CONVENZIONE DI SOVVENZIONE
CONVENZIONE DI SOVVENZIONE
n. AV4-2016-EMR
per lo svolgimento delle funzioni di Beneficiario e di partner di progetto nella gestione di attività del Programma Operativo Nazionale “Inclusione” FSE 2014- 2020, CCI n. 2014IT05SFOP001 e del Programma Operativo I FEAD 2014-2020 CCI n. 2014IT05FMO001
tra
la Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale (ex Direzione Generale per l’Inclusione e le Politiche Sociali) del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (di seguito: MLPS) (C.F. 80237250586) rappresentata dal xxxx. Xxxxxxxx Xxxxxxx Xxxxxxxx, Direttore Generale della suddetta Direzione, presso la quale opera la Divisione II, individuata Autorità di Gestione (di seguito: “AdG”) del Programma Operativo Nazionale “Inclusione” (di seguito: “PON”) e del Programma Operativo I FEAD (di seguito: “PO I FEAD”) - domiciliato presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Via Fornovo, 8 – 00000 Xxxx
e
la Regione Xxxxxx Xxxxxxx (di seguito Beneficiario) (C.F./P.IVA 800.625.903.79), rappresentata dalla Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxx, Responsabile del Servizio Politiche per l'integrazione sociale, il contrasto alla povertà, il terzo settore della Regione Xxxxxx-Romagna, giusta delega D.G.R. n. 125 del 10/02/2017, domiciliata in Xxxxx Xxxx Xxxx, 00 – 00000 Xxxxxxx.
VISTA la Legge 7 agosto 1990, n 241, recante “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso”, e successive modificazioni e integrazioni;
VISTO il Decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”, e successive modificazioni e integrazioni;
VISTO il Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, recante “Codice in materia di protezione dei dati personali”, e successive modificazioni e integrazioni;
VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, recante “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa”, e successive modificazioni e integrazioni;
VISTO il D.P.R. n. 17 del 15 marzo 2017 recante il “Regolamento di organizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali”, che ha abrogato il precedente D.P.C.M. 14 febbraio 2014, n. 121;
VISTO che l’art. 22 del D.lgs. n. 147 del 15 settembre 2017 ha istituito la Direzione generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale, a cui sono trasferite le funzioni della Direzione generale per l'inclusione e le politiche sociali ed ha stabilito, altresì, che all'atto della costituzione della Direzione generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale è contestualmente soppressa la Direzione generale per l'inclusione e le politiche sociali e sono contestualmente trasferite le relative risorse umane, finanziarie e strumentali;
VISTO il D.P.C.M. del 15 novembre 2017, in corso di registrazione, con il quale è stato conferito l’incarico di Direttore Generale della Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale al xxxx. Xxxxxxxx Xxxxxxx Xxxxxxxx;
VISTO il Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, (recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul
Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca);
VISTO il Regolamento di esecuzione (UE) n. 288/2014 della Commissione, del
25 febbraio 2014, recante modalità di applicazione del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio;
VISTO il Regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, relativo al Fondo sociale europeo (FSE);
VISTO il Regolamento (UE) n. 223/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 marzo 2014 relativo al Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD);
VISTO il Regolamento Delegato (UE) n. 1255/2014 della Commissione, del 17 luglio 2014, che integra il regolamento (UE) n. 223/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 marzo 2014 relativo al Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD) con riguardo al contenuto delle relazioni di attuazione annuali e finali, compreso l’elenco degli indicatori comuni;
VISTO il Regolamento Delegato (UE) n. 532/2014 della Commissione del 13 marzo 2014 che integra il regolamento (UE) n. 223/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo di aiuti europei agli indigenti;
VISTO l'Accordo di partenariato 2014-2020 per l’impiego dei Fondi SIE (Fondi Strutturali e di Investimento Europei), adottato dalla Commissione europea con Decisione del 29 ottobre 2014;
VISTO il Programma Operativo Nazionale (PON) “Inclusione”, approvato con la Decisione CE C(2014) 10130 del 17 dicembre 2014, a titolarità del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale per l’inclusione e le politiche sociali (ora Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale) - nell’ambito della programmazione 2014-2020 relativa al FSE (Fondo sociale europeo);
VISTO il Programma Operativo per la fornitura di prodotti alimentari e/o assistenza materiale di base, denominato di seguito PO I FEAD, approvato con la
Decisione CE C(2014) 9676 dell’11 dicembre 2014, a titolarità del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale per l’inclusione e le politiche sociali (ora Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale) nell’ambito della programmazione 2014-2020;
CONSIDERATO che alla Direzione Generale per l’inclusione e le politiche sociali (ora Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale) del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in qualità di Amministrazione centrale dello Stato membro Italia competente in materia di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, sono state attribuite le funzioni di Autorità di Gestione e di Autorità di Certificazione del PON “Inclusione” FSE 2014-2020 e del PO I FEAD, nonché le connesse responsabilità di programmazione, gestione, attuazione, rendicontazione, monitoraggio e controllo dei programmi;
CONSIDERATO che il citato PON “Inclusione” prevede negli Assi 1 e 2 (linea di azione 9.5.9) di sostenere la riduzione della marginalità estrema nelle aree urbane attraverso il potenziamento dei servizi rivolti alle persone senza dimora e che le risorse siano assegnate tramite avvisi “non competitivi”, definiti dalla Autorità di Gestione in collaborazione con le Amministrazioni regionali, per la selezione di proposte progettuali, coerenti con gli indirizzi nazionali, predisposte dalle Città metropolitane o dalle Città con più di 250 mila abitanti, ovvero dalle Regioni, con riferimento agli Ambiti territoriali di competenza, o direttamente dagli Ambiti a tal fine delegati dalle Regioni;
CONSIDERATO che il citato PO I FEAD prevede nella Misura 4 la realizzazione di interventi a bassa soglia per rispondere ai bisogni materiali immediati delle persone senza dimora attraverso la distribuzione di beni di prima necessità, nonché di altri beni materiali all’interno di progetti più complessivi di accompagnamento finalizzati all’autonomia, sulla base di proposte progettuali, coerenti con gli indirizzi nazionali, predisposte dalle Città metropolitane o dalle Città con più di 250 mila abitanti ovvero dalle Regioni, con riferimento agli Ambiti Territoriali di competenza, o direttamente dagli Ambiti a tal fine delegati dalle Regioni;
VISTO, in particolare, il considerando 60 del citato Regolamento (UE) N. 223/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 marzo 2014 relativo al Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti che indica la necessità di garantire che il Fondo integri le azioni che sono finanziate a titolo del FSE in quanto attività a favore dell'inclusione sociale e che sostenga nel contempo in via esclusiva le persone indigenti;
VISTO l’Accordo del 5 novembre 2015, raggiunto in sede di Conferenza Stato Regioni ed Unificata, con cui sono state approvate le “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia e, in particolare, l’art. 2, in base al quale le “Linee di indirizzo” costituiscono il principale riferimento per l’attuazione degli interventi di contrasto alla grave marginalità e alla condizione di senza dimora, previsti negli assi 1 e 2 del PON “Inclusione” e, in particolare, nell’azione 9.5.9 -“Finanziamento progetti nelle principali aree urbane e nei sistemi urbani di interventi mirati per il potenziamento della rete dei servizi per il pronto intervento sociale per i senza dimora e per sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia” e del PO I FEAD, in particolare nella Misura 4 “Deprivazione materiale dei senza dimora e altre persone fragili”.
VISTO il Decreto Direttoriale n. 256 del 03.10.2016 con cui è stato adottato dalla Direzione Generale per l’inclusione e le politiche sociali (ora Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale) l’Avviso pubblico n. 4/2016 per la presentazione di progetti da finanziare a valere sul Programma Operativo Nazionale Inclusione Assi 1 e 2, azione 9.5.9 per un ammontare pari a
€ 25 milioni e a valere sul Programma operativo I FEAD (Misura 4) per un medesimo importo di € 25 milioni, per un finanziamento complessivo pari a € 50.000.000;
CONSIDERATO il succitato Avviso Pubblico N.4/2016 pubblicato sul sito istituzionale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con il quale sono state definite le modalità di presentazione da parte degli Enti territoriali, così come indicati al punto 5.1 del predetto Avviso, dei progetti finanziati a valere sul Programma Operativo Nazionale Inclusione e sul Programma Operativo I FEAD;
VISTO in particolare l’articolo 12 del suddetto Avviso che prevede l’istituzione di un’apposita Commissione di Valutazione composta da referenti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali;
CONSIDERATA la necessità, al fine di ridurre i tempi per l’approvazione dei progetti, di istituire due Commissioni di valutazione, destinate alla valutazione dei progetti presentati da parte degli Enti territoriali del Centro Italia e dai restanti Enti territoriali, così come definiti al punto 5.1 del predetto Avviso;
VISTO l’art. 12 del citato Xxxxxx che definisce il compito da parte delle Commissioni di analizzare la proposte progettuali presentate dagli Enti territoriali sotto il profilo dell’ammissibilità e della valutazione di merito dei progetti ammissibili secondo quanto previsto dai criteri e sub-criteri individuati all’art. 13;
VISTO il Decreto Direttoriale n. 133 del 12 aprile 2017 di istituzione di due distinte Commissioni di Valutazione, una per gli Enti territoriali del Centro Italia denominata Commissione I e l’altra per gli Enti Territoriale dell’Italia del Nord e del Sud denominata Commissione II;
VISTO il Decreto Direttoriale n. 353 del 2 agosto 2017 di integrazione della composizione della Commissione II;
VISTO l’art. 10 del citato Avviso che stabilisce che le proposte di intervento debbano essere presentate a partire dal 30 ottobre ed entro il 30 dicembre 2016 e che per consentire un tempestivo avvio degli interventi, la valutazione delle proposte sarà avviata a decorrere dal giorno 15 novembre 2016, per le domande a quella data pervenute. La valutazione e approvazione delle Proposte che perverranno verrà effettuata senza attendere il termine ultimo per la presentazione delle medesime;
VISTO il Decreto Direttoriale n. 427 del 13 dicembre 2016 con il quale è stata prorogata alle ore 16.00 del 15 febbraio 2017 la scadenza del termine finale per la presentazione delle proposte progettuali da finanziare nell’ambito dell’Avviso n. 4/2016 a valere sul PON “Inclusione” e sul PO I FEAD;
VISTO il Decreto Direttoriale con il quale a causa dell’emergenza determinata dagli eventi sismici, per le sole Regioni Abruzzo e Umbria è stata ulteriormente prorogata alle ore 16.00 del 15 marzo 2017 (Decreto Direttoriale n. 35 del 14 febbraio 2017) la scadenza del termine finale per la presentazione delle proposte progettuali da finanziare nell’ambito dell’Avviso n. 4/2016 a valere sul Programma Operativo Inclusione e sul Fondo di aiuti europei agli indigenti;
CONSIDERATO che il Decreto Direttoriale n. 471 del 27 ottobre 2017 ha approvato gli elenchi dei progetti ammessi a finanziamento proposti dalle Commissioni di valutazione, ai sensi del richiamato Avviso n. 4/2016 e autorizzato il relativo finanziamento;
CONSIDERATO che la Proposta progettuale presentata dal Beneficiario risulta tra i progetti ammessi al finanziamento ai sensi del citato Decreto Direttoriale per un importo complessivo pari ad € 2.899.300,00;
CONSIDERATO che, come indicato in xxx xxxxxxxx xxx xxxxxxxxx 0 xxxxx Xxxxxxxxx x. 0 del 2 febbraio 2009, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, parti di attività progettuali possono essere svolte da soggetti partner originariamente indicati come tali nel progetto;
CONSIDERATO che gli interventi dovranno essere realizzati nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria di riferimento, in conformità con quanto previsto dall’Avviso n. 4/2016 e alla progettazione approvata, o come successivamente modificata a seguito di autorizzazione ministeriale, a pena di revoca o riduzione del finanziamento;
VISTO l’art. 15 del citato Avviso n. 4/2016, secondo il quale per l’attuazione delle proposte d’intervento ammesse a finanziamento è prevista la sottoscrizione di una Convenzione di Sovvenzione tra l’AdG ed il Beneficiario, che disciplini i rapporti tra le parti stabilendo i rispettivi diritti ed obblighi afferenti all’azione finanziata.
Tutto ciò premesso, si conviene quanto segue
Art. 1
Premesse e allegati
Le premesse e gli allegati fanno parte integrante e sostanziale della presente Convenzione.
Art. 2
Oggetto della Convenzione
Con la presente Convenzione vengono disciplinati i rapporti giuridici tra l’AdG, il Beneficiario e i suoi partner di progetto, ove ricorrano ai sensi dell’art. 5.2 dell’Avviso n. 4/2016, per la realizzazione delle azioni indicate nella Proposta progettuale allegata alla presente Convenzione, che ne forma parte integrante, per l’attuazione di interventi previsti nell’Asse 1 del PON “Inclusione”, “Sostegno a persone in povertà e marginalità estrema - Regioni più sviluppate” e in particolare della azione 9.5.9 – “Finanziamento progetti nelle principali aree urbane e nei sistemi urbani di interventi mirati per il potenziamento della rete dei servizi per il pronto intervento sociale per i senza dimora e per sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia” e nel PO I FEAD, in particolare nella Misura 4 “Deprivazione materiale dei senza dimora e altre persone fragili”.
Art. 3
Obblighi in capo al Beneficiario
Nell’esercizio della realizzazione delle attività individuate ai sensi del precedente art. 2, nell’ambito dell’Asse 1 del PON “Inclusione” “Sostegno a persone in povertà e marginalità estrema - Regioni più sviluppate”, nonché nel PO I FEAD, in particolare nella Misura 4 “Deprivazione materiale dei senza dimora e altre persone fragili” il Beneficiario:
a) è responsabile dell’esecuzione esatta ed integrale del progetto, della corretta gestione, per quanto di competenza, degli oneri finanziari ad esso imputati e dallo stesso derivanti;
b) in ogni caso è referente unico dell’AdG per tutte le comunicazioni ufficiali, che dovranno avvenire secondo quanto indicato all’art. 6;
c) è responsabile della predisposizione, della raccolta, della corretta conservazione e dell’invio degli atti, dei documenti e delle informazioni
richieste dall’AdG, attività che non potrà delegare in alcun modo agli eventuali partner di progetto o ad altri soggetti. Quando è richiesta una informazione sui partner di progetto, è responsabile per il suo ottenimento, la verifica dell’informazione e la comunicazione della stessa all’AdG;
d) informa gli eventuali partner di progetto di ogni evento di cui è a conoscenza e che può causare ostacolo o ritardo alla realizzazione del progetto;
e) sottopone all’AdG, per la relativa approvazione, le eventuali modifiche – comunque non sostanziali - da apportare al progetto e/o al budget di progetto fornendo alla stessa le relative motivazioni secondo le modalità indicate all’art. 6;
f) gestisce, predispone e presenta le richieste di pagamento anche per conto degli eventuali altri partner di progetto; dettaglia l’ammontare esatto delle richieste e le quote assegnate a ciascun partner di progetto, secondo quanto previsto dalla presente Convenzione; individua l’entità dei costi ammissibili come da budget di progetto, di tutte le spese effettivamente sostenute/attività realizzate;
g) gestisce, predispone e presenta le domande di rimborso, secondo le disposizioni contenute nei dispostivi attuativi delle operazioni e della manualistica, finalizzate alla rendicontazione di tutti i costi diretti e indiretti del progetto, allegando la documentazione necessaria a comprovare le spese e le attività realizzate in relazione all’operazione ammessa a cofinanziamento;
h) prende atto ed accetta che tutti i pagamenti dell’AdG siano disposti secondo quanto previsto nell’art. 8;
i) il Beneficiario è il solo soggetto che riceve i finanziamenti da parte dell’Amministrazione, anche a nome di tutti gli eventuali partner di progetto ed assicura che tutti i contributi ricevuti siano riassegnati per la loro parte ai suddetti partner di progetto senza alcun ritardo ingiustificato;
j) è responsabile della corretta e tempestiva ripartizione del contributo ricevuto tra tutti gli eventuali partner di progetto ed è tenuto a conservare la relativa documentazione; è responsabile, in caso di controlli, audit e valutazioni, del reperimento e della messa a disposizione di tutta la documentazione richiesta, (inclusa la documentazione contabile degli eventuali partner di progetto), dei documenti contabili e delle copie dei contratti di affidamento a terzi;
k) è tenuto a rispettare, nell’esecuzione del progetto, tutte le norme allo stesso applicabili, ivi incluse quelle in materia di pari opportunità e di tutela delle persone con disabilità.
Il Beneficiario ha inoltre l’obbligo di:
l) avviare ed attuare l’insieme delle operazioni necessarie correlate alle azioni di cui alla presente Convenzione ed al progetto allegato;
m) assicurare che, per l’insieme delle operazioni avviate ed attuate, vengano effettuate spese ammissibili sostenute e pagate entro e non oltre il 31 dicembre 2019. A tal fine le spese dichiarate devono essere legittime e regolari oltre che conformi alle norme e agli orientamenti europei e nazionali in materia di costi ammissibili e di rendicontazione;
n) garantire, con riferimento all’attuazione delle diverse operazioni, il mantenimento di un sistema di contabilità separata e una codificazione contabile adeguata per tutte le relative transazioni;
o) conservare, predisponendo il relativo fascicolo di progetto, tutta la documentazione amministrativa e contabile, sotto forma di originali o di copie autenticate, su supporti comunemente accettati, registrando, in forma puntuale e completa, nelle piste di controllo, le modalità di archiviazione e garantendone la rintracciabilità, funzionale ai necessari controlli, per un periodo di cinque anni successivi alla conclusione del progetto, e comunque nel rispetto dei vincoli stabiliti dall’art. 140 del Reg. (UE) 1303/2013, dall’art. 51 del Reg. (UE) n. 223/2014 e dalla normativa nazionale;
p) assicurare, nel corso dell’intero periodo di vigenza della presente Convenzione, i necessari raccordi con l’AdG, impegnandosi ad adeguare i contenuti delle attività ad eventuali indirizzi o a specifiche richieste, formulate dall’AdG medesima;
q) garantire che gli interventi destinati a beneficiare del cofinanziamento del PON e del PO I FEAD concorrano al conseguimento dell’obiettivo generale del PON medesimo e degli obiettivi specifici degli Assi 1 e 2 “Sostegno a persone in povertà e marginalità estrema”, nonché alle finalità generali del PO I FEAD ed in particolare alla Misura 4 “Deprivazione materiale dei senza dimora e altre persone fragili” sopra richiamati;
r) regolare con idoneo atto amministrativo e/o negoziale, previ gli eventuali adempimenti procedurali prescritti, i rapporti e gli impegni reciproci con i partner di progetto, al fine di garantire l’osservanza, a tutti i livelli, dei regolamenti comunitari e delle disposizioni del PON e del PO I FEAD, dandone tempestiva informazione all’AdG;
s) garantire che le operazioni siano realizzate conformemente ai criteri di selezione approvati e/o ratificati dal Comitato di sorveglianza e siano conformi alle disposizioni contenute nei due Programmi Operativi, alle norme comunitarie e nazionali applicabili per l'intero periodo di programmazione;
t) assicurare l’utilizzo e la costante implementazione dei sistemi informativi dell’AdG, SIGMA Inclusione e SIGMA FEAD, per la registrazione e la conservazione delle informazioni e dei dati contabili relativi alle tipologie di azione attribuite;
u) assicurare una raccolta adeguata delle informazioni e della documentazione relative alle attività approvate, necessarie alla gestione finanziaria, alla sorveglianza, alle verifiche di gestione (controlli di primo livello), al monitoraggio, alla valutazione delle attività, agli audit e a garantire il rispetto della pista di controllo del PON Inclusione e del PO I FEAD, secondo quanto disposto dall'art. 140 del Regolamento (UE) n. 1303/2013 e dall’art. 51 del Reg. (UE) n. 223/2014;
v) inviare, secondo le modalità e la tempistica previste dai Sistemi di Gestione e Controllo (SIGECO) dei due PP.OO adottati dall’AdG, i dati di monitoraggio fisico, finanziario e procedurale, rilevati per ciascuna operazione;
w) inviare periodicamente all’Autorità di Gestione e all’Autorità di Certificazione le previsioni delle dichiarazioni di spesa per l’anno in corso, secondo la procedura stabilita dall’AdG, al fine di monitorare l’avanzamento della spesa ed evitare il disimpegno automatico e di osservare l’adempimento di cui al Titolo II del Reg. (UE) n. 1303/2013 ed al Titolo I del Reg. (UE) n. 223/2014;
x) fornire all’AdG tutta la documentazione relativa allo stato di avanzamento degli interventi, necessaria, in particolare, per l’elaborazione delle Relazioni di attuazione annuali;
y) garantire, anche da parte degli altri eventuali partner di progetto delle linee di azione, il rispetto degli obblighi in materia di informazione e pubblicità
previsti all'art. 115 del Regolamento (UE) n. 1303/2013 e all’art. 19 del Reg. (UE) n.223/2014;
z) predisporre proprie procedure di controllo interno, proporzionate alla dimensione dell’organismo e alla natura, secondo quanto disposto dalla nota EGESIF_14-0012_02 del 17/09/2015, “Linee guida per gli Stati membri sulle verifiche di gestione” - (Periodo di programmazione 2014-2020). Tali procedure di controllo interno devono essere volte a garantire che, in fase di rendicontazione, ciascun documento di spesa scannerizzato da parte del Beneficiario sia identico all’originale cartaceo, sia impossibile scannerizzare lo stesso documento cartaceo per produrre documenti elettronici diversi e ciascun documento elettronico resti unico e non possa essere riutilizzato per uno scopo diverso da quello iniziale;
aa) assicurare il rispetto dei principi orizzontali – Sviluppo sostenibile, parità opportunità e non discriminazione, parità tra uomini e donne - e osservare la normativa comunitaria di riferimento, in particolare in materia di concorrenza, ammissibilità della spesa, aiuti di stato (nei casi pertinenti) ed informazione e pubblicità, nonché quanto previsto dalla normativa comunitaria, con riguardo alle attività di esecuzione, sorveglianza e valutazione dei Programmi;
bb)collaborare all’espletamento di ogni altro onere ed adempimento previsto a carico dell’AdG dalla normativa comunitaria in vigore, per tutta la durata della presente Convenzione.
Il Beneficiario assume nei confronti dell’AdG piena responsabilità per qualsiasi danno, anche all’immagine, causato al MLPS e/o a qualsivoglia terzo, a persone e/o beni, e derivante direttamente e/o indirettamente dall’esecuzione del progetto. Il Beneficiario è responsabile nei confronti del MLPS anche per danni causati dai partner di progetto e/o dai soggetti di cui all’art. 9 che segue. In ogni caso, il Beneficiario manleverà e terrà indenne l’AdG da qualsiasi richiesta di risarcimento/indennizzo e/o rimborso avanzata da qualsivoglia soggetto a qualsivoglia titolo riconducibile all’esecuzione del progetto.
Per quanto concerne i partner partecipanti al progetto ai sensi del paragrafo 5.2 dell'Avviso, il Beneficiario dovrà tempestivamente acquisire e sottoporre all'AdG, comunque prima dell'invio della domanda di rimborso relativa, lettera di adesione dei suddetti partner alla presente Convenzione, con riferimento a
tutte le parti di competenza e quindi in primo luogo alle previsioni di cui al successivo art. 4.
Tale lettera di adesione dovrà essere conforme, nei contenuti, allo schema allegato 5 unito alla presente Convenzione (da sottoscriversi con firma digitale). Rapporti interni a parte, la costituzione di tali relazioni di xxxxxxxxxxxx non fa venir meno in alcuna parte o misura la responsabilità del Beneficiario nei confronti dell'AdG.
Art. 4
Obblighi in capo ai soggetti partner (ove ricorrano)
I partner di progetto, individuati secondo quanto previsto all'articolo precedente:
a) eseguono esattamente ed integralmente, per quanto di spettanza, le attività progettuali di competenza;
b) inviano al Beneficiario i dati necessari per predisporre i report da inviare all’AdG, i consuntivi ed altri documenti richiesti dalla presente Convenzione;
c) inviano all’AdG attraverso il Beneficiario o direttamente, nei casi specificamente richiesti dalla presente Convenzione o dalla stessa AdG, tutte le informazioni necessarie, utili o anche solo opportune per la corretta esecuzione del progetto;
d) informano il Beneficiario tempestivamente di ogni evento di cui vengano a conoscenza che attenga alla realizzazione del progetto o che possa creare ritardi od ostacoli nell’esecuzione dello stesso;
e) informano il Beneficiario delle eventuali modifiche ritenute da apportare al budget di progetto;
f) inviano al Beneficiario tutti i documenti necessari in funzione dello svolgimento di audit e/o controlli diversi, impegnandosi altresì, al fine di consentire l’accertamento della regolarità delle operazioni eseguite e/o di eventuali responsabilità, a consentire lo svolgimento dei controlli e le verifiche in loco delle Autorità competenti o di altro organismo deputato a tale scopo ed a collaborare alla loro corretta esecuzione.
Art. 5
Obblighi in capo all’AdG
La Divisione II della DG per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale (ex Direzione Generale per l’Inclusione e le Politiche Sociali), in qualità di AdG, si impegna, nei confronti del Beneficiario, responsabile dell’avvio e dell’attuazione delle azioni oggetto della presente Convenzione e previste dal PON Inclusione e dal PO I FEAD, a:
- mettere a disposizione sul proprio sito web istituzionale il Sistema di Gestione e Controllo (Xx.Xx.Xx) del PON Inclusione e del PO I FEAD, adottati dall’AdG, comprensivi delle relative piste di controllo, e più in particolare:
- il Manuale per l’utilizzo del sistema gestionale informativo SIGMA PON Inclusione/PO I FEAD;
- il Manuale delle procedure dell’AdG/OI, (PON Inclusione/PO I FEAD) contenente, tra le altre cose, le procedure circa le segnalazioni di irregolarità e il pagamento del cofinanziamento;
- il Manuale del Beneficiario (PON Inclusione/PO I FEAD) , contenente, tra le altre cose, le indicazioni relative alla procedura di rendicontazione;
- il Documento sui criteri di selezione delle operazioni, approvato dal Comitato di Sorveglianza e le Linee guida per le procedura di selezione dei progetti (in via di predisposizione);
- le Linee guida sulla comunicazione, secondo quanto stabilito dall’Allegato XII del Regolamento (UE) n. 1303/2013;
- rendere disponibili le risorse finanziarie di cui all’art. 7, tramite la contabilità speciale di Tesoreria intestata alla Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale (ex DG per l’inclusione e le politiche sociali), ai sensi del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 30/5/2014;
- assicurare al Beneficiario il supporto necessario a consentire l’applicazione tempestiva e conforme delle procedure previste dalla vigente normativa comunitaria e nazionale per gli interventi FSE e FEAD;
- attuare, in collaborazione con il Beneficiario, le iniziative in materia di informazione e pubblicità previste all'art. 115 del Regolamento (UE) n. 1303/2013 e art. 19 del Regolamento (UE) n. 223/2014;
- garantire l’utilizzo di un sistema informatizzato per la raccolta dei dati di ciascun intervento e la disponibilità delle informazioni relative alla gestione finanziaria, alle verifiche, agli audit e alla valutazione;
- esaminare le eventuali comunicazioni del Beneficiario in merito al ricorso alla complementarietà tra Fondi strutturali, di cui all’art. 98 del Reg. (UE) n. 1303/2013, ai fini della prevista autorizzazione preventiva;
- fornire al Beneficiario tutte le informazioni relative ai lavori del Comitato di Xxxxxxxxxxxx e agli altri previsti nelle diverse sedi partenariali della programmazione 2014-2020;
- assolvere ad ogni altro onere ed adempimento, previsto a carico della AdG, dalla normativa comunitaria in vigore, per tutta la durata della presente Convenzione.
Art. 6
Durata e modalità di realizzazione
Le attività progettuali prenderanno avvio dalla comunicazione di avvenuta registrazione del decreto di approvazione della presente Convenzione da parte dei competenti organi di controllo e si concluderanno entro il 31 dicembre 2019. Su richiesta del Beneficiario e con rischio a suo carico, ai sensi dell’articolo 65, comma 6, del Regolamento (UE) n. 1303/2013, nonché dell’art.22, comma 3 del Regolamento (UE) n.223/2014, saranno considerate ammissibili le spese inerenti l’attuazione delle proposte di intervento approvate, anche se relative ad operazioni avviate prima della presentazione all’Autorità di Gestione della domanda di ammissione al finanziamento da parte del Beneficiario, purché l’operazione non sia stata completamente attuata (o materialmente portata a termine) prima di tale data e sia stata avviata successivamente alla pubblicazione dell’Avviso n.4/2016. Tale eventualità deve essere stata indicata nella Scheda 2 “Cronoprogramma”, allegata alla proposta progettuale.
