Common use of Acqua Clause in Contracts

Acqua. Per ciascuno scarico, in corrispondenza dei parametri elencati, la tabella riportata di seguito specifica la frequenza del monitoraggio ed il metodo utilizzato: Volume acqua (m3/anno) X - // annuale // BOD5 X X annuale 5120 Azoto ammoniacale (come NH4) X - annuale 4030 (*) In accordo a quanto riportato nella nota “Definizione di modalità per l’attuazione dei Piani di Monitoraggio e Controllo “ di ISPRA prot. 18712 dell’1/6/11 i metodi di campionamento ed analisi devono essere basati su metodiche riconosciute a livello nazionale o internazionale. Le attività di laboratorio devono essere eseguite preferibilmente in strutture accreditate secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 per i parametri di interesse e, in ogni modo, i laboratori d’analisi essere dotati almeno di un sistema di gestione della qualità certificato secondo la norma ISO 9001. (**)Il saggio di tossicità acuta ha lo scopo di valutare l'incidenza “biologica” dello scarico idrico ed è da considerarsi un indicatore del buon funzionamento dell’impianto di depurazione acque reflue. In caso di riscontro positivo nel corso degli autocontrolli, pertanto, il Gestore dovrà provvedere ad informare l’Autorità Competente ed A.R.P.A. dell’esito del controllo, delle azioni intraprese per individuare la causa del problema e della successiva risoluzione (saggio tossicità conforme). In nessun caso può essere considerata esauriente, ai fini della risoluzione della non conformità, la mera ripetizione del test. Solo nel caso non si risolva la non conformità, si individuerà la violazione della prescrizione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, ovvero nel caso in cui il saggio di tossicità non sia l’unica non conformità ai limiti riscontrata; se - infatti - nello scarico idrico risultano non conformi anche altri parametri si procederà direttamente alla contestazione della violazione. Sul pozzo ad “uso industriale” l’azienda dovrà procedere ad identificare i dati e procedere all’esecuzione dei controlli previsti dalle successive tabelle F9 e F10: Pozzo Coordinate UTM32-WGS84 Livello piezometrico medio della falda (m.s.l.m.) Profondità del pozzo (m) Profondità dei filtri (m)

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Acqua. Per ciascuno scaricoL'acqua da utilizzare per l'innaffiamento e la manutenzione non dovrà contenere sostanze inquinanti e sali nocivi oltre i limiti di tolleranza di fitotossicità relativa. L'Impresa, in corrispondenza dei parametri elencatise non le sarà consentito di approvvigionassi da fonti della Amministrazione (v. art. C/4), sarà tenuta, su richiesta della Direzione dell’Esecuzione del Contratto, a verificare periodicamente per mezzo di analisi effettuate secondo le procedure normalizzate della Società Italiana di Scienza del Suolo - S.l.S.S., la tabella riportata qualità dell'acqua da utilizzare e a segnalare le eventuali alterazioni riscontrate. L'impiego dell'acqua dovrà essere attuato nel rispetto di seguito specifica la frequenza del monitoraggio ed il metodo utilizzato: Volume acqua quanto previsto nei C.A.M. Verde Pubblico (m3/anno) X - // annuale // BOD5 X X annuale 5120 Azoto ammoniacale (come NH4) X - annuale 4030 (*) In accordo consumo acqua). Gli oneri relativi saranno a quanto riportato nella nota “Definizione di modalità per l’attuazione dei Piani di Monitoraggio e Controllo “ di ISPRA prot. 18712 dell’1/6/11 i metodi di campionamento ed analisi devono essere basati su metodiche riconosciute a livello nazionale o internazionale. Le attività di laboratorio devono essere eseguite preferibilmente in strutture accreditate secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 