NON DISPONIBILE |
6 | Paesaggio ed ecosistemi | 6.01 | Classi di uso del suolo | Stato/Pressione | x | x | Regione Piemonte - Piano di Tutela delle Acque |
6.02 | Incidenze antropiche (cave e discariche) | Pressione | x | x | Regione Piemonte - Piano di Tutela delle Acque | ||
6.03 | Superficie delle aree protette | Stato/Risposta | x | Regione Piemonte - Direzione Ambiente |
Tabella 4: Indicatori
4. Il Quadro di riferimento normativo e programmatico e l’Analisi di Coerenza Esterna
Attraverso la definizione del Quadro Normativo e Programmatico si intendono acquisire elementi conoscitivi sugli obiettivi esistenti per il territorio in esame e sull’esistenza di eventuali ulteriori decisioni o previsioni al fine di integrare la dimensione ambientale nel Contratto di Fiume del Bacino del Torrente Pellice.
Ciò consentirà di verificare la coerenza interna ed esterna degli obiettivi del Piano di Azione del CdF e degli obiettivi di sostenibilità con le disposizioni vigenti o di giustificare eventuali scostamenti.
4.1 La normativa di riferimento
La tabella seguente rappresenta una breve rassegna della normativa essenziale a livello nazionale ed europeo relativa ai fattori ambientali di interesse per lo studio. In sede di Rapporto Ambientale sarà approfondito per tema di studio la normativa regionale di riferimento e di recepimento della legislazione sovraordinata.
TEMA | NORME, PROGRAMMI E STRATEGIE | RIFERIMENTI | |||||||||
Aria e fattori climatici | Strategia di azione sostenibile in Italia | ambientale | per | lo | sviluppo | Deliberazione agosto 2002 | CIPE | n. | 57 | del | 2 |
Norme in materia di tutela dell'aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera | D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 - Parte V (modificato dal D. Lgs. n. 4 del 16 gennaio 2008 e dal D. Lgs. n. 128 del 29 giugno 2010) | ||||||||||
Acqua | Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall'inquinamento e di gestione delle risorse idriche | D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 - Parte III (modificato dal D. Lgs. n. 4 del 16 gennaio 2008 e dal D. Lgs. n. 128 del 29 giugno 2010) |
Xxxxx e sottosuolo | Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall'inquinamento e di gestione delle risorse idriche | D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 - Parte III (modificato dal D. Lgs. n. 4 del 16 gennaio 2008 e dal D. Lgs. n. 128 del 29 giugno 2010) |
Flora, fauna e biodiversità | Direttiva Habitat relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali della flora e della fauna selvatiche | Direttiva 92/43/CE |
Direttiva Uccelli concernente la conservazione degli uccelli selvatici | Direttiva 2009/147/CE (sostituisce la Direttiva 79/409/CE) | |
Legge quadro sulle aree protette | L. n. 394 del 6 dicembre 1991 e s.m.i. | |
Regolamento recante attuazione della Direttiva 92/43/CE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche | D.P.R. n. 357 del 8 settembre 1997 e s.m.i. | |
Linee guida per la gestione dei siti Rete Natura 2000 | D.M. del 3 settembre 2002 | |
Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS) | D.M. n. 184 del 17 ottobre 2007 | |
Paesaggio e beni culturali | Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della L. n. 137 del 6 luglio 2002 | D. Lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004 e s.m.i. |
Xxxxxx | Xxxxx quadro sull'inquinamento acustico | L. n. 447 del 26 ottobre 1995 |
Radiazioni | Attuazione delle Direttive 89/618/Euratom, 96/29/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti | D. Lgs. 230/1995 e s.m.i. |
Legge quadro sulla protezione delle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici | L. n. 36 del 22 febbraio 2001 | |
Rifiuti | Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati | D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 - Parte IV (modificato dal D. Lgs. n. 4 del 16 gennaio 2008 e dal D. Lgs. n. 128 del 29 giugno 2010) |
Energia | Norme per l'attuazione del nuovo Piano Energetico Nazionale: aspetti istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e geotermia, autoproduzione e disposizioni fiscali | L. n. 9 del 9 gennaio 1991 |
Norme per l'attuazione del nuovo Piano Energetico Nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energie | L. n. 10 del 9 gennaio 1991 | |
Direttive per l'attuazione delle norme in materia di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui ai commi 1, 2 e 3 dell'art. 11 del D. Lgs. n. 79 del 16 marzo 1999 | D.M. 11 novembre 1999 | |
Programma di diffusione delle fonti energetiche rinnovabili, efficienza energetica e mobilità sostenibile nelle aree naturali protette | D.M. 21 dicembre 2001 | |
Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia | L. n. 239 del 23 agosto 2004 | |
Norma concernente il Regolamento d'attuazione della legge n. 10 del 9 gennaio 1991 recante: "Norme per l'attuazione del nuovo Piano Energetico Nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energie" | D.M. 27 luglio 2005 | |
Mobilità e trasporti | Accessibilità e mobilità in Piemonte: la gestione del processo di pianificazione | X.X.X. x. 00 - 00000 del 25 gennaio 2010 |
Tabella 5: Le normative europee e nazionali di riferimento
4.2 Il Quadro Programmatico di riferimento
L’analisi del Quadro Programmatico, su cui si fonda la verifica dello stato di coerenza esterna e/o interferenza, che sarà affrontata all’interno del Rapporto Ambientale, è stata effettuata per livelli di pianificazione (interregionale, regionale, locale) e per settore di pianificazione (energia, acqua, ambiente e territorio), al fine di inquadrare il regime vincolistico e programmatico che vige nel contesto territoriale interessato dal Contratto di Fiume del Bacino del Torrente Pellice.
