Common use of Tendenze degli eventi di protesta Clause in Contracts

Tendenze degli eventi di protesta. Le azioni collettive dei sindacati sono state una parte significativa dei movimenti sinda- cali, con un’abbondanza di attività di questo tipo nel 2021 e nel 2022. Questo periodo ha visto un panorama dinamico di eventi di protesta, guidati da organizzazioni leader con obiettivi e temi chiari, attraverso varie forme di azione e talvolta formando coali- zioni per un impatto più ampio. I primi mesi del 2021 hanno visto un’impennata delle attività di protesta, con un picco a gennaio e febbraio. In questo periodo si sono verificati rispettivamente 24 e 18 eventi, a indicare un livello più elevato di lamentele legate al lavoro e un forte richiamo all’a- zione da parte dei sindacati. Questa impennata iniziale può essere attribuita al dete- rioramento delle condizioni di lavoro, esacerbato dalla pandemia di Covid-19. Questa situazione ha giocato un ruolo significativo nel determinare le condizioni di lavoro e nel plasmare l’andamento delle manifestazioni di protesta nei primi mesi del 2021. La pan- demia ha portato a un deterioramento delle condizioni di lavoro per molti lavoratori, che a sua volta ha portato a un aumento del malcontento. In questo periodo si sono ve- rificate proteste direttamente collegate a problemi di salute e sicurezza, evidenziando l’impatto immediato della pandemia sul settore del lavoro. Ad esempio, i dipendenti del settore sanitario hanno organizzato proteste sotto il coordinamento della “Solidarity in Health Federation”, concentrandosi sulla salute e la sicurezza dei lavoratori del loro settore. Con l’avanzare della pandemia, che ha comportato molte restrizioni, si è osservata una netta diminuzione degli eventi di protesta durante i mesi primaverili ed estivi, in parti- colare da aprile a giugno. La tendenza alla fluttuazione delle attività di protesta è proseguita con un aumento del numero di proteste nei mesi di novembre e dicembre 2021, indicando una ripresa delle preoccupazioni legate al lavoro. Questa ripresa sottolinea il panorama dinamico delle questioni lavorative in Romania, dove l’intensità delle proteste è variata in risposta alle mutevoli condizioni socio-economiche e politiche. Le politiche economiche e sociali del governo, in particolare l’attuazione di misure di austerità, hanno contribuito in modo significativo all’aumento delle proteste. Queste misure sono state accolte da una diffusa disapprovazione da parte di diversi sindaca- ti. Le richieste di aumento dei salari, di migliori condizioni di lavoro e di una maggiore protezione sociale sono state al centro delle proteste del 2021 e del 2022, riflettendo gli sforzi persistenti dei sindacati per sfidare le politiche di austerità del governo. Il panorama sindacale rumeno è dominato da una serie di organizzazioni chiave che hanno svolto un ruolo centrale nella mobilitazione delle proteste. Queste organizzazioni sono state determinanti nell’affrontare un’ampia gamma di questioni, dalle condizioni di lavoro e disoccupazione alla discriminazione in vari settori, tra cui la sanità, l’istruzio- ne e la pubblica amministrazione. La Health Solidarity Federation e la Sanitas Federation sono state tra le organizzazioni che nel 2021 hanno avviato azioni significative per migliorare le condizioni di lavoro e sfidare la discriminazione nel settore sanitario. La Confederazione nazionale dei sindacati “Cartel ALFA” è emersa come una forza si- gnificativa, organizzando una grande manifestazione il 27 gennaio 2021, che ha richia- mato oltre 10.000 partecipanti. Nel corso del 2022, organizzazioni come la Federazione dei sindacati liberi dell’istruzio- ne e la Federazione nazionale dei sindacati amministrativi hanno guidato le proteste, con i sindacati del settore dell’istruzione che hanno mobilitato oltre 100.000 parteci- panti in uno sciopero di avvertimento il 19 gennaio 