Vegetazione Clausole campione

Vegetazione. Nel caso di inserimenti di elementi antropici con soppressione di parti di territorio a copertura vegetale, risulta prioritaria e preliminare la verifica progettuale delle occupazioni delle cenosi, da quelle a maggior pregio a quelle di scarso valore, a cui far seguire le scelte di minor impatto e l'eventuale “compensazione vegetale” mediante la riproposizione, ove le condizioni ambientali lo consentano, delle medesime cenosi soppresse. In questa ottica la presenza di aree degradate o soggette ad una evoluzione condizionata da mancati interventi sul sistema infeudato consente il recupero degli spazi territoriali necessari al ripristino della biodiversità primigenia. Per quanto riguarda gli aspetti vegetazionali, è indubbio che sul versante a sud del comprensorio vi sarà una perdita irreversibile di una quota di aree boscate e prative dovuta alla nuova edificazione ed al passaggio della nuova arteria stradale, compresa anche l'area del futuro svincolo: tali riduzioni saranno compensate in maniera diretta ed indiretta: • in maniera diretta, con: - la creazione di un nuovo impianto boschivo nel settore interessato dalla nuova viabilità interna, in continuità con la zona boscata adiacente già esistente, attraverso la trasformazione dell’area attualmente a robinieto; - il miglioramento forestale del bosco esistente, laddove questo sia eventualmente oggetto di progressivo incespugliamento ad opera di arbusti; - la creazione di una fascia boscata lungo la via del Botro, con funzione di filtro e mascheramento dei nuovi edifici e della viabilità di pertinenza; - la sistemazione a verde delle pertinenze scoperte degli edifici ospedalieri attuali e futuri, in cui la presenza di una vegetazione di complemento estetico alle volumetrie edilizie può determinare una mitigazione degli ambiti costruiti, soprattutto se le singole aree ricoperte nel soprassuolo risultano coordinate e complementari rispetto al sistema dei transiti pedonali e viari; - l'utilizzo di tecniche di ingegneria naturalistica nella stabilizzazione dei versanti interessati dalla nuova viabilità di accesso al parcheggio sotterraneo. • In maniera indiretta: con la proposta di realizzazione del Parco di Montebello, a valenza naturalistica, precedentemente già descritto nei suoi aspetti attuali e progettuali.
Vegetazione. B 2.1.3 Materiali ed arredo B 2.2 Edifici e programma planivolumetrico B 2.2.1 Cassa e passerella „Giardino dei Signori – pomarium“ B 2.2.2 Centro visitatori e manifestazioni con caffetteria
Vegetazione. Il compito richiede una progettazione sensibile per la piantumazione. Nel frutteto stesso debbono essere previsti piante fruttifere; la scelta e la sistemazione delle specie e delle varietà rientra tra i compiti progettuali del concorso ed è un principio sostanziale di realizzazione del progetto. Deve venire considerata una gamma di specie e sorti locali o storiche, tenendo presenti le condi- zioni climatiche locali. L’esistente è stato rilevato, documentato in merito della misurazione e laddove possibile, specificato ( docu- mento D 15) dall’Associazione „Sortengarten Südtirol” Risultato della perizia: • Tranne alcune eccezioni, l’esistente non è meritevole di essere conservato • Varietà interessanti possono essere riprodotte nel modo vegetativo e quindi venir garantite, anche se l’esemplare non può essere elemento costituente l’assetto. • Singoli esemplari e gruppi dovrebbero venir conser- vati individualmente per via dell’aspetto estetico • L’albicocco (N. 16) ed il grande ciliegio (N. 17) sono stati classificati come meritevoli di essere conservati. A ciò si aggiunge il cedro vicino alla casina estiva (Stöcklgebäude), che nel PUC è iscritto come monu- mento naturale. I partecipanti al concorso debbono tenere presente che la piantagione di meli esistente nel frutteto e nell’area a sud verrà abbattuta e, se necessario, si dovrà provvedere a sostituire il terreno. L’impianto esistente è bensì una testimonianza della colti- vazione moderna di meli, però dal punto di vista della tutela monumentale non è meritevole di conservare. Piccole parti potrebbero essere conservate ancora per ulteriori anni a testimonianza della frutticoltura inten- siva altoatesina – casomai in una prima fase. Singoli filari dovrebbero essere rette con sostegni adeguati contro la caduta causata dal vento –come “documentazione museale“ sarebbe tipica la conservazione di blocchi. In generale deve venire applicata una forma di coltiva- zione ecologica con aspetti biodinamici, aventi funzione modello. L’immagine della vegetazione di un classico frutteto è, se si prescinde da impianti moderni che si basano su una coltura intensiva, caratterizzato a due livelli: lo strato della chioma degli alberi da frutta e lo strato del prato, composto da graminacee, erbe aromatiche e perenni. Un prato necessita di un sito ampio rispettivamente delle chiome arboree rade per xxx xxxxx xxxxxxxx xxxxx xxxxxx. La composizione dello strato erboso deve essere sondato, tenendo presente che vi sono dei picchi s...