Nella tabella sono riportati i piani e programmi rilevanti per il contesto locale, che costituiscono il Quadro Programmatico di riferimento.
Autorità di Bacino del Po | Piano stralcio di Assetto Idrogeologico | Disciplina le azioni riguardanti la difesa idrogeologica del territorio e della rete idrografica del bacino del Po, attraverso l'individuazione delle linee generali di assetto idraulico ed idrogeologico. Definisce azioni, vincoli e prescrizioni in base alla classificazione del territorio regionale in base a fasce di pericolosità |
Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po | Strumento operativo previsto dalla Direttiva 2000/60/CE (Direttiva Quadro sulle Acque). Contiene le misure necessarie a raggiungere gli obiettivi di tutela fissati dalla DQA per tutti i corpi idrici che ricadono in un distretto | |
Regione Piemonte | Piano Paesaggistico Regionale | Elaborato ai sensi del D. Lgs. 42/2004; contiene indirizzi, vincoli e prescrizioni per il rispetto e la valorizzazione del paesaggio inteso quale risultante delle componenti fisico- ecosistemiche, storico-culturali, urbanistico-insediative e percettive/identitarie. L'approvazione del PTR è datata 04/08/2009 con DCR 53/11975 |
Piano Territoriale Regionale | Contiene l'interpretazione strutturale del territorio e rappresenta il riferimento, anche normativo,per la pianificazione alle diverse scale; al suo interno sono contenuti i fattori, i valori, le limitazioni e le relazioni di lunga durata che condizionano i processi di trasformazione. L'approvazione del PTR è datata 21/07/2011 con DCR 122- 29783 | |
Piano di Sviluppo Rurale 2007/2013 | Costituisce lo strumento attraverso il quale la Regione Piemonte incentiva l'agricoltura ad essere competitiva sul mercato, ma anche ambientalmente sostenibile, in modo tale da garantire la conservazione delle risorse e del territorio per le generazioni future | |
Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e dei Fanghi di Depurazione | Definisce le linee di intervento per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti al fine di incrementare la raccolta differenziata e pervenire a una gestione più efficiente ed integrata del ciclo dei rifiuti. La Giunta Regionale con deliberazione n. 44-12235 del 28 settembre 2009 ha adottato la Proposta di Progetto di Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e dei Fanghi di depurazione, il Rapporto ambientale e la Sintesi non tecnica. | |
Piano Energetico-Ambientale Regionale | Definisce la politica energetica regionale coniugando le risorse economiche con quelle della società, della tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini |
Piano direttore delle Risorse Idriche | Recepisce la Direttiva 2000/60/CE ed approvato con DCR 103-36782; traccia le linee della politica regionale di governo complessivo e unitario delle risorse idriche piemontesi fissando l'obiettivo generale di una politica sostenibile in materia di pianificazione, gestione e tutela delle risorse idriche e dell'ambiente acquatico, volta al perseguimento di un giusto equilibrio tra il mantenimento di uno stato ecologico naturale ed il soddisfacimento del fabbisogno per lo sviluppo economico e sociale |
Piano Regionale di tutela delle acque | Definisce l’insieme degli interventi finalizzati al raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici superficiali e sotterranei al fine di giungere ad una gestione sostenibie degli usi delle risorse idriche |
Piano Regionale di Tutela e di Risanamento della Qualità dell'aria | Programmazione, coordinamento e controllo dell'inquinamento atmosferico, finalizzato a migliorare le condizioni e a salvaguardare la salute dell'uomo e dell'ambiente |
Piano Regionale per la Bonifica delle Aree Inquinate | Indicazioni ed indirizzi per l'attivazione, il coordinamento e la riuscita di interventi di bonifica su aree inquinate |
Piano strategico Regionale per il Turismo | Individua le azioni e i progetti di promozione turistica da realizzare nel corso del 2011 in Italia e all’estero in relazione ai mercati e ai prodotti turistici della regione e stabilisce inoltre ruoli e competenze dei partner che collaborano con la Regione per l’attuazione delle azioni promozionali |
