Metodologia. Attività – Fasi – Interrelazioni La metodologia proposta poggia su una strategia collaborativa e di fiducia col sistema delle imprese basato su protocolli di adesione agli obiettivi regionali e su un approccio learning by doing in ragione della natura complessa del problema da affrontare, che richiede cioè non solo attività efficaci ed efficienti sui singoli obiettivi di dettaglio ma soprattutto adeguati ad un’azione di sistema, per la quale occorrerà di volta in volta reperire le risorse umane più idonee per garantire professionalità e cooperazione. La scelta del “dare fiducia” è invece corrispondente allo spirito stesso delle norme sulla gestione aziendale e sul miglioramento, che non devono solo attestare o certificare l’esistenza di una astratta capacità di governo dei processi ma piuttosto garantire al committente interessato anche la possibilità di fissare contrattualmente l’accesso a documentazioni di conformità dei processi definite da rigorosi piani di controllo. La effettiva capacità di documentare risultati e processi è concepita proprio per evidenziare l’affidabilità delle strutture produttive e per riorientare le prassi e le esigenze di verifica esterna: in questo senso l’attività di vigilanza si può spostare almeno parzialmente dal livello dall’ispezione sul campo a quello della documentazione dei risultati e dei miglioramenti, esattamente come nei confronti delle risorse umane, ove quelle maggiormente qualificate sono monitorate raramente e valutate sull’efficacia nel conseguimento degli obiettivi mentre quelle meno professionalizzate sono seguite in continuità e giudicate soprattutto in base alla loro efficienza. L’attività da intraprendere sarebbe pertanto quella di favorire comportamenti consapevoli da parte dei soggetti pubblici e privati coinvolti sull’assunzione di politiche specifiche e l’adesione a protocolli mirati agli obiettivi specifici di cui sopra, sostenuti da idonee misure di riconoscimento degli investimenti e da supporti di vario genere. La possibilità di effettuare campagne d’ispezione “tradizionali” sui soggetti non aderenti ai protocolli e di effettuare verifiche su questi ultimi in base a un piano di controllo secondo criteri predefiniti e opportune documentazioni. Questo criterio di ordine generale tende ad alleggerire le attività inerenti ai soggetti che si impegnano a rispettare gli obiettivi d’interesse collettivo, con una dichiarazione di politica aziendale e una evidenziazione delle proprie capacità di metterla in opera e con la sottoscrizione di accordi. La definizione di protocolli e di norme comportamentali cui aderire volontariamente potrebbe essere incentivata in varie forme ma dovrebbe comunque essere anche supportata da un’azione diretta delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti dei propri organi tecnici o dei propri ausiliari tecnici. Si pensi, ad es., al ruolo che i Direttori Lavori possono (e devono) svolgere alla luce della legge quadro sulle opere pubbliche. Attività di sensibilizzazione, formazione, orientamento, assistenza sono inoltre un elemento fondamentale della metodologia in questione. Va da sé che un’azione così complessa e articolata esige necessariamente una struttura finalizzata stabile e non un semplice gruppo di lavoro: questa struttura potrebbe assumere la fisionomia di un Centro Operativo con compiti di programmazione operativa, realizzazione e di monitoraggio rispondendo per la valutazione al gruppo di lavoro o ad altro soggetto incaricato. Dal punto di vista operativo l’ipotesi progettuale considera sin da ora un intervento di durata poliennale, in quanto l’alto livello delle aspettative e le difficoltà operative effettive debbono considerare l’ipotesi di aggiustamenti in itinere e prefigurare idonei tempi di promozione, adesione e sperimentazione. Esiste poi la necessità di verificare la manutenibilità dell’azione, che è un problema assai rilevante. In prima approssimazione vengono pertanto individuate quattro fasi annuali.
