LA METODOLOGIA. Il gruppo si è posto l’obiettivo di fornire risposte concrete alle esigenze di infor- mazione/ formazione comune degli insegnanti, dei genitori e degli operatori at- traverso progetti che partissero dai bisogni e dalle risorse del territorio, con al- cuni presupposti comuni: - la formazione non episodica, ma continua e legata all’operatività: i corsi so- no stati proposti come prosecuzione di quelli precedenti, tenendo conto delle esigenze emerse; - la formazione intesa non solo come “ascolto”, ma come confronto nel lavo- ro di gruppo tra un sapere teorico e le esperienze personali. Le giornate di formazione sono quindi state organizzate prevedendo due mo- menti: uno seminariale, condotto da esperti, dal contenuto prevalentemente teo- rico, ed un altro, immediatamente successivo, in gruppi di lavoro tenuti da un conduttore, che aveva il compito di rielaborare la prima parte attraverso le esperienze portate dai partecipanti, al fine di giungere alla definizione di possi- bili modelli operativi. - La territorialità, cioè interventi di informazione/formazione e di coordinamen- to a partire dalle realtà locali, per costruire punti di riferimento e di collegamen- to tra le scuole e tra la scuola e il territorio; - l’interdiscipinarietà, come presenza di professionalità, voci, punti di vista differenti, per uscire dai propri ruoli e dai propri problemi per “mettersi nei pan- ni degli altri” e cercare proposte comuni (lavoro di rete). L’esperienza dei tre anni di collaborazione ha fatto apprezzare ad ognuno l’utilità del lavoro tra soggetti di diverse istituzioni anche per lavorare meglio all’interno della pro- pria, rafforzando la convinzione che il confronto con mondi diversi consenta di riflettere e di ripensare al proprio mondo con un maggiore distacco; - l’handicap come risorsa, l’approccio al bambino diversamente abile come esperienza di crescita e di arricchimento professionale, utile per affrontare la relazione educativa con tutti i bambini e i ragazzi. L’organizzazione dei corsi è stata possibile grazie alla collaborazione con la Clinica di Neuropsichiatria Infantile diretta dal Xxxx. Xxxxx Xxxxxxxxx e con i ser- vizi territoriali della UONPIA.
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LA METODOLOGIA. Il gruppo si è posto l’obiettivo Gli studi di fornire risposte concrete alle esigenze caso sono dunque stati condotti su quattro imprese: le prime due (Pool-fil srl e Xxxxxx Xxxxx spa) appartengono al settore tessile e abbigliamento, le seconde (Nuovo Pignone spa, Piaggio spa) a quello metalmeccanico. Tuttavia, al di infor- mazione/ formazione comune degli insegnantilà dei settori produttivi ai quali le diverse realtà aziendali possono essere ricondotte, dei genitori e degli operatori at- traverso progetti che partissero dai bisogni e le imprese oggetto di analisi costituiscono realtà molto diverse le une dalle risorse del territorio, con al- cuni presupposti comunialtre. Le differenze concernono molteplici dimensioni: - la formazione non episodica, ma continua e legata all’operatività: i corsi so- no stati proposti come prosecuzione di quelli precedenti, tenendo conto delle esigenze emersetipologia del prodotto; - la formazione intesa non solo come “ascolto”l’organizzazione dei processi produttivi; - le dimensioni; - il giro di affari; - i mercati di sbocco. Tutti questi elementi finiscono per influenzare sia i contenuti della contrattazione aziendale sia gli stili negoziali che – nel corso del tempo – le imprese considerate, ma come confronto nel lavo- ro insieme alla controparte sindacale, si sono date. Naturalmente, i modelli negoziali adottati sono il risultato anche di gruppo altri fattori, primo tra un sapere teorico e le esperienze personalitutti il contesto socioculturale in cui l’azienda opera. Le giornate risorse esterne attivabili a sostegno dei processi negoziali, infatti, possono avere un impatto determinante sia sulle modalità di formazione sono quindi state organizzate prevedendo confronto tra sindacato ed impresa, sia