CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO
COMUNE DI TRIESTE
P.zza Unità d'Italia, n. 4 Telefono 040/675111 Telefax 040/675…..
e-mail: @comune.trieste.it C.F. e P. IVA: 00210240321
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO
art. 43 D.P.R.5.10.2010 n. 207 e art. 38 D.P.G.R. n.0165/Pres dd 5.6.2003 e s.m.i.
LAVORI DI
Cod. Op. 14067– Ristrutturazione e restauro edificio in Via del Teatro Romano (ex Isti- tuto Carli)- Realizzazione ascensore - abbattimento delle barriere architettoniche. Ri- stutturazione uffici del quarto piano
Il Responsabile Unico del procedimento: dott. Arch. Marina Cassin I Progettisti :
arch.i. Sergio Russignan geom. Guido Vecchiet
per. ind. Elettr. Franco Stogaus per.ind. Franco Cossutta disegnatore: geom. Angelo Micillo
SOMMARIO
PARTE PRIMA - DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI - (DEFINIZIONE TECNICA ED ECONOMICA DELL’OGGETTO DELL’APPALTO ) 5
Capo I – Definizione economica dell’appalto 5
1.Definizione dell’oggetto dell’appalto 5
2.Definizione economica del progetto 6
3.Cronoprogramma dei lavori 6
4.Norme generali su materiali, componenti, sistemi ed esecuzione 7
5.Norme di sicurezza generali 7
6.Norme di sicurezza particolari 7
Capo II – Disposizioni particolari in materia di sicurezza 8
7. Piani di sicurezza 8
8.Piano operativo di sicurezza 8
9.Osservanza e attuazione dei piani di sicurezza 9
10.Cartello di cantiere 9
PARTE SECONDA - SPECIFICAZIONE DELLE PRESCRIZIONI TECNICHE - (MODALITA' DI ESECUZIONE E NORME DI MISURAZIONE DI OGNI LAVORAZIONE, REQUISITI DI ACCETTAZIONE DI MATERIALI E COMPONENTI, SPECIFICHE DI PRESTAZIONE E MODALITÀ DI PROVE, ORDINE DA TENERSI NELLO SVOLGIMENTO DI SPECIFICHE LAVORAZIONI) 11
11.PREMESSA 10
CAPO I - DISPOSIZIONI IN MATERIA DI CONTABILIZZAZIONE E MISURA DEI LAVORI 11
12. La valutazione dei lavori a misura lavori 11
13.La valutazione dei lavori a corpo 11
14. Valutazione dei lavori in economia eventualmente dedotti in contratto 12
15.Valutazione dei lavori in corso d’opera 12
16.Materiali ed oggetti di valore 12
CAPO II- MODI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI 13
17.- Norme generali per la misurazione e valutazione dei lavori 13
18.Classificazioni di lavoratori per l’applicazione della mano d’opera 18
CAPO III- CRITERI COMUNI COMPONENTI EDILIZI 20
21.Specifiche tecniche dei componenti edilizi 20
22.Specifiche tecniche del cantiere 26
CAPO IV - QUALITA' E PROVENIENZA DEI MATERIALI - MODO DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO - OSSERVANZA DI LEGGI, REGOLAMENTI E NORME 25
23.Prescrizioni generali di esecuzione delle principali categorie di lavori 27
24.Qualità e provenienza dei materiali - caratteristiche dei vari materiali - presentazione del cam- pionario 27
25.Materiali 27
26.Norme generali sul collocamento in opera 30
27.Preparazione del cantiere e tracciamenti 30
28.Terre e rocce considerate nei lavori 30
CAPO V - MODO DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO - OPERE EDILI ED AFFINI 31
29.Scavi in genere 32
30.Scavi a sezione aperta 33
31.Scavi a sezione ristretta 33
32.Scavi archeologici 33
33.Scavi subacquei e prosciugamenti 33
34.Demolizioni e rimozioni 33
35.Rilevati e rinterri 33
36.Rilevati compattati, comprese fondazioni e sottofondi stradali 35
37.Opere in fondazione 35
38.Malte e conglomerati 35
39.Riempimento in pietrame a secco - vespai e intercapedini 37
40.Murature in genere 37
41.Muratura di pietrame a secco 38
42.Murature di pietrame con malta 38
43.Murature in mattoni 39
44.Tramezzi di una testa ed in foglio con mattoni pieni e forati 39
45.Murature miste 39
46.Murature di getto in conglomerato cementizio 39
47.Opere in cemento armato e in cemento armato precompresso 40
48.Solai 40
49.Soffitti 40
50.Coperture dei tetti 41
51.Controsoffitti 41
52.Pareti e contropareti in cartongesso 42
53. Intonaci 43
54.Pavimenti 44
55.Rivestimenti di pareti 49
56.Marmi, pietre naturali e artificiali - norme generali 49
57.Marmi e pietre naturali 49
58.Pietre artificiali 50
59.Opere da carpentiere 52
60.Opere da bandaio in genere 53
61.Tubazioni 51
62.Opere in ferro 56
63.Pavimentazioni superficiali - rivestimenti in emulsione bituminosa 53
64.Opere da pittore - verniciatore 56
65.Opere da vetraio 57
66.Opere da serramentista 61
CAPO VI - MODO DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO – IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI 66
67.CARATTERISTICHE TECNICHE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI - PRESCRIZIONI TECNICHE GENERALI 66
68. QUALITA' E CARATTERISTICHE DEI MATERIALI 78
69.VERIFICHE IN CORSO D’OPERA - VERIFICA PROVVISORIA E DEFINITIVA - NORME PER l’OMOLOGAZIONE E LA MESSA IN SERVIZIO DEGLI IMPIANTI 110
70.MESSA IN SERVIZIO ED OMOLOGAZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI IN- STALLATI 114
PARTE PRIMA - DESCRIZIONE DELLE LAVORAZIONI - (DEFINIZIONE TECNICA ED ECONO- MICA DELL’OGGETTO DELL’APPALTO )
D E F I N I Z I O N I
1. Ai fini del presente Capitolato speciale si deve intendere:
a. per <<Codice dei contratti pubblici>> il D.Lgs. 18 aprile 2016 – Attuazione delle Diretti- ve 2014/23/UE, e 2014/25/UE sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure di appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di con- tratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture;
b. per <<D.P.R. 207/2010>> il <<Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163 recante “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori servizi e forniture in at- tuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE”>> nel testo approvato con D.P.R. 5 ottobre 2010 n. 207 e ss.mm.ii., per le parti ancora in vigore;
c. per <<D.M. 145/2000>> il <<Regolamento recante il capitolato generale d'appalto dei lavori pubblici, ai sensi dell'articolo 3, comma 5, della Legge 11 febbraio 1994 n. 109 e successive modifi- cazioni>> nel testo approvato con D.M. 19 aprile 2000 n. 145 e ss.mm.ii., per quanto ancora vigente dopo l’entrata in vigore del D.P.R.207/2010 e del D.Lgs. 50/2016
d. per <<T.U. 81/2008>> il <<Testo Unico di attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro>> nel testo approvato con D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e ss.mm.ii.;
Capo I – Definizione economica dell’appalto
1. Definizione dell’oggetto dell’appalto
1. L’appalto ha per oggetto i lavori, le forniture, le provviste e quant’altro necessario per dare com- pletamente compiuti ed eseguiti i lavori che riguardano il vano scala che ospiterà l'ascensore e parzialmente l'atrio di Via del Teatro Romano, la fornitura e posa del corpo ascensore e dell'ab- battimento delle barriere architettoniche al piano terra - sulla base del progetto esecutivo elabo- rato dal Servizio Edilizia Scolastica Sportiva Programmi Complessi del Comune di Trieste
2. Descrizione sintetica delle opere:
- Demolizioni pavimentazioni e murature
- Realizzazione fossa ascensore
- La fornitura e posa in opera dei serramenti di finestra e di porta in legno.
