Common use of Gestione del rischio Clause in Contracts

Gestione del rischio. Sono di seguito indicati gli adempimenti che dovranno essere osservati per contenere il rischio di illiceità nell’adozione di atti aventi natura decisoria. Ai fini della massima trasparenza dell’azione amministrativa e dell’accessibilità totale agli atti dell’Amministrazione, per le attività a più elevato rischio, i provvedimenti conclusivi dei procedimenti amministrativi riconducibili all’area di rischio in argomento devono essere assunti, di norma, in forma di determinazione o di deliberazione. L’assegnazione delle pratiche ai funzionari che provvederanno a curare l’istruttoria dovrà essere compiuta con ragionevole attenzione alle esigenze di diversificazione e condivisione. La responsabilità dell’adozione dell’atto finale dovrà essere ascrivibile a soggetto diverso rispetto a quello che ha curato l’istruttoria in modo da garantire che per ogni provvedimento siano coinvolti almeno due soggetti, l’istruttore proponente e il dirigente. I provvedimenti conclusivi devono riportare in narrativa la descrizione dell’iter logico, richiamando tutti gli atti prodotti - anche interni - che hanno determinato la decisione finale, supportata da adeguata motivazione. Quest’ultima deve indicare i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione in relazione alle risultanze dell'istruttoria. L’obbligo di motivazione diventa ancora più cogente in tutti i casi in cui è esercitata la potestà di autotutela, con particolare riguardo all’annullamento d’ufficio che presuppone a priori una compiuta verifica in ordine ai profili di illegittimità dell’atto adottato e richiede, in ogni caso, che siano compiutamente esternate le ragioni di interesse pubblico sottese all’adozione del provvedimento di annullamento.

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Gestione del rischio. Sono Al fine di seguito indicati gli adempimenti che dovranno essere osservati per contenere ridurre il livello di esposizione al rischio emerso dall’analisi dei due processi, sono state individuate alcune misure specifiche. Con riferimento al processo relativo alla determinazione annuale del prezzo medio ponderato delle sigarette e delle tabelle di illiceità nell’adozione ripartizione dei relativi prezzi di atti aventi natura decisoria. Ai fini della massima trasparenza dell’azione amministrativa e dell’accessibilità totale agli atti dell’Amministrazionevendita al pubblico, per le attività a più elevato rischio, i provvedimenti conclusivi dei procedimenti amministrativi riconducibili all’area ove il principale fattore di rischio in argomento devono essere assuntiè dovuto all’eccesso di discrezionalità nella scelta dei tempi di adozione dei provvedimenti direttoriali, si riterrebbe opportuna una modifica normativa all’attuale disposto dell’art. 39 quinquies che consente l’adozione del provvedimento “entro il primo marzo” di normaciascuna annualità, in forma di determinazione o di deliberazione. L’assegnazione delle pratiche ai funzionari che provvederanno a curare l’istruttoria dovrà essere compiuta con ragionevole attenzione alle esigenze di diversificazione e condivisioneindividuando ex lege una data fissa dalla quale far decorrere l’efficacia del provvedimento. La responsabilità dell’adozione dell’atto finale dovrà essere ascrivibile a soggetto diverso rispetto a quello che ha curato l’istruttoria misura specifica per il contenimento del rischio consiste nell’obbligo di adottare il provvedimento direttoriale in questione non appena in possesso dei dati consolidati relativi alle vendite di sigarette registrate nel precedente anno solare (possibilmente entro i primi quindici giorni del mese di gennaio, in modo da consentire al provvedimento di divenire efficace il giorno 16 gennaio di ciascun anno) 33. La suddetta misura risulta, peraltro, funzionale a garantire che maggiori entrate erariali. Con riferimento al processo inerente all’adozione delle determinazioni di variazione dei prezzi di vendita al pubblico delle