Common use of AREA STRATEGICA PREVENZIONE Clause in Contracts

AREA STRATEGICA PREVENZIONE. In questa area strategica, introdotta nel 2016, trovano la loro naturale collocazione gli innovativi strumenti che ben rappresentano il cambio di verso che si intende imprimere al rapporto fisco-contribuenti. Si tratta, tra l’altro, delle comunicazioni preventive, dell’istituto della cooperative compliance, della lavorazione delle istanze di collaborazione volontaria (voluntary disclosure), delle istanze di accordo preventivo. Al fine di mettere i contribuenti in condizione di prevenire tutti i possibili errori od omissioni, ovvero di correggere quelli contenuti nelle dichiarazioni già presentate, l’Agenzia, prima di attivare i controlli, invierà con congruo anticipo ai contribuenti interessati una serie di comunicazioni volte a favorire l’emersione dell’effettiva capacità contributiva. Ciò comporterà per i contribuenti che regolarizzano la propria posizione fiscale, il beneficio della riduzione delle sanzioni e la rapida definizione della loro posizione fiscale; per l’Agenzia, un immediato recupero di gettito e l’utilizzo delle proprie risorse umane e strumentali verso i contribuenti meno collaborativi. Allo scopo di valutare l’efficacia delle misure adottate in tal senso, sarà monitorato l’incremento percentuale di versamenti spontanei da parte dei contribuenti per effetto delle azioni di prevenzione rispetto all’anno precedente, cioè l’incremento percentuale dei versamenti correlati a dichiarazione integrativa presentata nell’anno 2017. Esplicito obiettivo dell’area strategica sulla prevenzione è anche quello di migliorare la competitività delle imprese italiane e accrescere l’attrattività degli investimenti da parte di imprese estere che intendono operare nel nostro Paese. L’obiettivo contenuto all’interno dell’area, verrà perseguito, tra l’altro, mediante: • la promozione dell’accesso all’istituto della cooperative compliance; • l’intensificazione dell’esame delle istanze di ruling per le imprese con attività internazionale; • la trattazione delle istanze di “patent box”. La cooperative compliance ha preso ufficialmente avvio nell’anno 2017 con l’emissione dei primi provvedimenti di ammissione. Si tratta del primo tassello d’un progetto più ampio che interesserà altri attori di rilievo nel panorama economico italiano e che mira ad assicurare certezza nell’applicazione del diritto, in particolare in materia fiscale. L’istituto dell’adempimento collaborativo si pone l’obiettivo di instaurare un rapporto di fiducia tra Amministrazione e contribuente che miri ad aumentare il livello di certezza sulle questioni fiscali rilevanti, tramite l’interlocuzione costante e preventiva con il contribuente finalizzata ad una comune valutazione delle situazioni suscettibili di generare rischi fiscali. Anche l’istituto del patent box, l’agevolazione fiscale per i redditi derivanti dall’utilizzo di beni immateriali introdotta dalla Legge di Stabilità 2015, ha visto la definizione dei primi accordi alla fine del 2016. Per l’esercizio 2017 è previsto che l’Agenzia esaminerà il 90% delle istanze di accesso alle agevolazioni previste presentate entro il 31/12/2015. L’Agenzia sarà impegnata anche nella trattazione delle cosiddette procedure amichevoli trattate rispetto a quelle giacenti al 31/12/2016. Tali procedure prevedono una consultazione diretta tra le amministrazioni fiscali dei Paesi contraenti per risolvere casi di doppia imposizione e rappresentano uno strumento per la composizione delle controversie fiscali internazionali. In merito alla lavorazione delle istanze di collaborazione volontaria, a seguito della riapertura dei termini prevista dal decreto-legge n. 193/2016, convertito con modificazioni dalla legge n. 225/2016, l’Agenzia prevede di esitare nel corso del 2017 la totalità delle istanze presentate nel 2015, in gran parte già lavorate nel passato esercizio, e di eseguire nel corso del 2018 i controlli su quelle che saranno presentate e autoliquidate nel corrente anno. Sempre nella medesima ottica di favorire una crescente compliance fiscale si inserisce l’attività interpretativa e di ausilio normativo svolta dall’Agenzia, misurata attraverso l’incremento del livello di tempestività delle risposte fornite agli interpelli. Dal 1° gennaio 2016 è entrata in vigore la riforma del sistema degli interpelli, che ha ridotto i termini entro i quali l’Agenzia è tenuta a fornire la risposta ai contribuenti da 120 a 90 giorni. L’impegno è quello di fornire risposta, ad almeno il 40% degli interpelli presentati, entro 80 giorni dalla data di ricezione dell’istanza, al fine di assicurare un ulteriore miglioramento del servizio rispetto alla contrazione dei tempi già dettata dalla riforma dell’istituto. Di seguito sono riportati in forma tabellare gli obiettivi strategici e operativi dell’Area Prevenzione, con specifica evidenza dei risultati attesi nell’arco del triennio di riferimento.

