PIANO OPERATIVO
Allegato alla deliberazione della Giunta regionale n. 551 in data 26/06/2020
ACCORDO DI PROGRAMMA PER IL SOSTEGNO ALLO SVOLGIMENTO DI ATTIVITA’ DI INTERESSE GENERALE DA PARTE DI ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO E ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE.
PIANO OPERATIVO
“recante l’indicazione degli obiettivi generali perseguiti, delle aree prioritarie di intervento prescelte, dei procedimenti da espletarsi ai fini dell’individuazione dei soggetti attuatori delle iniziative e dei progetti da finanziare, del cronoprogramma delle attività previste”, di cui all’articolo 5 dei rispettivi accordi di programma sottoscritti a dicembre 2018.
SCHEDA DI SINTESI
REGIONE o PROVINCIA AUTONOMA | |
Direzione/Dipartimento competente: (Nominativo, indirizzo, tel, fax, e mail) | Assessorato sanità, salute e politiche sociali – Dipartimento politiche sociali Xxx. Xx Xxxxxxxxx, 00 00000 Xxxxx-Xxxxxxxxxx (XX) Tel. 0000 000000 Fax 0000 000000 Posta PEI: xxxxxxxxx_xxxxxxx@xxxxxxx.xxx.xx Posta PEC: xxxxxxxxx_xxxxxxx@xxx.xxxxxxx.xxx.xx |
Servizio competente (Nominativo, indirizzo, tel, fax, e mail) | Dipartimento politiche sociali Xxx. Xx Xxxxxxxxx, 00 00000 Xxxxx-Xxxxxxxxxx (XX) Tel. 0000 000000 Fax 0000 000000 Posta PEI: xxxxxxxxx_xxxxxxx@xxxxxxx.xxx.xx Posta PEC: xxxxxxxxx_xxxxxxx@xxx.xxxxxxx.xxx.xx |
Dirigente del servizio competente (Nominativo, indirizzo, tel, fax, e mail) | Xxxxxxxx Xxxxxxx Xxx. Xx Xxxxxxxxx, 00 00000 Xxxxx-Xxxxxxxxxx (XX) Tel. 0000 000000 Fax 0000 000000 |
Referenti del programma, se diversi dal dirigente (Nominativo, indirizzo, tel, fax, e mail) | Xxxxxxx Xxxxx Guarda Alessandra Xxx. Xx Xxxxxxxxx, 00 00000 Xxxxx-Xxxxxxxxxx (XX) Tel. 0000 000000 - 0000 000000 Fax 0000 000000 Indirizzo e-mail: x.xxxxxxx@xxxxxxx.xxx.xx x.xxxxxx@xxxxxxx.xxx.xx |
PREMESSA
Analisi del contesto di riferimento e delle principali criticità riscontrate
Indicazioni: fornire una descrizione del contesto di riferimento, ponendo attenzione a rilevarne le caratteristiche generali, con un focus specifico, di natura quali-quantitativa sulle organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale, nonché degli altri enti del Terzo settore presenti a livello regionale.
Riferimenti normativi regionali:
* l.r. 22 luglio 2005, n. 16 “Disciplina del volontariato e dell’associazionismo di promozione sociale. Modificazioni alla legge regionale 21 aprile 1994, n. 12 (Contributi a favore di associazioni ed enti di tutela dei cittadini invalidi, mutilati e handicappati operanti in Valle d’Aosta), e abrogazione delle leggi regionali 6 dicembre 1993, n. 83, e 9 febbraio 1996, n. 5”
* l.r. 5 maggio 1998, n. 27 “Testo unico in materia di cooperazione"
In Valle d’Aosta, con la l.r. 16/2005 è stato istituito il Registro regionale delle organizzazioni di volontariato (odv) e delle associazioni di promozione sociale (APS), articolato in due distinte sezioni. Ad oggi, la sezione ODV conta 144 iscritte, mentre nella sezione APS sono iscritte 48 associazioni per un totale di 192 associazioni
Il volontariato nella nostra regione è una realtà vivace e variegata, integrata all’interno di differenti aree di interesse e in dialogo con il sistema dei servizi pubblici e privati esistenti sul territorio. Sono presenti e attive anche alcune Fondazioni ed enti onlus (compresa la Caritas diocesana) non iscritti al Registro, ma impegnati in forme di collaborazione e cofinanziamento di progetti d’interesse regionale promossi e gestiti da ODV e APS e con gli enti pubblici.
Il Coordinamento Solidarietà Valle d’Aosta (CSV) è un’associazione di secondo livello iscritta al Registro regionale del volontariato della Valle d’Aosta e riunisce 90 tra organizzazioni di volontariato (81) e associazioni di promozione sociale (9), pari a circa il 47% delle 192 realtà iscritte al Registro regionale del volontariato e dell’associazionismo di promozione sociale della Valle d’Aosta. Dal 1999 gestisce l’unico centro di servizio
per il volontariato presente sul territorio regionale. Il CSV opera per la promozione del volontariato, della cittadinanza attiva e per la crescita di una cultura della partecipazione e della solidarietà in Valle d’Aosta. Agisce affinché il volontariato organizzato assuma, nei confronti delle istituzioni e della comunità, un ruolo di collaborazione propositiva, di promozione di cambiamenti utili a rimuovere le disuguaglianze di ogni genere e a favorire l’integrazione e l’inclusione di tutti nella comunità valdostana. Il CSV sostiene e qualifica l’azione delle OdV e APS presenti sul territorio regionale, anche non iscritte al Registro regionale. In particolare offre servizi diversi tra cui l’organizzazione di corsi di formazione, consulenze di varia natura, percorsi di accompagnamento, la stesura e il coordinamento di progetti che coinvolgono il mondo del volontariato e della solidarietà organizzata.