Regolamento Regionale 10/R, 29 ottobre 2007 e s.m.i. | Ha come obiettivo la riduzione delle perdite di azoto di origine agricola verso le acque superficiali e sotterranee, con particolare riguardo alla salvaguardia di quelle ad uso idropotabile. Individua, nelle zone designate come vulnerabili, modalità di gestione ed utilizzazione agronomica degli effluenti di origine zootecnica |
Piano Faunistico Venatorio Regionale (non ancora approvato) | Definisce la pianificazione faunistica venatoria del territorio agro-silvo-pastorale regionale e si pone l’obiettivo del mantenimento della pone l’obiettivo del mantenimento della diversità biologica della fauna selvatica e del territorio in cui vive, da attuarsi tramite la riqualificazione delle risorse ambientali, la conservazione delle capacità riproduttive delle specie omeoterme e la regolamentazione del prelievo venatorio |
Piani Forestali Territoriali | Costituiscono una piattaforma conoscitiva su caratteristiche, destinazioni, fenomeni dissestivi e viabilità agro-silvo- pastorale dei territori forestali e pastorali piemontesi suddivisi per Aree Forestali. I Comuni coinvolti nel Contratto di Fiume sono compresi nelle seguenti Aree Forestali: Area 25 Xxx Xxxxxxx; Area 57 Pianura Torinese Meridionale; Area 28 Pinerolese pedemontano e Val Sangone. | |
Documento di Programmazione delle Attività Estrattive Regionale | Disciplinare lo svolgimento nel territorio regionale dell'attività estrattiva e fa coesistere la corretta utilizzazione della risorsa mineraria, dal punto di vista tecnico-economico, con la tutela dell'ambiente e la fruizione ottimale delle altre possibili risorse del territorio | |
Provincia di Torino | Variante al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale - PTC2 | Variante approvata dalla Regione Piemonte con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 121-29759 del 21 luglio 2011. L'obiettivo strategico è lo sviluppo sostenibile della società e dell'economia provinciale, attraverso l'analisi degli elementi critici e dei punti di forza del territorio provinciale ed una valorizzazione dell'ambiente e una preservazione del suolo non edificato. |
Programma Energetico Provinciale | Documento programmatico nel settore energetico. Comprende il Secondo Rapporto sull'Energia, il Piano d'Azione e gli Strumenti d'Attuazione. | |
Piano Provinciale delle Attività Estrattive | Disciplina lo svolgimento dell'attività estrattiva con l'obiettivo di far coesister l'utilizzazione della materia mineraria con la tutela dell'ambiente e la fruizione delle risorse del territorio | |
Programma Provinciale di Gestione Rifiuti | Programmazione del ciclo integrato dei rifiuti: gestione dei servizi (produzione, raccolta, recupero); impiantistica; sistema tariffario; modello di governance. Attualmente è in corso l'aggiornamento del PPGR 2006 | |
Piano Faunistico Venatorio Provinciale | Articolato per comprensori faunistici omogenei, zone territoriali caratterizzate sotto il profilo ambientale con specifico riferimento alle caratteristiche orografiche, vegetazionali e faunistiche. Piani di miglioramento ambientale tesi a favorire la riproduzione naturale di tutta la fauna selvatica e piani di cattura e/o reimmissione finalizzati al riequilibrio faunistico |
Piano strategico provinciale per la sostenibilità | Strumento fondamentale per l'orientamento e l'integrazione trasversale nelle politiche settoriali dell'Ente degli obiettivi di sviluppo sostenibile | |
Ambito | Approvata con Deliberazione n. 349 del 27 marzo 2009. | |
Territoriale Ottimale 3 - | Revisione del Piano d'Ambito | Gestione degli acquedotti e dei servizi di fognatura e depurazione |
Torino |
Tabella 6: Il quadro programmatico di riferimento
4.3 Obiettivi di sostenibilità ambientale dei Piani
La seguente tabella indica gli obiettivi dei Piani considerati, che saranno utilizzati per la valutazione della Coerenza Esterna.
