Analisi del rischio Clausole campione

Analisi del rischio. L’analisi dei due processi ha evidenziato la presenza di più fattori abilitanti degli eventi corruttivi, dovuti alla rilevanza degli interessi economici coinvolti, ai margini di discrezionalità nella scelta dei tempi di adozione dei provvedimenti, a una carente regolamentazione delle procedure interne e alla mancanza di regolazione dei rapporti con i “rappresentanti di interessi particolari”. Con riferimento al primo processo, è stato individuato, quale comportamento a rischio, l’omessa o ritardata adozione del provvedimento direttoriale. Tale rischio, in effetti, come si è potuto constatare dall’analisi condotta, risulta accentuato dal fatto che l’attuale disciplina normativa (art. 39-quinquies d.lgs. 26 ottobre 1995, n. 504) consente di adottare il provvedimento di determinazione annua del prezzo medio ponderato di vendita per chilogrammo convenzionale di prodotto (denominato PMP sigarette), necessario per stabilire le tabelle di ripartizione dei prezzi di vendita al pubblico delle sigarette, entro il primo marzo di ciascun anno sulla base del rapporto, espresso in euro con troncamento dei decimali, tra il valore totale (calcolato con riferimento al prezzo di vendita comprensivo di tutte le imposte) delle sigarette immesse in consumo nell’anno solare precedente e la quantità totale delle medesime sigarette. Se, quindi, ai fini del rispetto della norma, è sufficiente che il provvedimento direttoriale venga adottato entro il termine di legge (1 marzo di ciascun anno), non può tuttavia non considerarsi che una tempestiva adozione del provvedimento (nella prima metà del mese di gennaio o, comunque, non appena in possesso dei dati consolidati relativi ai prodotti immessi in consumo nell’anno solare precedente) incide sulla determinazione del livello dell’accisa, ripercuotendosi sia sulle entrate erariali sia sui margini di profitto dei soggetti coinvolti nella filiera di produzione (che, ovviamente, si riducono in caso di incremento dell’accisa, salva la possibilità, sempre loro concessa di aumentare il prezzo dei prodotti). Ciò comporta che i produttori di sigarette potrebbero avere interesse a ritardare quanto più possibile l’adozione del provvedimento per poter mantenere i precedenti margini di profitto senza essere costretti a operare variazioni in rialzo dei prezzi di vendita. Anche relativamente al processo inerente all’adozione delle determinazioni di variazione dei prezzi di vendita al pubblico delle sigarette, in conformità a quelli richiesti dai fab...
Analisi del rischio. Nei procedimenti in esame sono stati individuati i seguenti fattori di rischio: - funzionario responsabile del procedimento e/o responsabile dell’adozione del provvedimento finale in posizione di conflitto di interessi; - titolarità della fase istruttoria e decisoria del procedimento in capo al medesimo soggetto; - eccessiva confidenzialità tra funzionari addetti al procedimento e soggetti richiedenti, dovuta alla mancanza di rotazione del personale nelle funzioni e/o alla mancata osservanza del Codice di comportamento; - mancato rispetto dell’ordine cronologico nella trattazione delle istanze senza plausibile giustificazione; - mancato rispetto degli obblighi di trasparenza e di informazione nei confronti dell’utenza; - inesistenza di protocolli procedurali e ordini di servizio; - mancato/scarso utilizzo delle procedure informatiche, ove previste; - mancato rispetto dei protocolli di sicurezza informatica; - mancata tracciabilità dei controlli effettuati nella fase istruttoria del procedimento; - mancata effettuazione di attività audit sui processi; - affidamento di posizioni di responsabilità decisionale a funzionari già destinatari di provvedimenti disciplinari per fattispecie rilevanti ai sensi della l. 190/2012.
Analisi del rischio. I principali rischi che connotano i procedimenti in argomento corrispondono ad abusi - o altri comportamenti antigiuridici - volti a favorire l’interesse di alcuni soggetti rispetto ad altri. Giacché le procedure sono finalizzate a selezionare personale mediante la valutazione comparativa dei candidati, le fasi da presidiare risultano le seguenti: 1. definizione dei requisiti di partecipazione, dei titoli valutabili e dei criteri di valutazione[14]: laddove vengano individuati requisiti, titoli o criteri ulteriori rispetto a quelli già stabiliti dal legislatore, eventuali scelte arbitrarie adottate in tale fase potrebbero condizionare la discrezionalità tipica della fase decisionale e così incidere sull’esito delle procedure; 2. verifica dei requisiti per la partecipazione alla procedura e corretta valutazione dei titoli: oggettivamente non è elevato il rischio dell’accettazione di domande tardive[15], è importante presidiare in questa fase la verifica dei requisiti o dei titoli dichiarati; 3. composizione della commissione in relazione a potenziali profili di incompatibilità e conflitti di interesse dei componenti; 4. regolare svolgimento e valutazione delle prove d’esame (laddove previste) in regime di par condicio tra i
Analisi del rischio. Per quanto riguarda questa tipologia di procedimenti, la fase dell’istruttoria appare delicata in funzione dei rilevanti interessi economici sottesi al conseguimento del beneficio. Pur non sussistendo un’ampia discrezionalità nella valutazione dei presupposti legittimanti l’erogazione dell’abbuono e del rimborso, l’istruttoria potrebbe costituire un momento di valutazione esposto all’ingerenza di indebite pressioni da parte del privato che voglia conseguire un illecito riconoscimento. Il funzionario che effettua l’istruttoria deve valutare con attenzione l’autenticità e la veridicità delle operazioni poste in essere dal richiedente, le quali debbono essere tutte suffragate da idonea documentazione.
