Common use of Strumenti finanziari derivati Clause in Contracts

Strumenti finanziari derivati. I derivati sono strumenti finanziari il cui valore dipen- de dall’andamento di un’attività sottostante. Tali atti- vità possono essere di varia natura: finanziaria (titoli azionari, indici, tassi di interesse e di cambio) o reale (tabacco, caffè, cacao, petrolio, oro). Gli strumenti finanziari derivati possono essere: - valori mobiliari; - contratti. I rischi associati agli strumenti derivati sono principal- mente quelli relativi agli strumenti sottostanti ovvero, potenzialmente, tutta la gamma dei rischi finanziari. Per una corretta determinazione dei rischi associati è necessario conoscere le caratteristiche specifiche di ciascuno strumento derivato; di seguito vengono illustrate le principali categorie di strumenti finanziari derivati trattati dalla Banca. Informazioni dettagliate sulle modalità operative utilizzate dalla Banca per lo svolgimento delle negoziazioni su strumenti derivati sono disponibili nella sezione Help dedicata al Tra- ding sul sito xxxxxxxxxx.xxx. Rientrano in tale fattispecie i warrant, gli Exchange Traded Commodities (ETC) e gli strumenti derivati cartolarizzati (securitized derivatives). Il warrant è uno strumento finanziario derivato molto simile ad un’opzione che conferisce al possesso- re una facoltà di acquisto (warrant call) o di vendita (warrant put) da esercitarsi a (oppure entro) una certa scadenza (se di tipo europeo oppure americano) su una determinata attività sottostante e ad un prezzo prefissato. Il warrant (di tipo call) è particolarmente utilizzato dalle società al fine di rendere più appeti- bili le proprie obbligazioni (obbligazioni cum warrant) oppure al fine di raccogliere nuove risorse mediante aumenti di capitale. Il warrant è uno strumento che può circolare separa- tamente rispetto al titolo principale. Gli ETC sono strumenti finanziari derivati emessi a fronte dell’investimento diretto dell’emittente in merci o in contratti, anche derivati, su merci. Il valore degli ETC è collegato all’andamento dei prezzi delle attivi- tà oggetto dell’investimento oppure al valore di indici o panieri relativi a tali attività. Il prezzo degli ETC è pertanto legato direttamente o indirettamente all’an- damento del sottostante. In pratica gli ETC sono titoli senza scadenza emessi da uno Special Purpose Vehicle (SPV) a fronte dell’in- vestimento diretto in una materia prima o in contratti su merci stipulati dall’emittente con operatori interna- zionali di elevato standing. La gamma di commodities replicata dagli ETC è molto ampia e non si limita alle singole materie prime, ma si estende a loro indici e sottoindici. Ciò permette al risparmiatore sia di scommettere sull’andamento positivo di una singola materia prima, sia di diversificare l’investimento attraverso un panie- re di commodities. Le attività acquistate dall’emittente con i proventi derivanti dalla sottoscrizione degli ETC costituiscono patrimonio separato a tutti gli effetti da quello della SPV e da quello delle eventuali altre emissioni. Inoltre, le attività acquistate con i proventi derivanti dalle sottoscrizioni, nonché i proventi generati dalle stesse attività, sono destinati in via esclusiva al soddi- sfacimento dei diritti incorporati negli strumenti finan- ziari in questione ed eventualmente alla copertura dei costi dell’operazione. Sulle attività comprese nel patrimonio separato non sono ammesse azioni da parte dei creditori diversi dai portatori dei relativi ETC. In sintesi, gli ETC: - sono negoziati in Borsa come delle azioni; - replicano passivamente la performance della ma- teria prima o degli indici di materie prime cui fanno riferimento. Per evitare situazioni di conflitto di interesse, l’emit- tente di un derivato cartolarizzato non può coincide- re con l’emittente dello strumento sottostante. Attualmente gli strumenti derivati cartolarizzati si suddividono in due categorie di strumenti: i covered warrant e i certificate. Entrambi possono avere come sottostante azioni e titoli di stato ad elevata liquidità, indici, tassi di inte- resse, valute e merci. I covered warrant sono strumenti finanziari, diversi dai warrant, che conferiscono al detentore la facoltà di acquistare e/o di vendere, alla (o entro la) data di scadenza, un certo quantitativo dell’attività sottostan- te (strumenti finanziari, metalli preziosi, tassi, valute, indici) a un prezzo prestabilito (prezzo di esercizio o strike price). L’esercizio di un covered warrant può comportare la consegna fisica del sottostante oppure la liquidazione monetaria della differenza, se positiva, tra il prezzo dell’attività sottostante e lo