Contesto. Cuneo è il capoluogo dell’omonima provincia, città più grande e popolosa dell’area, punto di riferimento per i servizi territoriale e in particolar modo per i servizi per l’xxxxxxxx.Xx popolazione di Cuneo è di 55.980 abitanti, di cui 2.995, il 5,35% è compresa tra 0 e 6 anni, la popolazione target del progetto(Fonte DEMO ISTAT anno 2020). La città di Cuneo non è esente dalle dinamiche che caratterizzano questi anni: il calo della natalità, la crisi economica, nuovi modelli di famiglia, nuovi approcci all’utilizzo dei servizi prima infanzia, la riappropriazione del ruolo di cura da parte dei nonni etc. L’amministrazione cuneese ha cercato di rispondere a questi cambiamenti proponendo alcune soluzioni che investono aspetti prevalentemente formativi e culturali. Si cerca di focalizzare l’attenzione sui bisogni di legami familiari al di fuori dei modelli originali o tradizionali, come nel caso di familiari adottivi e orfani per crimini domestici. La situazione pandemica e le relative restrizioni hanno rappresentato un elemento di forte impatto sulla quotidianità dei bambini e delle loro famiglie. Da un lato, isolamento e segregazione domestica hanno cambiato lo stile di vita e la mobilità di molti bambini e il loro rapporto con lo spazio aperto, così come la difficoltà ad accedere a occasioni ludiche e di aggregazioni al di fuori del nucleo familiare hanno modificato la modalità di interazione e la quantità e qualità dei legami sociali dei più piccoli. Le restrizioni e l’obbligo per adulti e bambini di condividere per lunghi periodi lo stesso spazio domestico, spesso in condizioni di affollamento abitativo e senza lo spazio sufficiente affinché i componenti della famiglia possano svolgere in autonomia le proprie attività quotidiane, hanno condizionato anche il benessere e la qualità della vita degli adulti. È emerso così un bisogno per i più piccoli di fruire dello spazio aperto, di vivere fuori dalle mura domestiche e nell’ambiente naturale e di interagire con coetanei e con adulti che non siano membri della stessa famiglia. La crisi economica che ormai risale al 2008 e da cui la ripresa in questo dodici anni è stata lenta e difficoltosa, si è inasprita nuovamente a partire dal 2020 con l’inizio della pandemia da Covid-19, periodo in cui molti lavoratori, soprattutto i più fragili, hanno perso il lavoro (Fonte: Il mercato del lavoro in Piemonte nel 2019 e nella prima fase dell’emergenza sanitaria, Ires Piemonte, 2020).Secondo la Banca d’Italia, durante il primo lockdown, circa il 50% delle famiglie italiane ha dichiarato di aver subito una contrazione significative del proprio reddito, 15% di aver visto dimezzarsi le proprie entrate e solo il 20% dei lavoratori autonomi non aveva subito contraccolpi. Ad oggi, la quota di coloro che hanno subito una riduzione significativa del reddito è costituita dal 67,2% delle famiglie. I più colpiti sono i lavoratori autonomi, famiglie monoparentali e i redditi bassi, soprattutto delle aree metropolitane. Ciò influenza la vita delle famiglie che si trovano a fronteggiare difficoltà su più piani e in cui l’aspetto economico risulta spesso uno dei problemi principali. La città di Cuneo è sede e snodo di molti servizi territoriali che possono venire incontro alle problematiche della propria popolazione, in particolar modo della fascia 0-6, e delle famiglie. In questo senso, il settore pubblico è di fondamentale importanza per rispondere alle necessità della cittadinanza. Cuneo è sede dei Servizi Sanitari legati alla prima infanzia, Neuro Psichiatria Infantile - Consultorio familiare - Servizio Igiene e Sanità Pubblica ASLCN1 e dei Servizi Sociali, Centro Famiglie promosso dal Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese. Collabora con il micronido aziendale dell’Azienda ospedaliera X. Xxxxx e Carle attraverso una convenzione. L’obiettivo dei servizi del sistema infanzia è garantire il sostegno alle fasce più deboli e dei minori, intrattenendo relazioni dirette con il volontariato, l’associazionismo e la cooperazione sociale, in particolare attraverso la gestione di progetti, interventi e servizi a sostegno di genitorialità e tutela dei minori, di inclusione sociale, di prevenzione e protezione sociale, accoglienza e integrazione sociale. I bambini hanno inoltre necessità di accedere alla cultura e ad un’educazione precoce per sviluppare il loro potenziale e per stimolare la loro attenzione.A favore di ciò, è stato istituito il “Passaporto culturale”, attualmente operante sul territorio:questo abbonamento permette al bambino di accedere a tutti i musei convenzionati durante il suo primo anno di vita, offrendo la possibilità di conoscere, vedere e sperimentare la cultura in concreto sin dalla nascita.Biblioteche e Musei si presentano uniti nel Sistema Infanzia comunale per accogliere in serenità e bellezza le famiglie, come risorse attive in una comunità intera che sostiene ed educa, confrontandosi con gli altri attori territoriali.Gli stimoli che arrivano dai genitori e dal contesto sociale ed emotivo di riferimento sono fondamentali per lo sviluppo delle sue intelligenze. Per uno stile di vita armonioso e sereno, i bambini hanno bisogno di relazioni non-violente. La comunità educante cittadina lavora quindi per promuovere la comunicazione non violenta, valorizzando modelli relazionali ed educativi alla pari. Attraverso il Sistema Infanzia della città, costituitosi nel 2015 grazie al sostegno della Regione Piemonte, sono stati organizzati diversi eventi di sensibilizzazione: giornate dell’infanzia a cadenza annuale, una campagna cittadina in cui si è esposta una mostra tematica itinerante sui diritti dei bambini presso tutte le sedi dei servizi, stand presso eventi cittadini, scambio e riutilizzo giocattoli e vestiario. E’ stato istituito un apposito blog che riveste un ruolo strategico, in qualità di strumento di comunicazione e di divulgazione di iniziative, oltre a rappresentare un luogo di confronto e scambio tra operatori e genitori. Al suo interno sono postati gli eventi relativi alla prima infanzia presenti nel territorio.
