Gestione del rischio. L'esposizione globale sarà calcolata in funzione dell’approccio del VaR assoluto (come descritto al capitolo Gestione del rischio). Il rischio globale non può superare un VaR assoluto del 20%. Tale VaR prende in considerazione un intervallo di confidenza del 99% e un orizzonte temporale di 20 giorni. A titolo indicativo, la leva di questo comparto sarà al massimo del 350%. Questa leva sarà calcolata per ogni prodotto derivato in base al metodo dei nozionali e andrà ad aggiungersi al portafoglio titoli del comparto. È probabile però che il comparto sia esposto anche a leve superiori.
Gestione del rischio. L’esposizione globale sui derivati sarà calcolata in funzione dell’approccio dell’impegno conformemente alla circolare CSSF 11/512.
Gestione del rischio. Come già rappresentato, per ciò che riguarda le strutture territoriali dell’Agenzia, le aree ‘core’ dei controlli e delle verifiche esprimono il più alto valore di rischio. In ragione delle considerazioni espresse, e in conformità alle prescrizioni contenute nel PNA, tutti i processi contemplati in tali aree devono pertanto essere considerati a elevato rischio ai fini e per gli effetti previsti dalla normativa e dagli atti di indirizzo. Nei confronti dei processi ricondotti in tali aree saranno pertanto adottate tutte le misure di seguito descritte, nonché quelle indicate nelle tabelle che seguono. Tali misure, in quanto compatibili, devono essere estese anche alle verifiche di cassa. Di particolare importanza risulta il ruolo di coordinamento che sono chiamate a svolgere le direzioni centrali al fine di uniformare le prassi operative sul territorio. Oltre al richiamo espresso al contenuto delle prescrizioni, tuttora in vigore, impartite dall’ex Direzione centrale accertamenti e controlli nelle già citate linee guida di cui al prot. n. 50325/RU del 24 aprile 2013 (cfr. paragrafo precedente) e alla già citata circolare n. 74D/2003, anche in tale ambito si ritiene opportuno estendere il controllo (mediante verifiche a campione effettuate attraverso controlli incrociati con le banche dati disponibili) sugli eventuali rapporti tra funzionari incaricati delle verifiche e i soggetti controllati. Considerato che l’attività di controllo è spesso connessa a rilevanti vantaggi economici, si ritiene opportuno estendere l’incompatibilità prevista dall’art. 35-bis d.lgs. 165/2001 anche agli ambiti in esame. In considerazione della circostanza che le attività di verifica, ispezione e di vigilanza presentano un’elevata esposizione al rischio, si raccomanda una rotazione dei funzionari assegnati ai servizi controlli, anche all’interno della stessa sub-articolazione. In ogni caso, le predette attività dovranno essere assegnate ad almeno due funzionari abbinati secondo rotazione casuale. Nel caso in cui siano presenti uffici finanziari di fabbrica presso alcuni opifici è necessario: - prevedere misure di rotazione nel caso in cui non vi sia personale stabilmente adibito a tale servizio; - provvedere all’integrazione del nucleo di verifica con funzionari appartenenti ad altra struttura quando vi sia personale stabilmente adibito a tale servizio. Si suggerisce, inoltre, ai Referenti di valutare l’opportunità di disporre a sorpresa, avvalendosi di personale dell’Ufficio compet...
Gestione del rischio. La flessibilità rappresenta la principale caratteristica del modello organizzativo e, insieme alla specializzazione delle competenze sulle aree e sulle tecnologie e al modello di governance, permette di garantire la massima adattabilità per rispondere efficacemente ai fattori tipici che generano complessità in una grande Amministrazione. Il modello di governance, coordinamento e collaborazione sinergica con gli stakeholder guida l’identificazione dei potenziali rischi e delle misure atte a fronteggiare/prevenire le situazioni di criticità, in generale nell’erogazione dei servizi e nello specifico per ciascun intervento progettuale. La disponibilità del Workforce Catalog, che censisce le risorse complessive (anche in numero superiore alle previsioni di impiego (20% in più)) per l’intero AQ e lo staffing curato dal RUAC CE con il supporto del Resource Management per staffare la propria fornitura nel numero (anche in questo caso in numero del 20% in più), nei profili opportuni, nella dislocazione geografica e nelle competenze possedute, permette di minimizzare il rischio di capacità produttiva insufficiente a fronte di picchi di lavoro o eventi imprevisti. La governance centralizzata dell’AQ e l’adozione della metodologia di gestione dei progetti secondo le linee guida del PMBoK e nel rispetto dello standard ISO 31000:2018 di Risk Management, entrambi formalizzati nel sistema di qualità DXC EDGE, garantiscono la flessibilità e consentono di: ►stilare il Piano dei Rischi di CE con l’individuazione dei rischi potenzialmente applicabili, la probabilità che un particolare rischio si verifichi, l’elaborazione di strategie di risposta ►tracciare le istanze del piano per ciascuna tipologia di Servizio ►incanalare le iniziative in una pipeline complessiva (master plan) a partire dalla quale, in modo proattivo si pianifica l’impiego delle risorse, e reattivo si ripianifica in funzione delle priorità emerse ►monitorare costantemente la probabilità e la gravità degli eventi rischiosi ►identificare preventivamente le opportune azioni di mitigazione dei rischi.