strike price (nel caso di covered warrant call) o della differenza, se positiva, tra lo strike price e il prezzo dell’ attività sottostante (nel caso di covered warrant put). Attual- mente tutti i covered warrant negoziati sul SeDeX prevedono la liquidazione monetaria automatica a scadenza in caso di importo differenziale positivo. I certificate sono strumenti finanziari costituiti da una combinazione di opzioni che replicano, con o senza effetto leva, l’andamento dell’attività sottostante cui si riferiscono. I certificate senza effetto leva (investment certificate) costituiscono, sia in termini di capitale in- vestito che in termini di rischio, un’alternativa all’inve- stimento diretto nel sottostante. I certificate con leva (leverage certificate) possono essere sia di tipo bull che di tipo bear. Sulla base della classificazione prevista da ACEPI (l’“Associazione Italiana Certificati e Prodotti di Inve- stimento”, che riunisce i principali emittenti di prodotti strutturati e promuove in Italia una cultura evoluta dei prodotti di investimento, in particolare certificati) è possibile suddividere i certificate in 4 macroclassi: strumenti a capitale protetto/garantito, strumenti a capitale condizionatamente protetto, strumenti a ca- pitale non protetto e strumenti a leva. I certificate di cui ai numeri 1), 2) e 3) sono comunemen- te chiamati “Investment Certificate” (senza effetto leva). I certificate di cui al numero 4) sono comunemente chiamati “Leverage Certificate” (con effetto leva).

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Strumenti finanziari derivati. I derivati sono strumenti finanziari il cui valore dipen- de dall’andamento di un’attività sottostante. Tali atti- vità possono essere di varia natura: finanziaria (titoli azionari, indici, tassi di interesse e di cambio) o reale (tabacco, caffè, cacao, petrolio, oro). Gli strumenti finanziari derivati possono essere: - valori mobiliari; - contratti. I rischi associati agli strumenti derivati sono principal- mente quelli relativi agli strumenti sottostanti ovvero, potenzialmente, tutta la gamma dei rischi finanziari. Per una corretta determinazione dei rischi associati è necessario conoscere le caratteristiche specifiche di ciascuno strumento derivato; di seguito vengono illustrate le principali categorie di strumenti finanziari derivati trattati dalla Banca. Informazioni dettagliate sulle modalità operative utilizzate dalla Banca per lo svolgimento delle negoziazioni su strumenti derivati sono disponibili nella sezione Help dedicata al Tra- ding sul sito xxxxxxxxxx.xxx. Rientrano in tale fattispecie i warrant, gli Exchange Traded Commodities (ETC), gli Exchange Traded No- tes (ETN) e gli strumenti derivati cartolarizzati (securitized securi- tized derivatives). Il warrant è uno strumento finanziario derivato molto mol- to simile ad un’opzione che conferisce al possesso- re una facoltà di acquisto (warrant call) o di vendita (warrant put) da esercitarsi a (oppure entro) una certa scadenza (se di tipo europeo oppure americano) su una determinata attività sottostante e ad un prezzo prefissato. Il warrant (di tipo call) è particolarmente utilizzato dalle società al fine di rendere più appeti- bili le proprie obbligazioni (obbligazioni cum warrant) oppure al fine di raccogliere nuove risorse mediante aumenti di capitale. Il warrant è uno strumento che può circolare separa- tamente separata- mente rispetto al titolo principale. Gli ETC Exchange Traded Commodities (ETC) sono strumenti finanziari derivati emessi a fronte dell’investimento dell’inve- stimento diretto dell’emittente in merci o in contratti, anche derivati, su merci. Il valore degli ETC è collegato colle- gato all’andamento dei prezzi delle attivi- tà attività oggetto dell’investimento oppure al valore di indici o panieri relativi a tali attività. Il prezzo degli ETC è pertanto legato le- gato direttamente o indirettamente all’an- damento all’andamento del sottostante. In pratica gli ETC sono titoli senza scadenza emessi da uno Special Purpose Vehicle (SPV) a fronte dell’in- vestimento diretto in una materia prima o in contratti su merci stipulati dall’emittente con operatori interna- zionali di elevato standing. La gamma di commodities replicata dagli ETC è molto ampia e non si limita alle singole materie prime, ma si estende a loro indici e sottoindici. Ciò permette al risparmiatore sia di scommettere sull’andamento positivo di una singola materia prima, sia di diversificare l’investimento attraverso un panie- re di commodities. Le attività acquistate dall’emittente con i proventi derivanti dalla sottoscrizione degli ETC costituiscono patrimonio separato a tutti gli