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Samples: Convenzione Triennale Per Gli Esercizi 2017 2019, Convenzione Triennale Per Gli Esercizi 2017 2019, Convenzione Triennale Per Gli Esercizi 2017 2019

AREA STRATEGICA PREVENZIONE. In Al fine di orientare maggiormente l’azione dell’Agenzia verso la compliance fiscale, in questa Convenzione è stata introdotta questa nuova area strategica, introdotta nel 2016il cui unico obiettivo è espressamente quello di migliorare il livello di adempimento spontaneo da parte dei contribuenti, trovano la loro naturale collocazione attraverso un vero e proprio dialogo con gli innovativi strumenti stessi, che ben rappresentano il cambio di verso che si intende imprimere al rapporto fisco-contribuenti. Si tratta, tra l’altro, delle comunicazioni preventive, dell’istituto della cooperative compliance, della lavorazione delle istanze di collaborazione volontaria (voluntary disclosure), delle istanze di accordo preventivo. Al fine di mettere i contribuenti dovranno essere messi in condizione di prevenire tutti i possibili errori od omissioni, ovvero di correggere quelli contenuti nelle dichiarazioni già presentate. In questa area strategica trovano la loro naturale collocazione tutti i nuovi istituti introdotti dalle recenti disposizioni normative. Si tratta delle comunicazioni preventive, l’Agenziadella cosiddetta cooperative compliance, delle istanze di collaborazione volontaria (volutary disclosure), delle istanze di accordo preventivo, ecc. Il fondamento su cui si fondano questi strumenti innovativi, che ben rappresenta il cambio di verso che si intende imprimere al rapporto fisco-contribuenti, è la presunzione che il contribuente sia in buona fede e abbia la volontà di adempiere spontaneamente al proprio dovere fiscale; sulla base di questa premessa, l’Agenzia è chiamata a dialogare con il contribuente, in un quadro di trasparenza e collaborazione, per dargli ogni necessario ausilio. In tale ottica, prima di attivare i controlli, l’Agenzia invierà con congruo anticipo ai contribuenti interessati una serie di comunicazioni volte a favorire l’emersione dell’effettiva capacità contributiva. Ciò comporterà per Il vantaggio di tale operazione è reciproco: i contribuenti che regolarizzano la propria posizione fiscale, il beneficio della fiscale beneficiano di una riduzione delle sanzioni e definiscono rapidamente la rapida definizione della loro posizione fiscaleposizione; per l’Agenzia, oltre a realizzare un immediato pronto recupero di gettito e l’utilizzo delle gettito, può concentrare le proprie risorse umane e strumentali verso i contribuenti meno collaborativi. Allo scopo Più nel dettaglio, in questo obiettivo è presente un indicatore che misura il numero di valutare l’efficacia delle misure adottate in tal sensocomunicazioni che saranno inviate ai contribuenti nel 2016 (400.000) per favorire l’emersione dell’effettiva capacità contributiva di ciascun soggetto e, sarà monitorato l’incremento percentuale grazie all’attività dell’Agenzia, si stima che possano essere incassati nel corso dell’anno circa 250 milioni di euro di versamenti spontanei a seguito di dichiarazioni integrative da parte dei cd. ravvedimento lungo considerati anche gli effetti indotti sui contribuenti per effetto delle azioni non destinatari di prevenzione rispetto all’anno precedente, cioè l’incremento percentuale dei versamenti correlati a dichiarazione integrativa presentata nell’anno 2017comunicazioni o che regolarizzano annualità diverse da quelle oggetto di segnalazione. Esplicito obiettivo dell’area strategica sulla prevenzione è Particolare attenzione sarà rivolta anche quello di migliorare la competitività delle imprese italiane e accrescere l’attrattività degli investimenti da parte di imprese estere