Common use of Sintesi Clause in Contracts

Sintesi. L’indagine ha avuto ad oggetto la gestione delle risorse del Fondo nazionale di sostegno per l’accesso alle abitazioni in locazione e di quelle del Fondo inquilini morosi incolpevoli, che rappresentano due importanti strumenti utilizzati per l’attuazione delle politiche abitative a livello nazionale. Il primo dei due Fondi è una misura di sostegno al reddito per le categorie sociali più deboli, consistente nell’erogazione di un contributo parziale per il pagamento dell’affitto a favore di inquilini, i quali, pur avendo i requisiti, non riescono ad accedere al sistema di edilizia residenziale pubblica. Il secondo strumento è finalizzato ad agevolare la ricerca di una nuova abitazione da parte dei soggetti sottoposti a procedura di sfratto per morosità incolpevole. L’arco temporale di riferimento dell’analisi condotta abbraccia un sessennio (2014- 2019), che per il Fondo inquilini morosi incolpevoli coincide con l’intero periodo di funzionamento dalla sua istituzione, ai sensi dell’art. 6, c. 5, d. l. 31 agosto 2013, n. 102, mentre per il Fondo di sostegno, previsto dall’art. 11 della legge 9 dicembre 1998, n. 431 rappresenta una fase caratterizzata dalla discontinuità del finanziamento statale che negli anni precedenti era stato costante e aveva raggiunto livelli decisamente più elevati. L’analisi è stata estesa fino a ricomprendere le ultime novità recate dalla decretazione d’urgenza (decreti Cura Italia e Rilancio) che hanno impresso una spinta acceleratoria alla gestione di entrambi i Fondi e hanno messo a disposizione una significativa mole di risorse, in particolare per il Fondo di sostegno, dimostrando in tal modo, una rinnovata attenzione nei confronti degli strumenti analizzati e quindi delle politiche abitative. L’indagine, che ha avuto ad oggetto l’attività svolta dalla competente Divisione della Direzione generale per la condizione abitativa del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha portato in emersione alcune criticità legate, fra l’altro, alle tempistiche e alle attività propedeutiche all’adozione dei decreti annuali di riparto alle regioni delle risorse stanziate con legge di bilancio, oltre che alla non soddisfacente organizzazione dell’attività di monitoraggio affidata dalle norme all’Amministrazione centrale, alla quale spettano anche funzioni di coordinamento e di indirizzo delle attività svolte a livello territoriale per l’utilizzo dei Fondi statali. Al riguardo, nel rilevare che l’attività di monitoraggio per entrambi i Fondi è stata implementata dall’Amministrazione in occasione dell’apertura dell’indagine e all’espresso fine di riferire alla Corte dei conti, sono state formulate più puntuali considerazioni in merito all’effettiva capacità dei dati fino ad ora raccolti, con strumenti non del tutto adeguati e modalità da migliorare, di ricostruire il grado di conseguimento degli obiettivi perseguiti dalle disposizioni istitutive e regolative dei due Fondi ed, in concreto, di verificare la loro efficacia come strumenti di contrasto al disagio abitativo. Tale considerazione assume maggior rilievo alla luce delle ultime novità introdotte dalla decretazione d’urgenza e della mole di risorse messe in campo con procedure accelerate, derogatorie delle ordinarie modalità di riparto.

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Sintesi. L’indagine Il grafico sottostante rappresenta in forma sintetica le considerazioni presentate nei paragrafi precedenti, utilizzando una scala di misurazione che attribuisce dei valori in relazione alla presenza/assenza dei principali requisiti facenti parte del concetto di governabilità. Il PPS è stato un progetto pilota che sarebbe dovuto servire per la raccolta d’informazioni per un intervento successivo di lunga durata. Come è noto, purtroppo, al termine del progetto pilota, l’intervento è stato sospeso. Nella sua fase di sperimentazione il progetto pilota ha dimostrato la capacità di attaccare in modo incisivo alcune determinati della salute, modificando alcuni comportamenti nella popolazione target in funzione preventiva (soprattutto in relazione all’igiene). La metodologia di lavoro ha utilizzato diverse risorse e strumenti per realizzare da un lato, una forte pressione sociale finalizzata all’adozione di comportamenti preventivi e, dall’altro l’adozione di misure sanitarie minime in casa (latrine e gestione dell’acqua). La scelta di focalizzare l’attenzione sulle scuole ha certamente avuto ad oggetto una grande ricaduta in termini di acquisizione di pratiche salutiste da parte