Common use of Discussione Clause in Contracts

Discussione. stere alla pressione dei pari associato al potenziamento delle life skills. Va comun- que notato che non c’è accordo sui principi di base e sugli interventi realmente effica- ci, anche se la letteratura scientifica evi- denzia la maggiore efficacia di interventi che vanno oltre la semplice trasmissione di conoscenze ed informazioni (Xxxxxxxx, 1998; Xxxxxxx, 1988). - Si nota la tendenza alla realizzazione di interventi brevi e solamente informativi. - Emerge l’assenza di un coordinamento centrale e di un’adeguata rete di informa- zione/documentazione. - Si rileva la carenza di valutazione degli interventi realizzati nel settore della pre- venzione del tabagismo in ambito scolastico. - Si registra la non adesione al network europeo “Health Promoting Schools” e la non partecipazione al concorso europeo “Smoke Free Class Competition”. - Si riscontra l’assenza di progetti di prevenzione in contesti extra-scolastici. - Si evidenzia uno squilibrio tra il numero di studenti coinvolti in progetti di preven- zione del tabagismo ed il totale della popolazione studentesca piemontese. - Si ritiene utile, dal momento che pochi progetti rilevati comprendono specifiche atti- vità destinate ai genitori, sottolineare l’importanza di coinvolgere non solo la scuola, ma anche la famiglia. - Si nota una maggior diffusione dei progetti di prevenzione tra gli studenti delle scuole secondarie superiori. - Le ASL risultano tra i principali soggetti promotori di interventi di prevenzione del fumo di sigarette rivolti alla popolazione giovanile. - Si registra la presenza di diverse metodologie di intervento.

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Discussione. stere con la rete europea H.P.S., oltre che lo scam- bio di esperienze tra le scuole aderenti alla pressione dei pari associato rete al potenziamento delle life skillsfine di migliorare i progetti di pre- venzione. Va comun- que notato che non c’è accordo sui principi di base e sugli interventi realmente effica- ci, Si è anche se la letteratura scientifica evi- denzia la maggiore efficacia di interventi che vanno oltre la semplice trasmissione di conoscenze ed informazioni (Xxxxxxxx, 1998; Xxxxxxx, 1988). - Si nota la tendenza alla realizzazione di interventi brevi e solamente informativi. - Emerge riscontrata l’assenza di un coordinamento centrale e di un’adeguata rete di informa- zione/documentazione. - Si rileva la carenza di valutazione degli interventi realizzati nel settore della pre- venzione del tabagismo in ambito scolastico. - Si registra la non adesione al network europeo “Health Promoting Schools” e la non partecipazione al concorso europeo “Smoke Free Class Competition”. - Si riscontra l’assenza di progetti pro- getti di prevenzione in contesti extra-extra- scolastici. - Si Come ben evidenziato nel capi- tolo precedente, in Piemonte la prevenzione del fumo di sigarette rivolta ai giovani sem- bra essere realizzata solamente all’interno dell’ambiente scolastico. A questo proposi- to, va sottolineato come la scuola costituisca il luogo ideale per l’attuazione di program- mi di prevenzione, in quanto permette di raggiungere facilmente un numero consi- stente di giovani in una fascia di età consi- derata a rischio per lo sviluppo di abitudini dannose, di realizzare interventi articolati con il gruppo classe e di condurre attività anche con i genitori e gli insegnanti (Xxxxxxx, 1997). Pochissimi sono, sia in Italia che in Europa, gli interventi rivolti a soggetti fuori dal cir- cuito scolastico, nonostante siano più coin- volti in stili di vita a rischio (Xxxxxxx, Strunin, 1992). Xxxxxxx, infatti, non solo hanno minori opportunità di apprendere e sviluppare abilità socio-cognitive utili ad affrontare i problemi della vita quotidiana e di essere inseriti in programmi di preven- zione, ma, se hanno un lavoro, hanno anche una disponibilità economica che gli consen- te una maggiore possibilità di acquisto delle sigarette. I dati provenienti dall’Annuario Statistico Regionale (xxx.0000.xxxxxxxxxxxxxxx.xx) indicano che il tasso di partecipazione nel- l’istruzione secondaria superiore è, per l’anno scolastico 2000-2001, pari a 86,4%, poco superiore alla media nazionale (86,2%). La percentuale di abbandoni al primo anno delle scuole secondarie superiori sugli iscritti al primo anno del totale delle scuo- le secondarie superiori corrisponde invece, per l’anno scolastico 2000-2001, a 13,6: tale dato si colloca al di sopra della media nazionale (11,3%). Poiché la proporzione di popolazione giovanile piemontese non iscritta alla scuola