Contesto dell’Accordo. Nell’ambito del Partenariato orientale1, l’UE ha da tempo avviato con la Repubblica di Moldova un percorso di relazioni sempre più strette, il quale - superando l’approccio di mera cooperazione - è avviato verso la realizzazione di una graduale associazione politica ed integrazione economica. Questi due elementi (integrazione economica e associazione politica) sono infatti gli obiettivi cardine del Partenariato orientale, che dal maggio 2009, costituisce il quadro di riferimento della dimensione Est della politica europea di vicinato. Il Partenariato annovera fra le sue priorità la stipula con ciascun Partner di nuovi accordi di associazione comprensivi di Accordi di Libero scambio ampi ed approfonditi (AA/DCFTA - Association Agreement / Deep and Comprehensive Free Trade Agreement). Le relazioni UE-Moldova, già disciplinate dall’Accordo di Partenariato e Cooperazione (PCA - Partnership and Cooperation Agreement) in vigore dal 1998, si sono negli anni vieppiù ampliate ed arricchite, diventando oggetto di un’attenzione specifica da parte dell’UE, intenzionata ad incoraggiare il completamento della transizione di Chisinau verso la democrazia e l’economia di mercato ed a favorirne il progressivo avvicinamento agli standard comunitari. Nel 2010 le Parti iniziarono quindi a negoziare un nuovo Accordo, che - destinato a succedere al PCA - avrebbe avuto le caratteristiche dell’Accordo di Associazione, secondo i principi e i criteri stabiliti dal Partenariato orientale. L’Accordo di Associazione oggetto della presente analisi prevede l’approfondimento delle relazioni politiche ed economiche fra UE e Moldova, in vista di una graduale integrazione del Paese nel mercato interno dell’Unione, la più vasta singola area commerciale al mondo. L’Accordo quindi rappresenta un modo concreto per attivare il potenziale delle relazioni bilaterali, attraverso il sostegno alle riforme interne, al risanamento economico, alla crescita, alla governance della Moldova, ma anche alla cooperazione settoriale in molteplici ambiti, quali energia, trasporti, ambiente, sanità, educazione, tutela dei consumatori, cultura. Esso fa parte dei cosiddetti Accordi di nuova generazione che l’UE sta stipulando con alcuni Partner del PO, e che pongono le basi per relazioni a lungo termine, senza peraltro escludere, qualora se ne dovessero creare le condizioni, ulteriori futuri sviluppi delle stesse, in linea con il Trattato di Lisbona. L’approccio innovativo dell’Accordo di Associazione, oltre a prevedere forme più strette di cooperazione e a coprire una gamma di settori molto più estesa del precedente PCA, si spinge fino 1 Originato da una proposta polacco-svedese dell’aprile 2008 e formalmente lanciato al Summit di Praga del 7 maggio 2009, il Partenariato Orientale (PO) è inquadrato nell’ambito della Politica Europea di Vicinato (PEV) e nasce dalla necessità di stimolare nei sei vicini orientali (Ucraina, Bielorussia, Moldova, Armenia, Georgia e Azerbaidjan) processi di avvicinamento all’Europa, secondo le ambizioni e le specificità di ognuno. Strumentali al raggiungimento di tali obbiettivi sono la stipula di Accordi di Associazione inclusivi di aree di libero scambio approfondite (AA/DCFTA), l’avvio di negoziati per la facilitazione nel rilascio dei visti suscettibili di condurre ad una eventuale liberalizzazione degli stessi in un’ottica caso-per-caso, nonché una cooperazione energetica strutturata, attraverso la quale il PO dovrebbe fornire all’UE maggiori garanzie sulla regolarità dei flussi di approvvigionamento. ad includere, quale parte integrante dello stesso, la creazione di un’Area di Libero Scambio Ampia e Approfondita (DCFTA - Deep and Comprehensive Free Trade Area). L’intesa va letta inoltre come una vera e propria agenda per le riforme, basata com’è su un programma a 360 gradi di adeguamento normativo agli standard europei. Questo Accordo - che da parte UE si definisce ambizioso e pionieristico - sancisce anche l’impegno delle Parti ad ricercare una soluzione percorribile alla questione della Transnistria, la regione secessionista non riconosciuta da Chisinau né dall’ONU. Gli elementi chiave dell’Accordo possono essere così riassunti: - Valori e principi condivisi (democrazia, rispetto dei diritti umani, libertà fondamentali, stato di diritto, sviluppo sostenibile, economica di mercato); - Cooperazione rafforzata in politica estera e di sicurezza (focus su stabilità della regione, armi di distruzione di massa, lotta al terrorismo, gestione delle crisi, ecc.); - Creazione di una DCFTA (per offrire non solo maggiori opportunità di commercio e investimento, ma anche la possibilità di fruire di assistenza UE nelle riforme collegate al settore economico-commerciale); - Giustizia, libertà e sicurezza (migrazione, protezione dati, lotta al riciclaggio di denaro, alle droghe e al crimine organizzato); - Cooperazione in 28 settori chiave (fra cui riforma della pubblica amministrazione, politiche sociali e pari opportunità, gestione della finanza pubblica, tassazione, politiche industriali, politiche marittime e della pesca, agricoltura e sviluppo rurale, energia, trasporti, protezione civile, sanità, ricerca, turismo, società dell’informazione, cultura, società civile, ecc.). Una volta entrato in vigore, l’Accordo apporterà