Common use of SISTEMA DI GESTIONE DEI RISCHI Clause in Contracts

SISTEMA DI GESTIONE DEI RISCHI. Il Sistema di gestione dei rischi è l’insieme delle regole, dei processi, delle risorse e degli strumenti utilizzati a supporto della strategia dell’individuazione, misurazione, monitoraggio, gestione e segnalazione dei rischi del Gruppo, e consente un’adeguata comprensione della natura e della significatività dei rischi a cui il Gruppo è esposto. Le strategie, gli obiettivi e i processi di gestione dei rischi del Gruppo e le procedure di segnalazione per ciascuna categoria di rischio sono disciplinate da una serie di politiche, quali Politica di gestione dei rischi, il Risk Appetite Framework, la Politica in materia di investimenti, la Politica di gestione del rischio di liquidità, la Politica di gestione delle attività e delle passività (ALM), la Politica di sottoscrizione, la Politica in materia di riassicurazione, la Politica liquidativa, la Politica di Gestione del rischio operativo, la Politica di valutazione dei rischi e della solvibilità (ORSA), la Politica in materia di relazione SFCR e RSR. Tali politiche sono adottate dalla Capogruppo e dalla controllata assicurativa. L’obiettivo ultimo che il sistema di gestione dei rischi del Gruppo si propone di raggiungere consiste nel mantenere entro un livello accettabile i rischi identificati, nell’ottica di garantire, da un lato, l’ottimizzazione delle disponibilità patrimoniali necessarie a fronteggiare i rischi stessi e, dall’altro, il miglioramento della redditività in relazione ai rischi cui è esposta il Gruppo. Tutte le strutture aziendali, con il supporto della Funzione Risk Management, sono coinvolte e contribuiscono alla gestione dei rischi e devono rilevare in via continuativa i rischi attuali e prospettici. In questo contesto ha un ruolo centrale il Comitato per il Controllo Interno e i Xxxxxx che ha funzioni consultive e propositive nei confronti del Consiglio di Amministrazione con il compito di supportarne le valutazioni e le decisioni in relazione all’adeguatezza del complessivo sistema di gestione dei rischi ed alla determinazione delle linee guida dello stesso, nonché per dare supporto nell’identificazione e gestione dei principali rischi aziendali. L’individuazione è condotta in funzione della natura, della portata e della complessità dei rischi inerenti all’attività svolta. La Funzione Risk Management ha il compito di stabilire le metodologie e le procedure di analisi dei rischi, definendo altresì i criteri necessari per l’applicazione dei principi di materialità e proporzionalità nelle fasi del processo di gestione dei rischi stessi. I rischi significativi cui il Gruppo è esposto fanno riferimento prevalentemente all’attività svolta dalla Controllata Assicuratrice Milanese S.p.A.. In particolare, essi sono relativi a: • il rischio di assunzione per i contratti che prevedono una durata pluriennale, perché l'effettiva sinistralità potrebbe eccedere quella stimata nel premio incassato; • il rischio di riservazione per i sinistri a riserva, perché l'effettivo processo di trattazione del sinistro potrebbe superare l'importo a costo ultimo messo a riserva; • il rischio di mercato che potrebbe ridurre il valore degli attivi a copertura delle riserve tecniche; • il rischio di controparte derivante dalle esposizioni verso istituti di credito; • il rischio operativo derivante da fattori interni o da eventi esterni. Tutti i rischi materiali e quantificabili di primo pilastro, quali il rischio di assunzione, il rischio di riservazione, il rischio di mercato, il rischio di credito e il rischio operativo, sono valutati nell’ambito della Formula Standard prevista dal regime Solvency II. Altri rischi quantificabili di secondo pilastro, eventualmente non presenti nel profilo di rischio aziendale al momento della valutazione ma di interesse del business della Compagnia in ottica prospettica (rischio di liquidità, rischio ALM, rischio spread dei titoli governativi e rischi emergenti), devono essere monitorati per verificarne la potenziale insorgenza e la relativa necessità di quantificazione. Laddove ritenuto opportuno, la Controllata valuta in modalità “own assessment” alcuni fattori di rischio “stimabile” secondo una logica di “best effort”, mantenendo comunque l’impianto generale delle specifiche tecniche Solvency II. Per quanto riguarda i rischi non quantificabili, quali il rischio legato all’appartenenza al gruppo, il rischio di non conformità alle norme e il rischio reputazionale, sono analizzati sulla base di criteri qualitativi mediante un processo di autovalutazione interno. Le analisi quantitative sono definite e applicate in coerenza con la natura, la portata e la complessità dei rischi inerenti all’attività di impresa e ripetute con frequenza adeguata al tipo di rischio e alla relativa possibile evoluzione. La frequenza delle valutazioni è in ogni caso almeno annuale. Il sistema è integrato, inoltre, da: • Risk Appetite Framework (RAF): la propensione al rischio è il livello di rischio che l’impresa intende assumere, distintamente per ogni area individuata, per il perseguimento dei suoi obiettivi strategici; • Own Risk and Solvency Assessment (ORSA): processo di valutazione interna dei rischi e della solvibilità in chiave prospettica, costituito dall’insieme dei processi di analisi, decisionali e strategici attuati, nonché dalle metodologie utilizzate, per valutare in modo continuativo e prospettico, il fabbisogno di capitale e la disponibilità di mezzi patrimoniali. Tale valutazione è collegata al profilo e alla propensione al rischio specifici a livello di Gruppo. Trasversali a tutto il sistema sono le Politiche delle principali funzioni fondamentali (Compliance, Risk Management, Attuariale, Internal Audit). L’intero sistema viene rivisto con cadenza almeno annuale dal Consiglio di Amministrazione.