sigarette, in conformità a quelli richiesti dai fabbricanti e dagli importatori, la formulazione della norma appare, per ogni provvedimento siano coinvolti almeno due soggettialcuni aspetti, l’istruttore proponente lacunosa. Non si comprende, infatti, se l’Agenzia abbia o meno la facoltà di effettuare una propria valutazione in merito all’accoglimento delle richieste avanzate dagli operatori 34, né è disciplinata una periodicità per la presentazione delle numerose istanze che, nella prassi corrente, sono presentate durante l’intero arco dell’anno. In relazione al suddetto processo, l’Agenzia si è recentemente dotata di una propria regolamentazione per disciplinare in forma omogenea i procedimenti relativi a tali variazioni. In particolare tale regolamentazione definisce, salvo casi eccezionali, una periodicità interna delle trattazioni delle istanze pervenute, nonché specifica, in misura coerente alle richieste, le modalità e il dirigentela documentazione aggiuntiva da presentare in allegato alle istanze. I provvedimenti conclusivi devono riportare in narrativa la descrizione dell’iter logicoIn relazione poi alla regolazione dei rapporti con gli stakeholder, richiamando tutti gli atti prodotti - anche interni - che hanno determinato la decisione finale, supportata da adeguata motivazionesono inoltre organizzati periodici incontri (c.d. Quest’ultima deve indicare i presupposti “open hearing”) aperti alla partecipazione di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione in relazione alle risultanze dell'istruttoria. L’obbligo di motivazione diventa ancora più cogente in tutti i casi in cui è esercitata la potestà soggetti interessati, per garantire modalità di autotutela, dialogo trasparenti e imparziali con particolare riguardo all’annullamento d’ufficio che presuppone a priori una compiuta verifica in ordine ai profili gli operatori del settore. Il prospetto sottostante riepiloga le misure previste e i relativi tempi di illegittimità dell’atto adottato e richiede, in ogni caso, che siano compiutamente esternate le ragioni di interesse pubblico sottese all’adozione del provvedimento di annullamentoattuazione.

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Gestione del rischio. Sono Come anticipato, la mancata o irregolare registrazione sul “Mod. A4” di seguito indicati tutte le merci sequestrate, confiscate e abbandonate può facilitare la distrazione di beni dal circuito di gestione degli stessi. Al fine di contenere il suddetto rischio, gli adempimenti che dovranno essere osservati uffici interessati sono stati richiamati al corretto utilizzo del citato Registro e le direzioni territoriali sono state invitate a verificarne periodicamente la corretta tenuta e compilazione. In funzione di tali verifiche, a livello centrale sono in corso di predisposizione apposite check list .[22] È inoltre attualmente allo studio la realizzazione di un sistema informatico di registrazione dei beni, in sostituzione del Registro cartaceo “Mod. A4”, integrato nel sistema informativo AIDA. L’istituzione di un registro informatizzato del Mod. A4, rappresenta una misura utile anche al contrasto del rischio corruttivo, garantendo la tracciabilità di tutte le fasi della procedura. L’applicativo informatico potrebbe consentire anche l’inserimento di immagini dei beni sequestrati e di copia dei relativi verbali di sequestro. Quest’ultima misura [22] Una prima check-list, già adottata, riguarda i controlli da svolgere sulla corretta tenuta e compilazione del Registro Mod. A 3. bis nel quale sono annotate le merci lasciate in temporanea custodia alla dogana. sarebbe utile per prevenire, ad esempio, la sottrazione dei beni sequestrati o la loro sostituzione con altri di minor valore. Inoltre, l’informatizzazione del registro garantirebbe la disponibilità in tempo reale di tutta la documentazione prodotta nelle varie fasi istruttorie, nonché l’individuazione dei dipendenti responsabili delle fasi stesse. È allo studio anche una razionalizzazione della rete dei depositi disponibili, valutando l’opportunità di organizzarne uno per area geografica o per direzione territoriale. Ciò consentirebbe di contenere il rischio grazie alla realizzazione di illiceità nell’adozione strutture idonee sia dal punto di atti aventi natura decisoria. Ai fini vista logistico, sia sotto l’aspetto delle misure di sicurezza.