per i parametri di interesse e, in ogni modo, i laboratori d’analisi essere dotati almeno di un sistema di gestione della qualità certificato secondo la norma ISO 9001. (**)Il saggio di tossicità acuta ha lo scopo di valutare l'incidenza “biologica” dello scarico idrico ed è da considerarsi un indicatore del buon funzionamento dell’impianto di depurazione acque refluecarico dell'Amministrazione. In caso contrario l'Impresa provvederà a sua cura e spese al controllo periodico della qualità dell'acqua. Per materiale vegetale si intende tutto il materiale vivo (alberi, arbusti, tappezzanti, sementi, ecc.) occorrente per l'esecuzione del lavoro. Questo materiale dovrà provenire da ditte appositamente autorizzate ai sensi delle leggi 18.6.1931 n. 987 e 22.5.1973 n. 269 e successive modificazioni e integrazioni. L'Impresa dovrà dichiararne la provenienza alla Direzione dell’Esecuzione del Contratto. Le caratteristiche richieste per tale materiale vegetale e di riscontro positivo seguito riportate tengono conto anche di quanto definito dallo standard qualitativo adottato dalle normative Europee in materia, nonché dei requisiti dei C.A.M Verde Pubblico (piante ornamentali) . La Direzione dell’Esecuzione del Contratto si riserva comunque la facoltà di effettuare, contestualmente all'Impresa appaltatrice, visite ai vivai di provenienza allo scopo di scegliere le piante; si riserva quindi la facoltà di scartare quelle non rispondenti alle caratteristiche indicate nel corso degli autocontrollipresente Capitolato, pertantonell'Elenco prezzi e negli elaborati di progetto in quanto non conformi ai requisiti fisiologici e fitosanitari che garantiscano la buona riuscita dell'impianto, o che non ritenga comunque adatte alla sistemazione da realizzare. Le piante dovranno essere esenti da residui di fitofarmaci attacchi di insetti, malattie crittogamiche, virus, altri patogeni, deformazioni e alterazioni di qualsiasi natura che possano compromettere il Gestore regolare sviluppo vegetativo e il portamento tipico della specie. L'Impresa sotto la sua piena responsabilità potrà utilizzare piante non provenienti da vivaio e/o di particolare valore estetico unicamente se indicate in progetto e/o accettate dalla Direzione dell’Esecuzione del Contratto. Le piante dovranno essere etichettate singolarmente o per gruppi omogenei per mezzo di cartellini di materiale resistente alle intemperie sui quali sia stata riportata, in modo leggibile e indelebile, la denominazione botanica (genere, specie, varietà, cultivar) del gruppo a cui si riferiscono. Le caratteristiche con le quali le piante dovranno essere fornite (densità e forma della chioma, presenza e numero di ramificazioni, sistema di preparazione dell'apparato radicale, ecc.) sono precisate nelle specifiche allegate al progetto o indicate nell'Elenco prezzi e nelle successive voci particolari. L'Impresa dovrà provvedere far pervenire alla Direzione dell’Esecuzione del Contratto, con almeno 48 ore di anticipo, comunicazione scritta della data in cui le piante verranno consegnate sul cantiere. Per quanto riguarda il trasporto delle piante, l'Impresa dovrà prendere tutte le precauzioni necessarie affinché queste arrivino sul luogo della sistemazione nelle migliori condizioni possibili, curando che il trasferimento venga effettuato con mezzi, protezioni e modalità di carico idonei con particolare attenzione perché rami e corteccia non subiscano danni e le zolle non abbiano a frantumarsi o ad informare l’Autorità Competente ed A.R.P.A. dell’esito essiccarsi a causa dei sobbalzi o per il peso del controllocarico del materiale soprastante. Una volta giunte a destinazione, delle azioni intraprese per individuare