Deliberazioni del Consiglio e della Giunta
PARTE SECONDA
Deliberazioni del Consiglio e della Giunta
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 30 novembre 2020, n. 1937
Variazione compensativa ai sensi dell’art. 51 comma 2 del D.Lgs. 118/2011 e ss.mm.ii. tra il capitolo 4966 e il capitolo 4967 del Servizio Valorizzazione e Tutela delle Risorse Naturali e Biodiversità Approvazione schema di Accordo ex art. 15 legge 241/90 tra la Regione Puglia ed il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Bari per la tutela della zootecnia.
L’Assessore all’Agricoltura, xxxx. Xxxxxx Xxxxxxxxxxxx, sulla base dell’istruttoria espletata dal responsabile di Posizione Organizzativa dell’Osservatorio Faunistico Regionale, xxxx. Xxxx Xxxxxxxx Xx Xxxxxx e confermata dal Dirigente del Servizio Valorizzazione e Tutela delle Risorse Naturali e Biodiversità, xxxx. Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx e dal Dirigente della Sezione Gestione Sostenibile delle Risorse Forestali e Naturali e confermata dal Dirigente, xxxx. Xxxxxxxx Xxxxxxxxx, riferisce quanto segue.
Premesso che:
L’Osservatorio Faunistico Regionale, con sede in Bitetto, è qualificato come struttura tecnica della Regione Puglia, come stabilito dall’art. 6 della Legge Regionale n. 59 del 20 dicembre 2017.
Tra le finalità perseguite dalle attività della citata struttura regionale, è prevista “attività di studio e sperimentazione sulla protezione della fauna autoctona e relativo habitat” (art. 6 comma 3 lettera h).
L’art. 1 della Legge Regionale n. 59 del 20 dicembre 2017, “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma, per la tutela e la programmazione delle risorse faunistico-ambientali e per la regolamentazione dell’attività venatoria”, prevede, tra le proprie finalità quella di “promuovere e adottare studi e indagini di interesse faunistico-ambientale, con particolare riguardo per lo sviluppo della conoscenza del patrimonio faunistico e i modi per la sua tutela”;
Al successivo art. 2, la medesima Legge regionale individua il lupo (canis lupus) tra le specie particolarmente protette.
La suddetta specie, tornata a popolare il nostro territorio dopo un lungo periodo di fortissima riduzione della presenza, entra spesso in conflitto con le attività antropiche, in particolare con la zootecnia.
Il ritorno del lupo nei territori in cui si era nel frattempo persa la memoria delle dinamiche di interazione e protezione, ha causato una situazione di incertezza e di paura negli allevatori, impreparati ad affrontare le aggressioni agli animali oggetto di allevamento.
La concomitante enorme diffusione degli ungulati, ha, inoltre, portato le popolazioni di lupo ad aumentare considerevolmente di numero, stimolando il fenomeno dell’erratismo da parte dei giovani in cerca di nuovi territori, con il risultato della colonizzazione di ambiti nuovi, più antropizzati, in cui gli ungulati sono ancora assenti o meno presenti e quindi stimolando le predazioni sugli allevamenti.
Appare quindi prioritaria la necessità di fornire agli allevatori una serie di strumenti efficaci per contrastare le predazioni, senza peraltro incidere sulle popolazioni dei predatori che, si ricorda, da un punto di vista ecologico sono indispensabili per il governo dell’equilibrio degli ambienti.
A seguito di corrispondenza tra il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’università di Bari e la Sezione Gestione Sostenibile delle Risorse Forestali e Naturali è stata manifestata la disponibilità a proseguire la collaborazione tra Enti, prevedendo l’assegnazione di un contributo finanziario di €. 40.000,00 da parte della Regione Puglia per promuovere il progetto presentato dal Dipartimento di Medicina Veterinaria.
Con nota in atti prot. 70166 del 05.10.2020, è stato acquisito in atti il “Progetto di tutela della zootecnia dalle aggressioni da carnivori selvatici” presentato dal citato Dipartimento.
PRESO ATTO che:
La vigente normativa in materia di accordi fra Pubbliche Amministrazioni prevede lo strumento degli “Accordi” ai sensi dell’art. 15 della legge 241/90, per attività di comune e reciproco interesse.
In attuazione delle direttive UE, l’art. 5, comma 6, D.Lgs. 50/2016 dispone che un accordo concluso esclusivamente tra due o più amministrazioni aggiudicatrici non rientra nell’ambito di applicazione del codice dei contratti pubblici purché siano soddisfatte tutte le seguenti condizioni:
a) l’accordo stabilisce o realizza una cooperazione tra le amministrazioni aggiudicatrici o gli enti aggiudicatari partecipanti, finalizzata a garantire che i servizi pubblici che essi sono tenuti a svolgere siano prestati nell’ottica di conseguire gli obiettivi che essi hanno in comune;
b) l’attuazione di tale cooperazione è retta esclusivamente da considerazioni inerenti all’interesse pubblico;
c) le amministrazioni aggiudicatrici o gli enti aggiudicatari partecipanti svolgono sul mercato aperto meno del 20 per cento delle attività interessate dalla cooperazione.
L’orientamento più volte espresso dall’ANAC in materia di accordi ex art. 15 L. 241/1990 in base al quale:
✓ lo scopo dell’accordo deve essere rivolto a realizzare un interesse pubblico effettivamente comune ai partecipanti, da valutarsi alla luce delle finalità istituzionali degli enti coinvolti;
✓ alla base dell’accordo deve rinvenirsi una reale suddivisione di compiti e responsabilità;
✓ i movimenti finanziari tra i soggetti devono configurarsi come mero ristoro delle spese sostenute, dovendosi escludere la sussistenza di un corrispettivo per i servizi resi;
✓ il ricorso all’accordo non può interferire con la libera circolazione dei servizi e l’accordo non può essere strumentale all’elusione delle norme sulla concorrenza in tema di appalti pubblici.
L’ammontare complessivo del Progetto è pari € 80.000,00, di cui € 40.000,00 a carico della Regione Puglia e
€.40.000,00 a carico del Dipartimento di Medicina Veterinaria.
Il costo complessivo, quindi, è da intendersi quale contributo alle spese vive o dirette così come individuate dal progetto ed effettivamente sostenute.
I movimenti finanziari tra le amministrazioni partecipanti si configurano esclusivamente come ristoro delle spese sostenute, ovvero come mero rimborso di costi reali, essendo escluso il pagamento di un corrispettivo comprensivo di un margine di guadagno.
Ciascuna categoria di spesa calcolata in progetto individua un importo stimato che costituisce anche il tetto massimo al di sopra del quale le voci di costo non potranno essere ammesse a rimborso.
La verifica positiva di tutte le condizioni sopra riportate esclude ogni interferenza del progetto con i principi di libera circolazione dei servizi e di concorrenza presidiati dalle norme in materia di appalti pubblici.
CONSIDERATO CHE:
Il capitolo di spesa deputato alle esigenze dell’Osservatorio Faunistico Regionale, con corretta classificazione del piano dei conti finanziario, è il capitolo 4967 che ha una dotazione insufficiente a coprire la spesa che si intende affrontare.
Il capitolo di spesa 4966, al contrario, ha una dotazione eccedente per le attività pianificate; pertanto si rileva l’opportunità di spostare, con variazione compensativa, risorse economiche dal capitolo 4966 al capitolo 4967, onde consentire l’approvazione del progetto sopra descritto, garantendone la copertura finanziaria.
Vista la Legge Regionale n. 55 del 30.12.2019 “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2020 e bilancio pluriennale 2020-2022 della Regione Puglia (Legge di stabilità regionale 2020)”con la quale è stata assegnata una dotazione finanziaria per l’esercizio 2020, in termini di competenza, di € 50.000,00 sul cap. 4966
Vista la Legge Regionale n. 56 del 30.12.2019 “Bilancio di previsione della regione Puglia per l’esercizio finanziario 2020 e bilancio pluriennale 2020-2022”;
Vista la D.G.R. n. 55 del 21.01.2020 di approvazione del Documento tecnico di accompagnamento al bilancio di previsione e del bilancio finanziario gestionale 2020 – 2022;
E’ necessario procedere con una variazione compensativa, da operare tra il capitolo 4966, il quale ha una dotazione finanziaria che eccede le necessità attuali, e il capitolo 4937, in termini di competenza e cassa, per l’avvio delle attività pianificate, così come definito nella sezione “copertura finanziaria”.
Garanzie di riservatezza
“La pubblicazione sul BURP, nonché la pubblicazione all’Albo o sul sito istituzionale, salve le garanzie previste dalla legge 241/1990 in tema di accesso ai documenti amministrativi, avviene nel rispetto della tutela della riservatezza dei cittadini secondo quanto disposto dal Regolamento UE n. 679/2016 in materia di protezione dei dati personali, nonché dal D.Lgs. 196/2003 ss.mm.ii., ed ai sensi del vigente Regolamento regionale 5/2006 per il trattamento dei dati sensibili e giudiziari, in quanto applicabile. Ai fini della pubblicità legale, il presente provvedimento è stato redatto in modo da evitare la diffusione di dati personali identificativi non necessari ovvero il riferimento alle particolari categorie di dati previste dagli articoli 9 e 10 del succitato Regolamento UE.”
SEZIONE COPERTURA FINANZIARIA DI CUI AL D. LGS. 118/2011 E SS.MM.II.
Il presente provvedimento comporta la variazione compensativa tra capitoli di spesa, rispetto al Bilancio di previsione 2020 e pluriennale 2020 – 2022, approvato con L.R. n. 56/2019, al Documento tecnico di accompagnamento e al Bilancio gestionale approvato con DGR n. 55/2020 ai sensi dell’art. 51 del D.Lgs. 118/2011, secondo il seguente schema:
Nell’ambito del Bilancio Autonomo 2020, Missione 16 Programma 02 Titolo 1
Capitolo | Variazione in diminuzione | Capitolo | Variazione in aumento |
4966 “Spese di gestione Osservatorio Faunisti- co e centro recupero rapaci. Altri servizi L.R. 27/98” Pdcf: 1.03.02.99.000 | - 40.000,00 | 4967 “Spese di gestione Osservatorio Faunistico e centro recupero rapaci. Trasferimenti correnti ad amministrazioni L.R. 27/98” Pdcf: 1.04.01.02.000 | + 40.000,00 |
La variazione proposta con il presente provvedimento garantisce il rispetto dei vincoli di finanza pubblica, garantendo il pareggio di bilancio in aderenza alle disposizioni di cui alla Legge 27 dicembre 2019, n. 160 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e per il triennio 2020-2022), commi da 541 a 545.