tangibili benefici alla popolazione locale, quali una maggior protezione dei consumatori attraverso il miglioramento degli standard qualitativi dei prodotti agricoli locali, maggiori opportunità d’affari per piccole e medie imprese attraverso l’accresciuta apertura dei mercati tra le Parti, con conseguente incremento del lavoro e diminuzione dell’emigrazione, riduzione dei costi energetici domestici e sviluppo di energie rinnovabili, miglior funzionamento del sistema giudiziario e aumento della trasparenza. L’istituzione dell’Area di Libero scambio ampia ed approfondita (DCFTA) prevista dall’Accordo è possibile dall’appartenenza della Moldova all’OMC, di cui è membro dal 2001. Essa consiste nell’istituzione di una relazione commerciale preferenziale, basata su trattamenti reciprocamente vantaggiosi nell’accesso ai rispettivi mercati. Ciò si sostanzia nell’eliminazione dei dazi di importazione (e, se presenti, di quelli all’esportazione) sui beni commercializzati, nella rimozione di ostacoli ai servizi e nella facilitazione dell’accesso e dello stabilimento di società nei rispettivi mercati. Come noto, le aree di libero scambio che l’UE instaura con i propri Partner includono di norma aspetti che vanno oltre quelli eminentemente commerciali: si tratta di un approccio ad ampio raggio (da cui la specificazione di “ampia” - in inglese “comprehensive” - nella denominazione DCFTA) che include anche le politiche nazionali in tema di appalti, concorrenza, proprietà intellettuale e sviluppo sostenibile. Il termine “approfondito” si riferisce invece alle specifiche previsioni della DCFTA volte ad incidere sulle politiche commerciali della Moldova e sulla modernizzazione della sua economia: ad esempio misure sanitarie e fitosanitarie che, una volta allineate al regime UE, consentiranno al Paese di esportare prodotti animali e/o di origine animale nell’Unione, per non parlare dell’allineamento legislativo dei prodotti industriali che - non appena sarà possibile stipulare il relativo protocollo sulla conformità e l’accettazione degli standard – consentirà alle Parti di realizzare, fra l’altro, un significativo abbattimento dei costi della relativa commercializzazione. Fra le più ambiziose iniziative in fatto di liberalizzazione commerciale mai concluse dall’UE con un Partner, la DCFTA - attraverso la completa eliminazione dei dazi di importazione e la proibizione di quelli all’esportazione - darà luogo ad un migliore accesso, ed alla progressiva integrazione, della Moldova al mercato UE. Sono previste dunque norme per l’eliminazione dei dazi su importazioni ed esportazioni da parte UE, fatti salvi alcuni generi (alcuni prodotti di generi animali, zuccheri e cereali) considerati sensibili per l’Unione e sui quali verrà esercitato uno specifico monitoraggio. Da parte moldava è altresì contemplata la rimozione dei dazi di importazione sulla maggior parte dei prodotti: per quelli maggiormente sensibili (vini, vegetali, frutta, carni, tessuti e abbigliamento) è prevista una gradualità - fra 3 e 10 anni - mentre per altri prodotti, quali pollame e suini, latticini ecc. non si procederà alla liberalizzazione ma saranno gestiti nei limiti di quote tariffarie.
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Samples: Accordo Di Associazione
Contesto dell’Accordo. Nell’ambito L’ICGEB (Centro internazionale di inge- gneria genetica e biotecnologia) è un’orga- nizzazione internazionale intergovernativa che opera nel campo della genetica moleco- lare e delle biotecnologie. Fondato nel 1987 come progetto dell’Organizzazione delle Na- zioni Unite per lo sviluppo industriale (UNIDO), dal 1994 opera come centro au- tonomo nel sistema comune delle Nazioni Unite. Il Centro è sostenuto da 65 Paesi, tra cui la maggior parte dei Paesi emergenti, e sviluppa ricerche innovative in ambito bio- medico, farmaceutico e ambientale. Il Centro si articola in tre « componenti », localizzate rispettivamente a Trieste (che è anche de facto la sede centrale dell’organiz- zazione), Nuova Delhi e Città del Partenariato orientale1Capo, l’UE ha dove lavorano circa 500 persone provenienti da tempo avviato con circa 40 Paesi diversi. La struttura di Trieste è ospitata nell’Area Science Park di Padriciano, ente pubblico nazionale di ri- cerca vigilato dal Ministero dell’università e della ricerca. Lo statuto dell’ICGEB, siglato inizial- mente da 25 Paesi, fu depositato presso le Nazioni Unite nel 1983 e l’anno successivo, in un meeting tenutosi a Vienna, fu accettata la Repubblica proposta dell’Italia di Moldova un percorso articolare il Centro in due sedi principali cui potessero affiliarsi centri di relazioni sempre più strettericerca e università dei Paesi ade- renti, in modo da consolidare una massa cri- tica di ricercatori e prodotti della ricerca. Le due sedi furono identificate in Trieste e New Delhi. Le attività sperimentali nei laboratori dell’ICGEB iniziarono nel 1987. Nel 1994, al momento dell’entrata in vigore del suo statuto una volta raggiunto il numero mi- nimo di ratifiche, il quale - superando l’approccio di mera cooperazione - è avviato verso la realizzazione di una graduale associazione politica ed integrazione economica. Questi due elementi (integrazione economica e associazione politica) sono infatti gli obiettivi cardine del Partenariato