Considerazioni conclusive. L’indagine ha preso in esame la gestione del Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico, analizzandone gli obiettivi e le azioni e verificandone lo stato di realizzazione. Per quanto concerne tale profilo, si è riscontrata per l’azione 7 “Biologico paper less- informatizzazione” la mancata proposta di innovazioni legislative, il che richiede una specifica attenzione da parte dell’amministrazione. Inoltre, per l’operazione 10.1, che prevedeva l’elaborazione del Piano per la ricerca e la innovazione in agricoltura biologica, è emerso un ritardo nella conclusione del progetto rispetto ai tempi previsti dalla convenzione con il Crea. La verifica della gestione dei finanziamenti, svolta attraverso l’analisi del capitolo 7742 del bilancio del Mipaaf, ha consentito di riscontrare un consistente accumulo di residui ed una limitata capacità di smaltimento degli stessi, oltre ad un rilevante ammontare di economie, pari a 25.640.850 euro, negli esercizi oggetto di indagine. In merito al primo punto, questa Sezione ritiene di prendere atto delle spiegazioni fornite dal ministero circa le specificità e la intrinseca lentezza della procedura, che porta alla liquidazione dei progetti in tempi estremamente lunghi. liquidazione. Più in generale, l’intera fase di interlocuzione con i soggetti proponenti potrebbe essere velocizzata valutando la possibilità di introdurre modalità procedimentali più snelle e tempistiche più ristrette. Il profilo, tuttavia, che presenta maggiore criticità, riguarda la limitata capacità di smaltimento dei residui e dai valori, minimali, di pagato sia in conto residui che in conto competenza, rispetto alla massa spendibile. Tale dato risulta stabilmente basso nel corso degli esercizi in esame e, a tutto il 2020, la media dello stesso sulla massa spendibile risulta inferiore all’8 per cento nell’ultimo quinquennio; tale situazione risulta maggiormente evidente se collegata con la facoltà per l’amministrazione di concedere ai proponenti anticipi fino al 60 per cento dell’importo totale del progetto e acconti fino al 90 per cento a seconda dello stato di avanzamento degli stessi. Tale valutazione rimane valida anche prendendo in esame i pagamenti effettuati sul p.g. 83 del cap. 7742, relativi a residui perenti e reiscritti; difatti, anche i progetti più risalenti nel periodo oggetto di indagine, riferibili al 2016 e al 2017, mostrano un rapporto tra massa spendibile e pagato totale non superiore alla misura, piuttosto limitata, del 31 per cento. Risulta, pertanto, confermata l’esigenza, per l’amministrazione, di adottare misure regolamentari tese a snellire l’iter dei progetti.
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Samples: Financing Agreement
Considerazioni conclusive. È evidente che l’innovazione dei modelli di business vada di pari passo con quella tecnologica, che ne diviene colonna portante e principale facilitatore per la risoluzione delle controversie. È possibile cogliere le discrepanze nel grado di innovazione fra le imprese del settore dei beni strumentali, come Alfa, Beta e Gamma, ma le differenze diventano anche molto più significative in settori produttivi con tassi di crescita e di innovazione molto minori. Le evidenze più recenti corrispondono agli esiti di una ricerca incentrata su “l’utilizzo degli incentivi di super e iper ammortamento da parte delle imprese italiane”, presentata a giugno 2018 dall’associazione UCIMU. L’indagine su un campione rappresentativo di 200 imprese metalmeccaniche evidenzia che c’è una fatta decisamente ampia della popolazione, circa la metà, che nel 2017 non ha preso effettuato alcun tipo di investimento in esame nuove tecnologie di produzione, ritardando il processo di trasformazione 4.0. Buona parte di chi non ha investito si dice non intenzionato a farlo in futuro. Di contro, molte delle imprese che hanno fatto investimenti in nuove tecnologie in questo biennio prevede di fare ulteriori investimenti anche in futuro; sembra quindi allargarsi il “digital divide”. Emergono quindi due principali tendenze che vanno in direzione opposta e che vanno a consolidarsi in due poli nel sistema manifatturiero, cioè imprese innovative, sempre più forti, che miglioreranno sempre di più le proprie performance, e imprese che invece rimangono inerti e attaccate alle proposizioni tradizionali; queste ultime, sebbene siano la gestione maggioranza, sono probabilmente destinate a scomparire. In questo quadro, il