secondaria superiore o drop-out è particolarmente elevata, in un’ottica di promozione della salute della popolazione in generale sarebbe necessario programmare interventi di prevenzione rivolti ai giovani non studenti, pur con tutte le difficoltà di contatto e di coinvolgimento che ciò comporta, in quanto questo gruppo di soggetti risulta non facilmente raggiungi- bile, non essendo inserito in un contesto comune e circoscritto quale è la scuola. In generale, si evidenzia uno squilibrio tra il numero di studenti coinvolti in progetti pro- getti di preven- zione prevenzione del tabagismo ed il totale della popolazione studentesca piemontesestudente- sca. - Si ritiene utileSecondo quanto rilevato, dal momento che pochi progetti rilevati comprendono specifiche atti- vità destinate ai genitorinel periodo di tempo compreso tra il 2000 e il 2004 sono stati coinvolti almeno una volta 95.324 stu- denti di scuola elementare, sottolineare l’importanza di coinvolgere non solo la scuola, ma anche la famiglia. - Si nota una maggior diffusione dei progetti di prevenzione tra gli studenti delle scuole secondarie superiori. - Le ASL risultano tra i principali soggetti promotori di media inferiore e superiore in interventi di prevenzione del fumo di sigarette. Tale dato risulta notevolmente ridimen- sionato se confrontato con il numero di studenti iscritti ogni anno in Piemonte nelle scuole elementari, medie inferiori e superiori, che, ad esempio, per l’anno sco- lastico 2002-2003 corrisponde a 439.561 (xxx.xxxxxxx.xxxxxxxx.xx/xxxxxx/xxxxx). A fronte di un’ampia diffusione del fumo di sigarette rivolti tra i giovani, sembra esserci uno squilibrio tra il numero di progetti messi in campo ed il numero di soggetti partecipanti, che spesso si riduce ad una sola classe per progetto. Ciò può esser dovuto sia alla popolazione giovanilediffi- coltà di realizzare progetti ampi ed articola- ti, come precedentemente descritto, e non significa il non inserimento in programmi di prevenzione della maggioranza della popo- lazione studentesca, in quanto può parteci- pare a progetti di educazione alla salute di altro tipo (ad esempio, prevenzione della tossicodipendenza, educazione alimentare, ecc.). - Si registra la presenza A tal proposito si ricorda che l’inda- gine effettuata non aveva alcuna pretesa di diverse metodologie esaustività, pertanto, il quadro delineato è probabilmente incompleto e mancante di interventoalcune iniziative di prevenzione in ambito scolastico.

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Discussione. frequente presenza delle ASL sia come ente promotore dell’intervento sia come ente partner in progetti promossi da altri sogget- ti (ad esempio, associazioni del privato sociale). Le ASL, in effetti, sono gli organi deputati in primis all’educazione alla salu- te, poiché, più di altri soggetti anch’essi impegnati nel campo della prevenzione, dis- pongono di risorse utili e necessarie alla organizzazione ed elaborazione di un pro- getto. Inoltre la presenza all’interno dell’ASL di diverse professionalità, ciascuna caratterizzata da conoscenze e competenze specifiche, facilita la creazione di un gruppo di lavoro multidisciplinare dedicato all’edu- cazione alla salute, che permette di realiz- zare interventi che affrontano il tema della prevenzione da diversi punti di vista, garan- tendo un approccio integrale alla problema- tica in considerazione. Risulta quindi chiaro come le ASL vengano identificate, da parte di soggetti terzi, quali ad esempio le istitu- zioni scolastiche e l’associazionismo, come i soggetti appropriati a cui esplicitare una domanda diretta di intervento di prevenzio- ne primaria e/o di collaborazione e/o di for- mazione. Ciò significa che alle ASL viene riconosciuta e valorizzata la capacità di pro- muovere azioni concrete per la prevenzione e la promozione della salute. D’altronde le ASL, assieme alla scuola, sono le uniche isti- tuzioni ad avere attribuiti per legge compiti di educazione alla salute. Un altro elemento interessante è la pre- senza di diverse metodologie di inter- vento. Numerosi interventi rilevati preve- dono un’attività diretta degli operatori e degli insegnanti nei gruppi classe con una metodologia di lavoro attiva che stimola la partecipazione e la riflessione su di sè degli studenti attraverso laboratori, giochi di ruolo, lavori di gruppo e discussioni guidate. Tra i metodi di intervento in educazione alla salute rientra anche la peer education, che però sembra scarsamente utilizzata dagli operatori piemontesi: va precisato che gli studi di valutazione sono ancora pochi e non è chiaro quale sia il processo responsa- bile degli effetti positivi sia negli educatori che nei destinatari e se tali effetti osservati permangono anche dopo l’intervento (Xxxxxx, 1995). Una metodologia di lavoro con gli adolescenti di tipo interattivo risulta comunque essere utile allo sviluppo di capa- cità critiche e decisionali individuali, della capacità di riconoscere la pressione sociale che spinge a fumare, della capacità di resi- stere alla pressione dei pari associato e della capacità di individuare e mettere in atto comporta- menti alternativi al fumo di tabacco, ma ugualmente finalizzati al raggiungimento degli obiettivi di crescita significativi. Proprio gli adolescenti che possiedono tali capacità risultano essere meno implicati in comportamenti a rischio (Xxxxxx, 2003). Ad esempio, gli studenti che hanno acquisito competenze socio-relazionali, di decision making e di problem solving hanno una maggiore conoscenza dei problemi connessi al fumo, una maggiore capacità di indivi- duare le conseguenze positive della decisio- ne di non fumare e di affrontare situazioni potenzialmente a rischio di consumo di tabacco (Xxxxxxx, 1983). Sembrerebbe quindi auspicabile progettare interventi volti al potenziamento di compe- tenze e abilità socio-cognitive, definite dall’OMS life skills, indispensabili per affrontare i problemi della vita quotidiana, tanto più che tali programmi si sono dimo- strati efficaci nel ridurre l’iniziazione al fumo di sigarette (CDC, 1994). I risultati di programmi di prevenzione basati sul poten- ziamento delle life skillsskills (Life Skills Training) evidenziano infatti effetti positivi a lungo termine, ossia fino al termine della scuola superiore, sul consumo di tabacco, alcol e marijuana, così come sull’uso di tali sostanze associate a sostanze illegali (Xxxxxx, 2004). Va comun- que notato L’ultima rassegna Cochrane (Xxxxxx, 2002) sottolinea però come non esista un modo semplice per prevenire il fumo di sigarette tra i giovani: sembrano produrre un successo maggiore i progetti che mirano a sviluppare la capacità di resi- stere alla pressione dei pari, mentre non c’è accordo sui principi è stata ancora dimostrata l’efficacia di base inter- venti multidimensionali e sugli interventi realmente effica- ci, anche se la letteratura scientifica evi- denzia la maggiore efficacia di interventi che vanno oltre la semplice trasmissione prevedono lo sviluppo della capacità di conoscenze ed informazioni (Xxxxxxxx, 1998; Xxxxxxx, 1988). - Si nota la tendenza alla realizzazione di interventi brevi e solamente informativi. - Emerge l’assenza di un coordinamento centrale e di un’adeguata rete di informa- zione/documentazione. - Si rileva la carenza di valutazione degli interventi realizzati nel settore della pre- venzione del tabagismo in ambito scolastico. - Si registra la non adesione al network europeo “Health Promoting Schools” e la non partecipazione al concorso europeo “Smoke Free Class Competition”. - Si riscontra l’assenza di progetti di prevenzione in contesti extra-scolastici. - Si evidenzia uno squilibrio tra il numero di studenti coinvolti in progetti di preven- zione del tabagismo ed il totale della popolazione studentesca piemontese. - Si ritiene utile, dal momento che pochi progetti rilevati comprendono specifiche atti- vità destinate ai genitori, sottolineare l’importanza di coinvolgere non solo la scuola, ma anche la famiglia. - Si nota una maggior diffusione dei progetti di prevenzione tra gli studenti delle scuole secondarie superiori. - Le ASL risultano tra i principali soggetti promotori di interventi di prevenzione del fumo di sigarette rivolti alla popolazione giovanile. - Si registra la presenza di diverse metodologie di intervento.resi-

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Discussione. stere Complessivamente “poiché appare fonda- mentale che la valutazione entri a pieno titolo nei programmi, anche in termini di verifica costi-xxxxxxxx0 , è necessario investi- re su di una specifica formazione degli ope- ratori del settore. Accanto all’acquisizione di tecniche e competenze professionali, è necessario stimolare un cambiamento cul- turale che permetta di vedere nel processo di valutazione una risorsa e non una mera modalità di controllo o di esercizio accade- mico” (Orlandini, 2002). Anche l’adozione di pratiche preventive basate sull’evidenza scientifica appare poco diffusa tra coloro che si occupano di preven- zione del tabagismo. Ciò è in parte dovuto sia al fatto che la letteratura presente in tema di prevenzione basata sull’evidenza e/o sull’efficacia è prevalentemente stranie- ra ed inglese