orientaleCentro, che dal maggio 2009nel frat- tempo operava come programma speciale dell’UNIDO, costituisce il quadro divenne un’organizzazione in- ternazionale autonoma. La terza sede del- l’ICGEB fu inaugurata nel 2007 a Città del Capo, in Sud Africa. Le attività del Centro, incluse le iniziative istituzionali e i progetti di riferimento ricerca scientifica e formazione condotti dalle tre sedi, sono guidate da un Board composto dai rappre- sentanti nominati dai Governi dei Paesi membri. Un consiglio scientifico internazio- nale, composto a rotazione da scienziati di grande prestigio, ne ispira le attività scienti- fiche. L’organizzazione internazionale è finan- ziata dall’Italia con un contributo annuale a carico del Ministero degli affari esteri e della dimensione Est cooperazione internazionale di 10.169.961 euro (nel 2011 tale finanzia- mento fu decurtato del 17 per cento, corri- spondente a circa 2 milioni di euro). La disponibilità gratuita della politica europea sede, per la quale l’Italia si è impegnata sin dalla men- zionata riunione UNIDO di vicinatoVienna del 1984, pur mai messa in discussione non è ancora però stata sancita con legge dello Stato. I rapporti tra ICGEB ed Area Science Park sono finora stati regolati da una con- venzione bilaterale rinnovata più volte fino al 31 dicembre 2017, quando un sensibile aumento dei costi di manutenzione straordi- naria richiesti a ICGEB da Area Science Park (essenzialmente un ammortamento del valore degli edifici, sempre concessi nomi- nalmente a titolo gratuito salvo le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria) è stato contestato da ICGEB. L’Accordo individua con esattezza le strutture dove è ospitato l’ICGEB e ne chia- risce la disponibilità a titolo gratuito, ripar- tendo i costi di manutenzione in modo che quella ordinaria sia a carico di ICGEB e quella straordinaria a carico dello Stato ita- liano, attraverso lo stanziamento per Area Science Park previsto all’articolo 3 del dise- gno di legge di ratifica. Il Partenariato annovera fra le sue priorità la stipula con ciascun Partner di nuovi accordi di associazione comprensivi di Accordi di Libero scambio ampi ed approfonditi (AA/DCFTA - Association Agreement / Deep and Comprehensive Free Trade Agreement). Le relazioni UE-Moldova, già disciplinate dall’Accordo di Partenariato e Cooperazione (PCA - Partnership and Cooperation Agreement) in vigore dal 1998, si sono negli anni vieppiù ampliate ed arricchite, diventando oggetto di un’attenzione specifica da parte dell’UE, intenzionata ad incoraggiare il completamento della transizione di Chisinau verso la democrazia e l’economia di mercato ed a favorirne il progressivo avvicinamento agli standard comunitari. Nel 2010 le Parti iniziarono quindi a negoziare un nuovo Accordo, che - destinato a succedere al PCA - avrebbe avuto le caratteristiche dell’Accordo di Associazione, secondo i principi e i criteri stabiliti dal Partenariato orientale. L’Accordo di Associazione oggetto della presente analisi prevede l’approfondimento delle relazioni politiche ed economiche fra UE e Moldova, in vista di una graduale integrazione del Paese nel mercato interno dell’Unione, la più vasta singola area commerciale al mondo. L’Accordo quindi rappresenta un modo concreto per attivare il potenziale delle relazioni bilaterali, attraverso il sostegno alle riforme interne, al risanamento economico, alla crescita, alla governance della Moldova, ma anche alla cooperazione settoriale in molteplici ambiti, quali energia, trasporti, ambiente, sanità, educazione, tutela dei consumatori, cultura. Esso fa parte dei cosiddetti Accordi di nuova generazione che l’UE sta stipulando con alcuni Partner del PO, e che pongono le basi per relazioni a lungo termine, senza peraltro escludere, qualora se ne dovessero creare le condizioni, ulteriori futuri sviluppi delle stessetesto, in linea con quanto generalmente previsto dagli accordi di sede di organizza- zioni internazionali firmati dall’Italia, regola la personalità giuridica del Centro sul terri- torio italiano, ne definisce le responsabilità e accorda ai funzionari e agli esperti di ICGEB il Trattato regime di Lisbonaprivilegi previsto per le agenzie del sistema delle Nazioni Unite in Italia, facendo così chiarezza su un tema su cui c’erano state in passato delle zone d’om- bra. L’approccio innovativo dell’Accordo di AssociazioneL’Italia, oltre con legge 15 marzo 1986, n. 103, ha ratificato l’atto costitutivo del Centro, adottato a prevedere forme più strette di cooperazione Madrid il 13 settembre 1983, e a coprire una gamma di settori molto più estesa il protocollo sulla istituzione del precedente PCA, si spinge fino