- Fornitura e posa in opera serramenti di porta laminato plastico e vetro
- Esecuzione di coibentazioni sulla copertura in pannelli di lana di vetro
- Esecuzione di pavimentazioni in laminato
- Esecuzione di pavimenti e rivestimenti ceramici
- Esecuzione di controsoffittature in pannelli di fibra
- Esecuzione di opere edili in genere quali sottofondi lisciati, intonaci, murature in laterizio, tra mezzature in cartongesso, formazione di spallette, velette ecc.
- Esecuzione di ambienti adibiti a servizi di portineria, comprensivi di tutte le opere per impianti
- Fornitura e posa di porte antincendio
- Fornitura e posa in opera di contro soffittature in cartongesso
- Fornitura e posa in opera impianto elettrico.
- Pitturazioni murali
- Pulizia parti lapidee
2. Definizione economica del progetto
1. L’importo dei lavori che saranno posti a base di gara e delle relative categorie dei lavori risulta nella seguente TABELLA “1”.
DEFINIZIONE ECONOMICA DELL'APPALTO | ||||
CATEGORIA ALLEGATO D.P.R. 207/2010 N. ord. | NATURA P o S | A MISURA | TOTALE | |
OG2 | Restauro e manutenzione di immo- bili posti sotto tutela dei beni cultu- rali e ambientali | P | 313.298,61 | 313.298,61 |
OS30 | Impianti elettrici | S | 165.711,80 | 165.711,80 |
TOTALE IMPORTO LAVORI A BASE DI GARA - soggetto a ribasso d'asta | 479.010,41 | |||
IMPORTO TOTALE ONERI PER LA SICUREZZA - non soggetto a ribasso d'a- sta | 9.200,00 | |||
IMPORTO TOTALE APPALTO AL LORDO RIBASSO DI GARA | 488.210,41 |
P=Categoria prevalente S =Categorie scorporabili
Nota: rientrano nella categoria prevalente le categorie di cui alla seguente tabella, non individuate come scorporabili in quanto di importo singolarmente inferiore a 150.000 euro e al 10% dell’importo totale dei lavori, ma costituenti lavorazioni per le quali l’esecutore dovrà rilasciare, alla fine dei lavori, apposite certi- ficazioni di conformità, relazioni a strutture ultimate e/o eseguire le operazioni di mezza in esercizio e pri- mo avviamento; tali lavorazioni sono eseguibili dall’appaltatore se in possesso delle adeguate qualificazioni e attestazioni ovvero da soggetti subappaltatori in possesso delle necessarie qualificazioni e attestazioni;
2. L’importo contrattuale corrisponde all’importo dei lavori riportato in tabella di cui al 1° comma, (TOTALE LAVORI A BASE DI GARA), al quale deve essere applicato il ribasso sul medesimo im- porto offerto dall’aggiudicatario in sede di gara, aumentato dell’importo degli oneri per la sicurez- za e la salute nel cantiere definito nalla tabella di cui al 1° comma, (IMPORTO TOTALE ONERI PER LA SICUREZZA) e non soggetti al ribasso d’asta ai sensi dell'art. 86, comma 3 ter del D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163 e ss.mm.ii..
3.- Ai sensi dell’art. 61 del D.P.R. 207/2010 ed in conformità all’Allegato “A” al predetto D.P.R., i la- vori sono classificati come da tabella di cui al precedente punto 1) .
4.- I gruppi di lavorazioni omogenee di cui all’art. 43 comma 6 del D.P.R. 207/2010 sono indicati in apposita tabella all’interno dello Schema di Contratto che riporta l’incidenza percentuale delle di- verse categorie di lavorazioni rispetto all’importo complessivo dei lavori
5. I lavori relativi agli impianti idro-termo-sanitari, gas ed elettrici, per i quali vige l’obbligo di esecu- zione da parte di installatori aventi i requisiti di cui al D.M. 22 gennaio 2008 n.37 e ss. mm. ii. de- vono essere realizzati dall’Appaltatore solo se in possesso dei predetti requisiti; in caso contrario, essi devono essere realizzati da un’impresa mandante, qualora l’Appaltatore sia un’associazione temporanea di tipo verticale, ovvero da un’impresa subappaltatrice; in ogni caso l’esecutore deve essere in possesso dei requisiti necessari.
3. Cronoprogramma dei lavori
1. Ai sensi dell’art. 43, comma 10 del D.P.R. 207/2010, l’esecutore ha l’obbligo di presentare, prima dell’inizio dei lavori, un programma esecutivo dettagliato, anche indipendente dal crono-program- ma di progetto, nel quale sono riportate, per ogni lavorazione, le previsioni circa il periodo di ese-
cuzione nonché l’ammontare presunto, parziale e progressivo, dell’avanzamento dei lavori alle sca- denze contrattualmente stabilite per la liquidazione dei certificati di pagamento.
4. Norme generali su materiali, componenti, sistemi ed esecuzione
1. Nell'esecuzione di tutte le lavorazioni, le opere, le forniture, i componenti, anche relativamente a sistemi e sub-sistemi di impianti tecnologici oggetto dell'appalto, devono essere rispettate tutte le prescrizioni di legge, regolamento e normative in genere in materia di qualità, provenienza e ac- cettazione dei materiali e componenti nonché, per quanto concerne la descrizione, i requisiti di prestazione e le modalità di esecuzione di ogni categoria di lavoro, tutte le indicazioni contenute o richiamate contrattualmente nel presente Capitolato Speciale di appalto, negli elaborati grafici del progetto esecutivo e nella descrizione delle singole
voci contenute nel medesimo Capitolato.
2. Per quanto riguarda l’accettazione, la qualità e l’impiego dei materiali, la loro provvista, il luogo della loro provenienza e l’eventuale sostituzione di quest’ultimo, si applicano le norme di cui al D.M. 145 dd. 19.4.2000.
5. Norme di sicurezza generali
1. I lavori appaltati devono svolgersi nel pieno rispetto di tutte le norme vigenti, anche di carattere locale, in materia di prevenzione degli infortuni e igiene del lavoro e, in ogni caso, in condizione di permanente sicurezza e igiene.
2. L’appaltatore predispone, per tempo e secondo quanto previsto dalle vigenti disposizioni, gli ap- positi piani per la riduzione del rumore, in relazione al personale e alle attrezzature utilizzate.
3. L’appaltatore non può iniziare o continuare i lavori qualora sia in difetto nell’applicazione di quan- to stabilito nel presente articolo.
4. In considerazione che talune lavorazioni comportano necessariamte un disagio estremo per l'o- peratività e la sicurezza degli uffici presenti nell'edificio, si prevede che dette lavorazioni siano fat- te espressamente nei giorni e negli orari in cui tali uffici non sono in servizio.
6. Norme di sicurezza particolari
1. L'appaltatore è obbligato alla più stretta osservanza delle disposizioni vigenti in materia di preven- zione e di tutela dei lavoratori, al rispetto dei contratti collettivi applicati ai lavoratori dipendenti e agli obblighi assicurativi e previdenziali previsti dalle leggi e dai contratti in vigore.
2. L’affidatario (l’appaltatore) è altresì obbligato ad osservare le misure generali di tutela di cui agli artt.15 e 95 del D.Lgs 9.4.2008 n. 81 nonché a tutte le altre disposizioni dello stesso decreto ap- plicabili alle lavorazioni previste nel cantiere.
3. Le gravi o ripetute violazioni delle norme sulla sicurezza da parte dell’appaltatore o del conces- sionario, previa formale costituzione in mora dell’interessato, costituiscono causa di risoluzione del contratto ai sensi e per gli effetti dell’art. 108del D.Lgs 50/2016.
Capo II – Disposizioni particolari in materia di sicurezza
7. Piani di sicurezza
1. L’Appaltatore è obbligato ad osservare ed a far osservare scrupolosamente e senza riserve o ec- cezioni il piano di sicurezza e di coordinamento di carattere generale e standard per tutti gli in- terventi, predisposto dal coordinatore per la progettazione e messo a disposizione da parte del- l'Amministrazione, ai sensi dell’art. 101 del T.U. 81/2008 nonché il piano di sicurezza e coordina- mento eventualmente predisposto nel corso dei lavori dal Coordinatore per l’esecuzione, ai sen- si dell’art.92 del T.U. 81/2008.