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Samples: Scheda Progetto Per L’impiego Di Operatori Volontari in Servizio Civile
Contesto. Cuneo Il governatorato di Xxxxxx fu tra i primi governatorati d’Iraq ad essere interessato dal conflitto con ISIS nel 2014; infatti pochi mesi dopo lo scoppio delle ostilità fu subito investito dall’offensiva che portò alla caduta di Mosul ed al controllo di gran parte del governatorato da parte del gruppo terrorista. Passeranno più di tre anni prima che Mosul e le aree circostanti potessero essere liberate dal controllo di ISIS. Tre anni che hanno portato non solo distruzione materiale ma anche alla distruzione di buona parte del tessuto sociale ed economico dell’area. Il governatorato ospita una grande diversità di comunità e culture, sia dal punto di vista etnico (Arabi, Turkmeni, Assiri, Curdi e Yazidi), che religioso (sunniti, cristiani, yazidi, shabak, mandei). Gli equilibri tra le diverse componenti della società dell’area sono stati pesantemente scossi dal conflitto e astio e diffidenza tra le diverse componenti della comunità complicano ancor di più il quadro di una ricostruzione giù di per sé complessa. In termini di movimenti di popolazione, il governatorato che ha registrato, e continua a registrare, il più alto numero di ritorni, è il capoluogo dell’omonima provinciagovernatorato di Ninive, città che ospita ad oggi circa il 37% della popolazione sfollata di rientro. Anche analizzando i flussi degli ultimi sei mesi, si può notare come il governatorato di Ninive registri l’incremento più grande elevato rispetto al flusso di rientri dei sei mesi precedenti, seguito dal governatorato di Xxxxx xx-Xxx. In questo quadro, la pressione sui servizi e popolosa dell’areasulle strutture economiche delle aree di ritorno non fa che accrescersi e le famiglie più vulnerabili, punto in particolare quelle dei profughi di riferimento ritorno, rischiano di adottare strategie negative (negative coping strategies). A riprova di ciò basti osservare la situazione relativa al movimento di popolazione. Oltre al fatto che il governatorato, secondo l’HNO 2020, ospita più di 1,3 milioni di persone in stato di necessità su un totale nazionale di 4,1 milioni (il 33%), esso ospita anche più di 1,8 milioni di returnee (sfollati di ritorno) e allo stesso tempo è il primo per numero di sfollati nel Paese con circa 300.000 IDPs2. Ancor più rivelatore delle difficoltà di ricostruzione in un quadro quale quello offerto da questo governatorato è il dato relativo ai secondary displacement: il dato si riferisce a famiglie che, rientrate nelle proprie zone di origine, hanno deciso (o sono state forzate) a lasciare nuovamente il proprio villaggio per muoversi verso altre aree. Delle 292 località nelle quali seconday displacements sono stati identificati da IOM, ben 166 si trovano nel governorato di Ninive3. Rendere i ritorni sostenibili e mitigare per quanto possibile i rischi di insicurezza e di frizione tra le varie componenti delle comunità richiede che si intervenga sulla presenza dei servizi primari e sulle opportunità di impiego. Purtroppo, a livello nazionale la capacità del governo di sostenere i meccanismi di welfare a favore della popolazione vulnerabile è stata notevolmente ridotta dagli elevati rischi macroeconomici legati alla estrema esposizione del Paese alla volatilità del prezzo del petrolio. Nello specifico, la situazione politica ed economica che ha accompagnato e accompagna il rientro degli sfollati nella piana di Ninive è caratterizzata da un profondo senso di insicurezza e di irrisolta conflittualità. L’incertezza delle parti in gioco e l’azione dei diversi interessi politico-economici sull’area stanno alimentando frizioni e timori all’interno della comunità locale, tradizionalmente composta da musulmani (sunniti e sciiti), cristiani, shabak, yazidi, kakaī e turcomanni. Il rilevante cambiamento degli equilibri economici, sociali e demografici, dovuto in parte alla forte emigrazione cristiana e yazida, in parte alla mutata forza economica delle parti in gioco, sta alimentando vecchie frizioni, settarizzando interi quartieri su base etnico-religiosa, drogando il mercato agricolo e commerciale con supporti finanziari provenienti da parti terze, in particolare fondi sciiti provenienti dal sud o finanziamenti europei indirizzati alle comunità cristiane. Il rafforzamento del settore agro- 2 DTM, dati al 31 ottobre 2020 3 IOM, Re-Displaced: an Exploration of Displacement after Attempted Return in Iraq, February 2020: xxxx://xxxxxxx.xxx.xxx/xxxxxx/XxxxxxXxxxx/00000000000000_xxx_xxxxxxxxxxx_xxxxxxxx_xxxxxxXxx0000.xxx zootecnico della piana di Ninive era al centro della pianificazione nazionale già prima della crisi ISIS, ma l’avvento della metodica distruzione operata dallo stato islamico nei villaggi cristiani e sciiti, ha spazzato via i pur pochi progressi ottenuti nell’ambito della modernizzazione del settore che mirava al superamento di una agricoltura tradizionale.4 In tutta l’area i servizi territoriale pubblici risultano inadeguati rispetto ai bisogni presenti, in particolare rispetto a educazione, acqua e in particolar modo sanità. Il numero di istituti scolastici attualmente funzionanti è inadeguato rispetto ai bisogni, e lo stesso vale per i servizi per l’xxxxxxxx.Xx popolazione ciò che riguarda la disponibilità di Cuneo è acqua potabile e le strutture igienico sanitarie. Sin dai primi mesi dopo la liberazione di 55.980 abitanti, di cui 2.995Mosul, il 5,35% problema della disponibilità di acqua potabile è compresa tra 0 risultato subito evidente, in particolare nei villaggi intorno a Mosul, con l’avvio di distribuzioni di acqua tramite autobotti (water trucking) e 6 annil’installazione di impianti di desalinizzazione e purificazione dell’acqua in 15 scuole nell’area da parte