Nella realizzazione dei singoli interventi, il Beneficiario si impegna a:
• utilizzare la Posta Elettronica Certificata quale mezzo per le comunicazioni ufficiali con l’AdG;
• avviare le attività progettuali entro i tempi sopra indicati, comunicando all’AdG la data di inizio delle stesse e la sede di svolgimento delle azioni previste dal progetto, ovvero la sede del soggetto attuatore;
• rispettare la tempistica di realizzazione indicata nel cronoprogramma di spesa approvato;
• tenere costantemente informata l’AdG dell’avanzamento esecutivo dei progetti e rispettare gli adempimenti in materia di monitoraggio previsti dalla presente Convenzione;
• adempiere a tutte le prescrizioni concernenti la gestione ed il controllo delle singole operazioni ammesse a finanziamento;
• rispettare le regole di ammissibilità delle spese contenute nella Circolare ministeriale e nel Vademecum delle Regole di Ammissibilità delle Spese dichiarate per il Sostegno dell’UE nell’ambito dei Fondi SIE 2014-2020, attualmente in corso di definizione e di quanto stabilito dall’art. 26 del Reg. (UE) n.223/2014. Per quanto concerne il PON Inclusione, nelle more della approvazione del citato Vademecum e della conseguente definizione della relativa Circolare, rispettare le regole di ammissibilità delle spese contenute nella Circolare n. 2 del 2/02/2009 del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 117 del 22 maggio 2009, relativa a “Tipologia dei soggetti promotori, ammissibilità delle spese e massimali di costo per le attività rendicontate a costi reali cofinanziate dal Fondo sociale europeo 2007-2013 nell’ambito dei Programmi Operativi Nazionali (P.O.N.)”, nonché nel decreto del Presidente della Repubblica n.196 del 3 ottobre 2008, di approvazione del Regolamento di esecuzione del Regolamento CE n. 1083/2006 che definisce le norme sull’ammissibilità delle spese per i programmi cofinanziati dai fondi strutturali per i periodo di programmazione 2007-2013;
• attenersi alle indicazioni fornite dall’AdG in merito all’applicazione delle
regole di ammissibilità delle spese;
• trasmettere tempestivamente all’AdG tramite apposita comunicazione e-mail
- all’indirizzo di posta certificata: xxxxxx0.xxxxxxxxxxxxx@xxx.xxxxxx.xxx.xx -
tutta la documentazione amministrativa/contabile relativa alle Domande di
rimborso compresi, ove previsti, i prodotti intermedi e finali realizzati nell’ambito dell’intervento.
Le Domande di rimborso dovranno essere caricate a sistema, complete di tutta la documentazione prevista, secondo la tempistica indicata dal successivo art. 8.
Il Beneficiario è tenuto ad adempiere alle eventuali richieste di ulteriore documentazione, dati ed informazioni dell’AdG, secondo le modalità e le tempistiche che saranno, allo scopo, comunicate.
Su richiesta scritta e debitamente motivata del Beneficiario possono essere autorizzate dall’AdG modifiche al progetto finanziato secondo la procedura descritta nel successivo art. 13.
Art. 7 Risorse attribuite
Per l’attuazione degli interventi di cui al precedente art. 2, sono attribuite al Beneficiario risorse complessive pari ad Euro 2.899.300,00, come da tabella allegata al Decreto Direttoriale sopra citato, di cui Euro 1.449.650,00 a valere sul PON “Inclusione” ed Euro 1.449.650,00 a valere sul PO I FEAD, in funzione di sovvenzione delle attività descritte nella proposta progettuale presentata dal Beneficiario medesimo, allegato 2 unito alla presente Convenzione.
Art. 8
Modalità di liquidazione e circuito finanziario
Tutti i pagamenti saranno effettuati a favore del Beneficiario sul conto di tesoreria unico presso Bankitalia n. 0030864.
Il pagamento dell’importo attribuito al Beneficiario di cui al precedente Art. 7 sarà erogato secondo le seguenti modalità:
a) erogazione a titolo di anticipo di un importo pari al 15 % del finanziamento complessivo accordato, a seguito di comunicazione del Beneficiario indicante l’effettivo avvio delle attività;
b) erogazione delle successive tranche di finanziamento con cadenza trimestrale e scadenza a fine marzo, giugno, settembre, dicembre, previa presentazione obbligatoria nei 30 giorni successivi alla scadenza del trimestre, da parte del Beneficiario, delle relative Domande di rimborso complete della prescritta
documentazione di rendicontazione delle spese/attività, nonchè di relazione intermedia descrittiva delle attività svolte nel periodo di riferimento e comunque a seguito di positiva verifica on desk della documentazione trasmessa dal Beneficiario stesso; quale che sia l'avanzamento delle attività e quindi del processo di maturazione dei relativi contributi, l'importo totale di tali ulteriori tranche di finanziamento non potrà in ogni caso superare il 75 % del contributo assegnato che, sommato al 15% dell’anticipo, consentirà di ricevere in corso d’opera un importo non superiore al 90% del contributo complessivo previsto;
c) il saldo finale verrà corrisposto, nella misura che risulterà di competenza a seguito della verifica amministrativo-contabile prevista al successivo art. 10, a conclusione delle attività e dietro presentazione della domanda di rimborso finale, completa di rendicontazione finale delle spese (Rendiconto generale) e della relazione finale sulle attività realizzate, come previsto sempre al suindicato art. 10.
L’AdG, per esigenze legate alla gestione finanziaria dell'intervento, si riserva di richiedere la presentazione di Domande di rimborso in momenti diversi da quelli sopra richiamati identificando scadenze ulteriori.
I pagamenti al Beneficiario, sia per la quota comunitaria che per la quota nazionale, sono effettuati dall’AdG, tramite la contabilità speciale di Tesoreria intestata alla Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale (ex DG per l’Inclusione e le Politiche Sociali), ai sensi del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 30/5/2014, mediante il sistema informativo del Ministero dell’Economia e delle Finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato - Ispettorato Generale per i Rapporti Finanziari con l’Unione Europea (IGRUE). A tal fine il Beneficiario presenta le domande di rimborso all’AdG del PON Inclusione e PO I FEAD, che procederà al relativo pagamento attraverso il Sistema informativo IGRUE, previo espletamento dei controlli di I livello.
Per ciascun pagamento da effettuare dal Beneficiario a Terzi, vi è l’obbligo di indicare, al ricorrere dei presupposti di legge, il codice identificativo di gara (CIG), attribuito dall’AVCP e il CUP assegnato al progetto. I pagamenti saranno
effettuati previa verifica della regolarità delle procedure di affidamento seguite dal Beneficiario, ivi compreso il rispetto dell’art. 3 della L. 136/2010.
Art. 9
Affidamento di incarichi e contratti a terzi
Il Beneficiario e/o ciascun partner di progetto, potranno – sotto la propria esclusiva responsabilità – affidare a soggetti terzi, con comprovata e documentata esperienza professionale nel settore oggetto del progetto, l’esecuzione di parte dello stesso.
Qualora il Beneficiario e/o i partner di progetto intendano affidare parte delle attività a soggetti terzi, questi: i) dovranno possedere i requisiti e le competenze richieste dall’intervento; ii) non potranno sub affidare a loro volta ad altri soggetti l’esecuzione, anche di parte, delle attività affidategli; iii) dovranno essere selezionati – in caso di incarichi professionali affidati a soggetti esperti – secondo le modalità previste dall’art. 7 del D.Lgs 165/2001, ovvero – in caso di contratti di appalto – secondo le modalità previste dalle vigenti disposizioni in materia di procedure di evidenza pubblica (D.Lgs. 50/2016).
Nel caso in cui le richiamate disposizioni normative e procedurali non dovessero essere applicabili (es. convenzioni con soggetti di diritto pubblico non sottoposte al D.Lgs. 50/2016) il Beneficiario è comunque tenuto - nei limiti della pertinenza - al rispetto dei principi di concorrenza, parità di trattamento e imparzialità nell’assegnazione dei contratti e degli incarichi.
I contratti stipulati tra Beneficiario e/o partner di progetto e soggetti terzi affidatari, dovranno essere dettagliati, nell’oggetto, nei contenuti, nelle modalità di esecuzione delle prestazioni ed articolati per le voci di costo; se stipulati successivamente alla sottoscrizione della presente Convenzione, devono riportare il codice identificativo della medesima.
Il Beneficiario e/o ciascun partner di progetto, acquisiranno i beni e i servizi necessari per la realizzazione del progetto nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale vigente in materia e del principio del value for money.
La Commissione Europea e/o la Corte dei Conti e/o altre Autorità competenti, in base a verifiche documentali in loco, possono sottoporre a controllo tutti i
fornitori/prestatori di servizi selezionati dal Beneficiario e/o partner per quanto di rispettiva competenza.
Qualora il Beneficiario ponga in essere gli atti e contratti previsti all’art. 3, comma 1, lettere f-bis ed f-ter della legge n. 20/1994, è tenuto ad inviare i relativi atti alla Corte dei conti per il controllo preventivo di legittimità al ricorrere dei relativi presupposti; in mancanza i contratti non potranno essere ritenuti efficaci ed esecutivi e, pertanto, l’AdG non potrà procedere al riconoscimento della spesa relativa.
Art. 10 Rendicontazione delle spese e controlli
Il rendiconto delle spese sostenute - nel caso delle voci di spesa da rendicontare a costo reale - o delle attività realizzate - nel caso delle voci di spesa da rendicontare secondo la metodologia dell’Unita di Costo Standard (UCS) - per il progetto finanziato deve essere presentato nel rispetto delle regole indicate nel “Manuale del Beneficiario” PON Inclusione/PO I FEAD e secondo quanto disposto nel “Manuale per l’utilizzo del sistema gestionale informativo SIGMA Inclusione/FEAD”.
Ferme restando le disposizioni civilistiche e fiscali, la documentazione giustificativa delle spese/attività realizzate in originale, nonché ogni altro documento relativo al progetto, dovranno essere conservati ai sensi dell’art. 140 del Reg. (UE) n. 1303/2013, nonché dell’art. 51 del Regolamento (UE) n. 223/2014 ai quali integralmente si rinvia e esibiti in sede di verifica o di richiesta delle autorità competenti.
In particolare, ai fini dell’erogazione del contributo mediante le modalità indicate al precedente art. 8, il Beneficiario dovrà presentare all’AdG Domande di rimborso, firmate dal legale rappresentante ai sensi dell’art. 47 del DPR n. 445/2000, ove possibile firmate digitalmente ai sensi del D.lgs. n.82/2005, e trasmesse mediante PEC, contenenti il riepilogo delle spese/attività realizzate, ai sensi dell’art.125 del Reg. (UE) 1303/2013 e dell’art. 32 del Reg. (UE) 223/2014; Le spese dichiarate nelle domande di rimborso (nel caso delle voci di spesa da rendicontare a costo reale) dovranno corrispondere alle spese indicate nell’art. 13 del Regolamento (UE) 1304/2013 come ammissibili e di quanto stabilito dall’art.
26 del Reg. (UE) n.223/2014 nonché, per il PON Inclusione, nelle more della definizione della nuova circolare ministeriale, a quanto previsto dalla Circolare
n.2 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 2 febbraio 2009, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 117 del 22 maggio 2009, relativa a “Tipologia dei soggetti promotori, ammissibilità delle spese e massimali di costo per le attività rendicontate a costi reali cofinanziate dal Fondo sociale europeo 2007- 2013 nell’ambito dei Programmi Operativi Nazionali (P.O.N.)”, nonché a quanto previsto nel decreto del Presidente della Repubblica n.196 del 3 ottobre 2008, di approvazione del Regolamento di esecuzione del Regolamento CE n. 1083/2006, che definisce le norme sull’ammissibilità delle spese per i programmi cofinanziati dai fondi strutturali per i periodo di programmazione 2007-2013, ed i relativi pagamenti effettuati e giustificati da fatture quietanzate o da documenti contabili di valore probatorio equivalente.
Le operazioni ammesse a cofinanziamento, a valere sul fondo FSE del PON Inclusione 2014-2020, sono realizzate ricorrendo alle seguenti forme di rimborso:
- UCS, ai sensi dell’art. 67 comma 1 lettera b), per il rimborso delle spese di personale assunto direttamente dagli Ambiti territoriali/Comuni (Macrovoce 1 del Piano Finanziario). L’UCS è stata determinata secondo la metodologia approvata con Decreto Direttoriale n. 167 del 9 maggio 2017;
- rimborso dei costi ammissibili effettivamente sostenuti e pagati unitamente, se del caso, a contributi in natura e ammortamenti - ai sensi dell’art. 67 comma 1 lettera a), per tutti gli altri costi previsti nel Piano finanziario.
Le operazioni ammesse a cofinanziamento, a valere sul fondo FEAD del PO I FEAD 2014-2020, sono realizzate ricorrendo alle seguenti forme di rimborso:
- rimborso dei costi ammissibili effettivamente sostenuti e pagati, ai sensi dell’art. 25 comma 1 lettera a) del regolamento (UE) n. 223/2014;
- rimborso delle spese amministrative, di trasporto e di magazzinaggio sostenute dalle organizzazioni partner, a una percentuale forfettaria del 5 % delle spese per l'acquisto di prodotti alimentari e/o assistenza materiale di base, oppure del 5 % del valore dei prodotti alimentari resi disponibili a norma dell'articolo 16 del regolamento (UE) n. 1308/2013, ai sensi dall’art. 26 comma 2 lettera c) del regolamento (UE) n. 223/2014;
- rimborso delle spese per le misure di accompagnamento svolte e dichiarate dalle organizzazioni partner che forniscono, direttamente o nell'ambito di accordi di cooperazione, prodotti alimentari e/o assistenza materiale di base alle persone indigenti, a una percentuale forfettaria del 5 % delle spese per l'acquisto di prodotti alimentari e/o assistenza materiale di base, ai sensi dall’art. 26 comma 2 lettera e) del regolamento (UE) n. 223/2014.
L’AdG si riserva la possibilità di stabilire che date operazioni ammesse a cofinanziamento, a valere sul Fondo FEAD del PO I FEAD 2014-2020, siano realizzate ricorrendo ad altre forme di rimborso tra quelle previste ai sensi dell’art. 25 del Regolamento (UE) n. 223/2014.
Tutti i documenti dovranno essere inseriti nel supporto informatico SIGMA Inclusione/FEAD fornito dal Ministero.
Come indicato all’art. 8, i rimborsi da parte dell’Amministrazione avverranno a seguito di positivo controllo on desk delle domande di rimborso prevenute e della documentazione allegata e inserita sul sistema informatico SIGMA Inclusione/FEAD.
Successivamente alla verifica on desk, attraverso una metodologia campionaria, saranno effettuate delle verifiche amministrativo-contabili e ogni altro controllo ai sensi della normativa comunitaria e nazionale applicabile sugli originali della documentazione giustificativa. Qualora la relativa Domanda di rimborso risultasse incompleta e/o la documentazione allegata incompleta o mancante, o nel caso di mancata esibizione della documentazione richiesta nel corso della verifica amministrativo-contabile, l’espletamento delle verifiche si intende sospeso fino a quando non perverranno i chiarimenti, le integrazioni e/o i documenti richiesti. Rimane ferma la possibilità per l’AdG di riconoscere la spesa ammissibile con riferimento alle parti per le quali la documentazione risultasse completa e la facoltà per il Beneficiario di presentare nella successiva Domanda di rimborso la documentazione completa, comprensiva delle integrazioni richieste, con riferimento alle spese per le quali le verifiche sono state sospese. In ogni caso il Beneficiario dovrà inviare nei termini indicati dall’AdG i chiarimenti, le integrazioni e/o la documentazione richiesta, pena la definitività del mancato riconoscimento delle spese e delle decurtazioni operate. Sono fatti salvi i casi di forza maggiore e legittimo impedimento.
Nel semestre successivo alla chiusura del progetto, il Beneficiario dovrà presentare all’AdG il riepilogo generale delle domande di rimborso presentate (cosiddetto rendiconto generale), corredato da una relazione finale sulle attività svolte e sugli obiettivi raggiunti. L’AdG procederà quindi tempestivamente ad attivare la verifica amministrativo-contabile a saldo attraverso una metodologia campionaria.
Nel caso di mancata esibizione della documentazione richiesta o di mancato riscontro alle richieste di chiarimenti, l’espletamento della verifica si intende sospeso fino a quando non perverranno i chiarimenti, le integrazioni e/o i documenti richiesti.
In ogni caso il Beneficiario dovrà inviare nei termini indicati dall’AdG i chiarimenti, le integrazioni e/o la documentazione richiesta, pena la definitività del mancato riconoscimento delle spese e delle decurtazioni operate. Sono fatti salvi i casi di forza maggiore e legittimo impedimento.
All’esito della verifica amministrativo-contabile a saldo, l’AdG procederà alla notifica di decisione definitiva sulla valutazione dei risultati di progetto e la relativa congruità delle spese sostenute/attività realizzate e alla liquidazione del saldo.
I pagamenti saranno costituiti da due quote, comunitaria e nazionale, per ciascun Fondo, e potranno essere subordinati all’accreditamento della quota comunitaria sul Fondo di Rotazione da parte della Commissione Europea. L’AdG non potrà quindi essere ritenuta responsabile degli eventuali ritardi nella liquidazione, che potrebbero verificarsi a causa della mancanza di disponibilità dei sopraccitati fondi.
Ogni somma richiesta dal Beneficiario non dovrà superare il contributo complessivo e pro quota per ogni Fondo, previsto dalla presente Convenzione. Inoltre il Beneficiario si impegna a comunicare tempestivamente all’AdG le economie eventualmente sopravvenute, qualora queste superino la quota del 30% rispetto all’importo totale del progetto. Il Beneficiario non potrà comunque utilizzare le predette economie in assenza di formale approvazione della stessa AdG.
Il Beneficiario, nonché gli altri soggetti coinvolti nell’attuazione delle azioni cofinanziate dai fondi, ha/hanno l’obbligo di rispettare, nella tenuta della
documentazione contabile, i principi di contabilità ufficialmente riconosciuti dalla legislazione vigente, nonché di adottare un sistema di contabilità separata o adeguata codifica contabile e informatizzata per tutte le operazioni relative al progetto.
Il Beneficiario assicura che tutti i documenti giustificativi relativi alle spese del progetto saranno tenuti a disposizione dell’AdG, della Commissione Europea e della Corte dei conti almeno per un periodo di cinque anni successivi alla conclusione del progetto, secondo quanto disposto dall’art. 3 della presente Convenzione e comunque nel rispetto dei vincoli stabiliti dall’art. 140 del Reg. (UE) 1303/2013, dall’art. 51 del Regolamento (UE) n. 223/2014 e dalla normativa nazionale.
La decorrenza del termine è sospesa in caso di procedimento giudiziario o su richiesta debitamente motivata della Commissione. I documenti progettuali devono essere conservati sotto forma di originali o di copie autenticate su supporti cartacei ed informatici che ne garantiscano l’adeguata conservazione e l’immediata intelligibilità.
I crediti derivanti dalla presente Convenzione non possono, in nessun caso, essere oggetto di cessione a terzi.
Il Beneficiario con la sottoscrizione della presente Convenzione, al ricorrere dei presupposti di legge (art.3 della L.136/2010) e relativamente alle operazioni da Esso medesimo poste in essere, assumerà tutti gli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari di cui all’art.3 della L. 13 agosto 2010, n. 136 e successive modifiche, sin d'ora prendendo atto che:
• il mancato rispetto degli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari, oltre alle sanzioni specifiche, comporta la nullità assoluta dei relativi contratti sottoscritti, con i rimedi previsti nella legge 136/2010 medesima;
• ugualmente il mancato utilizzo degli strumenti prescritti a consentire la piena tracciabilità delle operazioni realizzate dal Beneficiario, al ricorrere dei relativi presupposti, comporterà le sanzioni ed i rimedi di legge;
• in caso di affidamento di attività, servizi e/o forniture a soggetti terzi nelle modalità previste dall’art. 9 della presente Convenzione, all’atto della conoscenza dell’inadempimento della propria controparte agli obblighi di tracciabilità finanziaria di cui al presente articolo, deve procedere
all’immediata risoluzione del rapporto contrattuale, informandone contestualmente l’AdG e uguale obbligo grava sulla sua controparte contrattuale; è obbligato ad inserire in tutti i contratti stipulati per l’esecuzione delle attività di cui alla presente Convenzione, pena la loro nullità, una clausola contrattuale conforme al modello descritto nell’allegato 1 alla Determinazione n. 8 del 18 novembre 2010 dell’Autorità di Vigilanza dei Contratti Pubblici.
Al fine di consentire il monitoraggio fisico, finanziario e procedurale del progetto il Beneficiario dovrà fornire all’AdG:
• le informazioni, anche mediante l’utilizzo del SIGMA Inclusione/FEAD, sui risultati raggiunti e sugli effetti prodotti per la valorizzazione, ove richiesto, degli eventuali indicatori ed ogni informazione richiesta sulle attività di cui alla presente Convenzione;
• tutta la documentazione relativa allo stato di avanzamento degli interventi, necessaria in particolare per l’elaborazione del Rapporto di Valutazione, del Rapporto annuale di attuazione e del Rapporto finale di attuazione del PON, e del Rapporto di valutazione, della Relazione di attuazione annuale e della Relazione di attuazione finale del PO I FEAD;
• ogni informazione necessaria richiesta dagli organi preposti alla supervisione del Programma.
L’AdG verifica altresì la conformità di quanto realizzato rispetto alla proposta progettuale e alle finalità dell’Avviso 4/2016.
Art. 11 Irregolarità e sanzioni
Se a seguito dei controlli saranno accertate delle irregolarità sanabili, al Beneficiario sarà richiesto di fornire chiarimenti e/o integrazioni atti a sanare le criticità riscontrate, entro un termine perentorio di 10 giorni dalla data di ricezione da parte del Beneficiario della richiesta di chiarimenti dell’AdG. Laddove il Beneficiario non provveda nei tempi stabiliti, sarà facoltà dell’AdG procedere alla decurtazione degli importi oggetto di rilievo nonché adottare provvedimenti alternativi che nei casi più gravi potranno comportare anche la risoluzione della Convenzione con conseguente revoca del finanziamento e
recupero di eventuali somme già erogate, salvo la possibilità di richiedere il risarcimento del danno subito dall’AdG.
L’AdG può revocare in tutto o in parte il contributo, a suo insindacabile giudizio e comunque nel rispetto del principio di proporzionalità in relazione alla gravità dell’inadempimento, nel caso di:
a) rifiuto di collaborare, nell’ambito dei controlli, alle visite ispettive;
b) inadempimento all’obbligo di esatta esecuzione delle attività, di cui all’art. 3, facente capo al Beneficiario;
c) interruzione o modifica, non previamente autorizzata, del progetto finanziato;
d) inadempienza nell’attività di reporting (relazioni intermedie e finali) e/o di monitoraggio e di rendicontazione delle spese (ivi inclusa la trasmissione dei giustificativi di spesa e delle relative relazioni sull’attività svolta), sia sotto il profilo del mancato invio sia sotto il profilo della non conformità della documentazione alle previsioni della presente Convenzione;
e) irregolarità contabili accertate in sede di controllo della rendicontazione o emerse in sede di controlli ispettivi;
f) recesso non giustificato del Beneficiario dalla presente Convenzione;
g) perdita dei requisiti minimi previsti nell’Avviso per l’esecuzione delle attività del progetto;
h) non veridicità di una o più dichiarazioni rilasciate per la partecipazione all’Avviso;
i) mancato rispetto delle regole di informazione pubblicità di cui all’art. 17;
j) in tutti gli altri casi in cui la presente Convenzione prevede espressamente la revoca del contributo.
La revoca è disposta dall’AdG con le medesime forme dell’assegnazione. Tale atto dispone, altresì, in merito al recupero delle somme che siano state eventualmente erogate indebitamente.
Nel caso in cui una somma erogata al Beneficiario debba essere recuperata, lo stesso si impegna a restituire all’AdG la somma in questione nel termine concesso dall’AdG, anche se il Beneficiario non è stato il destinatario finale della somma erogata.
Qualora la restituzione dei predetti importi non venisse effettuata nel termine concesso, l’AdG si riserva il diritto di recuperare direttamente le somme dovute dal destinatario finale del contributo, ferma restando la responsabilità del Beneficiario e salvo, in ogni caso, il diritto al risarcimento dei danni patiti.
Se la disposizione di recupero non è onorata nei tempi previsti, alla somma saranno aggiunti gli interessi legali. Gli interessi sul ritardato rimborso saranno riferiti al periodo tra la data ultima prevista per il rimborso e la data in cui l’AdG riceve il completo pagamento della somma dovuta. Ogni rimborso anche parziale verrà imputato prioritariamente a copertura prima degli interessi e delle penali e, successivamente, della sorte capitale dovuta.
Se i rimborsi non sono stati effettuati nel tempo fissato, le somme da restituire all’AdG potranno essere recuperate tramite compensazione diretta con le somme ancora dovute al Beneficiario, dopo averlo informato, tramite lettera raccomandata A/R o via PEC.
Resta inteso che qualora intervengano ragioni di interesse pubblico che non consentano di differire il recupero delle somme alla scadenza del termine concesso, l’AdG potrà provvedere al recupero immediato, tramite compensazione diretta.
Il Beneficiario, a mezzo della sottoscrizione della presente Convenzione, manifesta sin d'ora pieno ed incondizionato consenso alle modalità di compensazione sopra descritte.
L’AdG potrà anche avvalersi, per il recupero coattivo delle somme dovute dal Beneficiario, della procedura di riscossione prevista per le entrate patrimoniali dello Stato, oltre che delle procedure ordinarie, anche giudiziali.
In ogni caso, qualora in sede di realizzazione dei progetti si riscontrino significativi disallineamenti nell’avanzamento finanziario della spesa o nei risultati previsti, l’Autorità di Gestione sin d'ora si riserva la facoltà di adottare ogni provvedimento utile ad assicurare l’efficacia e l’efficienza delle iniziative, ivi inclusa la rimodulazione del budget e delle attività progettuali.
Il progetto finanziato potrà essere oggetto di controllo da parte delle Autorità di audit, della Commissione europea, della Corte dei conti o di altri organismi di controllo.
Art. 12 Responsabilità verso terzi
Il Beneficiario, in rappresentanza della Regione/Provincia autonoma, si impegna ad operare nel pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti vigenti. Il MLPS non è responsabile per eventuali danni che possano derivare a terzi dalla gestione delle attività effettuate in modo non conforme agli articoli della presente Convenzione. Il Beneficiario si impegna, in conseguenza, nella suddetta sua qualità, a sollevare il MLPS da qualsiasi danno, azione, spesa e costo che possano derivare da responsabilità dirette od indirette dell'Ente territoriale rappresentato.
Art. 13 Efficacia e modifiche
La presente Convenzione ha efficacia, salvo ipotesi di revoca totale o parziale per giustificati motivi, fino alla chiusura definitiva delle procedure di rendicontazione.
Qualora ricorrano i presupposti di legge, il decreto direttoriale di approvazione della presente Convenzione verrà sottoposto al controllo preventivo di legittimità dei competenti organi di controllo. In tal caso la Convenzione medesima vincolerà il MLPS solo a partire dalla data di comunicazione dell’avvenuto positivo controllo mentre, in ogni caso, sarà vincolante per il Beneficiario a far data dalla sua sottoscrizione.
Eventuali modifiche e/o integrazioni alla presente Convenzione ed al relativo progetto, sono apportate con atto scritto a firma dell’AdG e del rappresentante legale della Regione/Provincia autonoma.
L’AdG non autorizzerà richieste di modifiche che: i) superano l’importo massimo del contributo assegnato, ii) non sono rispondenti alle indicazioni dell’Avviso n.4/2016, iii) mutano sostanzialmente le caratteristiche strutturali del progetto (e.g. oggetto, attività, destinatario, etc.).
Art. 14 Recesso dell’AdG
L’AdG può recedere unilateralmente, in qualsiasi momento, senza preavviso, dalla presente Convenzione nelle seguenti ipotesi:
- per giusta causa, intendendosi per tale, a titolo esemplificativo e non esaustivo, ogni fattispecie che faccia venire meno il rapporto di fiducia sottostante;
- in caso di sospensione ingiustificata delle attività da parte del Beneficiario.
Il Beneficiario ha diritto al versamento del contributo per la quota parte del progetto realizzato (purché correttamente ed utilmente), rinunciando espressamente, ora per allora, a qualsiasi ulteriore eventuale pretesa, anche di natura risarcitoria, ed a ogni ulteriore indennizzo e/o rimborso, anche in deroga a quanto previsto dall’art. 1671 cod.civ.
Nei casi di recesso dell’AdG, il Beneficiario entro 60 gg. dalla comunicazione del recesso da parte dell’AdG deve richiedere i pagamenti delle fatture inserite nelle Domande di pagamento a quella data presentate. In caso di mancata richiesta nei termini indicati, l’AdG non erogherà alcuna somma per gli interventi previsti ed attuati fino alla data di esercizio del diritto di recesso.
Art. 15 Rinuncia al contributo
In casi giustificati e dettagliatamente motivati, il Beneficiario potrà comunicare all’AdG la rinuncia parziale o totale al finanziamento. La rinuncia parziale al contributo potrà essere ammessa solo nel caso in cui il Beneficiario abbia effettuato attività per un importo pari o superiore al 50% del valore del costo del progetto.
L’AdG valuterà in questo caso la richiesta di rinuncia parziale e potrà accettarla solo nel caso in cui la percentuale delle attività svolte (superiori comunque al 50%) sia funzionale all’obiettivo del progetto e comunque autonomamente utilizzabile; in caso contrario verrà richiesto al Beneficiario di rimborsare in tutto o in parte la somma già pagata.
La rinuncia totale è ammessa alle condizioni e con gli effetti di legge.