sia alla pressione dei pari associato mancanza di linee- guida comuni ed applicabili al potenziamento delle life skillscontesto ita- liano. Va comun- que notato che non c’è accordo sui principi La disponibilità di base e sugli prove di efficacia relative agli interventi realmente effica- cidi prevenzione del fumo in ambito scolastico è infatti ad oggi scarsa (Xxxxxx, 2002), anche se la letteratura scientifica evi- denzia la maggiore efficacia esistono raccomandazioni e indicazioni di interventi che vanno oltre la semplice trasmissione di conoscenze ed informazioni buona pra- tica in materia (XxxxxxxxCDC, 19981994; XxxxxxxNIDA, 19882003). - Si nota Inoltre si registra la tendenza mancanza di occasio- ni di confronto tra coloro che lavorano nel campo dell’educazione alla realizzazione salute e della promozione della salute non solo a livel- lo nazionale, ma anche a livello internaziona- le, relativamente ad iniziative e programmi rivolte ai giovani. Ad esempio, in Piemonte, si nota, ad eccezione di interventi brevi e solamente informativi. - Emerge l’assenza di un coordinamento centrale e di un’adeguata rete di informa- zione/documentazione. - Si rileva la carenza di valutazione degli interventi realizzati nel settore della pre- venzione del tabagismo in ambito scolastico. - Si registra una sola Azienda Sanitaria, la non adesione al network europeo “Health Promoting Schools” (H.P.S.), inizia- tiva promossa dall’OMS e dalla Commissione Europea, con l’obiettivo di aiutare tutte le scuole a diventare scuole sane. Una scuola sana si pone l’obiettivo di favorire la salute fisica, psichica e sociale degli studenti, del personale docente e non docente, dei genitori e coopera con la comunità locale affinché anch’essa diventi un luogo sano di vita. Tale programma prevede che la scuola si impegni ad inserire attività di educazione e promozione della salute nel curriculum scola- stico, a incoraggiare stili di vita sani e a fare scelte di salute per gli alunni e il personale della scuola, a migliorare l’ambiente fisico della scuola, a coinvolgere e collaborare con i servizi specialistici presenti nella comunità e con i politici locali al fine di migliorare la salu- te e l’istruzione (Burgher, 1999). A ciò va aggiunto la non partecipazione partecipazione, da parte delle scuole medie inferiori e superiori, al concorso europeo “Smoke Free Class Competition”, progetto per la prevenzione del fumo di tabacco nelle scuole, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma “L’Europa contro il cancro” in collaborazione con la Rete Europea dei Giovani contro il Tabacco (ENY- PAT). - Si riscontra l’assenza Benché le valutazioni svolte indicano che questo concorso contribuisce a ritardare l’iniziazione al fumo tra i giovani (Xxxxxx, 2002), solamente una Azienda Sanitaria pie- montese ha coinvolto alcune classi in due pas- sate edizioni di progetti tale progetto. La pressoché totale assenza, sul territorio piemontese, di prevenzione in contesti extra-scolastici. - Si evidenzia uno squilibrio tra il numero scuole promotrici di studenti coinvolti in progetti di preven- zione del tabagismo ed il totale della popolazione studentesca piemontese. - Si ritiene utile, dal momento che pochi progetti rilevati comprendono specifiche atti- vità destinate ai genitori, sottolineare l’importanza di coinvolgere salute e/o aderenti al pro- getto “Smoke Free Class Competition” illu- stra quindi non solo la scuoladifficoltà di reperire informazioni e materiale aggiornato utile al lavoro quotidiano degli operatori, ma anche la famigliamancanza di occasioni di confronto con realtà europee e internazionali. - Si nota una maggior A questo proposito risulta quindi importante il lavoro di raccolta di materiale scientifico e la sua diffusione dei progetti agli operatori piemontesi da parte del Centro di prevenzione tra gli studenti Documentazione Regionale (DoRS). Inoltre, poiché si ritiene importante l’inserimento della promozione della salute nell’attività didattica e la collaborazione scuola-territorio, così come è indicato dalla rete europea delle scuole secondarie superiori. - Le ASL risultano che promuovono salute, il già citato portale “xxx.xxxxxxxxxxx.xx” potrebbe per- mettere lo sviluppo e l’estensione della rete H.P.S. a livello regionale, la costruzio- ne di una rete istituzionale tra i principali soggetti promotori scuola ed enti territoriali, la promozione di interventi di prevenzione del fumo di sigarette rivolti alla popolazione giovanile. - Si registra la presenza di diverse metodologie di intervento.progetti

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