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Samples: Protocollo d'Intesa
Metodologia. Attività – Fasi – Interrelazioni La metodologia proposta poggia su una strategia collaborativa Il progetto ha durata biennale e di fiducia col sistema delle imprese basato su protocolli di adesione agli obiettivi regionali si svilupperà attraverso 4 fasi sinergiche e su un approccio learning by doing in ragione della natura complessa del problema da affrontarecoordinate tra loro, che richiede cioè non solo attività efficaci ed efficienti sui singoli obiettivi prevedono la presenza del team di dettaglio ma soprattutto adeguati ad un’azione coordinamento nazionale e regionale e dei gruppi di sistema, per la quale occorrerà di volta in volta reperire le risorse umane più idonee per garantire professionalità e cooperazionelavoro aziendali. La scelta del “dare fiducia” è invece corrispondente allo spirito stesso delle norme sulla gestione aziendale e sul miglioramento, che non devono solo attestare o certificare l’esistenza di una astratta capacità di governo dei processi ma piuttosto garantire al committente interessato anche Si valuterà inoltre la possibilità di fissare contrattualmente l’accesso a documentazioni affiancare anche figure specialistiche in ambiti locali che risultano carenti, tenendo anche conto della necessità di conformità ridurre la mobilità passiva e in accordo con la Regione. Le attività prevedono incontri presso il Ministero della salute ed incontri periodici in sede regionale ed aziendale, con percorso di formazione in loco. Il progetto si sviluppa secondo la metodologia lean, considerando un’organizzazione secondo la logica del valore per il paziente e affronta la “produzione di salute” in termini di qualità ed efficienza, realizzando un flusso continuo, una successione di attività che condizionano l’efficienza e l’efficacia del servizio stesso. Il Lean è una metodologia che prevede una gestione operativa tesa al miglioramento continuo dei processi definite da rigorosi piani produttivi finalizzata alla massimizzazione del valore aggiunto per la persona assistita. Il miglioramento dei processi avviene essenzialmente per la Lean attraverso la riduzione degli sprechi (MUDA) favorendo la riduzione dei costi e dei tempi di controlloproduzione e consegna ed una migliore qualità. La effettiva ricerca del valore avviene tramite la rimozione continua degli sprechi e il rispetto per le persone, in termini di coinvolgimento, policy deployment, formazione. Presuppone un nuovo modo di lavorare, con un radicale cambiamento di ruoli, professionalità e responsabilità; le azioni da intraprendere vanno dal ridisegno dei processi di formazione, al fine di favorire la crescita professionale e le capacità di documentare risultati lavorare in team, allo sviluppo di nuovi modelli organizzativi coerenti con il cambiamento dei ruoli e processi è concepita proprio delle responsabilità. I principi di fondo si possono così sintetizzare: creare valore per evidenziare l’affidabilità delle strutture produttive il paziente, semplificare e per riorientare le prassi modernizzare l’organizzazione e le esigenze procedure, valorizzare e responsabilizzare i professionisti, lavorare per processi (La gestione per processi consente di verifica esterna: gestire la variabilità ed è in questo senso l’attività grado di vigilanza si può spostare almeno parzialmente dal livello dall’ispezione sul campo creare nel tempo una “cultura dei risultati”). L’obiettivo non è far lavorare qualcuno più velocemente, ma massimizzare il tempo, seguendo correttamente il flusso del processo. Verrà messo a quello disposizione della documentazione dei risultati e dei miglioramenti, esattamente come nei confronti delle risorse umane, ove quelle maggiormente qualificate sono monitorate raramente e valutate sull’efficacia nel conseguimento degli obiettivi mentre quelle meno professionalizzate sono seguite in continuità e giudicate soprattutto in base alla loro efficienza. L’attività da intraprendere sarebbe pertanto quella di favorire comportamenti consapevoli da parte dei soggetti pubblici e privati coinvolti sull’assunzione di politiche specifiche e l’adesione a protocolli mirati agli obiettivi specifici di cui sopra, sostenuti