Common use of PRESENTAZIONE Clause in Contracts

PRESENTAZIONE. industriale di lungo respiro ha prodotto, da diversi anni a questa parte, un sistema in affanno, caratterizzato da «mancanza di obiettivi e di strategia, difficoltà nel costruire piattaforme estese, ad adottare una lean production coinvolgente, lentezza nell’innovazione di mercato e di processo. E dallo spaventoso aumento della corruzione, dal rafforzamento delle organizzazione criminali che coincide sempre con un processo di decrescita economica» (2). E dunque, mentre la crisi consuma i suoi effetti sul mercato del lavoro e sulla vita di individui e famiglie, in Puglia abbiamo sollevato voci critiche sul modello di sviluppo su cui si è andata edificando la società contemporanea. Ci siamo poste la domanda, in particolare, se sia possibile trovare, proprio nelle linee di frattura che si sono aperte di recente, elementi dai quali ripartire, nel tentativo di stabilire nuovi presupposti per un sistema socio-economico che sia più equo e inclusivo, ridando nel contempo slancio alla competitività del nostro sistema produttivo. In questo scenario, dunque, ci siamo chieste come possono situarsi le politiche di conciliazione e di welfare e quale ruolo, politico e di progettazione, possono esercitare per definire “un nuovo patto sociale” tra lavoratrici/lavoratori e impresa. La Puglia ha dimostrato in questi anni di essere un grande cantiere di innovazione e sperimentazione; sul piano normativo, di governance, ma anche strettamente operativo, come dimostra l’attuazione delle tante misure a sostegno di genitori e donne, queste ultime titolari quasi esclusive dei compiti di “cura” di bambini e anziani, in ossequio a un paradigma datato e da sempre viziato (3). In questi anni abbiamo voluto considerare la conciliazione come un sistema di azioni mosso da una coalizione di attori eterogenea ma sinergica, virtualmente dotato di un forte grado di coerenza interna e di un intrinseco portato di mutamento sociale. La doppia tesi al centro del nostro operato è che sia indispensabile coinvolgere il mondo maschile, ottenerne complicità e collaborazione, e che il rapporto tra famiglia e lavoro vada profondamente riconsiderato, ricucendo in maniera salda e definitiva la rottura, la discontinuità che finora lo ha caratterizzato. Su quest’ultimo punto, la proposta è dunque quella di riflettere su una nuova cultura del lavoro, che sappia valorizzare, e non invece cancellare, il legame virtuoso che può insistere tra i mondi vitali.

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PRESENTAZIONE. industriale Prosegue la tradizione di lungo respiro questa Rassegna, attraverso la quale il Servizio Legale dell’ISVAP rende conto – in concomitanza con la presentazione pubblica della Relazione, sull’attività svolta nell’anno – degli approfondimenti effettuati su aspetti problematici della normativa assicurativa. L’anno 2001 ha prodottovisto il Servizio impegnato in modo specifico a dipanare il filo delle complesse questioni applicative dell’art. 3 legge n. 39/77, come novellato dall’art. 5 della legge n. 57/01, sul tema sempre caldo del rispetto dei tempi e delle modalità di accertamento e liquidazione dei danni derivanti dalla circolazione stradale. L’estensione del beneficio di una definizione più spedita delle procedure risarcitorie alla totalità dei danni alla persona (compreso il decesso) e la rimodulazione del sistema sanzionatorio in caso di inosservanza della disposizione novellata hanno proposto difficoltà ermeneutiche che l’Istituto ha dovuto superare senza ausilio di dottrina o giurisprudenza. Il Servizio ha dato in proposito il proprio contributo, mai discostandosi dalla necessità di intendere, oltre le insufficienze della lettera, lo spirito della nuova disciplina, che vuole offrire al pregiudizio patito dai danneggiati uno strumento completo e spedito di ristoro. Le indicazioni qui sintetizzate potranno essere d’aiuto agli operatori, ai quali si