Autorità di Bacino del Po | Piano stralcio di Assetto Idrogeologico (Relazione generale - Par. 2.2) | Garantire un livello di sicurezza adeguato sul territorio | |||||
Conseguire un recupero della funzionalità dei sistemi naturali, il ripristino, la riqualificazione e la tutela delle caratteristiche ambientali del territorio, il recupero delle aree fluviali a indirizzi ricreativi | |||||||
Conseguire un recupero degli ambiti fluviali e del sistema idrico quali elementi centrali dell'assetto territoriale del bacino idrografico | |||||||
Raggiungere condizioni di uso del suolo compatibili con le caratteristiche dei sistemi idrografici e dei versanti, funzionali a conseguire effetti di stabilizzazione e consolidamento dei terreni e di riduzione dei deflussi di piena | |||||||
Piano di distretto fiume Po | gestione idrografico | del del | A | Migliorare la Qualità dell'acqua e degli ecosistemi acquatici | |||
B | Conservazione e riequilibrio ambientale | ||||||
C | Migliorare uso e protezione del suolo | ||||||
D | Gestire il bene comune (risorsa idrica) in modo collettivo | ||||||
E | Individuare strategie di adattamento ai cambiamenti climatici | ||||||
Xxxxxxx Xxxxxxxx | Xxxxx Xxxxxxxxxxxxx Xxxxxxxxx & Xxxxx Xxxxxxxxxxxx Xxxxxxxxx | 0 | Riqualificazione paesaggio | territoriale, tutela | e | valorizzazione | del |
2 | Sostenibilità ambientale, efficienza energetica |
3 | Integrazione territoriale delle infrastrutture di mobilità, comunicazione, logistica | ||
4 | Ricerca, innovazione e transizione economico-produttiva | ||
5 | Valorizzazione delle risorse umane, delle capacità istituzionali e delle politiche sociali | ||
Xxxxx xx Xxxxxxxx Xxxxxx 0000/0000 (Xxxx di intervento) | 1 | Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale | |
2 | Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale | ||
3 | Qualità della vita e diversificazione dell'economia rurale | ||
4 | Approccio "Leader" ovvero il rafforzamento della capacità progettuale e gestione locale | ||
Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e dei Fanghi di Depurazione. La Giunta Regionale con deliberazione n. 44-12235 del 28 settembre 2009 ha adottato la Proposta di Progetto di Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e dei Fanghi di depurazione, il Rapporto ambientale e la Sintesi non tecnica. | 1 | Riduzione della produzione dei rifiuti urbani, espressa in termini di produzione annua pro capite | |
2 | Raccolta differenziata (RD) al 65% a livello di ciascun Ambito Territoriale Ottimale | ||
3 | Trattamento della frazione organica raccolta differenziatamente per produrre ammendante compostato utile per aumentare il contenuto di carbonio organico nel suolo | ||
4 | Autosufficienza di smaltimento del rifiuto indifferenziato presso ciascun ATO | ||
5 | Utilizzo dei fanghi di depurazione delle acque reflue civili con l’obiettivo specifico di ridurre il conferimento in discarica dei fanghi provenienti dalla depurazione delle acque civili e industriali | ||
Piano Energetico- Ambientale Regionale | Produzione di energia da fonti rinnovabili | ||
Sviluppo di raccolta differenziata, riciclaggio e riutilizzo dei rifiuti | |||
Sostegno alle politiche di riconversione del parco di generazione termo-elettrico ed idro-elettrico | |||
Miglioramento dell’efficienza energetica negli edifici di proprietà regionale, provinciale e comunale | |||
Riduzione dei consumi energetici e delle emissioni inquinanti nel settore dei trasporti |
Promozione dell’informazione con particolare riguardo agli operatori e al consumatore finale | |||
Piano direttore delle Risorse Xxxxxxx | 1 | Puntare ad un elevato e ambizioso livello di tutela | |
2 | Necessità di disporre di informazioni precise sulla risorsa, sulle migliori tecnologie disponibili, sui sistemi di prevenzione e trattamento dei problemi ambientali ovvero agire per l'acquisizione e impiego di dati scientifici e tecnici | ||
3 | Prevenire i danni all'ambiente dando priorità all'intervento ordinario di tutela rispetto all'intervento straordinario di risanamento. Adottare metodi di intervento che incidano sui fattori di impatto e non solo sugli effetti | ||
4 | Necessità, per perseguire una gestione sostenibile della risorsa acqua, di adottare azioni con una visione globale e perspicace dei bacini idrografici e delle acque superficiali e sotterranee | ||
5 | Individuare le acque destinate al consumo umano, nonché le aree a cui è stata attribuita una protezione speciale al fine di tutelare le acque superficiali e sotterranee ivi contenute o di conservarne gli habitat e le specie presenti | ||
6 | Approccio combinato alla problematica dei controlli in 2 modi: stabilire i valori-limite di emissione agli scarichi e fissare gli obiettivi di qualità che i corpi idrici devono raggiungere | ||
7 | Perseguire una gestione integrata qualitativa e quantitativa (imposta dalla limitata disponibilità della risorsa idrica) in quanto la qualità e la quantità d'acqua assumono la stessa importanza sia per la destinazione a particolare uso, sia per il mantenimento dei sistemi ecologici | ||
8 | Necessità di integrazione della politica in materia di acque con le scelte effettuate in tema di pianificazione del territorio, industria, energia, agricoltura, pesca | ||
9 | Sviluppo equilibrato all'interno del territorio regionale: la politica in materia di acque deve essere intesa come uno degli elementi che contribuiscono alla più ampia ricerca di un'economia sostenibile ed equilibrata.l'equilibrio va altresì perseguito in un adeguato riassetto e sviluppo delle amministrazioni locali, in termini di ottimizzazione delle risorse finanziarie, di personale e di competenza tecnica |