tutte le piante dovranno essere trattate in modo che sia evitato loro ogni danno; il tempo intercorrente tra il prelievo in vivaio e la causa del problema e della successiva risoluzione messa a dimora definitiva (saggio tossicità conforme)o la sistemazione in vivaio provvisorio) dovrà essere il più breve possibile. In nessun caso può particolare l'Impresa curerà che le zolle e le radici delle piante che non possono essere considerata esaurienteimmediatamente messe a dimora non subiscano ustioni e mantengano il tenore di umidità adeguato alla loro buona conservazione. Non è consentita la sostituzione di piante che l'Impresa non riuscisse a reperire; ove tuttavia dimostrato che una o più specie non siano reperibili, ai fini l'Impresa potrà proporre la sostituzione con piante simili. L'Impresa dovrà sottoporre per iscritto tali proposte alla Direzione dell’Esecuzione del Contratto con un congruo anticipo sull'inizio dei lavori stessi ed almeno un mese prima della risoluzione della non conformitàpiantagione cui si riferiscono. La Direzione dell’Esecuzione del Contratto si riserva la facoltà di accettare le sostituzioni indicate, la mera ripetizione del test. Solo nel caso non si risolva la non conformità, si individuerà la violazione della prescrizione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, ovvero nel caso in cui il saggio o di tossicità non sia l’unica non conformità ai limiti riscontrata; se - infatti - nello scarico idrico risultano non conformi anche altri parametri si procederà direttamente alla contestazione della violazione. Sul pozzo ad “uso industriale” l’azienda dovrà procedere ad identificare i dati e procedere all’esecuzione dei controlli previsti dalle successive tabelle F9 e F10: Pozzo Coordinate UTM32-WGS84 Livello piezometrico medio della falda (m.s.l.mproporne di alternative.) Profondità del pozzo (m) Profondità dei filtri (m)

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Acqua. Per ciascuno scaricoL’acqua dovrà essere limpida, in corrispondenza dei parametri elencatidolce, la tabella riportata priva di seguito specifica la frequenza del monitoraggio ed il metodo utilizzato: Volume acqua (m3sali aggressivi, esente da materie terrose, da materie organiche e/anno) X - // annuale // BOD5 X X annuale 5120 Azoto ammoniacale (come NH4) X - annuale 4030 (*) In accordo a quanto riportato nella nota “Definizione di modalità per l’attuazione dei Piani di Monitoraggio e Controllo “ di ISPRA prot. 18712 dell’1/6/11 i metodi di campionamento ed analisi devono essere basati su metodiche riconosciute a livello nazionale o internazionalecomunque dannose all’uso cui l’acqua medesima è destinata. Le attività calci aeree dovranno rispondere ai requisiti di laboratorio devono accettazione e prove di cui alle norme vigenti riportate nel X.X. 00 novembre 1939, n. 2231. Le calci aeree vengono fornite in genere in zolle e possono essere eseguite preferibilmente magre o grasse e si ottengono per cottura di calcari. Le calci idrauliche possono essere in strutture accreditate secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 per i parametri zolle, che si ottengono dalla cottura di interesse calcari di natura argillosa, dando un prodotto di facile spegnimento. Oppure sono in polvere e, in ogni modoquesto caso, derivate dalla cottura di marne naturali, si distinguono in idrauliche ed eminentemente idrauliche. Le calci idrauliche fanno presa sia all’aria che in presenza di acqua; quindi possono essere usate per strutture murarie sotto il piano di campagna ed in luoghi molto umidi. In base all’art. 5 del X.X. 00 novembre 1939, n. 2229, il cemento deve essere esclusivamente a presa lenta e rispondere ai requisiti di accettazione