2. Entro 30 (trenta) giorni dall’aggiudicazione, e comunque prima della consegna dei lavori, l’Appal- tatore è tenuto a redigere e consegnare alla Stazione appaltante eventuali proposte integrative del piano di sicurezza e coordinamento di cui al precedente punto 1);
3. L’Appaltatore, prima dell’avvio di ciascun cantiere o in corso d’opera, può presentare al Coordi- natore per la sicurezza in fase di esecuzione proposte di modificazioni o integrazioni al P.S.C. tra- smesso alla Stazione appaltante per adeguarne i contenuti alle tecnologie proprie dell’Impresa;
4. È a carico dell’appaltatore la trasmissione di detto piano alle imprese esecutrici o ai lavoratori au- tonomi in subappalto, prima dell’inizio dei rispettivi lavori.
5. E’ parimenti onere dell’appaltatore la verifica dell’idoneità tecnico professionale delle imprese ese- cutrici o dei lavoratori autonomi in subappalto con le modalità indicate dall’Allegato XVII al D.Lgs 9.4.2008 n.81; detta documentazione deve essere messa a disposizione del responsabile dei lavori e conservata in cantiere.
6. L’appaltatore può presentare direttamente al coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione una o più proposte motivate di modificazione o di integrazione al piano di sicurezza e di coordi- namento per adeguarne i contenuti alle proprie tecnologie ovvero quando ritenga di poter me- glio garantire la sicurezza nel cantiere sulla base della propria esperienza, anche in seguito alla consultazione obbligatoria e preventiva dei rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori o a rilie- vi da parte degli organi di vigilanza.
7. L'Appaltatore ha il diritto che il Coordinatore per l’esecuzione si pronunci tempestivamente, con atto motivato da annotare sulla documentazione di cantiere, sull’accoglimento o il rigetto delle proposte presentate; le decisioni del coordinatore sono vincolanti per l'Appaltatore.
8. L’eventuale accoglimento delle modificazioni e integrazioni non può in alcun modo giustificare va- riazioni o adeguamenti dei prezzi pattuiti, né maggiorazioni di alcun genere del corrispettivo.
9. È a carico dell’appaltatore la trasmissione di detto piano alle imprese esecutrici o ai lavoratori au- tonomi in subappalto, prima dell’inizio dei rispettivi lavori.
10. E’ parimenti onere dell’appaltatore la verifica dell’idoneità tecnico professionale delle imprese esecutrici o dei lavoratori autonomi in subappalto con le modalità indicate dall’Allegato XVII al
T.U. 81/2008; detta documentazione deve essere messa a disposizione del responsabile dei lavori e conservata in cantiere.
11. L’Appaltatore è tenuto ad osservare ed a far osservare scrupolosamente e senza riserve o ecce- zioni la Deliberazione Consiliare n. 55 dd. 3 luglio 2008 recante titolo: “Atto di Intesa per la sicu- rezza negli appalti di lavori (e manutenzione delle aree verdi) del Comune di Trieste – Approva- zione e applicazione nella prassi operativa del Comune di Trieste” con i relativi allegati e ss.mm.ii. e la Determinazione Dirigenziale n. 45 dd. 20 dicembre 2008 recante titolo “Attuazione dell’Atto di Intesa nei cantieri: approvazione della disciplina operativa e di due protocolli operativi per l’e- secuzione degli accertamenti nei cantieri dei lavori e di manutenzione delle aree verdi” con relati- vi allegati e ss.mm.ii..
8. Piano operativo di sicurezza
1. L'Appaltatore, entro 30 (trenta) giorni dall'aggiudicazione e comunque entro la consegna dei lavo- ri o prima dell’avvio dell’attività di cantiere deve predisporre e consegnare all’ Ente Appaltante o al coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, un piano operativo di sicurezza (P.O.S.) per quanto attiene alle proprie scelte autonome e relative responsabilità nell’organizzazione del can- tiere e nell’esecuzione dei lavori. Unitamente ai piani operativi di sicurezza delle singole imprese esecutrici in subappalto o in subaffidamento, previa verifica della congruità dei medesimi rispetto al proprio.
2. Il piano operativo di sicurezza è redatto ai sensi dell’art. 17, comma 1, lettera a) del D.Lgs. 9.4.2008 n. 81 e s.m.i. con riferimento allo specifico cantiere, ha i contenuti minimi previsti dal
p.to 3.2 dell’Allegato XV dello stesso D.Lgs 9.4.2008 n. 81 e s.m.i. e deve essere aggiornato ad ogni mutamento delle lavorazioni rispetto alle previsioni.
3. Il piano operativo di sicurezza costituisce piano complementare di dettaglio del piano di sicurezza e di coordinamento di cui all'art. 100 del D.Lgs 9.4.2008 n. 81 e s.m.i
4. Detto piano è conservato in cantiere ed è messo a disposizione delle autorità competenti prepo- ste alle verifiche ispettive di controllo dei cantieri.
9. Osservanza e attuazione dei piani di sicurezza
1. L’appaltatore è obbligato ad osservare le misure generali di tutela di cui all'art. 15 del D.Lgs. 9.4.2008 n. 81 e s.m.i., con particolare riguardo alle circostanze e agli adempimenti descritti agli articoli 95 e 96 e all'allegato XIII stesso T.U. n. 81/2008.
2. I piani di sicurezza devono essere redatti in conformità a quanto previsto dal D.P.R. n. 222/2003 e all’Allegato XV al D.Lgs 9.4.2008 n. 81 ed alla migliore disciplina tecnica in materia.
3. L'impresa esecutrice è obbligata a comunicare tempestivamente prima dell'inizio dei lavori e quin- di periodicamente, a richiesta del committente o del coordinatore, l'iscrizione alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, l'indicazione dei contratti collettivi applicati ai la- voratori dipendenti e la Stazione Appaltante è tenuta a richiedere d’ufficio il DURC. L’appaltatore vigila sulla sicurezza dei lavori affidati e sull’applicazione delle disposizioni e delle prescrizioni del piano di sicurezza e coordinamento ed è tenuto a curare il coordinamento di tutte le imprese e lavoratori autonomi operanti nel cantiere,in particolare per quanto riguarda gli interventi di cui ai citati artt. 95 e 96 del T.U. n. 81/2008. In caso di associazione temporanea o di consorzio di im- prese detto obbligo incombe all’impresa mandataria capogruppo. Il direttore tecnico di cantiere è responsabile del rispetto del piano da parte di tutte le imprese impegnate nell’esecuzione dei la- vori.
1. I piani di sicurezza formano parte integrante del contratto di appalto.
10. Cartello di cantiere
1. L’appaltatore deve predisporre ed esporre in sito il cartello indicatore in numero di 1 esemplari, con le dimensioni di almeno cm. 100 di base e 200 di altezza, recanti le descrizioni di cui alla Cir- colare del Ministero dei LL.PP. del 1°.6.1990, n. 1729/UL, e comunque sulla base di quanto ripor- tato nella seguente TABELLA 2, curandone i necessari aggiornamenti periodici.
TABELLA 2 – CARTELLO DI CANTIERE
COMUNE DI TRIESTE
Area Lavori Pubblici – Finanza di Progetto e Partenariati. Servizio Edilizia Scolastica Sportiva Programmi Complessi
COD.OP. 14067 – RISTRUTTURAZIONE E RESTAURO EDIFICIO IN VIA DEL TEA- TRO ROMANO (EX ISTITUTO CARLI) – REALIZZAZIONE ASCEN- SORE E ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE. RISTRUTTURAZIONE DEL QUARTO PIANO.