di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Iraq. Ovunque equipaggiamenti sono stati distrutti o asportati, ciò si è verificato anche nelle strutture meno danneggiate. Grave è anche la popolazione target del progetto(Fonte DEMO ISTAT anno 2020)situazione relativa alla mancanza di figure specializzate, con il conseguente bisogno di formazione tecnica per il personale. La città popolazione sfollata di Cuneo ritorno, oltre che scontrarsi con la realtà sopra descritta, porta con sé le conseguenze dell’esperienza vissuta nei campi di accoglienza. In particolare l’esperienza della vita nei campi ha sconvolto la tradizionale organizzazione sociale, proiettando le donne nella società civile quali attori non solo domestici ma desiderosi di partecipare sia al tessuto produttivo ed economico che a quello sociale e politico. Purtroppo la mancanza di opportunità di formazione e di occasioni di incontro e discussione mortifica il desiderio di partecipazione e di investimento della componente femminile della comunità. Se la vita nei campi ha reso la partecipazione attiva delle donne un dato di fatto, il ritorno alla vita nei villaggi di origine unito al tentativo ideologico/identitario di restaurare una situazione precedente all’avvento dell’ISIS e di ciò che ne è esente dalle dinamiche seguito, stanno determinando una forte incidenza di casi di violenza domestica, suicidi femminili giovanili, tentativi di fughe e migrazione all’estero. Lo scopo dell’iniziativa oggetto del presente Avviso è quindi supportare la resilienza e la coesione sociale tra le differenti comunità della piana di Ninive con un approccio integrato che caratterizzano questi annisi fonda su tre aree tematiche di intervento: il calo della natalità, la crisi economica, nuovi modelli di famiglia, nuovi approcci all’utilizzo dei servizi prima infanzia, la riappropriazione del ruolo di cura da parte dei nonni etc. L’amministrazione cuneese ha cercato di rispondere a questi cambiamenti proponendo alcune soluzioni che investono aspetti prevalentemente formativi (i) educativa (ii) igienico-sanitaria e culturali. Si cerca di focalizzare l’attenzione sui bisogni di legami familiari al di fuori dei modelli originali o tradizionali, come nel caso di familiari adottivi e orfani per crimini domestici. La situazione pandemica e le relative restrizioni hanno rappresentato un elemento di forte impatto sulla quotidianità dei bambini e delle loro famiglie(iii) socio-culturale. Da un latolato si intende ripristinare l’accesso a servizi di base, isolamento offrendo alle comunità dei centri minori della piana di Ninive opportunità educative per i propri figli, acqua potabile e segregazione domestica hanno cambiato lo stile strutture igienico- sanitarie che rendano possibile e sostenibile il rientro, dall’altro, si intende favorire il dialogo tra le diverse componenti della comunità, divenuto assai complesso a causa dalla diffidenza generata dalle conseguenze del conflitto e dagli anni di vita controllo del territorio da parte di ISIS, con inevitabili ricadute sulla possibilità di una convivenza pacifica. In particolare tale dialogo dovrebbe strutturarsi intorno a due elementi principali: il comune patrimonio culturale e la mobilità di molti bambini tradizioni e il loro rapporto con lo spazio aperto, così come la difficoltà ad accedere a occasioni ludiche e di aggregazioni al di fuori del nucleo familiare hanno modificato la modalità di interazione e la quantità e qualità dei legami sociali dei più piccoli. Le restrizioni e l’obbligo per adulti e bambini di condividere per lunghi periodi lo stesso spazio domestico, spesso in condizioni di affollamento abitativo e senza lo spazio sufficiente affinché i componenti della famiglia possano svolgere in autonomia le proprie attività quotidiane, hanno condizionato anche il benessere e la qualità della vita degli adulti. È emerso così un bisogno per i più piccoli di fruire dello spazio aperto, di vivere fuori dalle mura domestiche e nell’ambiente naturale e di interagire con coetanei e con adulti che non siano membri della stessa famiglia. La crisi economica che ormai risale al 2008 e da cui la ripresa in questo dodici anni è stata lenta e difficoltosa, si è inasprita nuovamente a partire dal 2020 con l’inizio della pandemia da Covid-19, periodo in cui molti lavoratori, soprattutto i più fragili, hanno perso il lavoro (Fonte: Il mercato del lavoro in Piemonte nel 2019 e nella prima fase dell’emergenza sanitaria, Ires Piemonte, 2020).Secondo la Banca d’Italia, durante il primo lockdown, circa il 50% coinvolgimento delle famiglie italiane ha dichiarato di aver subito una contrazione significative del proprio reddito, 15% di aver visto dimezzarsi le proprie entrate e solo il 20% dei lavoratori autonomi non aveva subito contraccolpi. Ad oggi, la quota di coloro che hanno subito una riduzione significativa del reddito è costituita dal 67,2% delle famiglie. I più colpiti sono i lavoratori autonomi, famiglie monoparentali e i redditi bassi, soprattutto delle aree metropolitane. Ciò influenza la vita delle famiglie che si trovano a fronteggiare difficoltà su più piani e in cui l’aspetto economico risulta spesso uno dei problemi principali. La città di Cuneo è sede e snodo di molti servizi territoriali che possono venire incontro alle problematiche della propria popolazione, in particolar modo della fascia 0-6, e delle famiglie. In questo senso, il settore pubblico è di fondamentale importanza per rispondere alle necessità della cittadinanza. Cuneo è sede dei Servizi Sanitari legati alla prima infanzia, Neuro Psichiatria Infantile - Consultorio familiare - Servizio Igiene e Sanità Pubblica ASLCN1 e dei Servizi Sociali, Centro Famiglie promosso dal Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese. Collabora con il micronido aziendale dell’Azienda ospedaliera X. Xxxxx