10 | Valorizzazione economica della risorsa acqua anche in termini di servizi idrici forniti e del costo ambientale | ||
Piano Regionale di tutela delle acque | Perseguire il raggiungimento degli obiettivi minimi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi ovvero il raggiungimento del livello "Buono" per lo stato ecologico e lo stato chimico entro il 2015 nelle sezioni di Crissolo, Sanfront e Villafranca P.te | ||
prevenire e ridurre l'inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati | |||
migliorare lo stato delle acque ed individuare adeguate protezioni di quelle destinate a particolari usi; | |||
perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche; | |||
mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate | |||
Piano Regionale per la Bonifica delle Aree Inquinate | Perseguire il risanamento ambientale, per quanto possibile, di aree del territorio regionale che sono state inquinate da interventi accidentali, dolosi, sovente illegali, determinando situazioni di rischio, sia sanitario che ambientale | ||
Piano strategico Regionale per il Turismo | 1 | Miglioramento della qualità dell'offerta turistica | |
2 | Sensibilizzazione del pubblico e formazione dei protagonisti | ||
3 | Creazione di un'offerta turistica che valorizzi gli specifici vantaggi competitivi locali, in primo luogo le risorse naturali e culturali | ||
4 | Rivitalizzazione dei territori rurali | ||
5 | Controllo dell'afflusso e della tipologia turistica | ||
6 | Sviluppo economico e sociale | ||
7 | Difesa e valorizzazione del patrimonio, protezione delle risorse e salvaguardia delle aree | ||
Regolamento Regionale 10/R, 29 ottobre 2007 e s.m.i. | 1 | Promuovere l'utilizzazione agronomicamente corretta degli effluenti zootecnici e delle acque reflue agro-alimentari nelle aree non designate ZVN | |
2 | Migliorare le situazioni già compromesse e prevenire fenomeni di inquinamento delle acque nelle aree designate Vulnerabili |
Piano Faunistico Venatorio Regionale (non ancora approvato) | |||
Piani Forestali Territoriali | 1 | Tutela e valorizzazione del patrimonio silvo-pastorale | |
2 | Orientamento alla sostenibilità nella gestione delle foreste | ||
3 | Difesa dei boschi da incendi, da specie alloctone invasive, dall'inquinamento | ||
4 | Aumento della copertura arborea | ||
Documento di Programmazione delle Attività Estrattive Regionale | 1 | Disciplinare lo svolgimento nel territorio regionale dell’attività estrattiva | |
2 | Far coesistere la corretta utilizzazione della risorsa mineraria, dal punto di vista tecnico-economico, con la tutela dell’ambiente e la fruizione ottimale delle altre possibili risorse del territorio | ||
Provincia di Torino | Variante al Piano Territoriale di Coordinamento Proviciale - PTC2 | Delineare l’assetto strutturale del territorio della Provincia di Torino coerentemente con la pianificazione territoriale (PTR), paesaggistica (PPR) regionale e con la pianificazione di settore | |
Orientare l’attività degli Enti Locali per il governo del territorio | |||
Contribuire ad uno sviluppo sostenibile e valorizzare l’identità del territorio predetto e a renderne evidenti e fruibili i valori | |||
Ricercare la partecipazione degli altri enti locali e delle amministrazioni interessate | |||
Programma Energetico Provinciale | Riduzione dei consumi energetici | ||
Sviluppo delle fonti rinnovabili di energia | |||
Riduzione delle emissioni | |||
Piano Provinciale delle Attività Estrattive | 1 | Contenere il consumo di suolo | |
2 | Evitare di compromettere con attività estrattive le "continuità verdi" | ||
3 | Fornire negli insediamenti estrattivi il recupero e il miglioramento funzionale delle strisce verdi e dei corridoi ecologici |
4 | Verificare, in fase di autorizzazione, la tutela del paesaggio e dei suoi tratti distintivi | ||
5 | Commisurare la programmazione delle attività estrattive al reale fabbisogno dell'economia locale | ||
6 | Assumere le indicazioni territoriali di difesa da rischi idrogeologici e idraulici e di tutela delle acque superficiali e sotterranee come elemento di priorità nell'individuazione delle aree idonee | ||
Programma Provinciale di Gestione Rifiuti | Riduzione della produzione dei rifiuti urbani, espressa in termini di produzione annua pro capite | ||
Recupero e valorizzazione delle frazioni merceologiche presenti nei rifiuti urbani | |||
Piano Faunistico Venatorio Provinciale | Conseguimento della densità ottimale delle popolazioni selvatiche e sua conservazione | ||
Piano strategico provinciale per la sostenibilità | Fare sinergia tra esperienze in atto o in programma per garantire una maggiore integrazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale nelle diverse attività dell'Ente | ||
Valorizzare le competenze e le conoscenze di tutti, i materiali prodotti (evitando inutili duplicazioni e sovrapposizioni) | |||
Avviare e normalizzare una nuova modalità di lavoro sinergica, concertata, intersettoriale all'interno dell'Ente | |||
Ambito Territoriale Ottimale 3 - Torino | Revisione del Piano d'Ambito | Miglioramento del livello di servizio reso all’utenza, distribuito a scala di intero ambito | |
Gestione industriale del sistema idrico integrato | |||
Attribuzione alla fase operativa (industriale) dei compiti sia di infrastrutturazione che di esercizio degli impianti e del servizio nell’insieme, con responsabilità globale | |||
Effettiva regolazione e controllo del servizio |
Tabella 7: Obiettivi della pianificazione vigente
4.2 Metodologia di analisi di Coerenza Esterna
Viene di seguito presentata la proposta di matrice di analisi di coerenza esterna, ovvero il confronto tra gli Obiettivi del Contratto di Fiume e gli obiettivi dei Piani vigenti.