Il CSV e la Struttura regionale competente in materia di volontariato, attraverso un protocollo d’intesa hanno instaurato un rapporto di collaborazione e di reciproca informazione, al fine di ottimizzare le risorse e i servizi rivolti alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale e ai volontari presenti negli enti del terzo settore, ai sensi del Codice del Terzo settore e volto a favorire l’informazione reciproca e l’ottimizzazione delle risorse e dei servizi rivolti alle OdV e APS e ETS con volontari, in particolare con l’obiettivo di:
– partecipare a momenti comuni di confronto sulle tematiche relative alle ODV/APS/ETS e/o su singoli casi specifici, prevedendo incontri periodici;
– prevedere momenti formativi su specifiche tematiche inerenti l’associazionismo e il Terzo settore;
– integrare l’azione del CSV con quella della Struttura competente in materia di Terzo settore al fine di sostenere il monitoraggio e l’iscrizione di ODV/APS/ETS nei relativi registri di riferimento, nella fase transitoria in vista dell’operatività del Registro unico nazionale del Terzo settore (RUNTS);
– promuovere il coinvolgimento di altri enti pubblici o privati per la programmazione, progettazione e realizzazione di iniziative di interesse comune;
– redigere ed approvare, in accordo, programmi, progetti e stati di attuazione delle iniziative;
– garantire, per quanto di propria competenza, l’attuazione, il coordinamento e il monitoraggio dei programmi e dei progetti;
– stimolare e attivare convenzioni finalizzate allo svolgimento di attività e servizi a favore di ODV/APS/ETS;
– avviare specifiche iniziative di ricerca o di informazione riguardanti le ODV/APS/ETS operanti nel territorio valdostano.
L’Albo regionale delle cooperative sociali, istituito ai sensi della l.r. 27/1998, è suddiviso in tre sezioni: sezione A – gestione di servizi socio- sanitari, educativi e assistenziali; sezione B – svolgimento attività diverse, agricole, industriali, commerciali o di servizio, finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate; sezione C – consorzi costituiti come società cooperative aventi la base sociale formata in misura non inferiore al
70% da cooperative sociali. A tale Albo sono iscritte 41 cooperative sociali, 4 contemporaneamente nelle sezioni A e B, 22 solo nella Sezione A, 10 solo nella Sezione B e 1 nella sezione C.
Anche la cooperazione sociale è una realtà attiva e propositiva sul territorio regionale; molti servizi dell’Amministrazione pubblica sono esternalizzati a cooperative sociali, con le quali solitamente si condividono attività di formazione e di monitoraggio e valutazione, a salvaguardia dei principi di efficacia e di efficienza dei servizi di pubblica utilità e delle linee programmatiche e socio-politiche approvate dagli organismi di rappresentanza della popolazione.
Nel 2014 è stato costituito il Forum del Terzo settore della Valle d’Aosta, che raccoglie più di 30 soggetti del territorio. È un riferimento attivo che, proprio per l’attuazione della riforma, si propone di collaborare con i soggetti pubblici e privati interessati.
Rilevare i punti di forza e le aree di criticità riscontrabili, identificando i problemi fondamentali che il tessuto socio-economico ed occupazionale si trova a dover fronteggiare.
Su di un territorio di poco superiore a 3.200 km quadrati, vive una popolazione di circa 126.000 unità (il tasso di femminilizzazione è pari al 51,1%), pari ad una densità di 39 residenti per km quadrato. La popolazione valdostana si distribuisce su 74 comuni, di cui solo Aosta conta circa
34.000 abitanti. Il 75% della popolazione valdostana si concentra nei 28 comuni che formano la valle centrale non montana, mentre nei restanti comuni di media e alta montagna si distribuisce la rimanente popolazione.
A livello di maggior dettaglio, osserviamo che 17 comuni hanno un numero di residenti compreso tra 2.000 e 5.000 persone (23,0%), mentre ben 42 (56,8%) fanno registrare un numero di residenti inferiore a 1.000. I restanti 14 comuni hanno una popolazione compresa tra 1.000 e 2.000 residenti. Infine, più della metà della popolazione regionale, si concentra negli 8 comuni di ampiezza demografica pari o superiore a 3.000 residenti e nel capoluogo.
Le caratteristiche demografiche, e soprattutto morfologiche del territorio, influiscono evidentemente sul profilo sociale e sanitario della regione che, nelle statistiche, appare ai primi posti per tasso di suicidi, divorzi e alcolismo. La complessità di un territorio talvolta ostile e la difficoltà di spostamento, uniti allo spopolamento della montagna, portano con sé situazioni di solitudine e di isolamento nonché di frammentazione sociale.