aggiunge il supporto del testo integrato della norma, opportunamente ricostruito e riportato in Appendice. Altro punto di impegno rilevante per il Servizio è stato quello volto a contrastare la pretesa – purtroppo incoraggiata da associazioni poco inclini a diffondere una reale conoscenza delle problematiche assicurative – di un coinvolgimento dell’ISVAP nei danni lamentati dagli assicurati per effetto delle note pratiche concordate sui prezzi di cui si sono interessati l’Autorità Antitrust e, in sede oppositiva, i Giudici Amministrativi. La giurisprudenza formatasi sul punto, grazie alle vigorose e puntuali difese dei legali dell’Istituto, ha fatto giustizia dell’ingiustificata iniziativa, aiutando a chiarire i rapporti fra le istituzioni rispettivamente chiamate a realizzare, nei confronti del settore assicurativo, distinti obiettivi di controllo sulla solidità e correttezza delle gestioni aziendali ed obiettivi di regolazione dei livelli di concorrenza all’interno di quel mercato. Di altri temi, parimenti rilevanti, studiosi e operatori troveranno indicazione nella presente Rassegna, offerta col proposito di contribuire alla crescita di una reale cultura assicurativa di cui continua a registrarsi la carenza. Nel rinviare studiosi e operatori alla sua lettura, non posso esimermi dal rivolgere un vivo apprezzamento a coloro che hanno collaborato alla relativa stesura, da diversi anni Xxxxxx Xxxxxxx a questa parteXxxx Xxxxx Xxxxx, un sistema in affannoda Xxxxx Xxxxxxx a Xxxxxxxx Xxxxxxxx, caratterizzato da «mancanza Xxxxxxx Xxxxxxxxx a Xxxxxx Xxxxx ed a Xxxxxxx Xxxxxx, giuristi di obiettivi salda dottrina e colleghi di strategia, difficoltà nel costruire piattaforme estese, ad adottare una lean production coinvolgente, lentezza nell’innovazione di mercato e di processo. E dallo spaventoso aumento della corruzione, dal rafforzamento delle organizzazione criminali che coincide sempre con un processo di decrescita economica» (2). E dunque, mentre la crisi consuma i suoi effetti sul mercato del lavoro e sulla vita di individui e famiglie, in Puglia abbiamo sollevato voci critiche sul modello di sviluppo su cui si è andata edificando la società contemporanea. Ci siamo poste la domanda, in particolare, se sia possibile trovare, proprio nelle linee di frattura che si sono aperte di recente, elementi dai quali ripartire, nel tentativo di stabilire nuovi presupposti per un sistema socio-economico che sia più equo e inclusivo, ridando nel contempo slancio alla competitività del nostro sistema produttivo. In questo scenario, dunque, ci siamo chieste come possono situarsi le politiche di conciliazione e di welfare e quale ruolo, politico e di progettazione, possono esercitare per definire “un nuovo patto sociale” tra lavoratrici/lavoratori e impresa. La Puglia ha dimostrato in questi anni di essere un grande cantiere di innovazione e sperimentazione; sul piano normativo, di governance, ma anche strettamente operativo, come dimostra l’attuazione delle tante misure a sostegno di genitori e donne, queste ultime titolari quasi esclusive dei compiti di “cura” di bambini e anziani, in ossequio a un paradigma datato e da sempre viziato (3). In questi anni abbiamo voluto considerare la conciliazione come un sistema di azioni mosso da una coalizione di attori eterogenea ma sinergica, virtualmente dotato di un forte grado di coerenza interna e di un intrinseco portato di mutamento sociale. La doppia tesi al centro del nostro operato è che sia indispensabile coinvolgere il mondo maschile, ottenerne complicità e collaborazione, e che il rapporto tra famiglia e lavoro vada profondamente riconsiderato, ricucendo in maniera salda e definitiva la rottura, la discontinuità che finora lo ha caratterizzato. Su quest’ultimo punto, la proposta è dunque quella di riflettere su una nuova cultura del lavoro, che sappia valorizzare, e non invece cancellare, il legame virtuoso che può insistere tra i mondi vitaligeneroso impegno.