di una popolazione giovane e quindi con un impatto presumibilmente importante anche nel futuro. Al contempo la gestione trattazione dei temi preventivi in un’ottica di acquisizione di competenze per la vita (e non solo per la salute), ha portato sperimentare con successo una metodologia formativa efficace e trasversale a diverse discipline scolastiche, arrivando a proporre un adeguamento del curricula scolastico con l’introduzione di queste nuove competenze. Sul versante della comunità, il coinvolgimento dei genitori degli allievi di 5° classe, la formazione di comitati di genitori assieme all’attivazione delle forme di organizzazione interna ai bairros hanno fatto scattare un meccanismo di adesione alle iniziative del progetto molto forte, ben evidenziato dagli indicatori di copertura delle infrastrutture igieniche di base a livelli alti. L’intervento integrato ha coinvolto almeno 3 servizi (salute, educazione e pianificazione/opere pubbliche), i quali hanno coerentemente incorporato gli elementi di questa strategia nel loro programma di azione e coordinato le proprie misure d’intervento nel PPS. L’esperienza di coordinamento è stata molto efficace ed efficiente, garantendo l’allocazione delle risorse del Fondo nazionale di sostegno per l’accesso alle abitazioni in locazione nei modi e di quelle del Fondo inquilini morosi incolpevoli, che rappresentano due importanti strumenti utilizzati per l’attuazione delle politiche abitative a livello nazionalenegli ambiti prioritari. Il primo dei due Fondi è una misura di sostegno al reddito per le categorie sociali più deboli, consistente nell’erogazione di un contributo parziale per il pagamento dell’affitto a favore di inquilini, i quali, pur avendo i requisiti, non riescono ad accedere al sistema di edilizia residenziale pubblica. Il secondo strumento è finalizzato ad agevolare la ricerca di una nuova abitazione da parte dei soggetti sottoposti a procedura di sfratto per morosità incolpevole. L’arco temporale di riferimento dell’analisi condotta abbraccia un sessennio (2014- 2019), che per il Fondo inquilini morosi incolpevoli coincide con l’intero periodo di funzionamento dalla sua istituzione, ai sensi dell’art. 6, c. 5, d. l. 31 agosto 2013, n. 102, mentre per il Fondo di sostegno, previsto dall’art. 11 della legge 9 dicembre 1998, n. 431 rappresenta una fase caratterizzata dalla discontinuità del finanziamento statale che negli anni precedenti era stato costante e aveva raggiunto livelli decisamente più elevati. L’analisi è stata estesa fino a ricomprendere le ultime novità recate dalla decretazione d’urgenza (decreti Cura Italia e Rilancio) Le equipe che hanno impresso una spinta acceleratoria alla gestione di entrambi i Fondi e partecipato hanno messo a disposizione una significativa mole di risorse, in particolare per il Fondo di sostegno, dimostrando in tal modo, una rinnovata attenzione nei confronti degli strumenti analizzati e quindi delle politiche abitative. L’indagine, che ha avuto ad oggetto l’attività svolta dalla competente Divisione della Direzione generale sviluppato competenze specifiche per la condizione abitativa del Ministero delle infrastrutture promozione e dei trasporti ha portato in emersione sensibilizzazione, nonché per l’esecuzione di alcune criticità legate, fra l’altro, alle tempistiche e alle attività propedeutiche all’adozione dei decreti annuali di riparto alle regioni delle risorse stanziate con legge di bilancio, oltre che alla non soddisfacente organizzazione dell’attività di monitoraggio affidata dalle norme all’Amministrazione centrale, alla quale spettano anche funzioni di coordinamento e di indirizzo delle attività svolte a livello territoriale per l’utilizzo dei Fondi statali. Al riguardo, nel rilevare che l’attività di monitoraggio per entrambi i Fondi è stata implementata dall’Amministrazione in occasione dell’apertura dell’indagine e all’espresso fine di riferire alla Corte dei conti, sono state formulate più puntuali considerazioni in merito all’effettiva capacità dei dati fino ad ora raccolti, con strumenti non del tutto adeguati e modalità da migliorare, di ricostruire il grado di conseguimento degli obiettivi perseguiti dalle disposizioni istitutive e regolative dei due Fondi ed, in concreto, di verificare la loro efficacia come strumenti di contrasto al disagio abitativo. Tale considerazione assume maggior rilievo alla luce delle ultime novità introdotte dalla decretazione d’urgenza e della mole di risorse messe in campo con procedure accelerate, derogatorie delle ordinarie modalità di ripartoopere sanitarie.