che intendono operare nel nostro Paese. L’obiettivo contenuto all’interno dell’area, verrà perseguito, tra l’altro, mediante: • la promozione dell’accesso all’istituto agli istituti della cooperative compliance; • l’intensificazione dell’esame compliance e della voluntary disclosure, con la previsione di due specifici indicatori di risultato. Il primo è rappresentato dalla percentuale delle istanze di ruling adesione al regime lavorate dall’Agenzia rispetto al totale di quelle presentate dai contribuenti al 30/08/2016, con un risultato atteso pari al 30%. Il secondo, relativo alla procedura di collaborazione volontaria introdotta dalla legge n. 186/2014, prevede che entro la fine dell’anno sia esitato il 100% delle istanze presentate dai contribuenti con l’emissione dei relativi accertamenti. Un altro indicatore misura l’ammontare complessivo dei maggiori ricavi e compensi dichiarati spontaneamente per l’anno di imposta 2015 dai contribuenti che, in assenza di cause di esclusione, presentano in allegato ad UNICO il modello degli studi di settore. Negli anni successivi l’indicatore sarà modificato al fine di tener conto dei maggiori ricavi complessivamente dichiarati a seguito della programmata revisione degli studi di settore di cui si prevede la riduzione, la semplificazione e l’aggiornamento annuale. Anche la procedura finalizzata alla stipula di accordi preventivi per le imprese con attività internazionale; • la trattazione delle , il cosiddetto ruling internazionale, si innesta a pieno titolo nel processo di tax compliance, poiché mira ad ampliare il dialogo tra l’Agenzia e i contribuenti realizzando, in un contesto di trasparenza e collaborazione, piena simmetria informativa tra i soggetti. La Convenzione prevede uno specifico indicatore al riguardo, che è costituito dal rapporto tra il numero di istanze di “patent box”accordo preventivo concluse nell’anno e il corrispondente dato relativo all’anno precedente, intendendo per istanze concluse sia quelle definite mediante la sottoscrizione di un accordo, sia quelle concluse con esito differente (mancato raggiungimento dell’accordo, rinuncia alla prosecuzione dell’istruttoria da parte del contribuente, ecc.). La cooperative Sempre nell’ottica del perseguimento della compliance ha preso ufficialmente avvio nell’anno 2017 con l’emissione dei primi provvedimenti di ammissione. Si tratta del primo tassello d’un progetto più ampio che interesserà altri attori di rilievo nel panorama economico italiano e che mira ad assicurare certezza nell’applicazione del diritto, in particolare in materia fiscale. L’istituto dell’adempimento collaborativo si pone l’obiettivo di instaurare un rapporto di fiducia tra Amministrazione e contribuente che miri ad aumentare il livello di certezza sulle questioni fiscali rilevanti, tramite l’interlocuzione costante e preventiva con il contribuente finalizzata ad una comune valutazione delle situazioni suscettibili di generare rischi fiscali. Anche l’istituto del patent box, l’agevolazione fiscale per i redditi derivanti dall’utilizzo di beni immateriali introdotta dalla Legge di Stabilità 2015, ha visto la definizione dei primi accordi alla fine del 2016. Per l’esercizio 2017 è previsto che l’Agenzia esaminerà il 90% delle istanze di accesso alle agevolazioni previste presentate entro il 31/12/2015. L’Agenzia sarà impegnata anche nella trattazione delle cosiddette procedure amichevoli trattate rispetto a quelle giacenti al 31/12/2016. Tali procedure prevedono una consultazione diretta tra le amministrazioni fiscali dei Paesi contraenti per risolvere casi di doppia imposizione e rappresentano uno strumento per la composizione delle controversie fiscali internazionali. In merito alla lavorazione delle istanze di collaborazione volontaria, a seguito