Definizione di Fonte

Fonte. Gazzetta Ufficiale Europea URL: link ai documenti: ▇▇▇▇▇://▇▇▇▇▇▇▇▇▇▇.▇▇▇.▇▇▇▇▇▇.▇▇/▇▇▇/▇▇▇-▇▇▇▇▇▇▇.▇▇▇▇?▇▇▇▇▇=▇▇▇▇
Fonte. Gazzetta Ufficiale Europea URL:
Fonte. Gazzetta Ufficiale italiana n. 33 del 20 mar 2020 link ai documenti: ▇▇▇▇▇://▇▇▇▇▇▇.▇▇▇▇▇▇▇.▇▇▇▇▇.▇▇/▇▇▇▇▇▇▇

Examples of Fonte in a sentence

  • Recognition of the Fonte Primavera natural mineral water for the non-alcoholic soft-drinks production.

  • Tale accordo, che rappresenta pertanto la Fonte Istitutiva del Fondo, dà attuazione all’articolo 74 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i lavoratori dipendenti delle industrie alimentari, sottoscritto in data 6 Luglio 1995 fra le citate Associazioni imprenditoriali di categoria aderenti a CONFINDUSTRIA, l’INTERSIND e la FAT-CISL, FLAI-CGIL e la UILA-UIL, di seguito denominato per brevità CCNL.

  • Fonte Descrizione Tipo norma Anno N° Estremi Esercizio di Importo competenza Statale Attivazione delle risorse preordinate dalla legge finanziaria per l'anno 1998 al fine di realizzare interventi nelle aree depresse.

  • D.G. 21/06 del 21/01/2011 D.G. 21/06 del 21/01/2011 Riconoscimento dell'acqua minerale naturale Fonte Primavera all'utilizzo per la produzione di bibite analcoliche.

  • Fonte dei dati personali Alcuni dei Suoi dati potranno essere raccolti presso pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque nel rispetto delle finalità delle banche dati suddette e fermi restando i limiti e le modalità che le leggi, i regolamenti o la normativa stabiliscono per la conoscibilità e pubblicità dei dati.