da idonee misure di riconoscimento degli investimenti e da supporti di vario genere. La possibilità di effettuare campagne d’ispezione Regione una “tradizionali” sui soggetti non aderenti ai protocolli e di effettuare verifiche su questi ultimi in base a un piano di controllo secondo criteri predefiniti e opportune documentazioni. Questo criterio di ordine generale tende ad alleggerire le attività inerenti ai soggetti che si impegnano a rispettare gli obiettivi d’interesse collettivo, con una dichiarazione di politica aziendale e una evidenziazione delle proprie capacità di metterla in opera e con la sottoscrizione di accordi. La definizione di protocolli e di norme comportamentali cui aderire volontariamente potrebbe essere incentivata in varie forme ma dovrebbe comunque essere anche supportata da un’azione diretta delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti dei propri organi tecnici o dei propri ausiliari tecnici. Si pensi, ad es., al ruolo che i Direttori Lavori possono (e devono) svolgere alla luce della legge quadro sulle opere pubbliche. Attività di sensibilizzazione, formazione, orientamento, assistenza sono inoltre un elemento fondamentale della metodologia in questione. Va da sé che un’azione così complessa e articolata esige necessariamente una struttura finalizzata stabile e non un semplice gruppo di lavoro: questa struttura potrebbe assumere la fisionomia di un Centro Operativo con compiti di programmazione operativa, realizzazione e di monitoraggio rispondendo per la valutazione al gruppo di lavoro o ad altro soggetto incaricato. Dal punto di vista operativo l’ipotesi progettuale considera sin da ora un intervento di durata poliennale, in quanto l’alto livello delle aspettative e le difficoltà operative effettive debbono considerare l’ipotesi di aggiustamenti in itinere e prefigurare idonei tempi di promozione, adesione e sperimentazione. Esiste poi la necessità di verificare la manutenibilità dell’azionepocket guide”, che è sintetizza le strategie e gli strumenti per l’implementazione della chirurgia per setting assistenziale e complessità di cura, e un problema assai rilevante“tool kit”, formato da strumenti operativi distinti per le principali fasi del percorso chirurgico (es. In prima approssimazione vengono pertanto individuate quattro coinvolgimento della direzione generale; costruzione del team aziendale, analisi e presa in carico dei problemi sul campo, monitoraggio etc.), che hanno una funzione di facilitazione e guida delle azioni da implementare nella struttura. Di seguito le 4 fasi annuali.principali di articolazione del progetto:
4.1 ANALISI SITUAZIONE GENERALE
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Samples: Accordo Di Collaborazione
Metodologia. Attività – Fasi – Interrelazioni La metodologia proposta poggia su A seguito della revisione non sistematica della letteratura portata avanti e descritta precedentemente, è stato elaborato un questionario con domande aperte e domande chiuse (usando la scala di valutazione Likert37); il questionario è stato quindi proposto ad un gruppo ristretto di studenti “esperti” (che hanno preso parte alle prime esperienze di formazione e che sono, successivamente, diventati loro stessi promotori e organizzatori delle attività) per valutare se il questionario era comprensibile, sostenibile e completo. È stato informato il Comitato Etico della Sapienza della ricerca. Il questionario è stato quindi inviato via mail ai partecipanti insieme al consenso informato e all’autorizzazione al trattamento dei dati. Le risposte al questionario potevano essere fornite in maniera anonima e sono state raccolte lungo un periodo di quattro mesi. Le domande del questionario riguardavano le caratteristiche di chi rispondeva (sesso, anno di nascita, nazionalità, Corso di Laurea, attuale situazione di studio, lavoro o altro) e la loro partecipazione ai corsi di SG o alle palestre in SG. Per i corsi in SG, sono stati indagati gli argomenti e le metodologie didattiche più apprezzate. Per le palestre in SG il questionario prevedeva l’inserimento di commenti di stile narrativo. Una parte finale, comune ai partecipanti ai corsi e alle palestre, indagava l’influenza che hanno avuto tali esperienze formative sulle scelte