DESCRIZIONE ANALITICA E ATTIVITÀ RICHIESTE. Come previsto dalla DGR la “Comunità familiare” è destinata ad ospitare sei minorenni, a cui si aggiungono fino a due posti dedicati alla pronta accoglienza. Sono possibili deroghe in caso di fratelli, fino al numero massimo di dieci minorenni, compresi i figli minorenni degli adulti residenti. Ulteriori previsioni sono quelle contenute nello specifico paragrafo della DGR vigente. La presenza di adulti accoglienti e/o operatori in rapporto agli ospiti presenti dovrà essere assicurata come previsto nello specifico paragrafo della DGR vigente. Nel rispetto delle previsioni della DGR complessivamente intesa, tale tipologia di comunità dovrà assicurare: - attività di accoglienza, comprensiva di attività di cura e tutela del minore inserito; - attività educativa, di ascolto e osservazione finalizzate a riconoscere su quali bisogni, in accordo con il Servizio Sociale di presa in carico, sia necessario intervenire; - interventi di integrazione sociale, di supporto alla socializzazione fino all’accompagnamento all’autonomia in relazione all’età del minore accolto e in coerenza con il progetto individualizzato concordato; - attività di sviluppo del lavoro di rete con i soggetti pubblici e privati presenti nel territorio; - attività di raccordo con il Servizio Sociale di presa in carico e con il Servizio Minori di ASP Città di Bologna.
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Samples: Accordo Quadro
DESCRIZIONE ANALITICA E ATTIVITÀ RICHIESTE. Come previsto dalla DGR la “Comunità familiarecasa famiglia multiutenza” è destinata ad ospitare sei minorennifino ad un massimo di 6 persone, a cui si aggiungono fino a due posti dedicati alla pronta accoglienza. Sono possibili deroghe in caso di fratelli, accoglienza e fino al numero ad un massimo di dieci minorenni, compresi i persone complessivamente inclusi eventuali figli minorenni degli adulti residentiminori della coppia. Ulteriori previsioni sono quelle contenute nello specifico paragrafo della DGR vigente. La presenza di adulti accoglienti e/o operatori in rapporto agli ospiti presenti dovrà essere assicurata come previsto nello specifico paragrafo della DGR vigente. Nel rispetto delle previsioni della DGR complessivamente intesa, tale tipologia di comunità dovrà assicurare: - attività di accoglienza, comprensiva di attività di cura e tutela del minore inserito; - attività educativa, di ascolto e osservazione finalizzate a riconoscere su quali bisogni, in accordo con il Servizio Sociale di presa in carico, sia necessario intervenire; - attività atte a sostenere la relazione genitore bambino; - interventi di integrazione sociale, di supporto alla socializzazione fino all’accompagnamento all’autonomia in relazione all’età del minore accolto e in coerenza con il progetto individualizzato concordato; - attività di sviluppo del lavoro di rete con i soggetti pubblici e privati presenti nel territorio; - attività di raccordo con il Servizio Sociale di presa in carico e con il Servizio Minori di ASP Città di Bologna.