della riapertura dei termini prevista dal decreto-legge n. 193/2016, convertito con modificazioni dalla legge n. 225/2016, l’Agenzia prevede proseguirà nell’attività di esitare nel corso del 2017 la totalità interpretazione delle istanze presentate nel 2015norme, in gran parte già lavorate nel passato esercizio, e di eseguire nel corso del 2018 i controlli su quelle che saranno presentate e autoliquidate nel corrente anno. Sempre nella medesima ottica di favorire una crescente compliance fiscale si inserisce l’attività interpretativa e di ausilio normativo svolta dall’Agenzia, misurata attraverso l’incremento del livello di tempestività delle risposte fornite agli interpellicon particolare riguardo alla gestione degli interpelli tributari. Dal 1° gennaio 2016 è entrata in vigore la riforma del sistema degli interpelli, che ha ridotto contratto – rispetto al passato – i termini entro i quali l’Agenzia è tenuta a per fornire la risposta ai contribuenti da 120 a 90 giorni. L’impegno è quello di fornire risposta, ad almeno il 4020% degli interpelli presentati, presentati entro 80 giorni dalla data di ricezione dell’istanza, al fine di assicurare un ulteriore miglioramento del servizio rispetto alla contrazione dei tempi già dettata dalla riforma dell’istituto. Di seguito sono riportati in forma tabellare gli obiettivi strategici e operativi dell’Area Prevenzione, con specifica evidenza dei risultati attesi nell’arco del triennio di riferimento.

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Samples: Convenzione Triennale Per Gli Esercizi 2016 2018

AREA STRATEGICA PREVENZIONE. In Nell’Area strategica “Prevenzione” sono contenuti tutti gli istituti volti a promuovere una maggiore compliance, anche in virtù dell’utilizzo di strumenti specifici per le diverse tipologie di contribuenti (grandi soggetti operanti in ambito internazionale, medie imprese, imprese e lavoratori autonomi, persone fisiche). Rientrano in questa area strategicanuova concezione, introdotta contribuendo anche a migliorare la competitività delle imprese italiane e ad accrescere l'attrattività degli investimenti di imprese estere assicurando un approccio coerente ed unitario del sistema fiscale italiano, le attività relative a: • applicazione del regime di adempimento cooperativo (cooperative compliance); • esame delle istanze di ruling internazionale; • regime di tassazione agevolata dei redditi derivanti dall'utilizzo di beni immateriali (patent box); • risposte rese agli interpelli nuovi investimenti e a quelli ordinari; • gestione delle procedure amichevoli (Mutual Agreement Procedure - MAP) Il denominatore comune di questi istituti è la volontà di instaurare un’interlocuzione costante e preventiva tra Agenzia e contribuente. Il regime di adempimento cooperativo prevede la possibilità di pervenire a una comune valutazione delle situazioni suscettibili di generare rischi fiscali prima della presentazione delle dichiarazioni fiscali. Tale previsione offre l’opportunità di gestire le situazioni di incertezza attraverso un confronto preventivo su elementi di fatto che può ricomprendere anche l’anticipazione del controllo e si presta, pertanto, a prevenire e a risolvere anticipatamente le potenziali controversie fiscali. L’indicatore di output presente nel Piano misura l’incremento percentuale di grandi contribuenti che accedono al regime di cooperative compliance rispetto alla platea. Attualmente tale regime è transitoriamente riservato a tutti i soggetti che conseguono un volume di affari o di ricavi non inferiore a 10 miliardi di euro, ridotto ad 1 miliardo di euro per coloro che abbiano presentato istanza di adesione al Progetto pilota sul Regime di adempimento collaborativo, e che sono dotati di un sistema di controllo interno per la gestione del