comparto dei beni strumentali è fra quelli che hanno sperimentato maggiormente i cambiamenti sia tecnologici che dal punto di vista dell’impostazione del Piano strategico nazionale business; intere filiere subiscono le positive conseguenze dei cambiamenti in atto in questo settore chiave, slegandosi da tradizionali rapporti di mera compravendita a favore di partnership durature e a vantaggio di tutti gli attori che ne fanno parte. I risultati, grazie anche agli interventi governativi analizzati, sono stati chiari e incoraggianti: a maggio 2018 (fonte Istat) il settore è ancora in crescita e traina tutta la produzione industriale italiana, in cui si conferma un’eccellenza. Tuttavia, tranne per lo sviluppo del sistema biologicoalcuni casi peculiari, analizzandone gli obiettivi e le azioni e verificandone lo stato di realizzazione. Per quanto concerne tale profilocome ad esempio Alfa, si è riscontrata ancora lontani dalla piena implementazione di contratti innovativi basati sul risultato e guidati dall’obiettivo della co- creazione di valore; la maggior parte delle imprese si trovano adesso in fase di transizione. La conclusione che dunque si può trarre è che gli incentivi istituzionali devono proseguire per l’azione 7 “Biologico paper less- informatizzazione” la mancata proposta spingere in una direzione che per molti è ancora piena di innovazioni legislativedubbi e difficoltosa da intraprendere, il soprattutto a livello finanziario visto che richiede una specifica attenzione parliamo di realtà piccole e medie. La trasformazione sarà totalizzante ad ogni livello organizzativo ma, per non perdere valore e competitività sul mercato, inevitabile. Per evitare bruschi stravolgimenti interni, essa va affrontata con un approccio graduale, sfruttando al meglio le potenzialità delle nuove tecnologie e creando partnership con attori esterni, in primis i clienti stessi. Infine, gli investimenti in tecnologia devono andare di pari passo con gli investimenti in capitale umano, che altrimenti rischia di emergere concretamente come un insormontabile ostacolo, specialmente se da parte dell’amministrazione. Inoltre, per l’operazione 10.1, che prevedeva l’elaborazione del Piano per la ricerca degli attori coinvolti manca una chiara e la innovazione in agricoltura biologica, è emerso un ritardo nella conclusione del progetto rispetto ai tempi previsti dalla convenzione con il Crea. La verifica della gestione condivisa consapevolezza dei finanziamenti, svolta attraverso l’analisi del capitolo 7742 del bilancio del Mipaaf, ha consentito rischi ma soprattutto dei benefici di riscontrare un consistente accumulo di residui ed una limitata capacità di smaltimento degli stessi, oltre ad un rilevante ammontare di economie, pari a 25.640.850 euro, negli esercizi oggetto di indagine. In merito al primo punto, questa Sezione ritiene di prendere atto delle spiegazioni fornite dal ministero circa le specificità e la intrinseca lentezza della procedura, che porta alla liquidazione dei progetti in tempi estremamente lunghi. liquidazione. Più in generale, l’intera fase di interlocuzione con i soggetti proponenti potrebbe essere velocizzata valutando la possibilità di introdurre modalità procedimentali più snelle e tempistiche più ristrette. Il profilo, tuttavia, che presenta maggiore criticità, riguarda la limitata capacità di smaltimento dei residui e dai valori, minimali, di pagato sia in conto residui che in conto competenza, rispetto alla massa spendibile. Tale dato risulta stabilmente basso nel corso degli esercizi in esame e, a tutto il 2020, la media dello stesso sulla massa spendibile risulta inferiore all’8 per cento nell’ultimo quinquennio; tale situazione risulta maggiormente evidente se collegata con la facoltà per l’amministrazione di concedere ai proponenti anticipi fino al 60 per cento dell’importo totale del progetto e acconti fino al 90 per cento a seconda dello stato di avanzamento degli stessi. Tale valutazione rimane valida anche prendendo in esame i pagamenti effettuati sul p.g. 83 del cap. 7742, relativi a residui perenti e reiscritti; difatti, anche i progetti più risalenti nel periodo oggetto di indagine, riferibili al 2016 e al 2017, mostrano un rapporto tra massa spendibile e pagato totale non superiore alla misura, piuttosto limitata, del 31 per cento. Risulta, pertanto, confermata l’esigenza, per l’amministrazione, di adottare misure regolamentari tese a snellire l’iter dei progettidirompente trasformazione.
