Modalità di campionamento. La corrispondenza dei risultati analitici con la reale composizione chimico-fisica del terreno dipende da un corretto campionamento. Il primo requisito di un campione di terreno è senz’altro la sua omogeneità: generalmente si consiglia di effettuare un campionamento di terreno per un appezzamento di superficie pari a un ettaro, criterio che può essere esteso (o ridotto) a seconda che si abbiano o meno caratteristiche omogenee nel suolo e nell’ordinamento colturale. Di conseguenza in caso di differenti Unità di Paesaggio Agrario (UPA) cioè porzioni aziendali riconoscibili e tra loro differenti per caratteristiche fisiche (tessitura, morfologia, colore e struttura) o per pratiche colturali (irrigazione, lavorazioni profonde, spandimento reflui, drenaggio) il numero di campioni da sottoporre ad analisi andrebbe aumentato, con l’obbligo di effettuarne comunque almeno uno per ogni ordinamento colturale presente in azienda. L’azienda può derogare all’obbligo dell’analisi solo per i terreni che nel quinquennio non ricevano alcuna fertilizzazione (organica o di sintesi). Costituiscono “ordinamenti colturali” diversi le seguenti situazioni: - colture orticole in coltura protetta (serre) - colture frutticole - seminativi, colture orticole e colture erbacee permanenti - riso in monosuccessione - vite Nel caso in cui nel quinquennio di impegno vi sia un cambio di ordinamento colturale su di un appezzamento, rimangono valide le analisi effettuate sull’ordinamento preesistente fino allo scadere dei 5 anni dell’analisi stessa (es. nel caso di espianto di un kiwi seguito da 2 anni a orzo, non è necessario eseguire l’analisi riferita all’ordinamento seminativi per l’appezzamento oggetto del cambio colturale) Solo per aziende aderenti all’operazione “Produzione Integrata” - PSR: Per le aziende miste, obbligate ad aderire per l’intera superficie aziendale, è possibile derogare alla necessità dell’analisi per superfici inferiori a 3 ha per i seminativi, le orticole estensive ed i prati e 0,5 ha per le altre tipologie di colture. Si consiglia di delineare eventuali ripartizioni delle UPA individuabili all’interno della superficie aziendale utilizzando come supporto copie dei fogli di mappa catastali o della Carta Tecnica Regionale (CTR) alla scala 1:10.000. Per quanto attiene la delimitazione delle Unità di suolo (pedologiche) si rimanda alle carte IPLA in scala 1:50.000 disponibili sul sito regionale all’indirizzo: xxxx://xxx.xxxxxxx.xxxxxxxx.xx/xxxx/xxxx_xxxxxxx_xxxxxxxxxxx/xxxxx/xxxxx0_00/xxxxx_xxxxx.xxx Al fine di ottenere un campione rappresentativo, il prelevamento deve essere eseguito, per le colture erbacee, come segue: − ·procedendo nell’appezzamento lungo le diagonali o in maniera casuale, si devono individuare, a seconda dell’estensione, fino a 20 punti di prelievo; − ·nei punti segnati, dopo aver asportato e allontanato i primi 5 cm in profondità al fine di eliminare la cotica erbosa e gli eventuali detriti superficiali presenti, si effettua il prelievo fino ad una profondità di circa 30 cm; − ·si sminuzza e mescola accuratamente la terra proveniente dai prelievi eseguiti e, dopo aver rimosso ed allontanato pietre e materie organiche (radici, stoppie, sovesci, ecc.), si prende dal miscuglio circa 1 kg di terra da portare al laboratorio di analisi. Nel caso di terreni adibiti a colture arboree è consigliabile prelevare separatamente un campione di “soprassuolo” (topsoil) e uno di “sottosuolo” (subsoil). Il soprassuolo si preleva secondo le norme già descritte per le colture erbacee (cioè fino a circa 30 cm); il sottosuolo si preleva scendendo fino a circa 60 cm di profondità. Nel caso di terreni destinati all’impianto di nuove colture arboree è consigliabile effettuare l’analisi alle due profondità, a meno che non venga effettuato lo scasso. In questo caso si preleverà un unico campione scendendo fino a circa 60 cm di profondità. I campioni di terreno prelevati devono: − essere posti in sacchetti impermeabili mai usati; − essere muniti di etichetta di identificazione posta all’esterno dell’involucro, con l’indicazione, per le colture arboree, se si tratta di campioni da 0 a 30 cm, da 30 a 60 cm o da 0 a 60 cm di profondità.