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Sintesi. Il presente rapporto concerne l’utilizzo dei contributi finanziari dello Stato per la realizzazione di investimenti per impianti e infrastrutture delle ex ferrovie in concessione o in gestione commissariale, cioè quelle ferrovie regionali o locali ora gestite da esercenti diversi da Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. e che vengono qui denominate semplicemente ferrovie locali. L’indagine affronta inoltre il tema del sostegno statale ai costi di gestione di queste ferrovie, nell’ambito più generale del contributo statale alle spese di gestione del trasporto pubblico locale. Per l’ammodernamento di tali ferrovie, a partire dagli anni ’90, sono stati effettuati investimenti con fondi statali assegnati con la legge n. 910/1986 e successive integrazioni, per l’ammontare complessivo, a consuntivo, di poco meno di 2 miliardi di euro, e, in epoca più recente, programmati interventi infrastrutturali a valere sul Fondo sviluppo e coesione per 1.193 milioni di euro, parte dei quali compresi nell’ “Asse tematico F”, destinati al potenziamento del servizio di trasporto pubblico ferroviario, al miglioramento della sicurezza, con particolare riguardo al perfezionamento dei dispositivi tecnologici e dei sistemi automatici di distanziamento e della marcia dei treni oltre alla messa in sicurezza dei passaggi a livello. Nell’ambito di questa più recente programmazione, gli interventi direttamente finanziati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti riguardano un ’ammontare complessivo di 254,12 milioni, cui si aggiungono finanziamenti regionali e dell’Unione europea. In base agli elementi che ha avuto ad oggetto la gestione fornito il Ministero delle risorse del Fondo nazionale di sostegno per l’accesso alle abitazioni in locazione Infrastrutture e di quelle del Fondo inquilini morosi incolpevolidei Trasporti, che rappresentano due importanti strumenti utilizzati per l’attuazione delle politiche abitative a livello nazionale. Il primo dei due Fondi è una misura di sostegno al reddito per le categorie sociali più debolisua volta li ha acquisiti dalle regioni percorse dalle ferrovie oggetto della presente indagine, consistente nell’erogazione di un gli interventi effettuati con il contributo parziale per il pagamento dell’affitto a favore di inquilini, i quali, pur avendo i requisiti, non riescono ad accedere al sistema di edilizia residenziale pubblica. Il secondo strumento è finalizzato ad agevolare la ricerca di una nuova abitazione da parte dei soggetti sottoposti a procedura di sfratto per morosità incolpevole. L’arco temporale di riferimento dell’analisi condotta abbraccia un sessennio (2014- 2019), che per il Fondo inquilini morosi incolpevoli coincide con l’intero periodo di funzionamento dalla sua istituzionestatale, ai sensi dell’artdella l. 910/1986, hanno comportato benefici ai servizi del trasporto ferroviario: aumento del numero e della frequenza delle corse, aumento dei viaggiatori, riduzione dei tempi di percorrenza, miglioramento della sicurezza. 6Gli interventi finanziati con la legge 910/1986, c. 5svolti mediante l’istituto della concessione di opera pubblica, d. l. 31 agosto 2013all’epoca molto utilizzato, n. 102sono stati affidati mediante l’aggiudicazione di contratti quadro, mentre destinati ad essere seguiti da contratti integrativi-attuativi, man mano che venivano progettati i singoli lotti da realizzare. Si sono verificati spesso ritardi nella stipula di tali contratti integrativi o sospensioni dei lavori per necessità di varianti progettuali e per ostacoli di vario genere, quali, ad es., mancati accordi con gli enti locali, interferenze, espropri, esigenza di rendere compatibili i progetti con gli strumenti urbanistici e così via. Ciò ha determinato un enorme allungamento dei tempi, rispetto a quanto originariamente programmato, e un contenzioso con i concessionari che ha inciso per circa il Fondo di sostegno, previsto dall’art20 per cento della spesa complessiva. 11 In buona parte tali inconvenienti appaiono da attribuirsi a carenze nelle fasi della legge 9 dicembre 1998, n. 431 rappresenta una fase caratterizzata dalla discontinuità del finanziamento statale che negli anni precedenti era stato costante programmazione e aveva raggiunto livelli decisamente più elevati. L’analisi è stata estesa fino a ricomprendere le ultime novità recate dalla decretazione d’urgenza (decreti Cura Italia e Rilancio) che hanno impresso una spinta acceleratoria alla gestione di entrambi i Fondi e hanno messo a disposizione una significativa mole di risorse, in particolare per il Fondo di sostegno, dimostrando in tal modo, una rinnovata attenzione nei confronti della progettazione degli strumenti analizzati e quindi delle politiche abitative. L’indagineinterventi, che riflette a sua volta una non adeguata dotazione professionale e organizzativa della pubblica amministrazione idonea ad affrontare in modo efficiente e con anticipo la molteplicità e la complessità delle problematiche che caratterizzano la programmazione e la progettazione dei grandi interventi infrastrutturali. L’indagine ha avuto ad oggetto l’attività svolta dalla competente Divisione riguardato anche gli aspetti della Direzione generale gestione delle ferrovie locali. I dati resi noti dall’ Osservatorio per la condizione abitativa le politiche del trasporto pubblico locale, costituito presso il Ministero delle infrastrutture Infrastrutture e dei trasporti ha portato in