Tabella 8: Esempio di matrice per la valutazione della coerenza esterna del Piano d’Azione
5. Analisi di Coerenza Interna
Viene di seguito presentata la proposta di matrice di analisi di coerenza interna, ovvero il confronto tra gli Obiettivi del Contratto e le Azioni di Piano.
Tabella 9: Esempio di matrice per la valutazione della coerenza interna del Piano d’Azione
6. Modalità di analisi degli impatti
6.1 Componenti ambientali di riferimento
Sono di seguito riportate le componenti ambientali che saranno considerate nell’analisi degli impatti. Sono state individuate partendo dalle indicazioni del D. Lgs. 152/2006 (All. 1 alla Parte II) e
s.m.i. ed adattate al contesto ambientale di riferimento.
1. Cambiamenti climatici.
2. Biodiversità:
ecosistema fluviale; flora e vegetazione; fauna;
connessioni ecologiche.
3. Suolo.
4. Paesaggio:
valori naturalistici;
valori storici, culturali, artistici.
5. Aria.
6. Acqua:
qualità; quantità.
7. Salute umana:
rischio idraulico; igiene pubblica.
6.2 Matrici per una caratterizzazione/quantificazione degli impatti
Viene di seguito presentata la proposta di matrice di identificazione dei possibili impatti ambientali sulle componenti ambientali di riferimento.
Tabella 10: Esempio di matrice per la valutazione degli impatti ambientali del Piano d’Azione
Gli impatti negativi, mitigabili e non mitigabili (o solo parzialmente mitigabili), dovranno essere oggetto di un’accurata caratterizzazione a livello di:
componenti ambientali interessate;
probabilità;
durata;
frequenza;
reversibilità.
Dovranno essere previste, in tutti i casi in cui sia possibile, delle misure di mitigazione e/o misure di compensazione, al fine di mantenere gli equilibri ambientali esistenti o di non vanificare miglioramenti ottenuti con altre azioni ed assicurare al Contratto di Fiume il raggiungimento di un adeguato livello di qualità ambientale.
7. Valutazione d’Incidenza Ambientale
La Valutazione d’Incidenza è una procedura di valutazione introdotta nell’ordinamento comunitario nel 1992 dalla Direttiva 92/43/CEE, nota anche come Direttiva “Habitat”, recepita a livello Nazionale dal Dpr 08/09/1997, n. 357 e s.m.i.
In attuazione del D.P.R. 357/97 all’art. 5 la Regione Piemonte si è dotata inoltre di un Regolamento di attuazione attraverso D.P.G.R. 16 novembre 2001, n. 16/R che disciplina il procedimento di Valutazione di Incidenza.
Il D.lgs 152/2006 e s.m.i. stabilisce l’integrazione procedurale fra VAS e Valutazione d’Incidenza: l’art. 10 comma 3 recita che “la VAS e la VIA comprendono le procedure di valutazione d'incidenza di cui all'articolo 5 del decreto n. 357 del 1997; a tal fine, il rapporto ambientale, lo studio
preliminare ambientale o lo studio di impatto ambientale contengono gli elementi di cui all'allegato G dello stesso decreto n. 357 del 1997 e la valutazione dell'autorità competente si estende alle finalità di conservazione proprie della valutazione d'incidenza oppure dovrà dare atto degli esiti della valutazione di incidenza. Le modalità di informazione del pubblico danno specifica evidenza della integrazione procedurale”.
I contenuti della Valutazione d’Incidenza Ambientale sono quelli previsti dall’allegato D della Lr. 19/09 e s.m.i. “Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità “ secondo il seguente schema:
1. Descrizione del contenuto del programma e dei suoi principali obiettivi delle possibili modifiche dell’ambiente;
2. Descrizione delle caratteristiche ambientali di tutte le aree che possono essere significativamente interessate dal programma;
3. Analisi delle problematiche ambientali rilevanti ai fini del programma, con specifica attenzione alle aree sensibili;
4. Definizione degli obiettivi di tutela ambientale stabiliti nell’ambito degli accordi internazionali, delle normative comunitarie, delle leggi e degli atti d’indirizzo nazionali e regionali, perseguiti nel programma e delle modalità operative adottate per il loro conseguimento;
5. Descrizione degli impatti e delle interferenze sul sistema ambientale, con particolare riferimento alle componenti abiotiche e biotiche e alle connessioni ecologiche, e valutazione critica complessiva delle ricadute positive e negative sull’ambiente, derivanti dall’attuazione del programma;
6. Descrizione delle alternative considerate in fase di elaborazione del programma;
7. Misure previste per impedire, ridurre e ove possibile compensare gli impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del programma.