prescritti nelle norme per i leganti idraulici vigenti al momento della esecuzione dei lavori. Le calci idrauliche, i laboratori d’analisi cementi e gli agglomeranti cementizi a rapida o lenta presa da impiegare per qualsiasi lavoro, dovranno corrispondere a tutte le particolari prescrizioni e requisiti di accettazione di cui alla Legge 26 maggio 1965, n. 595 e succ. modifiche, nonché dal D.M. 31 agosto 1972. Gli agglomerati cementizi sono i leganti idraulici che presentano resistenze fisiche inferiori o requisiti chimici diversi da quelli stabiliti per i cementi normali. Essi dovranno essere dotati almeno conservati in depositi coperti e ben riparati dall’umidità. Il X.X. 00 xxxxxxxx 0000, x. 0000 x x.x.x. xxxxxxxxx i requisiti cui dovranno rispondere le pozzolane. A tal fine esso definisce pozzolane quei materiali di origine vulcanica che impastati intimamente con calce danno malte capaci di far presa ed indurire anche sott’acqua presentando un sistema residuo non superiore al 40% ad un attacco acido basico. L’aggiunta della pozzolana alla malta di gestione calce aerea, oltre a dare la possibilità della qualità certificato secondo presa nell’acqua, conferisce alla malta stessa una maggiore resistenza a compressione. Il gesso è un materiale di aspetto bianco-grigio e polveroso, utilizzato in edilizia per la norma ISO 9001finitura di pareti lisce o con particolari effetti estetici e sottofondi lisci per pavimenti. (**)Il saggio La materia prima per la sua produzione è la selenite, una roccia estratta da apposite cave. Sottoposto a cottura a temperature estremamente variabili, tra 100° e 1000°C, in funzione delle caratteristiche desiderate, il minerale si disidrata e una volta polverizzato diventa il gesso comune. Una volta mescolato con acqua al momento dell’uso, si reidrata facendo presa, ovvero trasformandosi in una massa compatta. Come uso è apprezzato per la sua caratteristica di tossicità acuta ha lo scopo fare presa in pochi minuti, ma essendo poco resistente è usato più che altro per posizionare elementi quali scatole di valutare l'incidenza “biologica” dello scarico idrico impianti elettrici in attesa di fissaggio definitivo con cemento. È aggiunto in piccole quantità nella preparazione del cemento Portland ed è da considerarsi un indicatore ingrediente, assieme alla polvere di marmo, di alcuni tipi di stucco. Un limite del buon funzionamento dell’impianto di depurazione acque reflue. In caso di riscontro positivo nel corso degli autocontrolligesso è quello della tendenza a gonfiarsi e sciogliersi se bagnato, pertanto, il Gestore dovrà provvedere ad informare l’Autorità Competente ed A.R.P.A. dell’esito del controllo, delle azioni intraprese per individuare la causa del problema e della successiva risoluzione (saggio tossicità conforme). In nessun caso può essere considerata esauriente, ai fini della risoluzione della non conformità, la mera ripetizione del test. Solo nel caso cui non si risolva la non conformità, si individuerà la violazione della prescrizione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, ovvero nel caso in cui il saggio di tossicità non sia l’unica non conformità ai limiti riscontrata; se - infatti - nello scarico idrico risultano non conformi anche altri parametri si procederà direttamente alla contestazione della violazione. Sul pozzo ad “uso industriale” l’azienda dovrà procedere ad identificare i dati e procedere all’esecuzione dei controlli previsti dalle successive tabelle F9 e F10: Pozzo Coordinate UTM32-WGS84 Livello piezometrico medio della falda (m.s.l.mimpiega per opere esterne.) Profondità del pozzo (m) Profondità dei filtri (m)