[23] Per quanto riguarda l’ulteriore fattore di rischio, dato dai lunghi periodi di tempo di giacenza delle merci sequestrate, confiscate e abbandonate, sono allo studio soluzioni finalizzate a rendere maggiormente celeri e snelle le procedure per la definizione dei procedimenti attraverso proposte di semplificazioni normative (sul modello di altri Stati membri dell’UE) o attraverso accordi con l’Amministrazione della massima trasparenza dell’azione amministrativa Giustizia per disciplinare tempi e dell’accessibilità totale agli atti dell’Amministrazionemodalità di gestione dei sequestri, anche facendo ricorso, ove possibile, alla conservazione di campioni di merce per le attività a più elevato rischio, i provvedimenti conclusivi dei procedimenti amministrativi riconducibili all’area di rischio in argomento devono essere assunti, di norma, in forma di determinazione o di deliberazione. L’assegnazione delle pratiche ai funzionari che provvederanno a curare l’istruttoria dovrà essere compiuta con ragionevole attenzione alle esigenze di diversificazione e condivisione. La responsabilità dell’adozione dell’atto finale dovrà essere ascrivibile a soggetto diverso rispetto a quello che ha curato l’istruttoria in modo da garantire che per ogni provvedimento siano coinvolti almeno due soggetti, l’istruttore proponente e il dirigente. I provvedimenti conclusivi devono riportare in narrativa la descrizione dell’iter logico, richiamando tutti gli atti prodotti - anche interni - che hanno determinato la decisione finale, supportata da adeguata motivazione. Quest’ultima deve indicare i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione in relazione alle risultanze dell'istruttoriafinalità processuali. L’obbligo di motivazione diventa ancora più cogente in In tutti i casi in cui è esercitata la potestà di autotutelaciò sia possibile, i reperti, e in special modo quelli “sensibili”,[24] devono essere: • confezionati utilizzando buste, cartoni o essere avvolti, ove necessario o quando obbligatorio, con particolare riguardo all’annullamento d’ufficio carta da imballo; • assicurati mediante apposizione di “sigilli” che presuppone identifichino sempre l’ufficio che provvede al sequestro (esempio: timbri a priori una compiuta impronta metallica su ceralacca, piombi doganali su cui apporre l’impronta della pinza dell’ufficio, sigilli numerati mono-uso). Sul reperto confezionato e sigillato devono essere apposte le firme dei verbalizzanti e del verbalizzato (se presente al sequestro). Per le modalità di redazione del verbale di sequestro in ambito penale, si richiamano le disposizioni dell’articolo 81 delle norme di attuazione del codice di procedura penale (d.lgs. n. 271/1989).[25] Si rammenta, inoltre, che, a norma del successivo articolo 82 delle medesime norme di attuazione, le cose sequestrate non possono essere rimosse dal luogo in cui sono custodite, se non nei casi consentiti dalla legge e che, qualora i sigilli appaiono rotti o alterati, è necessario procedere alla verifica delle cose sequestrate. In caso di verifica e in ordine ai profili tutti i casi di illegittimità dell’atto adottato rimozione e richiederiapposizione di sigilli deve essere redatto specifico verbale. Relativamente alla fase conclusiva del processo (alienazione o distruzione delle merci) è necessario che le procedure di gara ad evidenza pubblica, finalizzate alla vendita dei beni, siano adeguatamente pubblicizzate per consentire la più ampia partecipazione. Nel caso in ogni casocui venga disposta la distruzione delle merci, deve essere redatto apposito verbale delle operazioni compiute (da trasmettere all’Autorità che la ha disposta), riportando le modalità adottate