1 Originato da una proposta polacco-svedese dell’aprile 2008 e formalmente lanciato al Summit di Praga del 7 maggio 2009, il Partenariato Orientale (PO) è inquadrato nell’ambito della Politica Europea di Vicinato (PEV) e nasce dalla necessità di stimolare nei sei vicini orientali (Ucraina, Bielorussia, Moldova, Armenia, Georgia e Azerbaidjan) processi di avvicinamento all’Europa, secondo le ambizioni e le specificità di ognuno. Strumentali al raggiungimento di tali obbiettivi sono la stipula di Accordi di Associazione inclusivi di aree di libero scambio approfondite (AA/DCFTA), l’avvio di negoziati per la facilitazione nel rilascio dei visti suscettibili di condurre ad una eventuale liberalizzazione degli stessi in un’ottica caso-per-caso, nonché una cooperazione energetica strutturata, attraverso la quale il PO dovrebbe fornire all’UE maggiori garanzie sulla regolarità dei flussi di approvvigionamento. ad includere, quale parte integrante dello Centro stesso, la creazione di un’Area di Libero Scambio Ampia e Approfondita (DCFTA - Deep and Comprehensive Free Trade Area). L’intesa va letta inoltre come una vera e propria agenda per le riforme, basata com’è su un programma adottato dalla riunione dei plenipotenziari a 360 gradi di adeguamento normativo agli standard europei. Questo Accordo - che da parte UE si definisce ambizioso e pionieristico - sancisce anche l’impegno delle Parti ad ricercare una soluzione percorribile alla questione della Transnistria, la regione secessionista non riconosciuta da Chisinau né dall’ONU. Gli elementi chiave dell’Accordo possono essere così riassunti: - Valori e principi condivisi (democrazia, rispetto dei diritti umani, libertà fondamentali, stato di diritto, sviluppo sostenibile, economica di mercato); - Cooperazione rafforzata in politica estera e di sicurezza (focus su stabilità della regione, armi di distruzione di massa, lotta al terrorismo, gestione delle crisi, eccVienna il 4 aprile 1984.); - Creazione di una DCFTA (per offrire non solo maggiori opportunità di commercio e investimento, ma anche la possibilità di fruire di assistenza UE nelle riforme collegate al settore economico-commerciale); - Giustizia, libertà e sicurezza (migrazione, protezione dati, lotta al riciclaggio di denaro, alle droghe e al crimine organizzato); - Cooperazione in 28 settori chiave (fra cui riforma della pubblica amministrazione, politiche sociali e pari opportunità, gestione della finanza pubblica, tassazione, politiche industriali, politiche marittime e della pesca, agricoltura e sviluppo rurale, energia, trasporti, protezione civile, sanità, ricerca, turismo, società dell’informazione, cultura, società civile, ecc.). Una volta entrato in vigore, l’Accordo apporterà tangibili benefici alla popolazione locale, quali una maggior protezione dei consumatori attraverso il miglioramento degli standard qualitativi dei prodotti agricoli locali, maggiori opportunità d’affari per piccole e medie imprese attraverso l’accresciuta apertura dei mercati tra le Parti, con conseguente incremento del lavoro e diminuzione dell’emigrazione, riduzione dei costi energetici domestici e sviluppo di energie rinnovabili, miglior funzionamento del sistema giudiziario e aumento della trasparenza. L’istituzione dell’Area di Libero scambio ampia ed approfondita (DCFTA) prevista dall’Accordo è possibile dall’appartenenza della Moldova all’OMC, di cui è membro dal 2001. Essa consiste nell’istituzione di una relazione commerciale preferenziale, basata su trattamenti reciprocamente vantaggiosi nell’accesso ai rispettivi mercati. Ciò si sostanzia nell’eliminazione dei dazi di importazione (e, se presenti, di quelli all’esportazione) sui beni commercializzati, nella rimozione di ostacoli ai servizi e nella facilitazione dell’accesso e dello stabilimento di società nei rispettivi mercati. Come noto, le aree di libero scambio che l’UE instaura con i propri Partner includono di norma aspetti che vanno oltre quelli eminentemente commerciali: si tratta di un approccio ad ampio raggio (da cui la specificazione di “ampia” - in inglese “comprehensive” - nella denominazione DCFTA) che include anche le politiche nazionali in tema di appalti, concorrenza, proprietà intellettuale e sviluppo sostenibile. Il termine “approfondito” si riferisce invece alle specifiche previsioni della DCFTA volte ad incidere sulle politiche commerciali della Moldova e sulla modernizzazione della sua economia: ad esempio misure sanitarie e fitosanitarie che, una volta allineate al regime UE, consentiranno al Paese di esportare prodotti animali e/o di origine animale nell’Unione, per non parlare dell’allineamento legislativo dei prodotti industriali che - non appena sarà possibile stipulare il relativo protocollo sulla conformità e l’accettazione degli standard – consentirà alle Parti di realizzare, fra l’altro, un significativo abbattimento dei costi della relativa commercializzazione. Fra le più ambiziose iniziative in fatto di liberalizzazione commerciale mai concluse dall’UE con un Partner, la DCFTA - attraverso la completa eliminazione dei dazi di importazione e la proibizione di quelli all’esportazione - darà luogo ad un migliore accesso, ed alla progressiva integrazione, della Moldova al mercato UE. Sono previste dunque norme per l’eliminazione dei dazi su importazioni ed esportazioni da parte UE, fatti salvi alcuni generi (alcuni prodotti di generi animali, zuccheri e cereali) considerati sensibili per l’Unione e sui quali verrà esercitato uno specifico monitoraggio. Da parte moldava è altresì contemplata la rimozione dei dazi di importazione sulla maggior parte dei prodotti: per quelli maggiormente sensibili (vini, vegetali, frutta, carni, tessuti e abbigliamento) è prevista una gradualità - fra 3 e 10 anni - mentre per altri prodotti, quali pollame e suini, latticini ecc. non si procederà alla liberalizzazione ma saranno gestiti nei limiti di quote tariffarie.