emersione alcune criticità legateTrasporti, fra l’altromostrano un grado percentuale di copertura, alle tempistiche mediante tariffe, dei costi di gestione del servizio del trasporto pubblico locale, non molto elevato, che, per quanto riguarda le ferrovie locali, è spesso inferiore al 20 per cento e alle attività propedeutiche all’adozione dei decreti annuali talvolta inferiore al 10 per cento, con un significativo aggravio sulle finanze regionali e dello Stato. Ciò pone l’esigenza di riparto alle regioni delle risorse stanziate con legge cercare soluzioni al problema dell’antieconomicità di bilanciotali gestioni, oltre che alla non soddisfacente organizzazione dell’attività di monitoraggio affidata dalle norme all’Amministrazione centrale, alla quale spettano avendo riguardo anche funzioni di coordinamento e di indirizzo delle attività svolte a livello territoriale per l’utilizzo dei Fondi statalial profilo della sicurezza del trasporto ferroviario. Al riguardo, nel rilevare che l’attività di monitoraggio per entrambi i Fondi è stata implementata dall’Amministrazione in occasione dell’apertura dell’indagine e all’espresso fine di riferire alla Corte dei conti, sono state formulate più puntuali considerazioni in merito all’effettiva capacità dei dati fino ad ora raccolti, con strumenti non del tutto adeguati e modalità da migliorare, conti | Sezione centrale di ricostruire il grado di conseguimento degli obiettivi perseguiti dalle disposizioni istitutive e regolative dei due Fondi ed, in concreto, di verificare la loro efficacia come strumenti di contrasto al disagio abitativocontrollo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato | Delib. Tale considerazione assume maggior rilievo alla luce delle ultime novità introdotte dalla decretazione d’urgenza e della mole di risorse messe in campo con procedure accelerate, derogatorie delle ordinarie modalità di riparto.n. 1/2021/G

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Sintesi. L’indagine Il grafico sottostante rappresenta in forma sintetica le considerazioni presentate nei paragrafi precedenti, utilizzando una scala di misurazione che attribuisce dei valori in relazione alla presenza/assenza dei principali requisiti di governabilità. Il progetto microcredito ha saputo strutturarsi in modo adeguato alla domanda di credito proveniente dalle persone e dalle famiglie del distretto di Caia e Marromeu, offrendo delle opportunità concrete di sviluppo alle idee imprenditoriali e permettendo degli investimenti in beni prioritari per la popolazione locale. I benefici dell’intervento sono ben rappresentati dai numeri: più di 10.000 beneficiari (contratti) raggiunti con un effetto sui consumi familiari per circa 5600 famiglie; la creazione di impiego temporaneo per circa 10.000 operai agricoli; l’occupazione di circa 300 commessi nel commercio e la stipula di contratti di lavoro per circa 10.000 artigiani. Il fondo iniziale di 312.000 euro ha avuto ad oggetto una capacità generativa di 1,8 all’anno totalizzando un capitale prestato che ha superato i 5 milioni di euro in 10 anni. Bisogna infine ricordare il valore dell’equipe che ha gestito le risorse e che ha assicurato, attraverso un monitoraggio costante e diffuso, la crescita del fondo permettendo all’iniziativa di riscuotere un importante riconoscimento sociale. Le competenze acquisite e la buona organizzazione di questo gruppo di lavoro costituiscono un importante risultato positivo raggiunto dal CAM. Un risultato che assicura delle buone chance affinché l’iniziativa sia sostenibile nel futuro. L’analisi ha tuttavia evidenziato un unico elemento di debolezza: la mancanza di procedure di gestione interne scritte tali da stabilizzare le buone modalità operative selezionate nel tempo ed utilizzate nella pratica. Per quanto concerne l’inclusione e le forme di partecipazione comunitaria ai temi legati all’accesso al credito, è importante osservare come l’associazione Thiphedzane, composta dagli stessi operatori del programma di microcredito, ha nei fatti assunto un ruolo di promozione di credito attraverso la gestione delle risorse del Fondo nazionale di sostegno per l’accesso alle abitazioni in locazione e di quelle del Fondo inquilini morosi incolpevoli, piccoli fondi provenienti da una loro tassazione interna. L’associazione che rappresentano due importanti strumenti utilizzati per l’attuazione delle politiche abitative a livello nazionale. Il primo dei due Fondi è una misura di sostegno al reddito per le categorie sociali più deboli, consistente nell’erogazione di un contributo parziale per il pagamento dell’affitto momento non si profila come associazione di utilità sociale, ha comunque il merito di proporsi come attore comunitario competente e responsabile. L’idea alla quale guarda con favore l’associazione è quella di “impresa sociale”, ovvero di attività economica avente sia una modalità di lavoro da impresa che una finalità sociale. In questo quadro l’associazione dovrebbe tuttavia indicare con chiarezza il valore sociale (quello economico è già evidente) del proprio agire associativo. L’associazione e il Micro banco di Caia, questo ultimo non oggetto di valutazione, costituiscono i due capisaldi operativi della politica di credito nel Distretto. Una politica chiaramente orientata alle fasce della popolazione esclude dal credito, anche in settori particolarmente rischiosi come l’agricoltura e a favore di inquilini, i quali, pur avendo i requisiti, supporto delle micro-imprenditorialità locali che non