e Carle attraverso una convenzione. L’obiettivo dei servizi del sistema infanzia è garantire il sostegno alle fasce più deboli e dei minori, intrattenendo relazioni dirette con il volontariato, l’associazionismo e la cooperazione sociale, in particolare attraverso la gestione di progetti, interventi e servizi a sostegno di genitorialità e tutela dei minori, di inclusione sociale, di prevenzione e protezione sociale, accoglienza e integrazione sociale. I bambini hanno inoltre necessità di accedere alla cultura e ad un’educazione precoce per sviluppare il loro potenziale e per stimolare la loro attenzionegiovani della popolazione.A favore di ciò, è stato istituito il “Passaporto culturale”, attualmente operante sul territorio:questo abbonamento permette al bambino di accedere a tutti i musei convenzionati durante il suo primo anno di vita, offrendo la possibilità di conoscere, vedere e sperimentare la cultura in concreto sin dalla nascita.Biblioteche e Musei si presentano uniti nel Sistema Infanzia comunale per accogliere in serenità e bellezza le famiglie, come risorse attive in una comunità intera che sostiene ed educa, confrontandosi con gli altri attori territoriali.Gli stimoli che arrivano dai genitori e dal contesto sociale ed emotivo di riferimento sono fondamentali per lo sviluppo delle sue intelligenze. Per uno stile di vita armonioso e sereno, i bambini hanno bisogno di relazioni non-violente. La comunità educante cittadina lavora quindi per promuovere la comunicazione non violenta, valorizzando modelli relazionali ed educativi alla pari. Attraverso il Sistema Infanzia della città, costituitosi nel 2015 grazie al sostegno della Regione Piemonte, sono stati organizzati diversi eventi di sensibilizzazione: giornate dell’infanzia a cadenza annuale, una campagna cittadina in cui si è esposta una mostra tematica itinerante sui diritti dei bambini presso tutte le sedi dei servizi, stand presso eventi cittadini, scambio e riutilizzo giocattoli e vestiario. E’ stato istituito un apposito blog che riveste un ruolo strategico, in qualità di strumento di comunicazione e di divulgazione di iniziative, oltre a rappresentare un luogo di confronto e scambio tra operatori e genitori. Al suo interno sono postati gli eventi relativi alla prima infanzia presenti nel territorio.
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Samples: Programma Per La Resilienza Ed Il Ritorno Nella Piana Di Ninive
Contesto. Cuneo è il capoluogo dell’omonima provinciaLe applicazioni informatiche ed i servizi ICT in continua evoluzione richiedono sempre più una maggiore capacità di banda e una maggiore velocità, città più grande e popolosa dell’areasia alle imprese, punto di riferimento quale condizione essenziale per la crescita della loro competitività, sia alla pubblica amministrazione, affinché possa offrire servizi efficienti ed adeguati alle richieste dei cittadini, sia per i cittadini stessi affinché possano accedere alla crescente varietà di servizi interattivi e multimediali. Il rischio di accentuazione di un divario di dotazione tecnologica tra diverse aree sul territorio regionale pone le imprese, la pubblica amministrazione ed i cittadini di tali aree in una situazione di disuguaglianza rispetto alla possibilità di partecipare alla società dell’ICT, rallentandone lo sviluppo ed accentuando il rischio di spopolamento. Come noto, infatti, una delle principali cause del digital divide delle reti a banda larga di base è rappresentato dalla scarsa densità abitativa. Le cause del digital divide infrastrutturale infatti sono soprattutto dovute al fatto che gli operatori delle TLC non hanno interesse d’impresa ad erogare connettività a banda larga in zone a bassa densità demografica, con caratteristiche geografiche e orografiche sfavorevoli e/o con limitate attività economiche. La Regione Friuli Venezia Giulia, localizzata a nord-est del territorio nazionale, è popolata da circa 1.2 milioni di abitanti su una superficie territoriale complessiva di circa 7.857 kmq, dei quali 2996 kmq in pianura, 3343 kmq in montagna e 1518 kmq in collina. La densità abitativa è pari a 156 ab/kmq, molto al di sotto della densità abitativa media nazionale pari a circa 200 ab/kmq. (fonti ISTAT). Il calo della popolazione residente in FVG è significativamente correlato con la densità abitativa: nei comuni meno popolati la tendenza allo spopolamento è maggiore. Più della metà del territorio regionale è collinare e montano: nelle zone di pianura risiede ben oltre la metà della popolazione totale (il 58,4%) mentre in territorio collinare e montano la densità abitativa media scende ad appena 104 ab/kmq. La figura 2 mostra la popolazione residente a fine anno 2015. I 4 capoluoghi di provincia (Trieste, Gorizia, Udine e Pordenone) sono localizzati in zone pianeggianti e in particolar modo tali zone sono concentrati tutti gli interessi anche del mercato delle telecomunicazioni, mentre gli ambiti collinari e montani, in relazione alla loro scarsa densità abitativa, alle difficili condizioni orografiche (le infrastrutture in scarsamente interessanti per i servizi il mercato. Di conseguenza il digital divide, effetto del fallimento del mercato, è in stretta relazione con la densità di popolazione. Va ricordato che nelle aree montane della regione il decremento demografico è correlato soprattutto all’abbandono delle attività economiche tradizionali locali (artigianali e agricole) a favore dello sviluppo produttivo in pianura. Tale divario socio-economico nel territorio regionale, riguardante anche alcune zone marginali della parte pianeggiante, costituisce un elemento molto critico per l’xxxxxxxx.Xx popolazione di Cuneo uno sviluppo regionale omogeneo, ed è di 55.980 abitanti, di cui 2.995, il 5,35% è compresa tra 0 e 6 anni, la popolazione target del progetto(Fonte DEMO ISTAT anno 