Analisi del rischio. Come già rappresentato, la completa automazione dei processi più rilevanti ascrivibili a tale tipologia di procedimenti assicura la piena tracciabilità delle operazioni svolte dal personale dipendente. Pertanto, il rischio di corruzione in tale ambito risulta efficacemente presidiato. Non può sottacersi, tuttavia, che il procedimento di rimborso/sgravio, comporta un nuovo accertamento che, seppur procedimentalizzato dalle norme del CDU, presenta comunque limitati ambiti di discrezionalità difficilmente comprimibili.
Analisi del rischio. L’offerta dovrà contenere un’analisi del rischio che identifichi le fonti di rischio del progetto e ne quantifichi l’impatto sui costi e i tempi di riferimento del progetto. L’analisi dovrà basarsi sui principi dello standard ECSS. Specifica attenzione è richiesta all’operatore economico nell’identificazione dei rischi tecnico-programmatici per la specificità della fonte di finanziamento ed il soddisfacimento delle relative Xxxxxxxxx & Xxxxxx.
Analisi del rischio. La gestione e la custodia delle sostanze stupefacenti oggetto di sequestro meritano una specifica attenzione, dato che la natura estremamente “sensibile” di tale tipologia di reperti richiede l’adozione di puntuali misure di prevenzione. Occorre, infatti, considerare che nel corso dei controlli sulle merci, svolti anche con l’ausilio delle sofisticate apparecchiature scanner di cui l’Agenzia dispone, possono essere rinvenuti ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti (ne è un esempio una recente operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria - Direzione distrettuale antimafia (DDA) che, all’esito di una complessa attività di indagine, il 5 novembre 2020 ha portato a individuare all’interno di un container proveniente dal Cile ben 932 chili di cocaina di qualità purissima divisa in 800 panetti che, sul mercato della droga, avrebbe potuto fruttare un introito di circa 186 milioni di euro).
Analisi del rischio. È possibile distinguere due tipologie di rischi connessi alle operazioni effettuate ai sensi dell’art. 38-quater d.P.R. 633/72: X. Xxxxxxx di frodi conseguenti ad immissioni in consumo di beni che avrebbero dovuto lasciare il territorio UE; B. Rischio di corruzione dei funzionari doganali al fine di ottenere l’indebita apposizione del visto. Occorre tenere ben distinte le due tipologie di rischio perché, paradossalmente, il livello del rischio di corruzione, in termini di probabilità può risultare inversamente proporzionale al rischio di frodi (cioè risultare più elevato laddove sia maggiore il presidio del rischio di frodi). L’ipotesi corruttiva ipotizzata e riscontrata è l’indebita apposizione del visto doganale su fatture per le quali non avrebbe dovuto essere rilasciato. Detto rischio era accentuato dall’estrema difficoltà di reperire a posteriori le fatture vistate che restavano nella sola disponibilità del cedente/cessionario/società di vat refund. Per questo motivo risultava assai complesso identificare il dipendente che aveva apposto il visto.
Analisi del rischio. La mancata, incompleta o errata registrazione sul “Mod. A4” di tutte le merci sequestrate/confiscate e abbandonate espone al rischio di indebite sottrazioni da parte dei dipendenti. L’attuale assenza di un registro informatizzato e i lunghi periodi di tempo di giacenza delle merci, costituiscono, senza dubbio, ulteriori fattori di rischio. Altre attività sensibili, potenzialmente suscettibili di comportamenti collusivi dei funzionari dell’Agenzia con soggetti terzi, sono rinvenibili nelle fasi conclusive del processo in oggetto, in occasione della vendita delle merci confiscate o abbandonate o della loro distruzione.
Analisi del rischio. Il livello di rischio è stato valutato tenendo conto dell’eventualità che l’evento rischioso possa realizzarsi (probabilità) e delle conseguenze che lo stesso produce sull’organizzazione (impatto).