Art. 16
Protezione dei dati e riservatezza
Tutti i dati contenuti nella presente Convenzione, inclusa la sua esecuzione, o ad essa inerenti, dovranno essere trattati sotto la responsabilità del Beneficiario in termini conformi al vigente Codice della Privacy (Art. 4 D.lgs. 196/03). Tutti i
dati saranno trattati dall’AdG esclusivamente per le finalità connesse all’attuazione della presente Convenzione.
Il Beneficiario e/o i partner di progetto potranno (ex Art. 7 del D.Lgs. 196/03), su richiesta scritta, avere accesso ai propri dati personali detenuti dall’AdG e correggere ogni informazione incompleta o imprecisa. I Beneficiari potranno inviare ogni richiesta di chiarimento in merito alla gestione dei dati personali direttamente all’AdG.
Il Beneficiario dovrà prendere i provvedimenti necessari per vietare ogni diffusione illecita ed ogni accesso non autorizzato alle informazioni sulla contabilità del progetto, ai dati relativi all’attuazione, necessari per la gestione finanziaria, il monitoraggio e il controllo.
Le informazioni relative alle eventuali modifiche dei dati trasmessi, dovranno essere comunicate unicamente ai soggetti che, nell’ambito della struttura dell’AdG, degli Organismi di controllo e delle Istituzioni comunitarie, hanno titolo ad accedere ai dati sensibili nell’esercizio delle proprie funzioni.
Il Beneficiario dichiara, ad ogni effetto di legge, che i dati personali forniti sono esatti e corrispondono al vero, esonerando l’AdG da qualsivoglia responsabilità per errori materiali di compilazione ovvero per errori derivanti da un’inesatta imputazione dei dati stessi negli archivi elettronici e cartacei allo scopo tenuti.
Il beneficiario e ciascun eventuale partner di progetto hanno l’obbligo di mantenere riservati i dati e le informazioni, ivi comprese quelle che transitano per le apparecchiature di elaborazione dati, di cui vengono in possesso e, comunque, a conoscenza, di non divulgarli in alcun modo e in qualsiasi forma e di non farne oggetto di utilizzazione a qualsiasi titolo, per scopi diversi da quelli strettamente necessari all’esecuzione della presente Convenzione e comunque per i tre anni successivi alla cessazione di efficacia della presente Convenzione.
L’obbligo anzidetto sussiste, altresì, relativamente a tutta la documentazione predisposta ai fini dell’esecuzione della presente Convenzione; tale obbligo non concerne i dati che siano o divengano di pubblico dominio.
Il Beneficiario è responsabile per l’esatta osservanza da parte dei propri dipendenti, consulenti e collaboratori, nonché degli eventuali terzi affidatari, degli obblighi di segretezza anzidetti.
In caso di inosservanza degli obblighi di riservatezza, l’AdG ha la facoltà di adottare le sanzioni previste dall’art. 11, fermo restando che il Beneficiario sarà tenuto al risarcimento dei danni che dovessero derivare all’AdG;
Ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 13 D.Lgs. 196/2003, i dati personali raccolti nell’ambito della presente procedura verranno trattati al solo fine di ottemperare agli obblighi di cui alla legge 136 del 2010 ed all’esecuzione della Convenzione.
Il trattamento dei dati sarà effettuato tramite supporti cartacei ed informatici, dal titolare, dal responsabile e dagli incaricati con l’osservanza di ogni misura cautelativa, che ne garantisca la sicurezza e la riservatezza.
Tutti i dati richiesti devono essere obbligatoriamente forniti dal Beneficiario al fine degli adempimenti di legge; in difetto si potrà determinare l’impossibilità per l’AdG di procedere al pagamento di quanto dovuto fermo restante il diritto alla risoluzione del contratto, ai sensi della legge 136 del 2010. Il titolare del trattamento è l’AdG del PON Inclusione.
Art. 17
Responsabilità di informazione dei beneficiari
Costituisce primaria responsabilità del soggetto Beneficiario e/o dei partner di progetto, ai sensi di quanto previsto al punto 2.2 dell’Allegato XII del Reg. (UE)
n. 1303/2013 e dall’art. 19 del Reg. (UE) n. 223/2014, dare risalto del sostegno dei fondi all’operazione attraverso il corretto utilizzo dei loghi dell’Unione e del fondi che sostengono l’operazione. Tutte le misure di informazione e di comunicazione a cura del beneficiario/partner riconoscono il sostegno dei fondi all'operazione riportando:
a) l'emblema dell'Unione, conformemente alle caratteristiche tecniche stabilite nell'atto di attuazione adottato dalla Commissione ai sensi dell'articolo 115, paragrafo 4, insieme a un riferimento all'Unione;
b) un riferimento ai fondi che sostengono l'operazione.
Nel caso di un'informazione o una misura di comunicazione collegata a un'operazione o a diverse operazioni cofinanziate da più di un fondo, il riferimento di cui alla lettera b) può essere sostituito da un riferimento ai fondi SIE.
Durante l'attuazione di un'operazione, il Beneficiario/partner informa il pubblico sul sostegno ottenuto dai fondi:
c) fornendo, sul proprio sito web, ove questo esista, una breve descrizione dell'operazione, in proporzione al livello del sostegno, compresi le finalità e i risultati, ed evidenziando il sostegno finanziario ricevuto dall'Unione;
d) collocando almeno un poster con informazioni sul progetto (formato minimo A3), che indichi il sostegno finanziario dell'Unione, in un luogo facilmente visibile al pubblico, come l'area d'ingresso di un edificio. Il beneficiario/partner si assicura che i partecipanti siano stati informati in merito a tale finanziamento.
Qualsiasi documento, relativo all'attuazione di un'operazione, usato per il pubblico oppure per i partecipanti, compresi certificati di frequenza o altro, contiene una dichiarazione da cui risulti che il programma operativo è stato finanziato dal fondo o dai fondi.
Per i progetti cofinanziati che comportano l’acquisto di uno o più oggetti fisici (ad esempio PC, stampanti, ecc.), si richiede di apporre su tali oggetti un’etichetta standard con i loghi dell’Unione Europea, del PON Inclusione e del PO I FEAD.
Art. 18
Informazioni su opportunità di finanziamento e bandi
Le informazioni relative a Bandi di gara e Contratti e Bandi di concorso, pubblicate nella sezione “amministrazione trasparente” del sito istituzionale del Beneficiario/partner, xxxxx restando gli obblighi di legge ed in particolare quelli previsti dal D.L. 33/2013, devono contenere:
- il riferimento al PON “Inclusione” ed al PO I FEAD;
- il riferimento al FSE e al FEAD;
- il Codice Unico di Progetto (CUP) del progetto a cui il bando si riferisce;
- il Codice Identificativo di Gara, se previsto;
- l’oggetto;
- la data di pubblicazione;
- la data di scadenza per la presentazione delle proposte/candidature;
- l’elenco delle URL con i documenti correlati, gli eventuali allegati e comunicazioni successive o, in alternativa, la URL della pagina dedicata, ove prevista, allo specifico bando.
I beneficiari/partner cui non si applica il D.L. 33/2013 sono comunque tenuti a pubblicare su propri siti o pagine dedicate, raggiungibili dalla homepage, informazioni su avvisi, bandi e inviti per contratti di lavori, servizi e forniture sottosoglia o soprasoglia comunitaria e i bandi di concorso per il reclutamento, a qualsiasi titolo, di persone, secondo le modalità sopra indicate.
Al fine di consentire l’alimentazione del Portale Opencoesione, istituito ai sensi dell’articolo 115, comma 1 lettera b) del Regolamento UE 1303/2013, per fornire informazioni su tutti i Programmi operativi del paese e sull’accesso agli stessi, i beneficiari/partner sono tenuti a comunicare all’AdG l’elenco aggiornato delle URL delle relative sezioni su bandi di gara e bandi di concorso.
I Beneficiari riceveranno dall’AdG indicazioni dettagliate in merito al rispetto degli obblighi sulle azioni di informazione e comunicazione degli interventi finanziati dal PON Inclusione e dal PO I FEAD, con particolare riguardo all’utilizzo dei loghi e alle informazioni da inviare per l’alimentazione del portale Opencoesione.
Art. 19
Tentativo di conciliazione e Foro esclusivo
Per ogni controversia che possa insorgere in ordine alla validità, interpretazione, esecuzione o risoluzione della presente Convenzione, dopo un preliminare tentativo di soluzione in via conciliativa, sarà competente in via esclusiva il Foro di Roma.
Art. 20
Sottoscrizione della Convenzione e decorrenza del rapporto
La presente Convenzione sarà sottoscritta con firma digitale e si intenderà conclusa nel momento in cui la parte che avrà apposto per prima la propria sottoscrizione riceverà dall'altra parte - via PEC - la medesima Convenzione regolarmente anche da tale parte sottoscritta.
La stessa Convenzione acquisterà efficacia dal momento del completamento dell'iter di controllo previsto per la medesima.
Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale | Regione Xxxxxx Xxxxxxx |
Il Direttore Generale Xxxx. Xxxxxxxx Xxxxxxx Xxxxxxxx Firma: | Il legale rappresentante o persona delegata Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxx Firma: |
Luogo e Data: | Luogo e Data: |
Allegati c.d.s.
Allegato 1 | Dichiarazione avvio attività e richiesta anticipo |
Allegato 2 | Modello B - Formulario per la presentazione della Proposta di intervento |
Allegato 3 | Scheda 1 - Piano finanziario (fornire una scheda per ciascuna delle annualità di realizzazione del progetto) |
Allegato 4 | Scheda 2 - Cronoprogramma |
Allegato 5 | Modello di lettera di adesione dei partner |
Beneficiario Codice Fiscale
P.O.N. Inclusione FSE e PO I FEAD 2014/2020
AMMISSIONE AL FINANZIAMENTO: D.D. n. del
Oggetto: Convenzione n° - Comunicazione Inizio Attività e Xxxxxxxxx Xxxxxxxx.
Si comunica che in data / / presso (sede operativa)
sita in xxx/xxxxxx xx xxxxx xxxx ( ) hanno avuto inizio le attività del progetto in oggetto.
Pertanto, ai sensi della Convenzione di sovvenzione (art. 8), si chiede che venga accreditato sul conto corrente di tesoreria n° , a titolo di anticipo, il 15% del finanziamento complessivo accordato corrispondente ad € .
Cordiali saluti
Il Legale Rappresentante
Direzione Generale per l’inclusione e le politiche sociali
Fondo Sociale Europeo - Programma Operativo Nazionale Inclusione
Fondo europeo di aiuti agli indigenti - Programma Operativo per la fornitura di prodotti alimentari e assistenza materiale di base
Programmazione 2014-2020
Modello B “Formulario per la presentazione della Proposta di intervento”
Formulario
PROPOSTA DI INTERVENTO PER IL CONTRASTO ALLA GRAVE EMARGINAZIONE ADULTA E ALLA CONDIZIONE DI SENZA DIMORA
(PON Inclusione Azione 9.5.91 – PO I FEAD Misura 42)
PROGETTO INSIDE:
INterventi Strutturati e Innovativi per contrastare la grave emarginazione adulta senza Dimora
in Xxxxxx-Romagna
Indice
1. Dati identificativi e struttura gestionale
2. Analisi del fabbisogno
3. Obiettivi del progetto
4. Progettazione degli interventi
5. Risultati attesi
6. Piano finanziario - Scheda 1 allegata
7. Cronoprogramma - Scheda 2 allegata
1 Cfr. PON “Inclusione”, azione 9.5.9 - Finanziamento progetti nelle principali aree urbane e nei sistemi urbani di interventi mirati per il potenziamento della rete dei servizi per il pronto intervento sociale per i senza dimora e per il sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia.
2 Cfr. PO I FEAD, Misura 4 Deprivazione materiale dei senza dimora e altre persone fragili
Ai fini della corretta progettazione degli interventi mediante la compilazione del presente formulario è necessaria la preventiva lettura delle “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia” (di seguito “Linee di indirizzo”) allegate al presente Avviso
1. DATI IDENTIFICATIVI E STRUTTURA GESTIONALE
1a Anagrafica dell’Ente territoriale candidato
Ente Territoriale* | REGIONE XXXXXX-ROMAGNA |
Ente Capofila** | |
Comuni aderenti all’Ambito territoriale** | |
Sede legale | Xxxxx Xxxx Xxxx 00 00000 Xxxxxxx |
Rappresentante legale | Xxxxxx Xxxxxx – Responsabile Servizio Politiche per l´Accoglienza e l´Integrazione Sociale |
Telefono | +39 000.0000000 |
Posta elettronica / Pec |
* Ente territoriale: Comune con oltre 250 mila abitanti / Città metropolitana / Ambito territoriale / Regione o Provincia Autonoma.
** Nel caso il soggetto proponente sia un Ambito territoriale, indicare l’Ente capofila e i Comuni aderenti all’Ambito. Per Ente capofila si intende quello designato come tale dall’associazione dei Comuni dell’Ambito territoriale in ossequio alla normativa regionale e nazionale di riferimento. In caso di Consorzi e/o Unioni di Comuni non c’è un Ente capofila del raggruppamento perché la gestione della funzione e/o dei servizi è affidata ad un soggetto giuridico terzo rispetto ai singoli Comuni aderenti. In questo ultimo caso occorre inserire nel campo in questione la denominazione del Consorzio e/o dell’Unione dei Comuni.
1b Soggetti correlati
Ente delegante (Regione o Provincia autonoma) * | |
Enti partner** | COMUNE DI PIACENZA COMUNE DI PARMA COMUNE DI REGGIO NELL’XXXXXX COMUNE DI MODENA COMUNE DI FERRARA ASP Centro Servizi alla Persona di Ferrara UNIONE DEI COMUNI VALLE SAVIO ASP Distretto Valle Savio - Cesena COMUNE DI RAVENNA COMUNE DI RIMINI ERVET – Xxxxxx-Romagna Valorizzazione Economia Territorio Spa |
* l’Ente delegante va indicato solo nel caso in cui il soggetto proponente sia un Comune o un Ambito territoriale delegato dalla Regione o Provincia Autonoma a presentare la proposta progettuale.
**Enti partner: gli Ambiti territoriali incaricati di attuare gli interventi nel caso il soggetto proponente sia la Regione o Provincia autonoma.
1c Informazioni sul Referente per l’implementazione del progetto e/o Responsabile unico del procedimento
Cognome e Nome | Xxxxxx Xxxxxx |
Ente di appartenenza | XXXXXXX XXXXXX-XXXXXXX |
Xxxx | Xxxxx Xxxx Xxxx 00 |
Ruolo | Responsabile e coordinamento progettuale |
Ruolo ricoperto nell’Ente | Responsabile Servizio Politiche per l'integrazione sociale, il contrasto alla povertà e terzo settore |
Telefono | x00 000.000.0000 |
Cell. | |
Pec |
1d Informazioni sulla struttura di gestione del progetto: descrivere l’organizzazione (anche in termini di numero di risorse umane) della struttura di gestione del progetto, con riferimento alle funzioni di attuazione, monitoraggio e rendicontazione delle spese attraverso il sistema gestionale interno (SIGMA), che verrà fornito dalla Autorità di Gestione sia per il PON Inclusione che per il PO I FEAD.
Indicare la qualifica e le funzioni del personale dell’Ente coinvolto nella gestione del progetto, specificando il Programma Operativo su cui è coinvolto (Inserire nuove righe se necessario)
Attuazione | |||
Numero | Qualifica | Funzioni | Programma Operativo (PON Inclusione, PO I FEAD o entrambi) |
REGIONE XXXXXX-ROMAGNA | |||
1 | Funzionaria – P.O. | Coordinamento del progetto regionale | PON |
1 | Funzionaria | Supporto alle reti territoriali attraverso attività di raccordo, informazione, formazione e aggiornamento | PON |
ERVET – Xxxxxx-Romagna Valorizzazione Economia Territorio Spa | |||
1 | Responsabile Unità Unione europea, Cooperazione internazionale e territoriale e Inclusione sociale | Referente progettuale e coordinamento per le azioni di sistema regionale | PON INCLUSIONE e PO FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI PIACENZA | |||
4 | Assistenti sociali | Segnalazione e presa in carico integrata | PON Inclusione |
1 | Responsabile Servizio | Coordinamento del progetto | PON Inclusione e PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI PARMA | |||
1 | Responsabile Struttura Operativa | Pianificazione e Progettazione | PON Inclusione e PO I FEAD |
1 | Assistente Sociale | Progettazione e raccordo con la rete territoriale dei servizi di bassa soglia e del servizio | PON Inclusione e PO I FEAD |
sociale professionale territoriale | |||
4 | Assistenti Sociali | Valutazione e presa in carico individuale dell'utente e formulazione del progetto individualizzato | PON Inclusione e PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI REGGIO NELL’XXXXXX | |||
1 | Dirigente | Responsabile della progettazione e dell'adozione dei necessari provvedimenti amministrativi | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Coordinatrice | Cordinamento e lavoro di rete | PON Inclusione, PO I FEAD |
2 | Assistenti Sociali | Approfondimento, presa in carico situazioni, lavoro di rete con Privato Sociale | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Operatrice Accoglienza Sede Centrale | Accoglienza nuove situazioni Pronto Intervento Sociale, ascolto, orientamento, segretariato sociale, aggiornamento sistema informativo | PON Inclusione |
1 | PERSONALE DEI POLI TERRITORIALI DI SERVIZIO SOCIALE | Presa in carico e accompagnamento situazioni. Lavoro di comunità | PON Inclusione |
AMBITO TERRITORIALE DI MODENA | |||
1 | Funzionario Tecnico | Coordinamento Progetto | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Istruttore Amministrativo | Attività gestione amministrativa progetto | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Educatore professionale | Coordinamento presa in carico | PON Inclusione, PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI FERRARA | |||
1 | Dirigente Comune | Responsabile pianificazione e progettazione | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Funzionario Comune | Referente progettualità | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Direttore ASP Centro Servizi alla Persona di | Attuatore progettualità | PON Inclusione, PO I FEAD |
Ferrara | |||
1 | Responsabile settore Adulti ASP Centro Servizi alla Persona di Ferrara | Attuatore progettualità con Comune per la gestione delle singole fasi progettuali | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Assistente Sociale | Lavoro di rete con servizi pubblici, privati e terzo settore; segretariato sociale professionale, presa in carico e formulazione progetto individualizzato | PON Inclusione, PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI FORLI’ - CESENA | |||
1 | Dirigente Servizio Sociale Unione dei Comuni Valle del Savio | Programmazione e Coordinamento azioni di distretto | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Dirigente Dirigente Servizio Politiche di Welfare Forlì | Programmazione e Coordinamento azioni di distretto | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Funzionario P.O. Responsabile U.O. Adulti e Politiche Abitative - Forlì | Coordinamento rete servizi e attività | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Responsabile servizio Coordinamento Servizi Area Immigrazione e Marginalità Asp Cesena Valle Savio | Coordinamento rete servizi e attività | PON Inclusione, PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI RAVENNA | |||
1 | Responsabile U.O. Coordinamento Pianificazione e - Monitoraggio Servizio Sociale Associato | Attuazione della proposta di intervento oggetto del presente avviso | PON Inclusione, PO I FEAD |
2 | Istruttore direttivo amm. Cont. | Supporto al percorso di attuazione della proposta di intervento del presente avviso | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Istruttore ufficio di staff | Supporto al percorso di attuazione della proposta di | PON Inclusione, PO I FEAD |
intervento del presente avviso | |||
AMBITO TERRITORIALE DI RIMINI | |||
1 | Istruttore Amministrativo | Coordinamento del Progetto | PON Inclusione, PO I FEAD |
2 | Assistente Sociale | Presa in carico e predisposizione del progetto di sostegno individualizzato | PON Inclusione, PO I FEAD |
2 | Operatore sociale | Supporto al progetto di sostegno individualizzato | PON Inclusione, PO I FEAD |
Monitoraggio / SIGMA | |||
Numero | Qualifica | Funzioni | Programma Operativo (PON Inclusione, PO I FEAD o entrambi) |
REGIONE XXXXXX-ROMAGNA | |||
1 | funzionaria | Monitoraggio delle attività e dell'andamento complessivo del progetto | PON |
ERVET – Xxxxxx-Romagna Valorizzazione Economia Territorio Spa | |||
1 | Coordinatore di Progetto – Unità Unione Europea, cooperazione Internazionale e territoriale, inclusione Sociale | Supporto alle attività di monitoraggio | PON Inclusione, PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI PIACENZA | |||
1 | Operatore sociale | monitoraggio | PON Inclusione e PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI PARMA | |||
1 | Responsabile Struttura Operativa | Monitoraggio delle attività e dell'andamento complessivo del progetto | PON Inclusione e PO I FEAD |
1 | Assistente sociale | Monitoraggio delle attività e dell'andamento complessivo del progetto, dei raccordi di rete e di | PON Inclusione e PO I FEAD |
interconnessione con il servizio sociale territoriale | |||
4 | Assistenti sociali | Monitoraggio e verifica del progetto pattuito con l'utente | PON Inclusione e PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI REGGIO NELL’XXXXXX | |||
1 | Funzionario Servizio Programmazione del Sistema di Welfare e Ufficio di Piano | Implementazione del sistema e controllo periodico | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Dirigente Servizi Sociali | Programmazione dei momenti di monitoraggio | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Responsabile UOC Amministrativa | Predisposizione atti per convenzione di sovvenzione | PON Inclusione, PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI MODENA | |||
1 | Funzionario Tecnico | Coordinamento | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Educatore professionale | Collaborazione | PON Inclusione, PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI FERRARA | |||
1 | Dirigente Comune | Monitoraggio delle attività e dell’andamento complessivo del progetto | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Direttore ASP Centro Servizi alla Persona di Ferrara | Monitoraggio budget assegnato e attivazione procedute selettive per acquisizione di beni e servizi | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Funzionario Comune | Monitoraggio delle attività e dell’andamento complessivo del progetto in raccordo con la Regione | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Assistente sociale | Monitoraggio, delle attività di coordinamento della rete e di interconnessione con il servizio sociale territoriale. Monitoraggio e verifica del progetto pattuito con l’utente. | PON Inclusione, PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI FORLI’ E CESENA | |||
1 | Responsabile U.O. Minori, Famiglie e Adulti Unione Comuni Valle del Savio | Coordinamento e monitoraggio attività socio-assistenziali | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Coordinatrice sociale U.O. Adulti e Politiche Abitative – Forlì | Coordinamento e monitoraggio attività socio-assistenziali | PON Inclusione, PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI RAVENNA | |||
1 | Responsabile U.O. Coordinamento Pianificazione e - Monitoraggio Servizio Sociale Associato | Monitoraggio delle azioni della proposta di intervento oggetto del presente avviso | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Istruttore direttivo amm. Cont. | Supporto al monitoraggio delle azioni della proposta di intervento oggetto del presente avviso | PON Inclusione, PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI RIMINI | |||
1 | Istruttore Amministrativo | Coordinamento nella fase di monitoraggio. | PON Inclusione, PO I FEAD |
2 | Assistente Sociale | Supporto nella fase di monitoraggio. | PON Inclusione, PO I FEAD |
2 | Operatore Sociale | Supporto nella fase di monitoraggio. | PON Inclusione, PO I FEAD |
Rendicontazione / SIGMA | |||
Numero | Qualifica | Funzioni | Programma Operativo (PON Inclusione, PO I FEAD o entrambi) |
REGIONE XXXXXX-ROMAGNA | |||
1 | Amministrativo | Atti amministrativi e supporto alla rendicontazione | PON |
ERVET- XXXXXX-ROMAGNA VALORIZZAZIONE ECONOMICA TERRITORIO | |||
1 | Unità Amministrazione e controllo di Gestione | Gestione amministrativa e finanziaria | PON Inclusione e PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI PIACENZA | |||
1 | Operatore amministrativo | Rendicontazione | Programma PON Inclusione e PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI PARMA | |||
1 | Responsabile | Verifica e Rendicontazione | PON Inclusione |
1 | Assistente Sociale | Verifica e Rendicontazione | PON Inclusione |
1 | Amministrativo | Atti di natura amministrativa | PON Inclusione |
AMBITO TERRITORIALE DI REGGIO NELL’EMILIA | |||
1 | Personale Amministrativo | Formulazione atti, monitoraggio, vigilanza rendicontazione | PON Inclusione, PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI MODENA | |||
1 | Funzionario amministrativo | Responsabile | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Funzionario Tecnico | Coordinamento Progetto | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Istruttore Amministrativo | Attività gestione amministrativa | PON Inclusione, PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI FERRARA | |||
1 | Dirigente Comune | Verifica delle rendicontazioni | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Funzionario Comune | Collabora alla predisposizione finale della rendicontazione | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Amministrativo Comune | Atti di natura amministrativa e contabile | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Direttore ASP | Responsabile budget, verifica rendicontazioni degli enti gestori | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Amministrativo ASP | Predisposizione di atti di natura amministrativa e della rendicontazione | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Amministrativo Enti gestori | Predisposizione rendicontazioni | PON Inclusione, PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI FORLI’-CESENA | |||
1 | Responsabile servizio Coordinamento Servizi Area Immigrazione e Marginalità Asp Cesena Valle Savio | Formulazione atti, monitoraggio bugdet | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Responsabile Servizi Unione dei Comuni Valle del Savio | supervisione rendicontazione enti attuatori | PON Inclusione, PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI RAVENNA | |||
2 | Istruttore direttivo amm. Cont. | Rendicontazione delle spese. Inserimento dei dati nel sistema SIGMA | PON Inclusione, PO I FEAD |
1 | Istruttore ufficio di staff | Supporto alla Rendicontazione delle spese. Inserimento dei dati nel sistema SIGMA | PON Inclusione, PO I FEAD |
AMBITO TERRITORIALE DI RIMINI | |||
2 | Istruttore Amministrativo | Funzioni utili alla valutazione della Rendicontazione. | Entrambi |
In sintesi il percorso che ha portato alla struttura gestionale del progetto regionale INSIDE:
- con una nota dell’8 novembre 2016 indirizzata agli Assessori alle politiche sociali dei Comuni di Piacenza, Reggio nell’Xxxxxx, Parma, Modena, Ferrara, Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini, (quindi fatta eccezione per il Comune di Bologna in quanto titolare di finanziamento dedicato nell’ambito dell’Avviso 4/2016) l’Assessore Welfare e Politiche abitative della Regione Xxxxxx-Romagna ha anticipato la volontà di “presentare un progetto di dimensione regionale incardinato sui Comuni capoluogo di provincia”. La ragione di questa articolazione risiede nella consapevolezza che il fenomeno della marginalità estrema, sebbene caratterizzato da dimensioni variabili tra i diversi territori, sia in crescita sul territorio regionale anche sulla spinta dello scivolamento in condizioni di povertà di ampi settori della popolazione a seguito della crisi economica e dell'aumento di migranti presenti a seguito dei consistenti flussi migratori. I Comuni interpellati sono stati pertanto invitati ad esprimere formalmente la propria adesione ad un progetto che prevede l’attuazione degli interventi in sede locale, sulla base dei fabbisogni espressi da ciascun territorio in relazione alle specificità del fenomeno, e al tempo stesso con un forte ruolo di regia e supporto da parte della Regione stessa. Le Amministrazioni interpellate hanno aderito con proprie comunicazioni: | |
Comune di Piacenza | PG 717110 del 15/11/2016 |
Comune di Parma | PG 715189 del 14/11/2016 |
Comune di Reggio nell’Emilia | PG 731230 del 22/11/2016 |
Comune di Modena | PG 718770 del 16/11/2016 |
Comune di Ferrara | PG 718784 del 16/11/2016 |
Comune di Forlì | PG 717718 del 15/11/2016 |
Comune di Ravenna | PG 714277 del 14/11/2016 |
Comune di Rimini | PG 715733 del 14/11/2016 |
I Comuni di Forlì e Cesena hanno deciso di avvalersi dell’Unione dei Comuni Valle Savio mentre il Comune di Ferrara dell’ASP di Ferrara; tali enti vengono pertanto individuati come soggetti capofila dell’ambito distrettuale. Il parternariato del progetto regionale è quindi composto da: Comune di Piacenza, Comune di Parma, Comune di Reggio nell’Emilia, Comune di Modena, Comune di Ferrara e ASP di Ferrara, Unione dei Comuni Valle Savio e ASP Cesena, Comune di Ravenna, Comune di Rimini per l’attuazione degli interventi diretti a favore dei beneficiari. La società in house ERVET SpA per le azioni finalizzare al coordinamento e al supporto delle azioni territoriali. I partner sopra elencati potranno successivamente individuare eventuali soggetti attuatori delle attività o di parte di esse attraverso procedure di evidenza pubblica (bandi di coprogettazione o procedure di affidamento a terzi). Il Servizio regionale politiche per l'integrazione sociale, il contrasto alla povertà e terzo settore, competente in materia, ha quindi provveduto alla elaborazione del progetto regionale INSIDE a partire dalle progettazioni fornite dai singoli partner. La attribuzione delle risorse tra i partner beneficiari è stata definita sulla base: a) della popolazione adulta residente all'1.1.2016 secondo i dati del Servizio statistico regionale; b) di una quota aggiuntiva pari a 50.000,00 euro sia sul fondo PON che sul fondo FEAD a favore dei Comuni di Reggio nell’Xxxxxx e Rimini che nell’Avviso 4 e sulla base della rilevazione Istat risultano avere un numero di persone senza dimora stimate superiore alle 400 unità . L’individuazione degli Ambiti territoriali in cui si intendono realizzare gli interventi e i relativi finanziamenti sono enunciati nella Delibera di Giunta GPG – prot. N. 2017/168 – approvata nella seduta del 10 febbraio 2017 e in corso di numerazione. Il costo complessivo del progetto ammonta a € 2.899.300,00 Totale PON INCLUSIONE: € 1.449.650,00 - Sostegno dell’Unione 50% € 724.825,00 - Contropartita nazionale 50% € 724.825,00 |
Totale PO I FEAD: € 1.449.650
- Sostegno dell’Unione 85% € 1.232.202,50
- Contropartita nazionale 15% € 217.447,50
TOTALE ASSEGNAZIONE | TOTALE ASSEGNAZIONE PON INCLUSIONE | PON INCLUSIONE | TOTALE ASSEGNAZIO NE PO FEAD | PO FEAD | |||
Sostegno dell'Unione (50%) | Contropartita nazionale (50%) | Sostegno dell'Unione (85%) | Contropartita nazionale (15%) | ||||
ERVET | € 100.000,00 | € 100.000,00 | 50.000,00 | 50.000,00 | |||
Parma | € 411.684,88 | € 197.923,29 | 98.961,65 | 98.961,65 | 213.761,59 | 181.697,35 | 32.064,24 |
Modena | € 397.167,88 | € 190.944,04 | 95.472,02 | 95.472,02 | 206.223,84 | 175.290,27 | 30.933,58 |
Reggio nell'Emili a | € 468.282,05 | € 227.056,77 | 113.528,38 | 113.528,38 | 241.225,28 | 205.041,49 | 36.183,79 |
Ravenna | € 342.835,97 | € 164.823,21 | 82.411,61 | 82.411,61 | 178.012,76 | 151.310,85 | 26.701,91 |
Rimini | € 418.912,24 | € 203.321,54 | 101.660,77 | 101.660,77 | 215.590,70 | 183.252,10 | 32.338,61 |
Ferrara | € 286.599,53 | € 137.786,75 | 68.893,38 | 68.893,38 | 148.812,78 | 126.490,86 | 22.321,92 |
Forlì | € 253.754,32 | € 121.995,95 | 60.997,98 | 60.997,98 | 131.758,36 | 111.994,61 | 19.763,75 |
Piacenza | € 220.063,12 | € 105.798,44 | 52.899,22 | 52.899,22 | 114.264,69 | 97.124,98 | 17.139,70 |
TOTALE | € 2.899.300,00 | € 1.449.650,00 | € 724.825,00 | € 724.825,00 | € 1.449.650,00 | € 1.232.202,50 | € 217.447,50 |
2 ANALISI DEL FABBISOGNO
Rispetto all’obiettivo di rafforzare il sistema dei servizi rivolti alle persone senza dimora, nel rispetto degli indirizzi forniti nelle “Linee di indirizzo” nazionali, descrivere brevemente i fabbisogni a cui gli interventi che si intendono avviare, a valere su uno o entrambi i Programmi, daranno risposta, mettendo in evidenza le principali caratteristiche dei seguenti aspetti.