More Definitions of Fonte

Fonte. Servizio contratti pubblici URL: link ai documenti:
Fonte. Gazzetta Ufficiale Europea
Fonte. Elaborazione della Corte su dati di Poste italiane s.p.a. Nel 2022 la raccolta netta del risparmio postale presenta un saldo negativo di circa 11,1 mld, in netto peggioramento rispetto all’anno precedente (-5,8 mld), che ha riguardato entrambi i prodotti del comparto. Tale diminuzione è ascrivibile principalmente alla minor raccolta netta sui libretti postali (-3,9 mld), dovuta in parte alla minore propensione al risparmio legata al particolare contesto economico, alle spinte inflazionistiche e alla ripresa della spesa per consumi, e in parte ai flussi in uscita dei clienti istituzionali correlati allo scenario economico generale. Occorre altresì evidenziare che il confronto rispetto all’anno precedente non è omogeneo: nel 2022 sono stati accreditati undici ratei pensionistici rispetto ai dodici del 2021 per effetto della fine delle disposizioni correlate all’emergenza sanitaria. I BFP registrano una variazione negativa di 1,9 mld, dovuta all’accelerazione dei rimborsi anticipati causata dal mutato scenario macroeconomico. Nel grafico e nella tabella che seguono è illustrata la giacenza media delle masse gestite dai due strumenti emessi da Cdp nell’ultimo biennio. Figura 2 – Giacenza media del risparmio postale ali 315,5 Libretti Postali Buoni Fruttiferi Postali Fonte: Elaborazione della Corte su dati di Poste italiane s.p.a.
Fonte. Elaborazione della Corte su dati forniti da Poste italiane s.p.a. Il ricorso all’albo fornitori ha interessato 309 contratti, 120 sono state le altre procedure di gara e 344 gli atti aggiuntivi (12 per cento del totale delle procedure di gara soggette al decreto legislativo n. 50 del 2016), attivati direttamente da Poste. Ai fini di una corretta valutazione dei dati, occorre tuttavia tener conto che le variazioni, in aumento o in diminuzione, dei valori assoluti e percentuali delle procedure competitive rispetto all’esercizio precedente, sono determinate prevalentemente dalla durata pluriennale dei contratti stessi, che possono determinare oscillazioni anche consistenti tra un anno e l’altro. Gli affidamenti diretti registrano una diminuzione del valore, che passa da 87 a 71 mln (5,8 per cento del totale), riduzione essenzialmente imputabile alle deroghe ex art. 125 decreto legislativo n. 50 del 201697, che passano da 72 mln del 2021 a 64 mln nel 2022 (5,3 per cento del totale). Il valore delle proroghe tecniche98 resta sostanzialmente ivariato, da 198 mln del 2021 a 197 mln nel 2022. La Società riferisce che il ricorso alle proroghe tecniche nel 2022 è dipeso da eventi non ricorrenti intervenuti in alcuni comparti quali: - servizi legati all’ICT per ca. 98 mln, in relazione alla complessità di predisposizione della gara per i servizi di supporto specialistico per i sistemi digitali, postali e corporate del Gruppo; ulteriori proroghe si sono rese necessarie per alcuni ricorsi intervenuti sulla gara di IT Service improvement per i sistemi Postali e Logistica Integrata; - servizio sostitutivo mensa (buoni pasto) per 46 mln, in relazione alle valutazioni di business innovative necessarie per potenziare i sistemi di pagamento digitali tramite app di PostePay; - servizio di trasporto dei prodotti postali e attività collegate afferenti alla rete di base nell’ambito territoriale per garantire la continuità del servizio postale per 29 mln99. Per quanto riguarda il settore degli appalti non ricadenti nel perimetro di applicazione del Codice dei contratti, si riepilogano di seguito sia gli atti di acquisto esclusi ex art. 6 e 7 del Codice, sia le altre procedure negoziali esperite per attività svolte in regime di concorrenza su mercati liberamente accessibili, ai sensi dell’art. 120 del Codice. Per quanto concerne la prima categoria, gli acquisti infragruppo hanno generato una spesa complessiva di 164 mln, (508 mln nel 2021)100. Gli acquisti del 2022 hanno riguardat...
Fonte. Ministero dell’Economia L’Argentina possiede un settore manifatturiero diversificato che nel 2003 rappresentava il 16,4% del PIL. Le principali aree produttive del settore manifatturiero argentino sono gli alimenti e le bevande, i prodotti e le sostanze chimiche, il carbone, i derivati del petrolio e il combustibile nucleare. Il settore è stato interessato in maniera assai negativa dalla recente recessione economica, benché abbia mostrato una ripresa nel 2003 dovuta all’incremento dei consumi interni. Dal 1999 fino a tutto il 2002, la produzione manifatturiera si è ridotta a un tasso annuo composito del 7,5% a causa dell’aumento dei tassi di interesse, del declino degli investimenti privati lordi e della debolezza della domanda interna. In particolare, nel 1999 la riduzione della domanda brasiliana di prodotti argentini, dovuta alla svalutazione del real ha contribuito sensibilmente alla riduzione della produzione manifatturiera. Tutti i settori manifatturieri sono stati gravemente influenzati da tale contrazione economica e molti di essi si sono ridotti di oltre il 50% dal 1999 a tutto il 2002. Le diminuzioni complessivamente più significative nel settore manifatturiero dal 1999 a tutto il 2002 si sono registrati nell’industria dell’arredamento (con un decremento produttivo pari