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Samples: Ratifica Ed Esecuzione Dell’accordo
Contesto dell’Accordo. Nell’ambito del Partenariato orientale1L’Accordo di Associazione fra l’Unione Europea e l’America Centrale (Costa Rica, l’UE El Xxxxxxxx, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama) è un esempio di Accordo bi-regionale portato a compimento con successo ed in linea con l’obiettivo dell’UE di promuovere l’integrazione regionale in altre regioni attraverso Accordi commerciali ed Accordi di associazione. Il raggruppamento regionale dell’America Centrale ha da tempo avviato origini antiche. Esse sono state ulteriormente rafforzate con la Repubblica creazione del Central American Common Market (CACM) nel 1960 e con il Protocollo di Moldova un percorso Tegucigalpa nel 1991, che dette vita al Central American Integration System (SICA) i cui obiettivi erano sia di relazioni sempre più strettecarattere politico, il quale - superando l’approccio sia economico. E’ in tale contesto, che può essere definito di mera cooperazione - è avviato verso avanzata integrazione, che Unione Europea e America Centrale decisero, in occasione del Vertice Summit UE-LAC (Latin America and Caribbean) del 2004 di avviare negoziati commerciali tra le due Regioni con lo scopo di rafforzare la realizzazione di una graduale associazione stabilità politica ed integrazione economicaeconomica in America Centrale, promuovere lo sviluppo sostenibile e consolidare l’integrazione regionale. Questi due elementi (I sei Paesi Centroamericani - con una popolazione complessiva di 45 milioni di abitanti e un PIL aggregato di 167 miliardi di dollari - attraversano una fase positiva sotto il profilo della stabilità politica e sul piano dello sviluppo economico. La positiva evoluzione del quadro politico e le buone prospettive dell'economia, pur in un contesto regionale che rimane caratterizzato da cospicui problemi sociali, si spiega anche con l’impulso conferito dai Governi e dalle élite locali ai progetti di integrazione economica e associazione politica) sono infatti ed alle parallele iniziative di concertazione politica in un’area storicamente tra le più instabili del continente latinoamericano. Sono questi del resto gli obiettivi cardine del Partenariato orientalealla base dell'Accordo di Associazione, che dal maggio 2009, costituisce il quadro punta a valorizzare i principi democratici e lo stato di riferimento della dimensione Est della politica europea di vicinatodiritto nel più ampio contesto del rafforzamento delle relazioni bi-regionali. Il Partenariato annovera fra dispositivo normativo dell’Intesa è strutturato attorno ai tre assi del dialogo politico, della cooperazione allo sviluppo e degli scambi commerciali, e comprende tematiche riguardanti la promozione del commercio, la lotta al terrorismo e al traffico d’armi, le sue priorità migrazioni, i processi di integrazione regionale, la stipula con ciascun Partner protezione dell’ambiente. Sotto il profilo politico e della sicurezza, di nuovi accordi di associazione comprensivi di Accordi di Libero scambio ampi ed approfonditi (AA/DCFTA - Association Agreement / Deep and Comprehensive Free Trade Agreement). Le relazioni UE-Moldova, già disciplinate dall’Accordo di Partenariato e Cooperazione (PCA - Partnership and Cooperation Agreement) in vigore dal 1998, si sono negli anni vieppiù ampliate ed arricchite, diventando oggetto di un’attenzione specifica da parte dell’UE, intenzionata ad incoraggiare particolare interesse per l’Italia è il completamento della transizione di Chisinau verso la democrazia e l’economia di mercato ed a favorirne il progressivo avvicinamento agli standard comunitari. Nel 2010 le Parti iniziarono quindi a negoziare un nuovo Accordo, che - destinato a succedere al PCA - avrebbe avuto le caratteristiche titolo II dell’Accordo di Associazione, secondo riguardante i principi temi della giustizia e della sicurezza democratica (articoli da 34 a 40) specialmente alla luce del ruolo che il nostro Paese viene svolgendo in tali ambiti, nel contesto del Sistema di Integrazione Centroamericana (SICA). Come noto, l'Italia è impegnata in America Centrale in un'azione di supporto ai progetti di contrasto del crimine organizzato transnazionale, azione che ha permesso al nostro Paese di profilarsi come attore e partner credibile nella sfida ai cartelli del narcotraffico che i criteri stabiliti dal Partenariato orientalePaesi di quella regionale conducono assieme agli USA e all’UE. L’Accordo di Associazione oggetto rinnova l’impegno al proseguimento di un’azione comune bi-regionale nella lotta a difesa della presente analisi prevede l’approfondimento sicurezza democratica nei Paesi dell'area. Sul piano commerciale, l’Accordo rappresenta un’importante tappa di avanzamento delle relazioni politiche ed economiche fra UE esterne dell’UE. Sebbene l’Unione Europea non beneficerà di effetti sostanziali in termini di crescita economica e Moldovadi aumento dell’occupazione, trattandosi di un mercato dalle dimensioni relativamente piccole, gli esportatori europei potranno nondimeno beneficiare di dazi doganali più bassi soprattutto per i beni di consumo del settore manifatturiero, in particolare di quello automobilistico. Favorendo i processi di liberalizzazione dei commerci, l’Accordo offrirà, del resto, nuove opportunità alle aziende europee, incluse quelle italiane. L’interscambio commerciale che l’Italia intrattiene con i sei Paesi centroamericani, pari nel 2011 a 850 milioni di Euro, registra un livello obiettivamente modesto che potrà tuttavia crescere in maniera significativa grazie all’abbattimento delle tariffe doganali ed alle facilitazioni commerciali previste dall’Accordo di Associazione. E’ da notare, inoltre, che i Paesi del Centro America, orbitando principalmente nell’area di influenza economica del Messico - Paese di cui l’Italia è il secondo maggiore partner europeo dopo la Germania - potranno in tal modo offrire nuove opportunità anche alle numerose imprese italiane attive in Messico. Dal punto di vista dell’America Centrale i vantaggi derivanti dall’Intesa sono potenzialmente significativi, anche se non uniformemente distribuiti. In sostanza, l’Accordo permetterà un accesso regolamentato al mercato europeo, fattore particolarmente importante qualora a partire dal primo gennaio 2014 gli Stati Parte dell’intesa dovessero risultare esclusi dal nuovo Sistema di una graduale integrazione del Paese nel mercato interno dell’UnionePreferenze Generalizzate che - al fine di concentrare i benefici a favore dei Paesi più poveri - prevede nuovi criteri di ammissibilità e meccanismi di graduazione, in base ai quali verranno esclusi da siffatto Schema i c.d. Paesi UMI (Upper Middle Income) secondo la più vasta singola area commerciale al mondoclassifica della Banca Mondiale, tra i quali sono suscettibili di rientrare gli anzidetti Paesi. L’Accordo quindi rappresenta affronta anche questioni relative ai servizi transfrontalieri e di stabilimento, barriere tecniche al commercio, questioni sanitarie e fitosanitarie, antidumping e salvaguardie multilaterali. La regolamentazione relativa alla proprietà intellettuale include le Indicazioni Geografiche che rappresentano un modo concreto tema di interesse prioritario per attivare il potenziale delle relazioni bilateralil’Italia. Il capitolo commercio, attraverso il sostegno alle riforme interneinoltre, al risanamento economico, alla crescita, alla governance della Moldova, ma anche alla cooperazione settoriale in molteplici ambiti, quali energia, trasporti, ambiente, sanità, educazione, tutela dei consumatori, cultura. Esso fa parte dei cosiddetti Accordi di nuova generazione che l’UE sta stipulando con alcuni Partner del PO, e che pongono le basi per relazioni a lungo termine, senza peraltro escludere, qualora se ne dovessero creare le condizioni, ulteriori futuri sviluppi delle stesse, in linea con il Trattato di Lisbona. L’approccio innovativo dell’Accordo di Associazione, oltre a prevedere forme più strette di cooperazione e a coprire include una gamma di settori molto più estesa del precedente PCA, si spinge fino