2022. L’affluenza ha sottolineato la disponibilità dei dipendenti ad aumentare le loro richieste se le autorità non avessero risposto. L’uso strategico di diverse forme di protesta – dagli scioperi alle manifestazioni, fino alle petizioni – evidenzia l’adattabilità e la pianificazione tattica dei sindacati. In partico- lare, il 15 giugno 2022, la Federazione Sanitas ha organizzato una manifestazione con 10.000 partecipanti, evidenziando le sfide che il settore sanitario deve affrontare in un contesto di preoccupazioni economiche e politiche sistemiche. I temi ricorrenti di queste proteste sottolineano l’urgente necessità di affrontare le sfide economiche e politiche, riflettendo un più ampio panorama di malcontento socio-eco- nomico in Romania. Le collaborazioni e le coalizioni hanno svolto un ruolo significati- vo nell’amplificare l’impatto di queste proteste. Ad esempio le proteste hanno spesso coinvolto più di un attore organizzato, indicando una coalizione o un partenariato; le coalizioni più comuni sono state quelle tra le principali federazioni sindacali e tra le fe- derazioni sindacali non principali/di base. Un aspetto degno di nota di queste proteste è stata la loro focalizzazione settoriale e la capacità di unire diversi settori sotto cause comuni. Ad esempio, lo sforzo di collabora- zione tra la Confederazione Nazionale dei Sindacati “Cartel ALFA” e la Federazione dei Sindacati Liberi dell’Istruzione ha esemplificato una posizione unitaria contro le sfide alle condizioni di lavoro e ai diritti dei lavoratori, ponendo l’accento su questioni come la disoccupazione e la discriminazione.

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Tendenze degli eventi di protesta. Le azioni collettive Secondo i dati estratti dagli articoli che coprono il periodo che va dal 1° gennaio 2021 al 1° luglio 2022, i sindacati e i lavoratori italiani hanno organizzato 445 eventi di prote- sta. Se si analizza la cronologia di queste proteste (Figura 2), si possono osservare due picchi di attività: il primo tra marzo e giugno 2021 e il secondo tra settembre e novem- bre dello stesso anno. In seguito a questi periodi, c’è stato un significativo declino nelle mobilitazioni dei lavoratori. Il picco iniziale è chiaramente associato al “blocco dei licenziamenti” promulgato dal Governo italiano per proteggere i lavoratori impiegati durante il punto massimo rag- giunto dalla crisi dovuta alla pandemia (si veda anche Xxxxx Xxxxx, 2023). Il secondo picco è stato raggiunto nei mesi in cui il governo di Xxxxx Xxxxxx, supportato da una vasta maggioranza parlamentare, stava approntando la legge di bilancio, che i sindacati hanno criticato come troppo cauta e inadeguata ad affrontare i problemi economici concreti delle famiglie dei lavoratori già colpiti duramente dalla crisi pan- demica e dall’abrogazione del blocco ai licenziamenti. Durante queste mobilitazioni sono state una formalizzate diverse richieste per ottenere misure di sostegno al reddito, politiche fiscali appropriate, investimenti nel lavoro e nelle politiche industriali, supporto ai pensionati e azioni per porre un freno alle delocalizzazioni, causa dei licenziamenti di massa in tutto il paese (Doc. 1). Malgrado il metodo di dialogo sociale seguito da Dra- ghi dal suo insediamento (ANSA, 10 febbraio 2021), le relazioni hanno iniziato a deteri- orarsi con il sollevamento del divieto ai licenziamenti, che esprimeva l’intento di porre fine alle entrate dei cittadini, e delle misure delineate nella prima legge di bilancio del Governo (ANSA, 27 novembre 2021). I sindacati hanno dato inizio a circa il 60% degli EP dei lavoratori, agito come co-pro- motori in almeno 7% dei casi ed erano meri partecipanti nel 4%. Tuttavia, in più del 27% dei casi, i lavoratori si sono mobilitati senza il loro supporto (Tabella 3). La maggior parte significativa dei movimenti sinda- calidelle proteste sono state organizzate dai principali sindacati confe- derali, con un’abbondanza la CGIL in cima alla lista. I sindacati di attività base di questo tipo nel 2021 e nel 2022sinistra erano presenti al 18% degli PE, i sindacati indipendenti apolitici a circa il 10%, mentre i sindacati di destra solo al 3%. Questo periodo ha visto un panorama dinamico di eventi di protestaSpecificamente, guidati il 16% degli PE sono stati portati avanti da organizzazioni leader con obiettivi dei lavoratori informali e temi chiaril’8% da altre organizzazioni della società civile, attraverso varie forme mentre i partiti politici erano presenti solo all’1% di azione e talvolta formando coali- zioni per un impatto più ampioquesti (Tabella 2). CGLI 182 40.9 CiSL 153 34.4 UIL 157 35.3 Leftist Grass-roots Unions 78 17.5 Rightwing Unions 14 3.1 A-political Unions 43 9.7 Workers’ Informal Org. 70 15.7 Political Parties 6 1.2 CSOs-SMOs 35 7.9 I primi mesi del 2021 hanno visto un’impennata delle attività di protesta, con un picco a gennaio e febbraio. In questo periodo si sono verificati rispettivamente 24 e 18 eventi, a indicare un livello più elevato di lamentele legate al lavoro e un forte richiamo all’a- zione da parte dei sindacati. Questa impennata iniziale può essere attribuita al dete- rioramento delle condizioni di lavoro, esacerbato dalla pandemia di Covid-19. Questa situazione ha giocato un ruolo significativo nel determinare le condizioni di lavoro e nel plasmare l’andamento delle manifestazioni di protesta nei primi mesi del 2021. La pan- demia ha portato a un deterioramento delle condizioni di lavoro per molti lavoratori, che a sua volta ha portato a un aumento del malcontento. In questo periodo si sono ve- rificate proteste direttamente collegate a problemi di salute e sicurezza, evidenziando l’impatto immediato della pandemia sul settore del lavoro. Ad esempio, i dipendenti lavoratori del settore sanitario hanno organizzato proteste sotto privato sono più attivi (69%) rispetto a quelli del settore pubblico. All’interno del settore privato, approssimativamente il coordinamento della “Solidarity in Health Federation”, concentrandosi sulla salute e la sicurezza dei lavoratori del loro settore. Con l’avanzare della pandemia, che ha comportato molte restrizioni, si è osservata una netta diminuzione degli eventi di protesta durante i mesi primaverili ed estivi, in parti- colare da aprile a giugno. La tendenza alla fluttuazione delle attività di protesta è proseguita con un aumento del numero di proteste nei mesi di novembre e dicembre 2021, indicando una ripresa delle preoccupazioni legate al lavoro. Questa ripresa sottolinea il panorama dinamico delle questioni lavorative in Romania, dove l’intensità 25% delle proteste è variata in risposta alle mutevoli condizioni socio-economiche erano guidate dai lavoratori dei trasporti, seguiti dai metalmeccanici e politicheda altri lavoratori industriali a circa il 20%. Le politiche economiche Nel settore pubblico, gli impiegati nel sistema di welfare locale, regionale e sociali del governonazionale sono stati i più attivi, in particolare l’attuazione di misure di austerità, hanno contribuito in modo significativo all’aumento partecipando al 12% delle proteste. Queste misure In termini di modalità d’azione, è importante notare che gli scioperi non sono state accolte da una diffusa disapprovazione da parte la più co- mune, tra le prevalenti si contano le marce, i raduni e altre proteste dimostrative. Rep- ertori radicali ma non violenti vengono riportati approssimativamente nel 10% degli PE, mentre istanze di diversi sindaca- tiviolenza sono molto rare. Le richieste Infine, la polizia è intervenuta attivamente in 16 PE, ovvero circa il 4% (Tabella 3). Strike 152 34.2 March/Rally 203 45.6 Other Demonstrative 267 60 Perturbative 40 9 Violent 5 0.1 Police 16 3.6 Non sorprende che le questioni economiche siano in prima linea nelle mobilitazioni dei lavoratori con oltre il 90% degli PE che portano avanti tali rivendicazioni: il 27% di aumento dei salariessi affronta le questioni sistemiche come lo status economico, i tagli di migliori condizioni di lavoro bilancio, la pov- ertà e di una maggiore protezione sociale sono state al centro l’ineguaglianza, mentre oltre l’80% delle proteste del 2021 si concentra sulle condizioni lavorative, la disoccupazione, i salari e del 2022, riflettendo gli sforzi persistenti dei sindacati per sfidare in particolare le politiche di austerità del governodimissioni. Il panorama sindacale rumeno è dominato da una serie di organizzazioni chiave che hanno svolto un ruolo centrale nella mobilitazione Di tanto in tanto le richieste relative alle questioni economiche sono collegate a preoccupazioni più ampie sul funzionamento delle proteste. Queste organizzazioni sono state determinanti nell’affrontare un’ampia gamma di questioni, dalle condizioni di lavoro e disoccupazione alla discriminazione in vari settori, tra cui la sanità, l’istruzio- ne istituzioni statali e la pubblica amministrazione. La Health Solidarity Federation qualità della democrazia italiana (circa il 5%), o questioni culturali, come l’ambiente e la Sanitas Federation sono state tra le organizzazioni che nel 2021 hanno avviato azioni significative per migliorare le condizioni di lavoro e sfidare la discriminazione nel settore sanitario. La Confederazione nazionale dei sindacati “Cartel ALFA” è emersa come una forza si- gnificativa, organizzando una grande manifestazione i diritti civili (approssimativamente il 27 gennaio 2021, che ha richia- mato oltre 10.000 partecipanti. Nel corso del 2022, organizzazioni come la Federazione dei sindacati liberi dell’istruzio- ne e la Federazione nazionale dei sindacati amministrativi hanno guidato le proteste, con i sindacati del settore dell’istruzione che hanno mobilitato oltre 100.000 parteci- panti in uno sciopero di avvertimento il 19 gennaio 2022. L’affluenza ha sottolineato la disponibilità dei dipendenti ad aumentare le loro richieste se le autorità non avessero risposto. L’uso strategico di diverse forme di protesta – dagli scioperi alle manifestazioni, fino alle petizioni – evidenzia l’adattabilità e la pianificazione tattica dei sindacati. In partico- lare, il 15 giugno 2022, la Federazione Sanitas ha organizzato una manifestazione con 10.000 partecipanti, evidenziando le sfide che il settore sanitario deve affrontare in un contesto di preoccupazioni economiche e politiche sistemiche. I temi ricorrenti di queste proteste sottolineano l’urgente necessità di affrontare le sfide economiche e politiche, riflettendo un più ampio panorama di malcontento socio-eco- nomico in Romania. Le collaborazioni e le coalizioni hanno svolto un ruolo significati- vo nell’amplificare l’impatto di queste proteste. Ad esempio le proteste hanno spesso coinvolto più di un attore organizzato, indicando una coalizione o un partenariato; le coalizioni più comuni sono state quelle tra le principali federazioni sindacali e tra le fe- derazioni sindacali non principali/di base. Un aspetto degno di nota di queste proteste è stata la loro focalizzazione settoriale e la capacità di unire diversi settori sotto cause comuni. Ad esempio, lo sforzo di collabora- zione tra la Confederazione Nazionale dei Sindacati “Cartel ALFA” e la Federazione dei Sindacati Liberi dell’Istruzione ha esemplificato una posizione unitaria contro le sfide alle condizioni di lavoro e ai diritti dei lavoratori, ponendo l’accento su questioni come la disoccupazione e la discriminazione.14%)

