Accordo di programma per l’adozione e l’attuazione del Piano di Zona per il sistema integrato di interventi e servizi sociali 2012/2014 dell’Ambito zonale n. 3 Brescia Est.
Accordo di programma per l’adozione e l’attuazione del Piano di Zona per il sistema integrato di interventi e servizi sociali 2012/2014 dell’Ambito zonale n. 3 Brescia Est.
Ai sensi dell'articolo 34 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267; della legge nazionale 7 agosto 1990,
n. 241; della legge nazionale 8 novembre 2000, n. 328, art. 19; della legge regionale 12 marzo 2008, n. 3, art. 18, comma 7; della d.g.r. n. 2505 del 16 novembre 2011 che approva il documento "Un welfare della sostenibilità e della conoscenza - Linee di indirizzo per la programmazione sociale a livello locale 2012- 2014",
TRA | |||
− | Il Comune di Azzano Mella (BS) | − | Il Comune di Montirone (BS); |
− | Il Comune di Borgosatollo (BS) | − | Il Comune di Nuvolento (BS); |
− | Il Comune di Botticino (BS) | − | Il Comune di Nuvolera (BS); |
− | Il Comune di Capriano del Colle (BS) | − | Il Comune di Poncarale (BS); |
− | Il Comune di Castenedolo (BS) | − | Il Comune di Rezzato (BS), |
− | Il Comune di Flero (BS) | − | Il Comune di San Zeno Naviglio (BS); |
− | Il Comune di Mazzano (BS) |
Per l’adozione e l’attuazione del Piano di Zona per il sistema integrato di interventi e servizi sociali 2012/2014, interessante l'Ambito xxxxxx xxx xxxxxxxxx xxxxx xxxxxxxxx x. 0 Xxxxxxx Est.
VISTO il Piano di Zona per il sistema integrato di interventi e servizi sociali, approvato all’unanimità dall’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito n. 3 Brescia Est nella seduta 22 marzo 2012 e allegato alla presente per farne parte integrante e sostanziale;
VISTO lo schema di Accordo di programma approvato all’unanimità, ai sensi dell’art. 34 del decreto legisla- tivo n. 267/2000, dall’Assemblea dei sindaci dell’Ambito n. 3 Brescia Est nella medesima seduta del 22 marzo 2012;
VISTA la Convenzione per la costituzione dell’AZIENDA SPECIALE CONSORTILE PER I SERVIZI ALLA PERSONA approvata all’unanimità dai 13 Comuni dell’Ambito territoriale n. 3 Brescia Est, entrata in vigore il cinque settembre duemilasei;
TUTTO CIO’ PREMESSO
Tra i sottoscritti:
− Signor XXXXXXXXXXX XXXXXXX nella sua qualità di Sindaco pro-tempore del Comune di Azzano Mella;
− Signor XXXXXXXXX XXXXXXXXX nella sua qualità di Sindaco pro-tempore del Comune di Borgosatollo;
− Signor XXXXXXX XXXXX nella sua qualità di Sindaco pro-tempore del Comune di Botticino;
− Signor XXXXXXXX XXXXXXX nella sua qualità di Sindaco pro-tempore del Comune di Capriano del Colle;
− Signor XXXXX XXXXXXXXXXXX nella sua qualità di Sindaco pro-tempore del Comune di Castenedolo;
− Signora XXXXXXXXX XXXXX nella sua qualità di Sindaco pro-tempore del Comune di Flero;
− Signor XXXXXXXX XXXXXXXX nella sua qualità di Sindaco pro-tempore del Comune di Mazzano;
− Signora XXXXXXXXX XXXXXXXXX nella sua qualità di Sindaco pro-tempore del Comune di Montirone;
− Signor XXXXXX XXXXXX nella sua qualità di Sindaco pro-tempore del Comune di Nuvolento;
− Signora XXXXXX XXXXXXX nella sua qualità di Sindaco pro-tempore del Comune di Nuvolera;
− Signor XXXXXXXXXX XXXXXXXX nella sua qualità di Sindaco pro-tempore del Comune di Poncarale;
− Signor XXXXXX XXXXXX nella sua qualità di Sindaco pro-tempore del Comune di Rezzato;
− Signor XXXXXXXX XXXX nella sua qualità di Sindaco pro-tempore del Comune di X. Xxxx Xxxxxxxx;
SIN CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE:
Articolo 1 – Contenuti, finalità ed obbiettivi dell'accordo di programma.