Nel caso il Soggetto proponente sia la Regione/Provincia autonoma e la Proposta riguardi più Ambiti territoriali, la presente sezione 2 deve essere replicata per ogni Ambito interessato dagli interventi.
Ambito territoriale di PIACENZA
2.1 Le dimensioni del fenomeno della grave emarginazione adulta: descrivere la caratterizzazione nel territorio del fenomeno della grave emarginazione adulta e dei senza dimora, riprendendo, se possibile, l’indagine ISTAT 2014 ovvero gli esiti di altre indagini ad hoc già sviluppate nel territorio di riferimento.
Nel Comune di PIACENZA a completamento dell'indagine ISTAT 2014 e secondo quanto rilevato dall'Osservatorio delle Povertà e delle risorse della Caritas Diocesana di Piacenza-Bobbio, nel corso del 2015 sono entrate in contatto con Caritas 342 persone senza dimora di cui 300 uomini e 42 donne. Le persone senza dimora nuove, ovvero mai incontrate, sono 103. Il dato del 2015 mostra una lieve flessione tanto della componente italiana quanto di quella straniera. In termini generali la componente italiana risulta più stabile nel corso degli anni mentre la componente straniera, in crescita per diversi anni, è caratterizzata da una significativa flessione. Tra gli italiani sta diventando sempre più rilevante la presenza di piacentini. I cittadini stranieri sono complessivamente 179 (162 uomini e 17 donne). Per quanto riguarda la presenza di donne senza dimora si rileva, al contrario di quanto avviene per la componente maschile, una prevalenza della componente italiana rispetto a quella straniera. La presenza femminile, cresciuta costantemente nel corso degli anni, nel 2015 risulta in leggera flessione.
Il finanziamento assegnato nell’ambito territoriale di Piacenza a valere sul PON inclusione è pari ad € 105.798,44 e l’ammontare sul FEAD è pari ad € 114.264,69
2.2 Tipologia di utenza: Sulla base della esperienza corrente, descrivere le principali categorie di utenza (effettive o potenziali) degli interventi e servizi territoriali rivolti alle persone senza dimora o in condizioni di marginalità estrema, con riferimento alle seguenti caratteristiche: condizione di assenza di un valido titolo di soggiorno sul territorio nazionale; richiedente/titolare di protezione internazionale; cittadinanza (italiana, comunitaria, extracomunitaria); genere; età (con attenzione ai giovani e agli anziani); problemi di salute fisica, psichica e di dipendenza; soggetto a discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.
Dal confronto tra soggetti del territorio sono stati individuati, quali profili emergenti della persona senza dimora per il Comune di Piacenza:
- persone richiedenti asilo talvolta dimesse da strutture d'accoglienza per grave inosservanza dei Regolamenti di convivenza/permanenza o diniegati, che permangono sul territorio e che hanno avviato procedure di ricorso;
- giovani senza dimora in età compresa tra i 18 e i 25 anni già noti ai servizi in quanto provenienti da comunità per minori e appartamenti per giovani maggiorenni per i quali è terminato il periodo di accoglienza e che hanno deciso di lasciare la struttura ospitante;
- persone adulte, in particolare in età compresa tra i 50 e i 60 anni d'età, con biografie eterogenee, talvolta in carico ai Servizi specialistici (Dipartimenti di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche) anche a seguito di gravi comportamenti autolesivi.
Si tratta di persone con gravi difficoltà economiche per assenza di un reddito minimo, per la perdita del lavoro e/o il perdurare dello stato di disoccupazione. In taluni casi la morte di genitori anziani comporta il venir meno di qualsiasi sostentamento economico per il nucleo famigliare.
Si evidenzia inoltre, quale ulteriore aggravante, l'assenza di rete parentale o la compromissione delle relazioni famigliari per alta conflittualità. Permane la condizione particolarmente drammatica per le donne senza dimora in relazione alla sicurezza e incolumità, essendo esposte alla violenza senza possibilità di riparo.
2.3 Residenza: Indicare in che modo viene riconosciuta la possibilità a qualsiasi persona senza dimora che ne faccia richiesta e ne abbia titolo, di essere iscritta nei registri anagrafici secondo le modalità previste dalla legge. Nel caso non sia garantita tale possibilità, indicare nella progettazione i precisi impegni che si intendono assumere al fine di assicurare entro 6 mesi la definizione delle modalità operative per il riconoscimento della residenza anagrafica a coloro che ne fanno richiesta.
A Piacenza esiste un indirizzo fittizio (via 17 ottobre) in cui la persona senza dimora può chiedere la residenza purché indichi un riferimento sul territorio a garanzia della gestione di eventuali comunicazioni. Attualmente le persone che hanno iscritto la loro residenza in via 17 ottobre sono
47. Nella maggior parte dei casi, i riferimenti individuati sono i servizi pubblici e privati del territorio.
2.4 Sistema di offerta dei servizi rivolti alle persone senza dimora: descrivere sinteticamente l’organizzazione del sistema nel suo complesso, nonché dei principali servizi che lo compongono, anche attraverso la compilazione della tabella di seguito riportata.
PIACENZA | ||||
Categoria di servizi | Servizi/funzioni | Presenza (SI/NO) | Titolarità* (Pubblica/privat a) | Gestione** (Pubblica, privata con convenzione pubblica, privata con sovvenzione pubblica, privata) |
Servizi di supporto in risposta a bisogni primari | Distribuzione di viveri, indumenti e farmaci | Si | Privata | privata |
Servizi per la cura e l’igiene della persona | Si | Privata | privata | |
Mense | Si | Privata | privata | |
Unità di strada | Si | Pubblica | convenzione | |
Contributi economici una tantum | Si | Pubblic a | pubblica | |
Servizi di accoglienza notturna | Dormitori di emergenza | Si | Privata Pubblica | convenzione |
Dormitori notturni | Si | Privata Pubblica | convenzione | |
Comunità semiresidenziali e residenziali | Si | Pubblica | convenzione |
Alloggi protetti o autogestiti (inclusi alloggi per interventi housing first) | Sì | Pubblica | ||
Servizi di accoglienza diurna | Centri diurni | Si | Privata | convenzione |
Comunità residenziali | Si | Pubblica | convenzione | |
Circoli ricreativi o laboratori destinati allo svolgimento di attività occupazionali significative o lavorative a carattere formativo o di socializzazione | Si | Privata | Privata | |
Servizi di segretariat o sociale (Barrare le funzioni attivate) | Servizi informativi e di orientamento x | Si | Privata Pubblica | Pubblica, privata |
Residenza anagrafica fittizia, domiciliazione postale x | ||||
Espletamento pratiche e accompagnamento ai servizi del territorio x | ||||
Servizi di presa in carico (Barrare le funzioni attivate) | Progettazione personalizzata, counselling e sostegno psicologico e/o educativo x | si | Privata e Pubblica | Pubblica, convenzione e privata |
Sostegno economico strutturato x | ||||
Inserimento lavorativo x | ||||
Ambulatori infermieristici/medici x | ||||
Tutela legale x |
* Indicare la titolarità prevalente, segnalando l’eventuale caso di titolarità condivisa.
**Indicare la modalità prevalente, segnalando l’eventuale caso di gestione attraverso più tipologie.
Nella descrizione dell’organizzazione dei servizi, segnalare, se del caso, le modalità di collaborazione tra i diversi servizi (sociali, sanitari, del lavoro, delle politiche abitative, ecc.) e l’esistenza di modalità di lavoro in équipe per la presa in carico delle persone con gravi fragilità.
Nell’ambito degli interventi di prevenzione e contrasto alla povertà e alla grave esclusione sociale di popolazione adulta sono attive modalità di collaborazione tra i diversi servizi.
In particolare evidenziamo il Gruppo territoriale “Fragilità adulta” del Distretto Città di Piacenza, promosso dall’Azienda USL all’interno dell’U.O. Psichiatria di collegamento, con l’obiettivo di sperimentare forme innovative di collaborazione tra servizio sociale comunale e servizi sanitari specialistici (Centro Salute Mentale e Ser.T.). L’equipe si riunisce con cadenza mensile ed è composta dagli operatori del servizio sociale adulti del Comune e dal responsabile e operatori della
U.O. Psichiatria di collegamento e del Ser.T.
L’attività è finalizzata a individuare risposte ai bisogni di adulti “fragili” che, per varie motivazioni, i Servizi faticano ad agganciare e spesso generano situazioni di emergenza sociale.
2.5 Collaborazione tra istituzioni, enti e organismi (incluse organizzazioni del terzo settore): a corredo di quanto indicato al punto 2.4, descrivere sinteticamente le eventuali modalità di collaborazione in rete tra istituzioni ed enti e organismi (incluse le organizzazioni del terzo settore) nel rispondere alle esigenze dei senza dimora (anche in riferimento ai servizi a bassa soglia e alla distribuzione di beni materiali) specificando le modalità di collaborazione (accordi di collaborazione, affidamenti della gestione, accordi di programma, convenzioni, protocolli, prassi di cooperazione).
Nell’ambito dei servizi affidati dal Comune in gestione al privato sociale (strutture di accoglienza notturna e diurna), regolati da convenzioni e contratti la collaborazione tra committenza pubblica comunale e il privato sociale si sviluppa sul piano tecnico in particolare nella costituzione di équipe, composte da operatori dei servizi territoriali (Comune, AUSL – Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche) e del privato sociale che opera nell’accoglienza. Con tali contratti il Comune affida alle Associazioni la gestione completa delle strutture riservandosi un ruolo di coordinamento e monitoraggio, sia degli ingressi e dei progetti individualizzati di inserimento che della gestione generale della struttura..
2.6 Fabbisogni: descrivere i fabbisogni in riferimento al rafforzamento del sistema dei servizi di cui al punto 2.4. Segnalare inoltre, eventuali fabbisogni di beni materiali per le necessità primarie delle persone senza dimora (indumenti, prodotti per l’igiene personale, kit di emergenza, etc.) o a supporto di progetti di accompagnamento all’autonomia (dotazioni per alloggi a corredo di progetti di housing first, indumenti e strumenti a corredo delle attività formative volte a sperimentare forme leggere di approccio al lavoro delle persone senza dimora).
Per l’ambito territoriale di Piacenza si evidenzia quale fabbisogno prevalente del sistema dei servizi quello di ottimizzare e rafforzare l'esistente, sia in relazione alla presa in carico che all'adozione di un modello strategico integrato, al fine di realizzare interventi differenziati, integrati e mirati nelle situazioni emergenziali, nell'intercettazione e intervento precoce, nell'emersione del sommerso, nei percorsi verso l'autonomia possibile.
In relazione al fabbisogno di beni materiali per le necessità primarie si evidenzia la necessità di mettere in sicurezza le persone senza dimora collocate in sistemazioni precarie e spesso abusive attraverso la distribuzione di abbigliamento, generi di prima necessità e supporti vari adatti alle situazioni climatiche e logistiche che si possono presentare.
Per quanto concerne i beni a supporto di progetti verso l'autonomia il fabbisogno consiste nell'acquisto di dotazioni per alloggi e interventi rivolti a percorsi formativi, professionalizzanti e di inserimento occupazionale
Ambito territoriale di PARMA
2.1 Le dimensioni del fenomeno della grave emarginazione adulta: descrivere la caratterizzazione nel territorio del fenomeno della grave emarginazione adulta e dei senza dimora, riprendendo, se possibile, l’indagine ISTAT 2014 ovvero gli esiti di altre indagini ad hoc già sviluppate nel territorio di riferimento.
Nel Comune di PARMA per quanto la realtà della provincia di Parma si inquadri nel gruppo meno svantaggiato delle Regioni settentrionali con una incidenza della povertà relativa e assoluta inferiore alla media nazionale, la crisi economica ha portato anche su questo territorio una inedita crescita dei poveri, con un aumento delle sacche di povertà estrema, di persone ai margini (italiane e straniere) scivolate nella povertà, che permangono per lungo tempo in situazioni precarie verso percorsi di cronicizzazione.
Sono aumentate negli ultimi anni le persone (singoli e famiglie) che hanno dovuto ricorrere a soluzioni di emergenza temporanee, nelle strutture di accoglienza notturne comunali e del privato sociale, alla mensa, all'emporio o ai pacchi viveri che la Caritas e le diverse associazioni presenti sul territorio, insieme ad altri beni di prima necessità mettono a disposizione.
Dai dati di attività del Settore Sociale del Comune di Parma risulta che nel 2015 sono state 550 le persone accolte nei dormitori della città, circa 125.000 i pasti e 4.000 i pacchi spesa erogati.
Indicatori dell'aumento delle fasce di povertà: il prolungamento della permanenza nelle strutture di accoglienza notturna, l'aumento dell'accesso alla mensa e al servizio docce.
Il finanziamento assegnato nell’ambito territoriale di Parma a valere sul PO inclusione è pari ad € 197.923,29 e l’ammontare di finanziamento a valere sul FEAD è pari ad € 213.761,59
2.2 Tipologia di utenza: Sulla base della esperienza corrente, descrivere le principali categorie di utenza (effettive o potenziali) degli interventi e servizi territoriali rivolti alle persone senza dimora o in condizioni di marginalità estrema, con riferimento alle seguenti caratteristiche: condizione di assenza di un valido titolo di soggiorno sul territorio nazionale; richiedente/titolare di protezione internazionale; cittadinanza (italiana, comunitaria, extracomunitaria); genere; età (con attenzione ai giovani e agli anziani); problemi di salute fisica, psichica e di dipendenza; soggetto a discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.
Nell’ambito territoriale di PARMA: adulti (italiani, in aumento, e stranieri) prioritariamente maschi, senza reti di protezione, con legami affettivi labili, in disagio socioeconomico, che spesso non hanno un reddito da lavoro o comunque non sufficiente per mantenersi.
Si tratta di persone povere nella multifattorialità del termine, quindi non solo come indigenza e mancanza di beni materiali: ad essa si collegano solitudine e incapacità di sostegno delle reti di cui la persona fa parte, con una quotidianità contraddistinta da molti “tempi vuoti”. Spesso hanno salute compromessa, sia per disturbi psichici o per abuso di sostanze, ma anche per problematiche sanitarie.
Si registrano anche situazioni di devianza, in cui le persone spesso commettono piccoli reati (furti- spaccio).
A questi si aggiungono giovani adulti in uscita da percorsi di accoglienza durante la minore età, anziani con problematiche assimilabili agli adulti fragili, adulti con problematiche psichiatriche in uscita da percorsi sanitari.
Si registra infine un sensibile aumento di migranti, provenienti dai flussi migratori non programmati degli ultimi anni che, una volta terminato il percorso di accoglienza, si ritrovano, regolarmente soggiornanti, senza casa e senza lavoro sul territorio
2.3 Residenza: Indicare in che modo viene riconosciuta la possibilità a qualsiasi persona senza dimora che ne faccia richiesta e ne abbia titolo, di essere iscritta nei registri
anagrafici secondo le modalità previste dalla legge. Nel caso non sia garantita tale possibilità, indicare nella progettazione i precisi impegni che si intendono assumere al fine di assicurare entro 6 mesi la definizione delle modalità operative per il riconoscimento della residenza anagrafica a coloro che ne fanno richiesta.
Il Comune di Parma garantisce l'accesso all'iscrizione anagrafica delle persone senza dimora attraverso la residenza fittizia a cui sono registrate 300 persone
2.4 Sistema di offerta dei servizi rivolti alle persone senza dimora: descrivere sinteticamente l’organizzazione del sistema nel suo complesso, nonché dei principali servizi che lo compongono, anche attraverso la compilazione della tabella di seguito riportata.
PARMA | ||||
Categoria di servizi | Servizi/funzioni | Presenza (SI/NO) | Titolarità* (Pubblica/privat a) | Gestione** (Pubblica, privata con convenzion e pubblica, privata con sovvenzion e pubblica, privata |
Servizi di supporto in risposta a bisogni primari | Distribuzione di viveri, indumenti e farmaci | SI | privata | Privata |
Servizi per la cura e l’igiene della persona | SI | privata | privata con convenzion e pubblica | |
Mense | SI | privata | privata con convenzion e pubblica | |
Unità di strada | SI | privata | privata con convenzion e pubblica | |
Contributi economici una tantum | Si | privata | privata con convenzion e pubblica | |
Servizi di accoglienza notturna | Dormitori di emergenza | Si | pubblica | privata con convenzion e pubblica |
Dormitori notturni | Si | pubblica/privata (4 dormitori, 2 pubblici e 2 privati) | privata con convenzion e pubblica | |
Comunità semiresidenziali e residenziali | SI | privata | privata con convenzion e pubblica | |
Alloggi protetti o autogestiti (inclusi alloggi per interventi housing first) | SI | privata | privata con convenzion e pubblica | |
Servizi di accoglienza diurna | Centri diurni | NO | ||
Comunità residenziali | SI | privata | privata con convenzion e pubblica | |
Circoli ricreativi o | NO |
laboratori destinati allo svolgimento di attività occupazionali significative o lavorative a carattere formativo o di socializzazione | ||||
Servizi di segretariato sociale (Barrare le funzioni attivate) | Servizi informativi e di orientamento X | SI | pubblica/privata (centro ascolto caritas, punti di comunità, poli territoriali) | privata con convenzion e pubblica |
Residenza anagrafica fittizia, domiciliazione postale X | SI | pubblica/privata (residenza indirizzo comunale, residenza presso strutture/enti privati) | pubblica | |
Espletamento pratiche e accompagnamento ai servizi del territorio X | SI | pubblica/privata (entro ascolto caritas, punti di comunità, poli territoriali) | privata con convenzion e pubblica | |
Servizi di presa in carico (Barrare le funzioni attivate) | Progettazione personalizzata, counselling e sostegno psicologico e/o educativo • | SI | pubblica | pubblica |
Sostegno economico strutturato • | NO | |||
Inserimento lavorativo • | NO | |||
Ambulatori infermieristici/medici • | NO | |||
Tutela legale • | NO | |||
Altri servizi | Housing first | NO | ||
Altro (specificare) | NO |
* Indicare la titolarità prevalente, segnalando l’eventuale caso di titolarità condivisa.
**Indicare la modalità prevalente, segnalando l’eventuale caso di gestione attraverso più tipologie.
Nella descrizione dell’organizzazione dei servizi, segnalare, se del caso, le modalità di collaborazione tra i diversi servizi (sociali, sanitari, del lavoro, delle politiche abitative, ecc.) e l’esistenza di modalità di lavoro in équipe per la presa in carico delle persone con gravi fragilità.
Sul territorio di Parma sono in essere rapporti di collaborazione e buone prassi con la rete delle realtà che a diverso titolo si occupano di emarginazione estrema e povertà; obiettivo comune la lettura condivisa dei bisogni espressi dal target individuato per meglio coordinare le azioni e ottimizzare le risorse.
Alcuni esempi: il centro di ascolto unico istituito presso la Caritas (in convenzione con il Comune) rappresenta il punto di snodo per una prima accoglienza e per l’accesso alle risorse di bassa soglia.
La collaborazione con gli operatori del centro di ascolto e/o con gli operatori dei servizi di accoglienza notturna permette l’avvio di una progettazione congiunta con il servizio sociale
professionale per una presa in carico complessiva che vede coinvolti, sulla base della multiproblematicità della persona, anche i servizi sanitari, del lavoro e delle politiche abitative, alla luce del percorso costruito con l’interessato.
Sono presenti, inoltre, 5 unità di strada (4 specifiche sulla povertà gestite dal privato sociale ed 1 dell’Ausl specifica sul target tossico e alcool dipendente) con l’obiettivo si intercettare fasce di disagio estremo e indirizzarle ai servizi di bassa soglia e/o al servizio sociale professionale per una presa in carico individualizzata e per la progettazione di percorsi di accompagnamento.
2.5 Collaborazione tra istituzioni, enti e organismi (incluse organizzazioni del terzo settore): a corredo di quanto indicato al punto 2.4, descrivere sinteticamente le eventuali modalità di collaborazione in rete tra istituzioni ed enti e organismi (incluse le organizzazioni del terzo settore) nel rispondere alle esigenze dei senza dimora (anche in riferimento ai servizi a bassa soglia e alla distribuzione di beni materiali) specificando le modalità di collaborazione (accordi di collaborazione, affidamenti della gestione, accordi di programma, convenzioni, protocolli, prassi di cooperazione).
Sono in essere:
- Convenzione con Caritas per la gestione di servizi che rispondono alle esigenze primarie delle persone in condizioni di grave marginalità (mensa, docce, pronto intervento, una tantum).
- 3 Appalti per la gestione di strutture di accoglienza notturna, 2 maschili e 1 femminile.
- Convenzione tra Comune, Ausl ed una associazione del terzo settore per l’accoglienza notturna di tossico/alcool dipendenti attivi.
- Convenzione con l’unità di strada della Assistenza pubblica per il monitoraggio delle presenze dei senza dimora sul territorio e la distribuzione di beni di prima necessità.
- Protocollo con l’Ausl sull’integrazione socio sanitaria volto allo sviluppo di azioni di contrasto al disagio.
2.6 Fabbisogni: descrivere i fabbisogni in riferimento al rafforzamento del sistema dei servizi di cui al punto 2.4. Segnalare inoltre, eventuali fabbisogni di beni materiali per le necessità primarie delle persone senza dimora (indumenti, prodotti per l’igiene personale, kit di emergenza, etc.) o a supporto di progetti di accompagnamento all’autonomia (dotazioni per alloggi a corredo di progetti di housing first, indumenti e strumenti a corredo delle attività formative volte a sperimentare forme leggere di approccio al lavoro delle persone senza dimora).
Nell'ambito del rafforzamento del sistema dei servizi, a fronte della complessità e multi problematicità con cui oggi si presenta il fenomeno, nel Comune di Parma si ravvisa la necessità di:
- introdurre elementi di qualificazione e rafforzamento della rete esistente;
- fornire una presa in carico strutturata e progetti integrati su più livelli.
Nell'ambito dei beni materiali per le necessità primarie il fabbisogno è relativo a indumenti, prodotti per l’igiene personale, kit di primo ingresso.
Quanto ai beni a supporto dei progetti di accompagnamento all'autonomia il fabbisogno è riferibile alle dotazioni per gli alloggi, accompagnamento in percorsi di inclusione sociale
Ambito territoriale di REGGIO NELL’EMILIA
1.1 Le dimensioni del fenomeno della grave emarginazione adulta: descrivere la caratterizzazione nel territorio del fenomeno della grave emarginazione adulta e dei senza dimora, riprendendo, se possibile, l’indagine ISTAT 2014 ovvero gli esiti di altre indagini ad hoc già sviluppate nel territorio di riferimento.
Nel Comune di REGGIO-XXXXXX la decennale collaborazione con la Caritas diocesana e le organizzazioni del privato sociale ha consentito di monitorare il fenomeno. Dato non facilmente oggettivabile anche se, a partire dall'eterogenea offerta di interventi a bassa soglia e legati all'informalità del tessuto sociale locale, è stato possibile evidenziarne i tratti più significativi: la crescente crisi nel mercato del lavoro (Reggio Xxxxxx fino a pochi anni fa registrava il 2% di disoccupazione) con pesanti ripercussioni sulle fasce più fragili della popolazione – immigrati in primis - lo sfaldarsi dei legami relazionali e famigliari, il mutare dei processi migratori, invecchiamento di persone segnate da abusi di sostanze e ai policonsumi, sono alcune delle cause che hanno concorso all'incremento della marginalità adulta.
Dai dati 2015 di Caritas diocesana emerge come il numero di persone adulte in condizione di grave emarginazione sia in visibile incremento specialmente in città, arrivando a superare il 30% degli accesi al Centro di Ascolto (327 persone dato assoluto dei senza dimora); a questo si aggiungono i dati forniti dagli operatori di strada, del Drop in e dei percorsi di accoglienza bassa soglia che intercettano un numero crescente di persone italiane e straniere che versano in condizioni di forte disagio sociale e marginalità.
Il finanziamento assegnato al Comune di Reggio nell’Emilia a valere sul PON inclusione è pari ad
€ 227.056,77 e l’ammontare sul FEAD è pari ad € 241.225,28
2.2 Tipologia di utenza: Sulla base della esperienza corrente, descrivere le principali categorie di utenza (effettive o potenziali) degli interventi e servizi territoriali rivolti alle persone senza dimora o in condizioni di marginalità estrema, con riferimento alle seguenti caratteristiche: condizione di assenza di un valido titolo di soggiorno sul territorio nazionale; richiedente/titolare di protezione internazionale; cittadinanza (italiana, comunitaria, extracomunitaria); genere; età (con attenzione ai giovani e agli anziani); problemi di salute fisica, psichica e di dipendenza; soggetto a discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.
Le mutate caratteristiche economiche, demografiche e sociali del territorio di Reggio nell’Xxxxxx hanno evidenziato bisogni complessi (povertà complessa e cronicizzata), alla marginalità tradizionale (tossicodipendenti cronici, barboni, persone senza fissa dimora, nomadi...) si aggiunge un’ampia fascia di popolazione coinvolta nelle nuove povertà legate ad indebitamento, divorzi, separazioni e conflittualità familiari, spesso intrecciate a problematiche sanitarie.
Si abbassa l'età dei giovani (sotto i 26 anni) che segnano presenze al Drop in e alla Caritas, alcuni legati alla deistituzionalizzazione, altri allo status di rifugiati, e si rafforzano le classi fra i 35-54 anni; gli uomini sono prevalenti, italiani e stranieri, anche se non mancano presenze femminili (paesi dell'Est e dell'Africa).
Si registra inoltre la presenza di adulti in età avanzata con stili di vita e policonsumi che ne compromettono pesantemente la salute (holders); spesso queste persone; si tratta di persone che si trovano a vivere in contesti di forte marginalità ed esclusione sociale, vedono compromesse le essenziali condizioni di vita e di salute, sfuggono tendenzialmente ai servizi più strutturati e destano allarme sociale.
2.3 Residenza: Indicare in che modo viene riconosciuta la possibilità a qualsiasi persona senza dimora che ne faccia richiesta e ne abbia titolo, di essere iscritta nei registri anagrafici secondo le modalità previste dalla legge. Nel caso non sia garantita tale
possibilità, indicare nella progettazione i precisi impegni che si intendono assumere al fine di assicurare entro 6 mesi la definizione delle modalità operative per il riconoscimento della residenza anagrafica a coloro che ne fanno richiesta.
Il Comune di Reggio nell'Emilia garantisce il diritto alla iscrizione anagrafica attraverso la residenza fittizia a cui risultano iscritte 186 persone.