effetti da quello della SPV e da quello delle eventuali altre emissioni. InoltreInol- tre, le attività acquistate con i proventi derivanti dalle sottoscrizioni, nonché i proventi generati dalle stesse attività, sono destinati in via esclusiva al soddi- sfacimento soddisfaci- mento dei diritti incorporati negli strumenti finan- ziari finanziari in questione ed eventualmente alla copertura dei costi co- sti dell’operazione. Sulle attività comprese nel patrimonio separato non sono ammesse azioni da parte dei creditori diversi dai portatori dei relativi ETC. In sintesi, gli ETC: - sono negoziati in Borsa come delle azioni; - replicano passivamente la performance della ma- teria prima o degli indici di materie prime cui fanno riferimento. Gli Exchange Traded Notes (ETN), sono strumenti finanziari derivati emessi a fronte dell'investimento diretto dell'emittente nel sottostante (quale ad esem- pio: un indice azionario, obbligazionario, di valute o singole valute, tassi ecc.) o in contratti derivati sul medesimo. Il prezzo degli ETN è, pertanto, legato direttamente o indirettamente all'andamento del sot- tostante. Il criterio che distingue gli ETN dagli ETC è esclusivamente la natura del sottostante: quando è una materia prima ci si riferisce agli ETC, mentre in tutti gli altri casi agli ETN. Gli ETN con gli ETC condividono le medesime carat- teristiche a proposito dell’emittente e della struttura dell’operazione. Gli ETN, infatti, al pari degli ETC, non sono OICR, ma titoli senza scadenza emessi da uno Special Purpose Vehicle (SPV) a fronte dell’investi- mento diretto nel sottostante o dell’investimento in contratti sul sottostante medesimo stipulati dall’emit- tente con operatori internazionali di elevato standing. Le attività acquistate dall’emittente con i proventi derivanti dalla sottoscrizione degli ETN costituiscono patrimonio separato a tutti gli effetti da quello della SPV e da quello delle eventuali altre emissioni. Inol- tre, le attività acquistate con i proventi derivanti dalle sottoscrizioni, nonché i proventi generati dalle stesse attività, sono destinati in via esclusiva al soddisfaci- mento dei diritti incorporati negli strumenti finanziari in questione ed eventualmente alla copertura dei co- sti dell’operazione. Sulle attività comprese nel patrimonio separato non sono ammesse azioni da parte dei creditori diversi dai portatori dei relativi ETN. In sintesi, gli ETN: - sono negoziati in Borsa come delle azioni- replicano passivamente la performance del sottostante (tipi- camente un indice) a cui fanno riferimento. Inoltre, ciò che accomuna gli ETN e gli ETC è l’esi- stenza, per ciascuna classe di titoli, di un mercato pri- xxxxx e di un mercato secondario. Il mercato primario, accessibile esclusivamente agli intermediari autoriz- zati, consente la sottoscrizione e il rimborso dei titoli su base giornaliera al valore ufficiale dell'ETN/ETC. Il mercato secondario è rappresentato dal mercato di quotazione, dove tutti gli altri investitori possono negoziare gli ETN/ETC al prezzo determinato dalle migliori proposte in acquisto e in vendita presenti sul book di negoziazione. Per evitare situazioni di conflitto di interesse, l’emit- tente di un derivato cartolarizzato non può coincide- re con l’emittente dello strumento sottostante. Attualmente gli strumenti derivati cartolarizzati si suddividono in due categorie di strumenti: i covered warrant e i certificate. Entrambi possono avere come sottostante azioni e titoli di stato ad elevata liquidità, indici, tassi di inte- resse, valute e merci. I covered warrant sono strumenti finanziari, diversi dai warrant, che conferiscono al detentore la facoltà di acquistare e/o di vendere, alla (o entro la) data di scadenza, un certo quantitativo dell’attività sottostan- te (strumenti finanziari, metalli preziosi, tassi, valute, indici) a un prezzo prestabilito (prezzo di esercizio o strike price). L’esercizio di un covered warrant può comportare la consegna fisica del sottostante oppure la liquidazione monetaria della differenza, se positiva, tra il prezzo dell’attività sottostante e lo strike price (nel caso di covered warrant call) o della differenza, se positiva, tra lo strike price e il prezzo dell’ attività sottostante (nel caso di covered warrant put). Attual- mente tutti i covered warrant negoziati sul SeDeX prevedono la liquidazione monetaria automatica a scadenza in caso di importo differenziale positivo. I certificate sono strumenti finanziari costituiti da una combinazione di opzioni che replicano, con o senza effetto leva, l’andamento dell’attività sottostante cui si riferiscono. I certificate senza effetto leva (investment