Definizione di Fonte

Fonte. Gazzetta Ufficiale Europea URL: link ai documenti: xxxxx://xxxxxxxxxx.xxx.xxxxxx.xx/xxx/xxx-xxxxxxx.xxxx?xxxXx=0000
Fonte. Gazzetta Ufficiale Europea URL:
Fonte. Gazzetta Ufficiale Europea link ai documenti: xxxxx://xxxxxxxxxx.xxx.xxxxxx.xx/xxx/xxx-xxxxxxx.xxxx?xxxXx=0000

Examples of Fonte in a sentence

  • Fonte: Elaborazione della Corte su dati forniti da Poste italiane s.p.a. Il 90,3 per cento del costo del lavoro (4.613 mln) afferisce ai 106.116 dipendenti a tempo indeterminato, il 5,2 per cento (267 mln) riguarda il personale assunto con contratto a tempo determinato (Ctd), il 3,4 per cento (172 mln) il personale dirigente.

  • Figura 3 – Disciplinari esecutivi 2022 Rete Commerciale Mercato Privati Corporate Affairs Immobiliare Reti Commerciali Mercato Imorese e Pubblica Amministrazione Comunicazione Esterna Corporate Affairs Sicurezza, Privacy, Fraud Management e Movimento Fondi Acquisti Affari Legali Fonte: Elaborazione della Corte su dati forniti da Poste italiane s.p.a. Come anticipato nel par.


