Common use of Analisi del rischio Clause in Contracts

Analisi del rischio. La selezione dei controlli allo sdoganamento a un sistema informatizzato, basato sull’analisi dei rischi e istituzionalizzato nel ‘circuito doganale di controllo’, ha favorito, oltre che uno snellimento delle operazioni, a maggior tutela del contribuente, anche un sensibile abbattimento dell’esposizione al rischio corruttivo per quanto attiene ai meccanismi decisionali che governano la scelta delle operazioni da sottoporre a controllo e il tipo di controllo da porre in essere. A tal proposito la circolare n. 74D/2003 dell’allora ‘Area Centrale Verifiche e Controlli Tributi Doganali Accise – Laboratori chimici’ prescrive che un eventuale controllo d’iniziativa su una dichiarazione selezionata dal sistema informatico come ‘Canale verde’ (ovvero da non sottoporre a controllo) debba essere sorretto da un fondato sospetto di frode o da una segnalazione pervenuta agli uffici, espressamente esplicitati nell’apposito campo dell’applicativo. Tale accorgimento, accompagnato dall’obbligo in capo ai dirigenti responsabili degli uffici di adottare le misure necessarie e idonee ad impedire ogni abuso della facoltà di effettuare o ridurre i controlli d’iniziativa, unitamente al periodico monitoraggio effettuato dalle Direzioni, costituisce un importante strumento di prevenzione di condotte illecite. Resta inteso che l’Unità responsabile della definizione dei profili di rischio soggettivi e oggettivi, ossia dell’individuazione dei soggetti e delle operazioni da sottoporre a controllo sulla base di argomentate motivazioni, dovrà garantire adeguate misure di tracciabilità e di controllo collegiale delle decisioni. Tuttavia, nonostante i sofisticati sistemi adottati dall’Agenzia per prevenire e arginare fenomeni illeciti, nell’ambito del meccanismo di immedesimazione organica (pubblico ufficiale/agente che esercita le funzioni istituzionali in ragione del rapporto speciale di servizio con l’Organo al quale è assegnato), la gestione della verifica, sebbene orientata dal sistema di analisi dei rischi, sia dal punto di vista delle modalità operative, sia dello sviluppo del meccanismo logico-giuridico dal quale scaturisce l’esito del controllo, rimane affidata al dipendente-persona fisica. In ragione della discrezionalità residua, permane un margine di rischio. Inoltre, la natura estremamente tecnica e specialistica di tutte le attività di controllo in materia di dogane, giochi e accise – ivi compresa la filiera dei prodotti da fumo – fa sì che non sempre risulti agevole individuare gli eventuali comportamenti scorretti; ciò rende opportuna l’adozione anche di misure di prevenzione ulteriori. Sono stati individuati i seguenti fattori/indici di rischio che dovranno essere oggetto di una mirata e costante attività di vigilanza: - conflitto di interessi del soggetto deputato al controllo; - instaurazione di rapporti confidenziali tra soggetto controllore e soggetto controllato; - verifiche eseguite da una sola unità di personale; - accorpamento della funzione di verbalizzazione e di successiva predisposizione degli avvisi di accertamento/pagamento e degli atti sanzionatori in capo agli stessi soggetti controllori; - incompletezza o superficialità del controllo; - inerzia del soggetto controllore e decadenza dei termini per l’esercizio dell’azione di controllo; - mancata pianificazione dei controlli a livello locale; - mancato controllo, sia da parte del dirigente dell’Ufficio, sia dei dirigenti degli Uffici di Supporto, dei giustificativi prodotti dal personale a corredo delle verifiche effettuate in trasferta; - mancata rotazione del personale assegnato ai team di verifica; - esiguo numero di unità assegnate alle attività di verifica rispetto alla totalità delle risorse umane in servizio presso l’ufficio; - mancato rispetto dei protocolli di sicurezza informatica. A presidio del rischio, a livello centrale, la competente direzione ha emanato linee guida per l’attività di controllo che richiamano l’attenzione dei direttori delle Strutture territoriali di vertice sulla necessità di vigilare ed eventualmente intervenire, al fine di garantire il corretto comportamento del personale addetto ai controlli in relazione ai profili deontologici ed etici richiesti, garantendo anche le opportune rotazioni del personale impegnato nell’attività di verifica(16). Nelle suddette linee guida si evidenzia che la congruità delle risorse destinate alle attività di verifica e controllo deve essere rapportata sia al volume, sia alla tipologia delle attività svolte nei territori di rispettiva competenza. Infine, sempre in tema di attività di controllo, è prescritta una pianificazione rigorosa delle attività, preceduta da un’accurata analisi dei rischi e fondata su un cronoprogramma certo e tempestivo, con l’adozione di check list dedicate.

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Analisi del rischio. La selezione L’analisi dei controlli allo sdoganamento a un sistema informatizzatodue processi ha evidenziato la presenza di più fattori abilitanti degli eventi corruttivi, basato sull’analisi dovuti alla rilevanza degli interessi economici coinvolti, ai margini di discrezionalità nella scelta dei rischi e istituzionalizzato nel ‘circuito doganale tempi di controllo’, ha favorito, oltre che uno snellimento delle operazioniadozione dei provvedimenti, a maggior tutela una carente regolamentazione delle procedure interne e alla mancanza di regolazione dei rapporti con i “rappresentanti di interessi particolari”. Con riferimento al primo processo, è stato individuato, quale comportamento a rischio, l’omessa o ritardata adozione del contribuente, anche un sensibile abbattimento dell’esposizione al rischio corruttivo per quanto attiene ai meccanismi decisionali che governano la scelta delle operazioni da sottoporre a controllo e il tipo di controllo da porre in essere. A tal proposito la circolare n. 74D/2003 dell’allora ‘Area Centrale Verifiche e Controlli Tributi Doganali Accise – Laboratori chimici’ prescrive che un eventuale controllo d’iniziativa su una dichiarazione selezionata dal sistema informatico come ‘Canale verde’ (ovvero da non sottoporre a controllo) debba essere sorretto da un fondato sospetto di frode o da una segnalazione pervenuta agli uffici, espressamente esplicitati nell’apposito campo dell’applicativoprovvedimento direttoriale. Tale accorgimentorischio, accompagnato dall’obbligo in capo ai dirigenti responsabili degli uffici effetti, come si è potuto constatare dall’analisi condotta, risulta accentuato dal fatto che l’attuale disciplina normativa (art. 39-quinquies d.lgs. 26 ottobre 1995, n. 504) consente di adottare il provvedimento di determinazione annua del prezzo medio ponderato di vendita per chilogrammo convenzionale di prodotto (denominato PMP sigarette), necessario per stabilire le misure necessarie e idonee ad impedire ogni abuso della facoltà tabelle di effettuare o ridurre i controlli d’iniziativaripartizione dei prezzi di vendita al pubblico delle sigarette, unitamente al periodico monitoraggio effettuato dalle Direzioni, costituisce un importante strumento entro il primo marzo di prevenzione di condotte illecite. Resta inteso che l’Unità responsabile della definizione dei profili di rischio soggettivi e oggettivi, ossia dell’individuazione dei soggetti e delle operazioni da sottoporre a controllo ciascun anno sulla base del rapporto, espresso in euro con troncamento dei decimali, tra il valore totale (calcolato con riferimento al prezzo di argomentate motivazioni, dovrà garantire adeguate misure di tracciabilità e di controllo collegiale delle decisioni. Tuttavia, nonostante i sofisticati sistemi adottati dall’Agenzia per prevenire e arginare fenomeni illeciti, nell’ambito del meccanismo di immedesimazione organica (pubblico ufficiale/agente che esercita le funzioni istituzionali in ragione del rapporto speciale di servizio con l’Organo al quale è assegnato), la gestione della verifica, sebbene orientata dal sistema di analisi dei rischi, sia dal punto di vista delle modalità operative, sia dello sviluppo del meccanismo logico-giuridico dal quale scaturisce l’esito del controllo, rimane affidata al dipendente-persona fisica. In ragione della discrezionalità residua, permane un margine di rischio. Inoltre, la natura estremamente tecnica e specialistica vendita comprensivo di tutte le attività imposte) delle sigarette immesse in consumo nell’anno solare precedente e la quantità totale delle medesime sigarette. Se, quindi, ai fini del rispetto della norma, è sufficiente che il provvedimento direttoriale venga adottato entro il termine di controllo legge (1 marzo di ciascun anno), non può tuttavia non considerarsi che una tempestiva adozione del provvedimento (nella prima metà del mese di gennaio o, comunque, non appena in materia possesso dei dati consolidati relativi ai prodotti immessi in consumo nell’anno solare precedente) incide sulla determinazione del livello dell’accisa, ripercuotendosi sia sulle entrate erariali sia sui margini di doganeprofitto dei soggetti coinvolti nella filiera di produzione (che, giochi ovviamente, si riducono in caso di incremento dell’accisa, salva la possibilità, sempre loro concessa di aumentare il prezzo dei prodotti). Ciò comporta che i produttori di sigarette potrebbero avere interesse a ritardare quanto più possibile l’adozione del provvedimento per poter mantenere i precedenti margini di profitto senza essere costretti a operare variazioni in rialzo dei prezzi di vendita. Anche relativamente al processo inerente all’adozione delle determinazioni di variazione dei prezzi di vendita al pubblico delle sigarette, in conformità a quelli richiesti dai fabbricanti e accise – ivi compresa la filiera dagli importatori (art. 39-quater, comma 2, d.lgs. 26 ottobre 1995, n. 504), l’analisi del rischio ha evidenziato diversi fattori di criticità, dovuti alla possibilità di adottare più o meno tempestivamente il provvedimento richiesto (nell’ambito del termine di quarantacinque giorni previsto al quarto comma dell’art. 39-quater d.lgs. 504/1995) e di divulgare agli operatori del settore notizie relative alle strategie commerciali di aziende concorrenti (richieste di variazioni, in particolare se in diminuzione, dei prezzi di vendita dei prodotti da fumo – fa sì che non sempre risulti agevole individuare gli eventuali comportamenti scorretti; ciò rende opportuna l’adozione anche di misure di prevenzione ulteriori. Sono stati individuati i seguenti fattori/indici di rischio che dovranno essere oggetto di una mirata e costante attività di vigilanza: - conflitto di interessi del soggetto deputato al controllo; - instaurazione di rapporti confidenziali tra soggetto controllore e soggetto controllato; - verifiche eseguite da una sola unità di personale; - accorpamento della funzione di verbalizzazione e di successiva predisposizione degli avvisi di accertamento/pagamento e degli atti sanzionatori in capo agli stessi soggetti controllori; - incompletezza o superficialità del controllo; - inerzia del soggetto controllore e decadenza dei termini per l’esercizio dell’azione di controllo; - mancata pianificazione dei controlli a livello locale; - mancato controllo, sia da parte del dirigente dell’Ufficio, sia dei dirigenti degli Uffici di Supporto, dei giustificativi prodotti dal personale a corredo delle verifiche effettuate in trasferta; - mancata rotazione del personale assegnato ai team di verifica; - esiguo numero di unità assegnate alle attività di verifica rispetto alla totalità delle risorse umane in servizio presso l’ufficio; - mancato rispetto dei protocolli di sicurezza informatica. A presidio del rischio, a livello centrale, la competente direzione ha emanato linee guida per l’attività di controllo che richiamano l’attenzione dei direttori delle Strutture territoriali di vertice sulla necessità di vigilare ed eventualmente intervenire, al fine di garantire il corretto comportamento del personale addetto ai controlli in relazione ai profili deontologici ed etici richiesti, garantendo anche le opportune rotazioni del personale impegnato nell’attività di verifica(16commercio). Nelle suddette linee guida si evidenzia Tali informazioni, infatti, possono risultare piuttosto appetibili in quanto eventuali variazioni dei prezzi al ribasso, se non prontamente controbilanciate da analoghe riduzioni dei prezzi praticati dai concorrenti, potrebbero consentire l’acquisizione di quote di mercato, sebbene, in questo caso, il rischio sia mitigato dalla circostanza che la congruità delle risorse destinate alle attività il cambio dei prezzi, di verifica norma, ha efficacia dalla pubblicazione del provvedimento direttoriale e controllo deve essere rapportata sia al volumeche tale circostanza consente a tutti di conoscere le scelte commerciali dei concorrenti che ben possono, sia alla tipologia delle attività svolte nei territori di rispettiva competenza. Infineimmediatamente dopo, sempre in tema di attività di controllochiedere a loro volta provvedimenti analoghi, è prescritta una pianificazione rigorosa delle attività, preceduta da un’accurata analisi dei rischi e fondata su un cronoprogramma certo e tempestivo, anche con l’adozione di check list dedicatecarattere d’urgenza.

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Analisi del rischio. La selezione L’art. 1, comma 16, lettera b), l. 190/2012 individua nelle procedure di affidamento di lavori, servizi e forniture una delle aree particolarmente esposte al rischio di corruzione. Fasi particolarmente delicate delle procedure di affidamento risultano, in particolare: - le attività svolte dal responsabile unico del procedimento (RUP) quando caratterizzate da un alto tasso di discrezionalità (predisposizione degli atti preliminari di gara, nell’ambito dei controlli allo sdoganamento quali sono individuati i requisiti di capacità tecnica ed economica per la partecipazione alla gara; verifica delle offerte sospette di anomalia, individuazione del valore della gara, con il rischio di indebito frazionamento delle gare, suddivisioni in lotti); - le attività svolte dalle commissioni di gara soprattutto nelle ipotesi in cui il criterio di aggiudicazione sia quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Anche la fase successiva alla scelta del contraente, ovvero quella di esecuzione del contratto, presenta profili di particolare delicatezza, con riferimento, ad esempio, alle competenze attribuite dal direttore dell’esecuzione di concerto con il RUP del contratto in materia di applicazione delle penali, liquidazione delle fatture o rilevazione di inadempimenti che, se segnalati, comporterebbero la risoluzione del contratto e l’incameramento della cauzione definitiva. Per le strutture centrali, l’acquisizione di lavori, forniture e servizi rientra tra le competenze della Direzione amministrazione e finanza (DAMMF) in cui è incardinato l’Ufficio acquisti e contratti che presiede alle politiche di approvvigionamento attraverso: - le attività negoziali per le procedure di acquisizione di interesse nazionale; - le attività negoziali per l’acquisizione di beni, servizi e lavori per le strutture centrali; - la gestione amministrativa dei contratti di propria competenza e dei relativi strumenti di garanzia; - l’indirizzo, il coordinamento e il monitoraggio delle attività svolte a un sistema informatizzatolivello territoriale nello specifico settore degli approvvigionamenti non centralizzati o centralizzabili. Nelle Direzioni regionali/interregionali, basato sull’analisi dei rischi la ‘funzione acquisti’ è attribuita alla competenza dell’Ufficio di supporto – Sezione “Acquisti”, che provvede alla gestione degli approvvigionamenti di interesse locale. Nella Direzione interprovinciale, tale funzione è attribuita all’Ufficio “Risorse” – Sezione “Acquisti, logistica e istituzionalizzato nel sicurezza”. Le competenze attribuite agli Uffici preposti alla circuito doganale di controllofunzione acquisti’, ha favoritoa livello centrale e territoriale, oltre sono indicate nelle determinazioni riguardanti l’organizzazione. Ai diversi livelli di responsabilità organizzativa corrispondono diversi livelli di autorizzazione alla spesa; fatto salvo quanto eventualmente previsto dalle determine che uno snellimento hanno individuato gli atti e i provvedimenti di competenza dei titolari delle operazioniposizioni organizzative di elevata responsabilità adottate dai dirigenti responsabili della funzione “acquisti”, i massimali di spesa in funzione dei quali i dirigenti sono autorizzati alla stipula dei contratti sono di seguito riportati: - con riferimento agli acquisti di lavori per importi fino a maggior tutela € 500.000,00 XXX xxxxxxx, il dirigente preposto alla ‘funzione acquisti’ autorizza la spesa e firma il contratto; - per acquisti di beni e servizi di importo fino alla soglia eurounitaria (€ 214.000,00), il dirigente dell’Ufficio preposto alla ‘funzione acquisti’ autorizza la spesa e firma il contratto. Per gli acquisti di beni, servizi e lavori di importo compreso tra i massimali indicati ai punti che precedono e l’importo di € 3.000.000,00 IVA esclusa: - per le strutture centrali, il Direttore della DAMMF autorizza la spesa e il dirigente preposto all’Ufficio acquisti e contratti firma il contratto; - per le strutture regionali/interregionali, il Direttore regionale/interregionale autorizza la spesa e il dirigente dell’Ufficio di supporto firma il contratto; - per la struttura interprovinciale, il Direttore della DAMMF autorizza la spesa e il direttore interprovinciale firma il contratto; Per gli acquisti di importo superiore a € 3.000.000,00 IVA esclusa, la spesa è autorizzata con delibera del contribuenteComitato di gestione; con la medesima delibera è dato mandato al Direttore della struttura di vertice interessata, centrale o regionale/interregionale, di attivare le connesse procedure di gara. I relativi contratti sono sottoscritti dagli stessi Direttori di vertice interessati; i contratti riferiti ai fabbisogni della Direzione interprovinciale sono sottoscritti dal Direttore amministrazione e finanza. In presenza di ‘accordi quadro/convenzioni’ già stipulati e che si realizzano mediante contratti attuativi (ordinazioni), l’autorizzazione alla sottoscrizione delle specifiche ordinazioni è concessa secondo i limiti autorizzativi sopra indicati. Nell’autorizzazione alla spesa deve essere dettagliatamente motivato il ricorso alla procedura negoziata con un unico soggetto di cui agli articoli 63 e 125 del Codice dei contratti pubblici, da considerarsi ipotesi eccezionali di affidamento di commesse pubbliche. Al fine di garantire correttezza e uniformità di comportamenti, nonché l’allineamento alle disposizioni vigenti in materia di appalti pubblici e la definizione delle relative responsabilità organizzative, l’Agenzia si è dotata di un ‘Manuale delle procedure dell’attività negoziale’ aggiornato, da ultimo, con Delibera del Comitato di gestione n. 325 del 15 dicembre 2016, le cui regole si applicano ai contratti individuati nel d.lgs. 50/2016, ivi compresi i cosiddetti ‘contratti esclusi’ individuati al titolo II dello stesso Xxxxxx. Nel predetto Manuale è specificato l’obbligo di ricorso ai Contratti quadro e alle Convenzioni stipulate dalla Consip SpA e al Mercato elettronico della PA (MEPA) in applicazione delle disposizioni in materia di contenimento della spesa. Qualora il bene o il servizio oggetto di convenzione-quadro messo a disposizione dai soggetti aggregatori non sia idoneo al soddisfacimento dello specifico fabbisogno dell’amministrazione per mancanza di caratteristiche essenziali è possibile, ai sensi delle disposizioni vigenti, procedere ad acquisti autonomi esclusivamente a seguito di apposita autorizzazione (specificatamente motivata) resa dall’organo di vertice amministrativo, individuato con D.D. prot. n. 23475/RI/2016, della ex Direzione centrale pianificazione, amministrazione e sicurezza sul lavoro, da trasmettere, ai sensi dell’art.1, comma 510, della l. 208/2015 al competente ufficio della Corte dei Conti. Sono state inoltre definite le attività da svolgere per accertare la conformità delle prestazioni eseguite rispetto a quelle pattuite, nonché i soggetti incaricati distintamente per le forniture di lavori, beni e servizi, anche un sensibile abbattimento dell’esposizione al rischio corruttivo per quanto attiene ai meccanismi decisionali che governano in considerazione della distinzione operata all’articolo 102 del citato Codice dei contratti pubblici tra ‘collaudo’ e ‘verifica della conformità’ delle prestazioni eseguite. L’analisi condotta in collaborazione con la scelta DAMMF e con i referenti delle operazioni da sottoporre a controllo e il tipo di controllo da porre in essere. A tal proposito la circolare n. 74D/2003 dell’allora ‘Area Centrale Verifiche e Controlli Tributi Doganali Accise – Laboratori chimici’ prescrive che un eventuale controllo d’iniziativa su una dichiarazione selezionata dal sistema informatico come ‘Canale verde’ (ovvero da non sottoporre a controllo) debba essere sorretto da un fondato sospetto di frode o da una segnalazione pervenuta agli uffici, espressamente esplicitati nell’apposito campo dell’applicativo. Tale accorgimento, accompagnato dall’obbligo in capo ai dirigenti responsabili degli uffici di adottare le misure necessarie e idonee ad impedire ogni abuso della facoltà Direzioni territoriali ha permesso di effettuare o ridurre i controlli d’iniziativa, unitamente al periodico monitoraggio effettuato dalle Direzioni, costituisce un importante strumento di prevenzione di condotte illecite. Resta inteso che l’Unità responsabile della definizione dei profili di rischio soggettivi e oggettivi, ossia dell’individuazione dei soggetti e una ricognizione delle operazioni da sottoporre a controllo sulla base di argomentate motivazioni, dovrà garantire adeguate numerose misure di tracciabilità e di controllo collegiale delle decisioni. Tuttavia, nonostante i sofisticati sistemi adottati già adottate dall’Agenzia per prevenire il rischio corruzione e arginare fenomeni illecitiillegalità nell’ambito specifico. La DAMMF, per le procedure di approvvigionamento direttamente gestite e nell’ambito della propria attività di indirizzo, coordinamento e monitoraggio degli uffici periferici, assicura costante attenzione alla regolarità delle procedure di affidamento, attraverso interventi diversificati, che riguardano: - l’emanazione di istruzioni e direttive, tra le quali specifiche indicazioni operative in tema di obbligo di ricorso al ‘sistema Consip’ (cfr. nota 31906/RU del meccanismo di immedesimazione organica (pubblico ufficiale/agente che esercita le funzioni istituzionali in ragione del rapporto speciale di servizio con l’Organo al quale è assegnato14 marzo 2016), la gestione della verificadi accordi quadro e di mercato elettronico (strumenti a garanzia di una maggiore economicità e trasparenza delle procedure di affidamento); - l’applicazione di strumenti automatizzati, sebbene orientata dal sistema di analisi dei rischi, sia dal punto di vista a supporto delle modalità attività operative, sia dello sviluppo che consentono di uniformare i comportamenti e monitorare le procedure; - la chiara ripartizione dei compiti all’interno degli uffici con la definizione di posizioni organizzative interne (capi sezione/capi reparto), in grado di assicurare il coordinamento e il monitoraggio di sotto- insiemi di attività omogenee; - l’emanazione di disposizioni per assicurare trasparenza e conoscibilità delle informazioni riguardanti le determinazioni raggiunte dall’Amministrazione nella fase di scelta del meccanismo logico-giuridico dal quale scaturisce l’esito del controllocontraente e consentire, rimane affidata al dipendente-persona fisica. In ragione della discrezionalità residua, permane un margine di rischio. Inoltre, la natura estremamente tecnica e specialistica di tutte in conformità con le attività di controllo prescrizioni legislative in materia di doganetrasparenza, giochi la rilevazione in via automatizzata delle informazioni da pubblicare semestralmente (ex art. 23 d.lgs. n. 33/2013) e accise – ivi compresa la filiera dei prodotti da fumo – fa sì che non sempre risulti agevole individuare gli eventuali comportamenti scorretti; ciò rende opportuna l’adozione anche di misure di prevenzione ulterioriannualmente (ex art. Sono stati individuati i seguenti fattori/indici di rischio che dovranno essere oggetto di una mirata e costante attività di vigilanza: - conflitto di interessi del soggetto deputato al controllo32 d.lgs. 33/2013); - instaurazione l’emanazione di rapporti confidenziali tra soggetto controllore istruzioni volte a garantire la conformità delle procedure di approvvigionamento alle norme unionali e soggetto controllatonazionali in materia di tutela della riservatezza dei dati e al PTPCT (cfr. nota prot. n. 32696 RU del 14 marzo 2016), anche attraverso la predisposizione di modelli di dichiarazioni per escludere la sussistenza di potenziali conflitti d’interesse(4); - verifiche eseguite da una sola unità la diffusione di personaleistruzioni operative relative al nuovo Codice dei contratti e alle linee guida ANAC; - accorpamento della funzione la predisposizione del Programma biennale dei beni e servizi nonché del Programma triennale dei lavori; la comunicazione al Tavolo tecnico dei soggetti aggregatori di verbalizzazione cui all’art. 9, comma 2, del decreto legge n. 66/2014, entro il mese di ottobre dell’elenco delle acquisizioni di forniture e servizi di successiva predisposizione degli avvisi importo superiore a un milione di accertamento/pagamento e degli atti sanzionatori in capo agli stessi soggetti controllorieuro; - incompletezza o superficialità del controllola verifica dei requisiti autocertificati dagli operatori; - inerzia del soggetto controllore l’organizzazione di specifiche attività formative destinate agli addetti agli acquisti a livello centrale e decadenza dei termini per l’esercizio dell’azione di controlloperiferico; - mancata pianificazione la verifica in merito all’opportunità di procedere ad acquisizioni centralizzate, in funzione del contenimento della spesa. Con nota prot. n. 69011/RU del 25 luglio 2017 sono state fornite istruzioni in merito alle modalità di aggiornamento ed implementazione della “Sezione Amministrazione trasparente/Bandi di gara e contratti”, in conformità dell’art. 29 del Codice dei controlli a livello locale; - mancato controllocontratti pubblici. In particolare, sia da parte del dirigente dell’Ufficiorelativamente al ciclo degli approvvigionamenti, sia dei dirigenti degli Uffici di Supporto, dei giustificativi prodotti dal personale a corredo si investe sulla diffusione delle verifiche effettuate in trasferta; - mancata rotazione del personale assegnato ai team di verifica; - esiguo numero di unità assegnate alle attività di verifica rispetto alla totalità informazioni e sulla standardizzazione delle risorse umane in servizio presso l’ufficio; - mancato rispetto dei protocolli di sicurezza informatica. A presidio del rischio, a livello centrale, la competente direzione ha emanato linee guida per l’attività di controllo che richiamano l’attenzione dei direttori delle Strutture territoriali di vertice sulla necessità di vigilare ed eventualmente intervenireprocedure, al fine di garantire il corretto comportamento razionalizzare e facilitare lo svolgimento delle attività degli uffici che si occupano delle funzioni acquisti presso le articolazioni territoriali dell’Agenzia, semplificando, nel contempo, gli adempimenti a carico delle imprese partecipanti alle gare. In tale ambito, oltre alla predisposizione del personale addetto ai controlli in relazione ai profili deontologici ed etici richiestigià menzionato ‘Manuale delle procedure dell’attività negoziale’, garantendo anche si è provveduto a creare nel sito ‘intranet’ dell’Agenzia, all’interno dell’area curata dalla DAMMF, una sezione tematica, denominata ‘Approvvigionamenti’, nella quale sono pubblicate le opportune rotazioni del personale impegnato nell’attività di verifica(16). Nelle suddette norme interne e le linee guida si evidenzia che la congruità delle risorse destinate alle attività di verifica e controllo deve essere rapportata sia al volume, sia alla tipologia delle attività svolte nei territori di rispettiva competenza. Infine, sempre in tema di attività di controllo, è prescritta una pianificazione rigorosa delle attività, preceduta da un’accurata analisi dei rischi e fondata su un cronoprogramma certo e tempestivo, con l’adozione di check list dedicate.relative all’attività

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Analisi del rischio. La Come anticipato, l’affidamento della selezione dei controlli allo sdoganamento a un sistema informatizzato, basato sull’analisi dei rischi e istituzionalizzato nel ‘circuito doganale di controllo’, ha favorito, oltre che uno snellimento delle operazioni, a maggior tutela del contribuente, anche un sensibile abbattimento dell’esposizione al rischio corruttivo per quanto attiene ai meccanismi decisionali che governano la scelta delle operazioni da sottoporre a controllo e il tipo di controllo da porre in essere. A tal proposito la circolare n. 74D/2003 dell’allora ‘Area Centrale Verifiche e Controlli Tributi Doganali Accise – Laboratori chimici’ prescrive che un eventuale controllo d’iniziativa su una dichiarazione selezionata dal sistema informatico come ‘Canale verde’ (ovvero da non sottoporre a controllo) debba essere sorretto da un fondato sospetto di frode o da una segnalazione pervenuta agli uffici, espressamente esplicitati nell’apposito campo dell’applicativo. Tale accorgimento, accompagnato dall’obbligo in capo ai dirigenti responsabili degli uffici di adottare le misure necessarie e idonee ad impedire ogni abuso della facoltà di effettuare o ridurre i controlli d’iniziativa, unitamente al periodico monitoraggio effettuato dalle Direzioni, costituisce un importante strumento di prevenzione di condotte illecite. Resta inteso che l’Unità responsabile della definizione dei profili di rischio soggettivi e oggettivi, ossia dell’individuazione dei soggetti e delle operazioni da sottoporre a controllo sulla base di argomentate motivazioni, dovrà garantire adeguate misure di tracciabilità e di controllo collegiale delle decisioni. Tuttavia, nonostante i sofisticati sistemi adottati dall’Agenzia per prevenire e arginare fenomeni illeciti, nell’ambito del meccanismo di immedesimazione organica (pubblico ufficiale/agente che esercita le funzioni istituzionali in ragione del rapporto speciale di servizio con l’Organo al quale è assegnato), la gestione della verifica, sebbene orientata dal sistema di analisi dei rischi, rischi sia dal punto di vista delle modalità operative, sia dello sviluppo del meccanismo logico-giuridico dal quale scaturisce l’esito del controllo, rimane affidata al dipendente-persona fisica. In ragione della discrezionalità residua, permane un margine di rischio. Inoltre, la natura estremamente tecnica e specialistica di tutte le attività di controllo in materia di dogane, accise e giochi e accise – ivi compresa la filiera dei prodotti da fumo – fa sì che non sempre risulti agevole individuare gli eventuali comportamenti scorretti; ciò rende opportuna l’adozione anche di misure di prevenzione ulteriori. Sono stati individuati i seguenti fattori/indici di rischio che dovranno essere oggetto di una mirata e costante attività di vigilanza: - soggetto controllore in posizione di conflitto di interessi del soggetto deputato al controllointeressi; - instaurazione di rapporti confidenziali tra soggetto controllore e soggetto controllato; - verifiche eseguite team di verifica composti da una sola unità di personale; - accorpamento della funzione di verbalizzazione e di successiva predisposizione degli avvisi di accertamento/pagamento e degli atti sanzionatori in capo agli stessi soggetti controllori; - incompletezza controllo effettuato in modo incompleto o superficialità del controllosuperficiale; - inerzia del soggetto controllore e decadenza dei termini per l’esercizio dell’azione di controllo; - mancata pianificazione dei controlli a livello locale; - mancato controllo, controllo sia da parte del dirigente dell’Ufficio, Direttore dell’Ufficio sia dei dirigenti degli Uffici di Supporto, Distretti dei giustificativi prodotti dal personale a corredo delle verifiche effettuate in trasferta; - mancata rotazione del personale assegnato ai team di verifica; - esiguo numero di unità assegnate alle attività di verifica rispetto alla totalità delle risorse umane in servizio presso l’ufficio; - mancato rispetto dei protocolli di sicurezza informatica. A presidio del rischio, a livello centrale, la Direzione competente direzione ha emanato linee dell’Area Dogane emana Linee guida per l’attività di controllo che richiamano l’attenzione dei direttori Direttori delle Strutture territoriali di vertice sulla necessità di vigilare ed eventualmente intervenire, al fine di garantire il corretto comportamento del personale addetto ai controlli in relazione ai profili deontologici ed etici richiesti, garantendo anche verificando la costante permanenza di tali requisiti nonché le opportune rotazioni del personale impegnato nell’attività di verifica(16)verifica. Le Linee guida (Prot. n. 50325/RU del 24 aprile 2013) danno anche conto, mediante rappresentazione tabellare, dell’indice di rotazione del personale adibito a funzioni di verifica e controllo. L’indice di rotazione rappresenta la misura dell’avvicendamento del personale adibito ai controlli nell’ultimo biennio. Nelle suddette linee stesse Linee guida si evidenzia che la congruità delle risorse destinate alle attività di verifica e controllo deve essere rapportata sia al volume, sia alla tipologia delle attività doganali svolte nei territori di rispettiva competenza. Infine, sempre in tema di attività di controllo, è prescritta una pianificazione rigorosa delle attività, preceduta da un’accurata analisi dei rischi e fondata su un cronoprogramma certo e tempestivo, con l’adozione di check list dedicate. La stessa Direzione ha emanato, inoltre, direttive settoriali, al fine di assicurare la corretta e imparziale gestione dei procedimenti di competenza. A titolo esemplificativo, si citano le istruzioni diramate per l’espletamento delle indagini finanziarie, quelle in ambito di rilascio dello status di AEO (Operatore Economico Autorizzato), i protocolli procedurali e le metodologie di controllo nei settori dogane, accise ed extra-tributari. Periodicamente sono effettuati interventi sul territorio per accertare la corretta gestione della contabilità doganale e, più in generale, l’effettiva tutela delle risorse proprie dell’Unione Europea. Tutte le Direzioni regionali, interregionali e interprovinciale hanno prescritto la periodica rotazione dei funzionari assegnati all’attività di verifica. Come risulta anche dai contributi dei Referenti, in concreto, la rotazione riguarda la composizione dei nuclei di verifica e l’assegnazione dei singoli incarichi. La rotazione interviene anche nei confronti del personale addetto all’attività di verifica che, periodicamente, è assegnato ad altri settori di controllo o ad attività del tutto diverse. Sembra importante segnalare che alcuni Referenti hanno provveduto a diramare le istruzioni per il tracciamento delle richieste di abilitazione alle linee di lavoro in AIDA (Automazione Integrata Dogane Accise) e COGNOS con l’applicazione ‘Gestione delle richieste di abilitazione’. Risulta infatti strategico ai fini della prevenzione della corruzione monitorare l’attribuzione delle abilitazioni all’utilizzo delle banche dati, in modo tale che l’accesso a informazioni riservate sia autorizzato solo nei confronti dei soggetti che hanno necessità di interrogarle a causa della funzione istituzionale che ricoprono. A fini di trasparenza, in alcune realtà territoriali è stata disposta, in sede di verifica, la firma per esteso dei funzionari addetti e il sistematico uso del timbro personale nella redazione dei verbali. Per quanto riguarda l’area Monopoli, che ancora non dispone, in funzione delle procedure di controllo, di sistemi informatici analoghi a quelli precedentemente descritti, è stata condotta un’analisi mirata alla ricognizione dei rischi di corruzione insiti nelle attività dei verificatori e all’individuazione di apposite misure di contenimento accompagnate da una serie di indicatori. L’analisi, svolta in collaborazione con i Direttori centrali dell’area Monopoli, ha portato a una parziale rielaborazione dei fattori/indici di rischio e dei conseguenti presidi. Quali fattori/indici di rischio per i procedimenti dell’area Monopoli sono stati individuati i seguenti: - confidenzialità/connivenza tra verificatore e soggetto controllato; - verificatore in posizione di potenziale conflitto di interessi; - inefficacia dei controlli; - inefficacia giuridica del verbale di verifica; - inefficace programmazione e supervisione di ciascun servizio di verifica esterno; - inadeguata strategia sui controlli.

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Analisi del rischio. La selezione L’art. 1, comma 16, lettera b) della Legge individua nelle procedure di affidamento di lavori, servizi e forniture una delle aree particolarmente esposte al rischio di corruzione. Fasi particolarmente delicate delle procedure di affidamento risultano, in particolare: - le attività svolte dal Responsabile Unico del Procedimento (RUP) quando caratterizzate da un alto tasso di discrezionalità (predisposizione degli atti preliminari di gara, nell’ambito dei controlli allo sdoganamento quali sono individuati i requisiti di capacità tecnica ed economica per la partecipazione alla gara e i criteri per l’assegnazione dei punteggi alle offerte tecniche; verifica delle offerte sospette di anomalia); - le attività svolte dalle Commissioni di gara soprattutto nelle ipotesi in cui il criterio di aggiudicazione sia quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Anche la fase successiva alla scelta del contraente, ovvero quella di esecuzione del contratto, presenta profili di particolare delicatezza, con riferimento, ad esempio, alle competenze attribuite dal Direttore dell’esecuzione del contratto in materia di applicazione delle penali, liquidazione delle fatture o rilevazione di inadempimenti che, se segnalati, comporterebbero la risoluzione del contratto e l’incameramento della cauzione definitiva. Per le strutture centrali sia Area Dogane, sia Area Monopoli, l’acquisizione di lavori, forniture e servizi rientra tra le competenze della Direzione centrale pianificazione, amministrazione e sicurezza sul lavoro (DCPASL) in cui è incardinato l’Ufficio Acquisti (di livello dirigenziale) che presiede alle politiche di approvvigionamento attraverso: - le attività negoziali per le procedure di acquisizione di livello nazionale; - le attività negoziali per l’acquisizione di beni, servizi e lavori per la struttura centrale; - la gestione amministrativa dei contratti e dei relativi strumenti di garanzia; - l’indirizzo, il coordinamento e il monitoraggio delle attività svolte a livello territoriale nello specifico settore degli approvvigionamenti non centralizzati o centralizzabili. Per l’Area Dogane, a livello regionale/interregionale, la ‘funzione acquisti’ è invece gestita da un sistema informatizzatoapposito ‘servizio’ incardinato in un Ufficio (‘Distretto’), basato sull’analisi anch’esso di livello dirigenziale, che provvede alla gestione degli approvvigionamenti di interesse locale. Nella Direzione interprovinciale, il dirigente preposto alla ‘funzione acquisti’ è il Direttore interprovinciale. Per l’Area monopoli, la Direzione centrale Affari generali e coordinamento Uffici dei rischi monopoli (Ufficio approvvigionamenti e istituzionalizzato nel contabilità giochi): - coordina, in linea con le direttive emanate in materia dalla DCPASL, gli approvvigionamenti delle strutture territoriali attraverso la rilevazione dei fabbisogni, la pianificazione e il monitoraggio degli acquisti; - supporta le strutture territoriali nella gestione delle attività negoziali per l'acquisizione di beni, servizi e lavori, negli adempimenti normativi e amministrativi connessi con la gestione dei contratti e dei relativi strumenti di garanzia; - supporta la DCPASL nella definizione delle politiche di acquisizione degli immobili in uso agli uffici territoriali dell'Area Monopoli; - monitora l'attuazione delle disposizioni vigenti in materia di approvvigionamenti. Le competenze attribuite agli Uffici preposti alla circuito doganale di controllofunzione acquisti’, ha favoritoa livello centrale e territoriale, sono indicate nelle determinazioni riguardanti l’organizzazione. Al riguardo si precisa che nell’ambito dell’organizzazione interna dell’Agenzia -Area dogane, i Direttori degli uffici delle dogane sono stati individuati come datori di lavoro, oltre ai Direttori territoriali per le strutture direttamente amministrate e al DCPASL per le strutture centrali.1 Ai diversi livelli di responsabilità organizzativa corrispondono diversi livelli di autorizzazione alla spesa; i massimali di spesa in funzione dei quali i dirigenti sono autorizzati alla stipula dei contratti sono di seguito riportati: - con riferimento agli acquisti di lavori per importi fino a € 500.000,00 IVA esclusa, il Dirigente preposto alla ‘funzione acquisti’ autorizza la spesa e firma il contratto; - per acquisti di beni e servizi di importo fino alla soglia comunitaria, il Dirigente dell’Ufficio preposto alla ‘funzione acquisti’ autorizza la spesa e firma il contratto. Per gli acquisti di beni, servizi e lavori di importo compreso tra i massimali indicati ai punti che uno snellimento precedono e l’importo di € 2.580.000,00 IVA esclusa: - per le strutture centrali, il Direttore della DCPASL autorizza la spesa e il Dirigente preposto all’Ufficio Acquisti firma il contratto; - per le strutture regionali/interregionali, il Direttore regionale/interregionale autorizza la spesa e il Dirigente preposto alla ‘funzione acquisti’ firma il contratto; 1 Cfr. determinazione direttoriale prot. n. 33436/RI del 13.11.2009 - per la struttura interprovinciale, il Direttore della DCPASL autorizza la spesa e il Direttore interprovinciale firma il contratto. Per gli acquisti di importo superiore a € 2.580.000,00 IVA esclusa, la spesa è autorizzata con delibera del Comitato di Gestione; con la medesima delibera è dato mandato al Direttore della struttura di vertice interessata, centrale o regionale/interregionale, di attivare le connesse procedure di gara. I relativi contratti sono sottoscritti dagli stessi Direttori di vertice interessati; i contratti riferiti a fabbisogni della Direzione interprovinciale sono sottoscritti dal Direttore della DCPASL. In presenza di ‘accordi quadro/convenzioni’ già stipulati e che si realizzano mediante contratti attuativi (ordinazioni), l’autorizzazione alla sottoscrizione delle operazionispecifiche ordinazioni è concessa secondo i limiti autorizzativi sopra indicati. Ove ricorrano i presupposti stabiliti dalla normativa vigente, la procedura negoziata con un unico soggetto è autorizzata da: - il Dirigente preposto alla ‘funzione acquisti’, per importi sino alla soglia comunitaria per acquisti di beni e servizi; - il Direttore Centrale DCPASL e il Direttore regionale/interregionale, per importi sino a maggior tutela euro 2.580.000,00; per la struttura interprovinciale provvede il Direttore DCPASL. - il Direttore della Struttura di vertice interessata, centrale o regionale/interregionale – previo mandato del contribuenteComitato di Gestione dell’Agenzia, per importi superiori a euro 2.580.000,00; per la struttura interprovinciale la Direzione di vertice centrale interessata è la DCPASL. Al fine di garantire correttezza e uniformità di comportamenti, nonché l’allineamento alle disposizioni vigenti in materia di appalti pubblici e la definizione delle relative responsabilità organizzative, l’Agenzia si è dotata di un ‘Manuale delle procedure dell’attività negoziale’ aggiornato, da ultimo, con Delibera del Comitato di Gestione n. 325 del 15/12/2016, le cui regole si applicano ai contratti individuati nel d.lgs. n. 50/2016 (Codice degli appalti pubblici), ivi compresi i cosiddetti ‘contratti esclusi’ individuati al titolo II dello stesso Xxxxxx. Nel predetto Manuale è specificato l’obbligo di ricorso ai Contratti Quadro e alle Convenzioni stipulate dalla Consip SpA e al Mercato Elettronico PA (MEPA) in applicazione delle disposizioni in materia di contenimento della spesa. Qualora il bene o il servizio oggetto di convenzione-quadro messo a disposizione dai soggetti aggregatori non sia idoneo al soddisfacimento dello specifico fabbisogno dell’Amministrazione per mancanza di caratteristiche essenziali è possibile, ai sensi delle disposizioni vigenti, procedere ad acquisti autonomi esclusivamente a seguito di apposita autorizzazione (specificatamente motivata) resa dall’organo di vertice amministrativo, individuato con D.D. prot.n.23475/RI/2016, nella Direzione Centrale Pianificazione, Amministrazione e Sicurezza sul Lavoro. Sono state inoltre definite le attività da svolgere per accertare la conformità delle prestazioni eseguite rispetto a quelle pattuite, nonché i soggetti incaricati distintamente per le forniture di lavori, beni e servizi, anche un sensibile abbattimento dell’esposizione al rischio corruttivo per quanto attiene ai meccanismi decisionali che governano in considerazione della distinzione operata all’articolo 102 del citato Codice tra ‘collaudo’ e ‘verifica della conformità’ delle prestazioni eseguite. L’analisi condotta in collaborazione con la scelta DCPASL e con i referenti delle operazioni da sottoporre a controllo e il tipo di controllo da porre in essere. A tal proposito la circolare n. 74D/2003 dell’allora ‘Area Centrale Verifiche e Controlli Tributi Doganali Accise – Laboratori chimici’ prescrive che un eventuale controllo d’iniziativa su una dichiarazione selezionata dal sistema informatico come ‘Canale verde’ (ovvero da non sottoporre a controllo) debba essere sorretto da un fondato sospetto di frode o da una segnalazione pervenuta agli uffici, espressamente esplicitati nell’apposito campo dell’applicativo. Tale accorgimento, accompagnato dall’obbligo in capo ai dirigenti responsabili degli uffici di adottare le misure necessarie e idonee ad impedire ogni abuso della facoltà Direzioni territoriali ha permesso di effettuare o ridurre i controlli d’iniziativa, unitamente al periodico monitoraggio effettuato dalle Direzioni, costituisce un importante strumento di prevenzione di condotte illecite. Resta inteso che l’Unità responsabile della definizione dei profili di rischio soggettivi e oggettivi, ossia dell’individuazione dei soggetti e una ricognizione delle operazioni da sottoporre a controllo sulla base di argomentate motivazioni, dovrà garantire adeguate numerose misure di tracciabilità e di controllo collegiale delle decisioni. Tuttavia, nonostante i sofisticati sistemi adottati già adottate dall’Agenzia per prevenire il rischio corruzione e arginare fenomeni illecitiillegalità nell’ambito specifico. La DCPASL, nell’ambito della propria attività di coordinamento e monitoraggio degli uffici periferici, assicura costante attenzione alla regolarità delle procedure di affidamento, attraverso interventi diversificati, che riguardano: - l’emanazione di istruzioni e direttive, tra le quali specifiche indicazioni operative in tema di obbligo di ricorso al ‘sistema Consip’ (cfr. nota 31906/RU del meccanismo di immedesimazione organica (pubblico ufficiale/agente che esercita le funzioni istituzionali in ragione del rapporto speciale di servizio con l’Organo al quale è assegnato14 marzo 2016), la gestione della verificadi Accordi quadro e di mercato elettronico (strumenti a garanzia di una maggiore economicità e trasparenza delle procedure di affidamento); - l’applicazione di strumenti automatizzati, sebbene orientata dal sistema di analisi dei rischi, sia dal punto di vista a supporto delle modalità attività operative, sia dello sviluppo che consentono di uniformare i comportamenti e monitorare le procedure; - la chiara ripartizione dei compiti all’interno degli uffici con la definizione