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Acqua. L’acqua dovrà essere limpida, dolce, priva di sali aggressivi, esente da materie terrose, da materie organiche e/o comunque dannose all’uso cui l’acqua medesima è destinata. Le pozzolane e le calci aeree dovranno rispondere ai requisiti di accettazione e prove di cui alle norme vigenti riportate nel X.X. 00 xxxxxxxx 0000, xx. 0000 x xx. 0000. Le calci idrauliche, i cementi e gli agglomeranti cementizi a rapida o lenta presa da impiegare per qualsiasi lavoro, dovranno corrispondere a tutte le particolari prescrizioni e requisiti di accettazione di cui alla L. 26 maggio 1965, nr. 595 e succ. modifiche, nonché dal D.M. 31 agosto 1972. Essi dovranno essere conservati in depositi coperti e riparati dall’umidità. Le ghiaie, i pietrischi e le sabbie ossia gli inerti da impiegare nella formazione dei calcestruzzi, ai sensi del D.M. 9 gennaio 1996 – Allegato 1, dovranno essere costituiti da elementi non gelivi, non friabili, privi di sostanze organiche, limose, argillose e di gesso. Le dimensioni della ghiaia o del pietrisco devono avere valori massimi commisurati alle caratteristiche geometriche dell’opera da eseguire, dal copriferro e dall’interferro delle armature. La sabbia da impiegarsi nelle murature o nei calcestruzzi dovrà essere preferibilmente di qualità silicea. Dovrà avere forma angolosa ed avere elementi di grossezza variabile da mm 1 a mm 5. L’ appaltatore dovrà garantire la regolarità delle caratteristiche della granulometria per ogni getto sulla scorta delle indicazioni riportate sugli elaborati progettuali e/o da quanto indicato dalla Direzione Lavori. I pietrischi, i pietrischetti, le sabbie e gli additivi da impiegarsi per le costruzioni stradali dovranno rispondere ai requisiti di accettazione di cui alle norme tecniche del C.N.R., fascicolo nr. 4/1953. Le definizioni dei vari elementi scaturiscono dal passaggio di una serie di xxxxxxxx definiti da norme U.N.I. I metodi da seguire per il prelevamento di aggregati, per ottenere dei campioni rappresentativi del materiale in esame occorre fare riferimento alle norme tecniche del C.N.R. – B.U. nr. 93/82. In generale i materiali inerti impiegati nelle sovrastrutture stradali dovranno essere costituiti da elementi sani e tenaci, non gelivi, essere puliti, praticamente esenti da materie eterogenee e soddisfare i requisiti riportati nelle norme tecniche C.N.R. – B.U. nr. 139/92. Devono essere costituiti da materiale frantumato spigoloso e poliedrico. L’additivo (filler) deve essere costituito da polvere proveniente da rocce calcaree di frantumazione, all’occorrenza si può usare anche cemento portland e calce idrata. Dovranno corrispondere alle caratteristiche per l’accettazione dei bitumi per usi stradali secondo le norme C.N.R. –B.U. nr. 68 del 23 maggio 1978 e alle «Norme per l’accettazione delle emulsioni bituminose per usi stradali», Fascicolo nr. 3 - ed. 1958 del C.N.R. Debbono soddisfare le “Norme per l’accettazione dei bitumi liquidi per usi stradali” di cui al Fascicolo nr. 7 del C.N.R. Edizione 1957. In correlazione a quanto è prescritto circa la qualità e le caratteristiche dei materiali per la loro accettazione, l’Impresa sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo alle prove dei materiali impiegati o da impiegarsi, nonché a quelle di campioni di lavori eseguiti, da prelevarsi in opera, sottostando a tutte le spese di prelevamento ed invio di campioni al Laboratorio prove ed analisi debitamente riconosciuto. Qualora nelle somme a disposizione riportate nel quadro economico del progetto esecutivo non vi fosse l’indicazione o venga a mancare la relativa disponibilità economica a seguito dell’affidamento dei lavori, le relative spese per gli accertamenti di