certificate) costituiscono, sia in termini di capitale in- vestito che in termini di rischio, un’alternativa all’inve- stimento diretto nel sottostante. I certificate con leva (leverage certificate) possono essere sia di tipo bull che di tipo bear. Sulla base della classificazione prevista da ACEPI (l’“Associazione Italiana Certificati e Prodotti di Inve- stimento”, che riunisce i principali emittenti di prodotti strutturati e promuove in Italia una cultura evoluta dei prodotti di investimento, in particolare certificati) è possibile suddividere i certificate in 4 macroclassi: strumenti a capitale protetto/garantito, strumenti a capitale condizionatamente protetto, strumenti a ca- pitale non protetto e strumenti a leva. I certificate di cui ai numeri 1), 2) e 3) sono comunemen- te chiamati “Investment Certificate” (senza effetto leva). I certificate di cui al numero 4) sono comunemente chiamati “Leverage Certificate” (con effetto leva). Sono strumenti che consentono di puntare sul ri- alzo (o sul ribasso) dell’attività sottostante proteg- gendo il capitale investito dagli eventuali ribassi (rialzi). Il livello di protezione è definito in fase di emissione del prodotto, in maniera tale da offrire una protezione totale del capitale investito (100%) oppure parziale (ad esempio 90%, 80% o inferiore). Sono strumenti che consentono di puntare sul rialzo dell’attività sottostante e allo stesso tempo proteggono il capitale investito (ma solo se il sot- tostante non tocca la barriera di protezione) e, per alcune tipologie di certificati, consentono di gua- dagnare anche in caso di ribassi contenuti. Tra i certificati a capitale non protetto, gli strumen- ti a leva sono quelli che offrono potenzialmente i rendimenti più alti a patto di essere disponibili a sottoporsi a rischi superiori. Con un prodotto con leva si acquisisce il diritto di comperare (bull) o di vendere (bear) un valore sottostante a un prezzo di esercizio (strike) e a una data prestabiliti. L’im- piego di capitale per investire in un prodotto di questo tipo è minore rispetto a quello necessario per un investimento diretto nel valore sottostan- te (cosiddetto effetto leva). Proprio la presenza dell’effetto leva consente di moltiplicare la perfor- mance del sottostante. La leva però non amplifica solo i guadagni ma anche le eventuali perdite e l’investitore si trova esposto al rischio di estinzio- ne anticipata del certificato e di perdita totale del capitale investito, se il sottostante raggiunge una predeterminata barriera di stop loss. nel documento “Execution Policy” disponibile sul sito della Banca. I derivati OTC sono negoziati fuori dai mercati rego- lamentati direttamente tra le parti. Può risultare quindi difficoltoso o impossibile liquidare una posizione o ap- prezzarne il valore effettivo e valutare l’effettiva esposi- zione al rischio. Per questo motivo, le operazioni aventi ad oggetto derivati OTC comportano l’assunzione di rischi più elevati e/o più difficilmente misurabili. In tali operazioni la Banca si pone, generalmente, come con- troparte dell’investitore. Le parti possono liberamente stabilire tutte le caratteristiche dello strumento; gene- ralmente questi sono swap e forward. Prima di effet- tuare tali tipologie di operazioni l’investitore deve as- sumere tutte le informazioni rilevanti sulle medesime, le norme applicabili ed i rischi conseguenti. Le principali finalità associate alla negoziazione di stru- menti finanziari derivati sono le seguenti: - copertura di posizioni (hedging): si intende protegge- re il valore di una posizione da variazioni indesiderate nei prezzi di mercato. L’utilizzo dello strumento deri- vato consente di neutralizzare l’andamento avverso del mercato, bilanciando le perdite/guadagni sulla posizione da coprire con i guadagni/perdite sul mer- cato dei derivati; - speculazione: strategie finalizzate a realizzare un pro- fitto basato sull’evoluzione attesa del prezzo dell’atti- vità sottostante; - arbitraggio: quando si sfrutta un momentaneo disalli- neamento tra l’andamento del prezzo del derivato e quello del sottostante (destinati a coincidere all’atto della scadenza del contratto), vendendo lo strumento sopravvalutato e acquistando quello sottovalutato e ottenendo, così, un profitto privo di rischio. Tra i contratti derivati più comuni si evidenziano, a titolo esemplificativo, - i Contratti a termine (forward e futures) - le Opzioni Nell’ambito dell’offerta di Fineco sono contemplate Opzioni caratterizzate dall'operatività intraday (Daily Options) e overnight (Multiday Options) e Contratti Finanziari Differenziali (CFD), in relazione ai quali nel seguito si illustrano le principali caratteristiche.