per lo smaltimento dei [23] Cfr. decreto direttoriale 31 maggio 2000 (“Caratteristiche tecniche dei depositi fiscali di tabacchi lavorati”). Sotto il profilo dell’impegno economico occorre valutare anche i costi da sostenere per il trasferimento delle merci dal luogo del sequestro. - Stupefacenti; - Armi; - Valuta (compresi i titoli al portatore); - Oggetti di valore: minuterie in oro e metalli preziosi, pietre preziose e semi preziose, orologi, oggetti di antiquariato, ecc. [25] Articolo 81 (Redazione del verbale di sequestro) 1. Il verbale di sequestro contiene l'elenco delle cose sequestrate, la descrizione delle cautele adottate per assicurarle e l'indicazione della specie e del numero dei sigilli apposti. 2. Le carte sono numerate e sottoscritte singolarmente da chi procede al sequestro. Se ciò non è possibile, esse sono rinchiuse in uno o più pacchi sigillati, numerati e timbrati. 3. Il verbale indica anche il luogo della custodia. Il provvedimento previsto dall'articolo 259 comma 1 secondo periodo del codice può essere adottato, quando ne ricorrono le condizioni, anche da chi ha provveduto al sequestro. Quando è nominato un custode, questi dichiara di assumere gli obblighi di legge e sottoscrive il verbale. L'inosservanza di queste formalità non esime il custode, che siano compiutamente esternate le ragioni di interesse pubblico sottese all’adozione abbia assunto l'ufficio, dall'adempimento dei suoi doveri e dalla relativa responsabilità disciplinare e penale. 4. Xxxxx cose sequestrate ovvero sui pacchi in cui esse sono rinchiuse è apposta l'indicazione del provvedimento di annullamentoprocedimento al quale si riferiscono.

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Gestione del rischio. Sono di seguito indicati gli adempimenti che dovranno essere osservati per contenere il rischio di illiceità nell’adozione di atti aventi natura decisoria. Ai fini della massima trasparenza dell’azione amministrativa e dell’accessibilità totale agli atti dell’Amministrazionedell’amministrazione, per le attività a più elevato rischio, i provvedimenti conclusivi dei procedimenti amministrativi riconducibili all’area di rischio in argomento devono essere assunti, di norma, in forma di determinazione o di deliberazione. L’assegnazione delle pratiche ai funzionari che provvederanno a curare l’istruttoria dovrà essere compiuta con ragionevole attenzione alle esigenze di diversificazione e condivisione. La responsabilità dell’adozione dell’atto finale dovrà essere ascrivibile a soggetto diverso rispetto a quello che ha curato l’istruttoria in modo da garantire che per ogni provvedimento siano coinvolti almeno due soggetti, l’istruttore proponente e il dirigente. I provvedimenti conclusivi devono riportare in narrativa la descrizione dell’iter logico, richiamando tutti gli atti prodotti - anche interni - che hanno determinato la decisione finale, supportata da adeguata motivazione. Quest’ultima deve indicare i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione in relazione alle risultanze dell'istruttoria. L’obbligo di motivazione diventa ancora più cogente in tutti i casi in cui è esercitata la potestà di autotutela, con particolare riguardo all’annullamento d’ufficio che presuppone a priori una compiuta verifica in ordine ai profili di illegittimità dell’atto adottato e richiede, in ogni caso, che siano compiutamente esternate le ragioni di interesse pubblico sottese all’adozione del provvedimento di annullamento.. Unità organizzativa responsabile: DIREZIONE REGIONALE / INTERREGIONALE / INTERPROVINCIALE