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PRESENTAZIONE. industriale Questa Guida vuole essere uno strumento di lungo respiro ha prodottoorientamento per le imprese ar- tigiane che si trovano ad affrontare il mercato delle costruzioni e degli impianti; in questo come in ogni altro mercato, da diversi anni a questa partetutti gli attori (clienti, imprese, consulenti) si muovono ormai secondo le regole di un sistema di concorrenza competitiva. Ogni azienda, e ogni imprenditore che tragga dalla propria professionalità e dal “saper fare” legittimo orgoglio e consideri, correttamente, queste le principali “armi” per competere sul mercato, è tuttavia ormai costretto ad acquisire un’adeguata co- noscenza degli elementi di impostazione tecnica e giuridica della contrattualistica d’impresa. Sempre più raramente la semplice stretta di mano o la parola data sono sufficienti per garantire all’imprenditore la necessaria tranquillità nello svolgere il pro- prio lavoro. Già durante la fase di trattativa commerciale l’impresa può trovarsi di fronte una grande quantità di “punti critici” che deve correttamente valutare; per questo motivo è necessario che il soggetto economico abbia la consapevolezza che un contratto ben fatto o comunque attentamente valutato può significativamente ridurre il rischio im- prenditoriale. Ecco che allora il contratto, certamente in affanno, caratterizzato da «mancanza di obiettivi veste semplice e di strategiafacile compren- sione, difficoltà nel costruire piattaforme estesediventa lo strumento quotidiano che l’imprenditore deve saper utilizzare, ad adottare una lean production coinvolgenteleg- xxxx ed analizzare anche negli aspetti di dettaglio. Da queste riflessioni nasce l’idea di voler richiamare l’attenzione dell’imprendi- tore sugli aspetti contrattuali più importanti per la tutela degli interessi imprendito- riali. Questa Guida, lentezza nell’innovazione sintetica, di mercato facile comprensione e corredata di processo. E dallo spaventoso aumento della corruzioneutilissimi allegati, dal rafforzamento delle organizzazione criminali che coincide sempre con un processo ha l’obiettivo di decrescita economica» (2). E dunque, mentre la crisi consuma i suoi effetti sul mercato del lavoro e sulla vita di individui e famiglie, mettere in Puglia abbiamo sollevato voci critiche sul modello di sviluppo su cui si è andata edificando la società contemporanea. Ci siamo poste la domanda, in particolare, se sia possibile trovare, proprio nelle linee di frattura che si sono aperte di recente, elementi dai quali ripartire, nel tentativo di stabilire nuovi presupposti per un sistema socio-economico che sia più equo e inclusivo, ridando nel contempo slancio alla competitività luce le principali problematiche legate al corretto utilizzo degli strumenti contrattuali del nostro sistema produttivogiuridico. In questo scenarioConsiderata la vastità e la particolarità della normativa italiana sull’argomento, dunquel’intenzione degli autori, ci siamo chieste come possono situarsi le politiche particolarmente efficaci nella scelta degli argomenti e nello stile espositivo, è stata quella di conciliazione e fornire un concreto strumento operativo per con- sentire all’imprenditore artigiano una conoscenza – di welfare e quale ruolo, politico e di progettazione, possono esercitare per definire “un nuovo patto sociale” tra lavoratrici/lavoratori e impresa. La Puglia ha dimostrato in questi anni di essere un grande cantiere di innovazione e sperimentazione; sul piano normativo, di governancebase, ma anche strettamente operativocorretta e immedia- tamente utilizzabile – della problematica contrattuale, come dimostra l’attuazione delle tante misure a sostegno di genitori e donne, queste ultime titolari quasi esclusive dei compiti di “cura” di bambini e anziani, in ossequio a un paradigma datato e così da sempre viziato (3). In questi anni abbiamo voluto considerare la conciliazione come un sistema di azioni mosso da una coalizione di attori eterogenea ma sinergica, virtualmente dotato di un forte grado di coerenza interna e di un intrinseco portato di mutamento sociale. La doppia tesi al centro del nostro operato è che sia indispensabile coinvolgere il mondo maschile, ottenerne complicità e collaborazione, e che il rapporto tra famiglia e lavoro vada profondamente riconsiderato, ricucendo in maniera salda e definitiva la rottura, la discontinuità che finora lo ha caratterizzato. Su quest’ultimo punto, la proposta è dunque quella di riflettere su una nuova cultura del lavoro, che sappia valorizzare, e non invece cancellare, il legame virtuoso che può insistere tra poter consapevolmen- te tutelare i mondi vitalipropri diritti.