Il presente provvedimento rientra nelle competenze della Giunta Regionale ai sensi dell’art. 51 comma 3 del D.Lgs. 118/2011e a norma dell’art 4 comma 4 lettera k) della L.R. 7/97.
L’Assessore relatore, sulla base delle risultanze istruttorie illustrate, ai sensi dell’Art. 4 comma 4, lettera k) della L.R. 7/1997 propone alla Giunta di adottare il seguente atto finale:
1. di approvare la variazione compensativa tra capitoli di spesa 4966 e 4967, rispetto al Bilancio di previsione 2020 e pluriennale 2020 – 2022, approvato con L.R. n. 56/2019, al Documento tecnico di accompagnamento e al Bilancio gestionale approvato con DGR n. 55/2020 ai sensi dell’art. 51 del D.Lgs. 118/2011come indicata nella sezione “Copertura finanziaria”;
2. di autorizzare la Sezione Bilancio e Ragioneria ad operare la variazione compensativa tra capitoli di spesa 4966 e 4967, rispetto al Bilancio di previsione 2020 e pluriennale 2020 – 2022, approvato con L.R. n. 56/2019, al Documento tecnico di accompagnamento e al Bilancio gestionale approvato con DGR n. 55/2020 ai sensi dell’art. 51 del D.Lgs. 118/2011come indicata nella sezione “Copertura finanziaria”;
3. di approvare il progetto “Progetto di tutela della zootecnia dalle aggressioni da carnivori selvatici” di cui all’allegato “A”, parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
4. di approvare lo schema di Accordo ex art. 15 legge 241/90 tra la Regione Puglia e il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Bari, di cui all’Allegato“B”, parte integrante e sostanziale del presente provvedimento, con un onere finanziario complessivo massimo pari ad
€. 40.000,00 per la durata di anni 1 (uno); il relativo versamento del contributo avverrà nei termini e modalità riportate nel citato schema di“Accordo”.
5. di disporre che la Sezione Gestione Sostenibile delle Risorse Forestali e Naturali, nella persona del Dirigente pro tempre, sottoscriva l’accordo e disponga, con successivi atti dirigenziali, l’impegno, la liquidazione e il pagamento delle somme previste come contributo spese e l’eventuale rinnovo dell’accordo.
6. di disporre la pubblicazione nel B.U.R.P., ai sensi dell’art. 6, lettera e), della L.R. n. 13/94, nonché sul sito della Regione Puglia xxx.xxxxxxx.xxxxxx.xx – Sezione Amministrazione Trasparente.
I sottoscritti attestano che il procedimento istruttorio loro affidato, è stato espletato nel rispetto della vigente normativa regionale, nazionale e comunitaria e che il presente schema di provvedimento, dagli stessi predisposto ai fini dell’adozione dell’atto finale da parte della Giunta Regionale, è conforme alle risultanze istruttorie.
Il vicario della P.O.
Dell’Osservatorio faunistico regionale xxxx. Xxxx Xxxxxxxx Xx Xxxxxx
Il Dirigente del Servizio xxxx. Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx
Il Dirigente della Sezione xxxx. Xxxxxxxx Xxxxxxxxx
Il sottoscritto Direttore del Dipartimento in applicazione di quanto previsto dal DPGR n. 443/2015 non ravvisa la necessità di esprimere sulla proposta di delibera alcuna osservazione.
Il Direttore del Dipartimento Agricoltura,
Sviluppo Rurale e Tutela dell’Ambiente Xxxx. Xxxxxxxx Xxxxxxx
L’Assessore
Xxxx. Xxxxxx Xxxxxxxxxxxx
LA GIUNTA
- Udita la relazione e la conseguente proposta dell’Assessore alle Risorse Agroalimentari;
- Viste le attestazioni poste in calce al presente provvedimento dai dirigenti e dal direttore del Dipartimento Agricoltura Sviluppo Rurale e Tutela Ambientale;
- A voti unanimi espressi nei modi di legge,
DELIBERA
1. di approvare la variazione compensativa tra capitoli di spesa 4966 e 4967, rispetto al Bilancio di previsione 2020 e pluriennale 2020 – 2022, approvato con L.R. n. 56/2019, al Documento tecnico di accompagnamento e al Bilancio gestionale approvato con DGR n. 55/2020 ai sensi dell’art. 51 del D.Lgs. 118/2011come indicata nella sezione “Copertura finanziaria”;
2. di autorizzare la Sezione Bilancio e Xxxxxxxxxx ad operare la variazione compensativa tra capitoli di spesa 4966 e 4967, rispetto al Bilancio di previsione 2020 e pluriennale 2020 – 2022, approvato con L.R. n. 56/2019, al Documento tecnico di accompagnamento e al Bilancio gestionale approvato con DGR n. 55/2020 ai sensi dell’art. 51 del D.Lgs. 118/2011 come indicata nella sezione “Copertura finanziaria”;
3. di approvare il progetto “Progetto di tutela della zootecnia dalle aggressioni da carnivori selvatici” di
cui all’allegato “A”, parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
4. di approvare lo schema di Accordo ex art. 15 legge 241/90 tra la Regione Puglia e il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Bari, di cui all’Allegato“B”, parte integrante e sostanziale del presente provvedimento, con un onere finanziario complessivo massimo pari ad €. 40.000,00 per la durata di anni 1 (uno); il relativo versamento del contributo avverrà nei termini e modalità riportate nel citato schema di“Accordo”.
5. di disporre che la Sezione Gestione Sostenibile delle Risorse Forestali e Naturali, nella persona del Dirigente pro tempre, sottoscriva l’accordo e disponga, con successivi atti dirigenziali, l’impegno, la liquidazione e il pagamento delle somme previste come contributo spese e l’eventuale rinnovo dell’accordo.
di disporre la pubblicazione nel B.U.R.P., ai sensi dell’art. 6, lettera e), della L.R. n. 13/94, nonché sul sito della Regione Puglia xxx.xxxxxxx.xxxxxx.xx – Sezione Amministrazione Trasparente
IL SEGRETARIO GENERALE DELLA GIUNTA REGIONALE | IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE |
Xxxxxxxx Xxxxxxxxxx | Xxxxxxx Xxxxxxxx |
REGIONE PUGLIA
SEZIONE BILANCIO RAGIONERIA PARERE DI REGOLARITA' CONTABILE
(D. Lgs. n. 118/11 e s.m.i.)
UFFICIO | TIPO | ANNO | NUMERO | DATA |
FOR | DEL | 2020 | 55 | 30.11.2020 |
VARIAZIONE COMPENSATIVA AI SENSI DELL'ART. 51 COMMA 2 DEL D.LGS. 118/2011 E SS.MM.11. TRA IL CAPITOLO 4966 E IL CAPITOLO 4967 DEL SERVIZIO VALORIZZAZIONE E TUTELA DELLE RISORSE NATURALI E BIODIVERSITÀ APPROVAZIONE SCHEMA DI ACCORDO EX ART. 15 LEGGE 241/90 TRA LA REGIONE PUGLIA ED IL DBARTIMENTO DI MEDICINA VETERINARIA DELL'UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI PER LA TUTELA DELLA ZOOTECNIA
Si esprime: PARERE DI REGOLARITA'CONTABILE POSITIVO
LR 28/2001 art. 79 Comma 5
Responsabile del Procedimento Dirigente
DR. XXXXXX XXXXXXXX
Firmato digitalmente da
XXXXXX XXXXXX �"'"=--
SCe�riaIlTNumber � TINIT-
2886
Bilancio previsione 2020 - 2021 - 2022
VARIAZIONI AL BILANCIO FINANZIARIO GESTIONALE - SPESE
Bollettino Ufficiale della Xxxxxxx Xxxxxx - x. 00 del 22-1-2021
Capitolo | Descrizione Capitolo | Tipo Bilancio | Cassa | Previsioni dell'anno 2020 | Previsioni dell'anno 2021 | Previsioni dell'anno 2022 |
U0004967 | SPESE GESTIONE OSSERVATORIO FAUNISTICO E CENTRO RECUPERO RAPACI. TRASFERIMENTICORRENTI AD AMMINISTRAZIONILOCALI | AUTONOMO | 40.000,00 | 40.000,00 | 0,00 | 0,00 |
Descrizione Capitolo | RESIDUI PRESUNTI AL TERMINE DEL 2019 | Cassa | Previsioni dell'anno 2020 | Previsioni dell'anno 2021 | Previsioni dell'anno 2022 |
Disavanzo di Amministrazione | 0,00 | 0,00 | 0,00 |
PROTOCOLLO FOR/2020/55 TIPO DELIBERA DEL NUMERO INTERNO VARIAZIONE 0000015045
Capitolo | Descrizione Capitolo | Tipo Bilancio | Cassa | Previsioni dell'anno 2020 | Previsioni dell'anno 2021 | Previsioni dell'anno 2022 |
U0004966 | SPESE GESTIONE OSSERVATORIO FAUNISTICO E CENTRO RECUPERO RAPACI. ALTRI SERVIZI L.R. N. 27/98 | AUTONOMO | 40.000,00- | 40.000,00- | 0,00 | 0,00 |
TOTALE GENERALE | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 | 0,00 |
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dipartimento di medicina veterinaria
PREMESSA
Storicamente la presenza del lupo sul territorio ha innescato una serie di conflitti con l’uomo. Il lupo, predatore tipico delle aree appenniniche ed oggi diffuso anche in molte aree di pianura, da sempre è stato attratto dagli animali domestici che rappresentano prede più facili da raggiungere ma anche, nel passato, per la carenza di prede naturali quali cervo e capriolo.