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Samples: Prova Finale
Considerazioni conclusive. L’indagine ha preso in esame Nel 2017 la gestione del Piano strategico nazionale dell’Agenas è stata caratterizzata da un aumento delle entrate correnti (+2,3 per lo sviluppo cento rispetto al 2016) e, in particolare, dal recupero dei trasferimenti dalle Amministrazioni pubbliche (+24,8 per cento) dopo la flessione registrata nello scorso esercizio. Si è, invece, registrata una lieve diminuzione (-5 per cento) delle entrate relative all’attività di gestione del sistema biologiconazionale di educazione continua in medicina - Ecm (euro 15,68 milioni, analizzandone rispetto ai 16,47 dell’esercizio precedente), che resta comunque di gran lunga la principale fonte di finanziamento dell’Agenzia. Le spese complessive hanno segnato una leggera diminuzione e il saldo finanziario è così cresciuto dell’11 per cento. Nonostante si sia registrato un miglioramento rispetto ai dati dello scorso esercizio, restano scostamenti significativi tra gli obiettivi accertamenti e gli impegni a consuntivo e le azioni e verificandone lo stato previsioni definitive di realizzazionebilancio, indice questo di una ancora insoddisfacente capacità programmatoria, cui l’Ente dovrebbe porre rimedio con un più attento monitoraggio delle effettive esigenze, soprattutto in materia di spese. Per quanto concerne tale profiloPur con un lieve decremento, si è riscontrata restano elevati gli importi per l’azione 7 “Biologico paper less- informatizzazione” la mancata proposta le collaborazioni concernenti l’attività di innovazioni legislative, il che richiede una specifica attenzione da parte dell’amministrazioneEcm: per esse l’Agenzia ha impegnato risorse per euro 1,05 milioni (a fronte di euro 1,15 milioni nel 2016). Inoltre, in particolare per l’operazione 10.1il supporto alle Regioni impegnate nei piani di rientro, che prevedeva l’elaborazione del Piano l’Agenzia ha impegnato euro 6,44 milioni per la collaborazioni coordinate e a progetto (6,52 milioni di euro nel 2016) ed euro 1,25 milioni per incarichi libero professionali di studio (1,24 milioni nel 2016), ricerca e collaborazione per un totale di 249 collaborazioni (contro 223 nel 2016), di cui 204 (186) coordinate e continuative, 3 (6) occasionali e 45 (31) professionali con partita Iva. La Corte aveva già sottolineato nei precedenti referti l’elevato numero delle collaborazioni, la innovazione notevole diversità delle loro tipologie e l’entità delle spese connesse che configurava un quadro di non agevole comprensione. Pertanto, richiedeva l’adozione urgente da parte dell’Agenas di politiche organizzative che limitassero in agricoltura biologicamodo sostanziale il ricorso agli incarichi esterni e ne definissero in modo chiaro, è emerso un ritardo nella conclusione del progetto rispetto ai tempi previsti dalla convenzione anche sul sito istituzionale, le tipologie contrattuali. In proposito l’Agenzia ha fatto presente che la rideterminazione dell’organico con il Creamaggior numero di risorse umane consentito dalla legge di bilancio per il 2018 consentirà di limitare il