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Tendenze degli eventi di protesta. Le Dopo la crisi del Covid-19, quando le riunioni su larga scala erano impossibili a causa delle restrizioni governative, i sindacati belgi hanno ripreso le loro azioni collettive. Nel 2022 si è registrato un numero di giornate di sciopero per 1.000 dipendenti più che doppio rispetto al 2021, a dimostrazione del ritorno delle azioni collettive dei sindacati sono state una parte significativa dei movimenti sinda- cali(Xxxxxxxx, 2023b). Gli eventi analizzati seguono un andamento simile, con un’abbondanza un numero minore di attività eventi all’inizio del 2021 a causa della pandemia, seguito da un’impennata nel settem- bre 2021 e da picchi nel dicembre 2021, marzo 2022 e giugno 2022. Quasi tutti gli eventi coinvolgono i sindacati, a dimostrazione della loro profonda integrazione con i movi- menti dei lavoratori in Belgio. Alcuni quartili specifici sono influenzati dalle giornate di questo tipo azione nazionali organizzate dai sindacati, come nel marzo 2021 e nel giugno 2022, che hanno registrato una partecipazione significativa e si sono concentrate su temi come l’aumento dei prezzi e la legge sui salari. Questo periodo ha visto un panorama dinamico di La stretta associazione tra sindacati e azioni dei lavoratori in Belgio emerge chiara- mente dai dati, con i sindacati e le loro confederazioni che sono gli attori più frequente- mente coinvolti negli eventi di protesta. Gli scioperi sono la forma più comune di azione di protesta, guidati da organizzazioni leader con obiettivi spesso annunciati in anticipo e temi chiarisoggetti a procedure specifiche a seconda del comitato misto coinvolto. Ciononostante, attraverso varie gli scioperi spontanei si collocano anco- ra al terzo posto tra le forme di azione e talvolta formando coali- zioni per un impatto più ampioutilizzate, evidenziandone l’importanza. I primi mesi del 2021 hanno visto un’impennata delle attività Le manifestazioni sono al secondo posto, il che indica il loro uso diffuso nelle campagne a livello nazionale. La prevalenza degli scioperi come forma primaria di protesta, con un picco a gennaio e febbraio. In questo periodo si sono verificati rispettivamente 24 e 18 eventi, a indicare un livello più elevato di lamentele legate al lavoro e un forte richiamo all’a- zione da parte dei sindacati. Questa impennata iniziale azione può essere attribuita al dete- rioramento delle in parte attri- buita alla strategia di ricerca che utilizza il termine “sciopero” e all’interconnessione dei sindacati con il più ampio movimento dei lavoratori. Inoltre, la maggior parte degli eventi di protesta analizzati riguardava conflitti sul luogo di lavoro, dove lo sciopero sembra essere il metodo di azione più ovvio. Gli eventi di protesta ruotano prevalentemente intorno a temi legati alle condizioni e ai diritti di lavoro, che costituiscono l’83,1% degli eventi analizzati. All’interno di questa categoria, le richieste si concentrano spesso sulle condizioni di lavoro, esacerbato dalla pandemia il carico di Covid-19lavoro, la retribuzione, i salari, la disoccupazione e i licenziamenti programmati. Questa situazione ha giocato un ruolo significativo nel determinare le condizioni Ciò sottolinea l’importanza delle questioni legate al posto di lavoro e nel plasmare l’andamento delle manifestazioni guidare l’attività di protesta nei primi mesi del 2021in Belgio. La pan- demia ha portato a un deterioramento delle condizioni I dati rivelano anche la notevole assenza di lavoro per molti partecipazione di altre organizzazioni della società civile durante le azioni dei lavoratori. Mentre i sindacati collaborano spesso con varie organizzazioni, che a sua volta ha portato a un aumento del malcontento. In questo periodo si sono ve- rificate proteste direttamente collegate a problemi di salute e sicurezza, evidenziando l’impatto immediato della pandemia sul settore del lavoro. Ad esempio, i dipendenti del settore sanitario hanno organizzato proteste sotto il coordinamento della “Solidarity in Health Federation”, concentrandosi sulla salute e la sicurezza dei lavoratori del loro settore. Con l’avanzare della pandemia, che ha comportato molte restrizionicome discusso nel paragrafo 2.4, si è