2020). La città di Cuneo non è esente dalle dinamiche che caratterizzano questi anni: il calo della natalità, la crisi economica, nuovi modelli di famiglia, nuovi approcci all’utilizzo confermato dalla scarsa qualità dei servizi prima infanzia, la riappropriazione del ruolo di cura connessione lamentata da parte dei nonni etc. L’amministrazione cuneese ha cercato cittadini e imprese di rispondere a questi cambiamenti proponendo alcune soluzioni che investono aspetti prevalentemente formativi e culturali. Si cerca di focalizzare l’attenzione sui bisogni di legami familiari al di fuori dei modelli originali o tradizionali, come nel caso di familiari adottivi e orfani per crimini domestici. La situazione pandemica e le relative restrizioni hanno rappresentato un elemento di forte impatto sulla quotidianità dei bambini e delle loro famiglie. Da un lato, isolamento e segregazione domestica hanno cambiato lo stile di vita e la mobilità di molti bambini e il loro rapporto con lo spazio aperto, così come la difficoltà ad accedere a occasioni ludiche e di aggregazioni al di fuori del nucleo familiare hanno modificato la modalità di interazione e la quantità e qualità dei legami sociali dei più piccoli. Le restrizioni e l’obbligo per adulti e bambini di condividere per lunghi periodi lo stesso spazio domestico, spesso in condizioni di affollamento abitativo e senza lo spazio sufficiente affinché i componenti della famiglia possano svolgere in autonomia le proprie attività quotidiane, hanno condizionato anche il benessere e la qualità della vita degli adulti. È emerso così un bisogno per i più piccoli di fruire dello spazio aperto, di vivere fuori dalle mura domestiche e nell’ambiente naturale e di interagire con coetanei e con adulti che non siano membri della stessa famiglia. La crisi economica che ormai risale al 2008 e da cui la ripresa in questo dodici anni è stata lenta e difficoltosa, si è inasprita nuovamente a partire dal 2020 con l’inizio della pandemia da Covid-19, periodo in cui molti lavoratori, soprattutto i più fragili, hanno perso il lavoro (Fonte: Il mercato del lavoro in Piemonte nel 2019 e nella prima fase dell’emergenza sanitaria, Ires Piemonte, 2020).Secondo la Banca d’Italia, durante il primo lockdown, circa il 50% delle famiglie italiane ha dichiarato di aver subito una contrazione significative del proprio reddito, 15% di aver visto dimezzarsi le proprie entrate e solo il 20% dei lavoratori autonomi non aveva subito contraccolpi. Ad oggi, la quota di coloro che hanno subito una riduzione significativa del reddito è costituita dal 67,2% delle famiglie. I più colpiti sono i lavoratori autonomi, famiglie monoparentali e i redditi bassi, soprattutto delle tali aree metropolitane. Ciò influenza la vita delle famiglie che si trovano a fronteggiare difficoltà su più piani e in cui l’aspetto economico risulta spesso uno dei problemi principali. La città di Cuneo è sede e snodo di molti servizi territoriali che possono venire incontro alle problematiche della propria popolazione, in particolar modo della fascia 0-6, e delle famiglie. In questo senso, il settore pubblico è di fondamentale importanza per rispondere alle necessità della cittadinanza. Cuneo è sede dei Servizi Sanitari legati alla prima infanzia, Neuro Psichiatria Infantile - Consultorio familiare - Servizio Igiene e Sanità Pubblica ASLCN1 e dei Servizi Sociali, Centro Famiglie promosso dal Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese. Collabora con il micronido aziendale dell’Azienda ospedaliera X. Xxxxx e Carle attraverso una convenzione. L’obiettivo dei servizi del sistema infanzia è garantire il sostegno alle fasce più deboli e dei minori, intrattenendo relazioni dirette con il volontariato, l’associazionismo e la cooperazione sociale, in particolare attraverso la gestione di progetti, interventi e servizi a sostegno di genitorialità e tutela dei minori, di inclusione sociale, di prevenzione e protezione sociale, accoglienza e integrazione sociale. I bambini hanno inoltre necessità di accedere alla cultura e ad un’educazione precoce per sviluppare il loro potenziale e per stimolare la loro attenzionemarginali.A favore di ciò, è stato istituito il “Passaporto culturale”, attualmente operante sul territorio:questo abbonamento permette al bambino di accedere a tutti i musei convenzionati durante il suo primo anno di vita, offrendo la possibilità di conoscere, vedere e sperimentare la cultura in concreto sin dalla nascita.Biblioteche e Musei si presentano uniti nel Sistema Infanzia comunale per accogliere in serenità e bellezza le famiglie, come risorse attive in una comunità intera che sostiene ed educa, confrontandosi con gli altri attori territoriali.Gli stimoli che arrivano dai genitori e dal contesto sociale ed emotivo di riferimento sono fondamentali per lo sviluppo delle sue intelligenze. Per uno stile di vita armonioso e sereno, i bambini hanno bisogno di relazioni non-violente. La comunità educante cittadina lavora quindi per promuovere la comunicazione non violenta, valorizzando modelli relazionali ed educativi alla pari. Attraverso il Sistema Infanzia della città, costituitosi nel 2015 grazie al sostegno della Regione Piemonte, sono stati organizzati diversi eventi di sensibilizzazione: giornate dell’infanzia a cadenza annuale, una campagna cittadina in cui si è esposta una mostra tematica itinerante sui diritti dei bambini presso tutte le sedi dei servizi, stand presso eventi cittadini, scambio e riutilizzo giocattoli e vestiario. E’ stato istituito un apposito blog che riveste un ruolo strategico, in qualità di strumento di comunicazione e di divulgazione di iniziative, oltre a rappresentare un luogo di confronto e scambio tra operatori e genitori. Al suo interno sono postati gli eventi relativi alla prima infanzia presenti nel territorio.