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Samples: Accordo Quadro
DESCRIZIONE ANALITICA E ATTIVITÀ RICHIESTE. Come previsto dalla DGR la È richiesto al servizio “Comunità familiareSociale a Bassa Soglia” è destinata ad ospitare sei minorenni, a cui si aggiungono fino a due posti dedicati alla pronta accoglienza. Sono possibili deroghe in caso di fratelli, fino al numero massimo di dieci minorenni, compresi i figli minorenni degli adulti residenti. Ulteriori previsioni sono quelle contenute nello specifico paragrafo della DGR vigente. La presenza di adulti accoglienti e/o operatori in rapporto agli ospiti presenti dovrà essere assicurata come previsto nello specifico paragrafo della DGR vigente. Nel rispetto delle previsioni della DGR complessivamente intesa, tale tipologia di comunità dovrà assicurare: - attività di accoglienza, comprensiva di attività di cura e tutela del minore inserito; - attività educativa, di ascolto e osservazione finalizzate a riconoscere su quali bisogni, in accordo un forte raccordo con il Servizio Sociale Città Prossima- Help Center, sia a livello procedurale, sia a livello di spazi condivisi, nonché un costante collegamento con il settore sanitario, in particolare il “Programma per le popolazioni in condizione di vulnerabilità” (di seguito“Programma vulnerabilità”) dell’AUSL di Bologna a seguito del “Protocollo d’intesa per l’assistenza alle popolazioni con vulnerabilità sociale” sottoscritto da AUSL di Bologna, Comune di Bologna e Università di Bologna). Il servizio è caratterizzato da attività che prevedono prevalentemente interventi socio- educativi, con valenza e intensità variabile in base al progetto individuale. Tali prestazioni sono specifiche in base agli obiettivi definiti e concordati e sono sempre guidati da un approccio relazionale volto a creare e mantenere la relazione tra utente e servizio e conseguente decodifica del bisogno, che si conclude nella predisposizione dell’intervento individuale stesso. La durata variabile dell’intervento dovrà necessariamente trovare spazi di valutazione in itinere in termini di obiettivi conseguiti o di riprogettazione qualora si verifichino criticità. La durata dell’intervento e il progetto individuale varierà anche in base al target di riferimento; per le persone prossime alla dimissione dal carcere il progetto prevede la presa in caricocarico del detenuto a sei mesi dall’uscita e sarà concluso esclusivamente con l’eventuale presa in carico dei servizi sociali o sanitari di riferimento territoriali e del comune di provenienza. In generale il progetto individuale definito dal responsabile del caso potrà prevedere l’attivazione di eventuali altre consulenze, attivando una co-progettazione con altri servizi sociali e sanitari del territorio, sia del pubblico che del privato sociale. Obiettivo principale del servizio è la valutazione per la definizione di una presa in carico temporanea o continuativa e quindi del Progetto Individuale che deve riportare obiettivi, tempi di realizzazione, strumenti e servizi da utilizzare. Il tutto dovrà essere garantito in assoluta coerenza con il sistema dell’offerta di risorse cittadino. La valutazione del servizio potrà riguardare anche situazioni che presentano condizione di indifferibilità ed urgenza del bisogno che richiederanno collocazione immediata in strutture dedicate, per il tempo necessario intervenire; - interventi per una valutazione più approfondita del caso.
5.1 L’appaltatore dovrà garantire le seguenti attività principali:
a) accoglienza e ascolto della richiesta volta alla decodifica del bisogno e alla ridefinizione del problema. Accompagnamento nell’attivazione di integrazione sociale, eventuali percorsi individuali;
b) osservazione della capacità di relazione dell’utente con la rete sociale e familiare (se esistente);
c) osservazione della propensione individuale al cambiamento. A tal fine l’appaltatore dovrà utilizzare anche strumenti di supporto alla socializzazione fino all’accompagnamento all’autonomia in relazione all’età del minore accolto crescita, alla responsabilizzazione e allo sviluppo delle capacità personali quali:
a) erogazione di sussidi a favore degli utenti, in coerenza con il progetto individualizzato concordatoindividuale definito;
b) utilizzo dello strumento del tirocinio formativo;
c) richiesta di consulenza a servizi specialistici (DSM DP) attraverso la partecipazione all’equipe Territoriale Integrata dedicata al disagio sociale estremo (ETI bassa soglia). In questa sede verranno valutati i casi che richiedono consulenza specialistica e assegnati ai servizi sanitari di competenza seguendo il criterio della rotazione;