al 58,2%), nell’industria tessile (decremento produttivo del 50,9%), nell’industria automobilistica, dei rimorchi e semirimorchi (decremento produttivo del 34,3%) e nell’industria dei prodotti metallici (escludendo i macchinari e le apparecchiature) (decremento produttivo del 37,0%). La lavorazione dei prodotti del tabacco ha registrato una diminuzione complessiva più ridotta rispetto agli altri settori manufatturieri dal 1999 fino a tutto il 2002, contraendosi solo dell’8,9%. Infine, sebbene l’industria alimentare e delle bevande si sia contratta solo del 10,8% dal 1999 a tutto il 2002, tale riduzione ha contribuito significativamente al declino generale del settore manifatturiero dovuto all’importanza di tale industria come percentuale del PIL totale. Il settore manifatturiero ha registrato una crescita pari al 15,8% nel 2003, essenzialmente in conseguenza dell’incremento dei consumi interni. Le seguenti tabelle illustrano la produzione e la crescita del settore manifatturiero per i periodi indicati: Produzione per settore manifatturiero (in milioni di Peso, a prezzi 1993 costanti) 1999 2000(1) 2001(1) 2002(1) 2003(1) Alimenti Ps. 10.980 Ps. 10.579 Ps. 10.330 Ps. 9.797 n/d Prodo...
Fonte. La Contrattazione Aziendale nella Metalmeccanica in Provincia di Vicenza, 2007 Le considerazioni appena compiute creano i presupposti per dare un significato al fatto che i lavoratoti non permanenti vengano sistematicamente esclusi dai processi formativi. Le attività formative creano capitale umano, che è costituito dalle competenze delle persone, nelle loro diverse componenti e articolazioni, il cui valore può essere amplificato (o ridotto) dall’ambiente organizzativo in cui sono inserite, dalla capacità di utilizzarle in contesti diversi e di riorientarle, trasformarle e integrarle anche con le risorse e i beni complementari esterni all’impresa. Questo capitale è di proprietà del lavoratore. La formazione, strutturata e non, l’ambiente organizzativo e il contesto di lavoro sono le premesse per creare capitale relazionale, che fa riferimento al valore generato dal complesso delle relazioni che il lavoratore dinamicamente attiva nel proprio contesto e con gli attori esterni (clienti, fornitori, concorrenti, finanziatori, partner, istituzioni di ricerca). Tali relazioni si trasformano in una forma di capitale nel momento in cui non si limitano a compensare temporaneamente la mancanza di risorse, ma diventano un mezzo per sostenere la formazione di conoscenza collettiva, in una logica di apprendimento reciproco. Anche questo capitale è di proprietà del lavoratore e della rete a cui appartiene. È evidente che entrambi questi aspetti spingono le imprese a escludere i lavoratori non permanenti dai processi formativi, in quanto esse corrono i rischio concreto di fare investimenti in formazione di cui poi si approprieranno altre imprese. È uno dei tanti paradossi della flessibilità. Escluse le attività di puro addestramento che hanno immediati effetti sulla prestazione del lavoratore, in tutti gli altri casi esiste sempre un più o meno lungo arco di tempo tra il momento in cui un lavoratore acquisisce nuove conoscenze per effetto di interventi formativi e il momento l’impresa osserva l’impatto in termini di miglioramento della produttività e delle prestazioni [Tronti, 2003, p. 264]. In contesti caratterizzati da elevato tasso di innovazione tecnologica (quelle che noi abbiamo chiamato innovazioni radicali), è possibile che non si presentino occasioni professionali nelle quali le conoscenze possono essere applicate. Si arriva addirittura a parlare di “danni educativi”, errori che possono produrre frustrazione negli individui, in quanto è palese il gap tra il conte...
Fonte elaborazione Rur su dati Ministero del Lavoro e Politiche Sociali, Istat e Infocamere, 2018 Da un tale confronto è stato tratto un indice di intensità contrattuale, mettendo a confronto l’incidenza percentuale dei contratti e degli addetti. Sulla base di tale parametro, i settori a maggiore intensità nella contrattazione integrativa sono la fornitura di energia elettrica, la fornitura di acqua e gestione dei rifiuti, l’industria manifatturiera, il comparto dell’informazione e comunicazione, le attività professionali e le attività artistiche e sportive. Il settore dove al contrario si registra la minima incidenza della contrattazione integrativa è quello delle costruzioni (fig. 15). 5 4 3 2 1 0 5,57 2,9 2,2 1,35 1 1 Energia Acqua e Rifiuti Industria Informazione e Attività Manifatturiera Comunicazione Professionali % contratti/% addetti Fonte: elaborazione Rur su dati Ministero del Lavoro e Politiche Sociali, 2018 Affinando l’analisi con i dati riferiti ai sotto comparti più attivi nella contrattazione di secondo livello, si rileva che nel Lazio sono settori a cavallo fra il sistema di imprese private e quello pubblico e anche i grandi gestori di rete nazionali. A tale dimensione appartengono le aziende di fornitura energia elettrica, dei servizi finanziari e della logistica. Settori particolarmente caratteristici dell’economia regionale sono quelli degli alberghi, come pure le industrie chimiche e l’industria delle bevande. Infine, una presenza è anche riferibile agli studi di architettura e ingegneria e alle attività di produzione cinematografica.