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Strumenti finanziari derivati. I derivati sono strumenti finanziari Il termine “derivati” indica la caratteristica principale di questi prodotti: il cui loro valore dipen- de deriva dall’andamento del valore di un’attività sottostanteuna attività ovvero dal verificarsi nel futuro di un evento osservabile oggettivamente. Tali atti- vità L’attività, ovvero l’evento, che possono essere di varia natura: finanziaria (titoli azionariqualsiasi natura o genere, indicicostituiscono il “sottostante” del prodotto derivato. La relazione – determinabile attraverso funzioni matematiche – che lega il valore del derivato al sottostante costituisce il risultato finanziario del derivato, tassi di interesse e di cambio) o reale (tabacco, caffè, cacao, petrolio, oro)detto anche “pay – off”. Gli strumenti finanziari derivati possono esseresono utilizzati principalmente per tre finalità: - valori mobiliari ridurre il rischio finanziario di un portafoglio preesistente (finalità di copertura); - contratti assumere esposizioni a rischio al fine di conseguire un profitto (finalità speculativa);  conseguire un profitto privo di rischio attraverso transazioni combinate sul derivato e sul sottostante tali da cogliere eventuali differenze di valorizzazione (finalità di arbitraggio). I rischi associati agli strumenti derivati sono principal- mente quelli relativi agli strumenti sottostanti ovverosi distinguono inoltre in:  derivati negoziati su mercati regolamentati;  derivati negoziati su mercati non regolamentati, potenzialmentecd. “over the counter (OTC)”. Un’opzione è un contratto che attribuisce il diritto, tutta la gamma dei rischi finanziari. Per una corretta determinazione dei rischi associati è necessario conoscere le caratteristiche specifiche ma non l’obbligo, di ciascuno strumento derivato; di seguito vengono illustrate le principali categorie di strumenti finanziari derivati trattati dalla Banca. Informazioni dettagliate sulle modalità operative utilizzate dalla Banca per lo svolgimento delle negoziazioni su strumenti derivati sono disponibili nella sezione Help dedicata al Tra- ding sul sito xxxxxxxxxx.xxx. Rientrano in tale fattispecie i warrant, gli Exchange Traded Commodities comprare (ETC) e gli strumenti derivati cartolarizzati (securitized derivatives). Il warrant è uno strumento finanziario derivato molto simile ad un’opzione che conferisce al possesso- re una facoltà di acquisto (warrant opzione call) o di vendita vendere (warrant opzione put) da esercitarsi una data quantità di un bene (sottostante) a un prezzo prefissato (oppure entrostrike price o prezzo di esercizio) entro una certa data (scadenza o maturità), nel qual caso si parla di opzione americana, o al raggiungimento della stessa, nel qual caso si parla di opzione europea. Il bene sottostante al contratto di opzione può essere:  un’attività finanziaria (se come azioni, obbligazioni, valute, strumenti finanziari derivati, ecc.);  una merce (come petrolio, oro, grano, ecc.);  un evento di tipo europeo oppure americanovaria natura. In ogni caso il sottostante deve essere scambiato su un mercato con quotazioni ufficiali o pubblicamente riconosciute ovvero, nel caso di evento, oggettivamente riscontrabile. Le due parti del contratto di opzione sono chiamate compratore (c.d. xxxxxx) e venditore (c.d. writer) dell’opzione. Il compratore, dietro pagamento di una somma di denaro, detta premio, acquista il diritto di vendere o comprare l’attività sottostante. Il venditore percepisce il premio e, in cambio, è obbligato alla vendita o all’acquisto del bene sottostante su richiesta del compratore. Secondo la terminologia usata dagli operatori, il compratore apre una determinata attività posizione lunga (long position), mentre il venditore apre una posizione corta (short position). Nel momento in cui il compratore dell’opzione esercita il diritto, cioè decide di acquistare (call) o vendere (put), si verificano i seguenti scenari:  nel caso di opzione call, il compratore dell’opzione call riceverà dal venditore la differenza fra il prezzo corrente del sottostante (c.d. prezzo spot) e prezzo di esercizio;  nel caso di opzione put, il compratore dell’opzione riceverà la differenza tra prezzo di esercizio e prezzo spot. La differenza fra prezzo spot e prezzo di esercizio, nel caso dell’opzione call, e prezzo di esercizio e prezzo spot, nel caso dell’opzione put, è comunemente detta valore intrinseco. Il valore intrinseco non può assumere valori negativi in quanto il portatore ha il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare o vendere; pertanto, nel caso in cui il prezzo corrente del sottostante al momento dell’esercizio fosse inferiore al prezzo di esercizio della call (o viceversa per la put), eviterà semplicemente di