Progetto esecutivo (determinazione dirigenziale n. dd. / /2016
Direttore dei Lavori: dott. Arch.i.Sergio Russignan – Comune di Trieste
Direttori operativo opere edili: geom. Guido Vecchiet– Comune di Trieste
Direttore Operativo impianti elettrici: p.I. Franco Stogaus– Comune di Trieste Direttore Operativo impianti idraulici: Per. Ind. Franco Cossutta – Comune di Trieste Coordinatore sic. in fase di progettaz.: arch.i. Sergio Russignan– Comune di Trieste
Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione:
Durata stimata LAVORI: 180
Modifiche:
giorni Notifica preliminare in data: / /20
Responsabile Unico del procedimento: dott. arch. Marina Cassin – Comune di Trieste
IMPORTO DEL PROGETTO: Euro: 488,210,41 IMPORTO LAVORI A BASE D'ASTA: Euro: 479,010,41 ONERI PER LA SICUREZZA: Euro: 9,200,00
IMPORTO DEL CONTRATTO: Euro: ,00
Gara in data: / /2017 offerta di Euro ,00 pari al ribasso del %
Impresa/ATI
esecutrice: _
con sede a , in Via , n.
Qualificata per i lavori dell_ categori_:
, classifica Euro ,00
, classifica Euro ,00
Direttore tecnico del cantiere:
Subappaltatori: per i lavori di Importo lavori subappaltati
Categoria descrizione
Intervento finanziato con mutuo C.DD.PP.
inizio dei lavori con fine lavori prevista per il prorogato il con fine lavori prevista per il Ulteriori informazioni sull’opera possono essere assunte presso l’ufficio tecnico comunale : 040 6754182
e_mail:sergio.russignan@comune.trieste.it
PARTE SECONDA - SPECIFICAZIONE DELLE PRESCRIZIONI TECNICHE - (modalità di
esecuzione e norme di misurazione di ogni lavorazione, requisiti di accettazione di materia- li e componenti, specifiche di prestazione e modalità di prove, ordine da tenersi nello svolgi- mento di specifiche lavorazioni)
art. 43 comma 3 D.P.R. 5.10.2010 n. 207
11. PREMESSA
Il presente capitolato stabilisce ai sensi dell'art. 43 comma 3 D.P.R. 5.10.2010 n. 207 gli ele- menti necessari per una compiuta definizione tecnica ed economica dell’oggetto dell’Appalto, anche ad integrazione degli aspetti non pienamente deducibili dagli elaborati grafici del progetto esecutivo.
Nell’ambito dell’intervento globale di realizzazione e dei nuovi impianti è stato redatto il pro- getto esecutivo per gli impianti elettrici tenendo conto dei principi di minimizzazione dell’ impegno di risorse di materiali non rinnovabili, di massimo utilizzo delle risorse naturali rinnovabili impiegate dall’ intervento, di massima manutenibilità, durabilità dei materiali e dei componenti, sostituibilità dei ele- menti, compatibilità dei materiali ed agevole controllabilità delle prestazioni dell’ intervento nel tem- po.
A tale proposito sono state adottate misure atte ad evitare effetti negativi sull’ambiente e sul paesaggio.
Il progetto è stato redatto inoltre, considerando anche il contesto in cui l’intervento si inseri- sce in modo che esso non pregiudichi l’accessibilità, l’utilizzo e la manutenzione delle opere, dei im- pianti e dei servizi esistenti, mediante l'impiego di metodologia di valutazione qualitativa e quantitati- va, multi criteri e multi obiettivi, tale da permettere di dedurre una priorità tra le soluzioni possibili.
CAPO I - DISPOSIZIONI IN MATERIA DI CONTABILIZZAZIONE E MISURA DEI LAVORI
12. La valutazione dei lavori a misura lavori
1. La contabilizzazione dei lavori è effettuata in conformità alle disposizioni di cui all’art. 180 del D.P.R.5.10.2010 n. 207
2. La misurazione e la valutazione dei lavori a misura sono effettuate secondo le specificazioni date nelle norme del presente Capitolato Speciale e nelle enunciazioni delle singole voci di elenco; in ogni altro caso sono utilizzate per la valutazione dei lavori le dimensioni nette delle opere esegui- te rilevate sul luogo del lavoro, senza che l’appaltatore possa far valere criteri di misurazione o coefficienti che modifichino le quantità effettivamente in opere.
3. Non sono riconosciuti nella valutazione delle opere aumenti dimensionali o ingrossamenti non ri- spondenti ai dati progettuali se non preventivamente autorizzati dal Direttore dei Lavori.
4. Nel corrispettivo per l’esecuzione dei lavori a misura s’intende sempre compresa ogni spesa oc- corrente per dare l’opera compiuta sotto le condizioni stabilite dal presente Capitolato Speciale d’appalto e secondo i tipi indicati e previsti negli atti progettuali.
5. La contabilizzazione delle opere e delle forniture verrà effettuata applicando alle quantità eseguite i prezzi unitari netti desunti dall’elenco dei prezzi unitari.
6. Gli oneri per la sicurezza (Cfr. TABELLA 1), per la parte prevista a misura sono valutati sulla base dei prezzi di cui all’elenco allegato al presente Capitolato Speciale, con le quantità rilevabili ai sensi del presente articolo.
13. La valutazione dei lavori a corpo
1. La valutazione del lavoro a corpo è effettuata secondo le specificazioni date nell’enunciazione e nella descrizione del lavoro a corpo, nonché secondo le risultanze degli elaborati grafici e di ogni altro allegato progettuale; il corrispettivo per il lavoro a corpo resta fisso e invariabile senza che possa essere invocata dalle parti contraenti alcuna verifica sulla misura o sul valore attribuito alla quantità di detti lavori.
2. Nel corrispettivo per l’esecuzione dei lavori a corpo s’intende sempre compresa ogni spesa oc- corrente per dare l’opera compiuta sotto le condizioni stabilite dal presente capitolato speciale d’appalto e secondo i tipi indicati e previsti negli atti progettuali. Pertanto nessun compenso può essere richiesto per lavori, forniture e prestazioni che, ancorché non esplicitamente specificati nella descrizione dei lavori a corpo, siano rilevabili dagli elaborati grafici o viceversa. Lo stesso di- casi per lavori, forniture e prestazioni che siano tecnicamente e intrinsecamente indispensabili alla funzionalità, completezza e corretta realizzazione dell'opera appaltata secondo le regola dell'arte.
3. La contabilizzazione dei lavori a corpo è effettuata applicando all’importo netto di aggiudicazione dei lavori a corpo le percentuali convenzionali relative ai singoli corpi d'opera eviden- ziate nella tabella riportata negli allegati e che per ciascuna delle quali va contabiliz- zata la quota parte in proporzione al lavoro eseguito.
4. La lista delle voci e delle quantità relative ai lavori a corpo non ha validità ai fini del presene arti- colo, in quanto l'appaltatore era tenuto, in sede di partecipazione alla gara, a verificare le voci e le quantità richieste per l’esecuzione completa dei lavori progettati, ai fini della formulazione della propria offerta e del conseguente corrispettivo.
5. Gli oneri per la sicurezza (Cfr. TABELLA 1), per la parte prevista a misura sono valutati sulla base dei prezzi di cui all’elenco allegato al presente Capitolato Speciale, con le quantità rilevabili ai sensi del presente articolo.
14. Valutazione dei lavori in economia eventualmente dedotti in contratto
1. Ai sensi dell’art. 179 del D.P.R.5.10.2010 n. 207, i lavori in economia previsti eventualmente nel contratto non danno luogo ad una valutazione a misura, ma sono inseriti nella contabilità secon- do i prezzi di elenco per l'importo delle somministrazioni al lordo del ribasso d'asta.
2. Per i lavori da liquidare su fattura e per le prestazioni da contabilizzare in economia si procede sulla base dell’art. 186 e ss. del D.P.R.5.10.2010 n. 207.
3. Gli oneri per la sicurezza, per la parte eseguita in economia, sono contabilizzati separatamente con gli stessi criteri.
15. Valutazione dei lavori in corso d’opera
1. Ferme le disposizioni in materia di contabilizzazione e di pagamento del corrispettivo, per determinati manufatti il cui valore è superiore alla spesa per la messa in opera, Il Direttore dei Lavori può stabilire anche il prezzo a piè d'opera e prevedere il relativo accreditamento in conta- bilità prima della messa in opera, in misura non superiore alla metà del prezzo stesso.