ricorso alle collaborazioni di esperti e di collaboratori esterni, per il cui avvalimento il nuovo regolamento prevede ora specifiche disposizioni. La verifica Questa Corte si riserva di valutare il rispetto di tale impegno nelle prossime relazioni. L’esercizio in esame si chiude con un avanzo finanziario di competenza pari a euro 6,38 milioni (+11 per cento rispetto al 2016). A fine 2017, l’avanzo economico d’esercizio raggiunge l’importo di euro 7,45 milioni con un incremento del 3 per cento rispetto all’esercizio precedente, conseguenza del miglior saldo positivo della gestione dei finanziamenti, svolta attraverso l’analisi del capitolo 7742 del bilancio del Mipaaf, ha consentito di riscontrare un consistente accumulo di residui ed una limitata capacità di smaltimento degli stessi, oltre ad un rilevante ammontare di economie, pari a 25.640.850 euro, negli esercizi oggetto di indagine. In merito al primo punto, questa Sezione ritiene di prendere atto delle spiegazioni fornite dal ministero circa le specificità e la intrinseca lentezza della procedura, che porta alla liquidazione dei progetti in tempi estremamente lunghi. liquidazione. Più in generale, l’intera fase di interlocuzione con i soggetti proponenti potrebbe essere velocizzata valutando la possibilità di introdurre modalità procedimentali più snelle e tempistiche più ristrettecaratteristica. Il profilopatrimonio netto, tuttaviaconseguentemente, che presenta maggiore criticitàsi attesta ad euro 109,54 milioni, riguarda la limitata capacità di smaltimento dei residui e dai valori, minimali, di pagato sia in conto residui che in conto competenza, rispetto alla massa spendibile. Tale dato risulta stabilmente basso nel corso degli esercizi in esame e, a tutto il 2020, la media dello stesso sulla massa spendibile risulta inferiore all’8 superiore del 7 per cento nell’ultimo quinquennio; tale situazione risulta maggiormente evidente se collegata con la facoltà rispetto al 2016. Cresce (+7 per l’amministrazione cento) il fondo di concedere ai proponenti anticipi fino cassa che, al 60 per cento dell’importo totale termine del progetto e acconti fino al 90 per cento a seconda dello stato di avanzamento degli stessi. Tale valutazione rimane valida anche prendendo in esame i pagamenti effettuati sul p.g. 83 del cap. 7742, relativi a residui perenti e reiscritti; difatti, anche i progetti più risalenti nel periodo oggetto di indagine, riferibili al 2016 e al 2017, mostrano un rapporto tra massa spendibile e pagato totale non superiore alla misura, piuttosto limitata, presenta la consistenza di euro 100,37 milioni. L’avanzo di amministrazione (euro 102,62 milioni) registra anch’esso una crescita del 31 7 per cento. RisultaIn seguito alle procedure di riaccertamento, pertantola gestione dei residui evidenzia anche nel 2017, confermata l’esigenzacome negli anni precedenti, per l’amministrazioneuna preminenza degli attivi. La Corte auspica che l’Agenzia prosegua nelle iniziative idonee a ridurne la consistenza, compatibilmente con la pratica attuazione dei programmi di adottare misure regolamentari tese a snellire l’iter dei progettiricerca.