esercitare il diritto, con una perdita limitata alle somme pagate per il premio. La relazione fra prezzo spot del sottostante e ad prezzo di esercizio determina anche la cosiddetta moneyness di un’opzione. Questo concetto esprime la distanza fra i due prezzi. La moneyness distingue le opzioni in:  at-the-money quando il suo prezzo di esercizio è esattamente pari al prezzo corrente (il valore intrinseco è quindi nullo);  in-the-money quando l’acquirente percepisce un profitto dall’esercizio (valore intrinseco positivo, cosiddetto pay-off positivo): pertanto, un’opzione call è in-the-money quando lo strike è inferiore allo spot, mentre, al contrario, un’opzione put è in-the-money quando lo strike è superiore allo spot (quando questa differenza è molto ampia si parla di opzioni deep in-the- money);  out-of-the-money quando all’esercizio del diritto non corrisponderebbe alcun pay-off positivo per l’acquirente (il valore intrinseco avrebbe valore negativo il che, peraltro, come già detto, non si verifica in quanto l’acquirente dell’opzione rinuncia all’esercizio): pertanto, un’opzione call è out-of-the-money quando lo strike è superiore allo spot, mentre un’opzione put è out-of- the-money quando lo strike è inferiore allo spot. Nel caso in cui la differenza sia molto ampia si parla di opzione deep out-of-the-money. L’esecuzione del contratto, per le opzioni in-the-money, può realizzarsi:  con l’effettiva consegna del bene sottostante, e allora si parla di consegna fisica o physical delivery;  con la consegna del differenziale in denaro tra il prezzo prefissatocorrente del sottostante e il prezzo di esercizio (cash settlement). Il I warrant (di tipo call) è particolarmente utilizzato dalle società al fine di rendere più appeti- bili le proprie obbligazioni (obbligazioni cum warrant) oppure al fine di raccogliere nuove risorse mediante aumenti di capitale. Il warrant è uno strumento che può circolare separa- tamente rispetto al titolo principale. Gli ETC sono strumenti finanziari derivati emessi a fronte dell’investimento diretto dell’emittente in merci o in contratti, anche derivati, su merci. Il valore degli ETC è collegato all’andamento dei prezzi delle attivi- tà oggetto dell’investimento oppure al valore di indici o panieri relativi a tali attività. Il prezzo degli ETC è pertanto legato direttamente o indirettamente all’an- damento del sottostante. In pratica gli ETC sono titoli senza scadenza emessi da uno Special Purpose Vehicle (SPV) a fronte dell’in- vestimento diretto in una materia prima o in contratti su merci stipulati dall’emittente con operatori interna- zionali di elevato standing. La gamma di commodities replicata dagli ETC è molto ampia e non si limita alle singole materie prime, ma si estende a loro indici e sottoindici. Ciò permette al risparmiatore sia di scommettere sull’andamento positivo di una singola materia prima, sia di diversificare l’investimento attraverso un panie- re di commodities. Le attività acquistate dall’emittente con i proventi derivanti dalla sottoscrizione degli ETC costituiscono patrimonio separato a tutti gli effetti da quello della SPV e da quello delle eventuali altre emissioni. Inoltre, le attività acquistate con i proventi derivanti dalle sottoscrizioni, nonché i proventi generati dalle stesse attività, sono destinati in via esclusiva al soddi- sfacimento dei diritti incorporati negli strumenti finan- ziari in questione ed eventualmente alla copertura dei costi dell’operazione. Sulle attività comprese nel patrimonio separato non sono ammesse azioni da parte dei creditori diversi dai portatori dei relativi ETC. In sintesi, gli ETC: - sono negoziati in Borsa come delle azioni; - replicano passivamente la performance della ma- teria prima o degli indici di materie prime cui fanno riferimento. Per evitare situazioni di conflitto di interesse, l’emit- tente di un derivato cartolarizzato non può coincide- re con l’emittente dello strumento sottostante. Attualmente gli strumenti derivati cartolarizzati si suddividono in due categorie di strumenti: i covered warrant e i certificate. Entrambi possono avere come sottostante azioni e titoli di stato ad elevata liquidità, indici, tassi di inte- resse, valute e merci. I covered warrant sono strumenti finanziari, diversi dai warrant, negoziabili che conferiscono al detentore il diritto di acquistare dall’emittente o di vendere a quest’ultimo azioni o titoli di altro genere secondo precise modalità. Sono definite strutturate le obbligazioni il cui rimborso e/o la cui remunerazione viene indicizzata all’andamento dei prezzi di una delle seguenti attività finanziarie:  azioni o panieri di azioni quotate in Borsa o in un altro stato;  indici azionari o panieri di indici azionari;  valute;  quote o azioni di OICR;  merci per le quali esiste un