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Samples: Piano Per La Realizzazione E Il Completamento Della Rete Pubblica Regionale Per La Banda Larga
Contesto. Cuneo L’attuale contesto mette in evidenza una società in costante evoluzione, caratterizzata da nuove necessità, bisogni e fragilità, che richiede pertanto nuove risposte in relazione alle esigenze economiche delle famiglie, per le quali la partecipazione delle donne al bilancio familiare è il capoluogo dell’omonima provinciadivenuta condizione indispensabile; tale condizione, città più grande se da una parte crea per le donne la possibilità di declinare le proprie potenzialità e popolosa dell’area, punto di riferimento per i servizi territoriale e in particolar modo per i servizi per l’xxxxxxxx.Xx popolazione di Cuneo è di 55.980 abitanti, di cui 2.995, il 5,35% è compresa tra 0 e 6 anni, la popolazione target del progetto(Fonte DEMO ISTAT anno 2020). La città di Cuneo non è esente dalle dinamiche che caratterizzano questi anni: il calo della natalità, la crisi economica, nuovi modelli di famiglia, nuovi approcci all’utilizzo dei servizi prima infanzia, la riappropriazione del ruolo di cura da parte dei nonni etc. L’amministrazione cuneese ha cercato di rispondere a questi cambiamenti proponendo alcune soluzioni che investono aspetti prevalentemente formativi e culturali. Si cerca di focalizzare l’attenzione sui bisogni di legami familiari al di fuori dei modelli originali o tradizionali, come nel caso di familiari adottivi e orfani per crimini domestici. La situazione pandemica e le relative restrizioni hanno rappresentato un elemento di forte impatto sulla quotidianità dei bambini e delle loro famiglie. Da un lato, isolamento e segregazione domestica hanno cambiato lo stile di vita e la mobilità di molti bambini e il loro rapporto con lo spazio aperto, così come la difficoltà ad accedere a occasioni ludiche e di aggregazioni talenti al di fuori del nucleo contesto familiare, dall’altra sviluppa nuove esigenze dal punto di vista della gestione dei tempi da dedicare ai compiti familiari e a quelli lavorativi, determinando così un necessario e sempre maggiore coinvolgimento degli uomini nell’adempimento dei compiti familiari. Ne deriva dunque che le difficoltà di conciliazione dei tempi vita-lavoro che fino a qualche anno fa parevano riguardare solo la donna, ora riguardano l’intero complesso famigliare: l’equilibrio tra la sfera privata/familiare hanno modificato e quella professionale influenza e ha ripercussioni dirette su fenomeni sociali quali il calo del tasso di natalità e l’abbandono del posto di lavoro da parte delle madri dopo la modalità di interazione e la quantità e qualità dei legami sociali dei più piccoli. Le restrizioni e l’obbligo per adulti e bambini di condividere per lunghi periodi lo stesso spazio domesticonascita del primo figlio, spesso in condizioni di affollamento abitativo e senza lo spazio sufficiente affinché i componenti della famiglia possano svolgere in autonomia le proprie attività quotidiane, hanno condizionato anche il benessere e la qualità l’impatto della vita degli adulti. È emerso così un bisogno per i più piccoli di fruire dello spazio aperto, di vivere fuori dalle mura domestiche e nell’ambiente naturale dei nonni e di interagire altri familiari nella gestione dei figli minori. Il bisogno di una più efficace e serena gestione della relazione famiglia-lavoro non è più una prerogativa unicamente femminile, ma anche familiare e sociale. I dati ISTAT confermano il progressivo invecchiamento della popolazione: il saldo naturale tra nascite e decessi scende ulteriormente a -165 mila rispetto all’anno 2014 che già aveva registrato il record storico negativo. Il 2015 è il quinto anno consecutivo di riduzione della fecondità, giunta a 1,34 figli per donna e l’età media delle madri al parto sale nel frattempo a 31,6 anni. I dati relativi al contesto provinciale sono in linea con coetanei e con adulti che non siano membri gli indici demografici “Età media della stessa famigliamadre al parto”, “N°. La crisi economica che ormai risale al 2008 e medio di figli per donna” (tasso di fecondità) ma evidenziano una tendenza maggiormente negativa della crescita naturale della popolazione, determinato da cui un minor “tasso di natalità”1. A seguito dell’evidenza di tale tendenza, il Parlamento Europeo, nel settembre 2016, ha approvato la ripresa in questo dodici anni è stata lenta e difficoltosa, si è inasprita nuovamente a partire dal 2020 con l’inizio della pandemia da Covid-19, periodo in cui molti lavoratori, soprattutto i più fragili, hanno perso il lavoro (Fonte: Il Risoluzione “Creazione di condizioni del mercato del lavoro favorevoli all'equilibrio tra vita privata e vita professionale” (Creating labour market conditions favourable for work-life balance) in Piemonte nel 2019 cui tra l’altro, si sottolinea che: “la conciliazione tra vita professionale, privata e nella prima fase dell’emergenza sanitariafamiliare deve essere garantita quale diritto fondamentale di tutti, Ires Piemontenello spirito della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, 2020).Secondo con misure che siano disponibili a ogni individuo, non solo alle giovani madri, ai padri o a chi fornisce assistenza”2. L’obiettivo di Regione Lombardia è pertanto quello di sostenere l’ulteriore sviluppo di un coerente sistema di politiche e di azioni integrate volte a favorire la Banca d’Italiaconciliazione famiglia-lavoro con i seguenti obiettivi generali: ✓ potenziare il benessere della comunità e la competitività del sistema economico territoriale; ✓ migliorare il benessere all’interno del nucleo famigliare, durante il primo lockdown, circa il 50% delle famiglie italiane ha dichiarato con particolare riferimento alla condivisione dei compiti di aver subito cura e ad una contrazione significative migliore bilanciamento dei tempi della famiglia con quelli lavorativi; ✓ sostenere la libera partecipazione al mercato del proprio reddito, 15% di aver visto dimezzarsi le proprie entrate e solo il 20% lavoro dei lavoratori autonomi non aveva subito contraccolpi. Ad oggi, la