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SISTEMA DI GESTIONE DEI RISCHI. Il Sistema In ottemperanza alle disposizioni dell’Art. 5-ter del Decreto, secondo il quale i fondi pensione devono dotarsi di un sistema di gestione dei rischi è l’insieme delle regoleintegrato nella struttura organizzativa e nei processi \decisionali, dei processi, delle risorse il Fondo ha istituito la Funzione di Gestione del Rischio e degli strumenti utilizzati a supporto della strategia dell’individuazione, misurazione, monitoraggio, gestione e segnalazione dei rischi del Gruppo, e consente un’adeguata comprensione della natura e della significatività dei rischi a cui il Gruppo è esposto. Le strategie, gli obiettivi e i processi di gestione dei rischi del Gruppo e le procedure di segnalazione per ciascuna categoria di rischio sono disciplinate da una serie di politiche, quali ha approvato la Politica di gestione dei rischi. La Politica di Gestione dei rischi identifica i principi e gli standard minimi inerenti al processo di gestione e controllo dei rischi del Fondo, il Risk Appetite Frameworkcoerentemente con le disposizioni normative di carattere sovranazionale (Direttiva UE n. 2016/2341 e Linee Guida EIOPA) e di carattere nazionale (art. 5-ter e art. 5-nonies, del Decreto e Delibere Covip) e con gli obiettivi e la propensione al rischio stabilita dal Fondo stesso. La Politica di gestione dei rischi definisce, tra l’altro, i compiti di ciascun organo del Fondo in materia di investimentidefinizione e monitoraggio dei rischi. La gestione dei rischi è infatti realizzata mediante un processo che coinvolge, con diversi ruoli e responsabilità, i diversi organi e soggetti di governo, direzione e controllo presenti nell’organizzazione del Fondo, tra i quali assumono un ruolo rilevante: - la Politica di gestione del rischio di liquidità, la Politica di gestione delle attività e delle passività (ALM), la Politica di sottoscrizione, la Politica in materia di riassicurazione, la Politica liquidativa, la Politica Funzione di Gestione del rischio operativoRischio facilita l’attuazione del sistema di gestione dei rischi, assicurando la prevenzione, la Politica gestione e la comunicazione dei rischi a cui potrebbe essere esposto il Fondo. La Funzione riporta direttamente al Direttore Generale e concorre, con il Consiglio di Amministrazione, alla valutazione e al controllo dei rischi che potrebbero minare la sostenibilità e/o compromettere la realizzazione degli obiettivi del Fondo, assicurando il coordinamento e il raccordo con tutte le funzioni del Fondo interessate. La Funzione è inoltre responsabile della definizione dei criteri e delle metodologie di misurazione e valutazione dei rischi ritenute adeguate al monitoraggio degli stessi, sulla base dei criteri fissati dall’Organo di Governo, e della solvibilità (ORSA)predispone la reportistica periodica sullo stato, la Politica in materia sull’evoluzione dei rischi e sulla presenza di relazione SFCR eventuali anomalie da trasmettere al Consiglio di Amministrazione e RSRal Direttore Generale. Tali politiche sono adottate dalla Capogruppo e dalla controllata assicurativa. L’obiettivo ultimo - Il Consiglio di Amministrazione assicura che il sistema di gestione dei rischi del Gruppo si propone di raggiungere consiste nel mantenere entro un livello accettabile consenta l’identificazione, la valutazione anche prospettica e il controllo dei rischi maggiormente significativi, ivi compresi i rischi identificatiderivanti dalla non conformità alle norme, nell’ottica garantendo l’obiettivo della salvaguardia del patrimonio, anche in un’ottica di garantire, da un lato, l’ottimizzazione delle disponibilità patrimoniali necessarie a fronteggiare i rischi stessi e, dall’altromedio-lungo periodo. Nell’ambito dei compiti di indirizzo strategico ed organizzativo inerenti al sistema di gestione dei rischi, il miglioramento della redditività in relazione ai rischi cui è esposta il Gruppo. Tutte le strutture aziendaliConsiglio di Amministrazione definisce, con il supporto della Funzione Risk Managementdi Gestione del Rischio, sono coinvolte e contribuiscono alla gestione dei rischi e devono rilevare in via continuativa i rischi attuali e prospettici. In questo contesto ha un ruolo centrale il Comitato per il Controllo Interno e i Xxxxxx che ha funzioni consultive e propositive nei confronti del Consiglio di Amministrazione con il compito di supportarne le valutazioni e le decisioni in relazione all’adeguatezza del complessivo efficace sistema di gestione dei rischi ed è responsabile della definizione della Politica di Gestione dei Rischi e della valutazione dell’adeguatezza della stessa, con cadenza almeno triennale, in relazione alla determinazione complessiva attività svolta dal Fondo e alla tolleranza al rischio. Inoltre, anche con riguardo alle attività esternalizzate, l’Organo Amministrativo assicura la conformità delle linee guida dello stesso, nonché per dare supporto nell’identificazione e stesse alla gestione dei principali rischi aziendalidel Fondo, alla Politica di Gestione dei Rischi adottata, alle leggi e ai regolamenti, richiedendo che i sistemi impiegati forniscano accurate e tempestive analisi sulle esposizioni al rischio. L’individuazione A tal fine, il Consiglio di Amministrazione è condotta costantemente informato, secondo cadenze fissate, sulle esposizioni e sui rischi e in funzione della naturapresenza di criticità significative, della portata e della complessità dei rischi inerenti all’attività svoltaimpartisce le direttive per l’adozione delle idonee misure correttive. La Funzione Risk Management ha il compito di stabilire le metodologie e le procedure di analisi dei rischi- Il Direttore Generale è responsabile, definendo altresì i criteri necessari per l’applicazione dei principi di materialità e proporzionalità nelle fasi del processo sulla base delle direttive impartite dall’Organo Amministrativo, dell’attuazione degli obiettivi fissati in tema di gestione dei rischi stessi(tenendo conto anche del contesto di mercato), del mantenimento e del monitoraggio della Politica di Gestione dei Rischi. I rischi significativi cui Con il Gruppo è esposto fanno riferimento prevalentemente all’attività svolta dalla Controllata Assicuratrice Milanese S.p.A.. In particolarecontributo della Funzione di Gestione del Rischio, essi sono relativi a: • il rischio di assunzione per i contratti che prevedono una durata pluriennaleDirettore specifica e formalizza le direttive e ogni altra restrizione da assegnare alle strutture operative, perché l'effettiva sinistralità potrebbe eccedere quella stimata nel premio incassato; • il rischio di riservazione per i sinistri a riserva, perché l'effettivo sovrintendendo al processo di trattazione predisposizione della reportistica, su materie attinenti all’area di gestione dei rischi, da impiegare per le comunicazioni periodiche all’Organo Amministrativo. Oltre a questi soggetti, anche gli organi e le funzioni di controllo (Collegio Sindacale, Comitato Finanza, Funzione di Revisione Interna, Commissione Organizzativa, Società di Revisione Legale), e inoltre le Funzioni Operative del sinistro potrebbe superare l'importo Fondo, sono chiamate a costo ultimo messo a riserva; • il rischio collaborare con la FGR per la valutazione dei rischi di mercato che potrebbe ridurre il valore degli attivi a copertura delle riserve tecniche; • il rischio loro pertinenza, secondo le attribuzioni già definite nei precedenti paragrafi. Il processo di controparte derivante dalle esposizioni verso istituti gestione e controllo dei rischi, descritto nella Politica di credito; • il rischio operativo derivante da fattori interni o da eventi esterni. Tutti gestione dei rischi, permette di identificare, valutare e gestire i rischi materiali nel continuo, tenendo altresì conto delle variazioni intervenute nella natura e quantificabili di primo pilastro, quali il rischio di assunzione, il rischio di riservazione, il rischio complessità dell’attività del Fondo e nel contesto di mercato, il rischio di credito e il rischio operativo, sono valutati nell’ambito della Formula Standard prevista dal regime Solvency II. Altri rischi quantificabili di secondo pilastro, eventualmente non presenti nel profilo di rischio aziendale al momento della valutazione ma di interesse del business della Compagnia in ottica prospettica (rischio di liquidità, rischio ALM, rischio spread dei titoli governativi e rischi emergenti), devono essere monitorati per verificarne la potenziale insorgenza e la relativa necessità di quantificazione. Laddove ritenuto opportuno, la Controllata valuta in modalità “own assessment” alcuni fattori di rischio “stimabile” secondo una logica di “best effort”, mantenendo comunque l’impianto generale delle specifiche