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Modalità di campionamento. La corrispondenza Al fine di uniformare il procedimento di campionamento, indipendentemente dal diverso stato fisico dei risultati analitici con rifiuti e dalla loro giacitura, la reale composizione chimico-fisica del terreno dipende da un corretto campionamentocampionatura deve essere eseguita secondo quanto previsto dalla norma UNI 10802 relativa al campionamento manuale, alla preparazione ed analisi degli eluati relativi a rifiuti solidi, rifiuti liquidi, granulari, pastosi e fanghi. Il primo requisito di un campione di terreno è senz’altro la sua omogeneità: generalmente si consiglia di effettuare un campionamento di terreno per un appezzamento di superficie pari a un ettaro, criterio che può essere esteso (o ridotto) a seconda che si abbiano o meno caratteristiche omogenee nel suolo e nell’ordinamento colturale. Di conseguenza in caso di differenti Unità di Paesaggio Agrario (UPA) cioè porzioni aziendali riconoscibili e tra loro differenti per caratteristiche fisiche (tessitura, morfologia, colore e struttura) o per pratiche colturali (irrigazione, lavorazioni profonde, spandimento reflui, drenaggio) il numero di campioni da sottoporre ad analisi andrebbe aumentato, con l’obbligo di effettuarne comunque almeno uno per ogni ordinamento colturale presente in azienda. L’azienda può derogare all’obbligo dell’analisi solo per i terreni che nel quinquennio non ricevano alcuna fertilizzazione (organica o di sintesi). Costituiscono “ordinamenti colturali” diversi le seguenti situazioni: - colture orticole in coltura protetta (serre) - colture frutticole - seminativi, colture orticole e colture erbacee permanenti - riso in monosuccessione - vite Nel caso in cui nel quinquennio di impegno vi sia un cambio di ordinamento colturale su di un appezzamento, rimangono valide le analisi effettuate sull’ordinamento preesistente fino allo scadere dei 5 anni dell’analisi stessa (es. nel caso di espianto di un kiwi seguito da 2 anni a orzo, non è necessario eseguire l’analisi riferita all’ordinamento seminativi per l’appezzamento oggetto del cambio colturale) Solo per aziende aderenti all’operazione “Produzione Integrata” - PSR: Per le aziende miste, obbligate ad aderire per l’intera superficie aziendale, è possibile derogare alla necessità dell’analisi per superfici inferiori a 3 ha per i seminativi, le orticole estensive ed i prati e 0,5 ha per le altre tipologie di colture. Si consiglia di delineare eventuali ripartizioni delle UPA individuabili all’interno della superficie aziendale utilizzando come supporto copie dei fogli di mappa catastali o della Carta Tecnica Regionale (CTR) alla scala 1:10.000. Per quanto attiene la delimitazione delle Unità di suolo (pedologiche) si rimanda alle carte IPLA in scala 1:50.000 disponibili sul sito regionale all’indirizzo: xxxx://xxx.xxxxxxx.xxxxxxxx.xx/xxxx/xxxx_xxxxxxx_xxxxxxxxxxx/xxxxx/xxxxx0_00/xxxxx_xxxxx.xxx Al fine di ottenere il campione primario, i singoli incrementi devono essere miscelati accuratamente, così da ottenere una massa omogenea nelle sue caratteristiche. La miscelazione di solidi può essere effettuata: sopra un telo posizionando il materiale in cumulo e rivoltandolo ripetutamente con una paletta; o all’interno di un sacco, imprimendo opportuni movimenti dall’esterno tali da miscelare il materiale. La miscelazione di liquidi può invece essere ottenuta con l’impiego di adeguati contenitori e attrezzature per mescolare. Qualora il rifiuto sia in volumi tali da dover subire una