Secondo quanto previsto dall’art. 18 della l.r. n. 3/2008, il Piano di Zona è lo strumento della programma- zione in ambito locale della rete d’offerta sociale e dell’attuazione dell’integrazione tra la programmazione sociale e la programmazione sociosanitaria in ambito distrettuale, anche in rapporto al sistema della sani- tà, dell’istruzione e della formazione, della casa e del lavoro.
Persegue, dunque, forme di integrazione tra le varie politiche mediante l’analisi dei bisogni, la definizione delle priorità, la gestione innovativa, flessibile e partecipata del sistema di offerta. In sostanza esso costi- tuisce lo strumento per la programmazione sociale di territorio, condivisa dagli enti sottoscrittori del pre- sente accordo, con il quale si dà conto delle peculiarità e delle differenze presenti nell'ambito territoriale del distretto socio sanitario n. 3 Brescia Est, allo scopo di costruire un sistema locale integrato dei servizi, nel quadro delle prescrizioni di equità territoriale previste dal piano sociale regionale.
Il Piano di Zona rappresenta azione efficace di “governance”, intesa come sistema di governo allargato per intraprendere azioni e politiche appropriate in contesti dinamici e soggettivamente complessi. Costituisce pertanto un progetto di sviluppo comunitario, sia per quanto riguarda i contenuti, sia per quanto riguarda il processo di costruzione, poiché esso si costruisce in un processo dialogico volto a definire quali siano i beni pubblici da salvaguardare ed incentivare.
Oggetto della programmazione zonale sono:
− le unità di offerta sociali, ai sensi dell’art. 4, comma 2 della l.r. n. 3/2008, dettagliatamente individuate dalla d.g.r. 13 giugno 2008, n. 8/7437;
− le unità di offerta socio sanitarie, ai sensi dell’art. 5, comma 2, della l.r. n. 3/2008, dettagliatamente in- dividuate dalla d.g.r. 13/03/2008 n. 8/7438, limitatamente alle prestazioni sanitarie a rilevanza sociale;
− le unità di offerta sperimentali nell’ambito della rete sociale, coerenti con la programmazione regiona- le.
Le Amministrazioni interessate, con il presente accordo, approvano i principi che sottendono al piano e che saranno alla base della sua attuazione, dando atto che le finalità e gli obbiettivi generali della presente pianificazione sono in linea con quanto previsto dalla d.g.r. n. 2505 del 16 novembre 2011, e prevedono politiche di welfare che:
− realizzino in forma compiuta un sistema di rete territoriale in grado di incontrare la famiglia, coglierne le esigenze e rispondervi in tempi brevi, in modo trasversale ed integrato;
− diversifichino e incrementino la gamma dei servizi fornendo ai cittadini risposte sempre più personaliz- zate e sempre meno indistinte;
− razionalizzino e ottimizzino l’impiego delle risorse disponibili, perseguendo modelli di gestione associa- ta dei servizi e l’integrazione degli strumenti tecnici e dei criteri di implementazione delle policy;
− superino le logiche organizzative settoriali, la frammentazione e la duplicazione di interventi favorendo una presa in carico unitaria e semplificando l’informazione e le procedure di accesso ai servizi.
Gli obbiettivi specifici e le azioni da realizzare nel triennio, con l’indicazione delle competenze dei soggetti coinvolti, sono riportati nel Piano di Zona per il sistema integrato di interventi e servizi sociali 2012/2014. Esso è cosi composto:
− Capitolo 1 - Premessa.