osservata una netta diminuzione degli eventi nota un’apparente mancanza di protesta durante i mesi primaverili ed estivi, in parti- colare da aprile a giugno. La tendenza alla fluttuazione delle visibilità o di attività di protesta è proseguita con un aumento del numero di proteste nei mesi di novembre e dicembre 2021, indicando una ripresa delle preoccupazioni legate al lavoro. Questa ripresa sottolinea il panorama dinamico delle questioni lavorative in Romania, dove l’intensità delle proteste è variata in risposta alle mutevoli condizioni socio-economiche e politiche. Le politiche economiche e sociali del governo, in particolare l’attuazione di misure di austerità, hanno contribuito in modo significativo all’aumento delle proteste. Queste misure sono state accolte da una diffusa disapprovazione da parte di diversi sindaca- ti. Le richieste di aumento dei salari, di migliori condizioni di lavoro e di una maggiore protezione sociale sono state al centro delle proteste del 2021 e del 2022, riflettendo gli sforzi persistenti dei sindacati per sfidare questi altri attori della società civile durante le politiche di austerità del governo. Il panorama sindacale rumeno è dominato da una serie di organizzazioni chiave che hanno svolto un ruolo centrale nella mobilitazione delle proteste. Queste organizzazioni sono state determinanti nell’affrontare un’ampia gamma di questioni, dalle condizioni di lavoro e disoccupazione alla discriminazione in vari settori, tra cui la sanità, l’istruzio- ne e la pubblica amministrazione. La Health Solidarity Federation e la Sanitas Federation sono state tra le organizzazioni che nel 2021 hanno avviato azioni significative per migliorare le condizioni di lavoro e sfidare la discriminazione nel settore sanitario. La Confederazione nazionale dei sindacati “Cartel ALFA” è emersa come una forza si- gnificativa, organizzando una grande manifestazione il 27 gennaio 2021, che ha richia- mato oltre 10.000 partecipanti. Nel corso del 2022, organizzazioni come la Federazione dei sindacati liberi dell’istruzio- ne e la Federazione nazionale dei sindacati amministrativi hanno guidato le proteste, con i sindacati del settore dell’istruzione che hanno mobilitato oltre 100.000 parteci- panti in uno sciopero di avvertimento il 19 gennaio 2022. L’affluenza ha sottolineato la disponibilità dei dipendenti ad aumentare le loro richieste se le autorità non avessero risposto. L’uso strategico di diverse forme di protesta – dagli scioperi alle manifestazioni, fino alle petizioni – evidenzia l’adattabilità e la pianificazione tattica dei sindacati. In partico- lare, il 15 giugno 2022, la Federazione Sanitas ha organizzato una manifestazione con 10.000 partecipanti, evidenziando le sfide che il settore sanitario deve affrontare in un contesto di preoccupazioni economiche e politiche sistemiche. I temi ricorrenti di queste proteste sottolineano l’urgente necessità di affrontare le sfide economiche e politiche, riflettendo un più ampio panorama di malcontento socio-eco- nomico in Romania. Le collaborazioni e le coalizioni hanno svolto un ruolo significati- vo nell’amplificare l’impatto di queste proteste. Ad esempio le proteste hanno spesso coinvolto più di un attore organizzato, indicando una coalizione o un partenariato; le coalizioni più comuni sono state quelle tra le principali federazioni sindacali e tra le fe- derazioni sindacali non principali/di base. Un aspetto degno di nota di queste proteste è stata la loro focalizzazione settoriale e la capacità di unire diversi settori sotto cause comuni. Ad esempio, lo sforzo di collabora- zione tra la Confederazione Nazionale dei Sindacati “Cartel ALFA” e la Federazione dei Sindacati Liberi dell’Istruzione ha esemplificato una posizione unitaria contro le sfide alle condizioni di lavoro e ai diritti pro- teste dei lavoratori, ponendo l’accento su questioni come la disoccupazione e la discriminazione.