A questa condizione si aggiunga che tra il 2008 ed il 2018 il numero medio degli occupati in Valle d’Aosta si è sensibilmente contratto (-3,2%), unitamente al rallentamento dell’economia, condizioni che hanno quindi determinato a fine 2018 un incremento del fenomeno della disoccupazione.
Una modificazione importante del mercato del lavoro regionale è certamente data dalla minore capacità di occupazione del settore pubblico. Le politiche di contenimento della spesa pubblica hanno sensibilmente ridotto i fabbisogni occupazionali: tra il 2008 ed il 2011, il complesso dell’occupazione dipendente dell’Amministrazione regionale e degli enti locali della Valle d’Aosta si è sensibilmente contratto (-6,9%), oltre al fatto
- sufficientemente noto - che la pubblica amministrazione ha ridotto il ricorso all’utilizzo di lavoratori con contratto di diritto privato.
La congiuntura economica generale ha esposto pesantemente, a partire dal 2012, al rischio di un impoverimento crescente e progressivo le persone e le famiglie, in particolare quelle che rappresentano le fasce deboli e potenzialmente meno protette socialmente. Di pari passo è stato registrato un progressivo aumento della povertà educativa che ha colpito il mondo scolastico portando la Valle d’Aosta tra le prime dieci regioni nelle statistiche relative alla dispersione scolastica. A ciò si aggiunge la recente crisi sanitaria dalla quale nasce l’esigenza di fornire una risposta qualificata e pertinente ai bisogni emergenti che gli ETS stanno manifestando in queste difficili settimane, contraddistinte da un contesto emergenziale in continua e progressiva evoluzione. La Valle d’Aosta, con 1173 contagi e 143 morti su una popolazione di circa 126.000 abitanti (dati al 18 maggio 2020), ha occupato alla metà di aprile il primo posto nella classifica delle regioni italiane con il più alto tasso di contagiati da coronavirus in base al numero dei residenti (70 contagiati ogni 10mila abitanti) e la seconda per mortalità.
Gli scenari di sviluppo del volontariato
La Regione e gli enti pubblici sono sottoposti ad una fortissima pressione per dare risposte ai fenomeni sociali, ma devono porre anche una grande attenzione al contenimento dei costi per i servizi alla persona: in questo scenario le istituzioni tradizionali si trovano in difficoltà nel fornire risposte adeguate ai problemi emergenti.
Gli enti del terzo settore possono rappresentare una risorsa efficace per rafforzare la dimensione di senso della comunità e per facilitare la ricostruzione di legami di prossimità e di relazioni significative, volte a comprendere i bisogni del territorio e a migliorarne i modelli di sviluppo.
Attualmente, lo scenario della solidarietà valdostana è caratterizzato da fenomeni e dinamiche che rendono l’azione del volontariato più complessa poiché la solidarietà diffusa risulta sfumata di fronte ad un volontariato molto strutturato, settoriale e parcellizzato. Le organizzazioni mostrano inoltre una forte difficoltà ad accogliere nuovi volontari che, dal canto loro, tendono ad un impegno meno coinvolgente e più legato all'episodicità. Infine molte associazioni si trovano ad affrontare problemi di gestione interna connessi ai processi di ristrutturazione organizzativa e professionalizzazione dell’azione volontaria.
Il volontariato è quindi chiamato, in questo quadro, a mobilitare in termini innovativi le sue risorse per affrontare le problematiche emergenti e i fenomeni di cambiamento in atto, mettendo a disposizione persone, esperienze, riflessioni e idee, ma soprattutto la capacità di attivare energie che si dimostrino adeguate a ricreare un tessuto di solidarietà di base che deve poggiare le proprie fondamenta sui rapporti di prossimità.
I dati quantitativi del volontariato in Valle d’Aosta
Guardando ai dati ISTAT relativi al “Censimento permanente delle Istituzioni non profit”, il valore assoluto degli enti non profit in Valle d’Aosta, è pari a 1.319 unità e comprende cooperative sociali, fondazioni, associazioni sportive, organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, associazioni culturali, oratori, sindacati, associazioni datoriali, istituzioni formative. La regione presenta il rapporto più elevato tra organizzazioni e popolazione con 104 istituzioni non profit ogni 10 mila abitanti.
Altrettanto considerevole, ben al di sopra della media nazionale di 801 unità, è la concentrazione di volontari impegnati nel settore con 1.475 volontari ogni 10.000 abitanti per un valore assoluto di 18.692 persone coinvolte in attività di volontariato.
Gli elementi di forza del sistema Valle d’Aosta in ambito sociale sono legati alla tradizione solidale propria dei popoli di montagna obbligati, in passato, dalle condizioni orografiche e climatiche a tessere reti di mutuo aiuto e a coltivare relazioni di prossimità.
Il ruolo prevalente del settore pubblico nel tessuto socio-economico regionale, negli ultimi anni, si sta allentando in favore di un maggiore fronte di cooperazione pubblico/privato: si stanno sperimentando le prime esperienze di coprogettazione con enti del territorio e il confronto reciproco consolidato nel tempo ha permesso di sviluppare una proficua sinergia tra pubblico e privato. Tale collaborazione così strutturata rappresenta uno strumento efficace sia nell’ambito della lettura dei bisogni della comunità sia nell’individuazione di strategie per fronteggiare i bisogni emersi.