− Capitolo 2 - Contesto.
− Capitolo 3 - Obbiettivi generali di politica socio assistenziale.
− Capitolo 4 - Progettualità per aree tematiche.
Gli enti sottoscrittori prendono atto che Regione Lombardia, nell’arco del prossimo triennio, condividerà iniziative di innovazione con quegli ambiti territoriali che:
− propongano progetti sperimentali consistenti;
− si candidino ad attivare risorse del proprio territorio;
− possano essere oggetto di contaminazione negli altri contesti territoriali della Lombardia.
Il partenariato con i soggetti del territorio, finalizzato alla definizione dei progetti sperimentali, dovrà ca- ratterizzarsi per:
− ampiezza e qualificazione (numerosità, tipologia e rappresentatività dei soggetti coinvolti);
− corresponsabilità degli attori rispetto alle azioni condivise nel progetto;
− natura del partenariato (occasionale o già sperimentata sul territorio);
− capacità di mettersi in relazione con altri soggetti o altre reti.
Articolo 2 – Durata.
Il Piano di Zona decorre dal 1 aprile 2012 ed ha durata triennale: anno 2012 – 2013 – 2014. Esso si conclu- derà, comunque, ad avvenuta ultimazione dei programmi e degli interventi previsti nel Piano di Zona alle- gato, entro il 31/12/2014, con la possibilità di un suo aggiornamento in corso di validità.
Articolo 3 – Soggetti sottoscrittori.
L’accordo di programma viene sottoscritto:
− dai Comuni di Azzano Mella, Borgosatollo, Botticino, Capriano del Colle, Castenedolo, Flero, Mazzano, Montirone, Nuvolento, Nuvolera, Poncarale, Rezzato, San Zeno Naviglio, facenti parte dell’Ambito ter- ritoriale del distretto socio sanitario n. 3 Brescia Est;
− dal Direttore dell’ASL di Brescia, in attuazione di quanto previsto dall’art. 18, comma 7, della legge re- gionale 12 marzo 2008, n. 3.
I soggetti del Terzo Settore che hanno condiviso contenuti e obbiettivi del Piano di Zona possono aderire al presente Accordo di programma su loro richiesta.
Ai sensi dell’art. 34 del decreto legislativo n. 267/2000, i Comuni sottoscrittori sono definiti i soggetti istitu- zionali del territorio, i quali si assumono la responsabilità principale nella realizzazione del sistema locale dei servizi sociali a rete.
Articolo 4 – Impegni dei soggetti sottoscrittori.
Attraverso il presente accordo di programma le diverse Amministrazioni interessate alla attuazione del Pi- ano coordineranno i rispettivi interventi per il raggiungimento degli obiettivi comuni, determinando il ruo- lo e gli impegni di ogni soggetto, i sistemi di regolazione interna delle relazioni reciproche, i tempi, il finan- ziamento e gli adempimenti necessari alla realizzazione degli obiettivi.
I Comuni sottoscrittori si impegnano a:
1. promuovere attività e interventi coerentemente con le azioni previste dal Piano di Zona in una strate- gia di coinvolgimento dei diversi soggetti interessati localmente, istituzionali e non, pubblici e privati, utilizzando al massimo le risorse esistenti e operando in modo unitario;
2. trasmettere i dati informativi, anche finanziari, nelle modalità che verranno individuate dall’ente capo- fila;
3. realizzare le azioni previste dal presente piano, anche attraverso la compartecipazione di ricorse pro- prie, sia economiche che di personale, come definito annualmente dal Piano delle Azioni deliberato dalla Assemblea dei Sindaci dell’Ambito Brescia Est;
4. garantire la disponibilità di sedi e di strutture per la realizzazione di specifici progetti che prevedono attività nelle strutture comunali.
5. coordinare il processo di pianificazione comunale coerentemente con i contenuti del Piano di Zona.