In dettaglio: le persone che sono inserite in un progetto, dei Servizi Sociali dell'Amministrazione o dell'Area Sociale dell'Ausl, possono fare richiesta di residenza fittizia presso Xxxxxx Xxxxxxxxxx 0, rientrando nella convivenza dei Servizi Sociali, che ad oggi conta 103 persone.
Vi è inoltre un accesso diretto all'anagrafe, solitamente mediato dagli Avvocati di strada, in cui la registrazione della residenza in Piazza Prampolini avviene previa valutazione del Dirigente dell'Anagrafe. In tale convivenza oggi vi sono 83 persone.
A questo occorre aggiungere l'iscrizione Parrocchie o altri tipi di convivenze (strutture comunali, case di carità, comunità..) dove sono registrate persone senza un domicilio stabile. Delle persone inserite in questi elenchi, che sappiamo essere numerose, non si dispone di dati.
2.4 Sistema di offerta dei servizi rivolti alle persone senza dimora: descrivere sinteticamente l’organizzazione del sistema nel suo complesso, nonché dei principali servizi che lo compongono, anche attraverso la compilazione della tabella di seguito riportata.
REGGIO NELL’EMILIA | ||||
Categoria di servizi | Servizi/funzioni | Presenza (SI/NO) | Titolarità* (Pubblica/privat a) | Gestione** (Pubblica, privata con convenzion e pubblica, privata con sovvenzion e pubblica, privata) |
Servizi di supporto in risposta a bisogni primari | Distribuzione di viveri, indumenti e farmaci | Si | Privata (Caritas, associazioni, Parrocchie) | - Privata - privata con sovvenzion e pubblica (convenzion e con Caritas) |
Servizi per la cura e l’igiene della persona | si | Presenti sia privata che pubblica | Presenti sia privata che pubblica | |
Mense | si | Privata | privata con sovvenzion e pubblica | |
Unità di strada | Si | Pubblica | privata con convenzion e pubblica | |
Contributi economici una tantum | si | pubblica | pubblica | |
Servizi di accoglienza notturna | Dormitori di emergenza | Si | Presenti sia privata che pubblica | privata con convenzion e pubblica |
Dormitori notturni | si | Presenti sia privata che | privata con convenzion |
pubblica | e pubblica | |||
Comunità semiresidenziali e residenziali | Si | Presenti sia privata che pubblica | privata con convenzion e pubblica | |
Alloggi protetti o autogestiti (inclusi alloggi per interventi housing first) | Si | pubblica | privata con convenzion e pubblica e Pubblica | |
Servizi di accoglienza diurna | Centri diurni | Si | pubblica | privata con convenzion e pubblica |
Comunità residenziali | No | |||
Circoli ricreativi o laboratori destinati allo svolgimento di attività occupazionali significative o lavorative a carattere formativo o di socializzazione | Si | pubblica | privata con convenzion e pubblica | |
Servizi di segretariato sociale (Barrare le funzioni attivate) | Servizi informativi e di orientamento • | Si | Pubblica | Pubblica |
Residenza anagrafica fittizia, domiciliazione postale • | Si | Pubblica e privata | pubblica | |
Espletamento pratiche e accompagnamento ai servizi del territorio • | si | Pubblica e privata | Pubblica e privata | |
Servizi di presa in carico (Barrare le funzioni attivate) | Progettazione personalizzata, counselling e sostegno psicologico e/o educativo • | No | ||
Sostegno economico strutturato • | No | |||
Inserimento lavorativo • | No | |||
Ambulatori infermieristici/medici • | Si | Pubblica e privata | Pubblica e privata | |
Tutela legale • | Si | Privata | Privata | |
Altri servizi | Housing first | No | ||
Altro (specificare) |
* Indicare la titolarità prevalente, segnalando l’eventuale caso di titolarità condivisa.
**Indicare la modalità prevalente, segnalando l’eventuale caso di gestione attraverso più tipologie.
Nella descrizione dell’organizzazione dei servizi, segnalare, se del caso, le modalità di collaborazione tra i diversi servizi (sociali, sanitari, del lavoro, delle politiche abitative, ecc.) e l’esistenza di modalità di lavoro in équipe per la presa in carico delle persone con gravi fragilità.
- Lavoro di èquipe strutturato nelle Unità di Valutazione Multidimensionale convocate per casi singoli e all'interno della progettazione del Servizio Socio Educativo che si occupa di disagio adulto;
- collaborazione con altri servizi pubblici e del privato sociale su progettazioni cittadine (es Tavolo progettuale accoglienza) e/o progettazioni territoriali.
2.5 Collaborazione tra istituzioni, enti e organismi (incluse organizzazioni del terzo settore): a corredo di quanto indicato al punto 2.4, descrivere sinteticamente le eventuali modalità di collaborazione in rete tra istituzioni ed enti e organismi (incluse le organizzazioni del terzo settore) nel rispondere alle esigenze dei senza dimora (anche in riferimento ai servizi a bassa soglia e alla distribuzione di beni materiali) specificando le modalità di collaborazione (accordi di collaborazione, affidamenti della gestione, accordi di programma, convenzioni, protocolli, prassi di cooperazione).
- Accordo di programma con Ausl sia legato ai percorsi delle dipendenze che della salute mentale e disagi sociali ad essi correlati;
- Affidamenti di gestioni di servizi al privato sociale (cooperative sociali, Adv, Aps) tramite convenzioni dirette e/o gare d'appalto;
- tavoli interistituzionali per la analisi dei fenomeni e sperimentazione di nuove soluzioni: accoglienza, housing first, Servizio Socio Educativo, accoglienza a bassa soglia per consumatori attivi
2.6 Fabbisogni: descrivere i fabbisogni in riferimento al rafforzamento del sistema dei servizi di cui al punto 2.4. Segnalare inoltre, eventuali fabbisogni di beni materiali per le necessità primarie delle persone senza dimora (indumenti, prodotti per l’igiene personale, kit di emergenza, etc.) o a supporto di progetti di accompagnamento all’autonomia (dotazioni per alloggi a corredo di progetti di housing first, indumenti e strumenti a corredo delle attività formative volte a sperimentare forme leggere di approccio al lavoro delle persone senza dimora).
Nell'ambito del rafforzamento del sistema dei servizi, a fronte della complessità, multi- problematicità e dimensioni quantitative del fenomeno, si ravvisa la necessità di:
- rafforzare la rete pubblico-privata già esistente;
- fornire prese in carico maggiormente qualificate e risposte integrate su più livelli;
- consolidare il sistema di accoglienza che attualmente è operativo in particolare nel periodo invernale estendendo la possibilità di accogliere adulti in situazione di marginalità con problematiche socio-sanitarie durante tutto l'anno;
- collegare le attività di aggancio e monitoraggio dell'Unità di Prossimità (già finanziata tramite fondi pubblici e operativa da diversi anni) con le progettazioni finanziate;
- sperimentare nuovi approcci come l'housing first e housing led;
- potenziare azioni di accompagnamento per situazioni a rischio di marginalità e per i senza fissa dimora.
Nell'ambito dei beni materiali per le necessità primarie il fabbisogno è relativo a beni a corredo degli interventi a bassa soglia (sia in strada che in attività di prima accoglienza e ascolto).
Nell'ambito dei beni a supporto dei progetti di accompagnamento all'autonomia il fabbisogno è legato a:
- dotazioni per mini alloggi per percorsi di uscita da strutture di accoglienza o istituti di pena e per sperimentazioni di Housing First;
- dotazioni per l'appartamento a “bassa soglia” che consenta aperture diurne per: segretariato sociale, attività laboratoriali, formative e di socializzazione.
Ambito territoriale di MODENA
2.1 Le dimensioni del fenomeno della grave emarginazione adulta: descrivere la caratterizzazione nel territorio del fenomeno della grave emarginazione adulta e dei senza dimora, riprendendo, se possibile, l’indagine ISTAT 2014 ovvero gli esiti di altre indagini ad hoc già sviluppate nel territorio di riferimento.
Nel Comune di MODENA i fenomeni di disagio vedono una situazione, collegata anche alla crisi economica, di costante aumento delle persone in condizioni di povertà anche estrema.
In particolare i dati raccolti all’interno delle varie attività svolte dai Servizi Sociali del Comune rappresentano in termini di gravità il fenomeno di persone senza fissa dimora e/o a rischio di esclusione sociale e grave povertà economica e relazionale.
Relativamente al fenomeno sopra descritto, con riferimento al target dell’emarginazione adulta (persone con gravi problemi di salute fisica o psichica; con dipendenze da sostanze; senza fissa dimora, prevalentemente uomini e di nazionalità italiana, ma anche donne in condizioni di particolare fragilità; persone senza un valido titolo di soggiorno) si sono registrati attraverso i diversi progetti/interventi attivati i seguenti dati:
- accoglienza invernale 2015-2016, persone accolte n°90 (di cui il 5% circa di nazionalità italiana e di cui il 9% donne);
- rete accoglienza adulti fragili anno 2016: n°80;
- rete accoglienza adulti stranieri (anche senza valido titolo di soggiorno) con gravi problemi di salute fisica o psichica anno 2015: n°305, anno 2016; n°212;
- sfratti eseguiti nel territorio anno 2015: n°241.
Il finanziamento assegnato nell’ambito territoriale di Modena a valere sul PON inclusione è pari ad
€ 190.944,04 e l’ammontare a valere sul FEAD è pari ad € 206.223,85
2.2 Tipologia di utenza: Sulla base della esperienza corrente, descrivere le principali categorie di utenza (effettive o potenziali) degli interventi e servizi territoriali rivolti alle persone senza dimora o in condizioni di marginalità estrema, con riferimento alle seguenti caratteristiche: condizione di assenza di un valido titolo di soggiorno sul territorio nazionale; richiedente/titolare di protezione internazionale; cittadinanza (italiana, comunitaria, extracomunitaria); genere; età (con attenzione ai giovani e agli anziani); problemi di salute fisica, psichica e di dipendenza; soggetto a discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.
Per il Comune di Modena il target comprende diverse categorie di persone vulnerabili a causa di un disagio economico, sociosanitario e abitativo prolungato che porta alla grave emarginazione, in particolare:
- persone con gravi problemi di salute (fisica o psichica);
- persone con dipendenze da sostanze;
- persone senza fissa dimora, prevalentemente uomini e di nazionalità italiana, ma anche donne in condizioni di particolare fragilità;
- persone senza un valido titolo di soggiorno.
2.3 Residenza: Indicare in che modo viene riconosciuta la possibilità a qualsiasi persona senza dimora che ne faccia richiesta e ne abbia titolo, di essere iscritta nei registri anagrafici secondo le modalità previste dalla legge. Nel caso non sia garantita tale possibilità, indicare nella progettazione i precisi impegni che si intendono assumere al fine di assicurare entro 6 mesi la definizione delle modalità operative per il riconoscimento della residenza anagrafica a coloro che ne fanno richiesta.
Il Comune di Modena garantisce l'accesso all'iscrizione anagrafica delle persone senza dimora attraverso la residenza fittizia a cui sono registrate 85 persone.
2.4 Sistema di offerta dei servizi rivolti alle persone senza dimora: descrivere sinteticamente l’organizzazione del sistema nel suo complesso, nonché dei principali servizi che lo compongono, anche attraverso la compilazione della tabella di seguito riportata.
MODENA | ||||
Categoria di servizi | Servizi/funzioni | Presenza (SI/NO) | Titolarità* (Pubblica/privat a) | Gestione** (Pubblica, privata con convenzion e pubblica, privata con sovvenzion e pubblica, privata) |
Servizi di supporto in risposta a bisogni primari | Distribuzione di viveri, indumenti e farmaci | SI | Privata | X |
Servizi per la cura e l’igiene della persona | SI | Privata | X | |
Mense | SI | Pubblica/privata | X | |
Unità di strada | SI | Pubblica/privata | X | |
Contributi economici una tantum | SI | Pubblica | X | |
Servizi di accoglienza notturna | Dormitori di emergenza | SI | Privata | X |
Dormitori notturni | SI | Privata | X | |
Comunità semiresidenziali e residenziali | SI | Pubblica/privata | X | |
Alloggi protetti o autogestiti (inclusi alloggi per interventi housing first) | SI | Pubblica | ||
Servizi di accoglienza diurna | Centri diurni | SI | Pubblica/privata | X |
Comunità residenziali | SI | Pubblica/privata | X | |
Circoli ricreativi o laboratori destinati allo svolgimento di attività occupazionali significative o lavorative a carattere formativo o di socializzazione | SI | Pubblica/privata | X | |
Servizi di segretariato sociale (Barrare le funzioni attivate) | Servizi informativi e di orientamento • | SI | Pubblica/privata | X |
Residenza anagrafica fittizia, domiciliazione postale • | SI | Pubblica | ||
Espletamento pratiche e accompagnamento ai servizi del territorio • | SI | Pubblica | ||
Servizi di presa in carico | Progettazione personalizzata, counselling e sostegno | SI | Pubblica/privata | X |
(Barrare le funzioni attivate) | psicologico e/o educativo • | |||
Sostegno economico strutturato • | SI | Pubblica | ||
Inserimento lavorativo • | SI | Pubblica/privata | X | |
Ambulatori infermieristici/medici • | SI | Privata | X | |
Tutela legale • | SI | Privata | X | |
Altri servizi | Housing first | NO | ||
Altro (specificare) |
* Indicare la titolarità prevalente, segnalando l’eventuale caso di titolarità condivisa.
**Indicare la modalità prevalente, segnalando l’eventuale caso di gestione attraverso più tipologie.
Nella descrizione dell’organizzazione dei servizi, segnalare, se del caso, le modalità di collaborazione tra i diversi servizi (sociali, sanitari, del lavoro, delle politiche abitative, ecc.) e l’esistenza di modalità di lavoro in équipe per la presa in carico delle persone con gravi fragilità.
Vista la complessità del fenomeno è indispensabile una progettazione integrata tra servizi (sociali, sanitari, del lavoro e abitativi) oltre che con le organizzazioni del terzo settore (organizzazioni di volontariato e cooperative sociali). Nell’ambito del distretto di Modena sono attivi accordi di programma tra servizi e convenzioni e contratti con soggetti del privato sociale.
2.5 Collaborazione tra istituzioni, enti e organismi (incluse organizzazioni del terzo settore): a corredo di quanto indicato al punto 2.4, descrivere sinteticamente le eventuali modalità di collaborazione in rete tra istituzioni ed enti e organismi (incluse le organizzazioni del terzo settore) nel rispondere alle esigenze dei senza dimora (anche in riferimento ai servizi a bassa soglia e alla distribuzione di beni materiali) specificando le modalità di collaborazione (accordi di collaborazione, affidamenti della gestione, accordi di programma, convenzioni, protocolli, prassi di cooperazione).
La governance del progetto si baserà sugli strumenti già operativi ovvero il Comitato di Distretto, organismo di indirizzo e programmazione delle politiche sociali, socio-sanitarie e sanitarie, l’Ufficio di piano che garantisce il supporto tecnico al Comitato; la realizzazione del Piano di Zona, a cui concorrono anche gli altri soggetti pubblici del territorio (ASP, Ministero della Giustizia, Istituzioni Scolastiche, ecc.), enti del terzo settore e fornitori, si basa su un Accordo di Programma. Anche l’integrazione socio-sanitaria è regolata da Accordi di programma su specifici target e con la previsione di équipe territoriali integrate di base e unità di valutazione multidimensionale.
Per quanto concerne l'ambito della povertà e del lavoro, si segnala l'esistenza di uno specifico protocollo con Politiche del Lavoro (ex Provincia) ed è stato sottoscritto un accordo di programma con la Regione (Agenzia regionale per il lavoro) per la programmazione delle misure a sostegno dell'inserimento lavorativo e dell'inclusione sociale delle persone fragili e vulnerabili attraverso l'integrazione tra i servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari.
Nell'ambito del programma povertà si segnala inoltre la collaborazione con i soggetti del privato sociale, con le associazioni imprenditoriali e di categoria, con le organizzazioni sindacali oltre la collaborazione a interventi proposti e realizzati direttamente dal privato sociale. In particolare si evidenziano convenzione con l’associazione “Porta Aperta” per l’accoglienza presso il Centro da loro gestito, accordi con le mense cittadine per la fornitura di pasti, la presenza all’interno del contratto di gestione del Centro Stranieri di Unità di Strada, diversi contratti con soggetti del Terzo settore per accoglienze diurne e/o residenziali (anche in accordo con i servizi sanitari), Sportelli informativi presso i Servizi Sociali comunali e/o gestiti da soggetti convenzionati. Infine si evidenzia come la progettazione personalizzata avvenga sempre con il coinvolgimento dei diversi soggetti privati convenzionati e anche attraverso il coinvolgimento di reti volontarie. Per ultimo, in merito
all’accoglienza invernale, è attivo un Protocollo con diverse organizzazioni di volontariato che garantiscono il presidio del territorio attraverso Unità di Strada volontarie da novembre a marzo
2.6 Fabbisogni: descrivere i fabbisogni in riferimento al rafforzamento del sistema dei servizi di cui al punto 2.4. Segnalare inoltre, eventuali fabbisogni di beni materiali per le necessità primarie delle persone senza dimora (indumenti, prodotti per l’igiene personale, kit di emergenza, etc.) o a supporto di progetti di accompagnamento all’autonomia (dotazioni per alloggi a corredo di progetti di housing first, indumenti e strumenti a corredo delle attività formative volte a sperimentare forme leggere di approccio al lavoro delle persone senza dimora).
Nell'ambito del rafforzamento del sistema dei servizi, a fronte della complessità e multi problematicità con cui oggi si presenta il fenomeno, si ravvisa la necessità di:
- qualificare il monitoraggio notturno attraverso l’unità di strada (con operatori professionali a completamento del monitoraggio effettuato da operatori volontari nella stagione invernale);
- superare la logica dell’emergenza per passare a percorsi che consentano la transizione dai servizi a bassa soglia (es. dormitorio) a forme di housing led;
- qualificare le risposte di presa in carico integrata a bassa soglia sia diurna che notturna.
Nell'ambito dei beni materiali per le necessità primarie il fabbisogno è relativo a indumenti, prodotti e articoli per l’igiene personale, kit di pronto soccorso, coperte e sacchi a pelo, alimenti dietetici, per celiaci ecc.
Quanto ai beni a supporto dei progetti di accompagnamento all'autonomia il fabbisogno è riferibile alle dotazioni per gli alloggi. A supporto di attività espressive, di socializzazione e socio- occupazionali il fabbisogno è relativo a carta, cartelloni, pennarelli, colori, pennelli ecc., utensili e prodotti per attività di giardinaggio, eventuali altri materiali in relazione ai laboratori attivati.
Ambito territoriale di FERRARA
2.1 Le dimensioni del fenomeno della grave emarginazione adulta: descrivere la caratterizzazione nel territorio del fenomeno della grave emarginazione adulta e dei senza dimora, riprendendo, se possibile, l’indagine ISTAT 2014 ovvero gli esiti di altre indagini ad hoc già sviluppate nel territorio di riferimento.
Nell’ambito territoriale di FERRARA, nel 2015 si stima una percentuale di persone a rischio di povertà pari al15%, percentuale inferiore a quella nazionale osservata nel 2014 (19,4%). Nel 2012 il rischio rilevato era pari al 14,3% delle famiglie. La crescita della disoccupazione, osservata nel 2012, proseguita fino al 2014, ha portato il tasso di disoccupazione al 12,8%, il valore più elevato registrato a Ferrara nel decennio. La riduzione della disoccupazione osservata nel 2015, (scesa al 10,8%) è ancora limitata. L’incidenza di stranieri residenti nel comune è tendenzialmente crescente ed ha raggiunto la percentuale del 9,5%. Le famiglie con almeno uno straniero sono il 10,2% delle famiglie ferraresi e le difficoltà economiche che esse incontrano sono notevoli: tra queste l’incidenza di povertà relativa raggiunge il 39%. Nel 2015, il 5,2% delle famiglie italiane risulta in uno stato di seria indigenza, con valori di consumo molto al di sotto della linea di povertà standard. Nello stesso anno, le famiglie estremamente disagiate, con valori di reddito inferiori alla linea standard di povertà di oltre il 20%, sono il 5,1% (Fonte: Ufficio Statistica del Comune di Ferrara- dati 2015).
Il finanziamento assegnato nell’ambito territoriale di Ferrara a valere sul PON inclusione è pari ad
€ 137.786,75 e l’ammontare finanziato a valere sul FEAD è pari ad € 148.812,78.
2.2 Tipologia di utenza: Sulla base della esperienza corrente, descrivere le principali categorie di utenza (effettive o potenziali) degli interventi e servizi territoriali rivolti alle persone senza dimora o in condizioni di marginalità estrema, con riferimento alle seguenti caratteristiche: condizione di assenza di un valido titolo di soggiorno sul territorio nazionale; richiedente/titolare di protezione internazionale; cittadinanza (italiana, comunitaria, extracomunitaria); genere; età (con attenzione ai giovani e agli anziani); problemi di salute fisica, psichica e di dipendenza; soggetto a discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.
La grave emarginazione adulta e dei senza dimora a Ferrara è presente anche se numericamente inferiore rispetto a quanto si registra in altre città. Il fenomeno, forse sottostimato, necessita di essere conosciuto meglio e analizzato al fine di intervenire e rispondere in maniera mirata ed efficace ai bisogni delle persone senza dimora o di coloro che si trovano in condizioni di marginalità estrema.
I senza dimora e coloro che si trovano in situazione o a rischio di grave emarginazione sono per lo più maschi, italiani (anche se gli stranieri sono in aumento), età media 47 anni, con bassa scolarizzazione e ridotta specializzazione in campo professionale, che hanno perso o che sono senza lavoro, hanno una precarietà o assenza di rete famigliare, con problemi socio-economici legati a separazioni o disgregazioni famigliari o a situazioni di sfratto, persone con problemi sanitari cronici e disturbi psichici o abuso di sostanze spesso con esiti invalidanti.
Dato rilevante è quello rappresentato dalle donne senza dimora. In questi ultimi anni risulta essere infatti in aumento la richiesta di accoglienza: dall’inizio del 2015 al 1° giugno del 2016 le donne che si sono rivolte ad ASP sono state 30 (21 straniere e 9 italiane) di età compresa tra i 35 e i 55 anni, di cui 5 con problemi di salute e una donna è in attesa di un bambino. Si tratta di donne sole, che vivono in condizione di disagio sociale ed hanno difficoltà economiche e di sostentamento, prive o con scarsa rete parentale e sociale. Si ritiene che il fenomeno di donne senza fissa dimora sia poco conosciuto e approfondito. E’ sempre più evidente la necessità di un approccio di genere anche al fenomeno della grave marginalità adulta, un approccio che sappia leggere le problematiche e i bisogni e definisca risposte e interventi da un punto di vista femminile.
2.3 Residenza: Indicare in che modo viene riconosciuta la possibilità a qualsiasi persona senza dimora che ne faccia richiesta e ne abbia titolo, di essere iscritta nei registri anagrafici secondo le modalità previste dalla legge. Nel caso non sia garantita tale possibilità, indicare nella progettazione i precisi impegni che si intendono assumere al fine di assicurare entro 6 mesi la definizione delle modalità operative per il riconoscimento della residenza anagrafica a coloro che ne fanno richiesta.
Il Comune di Ferrara garantisce il diritto all’iscrizione anagrafica attraverso la residenza fittizia a cui risultano iscritte 250 persone.
2.4 Sistema di offerta dei servizi rivolti alle persone senza dimora: descrivere sinteticamente l’organizzazione del sistema nel suo complesso, nonché dei principali servizi che lo compongono, anche attraverso la compilazione della tabella di seguito riportata.
FERRARA | ||||
Categoria di servizi | Servizi/funzioni | Presenza (SI/NO) | Titolarità* (Pubblica/privat a) | Gestione** (Pubblica, privata con convenzion e pubblica, privata con sovvenzion e pubblica, privata) |
Servizi di supporto in risposta a bisogni primari | Distribuzione di viveri, indumenti e farmaci | SI | privato sociale/volontari ato | |
Servizi per la cura e l’igiene della persona | SI | privato sociale/volontari ato | ||
Mense | SI | privato sociale/volontari ato | ||
Unità di strada | NO | |||
Contributi economici una tantum | SI | pubblica ASP, privato sociale/volontari ato | ||
Servizi di accoglienza notturna | Dormitori di emergenza | NO | ||
Dormitori notturni | SI | pubblica | Convenzion e ASP con Enti gestori | |
Comunità semiresidenziali e residenziali | NO | |||
Alloggi protetti o autogestiti (inclusi alloggi per interventi housing first) | NO | |||
Servizi di accoglienza diurna | Centri diurni | NO | ||
Comunità residenziali | NO | |||
Circoli ricreativi o | NO |
laboratori destinati allo svolgimento di attività occupazionali significative o lavorative a carattere formativo o di socializzazione | ||||
Servizi di segretariato sociale (Barrare le funzioni attivate) | Servizi informativi e di orientamento • | SI | pubblica ASP | |
Residenza anagrafica fittizia, domiciliazione postale • | SI | pubblica Comune | ||
Espletamento pratiche e accompagnamento ai servizi del territorio • | SI | pubblica Comune CSII (centro servizi integrati per l’immigrazione) | convenzion e Comune con cooperazion e sociale per gestione del CSII | |
Servizi di presa in carico (Barrare le funzioni attivate) | Progettazione personalizzata, counselling e sostegno psicologico e/o educativo • | SI | pubblica ASP | |
Sostegno economico strutturato • | NO | |||
Inserimento lavorativo • | SI | pubblica ASP tramite un servizio di orientamento e attivazione di tirocini volti all’autonomia | ||
Ambulatori infermieristici/medici • | SI | privato sociale/volontari ato | ||
Tutela legale • | SI | privato sociale/volontari ato | ||
Altri servizi | Housing first | NO | ||
Altro (specificare) |
* Indicare la titolarità prevalente, segnalando l’eventuale caso di titolarità condivisa.
**Indicare la modalità prevalente, segnalando l’eventuale caso di gestione attraverso più tipologie.
Nella descrizione dell’organizzazione dei servizi, segnalare, se del caso, le modalità di collaborazione tra i diversi servizi (sociali, sanitari, del lavoro, delle politiche abitative, ecc.) e l’esistenza di modalità di lavoro in équipe per la presa in carico delle persone con gravi fragilità.
Non esiste un’équipe formalizzata per le prese in carico delle persone con gravi fragilità. Se del caso, vengono attivate collaborazioni tra operatori dei diversi Servizi (sociali, sanitari, del lavoro, delle politiche abitative, ecc.) al fine di rispondere in maniera integrata ai bisogni riscontrati.
Servizi Sociali e Socio-Sanitari collaborano con ACER (Agenzia Casa Xxxxxx-Romagna) segnalando per l’assegnazione di alloggi segnalando le persone che necessitano di particolare protezione abitativa; lo strumento utilizzato viene denominato “elenco welfare”.
Inoltre è presente anche un protocollo tra Comune, ASP Centro Servizi alla Persona di Ferrara ed HERA per la segnalazione di persone fragili finalizzata alla rateizzazione delle morosità delle utenze.
2.5 Collaborazione tra istituzioni, enti e organismi (incluse organizzazioni del terzo settore): a corredo di quanto indicato al punto 2.4, descrivere sinteticamente le eventuali modalità di collaborazione in rete tra istituzioni ed enti e organismi (incluse le organizzazioni del terzo settore) nel rispondere alle esigenze dei senza dimora (anche in riferimento ai servizi a bassa soglia e alla distribuzione di beni materiali) specificando le modalità di collaborazione (accordi di collaborazione, affidamenti della gestione, accordi di programma, convenzioni, protocolli, prassi di cooperazione).
Per la realizzazione di progetti volti al contrasto della povertà e dell’esclusione sociale (es. progetto accoglienza e progetto verso l’autonomia) è presente una Convenzione tra ASP Centro Servizi alla Persona di Ferrara ed enti gestori del terzo settore, rivolta a persone senza dimora che vengono inserite in accoglienza e poi seguite da tutor per l’attivazione di percorsi di inserimento lavorativo con lo scopo di accompagnare queste persone ad una condizione di autonomia.
E’ attiva una convenzione tra ASP e Prefettura di Ferrara attraverso la quale ASP gestisce l’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale.
2.6 Fabbisogni: descrivere i fabbisogni in riferimento al rafforzamento del sistema dei servizi di cui al punto 2.4. Segnalare inoltre, eventuali fabbisogni di beni materiali per le necessità primarie delle persone senza dimora (indumenti, prodotti per l’igiene personale, kit di emergenza, etc.) o a supporto di progetti di accompagnamento all’autonomia (dotazioni per alloggi a corredo di progetti di housing first, indumenti e strumenti a corredo delle attività formative volte a sperimentare forme leggere di approccio al lavoro delle persone senza dimora).
Nell'ambito del rafforzamento del sistema dei servizi, a fronte della complessità, multi- problematicità e dimensioni quantitative del fenomeno, si ravvisa la necessità di:
- avviare l’unità di strada;
- rafforzare la rete pubblico-privata già esistente;
- fornire prese in carico maggiormente qualificate e risposte integrate su più livelli;
- consolidare il sistema di accoglienza operativo, in particolare nel periodo invernale;
- sperimentare nuovi approcci come il Co-Housing e Housing Led che garantiscano soluzioni alloggiative più stabili;
- strutturare equipe multi-professionali territoriali in raccordo con le equipe previste dalla L.R. 14/2015.