sui contenuti degli accordi. L’analisi che proponiamo di seguito si basa sullo studio di due mo- mentifonti diverse: uno seminariale, condotto da esperti, dal contenuto prevalentemente teo- rico, ed un altro, immediatamente successivo, in gruppi di lavoro tenuti da un conduttore, che aveva il compito di rielaborare la prima parte attraverso le esperienze portate dai partecipanti, al fine di giungere alla definizione di possi- bili modelli operativi. - La territorialità, cioè interventi di informazione/formazione e di coordinamen- to a partire dalle realtà locali, per costruire punti di riferimento e di collegamen- to tra le scuole e tra la scuola e il territoriogli ultimi accordi aziendali siglati nelle quattro aziende sopra citate; - l’interdiscipinarietà, come presenza di professionalità, voci, punti di vista differenti, per uscire dai propri ruoli e dai propri problemi per “mettersi nei pan- ni gli esiti delle interviste realizzate rispettivamente con i rappresentanti delle aziende (generalmente i responsabili degli altri” e cercare proposte comuni (lavoro di rete). L’esperienza dei tre anni di collaborazione ha fatto apprezzare ad ognuno l’utilità del lavoro tra soggetti di diverse istituzioni anche per lavorare meglio all’interno della pro- pria, rafforzando la convinzione che il confronto con mondi diversi consenta di riflettere e di ripensare al proprio mondo con un maggiore distacco; - l’handicap come risorsa, l’approccio al bambino diversamente abile come esperienza di crescita e di arricchimento professionale, utile per affrontare la relazione educativa con tutti i bambini e i ragazzi. L’organizzazione dei corsi è stata possibile grazie alla collaborazione con la Clinica di Neuropsichiatria Infantile diretta dal Xxxx. Xxxxx Xxxxxxxxx uffici personale / risorse umane) e con i ser- vizi territoriali coordinatori delle RSU aziendali. Nel caso della UONPIA.Pool – Fil, per la parte sindacale si è discusso con il segretario della FILTEA – Cgil della Camera del Lavoro di Prato, in qualità di firmatario dell’accordo. Dai dati raccolti cercheremo di trarre indicazioni utili sulle modalità attraverso le quali i contenuti della contrattazione aziendale – così come definiti dall’accordo del luglio ’93 – vengono declinati nei diversi contesti analizzati. Inoltre, si cercherà di individuare gli stili negoziali che emergono dal materiale raccolto. Naturalmente, le considerazioni che emergeranno costituiscono delle ipotesi di lavoro che – per essere validate – necessitano di verifiche su un campione di aziende statisticamente rappresentativo. Prima di procedere nell’esposizione dei risultati dell’analisi può essere conveniente presentare le schede aziendali delle imprese oggetto di studio, in modo da inquadrare meglio il contesto di riferimento
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LA METODOLOGIA. Le peculiarità del curriculum “Informatica giuridica e diritto dell’informatica” del dottorato di ricerca in “Diritto e nuove tecnologie” hanno orientato verso una lettura tecnico-giuridica delle problematiche inerenti il Fascicolo Sanitario Elettronico. Si è preferita una prospettiva critica che, senza eludere il dettaglio di alcuni profili essenziali per la comprensione dello strumento esaminato, ha, però, voluto favorire un approccio per “questioni aperte”. L’attenzione al più ampio tema della sanità digitale, nel quale il FSE si colloca, è stata inevitabile, così come inevitabile è stata la contestualizzazione europea del tema in esame. L’analisi delle strategie politiche, delle norme vigenti, delle azioni in essere ha permesso di delineare lo scenario comunitario nel quale l’e-Health assume un ruolo di grande interesse. La revisione della letteratura esistente ha, poi, consentito di definire le peculiarità architetturali del FSE e le relative potenzialità. In particolare, attraverso lo studio di selezionati progetti sono stati individuati gli standard utilizzati nei sistemi informativi di FSE; ciò ha permesso di individuare le principali affinità