L’ASL di Brescia secondo quanto previsto dalla legge regionale n. 3/2008, art. 14, e in coerenza con le linee di indirizzo previste dalla D.G.R. n. IX/2505 del 16 novembre 2011, si impegna a:
1. collaborare con i Comuni nella programmazione della rete locale di unità di offerta sociali;
2. razionalizzare, semplificare e rendere trasparenti i percorsi di accesso alla rete dei servizi da parte delle persone, della famiglia e della comunità;
3. favorire l’integrazione della programmazione degli obiettivi e degli interventi attuati nell’ambito di- strettuale in materia sociale con la programmazione sociosanitaria;
4. integrare gli interventi delle reti sociosanitaria e sociale;
5. assicurare la coerenza nel tempo tra gli obiettivi regionali e obiettivi della programmazione locale e a verificare la conformità delle azioni del Piano di Zona con gli indirizzi e gli obiettivi della programma- zione regionale;
6. coordinare gli interventi in materia di conciliazione, famiglia e lavoro in raccordo con la programma- zione territoriale.
Articolo 5 – Soggetti aderenti.
L’articolo 3 della legge regionale 12 marzo 2008, n. 3 “Governo della rete degli interventi e dei servizi alla persona in ambito sociale e sociosanitario” riconosce i soggetti del terzo settore quali attori del sistema che partecipano alla programmazione, progettazione e realizzazione della rete delle unità di offerta sociali e sociosanitarie. In particolare, al comma 2, la legge riconosce a tali soggetti la libertà di svolgere attività sociali ed assistenziali, nel rispetto dei principi stabiliti dalla presente legge e secondo la normativa vigente, indipendentemente dal loro inserimento nella rete delle unità di offerta sociali.
Gli enti sottoscrittori riconoscono la ferma necessità di coinvolgere e favorire l’apporto del terzo settore attraverso forme di collaborazione che riguardano:
− la coprogettazione;
− la sperimentazione di nuovi servizi, prevedendo anche la partecipazione economica di tali soggetti;
− la sperimentazione di nuove modalità gestionali.
La regolamentazione delle diverse forme di collaborazione viene demandata ad atti successivi (accordi, convenzioni o protocolli operativi).
A tal fine si ritiene necessario impostare in maniera innovativa il sistema dei rapporti, attraverso:
− La costituzione di tre Tavoli di rappresentanza per soggetti omogenei: Tavolo della Cooperazione, Ta- volo degli Enti Gestori delle unità di offerta, non cooperazione e Tavolo dell’Associazionismo (Associa- zioni, Oratori, Patronati, Sindacati) che costituiscono il Tavolo di Consultazione del Terzo Settore previ- sto dalla DGR n. 7797 del 30 luglio 2008;
− La definizione del Piano annuale delle Azioni, deliberato dalla Assemblea dei Sindaci
− Gli incontri con i Tavoli di rappresentanza per la condivisione e la organizzazione di iniziative atte a rea- lizzare gli obbiettivi annuali del Piano delle Azioni;
− La costituzione di un Tavolo delle Associazioni locali presso ogni Comune.
Articolo 6 – Impegno dei soggetti aderenti.
I soggetti aderenti al presente accordo verranno coinvolti dall’Ente Capofila e dall’ASL nella successiva fase di realizzazione, valutazione e verifica degli obiettivi previsti nel Piano, con le modalità indicate dalla Re- gione Lombardia e con le forme con essi concordate.
Articolo 7 – Ente Capofila.
L’Azienda Speciale consortile per i Servizi alla Persona, costituita dai succitati Comuni ed entrata in vigore in data 5 settembre 2006, con il fine di provvedere all’esercizio di funzioni socio assistenziali, socio sanita- rie integrate e più in generale alla gestione integrata di servizi alla persona, viene identificata come Ente Capofila.