2. In tale ipotesi, ai sensi dell’art. 28 del D.M. 145/ 2000, all'importo dei lavori eseguiti è aggiunta la metà di quello dei materiali provvisti a piè d'opera, destinati ad essere impiegati in opere definitive facenti parte dell'appalto ed accettati dal Direttore dei Lavori, da valutarsi a prezzo di contratto o, in difetto, ai prezzi di stima.
3. I materiali e i manufatti portati in contabilità rimangono a rischio e pericolo dell'appaltatore, e possono sempre essere rifiutati dal Direttore dei Lavori.
16. Materiali ed oggetti di valore
1. I materiali dovranno corrispondere alle prescrizioni tecniche ed ai campioni e dovranno essere accettati dal Direttore dei Lavori ed eventualmente ove prescritto dal Responsabile Unico del procedimento, prima di venir posti in opera. Quelli accettati non potranno più venir allontanati dal cantiere né essere tolti alla loro destinazione senza il consenso dello stesso Direttore dei La- vori e del RUP. Quelli non accettati dovranno essere allontanati dal cantiere e le opere e i lavori eventualmente eseguiti dovranno essere rifatti.
2. In ogni caso l’accettazione dei materiali non è mai definitiva prima del collaudo e, pertanto, essi potranno venir rifiutati anche dopo la loro accettazione e posa in opera.
3. I materiali provenienti da escavazioni o demolizioni i quali siano ritenuti utilizzabili dai responsabi- li dei lavori per conto della stazione appaltante resteranno di proprietà della medesima Ammini- strazione e l’appaltatore dovrà riporli, regolarmente accatastati, nei luoghi richiesti, intendendosi di ciò compensato con i prezzi degli scavi e delle relative demolizioni. Ove tali materiali siano ce- duti all’appaltatore, il prezzo ad essi attribuito dovrà essere dedotto dall’importo netto dei lavori.
4. Salvi i diritti che spettano allo Stato, la stazione appaltante comunque si riserva la proprietà degli oggetti di valore e di quelli che interessano la scienza, la storia, l’arte o l’archeologia, compresi i relativi frammenti, che si dovessero reperire nei fondi occupati per l’esecuzione dei lavori e nella sede dei lavori stessi, con l’obbligo dell’appaltatore di consegnarli alla stazione appaltante medesi- ma che gli rimborserà le spese per la loro conservazione e per speciali operazioni che fossero state ordinate per assicurarne l’integrità ed il diligente recupero.
5. Il reperimento di cose di interesse storico, artistico o archeologico va immediatamente comuni- cato al Responsabile unico del procedimento. L’appaltatore non può demolire o comunque alte- rare i reperti, né può rimuoverli senza autorizzazione della stazione appaltante.
6. L’appaltatore è responsabile di ogni danno o perdita degli oggetti scoperti che si verificasse per opera o per negligenza dei suoi agenti ed operai.
CAPO II- MODI DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI
17. - Norme generali per la misurazione e valutazione dei lavori
1. La misurazione e la valutazione dei lavori, da effettuarsi ai fini della determinazione dei corrispetti- vi dei lavori a corpo e successivamente ai fini della determinazione della quota parte in proporzio- ne al lavoro eseguito da contabilizzare, nonché ai fini della determinazione di qualsiasi altro lavoro dovesse essere variato od aggiunto in corso d’opera, sarà eseguita secondo quanto disposto dai seguenti commi.
2. La misurazione e la valutazione dei lavori sono effettuate secondo le specificazioni date nelle nor- me del presente Capitolato Speciale e nelle enunciazioni delle singole voci di elenco; in ogni altro caso sono utilizzate per la valutazione dei lavori le dimensioni nette delle opere eseguite rilevate sul luogo del lavoro, senza che l’appaltatore possa far valere criteri di misurazione o coefficienti che modifichino le quantità effettivamente in opere.
Non sono comunque riconosciuti nella valutazione delle opere ingrossamenti o aumenti dimensio- nali di alcun genere non rispondenti ai disegni di progetto se non saranno stati preventivamente autorizzati dal Direttore dei Lavori.
3. Nel corrispettivo per l’esecuzione dei lavori s’intende sempre compresa ogni spesa occorrente per dare l’opera compiuta sotto le condizioni stabilite dal capitolato speciale d’appalto e secondo i tipi indicati e previsti negli atti progettuali.
4. La contabilizzazione delle opere e delle forniture verrà effettuata applicando alle quantità eseguite i prezzi unitari netti desunti dall’elenco dei prezzi unitari.
5. Le misure in cantiere verranno rilevate dalla Direzione dei lavori in contraddittorio con il rappre- sentante dell'Appaltatore.
6. Verranno contabilizzate solamente le quantità poste in opera che saranno pertanto comprensive degli sfridi di lavorazione.
7. Per le opere da eseguire si intendono incluse nei singoli prezzi tutte le opere accessorie necessa- rie alla perfetta realizzazione delle stesse incluse forniture, trasporti sollevamenti armature di ser- vizio e protezione oneri per la manodopera ecc.
8. Le modalità di misurazione delle opere, ove non specificato diversamente nell'allegato Elenco de- scrittivo delle voci e prezzi unitari sono le seguenti:
SCAVI IN GENERE
Oltre agli oneri particolari relativi agli articoli di elenco l'appaltatore, con i prezzi per gli scavi si deve ritenere compensato:
− per il taglio di piante, estirpazione di ceppaie, radici e per il generale de-cespugliamento dell'a- rea.
− per il taglio e per lo scavo con qualsiasi mezzo delle materie di qualsiasi consistenza, sia asciutta che bagnata ed in presenza di acqua.
− per paleggi, innalzamento, carico, trasporto e scarico in rilevato o in rinterro o a rifiuto alle pubbliche discariche incluso l’onere di discarica.
− per le puntellazioni, sbadacchiature ed armature di qualsiasi tipo importanza o genere
− per l’allontanamento delle acque riscontrate o di provenienza meteorica.
− per la chiusura di eventuali cavità carsiche ritrovate durante gli scavi stessi.
− per ogni altra spesa necessaria all’esecuzione completa degli scavi.
Gli scavi sono definiti:
− di sbancamento o a sezione ampia, qualora l'allontanamento delle materie scavate possa effet- tuarsi senza ricorrere a mezzi di sollevamento, ma non escludendo l'impiego di rampe provvi- sorie;
− a sezione obbligata, qualora invece lo scavo sia effettuato «in profondità» a partire dalla superfi- cie del terreno naturale o dal fondo di un precedente scavo di sbancamento, e comporti pertanto un sollevamento verticale per l'asporto delle materie scavate.
Lo scavo a sezione obbligata viene definito uno scavo che, pur rispondendo alla definizione data per lo scavo di sbancamento, abbia larghezza uguale o inferiore all'altezza.
La misurazione degli scavi avverrà nella seguente maniera:
Gli scavi di sbancamento si misurano col metodo delle sezioni ragguagliate, rilevate in contraddittorio tenendo conto del volume effettivo «in loco», cioè escludendo l'aumento delle materie scavate.
Negli scavi a sezione obbligata il volume si ricava moltiplicando l'area del fondo del cavo per la pro- fondità dello stesso. L’area è misurata a partire dal punto più basso del perimetro: la parte di scavo che eventualmente ecceda il volume così calcolato viene considerata scavo di sbancamento. Il maggio- re volume derivante da smottamenti delle pareti dello scavo non deve essere considerato.
Al volume così calcolato si applicheranno i vari prezzi fissati per tali scavi; vale a dire che essi saranno valutati sempre come eseguiti a pareti verticali .
Tutti i rilevati e rinterri necessari si intendono compresi nei prezzi relativi alle opere di scavo, così pure il riempimento di vespai con materiale roccioso derivante dallo scavo stesso.
Sono pure compresi nei prezzi di scavo tutti gli oneri derivati da ritrovamento di servizi del sottosuo- lo, il cui spostamento e modifica sarà esclusivo onere dell’impresa esecutrice.
DEMOLIZIONI, SMONTAGGI E RIMOZIONI
Le demolizioni, le rimozioni e gli smontaggi saranno valutati adottando l'unità di misura compatibile con l'operazione in oggetto: m3, m2, m, kg, cad.