Questo contrasto è alla base della persecuzione sistematica, operata dall’uomo nei confronti del lupo e del suo quasi completo sterminio che ha toccato il suo apice più drammatico negli anni ’70 del secolo scorso.
Dopo l’emanazione di vari decreti di protezione legale, la specie ha ripreso, pian piano, a ricolonizzare la penisola, partendo dai nuclei storici che ancora sopravvivevano.
Nel frattempo, nelle aree ove il lupo era scomparso, si perdevano man mano le abitudini alla tutela degli animali domestici, passando ad esempio dall’impiego dei cani da guardiania ai cani da guida, che sono del tutto inadatti a fronteggiare le aggressioni da parte di un predatore selvatico.
Il ritorno del lupo nei territori in cui si era nel frattempo persa la memoria ha causato una situazione di incertezza e di paura negli allevatori, impreparati ad affrontare le aggressioni agli animali oggetto di allevamento.
Il concomitante enorme sviluppo degli ungulati (verificatori sostanzialmente nell’ultimo trentennio), ha, inoltre, portato le popolazioni di lupo ad aumentare considerevolmente di numero, stimolando il fenomeno dell’erratismo da parte dei giovani in cerca di nuovi territori, con il risultato della colonizzazione di ambiti nuovi, più antropizzati, in cui gli ungulati sono ancora assenti o meno presenti e quindi stimolando le predazioni sugli allevamenti.
Appare quindi prioritaria la necessità di fornire agli allevatori una serie di strumenti efficaci per contrastare le predazioni, senza peraltro incidere sulle popolazioni dei predatori che, si ricorda, da un punto di vista ecologico sono indispensabili per il governo dell’equilibrio degli ambienti.
dipartimento di medicina veterinaria
La Regione Puglia, consapevole del problema che si sta estendendo a numerose aree e a numerose aziende zootecniche, ha espresso la necessità di un intervento che possa mettere le stesse attività zootecniche di autotutelarsi e, per questo motivo, ha chiesto la redazione di un progetto di ausilio agli allevamenti comprendente cinque punti focali imprescindibili:
--formazione degli operatori zootecnici sui metodi di difesa dalle predazioni
--informazione ai portatori di interesse, alle scuole ed alla opinione pubblica
--assistenza alle aziende che ne facciano richiesta motivata da reali esigenze
--manuale di buone pratiche per gli allevatori con le strategie fondamentali per contrastare le predazioni da carnivori
--dimostrazioni dell’efficacia dei metodi prescelti in due aziende pilota.
A queste necessità, espresse dall’Amministrazione regionale, si ritiene utile aggiungere quella della riscoperta dei cani “da pecora” frutto di una millenaria selezione e che vedono la loro efficacia antipredatoria fondarsi su un concetto particolare di “territorio”: non uno spazio fisico, come succede per la maggior parte dei mammiferi, ma lo stesso gregge. Il cane si identifica con esso e lo difende da ogni aggressione.
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I PRESUPPOSTI E LE MOTIVAZIONI DEL PROGETTO
Stando a quanto detto in precedenza, si rilevano una serie di motivazioni sull’opportunità di realizzare un progetto consistente nell’applicazione di una serie di buone pratiche, basate su rigorosa sperimentazione scientifica, da mettere a disposizione degli allevatori a tutela delle loro aziende e delle attività.
I momenti in cui un allevamento è esposto ad attacchi e predazioni da parte dei carnivori (segnatamente, nelle zone di interesse, lupo e cane randagio/inselvatichito) sono due: il pascolo e la stabulazione notturna in recinti all’aperto.
Una serie di osservazioni condotte ormai da diversi anni nel territorio teramano (Gallizia 2018) ha permesso di verificare come l’adozione di cani della razza “mastino abruzzese” e di recinti elettrificati abbia ridotto, fino quasi ad azzerarli, gli attacchi agli ovini da parte di cane inselvatichito e lupo, anche in assenza del pastore.
Partendo da questi risultati e in considerazione del fatto che la diffusione del lupo ha generato negli allevatori, ma non solo, un generale senso di insicurezza e che si sono verificate e si consolidano una serie di reazioni estremamente negative nei confronti della specie, appare ragionevole pensare che sia possibile l’applicazione di protocolli ormai sperimentati in altre Regioni d’Italia, volta a fornire agli allevatori in primis e al resto della popolazione, una serie di informazioni corrette sulla possibilità di gestione del fenomeno.
In effetti, oltre alla perdita di abitudine a contrastare le predazioni da parte del lupo, il problema si è esteso dagli allevatori ad altre categorie di persone, anche a causa di notizie travisate e strumentali divulgate dalla stampa. È nata e si è quindi diffusa una psicosi della “presenza del lupo” che ha contagiato, con motivazioni diverse, cacciatori, cercatori di funghi, escursionisti, abitanti di zone rurali.
Di fronte al silenzio ufficiale della scienza e alle mancate risposte delle Amministrazioni pubbliche, ognuno ha creduto bene di alimentare le proprie fobie, in alcuni casi con un fine utilitaristico.
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Il problema si è incentrato sul lupo tralasciando il ben grave e consistente problema dei cani vaganti, in alcuni casi ormai inselvatichiti e molto più numerosi ed aggressivi del predatore selvatico, al quale, comunque, vengono attribuite tutte le colpe.
A titolo di esemplificazione, si riportano una serie di elementi che dovrebbero far riflettere abbondantemente chi ha il peso dell’amministrazione della cosa pubblica.
A fronte di una esponenziale crescita del numero degli ungulati, il fronte venatorio preme per il controllo numerico del lupo per una supposta distruzione degli stessi ungulati da parte di questo, cavalcando l’onda delle proteste degli allevatori ed aggiungendo combustibile al fuoco.
Sotto un altro aspetto, le notizie gonfiate da parte della stampa in cerca di sensazionalismi, la psicosi del lupo-mangiauomini ha contagiato i raccoglitori di funghi che affermano di temere di andare a esplicare la loro attività per paura di essere aggrediti dal famelico predatore.
E al coro si aggiungono gli escursionisti alcuni dei quali, per fortuna al momento pochi, affermano di voler andare a fare trekking in natura armati per difendersi agli attacchi.
Si conclude questa breve carrellata con le paure di abitanti di borghi rurali i quali lamentano di non poter far giocare i propri figli all’aperto per paura che vengano aggrediti e mangiati dai lupi.
Di fronte a queste affermazioni e a questo stato d’animo, a parte le reazioni di alcune associazioni ambientaliste/animaliste che puntano sull’intoccabilità del lupo in quanto protetto (talvolta suscitando vere e proprie reazioni inconsulte quali uccisioni ed esposizione in pubblico delle loro carcasse) non si è registrato alcun intervento ufficiale della scienza se non in convegni ai quali, è noto, partecipano quasi esclusivamente addetti ai lavori o appassionati che non hanno certo il bisogno di essere convinti. Appare quindi fondamentale che le aziende zootecniche ricevano una seria informazione ed una qualificata assistenza che permetta loro di tutelare gli animali allevati e, di conseguenza, il reddito degli operatori del settore.
La messa a disposizione degli allevatori delle buone pratiche già sperimentate in contesti simili può costituire un insostituibile aiuto nel contrasto delle predazioni da lupo e da cane vagante.
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Contestualmente, la stessa buona e corretta informazione rivolta al vasto pubblico permetterebbe di abbattere quello stato di psicosi eliminando in primo luogo alcune leggende metropolitane di cui, per pura curiosità, si riporta una breve sintesi.
-- i lupi sono stati reintrodotti dagli ambientalisti (falso: in nessun caso è stata fatta reintroduzione di lupi. Al massimo, in rari casi sono stati rimessi in libertà lupi precedentemente catturati per essere sottoposti a cure sanitarie)
-- i lupi aggrediscono l’uomo (falso: il lupo fugge l’uomo e, in casi molto particolari, trovandosi senza vie di fuga, si difende. Le ultime aggressioni da parte di lupi all’uomo risalgono al 1700, quando bambini in tenera età venivano mandati a controllare le greggi al pascolo)
-- i lupi prediligono gli animali domestici a quelli selvatici (falso: con buona disponibilità di prede selvatiche il lupo preferisce queste, non essendo propenso ad avvicinarsi all’uomo. Vero è, invece, che in caso di forte disturbo quale incendi boschivi, cantieri forestali, ecc., gli esemplari in dispersione per la paura giungono in zone non conosciute, non idonee e predano ciò che capita, compresi i domestici)
--i lupi stanno conquistando gli spazi urbani (in alcuni casi il lupo si avvicina agli ambiti urbani, ma in particolari casi e non con intenti aggressivi).
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L’IDEA PROGETTUALE
Partendo dall’esperienza avuta in provincia di Teramo ed in Abruzzo dal Centro Studi per l’Ecologia e la Biodiversità degli Appennini, il progetto prende in considerazione la possibilità di sperimentare le strategie di tutela degli allevamenti dalla predazione di canidi selvatici (Canis lupus italicus) e inselvatichiti/randagi (Canis familiaris) nella Murgia Barese che costituisce per la Puglia un’area critica ove la presenza del lupo è accertata ormai da molti anni (fine 1999 – 2000).
Organizzazione del progetto
Le attività verranno avviate e condotte attraverso diverse fasi per la durata di un anno (prorogabili all’anno successivo) così come appresso descritto:
prima fase
gli interventi
gli interventi di tutela si sviluppano secondo una prassi consolidata:
-- formazione degli operatori zootecnici sulle strategie antipredatorie con contemporanea istruzione degli operatori sulla gestione ottimale delle misure antipredazione realizzate (gestione dei cani, manutenzione dei recinti elettrificati, gestione del pascolo, ecc.)
-- messa a disposizione di contatti (telefono e/o e-mail) degli esperti coinvolti nel progetto, per un primo approccio o per richieste di interventi.
-- ricezione della richiesta di intervento e sua analisi
-- sopralluoghi nelle aree interessate al fenomeno della predazione
-- predisposizione del progetto di intervento (ogni caso costituisce una situazione particolare a seconda del contesto, del tipo di allevamento, delle misure antipredazione eventualmente già esistenti, ecc..)