professionali e personali con una strategia collaborativa e di fiducia col sistema delle imprese basato su protocolli di adesione agli obiettivi regionali e su un approccio learning by doing in ragione della natura complessa del problema da affrontare, che richiede cioè non solo attività efficaci ed efficienti sui singoli obiettivi di dettaglio ma soprattutto adeguati ad un’azione di sistema, per la quale occorrerà di volta in volta reperire le risorse umane più idonee per garantire professionalità e cooperazionescala Likert a sei punti. La scelta del “dare fiducia” è invece corrispondente allo spirito stesso delle norme sulla gestione aziendale e sul miglioramento, che non devono solo attestare o certificare l’esistenza L’ultima domanda prevedeva l’utilizzo di una astratta capacità scala Likert a dieci punti per indagare l’influenza di governo dei processi ma piuttosto garantire al committente interessato anche tali esperienze formative nel promuovere la possibilità responsabilità personale nel promuovere la giustizia sociale e contrastare le diseguaglianze in salute. I dati raccolti sono stati analizzati tramite Excel, usando statistiche di fissare contrattualmente l’accesso a documentazioni di conformità dei processi definite da rigorosi piani di controllotipo descrittivo. La effettiva capacità di documentare risultati e processi è concepita proprio per evidenziare l’affidabilità delle strutture produttive e per riorientare le prassi e le esigenze di verifica esterna: in questo senso l’attività di vigilanza si può spostare almeno parzialmente dal livello dall’ispezione sul campo a quello della documentazione dei risultati e dei miglioramenti, esattamente come nei confronti delle risorse umane, ove quelle maggiormente qualificate sono monitorate raramente e valutate sull’efficacia nel conseguimento degli obiettivi mentre quelle meno professionalizzate sono seguite in continuità e giudicate soprattutto in base alla loro efficienza. L’attività da intraprendere sarebbe pertanto quella di favorire comportamenti consapevoli da parte dei soggetti pubblici e privati coinvolti sull’assunzione di politiche specifiche e l’adesione a protocolli mirati agli obiettivi specifici di cui sopra, sostenuti da idonee misure di riconoscimento degli investimenti e da supporti di vario genere. La possibilità di effettuare campagne d’ispezione “tradizionali” sui soggetti non aderenti ai protocolli e di effettuare verifiche su questi ultimi in base a un piano di controllo secondo criteri predefiniti e opportune documentazioni. Questo criterio di ordine generale tende ad alleggerire le attività inerenti ai soggetti che si impegnano a rispettare gli obiettivi d’interesse collettivo, con una dichiarazione di politica aziendale e una evidenziazione delle proprie capacità di metterla in opera e con la sottoscrizione di accordi. La definizione di protocolli e di norme comportamentali cui aderire volontariamente potrebbe essere incentivata in varie forme ma dovrebbe comunque essere anche supportata da un’azione diretta delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti dei propri organi tecnici o dei propri ausiliari tecnici. Si pensi, ad es., al ruolo che i Direttori Lavori possono (e devono) svolgere alla luce della legge quadro sulle opere pubbliche. Attività di sensibilizzazione, formazione, orientamento, assistenza sono inoltre un elemento fondamentale della metodologia in questione. Va da sé che un’azione così complessa e articolata esige necessariamente una struttura finalizzata stabile e non un semplice gruppo di lavoro: questa struttura potrebbe assumere la fisionomia di un Centro Operativo con compiti di programmazione operativa, realizzazione e di monitoraggio rispondendo per la valutazione al gruppo di lavoro o ad altro soggetto incaricato. Dal punto di vista operativo l’ipotesi progettuale considera sin da ora un intervento di durata poliennale, in quanto l’alto livello delle aspettative e le difficoltà operative effettive debbono considerare l’ipotesi di aggiustamenti in itinere e prefigurare idonei tempi di promozione, adesione e sperimentazione. Esiste poi la necessità di verificare la manutenibilità dell’azione, che è un problema assai rilevante. In prima approssimazione vengono pertanto individuate quattro fasi annuali.È stato condotto