1 Originato da una proposta polacco-svedese dell’aprile 2008 e formalmente lanciato al Summit di Praga del 7 maggio 2009, il Partenariato Orientale (PO) è inquadrato nell’ambito della Politica Europea di Vicinato (PEV) e nasce dalla necessità di stimolare nei sei vicini orientali (Ucraina, Bielorussia, Moldova, Armenia, Georgia e Azerbaidjan) processi di avvicinamento all’Europa, secondo le ambizioni e le specificità di ognuno. Strumentali al raggiungimento di tali obbiettivi sono la stipula di Accordi di Associazione inclusivi di aree di libero scambio approfondite (AA/DCFTA), l’avvio di negoziati per la facilitazione nel rilascio dei visti suscettibili di condurre ad una eventuale liberalizzazione degli stessi in un’ottica caso-per-caso, nonché una cooperazione energetica strutturata, attraverso la quale il PO dovrebbe fornire all’UE maggiori garanzie sulla regolarità dei flussi di approvvigionamento. ad includere, quale parte integrante dello stesso, la creazione di un’Area di Libero Scambio Ampia e Approfondita (DCFTA - Deep and Comprehensive Free Trade Area). L’intesa va letta inoltre come una vera e propria agenda per le riforme, basata com’è su un programma a 360 gradi di adeguamento normativo agli standard europei. Questo Accordo - che da parte UE si definisce ambizioso e pionieristico - sancisce anche l’impegno delle Parti ad ricercare una soluzione percorribile alla questione della Transnistria, la regione secessionista non riconosciuta da Chisinau né dall’ONU. Gli elementi chiave dell’Accordo possono essere così riassunti: - Valori e principi condivisi (democrazia, clausola sul rispetto dei diritti umaniumani subordinando l’applicazione dell’Accordo al rispetto dei diritti umani nelle rispettive giurisdizioni. Ampio spazio è infine dedicato alla cooperazione settoriale, libertà fondamentaliprevedendosi iniziative congiunte in tutti gli ambiti di interesse comune, stato di dirittoinclusi lo sviluppo economico, sviluppo sostenibilela coesione sociale, economica di mercato); - Cooperazione rafforzata in politica estera e di sicurezza (focus su stabilità della regionela tutela dell’ambiente, armi di distruzione di massa, lotta al terrorismo, gestione delle crisi, ecc.); - Creazione di una DCFTA (per offrire non solo maggiori opportunità di commercio e investimento, ma anche la possibilità di fruire di assistenza UE nelle riforme collegate al settore economico-commerciale); - Giustizia, libertà e sicurezza (migrazione, protezione dati, lotta al riciclaggio di denaro, alle droghe e al crimine organizzato); - Cooperazione in 28 settori chiave (fra cui riforma della pubblica amministrazione, politiche sociali e pari opportunità, gestione della finanza pubblica, tassazione, politiche industriali, politiche marittime e della pesca, agricoltura e sviluppo rurale, energia, trasporti, protezione civile, sanità, ricerca, turismo, società dell’informazione, cultura, società civile, ecc.). Una volta entrato in vigore, l’Accordo apporterà tangibili benefici alla popolazione locale, quali una maggior protezione dei consumatori attraverso il miglioramento degli standard qualitativi dei prodotti agricoli locali, maggiori opportunità d’affari per piccole e medie imprese attraverso l’accresciuta apertura dei mercati tra le Parti, con conseguente incremento del lavoro e diminuzione dell’emigrazione, riduzione dei costi energetici domestici e sviluppo di energie rinnovabili, miglior funzionamento del sistema giudiziario e aumento della trasparenza. L’istituzione dell’Area di Libero scambio ampia ed approfondita (DCFTA) prevista dall’Accordo è possibile dall’appartenenza della Moldova all’OMC, di cui è membro dal 2001. Essa consiste nell’istituzione di una relazione commerciale preferenziale, basata su trattamenti reciprocamente vantaggiosi nell’accesso ai rispettivi mercati. Ciò si sostanzia nell’eliminazione dei dazi di importazione (e, se presenti, di quelli all’esportazione) sui beni commercializzati, nella rimozione di ostacoli ai servizi e nella facilitazione dell’accesso e dello stabilimento di società nei rispettivi mercati. Come noto, le aree di libero scambio che l’UE instaura con i propri Partner includono di norma aspetti che vanno oltre quelli eminentemente commerciali: si tratta di un approccio ad ampio raggio (da cui la specificazione di “ampia” - in inglese “comprehensive” - nella denominazione DCFTA) che include anche le politiche nazionali in tema di appalti, concorrenza, proprietà intellettuale e sviluppo sostenibile. Il termine “approfondito” si riferisce invece alle specifiche previsioni della DCFTA volte ad incidere sulle politiche commerciali della Moldova e sulla modernizzazione della sua economia: ad esempio misure sanitarie e fitosanitarie che, una volta allineate al regime UE, consentiranno al Paese di esportare prodotti animali e/o di origine animale nell’Unione, per non parlare dell’allineamento legislativo dei prodotti industriali che - non appena sarà possibile stipulare il relativo protocollo sulla conformità e l’accettazione degli standard – consentirà alle Parti di realizzare, fra l’altro, un significativo abbattimento dei costi della relativa commercializzazione. Fra le più ambiziose iniziative in fatto di liberalizzazione commerciale mai concluse dall’UE con un Partner, la DCFTA - attraverso la completa eliminazione dei dazi di importazione giustizia e la proibizione di quelli all’esportazione - darà luogo ad un migliore accesso, ed alla progressiva integrazione, della Moldova al mercato UE. Sono previste dunque norme per l’eliminazione dei dazi su importazioni ed esportazioni da parte UE, fatti salvi alcuni generi (alcuni prodotti di generi animali, zuccheri e cereali) considerati sensibili per l’Unione e sui quali verrà esercitato uno specifico monitoraggio. Da parte moldava è altresì contemplata la rimozione dei dazi di importazione sulla maggior parte dei prodotti: per quelli maggiormente sensibili (vini, vegetali, frutta, carni, tessuti e abbigliamento) è prevista una gradualità - fra 3 e 10 anni - mentre per altri prodotti, quali pollame e suini, latticini ecc. non si procederà alla liberalizzazione ma saranno gestiti nei limiti di quote tariffariericerca scientifica.