Ciascuna delle tematiche sopra citate risulta enfatizzata, nei suoi peculiari aspetti, dalla recente emergenza sanitaria legata al Covid 19. La pandemia ha infatti aperto prospettive nuove su scenari consolidati a cui il Terzo settore dovrà fare fronte attivando modalità e strumenti innovativi. Le
evidenze della rilevazione in corso di realizzazione da parte del CSV nei confronti degli ETS del territorio e dei 74 comuni della regione potranno definire più chiaramente le priorità territoriali e orientare in maniera compiuta le azioni del Terzo settore.
Strumenti di supporto: registro regionali del volontariato e di promozione sociale, nonché degli altri enti del Terzo settore. Eventuali altri strumenti (esempio Report)
- Registro regionale delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale, facente capo al Dipartimento politiche sociali della Regione;
- Albo regionale delle cooperative sociali, facente capo alla Struttura attività produttive e cooperazione della Regione;
- Centro di servizi per il volontariato e relative attività
Il modello di governance regionale
Indicazioni: ricostruire il modello di governance adottato a livello regionale rispetto alle politiche sociali e alle politiche attive del lavoro, con particolare riferimento:
L’attuale governance regionale per il volontariato fa riferimento alla l.r. 16/2015, con la quale vengono istituiti gli organi di governo e le rispettive mansioni. I compiti di coordinamento e segreteria fanno capo al Dipartimento politiche sociali dell’Assessorato sanità, salute e politiche sociali della Regione.
La Consulta regionale del volontariato e dell’associazionismo di promozione sociale (art. 9), quale strumento di partecipazione consultiva delle organizzazioni agli interventi della Regione nei settori di loro diretto interesse, si riunisce almeno una volta all’anno in particolare per esprimersi sugli atti programmatori della Regione, definire le problematiche di rilievo da sottoporre alla Conferenza regionale, fornire indicazioni e proposte per priorità e contenuti da realizzare nei piani di attività e nei bandi promossi dal centro servizi per volontariato.
Il Comitato tecnico (art. 10) ha il compito, invece, di fornire alla Consulta indicazioni e proposte per priorità e contenuti da realizzare nei piani di attività e nei bandi promossi dal centro servizi per volontariato, deliberare su richieste di iscrizione o cancellazione dal registro, assicurare adeguato supporto informativo e consultivo agli organismi regionali e agli enti locali per la corretta applicazione di quanto previsto dalla normativa, espletare
funzioni di monitoraggio e verifica delle attività delle ODV e APS iscritte al registro, per garantirne la coerenza con le finalità della legge e con i principi dichiarati negli statuti e negli atti costitutivi, decidere in merito all’attivazione di azioni ispettive o sanzionatorie nei confronti delle ODV e APS iscritte al registro in caso di gravi irregolarità, esprimere parere sulle iniziative di formazione, aggiornamento e qualificazione professionale, programmate dalla Regione e rivolte o aperte alle organizzazioni. Gli incontri del Comitato si svolgono almeno una volta ogni tre mesi.
La Conferenza regionale del volontariato e dell’associazionismo di promozione sociale (art. 11), che si riunisce ogni tre anni, ha il compito di esaminare le problematiche individuate dalla Consulta in relazione alle attività, ai bisogni e all’identità delle organizzazioni.
La l.r. 16/2005 riconosce il ruolo centrale svolto dal centro servizi per il volontariato, che collabora fattivamente con la Struttura competente della Regione.
L’implementazione del Piano di zona regionale, nell’anno 2010, ha promosso ulteriormente la collaborazione con gli enti del Terzo settore in qualità di partner sia nell’ambito della programmazione delle politiche sociali sia per la pianificazione e progettazione di interventi e servizi specifici. A partire dall’anno 2019, a seguito dell’Approvazione del nuovo accordo di programma del Piano di zona regionale, con il quale è stato definito il passaggio di competenza di ente capofila all’Amministrazione regionale medesima, il ruolo del Terzo settore è stato positivamente valorizzato in quanto interlocutore strategico per la lettura dei bisogni territoriali su tutto il territorio regionale e per lo sviluppo di processi di comunità volti a fronteggiare il disagio sociale in modo integrato. Nell’ambito della pianificazione triennale delle attività del Piano, particolare attenzione è stata posta alla definizione di tavoli di lavoro interistituzionali sul tema della Riforma del Terzo settore e sulle relative modalità attuative a livello regionale.
- a specifici obiettivi generali, aree prioritarie di intervento e linee di attività individuate nell’atto di indirizzo del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del 28.10.2018;
Rispetto agli obiettivi generali, l’intervento della Regione fa particolare riferimento ai punti c) promozione di una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti, e) promozione di società giuste, pacifiche e inclusive.