-- accesso ai finanziamenti (fondi UE, cofinanziamento regionale, cofinanziamento dell’azienda)
-- realizzazione dell’intervento (recinti elettrificati, uso dei cani, ecc.)
-- classificazione, sulla scorta delle informazioni disponibili e di eventuali sopralluoghi, delle aziende secondo un codice che indichi in modo immediato il livello di rischio delle aree in cui sono inserite (rosso: area con presenza stabile del lupo e/o cane vagante ed alta possibilità di predazione; giallo:
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aree con presenza saltuaria del lupo e/o cane vagante e possibilità di predazioni; verde: aree con presenza sporadica dei predatori suddetti e scarsa possibilità di predazioni). Tale classificazione si concretizza nella priorità degli interventi.
-- inquadramento delle aziende in quanto a:
--tipologia di allevamento
--numero di capi allevati
--registrazioni delle predazioni avvenute in passato e descrizione delle stesse
N. B.: la redazione della carta di rischio predazione, da aggiornarsi periodicamente a seconda dell’evoluzione della situazione, costituisce un indispensabile strumento di gestione del fenomeno e di organizzazione degli interventi. Tale strumento permette all’Amministrazione regionale di programmare gli interventi e di abbattere i tentativi di richiesta di rimborsi illeciti.
Seconda fase:
la comunicazione e l’informazione di base
-- realizzazione di un evento di presentazione del progetto, rivolto in primo luogo ad allevatori, associazioni di categoria, amministrazioni pubbliche.
-- informazioni agli operatori delle aziende pilota sulla gestione dei cani e dei recinti elettrificati, con informazioni sull’etologia e l’ecologia dei predatori
-- diffusione di comunicati stampa e interventi sui mezzi di comunicazione visiva contenenti corrette informazioni sul problema costituito dalla presenza di predatori (selvatici ed inselvatichiti) nei contesti zootecnici
Terza fase (da realizzarsi in caso di prolungamento del progetto):
--verifica periodica dei risultati dell’intervento e loro pubblicizzazione.
--pubblicazione dei risultati
--esportazione delle pratiche sperimentate in altri contesti regionali.
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RISULTATI ATTESI
I risultati che si attendono da questo progetto sono, in prima istanza,
• una riduzione delle predazioni agli allevamenti
• in un tempo medio, la loro cessazione.
Non si può escludere a priori che, al pascolo, non vi saranno ancora tentativi di predazione che talvolta potrebbero avere successo. Tuttavia, nelle esperienze maturate in altri contesti ambientali si è avuta, nel breve periodo, la quasi totale scomparsa degli attacchi agli animali domestici, fatte salve, in poche occasioni, l’attacco alle greggi da parte di numerosi cani inselvatichiti di grossa taglia.
Di seguito si dettagliano i risultati attesi dalla realizzazione del progetto:
◼ Attivazione di un servizio di assistenza agli allevatori inerente la gestione corretta dei tentativi di predazione del lupo
◼ Formazione degli allevatori sulla problematica di gestione degli attacchi da lupo
o Abbattimento delle predazioni a danno delle aziende zootecniche da parte del lupo e del cane randagio/inselvatichito
◼ -Formazione degli allevatori sulle pratiche di tutela degli allevamenti e della buona condotta dei cani da guardiania e delle strutture di protezione. Appare opportuno che all’interno di ogni azienda zootecnica vi sia almeno un operatore formato ed esperto nella tutela dell’allevamento dalle predazioni. Si è notato infatti che in molti contesti la conduzione degli animali viene affidata, dal proprietario, a personale non qualificato, scelto per lo più in base a un basso costo, impreparato ad affrontare situazioni di emergenza/urgenza. Tale personale deve essere formato allo scopo di ottimizzarne l’efficacia migliorando collateralmente la qualità di vita degli animali.
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◼ Divulgazione di una corretta informazione che permetta una serena gestione del fenomeno.
◼ Xxxxxxxxxxx di una cooperazione e collaborazione fra allevatori e fra allevatori e ricercatori che contribuiscano ad un continuo aggiornamento delle situazioni nei vari contesti. In tal senso, la creazione di un numero verde da parte della Regione potrebbe costituire un elemento estremamente positivo.
◼ redazione di un manuale di buone pratiche (da produrre in caso di prolungamento del progetto) per la tutela degli allevamenti dalle predazioni da parte di carnivori selvatici. Unitamente ad una informazione rivolta alle associazioni degli allevatori e a incontri con gli operatori del settore, la diffusione di un manuale di buone pratiche a cui fare riferimento appare una soluzione adeguata per ottenere, attraverso la sua consultazione, un aggiornamento continuo degli stessi operatori.
◼ divulgazione dei risultati ottenuti presso le associazioni allevatori e attraverso una serie di eventi da programmare successivamente (in caso di prolungamento del progetto).
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IL TERRITORIO COINVOLTO
Il progetto si svilupperà nell’area della Murgia barese, da tempo (anni 1999 – 2000) interessata dalla presenza del lupo (Canis lupus italicus).
Le prime notizie del predatore nella zona vennero divulgate (Gazzetta del Mezzogiorno: lupo trovato
morto, forse fulminato da xxxx xxxxxxxxx) fra la fine del 1999 e gli inizi del 2000.
Ulteriori segnalazioni giunsero in tempi successivi e anche durante una serie di rilievi finalizzati alla redazione di studi di impatto ambientale portarono ad accertare la presenza del predatore nell’area.
La presenza degli esemplari pare abbia una doppia
origine: dalla Basilicata e dai Monti Dauni meridionali attraverso il fiume Ofanto.
Di seguito si riporta, in sintesi, una caratterizzazione del territorio oggetto delle attività previste nel presente progetto.
Murgia
Da un punto di vista geologico le Murge nord-occidentali sono formate da calcari compatti sedimentatisi nell’ultimo Periodo del Mesozoico, il Cretaceo, cioè circa 130 milioni di anni fa.
Nella parte interna dell’altopiano si possono inoltre rinvenire, in particolare lungo le lame, depositi alluvionali dell’olocene. La situazione cambia nelle aree marginali dell’altopiano, lungo la scarpata sud-occidentale, dove si rinvengono depositi plio-plistocenici di natura alluvionale costituenti terreni argillosi (calcareniti) che lambiscono il territorio di Santeramo in Colle, comune che detiene il primato
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per altitudine con i suoi 496 metri s.l.m. all'interno del comprensorio della Comunità Montana delle Murge del Sud-Est e della provincia di Bari.
I fossili guida del Cretaceo, che possiamo trovare nei calcari delle Murge, sono le rudiste, molluschi appartenenti alla classe dei bivalvi (lamellibranchi) con dimensioni variabili da specie a specie, da pochi centimetri fino ad oltre un metro. Esse vivevano tra il livello di bassa e quello di alta marea e, quindi, indicano antiche linee di costa.
Da un punto di vista geomorfologico le Murge rappresentano fisicamente la spina dorsale della Puglia. L’esteso bastione calcareo, che si eleva dal Tavoliere, a partire dal fiume Ofanto, fino alla soglia messapica, e dalla Fossa premurgiana, a confine con la Basilicata, fino alle sponde adriatiche, è rappresentato da due serie estese di colline, con predominanza della media collina, disposte a terrazze, quasi parallele, che corrono da Nord- Ovest a Sud-Est, raggiungendo nella zona settentrionale le maggiori altezze (700 m circa).
La Fossa Premurgiana, incisa dal fiume Bradano, divide le Murge dall’Appennino Lucano, al quale si congiungono con la Sella di Spinazzola.
L’idrologia delle Murge si caratterizza con una scarsa presenza di corsi d’acqua in superficie dovuta alla geologia carsica del suolo che lasciandosi corrodere dalle acque meteoriche non trattiene quest’ultime in superficie convogliandole nel sottosuolo dove vengono intrappolate dagli strati argillosi.
I pochi corsi d’acqua presenti sono quindi ubicati lungo i depositi sabbioso-argillosi alluvionali o sui depositi sabbiosi delle antiche linee di costa.
I più importanti sono costituiti dal Fiume Ofanto, che segna il confine nord delle Murge, dal suo affluente Torrente Locone, dal Basentello, affluente del Fiume Bradano, entrambi ubicati lungo la Fossa Bradanica, dal Torrente Gravina, che prende il nome dalla profonda gravina scavata nel calcare, e da una serie di torrenti di minore portata.
La scarsa presenza di acque in superficie è compensata da un’abbondante presenza delle stesse in profondità che si accumula dopo aver corroso e modellato gli strati calcarei in superficie.
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Infatti la relativa uniformità morfologica, priva di rilievi significativi, è articolata dalle leggere ondulazioni e dalla presenza di vistosi fenomeni carsici epigei, dovuti all’azione superficiale dell’acqua meteorica che per millenni ha corroso e modellato la roccia calcarea portando alla formazione di lame, doline, gravine, antri, cavità, puli, pulicchi, voragini e inghiottitoi, che si alternano a terra rossa (e diversi tipi di terreno), e fenomeni carsici ipogei, dovuti all’attività delle acque sotterranee alla quale è dovuto quell’inestricabile intrigo di caverne e di grotte, abbellite di stalattiti e stalagmiti, presenti nel sottosuolo.
Dal punto di vista biogeografico le Murge possono essere distinte in due aree che presentano notevoli diversità ecologiche contraddistinte da una diversa identità climatica, faunistica, floristica e storico- culturale.
Infatti si distinguono due settori: le Murge Settentrionali o Murge di Nord-Ovest o Xxxx Xxxxxx degradante dolcemente verso l'Adriatico e ripidamente verso lo Ionio, e le Murge Meridionali o Murge di Sud-Est o Bassa Murgia, degradante con una certa pendenza, verso l'Adriatico, con declivio dolce verso Sud e Sud-Est.