tecnologiche e, parimenti, di osservare le criticità soprattutto legate alla struttura dei dati. Per ciò che concerne la parte normativa della ricerca, in particolare le questioni in materia di protezione dei dati personali e la definizione di un contesto nazionale dedicato al FSE, in un certo senso può asserirsi che l’opera non è conclusa. Dal gennaio 2011, anno di hanno partecipato i giovani ricercatori delle Scuole di dottorato dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Il gruppo Poster “Il Fascicolo Sanitario Elettronico tra Semantic Web e diritto alla privacy” ha ricevuto l’attestato di merito “miglior poster per l’efficacia comunicativa all’interno dell’area umanistica”. inizio del presente lavoro, ad oggi, notevoli mutamenti sono in corso, sia sul fronte comunitario (pensiamo ad esempio alla “Proposta di regolamento sulla protezione dei dati personali” del 25 gennaio 2012), sia su quello nazionale (dall’assenza di disposizioni cogenti sul FSE, si è posto l’obiettivo infatti arrivati ai recenti provvedimenti di fornire risposte concrete alle esigenze rango primario sul FSE - decreti-legge 179/2012 e 69/2013 -, alcuni dei quali sono oggetto di infor- mazione/ formazione comune degli insegnantidiscussione - trattasi dello “schema di decreto sul Fascicolo Sanitario Elettronico” attualmente all’esame della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano -). I principi in tema di “Privacy by Design” e di “Open Data” hanno sollecitato nuove considerazioni rispetto all’assetto originale della presente ricerca. In particolare, un ruolo fondamentale è stato riconosciuto al dato sanitario de-identificato collezionato nel FSE nonché alla valenza di tale informazione per finalità secondarie, di sanità pubblica e ricerca. Da qui, la convinzione di una lettura sinergica e, forse nuova, dei genitori concetti di security e degli operatori at- traverso progetti che partissero dai bisogni e dalle risorse del territorio, con al- cuni presupposti comuni: - la formazione non episodica, ma continua e legata all’operatività: i corsi so- no stati proposti come prosecuzione privacy nella modellazione di quelli precedenti, tenendo conto delle esigenze emerse; - la formazione intesa non solo come “ascolto”, ma come confronto nel lavo- ro sistemi informativi sanitari nonché l’importanza di gruppo tra un sapere teorico e le esperienze personali. Le giornate sostenere modelli di formazione sono quindi state organizzate prevedendo due mo- menti: uno seminariale, condotto da esperti, dal contenuto prevalentemente teo- rico, ed un altro, immediatamente successivo, in gruppi di lavoro tenuti da un conduttore, che aveva il compito di rielaborare la prima parte attraverso le esperienze portate dai partecipanti, al fine di giungere alla definizione di possi- bili modelli operativi. - La territorialità, cioè interventi di informazione/formazione e di coordinamen- to a partire dalle realtà locali, per costruire punti di riferimento e di collegamen- to tra le scuole e tra la scuola e il territorio; - l’interdiscipinarietà, come presenza di professionalità, voci, punti di vista differenti, per uscire dai propri ruoli e dai propri problemi per “mettersi nei pan- ni degli altri” e cercare proposte comuni (lavoro di rete). L’esperienza dei tre anni di collaborazione ha fatto apprezzare ad ognuno l’utilità del lavoro tra soggetti di diverse istituzioni anche per lavorare meglio all’interno della pro- pria, rafforzando la convinzione che il confronto con mondi diversi consenta di riflettere e di ripensare al proprio mondo con un maggiore distacco; - l’handicap come risorsa, l’approccio al bambino diversamente abile come esperienza di crescita e di arricchimento professionale, utile per affrontare la relazione educativa con tutti i bambini e i ragazzi. L’organizzazione dei corsi è stata possibile grazie alla collaborazione con la Clinica di Neuropsichiatria Infantile diretta dal Xxxx. Xxxxx Xxxxxxxxx e con i ser- vizi territoriali della UONPIAarmonizzazione tecnico-giuridici.