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Samples: Accordo Di Associazione
Contesto dell’Accordo. Nell’ambito del Partenariato orientale1, l’UE ha da tempo avviato con la Repubblica di Moldova un percorso di sta sviluppando relazioni sempre più strettestrette con la Georgia, il quale lungo un percorso che - superando l’approccio di mera cooperazione - è avviato verso la realizzazione di una graduale associazione politica ed integrazione economica. Questi due elementi (integrazione economica e ed associazione politica) sono infatti gli obiettivi cardine del Partenariato orientale, che dal maggio 2009, costituisce 2009 è il quadro di riferimento della dimensione Est della politica Politica europea di vicinato. Il Partenariato Essa annovera fra le sue priorità la stipula con ciascun Partner di nuovi accordi Accordi di associazione Associazione comprensivi di Accordi di Libero scambio ampi ed approfonditi (AA/DCFTA - Association Agreement / Deep and Comprehensive Free Trade Agreement). Le relazioni UE-Moldova, Georgia - già disciplinate dall’Accordo di Partenariato e Cooperazione (PCA - Partnership and Cooperation Agreement) in vigore dal 1998, 01.07.1999 - si sono negli anni vieppiù ampliate ed arricchite, sviluppate e arricchite diventando oggetto di un’attenzione specifica da parte dell’UE, intenzionata ad incoraggiare il completamento della incoraggiarne la transizione di Chisinau verso la democrazia e l’economia di mercato ed a favorirne il progressivo avvicinamento agli standard comunitari. Nel maggio 2010 le Parti iniziarono quindi a negoziare un nuovo Accordoaccordo, che - destinato a succedere al PCA - avrebbe avuto PCA, formulata secondo le caratteristiche dell’Accordo di Associazioneassociazione, secondo i sulla base dei principi e i dei criteri stabiliti dal nel quadro del Partenariato orientale. L’Accordo di Associazione associazione oggetto della presente analisi prevede l’approfondimento delle relazioni politiche ed economiche fra UE e Moldova, Georgia in vista di una graduale integrazione del Paese nel mercato interno dell’Unione, la più vasta singola area commerciale al mondo. L’Accordo quindi rappresenta un modo concreto per attivare il potenziale delle relazioni bilaterali, attraverso il sostegno alle riforme interne, al risanamento economico, alla crescita, alla governance della Moldova, ma anche ed alla cooperazione settoriale in molteplici ambiti, quali energia, trasporti, ambiente, sanità, educazione, tutela dei consumatori, cultura. Esso fa parte dei cosiddetti Accordi di nuova generazione che l’UE sta stipulando con alcuni Partner del PO, PO e che pongono le basi per relazioni a lungo termine, senza peraltro escludere, qualora se ne dovessero creare le condizioni, ulteriori futuri sviluppi delle stesse, in linea con il Trattato di Lisbona. L’approccio innovativo dell’Accordo di Associazione, oltre a prevedere forme più strette di cooperazione e a coprire una gamma di settori molto più estesa del precedente PCA, si spinge fino
1 Originato da una proposta polacco-svedese dell’aprile 2008 e formalmente lanciato al Summit Vertice di Praga del 7 maggio 2009, il Partenariato Orientale (PO) è inquadrato nell’ambito della Politica Europea di Vicinato (PEV) e nasce dalla necessità di stimolare nei sei vicini orientali (Ucraina, Bielorussia, Moldova, Armenia, Georgia e ed Azerbaidjan) processi di avvicinamento all’Europaall’UE, secondo le ambizioni e le specificità di ognuno. Strumentali al raggiungimento di tali obbiettivi sono la stipula di Accordi di Associazione inclusivi di aree Aree di libero scambio approfondite Libero Scambio Ampie ed Approfondite (AA/DCFTA), l’avvio di negoziati per la facilitazione nel rilascio dei visti suscettibili di condurre ad una eventuale liberalizzazione degli stessi in un’ottica caso-per-caso, nonché una cooperazione energetica strutturata, attraverso la quale il PO dovrebbe fornire all’UE maggiori garanzie sulla regolarità dei flussi di approvvigionamento. peraltro escludere ulteriori futuri sviluppi delle stesse, in linea con il Trattato di Lisbona. L’approccio innovativo dell’Accordo di associazione, oltre a prevedere forme più strette di cooperazione ed a coprire una gamma di settori molto più estesa del precedente PCA, si spinge fino ad includere, quale parte integrante dello stesso, la creazione di un’Area di Libero Scambio Ampia scambio ampia e Approfondita approfondita (DCFTA - Deep and Comprehensive Free Trade Area). L’intesa L’Accordo va letta inoltre inteso come una vera e propria agenda per le riformeriforme in Georgia, basata com’è in quanto basato su di un programma a 360 gradi di adeguamento normativo agli standard europei. Questo Accordo - che da parte UE si definisce ambizioso Nell’ottica di creare i presupposti e pionieristico - sancisce facilitare l’attuazione dell’Accordo, infatti, è stata approntata, d’intesa con l’UE, anche l’impegno