Il clima è di tipo sub-mediterraneo. Il mese più freddo è gennaio con temperature medie intorno ai 7°C e temperature minime che spesso scendono sotto lo zero. Il mese più caldo è agosto o luglio a seconda delle annate e delle località, con temperature medie intorno ai 25°C. Le piogge sono concentrate nel periodo autunno-invernale, con valori medi annuali che oscillano tra i 578 mm/anno di Altamura e i circa 700 mm/anno di Santeramo. Le precipitazioni nevose non sono presenti tutti gli anni e si concentrano sopra i 500 m.s.l.m..
Il risultato di questo clima è la presenza di due stagioni favorevoli alla vegetazione, la primavera e l’autunno, intercalate da due stagioni critiche di riposo (inverno e estate).
L’influenza dell’aridità estiva in particolare impone un riposo biologico per la gran parte delle specie erbacee e determina una sospensione dell’accrescimento per tutte le fanerofite.
Ad una pressoché totale assenza di acque di superficie, fa riscontro una ricca idrografia sotterranea, spesso assai profonda. I terreni si raccolgono nelle numerose lame variamente distribuite sul territorio.
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Questi solchi di erosione storicamente costituivano gli unici lembi coltivabili in un paesaggio dominato per lo più da pascoli cespugliati alternati a boschi di querce in cui la roverella (Quercus pubescens) era, ed è, la specie dominante.
L’azione dell’uomo, nel corso dei secoli, ha profondamente modificato il paesaggio naturale. La vegetazione spontanea è stata sostituita quasi completamente dalle colture.
Vaste zone spogliate dalla copertura vegetale, sotto l’azione degli agenti atmosferici (sole, vento, acqua) si sono ridotte a nude pietraie.
Un’altra forma di degrado riguarda la pratica dello spietramento, con cui pezzi consistenti di Murgia vengono trasformati in deserti lunari con conseguenze pericolose.
La profonda trasformazione ad opera dell’uomo ha modificato a tal punto lo stato della vegetazione originaria da rendere impossibile o di difficile realizzazione una analisi puntuale e certa delle potenzialità in assenza dell’azione pertubatrice dell’uomo, anche nel lungo periodo.
Non è chiaro quale localizzazione ed estensione abbiano mai avuto i boschi, ma è evidente che la loro estensione doveva un tempo essere ben maggiore.
Una ricostruzione del paesaggio attraverso le fonti storiche porterebbe ad individuare superfici boscate piuttosto ampie su tutto il promontorio, mentre i dati climatici e pedologici attuali porterebbero ad escludere questa possibilità.
Va comunque considerato che il disboscamento e la successiva erosione, agendo nel lungo periodo (alcuni secoli), possono certamente aver portato ad una profonda modificazione dei caratteri del suolo, della ritenzione idrica, dei caratteri microclimatici, con conseguente modifica della possibilità di ricolonizzazione da parte della vegetazione boschiva, anche a causa della pesante attività del pascolo che non è mai cessata.
Il persistere di boschi di querceti, prevalentemente lungo tutta la fascia a maggiore altitudine presente lungo il confine settentrionale affacciato verso l’Adriatico, suggerirebbe che solo questa fascia possa essere stata interessata nei secoli passati da vegetazione forestale.
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Nelle altre aree, il basamento calcareo affiorante, con la limitata presenza di suolo idoneo all’attecchimento di specie arboree, la presenza di caratteri climatici fortemente selettivi, la maggiore esposizione ai venti, ha invece determinato la presenza di una vegetazione substeppica di tipo erbaceo o basso arbustiva. Tale è l’aspetto con la quale si presenta attualmente la maggior parte della superficie coperta da vegetazione spontanea delle Murge nord-occidentali.
Superfici boschive dovevano inoltre essere presenti nelle lame dove sono presenti suoli più ricchi e maggiore è l’apporto idrico, eliminate in maniera sistematica per far posto al seminativo.
L’ambiente naturale delle Murge è distinguibile, pertanto, in due grandi tipi di paesaggi, uno dovuto alla vegetazione spontanea, che si presenta con varie formazioni vegetazionali, e l’altro a quella agraria, forma predominante.
Sono individuabili, quindi, le seguenti tipologie ambientali:
• Ambiente agrario
• Pseudosteppa mediterranea e suoi diversi stadi evolutivi:
o garighe
o pascoli arborati
o pascoli cespugliati
o pascoli nudi rocciosi di origine secondaria
• Pseudomacchia e macchia mediterranea
• Ambiente rupicolo
• Boschi xerofili di sempreverdi e boschi meso-xerofili
• Boschi di conifere dovuti a rimboschimenti
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METODI, ATTREZZATURE E MEZZI
Metodi
La principale attività contemplata nel progetto è l’intervento di tutela delle aziende e la formazione degli operatori zootecnici. In subordine viene espletata l’attività di divulgazione/informazione sia attraverso eventi sia attraverso mezzi di comunicazione.
Durante le attività principali del progetto si condurranno osservazioni sul contesto locale e sull’ambiente secondo le specifiche appresso riportate:
Il metodo principale che verrà utilizzato consisterà nell’osservazione diretta da parte dei ricercatori. Tali osservazioni, condotte da punti privilegiati, verranno concentrate soprattutto nelle ore di maggiore criticità, vale a dire al crepuscolo e alle primissime ore del mattino.
Tale sistema verrà integrato da osservazioni indirette attraverso l’uso di foto trappole e sistema di videosorveglianza, in funzione entrambi contemporaneamente H24.
In caso di eventi, non appena possibile, verranno condotte azioni di controllo per il rilevamento di eventuali tracce.
Poiché col progetto si intende fornire agli allevatori degli strumenti utili al contrasto delle predazioni che utilizzino, tra gli altri, anche il mastino abruzzese, nelle aziende pilota verranno effettuate osservazioni dirette con registrazioni di immagini volte a evidenziare movimenti e comportamento dei cani in presenza e in assenza di potenziali predatori.
Verranno restituiti su GIS tutti i tracciati dei movimenti dei cani e di eventuali predatori al fine di avere un quadro completo delle dinamiche.
Si utilizzeranno inoltre video-fototrappole che permetteranno di avere costantemente sotto controllo la situazione.
Anche la registrazione e l’archiviazione delle immagini significative dell’impianto di videosorveglianza permetterà di avere un quadro completo della situazione.
In periodo opportuno, autunno e inverno, verranno effettuate delle indagini sula reale presenza del lupo e sulla sua consistenza numerica attraverso le normali pratiche della ricerca naturalistica, vale a
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dire wolf-howling, ricerca di tracce sul territorio, transetti diurni e notturno, questi ultimi con l’ausilio di fari di profondità portatili, in caso di neve con la tecnica della ricerca di piste e impronte su neve.
Tali indagini collaterali serviranno alla definizione di eventuali percorsi preferenziali di spostamento del lupo e di vani randagi/inselvatichiti e alla migliore definizione della “criticità predazione” delle aziende interessate e delle aziende di confronto.
Attraverso l’osservazione diretta e indiretta si individueranno inoltre i siti riproduttivi e le eventuali zone di stazionamento stagionali.
L’indagine estesa anche su altra fauna predabile del territorio permetterà inoltre di definire le potenzialità trofiche dello stesso per i predatori al fine di valutare quali alternative esistono oltre gli animali allevati.
Potrebbe essere prevista una convenzione con ISPRA per eventuali analisi genetiche di resti biologici (contatti in corso).
Attività previste
Il progetto si articola per attività, alcune contemporanee, altre propedeutiche a quelle successive. Tale successione verrà illustrata nel cronoprogramma.
--acquisizione dei materiali per l’espletamento del progetto
--formazione/aggiornamento dei ricercatori e dei collaboratori con la descrizione delle fasi e degli obbiettivi del progetto.
--accordi con le aziende pilota
--accordi con le aziende di confronto
--preliminare osservazione del territorio e comprensione delle dinamiche in esso presenti con particolare attenzione per il lupo (accertamento della consistenza delle popolazioni) e del cane randagio/vagante, con censimento degli esemplari individuati.
--comprensione dell’uso del territorio da parte di cane e lupo.
--accertamento delle potenzialità trofiche del territorio
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--montaggio dei recinti elettrificati in accordo con le aziende pilota e posizionamento delle foto trappole e dei sistemi di videosorveglianza
--formazione degli operatori delle aziende.
--fornitura ed impiego del cane da pastore abruzzese
--scelta e attrezzaggio dei punti privilegiati di osservazione
--restituzione su GIS dei dati raccolti.
--osservazioni sistematiche degli eventi e registrazione immagini e dati e loro trasferimento su supporto informatico atto alla loro successiva elaborazione
--realizzazione dell’evento di apertura con presentazione del progetto alla comunità scientifica ed ai portatori di interesse.