Le aree prioritarie di intervento su cui, in questi anni, sta insistendo la Regione (anche in attuazione di normative nazionali, come i D.lgs. 150/2015 per le politiche del lavoro e 147/2017 per il Reddito di inclusione – XxX, ora Reddito di cittadinanza, e regionali, come le misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito e il progetto AttivAzioni di cui alla l.r. 18/2015, il prestito sociale d’onore di cui alla l.r. 3/2015, i contributi alle locazioni e gli interventi di emergenza abitativa di cui alla l.r. 36/1998, gli interventi di assistenza economica di cui alla l.r. 23/2010, l’emporio solidale e la distribuzione di alimenti, abbigliamento, farmaci, i progetti a bassa soglia per i senza dimora, i LUS, …) sono:
f) contrasto a condizioni di fragilità e di svantaggio della persona al fine di intervenire sui fenomeni di marginalità e di esclusione sociale, con particolare riferimento alle persone senza dimora, a quelle in condizioni di povertà assoluta o relativa e ai migranti;
h) sostegno alle attività di accompagnamento al lavoro di fasce deboli della popolazione;
l) sviluppo di forme di welfare generativo di comunità anche attraverso il coinvolgimento attivo e partecipato in attività di utilità sociale dei soggetti che beneficiano di prestazioni di integrazione e sostegno al reddito nonché degli altri appartenenti alle categorie di cui all’art. 1, c. 312 della l. 208/2015 e all’art. 1, cc. 86 e 87 della l. 232/2016.
Con riferimento all’art. 5 del Codice del Terzo settore, le ODV e APS iscritte al registro lavorano in ciascuna voce dell’elenco, in collaborazione con la Regione e/o anche tra loro, senza necessità di un particolare supporto da parte dell’Amministrazione regionale, perché attività svolte già da lungo tempo, ben organizzate e radicate sul territorio (si fa riferimento, in particolare, alle lettere a), b), c), f), l), t), v) w), x), y); le linee di attività su cui insiste con grande attenzione la Regione, da qualche anno ad oggi, sono:
p) servizi finalizzati all’inserimento o al reinserimento nel mercato del lavoro dei lavoratori e delle persone di cui all’art. 2, c. 4 del D.lgs. recante revisione della disciplina in materia di impresa sociale, di cui all’art. 1, c. 2, lettera c) della l. 106/2016;
r) accoglienza umanitaria ed integrazione sociale dei migranti;
u) beneficenza, sostegno a distanza, cessione gratuita di alimenti o prodotti di cui alla l. 166/2016 e xx.xx., o erogazione di denaro, beni, servizi a sostegno di persone svantaggiate o di attività di interesse generale.
L’amministrazione regionale ha avviato a partire dal 2006 una convenzione con il Centro di servizio per il volontariato, prevista dalla l.r. 16/05 “Disciplina del volontariato e dell’associazionismo di promozione sociale”, per offrire servizi gratuiti a realtà affini all’associazionismo volontario ovvero le associazioni di promozione sociale. Il CSV, in questa ottica, lavora a stretto contatto con il Comitato Tecnico previsto dalla legge regionale 16/05, con varie strutture dell’Amministrazione regionale e con le altre realtà del Terzo Settore valdostano con l’obiettivo di coordinare le azioni e gli interventi sul territorio valdostano.
Nel corso del 2019, l’amministrazione regionale ha individuato il Coordinamento Solidarietà Valle d’Aosta – ODV, ente gestore del CSV, quale soggetto attuatore del piano operativo della Valle d’Aosta per il sostegno allo svolgimento di attività di interesse generale da parte di ODV e APS, ai sensi della DGR 676/2018 e 744/2019, finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali in attuazione dell’art.72 del CTS. La proposta, approvata con PD 4011/2019, persegue la realizzazione di un programma di interventi diretti a sostenere lo svolgimento a livello locale delle attività di interesse generale, di cui all’articolo 5 del Dlgs 117/17 – Codice del Terzo settore, da parte delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale.
- al terzo settore, con particolare riferimento al ruolo delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale e alle forme di coinvolgimento delle stesse.
Il Terzo settore è coinvolto e attivo in tutti gli interventi/progetti/servizi avviati negli ultimi anni, in alcuni casi anche come soggetto proponente. La Regione accoglie e sostiene le proposte delle cooperative sociali e del mondo del volontariato, se possibile anche mettendo a disposizione risorse finanziarie. Negli ultimi anni, gli interventi normativi a livello nazionale nelle politiche sociali hanno sempre più richiesto il confronto e la collaborazione con i soggetti del Terzo settore, rendendo più approfondita l’analisi delle condizioni di vita dei cittadini, più condivise le scelte in merito ad aree prioritarie di intervento, più innovative le proposte e i progetti.
Odv e APS hanno mantenuto costante il loro impegno nell’ambito di attività prescelto (dalla protezione civile all’assistenza socio-sanitaria, dalla tutela dei diritti alla promozione della cultura del dono e della legalità), rinforzando il tessuto sociale valdostano e svolgendo un ruolo sussidiario a quello degli enti pubblici nella lotta alla povertà e all’esclusione sociale.