delle Parti ad ricercare una soluzione percorribile alla questione della Transnistria, un’agenda di associazione per la regione secessionista non riconosciuta da Chisinau né dall’ONUGeorgia. Gli elementi chiave dell’Accordo possono essere così riassunti: - Valori e principi condivisi (democrazia, rispetto dei diritti umani, libertà fondamentali, stato di diritto, sviluppo sostenibile, economica di mercato); - Cooperazione rafforzata in politica estera e di sicurezza (focus su stabilità della regione, armi di distruzione di massa, lotta al terrorismo, gestione delle crisi, ecc.); - Creazione di una DCFTA (per offrire non solo maggiori opportunità di commercio e di investimento, ma anche la possibilità di fruire di assistenza dell’assistenza UE nelle riforme collegate al settore economico-commerciale); - Giustizia, libertà e sicurezza (migrazione, protezione dati, lotta al riciclaggio di denaro, alle droghe e al crimine organizzato); - Cooperazione in 28 settori chiave (fra cui riforma della pubblica amministrazione, politiche sociali e pari opportunità, gestione della finanza pubblica, tassazione, politiche industriali, politiche marittime e della pesca, agricoltura e sviluppo rurale, energia, trasporti, protezione civile, sanità, ricerca, turismo, società dell’informazione, cultura, società civile, ecc.). Una volta entrato in vigore, l’Accordo apporterà tangibili benefici alla popolazione locale, quali una maggior protezione dei consumatori attraverso il miglioramento degli standard qualitativi dei prodotti agricoli locali, maggiori opportunità d’affari per piccole e medie imprese attraverso l’accresciuta apertura dei mercati tra le Parti, con conseguente incremento del lavoro e diminuzione dell’emigrazione, riduzione diminuzione dei costi energetici domestici e sviluppo di energie rinnovabili, miglior funzionamento del sistema giudiziario e ed aumento della trasparenza. L’istituzione dell’Area La sezione dell’Accordo concernente l’istituzione di un’Area di Libero scambio ampia ed e approfondita (DCFTA) prevista dall’Accordo è possibile dall’appartenenza della Moldova all’OMC, di cui è membro dal 2001. Essa consiste nell’istituzione prevede l’instaurazione di una relazione commerciale preferenziale, preferenziale basata su trattamenti reciprocamente vantaggiosi nell’accesso ai rispettivi mercati. Ciò si sostanzia nell’eliminazione dei dazi di importazione (eall’importazione, nonché, se presenti, di quelli all’esportazione) , sui beni commercializzati, nella rimozione di ostacoli ai servizi e nella facilitazione dell’accesso e dello stabilimento di società nei rispettivi mercati. Come noto, le aree di libero scambio che l’UE instaura con i propri Partner includono di norma aspetti che vanno oltre quelli eminentemente commerciali: si tratta di un approccio ad ampio raggio (da cui la specificazione di “ampia” - in inglese “comprehensive” - nella denominazione DCFTA) che include anche le politiche nazionali in tema di appalti, concorrenza, proprietà intellettuale e sviluppo sostenibile. Il termine “approfondito” si riferisce invece alle specifiche previsioni L’istituzione della DCFTA volte ad incidere sulle politiche commerciali è stata resa possibile dall’appartenenza della Moldova e sulla modernizzazione della sua economia: ad esempio misure sanitarie e fitosanitarie che, una volta allineate al regime UE, consentiranno al Paese Georgia all’Organizzazione mondiale del Commercio (OMC - di esportare prodotti animali e/o di origine animale nell’Unione, per non parlare dell’allineamento legislativo dei prodotti industriali che - non appena sarà possibile stipulare il relativo protocollo sulla conformità e l’accettazione degli standard – consentirà alle Parti di realizzare, fra l’altro, un significativo abbattimento dei costi della relativa commercializzazione. Fra le più ambiziose iniziative in fatto di liberalizzazione commerciale mai concluse dall’UE con un Partner, la DCFTA - attraverso la completa eliminazione dei dazi di importazione e la proibizione di quelli all’esportazione - darà luogo ad un migliore accesso, ed alla progressiva integrazione, della Moldova al mercato UE. Sono previste dunque norme per l’eliminazione dei dazi su importazioni ed esportazioni da parte UE, fatti salvi alcuni generi (alcuni prodotti di generi animali, zuccheri e cereali) considerati sensibili per l’Unione e sui quali verrà esercitato uno specifico monitoraggio. Da parte moldava cui è altresì contemplata la rimozione dei dazi di importazione sulla maggior parte dei prodotti: per quelli maggiormente sensibili (vini, vegetali, frutta, carni, tessuti e abbigliamento) è prevista una gradualità - fra 3 e 10 anni - mentre per altri prodotti, quali pollame e suini, latticini ecc. non si procederà alla liberalizzazione ma saranno gestiti nei limiti di quote tariffariemembro dal 2000).
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