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  • XXXXXXXXXX, Xx frontiere mobili della responsabilità civile, in Riv. crit. dir. priv., 1988, p. 577), osserva che l’unico modo di dare alla fattispecie forma giuridica è di «iscriverla nel cerchio del rapporto obbligatorio», giacché il comportamento del terzo complice diviene rilevante unicamente in concorso con quello del debitore e comunque mai senza che il debitore non adempia. La natura della responsabilità sarebbe contrattuale e rilevante la sola «intenzione prava di nuocere del terzo» stante l’art. 2644 che denota in modo equivoco l’assenza di rilievo del comportamento del terzo che trascrive. La tesi è suggestiva ma una responsabilità contrattuale per un soggetto estraneo al rapporto può suscitare perplessità; la giurisprudenza segue costantemente una tesi diversa. X. Xxxx., 00 agosto 1990, n. 8403, cit., e Cass., 9 gennaio 1997, n. 99, cit., p. 392. Il terzo che coopera all’inadem- pimento illecito, dove la misura della responsabilità non è data dalla culpa in diligentia sancita dall’art. 2043, bensì dalla mala fede» 74 . Resta da precisare come la valutazione di buona o mala fede possa essere utilmente richiamata nel nostro caso. La sola presenza del «fatto contrattuale» non è in grado di discriminare fra un semplice pregiudizio irrilevante e il danno ingiusto che il contraente risente per il contegno di un terzo. Il problema va allora risolto nell’ambito, più vasto, dell’operazione ove il fatto è ricompreso. Nella valutazione delle interferenze e dei limiti alla condotta che si verificano per la presenza di un contratto, quest’ultimo non è altro che una situazione-presupposto per il sorgere di nuove ed eventuali conseguenze giuridiche; per la cui realizzazione entrano in gioco altre norme che assumono come elementi di fatto, appunto, la fattispecie ed i contegni che in concreto determinano il verificarsi delle interferenze. Basta qui osservare che la rilevanza del contratto nei confronti dei terzi è caratterizzata da tre elementi: il titolo, i comportamenti, che nel quadro più ampio dell’operazione giuridica sono riferibili alla sua fase di formazione e di esecuzione, e la norma che attribuisce ad essi delle conseguenze in ordine ai criteri di regolarità dell’azione. Dal confronto fra questi elementi di fatto ed il criterio formale sarà possibile precisare i limiti che gravano sui terzi per la presenza di un atto di autonomia privata. È principio recepito da tempo, nella giurisprudenza teorica e pratica, che i terzi non possono interferire illecitamente nelle posizioni costituitesi in testa ai contraenti per effetto del contratto 75 . Ciò significa che il terzo, a conoscenza di un contratto, si comporta non iure se coopera all’inadempimento e viola così la situazione da esso sorta. Il ricorso alla mala fede è in grado di selezionare un illecito che si caratterizza proprio per l’esistenza di un fatto, il contratto concluso fra altri, e dei contegni che intorno ad esso si svolgono, tutti soggetti alla 74 V. L. XXXXXXX, Sulla natura della responsabilità contrattuale, in Riv. dir. comm., 1956, II, p. 360.

  • Conclusione Alla luce del quadro normativo e giurisprudenziale brevemente illustrato si può affermare che sembra ormai trovare riconoscimento nel nostro ordinamento giuridico – accanto ad un’esigenza di tutela del debitore, quale soggetto debole del rapporto, da indebite pressioni psicologiche del creditore che possono tradursi in un ingiustificato arricchimento del creditore ai danni del debitore – un’esigenza, altrettanto meritevole di tutela, di facilitare la concessione del credito e di consentire una rapida ed efficiente soddisfazione del creditore, a condizione che vengano previsti accorgimenti giuridici che garantiscano un’equa soddisfazione del creditore e la restituzione al debitore dell’eccedenza di valore del bene che funge da garanzia dell’operazione di finanziamento. Ciò che il divieto di patto commissorio vuole evitare è che la situazione di temporanea difficoltà economica in cui si trova il debitore porti ad abusi del creditore che tenti di lucrare sulla differenza di valore tra il credito e la garanzia offerta dal debitore. La disciplina del patto commissorio ha alla base una presunzione di sproporzione tra il credito e il valore del bene che acquisirebbe il creditore in caso di inadempimento77. L’autonomia privata, nella predisposizione del regolamento contrattuale, deve farsi carico di prevedere meccanismi tecnici che valgano a superare l’accennata presunzione di sproporzione tra il valore del credito e quello del bene dato in garanzia. La prospettata impostazione è altresì conforme al canone di autoresponsabilità gravante sul soggetto che liberamente decide di immettersi nel traffico giuridico: non pare ragionevole né corretto attribuire al debitore, dopo avere concluso un contratto non squilibrato né viziato, re melius perpensa, invocare la nullità ex art. 2744 c.c. per liberarsi dalla garanzia convenzionale assunta, nonostante la sua inidoneità a tradursi in un sacrificio patrimoniale ingiusto, in contrasto con i principi della buona fede e della correttezza78 che animano la materia delle obbligazioni e quella del contratto79. 75 Parere sul disegno di legge n. 1564, in materia di prestito vitalizio ipotecario, della 14^ Commissione permanente (Politiche dell’unione europea), Roma, 11 marzo 2015, est. X. Xxxxxxxxxx (consultabile in xxxxxx.xx). 76 Parere sul disegno di legge n. 1564, cit.