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Samples: Determinazione E Relazione Sul Risultato Del Controllo Eseguito Sulla Gestione Finanziaria
Considerazioni conclusive. L’indagine ha preso in esame Seppure attraverso un percorso durante il quale negli ultimi due anni si è dovuta registrare la gestione crisi dei rapporti unitari tra le principali confederazioni, i rinnovi contrattuali 2006-2009 segnano oggettivamente l’ultima tappa del Piano strategico nazionale modello contrattuale definito nel 1993 per lo sviluppo del sistema biologicoil lavoro pubblico, analizzandone sia per il riferimento al quadro legislativo, sia per il riferimento al modello di relazioni sindacali definito per via negoziale. Il mutato quadro potrebbe consentire una valutazione di sintesi dell’esperienza pregressa che non è però tra gli obiettivi di questo Rapporto; ciononostante vanno evidenziati quanto meno alcuni elementi di continuità che hanno caratterizzato la contrattazione di secondo livello e le azioni e verificandone lo stato che si sono rilevati anche in quest’ultima ricognizione. Va, in primo luogo riconosciuto che il processo di realizzazione. Per quanto concerne tale profilo, si è riscontrata per l’azione 7 “Biologico paper less- informatizzazione” la mancata proposta contrattualizzazione del rapporto di innovazioni legislative, il che richiede una specifica attenzione da parte dell’amministrazione. Inoltre, per l’operazione 10.1, che prevedeva l’elaborazione del Piano per la ricerca e la innovazione in agricoltura biologica, è emerso un ritardo nella conclusione del progetto rispetto ai tempi previsti dalla convenzione con il Crea. La verifica della gestione dei finanziamenti, svolta attraverso l’analisi del capitolo 7742 del bilancio del Mipaaf, lavoro ha consentito di riscontrare un consistente accumulo evidenziare maggiormente il nesso funzionale che lega il lavoro all’organizzazione e quello sinallagmatico che lega la prestazione alla retribuzione. Senza questo processo non si sarebbero potute realizzare né le esperienze di residui ed una limitata capacità valutazione della prestazione, né quelle di smaltimento degli stessi, oltre ad un rilevante ammontare di economie, pari a 25.640.850 euro, negli esercizi oggetto di indagine. In merito al primo punto, questa Sezione ritiene di prendere atto delle spiegazioni fornite dal ministero circa le specificità e la intrinseca lentezza della procedura, che porta alla liquidazione dei progetti in tempi estremamente lunghi. liquidazione. Più in generale, l’intera fase di interlocuzione con i soggetti proponenti potrebbe essere velocizzata valutando la possibilità di introdurre modalità procedimentali più snelle e tempistiche più ristrette. Il profilo, tuttavia, che presenta maggiore criticità, riguarda la limitata capacità di smaltimento dei residui e dai valori, minimaliflessibilizzazione retributiva, di pagato sia in conto residui tipologia di rapporto, di orario che in conto competenza, rispetto alla massa spendibileormai sono a tutti gli effetti patrimonio stabile della normativa legislativa e contrattuale del rapporto di lavoro pubblico. Tale dato risulta stabilmente basso E l’innovazione normativa ha avuto effetti positivi sull’organizzazione di molte amministrazioni come dimostrano le segnalazioni ed i premi anche indetti dal Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel corso degli esercizi anni; e in esame equeste positive performance il ruolo della partecipazione e della contrattazione ha svolto un ruolo non indifferente, a tutto cominciare dal livello nazionale, principale artefice delle flessibilizzazioni e dell’orientamento della gestione del personale all’organizzazione ed al ruolo sociale delle amministrazioni. Soprattutto a partire dai CCNL della tornata 1998-2001 è iniziata un’opera di revisione completa della normativa sul lavoro che i contratti 2002- 2005 hanno poi consolidato. Anche per questo i contratti 2006-2009 si sono limitati per lo più ad apportare poche modifiche alla disciplina pregressa. Se si prescinde dal non certo residuale istituto delle progressioni verticali, i CCNL hanno normalmente dialogato in modo stringente ma costruttivo anche con gli organismi di controllo e certificazione, superando col tempo gli eccessi di diffidenza ed affinando le tecniche di collaborazione ed influenza: un esempio in questa direzione si ricava proprio dalle certificazioni degli ultimi contratti nazionali, nel corso delle