Aspetti negativi. Nessuno.
Aspetti negativi. Le difficoltà più rilevanti sono il tempo di terapia, nel senso che una proposta terapeutica si sviluppa in tappe lunghe e il processo non è veloce; difendere una cultura non assistenziale comporta un’enorme disponibilità di risorse e un’ottima organizzazione interna. A livello nazionale ci sono pochi professionisti formati in questo campo specifico (Borgo san Xxxxxxx ha la fortuna di trovarsi vicino ad un’ avanguardia presente nel territorio della provincia di Prato) Il progetto è altamente trasferibile là dove c’è la possibilità di una copertura economica per il reperimento dei professionisti, dati i risultati ottenuti sarebbe auspicabile questo tipo di intervento a favore dei beneficiari accolti all’interno dello SPRAR Il progetto è innovativo perché è un progetto volto a potenziare, attraverso i propri metodi, le capacità innate di ogni persona nel raggiungimento dell’obiettivo, imparare a “cavarsela da soli” con la consapevolezza di avere a disposizione un punto di appoggio. Il progetto è finalizzato anche ad aumentare la loro capacità nel modo di comunicare (nuovi codici), di organizzare le varie attività, di leggere in modo reale le difficoltà quotidiane, di gestire i conflitti (con quali strumenti), di trovare la giusta distanza nella relazione di aiuto, di potenziare il raggiungimento dell’autonomia alla fine dell’accoglienza.
Aspetti negativi. Gli ostacoli consistono nello spiegare, in ogni occasione, chi sono i RARU, nel dare informazioni e nel dedicare molto tempo agli incontri con le persone per la sensibilizzazione sulla tematica dell’asilo. Sì.
Aspetti negativi. Il territorio codroipese è sprovvisto di luoghi strutturati dedicati all’incontro e al confronto fra le donne. Da qui l’esigenza di pensare situazioni di incontro fra le donne e le loro culture, utilizzando come risorsa la rete di situazioni presente sul territorio.
Aspetti negativi. Il Centro intende essere un luogo dove possano trovare pieno spazio e valorizzazione le competenze e le capacità d’espressione dei richiedenti asilo e rifugiati che lo frequentano, in funzione di una migliore loro relazione con il tessuto sociale e culturale del territorio. Questo processo di partecipazione e di coprogettazione quotidiana delle attività e delle iniziative del Centro, che mira a svilupparsi in una logica di dialogo e relazione con coloro che quotidianamente fruiscono dei servizi, necessita ancora di tempo e di un lavoro mirato e costante.
Aspetti negativi. La prassi vincola l’ente gestore a servirsi esclusivamente presso il suddetto negozio, comunque scelto tenendo conto della sua posizione strategica rispetto agli alloggi dei beneficiari.
Aspetti negativi. Il percorso richiederebbe una prosecuzione anche oltre i termini di permanenza del beneficiario. L’efficacia dell’azione non può essere ancora pienamente valutata non avendo i beneficiari un periodo sufficientemente lungo di fuoriuscita dal progetto. Da un punto di vista organizzativo non si sono ancora trovate sinergie tra la fase dell’accoglienza (che comunque prevede una erogazione di risorse) e l’accompagnamento economico.
Aspetti negativi. Non ci sono aspetti negativi da segnalare, almeno fino a questo momento.
Aspetti negativi. Principale ostacolo è apparsa la piena comprensione, da parte dei beneficiari, della tipologia di esami a cui sarebbero stati sottoposti e dei relativi benefici derivanti dal programma di prevenzione/cura, anche in termini di propria consapevolezza. In alcuni casi isolati si è verificata una forte resistenza di origine antropologico-culturale Si Creazione di una rete, tra Ente locale referente del Progetto, Ente gestore e principali realtà socio- sanitarie locali, quali Azienda Sanitaria Locale – Provincia di Bergamo ed Azienda Sanitaria Ospedali Riuniti di Bergamo Breve descrizione della prassi: Il progetto Etnopsichiatria si pone l’obiettivo di supportare a livello clinico il percorso di interazione dei beneficiari attraverso incontri di gruppo sia con i beneficiari che, quest’anno, con gli operatori.
Aspetti negativi. La presenza di beneficiari provenienti da Paesi per le cui aree linguistiche di appartenenza non vi sono mediatori iscritti all’elenco regionale e associati all’ Associazione Mediatori di comunità ONLUS, convenzionata con l’ Azienda sanitaria 4.4, rende indispensabile attivare le attività di mediazione a carico del Progetto Codroi/Po_lis ( contrariamente a quanto previsto nel protocollo quale servizio istituzionalizzato dall’ Azienda Sanitaria) Vale la pena inoltre sottolineare che le frequenti modifiche normative in materia di immigrazione e asilo rendono spesso indispensabile attuare accorgimenti alle procedure al fine di evitare la frammentazione degli interventi socio-sanitari.