  • INADEMPIENZE E PENALITA’ Tenuto conto delle specifiche modalità di erogazione dei servizi oggetto del presente Capitolato, la Provincia si riserva la facoltà, ove si verifichino inadempienze da parte dell’affidatario nell’esecuzione degli obblighi previsti, formalmente contestate dal RUP e riguardanti la qualità dei servizi forniti oppure i tempi o le modalità di esecuzione, fatti salvi i casi di forza maggiore e quelli non addebitabili al soggetto affidatario riconosciuti come tali dal RUP, di applicare, a suo insindacabile giudizio, una penale pecuniaria. Tenuto conto della gravità dell’inadempimento riscontrato, il RUP previa contestazione ed eventuale contraddittorio, potrà applicare una penale pecuniaria di importo variabile tra lo 0,3 per mille e il 1 per mille dell’ammontare contrattuale (al netto dell’IVA), per ogni giorno di ritardo nell'esecuzione della prestazione. Nei casi di servizi forniti con modalità diverse da quelle concordate e/o aventi contenuti non corretti e con riflessi pregiudizievoli per il Committente, questi potrà avvalersi della facoltà di risolvere il contratto fermo restando il diritto di risarcimento dell'eventuale maggior danno. Nell’ipotesi in cui l’importo delle penali applicabili superi l’ammontare del 10% dell’importo contrattuale complessivo, la Provincia potrà risolvere il contratto in danno dell’affidatario, fatto salvo il diritto al risarcimento dell’eventuale maggiore danno. Gli eventuali inadempimenti contrattuali che daranno luogo all’applicazione delle penali verranno contestati per iscritto dal RUP. L'affidatario dovrà comunicare, in ogni caso, le proprie deduzioni al RUP nel termine massimo di 5 (cinque) giorni lavorativi dalla contestazione. Qualora dette deduzioni non siano ritenute accoglibili, a giudizio del RUP, ovvero qualora non vi sia stata risposta oppure la stessa non sia giunta nel termine sopra fissato, potranno essere applicate le penali sopra indicate. Tutte le penalità e le spese a carico dell'affidatario saranno trattenute dai corrispettivi dovuti. In ogni caso, l’applicazione delle penali non sarà condizionata all’emissione di nota di debito o di altro documento. L’affidatario non potrà chiedere la non applicazione delle penali, ne evitare le altre conseguenze previste dal presente Capitolato per le inadempienze contrattuali, adducendo che le stesse siano dovute a forza maggiore o ad altra causa indipendente dalla propria volontà ove lo stesso affidatario non abbia provveduto a denunciare dette circostanze al Settore committente entro 5 (cinque) giorni lavorativi da quello in cui ne ha avuta conoscenza. Oltre a ciò, l’aggiudicatario non potrà invocare la non applicazione delle predette penali adducendo l’indisponibilità di personale, di mezzi, di attrezzature od altro, anche se dovuta a forza maggiore o ad altra causa indipendente dalla sua volontà, ove non dimostri di non aver potuto evitare l’inadempimento. L’applicazione delle penali non limita l’obbligo, da parte dell’affidatario, di provvedere all’integrale risarcimento del danno indipendentemente dal suo ammontare ed anche in misura superiore rispetto all’importo delle penali stesse. Resta inteso, inoltre, che la richiesta e/o il pagamento della penale non esonera, in alcun caso, l’affidatario dall’adempimento dell’obbligazione per cui questi si è reso inadempiente e che ha fatto sorgere l’obbligo di pagamento della medesima penale.

  • Criteri generali I criteri generali, la cui descrizione analitica è distintamente riportata ai successivi punti 4.1.1 - 4.2.1 - 4.3.1 - 4.4.1 - 4.5.1.1 e 4.5.2.1 relativi a ciascuna tipologia di costo, sono ispirati al fine di adeguarli il più possibile alla realtà operativa.

  • Prestazione lavorativa I rapporti di telelavoro possono essere instaurati ex novo oppure trasformati, rispetto ai rapporti in essere svolti nei locali fisici dell'impresa. Resta inteso che la telelavoratrice o il telelavoratore è in organico presso l’unità produttiva di origine, ovvero, in caso di instaurazione del rapporto ex novo, presso l’unità produttiva indicata nella lettera di assunzione. I rapporti di telelavoro saranno disciplinati secondo i seguenti principi: