Risultati macroeconomici. Dalla metà del 1999, gli sviluppi successivi al conflitto nel Kosovo hanno portato a una forte crescita nella FYROM. Poco dopo che si era conclusa la crisi nel Kosovo si è registrata una vivace ripresa delle esportazioni verso la RFI/Kosovo. Anche la scelta di Skopje come base principale per l'intervento internazionale nel Kosovo ha portato a cospicui redditi nel settore dei servizi. Il boom successivo al conflitto è proseguito per tutto il 2000, ma il fattore dominante della crescita è stata la domanda interna, riguardante in particolare i consumi privati piuttosto che le esportazioni nette. Secondo le stime, nel 2000 il PIL si è accresciuto del 6% in termini reali, con il supporto di un forte aumento della domanda interna, stimato a quasi l'8% in termini reali. I consumi privati si sono incrementati in misura considerevole in particolare nel primo trimestre dell'anno, prima dell'introduzione dell'IVA il 1° aprile, e secondo le stime la formazione lorda di capitale (compresa l'accumulazione di scorte) è aumentata di quasi il 30%, dopo un grave calo nel 1999. Con la domanda interna in aumento di circa l'8% e la crescita del PIL del 6% in termini reali, la crescita economica è stata determinata integralmente dalla domanda interna. Le importazioni si sono incrementate a ritmo più rapido delle esportazioni e questa situazione nei confronti dell'esterno ha costituito un ostacolo per la crescita. Il disavanzo delle partite correnti ha registrato risultati molto peggiori rispetto al 1999, giungendo a circa il 6,5% del PIL nel 2000 contro il 4,0% del PIL nel 1999, tornando quindi ai livelli di quasi tutti gli anni successivi all'indipendenza. Il peggioramento nel 2000 è stato causato soprattutto dal fortissimo aumento delle importazioni di merci, mentre si è avuto un lieve miglioramento nel bilancio dei servizi. I risultati piuttosto favorevoli relativi alle esportazioni sono stati controbilanciati dalle importazioni a fini non soltanto di consumo privato ma anche per l'acquisto di macchinari ecc. necessari per la formazione di capitale. Particolarmente positivi sono stati nel 2000 i risultati nel settore tributario. La ripresa dell'attività economica e specialmente il gettito IVA superiore al previsto, dopo l'introduzione dell'imposta il 1° aprile, hanno portato a un'eccedenza del bilancio delle pubbliche amministrazioni pari a circa il 2¼% del PIL per l'intero anno. Dopo un grave slittamento all'inizio dell'anno, inerenti alle retribuzioni dei dipendenti statali, le autorità hanno stabilito che il Gabinetto del Capo del Governo eserciti controllo diretto sulle assunzioni e sulle retribuzioni in vari ministeri tecnici. Il tasso di disoccupazione, pur in lieve calo, è rimasto elevato: 32,1%, secondo l'inchiesta sulla manodopera effettuata nella primavera 2000, quindi di poco inferiore al tasso medio ufficiale del 32,4% nel 1999. I gravi problemi strutturali del mercato del lavoro rendono improbabile che la forte crescita economica basti da sola a ridurre in misura considerevole il tasso di disoccupazione. L'inflazione è stata del 6,1% su base annua, lievemente superiore a quella degli anni precedenti, soprattutto per l'effetto una tantum dell'introduzione dell'IVA. Le autorità sono riuscite più o meno a contenere l'inflazione quando gli effetti che l'introduzione dell'IVA ha esercitato sui prezzi si sono manifestati con evidenza nei tre mesi successivi. Non vi sono state modifiche nella politica monetaria: senza gravi tensioni, il corso di cambio del dinaro è stato mantenuto stabile nei confronti dell'euro per tutto l'anno.
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Risultati macroeconomici. Dalla metà del Anche prima della crisi nella primavera 1999, sull'economia del Kosovo influivano negativamente l'isolamento internazionale della Repubblica federale di Iugoslavia (RFI), la lentezza con cui venivano attuate le riforme economiche e la totale assenza d'investimenti da quasi un decennio. Come conseguenza del conflitto, sono stati danneggiati gli sviluppi successivi alloggi e le pubbliche infrastrutture, vi è stato un ristagno nella produzione agricola e industriale e sono cessate persino le poche funzioni basilari di pagamento svolte dal settore finanziario ufficiale. Nell'ottobre 1999, secondo le stime dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) il tasso di disoccupazione era ben al conflitto nel Kosovo hanno portato a di sopra del 50%, ed era particolarmente alto tra i giovani, che costituiscono un'elevata percentuale della popolazione. Benché manchino dati statistici affidabili, vi sono segni di una forte crescita nella FYROM. Poco ripresa notevolmente rapida dell'attività economica dopo che si era conclusa la crisi nel Kosovo si è registrata una vivace ripresa delle esportazioni verso la RFI/Kosovo. Anche la scelta di Skopje come base principale per l'intervento internazionale nel Kosovo ha portato a cospicui redditi nel settore dei servizi. Il boom successivo al conflitto è proseguito per tutto il 2000, ma il fattore dominante della crescita è stata la domanda interna, riguardante in particolare i consumi privati piuttosto che le esportazioni netteconflitto. Secondo le stime, nel 2000 la produzione agricola era tornata a oltre il 75% del suo livello prebellico e le costruzioni e alcuni servizi correlati agli scambi commerciali erano in pieno boom. La produzione industriale, invece, risultava ancora molto scarsa. Secondo stime non ufficiali, nel 1995 il PIL si è accresciuto del 6% in termini reali, con il supporto di un forte aumento della domanda interna, stimato a quasi l'8% in termini reali. I consumi privati si sono incrementati in misura considerevole in particolare nel primo trimestre dell'anno, prima dell'introduzione dell'IVA il 1° aprile, e secondo le stime la formazione lorda di capitale (compresa l'accumulazione di scorte) è aumentata di quasi il 30%, dopo un grave calo nel 1999. Con la domanda interna in aumento pro capite era di circa l'8% 500 USD. Alcune stime preliminari, effettuate dall'FMI a titolo alquanto precario, danno come risultato un PIL pro capite dell'ordine di 650-850 USD nel 2000, mentre i dati dell'UNMIK suggeriscono una cifra forse superiore a 1.000 USD. Una fonte importante del reddito familiare restano le rimesse degli emigrati. Secondo indizi basati sulla casistica, sinora l'inflazione non costituisce un problema e non si registrano lamentele per l'aumento dei prezzi o per la crescita del PIL del 6% in termini reali, la crescita economica è stata determinata integralmente dalla domanda internapenuria di beni essenziali. Le importazioni si sono incrementate a ritmo più rapido delle esportazioni e questa situazione nei confronti dell'esterno ha costituito un ostacolo per la crescita. Il disavanzo delle partite correnti ha registrato risultati molto peggiori rispetto al 1999, giungendo stimate a circa il 6,5l'80% del PIL nel 2000 contro il 4,0% del PIL nel 1999, tornando quindi ai livelli di quasi tutti gli anni successivi all'indipendenza. Il peggioramento nel 2000 è stato causato soprattutto dal fortissimo aumento delle importazioni di merciPIL, mentre si è avuto un lieve miglioramento nel bilancio dei servizi. I risultati piuttosto favorevoli relativi alle le esportazioni sono stati controbilanciati dalle importazioni a fini non soltanto di consumo privato ma praticamente nulle, anche per l'acquisto di macchinari ecc. necessari per la formazione di capitale. Particolarmente positivi sono stati nel 2000 i risultati nel settore tributario. La ripresa dell'attività economica e specialmente il gettito IVA superiore al previsto, dopo l'introduzione dell'imposta il 1° aprile, hanno portato a un'eccedenza del bilancio delle pubbliche amministrazioni pari a circa il 2¼% del PIL per l'intero anno. Dopo un grave slittamento all'inizio dell'anno, inerenti alle retribuzioni dei dipendenti statali, le autorità hanno stabilito che il Gabinetto del Capo del Governo eserciti controllo diretto sulle assunzioni e sulle retribuzioni in vari ministeri tecnici. Il tasso di disoccupazione, pur in lieve calo, è rimasto elevato: 32,1%, secondo l'inchiesta sulla manodopera effettuata nella primavera 2000, quindi di poco inferiore al tasso medio ufficiale del 32,4% nel 1999. I gravi problemi strutturali del mercato del lavoro rendono improbabile che la forte crescita economica basti da sola a ridurre in misura considerevole il tasso di disoccupazione. L'inflazione è stata del 6,1% su base annua, lievemente superiore a quella degli anni precedenti, soprattutto per l'effetto una tantum dell'introduzione dell'IVA. Le autorità sono riuscite più o meno a contenere l'inflazione quando gli effetti che l'introduzione dell'IVA ha esercitato sui prezzi si sono manifestati con evidenza nei tre mesi successivi. Non se vi sono state modifiche nella politica monetaria: senza gravi tensioni, alcuni scambi non ufficiali con il corso di cambio del dinaro è stato mantenuto stabile nei confronti dell'euro per tutto l'annoresto della Serbia.
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Risultati macroeconomici. Dalla metà In mancanza di un sistema contabile nazionale e con la scarsa disponibilità di dati economici, è tuttora difficile valutare la situazione macroeconomica del 1999Montenegro. Perdipiù, gli sviluppi successivi al conflitto nel Kosovo hanno portato a una forte crescita nella FYROMl'ampiezza dell'economia grigia getta dubbi sull'adeguatezza delle statistiche ufficiali per misurare le condizioni del paese o per elaborare proiezioni in materia di politica economica e di situazione tributaria. Poco dopo che si era conclusa Nei primi tre trimestri del 2000, l'attività economica è apparsa ampiamente impedita dall'interruzione degli scambi commerciali con la crisi nel Kosovo Serbia e non si è registrata una vivace osservata praticamente nessuna ripresa delle esportazioni verso la RFI/Kosovoeconomica. Anche la scelta di Skopje come base principale per l'intervento internazionale nel Kosovo La produzione industriale, nondimeno, ha portato a cospicui redditi nel settore dei servizi. Il boom successivo al conflitto è proseguito per tutto il avuto un certo risveglio nell'ottobre 2000, ma soprattutto per il fattore dominante riavvio della crescita è stata produzione nella grande fabbrica di alluminio. Nei primi dieci mesi dell'anno la domanda interna, riguardante in particolare i consumi privati piuttosto che le esportazioni nette. Secondo le stime, nel 2000 il PIL si è accresciuto del 6% in termini reali, con il supporto di un forte aumento della domanda interna, stimato a quasi l'8% in termini reali. I consumi privati si sono incrementati in misura considerevole in particolare nel primo trimestre dell'anno, prima dell'introduzione dell'IVA il 1° aprile, e secondo le stime la formazione lorda di capitale (compresa l'accumulazione di scorte) produzione industriale è aumentata di quasi il 304% rispetto al medesimo periodo nel 1999. Poiché le pressioni sui costi hanno continuato ad avere effetti negativi sulla produzione e sull'occupazione, può non rivelarsi veritiera la stima del Ministero dello sviluppo di una crescita del 5% in termini reali nel 2000. L'ambiente macroeconomico si può descrivere come una combinazione di politiche tributaria e del reddito improntate all'espansionismo in un contesto di rigide condizioni monetarie. Sulle spese pubbliche ha influito in notevole misura l'aumento delle retribuzioni dei pubblici dipendenti e delle prestazioni sociali correlate ai salari, che costituiscono due terzi delle spese totali del bilancio montenegrino. Dato l'ammanco delle pubbliche entrate, l'espansione fiscale è stata finanziata in ampia misura da afflussi di aiuti esteri. Dal dicembre 1999 al settembre 2000 il salario minimo è aumentato del 60% e le retribuzioni medie si sono accresciute del 55% in termini nominali. L'inflazione ha eroso solo una parte di questi aumenti: nel medesimo periodo i prezzi al consumo sono saliti del 17%, cosicché i redditi hanno pur sempre registrato un considerevole miglioramento in termini reali. L'inflazione ha registrato un continuo rallentamento, attestandosi nell'ottobre 2000 al tasso mensile dell'1%, dopo un grave calo una punta del 5% in gennaio, il che implicava peraltro un'inflazione tendenziale di quasi il 13%. Presumibilmente, l'incremento del reddito reale ha stimolato le importazioni, con conseguente aggravarsi del disavanzo commerciale sino a 45 milioni USD per i primi dieci mesi del 2000, rispetto ai 31,5 milioni USD nel medesimo periodo del 1999. Con Il riavvio degli scambi commerciali con la domanda interna Serbia dovrebbe aver avuto effetti favorevoli sul volume degli scambi nel saldo del bilancio 2000. Le finanze pubbliche del Montenegro sono rimaste in aumento condizione critica. Per il 2000, secondo le stime il disavanzo prima del versamento delle sovvenzioni dovrebbe essere di circa l'8% e la crescita del PIL del 6% in termini reali, la crescita economica è stata determinata integralmente dalla domanda interna. Le importazioni si sono incrementate a ritmo più rapido delle esportazioni e questa situazione nei confronti dell'esterno ha costituito un ostacolo per la crescita. Il disavanzo delle partite correnti ha registrato risultati molto peggiori rispetto 90 milioni DEM (pari al 1999, giungendo a circa il 6,57,5% del PIL nel 2000 contro il 4,0stimato) e gli arretrati dovrebbero essersi accumulati a 85 milioni DEM a fine 2000, con un disavanzo effettivo globale del bilancio montenegrino, su base cumulativa, di 175 milioni DEM, pari al 14,6% del PIL nel 1999PIL. Le sovvenzioni raggiungeranno probabilmente 110 milioni DEM (le sovvenzioni USA sono stimate a 59 milioni DEM; quelle UE a 51 milioni DEM) e l'importo di 20 milioni DEM in eccedenza rispetto all'ammanco di cassa previsto potrebbe servire per ridurre gli arretrati in sospeso. Per i primi dieci mesi del 2000, tornando quindi ai livelli il bilancio consolidato (comprendente il bilancio della Repubblica ed i fondi extrabilancio) ha registrato un disavanzo di quasi tutti 100 milioni DEM. Secondo le previsioni, a fine 2000 gli anni successivi all'indipendenza. Il peggioramento nel 2000 è stato causato soprattutto dal fortissimo aumento delle importazioni di merci, mentre si è avuto un lieve miglioramento nel bilancio dei servizi. I risultati piuttosto favorevoli relativi alle esportazioni sono stati controbilanciati dalle importazioni a fini non soltanto di consumo privato ma anche per l'acquisto di macchinari ecc. necessari per la formazione di capitale. Particolarmente positivi sono stati nel 2000 i risultati nel settore tributario. La ripresa dell'attività economica e specialmente il gettito IVA superiore al previsto, dopo l'introduzione dell'imposta il 1° aprile, hanno portato a un'eccedenza arretrati netti del bilancio delle pubbliche amministrazioni pari consolidato sono arrivati a circa il 2¼% del PIL per l'intero anno. Dopo un grave slittamento all'inizio dell'anno, inerenti alle retribuzioni dei dipendenti statali, le autorità hanno stabilito che il Gabinetto del Capo del Governo eserciti controllo diretto sulle assunzioni e sulle retribuzioni in vari ministeri tecnici. Il tasso di disoccupazione, pur in lieve calo, è rimasto elevato: 32,1%, secondo l'inchiesta sulla manodopera effettuata nella primavera 2000, quindi di poco inferiore al tasso medio ufficiale del 32,4% nel 1999. I gravi problemi strutturali del mercato del lavoro rendono improbabile che la forte crescita economica basti da sola a ridurre in misura considerevole il tasso di disoccupazione. L'inflazione è stata del 6,1% su base annua, lievemente superiore a quella degli anni precedenti, soprattutto per l'effetto una tantum dell'introduzione dell'IVA. Le autorità sono riuscite più o meno a contenere l'inflazione quando gli effetti che l'introduzione dell'IVA ha esercitato sui prezzi si sono manifestati con evidenza nei tre mesi successivi. Non vi sono state modifiche nella politica monetaria: senza gravi tensioni, il corso di cambio del dinaro è stato mantenuto stabile nei confronti dell'euro per tutto l'anno120 milioni DEM.
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Risultati macroeconomici. Dalla metà Dopo tre anni di recessione, nel 2000 la Romania ha registrato un modesto incremento dell'attività economica. Secondo i dati preliminari relativi ai primi nove mesi del 2000, la crescita economica dovrebbe esser stata del 2,1%. La produzione industriale risultava superiore dell'8,2% rispetto al medesimo periodo nel 1999, gli sviluppi successivi al conflitto nel Kosovo hanno portato a una forte crescita nella FYROM. Poco dopo che si era conclusa confermando la crisi nel Kosovo si è registrata una vivace moderata ripresa delle esportazioni verso la RFI/Kosovo. Anche la scelta di Skopje come base principale per l'intervento internazionale nel Kosovo ha portato a cospicui redditi nel settore dei servizidell'attività. Il boom successivo al conflitto è proseguito per tutto il 2000settore estero costituiva la fonte principale della ripresa: infatti, ma il fattore dominante l'accelerarsi della crescita è stata UE ha incrementato la domanda di esportazioni. Scarsi sono stati i risultati in agricoltura, poiché la siccità ha ridotto la produzione. È rimasta invece limitata la domanda interna, riguardante in particolare i poiché sui consumi privati piuttosto che le esportazioni nette. Secondo le stime, nel 2000 del settore privato ha influito negativamente il PIL si è accresciuto del 6% in termini reali, con il supporto di un forte modesto aumento della domanda interna, stimato a quasi l'8% dei salari in termini reali. I consumi privati si sono incrementati in misura considerevole in particolare Il saldo delle partite correnti ha mostrato un buon andamento: secondo i dati preliminari, il disavanzo nel primo trimestre dell'anno, prima dell'introduzione dell'IVA 2000 potrebbe esser pari al 3,2% del PIL. Nei primi nove mesi del 2000 il 1° aprile, e secondo le stime la formazione lorda di capitale (compresa l'accumulazione di scorte) è aumentata di quasi il 30%, dopo un grave calo nel 1999. Con la domanda interna in aumento di circa l'8% e la crescita del PIL del 6% in termini reali, la crescita economica è stata determinata integralmente dalla domanda interna. Le importazioni si sono incrementate a ritmo più rapido delle esportazioni e questa situazione nei confronti dell'esterno ha costituito un ostacolo per la crescita. Il disavanzo delle partite correnti ha registrato risultati molto peggiori una certa riduzione: il disavanzo cumulativo è sceso a 682 milioni USD, rispetto a 781 milioni USD nel medesimo periodo nel 1999. Nella prima metà del 2000 i proventi delle esportazioni, in dollari USA, sono aumentati del 27%, raggiungendo il livello massimo degli ultimi dieci anni. Anche le importazioni si sono incrementate, ma a un tasso lievemente inferiore rispetto alle esportazioni. Nondimeno, un'ampia componente del miglioramento è dovuta all'eccedenza dei trasferimenti correnti e ad un andamento più favorevole nella bilancia dei servizi, il che pone un interrogativo sulla qualità del miglioramento del saldo delle partite correnti. Data l'incertezza del contesto macroeconomico, nella prima metà del 2000 si sono ridotti gli afflussi di IED, attestandosi a 347 milioni USD lordi rispetto a 688 milioni USD nel 1999. Nondimeno, si sono attenuate le preoccupazioni riguardo alla capacità di credito della Romania nei confronti dell'estero e alla sua possibilità di servire il proprio debito estero, poiché le autorità hanno provveduto integralmente e puntualmente ai rimborsi nei confronti dell'estero. Non vi è nessun indizio di una tendenza discendente dell'inflazione: nel 2000 il tasso medio d'inflazione, 49%, è risultato superiore a quello del 1999, che era del 45,8%. L'economia manca di un ancoraggio effettivo in termini nominali. La mancanza di rigore nelle condizioni monetarie ha esercitato una notevole pressione al ribasso del tasso di cambio in termini nominali: tra gennaio e dicembre il lei si è deprezzato del 40% rispetto al 1999dollaro USA e di un terzo rispetto all'euro. Nel 2000 non vi sono stati miglioramenti della situazione finanziaria: il disavanzo delle pubbliche amministrazioni è risultato del 3,7%, giungendo a circa il 6,5% del PIL nel 2000 contro il 4,0% del PIL come nel 1999, tornando quindi ai livelli di quasi tutti gli anni successivi all'indipendenza. Il peggioramento nel 2000 è stato causato soprattutto dal fortissimo aumento delle importazioni di merci, mentre La politica fiscale si è avuto un lieve miglioramento nel bilancio dei servizi. I risultati piuttosto favorevoli relativi alle esportazioni sono stati controbilanciati dalle importazioni a fini non soltanto di consumo privato rilassata nell'estate 2000, ma anche per l'acquisto di macchinari ecc. necessari per negli ultimi mesi dell'anno la formazione di capitale. Particolarmente positivi sono stati nel 2000 i risultati nel settore tributario. La ripresa dell'attività economica e specialmente ha incrementato il gettito IVA superiore al previsto, dopo l'introduzione dell'imposta il 1° aprile, hanno portato a un'eccedenza del bilancio delle pubbliche amministrazioni pari a circa il 2¼% del PIL per l'intero anno. Dopo un grave slittamento all'inizio dell'anno, inerenti alle retribuzioni dei dipendenti statali, fiscale e attenuato in lieve misura le autorità hanno stabilito che il Gabinetto del Capo del Governo eserciti controllo diretto sulle assunzioni e sulle retribuzioni in vari ministeri tecnicipressioni fiscali. Il tasso Governo precedente aveva introdotto vari provvedimenti intesi a incrementare i pagamenti tributari ed a limitare l'accumularsi di disoccupazionearretrati tra le imprese. Tali iniziative avevano avuto qualche limitato successo, pur in lieve calo, ma nonostante questi recenti sviluppi positivi la situazione fiscale è rimasto elevato: 32,1%, secondo l'inchiesta sulla manodopera effettuata nella primavera 2000, quindi di poco inferiore al tasso medio ufficiale fragile. Resteranno forti le pressioni per l'aumento delle retribuzioni del 32,4% nel 1999. I gravi problemi strutturali del mercato del lavoro rendono improbabile che la forte crescita economica basti da sola a ridurre in misura considerevole il tasso di disoccupazione. L'inflazione è stata del 6,1% su base annua, lievemente superiore a quella degli anni precedenti, soprattutto per l'effetto una tantum dell'introduzione dell'IVA. Le autorità sono riuscite più o meno a contenere l'inflazione quando gli effetti che l'introduzione dell'IVA ha esercitato sui prezzi si sono manifestati con evidenza nei tre mesi successivi. Non vi sono state modifiche nella politica monetaria: senza gravi tensionisettore pubblico, il corso di cambio del dinaro è stato mantenuto stabile nei confronti dell'euro per tutto l'annopagamento d'interessi costituisce un onere gravoso e gli arretrati fiscali continuano a vincolare pesantemente la gestione della politica fiscale.
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Risultati macroeconomici. Dalla metà Dopo la proclamazione dell'indipendenza, nel 1991, l'economia della Moldova ha registrato un regresso di oltre il 60%: il paese risente tuttora gravemente delle perturbazioni derivanti dalla crisi russa, e nel 2000 hanno inciso negativamente sulla crescita le sfavorevoli condizioni climatiche e il rincaro dell'energia. Tuttavia, valide politiche finanziarie, combinandosi con il graduale miglioramento dell'economia dei principali partner commerciali della Moldova, hanno favorito, anche se a livelli molto bassi, una certa stabilizzazione finanziaria e macroeconomica. Le più recenti previsioni indicano una crescita del PIL dell'1,0% nel 2000. La ripresa è derivata principalmente dall'incremento della domanda di consumi: il fatturato del commercio al minuto (delle imprese registrate) è aumentato di circa il 5,0%, dopo il crollo del 27,8% nel 1999. A causa della siccità, la produzione agricola si è ridotta di quasi il 10%, ma la produzione industriale ha avuto una considerevole ripresa, con una crescita di oltre il 2% dopo il calo del 9% nel 1999. Dopo il rapido accelerarsi dell'inflazione, sino al tasso di circa il 45% nel 1999, gli sviluppi successivi grazie a un risoluto inasprimento delle politiche fiscale e monetaria la Moldova è riuscita entro la fine del 2000 a ridurre l'aumento dell'inflazione dei prezzi al conflitto consumo appena al di sopra del 20%. Nel 1999 e nel Kosovo 2000 la politica finanziaria ha registrato un andamento al tempo stesso impressionante e inusitato, dovuto in gran parte alla razionalizzazione delle spese nel settore sanitario, nell'istruzione e nel settore pubblico. Il disavanzo del bilancio statale come percentuale del PIL si è ridotto da oltre l'8% nel 1998 al 2,6% nel 1999 ad appena più dell'1% nel 2000. La politica monetaria è stata resa più rigorosa nel 2000. I cospicui afflussi di valuta estera hanno portato a una forte crescita nella FYROM. Poco dopo che si era conclusa la crisi nel Kosovo si è registrata una vivace ripresa delle esportazioni verso la RFI/Kosovo. Anche la scelta un lieve apprezzamento del corso di Skopje come base principale per l'intervento internazionale nel Kosovo ha portato a cospicui redditi nel settore dei servizi. Il boom successivo al conflitto è proseguito per tutto il 2000cambio del leu, ma il fattore dominante della crescita è stata la domanda internaconsentendo alla banca centrale di rimpinguare le proprie riserve internazionali, riguardante in particolare i consumi privati piuttosto che le esportazioni nette. Secondo le stime, nel 2000 il PIL si è accresciuto nonostante gli ingenti obblighi di servizio del 6% in termini reali, con il supporto di un forte aumento della domanda interna, stimato a quasi l'8% in termini reali. I consumi privati si sono incrementati in misura considerevole in particolare nel primo trimestre dell'anno, prima dell'introduzione dell'IVA il 1° aprile, e secondo le stime la formazione lorda di capitale (compresa l'accumulazione di scorte) è aumentata di quasi il 30%, dopo un grave calo nel 1999. Con la domanda interna in aumento di circa l'8% e la crescita del PIL del 6% in termini reali, la crescita economica è stata determinata integralmente dalla domanda interna. Le importazioni si sono incrementate a ritmo più rapido delle esportazioni e questa situazione nei confronti dell'esterno ha costituito un ostacolo per la crescitadebito. Il disavanzo delle partite correnti ha registrato risultati molto peggiori rispetto al 1999, giungendo si è accentuato nel 2000 sino a circa l'8% del PIL, in gran parte per l'aumento delle importazioni in concomitanza con l'incremento del reddito. Le esportazioni sono rimaste fiacche, in parte come conseguenza della siccità: sono aumentate del 5%, mentre le importazioni risultavano accresciute di oltre il 6,530%, su base annua, al dicembre 2000. Nel 2000 si sono intraprese iniziative per ridurre gli arretrati dei pagamenti nel servizio del debito e nel settore dell'energia. In marzo sono stati pagati 137 milioni USD di arretrati dovuti alla Gazprom, mediante (i) il rilascio di cambiali dirette per il valore di 90 milioni USD, per saldare i debiti relativi alle forniture di gas naturale nel 1996 e nel 1997 e (ii) la conclusione di un accordo di permuta ("swap") debito/partecipazione azionaria nel settore del gas, in base al quale la Gazprom ha acquisito il 51% della Moldovagaz rinunciando in cambio al suo credito di 47 milioni USD di arretrati (soprattutto grazie a quest'operazione, gli afflussi di IED si sono considerevolmente accelerati, passando dal 2,6% del PIL nel 2000 contro il 4,01999 al 10% del PIL PIL, ossia 143 milioni USD, nel 1999, tornando quindi ai livelli di quasi tutti gli anni successivi all'indipendenza2000). Il peggioramento nel 2000 In aprile è stato causato soprattutto dal fortissimo aumento delle importazioni firmato infine l'accordo di merciritempificazione con le autorità russe riguardo alla totalità del debito nei confronti della Russia, mentre si è avuto un lieve miglioramento nel bilancio dei servizicompreso quello con la Oneximbank. I risultati piuttosto favorevoli relativi alle esportazioni Inoltre, sono stati controbilanciati dalle importazioni a fini non soltanto di consumo privato ma anche per l'acquisto di macchinari ecc. necessari avviati colloqui per la formazione ritempificazione con vari creditori commerciali detentori di capitalegaranzie governative. Particolarmente positivi sono stati nel 2000 Nonostante le iniziative per concludere con i risultati nel settore tributario. La ripresa dell'attività economica creditori accordi di ritempificazione e specialmente il gettito IVA superiore al previstoper normalizzare le relazioni con i fornitori di energia, dopo l'introduzione dell'imposta il 1° aprile, hanno portato a un'eccedenza persistono rischi sulla sostenibilità del bilancio delle pubbliche amministrazioni pari a circa il 2¼% del PIL per l'intero anno. Dopo un grave slittamento all'inizio dell'anno, inerenti alle retribuzioni dei dipendenti statali, le autorità hanno stabilito che il Gabinetto del Capo del Governo eserciti controllo diretto sulle assunzioni e sulle retribuzioni in vari ministeri tecnici. Il tasso di disoccupazione, pur in lieve calo, è rimasto elevato: 32,1%, secondo l'inchiesta sulla manodopera effettuata nella primavera 2000, quindi di poco inferiore al tasso medio ufficiale del 32,4% nel 1999. I gravi problemi strutturali del mercato del lavoro rendono improbabile che la forte crescita economica basti da sola a ridurre in misura considerevole il tasso di disoccupazione. L'inflazione è stata del 6,1% su base annua, lievemente superiore a quella degli anni precedenti, soprattutto per l'effetto una tantum dell'introduzione dell'IVA. Le autorità sono riuscite più o meno a contenere l'inflazione quando gli effetti che l'introduzione dell'IVA ha esercitato sui prezzi si sono manifestati con evidenza nei tre mesi successivi. Non vi sono state modifiche nella politica monetaria: senza gravi tensioni, il corso di cambio del dinaro è stato mantenuto stabile nei confronti dell'euro per tutto l'annodebito estero della Moldova.
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Risultati macroeconomici. Dalla metà Nei primi otto mesi del 1999, gli sviluppi successivi al conflitto nel Kosovo hanno portato a una forte crescita nella FYROM. Poco dopo che si era conclusa la crisi nel Kosovo si è registrata una vivace ripresa delle esportazioni verso la RFI/Kosovo. Anche la scelta di Skopje come base principale per l'intervento internazionale nel Kosovo ha portato a cospicui redditi nel settore dei servizi. Il boom successivo al conflitto è proseguito per tutto il 2000, ma il fattore dominante della crescita è stata la domanda interna, riguardante in particolare i consumi privati piuttosto che le esportazioni nette. Secondo le stime, nel 2000 il PIL si è accresciuto cresciuto del 69,6% in termini reali, con il supporto di un forte aumento della domanda interna, stimato a quasi l'8% (su base annua) in termini reali. I consumi privati si sono incrementati Alla crescita ha contribuito in misura considerevole in particolare determinante il settore manifatturiero, nel primo trimestre dell'anno, prima dell'introduzione dell'IVA il 1° aprile, e secondo le stime quale la formazione lorda di capitale (compresa l'accumulazione di scorte) produttività è aumentata di quasi il 30%grazie al maggiore utilizzo delle capacità. Tuttavia, dopo un una grave calo nel siccità ha arrecato enormi danni alla produzione cerealicola (i raccolti sono stati inferiori della metà rispetto al 1999. Con la domanda interna in aumento di circa l'8% ) e si prevede che la crescita del PIL ne risulterà ridotta al 5% per l'intero 2000. Nel 2000 si è raggiunto il risanamento finanziario migliorando l'esazione delle entrate, il che ha portato nella prima metà dell'anno a un risultato eccedentario di circa l'1,7% del 6PIL. Verso la fine dell'anno i recenti aumenti dei prezzi internazionali del petrolio e dei prezzi delle sostanze alimentari e il deprezzamento della nuova moneta nazionale hanno causato un considerevole aggravarsi dell'inflazione. La moneta tagica si è deprezzata del 18% in termini realitra fine marzo e metà settembre 2000, e il deprezzamento si è accelerato verso la crescita economica è stata determinata integralmente dalla domanda interna. Le importazioni si sono incrementate a ritmo più rapido delle esportazioni e questa situazione nei confronti dell'esterno ha costituito un ostacolo per la crescitafine dell'anno. Il disavanzo delle partite correnti ha registrato risultati molto peggiori rispetto al 1999, giungendo a circa il 6,5nella prima metà del 2000 (6% del PIL nel 2000 contro il 4,0% PIL) è risultato inferiore a quello del PIL nel 1999, tornando quindi ai livelli di quasi tutti gli anni successivi all'indipendenza. Il peggioramento nel 2000 è stato causato soprattutto dal fortissimo aumento delle importazioni di merci, mentre si è avuto un lieve miglioramento nel bilancio dei servizi. I risultati piuttosto favorevoli relativi alle esportazioni sono stati controbilanciati dalle importazioni a fini non soltanto di consumo privato ma anche per l'acquisto di macchinari ecc. necessari per la formazione di capitale. Particolarmente positivi sono stati nel 2000 i risultati nel settore tributario. La ripresa dell'attività economica e specialmente il gettito IVA superiore al previsto, dopo l'introduzione dell'imposta il 1° aprile, hanno portato a un'eccedenza del bilancio delle pubbliche amministrazioni pari a circa il 2¼% del PIL per l'intero anno. Dopo un grave slittamento all'inizio dell'anno, inerenti alle retribuzioni dei dipendenti statali, le autorità hanno stabilito che il Gabinetto del Capo del Governo eserciti controllo diretto sulle assunzioni e sulle retribuzioni in vari ministeri tecnici. Il tasso di disoccupazione, pur in lieve calo, è rimasto elevato: 32,1%, secondo l'inchiesta sulla manodopera effettuata nella primavera 2000, quindi di poco inferiore al tasso medio ufficiale del 32,4% medesimo periodo nel 1999. I gravi problemi strutturali Tuttavia, la siccità e il rincaro del mercato petrolio hanno accentuato le pressioni sulla bilancia dei pagamenti. Inoltre, sono stati inferiori del lavoro rendono improbabile che la forte crescita economica basti previsto gli afflussi di capitali da sola fonti ufficiali e private (specialmente il finanziamento del settore cotoniero), con conseguenti pressioni sulle riserve valutarie lorde (pari a ridurre meno di due mesi d'importazioni). A fine 1999 il debito estero del Tagikistan era pari al 103% del PIL, molto gravoso se misurato in misura considerevole termini di quozienti rispettivamente tra l'esposizione debitoria e tra il tasso di disoccupazione. L'inflazione è stata servizio del 6,1% su base annua, lievemente superiore a quella degli anni precedenti, soprattutto per l'effetto una tantum dell'introduzione dell'IVA. Le autorità sono riuscite più o meno a contenere l'inflazione quando gli effetti che l'introduzione dell'IVA ha esercitato sui prezzi si sono manifestati con evidenza nei tre mesi successivi. Non vi sono state modifiche nella politica monetaria: senza gravi tensioni, debito ed il corso di cambio del dinaro è stato mantenuto stabile nei confronti dell'euro per tutto l'annogettito fiscale.
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Risultati macroeconomici. Dalla Sviluppi economici favorevoli all'interno e all'esterno del paese hanno incrementato la crescita in Bulgaria, portando a risultati finanziari migliori del previsto. In termini reali, la crescita annuale del PIL dovrebbe esser stata vicina al 5% nel 2000. Le esportazioni sono aumentate a ritmo più rapido delle importazioni, il che dovrebbe aver contributo a ridurre il disavanzo commerciale. Nella prima metà del 2000 il PIL è cresciuto del 5,2%, in termini reali, rispetto al medesimo periodo nel 1999, gli sviluppi successivi al conflitto nel Kosovo hanno portato a una forte . La crescita nella FYROM. Poco dopo che si era conclusa la crisi nel Kosovo si è registrata una vivace ripresa accelerata nel secondo trimestre del 2000, raggiungendo il 5,5%, rispetto al 4,8% nel primo trimestre, grazie soprattutto alle esportazioni e agli investimenti. Nel secondo trimestre del 2000 gli investimenti in beni capitali risultavano incrementati in termini reali del 12% su base annuale, dopo aver raggiunto un incremento del 18% nel primo trimestre. La produzione industriale è aumentata gradualmente: in settembre era superiore del 10,4% a quella dello stesso mese nel 1999. Il disavanzo commerciale è lievemente peggiorato nei primi otto mesi del 2000 rispetto al medesimo periodo del 1999. Il valore in dollari delle esportazioni verso si è incrementato di quasi il 23%, mentre per le importazioni l'aumento è stato di circa il 19% rispetto ai primi otto mesi del 1999. Quasi metà del rincaro delle importazioni era dovuto all'aumento del prezzo dell'energia. La Bulgaria è al tempo stesso importatrice netta di petrolio ed anche grande esportatrice di prodotti petroliferi, il cui valore si è triplicato nel secondo trimestre del 2000 rispetto al medesimo periodo nel 1999. Un altro sviluppo positivo è stata la RFI/Kosovostagione turistica insolitamente favorevole. Anche la scelta di Skopje come base principale per l'intervento internazionale nel Kosovo Tutto ciò ha portato al ridursi del disavanzo delle partite correnti da 434 milioni USD nei primi otto mesi del 1999 a cospicui redditi 361 milioni USD nei primi otto mesi del 2000, mentre nel medesimo periodo il disavanzo commerciale si è aggravato da 682 milioni USD a 727 milioni USD. Nei primi otto mesi del 2000 gli IED in Bulgaria sono ammontati a 366 milioni USD, il che ha più che compensato il disavanzo delle partite correnti nel medesimo periodo. Gli investimenti nel settore bancario, compresa la vendita della Banca bulgara unita, sono ammontati in totale a 126 milioni USD. Dopo che un primo tentativo di privatizzare la manifattura statale dei tabacchi ha riscosso scarso interesse, il Governo ha deciso di rilanciare la vendita della Bulgartabac. Vi sono stati ritardi anche nella privatizzazione del monopolio delle telecomunicazioni BTC. L'inflazione dei prezzi al consumo, che nel 1999 si situava in media allo 0,4%, è aumentata gradualmente al 12%, su base annuale, nell'ottobre 2000. Il rincaro dei combustibili ha contribuito all'aggravarsi dell'inflazione, mentre il rincaro delle sostanze alimentari si è lievemente ridotto rispetto a quello registrato in agosto. L'indice dei prezzi al consumo è aumentato in misura molto superiore all'obiettivo dell'8-9% a fine anno stabilito per il 2000. La Bulgaria ha rialzato a più riprese il tasso principale d'interesse, e il rendimento medio annuale dei buoni del tesoro a tre mesi ha raggiunto a fine ottobre quasi il 4,5%. La disoccupazione è scesa dalla punta del 19% in aprile al 17,8% in settembre, come risultato in parte dell'ampia offerta di lavoro stagionale nell'agricoltura e nel turismo, e in parte dei nuovi posti di lavoro creati nel settore dei servizi. Il boom successivo totale ufficiale dei disoccupati è sceso pochissimo al conflitto di sotto di 680.000, anche se secondo le organizzazioni sindacali il totale effettivo è proseguito per tutto il 2000superiore a un milione. Su una popolazione attiva di 4,7 milioni, ma il fattore dominante della crescita è stata la domanda interna, riguardante in particolare i consumi privati piuttosto che le esportazioni nette. Secondo le stime, nel 2000 il PIL si è accresciuto del 6% in termini reali, con il supporto di un forte aumento della domanda interna, stimato a quasi l'8% in termini reali. I consumi privati si sono incrementati in misura considerevole in particolare nel primo trimestre dell'anno, prima dell'introduzione dell'IVA il 1° aprile, e secondo le stime la formazione lorda 1,2 milioni di capitale (compresa l'accumulazione di scorte) è aumentata di quasi persone lavorano nell'economia grigia. Si stanno prendendo iniziative per far includere il 30%, dopo un grave calo nel 1999. Con la domanda interna in aumento di circa l'8% e la crescita del PIL del 6% in termini reali, la crescita economica è stata determinata integralmente dalla domanda interna. Le importazioni si sono incrementate a ritmo più rapido delle esportazioni e questa situazione nei confronti dell'esterno ha costituito un ostacolo per la crescita. Il disavanzo delle partite correnti ha registrato risultati molto peggiori rispetto al 1999, giungendo a circa il 6,5% del PIL nel 2000 contro il 4,0% del PIL nel 1999, tornando quindi ai livelli di quasi tutti gli anni successivi all'indipendenza. Il peggioramento nel 2000 è stato causato soprattutto dal fortissimo aumento delle importazioni di merci, mentre si è avuto un lieve miglioramento nel bilancio dei servizi. I risultati piuttosto favorevoli relativi alle esportazioni sono stati controbilanciati dalle importazioni a fini non soltanto di consumo privato ma anche per l'acquisto di macchinari ecc. necessari per la formazione di capitale. Particolarmente positivi sono stati nel 2000 i risultati nel settore tributario. La ripresa dell'attività economica e specialmente il gettito IVA superiore al previsto, dopo l'introduzione dell'imposta il 1° aprile, hanno portato a un'eccedenza del bilancio delle pubbliche amministrazioni pari a circa il 2¼% del PIL per l'intero anno. Dopo un grave slittamento all'inizio dell'anno, inerenti alle retribuzioni dei dipendenti statali, le autorità hanno stabilito che il Gabinetto del Capo del Governo eserciti controllo diretto sulle assunzioni e sulle retribuzioni in vari ministeri tecnici. Il tasso di disoccupazione, pur in lieve calo, è rimasto elevato: 32,1%, secondo l'inchiesta sulla manodopera effettuata nella primavera 2000, quindi di poco inferiore al tasso medio ufficiale del 32,4% nel 1999. I gravi problemi strutturali del mercato del lavoro rendono improbabile che la forte crescita economica basti da sola a ridurre in misura considerevole il tasso di disoccupazione. L'inflazione è stata del 6,1% su base annua, lievemente superiore a quella degli anni precedenti, soprattutto per l'effetto una tantum dell'introduzione dell'IVA. Le autorità sono riuscite più o meno a contenere l'inflazione quando gli effetti che l'introduzione dell'IVA ha esercitato sui prezzi si sono manifestati con evidenza nei tre mesi successivi. Non vi sono state modifiche nella politica monetaria: senza gravi tensioni, il corso di cambio del dinaro è stato mantenuto stabile nei confronti dell'euro per tutto l'annogrigio nell'economia ufficiale.
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