--elaborazione dei dati raccolti e loro interpretazione
--pubblicazione dei risultati
Di seguito si riporta una descrizione delle attività sopra elencate:
Azione | Descrizione |
acquisizione dei materiali | acquisto dei materiali in accordo con le procedure previste dalla normativa delle pubbliche amministrazioni. |
formazione/aggiornamento dei ricercatori e dei collaboratori | formazione dei ricercatori e dei collaboratori fornendo le direttive per il corretto svolgimento delle attività. Presentazione ed esplicitazione dei protocolli da adottare. Illustrazione della struttura e dell'uso corretto degli strumenti e delle schede di archiviazione dei dati. |
accordi con le aziende pilota | sottoscrizione di un protocollo d'intesa delle aziende pilota nel quale le stesse descriveranno le attività e si impegneranno alla corretta gestione dei cani e dei recinti loro affidati in comodato d'uso. Nello stesso protocollo, la direzione scientifica del progetto illustrerà le finalità, le attività, le azioni dei ricercatori. |
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Azione | Descrizione |
osservazione del territorio | questa attività consente di avere un inquadramento preciso del territorio per quanto riguarda gli aspetti geografici, morfologici, idrologici, della presenza di ambienti e di fauna gravitante in essi. A seguito di questa attività si restituiranno su GIS tutti i dati di interesse al fine di avere una mappatura del territorio sulla quale inserire successivamente tutti i dati man mano acquisiti. L’attività viene espletata in contemporanea agli interventi sulle aziende. |
comprensione dell’uso del territorio da parte di cane e lupo | i risultati di questa parte dell'indagine permetteranno di avere un quadro dell'uso del territorio da parte dei due predatori in esame, delle aree di particolari attività (riproduzione, rendez vous, eventuali quartieri stagionali, direttrici preferenziali di spostamento, ecc.). l’attività viene svolta contestualmente agli interventi sulle aziende. |
accertamento delle potenzialità trofiche | l'accertamento di questo elemento permette di comprendere quali potenziali prede alternative agli animali allevati possa offrire il territorio ed offre importanti spunti per eventuali modifiche del progetto. Offre inoltre fondamentali dati ambientali alle Amministrazioni pubbliche nella programmazione degli interventi sulla fauna (ad es. l'eliminazione o il contenimento del randagismo canino). L’attività viene espletata contestualmente agli interventi sulle aziende. |
montaggio dei recinti | comprende la scelta ottimale delle postazioni e la realizzazione dei recinti in modo ottimale sia dal punto di vista della forma sia dal punto di vista delle dimensioni. Viene effettuato in collaborazione con gli operatori dell'azienda e sotto la supervisione della direzione tecnica e scientifica del progetto. |
formazione degli operatori delle aziende | questa sezione del progetto riveste particolare importanza in quanto a "professionalizzazione" degli operatori delle aziende, soprattutto in quanto a conoscenza dei predatori e delle loro abitudini, alla corretta conduzione e alimentazione dei cani, alle precauzioni nel momento del pascolo. |
scelta punti privilegiati di osservazione | a seguito dell'accurata analisi del territorio e del posizionamento delle aziende e dei recinti e delle zone di pascolo, si sceglieranno dei punti sopraelevati ad ampia visibilità, opportuni per un migliore controllo del territorio e per le osservazioni diurne degli eventi. |
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Azione | Descrizione |
restituzione su GIS dei dati | la restituzione dei dati su GIS effettuata in tempo reale consente di poter tempestivamente variare le azioni di controllo e i protocolli di ricerca. Alla fine di ogni sessione giornaliera di ricerca i dati verranno comunicati alla direzione scientifica per gli opportuni controlli e da questa verranno comunicate le opportune eventuali modificazioni delle attività. |
osservazioni sistematiche degli eventi | si intende una osservazione metodica e continua rispettosa degli orari comunicati preventivamente dalla direzione scientifica e codificati nei protocolli di ricerca. La metodicità appare fondamentale per l'ottenimento di dati certi e credibili e deve essere rigorosamente rispettata. |
realizzazione dell’evento di apertura | nell'evento di apertura si darà notizia dell'inizio ufficiale del progetto e se ne descriveranno le motivazioni, i tempi, i termini, i contenuti e le finalità. È destinato principalmente alla comunità scientifica ed ai portatori di interesse, ma è aperto a tutti quelli che vorranno documentarsi. |
elaborazione dei dati raccolti | alla fine del progetto, tutti i dati raccolti verranno elaborati collegialmente e saranno analizzati ed interpretati, dando quindi origine ad una relazione che verrà destinata alla comunità scientifica, ai portatori di interesse ed alle Amministrazioni pubbliche (Ministero dell'ambiente, Ministero delle politiche agrarie, Regione, Provincia, Comuni). |
realizzazione dell’evento di chiusura (in caso di prolungamento al secondo anno) | nell'evento di chiusura si illustreranno i risultati del progetto e le eventuali prospettive che potrebbero verificarsi. L'evento è aperto a tutta la popolazione ma i principali destinatari sono le Amministrazioni pubbliche, la Comunità scientifica ed i portatori di interesse. |
pubblicazione dei risultati (in caso di prolungamento al secondo anno) | alla fine del progetto tutti i dati verranno rielaborati e potranno dar luogo ad una pubblicazione a carattere scientifico ma elaborata in modo da essere accessibile a chiunque. |
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Attrezzature
Una parte delle attrezzature e della strumentazione necessarie allo svolgimento del progetto sono già in possesso del Centro Studi per l’Ecologia e la Biodiversità degli Appennini che è partner del progetto . Nel caso in cui vi fosse la necessità di svolgere l’attività di supporto in contesti geografici diversi e a notevole distanza l’uno dall’altro (Murgia e Xxxxxxx), sarà necessario implementare la dotazione di strumenti ed attrezzature e a questo si aggiunge la necessità di acquisto di materiali di consumo.
Come dotazione indispensabile per la riuscita del progetto stesso si evidenza l’acquisto degli elementi di base, vale a dire esemplari di Mastino abruzzese e di recinzioni elettrificate.
Di seguito si riporta l’elenco dei materiali necessari, il numero, il costo unitario approssimativo ed il totale, senza e con IVA nonché i costi previsti per il personale.
ATTREZZATURE E | ||||||||||
STRUMENTI | ||||||||||
tipo | n° | costo unit | tot | IVA | TOT | |||||
Visore 5x50 | notturno | Bresser | 1 | 315.00 | 315.00 | 69.30 | 384.30 | |||
Visore notturno Bushnell Z | 1 | 300.00 | 300.00 | 66.00 | 366.00 | |||||
sistema di | ||||||||||
videosorveglianzaWifi | ||||||||||
Foscam 4 telecamere | 1 | 500.00 | 500.00 | 110.00 | 610.00 | |||||
Wireless HD720P e | ||||||||||
registrazione continua delle | ||||||||||
immagini con Hard Disk 1 | ||||||||||
TB | ||||||||||
fari | lunga | portata | led | |||||||
maggiore 1000 lumen, | 2 | 250.00 | 500.00 | 110.00 | 610.00 | |||||
illuminazione di profondità | ||||||||||
ricaricabili |
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subadulto di mastino abruzzese 10/12 mesi | 3 | 800.00 | 2400.00 | 528.00 | 2928.00 | ||
recinzione elettrificata moduli da 200 m, + 1 elettrificatore +1 batteria | 4 | 1000.00 | 4000.00 | 880.00 | 4880.00 | ||
materiali di consumo (buste plastica, guanti lattice, mascherine, cartellini adesivi, pennarelli indelebili, ecc. | 200.00 | 44.00 | 244.00 | ||||
assicurazione ricercatori | 250 | 250.00 | |||||
rimborsi spese | 2500 | 3500 | |||||
evento di presentazione | 1000 | 1000 | |||||
Spese di laboratorio forfettarie (analisi genetico-molecolari) | 4000.00 | ||||||
Spese generali forfettarie | 1230.00 | ||||||
Totale spese | 20002.30 | ||||||
Costi per personale | |||||||
Figura professionale | n° | €/ora | n.ore | tot | IVA | TOTALE | |
Prof. Ordinario | 1 | 55.23 | 330 | 330 | 18225.9 | ||
Ricercatore | 1 | 30.93 | 260 | 260 | 8041.8 | ||
Tecnico cat. C3 | 2 | 19.44 | 315 | 630 | 12247.2 | ||
Tecnico cat. C1 | 1 | 18.65 | 80 | 2500 | 550.00 | 1492.00 | |
Zoologo senior | 1 | 35.00 | 200 | 7000.0 | 1540.00 | 8540.00 | |
Zoologo junior | 3 | 20.00 | 100 | 6000.0 | 1320.00 | 7320.00 | |
Tecnico Faunistico | 1 | 26.00 | 100 | 2600.0 | 572.00 | 3172.00 |
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Esperto in gestione del lupo (Med Vet) | 1 | 25 | 50 | 1250 | 275 | 1525 | |
Totale Personale | 60563.9 | ||||||
TOTALE GENERALE | 80566.20 |
Oltre al materiale elencato, da acquisire al fine della ricerca, il Centro Studi per l’Ecologia e la Biodiversità degli Appennini utilizzerà mezzi e attrezzature già a sua disposizione quali un laboratorio mobile su mezzo fuoristrada IVECO VM90, supporto logistico, laddove necessario con camper Ducato con 5 posti letto, macchine fotografiche pentax con obiettivi 135-400 mm, 1000 mm catadriottico e 1300 mm lunga focale, 110 mm macro, attrezzatura di emissione per wolf bowling, binocoli e visore notturno.
Di seguito si specifica l’uso dei materiali sopra indicati.
ATTREZZATURE E STRUMENTI | ATTIVITA' | ||||
Visore notturno Bresser 5x50 | osservazione notturna osservazione privilegiati | diretta | da | punti | di |
Visore notturno Bushnell Z | osservazione notturna osservazione privilegiati | diretta | da | punti | di |
sistema di videosorveglianza Wifi Foscam 4 telecamere Wireless HD720P e registrazione continua delle immagini con Hard Disk 1 TB | controllo del comportamento degli animali nei recinti con registrazione continua diurna e notturna al fine di verificare eventuali comportamenti atti a stimolare la predazione. | ||||
fari lunga portata led maggiore 1000 lumen, illuminazione di profondità ricaricabili | per osservazioni notturne dirette, anche a distanza, durante transetti e da postazioni fisse di osservazione. | ||||
cavalletto per macch. foto testa a sfera, alluminio | stabilizzazione delle teleobiettivo | macchine | con us | i |
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ATTREZZATURE E STRUMENTI | ATTIVITA' |
subadulti mastino abruzzese 10/12 mesi | da concedere in comodato agli allevatori delle due aziende pilota e da addestrare, affiancati agli adulti, per la tutela degli allevamenti |
recinzione elettrificata moduli da 200 m, + 1 elettrificatore +1 batteria | realizzazione di recinti elettrificati per la custodia notturna delle greggi |
materiali di consumo (buste plastica, guanti lattice, mascherine, cartellini adesivi, pennarelli indelebili, ecc. | varie attività, dal prelievo di campioni biologici ad ulteriori eventualità che dovessero verificarsi durante le attività del progetto. |
FIGURE PROFESSIONALI COINVOLTE
Il progetto prevede il coinvolgimento di figure professionali ricadenti nell’ambito delle scienze naturali e della Medicina Veterinaria oltre che, per le proprie competenze, di laureati in tutela e benessere animale ed in Scienze animali e produzioni alimentari o affini.