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Samples: Dottorato Di Ricerca
Metodologia. Attività – Fasi – Interrelazioni La metodologia proposta poggia su una strategia collaborativa L’analisi contenuta all’interno del presente working paper è stata realizzata da un gruppo di nove dottorandi frequentanti il corso Apprendimento e innovazione nei contesti sociali e di fiducia col sistema delle imprese basato su protocolli lavoro co-organizzato da Università di adesione agli obiettivi regionali Siena e su ADAPT. In particolare, la stessa è il risultato dell’applicazione di un approccio learning by doing in ragione della natura complessa del problema da affrontare, che richiede cioè non solo attività efficaci ed efficienti sui singoli obiettivi di dettaglio ma soprattutto adeguati ad un’azione di sistema, per la quale occorrerà di volta in volta reperire le risorse umane più idonee per garantire professionalità e cooperazione. La scelta del “dare fiducia” è invece corrispondente allo spirito stesso delle norme metodo didattico chiamato Impresa simulata fondato sulla gestione aziendale e sul miglioramento, che non devono solo attestare o certificare l’esistenza suddivisione di una astratta capacità classe di governo dei processi ma piuttosto garantire laurea triennale o magi- strale, master o dottorato di ricerca in diversi gruppi di lavoro, corrispondenti ai “diparti- menti” nell’ambito dell’area della direzione del personale di un’azienda, al committente interessato anche la possibilità fine di fissare contrattualmente l’accesso a documentazioni di conformità dei processi definite da rigorosi piani di controllo. La effettiva capacità di documentare risultati e processi è concepita proprio per evidenziare l’affidabilità delle strutture produttive e per riorientare le svol- xxxx esercitazioni pratiche tratte dalla prassi e le esigenze dalla realtà del sistema di verifica esterna: in questo senso l’attività di vigilanza si può spostare almeno parzialmente dal livello dall’ispezione sul campo a quello della documentazione dei risultati e dei miglioramenti, esattamente come nei confronti delle risorse umane, ove quelle maggiormente qualificate sono monitorate raramente e valutate sull’efficacia nel conseguimento degli obiettivi mentre quelle meno professionalizzate sono seguite in continuità e giudicate soprattutto in base alla loro efficienza. L’attività da intraprendere sarebbe pertanto quella di favorire comportamenti consapevoli da parte dei soggetti pubblici e privati coinvolti sull’assunzione di politiche specifiche e l’adesione a protocolli mirati agli obiettivi specifici di cui sopra, sostenuti da idonee misure di riconoscimento degli investimenti e da supporti di vario genere. La possibilità di effettuare campagne d’ispezione “tradizionali” sui soggetti non aderenti ai protocolli relazioni industriali e di effettuare verifiche lavoro. (7) La presente mappatura, in particolare, è stata svolta dal Di- partimento Relazioni Industriali tra marzo e luglio 2022. L’analisi è stata svolta su questi ultimi in base a un piano di controllo secondo criteri predefiniti e opportune documentazioni. Questo criterio di ordine generale tende ad alleggerire le attività inerenti ai soggetti che si impegnano a rispettare gli obiettivi d’interesse collettivo, con una dichiarazione di politica aziendale e una evidenziazione delle proprie capacità di metterla in opera e con la sottoscrizione di accordi. La definizione di protocolli e di norme comportamentali cui aderire volontariamente potrebbe essere incentivata in varie forme ma dovrebbe comunque essere anche supportata da un’azione diretta delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti dei propri organi tecnici o dei propri ausiliari tecnici. Si pensi, ad es., al ruolo che i Direttori Lavori possono (e devono) svolgere alla luce della legge quadro sulle opere pubbliche. Attività di sensibilizzazione, formazione, orientamento, assistenza sono inoltre un elemento fondamentale della metodologia in questione. Va da sé che un’azione così complessa e articolata esige necessariamente una struttura finalizzata stabile e non un semplice gruppo di lavoro: questa struttura potrebbe