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LA METODOLOGIA. Il gruppo si è posto l’obiettivo Gli studi di fornire risposte concrete alle esigenze caso sono dunque stati condotti su quattro imprese: le prime due (Pool-fil srl e Xxxxxx Xxxxx spa) appartengono al settore tessile e abbigliamento, le seconde (Nuovo Pignone spa, Piaggio spa) a quello metalmeccanico. Tuttavia, al di infor- mazione/ formazione comune degli insegnantilà dei settori produttivi ai quali le diverse realtà aziendali possono essere ricondotte, dei genitori e degli operatori at- traverso progetti che partissero dai bisogni e le imprese oggetto di analisi costituiscono realtà molto diverse le une dalle risorse del territorio, con al- cuni presupposti comunialtre. Le differenze concernono molteplici dimensioni: - la formazione non episodica, ma continua e legata all’operatività: i corsi so- no stati proposti come prosecuzione di quelli precedenti, tenendo conto delle esigenze emersetipologia del prodotto; - la formazione intesa non solo come “ascolto”l’organizzazione dei processi produttivi; - le dimensioni; - il giro di affari; - i mercati di sbocco. Tutti questi elementi finiscono per influenzare sia i contenuti della contrattazione aziendale sia gli stili negoziali che – nel corso del tempo – le imprese considerate, ma come confronto nel lavo- ro insieme alla controparte sindacale, si sono date. Naturalmente, i modelli negoziali adottati sono il risultato anche di gruppo altri fattori, primo tra un sapere teorico e le esperienze personalitutti il contesto socioculturale in cui l’azienda opera. Le giornate risorse esterne attivabili a sostegno dei processi negoziali, infatti, possono avere un impatto determinante sia sulle modalità di formazione sono quindi state organizzate prevedendo confronto tra sindacato ed impresa, sia sui contenuti degli accordi. L’analisi che proponiamo di seguito si basa sullo studio di due mo- mentifonti diverse: uno seminariale, condotto da esperti, dal contenuto prevalentemente teo- rico, ed un altro, immediatamente successivo, in gruppi di lavoro tenuti da un conduttore, che aveva il compito di rielaborare la prima parte attraverso le esperienze portate dai partecipanti, al fine di giungere alla definizione di possi- bili modelli operativi. - La territorialità, cioè interventi di informazione/formazione e di coordinamen- to a partire dalle realtà locali, per costruire punti di riferimento e di collegamen- to tra le scuole e tra la scuola e il territoriogli ultimi accordi aziendali siglati nelle quattro aziende sopra citate; - l’interdiscipinarietà, come presenza di professionalità, voci, punti di vista differenti, per uscire dai propri ruoli e dai propri problemi per “mettersi nei pan- ni gli esiti delle interviste realizzate rispettivamente con i rappresentanti delle aziende (generalmente i responsabili degli altri” e cercare proposte comuni (lavoro di rete). L’esperienza dei tre anni di collaborazione ha fatto apprezzare ad ognuno l’utilità del lavoro tra soggetti di diverse istituzioni anche per lavorare meglio all’interno della pro- pria, rafforzando la convinzione che il confronto con mondi diversi consenta di riflettere e di ripensare al proprio mondo con un maggiore distacco; - l’handicap come risorsa, l’approccio al bambino diversamente abile come esperienza di crescita e di arricchimento professionale, utile per affrontare la relazione educativa con tutti i bambini e i ragazzi. L’organizzazione dei corsi è stata possibile grazie alla collaborazione con la Clinica di Neuropsichiatria Infantile diretta dal Xxxx. Xxxxx Xxxxxxxxx uffici personale / risorse umane) e con i ser- vizi territoriali coordinatori delle RSU aziendali. Nel caso della UONPIAPool – Fil, per la parte sindacale si è discusso con il segretario della FILTEA – Cgil della Camera del Lavoro di Prato, in qualità di firmatario dell’accordo. Dai dati raccolti cercheremo di trarre indicazioni utili sulle modalità attraverso le quali i contenuti della contrattazione aziendale – così come definiti dall’accordo del luglio ’93 – vengono declinati nei diversi contesti analizzati. Inoltre, si cercherà di individuare gli stili negoziali che emergono dal materiale raccolto. Naturalmente, le considerazioni che emergeranno costituiscono delle ipotesi di lavoro che – per essere validate – necessitano di verifiche su un campione di aziende statisticamente rappresentativo. Prima di procedere nell’esposizione dei risultati dell’analisi può essere conveniente presentare le schede aziendali delle imprese oggetto di studio, in modo da inquadrare meglio il contesto di riferimento La Pool-Fil operava nel distretto industriale pratese. Si tratta di un’impresa appartenente al Gruppo Xxxxxxxxxx, costituito da 4 aziende operanti nella Val di Bisenzio ed una in Romania.
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