Le movimentazioni orizzontali o verticali del materiale di risulta, quando non comprese nei prezzi ri- portati, saranno valutate al metro cubo. Nei prezzi indicati è compreso l’incremento relativo all'au- mento di volume che si ha con il materiale sciolto
MALTE E CALCESTRUZZI
Le malte ed i calcestruzzi sono valutati a volume effettivo.
I conglomerati per le strutture in cemento armato si valutano a volume effettivo, cioè senza la detra- zione dello spazio occupato dalle armature.
La valutazione delle armature viene effettuata a peso, sia con pesatura diretta degli elementi tagliati e sagomati secondo i disegni esecutivi, sia applicando alle lunghezze degli elementi stessi i pesi unitari riportati nei più accreditati manuali.
Le casseforme si valutano secondo le superfici effettive, sviluppate al vivo delle strutture da gettare.
SOLAI
I solai vengono valutati a superficie effettiva netta, cioè non comprendente strutture di sostegno, qua- li muri, cordoli, cavi ecc.
Per i solai nel prezzo è compreso l'onere delle casseforme e delle armature di sostegno per un’altez- za non superiore a 4 m dal piano di appoggio all'intradosso del solaio.
Nei prezzi dei solai é compreso l'onere dello spianamento superiore per darli finiti e pronti per la pavi- mentazione.
MURATURE IN GENERE
Le opere murarie vengono misurate “al vivo”, cioè escludendo lo spessore degli intonaci, con l'appli- cazione di metodi geometrici, a volume o a superficie, come indicato nelle singole voci.
Nei prezzi unitari delle murature si intende compreso ogni onere per la formazione di spalle, sguanci, di canne, spigoli strombature, incassature, imposte di archi di piattabande ed architravi
Nelle murature di spessore superiore a 15 cm, da misurarsi a volume, si detraggono i vuoti, per: incassi larghi 40 cm per qualsiasi profondità e lunghezza, intendendosi cosi compensati gli oneri e ma- gisteri per eventuale chiusura con qualsiasi tipo di muratura, anche di laterizi in coltello;
incassi o vuoti a tutto spessore, la cui sezione verticale retta abbia superficie superiore ad un metro quadrato.
Le murature di spessore fino a 15 cm si misurano secondo la superficie effettiva, con la sola detrazio- ne di vuoti aventi superficie superiore a un metro quadrato.
Nei prezzi delle opere sono compresi gli oneri per la bagnatura dei materiali, la formazione di spalle, sguinci, spigoli, incassature, ecc… e le murature dovranno essere perfettamente compatte, riempite di malta e concatenate tra loro nonché progredite a strati orizzontali.
Sono sempre incluse nel prezzo sia esso a superficie sia a volume anche la formazione di architravi, piattabande zocchetti intelaiature puntellazioni ecc.
Per tutte le murature è sempre incluso l'onere delle armature di servizio eseguite secondo le norme di sicurezza.
SOTTOFONDI
Le opere di sottofondo vengono valutate a volume o superficie effettivi.
I terreni di sostegno di vespai e drenaggi dovranno essere ben costipati per evitare qualsiasi cedimen- to ed il pietrame dovrà essere collocato a mano e di idonea pezzatura.
Per i vespai si dovrà creare, con adatto pietrame, una rete sufficiente di cunicoli comunicanti tra loro e con l'esterno per assicurare il ricambio d'aria.
PAVIMENTI E RIVESTIMENTI
La misurazione dei pavimenti, ad eccezione di quelli di marmo, si sviluppa secondo le superfici in vista e perciò senza tenere conto delle parti comunque incassate o effettivamente sotto intonaco; si de- traggono altresì le zone non pavimentate, purché di superficie superiore a 0,50 m2 ciascuna.
A lavoro ultimato le superfici dei pavimenti devono risultare perfettamente piane e con quelle pen- denze richieste dalla stazione appaltante; i pavimenti dovranno risultare continui e privi di difetti visivi di sorta, e della benché minima diversità tra le connessioni dei diversi elementi a contatto.
I prezzi per ciascun genere di pavimentazione comprendono la fornitura dei materiali ed ogni lavora- zione necessaria per dare i pavimenti stessi posti in opera a regola d'arte completi e rifiniti, incluso ogni onere per la formazione del sottofondo sia esso la base di attacco per i pavimenti ceramici, in pietra naturale o artificiale che il sottofondo di attacco e per i pavimenti in legno, incluse anche siste- mazioni di eventuali dislivelli o pendenze presenti sul sottofondo esistente.
Nei prezzi a metro quadrato per i pavimenti si intendono pure incluse tutte le opere per dare un per- fetto raccordo della pavimentazione stessa con la superficie muraria intonacata o rivestita, qualsiasi sia l’onere per eseguire detta lavorazione anche in assenza di battiscopa, nonché la posa in opera dei giunti di dilatazione in lama di ottone o acciaio inox e dei giunti eseguiti a regola d’arte con opportune lame in ottone poste orizzontalmente o verticalmente quali divisione tra pavimentazioni di diversa tipologia siano essi di nuova realizzazione o già esistenti.
La misurazione dei rivestimenti, ad eccezione di quelli in marmo, si sviluppa secondo le superfici effettiva- mente in vista.
A lavoro ultimato la superficie dei rivestimenti dovrà risultare verticale, ed i rivestimenti continui e privi di difetti visivi di sorta, e della benché minima diversità tra le connessioni dei diversi elementi a contatto.
Nei prezzi sono compresi la fornitura in opera di tutti i pezzi speciali inerenti ai singoli tipi di rivesti- mento, che vengono computati nelle misurazioni.
Nel prezzo a metro quadrato sono compresi tutti gli oneri per la fornitura e la posa in opera inclusa la regolarizzazione del la superficie di attacco con malte anche additivate, sia essa esistente o di nuova realiz- zazione i materiali di attacco e le lavorazioni accessorie tutti i pezzi speciali e di raccordo per gli spigoli, le rientranze, le guscie.
Sono pure inclusi, come pure per le pavimentazioni tutti gli oneri per opere provvisionali ed accessorie, trasporti e sollevamenti, armature di servizio ecc. anche nel caso di sola posa in opera senza l' onere della fornitura.
Per le pavimentazioni ed i rivestimenti l' impresa dovrà produrre, se necessario per il rilascio del CPI da parte del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco o comunque su specifica richiesta della Dire- zione Lavori, gli idonei certificati di resistenza al fuoco.
OPERE IN PIETRA DA TAGLIO
Per le opere e forniture da valutarsi a superficie questa si ottiene sommando le superfici dei minimi rettangoli o quadrati circoscrivibili a ciascun pezzo.
Per le categorie da valutarsi a sviluppo lineare questo si misura in opera, senza tener conto di even- tuali incamerazioni, incastri o simili.
Per le categorie da valutarsi a volume, esso si ottiene sommando i volumi, dei più piccoli parallelepi- pedi possono comprendere ciascun pezzo.
INTONACI
Gli intonaci sui muri o strutture di spessore superiore a 15 cm si misurano «vuoto per pieno», inten- dendosi così compensate le riquadrature dei vani, degli aggetti, delle lesene, ecc. le cui superfici non vengono sviluppate: fatta eccezione tuttavia per i vani di superficie superiore a 4 m2 per i quali si de- trae la superficie dei vano, ma si valuta la riquadratura.
Per gli intonaci su parete di spessore inferiore a 15 cm si detraggono tutte le superfici dei vuoti e si valutano le riquadrature.
Gli intonaci su soffitti inclinati, volte, cupole, ecc. sono valutati secondo la superficie effettiva di appli- cazione.
I prezzi degli intonaci saranno applicati a metro quadrato misurando l' effettiva superficie geometrica realizzata; l' onere per la realizzazione di spigoli, risalti guscie ecc. sarà compresa nel prezzo, così pure la posa degli paraspigoli a scomparsa per l' altezza minima di metri due; nel caso di realizzazione di guscie di raccordo esse non saranno computate effettuando la misurazione in proiezione orizzon- tale come se esistessero gli spigoli.
Gli intonaci interni o esterni saranno liquidati semplicemente a metro quadrato, senza liquidazioni ac- cessorie anche nel caso di supporti irregolari o fuori piombo sia su superfici di nuova realizzazione sia su murature esistenti siano esse in calcestruzzo, pietrame, laterizio o in materiale isolante anche in pannello.
Nella fattura degli intonachi è compreso l' onere della ripresa,dopo la chiusura di tracce e passaggi di qualsiasi genere anche di impianti tecnologici ove non sia prevista la chiusura nel prezzo degli impianti stessi , la muratura di eventuali ganci a soffitto o sulle pareti, le riprese contro pavimenti zoccolature e serramenti la chiusura di fori di qualsiasi genere incluse anche rincocciature e l' intasamento dei fori dei mattoni forati.
Nessun compenso speciale sarà dovuto per gli intonaci eseguiti a piccoli tratti anche in corrisponden- za di spalle e di mazzette di vani di porte e di finestre.
Per la liquidazione di prezzi di rappezzo di intonaco esistente si misurerà l'intonaco eseguito in base al minor rettangolo circoscritto all'effettiva superficie realizzata. intendendosi pagato ogni onere per il perfetto raccordo con la superficie esistente.
I rappezzi di intonaco sono liquidabili, se previsti dall' elenco prezzi, per una superficie massima di mq due su intonaco preesistente; per superfici maggiori verrà liquidata la posta relativa alla voce di into- naco.
Per l'esecuzione di intonaci interni o esterni si intendono compresi nel prezzo tutti gli oneri per le arma- ture di servizio, protezioni, ponteggi sollevamenti forniture e rifiniture necessarie alla perfetta realizzazio- ne a regola d' arte.
Per l'esecuzione degli intonaci colorati è prevista la realizzazione a totale carico dell'impresa esecutri- ce di adeguate campionature con i vari colori come richiesto dalla Direzione Lavori e la loro succes- siva demolizione.
IMPERMEABILIZZAZIONI E RISANAMENTI
Le opere vengono valutate a superficie effettiva con detrazione dei vuoti o delle parti non impermea- bilizzate aventi singolarmente superficie superiore a 0,50 m2.
TETTI
Le opere vengono valutate a volume oppure a superficie secondo le indicazioni delle singole voci. Nelle misurazioni a superficie non si tiene conto degli abbaini, che vengono ragguagliati a semplici fal- de piane, né si detraggono le superfici delle zone occupate da comignoli, lucernari, ecc., purché singo- larmente non occupino una superficie maggiore ad un metro quadrato.
Nei prezzi delle grosse armature e delle piccole orditure in legno sono compensate le ferramenta, catramatura, accessori, chioderia, cravatte, staffe, bulloni, minuterie, ecc.
OPERE DA LATTONIERE
Le opere da lattoniere quali canali di gronda, scossaline, converse, pluviali, ecc., saranno misurate a metro lineare o al metro quadro secondo quanto specificato nelle singole voci.
OPERE IN METALLO
I lavori in metallo potranno essere liquidati a peso con liquidazione del loro peso complessivo ed ef- fettivo del materiale a lavorazione completamente ultimata e determinata prima della posa in opera con pesatura diretta in contraddittorio ed a spese dell'appaltatore
Si potrà procedere alla determinazione del peso teorico dei singoli profili nel caso di strutture sem- plici quali singole travi IPE o HPE o altri profili adeguatamente tabellati dalla casa costruttrice.
Nel prezzo unitario sono comunque sempre compensati:
• l'esecuzione di tutte le opere murarie ed accessorie per la posa in opera per i fissaggi, solleva- menti, inghisaggi, saldature e bullonature atte a dare l' opera finita a regola d' arte ed utilizzabile per le funzioni a cui essa è preposta;
• la pulizia da scorie, il trattamento di sabbiatura, molatura e affinatura dei punti saldati;
• la pitturazione con una doppia mano di antiruggine ad alta qualità e la totale pitturazione con ver- nici ad elevata qualità se previsto nel prezzo unitario.
• l'onere per l' esecuzione di tutte le opere accessorie di carpenteria minuta necessarie anche se non previste nel prezzo unitario ovvero la zincatura a caldo della struttura.
• l'onere dei calcoli statici dei disegni esecutivi e costruttivi dei collaudi e delle certificazioni neces- sarie all'utilizzo dell'opera;
• i provini necessari per l'esecuzione delle prove sui materiali previte dal NTC;
• il nulla osta preventivo ed a lavori ultimati da parte dei Vigili del Fuoco (per le scale di sicurezza metalliche)
SERRAMENTI
I serramenti di porte, finestre, vetrate coprirulli e simili si misureranno su una sola faccia in luce libe- ra dei contorni finiti di pietra, d' intonaco o di legno, non tenendo conto di stipiti, cornici, battute, sporgenze, davanzali ecc. che saranno sempre e comunque inclusi nel prezzo unitario del serramento, sia esso liquidato a metro quadrato, a pezzo o sia incluso in una voce a corpo.
I serramenti arcuati, semicircolari, circolari o con particolare andamento curvilineo saranno liquidati a pezzo, inseriti in voci a corpo o a metro quadrato calcolando come luce il minor rettangolo circo- scritto.
Le persiane avvolgibili liquidate a superficie si computeranno aumentando la luce netta dell' apertura di cm. 5 di larghezza e di cm.20 di altezza.
Mostre, contromostre, rivestimenti saranno inclusi nella liquidazione del serramento; se liquidati con specifica voce dell' elenco saranno computate nella loro reale superficie geometrica su un' unica fac- cia.
Tutti i serramenti siano essi in legno, metallici o in materie plastiche saranno forniti in opera sempre con tutti gli accessori inclusi nel prezzo, ferramenta di sostegno e chiusura, controcasse murate, ma- niglieria, ancoraggi.
Sono incluse sempre nel prezzo dei serramenti le vetrature termoisolanti o vetrocamera con vetra- ture di sicurezza ove richiesto dall' uso e secondo le richieste della D.L., nonché le elettrocoloriture dei serramenti in lega di alluminio, il trattamento di zincatura a caldo e pitturazione con vernici epos- sidiche per i serramenti in acciaio, la pigmentazione a scelta della D.L. per i serramenti in materie pla- stiche.
Nel prezzo dei serramenti si intende inclusa ogni lavorazione per la posa in opera incluse le armature di servizio e le opere murarie, nonché la posa in opera di un serramento completo di accessori, ve- trature e coloritura per ognuno dei tipi previsti in progetto quale campionatura da sottoporre all' ac- cettazione della Direzione Lavori; tale campionatura non costituirà alcun onere per il Comune anche se dovrà essere più volte ripetuta sino alla campionatura valutata favorevolmente.
Tutti i serramenti posti in opera, per venir liquidati dovranno rispondere alla normativa di sicurezza nonché alle vigenti norme in materia di isolamento termico ed acustico.
Il prezzo previsto, sia esso a misura, a pezzo o a corpo è comprensivo di ogni onere, incluso l' accu- rato accatastamento in cantiere o in altro luogo a carico dell' appaltatore anche per lunghi periodi pe- riodi.
VETRATURE
Le vetrature sono sempre incluse nel prezzo dei singoli serramenti sui quali vengono installate.
Nel caso di posa in opera di vetrature su serramenti esistenti esse vengono liquidate a metro quadra- to misurato geometricamente sulla superficie effettiva; nel caso di figure geometriche irregolari viene misurato il minimo rettangolo circoscritto.
OPERE DA PITTORE
Nei prezzi di tinteggiature, coloriture e verniciature in genere sia in ambienti interni che all' esterno, sono inclusi tutti gli oneri necessari a dare l' opera finita a regola d' arte, incluse le armature e pon- teggi di servizio, tutti i trasporti, sollevamenti, forniture e manodopera necessarie.
E' inclusa la perfetta protezione delle parti non interessate quali pavimenti rivestimenti, serramenti ecc rimanendo inteso che ogni eventuale danneggiamento sarà a totale carico dell' impresa esecutrice e che eventuali danni verranno immediatamente conteggiati e detratti dalla contabilità; è altresì inclu- sa la sfilatura e reinfilatura dei serramenti, lo smontaggio ed il rimontaggio di corpi illuminanti, mostri- ne degli interruttori prese ecc. dell'impianto elettrico e di riscaldamento la protezione o la rimozione e riposa di portelle cornici architravi aggetti e risalti, decorazioni ecc.