Nell'ambito dei beni materiali per le necessità primarie il fabbisogno è relativo a beni a corredo degli interventi a bassa soglia (sia in strada che in attività di prima accoglienza e ascolto):
- distribuzione di beni di prima necessità per la soddisfazione di bisogni immediati, attraverso l’unità di strada.
Per quanto concerne i beni materiali a supporto dei progetti di accompagnamento all'autonomia il fabbisogno è relativo a dotazioni per alloggi destinati a percorsi di uscita da strutture di accoglienza e per sperimentazioni di cohousing e housing led.
Ambito territoriale di FORLI’-CESENA
2.1 Le dimensioni del fenomeno della grave emarginazione adulta: descrivere la caratterizzazione nel territorio del fenomeno della grave emarginazione adulta e dei senza dimora, riprendendo, se possibile, l’indagine ISTAT 2014 ovvero gli esiti di altre indagini ad hoc già sviluppate nel territorio di riferimento.
Nell’ambito territoriale di FORLì-CESENA nel 2015 il Servizio Sociale dell'Unione dei Comuni ha seguito 575 utenti soli. Nel periodo 2009-2015 sono stati 402 i nuclei familiari che hanno beneficiato delle misure straordinarie anticrisi. Si è registrato un incremento delle persone e dei nuclei familiari che hanno vissuto inaspettate condizioni di povertà economica a cui si è aggiunta una povertà relazionale. I dati delle richieste di accesso al Servizio Sociale confermano questa tendenza ulteriormente verificata dai dati dell’Osservatorio della Caritas Diocesana di Forlì- Bertinoro: “ritorno della marginalità estrema, cronicizzazione della povertà […] aumento delle presenze presso le due mense cittadine, incremento servizi docce e lavanderia, aumento delle presenze delle persone accolte nei dormitori, così come presso il centro diurno”. La difficoltà economica delle famiglie in correlazione della perdurante crisi occupazionale è attestato dal numero di contributi erogati a Forlì nel biennio 2014-16 dal Fondo per gli inquilini morosi incolpevoli. Questo contesto ha determinato un aumento di persone adulte a rischio di emarginazione estrema con un particolare rilievo per le donne senza tetto. Il servizio di accoglienza notturna è stato attivato nel territorio di Cesena per affrontare l'emergenza freddo nel periodo 2012-2013 (dicembre-marzo) accogliendo in quel periodo 42 persone (11 residenti e 31 non residenti). I dati raccolti nel Dossier 2015 della Caritas diocesana ci mostrano una crescita del numero di persone accolte a 137 (34 residenti e 103 non residenti). Nel corso del 2015 hanno fatto accesso al Centro d'Ascolto Caritas di Cesena 1292 persone e il 42% sono adulti soli, il 10% in più rispetto all'anno precedente. Il 67% sono maschi e in maggioranza stranieri, con provenienza prevalente da paesi africani del Maghreb (43%), una quota consistente (26%) proviene da Paesi dell'Unione Europea. L'età più rappresentativa è quella che va dai 35 ai 55 anni. I bisogni rilevati dalle persone sono: ricerca lavoro (28%), problemi economici (27%), mancanza d'abitazione (24%), problemi di salute (7%).
Il finanziamento assegnato nell’ambito territoriale di Forlì-Cesena a valere sul PON inclusione è pari ad € 121.955,95 e l’ammontare sul FEAD è pari ad € 131.758,36.
2.2 Tipologia di utenza: Sulla base della esperienza corrente, descrivere le principali categorie di utenza (effettive o potenziali) degli interventi e servizi territoriali rivolti alle persone senza dimora o in condizioni di marginalità estrema, con riferimento alle seguenti caratteristiche: condizione di assenza di un valido titolo di soggiorno sul territorio nazionale; richiedente/titolare di protezione internazionale; cittadinanza (italiana, comunitaria, extracomunitaria); genere; età (con attenzione ai giovani e agli anziani); problemi di salute fisica, psichica e di dipendenza; soggetto a discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.
Nel comprensorio di Forlì-Cesena l’utenza si caratterizza per la forte presenza di persone senza fissa dimora prevalentemente di sesso maschile, circa un terzo di origine migrante, determinata in questi ultimi mesi anche dall’uscita dai percorsi profughi in assenza di titolo di soggiorno (Centri di Accoglienza Straordinaria – CAS). L’età degli uomini è tra i 25 e i 45 anni con problematiche legate alla scarsa scolarizzazione, perdita di lavoro e di abuso e dipendenza. Sono a carico anche persone over 60 con problematiche sanitarie gravi. Le donne sono in minoranza, ma nell’ultimo anno si registra un aumento soprattutto con un’età che rientra nel range tra i 45 e i 55 anni, talvolta con problematiche psichiatriche e forme non certificate di disagio psico-sociale. Le persone a grave rischio di marginalità si caratterizzano per una forte mobilità da un centro all'altro con una polarizzazione nelle città di Cesena e Forlì; questo ha favorito nel tempo uno scambio d'informazioni e conoscenze tra i Servizi Sociali territoriali.
Le categorie di utenza di riferimento sono identificabili come segue:
- persone adulte escluse da tempo dal mondo del lavoro e deprivate dal punto di vista relazionale;
- donne adulte espulse dal mondo del lavoro, con disagio correlato ai maltrattamenti subiti;
- cittadini in uscita dal sistema di accoglienza dei richiedenti asilo (CAS – SPRAR) a cui è stato riconosciuto uno status giuridico come profugo o che hanno avuto un diniego da parte del Tribunale ordinario di Bologna alla richiesta di protezione e in fase di appello;
- persone senza fissa dimora con vulnerabilità sanitarie in dimissione dalle strutture ospedaliere di Forlì e di Cesena e con necessità di periodi di accoglienza continuativa nel periodo successivo alla degenza.
2.3 Residenza: Indicare in che modo viene riconosciuta la possibilità a qualsiasi persona senza dimora che ne faccia richiesta e ne abbia titolo, di essere iscritta nei registri anagrafici secondo le modalità previste dalla legge. Nel caso non sia garantita tale possibilità, indicare nella progettazione i precisi impegni che si intendono assumere al fine di assicurare entro 6 mesi la definizione delle modalità operative per il riconoscimento della residenza anagrafica a coloro che ne fanno richiesta.
Nei Comuni di Forlì e Cesena vengono garantite le residenze anagrafice fittizie.
Nel Comune di Cesena risultano 114 persone senza dimora iscritte (97 italiani e 17 stranieri e comunitari).
Nel Comune di Forlì risultano complessivamente iscritti nelle due convivenze anagrafiche attivate presso la residenza comunale circa 50 persone. Le iscrizioni sono rivolte a persone nate a Forlì e che siano divenute irreperibili anagraficamente con ultima residenza nel Comune di Forlì, in carico al Servizio Sociale; a persona che, sebbene prive della condizione citata, siano presenti nel territorio comunale e per i quali si presentino criticità sanitarie tali da rendere indispensabile il ripristino della iscrizione al sistema sanitario nazionale (es. percorsi terapeutico-riabilitativi a fronte della condizione di dipendenza da sostanze psico-attive ovvero per criticità sanitarie determinate da problemi di salute mentale). Parimenti la residenza anagrafica fittizia può essere riconosciuta in presenza di un Progetto Sociale Individualizzato (PSI) per il quale la residenza risulti condizione fondamentale per la concretizzazione delle azioni ivi indicate. Si esclude di norma il riconoscimento della residenza fittizia in presenza di parenti tenuti agli obblighi alimentari (art. 433 Cod. Civ) in particolare se residenti nel Comune e in tutti i casi nei quali – in presenza di posizioni debitorie insolute – l’assunzione della residenza fittizia potrebbe essere strumentale per rendersi irreperibili ai creditori, in assenza altre criticità sociali o sanitarie.
2.4 Sistema di offerta dei servizi rivolti alle persone senza dimora: descrivere sinteticamente l’organizzazione del sistema nel suo complesso, nonché dei principali servizi che lo compongono, anche attraverso la compilazione della tabella di seguito riportata.
FORLì-CESENA | ||||
Categoria di | Servizi/funzioni | Presenza | Titolarità* | Gestione** |
servizi | (SI/NO) | (Pubblica/privat | (Pubblica, | |
a) | privata con | |||
convenzion | ||||
e pubblica, | ||||
privata con | ||||
sovvenzion | ||||
e pubblica, | ||||
privata) | ||||
Servizi di | Distribuzione di viveri, | Si | Privata | Privata con |
supporto in | indumenti e farmaci | convenzion | ||
risposta a | e pubblica | |||
bisogni | Servizi per la cura e | Sì | Privata | Privata con |
primari | l’igiene della persona | convenzion e pubblica | ||
Mense | Sì | Privata | Privata con convenzion e pubblica | |
Unità di strada | Sì | Pubblica e Privata | con convenzion e pubblica | |
Contributi economici una tantum | Sì | Pubblica | ||
Servizi di accoglienza notturna | Dormitori di emergenza | SI | Privata | Privata con convenzion e pubblica |
Dormitori notturni | Sì | Pubblica Privata | Privata con convezione pubblica | |
Comunità semiresidenziali e residenziali | SI | Privata | Privata con convezione pubblica | |
Alloggi protetti o autogestiti (inclusi alloggi per interventi housing first) | Sì | Privata | Privata con sovvenzion e pubblica | |
Servizi di accoglienza diurna | Centri diurni | Sì | Pubblica Pubblica | Privata con convezione pubblica |
Comunità residenziali | SI | Privata | Privata con convezione pubblica | |
Circoli ricreativi o laboratori destinati allo svolgimento di attività occupazionali significative o lavorative a carattere formativo o di socializzazione | SI | Privata | Privata con convezione pubblica (Forlì) | |
Servizi di segretariato sociale (Barrare le funzioni attivate) | Servizi informativi e di orientamento • | SI | Pubblica | Pubblica (Cesena) Pubblica con gestore private in convenzion e (Forlì) |
Residenza anagrafica fittizia, domiciliazione postale • | Sì | Pubblica | Pubblica | |
Espletamento pratiche e accompagnamento ai servizi del territorio • | Sì | Pubblica | Pubblica (Cesena) Pubblica con gestore privato in convenzion e (Forlì) | |
Servizi di presa in | Progettazione personalizzata, | Sì | Pubblica | Pubblica |
carico (Barrare le funzioni attivate) | counselling e sostegno psicologico e/o educativo • | |||
Sostegno economico strutturato • | Sì | Pubblica | Pubblica | |
Inserimento lavorativo • | Sì | Pubblica | Pubblica | |
Ambulatori infermieristici/medici • | SI | Privata | Privata | |
Tutela legale • | SI | Privata | Privata | |
Altri servizi | Housing first | SI | Pubblica | Pubblica |
Altro (specificare) |
* Indicare la titolarità prevalente, segnalando l’eventuale caso di titolarità condivisa.
**Indicare la modalità prevalente, segnalando l’eventuale caso di gestione attraverso più tipologie.
Nella descrizione dell’organizzazione dei servizi, segnalare, se del caso, le modalità di collaborazione tra i diversi servizi (sociali, sanitari, del lavoro, delle politiche abitative, ecc.) e l’esistenza di modalità di lavoro in équipe per la presa in carico delle persone con gravi fragilità.
Il territorio di Cesena e Forlì negli ultimi 4 anni ha costruito e strutturato servizi e percorsi dedicati alla presa in carico di persone adulte gravemente emarginate, coinvolgendo enti e associazioni anche del terzo Settore.
Attualmente il sistema dei servizi offre: servizi di assistenza in emergenza (distribuzione generi alimentari, mense, servizio distribuzioni indumenti e docce), servizi di Unità di strada, servizio di accoglienza notturna, centro sociale e Servizio Sociale dedicato, un centro di distribuzione alimentare (Emporio Solidale); una struttura di accoglienza notturna a bassa soglia (prima accoglienza). Dal 2013 nel forlivese è stata attivata una ulteriore struttura gestita dalla Ass. Xxxx Xxxxxxxx 23° in convenzione con il Servizio Sociale Comunale nella quale si realizza sia accoglienza a bassa soglia, sia una comunità di accoglienza prolungata (residenziale e semi- residenziale) e un centro socio occupazionale per persone senza fissa dimora. Nel territorio forlivese la presenza della Casa Circondariale determina una specifica connotazione per le richieste di servizi di prima accoglienza.
Nel corso del 2016 nel cesenate si è attivata la sperimentazione Housing First che prevede un’equipe multidisciplinare con la presenza di educatori, 3 psicologi, assistenti sociali e responsabili dei servizi con una co-gestione pubblico e privata.
Inoltre è attivo un coordinamento dei servizi di mediazione e di prossimità che vede la partecipazione di Polizia Municipale, Servizio Sociale, Unità di Strada, Mediazione all’abitare, Progetto Oltre la strada e Accoglienza Profughi per condividere linee d’intervento operative sulle persone che si incontrano in strada.
Nel forlivese l’organizzazione dei servizi di prima accoglienza e a contrasto alla povertà si fondano sulle seguenti modalità organizzative: un Servizio Sociale territoriale pubblico con servizi di prossimità anche declinati in particolare per la popolazione straniera e realizzati da soggetti privati in forza di specifiche convenzioni; servizi realizzati da soggetti privati con definizione della modalità di collaborazione operativa stabilita da convenzioni con il Servizio Sociale.
Inoltre, nel territorio è consolidata la collaborazione con il Centro per l’Impiego per l’attivazione di percorsi di tirocinio formativo (L.R. 14/2015) e la collaborazione con AUSL della Romagna – Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche per la presa in carico secondo la metodologia Budget di Salute (DGR n. 1554/2015) con attivazione della corrispondente Equipe di valutazione multidisciplinare.
Stringente è la collaborazione operativa con l’area delle Politiche Abitative in quanto strutturalmente inserita nella medesima Unità Operativa competente per le politiche di contrasto
alla povertà. A livello metodologico si prevede la definizione del Progetto Sociale Individualizzato (PSI) secondo le Linee guida Povertà ed Empowerment definite dal Servizio Sociale con la previsione di specifiche equipe di progetto partecipate dai vari professionisti ritenuti necessari per la realizzazione delle azioni indicate nel PSI (referenti del servizio sanitario o del centro per l’impiego; servizio di mediazione culturale; servizi di prossimità; familiari e privato sociale).
2.5 Collaborazione tra istituzioni, enti e organismi (incluse organizzazioni del terzo settore): a corredo di quanto indicato al punto 2.4, descrivere sinteticamente le eventuali modalità di collaborazione in rete tra istituzioni ed enti e organismi (incluse le organizzazioni del terzo settore) nel rispondere alle esigenze dei senza dimora (anche in riferimento ai servizi a bassa soglia e alla distribuzione di beni materiali) specificando le modalità di collaborazione (accordi di collaborazione, affidamenti della gestione, accordi di programma, convenzioni, protocolli, prassi di cooperazione).
L’organizzazione dei servizi è prevalentemente pubblica e in stretta collaborazione con le organizzazioni locali del no profit che gestisce la presa in carico delle persone con grave fragilità avvalendosi a seconda del progetto personalizzato, condiviso con la persona, dei diversi servizi sanitari, del lavoro e delle politiche abitative.
L’amministrazione promuove anche un coordinamento denominato “Tavolo Povertà” con i rappresentanti di tutti gli enti e le associazioni che nel territorio operano anche sulla marginalità Sociale. Le forme di collaborazione nel Comune di Forlì si fondano in parte sulla applicazione di rapporti convenzionali con le principali organizzazioni del privato sociale attive a contrasto della povertà (Caritas Fondazione “Buon Pastore” - Ass. Xxxx Xxxxxxxx XXXXX° - Centro di Solidarietà (CDS) ovvero con esperienza pluriennale nel settore dei servizi di mediazione culturale e di prossimità (Coop. Dialogos - Coop. Generazioni).
Inoltre è attivo da anni un organismo denominato Tavolo delle Opportunità che è nato da un Protocollo di Intesa sottoscritto nel 2007 con le principali realtà associative del territorio rappresenta il contesto di coordinamento delle iniziative pubbliche e private a contrasto della povertà. Mensilmente i referenti operativi di Caritas e Ass. Xxxx Xxxxxxxx XXXXX° si coordinano con i referenti gestioni e sociali della U.O. Adulti e Politiche Abitative per definire in concreto le linee di operatività con riferimento ai servizi di accoglienza a bassa soglia in coordinamento con gli Operatori della Domiciliarità e l’Unità di Strada.
2.6 Fabbisogni: descrivere i fabbisogni in riferimento al rafforzamento del sistema dei servizi di cui al punto 2.4. Segnalare inoltre, eventuali fabbisogni di beni materiali per le necessità primarie delle persone senza dimora (indumenti, prodotti per l’igiene personale, kit di emergenza, etc.) o a supporto di progetti di accompagnamento all’autonomia (dotazioni per alloggi a corredo di progetti di housing first, indumenti e strumenti a corredo delle attività formative volte a sperimentare forme leggere di approccio al lavoro delle persone senza dimora).
Emerge la necessità di rafforzare il cambio di ottica nel lavoro con le persone gravemente marginali da un puro assistenzialismo all’esigibilità dei diritti: diritto alla salute, diritto alla casa, alla sopravvivenza. Occorre rafforzare il sistema dei servizi con particolare attenzione ai servizi sanitari, ai percorsi di Housing First e all’inserimento sociale e lavorativo per rispondere a progetti personalizzati nel rispetto della persona e dei propri tempi, ma anche per trasferire a livello culturale e di saperi professionali nuove modalità di approccio.
Si rende necessario potenziare il sistema di accoglienza di donne adulte a forte rischio di emarginazione, sviluppando in forma sperimentale l’Housing Led in termini di soluzioni abitative di prima accoglienza, nonché attivare percorsi di accompagnamento per giovani adulti e adulti vulnerabili provenienti anche dall’ Accoglienza Profughi.
Occorre inoltre ampliare le disponibilità numeriche di posti di accoglienza notturna.
Per rafforzare le sperimentazioni di uscita dalle strutture di prima accoglienza secondo la formula dell’Housing First e per sperimentare l’attivazione di servizi di prima accoglienza con la modalità
dell’Housing Led occorre procedere all’acquisto di arredi e altri beni necessari per l’attivazione di soluzioni abitative autonome (es. biancheria per la casa e stoviglie per chi accede al progetto Housing first, telefono e beni a supporto dell’attività formativa e/o lavorativa, acquisto biciclette per favorire l'inserimento lavorativo ecc).
Per chi vive in strada la possibilità di poter accedere alla fruizione di servizi di base e beni materiali è condizione necessaria al fine di promuovere l’accompagnamento all’autonomia. Alimentarsi sufficientemente, poter accedere ad un luogo di igiene e cura personale serve per la protezione della vita e la sopravvivenza specie quando quest’ultima è messa a rischio da condizioni esterne difficili. Occorre quindi consolidare e ampliare le attività dell’unità di strada in contesti a rischio di marginalità. In termini di beni materiali per le necessità primarie vi è la necessità di acquistare kit di emergenza in correlazione alla gestione di criticità sanitarie riferibili a persone accolte nelle varie strutture di prima accoglienza (kit per l’igiene personale e di primo soccorso, biancheria intima, indumenti, scarpe, sacchi a pelo, coperte, lenzuola, asciugamani, kit di pronto soccorso, cerotti; disinfettanti; ecc.).
Ambito territoriale di RAVENNA
2.1 Le dimensioni del fenomeno della grave emarginazione adulta: descrivere la caratterizzazione nel territorio del fenomeno della grave emarginazione adulta e dei senza dimora, riprendendo, se possibile, l’indagine ISTAT 2014 ovvero gli esiti di altre indagini ad hoc già sviluppate nel territorio di riferimento.
Nell’ambito territoriale di RAVENNA l’Amministrazione Comunale da anni affronta il problema dell’emerginazione adulta e dei senza fissa dimora con diversi strumenti (dormitori, piano freddo, housing first) e attraverso il monitoraggio del Tavolo Povertà, Tavolo Emergenza abitativa e Tavolo Housing First.
Pur essendo a livello nazionale l’Xxxxxx-Romagna una delle regioni che presenta il più basso livello di povertà relativa con il 4,2% (Report Istat “La povertà in Italia” luglio 2015) 4,8% (Report Istat “La povertà in Italia” luglio 2016) nel corso dell’anno 2015 il Comune di Ravenna ha fornito attraverso l’Asilo Notturno “Re dei Xxxxxxxx” posti letto (circa 70 persone), pasti (oltre 13.000) e servizio di igiene personale (oltre 3000 docce).
Il Dormitorio “Buon Samaritano” ha accolto soprattutto stranieri senza fissa dimora (oltre 200 ospiti) mentre attraverso “il piano freddo” sono state accolte circa 40 persone senza fissa dimora presenti anche occasionalmente sul territorio (dati Rendiconto Asp Ravenna Cervia e Russi).
Inoltre nel corso dell’anno 2015 il Comune di Ravenna ha attivato sperimentalmente un progetto di housing first in collaborazione con i Servizi Sociali e l’Azienda Usl della Romagna che ha portato all’inserimento in 5 appartamenti indipendenti circa 20 persone con disagio socio abitativo.
Infine dal 2014 il Comune di Ravenna ha attivato “L'albergo sociale” una struttura destinata a mamme con figli minori, che dispone di 8 mini alloggi per un totale di 25 posti letto, servizi igienici e docce in comune, servizio lavanderia e stireria; gli spazi interni alla struttura sono in comune e i generi alimentari per la preparazione dei pasti sono a carico delle famiglie che possono integrare con gli alimenti distribuiti dalle Associazioni. Durante il giorno sono presenti coordinatore ed educatori che mantengono il rapporto con i Servizi Territoriali nella figura dell'AS responsabile del caso e che provvedono a monitorare i percorsi delle famiglie e a segnalare eventuali problematiche che possono emergere. I tempi di permanenza sono stabiliti dalle Assistenti Sociali di Area Territoriale.Nel 2015 sono state 550 le persone accolte nei dormitori della città, circa
125.000 i pasti e 4.000 i pacchi spesa erogati.
Indicatori dell'aumento delle fasce di povertà: il prolungamento della permanenza nelle strutture di accoglienza notturna, l'aumento dell'accesso alla mensa e al servizio docce.
Il finanziamento assegnato nell’ambito territoriale di Ravenna a valere sul PON inclusione è pari ad
€ 164.823,21 e l’ammontare a valere sul FEAD è pari ad € 178.012,76
2.2 Tipologia di utenza: Sulla base della esperienza corrente, descrivere le principali categorie di utenza (effettive o potenziali) degli interventi e servizi territoriali rivolti alle persone senza dimora o in condizioni di marginalità estrema, con riferimento alle seguenti caratteristiche: condizione di assenza di un valido titolo di soggiorno sul territorio nazionale; richiedente/titolare di protezione internazionale; cittadinanza (italiana, comunitaria, extracomunitaria); genere; età (con attenzione ai giovani e agli anziani); problemi di salute fisica, psichica e di dipendenza; soggetto a discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.
L’utenza a cui rivolgere il progetto sono coloro che vengono ospitati in strutture a bassa soglia in emergenza abitativa, dormitori, asili notturni. Trattasi in prevalenza di uomini, di età compresa fra i 30 e i 65 anni che in alcuni casi possono avere avuto un passato di dipendenza da sostanze e alcool, in alcuni casi possono essere affetti da patologie, e/o avere avuto esperienze di detenzione. Inoltre si tratta di nuclei e persone singole in stato di fragilità socio/lavorativa sottoposti a sfratto o in stato di inadempienza contrattuale per l’alloggio di domicilio. Infine giovani in età fra i 18 e i 25 anni privi di un sostegno familiare e di una rete sociale.
Si può trattare di persone italiane o straniere comunque residenti nel territorio comunale, in carico ai Servizi sociali territoriali e/o ai servizi sanitari specialistici.
2.3 Residenza: Indicare in che modo viene riconosciuta la possibilità a qualsiasi persona senza dimora che ne faccia richiesta e ne abbia titolo, di essere iscritta nei registri anagrafici secondo le modalità previste dalla legge. Nel caso non sia garantita tale possibilità, indicare nella progettazione i precisi impegni che si intendono assumere al fine di assicurare entro 6 mesi la definizione delle modalità operative per il riconoscimento della residenza anagrafica a coloro che ne fanno richiesta.
Il Comune di Ravenna garantisce l'accesso all'iscrizione anagrafica per le persone senza dimora attraverso lo strumento della residenza fittizia.
Le persone iscritte sono 89.
2.4 Sistema di offerta dei servizi rivolti alle persone senza dimora: descrivere sinteticamente l’organizzazione del sistema nel suo complesso, nonché dei principali servizi che lo compongono, anche attraverso la compilazione della tabella di seguito riportata.
RAVENNA | ||||
Categoria di servizi | Servizi/funzioni | Presenza (SI/NO) | Titolarità* (Pubblica/privat a) | Gestione** (Pubblica, privata con convenzion e pubblica, privata con sovvenzion e pubblica, privata) |
Servizi di supporto in risposta a bisogni primari | Distribuzione di viveri, indumenti e farmaci | x | Pubblica/privata | Convenzion e |
Servizi per la cura e l’igiene della persona | x | Pubblica/privata | Convenzion e | |
Mense | x | Pubblica/privata | Convenzion e | |
Unità di strada | X | Pubblica | Pubblica | |
Contributi economici una tantum | x | Pubblica | Pubblica | |
Servizi di accoglienza notturna | Dormitori di emergenza | x | Pubblica/privata | Convenzion e |
Dormitori notturni | x | Pubblica/privata | Convenzion e | |
Comunità semiresidenziali e residenziali | Pubblica/privata | Convenzion e | ||
Alloggi protetti o autogestiti (inclusi alloggi per interventi housing first) | x | Pubblica | Convenzion e | |
Servizi di accoglienza diurna | Centri diurni | x | Pubblica | Pubblica |
Comunità residenziali | x | Pubblica | Pubblica | |
Circoli ricreativi o laboratori destinati allo svolgimento di attività | x | Pubblica/privata | Convenzion e |
occupazionali significative o lavorative a carattere formativo o di socializzazione | ||||
Servizi di segretariato sociale (Barrare le funzioni attivate) | Servizi informativi e di orientamento • | x | Pubblica/privata | Convenzion e |
Residenza anagrafica fittizia, domiciliazione postale • | x | Pubblica | Pubblica | |
Espletamento pratiche e accompagnamento ai servizi del territorio • | x | Pubblica/privata | Convenzion e | |
Servizi di presa in carico (Barrare le funzioni attivate) | Progettazione personalizzata, counselling e sostegno psicologico e/o educativo • | x | Convenzione | Convenzion e |
Sostegno economico strutturato • | x | Pubblica | Pubblica | |
Inserimento lavorativo • | x | Pubblica | Pubblica | |
Ambulatori infermieristici/medici • | x | Pubblica | Pubblica | |
Tutela legale • | x | Pubblica | Pubblica | |
Altri servizi | Housing first | x | Convenzione | Convenzion e |
Altro (specificare) |
* Indicare la titolarità prevalente, segnalando l’eventuale caso di titolarità condivisa.
**Indicare la modalità prevalente, segnalando l’eventuale caso di gestione attraverso più tipologie.
Nella descrizione dell’organizzazione dei servizi, segnalare, se del caso, le modalità di collaborazione tra i diversi servizi (sociali, sanitari, del lavoro, delle politiche abitative, ecc.) e l’esistenza di modalità di lavoro in équipe per la presa in carico delle persone con gravi fragilità.
La gestione dei dormitori, asili notturni ecc è stata realizzata attraverso Asp (Azienda Servizi alla persona di Ravenna Cervia e Russi) dall’inizio dell’anno 2017 i Servizi Sociali sono stati reinternalizzati nei tre comuni di Ravenna, Cervia e Russi (Ravenna è il comune capofila) attraverso una gestione associata che gestirà le strutture direttamente con finanziamenti ad hoc per le diverse linee di servizio.
Il progetto sperimentale Housing First è stato gestito in convenzione con la Coop. Xxx.Xx. con finanziamenti pubblici.
Per la gestione del progetto si è costituita una equipe multidisciplinare per la “presa in carico” dell’ospite; l’equipe è indispensabile in quanto spesso la persona è priva di punti di riferimento, non ha risorse per far fronte ai propri bisogni ed è quindi necessario un supporto per potenziare le proprie abilità residue perché, con il sostegno delle strutture esistenti, possa raggiungere il maggior grado di autonomia possibile.
Inoltre il Comune di Ravenna ha istituito un tavolo periodico di incontro-confronto-monitoraggio della corretta esecuzione del progetto fra tutti gli enti pubblici e privati coinvolti.
Il progetto di co-housing per neo diciottenni è realizzato in convenzione con l’Associazione Agevolando che opera nell’ambito del disagio sociale, della tutela e della promozione del benessere soprattutto di minori e maggiorenni “fuori famiglia”. L’obiettivo è limitare i danni che possono derivare dall’assenza di supporto sociale a ragazzi che si trovano a dover fare i conti con la conclusione del loro percorso in comunità o in affido familiare.
2.5 Collaborazione tra istituzioni, enti e organismi (incluse organizzazioni del terzo settore): a corredo di quanto indicato al punto 2.4, descrivere sinteticamente le eventuali modalità di collaborazione in rete tra istituzioni ed enti e organismi (incluse le organizzazioni del terzo settore) nel rispondere alle esigenze dei senza dimora (anche in riferimento ai servizi a bassa soglia e alla distribuzione di beni materiali) specificando le modalità di collaborazione (accordi di collaborazione, affidamenti della gestione, accordi di programma, convenzioni, protocolli, prassi di cooperazione).