More Definitions of Fonte

Fonte. Gazzetta Ufficiale italiana n. 114 del 30 set 2020 link ai documenti: xxxxx://xxxxxxxxxx.xxxxxxxxx.xx/xxxx/xx00000-xxxxxxxxx
Fonte. Inapp 2019 La procedura amministrativa di accesso al beneficio fiscale è stata accompagna- ta da una parallela finalità di monitoraggio sulle caratteristiche principali dei contratti che aspirano al beneficio stesso: le imprese devono infatti compilare un documento (dichiarazione di conformità) al momento del deposito telema- tico dell’accordo collettivo. Sulla base delle risultanze di questi dati resi dispo- nibili dal MLPS, sono stati prodotti due rapporti di monitoraggio (INAPP 2018). Riprendendo le conclusioni dell’ultimo rapporto, a tre anni dalla rimodulazione della misura risultava che gli accordi depositati non erano riusciti a smarcarsi dalle determinanti fondamentali che pesano come macigni su diffusione e co- pertura nel complesso del firm level bargaining in Italia: territorio, settore e dimensione aziendale. Se si rivolge l'attenzione alla sola contrattazione di rego- lazione della retribuzione variabile, solo quest’ultima determinante sembrava aver avuto un minore impatto: in altre parole, anche le PMI hanno presentato istanza – e sottoscritto/aderito a contratti di secondo livello. Probabilmente, si diceva, ha avuto un ruolo la possibilità di aderire alla contrattazione territoria- le5. Sempre in quel rapporto erano presentati i risultati delle analisi relative anche agli obiettivi aziendali ed agli indicatori cui, nei contratti, sono ricollegati l’erogazione dei premi di risultato. Nettamente prevalente era, tra gli indicatori prescelti, quello relativo alla riduzione dell’assenteismo, ad indicare apparen- temente una organizzazione del lavoro ancora tayloristica e cioè basata su cri- xxxx spazio-temporali per misurare le performance degli addetti e quindi remu- nerare il valore del lavoro. Nello stesso senso poteva essere letto il dato relati- vo alla scarsità di contratti che costruivano il premio con l’obiettivo di promuo- vere l’obiettivo dell’innovazione, rispetto a quelli più ricorrenti di miglioramen- to della produttività e della reddittività. Proprio questa fotografia in scale di grigio delle evidenze ricavabili dalla analisi dei dati amministrativi, ci ha spinto ad approfondire, attraverso una prima in- dagine di tipo qualitativo, caratteristiche strutturali e ambientali delle aziende che hanno fatto richiesta del premio fiscale. Nei paragrafi che seguono, dopo aver richiamato i meccanismi tecnici che erano alla base della normativa per la verificabilità obiettiva e misurabile dell’incrementalità, è inquadrata l’eccezione cui rivo...
Fonte. Servizio contratti pubblici URL: link ai documenti:
Fonte. Elaborazione della Corte su dati di Poste italiane s.p.a.. La componente dei ricavi dei servizi/prodotti rientranti negli obblighi del servizio universale mostra una flessione di 93 mln, essenzialmente ascrivibile al comparto corrispondenza (-90 mln), per effetto del decremento della posta indescritta, solo in parte compensato dall’incremento della posta descritta e dei servizi integrati di notifica. I costi dei servizi postali ammontano a 4.407 mln, in aumento di 34 mln sul 2021 (+0,8 per cento); di questi, quelli correlati ai prodotti/servizi universali (1.285 mln) evidenziano una riduzione dell’11 per cento (-159 mln) rispetto al 2021, principalmente per effetto del decremento del costo del lavoro (-121 mln), riferibile alla componente straordinaria legata agli incentivi all’esodo e a quella ordinaria per la riduzione del personale (cfr. cap. 5), dovuta al minor impiego di risorse per il progressivo spostamento di volumi, e quindi costi, sui servizi non universali. Gli ammortamenti ed altri costi e oneri dei prodotti/servizi universali registrano un decremento di 26 mln, per effetto degli specifici rilasci sulle svalutazioni crediti delle compensazioni editoriali degli anni pregressi. Il risultato operativo e di intermediazione dei servizi postali è negativo per 1.558 mln, in miglioramento rispetto al 2021 di 20 mln (+1,3 per cento); anche il risultato operativo e di intermediazione dei prodotti/servizi rientranti negli obblighi di servizio universale è in miglioramento (+20,2 per cento, +66 mln). Ne consegue che il risultato dell’esercizio dei servizi postali è negativo per 1.570 mln, registrando un lieve miglioramento rispetto all’esercizio precedente (+0,9 per cento); quello dei prodotti/servizi universali è negativo per 266 mln e segna un miglioramento del 19,6 per cento rispetto al 2021 (-331 mln). In continuità con gli anni precedenti e in linea con quanto indicato nella Direttiva 2008/6/CE, Poste italiane ha quantificato l’onere del servizio universale dei servizi postali per l’anno 2022 in 1.735 mln, di cui 296 mln afferiscono ai prodotti/servizi rientranti negli obblighi di servizio universale47.
Fonte. Gazzetta Ufficiale Europea
Fonte rielaborazione Corte dei conti su dati forniti dalla Direzione centrale del Fec. Dalle relazioni dell’Ispettorato generale di finanza44 2010-2011, è emersa una scarsa vigilanza da parte degli uffici ministeriali ed una poco proficua attività gestionale in ordine ad alcuni immobili, con conseguenti minori incassi derivanti dalla gestione e riflessi sull’esatta quantificazione dei residui attivi da riscuotere e sulle azioni di recupero dei crediti. Elementi di criticità riguardo ai beni di proprietà del Fec, e particolarmente dei terreni, sono stati rilevati dall’Ucb presso il Ministero; al riguardo, l’Ufficio di bilancio ha sollecitato l’amministrazione ad intervenire in presenza di occupazioni extra-contrattuali, a riscuotere i crediti, a regolarizzare contrattualmente le situazioni di fatto, a seguire procedure di evidenza pubblica nell’assegnazione dei cespiti e a rendicontare trimestralmente le entrate riscosse e le somme accertate da riscuotere. In merito, l’Ucb ha richiesto45 a 41 Utg i rendiconti trimestrali delle riscossioni relativi all’esercizio 2014, ancorché negativi, un elenco aggiornato delle proprietà del Fec sul territorio e la quantificazione delle entrate da accertare e riscuotere, ottenendo risposta da xxxx Xxx e la produzione di rendiconti da altri sette Utg che in precedenza non rendicontavano. Il patrimonio immobiliare del Fondo è costituito, inoltre, da un compendio di origine ecclesiastica e cioè da complessi conventuali quali abbazie e monasteri, da immobili già destinati a luoghi di culto ma da tempo non più officiati, da aree di risulta di ex chiese nonché da locali conventuali eccedenti gli ambienti concessi all’autorità ecclesiastica come rettorie. Si tratta di immobili, spesso di rilevante interesse storico-artistico, frequentemente ubicati in piccoli comuni, il cui mantenimento, come evidenziato dalla Direzione centrale, risulta a volte addirittura antieconomico, dovendo l’amministrazione intervenire a salvaguardia della pubblica incolumità con il finanziamento di interventi di somma 44 V. relazione annuale dell’Ispettorato generale di finanza anno 2010 (pag. 20) e 2011 (pag. 8).
Fonte. BNP Paribas Real Estate Research I due prodotti principali del mercato italiano sono gli uffici e il commerciale. Dall’inizio dell’anno, la tendenza osservata l’anno scorso prosegue: gli investimenti in uffici e in immobili commerciali hanno rappresentato circa il 28% e il 46%, rispettivamente. Quello che è cambiato è nella composizione della parte residua. L’anno scorso vi era stata l’importante e atipica transazione del Qatar che era entrato nel progetto di Porta Nuova a Milano rilevando delle quote del progetto. Quest’anno, non vi è stata nessuna transazione atipica mentre si è osservato un aumento delle transazioni nella logistica. Le transazioni alberghiere rappresentano la stessa quota di mercato, intorno al 10%. Sono invece aumentate le transazioni in prodotti alternativi, come le agenzie bancarie per un totale di Euro 342 milioni grazie a due portafogli di Intesa San Paolo (Euro 175 milioni) e di Deutsche (Euro 134 milioni). Il mercato degli investimenti a Milano ha seguito lo stesso trend di quello registrato in Italia. A prima vista, gli investimenti si sono ridotti del 13% rispetto al 2013, però togliendo la transazione atipica del Qatar a Porta Nuova, il volume degli investimenti a Milano è aumentato del 21%.