assumere la fisionomia di un Centro Operativo con compiti di programmazione operativa, realizzazione e di monitoraggio rispondendo per la valutazione al gruppo 30 contratti collettivi nazionali di lavoro o ad altro soggetto incaricato. Dal punto di vista operativo l’ipotesi progettuale considera sin da ora un intervento di durata poliennale(CCNL) selezionati tra quelli che risultano essere più applicati all’interno del contesto nazionale - dato ricavato dal database costruito congiuntamente dall’INPS e dal CNEL - coinvolgendo dunque, in quanto l’alto ultima analisi, un ampio numero di imprese e lavoratori nell’ambito dei settori economici e produttivi così come definiti dai codici ATECO. (8) Il reperimento dei con- tratti collettivi così selezionati è stato effettuato grazie ad una ricerca sulla banca dati del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), nel quale sono deposi- tati più di 900 contratti collettivi nazionali di lavoro siglati da associazioni datoriali e sindacali con diverso livello delle aspettative e le difficoltà operative effettive debbono considerare l’ipotesi di aggiustamenti in itinere e prefigurare idonei tempi di promozione, adesione e sperimentazione. Esiste poi la necessità di verificare la manutenibilità dell’azione, che è un problema assai rilevante. In prima approssimazione vengono pertanto individuate quattro fasi annualirappresentatività.
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Samples: Working Paper
Metodologia. Attività – Fasi – Interrelazioni La metodologia proposta poggia su Mitigazione e prevenzione degli impatti Si è operata una strategia collaborativa e definizione delle misure di fiducia col sistema delle imprese basato su protocolli mitigazione per tutti gli impatti, sia connessi alla fase di adesione agli obiettivi regionali e su un approccio learning by doing in ragione della natura complessa del problema da affrontare, cantierizzazione che richiede cioè non solo attività efficaci ed efficienti sui singoli obiettivi di dettaglio ma soprattutto adeguati ad un’azione di sistemaesercizio, per cui è stato possibile identificare le misure stesse. In particolare si è proceduto come di seguito esposto: Si sono inoltre descritte le misure previste per evitare, prevenire, ridurre o, se possibile, compensare gli impatti ambientali significativi e negativi identificati del progetto. Tale descrizione deve spiegare in che misura gli impatti ambientali significativi e negativi sono evitati, prevenuti, ridotti o compensati e deve riguardare sia le fasi di costruzione che di funzionamento. Il concetto di prevenzione degli impatti dovuti alla costruzione ed all’esercizio di un’opera, introdotto dal DLgs 104/2017 (cfr. Allegato VII punto 7, così come modificato dal citato decreto), concerne l’insieme di quelle scelte da assumere in fase di progettazione al preciso fine di evitare e/o prevenire il determinarsi di detti impatti, senza con ciò dover ricorrere alla definizione di interventi di loro mitigazione, ovvero, laddove ciò non fosse bastevole/possibile, di compensazione. Assunto che il concetto di prevenzione si sostanzia nell’integrazione della dimensione ambientale all’interno del processo di progettazione di un’opera, i termini nei quali avviene l’interazione tra la quale occorrerà sfera progettuale e quella ambientale, ossia tra l’ambito della definizione delle scelte progettuali e quello dell’analisi degli effetti ambientali da queste determinati, non si esplica secondo un rapporto di volta in volta reperire le risorse umane più idonee tipo univoco. In altri termini, avendo identificato i profili rispetto ai quali procedere all’analisi ambientale di un’opera nelle dimensioni Costruttiva, “Opera come costruzione”, Fisica, “Opera come manufatto”, ed Operativa”, “Opera come esercizio”, ed avendo adottato la medesima logica nell’articolazione degli ambiti d’azione relativi alle misure assunte per garantire professionalità evitare e cooperazione. La scelta del “dare fiducia” prevenire gli impatti, è invece corrispondente allo spirito stesso delle norme sulla gestione aziendale e sul miglioramento, possibile affermare che non devono solo attestare o certificare l’esistenza di una astratta capacità di governo dei processi ma