Gestione del rischio. Attività coordinate per dirigere e controllare una organizzazione in merito al rischio o ai rischi esistenti.
Gestione del rischio. Identificata la fase istruttoria quale segmento del procedimento più esposto al rischio, debbono essere approntate misure idonee a contenere le criticità individuate per tale fase del procedimento amministrativo.
Gestione del rischio. Le informazioni acquisite dalle strutture territoriali in merito alle caratteristiche del contesto in corrispondenza di ciascuno dei “punti di uscita” dai confini nazionali di viaggiatori di paesi terzi che richiedono il rimborso dell’IVA hanno messo in luce una situazione molto eterogenea, sia a causa dei diversi volumi di operatività che insistono presso gli uffici interessati, sia a causa delle differenti condizioni operative. Tale eterogeneità ha comportato l’adozione di misure di contenimento del rischio, di carattere organizzativo e gestionale, spesso differenti da ufficio a ufficio. Prima dell’obbligo di utilizzo della fatturazione elettronica e dell’introduzione del sistema informatizzato OTELLO 2.0 quale unico strumento di apposizione del visto, tra le misure specifiche adottate da alcuni uffici rientravano: - l’utilizzo di timbri dedicati esclusivamente alle operazioni in argomento (timbro numeratore progressivo non alterabile); - apposizione del timbro personale del funzionario in aggiunta al timbro “Conalbi”; - annotazione delle operazioni su apposito registro; - collaborazione con la G.d.F. per assicurare l’imbarco delle merci; - fotocopie dei documenti fiscali relativi all’esportazione di beni di valore superiore a un determinato importo; - accordi con società di “tax refund” finalizzati a ricevere segnalazioni di eventuali operazioni sospette. Con particolare riferimento alle aree aeroportuali, pur nella consapevolezza dell’estrema variabilità dei contesti, si raccomandano le seguenti misure: - incentivare, anche con apposite campagne di sensibilizzazione, l’utilizzo del bagaglio a mano per il trasporto di beni di alto valore e di dimensioni contenute soggetti al “tax refund” al fine di effettuare le operazioni relative a tali beni all’interno dell’area sterile; - rimodulare, ove possibile, la logistica dell’area “tax free” ubicata nella zona “non sterile” in modo da realizzare percorsi obbligati nei quali incanalare i passeggeri che si sono presentati ai desk degli operatori delle società di “tax refund” (diversificati tra quelli esitati con canale verde e quelli esitati con canale rosso), ovvero istituire servizi di vigilanza dinamica in collaborazione con la GDF; - ricorrere alla procedura manuale (timbro Conalbi) solo ai casi di indisponibilità del sistema O.T.E.L.L.O.; (il sistema, che consente la tracciabilità delle operazioni, può essere utilizzato anche nella fascia serale e notturna); - contenere l’arco orario previsto per le operaz...
Gestione del rischio. Richiamate tutte le disposizioni e le istruzioni già impartite dalla competente Direzione centrale di cui si è detto al precedente paragrafo, è stata ravvisata l’utilità di recepire alcuni indicatori e possibili misure contenuti nell’Aggiornamento 2015 al PNA. Gli stessi sono di seguito descritti mantenendo la distinzione per fasi del processo operata in sede di analisi del rischio, in conformità alla metodologia proposta dall’ANAC(6). In conformità alle indicazioni del PNA 2016(7), si precisa che il soggetto preposto all’iscrizione e all’aggiornamento dei dati nell’Anagrafe unica delle stazioni appaltanti[8] (AUSA), è il xxxx. Xxxxxxxxx Xxxxxxxx in servizio presso la DAMMF (9).
Gestione del rischio. Si segnalano nuovamente le linee guida della Direzione antifrode e controlli, laddove viene disposto che le strutture interessate vigilino e intervengano per garantire il corretto comportamento del personale addetto ai controlli in relazione ai profili deontologici ed etici richiesti, provvedendo alla costante verifica della permanenza di tali requisiti. Inoltre, con specifico riferimento ai rimborsi e sgravi concessi ex articoli 119 e 120 del CDU, particolare attenzione dovrà essere riservata all’attività di valutazione (connotata da elevati elementi di discrezionalità) della buona fede e diligenza dell’operatore, la cui constatazione, in concomitanza con altre circostanze, comporta la decadenza della pretesa daziaria. A tal proposito, si rappresenta tuttavia che, tali ultimi procedimenti, oggetto di interventi mirati di audit di processo da parte della Direzione Internal Audit, risultano adeguatamente presidiati, anche in considerazione del limitato numero di richieste pervenute.
Gestione del rischio. (Reg. 178/2002)