Come segnalato nel Dossier Preliminare, il Contratto di Fiume del Bacino del torrente Pellice interessa quattro aree designate a Siti d’Interesse Comunitario (SIC):
CODICE | NOME | SUPERFICIE (ha) | TIPOLOGIA SITO | REGIONE BIOGEOGRAFICA |
IT1110015 | Confluenza Po - Pellice | 145,56 | SIC | continentale |
IT1110032 | Oasi del Pra - Barant | 4.117,26 | SIC | alpina |
IT1110033 | Stazioni di Myricaria germanica | 62,77 | SIC | alpina |
IT1110045 | Bosco di Pian Pra' (Rora') | 92,86 | SIC | alpina |
Tabella 11: i SIC localizzati all’interno del bacino idrografico del torrente Pellice
Il Rapporto Ambientale avrà, tra i suoi contenuti, la Valutazione di Incidenza Ambientale nel caso in cui nel Piano d’Azione siano previsti azioni e/o interventi all’interno dei siti indicati.
8. Individuazione delle Alternative
Il metodo utilizzato per la valutazione delle alternative considererà, in una tabella a doppia entrata, gli effetti dei diversi scenari ipotizzati sulle componenti ambientali di riferimento. Tale analisi permetterà di evidenziare la presenza di effetti (positivi o negativi, immediati o differiti, reversibili o irreversibili).
In linea di massima, si possono attualmente ipotizzare quattro principali scenari, relativi all’attuazione/non attuazione, oltre che dei principali piani di settore (PAI e PTA), del Contratto di Fiume nelle azioni/attività che genererebbero impatti negativi mitigabili:
a) Alternativa 0: Attuazione dei soli piani di settore (PAI e PTA).
b) Alternativa 1: Attuazione dei Piani di settore (PAI e PTA) e del Piano d'Azione del Contratto di Fiume senza le azioni/attività per cui si prevedono impatti negativi mitigabili e senza le azioni/attività per cui si prevedono impatti negativi non mitigabili.
c) Alternativa 2: Attuazione dei Piani di settore (PAI e PTA) e del Piano d'Azione del Contratto di Fiume con le azioni/attività per cui si prevedono impatti negativi mitigabili e senza le azioni/attività per cui si prevedono impatti negativi non mitigabili.
d) Alternativa 3: Attuazione dei piani di settore (PAI e PTA) e del Piano d’Azione del Contratto di Fiume per intero.
Le alternative 1, 2 e 3 sono da considerare come confronto tra il risultato complessivo raggiunto con o senza alcune azioni che possono avere impatti di una data intensità, ampiezza e durata nel tempo ma che risultano importanti per il raggiungimento di particolari obiettivi prestazionali: in pratica, si considera quanto azioni con impatti magari localizzati possano avere effetti positivi o negativi sulle prestazioni complessive raggiunte dal Piano.
Le componenti ambientali di riferimento sono le medesime utilizzate per l’analisi degli impatti, individuate a partire dalle indicazioni del D. Lgs. 152/2006 (All. 1 alla Parte II) e s.m.i. ed adattate al contesto ambientale di riferimento.
Viene di seguito presentata la proposta di matrice di analisi dei diversi scenari derivanti dall’attuazione delle diverse Alternative.
Tabella 12: Esempio di matrice per l’individuazione delle alternative del Piano d’Azione
9. Metodi ed indicatori per il Monitoraggio Ambientale
Le caratteristiche programmatiche del Contratto di Fiume, inserite in un quadro di obiettivi a livello comunitario che richiedono il miglioramento ambientale dei corpi idrici entro il 2015, impongono la determinazione di un piano di monitoraggio in primis capace di rilevare (1) l’attuazione degli impegni presi secondo il crono-programma condiviso (ho fatto quello che dovevo/volevo fare?) e
(2) la contestuale performance attuativa (ho tratto i benefici che mi attendevo di trarre?). Questo tipo di approccio è proprio del monitoraggio di programma. Con la Valutazione Ambientale Strategica si affianca a tale quadro diagnostico un monitoraggio di performance ambientale, tanto
(3) sulle ricadute positive dell’attuazione in relazione alla risoluzione delle criticità individuate (ho risolto i problemi che avevo individuato?) quanto (4) sulle eventuali esternalità ambientali negative che possono derivare dall’implementazione del Piano di Azione (ho causato altri problemi?).
Viene di seguito presentata la proposta di matrice di Monitoraggio Ambientale.
Tabella 13: Esempio di matrice di monitoraggio per la suddivisione tematica delle azioni del Piano d’Azione
In questa matrice, le azioni vengono raggruppate (non necessariamente nello stesso ordine in cui vengono presentate nel Piano d’Azione) nelle seguenti categorie:
a) Azioni che riguardano il contesto ambientale: sono le azioni che vanno ad incidere direttamente sulle Componenti Ambientali di riferimento (es. azioni per il miglioramento della quantità o della qualità dell’acqua). In questo caso, più azioni possono concorrere alla variazione di un indicatore. Gli indicatori in questo caso sono prestazionali e di monitoraggio
b) Azioni che riguardano interventi puntuali: sono le azioni che riguardano interventi localizzati ( es. di sistemazioni spondali, rinaturalizzazioni, ecc.), per le quali vengono utilizzati indicatori quantitativi (es. ettari di superficie rimboschita), indicatori di prestazione
c) Azioni che riguardano tavoli di lavoro e/o diffusione di conoscenze: in questo caso gli indici atori potranno riguardare sia la quantità di pubblico raggiunto, sia la qualità degli Eventi (es. grafici di monitoraggio della partecipazione dei portatori d’interesse e del questionario di valutazione del processo) d) Azioni che riguardano il monitoraggio del contesto territoriale, economico e sociale dell’area per cui la variazione degli indicatori non è direttamente legata ad azioni specifiche.