laboratorio e le verifiche tecniche previste dal presente capitolato si dovranno intendere a completo carico dell’Impresa appaltatrice. Tale disposizione vale anche qualora l’importo previsto nelle somme a disposizione non sia sufficiente a coprire per intero le spese per accertamenti e veriche di laboratorio, pertanto in questo caso l’Impresa esecutrice dei lavori dovrà farsi carico della sola parte eccedente alla relativa copertura finanziaria. Dei campioni potrà essere ordinata la conservazione nel competente ufficio tecnico o sedi distaccate dell’Amministrazione Appaltante, numerandoli di sigilli e firma del Direttore dei lavori (o dal suo assistente di cantiere) e dell’impresa, nei modi più adatti a garantire l’autenticità. Per ciascuno scarico, la fornitura e posa in corrispondenza dei parametri elencati, opera di beni inerenti la tabella riportata sicurezza della circolazione stradale di seguito specifica la frequenza elencate: – apparecchi, giunti, appoggi e sistemi antisismici per ponti e viadotti; – barriere di sicurezza; – barriere fonoassorbenti; – impianti elettrici; – impianti di illuminazione; – impianti tecnologici per l’edilizia civile ed industriale; – segnaletica verticale e orizzontale; l’impresa appaltatrice delle relative forniture si dovrà attenere alle specifiche riportate sulle Circolari del monitoraggio ed il metodo utilizzato: Volume acqua Ministero dei LL.PP. del 16 maggio 1996, n. 2357, 27 dicembre 1996, n. 5923, 9 giugno 1997, n. 3107 e del 17 giugno 1998, n. 3652 (m3/anno) X - // annuale // BOD5 X X annuale 5120 Azoto ammoniacale (come NH4) X - annuale 4030 (*) In accordo a quanto riportato nella nota “Definizione di modalità per l’attuazione dei Piani di Monitoraggio art. 1 e Controllo “ di ISPRA prot. 18712 dell’1/6/11 i metodi di campionamento ed analisi devono essere basati su metodiche riconosciute a livello nazionale o internazionale. Le attività di laboratorio devono essere eseguite preferibilmente in strutture accreditate secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 per i parametri di interesse e, in ogni modo, i laboratori d’analisi essere dotati almeno di un sistema di gestione della qualità certificato secondo la norma ISO 9001. (**)Il saggio di tossicità acuta ha lo scopo di valutare l'incidenza “biologica” dello scarico idrico ed è da considerarsi un indicatore del buon funzionamento dell’impianto di depurazione acque reflue. In caso di riscontro positivo nel corso degli autocontrolli, pertanto, il Gestore dovrà provvedere ad informare l’Autorità Competente ed A.R.P.A. dell’esito del controllo, delle azioni intraprese per individuare la causa del problema e della successiva risoluzione (saggio tossicità conforme). In nessun caso può essere considerata esauriente, ai fini della risoluzione della non conformità, la mera ripetizione del test. Solo nel caso non si risolva la non conformità, si individuerà la violazione della prescrizione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, ovvero nel caso in cui il saggio di tossicità non sia l’unica non conformità ai limiti riscontrata; se - infatti - nello scarico idrico risultano non conformi anche altri parametri si procederà direttamente alla contestazione della violazione. Sul pozzo ad “uso industriale” l’azienda dovrà procedere ad identificare i dati e procedere all’esecuzione dei controlli previsti dalle successive tabelle F9 e F10: Pozzo Coordinate UTM32-WGS84 Livello piezometrico medio della falda (m.s.l.mall.) Profondità del pozzo (m) Profondità nei riguardi della presentazione della dichiarazione di impegno o di conformità o certificazione di conformità sia all’atto dell’offerta che all’aggiudicazione dei filtri (m)lavori.