Gli interventi nell'ambito della marginalità estrema sono realizzati in sinergia tra i servizi sociali, quelli sanitari e il terzo settore. Gli strumenti individuati per la collaborazione sono il Xxxxxx Xxxxxxx che si riunisce una volta al mese e vi sono presenti i Servizi sociali e sanitari specialistici, tutte le associazioni di volontariato attive nell’affrontare la marginalità sociale e la cooperazione; ha l’obiettivo di monitorare le diverse esperienze di ogni attore coinvolto e soprattutto di monitorare i bisogni sul territorio. Promuove ed organizza iniziative pubbliche sui temi della marginalità sociale. Il Tavolo Emergenza abitativa – è stato istituito nel 2015 dando seguito a quanto previsto nel Regolamento per assegnazione degli alloggi Erp. E’ composto da rappresentanti dei Servizi Sociali del Comune, da Acer e dai Servizi Sanitari (Sert- Csm – Dsm), ha la funzione di individuare per nuclei in certificate condizioni di emergenza abitativa un eventuale e temporaneo alloggio Erp in deroga alla graduatoria. Il Tavolo Housing First è coordinato dal Comune di Ravenna e composto dai Servizi Sociali e Sanitari e dall’ente gestore del progetto al fine realizzare un confronto fra tutti i soggetti interessati alla sperimentazione. Nel tavolo vengono proposti i nuovi casi e ci si confronta sulla gestione degli ospiti una volta entrati negli appartamenti.
2.6 Fabbisogni: descrivere i fabbisogni in riferimento al rafforzamento del sistema dei servizi di cui al punto 2.4. Segnalare inoltre, eventuali fabbisogni di beni materiali per le necessità primarie delle persone senza dimora (indumenti, prodotti per l’igiene personale, kit di emergenza, etc.) o a supporto di progetti di accompagnamento all’autonomia (dotazioni per alloggi a corredo di progetti di housing first, indumenti e strumenti a corredo delle attività formative volte a sperimentare forme leggere di approccio al lavoro delle persone senza dimora).
Avendo sperimentato positivamente l’avvio del progetto Housing First nel corso dell’anno 2015/2016 vi è la necessità di potenziare l’attivazione di circa n. 10 appartamenti privati che possano ospitare persone senza fissa dimora e/o in carico ai Servizi socio-sanitari. La gestione del progetto deve avvenire attraverso l’integrazione dei diversi servizi e deve essere realizzata una “presa in carico” della persona volta all’inclusione sociale che porti la persona senza fissa dimora da uno stato di marginalità assoluta ad una progressiva riacquisizione o assunzione di abilità sociali e capacità. Si sta sperimentando per alcuni ospiti l’esperienza di tirocini che si vorrebbero rafforzare ed implementare per provare a realizzare interventi integrati con l’obiettivo specifico di alleviare le forme più gravi di marginalità e povertà. Si evidenzia come un numero sempre maggiore di giovani in età fra i 18 e i 25 anni si trovino privi di un sostegno familiare e di una rete sociale solida per cui occorre implementare programmi di Co-Housing per Neo diciottenni. Inoltre si vogliono attivare tirocini lavorativi in modo che i ragazzi siano i protagonisti di tutto il progetto e possano sopperire alle spese economiche e non essere solo fruitori di un servizio. 1. Per lo sviluppo del progetto sperimentale di Housing First e l’implementazione del progetto di Co-housing per Neo diciottenni si prevede l’acquisto di prodotti per l’igiene personale, biancheria per il letto, stoviglie, piatti, indumenti ecc. Rispetto ai beni di prima necessità occorre rafforzare la distribuzione di beni materiali all’interno di progetti e strutture già esistenti (dormitori, mense, asili notturni).
Ambito territoriale di RIMINI
2.1 Le dimensioni del fenomeno della grave emarginazione adulta: descrivere la caratterizzazione nel territorio del fenomeno della grave emarginazione adulta e dei senza dimora, riprendendo, se possibile, l’indagine ISTAT 2014 ovvero gli esiti di altre indagini ad hoc già sviluppate nel territorio di riferimento.
I dati di seguito riportati sono stati rilevati dallo Sportello Sociale Professionale (SSP) del Comune di Rimini e dalle associazioni del terzo settore che si occupano di interventi di prima accoglienza e sono stati analizzati tenendo conto della classificazione ETHOS. L’Osservatorio Caritas nel biennio 2014/2015 ha registrato una presenza di 2.500 persone “senza tetto” e “senza casa” di passaggio sul territorio comunale, con un incremento dell’11,5% rispetto al 2012. Dal 2014 al 2015 l’aumento è stato del 2%. Sono circa 300 le persone che si presume siano stanziali sul territorio, valore probabilmente sottostimato dal momento che gli accessi nelle strutture di prima accoglienza sono in continuo aumento come risulta dal dato sopra riportato e dall’indagine ISFOL 2014. Lo SSP del Comune di Rimini nell’anno 2016 ha registrato un aumento del 17% delle persone interessate da una presa in carico “leggera” per disagio psico-sociale, tutte in condizione di disagio abitativo, più o meno grave secondo la classificazione “ETHOS”.
Il finanziamento assegnato a valere sul PO inclusione è pari ad € 203.321,54 e quello sul FEAD ad
€ 215.590,7.
2.2 Tipologia di utenza: Sulla base della esperienza corrente, descrivere le principali categorie di utenza (effettive o potenziali) degli interventi e servizi territoriali rivolti alle persone senza dimora o in condizioni di marginalità estrema, con riferimento alle seguenti caratteristiche: condizione di assenza di un valido titolo di soggiorno sul territorio nazionale; richiedente/titolare di protezione internazionale; cittadinanza (italiana, comunitaria, extracomunitaria); genere; età (con attenzione ai giovani e agli anziani); problemi di salute fisica, psichica e di dipendenza; soggetto a discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.
Il progetto territoriale si rivolge a persone:
- sole con problematiche di disagio psico – sociale che presentano gravi difficoltà affettivo/relazionali che hanno determinato la strutturazione di percorsi esistenziali di marginalità sul medio – lungo periodo;
- che si trovano in condizione di disagio abitativo più o meno grave da classificazione “ETHOS” (vita di strada – sistemazione di fortuna – senza abitazione fissa che si spostano tra i vari dormitori
– sistemazione di lunga durata di natura transitoria e non adeguata).
I dati relativi alla tipologia di utenza descritta risultano essere: sesso - 78% maschi e 22% femmine; età - il 26% ha un’età superiore ai 50 anni; cittadinanza - gli italiani sono circa il 50%; tempo da cui vivono in strada - 34% da oltre tre anni.
Il progetto, si rivolge, inoltre a persone presenti da diverso tempo sul territorio comunale, non sono previste restrizioni legate al possesso della residenza o dell’età. Particolare attenzione è rivolta agli ultracinquantenni con problemi di salute fisica e/o psichica.
2.3 Residenza: Indicare in che modo viene riconosciuta la possibilità a qualsiasi persona senza dimora che ne faccia richiesta e ne abbia titolo, di essere iscritta nei registri anagrafici secondo le modalità previste dalla legge. Nel caso non sia garantita tale possibilità, indicare nella progettazione i precisi impegni che si intendono assumere al fine di assicurare entro 6 mesi la definizione delle modalità operative per il riconoscimento della residenza anagrafica a coloro che ne fanno richiesta.
Alle persone senza dimora che ne facciano richiesta il Comune di Rimini riconosce la possibilità di effettuare l'iscrizione anagrafica tramite gli strumenti previsti dalla normativa.
Attualmente sono circa 260 le persone iscritte.
2.4 Sistema di offerta dei servizi rivolti alle persone senza dimora: descrivere sinteticamente l’organizzazione del sistema nel suo complesso, nonché dei principali servizi che lo compongono, anche attraverso la compilazione della tabella di seguito riportata.
RIMINI | ||||
Categoria di servizi | Servizi/funzioni | Presenza (SI/NO) | Titolarità* (Pubblica/privat a) | Gestione** (Pubblica, privata con convenzion e pubblica, privata con sovvenzion e pubblica, privata) |
Servizi di supporto in risposta a bisogni primari | Distribuzione di viveri, indumenti e farmaci | SI | PRIVATA | PRIVATA CON SOVVENZI ONE PUBBLICA |
Servizi per la cura e l’igiene della persona | SI | PRIVATA | PRIVATA CON SOVVENZI ONE PUBBLICA | |
Mense | SI | PRIVATA | PRIVATA. CON SOVVENZI ONE PUBBLICA | |
Unità di strada | SI | PRIVATA | PRIVATA CON SOVVENZI ONE PUBBLICA | |
Contributi economici una tantum | SI | PRIVATA | PRIVATA CON SOVV. PUBBLICA E PRIVATA | |
Servizi di accoglienza notturna | Dormitori di emergenza | NO | ||
Dormitori notturni | SI | PRIVATA | PRIVATA CON SOVVENZI ONE PUBBLICA | |
Comunità semiresidenziali e residenziali | NO |
Alloggi protetti o autogestiti (inclusi alloggi per interventi housing first) | SI | PRIVATA | PRIVATA CON SOVVENZI ONE PUBBLICA | |
Servizi di accoglienza diurna | Centri diurni | SI | PRIVATA | PRIVATA CON SOVVENZI ONE PUBBLICA |
Comunità residenziali | NO | |||
Circoli ricreativi o laboratori destinati allo svolgimento di attività occupazionali significative o lavorative a carattere formativo o di socializzazione | SI | PRIVATA | PRIVATA CON SOVVENZI ONE PUBBLICA | |
Servizi di segretariato sociale (Barrare le funzioni attivate) | Servizi informativi e di orientamento • | SI | PUBBLICA | PUBBLICA |
Residenza anagrafica fittizia, domiciliazione postale • | SI | |||
Espletamento pratiche e accompagnamento ai servizi del territorio • | SI | PUBBLICA E PRIVATA | PUBBLICA PRIVATA CON SOVVENZI ONE PUBBLICA | |
Servizi di presa in carico (Barrare le funzioni attivate) | Progettazione personalizzata, counselling e sostegno psicologico e/o educativo • | SI | PUBBLICA E PRIVATA | PUBBLICA PRIVATA CON SOVVENZI ONE PUBBLICA |
Sostegno economico strutturato • | SI | PUBBLICA E PRIVATA | PUBBLICA PRIVATA CON SOVVENZI ONE PUBBLICA | |
Inserimento lavorativo • | SI | PUBBLICO | PUBBLICO | |
Ambulatori infermieristici/medici • | SI | PRIVATA | PRIVATA CON SOVVENZI ONE PUBBLICA | |
Tutela legale • | SI | PRIVATA | PRIVATA CON SOVVENZI ONE PUBBLICA | |
Altri servizi | Housing first | SI | PRIVATA | PRIVATA CON |
SOVVENZI ONE PUBBLICA | ||||
Altro (specificare) |
* Indicare la titolarità prevalente, segnalando l’eventuale caso di titolarità condivisa.
**Indicare la modalità prevalente, segnalando l’eventuale caso di gestione attraverso più tipologie.
Nella descrizione dell’organizzazione dei servizi, segnalare, se del caso, le modalità di collaborazione tra i diversi servizi (sociali, sanitari, del lavoro, delle politiche abitative, ecc.) e l’esistenza di modalità di lavoro in équipe per la presa in carico delle persone con gravi fragilità.
Nel campo del contrasto alla grave emarginazione adulta, la presa in carico della persona senza dimora implica la necessità di investire in progetti individualizzati, nei quali la persona viene messa al centro di ogni intervento, valorizzando il potenziale individuale e tenendo conto delle sue aspettative. Il progetto presuppone un intenso lavoro di accompagnamento sociale e sostegno psicologico e la necessità, considerata la complessità delle problematiche che afferiscono a differenti dimensioni (sociale, sanitaria, lavorativa e abitativa), di garantire un’effettiva integrazione socio-sanitaria. Questo percorso si attua attraverso l’attivazione dei vari punti della rete che vanno dall’unità di strada allo Sportello Sociale Professionale, ai vari servizi territoriali (comunali, AUSL, Agenzie del Lavoro), ai soggetti del Terzo Settore che si occupano di grave marginalità. Il lavoro è coordinato dall’assistente sociale responsabile del caso. Per le persone già inserite in progetti “Housing First” vengono attivate un’equipe di primo livello solitamente interna all’Associazione del terzo settore e un’equipe multidisciplinare nella quale operano professionisti appartenenti oltre che al terzo settore, ai servizi sociali e sanitari, strutturata in maniera differenziata a seconda dei bisogni dell’utente.
Inoltre il Comune di Rimini programma gli interventi e l’utilizzo del Fondo Sociale Locale attraverso i Piani di Zona con i quali vengono fissati gli obiettivi strategici triennali e approvati gli interventi annuali; provvede altresì al monitoraggio delle attività poste in essere. In particolare per le persone legate al target considerato vengono programmati interventi sull’asse “impoverimento: affrontare la crisi e contrastare povertà ed esclusione sociale”.
2.5 Collaborazione tra istituzioni, enti e organismi (incluse organizzazioni del terzo settore): a corredo di quanto indicato al punto 2.4, descrivere sinteticamente le eventuali modalità di collaborazione in rete tra istituzioni ed enti e organismi (incluse le organizzazioni del terzo settore) nel rispondere alle esigenze dei senza dimora (anche in riferimento ai servizi a bassa soglia e alla distribuzione di beni materiali) specificando le modalità di collaborazione (accordi di collaborazione, affidamenti della gestione, accordi di programma, convenzioni, protocolli, prassi di cooperazione).
Gli interventi finalizzati a rispondere alle esigenze delle persone senza dimora vengono attuati dal Comune di Rimini in un rapporto di collaborazione, co - progettazione e in complementarità con l’AUSL Romagna, le Agenzie del Lavoro e i soggetti del terzo settore. La collaborazione in rete tra le istituzioni si attua attraverso specifici accordi, protocolli o convenzioni.
Alcuni interventi sono approvati e finanziati nella programmazione dei Piani di Zona nell’area di intervento “Impoverimento: affrontare la crisi e contrastare povertà ed esclusione sociale"; altri interventi vengono gestiti in co – progettazione mediante l’avvio di Istruttorie pubbliche.
Per quanto concerne le politiche abitative è importante rilevare che sul territorio oltre ai percorsi per l’accesso all’Edilizia Residenziale Pubblica e alla Locazione permanente a “canone calmierato” è presente un Servizio di Emergenza Abitativa - Area Sociale. Il servizio prevede l’assegnazione di un alloggio a persone in carico ai servizi sociali per le quali sia stato predisposto un progetto di sostegno individualizzato dal quale emerge che la risoluzione delle problematiche abitative è fondamentale per il buon esito del progetto stesso. In generale, nel predisporre progetti di
sostegno individualizzati per le persone che si trovano in condizione di grave marginalità e senza dimora, vengono individuate diverse modalità operative che prevedono l’attivazione di servizi tramite accordi, convenzioni, e protocolli. Ogni singolo progetto o servizio, è parametrato nello specifico anche in base alle singole esperienze e modalità di intervento, sviluppate e verificate come buone prassi da tutti gli attori istituzionali e del privato sociale coinvolti nelle singole aree di intervento.
2.6 Fabbisogni: descrivere i fabbisogni in riferimento al rafforzamento del sistema dei servizi di cui al punto 2.4. Segnalare inoltre, eventuali fabbisogni di beni materiali per le necessità primarie delle persone senza dimora (indumenti, prodotti per l’igiene personale, kit di emergenza, etc.) o a supporto di progetti di accompagnamento all’autonomia (dotazioni per alloggi a corredo di progetti di housing first, indumenti e strumenti a corredo delle attività formative volte a sperimentare forme leggere di approccio al lavoro delle persone senza dimora).
Nell’ambito del rafforzamento del sistema dei servizi, a fronte della complessità, multiproblematicità e dimensioni quantitative del fenomeno, si ravvisa la necessità di:
- implementare la conoscenza delle presenze, anche temporanee di persone senza dimora, attraverso una mappatura del territorio;
- rafforzare la rete pubblico, privata e del terzo settore già esistente;
- realizzare percorsi strutturati per l'aggancio dell'utenza descritta precedentemente al punto 1.2, l'accesso ai servizi e la costruzione di progetti personalizzati;
- potenziare le risposte abitative attraverso l'approccio dell'housing first.
Nell’ambito dei beni materiali per le necessità primarie il fabbisogno è relativo a beni a corredo degli interventi a bassa soglia (sia in strada che in attività di prima accoglienza e ascolto):
- rispondere ai bisogni primari con particolare riferimento ai servizi per l’igiene e la cura della persona;
- organizzare la distribuzione di kit di emergenza e prima necessità per le persone senza dimora;
- organizzare la distribuzione di ulteriori beni materiali attraverso la qualificazione e l'ampliamento dei centri di distribuzione territoriali.
3 OBIETTIVI DEL PROGETTO
Indicare gli obiettivi che si intendono perseguire con il progetto, tenendo conto delle diverse caratteristiche del PON Inclusione e del PO I FEAD, anche in riferimento all’ammissibilità della spesa, che nel caso del FEAD è prevalentemente riferita alla distribuzione di materiale. In particolare, il PON Inclusione si propone di contribuire alla riduzione della marginalità estrema attraverso interventi da attuare nei territori secondo modalità di intervento omogenee stabilite nell’ambito delle “Linee di indirizzo” nazionali sul contrasto alla marginalità estrema, e di attivare nei territori, con particolare riferimento ai grandi centri urbani, interventi appropriati sia di pronto intervento sociale che relativi alle misure di accompagnamento, nell’ambito di progetti mirati all’autonomia abitativa e alla prevenzione della condizione di senza dimora. Con riferimento al PO I FEAD, deve tenersi conto dell’obiettivo indicato nel programma di contrastare la marginalità estrema e rispondere a bisogni materiali di persone o famiglie gravemente deprivate, nonché dell’indicazione di rispettare le “Linee di indirizzo” e di strutturare gli interventi in rete con la programmazione ordinaria dei Comuni o degli Ambiti territoriali, al fine di coordinare le misure orientate al sostegno materiale con le misure volte all’inserimento sociale e lavorativo e allo sviluppo dell’autonomia abitativa.
Nel caso il Soggetto proponente sia la Regione/Provincia autonoma e la Proposta riguardi più Ambiti territoriali, la presente sezione 3 deve essere replicata per ogni Ambito interessato dagli interventi.
OBIETTIVI AZIONI DI SISTEMA REGIONALE
3.1 PON Inclusione
La Regione Xxxxxx-Romagna persegue le seguenti finalità che verranno raggiunte attraverso le azioni di sistema regionale descritte nella sezione 4:
- facilitare il raccordo funzionale del sistema dei servizi territoriali pubblici, privati e del terzo settore per azioni, interventi e progetti innovativi nell’ambito delle politiche per il contrasto alla grave marginalità;
- promuovere la realizzazione di interventi strategici integrati coinvolgendo i vari settori (casa, salute, lavoro, istruzione, giustizia) per fornire risposte ai bisogni complessi dalle persone in condizione di marginalità estrema;
- ottimizzare la capacità di risposta tramite strumenti di condivisione, concertazione informativa, operativa e metodologica tali da permettere una corretta integrazione degli interventi per i senza fissa dimora;
- sostenere e supportare il monitoraggio e la valutazione degli interventi, nonché la complementarietà con politiche, programmi e strumenti a livello locale, regionale, nazionale.
Ambito territoriale di PIACENZA
3.1 PON Inclusione
- Rafforzare la conoscenza e la raccolta dati sulla condizione di disagio delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora sul singolo territorio.
- Potenziare la rete dei servizi per il pronto intervento sociale e l’inclusione delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora valorizzando l'apporto del Terzo settore.
- Favorire l’accesso ai servizi (sociali, sanitari, abitativi, tirocini lavorativi …) delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora.
- Sperimentare e/o consolidare misure di sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia.
- Consolidare il sistema integrato dei servizi territoriali pubblici e del privato sociale e migliorarne la capacità di risposta ai bisogni delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora.
3.2 PO I FEAD
- Potenziare interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati (distribuzione di beni di prima necessità
- Rafforzare la distribuzione di altri beni materiali all’interno di progetti più complessivi di accompagnamento finalizzati all’autonomia.
Ambito territoriale di PARMA
3.1 PON Inclusione
- Rafforzare la conoscenza e la raccolta dati sulla condizione di disagio delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora sul singolo territorio.
- Potenziare la rete dei servizi per il pronto intervento sociale e l’inclusione delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora valorizzando l'apporto del Terzo settore.
- Favorire l’accesso ai servizi (sociali, sanitari, abitativi, tirocini lavorativi …) delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora.
- Sperimentare e/o consolidare misure di sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia.
- Consolidare il sistema integrato dei servizi territoriali pubblici e del privato sociale e migliorarne la capacità di risposta ai bisogni delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora..
3.2 PO I FEAD
- Potenziare interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati (distribuzione di beni di prima necessità
- Rafforzare la distribuzione di altri beni materiali all’interno di progetti più complessivi di accompagnamento finalizzati all’autonomia.
Ambito territoriale di REGGIO-XXXXXX
3.1 PON Inclusione
- Rafforzare la conoscenza e la raccolta dati sulla condizione di disagio delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora sul singolo territorio.
- Potenziare la rete dei servizi per il pronto intervento sociale e l’inclusione delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora valorizzando l'apporto del Terzo settore.
- Favorire l’accesso ai servizi (sociali, sanitari, abitativi, tirocini lavorativi …) delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora.
- Sperimentare e/o consolidare misure di sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia.
- Consolidare il sistema integrato dei servizi territoriali pubblici e del privato sociale e migliorarne la capacità di risposta ai bisogni delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora.
3.2 PO I FEAD
- Potenziare interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati (distribuzione di beni di prima necessità
- Rafforzare la distribuzione di altri beni materiali all’interno di progetti più complessivi di accompagnamento finalizzati all’autonomia.
Ambito territoriale di MODENA
3.1 PON Inclusione
- Rafforzare la conoscenza e la raccolta dati sulla condizione di disagio delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora sul singolo territorio.
- Potenziare la rete dei servizi per il pronto intervento sociale e l’inclusione delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora valorizzando l'apporto del Terzo settore.
- Favorire l’accesso ai servizi (sociali, sanitari, abitativi, tirocini lavorativi …) delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora.
- Sperimentare e/o consolidare misure di sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia.
- Consolidare il sistema integrato dei servizi territoriali pubblici e del privato sociale e migliorarne la capacità di risposta ai bisogni delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora.
3.2 PO I FEAD
- Potenziare interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati (distribuzione di beni di prima necessità
- Rafforzare la distribuzione di altri beni materiali all’interno di progetti più complessivi di accompagnamento finalizzati all’autonomia.
Ambito territoriale di FERRARA
3.1 PON Inclusione
- Rafforzare la conoscenza e la raccolta dati sulla condizione di disagio delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora sul singolo territorio.
- Potenziare la rete dei servizi per il pronto intervento sociale e l’inclusione delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora valorizzando l'apporto del Terzo settore.
- Favorire l’accesso ai servizi (sociali, sanitari, abitativi, tirocini lavorativi …) delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora.
- Sperimentare e/o consolidare misure di sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia.
- Consolidare il sistema integrato dei servizi territoriali pubblici e del privato sociale e migliorarne la capacità di risposta ai bisogni delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora.
3.2 PO I FEAD
- Potenziare interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati (distribuzione di beni di prima necessità
- Rafforzare la distribuzione di altri beni materiali all’interno di progetti più complessivi di accompagnamento finalizzati all’autonomia.
Ambito territoriale di FORLì-CESENA
3.1 PON Inclusione
- Rafforzare la conoscenza e la raccolta dati sulla condizione di disagio delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora sul singolo territorio.
- Potenziare la rete dei servizi per il pronto intervento sociale e l’inclusione delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora valorizzando l'apporto del Terzo settore.
- Favorire l’accesso ai servizi (sociali, sanitari, abitativi, tirocini lavorativi …) delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora.
- Sperimentare e/o consolidare misure di sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia.
- Consolidare il sistema integrato dei servizi territoriali pubblici e del privato sociale e migliorarne la capacità di risposta ai bisogni delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora.
3.2 PO I FEAD
- Potenziare interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati (distribuzione di beni di prima necessità
- Rafforzare la distribuzione di altri beni materiali all’interno di progetti più complessivi di accompagnamento finalizzati all’autonomia.
Ambito territoriale di RAVENNA
3.1 PON Inclusione
- Rafforzare la conoscenza e la raccolta dati sulla condizione di disagio delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora sul singolo territorio.
- Potenziare la rete dei servizi per il pronto intervento sociale e l’inclusione delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora valorizzando l'apporto del Terzo settore.
- Favorire l’accesso ai servizi (sociali, sanitari, abitativi, tirocini lavorativi …) delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora.
- Sperimentare e/o consolidare misure di sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia.
- Consolidare il sistema integrato dei servizi territoriali pubblici e del privato sociale e migliorarne la capacità di risposta ai bisogni delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora.
3.2 PO I FEAD
- Potenziare interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati (distribuzione di beni di prima necessità
- Rafforzare la distribuzione di altri beni materiali all’interno di progetti più complessivi di accompagnamento finalizzati all’autonomia.
Ambito territoriale di RIMINI
3.1 PON Inclusione
- Rafforzare la conoscenza e la raccolta dati sulla condizione di disagio delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora sul singolo territorio.
- Potenziare la rete dei servizi per il pronto intervento sociale e l’inclusione delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora valorizzando l'apporto del Terzo settore.
- Favorire l’accesso ai servizi (sociali, sanitari, abitativi, tirocini lavorativi …) delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora.
- Sperimentare e/o consolidare misure di sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia.
- Consolidare il sistema integrato dei servizi territoriali pubblici e del privato sociale e migliorarne la capacità di risposta ai bisogni delle persone a rischio di marginalità estrema e dei senza dimora.
3.2 PO I FEAD
- Potenziare interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati (distribuzione di beni di prima necessità
- Rafforzare la distribuzione di altri beni materiali all’interno di progetti più complessivi di accompagnamento finalizzati all’autonomia.
4 PROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI
Nel rispetto delle indicazioni contenute nelle “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia”, indicare gli interventi che si vogliono attuare attraverso i finanziamenti di cui al presente Avviso a valere sul PON Inclusione e sul PO I FEAD.
Con riferimento al PON Inclusione indicare gli interventi che si vogliono attuare nell’ambito dell’azione 9.5.9 per il rafforzamento del servizi. In particolare gli interventi potranno riferirsi ad una o più delle seguenti tipologie di azione:
A. Misure di sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia, anche attraverso la sperimentazione della loro integrazione con interventi infrastrutturali riguardanti le strutture abitative e socio sanitarie (questi ultimi non finanziabili con il presente Avviso);
B. Prevenzione della condizione di senza dimora intervenendo nella fase di de- istituzionalizzazione delle persone a rischio di emarginazione;
C. Interventi di pronto intervento sociale volti al rafforzamento dei servizi a bassa soglia. Con riferimento al PO I FEAD, indicare gli interventi che si vogliono attuare nell’ambito della Misura 4 per contrastare la marginalità estrema delle persone senza dimora. In particolare gli interventi potranno riferirsi ad una o più delle seguenti categorie:
A. interventi a bassa soglia per la soddisfazione di bisogni immediati: distribuzione di beni di prima necessità (ad esempio, indumenti, prodotti per l'igiene personale, kit di emergenza, etc.);
B. distribuzione di altri beni materiali: ad esempio dotazioni per alloggi di transizione a corredo dei progetti di inclusione abitativa, indumenti e strumenti a corredo delle attività formative volte a sperimentare forme leggere di approccio al lavoro delle persone senza dimora;
C. misure di accompagnamento: ai destinatari della distribuzione dovranno essere offerte misure di accompagnamento (ad esempio segretariato sociale, supporto nell’accesso ai servizi, svolgimento di pratiche burocratiche, sostegno multidimensionale nell’acquisizione dell’autonomia, etc.)
La descrizione deve contenere la specificazione del modo in cui si intendono qualificare gli interventi con particolare riferimento alle indicazioni delle “Linee di indirizzo” nelle seguenti aree:
- Adozione di un modello strategico integrato: definizione dei servizi all’interno di una più ampia strategia di contrasto alla grave emarginazione e, più in generale, alla povertà, che integri in rete le diverse competenze fra i diversi settori che compongono le politiche (salute, casa, istruzione, formazione, lavoro, ordine pubblico, amministrazione della giustizia, ecc.).
- Housing first: adozione di approcci innovativi nell’ambito delle politiche di contrasto alla grave marginalità quali i percorsi housing first (HF) e housing led (HL).
- Appropriatezza degli interventi/servizi: adeguamento degli interventi/servizi rispetto alle caratteristiche delle persone alle quali sono rivolti (giovani, stranieri, persone con disagio psichico etc.).
- Presa in carico: attivazione coordinata di tutte le risorse professionali e culturali, formali ed informali, esplicite e implicite che, in un territorio, possono essere messe a disposizione della persona in difficoltà, a partire da una specifica relazione di aiuto, al fine di ricostituire un legame sociale funzionante e adeguato ad una sopravvivenza dignitosa. Adozione della pratica della presa in carico delle persone senza dimora anche, in forma leggera, per i servizi più a bassa soglia, valorizzando al massimo le connessioni di sistema tra i servizi della rete.