tecniche Solvency II. Per quanto riguarda i rischi non quantificabili, quali il rischio legato all’appartenenza al gruppo, il rischio di non conformità alle norme e il rischio reputazionale, sono analizzati sulla base di criteri qualitativi mediante un processo di autovalutazione interno. Le analisi quantitative sono definite e applicate in coerenza con la natura, la portata e la complessità dei rischi inerenti all’attività di impresa e ripetute con frequenza adeguata al tipo di rischio e alla relativa possibile evoluzione. La frequenza delle valutazioni è in ogni caso almeno annuale. Il sistema è integrato, inoltre, da: • Risk Appetite Framework (RAF): la propensione al rischio è il livello di rischio che l’impresa intende assumere, distintamente per ogni area individuata, per il perseguimento dei suoi obiettivi strategici; • Own Risk and Solvency Assessment (ORSA): processo di valutazione interna dei rischi e della solvibilità in chiave prospettica, costituito dall’insieme dei processi di analisi, decisionali e strategici attuati, nonché dalle metodologie utilizzate, per valutare in modo continuativo e prospettico, il fabbisogno di capitale e la disponibilità di mezzi patrimoniali. Tale valutazione è collegata al profilo e alla propensione al rischio specifici a livello di Gruppo. Trasversali a tutto il sistema sono le Politiche delle principali funzioni fondamentali (Compliance, Risk Management, Attuariale, Internal Audit). L’intero sistema viene rivisto con cadenza almeno annuale dal Consiglio di Amministrazione.si articola nelle seguenti fasi:

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SISTEMA DI GESTIONE DEI RISCHI. Il Sistema In ottemperanza alle disposizioni dell’Art. 5-ter del Decreto, secondo il quale i fondi pensione devono dotarsi di un sistema di gestione dei rischi è l’insieme delle regoleintegrato nella struttura organizzativa e nei processi \decisionali, dei processi, delle risorse il Fondo ha istituito la Funzione di Gestione del Rischio e degli strumenti utilizzati a supporto della strategia dell’individuazione, misurazione, monitoraggio, gestione e segnalazione dei rischi del Gruppo, e consente un’adeguata comprensione della natura e della significatività dei rischi a cui il Gruppo è esposto. Le strategie, gli obiettivi e i processi di gestione dei rischi del Gruppo e le procedure di segnalazione per ciascuna categoria di rischio sono disciplinate da una serie di politiche, quali ha approvato la Politica di gestione dei rischi. La Politica di Gestione dei rischi identifica i principi e gli standard minimi inerenti al processo di gestione e controllo dei rischi del Fondo, il Risk Appetite Frameworkcoerentemente con le disposizioni normative di carattere sovranazionale (Direttiva UE n. 2016/2341 e Linee Guida EIOPA) e di carattere nazionale (art. 5-ter e art. 5-nonies, del Decreto e Delibere Covip) e con gli obiettivi e la propensione al rischio stabilita dal Fondo stesso. La Politica di gestione dei rischi definisce, tra l’altro, i compiti di ciascun organo del Fondo in materia di investimentidefinizione e monitoraggio dei rischi. La gestione dei rischi è infatti realizzata mediante un processo che coinvolge, con diversi ruoli e responsabilità, i diversi organi e soggetti di governo, direzione e controllo presenti nell’organizzazione del Fondo, tra i quali assumono un ruolo rilevante: - la Politica di gestione del rischio di liquidità, la Politica di gestione delle attività e delle passività (ALM), la Politica di sottoscrizione, la Politica in materia di riassicurazione, la Politica liquidativa, la Politica Funzione di Gestione del rischio operativoRischio facilita l’attuazione del sistema di gestione dei rischi, assicurando la prevenzione, la Politica gestione e la comunicazione dei rischi a cui potrebbe essere esposto il Fondo. La Funzione riporta direttamente al Direttore Generale e concorre, con il Consiglio di Amministrazione, alla valutazione e al controllo dei rischi che potrebbero minare la sostenibilità e/o compromettere la realizzazione degli obiettivi del Fondo, assicurando il coordinamento e il raccordo con tutte le funzioni del Fondo interessate. La Funzione è inoltre responsabile della definizione dei criteri e delle metodologie di misurazione e valutazione dei rischi ritenute adeguate al monitoraggio degli stessi, sulla base dei criteri fissati dall’Organo di Governo, e della solvibilità predispone la reportistica periodica sullo stato, sull’evoluzione dei rischi e sulla presenza di eventuali anomalie da trasmettere al Consiglio di Amministrazione e al Direttore Generale. - Il Consiglio di Amministrazione definisce il modello organizzativo (ORSA)sistema di governo) del Fondo comprensivo delle funzioni fondamentali (gestione dei rischi, la Politica revisione interna) e, in materia tale ambito, delinea il sistema di relazione SFCR controllo interno e RSR. Tali politiche sono adottate dalla Capogruppo e dalla controllata assicurativa. L’obiettivo ultimo il sistema di gestione dei rischi; assicura che il sistema di gestione dei rischi del Gruppo si propone di raggiungere consiste nel mantenere entro un livello accettabile consenta l’identificazione, la valutazione anche prospettica e il controllo dei rischi maggiormente significativi, ivi compresi i rischi identificatiderivanti dalla non conformità alle norme, nell’ottica garantendo l’obiettivo della salvaguardia del patrimonio, anche in un’ottica di garantire, da un lato, l’ottimizzazione delle disponibilità patrimoniali necessarie a fronteggiare i rischi stessi e, dall’altromedio-lungo periodo. Nell’ambito dei compiti di indirizzo strategico ed organizzativo inerenti al sistema di gestione dei rischi, il miglioramento della redditività in relazione ai rischi cui è esposta il Gruppo. Tutte le strutture aziendaliConsiglio di Amministrazione definisce, con il supporto della Funzione Risk Managementdi Gestione del Rischio, sono coinvolte e contribuiscono alla gestione dei rischi e devono rilevare in via continuativa i rischi attuali e prospettici. In questo contesto ha un ruolo centrale il Comitato per il Controllo Interno e i Xxxxxx che ha funzioni consultive e propositive nei confronti del Consiglio di Amministrazione con il compito di supportarne le valutazioni e le decisioni in relazione all’adeguatezza del complessivo efficace sistema di gestione dei rischi ed è responsabile della definizione della Politica di Gestione dei Rischi e della valutazione dell’adeguatezza della stessa, con cadenza almeno triennale, in relazione alla determinazione complessiva attività svolta dal Fondo e alla tolleranza al rischio. Inoltre, anche con riguardo alle attività esternalizzate, l’Organo Amministrativo assicura la conformità delle linee guida dello stesso, nonché per dare supporto nell’identificazione e stesse alla gestione dei principali rischi aziendalidel Fondo, alla Politica di Gestione dei Rischi adottata, alle leggi e ai regolamenti, richiedendo che i sistemi impiegati forniscano accurate e tempestive analisi sulle esposizioni al rischio. L’individuazione A tal fine, il Consiglio di Amministrazione è condotta costantemente informato, secondo cadenze fissate, sulle esposizioni e sui rischi e in funzione della naturapresenza di criticità significative, della portata e della complessità dei rischi inerenti all’attività svoltaimpartisce le direttive per l’adozione delle idonee misure correttive. La Funzione Risk Management ha il compito di stabilire le metodologie e le procedure di analisi dei rischi- Il Direttore Generale è responsabile, definendo altresì i criteri necessari per l’applicazione dei principi di materialità e proporzionalità nelle fasi del processo sulla base delle direttive impartite dall’Organo Amministrativo, dell’attuazione degli obiettivi fissati in tema di gestione dei rischi stessi(tenendo conto anche del contesto di mercato). I Con il contributo della Funzione di Gestione del Rischio, il Direttore specifica e formalizza le direttive e ogni altra istruzione da impartire alle strutture operative. Oltre a questi soggetti, anche gli organi e le funzioni di controllo (Collegio Sindacale, Comitato Finanza, Funzione di Revisione Interna, Comitato gestione, Società di Revisione Legale), e inoltre le Funzioni Operative del Fondo, sono chiamate a collaborare con la FGR per la valutazione dei rischi significativi cui il Gruppo è esposto fanno riferimento prevalentemente all’attività svolta dalla Controllata Assicuratrice Milanese S.p.A.. In particolaredi loro pertinenza, essi sono relativi a: • il rischio di assunzione per i contratti che prevedono una durata pluriennale, perché l'effettiva sinistralità potrebbe eccedere quella stimata nel premio incassato; • il rischio di riservazione per i sinistri a riserva, perché l'effettivo secondo le