mercato di riferimento caratterizzato dalla disponibilità di informazioni continue e aggiornate sui prezzi delle attività negoziate. Le obbligazioni strutturate hanno come caratteristica comune modalità particolari di calcolo della cedola o del valore di rimborso, a volte particolarmente complesse. Alla categoria delle strutturate appartengono varie tipologie di obbligazioni. Alcune di queste mantengono la caratteristica tipica dell'obbligazione, e cioè la restituzione del capitale investito, presentando elementi di varia complessità per la determinazione degli interessi. Esempi di questo tipo sono le obbligazioni il cui rendimento, in quanto collegato a eventi non conosciuti al momento dell'emissione, è incerto (ad esempio le obbligazioni reverse floater e quelle linked), ovvero quelle con cedole inizialmente determinate ma non costanti nel tempo (ad esempio, le cosiddette step down e step up). Altre obbligazioni strutturate, invece, presentano notevoli differenze rispetto al concetto tradizionale di obbligazione, poiché non garantiscono la integrale restituzione del capitale. Costituisce, questa, una caratteristica di assoluto rilievo per il risparmiatore, in quanto muta radicalmente il profilo di rischio dell'investimento e, specie nel passato, non sempre se ne è avuta consapevolezza. Appartengono a questo tipo le reverse. Le obbligazioni strutturate possono essere ammesse alla quotazione ufficiale di borsa. In questo caso gli emittenti sono tenuti a pubblicare il prospetto di quotazione dove sono descritte, anche attraverso opportune esemplificazioni, le caratteristiche del prodotto, il potenziale rendimento a fronte di possibili scenari futuri ipotizzati e i particolari aspetti di rischiosità alle stesse connessi. Non tutte le obbligazioni strutturate sono quotate su mercati regolamentati e, qualora lo siano, i livelli di liquidità osservati non sono elevati. Questa circostanza può creare difficoltà nel caso in cui il sottoscrittore volesse vendere anticipatamente il proprio titolo, in quanto i prezzi potrebbero non riflettere il valore reale, anche perché il risparmiatore potrebbe trovarsi nelle condizioni di dover vendere l'obbligazione allo stesso emittente in posizione di unico compratore presente sul mercato. Di seguito si riporta la descrizione delle principali tipologie di obbligazioni strutturate presenti oggi sul mercato italiano. Tutte le obbligazioni illustrate si caratterizzano per la presenza di elementi di varia complessità in relazione alla determinazione della cedola dovuta al sottoscrittore. Va pertanto posta una particolare attenzione alla struttura cedolare dell'obbligazione proposta. Le reverse convertible sono strumenti finanziari che promettono al sottoscrittore una cedola particolarmente elevata. Comportano però il rischio per l'investitore di ricevere alla scadenza, in luogo del capitale inizialmente versato, un numero di azioni il cui controvalore è inferiore all'investimento originario. La reverse convertible è un prodotto finanziario strutturato in quanto presenta due componenti: una di tipo obbligazionario (nominale più cedola) e l'altra derivativa (opzione put). Una reverse convertible, dunque, è un titolo collegato ad un altro titolo, generalmente un'azione quotata, che dà diritto a incassare una cedola di valore notevolmente superiore ai rendimenti di mercato. L'elevato rendimento, però, deve essere valutato in rapporto al fatto che l'emittente della reverse, con l'acquisto dell'opzione put, alla scadenza ha la facoltà di acquistare e/o consegnare, in luogo del controvalore del titolo (e cioè di vendere, alla (o entro la) data di scadenzaquanto ricevuto dall'investitore), un certo quantitativo dell’attività sottostan- te (strumenti finanziari, metalli preziosi, tassi, valute, indici) a un prezzo di azioni prestabilito (prezzo di esercizio o strike price). L’esercizio di un covered warrant può comportare la consegna fisica del sottostante oppure la liquidazione monetaria della differenza, se positiva, tra il prezzo dell’attività sottostante e lo strike price dal contratto (nel caso di covered warrant callreverse del tipo physical delivery) ovvero il loro equivalente in denaro (tipo cash). Ovviamente, l'emittente avrà interesse a esercitare la facoltà solo nel caso in cui il valore dell'azione scenda sotto un livello predeterminato. Pertanto, chi acquista una reverse convertible confida che il valore dell'azione sottostante rimanga immutato o, anche, che aumenti. In conclusione, le reverse convertible non possono essere assimilate al tradizionale investimento obbligazionario: a differenza delle obbligazioni, infatti, non garantiscono la restituzione del capitale investito, che può ridursi in funzione dell'andamento negativo dell'azione sottostante. In linea teorica, il capitale investito