Potenziale d’abuso Clausole campione

Potenziale d’abuso. Nei bambini, gli effetti terapeutici degli psicostimolanti non diminuiscono con l’uso prolungato, l'abuso e la dipendenza sono praticamente inesistenti. Ciononostante, il numero elevato di bambini ed adolescenti con ADHD che assumono psicostimolanti per periodi prolungati ha stimolato numerosi studi per verificarne, nell’animale da esperimento, il potenziale di abuso. Nei roditori, una delle conseguenze della somministrazione ripetuta di sostanze amfetamino-simili e’ costituito dall’incremento di alcuni comportamenti indotti da stimolanti (attività motoria, attività esploratoria anche in ambiente conosciuto, stereotipie) in risposta a somministrazioni ripetute. Tale aumento, che tende a persistere anche dopo periodi prolungati di astinenza, viene definito sensibilizzazione comportamentale ed e’ stato suggerito che tale processo possa essere implicato nello sviluppo della dipendenza. Lo sviluppo della sensibilizzazione comportamentale e’ stato estensivamente dimostrato per somministrazioni di dosi medio-alte di amfetamina e cocaina; al contrario pochi studi hanno misurato gli effetti di somministrazioni ripetute di metilfenidato ed i risultati di questi studi appaiono controversi. La comparsa della sensibilizzazione da metilfenidato appare modulata da diversi fattori quali le dosi del farmaco, la via di somministrazione (orale o parenterale: si veda il paragrafo sul metabolismo), il pattern e la durata delle somministrazione, il contesto ambientale in cui la somministrazione avviene: gabbia abituale o ambiente sconosciuto (open-field), stato di attività dell’animale (es. correlata al ciclo luce o buio). Somministrazioni parenterali ripetute di basse dosi di metilfenidato (0.5 mg/kg) possono indurre nel ratto sensibilizzazione comportamentale cui corrisponde un aumento significativo di release di noradrenalina nell’ippocampo (ma nessuna modificazione dei livelli extacellulari di dopamina nell’accumbens): tali effetti sono stati misurati in animali adulti, mentre non esistono studi che utilizzino la somministrazione orale in animali molto giovani.
Potenziale d’abuso. L’atomoxetina non modifica la funzione opaminergici a livello del nucleo accumbens, suggerendo l’assenza di potenziale d’abuso. Ciò e’ stato confermato mediante studi sia su primati non umani che su consumatori non dipendenti di stimolanti. Primati non umani, cui era stato insegnato a scegliere tra acquisizione di cibo mediante leva e somministrazione endovenosa di farmaco (cocaina, metilfenidato, amfetamina, atomoxetine, desomopramina o soluzione fisiologica), preferivano il cibo ad atomoxetina o desimipramina, ma non agli psicostimolanti (Gasior et al. 2005). Soggetti umani abituati a riconoscere gli effetti degli psicotimolanti senza essere dipendenti, erano in grado dopo somministrazione orale in doppio cieco di riconoscere gli effetti attivanti di metilfenidato ed amfetamina, senza riportarli dopo assunzione di triazolam o atomoxetina (Lile et al. 2006). Per un confronto dettagliato tra le diverse opzioni di terapia farmacologica possono essere utili sia le linee guida del National Institute for Clinical Excellence (NICE 2006; xxx.xxxx.xxx.xx) del Servizio Sanitario Pubblico Inglese (NHS) che le più recenti linee guida europee (Xxxxxxxxxxx et al. 2006). Utili per l’inquadramento e la gestione del bambino con ADHD le linee guida dello Scottish Intercollegiate Guidelines Network (SIGN): xxx.xxxx.xx.xx/xxxxxxxxxx/xxxxxxxx/00/xxxxx.xxxx. Dopo l’immissione in commercio di atomoxetine nel Regno Unito (2004), l’ente regolatorio britannico (Medicines and Health Care Products Regulatory Agency- MHRA) ha raccolto le segnalazioni spontanee di eventi avversi manifestatisi in persone che avevano assunto atomoxetina e le ha confrontate con le informazioni disponibili anche da altre fonti (FDA degli Stati Uniti e l’Ente Regolatorio Canadese-). Sulla base delle segnalazioni spontanee all’MHRA, oltre i più comuni eventi avversi segnalati per metilfenidato (nausea, vomito, cefalea, irritabilità e aggressività) per l’atomoxetina sono stati evidenziati anche : aritmie cardiache, insufficienza epatica acuta, convulsioni e ideazione suicidaria. Poiché al momento della immissione in commercio degli stimolanti i rischi dei farmaci erano stati monitorati con minor rigore rispetto alle pratiche attuali, tali eventi avversi hanno indicato l’opportunità di riconsiderare la tollerabilità anche degli stimolanti, soprattutto rispetto agli eventi avversi rari ma potenzialmente gravi sopra indicati. 1.Convulsioni. Sebbene nessun dato degli studi pre-clinici, né alcuna evidenza ricava...