Eventuali interventi programmati o in corso di programmazione a livello regionale
Indicazioni: gli interventi e/o attività programmati o in corso di programmazione vanno specificati sia rispetto agli obiettivi generali, alle aree prioritarie di intervento e alle linee di attività individuate nell’atto di indirizzo del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del 28.10.2018 sia al coinvolgimento del terzo settore, con particolare riferimento al ruolo delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale. La Regione autonoma Valle d’Aosta è titolare di un progetto presentato ai sensi dell’Avviso 3/2016 a valere sul PON Inclusione, che si propone il potenziamento della rete dei servizi territoriali coinvolti nell’attuazione del ReI ora Reddito di cittadinanza, di cui al D.lgs. 147/2017: le azioni prevalenti del progetto riguardano gli operatori (compresi quelli del Terzo settore e i volontari) che sostengono le famiglie prese in carico nell’attuazione del patto di inclusione. In tale logica si colloca inoltre la programmazione del Fondo ministeriale per la lotta alla povertà con il quale si intende dare continuità al modello di presa in carico sperimentato nel biennio 2018/2019, con la l.r. 18/2015 “Misure di inclusione attiva e di sostegno al reddito” che consentirà di inserire i beneficiari del reddito di cittadinanza in percorsi di reinserimento socio-lavorativo strutturati in collaborazione con il mondo del volontariato oltre che con gli enti territoriali pubblici e privati. Tale modello verrà sperimentato anche nell’ambito dei progetti di restituzione previsti dal “Prestito sociale d’onore” erogato dalla Regione alle famiglie in situazione di difficoltà socio-economica.
La Regione è titolare anche di un progetto presentato ai sensi dell’avviso 4/2016 a valere sul PON Inclusione e sul PO I FEAD rivolto a persone senza dimora per realizzare progetti di accoglienza attraverso il metodo dell’housing first. La Regione, con risorse proprie, sostiene i progetti a bassa soglia di dormitorio e mensa pubblici, attualmente gestiti dalla Fondazione Opere Caritas.
È attivo ad Aosta un Emporio solidale, che distribuisce beni alimentari e assicura accoglienza e orientamento per le persone che vi si rivolgono in particolare situazione di bisogno. Questo servizio è gestito interamente dal Terzo settore, da cui è anche cofinanziato. Il progetto dell’Emporio solidale nasce da una coprogettazione con associazioni di volontariato e cooperative sociali attive sul territorio regionale nell’ambito delle misure di contrasto alla povertà. Le azioni progettuali oltre che prevedere l’attività dell’emporio in quanto luogo fisico di distribuzione di generi alimentari, valorizzano il ruolo del servizio in quanto promotore di reti territoriali e punto di riferimento per la rete di distribuzione su tutto il territorio regionale. Nella fase di emergenza e post emergenza da Covid-19 l’Emporio è da considerarsi un riferimento strategico per il coordinamento delle reti e per l’analisi dei bisogni territoriali.
Nell’ambito dell’Accordo di programma tra la Regione Valle d’Aosta e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il relativo Piano operativo 2017, ai sensi dell’art. 72 del Codice del Terzo settore, al fine di sostenere le associazioni nelle rispettive attività territoriali promuovendo la logica dello sviluppo di una rete integrata, sono state avviate e sono ancora in corso varie attività.
Il piano operativo è stato finanziato per un valore totale di euro 432.528,58 di cui euro 122.589,62 per attività di service e euro 309.938,96 per il finanziamento di progetti sociali promossi dalle organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale del territorio valdostano.
I progetti sociali sono stati finanziati tramite un bando, emesso dal CSV nel mese di luglio, e la loro presentazione è stata accompagnata da un’azione di consulenza personalizzata che ha consentito alle associazioni di arrivare a una migliore definizione dell’idea progettuale ed a una corretta individuazione dei costi del progetto.
I progetti sono stati presentati nel mese di settembre 2019 e sono stati finanziati con un budget medio di 7000 euro e i temi oggetto di intervento spaziano dall’ambiente all’integrazione, dalla donazione all’educazione, dal soccorso ai diritti. Per un approfondimento sui 43 progetti approvati si rimanda al “Catalogo Progetti sociali 2019-2020” presente sul sito del CSV.
Alla luce della comunicazione del Ministero, inerente gli artt. 72 e 73 del Codice del Terzo settore, e nello specifico alla conclusione della sospensione dei termini di validità e di efficacia degli accordi di programma a causa del COVID – 19, le azioni del piano operativo termineranno nel mese di marzo 2021. A questo proposito è opportuno evidenziare che le attività previste hanno subito notevoli rallentamenti in conseguenza dei quali si evince la necessità di un periodo di tempo aggiuntivo e ulteriore rispetto a quello previsto dalla comunicazione al fine di garantire la disponibilità di un adeguato lasso temporale per l’attuazione degli interventi finanziati.
Le attività appena descritte ben si inseriscono nell’ambito della lotta alla povertà e per l’inclusione sociale (e nelle linee di attività di interesse generale citate), attuate attraverso il diretto coinvolgimento delle famiglie e dei soggetti del territorio, pubblici e privati, i quali collaborano sia per gli interventi diretti di presa in carico delle famiglie, sia per attività di formazione, progettazione, monitoraggio e valutazione dei singoli interventi o dei progetti più ad ampio raggio.
SEZIONE II - IL PROFILO DELL’INTERVENTO
Finalità e risultati attesi
Obiettivi generali – Aree prioritarie di intervento – Linee di attività (di cui all’articolo 5 del Codice del terzo settore)
L’accordo di programma stipulato tra la Regione autonoma Valle d’Aosta - e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale del Terzo settore e della Responsabilità sociale delle imprese ha come obiettivo generale il sostegno di iniziative e progetti di rilevanza locale, con le regioni e province autonome, soggetti coinvolti nel nuovo modello di governance del Terzo settore configurato dal Codice del Terzo settore e quindi di dare piena attuazione a quanto previsto nell’Atto di Indirizzo del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del 28.10.2018, anche attraverso la messa in atto di una programmazione integrata e di sistema delle misure di integrazione sociale e delle politiche attive del welfare, atta a valorizzare le sinergie e la complementarietà tra le fonti di finanziamento e la conseguente massimizzazione dell’efficacia degli interventi programmati e/o già previsti.