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PRESENTAZIONE. industriale La legislazione speciale e di lungo respiro settore ha prodottoprogressivamente introdotto, da diversi anni a questa parteall’interno dell’ordinamento, un sistema nuovo formalismo, che trova la propria ra- gion d’essere nella tutela e nella promozione di interessi emergenti nelle di- namiche negoziali proprie della contrattazione di massa. Nell’impostazione originaria del codice civile, i requisiti di forma, de- stinati ad operare nei rapporti tra pari, sono essenzialmente posti a presidio di una adeguata ponderazione delle parti in affannoordine alla rilevanza giuridica degli atti riguardanti i beni ritenuti di preminente importanza economica e sociale all’epoca della codificazione, i.e. i beni immobili, e a salvaguardia di esigenze di certezza dei rapporti giuridici privati, anche nei confronti dei terzi. La forma vincolata si configura quale vestimentum della dichiarazione negoziale, necessario per la completezza strutturale dell’atto, la cui inosser- vanza comporta la nullità del contratto, azionabile da chiunque vi abbia in- teresse. Le forme previste dalla normativa di derivazione comunitaria trovano invece il proprio naturale campo d’elezione nei rapporti connotati da dispa- xxxx di forza negoziale. Il legislatore ha inteso recepire le esigenze del mutato contesto economico-sociale, caratterizzato da «mancanza non più dalla centralità della proprietà fondiaria, ma dal dinamismo di obiettivi un mercato concorrenziale di prodotti e di strategiaservizi – di consumo, difficoltà bancari, finanziari – ove impera la con- trattazione asimmetrica; in questo contesto, il bene giuridico più rilevante è l’informazione detenuta dal contraente c.d. forte, nei cui confronti l’altra parte si trova in posizione di strutturale e fisiologica debolezza. La forma diviene così uno strumento per ridurre le asimmetrie informative e garantire la trasparenza del contenuto contrattuale. Proteggendo la parte debole del rapporto, la normativa intende pro- muovere, di riflesso, l’ordine, l’efficienza e la competitività del mercato di riferimento. Invero, l’informazione, veicolata in maniera corretta, riduce il rischio di scelte irrazionali; circolando liberamente, è fattore di incremento degli scambi e favorisce la concorrenza. Per effetto della legislazione post-codicistica, la forma del contratto ha così conosciuto una significativa evoluzione, acquisendo la capacità di forni- re risposte a interessi di tutela emergenti. Si potrebbe parlare, nel costruire piattaforme esteserapporto tra le parti del contratto, ad adottare di “forma di protezione”; una lean production coinvolgenteforma che non può essere letta e interpretata ignorando le specifiche finalità perseguite dal legi- slatore nell’ambito della contrattazione asimmetrica. A presidio del “nuovo” vincolo di forma è previsto il rimedio di una nullità, lentezza nell’innovazione parimenti, protettiva, che limita il diritto di mercato e di processoazione alla sola parte tu- telata. E dallo spaventoso aumento della corruzione, dal rafforzamento delle organizzazione criminali che coincide sempre con un processo di decrescita economica» (2). E dunque, mentre la crisi consuma i suoi effetti sul mercato del lavoro e sulla vita di individui e famiglieLa nullità relativa tende infatti a garantire, in Puglia abbiamo sollevato voci critiche sul modello via principale, la prote- zione dell’interesse particolare del contraente debole; assicurando peraltro, al contempo, la promozione di sviluppo su cui interessi di carattere generale, riconducibili sempre alle istanze proprie della concorrenza e del mercato. Anche in considerazione della sostanziale identità di ratio, forma e nul- lità “di protezione” si è andata edificando la società contemporaneaprestano a uno