riduzione volumetrica si procede con il metodo della quartatura fino al raggiungimento del volume necessario per effettuare un campione rappresentativo, il prelevamento deve essere eseguito, per le colture erbacee, come segue: − ·procedendo nell’appezzamento lungo le diagonali o in maniera casuale, si devono individuare, a seconda dell’estensione, fino a 20 punti di prelievo; − ·nei punti segnati, dopo aver asportato e allontanato i primi 5 cm in profondità al fine di eliminare la cotica erbosa e gli eventuali detriti superficiali presenti, si effettua il prelievo fino ad una profondità di circa 30 cm; − ·si sminuzza e mescola accuratamente la terra proveniente dai prelievi eseguiti e, dopo aver rimosso ed allontanato pietre e materie organiche (radici, stoppie, sovesci, ecc.), si prende dal miscuglio circa 1 kg di terra da portare al laboratorio di analisiprimario. Nel caso di terreni adibiti a colture arboree è consigliabile prelevare separatamente un La quantità del campione di “soprassuolo” (topsoil) rifiuto da prelevare e uno da avviare all’analisi di “sottosuolo” (subsoil)laboratorio dovrà essere congrua e determinata in funzione dei parametri da ricercare. Il soprassuolo si preleva secondo le norme già descritte per le colture erbacee (cioè fino a circa 30 cm); il sottosuolo si preleva scendendo fino a circa 60 cm campionamento dovrà essere eseguito da personale qualificato utilizzando attrezzature e procedure di profondità. Nel caso di terreni destinati all’impianto di nuove colture arboree è consigliabile effettuare l’analisi alle due profondità, a meno che non venga effettuato lo scasso. In questo caso si preleverà un unico campione scendendo fino a circa 60 cm di profonditàsicurezza adeguate al rifiuto da campionare. I campioni di terreno prelevati devono: − laboratorio saranno sottoposti ad analisi per appurarne gli eventuali superamenti dei valori di concentrazione accettabili. Le concentrazioni limite di riferimento saranno le concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) riportate nel D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.. Sarà dunque necessario mantenere inalterate le caratteristiche del campione alloggiandolo in apposito contenitore inerte immediatamente dopo la sua estrazione. I campioni formati devono essere posti fotografati e ispezionati visivamente da personale specializzato. In ogni foto deve comparire una targa identificativa del campione, comprendente il codice della stazione e la data di prelievo. Per ogni campione dovrà essere fornita una descrizione che riporti eventuali evidenze visive e/o olfattive di inquinamento. I campioni rimaneggiati e omogeneizzati dovranno essere con l’ausilio di palette o spatole, sigillati in sacchetti impermeabili mai usati; − essere muniti di etichetta di identificazione posta all’esterno dell’involucro, con l’indicazionein polietilene inerte ad alta resistenza o in barattoli in HDPE o teflon a tenuta stagna, per le colture arboreeconsentirne la conservazione e la misura del tenore di umidità; in tale fase dovrà essere data precedenza alla formazione delle aliquote relative alla determinazione dei parametri volatili (idrocarburi leggeri, se si tratta BTEX). Tali aliquote dovranno essere inserite in appositi vials prepesati, chiusi ermeticamente con tappi dotati di campioni setti in PTFE. In sintesi, nella formazione delle aliquote da 0 a 30 cm, da 30 a 60 cm o da 0 a 60 cm inviare ad analisi di profondità.laboratorio dovranno essere adottati i seguenti accorgimenti:
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