attribuzioni già definite nei precedenti paragrafi. Il processo di trattazione del sinistro potrebbe superare l'importo a costo ultimo messo a riserva; • il rischio gestione e controllo dei rischi, descritto nella Politica di mercato che potrebbe ridurre il valore degli attivi a copertura delle riserve tecniche; • il rischio gestione dei rischi, permette di controparte derivante dalle esposizioni verso istituti di credito; • il rischio operativo derivante da fattori interni o da eventi esterni. Tutti identificare, valutare e gestire i rischi materiali nel continuo, tenendo altresì conto delle variazioni intervenute nella natura e quantificabili di primo pilastro, quali il rischio di assunzione, il rischio di riservazione, il rischio complessità dell’attività del Fondo e nel contesto di mercato, il rischio di credito e il rischio operativo, sono valutati nell’ambito della Formula Standard prevista dal regime Solvency II. Altri rischi quantificabili di secondo pilastro, eventualmente non presenti nel profilo di rischio aziendale al momento della valutazione ma di interesse del business della Compagnia in ottica prospettica (rischio di liquidità, rischio ALM, rischio spread dei titoli governativi e rischi emergenti), devono essere monitorati per verificarne la potenziale insorgenza e la relativa necessità di quantificazione. Laddove ritenuto opportuno, la Controllata valuta in modalità “own assessment” alcuni fattori di rischio “stimabile” secondo una logica di “best effort”, mantenendo comunque l’impianto generale delle specifiche tecniche Solvency II. Per quanto riguarda i rischi non quantificabili, quali il rischio legato all’appartenenza al gruppo, il rischio di non conformità alle norme e il rischio reputazionale, sono analizzati sulla base di criteri qualitativi mediante un processo di autovalutazione interno. Le analisi quantitative sono definite e applicate in coerenza con la natura, la portata e la complessità dei rischi inerenti all’attività di impresa e ripetute con frequenza adeguata al tipo di rischio e alla relativa possibile evoluzione. La frequenza delle valutazioni è in ogni caso almeno annuale. Il sistema è integrato, inoltre, da: • Risk Appetite Framework (RAF): la propensione al rischio è il livello di rischio che l’impresa intende assumere, distintamente per ogni area individuata, per il perseguimento dei suoi obiettivi strategici; • Own Risk and Solvency Assessment (ORSA): processo di valutazione interna dei rischi e della solvibilità in chiave prospettica, costituito dall’insieme dei processi di analisi, decisionali e strategici attuati, nonché dalle metodologie utilizzate, per valutare in modo continuativo e prospettico, il fabbisogno di capitale e la disponibilità di mezzi patrimoniali. Tale valutazione è collegata al profilo e alla propensione al rischio specifici a livello di Gruppo. Trasversali a tutto il sistema sono le Politiche delle principali funzioni fondamentali (Compliance, Risk Management, Attuariale, Internal Audit). L’intero sistema viene rivisto con cadenza almeno annuale dal Consiglio di Amministrazione.si articola nelle seguenti fasi:

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SISTEMA DI GESTIONE DEI RISCHI. Il Sistema In ottemperanza alle disposizioni dell’Art. 5-ter del Decreto, secondo il quale i fondi pensione devono dotarsi di un sistema di gestione dei rischi integrato nella struttura organizzativa e nei processi decisionali, il Fondo ha istituito la Funzione di Gestione dei Rischi e ha approvato la Politica di gestione dei rischi. Coerentemente con le disposizioni del Decreto, la Funzione di Gestione dei Rischi è l’insieme delle regolestrutturata in modo da facilitare l’attuazione di un Sistema di Gestione e Controllo dei Rischi e per assicurare la prevenzione, dei processi, delle risorse e degli strumenti utilizzati a supporto della strategia dell’individuazione, misurazione, monitoraggio, la gestione e segnalazione la comunicazione dei rischi cui potrebbe essere esposto il Fondo, che tenga conto anche dei rischi che gravano direttamente sugli aderenti e beneficiari, nella prospettiva dell’interesse degli stessi La Politica di Gestione dei rischi identifica i principi e gli standard minimi inerenti al processo di gestione e controllo dei rischi del GruppoFondo, coerentemente con le disposizioni normative di carattere sovranazionale (Direttiva UE n. 2016/2341 e consente