quali – come detto – in qualche caso la Corte dei conti ha proposto riscritture accettate dalle parti di clausole contrattuali; un secondo esempio si ricava dalle Relazioni annuali degli ultimi due anni, nel corso delle quali la Corte – commentando il 2020maggio potere riconosciutogli dal legislatore della legge 133/2008 e del d. lgs. 150/2009 afferma comunque che “la Corte nel prendere atto della volontà del legislatore di conferire maggior effettività alle pronunce, sottolineava come la media dello stesso sulla massa spendibile risulta inferiore all’8 per cento nell’ultimo quinquennio; tale situazione risulta maggiormente evidente se collegata revisione di un effetto vincolante delle pronunce, non superabile neppure attraverso il procedimento di registrazione con riserva, richiedesse un esercizio prudente del potere di certificazione, limitato alla verifica dei soli effetti economico-finanziari degli accordi, con esclusione di qualsiasi ingerenza da parte della Corte, nel merito di scelte negoziali, frutto di delicate valutazioni di ordine politico, finalizzate a garantire un periodo di tregua sociale”: con questo ricordando come la facoltà per l’amministrazione doppia valenza dei processi contrattuali nei sistemi democratici, chiamati a contemperare finanza, organizzazione e lavoro anche nella prospettiva di concedere ai proponenti anticipi fino al 60 per cento dell’importo totale una organizzazione sociale, globalmente intesa, condivisa. È certo che proprio a partire dal d.l. 112/2008, il legislatore accentui il potere di coordinamento del progetto e acconti fino al 90 per cento a seconda dello stato di avanzamento degli stessi. Tale valutazione rimane valida anche prendendo in esame i pagamenti effettuati sul p.g. 83 del cap. 7742, relativi a residui perenti e reiscritti; difattiGoverno, anche i progetti più risalenti nel periodo oggetto per quanto attiene ai comparti non statali, non riproponendo la norma che consentiva ai comitati di indaginesettore, riferibili al 2016 e al 2017, mostrano un rapporto tra massa spendibile e pagato totale non superiore alla misura, piuttosto limitata, del 31 per cento. Risulta, pertanto, confermata l’esigenza, per l’amministrazionein caso di dissenso con l’Esecutivo sulla compatibilità economico-finanziaria dei costi contrattuali, di adottare misure regolamentari tese a snellire l’iter dare comunque corso all’ipotesi di accordo sottoscritta, restando in ogni caso escluso qualsiasi concorso dell’erario alla copertura dei progetticosti contrattuali. Quest’orientamento si è ulteriormente rafforzato e reso esplicito con il d.l. 78/2010 che adotta un nuovo riferimento normativo per individuare le pubbliche amministrazioni destinatarie. Non più (se non in casi sporadici) l’art. 1 del d. lgs. 165/2001, ma la più ampia nozione ricavabile dal primo articolo della legge 196/20098 sulla contabilità e finanza pubblica.
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Considerazioni conclusive. L’indagine ha preso Nel 2018 la gestione dell’Agenas è stata caratterizzata da un aumento delle entrate correnti (+9,3 per cento rispetto al 2017) dovuto, in particolare, all’ulteriore crescita dei trasferimenti dalle Amministrazioni pubbliche (+24,2 per cento; nel 2017 l’incremento era stato del 24,8 per cento, dopo la flessione registrata nell’esercizio precedente). Si è, inoltre, registrato un lieve aumento (+0,8 per cento) delle entrate relative alla vendita di servizi (euro 15,95 milioni, rispetto ai 15,68 dell’esercizio precedente), in massima parte connessi all’attività di gestione del sistema nazionale di educazione continua in medicina - Ecm, che resta di gran lunga la principale fonte di finanziamento dell’Agenzia. Le spese complessive hanno segnato un aumento del 10,2 per cento e il saldo finanziario è risultato pari a 7,5 milioni, (6,4 milioni nel 2017). Nonostante si riscontri una tendenza al miglioramento nel corso dei successivi esercizi, restano scostamenti significativi tra gli accertamenti e gli impegni a consuntivo e le previsioni definitive di bilancio, indice questo di una ancora insoddisfacente capacità programmatoria, cui l’Ente dovrebbe porre rimedio con un più attento monitoraggio delle effettive esigenze, soprattutto in materia di spese. Sono ulteriormente aumentate le uscite, già molto elevate, per le collaborazioni. L’ammontare registrato nell’esercizio in esame sfiora i 9 milioni di euro (+15,2 per cento). La Corte ne aveva già