piuttosto garantire al committente interessato anche sussiste un’unica correlazione tra la possibilità di fissare contrattualmente l’accesso dimensione progettuale a documentazioni di conformità dei processi definite da rigorosi piani di controllo. La effettiva capacità di documentare risultati cui appartiene l’ambito d’azione e processi è concepita proprio per evidenziare l’affidabilità delle strutture produttive e per riorientare le prassi e le esigenze di verifica esterna: in questo senso l’attività di vigilanza si può spostare almeno parzialmente dal livello dall’ispezione sul campo a quello della documentazione dei risultati e dei miglioramenti, esattamente come nei confronti delle risorse umane, ove quelle maggiormente qualificate sono monitorate raramente e valutate sull’efficacia nel conseguimento degli obiettivi mentre quelle meno professionalizzate sono seguite in continuità e giudicate soprattutto in base alla loro efficienza. L’attività da intraprendere sarebbe pertanto quella di favorire comportamenti consapevoli analisi ambientale con riferimento alla quale sono stati identificati gli impatti alla cui prevenzione sono rivolte dette misure. Esemplificando, il definire la configurazione fisica prestando - ad esempio - particolare attenzione all’assetto attuale delle possibili aree di intervento, costituisce una scelta che, seppur afferente alla dimensione progettuale Fisica, si riflette su tutte le tre dimensioni di analisi ambientale. Muovendo da parte dei soggetti pubblici e privati coinvolti sull’assunzione tale considerazione, a valle della necessaria preventiva individuazione delle misure volte ad evitare/prevenire le diverse tipologie di politiche specifiche e l’adesione a protocolli mirati agli obiettivi specifici impatti relative ai fattori di cui sopraall’art. 5 lett. c) del D.lgs. 152/2006 così come modificato dal D.lgs. 104/2017, sostenuti da idonee è stata successivamente operata una loro sistematizzazione volta ad evidenziare le possibili sinergie che l’attuazione di ciascuna di dette misure consente di riconoscimento degli investimenti e da supporti ottenere in termini di vario genere. La possibilità esclusione e/o prevenzione di effettuare campagne d’ispezione “tradizionali” sui soggetti non aderenti ai protocolli e di effettuare verifiche su questi ultimi in base impatti afferenti a un piano di controllo secondo criteri predefiniti e opportune documentazioni. Questo criterio di ordine generale tende ad alleggerire le attività inerenti ai soggetti che si impegnano a rispettare gli obiettivi d’interesse collettivo, con una dichiarazione di politica aziendale e una evidenziazione delle proprie capacità di metterla in opera e con la sottoscrizione di accordi. La definizione di protocolli e di norme comportamentali cui aderire volontariamente potrebbe essere incentivata in varie forme ma dovrebbe comunque essere anche supportata da un’azione diretta delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti dei propri organi tecnici o dei propri ausiliari tecnici. Si pensi, ad esdiversi fattori ambientali., al ruolo che i Direttori Lavori possono (e devono) svolgere alla luce della legge quadro sulle opere pubbliche. Attività di sensibilizzazione, formazione, orientamento, assistenza sono inoltre un elemento fondamentale della metodologia in questione. Va da sé che un’azione così complessa e articolata esige necessariamente una struttura finalizzata stabile e non un semplice gruppo di lavoro: questa struttura potrebbe assumere la fisionomia di un Centro Operativo con compiti di programmazione operativa, realizzazione e di monitoraggio rispondendo per la valutazione al gruppo di lavoro o ad altro soggetto incaricato. Dal punto di vista operativo l’ipotesi progettuale considera sin da ora un intervento di durata poliennale, in quanto l’alto livello delle aspettative e le difficoltà operative effettive debbono considerare l’ipotesi di aggiustamenti in itinere e prefigurare idonei tempi di promozione, adesione e sperimentazione. Esiste poi la necessità di verificare la manutenibilità dell’azione, che è un problema assai rilevante. In prima approssimazione vengono pertanto individuate quattro fasi annuali.
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