rischio fiscale. La relativa platea annovera 74 società di capitali. Con Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 30 dicembre 2016, trovano la loro naturale collocazione gli innovativi strumenti è stato fissato al 31 dicembre 2019 il termine del regime transitorio di accesso. Quindi dal 1 gennaio 2020, salvo ulteriori provvedimenti ministeriali, saranno potenzialmente interessati dal regime in parola tutti i contribuenti con volume d’affari e ricavi superiore a 100 milioni di euro, che ben rappresentano sono circa 3.200. Il sensibile aumento della platea atteso dal 2020 porta ad una rimodulazione verso il cambio basso del risultato atteso per tale anno. Accanto all’indicatore di verso output si prevede di monitorare l’impatto che il ricorso a tale istituto determina misurando, come indicatore di outcome, l’ammontare degli imponibili presidiati a seguito dell'accesso al regime di adempimento collaborativo da parte dei grandi contribuenti. Il ruling internazionale si rivolge ad imprese con attività internazionale che intendono definire preventivamente con l’amministrazione finanziaria italiana determinati aspetti fiscali; è una procedura che si intende imprimere al rapporto fiscosvolge in contraddittorio con il contribuente e si conclude con un accordo tra le parti avente ad oggetto operazioni complesse di carattere transnazionale. Nel triennio 2018-contribuenti. Si tratta, tra l’altro, delle comunicazioni preventive, dell’istituto della cooperative compliance, della 2020 si prevede di intensificare l’attività di lavorazione delle istanze presentate rispetto a quelle concluse nell’esercizio precedente. Anche per l’attività di collaborazione volontaria (voluntary disclosure)ruling viene introdotto un indicatore di outcome che prevede tempi medi di lavorazione decrescenti nel triennio. Il patent box è una misura introdotta come strumento a sostegno delle aziende che promuovono e immettono sul mercato brevetti, innovazione e proprietà intellettuali favorendo lo sviluppo economico. Si tratta di un regime opzionale di tassazione agevolata per i redditi derivanti dall'utilizzo di opere dell'ingegno, di brevetti industriali, di disegni e modelli, nonché di processi, formule e informazioni relativi a esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili. Con decreto ministeriale del 28 novembre 2017 sono stati eliminati i marchi d’impresa dal novero dei beni immateriali agevolabili per allineare la disciplina del patent box alle linee guida OCSE volte ad armonizzare i diversi regimi nei Paesi membri dell’organizzazione. Gli indicatori di output presenti nel Piano misurano l’impegno dell’Agenzia a esaminare nell’arco del triennio la quasi totalità delle istanze presentate fino al 2018. Anche per il patent box viene introdotto un indicatore di accordo preventivooutcome che misura il tempo medio di lavorazione delle istanze concluse con accordo, ovvero il tempo intercorrente tra la data di scadenza dell’eventuale rigetto dell’istanza (Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate del 1 dicembre 2015) e la data di sottoscrizione dell’accordo. Sempre nella medesima ottica di favorire una crescente compliance fiscale, si inserisce l’attività interpretativa svolta dall’Agenzia: si conferma – attraverso uno specifico indicatore – l’impegno a mantenere un elevato livello di tempestività nel fornire risposta da parte delle strutture regionali agli interpelli ordinari. Inoltre, al fine di monitorare al meglio gli strumenti di cooperazione rafforzata, è stato introdotto il nuovo indicatore di output relativo agli interpelli sui nuovi investimenti, con i quali gli investitori italiani e stranieri che intendono effettuare importanti investimenti in Italia, con rilevanti ricadute occupazionali, possono rivolgersi