riescono ad accedere esprimere tutto il loro potenziale di crescita e di sviluppo. Queste scelte qualificano in modo inequivocabile la politica di credito del CAM e il contributo in termini di governance dei fenomeni economici informali i quali vengono resi più visibili, meno vulnerabili al sistema di edilizia residenziale pubblica. Il secondo strumento è finalizzato ad agevolare la ricerca di una nuova abitazione da parte dei soggetti sottoposti a procedura di sfratto per morosità incolpevole. L’arco temporale di riferimento dell’analisi condotta abbraccia un sessennio (2014- 2019), che per il Fondo inquilini morosi incolpevoli coincide con l’intero periodo di funzionamento dalla sua istituzione, ai sensi dell’art. 6, c. 5, d. l. 31 agosto 2013, n. 102, mentre per il Fondo di sostegno, previsto dall’art. 11 della legge 9 dicembre 1998, n. 431 rappresenta una fase caratterizzata dalla discontinuità del finanziamento statale che negli anni precedenti era stato costante mercato degli usurai e aveva raggiunto livelli decisamente più elevati. L’analisi è stata estesa fino a ricomprendere le ultime novità recate dalla decretazione d’urgenza (decreti Cura Italia e Rilancio) che hanno impresso una spinta acceleratoria alla gestione di entrambi i Fondi e hanno messo a disposizione una significativa mole di risorse, in particolare per il Fondo di sostegno, dimostrando in tal modo, una rinnovata attenzione nei confronti degli strumenti analizzati e quindi delle politiche abitative. L’indagine, che ha avuto ad oggetto l’attività svolta dalla competente Divisione della Direzione generale riconosciuti per la condizione abitativa del Ministero delle infrastrutture e loro rilevanza in prospettiva di un loro inclusione nel mercato dei trasporti ha portato in emersione alcune criticità legate, fra l’altro, alle tempistiche e alle attività propedeutiche all’adozione dei decreti annuali di riparto alle regioni delle risorse stanziate con legge di bilancio, oltre che alla non soddisfacente organizzazione dell’attività di monitoraggio affidata dalle norme all’Amministrazione centrale, alla quale spettano anche funzioni di coordinamento e di indirizzo delle attività svolte a livello territoriale per l’utilizzo dei Fondi statali. Al riguardo, nel rilevare che l’attività di monitoraggio per entrambi i Fondi è stata implementata dall’Amministrazione in occasione dell’apertura dell’indagine e all’espresso fine di riferire alla Corte dei conti, sono state formulate più puntuali considerazioni in merito all’effettiva capacità dei dati fino ad ora raccolti, con strumenti non del tutto adeguati e modalità da migliorare, di ricostruire il grado di conseguimento degli obiettivi perseguiti dalle disposizioni istitutive e regolative dei due Fondi ed, in concreto, di verificare la loro efficacia come strumenti di contrasto al disagio abitativo. Tale considerazione assume maggior rilievo alla luce delle ultime novità introdotte dalla decretazione d’urgenza e della mole di risorse messe in campo con procedure accelerate, derogatorie delle ordinarie modalità di ripartocrediti formali.

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Sintesi. L’indagine Il grafico sottostante rappresenta in forma sintetica le considerazioni presentate nei paragrafi precedenti, utilizzando una scala di misurazione che attribuisce dei valori in relazione alla presenza/assenza dei principali requisiti facenti parte del concetto di governabilità. Il programma di CD iniziato nel 2008 ha avuto dato la passibilità a circa 3.000 malati di accedere ad oggetto un programma di cura a domicilio accompagnato da un piano assistenziale che ha aggiunto qualità e umanità e dignità alle persone in trattamento antiretrovirale e per patologie croniche. Coerentemente con quanto prevede la gestione legge mozambicana sui CD, il CAM ha organizzato un’equipe locale e ha fatto crescere professionalmente. Oggi l’equipe composta da 20 operatori e 3 responsabili e da un supervisore, appare completamente autonoma nell’esecuzione delle risorse del Fondo nazionale proprie attività di sostegno per l’accesso alle abitazioni in locazione assistenza e di quelle sviluppo delle proprie competenze. Il modello organizzativo, in parte richiesto dalle autorità mozambicane, in parte sviluppato dal CAM garantisce una capacità di pianificazione degli interventi assistenziali e di risposta individualizzata dei casi in trattamento, contando con un supporto di competenze mediche infermieristiche dell’ospedale di Caia. Il coordinamento delle attività avviene attraverso momenti specifici di programmazione con le autorità sanitarie alle quali viene fornito un feedback preciso nei tempi previsti. Queste modalità di azione garantiscono un accompagnamento costante e un monitoraggio della situazione di salute di ciascun malato. A fronte di una ampia autonomia di organizzazione dei processi assistenziali, si registra una limitata autonomia di gestione associativa. Questo è dovuto al fatto che l’equipe non possiede una propria struttura, ma è parte integrante del Fondo inquilini morosi incolpevoliCAM Caia. Un naturale percorso di apparentamento vedrebbe gli operatori dei CD confluire (in parte lo sono) nell’associazione Mbaticoyane, associazione con una mission di promozione del diritto alla salute, di prevenzione della salute e in generale di accesso ai servizi di salute. L’associazione, che rappresentano due importanti strumenti utilizzati per l’attuazione delle politiche abitative è un risultato di altri interventi del