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Acqua. Per ciascuno scaricoL’acqua dovrà essere limpida, in corrispondenza dei parametri elencatidolce, la tabella riportata priva di seguito specifica la frequenza del monitoraggio ed il metodo utilizzato: Volume acqua (m3sali aggressivi, esente da materie terrose, da materie organiche e/anno) X - // annuale // BOD5 X X annuale 5120 Azoto ammoniacale (come NH4) X - annuale 4030 (*) In accordo a quanto riportato nella nota “Definizione di modalità per l’attuazione dei Piani di Monitoraggio e Controllo “ di ISPRA prot. 18712 dell’1/6/11 i metodi di campionamento ed analisi devono essere basati su metodiche riconosciute a livello nazionale o internazionalecomunque dannose all’uso cui l’acqua medesima è destinata. Le attività pozzolane e le calci aeree dovranno rispondere ai requisiti di laboratorio devono essere eseguite preferibilmente in strutture accreditate secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 per i parametri accettazione e prove di interesse ecui alle norme vigenti riportate nei X.X. 00 novembre 1939, in ogni modon. 2230 e n. 2231. Le calci idrauliche, i laboratori d’analisi cementi e gli agglomeranti cementizi a rapida o lenta presa da impiegare per qualsiasi lavoro, dovranno corrispondere a tutte le particolari prescrizioni e requisiti di accettazione di cui alla L. 26 maggio 1965, n. 595 e ss.mm.ii., nonché dal D.M. 31 agosto 1972. Essi dovranno essere dotati almeno conservati in depositi coperti e riparati dall’umidità. Le ghiaie, i pietrischi e le sabbie ossia gli inerti da impiegare nella formazione dei calcestruzzi, ai sensi del D.M. 9 gennaio 1996 – Allegato 1, dovranno essere costituiti da elementi non gelivi, non friabili, privi di un sistema sostanze organiche, limose, argillose e di gestione gesso. Le dimensioni della ghiaia o del pietrisco devono avere valori massimi commisurati alle caratteristiche geometriche dell’opera da eseguire, dal copriferro e dall’interferro delle armature. La sabbia da impiegarsi nelle murature o nei calcestruzzi dovrà essere preferibilmente di qualità certificato secondo silicea. Dovrà avere forma angolosa ed avere elementi di grossezza variabile da mm 1 a mm 5. L’esecutore dovrà garantire la norma ISO 9001regolarità delle caratteristiche della granulometria per ogni getto sulla scorta delle indicazioni riportate sugli elaborati progettuali e/o da quanto indicato dalla Direzione Lavori. (**)Il saggio I pietrischi, i pietrischetti, le sabbie e gli additivi da impiegarsi per le costruzioni stradali dovranno rispondere ai requisiti di tossicità acuta ha lo scopo accettazione di valutare l'incidenza “biologica” dello scarico idrico ed è cui alle norme tecniche del C.N.R., fascicolo n. 4/1953. Le definizioni dei vari elementi scaturiscono dal passaggio di una serie di xxxxxxxx definiti da considerarsi un indicatore norme U.N.I. I metodi da seguire per il prelevamento di aggregati, per ottenere dei campioni rappresentativi del buon funzionamento dell’impianto di depurazione acque refluemateriale in esame occorre fare riferimento alle norme tecniche del C.N.R. – B.U. n. 93/1982. In caso generale i materiali inerti impiegati nelle sovrastrutture stradali dovranno essere costituiti da elementi sani e tenaci, non gelivi, essere puliti, praticamente esenti da materie eterogenee e soddisfare i requisiti riportati nelle norme tecniche C.N.R. – B.U. n. 139/1992. Devono essere costituiti da materiale frantumato spigoloso e poliedrico. L’additivo (filler) deve essere costituito da polvere proveniente da rocce calcaree di riscontro positivo nel corso degli autocontrollifrantumazione, pertanto, il Gestore dovrà provvedere ad informare l’Autorità Competente ed A.R.P.A. dell’esito del controllo, delle azioni intraprese per individuare la causa del problema all’occorrenza si può usare anche cemento portland e della successiva risoluzione (saggio tossicità conforme). In nessun caso può essere considerata esauriente, ai fini della risoluzione della non conformità, la mera ripetizione del test. Solo nel caso non si risolva la non conformità, si individuerà la violazione della prescrizione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, ovvero nel caso in cui il saggio di tossicità non sia l’unica non conformità ai limiti riscontrata; se - infatti - nello scarico idrico risultano non conformi anche altri parametri si procederà direttamente alla contestazione della violazione. Sul pozzo ad “uso industriale” l’azienda dovrà procedere ad identificare i dati e procedere all’esecuzione dei controlli previsti dalle successive tabelle F9 e F10: Pozzo Coordinate UTM32-WGS84 Livello piezometrico medio della falda (m.s.l.mcalce idrata.) Profondità del pozzo (m) Profondità dei filtri (m)

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