Sulla base della distinzione di cui sopra, gli indicatori individuati possono essere suddivisi in:
Indicatori descrittivi o di contesto
Superficie di aree boscate / aree naturali nelle aree perifluviali - Foto aeree
Numero ed estensione delle aree degradate nel territorio del bacino - Censimenti diretti Numero di specie rilevanti (Direttiva Habitat e Uccelli) - Regione Piemonte, ARPA Superficie a monocoltura presente nell’area del bacino - Anagrafe agricola
Consumo di suolo nel territorio del bacino - Osservatori (CSI Piemonte, ARPA, Regione Piemonte, Provincia di Torino)
Superficie di aree boscate / aree naturali nelle aree perifluviali - Foto aeree Indicatori PPR - Regione Piemonte
Lunghezza percorsi ciclo-pedonali - Provincia di Torino, Comuni
Consumo di suolo nel territorio del bacino - Osservatori (CSI Piemonte, ARPA, Regione Piemonte, Provincia di Torino)
Qualità dell’aria - Rete di monitoraggio regionale, ARPA
Qualità delle acqua nei punti di censimento della rete di monitoraggio regionale - Sistema Informativo Risorse Idriche Regione Piemonte
Numero di scarichi non collettati - Catasto su base comunale (*) Superficie agricola irrigata con sistemi a risparmio idrico (es. a goccia) (**)
Qualità delle acqua nei punti di censimento della rete di monitoraggio regionale - Sistema Informativo Risorse Idriche Regione Piemonte
Numero di scarichi non collettati - Catasto su base comunale (*) Lunghezza percorsi ciclo-pedonali - Provincia di Torino, Comuni
Indicatori di controllo o di performance o di risultato o di processo
Numero di Comuni che hanno individuato la rete ecologica comunale - Comuni (PRGC)
Numero di segnalazioni di mancato rilascio del Deflusso Minimo Vitale - Provincia di Torino, ARPA Realizzazione di un programma di gestione dei sedimenti - Regione Piemonte
(*) Tale indicatore sarà utilizzabile a seguito della realizzazione del catasto. (**) Da verificare la disponibilità del dato con Xxxxxxxxx Xxxxxxx.
Tabella 14: Indicatori descrittivi e indicatori di processo
Il sistema di indicatori individuato dovrà pertanto essere capace di descrivere l’ambiente, nonché individuare, misurare e contribuire a valutare l’impatto dell’azione strategica nel corso di tutte le successive fasi di verifica e programmazione.
10. Indice del Rapporto Ambientale
1. Introduzione
1.1 Il percorso del Contratto di Fiume del Bacino del Torrente Pellice
1.2 La Valutazione Ambientale Strategica del Contratto di Fiume del Bacino del Torrente Pellice
2. Il contesto di riferimento
2.1 Inquadramento territoriale
2.2 Lo stato dell’ambiente secondo lo schema logico DPSIR
3. L’analisi di coerenza esterna
4. L’analisi di coerenza interna
5. La valutazione degli effetti sulle componenti ambientali
6. La Valutazione d’Incidenza
7. La valutazione delle alternative
8. Il Programma di Monitoraggio Ambientale
9. Sintesi non tecnica
11. La partecipazione pubblica
La normativa in materia di VAS prevede un adeguato coinvolgimento del pubblico interessato in tutte le fasi decisionali del processo, attraverso differenti canali di informazione, consultazione e partecipazione.
A tale scopo sono già state avviate diverse attività di coinvolgimento per garantire la massima informazione, partecipazione, diffusione e pubblicizzazione delle informazioni. Come previsto dalla normativa in materia di VAS e come previsto dal processo di Contratto di Fiume tutta la documentazione prodotta sarà resa disponibile al pubblico per eventuali contributi, pareri e osservazioni presso le sedi e i siti web istituzionali della Regione Piemonte e della Provincia di Torino (rispettivamente Autorità Competente e Autorità Proponente del processo di VAS).
Si ricorda infine che tutti i documenti e le informazioni inerenti il processo partecipato del Contratto di Fiume del Torrente Pellice sono pubblicati sulla pagina web dedicata della Provincia di Torino:xxxx://xxx.xxxxxxxxx.xxxxxx.xxx.xx/xxxxxxxx/xxxxxxx_xxxxxxx/xxxxxxxx/xxxxxxxxx_xxxxxxx