Inoltre è prevista la presenza di un esperto di fotografia e riprese video. In particolare sono contemplate le seguenti professionalità:
-- Esperto (preferibilmente Zoologo senior) per il coordinamento delle varie fasi sul campo del progetto e l’interpretazione dei dati ambientali e comportamentali degli animali oggetto delle osservazioni. È inoltre responsabile della stesura delle relazioni finali.
-- Esperti (Prof. Ordinario, Ricercatore confermato, tecnici amministrativi) e collaboratori del Dipartimento di Medicina Veterinaria
--Veterinario senior per l’osservazione e l’analisi del comportamento dei domestici e la determinazione delle condizioni di allevamento sia degli animali da reddito sia dei cani preposti alla tutela degli allevamenti.
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STRUTTURE COINVOLTE
Oltre alle due aziende che verranno coinvolte direttamente nel progetto, si intende coinvolgere in una collaborazione stretta le seguenti strutture:
--Centro Studi per l’Ecologia e la Biodiversità degli Appennini attraverso il suo nucleo operativo “Project Wolf Ethology” (Partner del progetto)
--Università degli Studi di Bari, Dipartimento di Medicina Veterinaria
--Istituto Zooprofilattico Sperimentale per la Puglia e la Basilicata
--Regione Puglia
--Associazioni di allevatori
--Nucleo Operativo Forestale dei Carabinieri
--Università degli Studi di Bari, Dipartimento di Medicina di Veterinaria
Progetta e coordina il lavoro in stretta collaborazione con il Centro Studi per l’Ecologia e la Biodiversità degli Appennini attraverso il suo nucleo operativo “Project Wolf Ethology”.
Supervisiona la correttezza scientifica del lavoro e ne valida i risultati.
Collabora alle indagini anche con la partecipazione di personale interno e studenti che utilizzeranno i dati per la stesura di eventuali tesi di laurea.
Svolge analisi di carattere sanitario su eventuali reperti e carcasse recuperate durante l’esecuzione del progetto.
Gestisce i fondi destinati al progetto
Firma sia il progetto che le relazioni finali.
--Centro Studi per l’Ecologia e la Biodiversità degli Appennini attraverso il suo nucleo operativo “Project Wolf Ethology”
Dispone di esperti nel settore della gestione e della limitazione dei danni da lupo, contribuisce alla progettazione del protocollo e opera in campo svolgendo sia attività di formazione che di studio della
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popolazione di lupo che insiste sul territorio e individuando le soluzioni migliori per impedire l’impatto dei predatori
Redige le relazioni finali in collaborazione con UNIBA.
--Regione Puglia
È il finanziatore del progetto insieme al Dipartimento di Medicina Veterinaria (che cofinanzia col suo personale le attività) ed il destinatario delle relazioni e dei risultati.
Enti coinvolti a latere del progetto
--Istituto Zooprofilattico Sperimentale per la Puglia e la Basilicata
Sarà coinvolto qualora vi sia la necessità implementare indagini di laboratorio nell’ambito del servizio di sorveglianza nazionale, in collaborazione col Dipartimento di Medicina Veterinaria..
--Associazioni di allevatori
Forniscono informazioni sulle aziende zootecniche del territorio per i confronti e le statistiche sulle predazioni
--Nucleo Operativo Forestale dei Carabinieri
Il nucleo operativo Carabinieri Forestali interviene con il Servizio Veterinario delle ASL nella certificazione dei danni da eventuale lupo ed è fortemente interessato, istituzionalmente, alla tutela delle specie protette.
È uno dei destinatari più interessati delle relazioni e si ritiene che sia opportuno che venga tenuto costantemente informato dell’evoluzione delle ricerche.
dipartimento di medicina veterinaria
Tutte le strutture che vengono coinvolte nel progetto ne seguiranno gli sviluppi costantemente attraverso riunioni periodiche durante le quali potranno esprimere suggerimenti e perplessità contribuendo in tal modo alla migliore riuscita del progetto.
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PIANO ECONOMICO
COSTI
I costi vanno suddivisi a seconda delle tre fasi in cui è articolato il progetto A livello operativo si suddivide l’impegno finanziario in due anni di attività.:
prima fase
--costi per la realizzazione del progetto, quantificati per azienda: costi recinzioni e recinzioni elettriche
costi per acquisto dei cani
costi per illuminazione eventuale dei recinti costi per dissuasori acustici
costi per i ricercatori e i tecnici (parcelle e rimborsi spese) costi per veterinari
costi per attrezzature tecnico scientifiche
seconda fase
--costi per i controlli periodici Costi per i sopralluoghi
Tecnici Ricercatori
Rimborsi spese
QUADRO ECONOMICO GENERALE
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Il quadro economico di massima prevede per l’anno di riferimento costi per l’acquisizione di attrezzature di supporto alle attività, quali ad esempio visori, recinti elettrificati video e fototrappole, cani da pastore abruzzese cuccioli e subadulti, oltre che spese per il personale coinvolto nelle attività, e per gli spostamenti dalle sedi di lavoro verso le aziende che ne faranno richiesta e presso le aziende pilota.
Il costo annuale del progetto è di seguito riportato Spese per attrezzature:
Voce di spesa | Stima del costo |
Materiale di consumo (Recinzione elettrificata, Cani da pastore abruzzese, Attrezzatura video/fotografica di supporto, spese di laboratorio) | € 20.000 |
€ 20.000
Spese per trasferte, assicurazione e personale extrauniversitario
€ 40.000
Spese per personale Universitario (Medici Veterinari, esperti faunistici, Tecnici amministrativi)
€ 80.000
TOTALE
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A fronte di una stima della spesa da affrontare di € 80.000 si propone un costo omnicomprensivo annuo per la Regione Puglia di € 40.000 nell’ambito di un accordo ex art. 15 legge 241/90.
TEMPI DI ATTUAZIONE
Dal momento dell’accettazione del presente progetto si ritiene di poter dare immediata esecuzione alle attività.
Queste saranno scandite sia dall’acquisizione dei materiali in elenco e indispensabili alla buona riuscita del progetto, sia dai tempi di realizzazione delle attività nelle due aziende pilota, sia, in ultimo, dalle richieste di intervento delle aziende zootecniche del territorio.
Il progetto che ha durata di un anno potrà restituire risultati validati con almeno due anni di attività.
CRONOPROGRAMMA
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Azione | 1 mese | 2 mese | 3 mese | 4 mese | 5 mese | 6 mese | 7 mese | 8 mese | 9 mese | 10 mese | 11 mese | 12 mese |
acquisizione dei materiali | ||||||||||||
formazione/aggiornamento dei ricercatori e dei collaboratori | ||||||||||||
accordi con l'aziende pilota | ||||||||||||
Comprensione dell’uso del territorio da parte di cane e lupo | ||||||||||||
Montaggio dei recinti | ||||||||||||
Formazione degli operatori delle aziende | ||||||||||||
Creazione dello sportello informativo e di consulenza | ||||||||||||
Scelta punti privilegiati |
Bollettino Ufficiale della Xxxxxxx Xxxxxx - x. 00 del 22-1-2021
Sezione: patologia aviare
Xxxxxx xxxx.xx xxx Xxxxxxxxxxx xx. 0 00000 Xxxxxxxxx - Xxxx (XXXXX)
tel (x00) 000 0000000 • fax (x00) 000 0000000
2917
c.f. 80002170720 p. iva 01086760723
2918
Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 12 del 22-1-2021
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Azione | 1 mese | 2 mese | 3 mese | 4 mese | 5 mese | 6 mese | 7 mese | 8 mese | 9 mese | 10 mese | 11 mese | 12 mese |
Restituzione su GIS dei dati | ||||||||||||
Osservazioni sistematiche degli eventi | ||||||||||||
Realizzazione dell’evento di apertura | ||||||||||||
Dispo | ||||||||||||
Elaborazione dei dati raccolti | ||||||||||||
Pubblicazione dei risultati |
Sezione: patologia aviare
Xxxxxx xxxx.xx xxx Xxxxxxxxxxx xx. 0 00000 Xxxxxxxxx - Xxxx (XXXXX)
tel (x00) 000 0000000 • fax (x00) 000 0000000
c.f. 80002170720 p. iva 01086760723
In fede,
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Xxxx. Xxxxxxx Xxxxxxx
Sezione: patologia aviare
Xxxxxx xxxx.xx xxx Xxxxxxxxxxx xx. 0 00000 Xxxxxxxxx - Xxxx (XXXXX)
tel (x00) 000 0000000 • fax (x00) 000 0000000
c.f. 80002170720 p. iva 01086760723
- Il concomitante enorme sviluppo degli ungulati (verificatasi sostanzialmente nell’ultimo | ||
trentennio), ha,inoltre, portato le popolazioni di lupo ad aumentare considerevolmente | ||
di numero, stimolando il fenomeno dell’erratismo da parte dei giovani in cerca di nuovi | ||
territori, con il risultato della colonizzazione di ambiti nuovi, più antropizzati, in cui gli | ||
ungulati sono ancora assenti o meno presenti e quindi stimolando le predazioni sugli | ||
allevamenti. | ||
- Appare quindi prioritaria la necessità di fornire agli allevatori una serie di strumenti | ||
efficaci per contrastare le predazioni, senza peraltro incidere sulle popolazioni dei | ||
predatori che, si ricorda, da un punto di vista ecologico sono indispensabili per il | ||
governo dell’equilibrio degli ambienti. | ||
- La collaborazione tra il Dipartimento di Medicina Veterinaria e l’Osservatorio Faunistico | ||
regionale, che si protrae dal 2013 ha portato reciproci vantaggi alle Amministrazioni | ||
(parti). Il Dipartimento di Medicina Veterinaria, infatti, ha garantito con costanza la cura | ||
e la riabilitazione della fauna selvatica recuperata e ricoverata presso l’Osservatorio, | ||
contribuendo a sensibilizzare il cittadino ai temi della difesa del territorio e della fauna | ||
selvatica. Il Dipartimento ha, inoltre, contribuito a rendere i pugliesi consapevoli | ||