di posizioni organizzative interne (capi reparto/capi sezione), in grado di assicurare il coordinamento e il monitoraggio di sotto- insiemi di attività omogenee; - l’emanazione di disposizioni per assicurare trasparenza e conoscibilità delle informazioni riguardanti le determinazioni raggiunte dall’amministrazione nella fase di scelta del meccanismo logico-giuridico dal quale scaturisce l’esito del controllocontraente e consentire, rimane affidata al dipendente-persona fisica. In ragione della discrezionalità residua, permane un margine di rischio. Inoltre, la natura estremamente tecnica e specialistica di tutte le attività di controllo in conformità alle recenti prescrizioni legislative in materia di doganetrasparenza, giochi la rilevazione in via automatizzata delle informazioni da pubblicare semestralmente (ex art. 23 d.lgs. n. 33/2013) e accise – ivi compresa la filiera dei prodotti da fumo – fa sì che non sempre risulti agevole individuare gli eventuali comportamenti scorretti; ciò rende opportuna l’adozione anche annualmente (ex art. 32 d.lgs. 33/2013), in funzione della quale sono state avviate le attività per l’attuazione del sistema gestionale di misure di prevenzione ulteriorisupporto ‘contabilità e acquisti’ (cfr. Sono stati individuati i seguenti fattori/indici di rischio che dovranno essere oggetto di una mirata e costante attività di vigilanza: - conflitto di interessi nota Prot. 59004 RU del soggetto deputato al controllo17 maggio 2013); - instaurazione l’emanazione di rapporti confidenziali tra soggetto controllore istruzioni volte a garantire la conformità delle procedure di approvvigionamento alle prescrizioni della Legge n. 190/2012 (cfr. nota prot. n. 44502-RU del 15.04.2016) per l’inserimento di un modello di patto d’integrità nella documentazione di gara da sottoscrivere dai legali rappresentanti degli operatori economici per la partecipazione alla procedura di acquisizione) e soggetto controllatodel PTPC (cfr. nota prot. n. 32696 RU del 14 marzo 2016), anche attraverso la predisposizione di modelli di dichiarazioni per escludere la sussistenza di potenziali conflitti d’interesse2; - verifiche eseguite da una sola unità la diffusione di personaleistruzioni operative relative al nuovo Codice dei contratti e delle linee guida ANAC; - accorpamento della funzione di verbalizzazione la predisposizione del Programma biennale dei beni e di successiva predisposizione degli avvisi di accertamento/pagamento e degli atti sanzionatori in capo agli stessi soggetti controlloriservizi dell’Agenzia ai sensi dell’art. 21 del nuovo codice; - incompletezza o superficialità del controllola verifica dei requisiti autocertificati dagli operatori; - inerzia del soggetto controllore e decadenza dei termini per l’esercizio dell’azione l’organizzazione di controllo; - mancata pianificazione dei controlli un’attività formativa destinata agli addetti agli acquisti a livello localecentrale e periferico; 2 Cfr. PTPC, paragrafo 3.3 - mancato controllola verifica in merito all’opportunità di procedere ad acquisizioni centralizzate, sia da parte in funzione del dirigente dell’Ufficiocontenimento della spesa. In particolare, sia dei dirigenti relativamente al ciclo degli Uffici di Supportoapprovvigionamenti, dei giustificativi prodotti dal personale a corredo si investe sulla diffusione delle verifiche effettuate in trasferta; - mancata rotazione del personale assegnato ai team di verifica; - esiguo numero di unità assegnate alle attività di verifica rispetto alla totalità informazioni e sulla standardizzazione delle risorse umane in servizio presso l’ufficio; - mancato rispetto dei protocolli di sicurezza informatica. A presidio del rischio, a livello centrale, la competente direzione ha emanato linee guida per l’attività di controllo che richiamano l’attenzione dei direttori delle Strutture territoriali di vertice sulla necessità di vigilare ed eventualmente intervenireprocedure, al fine di garantire il corretto comportamento del personale addetto ai controlli in relazione ai profili deontologici ed etici richiesti, garantendo anche le opportune rotazioni del personale impegnato nell’attività di verifica(16). Nelle suddette linee guida si evidenzia che la congruità delle risorse destinate alle attività di verifica razionalizzare e controllo deve essere rapportata sia al volume, sia alla tipologia facilitare lo svolgimento delle attività svolte degli uffici acquisti operanti presso le articolazioni territoriali dell’Agenzia, semplificando, nel contempo, gli adempimenti a carico delle imprese partecipanti alle gare. In tale ambito, oltre alla predisposizione del già menzionato ‘Manuale delle procedure dell’attività negoziale’, si è provveduto a creare nel sito ‘intranet’ dell’Agenzia, all’interno dell’area curata dalla DCPASL, una sezione tematica, denominata: ‘Attività negoziale’. La sezione è costantemente aggiornata, anche alla luce del contributo dei soggetti coinvolti nell’ambito dei procedimenti di acquisizione di beni, lavori e servizi. Detta sezione è suddivisa in cinque parti (1. Normativa – 2 Regolamenti – 3. Istruzioni di servizio - 4. Manuali – 5. Xxxx utili) al fine di rappresentare in modo organico le informazioni e la documentazione secondo un criterio di omogeneità dei contenuti. Nella seconda di tali parti sono descritte le procedure organizzative e sono rappresentati i flussi, i ruoli e le responsabilità dei soggetti che presidiano la gestione degli approvvigionamenti. In ordine alla gestione dei contratti è stato attivato un sistema interno di alert che consente il monitoraggio e la gestione delle scadenze dei contratti. Per ciò che concerne i pagamenti, infine, tutte le connesse movimentazioni (dalla fase di disposizione dei pagamenti alle relative riconciliazioni con le risultanze provenienti dalla Banca d’Italia, in qualità di istituto tesoriere) sono gestite attraverso un sistema automatizzato di Tesoreria (sistema gestionale ‘Sigma-Oracle’) che, oltre a monitorare la tempestività nei territori pagamenti, consente di rispettiva competenzamonitorare e storicizzare i controlli propedeutici (e il relativo esito) in ordine agli adempimenti previsti dall’art. Infine48 bis D.P.R. n. 602/1973, sempre all’esattezza delle coordinate bancarie inserite nell’Anagrafe Fornitori, alla presenza dei codici CIG e CUP, alla regolarità contributiva dei fornitori (DURC), all’eventuale sussistenza di provvedimenti di fermo amministrativo nei confronti degli stessi, alla compiuta pubblicazione sul sito web dei dati inerenti ai contratti in tema essere. Recependo le indicazioni contenute nell’aggiornamento 2015 al PNA,3 si è proceduto, in collaborazione con la DCPASL, a segmentare il processo di attività approvvigionamento nelle fasi di controllo, è prescritta una pianificazione rigorosa delle attività, preceduta da un’accurata analisi dei rischi e fondata su un cronoprogramma certo e tempestivo, con l’adozione di check list dedicate.seguito descritte:

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