L’intervento è suddiviso in tre azioni: la prima di service, mette nelle condizioni un’associazione di secondo livello - da individuare con avviso aperto a tutte le organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale iscritte all’elenco regionale ai sensi dell’art 8 della l.r. 16/2005 - di fornire servizi di consulenza, accompagnamento, supporto e formazione specifica a tutto il mondo del Terzo settore, secondo un piano che suddivide la start up del processo di transizione dal vecchio al nuovo regime derivato dall’applicazione della legge 106/2016 (durante il quale saranno nevralgici i passaggi formali, le modifiche statutarie, la migrazione dagli elenchi regionali a quello nazionale, ecc.) dalla normale amministrazione, durante la quale sono indispensabili alcune azioni di sistema, tra le quali:
▪ l’integrazione tra politiche di sviluppo del Terzo settore e il servizio civile universale;
▪ la realizzazione o il rinforzo di relazioni di rete tra enti profit e no-profit attorno a misure di responsabilità sociale;
▪ la facilitazione nei processi di accorpamento e collaborazione stretta tra associazioni di volontariato, enti filantropici, fondazioni e associazioni di promozione sociale attorno ad aree tematiche chiave per la regione;
▪ l’assistenza tecnica alle ODV e APS impegnate a pianificare e realizzare i progetti previsti dalla seconda azione di questo intervento.
La seconda azione, economicamente più pingue, vedrà premiare progetti di rete attorno alle aree rappresentate da più associazioni in Valle d’Aosta e impegnate a proporre e realizzare una serie di azioni coordinate per ciascuna area, in modo da favorire una sinergica cooperazione tra tutte le realtà del volontariato operanti su tematiche simili. Ciascun progetto dovrà essere sostenuto da una rete di partner pubblici e privati, formali e informali
presenti sul territorio regionale e potrà altresì prevedere relazioni con soggetti extraregionali, purché funzionali alla realizzazione del sistema di iniziative e di azioni previste. In considerazione delle conseguenze dovute all’emergenza da covid-19 sul tessuto sociale regionale, una particolare attenzione dovrà essere posta nella realizzazione di attività e interventi finalizzati al sostegno delle fasce di popolazione più deboli e in favore dei minori, in sinergia con l’Azienda USL.
Le aree di intervento potrebbero (si tratta di una ipotesi del tutto indicativa e dovrebbe essere oggetto di ulteriore negoziazione di dettaglio con gli organismi di rappresentanza dell’associazionismo sul territorio) essere così individuate:
1. Ambiente, Animali
2. Assistenza, Sanità, Soccorso, Protezione civile
7. Sportiva, Ricreativa e del Turismo sociale
In fase di valutazione dei progetti, questi saranno i principali criteri di premialità:
⏵il coefficiente di innovatività;
⏵la quantità e la qualità delle relazioni di rete;
⏵la coerenza interna del progetto;
⏵la completezza della descrizione di contesto e delle condizionalità ex ante;
⏵il livello di sostenibilità ex post delle iniziative;
⏵la misura dei cofinanziamenti sia in termini pecuniari che di investimenti in beni, servizi e risorse umane;
⏵la qualità del dispositivo di valutazione di processo, di esiti e d’impatto.
La terza azione prevista dal progetto è la gestione della Cabina di regia istituita nell’ambito del piano operativo 2017, coerentemente integrata nei tavoli interistituzionali del Piano di zona regionale, che ha il compito di coordinare le attività dei soggetti coinvolti, nell’attuazione della riforma del Terzo settore nei tre ambiti di intervento (volontariato, impresa sociale e servizio civile universale) e più in generale rispetto alla collaborazione tra enti pubblici e Terzo settore. L’istituzione della suddetta Cabina di regia ha garantito una sede di confronto stabile e coordinata tra l’Amministrazione regionale e il Terzo settore, individuando un gruppo di lavoro composto da rappresentanti del CSV, del Forum del Terzo settore,
delle Fondazioni operanti in ambito sociale, del Consorzio degli enti locali della Valle d’Aosta – CELVA, degli Assessorati regionali competenti in materia di politiche sociali, istruzione e cooperazione. La Cabina di regia svolge i seguenti compiti: - orienta l’attuazione dei diversi provvedimenti necessari per l’attuazione della riforma del Terzo settore, esprimendo pareri non vincolanti su atti normativi, linee guida, rapporti tra enti di Terzo settore ed enti pubblici, assicurandone efficacia e coerenza; - promuove le attività di raccordo con le amministrazioni pubbliche interessate, nonché la definizione di accordi, protocolli d’intesa o convenzioni, anche con enti privati, finalizzati a valorizzare le attività degli enti del Terzo settore e a sviluppare azioni di sistema; monitora lo stato di attuazione dei provvedimenti adottati, anche al fine di identificare eventuali criticità applicative, soluzioni correttive e/o azioni di miglioramento. Dal punto di vista finanziario, si intende assegnare alla prima azione una quota pari al 30% del contributo, alla seconda azione una quota pari al 70% mentre per la Cabina di regia non è previsto alcun onere di finanziamento. |