Alla stessa sono attribuite le competenze amministrative e contabili per l’attuazione del presente accordo e, in virtù di tale mandato, si riconosce l’Azienda Speciale Consortile quale Ente a cui l’ASL, la Regione
Lombardia, la Provincia di Brescia e i singoli Comuni erogheranno le risorse che concorrono alla copertura dei costi connessi all’attuazione del Piano di Zona.
In presenza di una normativa riguardante le Aziende Speciali e i piccoli Comuni in costante evoluzione, sarà possibile nel corso del triennio rivedere sia la funzione dell’Ente Capofila che il ruolo dell’Azienda speciale Consortile al fine di mantenere una gestione associata dei servizi e degli interventi sociali improntata a cri- xxxx di efficacia, efficienza ed economicità.
Articolo 8 – Impegni dell’Ente Capofila.
L’Azienda Speciale Consortile per i servizi alla Persona si impegna a:
1. svolgere le funzioni di ente gestore coordinando le iniziative previste dalle azioni d’intervento e garan- tendo il supporto organizzativo necessario per quanto attiene ai servizi generali di segreteria;
2. verificare la realizzazione dei progetti, in coerenza con le finalità e gli obiettivi prefissati. Verrà coinvol- ta, per validare le scelte relative all’esecuzione dei progetti, l’Assemblea Distrettuale dei Sindaci;
3. assicurare lo svolgimento delle procedure tecniche, amministrative e contabili per la realizzazione dei progetti esecutivi di sua competenza;
4. assolvere all’attività di debito informativo prevista dalle indicazioni normative;
5. gestire con provvedimenti assunti dal Consiglio di Amministrazione, dal Presidente e dal Direttore, ai sensi dello Statuto e dei Regolamenti dell’Azienda Speciale Consortile per i servizi alla Persona, le di- verse azioni previste dal Piano di Zona per il sistema integrato di interventi e servizi sociali 2012/2014;
6. assolvere all’attività informativa nei confronti dei Comuni dell’Ambito e della Regione.
Articolo 9 – Modalità di coordinamento, gestione e verifica
Per la redazione, l’attuazione e la valutazione del piano di zona 2012-2014, in conformità alle Linee guida regionali, gli enti sottoscrittori confermano l’attuale struttura organizzativa, articolata in:
1. Assemblea dei Sindaci del distretto, organismo di rappresentanza politica normato ai sensi dell’art. 9 comma 6° della l.r. 11/07/1997, n. 31 e delle direttive approvate con dgr. n. 41788/1999, quale espres- sione di continuità rispetto alla programmazione sociosanitaria e luogo della integrazione tra politiche sociali e politiche sanitarie. Essa è presieduta dal Sindaco, nominato ai sensi del regolamento regionale 24/04/1998 n. 1 - art. 3, che ne cura la convocazione e ne coordina i lavori avvalendosi per le competen- ze socio assistenziali della struttura tecnica dell’Azienda Speciale Consortile.
Nell’esercizio delle sue funzioni rappresenta il luogo "stabile" della decisionalità politica per quanto ri- guarda il Piano di Zona. E’ chiamata a deliberare in ordine a:
a. approvazione del documento di Piano e suoi eventuali aggiornamenti;
b. verifica e monitoraggio annuale dello stato di raggiungimento degli obiettivi di Piano e dell’attuazione del presente Accordo di Programma;
c. aggiornamento delle priorità annuali, coerentemente con la programmazione triennale e le risorse disponibili;
d. approvazione annuale dei piani economico-finanziari di preventivo e dei rendiconti di consuntivo;
e. approvazione dei dati relativi alle rendicontazioni richieste dalla Regione per la trasmissione all’ASL ai fini dell’assolvimento dei debiti informativi.
f. allocazione delle risorse del F.N.P.S. del Fondo Sociale Regionale e delle quote di risorse autonome conferite per la gestione associata dell’attuazione degli obiettivi previsti dal Piano di Zona.
g. approvazione ogni anno di eventuali modifiche o varianti al Piano di Zona.
h. governo del processo di interazione tra soggetti.