quota di coloro che hanno subito una riduzione significativa del reddito è costituita dal 67,2% delle famiglie. I più colpiti sono i lavoratori autonomi, famiglie monoparentali e i redditi bassi, soprattutto delle aree metropolitane. Ciò influenza la vita delle famiglie che si trovano a fronteggiare difficoltà su più piani e in cui l’aspetto economico risulta spesso uno dei problemi principali. La città di Cuneo è sede e snodo di molti servizi territoriali che possono venire incontro alle problematiche della propria popolazione, in particolar modo della fascia 0-6, e delle famiglie. In questo senso, il settore pubblico è lavoratrici gravati da compiti di fondamentale importanza per rispondere alle necessità cura dei famigliari; ✓ facilitare la diffusione delle buone pratiche e della cittadinanza. Cuneo è sede dei Servizi Sanitari legati alla prima infanzia, Neuro Psichiatria Infantile - Consultorio familiare - Servizio Igiene e Sanità Pubblica ASLCN1 e dei Servizi Sociali, Centro Famiglie promosso dal Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese. Collabora con il micronido aziendale dell’Azienda ospedaliera X. Xxxxx e Carle attraverso una convenzione. L’obiettivo dei servizi del sistema infanzia è garantire il sostegno alle fasce più deboli e dei minori, intrattenendo relazioni dirette con il volontariato, l’associazionismo e la cooperazione sociale, in particolare attraverso la gestione di progetti, interventi e servizi a sostegno di genitorialità e tutela dei minori, di inclusione sociale, di prevenzione e protezione sociale, accoglienza e integrazione sociale. I bambini hanno inoltre necessità di accedere alla cultura e ad un’educazione precoce per sviluppare il loro potenziale e per stimolare la loro attenzione.A favore di ciò, è stato istituito il “Passaporto culturale”, attualmente operante sul territorio:questo abbonamento permette al bambino di accedere a tutti i musei convenzionati durante il suo primo anno di vita, offrendo la possibilità di conoscere, vedere e sperimentare la cultura in concreto sin dalla nascitatema di conciliazione, delle politiche dei tempi, del secondo welfare, della valorizzazione del personale, della organizzazione del lavoro; ✓ favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro.Biblioteche e Musei si presentano uniti nel Sistema Infanzia comunale per accogliere in serenità e bellezza le famiglie, come risorse attive in una comunità intera che sostiene ed educa, confrontandosi con gli altri attori territoriali.Gli stimoli che arrivano dai genitori e dal contesto sociale ed emotivo di riferimento sono fondamentali per lo sviluppo delle sue intelligenze. Per uno stile di vita armonioso e sereno, i bambini hanno bisogno di relazioni non-violente. La comunità educante cittadina lavora quindi per promuovere la comunicazione non violenta, valorizzando modelli relazionali ed educativi alla pari. Attraverso il Sistema Infanzia della città, costituitosi nel 2015 grazie al sostegno della Regione Piemonte, sono stati organizzati diversi eventi di sensibilizzazione: giornate dell’infanzia a cadenza annuale, una campagna cittadina in cui si è esposta una mostra tematica itinerante sui diritti dei bambini presso tutte le sedi dei servizi, stand presso eventi cittadini, scambio e riutilizzo giocattoli e vestiario. E’ stato istituito un apposito blog che riveste un ruolo strategico, in qualità di strumento di comunicazione e di divulgazione di iniziative, oltre a rappresentare un luogo di confronto e scambio tra operatori e genitori. Al suo interno sono postati gli eventi relativi alla prima infanzia presenti nel territorio.
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Contesto. Cuneo Il Sistema Informativo Agricolo Regionale (SIAR) è stato avviato nel corso del 2007 ed è considerato un progetto pilota a livello nazionale per il capoluogo dell’omonima provinciasuo grado di innovazione e di cooperazione con il Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN), città più grande e popolosa dell’area, pertanto La Regione Autonoma della Sardegna si candida ad essere un punto di riferimento per i servizi territoriale e in particolar modo per i altre amministrazioni che intendano percorrere la medesima esperienza di integrazione con il SIAN. Il Sistema Informativo Agricolo Regionale comprende una serie di servizi per l’xxxxxxxx.Xx popolazione l’attuazione del concreto supporto e del dialogo virtuale tra amministrazione e utenti. Esso esprime strumenti come l’Anagrafe regionale delle aziende agricole, che rappresentano un momento di Cuneo è razionalizzazione del flusso di 55.980 abitanti, di cui 2.995, il 5,35% è compresa tra 0 e 6 anni, la popolazione target del progetto(Fonte DEMO ISTAT anno 2020). La città di Cuneo non è esente dalle dinamiche che caratterizzano questi anni: il calo della natalità, la crisi economica, nuovi modelli di famiglia, nuovi approcci all’utilizzo dei servizi prima infanzia, la riappropriazione del ruolo di cura informazioni da parte dei nonni etc. L’amministrazione cuneese ha cercato delle aziende agricole che consente di rispondere a questi cambiamenti proponendo alcune soluzioni che investono aspetti prevalentemente formativi e culturali. Si cerca di focalizzare l’attenzione sui bisogni di legami familiari al di fuori dei modelli originali o tradizionaliavere, come nel caso di familiari adottivi e orfani per crimini domestici. La ciascuna, un'esatta fotografia della sua situazione pandemica e le relative restrizioni hanno rappresentato un elemento di forte impatto sulla quotidianità dei bambini e delle loro famiglie. Da un lato, isolamento e segregazione domestica hanno cambiato lo stile di vita e la mobilità di molti bambini e il loro rapporto con lo spazio aperto, così come la difficoltà ad accedere a occasioni ludiche e di aggregazioni al di fuori del nucleo familiare hanno modificato ridurre la modalità di interazione presentazione dei documenti cartacei, semplificando così gli adempimenti burocratici e la quantità e qualità garantendo una maggiore trasparenza dei legami sociali dei più piccoliprocedimenti amministrativi. Le restrizioni e l’obbligo per