sottolineato, nei precedenti referti, l’entità ragguardevole, in termini numerici e monetari, evidenziandone altresì la gestione del Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologiconotevole presenza in diversi settori dell’Agenzia. Pertanto, analizzandone gli obiettivi e le azioni e verificandone lo stato di realizzazione. Per quanto concerne tale profilo, si è riscontrata per l’azione 7 “Biologico paper less- informatizzazione” la mancata proposta di innovazioni legislative, il che richiede una specifica attenzione richiedeva l’adozione da parte dell’amministrazionedell’Agenas di politiche organizzative che limitassero in modo sostanziale il ricorso agli incarichi esterni e ne definissero in modo chiaro, anche sul sito istituzionale, le tipologie contrattuali. InoltreIn proposito l’Agenzia ha fatto presente che la rideterminazione dell’organico con il maggior numero di risorse umane consentito dalla legge di bilancio per il 2018 consentirà di limitare il ricorso alle collaborazioni di esperti e di collaboratori esterni, per l’operazione 10.1il cui avvalimento il nuovo regolamento prevede ora specifiche disposizioni. Essendo già iniziate le procedure per il reclutamento del personale previsto nel nuovo organico, che prevedeva l’elaborazione questa Corte si riserva di valutare il rispetto di tale impegno già nella relazione per il 2019. A fine 2018, l’avanzo economico d’esercizio raggiunge l’importo di euro 6,3 milioni inferiore peraltro a quello del Piano per la ricerca e la innovazione in agricoltura biologica2017 (7,5 milioni), è emerso conseguenza di un ritardo nella conclusione del progetto rispetto ai tempi previsti dalla convenzione con il Crea. La verifica minor saldo positivo della gestione dei finanziamenti, svolta attraverso l’analisi del capitolo 7742 del bilancio del Mipaaf, ha consentito di riscontrare un consistente accumulo di residui ed una limitata capacità di smaltimento degli stessi, oltre ad un rilevante ammontare di economie, pari a 25.640.850 euro, negli esercizi oggetto di indagine. In merito al primo punto, questa Sezione ritiene di prendere atto delle spiegazioni fornite dal ministero circa le specificità e la intrinseca lentezza della procedura, che porta alla liquidazione dei progetti in tempi estremamente lunghi. liquidazione. Più in generale, l’intera fase di interlocuzione con i soggetti proponenti potrebbe essere velocizzata valutando la possibilità di introdurre modalità procedimentali più snelle e tempistiche più ristrettecaratteristica. Il profilopatrimonio netto si attesta ad euro 115,88 milioni, tuttavia, che presenta maggiore criticità, riguarda la limitata capacità di smaltimento dei residui e dai valori, minimali, di pagato sia in conto residui che in conto competenza, rispetto alla massa spendibile. Tale dato risulta stabilmente basso nel corso degli esercizi in esame e, a tutto il 2020, la media dello stesso sulla massa spendibile risulta inferiore all’8 superiore del 5,8 per cento nell’ultimo quinquennio; tale situazione risulta maggiormente evidente se collegata con la facoltà per l’amministrazione di concedere ai proponenti anticipi fino al 60 per cento dell’importo totale del progetto e acconti fino al 90 per cento a seconda dello stato di avanzamento degli stessi. Tale valutazione rimane valida anche prendendo in esame i pagamenti effettuati sul p.g. 83 del cap. 7742, relativi a residui perenti e reiscritti; difatti, anche i progetti più risalenti nel periodo oggetto di indagine, riferibili al 2016 e rispetto al 2017. Cresce (+8,1 per cento) il fondo di cassa che, mostrano un rapporto tra massa spendibile e pagato totale non superiore alla misuraal termine del 2018, piuttosto limitata, presenta la consistenza di euro 109,26 milioni. L’avanzo di amministrazione (euro 110,34 milioni) registra anch’esso una crescita del 31 7,5 per cento. RisultaLe procedure di riaccertamento attuate dall’Agenzia hanno consentito nel 2018 una sia pur lieve riduzione dei residui attivi che restano, pertantoperaltro, confermata l’esigenzapreminenti rispetto ai passivi. La Corte auspica che l’Agenzia prosegua nelle iniziative idonee a ridurne la consistenza, per l’amministrazione, compatibilmente con la pratica attuazione dei programmi di adottare misure regolamentari tese a snellire l’iter dei progettiricerca.
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Samples: Determinazione E Relazione Sul Risultato Del Controllo Eseguito Sulla Gestione Finanziaria