un’adeguata comprensione della natura Linee Guida EIOPA) e della significatività dei rischi a cui il Gruppo è espostodi carattere nazionale (art. Le strategie5-ter e art. 5-nonies, del Decreto e Deliberazione Covip) e con gli obiettivi e i processi la propensione al rischio stabilita dal Fondo stesso. La Politica di gestione dei rischi definisce, tra l’altro, i compiti di ciascun soggetto del Gruppo Fondo in materia di gestione dei Rischi (con particolare riferimento ai ruoli della Funzione di Gestione dei Rischi). La gestione dei rischi è infatti realizzata mediante un processo che coinvolge, con diversi ruoli e responsabilità, i diversi organi e soggetti di governo, direzione e controllo presenti nell’organizzazione del Fondo e di seguito elencati: - Consiglio di Amministrazione; - Direttore Generale; - Funzione di Gestione dei Rischi; - Il Consiglio di Amministrazione definisce un efficace sistema di gestione e controllo dei rischi che consenta l’identificazione, la valutazione anche prospettica, la gestione ed il monitoraggio dell’esposizione del Fondo ai rischi, con particolare riguardo a quelli maggiormente significativi. Nell’ambito dei compiti di indirizzo strategico ed organizzativo, il Consiglio di Amministrazione approvala Politica di Gestione dei Rischi e ne valuta, con cadenza almeno triennale, l’adeguatezza. Il Consiglio di Amministrazione, inoltre, definisce l’approccio del Fondo verso ciascuno dei rischi individuati nella Politica di Gestione dei rischi (ossia il cosiddetto “risk appetite”). - Il Direttore Generale, sulla base delle direttive impartite dal Consiglio di Amministrazione, assicura che la gestione dei rischi del Fondo sia svolta nel rispetto delle norme vigenti, della Politica di Gestione dei rischi e dello Statuto e nell’esclusivo interesse del Fondo e dei suoi aderenti, , anche con riferimento alle attività esternalizzate. Il Direttore supporta il Consiglio di Amministrazione nella definizione del “risk appetite” e delle strategie di alto livello in merito alla gestione dei rischi e ne dà attuazione; identifica le procedure misure di segnalazione trattamento dei rischi e supervisiona sull’attuazione delle stesse; assicura il supporto delle funzioni operative del Fondo alla Funzione di Gestione dei Rischi per ciascuna categoria tutte le attività connesse alla identificazione, valutazione, controllo e reportistica dei rischi. La struttura di rischio sono disciplinate da una serie risk governance è, inoltre, rafforzata dalla presenza delle seguenti funzioni che supportano, ognuno per il proprio ambito di politichecompetenza, quali la Funzione di Gestione dei Rischi nelle attività di identificazione e valutazione dei rischi e si coordinano con la stessa con riferimento alle attività operative e di controllo: ▪ Funzione Affari Legali e Compliance; ▪ Funzione Amministrativa ▪ Comitato Finanza e Risk Management; ▪ Funzione Finanza; ▪ Organismo di Vigilanza ex X.Xxx. 231/2001; ▪ Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione ex D.Lgs. 81/2008; ▪ Responsabile della Protezione dei Dati (RPD) ex Regolamento UE 2016/679 (GDPR); ▪ Comitato IORP II; e delle seguenti funzioni indipendenti: ▪ Collegio dei Sindaci; ▪ Funzione di Revisione Interna; ▪ Società di Revisione Legale. Il processo di gestione e controllo dei rischi, descritto nella Politica di gestione dei rischi, il Risk Appetite Frameworkpermette di identificare, la Politica in materia di investimenti, la Politica di gestione del rischio di liquidità, la Politica di gestione delle attività valutare e delle passività (ALM), la Politica di sottoscrizione, la Politica in materia di riassicurazione, la Politica liquidativa, la Politica di Gestione del rischio operativo, la Politica di valutazione dei rischi gestire e della solvibilità (ORSA), la Politica in materia di relazione SFCR e RSR. Tali politiche sono adottate dalla Capogruppo e dalla controllata assicurativa. L’obiettivo ultimo che il sistema di gestione dei rischi del Gruppo si propone di raggiungere consiste nel mantenere entro un livello accettabile monitorare i rischi identificatinel continuo, nell’ottica di garantire, da un lato, l’ottimizzazione tenendo altresì conto delle disponibilità patrimoniali necessarie a fronteggiare i rischi stessi e, dall’altro, il miglioramento della redditività in relazione ai rischi cui è esposta il Gruppo. Tutte le strutture aziendali, con il