può anche azzerarsi (ferma restando la percezione della cedola), nel caso limite in cui il valore dell'azione sottostante si annulli alla scadenza (o ad altra data prevista nel regolamento di emissione). Sono obbligazioni il cui rendimento è collegato all'andamento di determinati Prodotti Finanziari o reali, quali azioni o panieri di azioni (equity linked), indici (index linked), tassi di cambio (forex linked), merci (commodities linked), fondi comuni di investimento (funds linked) o della differenzaaltro. Il tasso di interesse corrisposto è generalmente inferiore a quello di mercato, mentre alla scadenza viene garantito il rimborso alla pari del prestito. Il risparmiatore ha però il vantaggio di poter ottenere alla scadenza un premio commisurato all'andamento del prodotto finanziario sottostante. Per esempio, sottoscrivendo una obbligazione index linked, il risparmiatore di fatto compra sia una obbligazione che una opzione call sull'indice sottostante. In realtà tale opzione non è gratuita e l'emittente ne recupera il costo corrispondendo un tasso di interesse inferiore a quello di mercato. L'investitore sopporta il rischio tipico dell'acquirente di un'opzione: con il passare del tempo l'opzione perde valore e solo se positiva, tra lo strike price e l'andamento del titolo sottostante supera il prezzo dell’ attività sottostante di esercizio fissato al momento dell'emissione percepirà un qualche flusso cedolare. Una versione più semplice di obbligazione di tipo linked, prevede la corresponsione del solo premio a scadenza, senza il pagamento di cedole di interesse. In questo caso il premio incorpora anche il flusso di cedole non corrisposte nel corso della vita del prestito. In generale, tale tipo di obbligazione è caratterizzata da una struttura cedolare predeterminata (quindi non soggetta ad alcuna incertezza) ma comunque variabile nel caso tempo. Tali emissioni, pertanto, sono molto simili ai titoli a tassi fissi, sebbene con la particolarità di covered warrant putcorrispondere un flusso cedolare a livelli variabili. In particolare, le "step down" sono obbligazioni con cedole decrescenti nel tempo: le prime cedole sono elevate, mentre le successive sono via via decrescenti. Nelle "step up" si ha una struttura inversa, dove le cedole finali sono elevate, mentre le iniziali sono più basse. Si tratta di obbligazioni a tasso fisso munite di una clausola che attribuisce all'emittente la facoltà di rimborsare anticipatamente il prestito. Ovviamente l'emittente avrà interesse a rimborsare il prestito quando il tasso di mercato risulterà inferiore a quello fisso. Questo prodotto consente all'emittente una più facile gestione del rischio connesso ad una evoluzione a lui sfavorevole dei tassi di interesse. L'opzione che l'emittente si riserva deve evidentemente avere un valore per l'investitore che pertanto dovrebbe ricevere un tasso superiore a quelli correnti di mercato. Si tratta di obbligazioni a conversione obbligatoria, il cui rimborso è necessariamente previsto con l’emissione di nuove azioni. Tali obbligazioni costituiscono dunque un prodotto finanziario destinato a trasformarsi da capitale di debito (obbligazione) a capitale di rischio (azioni). Attual- mente tutti i covered warrant negoziati sul SeDeX prevedono la liquidazione monetaria automatica a scadenza Si tratta di obbligazioni che, al verificarsi di condizioni predeterminate, si convertono automaticamente in caso di importo differenziale positivoazioni. I certificate sono strumenti finanziari costituiti Sono dunque Prodotti Finanziari caratterizzati da una combinazione di opzioni che replicano, con o senza effetto leva, l’andamento dell’attività sottostante cui si riferiscono. I certificate senza effetto leva (investment certificate) costituiscono, sia in termini di capitale in- vestito che in termini un elevato livello di rischio, un’alternativa all’inve- stimento diretto nel sottostante. I certificate con leva (leverage certificate) possono essere sia di tipo bull che di tipo bear. Sulla base della classificazione prevista da ACEPI (l’“Associazione Italiana Certificati e Prodotti di Inve- stimento”, che riunisce i principali emittenti di prodotti strutturati e promuove in Italia una cultura evoluta dei prodotti di investimento, in particolare certificati) è possibile suddividere i certificate in 4 macroclassi: strumenti a capitale protetto/garantito, strumenti a capitale condizionatamente protetto, strumenti a ca- pitale non protetto e strumenti a leva. I certificate di cui ai numeri 1), 2) e 3) sono comunemen- te chiamati “Investment Certificate” (senza effetto leva). I certificate di cui al numero 4) sono comunemente chiamati “Leverage Certificate” (con effetto leva)corrisponde un rendimento più elevato.

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