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Tendenze degli eventi di protesta. Le azioni collettive Il periodo in esame (2021-2022) è caratterizzato da instabilità parlamentare e politica, aumento dell’inflazione, debole crescita del reddito e quindi perdita del potere d’acqui- sto dei salari. Questo contesto ha spinto i sindacati a impegnarsi in attività di protesta in tutto il paese. L’aumento dei redditi è una delle richieste principali delle proteste. I sindacati sono state una parte significativa dei movimenti sinda- cali, con un’abbondanza responsabili di attività di questo tipo nel 2021 oltre due terzi delle proteste sindacali. Il restante 1/3 delle proteste è costituito per lo più da azioni spontanee e nel 2022. Questo periodo ha visto un panorama dinamico di eventi di protesta, guidati locali piuttosto che da azioni pianificate da organizzazioni leader con obiettivi e temi chiariassociazioni di categoria. Le proteste sindacali analizzate nel periodo 2021-2022 riguardano principalmente i pro- blemi di uno specifico settore. Di conseguenza, attraverso varie forme il più delle volte vengono portate avanti richieste di azione normative specifiche del settore e, in misura molto minore, questioni di ca- rattere nazionale. I principali “destinatari” delle mobilitazioni di protesta sono le istitu- zioni nazionali (vari ministeri e talvolta formando coali- zioni le loro agenzie subordinate) e in misura molto minore le autorità locali (livello regionale/comunale). La maggior parte delle proteste si concen- tra nel 2022 (per un impatto totale dell’80% delle proteste sindacali segnalate). Le ragioni sono da ricercare sia nella mancanza di decisioni sulle richieste di protesta nel 2021, sia nel deterioramento del contesto economico e politico del Paese. Le proteste sindacali hanno luogo principalmente quando viene mobilitato un gran nu- mero di partecipanti (nell’ordine di 100-1000 persone) e, in misura molto minore, si intensificano in proteste su larga scala di migliaia di persone. Le proteste sindacali sono organizzate esclusivamente dalle organizzazioni dei lavora- tori rappresentative a livello nazionale (CITUB e CL “Podkrepa”) e dalle loro federazioni affiliate (il 90% delle proteste sindacali sono organizzate da loro). Le confederazioni sindacali non rappresentative e i loro membri riportano un’attività di protesta molto più ampiodebole. Dal punto di vista delle organizzazioni leader, il più delle volte (nel 90% dei casi) la pro- testa sindacale è guidata dalla rispettiva filiale/struttura industriale. La presenza delle confederazioni nazionali nella “mappa della protesta” è significativamente più debole (10% delle proteste sindacali). A livello settoriale, le proteste più numerose sono quelle dei lavoratori edili (27% di tutte le proteste sindacali), dei dipendenti del Ministero degli Interni e del Ministero della Giu- stizia (25%) e degli operatori sanitari (12%). I primi mesi del 2021 hanno visto un’impennata delle restanti settori/industrie registrano una minore attività di protesta, con un picco non superando i 3-4 casi di protesta nel biennio monitorato da questo progetto. Più spesso (nel 56% dei casi) le proteste sindacali fanno parte di una campagna, cioè sono continue nella loro azione e portata. Per quanto riguarda il formato dell’evento, i sindacati tendono a gennaio utilizzare principalmente le due forme seguenti: azioni simboliche (nel 17% delle proteste sindacali) e febbraiodimostrazioni e marce in luoghi pubblici (nel 71% dei casi). In questo periodo si Di conseguenza, le proteste sono verificati rispettivamente 24 e 18 eventicondotte in modo esclusivamente pacifico, a indicare un livello più elevato di lamentele legate al lavoro e un forte richiamo all’a- zione senza violenza da parte dei sindacatimanifestanti e della polizia. Questa impennata iniziale può essere attribuita al dete- rioramento delle condizioni È interessante notare che non è stata segnalata la presenza di lavoro, esacerbato dalla pandemia di Covid-19. Questa situazione ha giocato un ruolo significativo nel determinare le condizioni di lavoro e nel plasmare l’andamento delle manifestazioni di protesta nei primi mesi del 2021. La pan- demia ha portato sindacati come par- tecipanti a un deterioramento delle condizioni di lavoro per molti lavoratori, che a sua volta ha portato a un aumento del malcontento. In questo periodo si sono ve- rificate proteste