d) accesso per persone anziane over 65, al fine di effettuare un’istruttoria ed una valutazione e, nel caso, predisporre una relazione da inviare al servizio sociale territoriale individuato seguendo il criterio della rotazione; - inserimento in strutture notturne e presso laboratori di comunità cittadini;
e) l’attività a favore delle persone prossime all’uscita dalla Casa Circondariale ha come obiettivo principale quello di effettuare una prima valutazione e decodifica del bisogno volto a chiarire la reale condizione del detenuto e eventualmente definire un progetto di uscita attivando i servizi sociali e sanitari del territorio compresi quelli di altri comuni qualora la persona sia residente fuori dal Comune di Bologna con reti e risorse ancora attive;
f) per quanto concerne il progetto “interventi temporanei integrati rivolti a casi multiproblematici” per persone adulte non residenti e temporaneamente presenti sul territorio cittadino o in dimissione da strutture ospedaliere ma prive di abitazione, il servizio garantirà una presa in carico sociale, sia nella fase emergenziale che per tutta la durata della permanenza temporanea sul territorio. Il servizio, qualora la persona non sia nelle condizioni di autosufficienza, predisporrà anche attività di sviluppo del lavoro trasporto dall’ospedale in cui è ricoverato, verso la struttura di rete con i soggetti pubblici e privati presenti nel territorio; - attività di raccordo con accoglienza individuata. Per le persone effettivamente residenti invece, il Servizio Sociale a Bassa Soglia, si limiterà ad una prima valutazione ed alla contestuale attivazione dell'intervento, riservandosi poi di presa passare la prosecuzione dell'intervento al servizio responsabile del caso, competente per residenza anagrafica;
g) tutte le attività e le prestazioni a favore degli utenti del servizio, dovranno essere realizzate attraverso la predisposizione di un Progetto Individuale e sempre in carico forte connessione con gli operatori pubblici, con qualifica professionale e personale del terzo settore che opera ordinariamente nel campo della povertà e dell'esclusione sociale;
h) le eventuali spese sostenute dall’appaltatore a favore degli utenti sulla base del progetto di sostegno, rientrano nel budget individuato per la concessione di contributi economici o tirocini di tipo D, finalizzati a percorsi individuali e orientati al sostegno della persona e al suo reinserimento sociale. Tutti i contributi erogati dal servizio nonché i tirocini formativi attivati, verranno gestiti dal Servizio Sociale a Bassa Soglia e rimborsati mensilmente su presentazione della documentazione giustificativa definita con il Servizio Minori di ASP Città città di Bologna.
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Samples: Capitolato Tecnico
DESCRIZIONE ANALITICA E ATTIVITÀ RICHIESTE. Come previsto dalla DGR la “Comunità familiareresidenziale educativo-integrata” è destinata ad ospitare sei minorenni, a cui si aggiungono fino a due posti dedicati alla pronta accoglienza. Sono possibili deroghe in caso di fratelli, fino al numero massimo di dieci minorenni, compresi i figli minorenni degli adulti residentinove minori e si connota per “una forte integrazione delle competenze socio educative con quelle psicologiche”. Ulteriori previsioni sono quelle contenute nello specifico paragrafo della DGR vigente. La presenza di adulti accoglienti e/o operatori del personale in rapporto agli ospiti presenti dovrà essere assicurata come previsto nello specifico paragrafo della DGR vigente. Nel rispetto delle previsioni della DGR complessivamente intesa, tale tipologia di comunità dovrà assicurare: - attività di accoglienza, comprensiva di attività di cura e tutela del minore inserito; - attività di supporto psicologico mediante interventi individualizzati diretti al minore accolto, con riferimento alle diverse sfere di vita dello stesso con una presenza minima programmata dello psicologo per minimo 15 ore settimanali; - attività educativa, di ascolto e osservazione finalizzate a riconoscere su quali bisogni, in accordo con il Servizio Sociale di presa in carico, sia necessario intervenire; - interventi di integrazione sociale, di supporto alla socializzazione fino all’accompagnamento all’autonomia in relazione all’età del minore accolto e in coerenza con il progetto individualizzato concordato; - attività di sviluppo del lavoro di rete con i soggetti pubblici e privati presenti nel territorio; - attività di raccordo con il Servizio Sociale di presa in carico e con il Servizio Minori di ASP Città di Bologna.