E’ compito dell’Azienda speciale Consortile, attraverso la propria struttura politica e tecnico amministra- tiva, dare attuazione al Piano di Zona e rendere conto dei risultati e delle decisioni deliberate dalla As- semblea dei Sindaci.
All’Assemblea dei Sindaci si applicano le disposizioni di cui all’art. 8 comma 13 del regolamento 24/4/98
n. 1 e della d.g.r. 41788 del 5/3/99 “Direttive per il funzionamento e l’organizzazione dell’Assemblea dei Sindaci ai sensi dell’art. 9 comma 6 della L.R. 11/7/1997 n.31”. Le decisioni politiche relative alla defini- zione, attuazione e valutazione dei risultati conseguiti del Piano di Zona sono assunte a maggioranza dei voti dei sindaci presenti e votanti, in ragione dei voti espressi secondo le quote da ciascuno rappresenta- te. Salvo diverse indicazioni di legge la quota corrisponde al valore di voti 1 (uno) per ogni Comune.
La manifestazione della volontà dell’Assemblea deve essere documentata mediante la redazione, a cura del segretario, del processo verbale; questo deve indicare la data, il luogo ed i nominativi degli interventi e deve produrre la fasi salienti della discussione ed il risultato dello scrutinio e della proclamazione. Il verbale deve essere sottoscritto dal Presidente e dal Segretario. Il verbale prova l’esistenza delle deter- minazioni in esso contenute. Le funzioni di segretario sono affidate al Direttore dell’Azienda Speciale Consortile, coordinatore dell’Ufficio di Piano, il quale ne cura altresì la numerazione progressiva e con- servazione.
Alle sedute dell’Assemblea dei Sindaci partecipa, senza diritto di voto, il Direttore del Distretto socio- sanitario dell’ASL, o suo delegato.
2. Ufficio di piano, quale soggetto di supporto alla programmazione, responsabile delle funzioni tecniche, amministrative e della valutazione degli interventi per il raggiungimento degli obiettivi del Piano di Zona. Gli enti sottoscrittori riconoscono all’Ufficio di Piano la funzione di regia operativa del processo di elabo- razione del Piano di Zona, di coordinamento operativo dei diversi attori in campo, di presidio della fun- zione di realizzazione e di attuazione del Piano e delle connesse attività di monitoraggio e valutazione, oltre che i compiti di istruttoria tecnica e di supporto decisionale agli organismi politici.
In conseguenza dell’alto livello assegnato alla programmazione zonale, appare fondamentale che la pia- nificazione sia presidiata da modelli organizzativi che consentano di dare valore a tale funzione. L’Ufficio di Piano deve infatti funzionare efficacemente per garantire nello specifico:
− la programmazione, pianificazione e valutazione degli interventi;
− la costruzione e gestione del budget,
− l’amministrazione delle risorse complessivamente assegnate (FNPS, Fondo Sociale Regionale, quote dei Comuni e di altri eventuali soggetti);
− il coordinamento della partecipazione dei soggetti sottoscrittori e aderenti all’Accordo di Pro- gramma.
L’Ufficio di Piano risponde, inoltre, nei confronti dell’Assemblea dei Sindaci, dell’ASL e della Regione, della correttezza, attendibilità, puntualità, degli adempimenti previsti rispetto ai debiti informativi re- gionali.
L’Ufficio di Piano, per lo svolgimento delle funzioni attribuite si avvale:
− della figura del Direttore dell’Azienda Speciale Consortile per i Servizi alla Persona, con funzione di coordinatore/referente;
− dei funzionari tecnici (responsabili di area o assistenti sociali) messi a disposizione dai13 Comuni;
− del personale Amministrativo e tecnico dell’Azienda Speciale Consortile.