dell’interesse che la Regione ha nei confronti del mantenimento della biodiversità sul | ||
territorio regionale. | ||
Il Dipartimento di Medicina Veterinaria, grazie alla collaborazione instaurata con la Regione Puglia, ha potuto aumentare le competenze di base degli studenti del Corso di | ||
Laurea in Medicina Veterinaria mediante lo svolgimento di attività pratiche di | ||
assistenza clinica e gestionale della fauna selvatica protetta nell’ambito di tirocini | ||
curriculari sotto la guida dei docenti veterinari; ha potuto, inoltre, condurre, con gli studenti, esperienze di osservazione scientifica, propedeutiche alla redazione di tesi di | ||
laurea | ||
- Ai sensi dell’art. 15 della L. 241/90 le Amministrazioni pubbliche possono sempre | ||
concludere tra loro accordi per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività | ||
35 |
di interesse comune senza pregiudizio dei diritti dei terzi, e in ogni caso nel | ||
perseguimento di obiettivi di pubblico interesse. | ||
- Nel caso specifico del progetto per lo studio e la sperimentazione delle buone pratiche | ||
nella gestione del conflitto tra la presenza del lupo sul territorio e la zootecnia, la | ||
Regione Puglia ha interesse ad acquisire informazioni a fini conoscitivi e divulgativi delle | ||
tecniche di mitigazione del conflitto, anche nella prospettiva di riduzione della spesa | ||
per indennizzi danni da lupo. | ||
- Il Dipartimento di Medicina veterinaria, per parte propria, ha la possibilità di apliare il | ||
proprio ambito di studi etologici e sperimentazione in relazione ad una specie protetta | ||
di interesse locale, nazionale e sovranazionale. | ||
- Ciascuna Parte sottoscrivente organizza e coordina le proprie funzioni in vista del | ||
conseguimento di un risultato comune in modo complementare e sinergico, sotto | ||
forma di reciproca collaborazione. | ||
Considerato che: | ||
- il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli studi di Bari, sito in | ||
Valenzano, possiede le competenze multidisciplinari di elevata specializzazione | ||
necessarie alle attività di osservazione, studio e sperimentazione relativi alla fauna | ||
selvatica protetta; | ||
- È stato espresso reciproco interesse della Regione Puglia e del suddetto Dipartimento | ||
ad addivenire ad uno specifico accordo finalizzato ad attivare un rapporto di | ||
collaborazione per lo sviluppo di attività di comune interesse; | ||
- Il Dipartimento di Medicina Veterinaria è disponibile a partecipare ha fornito una stima | ||
dei costi per il progetto definendo una somma pari ad €. 80.000,00. La Regione Puglia, | ||
ha dichiarato disponibilità a contribuire con un importo massimo di €. 40.000,00 (nota | ||
prot. AOO_036/08/09/20 n. 9309) a titolo di contributo per le attività di interesse | ||
comune e per le spese sostenute, non trattandosi di corrispettivo ma di onere 36 |
Per il raggiungimento delle finalità esposte in premessa, il progetto di diffusione di buone
finanziario alla realizzazione di obiettivi comuni, per le finalità specifiche perseguite | ||
dalle Amministrazioni coinvolte. | ||
Pertanto | ||
si conviene e stipula quanto segue: Art. 1 | ||
(Premessa) | ||
Tutto quanto in premessa è parte integrante del presente Accordo. | ||
Art. 2 (Obiettivo) | ||
Obiettivo generale del presente Accordo è la definizione di un rapporto di collaborazione | ||
tra le Parti per lo sviluppo di attività di comune interesse nell’ambito dello studio e della | ||
tutela della fauna selvatica, secondo i principi e le finalità di cui alla legge regionale n. 59/2017. | ||
La Regione Puglia ottiene supporto nell’effettuazione di un progetto volto alla “Tutela della | ||
zootecnia dalle aggressioni da carnivori selvatici”, secondo modalità stabilite dal | ||
Dipartimento; il Dipartimento di Medicina Veterinaria mette a disposizione le proprie strutture e il personale specializzato a seconda della tipologia di intervento da svolgere, con | ||
l’obiettivo di beneficiare delle attività di studio, ricerca e formazione connesse con le | ||
indagini scientifiche che scturiranno dall’esecuzione del progetto. | ||
Art. 3 | ||
(Attività) | ||
pratiche svilupperà o avvierà le seguenti attività secondo quanto riportato nel progetto | ||
allegatoal presente accordo: | ||
--formazione degli operatori zootecnici sui metodi di difesa dalle predazioni | ||
--informazione ai portatori di interesse, alle scuole ed alla opinione pubblica --assistenza alle aziende che ne facciano richiesta motivata da reali esigenze | ||
--manuale di buone pratiche per gli allevatori con le strategie fondamentali per contrastare | ||
le predazioni da carnivori | ||
--dimostrazioni dell’efficacia dei metodi prescelti in due aziende pilota. Art. 4 | ||
(Durata e rinnovi) | ||
37 |
La durata del presente Accordo è di anni 1 (uno) a decorrere dalla data di sottoscrizione delle | ||
Parti. Ciascuna Parte può recedere dal presente Accordo, dandone preavviso scritto di | ||
almeno 60 giorni all’altra parte e restando esclusa qualsiasi reciproca pretesa a titolo di | ||
indennizzo e/o risarcimento a causa di tale recesso. Eventuali rinnovi potranno essere | ||
concesse dalla Regione Puglia, su richiesta del Dipartimento, esclusivamente in presenza di | ||
comprovati motivi ed a condizione che non vengano alterati gli obiettivi e le attività previsti. | ||
In nessun caso eventuali rinnovi potranno comportare oneri aggiuntivi a carico del bilancio | ||
regionale, ma l’Accordo potrà essere rinnovato solo alle medesime condizioni già stabilite. | ||
Art. 5 | ||
(Finanziamento) | ||
I movimenti finanziari tra i soggetti sottoscriventi il presente accordo, nell’ottica di una | ||
reale divisione di compiti e responsabilità, si configurano come recupero delle spese | ||
sostenute, essendo escluso il pagamento di un vero e proprio corrispettivo, comprensivo di | ||
un margine di guadagno. | ||
La Regione Puglia contribuisce al raggiungimento dell’obiettivo del presente Accordo con la | ||
somma complessiva massima di € 40.000,00 per un anno, in favore del Dipartimento di | ||
Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Bari. Il contributo erogato in alcun modo | ||
potrà determinare il sorgere di rapporti contrattuali o di dipendenza tra il personale | ||
ricercatore dei Dipartimenti e la Regione Puglia. | ||
L’effettiva erogazione di che trattasi è subordinata alla piena osservanza degli obblighi posti a carico dell’Amministrazione Regionale per il rispetto dei vincoli alla spesa regionale dalla | ||
normativa vigente sul Patto di Stabilità interno. | ||
Il Dipartimento contribuisce alla realizzazione degli obiettivi dell’Accordo, assicurando la | ||
disponibilità delle proprie strutture, attrezzature, mezzi, nonché sostenendo il costo vivo del | ||
personale ricercatore, scelto e impegnato nominalmente ad esclusiva cura del Dipartimento, | ||
secondo le proprie norme e procedure, per quota parte del tempo lavorativo effettivamente | ||
38 |
impiegato per lo svolgimento delle attività sottese al presente accordo. | ||
Art. 6 | ||
(Modalità di erogazione del contributo spese) | ||
L’importo stabilito al precedente art. 5, sarà erogato secondo le seguenti modalità: | ||
a) Anticipazione del 50% a seguito della sottoscrizione dell’Accordo e al momento | ||
della concessione di eventule proroga; | ||
b) Erogazione del 20% dopo il primo semestre e previo invio di una relazione sulle | ||
azioni condotte; | ||
c) Il 30% a saldo previa presentazione di relazione finale sulle attività, contenente | ||
rendicontazione dei costi sostenuti nell’anno, articolata secondo voci di spesa. | ||
Art. 7 | ||
(Inadempimenti e obblighi) | ||
L’Inadempimento da parte del Dipartimento di Medicina Veterinaria ripetto all’impegno di | ||
fornire l’assistenza veterinaria, come dettagliata nell’art. 3 del presente Accordo, comporterà | ||
la risoluzione della stessa da parte della Regione, fatto salvo il diritto di richiedere il | ||
risarcimento dei danno arrecati dall’inosservanza dell’obbligo assunto. | ||
Art. 8 | ||
(Controversie) | ||
La Parti si impegnano a concordare, in uno spirito di reciproca collaborazione, eventuali | ||
procedure e adempimenti non specificati nel presente Accordo che si rendano necessari per | ||
un ottimale conseguimento degli obiettivi nell’interesse comune, definendo amichevolmente | ||
eventuali controversie che possano sorgere nel corso del rapporto. Nel caso in cui non sia | ||
possibile raggiungere alcuna intesa in merito a questioni sopravvenute, le Parti convengono | ||
di risolvere ogni eventuale controversia presso il competente Foro di Bari. | ||
Art. 9 | ||
39 |
Forestali e Naturali
(Trattamento dei dati personali) | ||
Il presente Accordo viene sottoscritto nel rispetto del Regolamento Generale sulla Protezione | ||
dei Dati, Reg. UE 2016/679 e con la sottoscrizione viene espresso consenso al trattamento dei | ||
dati, nei limiti, per le finalità e per la durata dell’Accordo. | ||
Art. 10 | ||
(Registrazione) | ||
Le parti convengono che il presente accordo, non avendo per oggetto prestazioni a contenuto | ||
patrimoniale, sarà registrata in caso d’uso ai sensi dell’art. 5 comma 2 del DPR n. 131/86 e | ||
ss.mm.ii. L’eventuale imposta di registro e le spese di bollo sono a carico del Dipartimento. | ||
Bari, | ||
Letto, approvato e sottoscritto digitalmente | ||
Regione Puglia – Dirigente della Sezione Gestione Sostenibile e Tutela delle Risorse | ||
Dott. | ||
Dipartimento di Medicina Veterinaria, Università degli Studi di Bari Xxxx Xxxx | ||
Prof. | ||
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