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Samples: Accordo Quadro
DESCRIZIONE ANALITICA E ATTIVITÀ RICHIESTE. Come evidenziato nelle LINEE, secondo il Nomenclatore 2013 la tipologia oggetto del presente lotto si caratterizza per una residenzialità “comunitaria”, capace di effettuare una “valutazione degli elementi di rischio presenti, collegati all’emergenza”. Come previsto dalla DGR la “Comunità familiaredi pronta accoglienza” è destinata ad “ospitare sei minorenni, a cui si aggiungono fino a due posti dedicati alla pronta accoglienza. Sono possibili deroghe in caso di fratelli, fino al un numero massimo di dieci minorenni, compresi dodici minori” con possibilità di deroghe come previsto nello specifico paragrafo della DGR vigente. Secondo le previsioni della DGR la durata dell’accoglienza “di norma non può superare i figli minorenni degli adulti residenti. Ulteriori due mesi”; ulteriori previsioni sono quelle contenute nello specifico paragrafo della DGR vigente. La presenza di adulti accoglienti e/o degli operatori in rapporto agli ospiti presenti dovrà essere assicurata come previsto nello specifico paragrafo della DGR vigente. Nel Oltre a quanto già previsto nel capitolato tecnico, e nel rispetto delle previsioni della DGR complessivamente intesa, tale tipologia di comunità dovrà assicurare: - attività di accoglienza, comprensiva di attività di cura immediata ospitalità e tutela del minore inserito, comprensiva di valutazione degli elementi di rischio presenti nella gestione dell’urgenza; - attività educativa, di ascolto e osservazione finalizzate a contenere l’accoglienza per il tempo strettamente necessario e a riconoscere su quali bisogni, in accordo con il Servizio Sociale di presa in carico, sia necessario intervenireintervenire nell’eventuale prosecuzione dell’intervento; - interventi di integrazione sociale, attività di supporto alla socializzazione fino all’accompagnamento all’autonomia in relazione all’età reintegrazione del minore accolto e nel nucleo familiare o nel contesto di provenienza, ovvero passaggio ad un luogo di seconda accoglienza, in coerenza stretto raccordo con il progetto individualizzato concordatoServizio Sociale responsabile dell’intervento in urgenza; - attività di sviluppo del lavoro di rete con i soggetti pubblici e privati presenti nel territorio; - attività di raccordo con il Servizio Sociale di presa in carico responsabile del caso e con il Servizio Minori di ASP Città di Bologna.
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Samples: Accordo Quadro
DESCRIZIONE ANALITICA E ATTIVITÀ RICHIESTE. Come previsto dalla DGR la “Comunità familiareeducativa semiresidenziale” è destinata deve assicurare “un orario di apertura di non meno di 5 ore giornaliere per almeno cinque giorni alla settimana, modulabile sulle esigenze dei bambini e dei ragazzi, del periodo scolastico o formativo. Potranno essere previsti moduli e orari differenziati per i più piccoli”. Inoltre “possono essere ospitati fino ad ospitare sei minorenni, a cui si aggiungono fino a due posti dedicati alla pronta accoglienza. Sono possibili deroghe in caso di fratelli, fino al numero un massimo di dieci minorenni, compresi i figli minorenni degli adulti residenti. Ulteriori previsioni sono quelle contenute nello specifico paragrafo della DGR vigente20 minori organizzati per moduli di non più di 10 ospiti ciascuno”. La presenza di adulti accoglienti e/o degli operatori in rapporto agli ospiti presenti dovrà essere assicurata come previsto nello specifico nell’apposito paragrafo della DGR vigente. Nel rispetto delle previsioni della DGR complessivamente intesa, tale tipologia di comunità dovrà assicurare: - attività di accoglienza, comprensiva di attività di cura e tutela del minore inserito; - attività educativa, di ascolto e osservazione finalizzate a riconoscere su quali bisogni, in accordo con il Servizio Sociale di presa in carico, sia necessario intervenire; - interventi di integrazione sociale, di supporto alla socializzazione fino all’accompagnamento all’autonomia in relazione all’età del minore accolto e in coerenza con il progetto individualizzato concordato; - frequenza del minore della comunità educativo residenziale fino a 4 ore, secondo quanto previsto dal progetto elaborato dal servizio sociale che ha la presa in carico; - la somministrazione del pasto, se rispondente al progetto individualizzato; - attività di sviluppo del lavoro di rete con i soggetti pubblici e privati presenti nel territorio; - attività di raccordo con il Servizio Sociale di presa in carico e con il Servizio Minori di ASP Città di Bologna.
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