supporto della Funzione Risk Management, sono coinvolte variazioni intervenute nella natura e contribuiscono alla gestione dei rischi complessità dell’attività del Fondo e devono rilevare in via continuativa i rischi attuali e prospettici. In questo nel contesto ha un ruolo centrale il Comitato per il Controllo Interno e i Xxxxxx che ha funzioni consultive e propositive nei confronti del Consiglio di Amministrazione con il compito di supportarne le valutazioni e le decisioni in relazione all’adeguatezza del complessivo sistema di gestione dei rischi ed alla determinazione delle linee guida dello stesso, nonché per dare supporto nell’identificazione e gestione dei principali rischi aziendali. L’individuazione è condotta in funzione della natura, della portata e della complessità dei rischi inerenti all’attività svolta. La Funzione Risk Management ha il compito di stabilire le metodologie e le procedure di analisi dei rischi, definendo altresì i criteri necessari per l’applicazione dei principi di materialità e proporzionalità nelle fasi del processo di gestione dei rischi stessi. I rischi significativi cui il Gruppo è esposto fanno riferimento prevalentemente all’attività svolta dalla Controllata Assicuratrice Milanese S.p.A.. In particolare, essi sono relativi a: • il rischio di assunzione per i contratti che prevedono una durata pluriennale, perché l'effettiva sinistralità potrebbe eccedere quella stimata nel premio incassato; • il rischio di riservazione per i sinistri a riserva, perché l'effettivo processo di trattazione del sinistro potrebbe superare l'importo a costo ultimo messo a riserva; • il rischio di mercato che potrebbe ridurre il valore degli attivi a copertura delle riserve tecniche; • il rischio di controparte derivante dalle esposizioni verso istituti di credito; • il rischio operativo derivante da fattori interni o da eventi esterni. Tutti i rischi materiali e quantificabili di primo pilastro, quali il rischio di assunzione, il rischio di riservazione, il rischio di mercato, il rischio di credito e il rischio operativo, sono valutati nell’ambito della Formula Standard prevista dal regime Solvency II. Altri rischi quantificabili di secondo pilastro, eventualmente non presenti nel profilo di rischio aziendale al momento della valutazione ma di interesse del business della Compagnia in ottica prospettica (rischio di liquidità, rischio ALM, rischio spread dei titoli governativi e rischi emergenti), devono essere monitorati per verificarne la potenziale insorgenza e la relativa necessità di quantificazione. Laddove ritenuto opportuno, la Controllata valuta in modalità “own assessment” alcuni fattori di rischio “stimabile” secondo una logica di “best effort”, mantenendo comunque l’impianto generale delle specifiche tecniche Solvency II. Per quanto riguarda i rischi non quantificabili, quali il rischio legato all’appartenenza al gruppo, il rischio di non conformità alle norme e il rischio reputazionale, sono analizzati sulla base di criteri qualitativi mediante un processo di autovalutazione interno. Le analisi quantitative sono definite e applicate in coerenza con la natura, la portata e la complessità dei rischi inerenti all’attività di impresa e ripetute con frequenza adeguata al tipo di rischio e alla relativa possibile evoluzione. La frequenza delle valutazioni è in ogni caso almeno annuale. Il sistema è integrato, inoltre, da: • Risk Appetite Framework (RAF): la propensione al rischio è il livello di rischio che l’impresa intende assumere, distintamente per ogni area individuata, per il perseguimento dei suoi obiettivi strategici; • Own Risk and Solvency Assessment (ORSA): processo di valutazione interna dei rischi e della solvibilità in chiave prospettica, costituito dall’insieme dei processi di analisi, decisionali e strategici attuati, nonché dalle metodologie utilizzate, per valutare in modo continuativo e prospettico, il fabbisogno di capitale e la disponibilità di mezzi patrimoniali. Tale valutazione è collegata al profilo e alla propensione al rischio specifici a livello di Gruppo. Trasversali a tutto il sistema sono le Politiche delle principali funzioni fondamentali (Compliance, Risk Management, Attuariale, Internal Audit). L’intero sistema viene rivisto con cadenza almeno annuale dal Consiglio di Amministrazione.si articola nelle seguenti fasi:

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