CAM, potrebbe assolvere a livello nazionalequesto ruolo sempreché riesca a aggiornare la propria missione e a darsi una struttura organizzativa più rispondente a forme di organizzazioni “da terzo settore”. Il primo dei due Fondi è una misura Questo passaggio sarebbe comunque richiesto qualora l’associazione decidesse di sostegno al reddito per le categorie sociali più deboli, consistente nell’erogazione svolgere un ruolo maggiormente orientato ad esprimere il bisogno di un contributo parziale per salute attraverso azioni di advocacy e di interazione con il pagamento dell’affitto a favore di inquilini, SDSMAS. Dal canto suo il SDSMAS ha impiegato e valorizzato la collaborazione con il CAM (attraverso i quali, pur avendo i requisiti, non riescono ad accedere al sistema di edilizia residenziale pubblica. Il secondo strumento è finalizzato ad agevolare la ricerca di una nuova abitazione da parte dei soggetti sottoposti a procedura di sfratto per morosità incolpevole. L’arco temporale di riferimento dell’analisi condotta abbraccia un sessennio (2014- 2019CD e l’associazione), riconoscendo alcuni strumenti ed approcci ed introducendoli nelle proprie strategie d’azione. La collaborazione del CAM con il SDSMAS ha permesso di affrontare durate gli anni di implementazione delle situazioni sanitarie critiche che, seppur non risolte in termini idi numeri, hanno dato evidenza di cambiamenti importanti sia tra i beneficiari che per il Fondo inquilini morosi incolpevoli coincide con l’intero periodo nelle pratiche di funzionamento dalla sua istituzione, ai sensi dell’art. 6, c. 5, d. l. 31 agosto 2013, n. 102, mentre per il Fondo gestione e fornitura dei servizi di sostegno, previsto dall’art. 11 della legge 9 dicembre 1998, n. 431 rappresenta una fase caratterizzata dalla discontinuità del finanziamento statale che negli anni precedenti era stato costante e aveva raggiunto livelli decisamente più elevati. L’analisi è stata estesa fino a ricomprendere le ultime novità recate dalla decretazione d’urgenza (decreti Cura Italia e Rilancio) che hanno impresso una spinta acceleratoria alla gestione di entrambi i Fondi e hanno messo a disposizione una significativa mole di risorse, in particolare per il Fondo di sostegno, dimostrando in tal modo, una rinnovata attenzione nei confronti degli strumenti analizzati e quindi delle politiche abitative. L’indagine, che ha avuto ad oggetto l’attività svolta dalla competente Divisione della Direzione generale per la condizione abitativa del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha portato in emersione alcune criticità legate, fra l’altro, alle tempistiche e alle attività propedeutiche all’adozione dei decreti annuali di riparto alle regioni delle risorse stanziate con legge di bilancio, oltre che alla non soddisfacente organizzazione dell’attività di monitoraggio affidata dalle norme all’Amministrazione centrale, alla quale spettano anche funzioni di coordinamento e di indirizzo delle attività svolte a livello territoriale per l’utilizzo dei Fondi statali. Al riguardo, nel rilevare che l’attività di monitoraggio per entrambi i Fondi è stata implementata dall’Amministrazione in occasione dell’apertura dell’indagine e all’espresso fine di riferire alla Corte dei conti, sono state formulate più puntuali considerazioni in merito all’effettiva capacità dei dati fino ad ora raccolti, con strumenti non del tutto adeguati e modalità da migliorare, di ricostruire il grado di conseguimento degli obiettivi perseguiti dalle disposizioni istitutive e regolative dei due Fondi ed, in concreto, di verificare la loro efficacia come strumenti di contrasto al disagio abitativo. Tale considerazione assume maggior rilievo alla luce delle ultime novità introdotte dalla decretazione d’urgenza e della mole di risorse messe in campo con procedure accelerate, derogatorie delle ordinarie modalità di ripartosalute.

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Sintesi. L’indagine Negli ultimi anni la salute ha avuto acquisito un ruolo sempre più rilevante nell’ambito delle politiche internazionali in quanto, oltre ad oggetto essere un diritto fondamentale, può essere considerata fonte di stabilità economica e sociale. Ne discende una responsabilità per i governi nel giungere a risultati apprezzabili sia nella lotta alle malattie ma, soprattutto, nella promozione della salute e del benessere per l’intera comunità, senza alcuna esclusione o discriminazione. Una funzione decisiva è svolta dalle strategie di prevenzione rivolte non solo a ridurre il carico delle malattie (trasmissibili e non) attraverso interventi ed azioni volte al potenziamento dell’informazione, dello screening e della “sorveglianza epidemiologica” ma anche per l’individuazione dei determinanti e dei rischi, per la messa a punto e la valutazione dell’impatto degli interventi e il corrispondente investimento per la ricerca. L’infezione da Hiv che causa l’Aids rappresenta a tutt’oggi, nel mondo, un’emergenza sanitaria, e ancora è lontana una sua eradicazione; inoltre, per garantire la sopravvivenza dei soggetti che hanno contratto il virus, le terapie farmacologiche a carico dei sistemi sanitari si presentano alquanto onerose. In Italia, malgrado l’esistenza di una normativa di riferimento molto avanzata e la definizione di un documento innovativo quale il Piano nazionale di interventi, l’evoluzione del quadro clinico, terapeutico, epidemiologico e sociale della malattia, diverso dagli anni Novanta, necessita di una rivisitazione così