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Gestione del rischio. Sono Come già rappresentato, per ciò che riguarda le strutture territoriali dell’Agenzia (Area Dogane), le aree ‘core business’ dei controlli e delle verifiche in materia doganale e di accise esprimono il più alto valore di rischio. In ragione delle considerazioni espresse, e in conformità alle prescrizioni contenute nel PNA, tutti i procedimenti contemplati in tali aree debbono pertanto essere considerati a elevato rischio ai fini e per gli effetti previsti dalla normativa e dagli atti di indirizzo. Nei confronti dei procedimenti ricondotti in tale aree saranno pertanto adottate tutte le misure di seguito indicati descritte, nonché quelle indicate nelle tabelle che seguono. Nelle more del completamento della mappatura da parte di tutti gli adempimenti Uffici dell’Agenzia9, tali misure, in quanto compatibili, devono essere estese anche alle verifiche di cassa. Di particolare importanza risulta il ruolo di coordinamento che dovranno essere osservati per contenere sono chiamate a svolgere le Direzioni centrali al fine di uniformare le prassi operative sul territorio. Oltre al richiamo espresso al contenuto delle prescrizioni, tuttora in vigore, impartite dall’ex Direzione centrale accertamenti e controlli nelle già citate Linee guida di cui al Prot. n. 50325/RU del 24 aprile 2013 (cfr. paragrafo precedente) e alla già citata circolare n. 74D/2003, anche in tale ambito si ritiene opportuno estendere il rischio controllo (mediante verifiche a campione effettuate attraverso controlli incrociati con le banche dati disponibili) sugli eventuali rapporti tra funzionari incaricati delle verifiche e i soggetti controllati. Considerato che l’attività di illiceità nell’adozione di atti aventi natura decisoriacontrollo è spesso connessa a rilevanti vantaggi economici, si ritiene opportuno estendere l’incompatibilità prevista dall’art. Ai fini 35 bis del d.lgs. n. 165/2001 anche agli ambiti in esame. In considerazione della massima trasparenza dell’azione amministrativa e dell’accessibilità totale agli atti dell’Amministrazione, per circostanza che le attività a più elevato di verifica, ispezione e di vigilanza presentano un’elevata esposizione al rischio, i provvedimenti conclusivi si raccomanda una rotazione dei procedimenti amministrativi riconducibili all’area di rischio in argomento devono essere assuntifunzionari assegnati ai servizi controlli, di norma, in forma di determinazione o di deliberazioneanche all’interno della stessa sub-articolazione. L’assegnazione delle pratiche ai funzionari che provvederanno a curare l’istruttoria dovrà essere compiuta con ragionevole attenzione alle esigenze di diversificazione e condivisione. La responsabilità dell’adozione dell’atto finale dovrà essere ascrivibile a soggetto diverso rispetto a quello che ha curato l’istruttoria in modo da garantire che per ogni provvedimento siano coinvolti almeno due soggetti, l’istruttore proponente e il dirigente. I provvedimenti conclusivi devono riportare in narrativa la descrizione dell’iter logico, richiamando tutti gli atti prodotti - anche interni - che hanno determinato la decisione finale, supportata da adeguata motivazione. Quest’ultima deve indicare i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione in relazione alle risultanze dell'istruttoria. L’obbligo di motivazione diventa ancora più cogente in tutti i casi in cui è esercitata la potestà di autotutela, con particolare riguardo all’annullamento d’ufficio che presuppone a priori una compiuta verifica in ordine ai profili di illegittimità dell’atto adottato e richiede, in In ogni caso, che le predette attività dovranno essere assegnate ad almeno due funzionari abbinati secondo rotazione casuale. Nel caso in cui siano compiutamente esternate le ragioni presenti Uffici finanziari di interesse pubblico sottese all’adozione fabbrica presso alcuni opifici è necessario: - prevedere misure di rotazione nel caso in cui non vi sia personale stabilmente adibito a tale servizio; - provvedere all’integrazione del provvedimento nucleo di annullamentoverifica con funzionari appartenenti ad altra struttura quando vi sia personale stabilmente adibito a tale servizio. Si suggerisce, inoltre, ai Referenti di valutare l’opportunità di disporre a sorpresa, avvalendosi di personale dell’Area competente per funzione, affiancamenti del personale impegnato nelle verifiche.

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