- Equipe multi-professionali: costituzione di équipe territoriali multidisciplinari tra operatori con competenze diverse e appartenenti a servizi differenti sia pubblici sia privati, ove la figura dell’assistente sociale pubblico svolga un ruolo di regia e connessione.
- Terzo settore: valorizzazione dell’apporto del terzo settore con un ruolo non sostitutivo della funzione pubblica di assicurare l’esistenza di un sistema organizzato professionalmente ed adeguatamente programmato di servizi a disposizione delle persone senza dimora, volto a tutelare in modo permanente e continuativo i diritti fondamentali delle persone, garantiti costituzionalmente.
Nel caso il Soggetto proponente sia la Regione/Provincia autonoma e la Proposta riguardi più Ambiti territoriali, la presente sezione 3 deve essere replicata per ogni Ambito interessato dagli interventi.
AZIONI DI SISTEMA REGIONE XXXXXX-ROMAGNA
4.1 PON Inclusione
Descrivere le azioni secondo le indicazioni sopra riportate, specificando il target di riferimento e, ove applicabile, aggregando gli interventi per categoria di servizi interessati (con riferimento a titolo esemplificativo alle categorie indicate nel precedente punto 2.4) ovvero per altre categorie omogenee di intervento.
Il progetto prevede la realizzazione di azioni trasversali e azioni di sistema regionale (D) con particolare riferimento a:
D.0 Coordinamento, gestione e rendicontazione
D.1 Costituzione del tavolo tecnico di coordinamento di progetto composto dal capofila, dai partner di progetto con funzioni di pianificazione strategica, indirizzo e supervisione generale delle azioni, monitoraggio e valutazione delle attività. La Regione promuoverà il coinvolgimento delle proprie Direzioni Generali afferenti alle politiche abitative, sanitarie e del lavoro. Farà parte del tavolo tecnico anche il Comune di Bologna beneficiario di una singola azione separata.
D.2 Attivazione e/o consolidamento di tavoli tecnici di coordinamento locale coordinati dai Comuni partner e costituiti dagli ambiti distrettuali, dalle ASP e dalle UNIONI in qualità di partner e dai soggetti del terzo settore coinvolti nell’erogazione di servizi alle persone senza dimora con le seguenti funzioni: individuazione e selezione dei beneficiari, condivisione e definizione di modalità operative e pratiche innovative, monitoraggio a livello locale.
D.3 Attività di formazione/informazione e aggiornamento realizzata a livello regionale rivolta agli operatori dei servizi delle reti territoriali (pubblici e privati) ad esempio sui seguenti contenuti:
- iscrizione anagrafica delle persone senza fissa dimora;
- accesso e fruizione dei servizi (edilizia residenziale pubblica, strumenti di contrasto alla povertà nazionali/regionali, salute, ecc.);
- lavoro di comunità per sensibilizzare e coinvolgere il contesto e la società civile al fine di favorire l’integrazione e l’inclusione delle persone in condizione di marginalità estrema;
- approfondimenti su specifici target: persone con più di 65 anni, donne senza dimora, giovani senza dimora, persone discriminate per l’orientamento sessuale e l’identità di genere;
- strumenti e modalità per la definizione e la valutazione di piani individualizzati di intervento e per la presa in carico integrata tra servizi;
- confronto con esperienze innovative di altre regioni e/o Paesi.
Le azioni formative saranno volte alla qualificazione degli interventi e si baseranno sulla condivisione di pratiche e metodologie innovative.
D.4 Attività di monitoraggio e valutazione degli interventi sulla base degli indicatori individuati evidenziando anche gli interventi complementari a cui hanno avuto accesso i beneficiari a seguito dei servizi di presa in carico (es. Legge Regionale 14/2015; Legge Regionale 24/2016; FSE, Piano Sociali di Zona, SIA, etc).
D.5 Attività di sensibilizzazione: realizzazione di un evento finale per la restituzione e comunicazione dei risultati.
La Regione Xxxxxx-Romagna realizzerà tali attività in collaborazione con l’ente in house e partner ERVET – Xxxxxx-Romagna Valorizzazione Economia Territorio – SpA al quale verrà assegnato un ammontare pari a € 100.000 a valere sul PON INCLUSIONE.
Ambito territoriale di PIACENZA
4.1 PON Inclusione
Descrivere le azioni secondo le indicazioni sopra riportate, specificando il target di riferimento e, ove applicabile, aggregando gli interventi per categoria di servizi interessati (con riferimento a titolo esemplificativo alle categorie indicate nel precedente punto 2.4) ovvero per altre categorie omogenee di intervento.
A. Sperimentazione di misure di sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia
A.1 Consolidamento della rete territoriale dei servizi: consolidare l’azione integrata e la condivisione delle responsabilità e delle risorse da parte dell’insieme dei soggetti locali, istituzionali e sociali.
A.2 Costituzione/consolidamento equipe multi-professionale per la presa in carico integrata composta da: 1 operatore di sistema, 1 operatore di strada e di pronto intervento sociale, 1 psicologo di prossimità e gli operatori dei servizi attivati sui singoli casi. L’operatore di sistema (con funzioni di case manager) supporterà: la pianificazione e la realizzazione del progetto individualizzato con particolare riferimento alla valutazione delle competenze e delle autonomie dei destinatari, alla gestione dei possibili fallimenti, alla rimozione dei fattori che hanno determinato la grave esclusione sociale; avrà la funzione di facilitazione delle azioni di rete in riferimento ai progetti individuali; pianificazione e realizzazione dell'intervento rivolto al contesto/comunità con particolare riferimento all'attivazione dei caregivers; “prevenzione indicata”, ovvero rivolta ai destinatari in quanto persone esposte a rischi specifici in percorsi di reinserimento e autonomia; accompagnamento, sostegno e promozione dei destinatari. Lo psicologo avrà funzioni di: sostegno individuale alle persone inserite nei progetti individualizzati diagnosi e anamnesi sostegno, orientamento e motivazione dei destinatari.
A.3 Percorsi di orientamento al lavoro e inclusione sociale:
- sostegno individuale alle persone inserite nei progetti individualizzati;
- diagnosi e anamnesi;
- sostegno, orientamento e motivazione dei destinatari.
Tale supporto verrà realizzata attraverso il coinvolgimento di uno psicologo.
C. Interventi di pronto intervento sociale volti al rafforzamento dei servizi a bassa soglia
C.1 Potenziamento dell’Unità di Strada con funzioni di:
- monitoraggio e ricognizione del territorio finalizzati all'intercettazione precoce e del sommerso;
- "aggancio" di coloro che esprimono significative resistenze nel rivolgersi alla rete dei servizi del territorio;
- “prevenzione indicata” ovvero rivolta ai destinatari in quanto persone esposte a rischi specifici determinati dalla condizione di PSD.
Tali attività verranno realizzate attraverso una figura di Operatore di strada e di pronto intervento sociale.
Gli interventi previsti al punto A e C del PON Inclusione verranno realizzati attraverso procedure di Co-progettazione di servizi innovativi
D. Attività trasversali
D.3 Partecipazione alla formazione e aggiornamento delle figure professionali previste nell'ambito delle azioni di sistema regionali.
D.4 Monitoraggio delle attività e dei risultati conseguiti, stesura report descrittivi delle azioni realizzate.
L’ammontare totale a valere sul PON INCLUSIONE per il Comune di Piacenza è di € 105.798,44
4.2 PO I FEAD
Descrivere le azioni secondo le indicazioni sopra riportate, specificando il target di riferimento.
A. Interventi a bassa soglia, quali la distribuzione di beni di prima necessità
A.1 Acquisizione di risorse materiali specifiche per attrezzare l'Unità di strada (esempio abbigliamento per la stagione invernale , attrezzatura per la preparazione di pasti e il riposo, generi di prima necessità, sacchi a pelo, kit d’emergenza, ecc.)
B. Distribuzione di altri beni materiali nell’ambito di progetti di accompagnamento all’autonomia
B.1 Acquisizione e dotazione di materiali e attrezzature adeguati per alloggi di transizione soprattutto in considerazione delle scarse e limitate risorse economiche di cui le persone senza dimora dispongono o del perdurare della condizione di estrema o assoluta povertà in cui versano quali sacchi a pelo, abbigliamento tecnico per la stagione invernale, materiale per la sopravvivenza e gestione dell’emergenza freddo, pentolame, fornelli elettrici.
C. Misure di accompagnamento
C.1 Attività di immagazzinaggio, custodia, carico/scarico e distribuzione dei materiali sopra elencati di supporto e orientamento a sostegno dei percorsi di accoglienza ed accompagnamento.
Gli interventi previsti nell’ambito del PO FEAD verranno realizzati attraverso procedure di Co- progettazione di servizi innovativi
L’ammontare totale a valere sul PO FEAD per il Comune di Piacenza è pari a € 114.264,69
Ambito territoriale di PARMA
4.1 PON Inclusione
Descrivere le azioni secondo le indicazioni sopra riportate, specificando il target di riferimento e, ove applicabile, aggregando gli interventi per categoria di servizi interessati (con riferimento a titolo esemplificativo alle categorie indicate nel precedente punto 2.4) ovvero per altre categorie omogenee di intervento.
A. Sperimentazione di misure di sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia
A.1 Consolidamento della rete territoriale dei servizi: supporto al raccordo e alle modalità di collaborazione tra soggetti pubblici e privati del terzo settore.
A.2 Costituzione di equipe multi-professionali per una presa in carico leggera, all’interno delle quali coinvolgere le diverse realtà territoriali che a diverso titolo si occupano del target. L'equipe multi-professionale sarà costituita dall’assistente sociale e dell’educatore della casa di accoglienza notturna transitoria, dalla assistente sociale referente per territorio, con il supporto della assistente sociale della Struttura Operativa referente per il Comune nei rapporti con l’Ente gestore della struttura notturna. L’intreccio organizzativo ha l’obiettivo della costruzione di un progetto individualizzato che veda la stretta connessione tra la casa di accoglienza che accoglie temporaneamente i senza dimora e i diversi servizi del territorio. Verranno utilizzati dei mediatori linguistico – culturali per la lettura e valutazione del bisogno e della progettazione dell’intervento individualizzato.
A.3 Percorsi di orientamento al lavoro e inclusione sociale
- Attività formative (corsi, tirocini,..) e di avviamento al lavoro anche con formule leggere (voucher) destinate sia alle persone in accoglienza residenziale in progetti di accompagnamento all’autonomia per un numero di circa 15 percorsi che alle persone temporaneamente accolte nella struttura notturna quantificabili in 12 percorsi di avviamento al lavoro;
- orientamento al lavoro (gruppi / laboratori di orientamento al lavoro, bilancio di competenze, curriculum vitae) all’interno della casa di accoglienza notturna;
- implementazione dei raccordi di rete tra le realtà, istituzionali e non, che lavorano sul target e le realtà territoriali che offrono opportunità di socializzazione e di inclusione;
- attivazione di percorsi di impegno civico nell’ambito di progettualità già in essere sul territorio finalizzate a promuovere il più complessivo lavoro di comunità.
Tali attività verranno realizzate attraverso 1 convenzione per contributo a soggetti/enti del territorio.
B. Prevenzione della condizione di senza dimora intervenendo nella fase di de- istituzionalizzazione delle persone a rischio di emarginazione
B.1 Accompagnamento all’autonomia con presidio educativo di uomini soli attraverso progetti di accoglienza in appartamento in alloggi; reperimento di alloggi (anche in co-housing) sul mercato privato/di proprietà di associazioni di volontariato o con la messa a disposizione (con valorizzazione) di strutture abitative del patrimonio pubblico.
Verranno inclusi percorsi di formazione e inserimento nel mondo del lavoro e nel reperimento di risorse formali e informali sul territorio.
Tali attività verranno realizzate attraverso 1 convenzione per contributo a soggetti/enti del territorio.
C. Interventi di pronto intervento sociale volti al rafforzamento dei servizi a bassa soglia
C.1 Azioni di orientamento e accompagnamento ai servizi: azioni di orientamento e accompagnamento educativo ai servizi e alle opportunità del territorio attraverso l’aumento del numero di ore dell’educatore e dell’assistente sociale della casa di accoglienza notturna transitoria
C.2 Potenziamento delle azioni di monitoraggio delle Unità di Strada: supporto alle attività di monitoraggio del fenomeno dei senza fissa dimora anche rispetto all’emergere di situazioni di grave marginalità, effettuata congiuntamente con le Unità di strada attive sul territorio.
C.3 Potenziamento servizi accoglienza notturna/diurna: realizzazione di attività a rilievo sociale (attività teatrali, di volontariato, lavori di pubblica utilità) in collaborazione con il territorio.
Tale attività verrà realizzata attraverso una procedura di affidamento esterno secondo procedure di evidenza pubblica.
D. Attività trasversali
D.3 Partecipazione alla formazione e aggiornamento delle figure professionali previste nell'ambito delle azioni di sistema regionali
D.4 Monitoraggio delle attività e dei risultati conseguiti; stesura report descrittivi delle azioni realizzate
Il finanziamento assegnato al Comune di Parma a valere sul PON INCLSIONE è pari ad € 197.923,29
4.2 PO I FEAD
Descrivere le azioni secondo le indicazioni sopra riportate, specificando il target di riferimento.
A. Interventi a bassa soglia, quali la distribuzione di beni di prima necessità
A.1 distribuzione di coperte, sacchi a pelo, kit di emergenza per le unità di strada che intercettano la grave emarginazione sulla strada;
A.2 distribuzione di kit di emergenza per le accoglienza notturne, come corredo individuale e prodotti per l’igiene personale.
B. Distribuzione di altri beni materiali nell’ambito di progetti di accompagnamento all’autonomia
B.1 distribuzione di prodotti per igiene personale e kit per alloggi di transizione (lenzuola, indumenti), a corredo del sostegno alla autonomia della persona nel percorso di autonomia abitativa.
C. Misure di accompagnamento
C.1 Attività di supporto e orientamento a sostegno dei percorsi di accoglienza ed accompagnamento.
La distribuzione di indumenti verrà realizzata attarverso un affidamento esterno ad enti/strutture del territorio secondo procedure di evidenza pubblica.
La distribuzione del restante materiale e le misure di accompagnamento verranno realizzate attraverso convenzione per contributo a soggetti/enti del terrtiorio secondo precdure di evidenza pubbblica.
L’ammontare di finanziamento a valere sul PO FEAD per il Comune di Parma è pari ad € 213.761,59
Ambito territoriale di REGGIO-XXXXXX
4.1 PON Inclusione
Descrivere le azioni secondo le indicazioni sopra riportate, specificando il target di riferimento e, ove applicabile, aggregando gli interventi per categoria di servizi interessati (con riferimento a titolo esemplificativo alle categorie indicate nel precedente punto 2.4) ovvero per altre categorie omogenee di intervento.
A. Sperimentazione della integrazione tra interventi infrastrutturali riguardanti le strutture abitative e socio sanitarie e misure di sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia
A.1 Consolidamento della rete territoriale dei servizi
Intensificazione dei collegamenti tra le realtà che si occupano di aggancio in strada, ascolto e distribuzione beni di prima necessità per migliorare azioni di conoscenza, orientamento ai servizi, accompagnamenti individuali e progettazioni di territorio.
A.2 Supporto alla presa in carico: verrà supportata la presa in carico di n. 30 persone con particolare riferimento a giovani e adulti senza dimora o in situazione di deprivazione materiale, o con problematiche sanitarie anche con tossicodipendenza attiva da alcool e sostanze (anche senza documenti) e/o multiproblematicità.
I percorsi individuali delle persone beneficiare degli interventi saranno valutati e presi in carico da équipe multi-professionali già presenti nell'ambito del sistema integrato dei servizi socio-sanitari: Unità di valutazione multidimensionali afferenti alle aree Dipendenze Patologiche e Salute Mentale, Servizio Socio Educativo Domiciliare che affronta situazioni di disagio complesso, “tavolo tecnico accoglienza” che segue in particolare l'esperienza invernale, o équipe dei Poli per le situazioni di cittadini residenti in carico ai Servizi sociali. Si tratta di luoghi di confronto, con funzioni di consulenza o di progettazione a seconda delle situazioni, in cui vengono definite le ipotesi di problema, le piste di lavoro, gli obiettivi da perseguire, le modalità di attuazione e gli interventi proposti, con la definizione di tempi, compiti, aspetti di compartecipazione del cliente e dei diversi servizi coinvolti. Per le situazioni multiproblematiche, in cui si intrecciano la dipendenza, le difficoltà personali e di contesto e nelle quali l’utente incontra una pluralità di interlocutori all’interno dei servizi socio-sanitari, si evidenzia nelle UVM la necessità di ricomporre e rendere più evidenti gli obiettivi dei vari servizi e gli interventi integrati da mettere in campo.
A.3 Percorsi di orientamento al lavoro e inclusione sociale
Sperimentazione dell’apertura diurna dell'appartamento adibito ad accoglienza notturna in alcune giornate, con l'obiettivo di recuperare o sviluppare abilità legate all'abitare, offrire un contesto protetto ma familiare per sostegno personale e segretariato sociale dei beneficiari accolti e di altre persone segnalate dai servizi di prossimità. Si ipotizza la creazione di momenti di socializzazione, laboratori occupazionali, attività di segretariato sociale, ascolto e iniziative ricreative quali occasione per mantenere relazioni con chi vive in strada rafforzandone l'aggancio per 30 persone. Tali attività potranno arricchirsi del contributo del privato sociale e del volontariato, oltre che del vicinato ed il contesto circostante. Questo favorirà anche la diffusione di una cultura dell'accoglienza. Verrà garantito il presidio dei singoli percorsi delle persone accolte anche attraverso la sinergia con esperienze di progettazione territoriale (esperienze di partecipazione nei quartieri, progetti che coinvolgono volontariato e cittadinanza attiva in collaborazione con i servizi sociali), in un ottica di maggiore complementarietà con la rete di opportunità già attiva nel contesto.
B. Prevenzione della condizione di senza dimora intervenendo nella fase di de- istituzionalizzazione delle persone a rischio di emarginazione
B.1 sperimentazione di percorsi di autonomia abitativa
Sperimentazione di programmi Housing First e Housing Led attraverso l’attivazione di almeno 2 alloggi per circa 12 persone senza dimora o in condizioni di marginalità estrema, conosciuti dai
servizi, anche con dipendenze o problemi sanitari o disagio psichico, se stranieri in possesso di documenti di soggiorno. Le azioni includeranno:
- l’individuazione mini alloggi, allestimento, allacciamento utenze;
- percorsi individuali e azioni di accompagnamento;
- attivazione integrazione socio-sanitaria e collaborazione con privato sociale e volontariato.
Tali azioni verranno realizzate in complementarietà con la predisposizione di 4 mini alloggi di proprietà Acer destinati ad adulti soli a rischio di emarginazione, con residenza, seguiti dai Servizi Sociali Territoriali, in uscita da percorsi di accoglienza, con difficoltà abitative e personali.
La dotazione dei mini alloggi verranno in parte inclusi nei beni acquistabili tramite FEAD.
C. Interventi di pronto intervento sociale volti al rafforzamento dei servizi a bassa soglia
C.1 Azioni di orientamento e accompagnamento ai servizi (segretariato sociale) Consolidamento modello organizzativo Primo Intervento Sociale esistente e progettazione dei livelli di integrazione operativi con il soggetto attuatore.
Miglioramento livello di integrazione nella pratica dell'Accesso diffuso, in base al quale ogni punto della rete è punto d’accesso al sistema, con funzione di antenna/sensore periferico, intervenendo, ognuno, già nelle prime fasi di contatto e sviluppando azioni di aggancio e accompagnamento motivazionale, condividendone così la responsabilità fra tutti i soggetti della rete e delle risorse informali del territorio.
C.2 Attivazione/rafforzamento delle Unità di Strada
Intensificazione del raccordo tra le realtà che si occupano monitoraggio del territorio (Unità di strada, prossimità e prostituzione, drop in, associazioni di volontariato), che permetta un confronto sulla lettura delle situazioni, coordinamento degli interventi volto all'intercettazione precoce delle situazioni. La prossimità è uno dei cardini fondamentali su cui indirizzare l’evoluzione del sistema dei servizi e degli interventi integrati nei percorsi di presa in carico.
C.3 Potenziamento servizi accoglienza notturna/diurna
- Implementazione del sistema accoglienza diurna per situazioni a rischio di marginalità e per senza dimora, con particolare attenzione al target “bassa soglia” (giovani e adulti, senza dimora, o in situazione di deprivazione materiale, anche con dipendenza attiva da alcool e sostanze, anche senza documenti e /o multi-problematicità) con estensione accoglienza “bassa soglia” tutto l'anno (minimo 30 persone beneficiarie di accoglienza diurna).
- Potenziamento del sistema di accoglienza notturna con funzione H24, che già prevede alcune strutture dedicate all'accoglienza di adulti in difficoltà, anche non residenti, attraverso risorse che potranno differenziarsi con una ipotetica flessibilità a seconda della tipologia di problema (es disagio psichico, degenze post ospedaliere, dipendenze patologiche, uscita da percorsi di accoglienza). Questo consentirà di affrontare e rispondere con tempestività alla protezione di persone in situazione di estrema fragilità che presentano bisogni indifferibili e urgenti (18 persone beneficiare del servizio di accoglienza notturna).
D. Attività trasversali
D.3 Partecipazione alla formazione e aggiornamento delle figure professionali previste nell'ambito delle azioni di sistema regionali.
D.4 Monitoraggio delle attività e dei risultati conseguiti; stesura report descrittivi delle azioni realizzate.
Le azioni A, B, C verranno realizzate attraverso con la collaborazione di enti/strutture del territorio selezionati attarverso procedure di Co-progettazione di servizi innovativi.
Il finanziamento assegnato al Comune di Reggio-Xxxxxx a valere sul PON inclusione è pari ad € 227.056,77.
4.2 PO I FEAD
Descrivere le azioni secondo le indicazioni sopra riportate, specificando il target di riferimento.
A. Interventi a bassa soglia, quali la distribuzione di beni di prima necessità
A.1 Distribuzione di beni di prima necessità nei punti della rete pubblica e privata in cui si offrono servizi (es sacchi a pelo, biancheria, kit per l'igiene personale, indumenti)
B. Distribuzione di altri beni materiali nell’ambito di progetti di accompagnamento all’autonomia
B.1 Fornitura di attrezzature di 4 mini alloggi per adulti in situazione di fragilità o in fase di deistituzionalizzazione, in stretta connessione con percorsi di accompagnamento e inclusione attiva non finanziato da PON ma da risorse interne all'Ente Locale.
B.2. Erogazione sostegno economico indiretto ai fruitori di percorsi di accoglienza e sostegno all'abitare tramite l'approvvigionamento di beni di prima necessità.
B.3. Dotazione attrezzature per l'appartamento “bassa soglia” che consenta aperture diurne per: segretariato sociale, attività laboratoriali, ricreative e di socializzazione.
C. Misure di accompagnamento
C.1. Interventi di accoglienza, segretariato sociale, orientamento ai servizi della rete, avvio di percorsi di accompagnamenti tramite il supporto di un educatore, integrazione con i servizi socio sanitari e il volontariato.
C.2. Integrazione e collaborazione con i punti della rete che si occupano di distribuzione di beni di prima necessità e servizi di prossimità (unità di strada, xxxx.xx)
Le azioni A, B, C del PO FEAD verranno realizzate attraverso la collaborazione di enti/strutture attive sul territorio selezionati attarverso procedure di co-progettazione.
L’ammontare del finanziamento assegnato al Comune di Reggio-Xxxxxx a valere sul PO FEAD è pari ad € 241.225,28.
Ambito territoriale di MODENA
4.1 PON Inclusione
Descrivere le azioni secondo le indicazioni sopra riportate, specificando il target di riferimento e, ove applicabile, aggregando gli interventi per categoria di servizi interessati (con riferimento a titolo esemplificativo alle categorie indicate nel precedente punto 2.4) ovvero per altre categorie omogenee di intervento.
A. Sperimentazione di misure di sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso l’autonomia
A.1 Consolidamento della rete territoriale dei servizi: strutturazione di una rete che consenta alle persone in stato di grave marginalità di effettuare l’accesso ai servizi da qualunque punto della rete stessa.
A.2 Costituzione/Potenziamento equipe territoriali multidisciplinari per la presa in carico: strutturazione di una équipe multi-professionale, per fare fronte alle condizioni di fragilità e vulnerabilità in modo integrato. L'équipe multi-professionale, con la presenza anche di rappresentanti del terzo settore, opererà considerando la persona in maniera globale e unitaria e utilizzando le distinte competenze specialistiche degli operatori e del volontariato.
B. Prevenzione della condizione di senza dimora intervenendo nella fase di de- istituzionalizzazione delle persone a rischio di emarginazione
B.1 Sperimentazione di percorsi di autonomia abitativa (Housing First, Housing Led): verranno sperimentate 2 esperienze di Housing First/Housing Led con l’avvio di alloggi dedicati; per prevenire o recuperare, dove possibile, la condizione di cronicità dell’essere senza fissa dimora, con particolare riguardo a coloro che hanno perduto il lavoro, con presidio leggero di operatori specializzati e attività di mediazione e integrazione sociale da parte dei soggetti del Terzo Settore qualificati. La sperimentazione intende applicare il modello previsto per l’Housing First, garantendo a 4/5 persone l’accesso all’abitazione come strumento per la reintegrazione sociale, lavorativa e di relazione.
B.2 Percorsi di formazione/orientamento/lavoro all’interno dei programmi HF, HL: attivazione di tirocini inclusivi, voucher formativi per le persone inserite nei programmi HF e HL.
B.3 Altri progetti di accoglienza: progetti individualizzati di accoglienza di breve/medio periodo per persone senza fissa dimora (uomini o donne) in dimissione protetta da Ospedali per le quali sono necessari interventi di natura assistenziale e sanitaria rilevanti da collocare all'interno della rete delle strutture accreditate per anziani o disabili.
C. Interventi di pronto intervento sociale volti al rafforzamento dei servizi a bassa soglia
C.2 Attivazione/rafforzamento delle Unità di Strada: attivazione di una Unità di Strada dedicata a sostenere ed accompagnare le persone senza fissa dimora: l’unità di strada, professionale e operativa in modo continuativo, svolgerà funzioni di primo contatto con utenza fragile in modo da favorire la presa in carico da parte dei i servizi sociosanitari. Verrà garantito il coordinamento delle attività tra l’Unità di Strada, Gruppi di Volontariato e Strutture di accoglienza temporanea: l’Unità di Strada svolgerà funzioni di supporto, formazione e coordinamento delle unità del privato sociale.
C.3 Potenziamento servizi accoglienza notturna/diurna:
- gestione del progetto accoglienza invernale: coordinamento dei diversi attori, reperibilità, individuazione e programmazione posti;
- interventi di prima accoglienza sia diurna che notturna a bassa soglia per utenti a grave rischio di marginalità sociale, con particolare riguardo alle situazioni di utenti con problemi di salute fisica e psichica o che fanno abuso di sostanze in aree urbane della città a rischio di degrado o conflitto con i residenti (come ad esempio la stazione ferroviaria, i parchi e i giardini pubblici, ecc...). La funzione si intende preventiva anche di maggiori costi legati ad eventuali ricoveri o collocazioni in strutture a media e alta soglia per l’aggravarsi delle condizioni fisiche o cliniche.onitoraggio del fenomeno, aggancio delle persone senza dimora e primo invio ai servizi.
D. Attività trasversali
D.3 Partecipazione alla formazione e aggiornamento delle figure professionali previste nell'ambito delle azioni di sistema regionali
D.4 Monitoraggio delle attività e dei risultati conseguiti e stesura report descrittivi delle azioni realizzate
Le attività relative ai percorsi di Housing First (B) e Unità di Strada (C) verranno realizzate attraverso 1 procedura di Co-progettazione di servizi innovativi.
Il finanziamento assegnato per il Comune di Modena a valere sul PON Inclusione è di € 190.944,04.
4.2 PO I FEAD
Descrivere le azioni secondo le indicazioni sopra riportate, specificando il target di riferimento.
A. Interventi a bassa soglia, quali la distribuzione di beni di prima necessità
A.1 per il progetto accoglienza invernale distribuzione di: kit indumenti cambio estivo e invernale, kit prodotti per l’igiene personale, kit d’emergenza, altri materiali essenziali (beni alimentari per bisogni specifici es. celiaci e diabetici).
B. Distribuzione di altri beni materiali nell’ambito di progetti di accompagnamento all’autonomia
B.1 e strutture dedicate all’Housing First verranno dotate di strumenti e beni individualizzati quali: kit indumenti, kit prodotti per l’igiene personale, kit attrezzature da cucina, kit piccoli elettrodomestici, kit biancheria per la casa, kit altri beni materiali (alimentari dietetici, celiaci e diabetici), kit altri beni materiali (materassi e alimentari per progetti personalizzati), kit altri beni materiali (biciclette e cellulari), kit strumenti a corredo di attività formative.
C. Misure di accompagnamento: es. segretariato sociale etc, svolgimento pratiche burocratiche etc.
Gli interventi A, B, C finanziati dal FEAD verranno realizzati attraverso procedure di affidamento esterno e/o convenzioni con enti/strutture del territorio.
Il finanziamento assegnato per il Comune di Modena a valere sul PO I FEAD è di € 206.223,84.