come, peraltro, è emerso dall’intesa Stato e Regioni del 26 ottobre 2017. In generale, si osserva che la multifattorialità della patologia implica senza dubbio una difficoltà di programmazione degli interventi e delle azioni; d’altra parte, per rendere effettivo il Piano stesso (Pinaids 2017-2019) necessitano risorse finanziarie chiaramente indirizzate nei vari ambiti: di prevenzione, assistenza, accesso ai farmaci, mantenimento alla cura e attività di ricerca; al tempo stesso occorre assicurare un livello di trasparenza della gestione e del monitoraggio degli interventi intrapresi e, dunque, dell’investimento complessivo pubblico. Occorre fare in modo che le politiche di risanamento della spesa statale tornino in qualche modo ad essere indirizzate, nella lotta all’Hiv e all’Aids, al raggiungimento, entro il 2030, del target internazionale del 90-90-90 (90 per cento delle diagnosi accertate, 90 per cento dei diagnosticati trattati con terapie retrovirali e 90 per cento degli infettati sotto cura funzionale). Corte dei conti | Sezione centrale di controllo sulla gestione delle risorse del Fondo nazionale di sostegno per l’accesso alle abitazioni in locazione e di quelle del Fondo inquilini morosi incolpevoliAmministrazioni dello Stato | Delib. n. 3/2020/G Tale obiettivo, che rappresentano due importanti strumenti utilizzati per l’attuazione delle politiche abitative a livello nazionale. Il primo dei due Fondi è una misura di sostegno al reddito per le categorie sociali più deboliinfatti, consistente nell’erogazione di un contributo parziale per il pagamento dell’affitto a favore di inquilini, i quali, pur avendo i requisiti, non riescono ad accedere al sistema di edilizia residenziale pubblica. Il secondo strumento è finalizzato ad agevolare può essere raggiunto anche dal nostro Paese solo con la ricerca pianificazione di una nuova abitazione da parte dei soggetti sottoposti a procedura di sfratto per morosità incolpevolestrategia nazionale, condivisa e coordinata con le realtà territoriali. L’arco temporale di riferimento dell’analisi condotta abbraccia un sessennio (2014- 2019), che per il Fondo inquilini morosi incolpevoli coincide con l’intero periodo di funzionamento dalla sua istituzione, ai sensi dell’art. 6, c. 5, d. l. 31 agosto 2013, n. 102, mentre per il Fondo di sostegno, previsto dall’art. 11 della legge 9 dicembre 1998, n. 431 rappresenta una fase caratterizzata dalla discontinuità del finanziamento statale che negli anni precedenti era stato costante e aveva raggiunto livelli decisamente più elevati. L’analisi è stata estesa fino a ricomprendere le ultime novità recate dalla decretazione d’urgenza (decreti Cura Italia e Rilancio) che hanno impresso una spinta acceleratoria alla gestione di entrambi i Fondi e hanno messo a disposizione una significativa mole di risorse, in particolare per il Fondo di sostegno, dimostrando in tal modo, una rinnovata attenzione nei confronti degli strumenti analizzati e quindi delle politiche abitative. L’indagine, che ha avuto ad oggetto l’attività svolta dalla competente Divisione della Direzione generale per la condizione abitativa del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha portato in emersione alcune criticità legate, fra l’altro, alle tempistiche e alle attività propedeutiche all’adozione dei decreti annuali di riparto alle regioni delle risorse stanziate con legge di bilancio, oltre che alla non soddisfacente organizzazione dell’attività di monitoraggio affidata dalle norme all’Amministrazione centrale, alla quale spettano anche funzioni di coordinamento e di indirizzo delle attività svolte a livello territoriale per l’utilizzo dei Fondi statali. Al riguardo, nel rilevare che l’attività di monitoraggio per entrambi i Fondi è stata implementata dall’Amministrazione in occasione dell’apertura dell’indagine e all’espresso fine di riferire alla Corte dei conti, sono state formulate più puntuali considerazioni in merito all’effettiva capacità dei dati fino ad ora raccolti, con strumenti non del tutto adeguati e modalità da migliorare, conti | Sezione centrale di ricostruire il grado di conseguimento degli obiettivi perseguiti dalle disposizioni istitutive e regolative dei due Fondi ed, in concreto, di verificare la loro efficacia come strumenti di contrasto al disagio abitativocontrollo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato | Delib. Tale considerazione assume maggior rilievo alla luce delle ultime novità introdotte dalla decretazione d’urgenza e della mole di risorse messe in campo con procedure accelerate, derogatorie delle ordinarie modalità di riparto.n. 3/2020/G

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Sintesi. L’indagine Il grafico sottostante rappresenta in forma sintetica le considerazioni presentate nei paragrafi precedenti, utilizzando una scala di misurazione che attribuisce dei valori in relazione alla presenza-assenza dei principali requisiti di governabilità. Gli interventi in ambito agricolo realizzati dal CAM nel distretto di Caia registrano un’impennata con l’avvio della costruzione della scuola professionale di agraria di Murraça e del CDAC (2010). Quest’ultimo doveva rappresentare il fulcro della stratega del CAM per l’innovazione e il trasferimento di tecnologie ai contadini ed allevatori del distretto. Gli esiti di questo intervento che hanno dotato il CDAC di macchine agricole, risorse umane e capitale lavoro per la messa a coltivazione di terreni sperimentali e per l’offerta di sevizi, non sono stati eccellenti. Poche