all’Agenzia per individuare con certezza il trattamento fiscale applicabile al business plan relativo all’investimento stesso. Per questi ultimi interpelli è anche previsto un indicatore di impatto che misura l’ammontare del gettito atteso in ciascun anno del triennio a seguito dei nuovi investimenti che saranno realizzati in esito alla positiva conclusione dell’interpello. Le attività di gestione delle procedure amichevoli o di arbitrato o di prevenzione di possibili controversie internazionali saranno oggetto di specifici indicatori di output che misurano in termini percentuali le procedure trattate nel triennio attraverso una consultazione diretta tra le amministrazione fiscali dei paesi contraenti. La programmazione 2018 è stata effettuata tenendo conto della circostanza che le risorse umane impiegate sono sostanzialmente invariate rispetto all’anno precedente; dal 2019, invece, si è previsto un incremento rispetto al 2018 in quanto sarà potenziato l'organico della struttura competente sia numericamente che come maggiore esperienza degli addetti. A questi si aggiunge un nuovo indicatore di impatto che misura il tempo di perfezionamento degli accordi conclusi nell'anno precedente a quello di riferimento. Tale tempo viene calcolato a decorrere dalla data di accettazione, da parte del contribuente, della comunicazione relativa all'esito della procedura amichevole e si articola nelle seguenti fasi: • comunicazione alla competente autorità fiscale estera (cd. closing letter) dell’accettazione da parte del contribuente e comunicazione che la MAP è conclusa; • attività successive relative al recupero delle imposte (verifica italiana) o al rimborso (verifica estera). Al fine di mettere i contribuenti in condizione di prevenire tutti i possibili errori od omissioni, ovvero di correggere quelli contenuti nelle dichiarazioni già presentate, l’Agenzia, prima di attivare i controlli, invierà con congruo anticipo ai contribuenti interessati una serie di comunicazioni volte a favorire l’emersione degli imponibili ai fini IVA e dell’effettiva capacità contributivacontributiva di ciascun soggetto. Ciò comporterà per i contribuenti che regolarizzano la propria posizione fiscale, il beneficio della riduzione delle sanzioni e la rapida definizione della loro posizione fiscale; per l’Agenzia, un immediato recupero di gettito e l’utilizzo delle proprie risorse umane e strumentali verso i contribuenti meno collaborativi. Allo scopo Questa attività sarà valutata nel triennio attraverso un indicatore di valutare l’efficacia delle misure adottate in tal sensooutput, sarà monitorato l’incremento percentuale che misura il numero di comunicazioni inviate ai contribuenti volte a favorire l’emersione dell’effettiva capacità contributiva, e dall’indicatore di outcome che misura l’ammontare dei versamenti spontanei da parte dei contribuenti per effetto delle azioni di prevenzione rispetto all’anno precedenteprevenzione. Un ulteriore strumento che consentirà all’Agenzia di intervenire sulla facilità dell’adempimento tributario è l’adozione degli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA). Gli ISA andranno a sostituire dal 2019 gli studi di settore ed interesseranno oltre 4 milioni di operatori economici che potranno avere un riscontro trasparente della correttezza dei propri comportamenti fiscali, cioè l’incremento percentuale attraverso una nuova metodologia statistico-economica che stabilirà il loro grado di affidabilità/compliance su una scala da 1 a 10. I contribuenti che risulteranno “affidabili” avranno accesso a significativi benefici premiali. Oltre a valutare la sostituzione degli studi di settore con gli ISA, nel Piano di Agenzia sono previsti due indicatori di outcome relativi agli studi di settore – ancora applicabili nel 2018 – che misurano l’ammontare degli imponibili dei versamenti correlati a soggetti congrui e coerenti “naturali” e l’adeguamento spontaneo in dichiarazione integrativa presentata nell’anno 2017. Esplicito obiettivo dell’area strategica sulla prevenzione è anche quello di migliorare la competitività delle imprese italiane e accrescere l’attrattività degli investimenti da parte dei contribuenti alle risultanze degli studi di imprese estere che intendono operare nel nostro Paese. L’obiettivo contenuto all’interno dell’area, verrà perseguito, tra l’altro, mediante: • la promozione dell’accesso all’istituto della cooperative compliance; • l’intensificazione dell’esame delle istanze di ruling per le imprese con attività internazionale; • la trattazione delle istanze di “patent box”. La cooperative compliance ha preso ufficialmente avvio nell’anno 2017 con l’emissione dei primi provvedimenti di ammissione. Si tratta del primo tassello d’un progetto più ampio che interesserà altri attori di rilievo nel panorama economico italiano e che mira ad assicurare certezza nell’applicazione del diritto, in particolare in materia fiscale. L’istituto dell’adempimento collaborativo si pone l’obiettivo di instaurare un rapporto di fiducia tra Amministrazione e contribuente che miri ad aumentare il livello di certezza sulle questioni fiscali rilevanti, tramite l’interlocuzione costante e preventiva con il contribuente finalizzata ad una comune valutazione delle situazioni suscettibili di generare rischi fiscali. Anche l’istituto del patent box, l’agevolazione fiscale per i redditi derivanti dall’utilizzo di beni immateriali introdotta dalla Legge di Stabilità 2015, ha visto la definizione dei primi accordi alla fine del 2016. Per l’esercizio 2017 è previsto che l’Agenzia esaminerà il 90% delle istanze di accesso alle agevolazioni previste presentate entro il 31/12/2015. L’Agenzia sarà impegnata anche nella trattazione delle cosiddette procedure amichevoli trattate rispetto a quelle giacenti al 31/12/2016. Tali procedure prevedono una consultazione diretta tra le amministrazioni fiscali dei Paesi contraenti per risolvere casi di doppia imposizione e rappresentano uno strumento per la composizione delle controversie fiscali internazionali. In merito alla lavorazione delle istanze di collaborazione volontaria, a seguito della riapertura dei termini prevista dal decreto-legge n. 193/2016, convertito con modificazioni dalla legge n. 225/2016, l’Agenzia prevede di esitare nel corso del 2017 la totalità delle istanze presentate nel 2015, in gran parte già lavorate nel passato esercizio, e di eseguire nel corso del 2018 i controlli su quelle che saranno presentate e autoliquidate nel corrente anno. Sempre nella medesima ottica di favorire una crescente compliance fiscale si inserisce l’attività interpretativa e di ausilio normativo svolta dall’Agenzia, misurata attraverso l’incremento del livello di tempestività delle risposte fornite agli interpelli. Dal 1° gennaio 2016 è entrata in vigore la riforma del sistema degli interpelli, che ha ridotto i termini entro i quali l’Agenzia è tenuta a fornire la risposta ai contribuenti da 120 a 90 giorni. L’impegno è quello di fornire risposta, ad almeno il 40% degli interpelli presentati, entro 80 giorni dalla data di ricezione dell’istanza, al fine di assicurare un ulteriore miglioramento del servizio rispetto alla contrazione dei tempi già dettata dalla riforma dell’istitutosettore. Di seguito sono riportati in forma tabellare gli obiettivi strategici e operativi gli indicatori di output e di outcome dell’Area Prevenzione, con specifica evidenza dei risultati attesi nell’arco del triennio di riferimento.

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Samples: Convenzione Triennale Per Gli Esercizi 2018 2020