Indicare le sinergie e la complementarietà con eventuali interventi programmati o in corso di programmazione e la complementarietà tra le fonti di finanziamento, in coerenza con le specificità indicate nell’Accordo sottoscritto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Gli interventi descritti sono complementari ai progetti già in corso di realizzazione sul territorio regionale, anzi ne migliorano il coordinamento e favoriscono ulteriormente le collaborazioni tra enti, sia all’interno del Terzo settore, sia tra questi e l’esterno. In Valle d’Aosta, i soggetti che intervengono in ambito sociale sono limitati: gli interlocutori da coinvolgere all’interno degli enti (pubblici e privati) sono spesso le stesse persone, che si conoscono da tempo e hanno già intrapreso percorsi comuni di cooperazione. Le partnership dei progetti vedono spesso gli stessi attori e sempre più si rafforza la sussidiarietà pubblico/privato. Rispetto alle fonti di finanziamento, i progetti descritti precedentemente hanno ciascuno il proprio sistema, collegato a fondi europei, nazionali e anche regionali. Molto spesso il Terzo settore compartecipa, sia con risorse finanziarie, sia mettendo a disposizione risorse di personale, sedi, attrezzature, di materiale. |
Sintesi dei principali impatti/risultati attesi
Indicazioni: descrivere in sintesi i principali impatti e risultati attesi dall’Accordo quadro sottoscritto
La pianificazione di iniziative progettuali suddivise per aree di interesse obbliga le associazioni del territorio che si occupano di tematiche conformi o simili a cooperare insieme, in modo da condividere un sistema coerente di azioni, in conformità con le priorità individuate dal Ministero, ma anche integrato tra le varie associazioni e tra le differenti aree, in modo da assicurare all’intera rete di soggetti e alla comunità di appartenenza una crescita non solo in termini di esiti e benefici sociali, ma anche di crescita culturale complessiva del Terzo settore. Solo una politica di ottimizzazione delle risorse umane ed economiche potrà permettere al Terzo settore di affrontare le sfide della modernità e di crescere in numero di volontari coinvolti, anche appartenenti alle nuove generazioni e ai cittadini di paesi terzi con regolare permesso di soggiorno. I risultati attesi riguardano anche la transizione progressiva e consapevole dal vecchio al nuovo regime previsto dalla nuova riforma, prestando una particolare attenzione per le realtà associazionistiche meno strutturate, più fragili, rafforzando le competenze amministrative, gestionali e contabili di tutti i responsabili e favorendo gli scambi e le aggregazioni tra compagini che si interessano di temi sociali simili, garantendo da parte degli enti del nuovo elenco nazionale l’osservanza dei principi di tracciabilità, trasparenza ed efficienza già sanciti dalla legge. In sintesi, questi gli indicatori di esito e di impatto sui quali s’intende misurare la realizzazione del progetto: ⏵tutte le associazioni iscritte nell’elenco regionale sono transitate, senza impedimenti, al nuovo elenco nazionale; ⏵tutti gli adempimenti formali e burocratici previsti dalla riforma da parte di tutte le associazioni sono assolti; ⏵la presentazione da parte della Cabina di regia agli organi politici regionali di una proposta di legge regionale in ordine all’applicazione della Riforma del Terzo settore; ⏵il numero e la qualità (in termini di forme di collaborazione e integrazione, di gradi d’efficientamento, di sistematicità nello scambio di informazioni, di messa in comune delle risorse umane ed economiche per il perseguimento di obiettivi condivisi, di sussidiarietà rispetto agli interventi pubblici istituzionalizzati, ecc…) delle reti di collaborazione tra associazioni di volontariato e di promozione sociale, cooperazione, enti profit, no profit, in particolare su temi sociali di rilevanza regionale; ⏵il numero e la qualità degli interventi con elevato coefficiente di innovatività; ⏵il numero di beneficiari ultimi coinvolti nelle azioni settoriali realizzate; ⏵il livello di attenzione documentato e quantificato nei confronti delle categorie più vulnerabili del tessuto sociale a rischio isolamento e impoverimento economico ed educativo; ⏵la quantità e la qualità dei cambiamenti avvenuti nei settori sui quali si è realizzata la progettualità di area. |
Sintesi dei principali impatti/risultati attesi
TIPOLOGIA DI PROCEDURA PRESCELTA PER L’INDIVIDUAZIONE DEI SOGGETTI ATTUATORI
Bando ai sensi della legge regionale 16/2005 per enti iscritti all’elenco regionale e con finalità statutarie coerenti con l’oggetto del bando e portatrici di progettazione innovativa attorno alle aree tematiche sopra descritte.
SEZIONE III - CRONOPROGRAMMA
Attività | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 |
Presentazione alla Giunta regionale e al Ministero del Piano operativo | X | |||||||||||||||||||
Approvazione da parte del Ministero del Piano operativo | X | |||||||||||||||||||
Bando per Azioni 1 e 2 | X | |||||||||||||||||||
Realizzazione Azione 1 service | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | |
Realizzazione Azione 2 progetti | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | ||
Realizzazione Azione 3 Gestione attività Cabina di regia | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X | X |