adulti e bambini di condividere per lunghi periodi lo stesso spazio domesticoL’anagrafe, spesso in condizioni di affollamento abitativo e senza lo spazio sufficiente affinché i componenti della famiglia possano svolgere in autonomia fra le proprie attività quotidianeatre cose, hanno condizionato anche il benessere e la qualità della vita degli adulti. È emerso così un bisogno per i più piccoli di fruire dello spazio aperto, di vivere fuori dalle mura domestiche e nell’ambiente naturale e di interagire con coetanei e con adulti che non siano membri della stessa famiglia. La crisi economica che ormai risale al 2008 e da cui la ripresa in questo dodici anni è stata lenta e difficoltosa, si è inasprita nuovamente a partire dal 2020 con l’inizio della pandemia da Covid-19, periodo in cui molti lavoratori, soprattutto i più fragili, hanno perso il lavoro (Fonte: Il mercato del lavoro in Piemonte nel 2019 e nella prima fase dell’emergenza sanitaria, Ires Piemonte, 2020).Secondo la Banca d’Italia, durante il primo lockdown, circa il 50% delle famiglie italiane ha dichiarato di aver subito una contrazione significative del proprio reddito, 15% di aver visto dimezzarsi le proprie entrate e solo il 20% dei lavoratori autonomi non aveva subito contraccolpi. Ad oggi, la quota di coloro che hanno subito una riduzione significativa del reddito è costituita dal 67,2% delle famiglie. I più colpiti sono i lavoratori autonomi, famiglie monoparentali e i redditi bassi, soprattutto delle aree metropolitane. Ciò influenza la vita delle famiglie che si trovano a fronteggiare difficoltà su più piani e in cui l’aspetto economico risulta spesso uno dei problemi principali. La città di Cuneo è sede e snodo di molti servizi territoriali che possono venire incontro alle problematiche della propria popolazione, in particolar modo della fascia 0-6, e delle famiglie. In questo senso, il settore pubblico è di fondamentale importanza per rispondere alle necessità della cittadinanza. Cuneo è sede dei Servizi Sanitari legati alla prima infanzia, Neuro Psichiatria Infantile - Consultorio familiare - Servizio Igiene e Sanità Pubblica ASLCN1 e dei Servizi Sociali, Centro Famiglie promosso dal Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese. Collabora con il micronido aziendale dell’Azienda ospedaliera X. Xxxxx e Carle attraverso una convenzione. L’obiettivo dei servizi del sistema infanzia è garantire il sostegno alle fasce più deboli e dei minori, intrattenendo relazioni dirette con il volontariato, l’associazionismo e la cooperazione sociale, in particolare attraverso la gestione di progetti, interventi e servizi a sostegno di genitorialità e tutela dei minori, di inclusione sociale, di prevenzione e protezione sociale, accoglienza e integrazione sociale. I bambini hanno inoltre necessità di accedere alla cultura e ad un’educazione precoce per sviluppare il loro potenziale e per stimolare la loro attenzione.A favore di ciò, è stato istituito il “Passaporto culturale”, attualmente operante sul territorio:questo abbonamento permette al bambino di accedere a tutti i musei convenzionati durante il suo primo anno di vita, offrendo offre la possibilità di conoscereindividuare univocamente una azienda agricola e di associarla ai procedimenti amministrativi cui ha partecipato, vedere al fine di realizzare la gestione informatizzata e sperimentare la cultura razionale di tutti i procedimenti inerenti l’agricoltura sarda. L’attuazione delle disposizioni normative in concreto sin dalla nascita.Biblioteche tema di semplificazione amministrativa in agricoltura e Musei si presentano uniti nel Sistema Infanzia comunale per accogliere in serenità trasferimento delle competenze e bellezza le famigliedelle funzioni a favore delle Province e delle tre Agenzie Regionali AGRIS, come risorse attive in una comunità intera che sostiene ed educaLAORE e ARGEA, confrontandosi unitamente alle esigenze derivanti dall’evoluzione con gli altri attori territoriali.Gli stimoli che arrivano dai genitori e il SIAN, impongono l’ampliamento dei servizi già erogati dal contesto sociale ed emotivo di riferimento sono fondamentali per lo sviluppo delle sue intelligenzeSIAR. Per uno stile di vita armonioso e sereno, i bambini hanno bisogno di relazioni non-violente. La comunità educante cittadina lavora quindi per promuovere la comunicazione non violenta, valorizzando modelli relazionali ed educativi alla pari. Attraverso Ad oggi il Sistema Infanzia della cittàInformativo Agricolo Regionale ha raggiunto un grado di maturità che consente l’erogazione dei servizi ad enti e amministrazioni diverse da quella Regionale, costituitosi nel 2015 grazie nonché alle singole aziende agricole e al sostegno cittadino. L’estensione dei servizi SIAR favorirà il consolidamento del portale web della Regione PiemonteAutonoma della Sardegna dedicato all’agricoltura, sono stati organizzati diversi eventi già fruibile attraverso la rete Internet, che sarà esteso con la progressiva pubblicazione dei nuovi servizi. Il portale tematico dell’agricoltura rappresenterà il punto unico di sensibilizzazione: giornate dell’infanzia a cadenza annualeaccesso ai servizi erogati dal SIAR Sardegna. Il SIAR deve inoltre garantire l’interoperabilità con i sistemi informativi di altre amministrazioni, una campagna cittadina in cui si è esposta una mostra tematica itinerante sui diritti allo scopo di condividere servizi e favorire la semplificazione dei bambini presso tutte le sedi dei servizi, stand presso eventi cittadini, scambio e riutilizzo giocattoli e vestiario. E’ stato istituito un apposito blog che riveste un ruolo strategico, in qualità di strumento di comunicazione procedimenti amministrativi e di divulgazione di iniziative, oltre a rappresentare un luogo di confronto certificazione delle informazioni. Fra le principali collaborazioni già avviate si evidenziano quelle con il SIAN e scambio tra operatori e genitori. Al suo interno sono postati gli eventi relativi alla prima infanzia presenti nel territoriocon il Sistema Informativo Territoriale della Regione Sardegna (SITR).
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