Altre sfide alla contrattazione collettiva. Il resoconto sottolinea anche altre preoc- cupazioni quali il dumping salariale, i tempi lunghi di rinnovo dei contratti, la natura variabile del lavoro nel paese e la necessità di estendere la contrattazione collettiva a settori lavorativi nuovi e precari. Viene anche posta grande enfasi sulla necessità di in- novazione e sviluppo delle risorse umane nel mercato del lavoro italiano per migliorare la produttività e la competitività. Tutti i partner sociali considerano la contrattazione collettiva uno strumento neces- sario, nonché il migliore, per regolare le condizioni di lavoro, tanto che anche i sin- dacati esclusi cercano di essere riconosciuti al tavolo delle trattative con l’obiettivo di firmare i CCNL. In ogni caso, secondo l’opinione di vari partner sociali, i modelli e gli attori che devono essere coinvolti nella contrattazione collettiva sono diversi. Nel regime industriale italiano, i sindacati e le organizzazioni dei datori di lavoro sono al centro del processo di contrattazione collettiva, e gli altri attori raramente partecipano alle negoziazioni. La consolidazione di un modello bilaterale di con- trattazione è l’obiettivo delle organizzazioni dei datori di lavoro (Int. Federmec- canica, Int. Ebret) che considerano questo tipo di negoziazione positiva sia per le imprese che per i lavoratori. Gli stessi attori istituzionali chiave nel campo del lavoro riconoscono la centralità di questo modello, in cui lo Stato sembra giocare un ruolo marginale, ma menzionano anche i potenziali rischi: La contrattazione è il prodotto di un confronto tra due parti private, ognuna con i propri poteri di persuasione e le proprie armi negoziali nei confronti dell’altra. Di conseguenza, i risultati di quella contrattazione possono essere oggetto di un com- promesso in cui le parti devono rinunciare reciprocamente a qualcosa. Ma poiché non c’è un regolatore pubblico in questo ambito a garantire determinati aspetti della contrattazione, rimane uno strumento interamente nelle mani delle organiz- zazioni private. (Ministero del Lavoro) D’altra parte, i sindacati vorrebbero in alcuni casi un intervento pubblico nel campo della contrattazione collettiva, come per l’imposizione di un salario minimo, come abbiamo visto in precedenza. Quello che emerge chiaramente è che l’evoluzione delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva è profondamente connessa ai rapporti di potere. Mentre in passato le organizzazioni dei datori di lavoro erano costrette a negoziare...