in termini numerici le persone che hanno usufruito dei corsi di formazione per adulti, pochi i servizi resi alla comunità (quantità di terre arate meccanicamente), buoni i risultati delle colture sperimentali, ma scarso il loro impiego in termini di diffusione e trasferimento nelle aziende familiari come pure appare scarso il risultato economico e commerciale (bassi ricavi da vendita). Anche il lavoro di assistenza tecnica estensione non ha avuto ad oggetto effetti consistenti, coinvolgendo generalmente solo le persone che avevano partecipato ai corsi e perlopiù effettuando delle visite alle aziende familiari senza un piano specifico di assistenza. Le difficoltà incontrate nel far decollare questo tipo di servizi sono da individuare nella debole strategia circa la gestione delle risorse funzione e missione del Fondo nazionale di sostegno CDAC, portata avanti sia dal CAM che dalle autorità locali. In particolare il SDAE non ha dimostrato sufficiente interesse per l’accesso alle abitazioni in locazione e di quelle del Fondo inquilini morosi incolpevoli, che rappresentano due importanti strumenti utilizzati assicurare al CDAC una posizione strategica per l’attuazione lo sviluppo delle politiche abitative agricole e zootecniche nel distretto. Queste debole quadro istituzionale non ha permesso in definitiva l’elaborazione di una strategia forte ed articolata, lasciando al CDAC il compito di definire le proprie priorità e modalità di intervento. Operativamente il CDAC ha risentito di questa fragilità e non ha saputo portare avanti un proprio percorso coerente, tentando di volta in volta delle percorsi di lavoro non sempre coerenti e strutturati. Le deboli competenze manageriali dello staff assieme ad un insufficiente attività di monitoraggio e supervisione da parte del CAM hanno portato il CDAC a livello nazionalerispondere alle sole necessità quotidiane senza un piano specifico di lavoro. Il primo L’articolata architettura della governance del CDAC assieme ad un conflitto con la EPAM circa la proprietà dei terreni del CDAC hanno inoltre ingessato la situazione negli ultimi due Fondi è anni portando il CDAC ad una misura diminuzione drastica delle attività, peraltro già limitate. La difficoltà di sostegno al reddito per le categorie sociali più debolipenetrazione nelle reti e nelle organizzazioni contadine da parte del CDAC ha portato infine questa istituzione ad essere sostanzialmente autoreferenziale, consistente nell’erogazione di situazione dalla quale sembra forse uscire oggi dopo un contributo parziale per il pagamento dell’affitto a favore di inquilini, i quali, pur avendo i requisiti, non riescono ad accedere al sistema di edilizia residenziale pubblica. Il secondo strumento è finalizzato ad agevolare la ricerca chiarimento del quadro istituzionale e l’avvio di una nuova abitazione da parte dei soggetti sottoposti a procedura collaborazione all’interno di sfratto per morosità incolpevole. L’arco temporale di riferimento dell’analisi condotta abbraccia un sessennio (2014- 2019), che per il Fondo inquilini morosi incolpevoli coincide con l’intero periodo di funzionamento dalla sua istituzione, ai sensi dell’art. 6, c. 5, d. l. 31 agosto 2013, n. 102, mentre per il Fondo di sostegno, previsto dall’art. 11 della legge 9 dicembre 1998, n. 431 rappresenta una fase caratterizzata dalla discontinuità del finanziamento statale che negli anni precedenti era stato costante e aveva raggiunto livelli decisamente più elevati. L’analisi è stata estesa fino a ricomprendere le ultime novità recate dalla decretazione d’urgenza (decreti Cura Italia e Rilancio) che hanno impresso una spinta acceleratoria alla gestione di entrambi i Fondi e hanno messo a disposizione una significativa mole di risorse, in particolare per il Fondo di sostegno, dimostrando in tal modo, una rinnovata attenzione nei confronti degli strumenti analizzati e quindi delle politiche abitative. L’indagine, che ha avuto ad oggetto l’attività svolta dalla competente Divisione della Direzione generale per la condizione abitativa del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha portato in emersione alcune criticità legate, fra l’altro, alle tempistiche e alle attività propedeutiche all’adozione dei decreti annuali di riparto alle regioni delle risorse stanziate con legge di bilancio, oltre che alla non soddisfacente organizzazione dell’attività di monitoraggio affidata dalle norme all’Amministrazione centrale, alla quale spettano anche funzioni di coordinamento e di indirizzo delle attività svolte a livello territoriale per l’utilizzo dei Fondi statali. Al riguardo, nel rilevare che l’attività di monitoraggio per entrambi i Fondi è stata implementata dall’Amministrazione in occasione dell’apertura dell’indagine e all’espresso fine di riferire alla Corte dei conti, sono state formulate più puntuali considerazioni in merito all’effettiva capacità dei dati fino ad ora raccolti, con strumenti non del tutto adeguati e modalità da migliorare, di ricostruire il grado di conseguimento degli obiettivi perseguiti dalle disposizioni istitutive e regolative dei due Fondi ed, in concreto, di verificare la loro efficacia come strumenti di contrasto al disagio abitativo. Tale considerazione assume maggior rilievo alla luce delle ultime novità introdotte dalla decretazione d’urgenza e della mole di risorse messe in campo con procedure accelerate, derogatorie delle ordinarie modalità di ripartonuovo progetto MAE.

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