studio congiunto e interconnesso. Ci siamo poste la domandaIl legame tra i due istituti, in particolarestudiati nella loro dimensione evolutiva, se sia possibile trovare, proprio nelle linee di frattura che si sono aperte di recente, elementi dai quali ripartire, nel tentativo di stabilire nuovi presupposti per un sistema socio-economico che sia più equo e inclusivo, ridando nel contempo slancio alla competitività del nostro sistema produttivo. In questo scenario, dunque, ci siamo chieste come possono situarsi le politiche di conciliazione e di welfare e quale ruolo, politico e di progettazione, possono esercitare per definire “un nuovo patto sociale” tra lavoratrici/lavoratori e impresa. La Puglia ha dimostrato in questi anni di essere un grande cantiere di innovazione e sperimentazione; manifesta non solo sul piano normativo, di governanceempirico-applicativo, ma anche strettamente operativo– e soprattutto – sul pi- ano concettuale. È questo l’oggetto e lo scopo del presente studio: un’analisi del “nuo- vo” formalismo introdotto dalla normativa speciale e del rimedio previsto per la sua violazione, come dimostra l’attuazione nell’ottica del processo di progressiva rimeditazione delle tante misure a sostegno di genitori e donnecategorie generali del diritto civile, queste ultime titolari quasi esclusive dei compiti di “cura” di bambini e anzianialla luce degli scopi perseguiti dal diritto regolatorio (segnatamente, in ossequio a un paradigma datato e da sempre viziato (3materia finanziaria). In questi questa prospet- tiva, ci si propone di indagare come la valorizzazione, in chiave ermeneuti- ca, del dato funzionale consenta di superare una pretesa intangibilità e im- mutabilità dei concetti, affinché gli stessi possano arricchirsi di nuovi signi- ficati, così da fornire risposte adeguate ai problemi posti dalla moderna real- tà economica. Il settore prescelto per questa indagine, quello dei “contratti finanzia- ri” (1), nel corso degli anni abbiamo voluto considerare ha visto il sorgere di numerose questioni inter- pretative problematiche e rappresenta un terreno fecondo per misurare la conciliazione come tenuta dei classici istituti civilistici nel settore della contrattazione asimme- trica. La scelta di porsi nell’angolo visuale di uno specifico settore di disci- plina consente perciò non solo di confrontarsi con tematiche applicative di non marginale importanza, ma anche di porre le basi per una riflessione su un sistema di azioni mosso da una coalizione di attori eterogenea ma sinergicapiano più generale. In detto contesto, virtualmente dotato di un forte grado di coerenza interna il tema centrale che si dovrà affrontare è il raccordo tra la normativa speciale e di un intrinseco portato di mutamento socialesettore e la disciplina generale codicistica. La doppia tesi al centro del nostro operato è che sia indispensabile coinvolgere il mondo maschile, ottenerne complicità e collaborazione, e che il rapporto tra famiglia e lavoro vada profondamente riconsiderato, ricucendo in maniera salda e definitiva la rotturaCo- me si vedrà, la discontinuità giurisprudenza ha tentato di fornire risposte a problemi spe- cifici, più o meno convincenti, ma che finora lo ha caratterizzatosi risolvono pur sempre nella deci- sione di singole fattispecie o classi di fattispecie, ricercando un punto di e- quilibrio tra interessi contrapposti. Su quest’ultimo puntoÈ compito del formante dottrinale, la proposta è dunque quella inve- ce, ripensare le categorie generali, al fine di riflettere su consentire alle stesse di rinno- varsi, conservando una nuova cultura del lavoro, che sappia valorizzare, e non invece cancellare, il legame virtuoso che può insistere tra i mondi vitali.(nuova) centralità anche con riferimento alla “con-

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