direttamente collegate a problemi di salute e sicurezza, evidenziando l’impatto immediato della pandemia sul settore del lavoro. Ad esempio, i dipendenti del settore sanitario hanno organizzato proteste sotto il coordinamento della “Solidarity in Health Federation”, concentrandosi sulla salute e la sicurezza dei lavoratori del loro settore. Con l’avanzare della pandemia, che ha comportato molte restrizioni, si è osservata una netta diminuzione degli eventi di protesta durante all’estero; vale a dire che i mesi primaverili ed estivi, sindacati organizzano esclu- sivamente le proprie proteste e/o si impegnano in parti- colare da aprile a giugno. La tendenza alla fluttuazione delle attività di protesta è proseguita con un aumento del numero di proteste nei mesi di novembre e dicembre 2021, indicando una ripresa delle preoccupazioni legate al lavoro. Questa ripresa sottolinea il panorama dinamico delle questioni lavorative in Romania, dove l’intensità delle proteste è variata in risposta alle mutevoli condizioni socio-economiche e politiche. Le politiche economiche e sociali del governo, in particolare l’attuazione di misure di austerità, hanno contribuito in modo significativo all’aumento delle proteste. Queste misure sono state accolte da una diffusa disapprovazione da parte di diversi sindaca- ti. Le richieste di aumento dei salari, di migliori condizioni di lavoro e di una maggiore protezione sociale sono state al centro delle proteste del 2021 e del 2022, riflettendo gli sforzi persistenti dei sindacati per sfidare le politiche di austerità del governo. Il panorama sindacale rumeno è dominato da una serie di organizzazioni chiave partner specifico piuttosto che hanno svolto un ruolo centrale nella mobilitazione delle proteste. Queste organizzazioni sono state determinanti nell’affrontare un’ampia gamma di questioni, dalle condizioni di lavoro e disoccupazione alla discriminazione in vari settori, tra cui la sanità, l’istruzio- ne e la pubblica amministrazione. La Health Solidarity Federation e la Sanitas Federation sono state tra le organizzazioni che nel 2021 hanno avviato azioni significative per migliorare le condizioni di lavoro e sfidare la discriminazione nel settore sanitario. La Confederazione nazionale dei sindacati “Cartel ALFA” è emersa come una forza si- gnificativa, organizzando una grande manifestazione il 27 gennaio 2021, che ha richia- mato oltre 10.000 partecipanti. Nel corso del 2022, organizzazioni come la Federazione dei sindacati liberi dell’istruzio- ne e la Federazione nazionale dei sindacati amministrativi hanno guidato le proteste, con i sindacati del settore dell’istruzione che hanno mobilitato oltre 100.000 parteci- panti in uno sciopero di avvertimento il 19 gennaio 2022. L’affluenza ha sottolineato la disponibilità dei dipendenti ad aumentare le loro richieste se le autorità non avessero risposto. L’uso strategico di diverse forme di protesta – dagli scioperi alle manifestazioni, fino alle petizioni – evidenzia l’adattabilità e la pianificazione tattica dei sindacati. In partico- lare, il 15 giugno 2022, la Federazione Sanitas ha organizzato una manifestazione con 10.000 partecipanti, evidenziando le sfide che il settore sanitario deve affrontare in un contesto di preoccupazioni economiche e politiche sistemiche. I temi ricorrenti di queste proteste sottolineano l’urgente necessità di affrontare le sfide economiche e politiche, riflettendo un più ampio panorama di malcontento socio-eco- nomico in Romania. Le collaborazioni e le coalizioni hanno svolto un ruolo significati- vo nell’amplificare l’impatto di queste proteste. Ad esempio le proteste hanno spesso coinvolto più di un attore organizzato, indicando una coalizione o un partenariato; le coalizioni più comuni sono state sostenere quelle tra le principali federazioni sindacali e tra le fe- derazioni sindacali non principali/di base. Un aspetto degno di nota di queste proteste è stata la loro focalizzazione settoriale e la capacità di unire diversi settori sotto cause comuni. Ad esempio, lo sforzo di collabora- zione tra la Confederazione Nazionale dei Sindacati “Cartel ALFA” e la Federazione dei Sindacati Liberi dell’Istruzione ha esemplificato una posizione unitaria contro le sfide alle condizioni di lavoro e ai diritti dei lavoratori, ponendo l’accento su questioni come la disoccupazione e la discriminazionestraniere.

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