Poiché la crescente complessità del sistema di programmazione associata richiede un incremento della attività specifica, verrà individuato entro i primi mesi di vigenza del Piano un gruppo ristretto di operato- ri tecnici (Assistenti sociali e/o Responsabili dell’Area sociale), scelti tra i dipendenti dei 13 Comuni dell’Ambito, previo autorizzazione dalle Amministrazioni di appartenenza, a supporto dell’Ufficio di Pia- no per:
− la valutazione preventiva delle iniziative e problematiche da presentare da sottoporre alla attenzio- ne del gruppo allargato degli operatori sociali/responsabili di area dei Comuni e successivamente agli organismi politici;
− la realizzazione pratica delle iniziative deliberate dagli organismi politici stessi;
− l’analisi di problematiche o proposte emergenti da confrontare sia con il gruppo allargato degli ope- ratori che con i soggetti del terzo settore.
3. Tavolo di Consultazione di Ambito dei soggetti del Terzo Settore e Tavoli Tecnici. Il Tavolo di Consulta- zione di Ambito dei soggetti del Terzo Settore, costituito ai sensi della sopra citata d.g.r. n. 8/7797 del 30/07/2008, allegato C, punto B), rappresenta il luogo di confronto tra programmatori istituzionali e re- altà sociale, come previsto dal precedente art. 5. Il suo apporto è previsto come momento stabile lungo tutto il percorso dell’attuazione del Piano di Zona, dalla costruzione, ai diversi momenti delle fasi di va- lutazione.
Articolo 10 – Controversie.
La risoluzione di eventuali controversie che possono sorgere tra i Comuni, in caso di applicazione contro- versa e difforme oltre che in caso di difforme e contrastante interpretazione della presente convenzione, deve essere ricercata prioritariamente in via bonaria.
Qualora non si addivenisse alla risoluzione di cui al primo comma, le controversie sono affidate ad un col- legio arbitrale composto da tre arbitri:
− uno nominato dal Comune o Comuni avanzanti contestazioni;
− un altro dal tavolo permanente;
− il terzo di comune accordo tra i Comuni contestanti e il tavolo permanente, in difetto, dal Presidente del Tribunale di Brescia.
Gli arbitri, così nominati, giudicheranno in via amichevole, senza formalità a parte il rispetto del principio del contraddittorio. La pronuncia del collegio è definitiva e inappellabile.
Articolo 11 – Modifiche
Eventuali modifiche del Piano di Zona sono possibili, purché concordate dai soggetti pubblici coinvolti nella gestione del relativo intervento o servizio, e non comportanti aumenti della spesa prevista.
Articolo 12 - Pubblicazione
L’Ufficio di Piano trasmetterà alla Regione Lombardia il presente accordo di programma, non appena tutti gli enti sottoscrittori lo avranno approvato, per la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lom- bardia.
Xxxxx, approvato e sottoscritto.
SOGGETTI SOTTOSCRITTORI
Il Direttore Generale dell’ASL di Brescia Dr. Xxxxxxx Xxxxxxxxx
Il sindaco del Comune di Xxxxxx Xxxxx Xxxxxxxxxxx Xxxxxxx
Il sindaco del Comune di Borgosatollo Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx
Il sindaco del Comune di Botticino Xxxxxxx Xxxxx
Il sindaco del Comune di Capriano del Colle Xxxxxxxx Xxxxxxx
Il sindaco del Comune di Catenedolo Xxxxx Xxxxxxxxxxxx
Il sindaco del Comune di Xxxxx Xxxxxxxxx Xxxxx
Il sindaco del Comune di Mazzano Xxxxxxxx Xxxxxxxx
Il sindaco del Comune di Montirone Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx
Il sindaco del Comune di Nuvolento Xxxxxx Xxxxxx
Il sindaco del Comune di Nuvolera Xxxxxx Xxxxxxx
Il sindaco del Comune di Poncarale Xxxxxxxxxx Xxxxxxxx
Il sindaco del Comune di Rezzato Sig. Xxxxxx Xxxxxx
Il Sindaco del Comune di San Zeno Xxxxxxxx Xxxxxxxx Xxxx