Per i serramenti, portelle, cancelli ecc si intende incluso anche lo smontaggio ed il rimontaggio della ferramenta di chiusura e di sostegno e la loro coloritura fuori opera con preventivo trattamento anti- corrosione, nonché la perfetta pulizia ed eliminazione di tutte le tracce di pittura preesistente dalla parte in legno, in ferro e sugli accessori metallici.
Per le opere in ferro si intende incluso il preventivo adeguato trattamento antiruggine ed eventual- mente la zincatura a caldo di alcune parti secondo le prescrizioni della D.L. nonché la perfetta pulizia di tracce di ruggine e di pittura preesistente.
Le tinteggiature di pareti, soffitti, volte, ecc…, si misurano secondo le superfici effettive, senza però tenere conto delle superfici laterali di risalti, lesene o simili che abbiano sporgenze non superiori a 5 cm. Per muri di spessore superiore a 15 cm le superfici tinteggiate si valutano «vuoto per pieno», a compenso delle riquadrature dei vani, che non vengono computate a parte: si detraggono tuttavia i vuoti aventi superfici superiori a 4 m2 cadauno, computando a parte le relative riquadrature. Per muri fino allo spessore di 15 cm si detraggono invece i vuoti di qualsiasi dimensione, computando a parte le relative riquadrature.
Le verniciature su superfici murarie o simili si misurano con gli stessi criteri sopra indicati per le tin- teggiature.
Le verniciature sulle opere metalliche, in legno o simili s'intendono eseguite su ambo le facce, misura- te in proiezione retta (senza tenere conto di spessori, scorniciature, ecc.) e si valutano convenzional- mente applicando i seguenti coefficienti alle superfici dei singoli elementi di cui appresso:
• opere metalliche di tipo semplice (grandi vetrate, lucernari, serrande avvolgibili a maglia e si- mili): 0,75;
• opere metalliche normali (cancelli, anche riducibili, ringhiere, parapetti, inferriate, radiatori e piastre radianti, ecc.): 1,0;
• opere metalliche ornate: 1,5;
• serramenti vetrati normali (finestre, porte finestre, porte a vetri, sportelli a vetri, ecc.): 1,0;
• persiane «alla romana» e cassettone, serrande avvolgibili in lamiera: 3,0;
• persiane avvolgibili: 2,5;
• lamiere ondulate, serrande metalliche e simili: 2,5;
• porte, bussole, sportelli, ecc.: 2,0.
Mediante la misurazione di cui sopra è compensata la verniciatura degli elementi accessori come gui- de, elementi sporgenti e di manovra, sostegni, ecc..
I radiatori dei termosifoni saranno liquidati a pezzo indipendentemente dalle loro dimensioni e dal numero degli elementi.
Le carte da parati verranno misurate per la loro effettiva superficie messa in opera escluse eventuali sovrapposizioni ed incluse le armature di servizio e la preparazione del fondo di attacco.
CANNE FUMARIE E TUBI DI SCARICO
Le opere vengono valutate a metro lineare o a cadauno come indicato dalle singole voci.
IMPIANTI ELEVATORI - Ogni singolo impianto elevatore verrà liquidato, al raggiungimento del SAL come previsto nel contratto, secondo le seguenti modalità:
30% alla fornitura di tutto il materiale in cantiere. 35% alla posa in opera
35% all’ultimazione
OPERE A CORPO
Il prezzo di tutte le opere indicate progettualmente come liquidazioni a corpo è da ritenersi assolutamen- te onnicomprensivo di tutte le forniture, trasporti, sollevamenti, armature e ponteggi di servizio e di pro-
tezione asporti e lavorazioni necessarie per dare l' opera perfettamente finita e rifinita a regola d' arte, funzionante e collaudabile in base alle normative vigenti al momento del collaudo stesso anche nelle parti non indicate graficamente o altrimenti specificate negli elaborati progettuali; nel prezzo è altresì incluso ogni altro onere per il pagamento di tasse ed oneri relativi all'opera da realizzare, la presentazione di tutte le documentazioni e certificazioni richieste sui materiali, sulle singole componenti e sul complesso dell'o- pera da realizzare, la progettazione esecutiva e costruttiva dell' opera da effettuarsi secondo le regole del presente capitolato, l' esecuzione di tutti i calcoli necessari il reperimento ad opera eseguita di tutti i pa- reri eventualmente necessari per il collaudo dell' opera, l' assistenza al collaudo medesimo.
E' altresì compresa la realizzazione, anche in opera, prima dell' esecuzione dei lavori di tutte le cam- pionature richieste dalla D.L.
La realizzazione delle opere a corpo previste potrà anche subire delle modificazioni derivanti dalla dif- ficoltà oggettiva di esecuzione, dall' intervento di nuove e più restrittive normative durante il corso dei lavori o dall' opportunità di una migliore e più razionale realizzazione senza che ciò costituisca motivo per l' appaltatore di richiedere maggiori o speciali compensi rispetto al prezzo a corpo inizia- le.
18. Classificazioni di lavoratori per l’applicazione della mano d’opera
PRIMA CATEGORIA
Appartengono a questa categoria:
• i lavoratori che svolgono attività produttive semplici per abilitarsi alle quali non occorrono co- noscenze professionali, ma é sufficiente un periodo minimo di pratica;
• i lavoratori che svolgono attività manuali semplici non direttamente collegate al processo pro- duttivo per le quali non occorrono conoscenze professionali.
SECONDA CATEGORIA
Appartengono a questa categoria:
• i lavoratori che svolgono attività per abilitarsi alle quali occorrono un breve periodo di pratica e conoscenze professionali di tipo elementare;
• i lavoratori che, con specifica collaborazione, svolgono attività amministrative che non richiedo- no in modo particolare preparazione, esperienza e pratica d'ufficio.
TERZA CATEGORIA
Appartengono a questa categoria:
• i lavoratori qualificati che svolgono attività richiedenti una specifica preparazione risultante da diploma di qualifica d'istituti professionali o acquisita attraverso una corrispondente esperienza di lavoro;
• i lavoratori che, con specifica collaborazione, svolgono attività esecutive di natura tecnica o ammi- nistrativa che richiedono in modo particolare preparazione e pratica d'ufficio o corrispondente esperienza di lavoro.
QUARTA CATEGORIA
Appartengono a questa categoria:
• i lavoratori qualificati che svolgono attività per l'esecuzione delle quali si richiedono: cognizioni tecnico-pratiche inerenti alla tecnologia del lavoro ed all'interpretazione del disegno, conseguite in istituti professionali o mediante istruzione equivalente, ovvero particolari capacità e abilità conseguite mediante il necessario tirocinio. Tali lavoratori devono compiere con perizia i lavori loro affidati inerenti alla propria specialità e richiedenti le caratteristiche professionali sopra in- dicate;
• i lavoratori che, senza possedere il requisito di cui alla categoria seguente, guidano e control- lano con apporto di competenza tecnico pratica un gruppo di altri lavoratori, ma senza inizia- tiva per la condotta ed il risultato delle lavorazioni;
• i lavoratori che, con specifica collaborazione, svolgono attività di semplice coordinamento e controllo di carattere tecnico o amministrativo o attività esecutive di particolare rilievo rispet- to a quelle previste per la categoria precedente.
QUINTA CATEGORIA
Appartengono a questa categoria:
• i lavoratori che, oltre a possedere tutte le caratteristiche indicate nella precedente categoria, compiono, con maggiore autonomia esecutiva e con l'apporto di particolare e personale com-
petenza operazioni su apparati o attrezzature complessi, che presuppongono la conoscenza della tecnologia specifica del lavoro e del funzionamento degli apparati stessi;
• i lavoratori che guidano e controllano con apporto d’adeguata competenza tecnico-pratica un gruppo d’altri lavoratori, esercitando un certo potere d'iniziativa per la condotta ed i risultati delle lavorazioni;
• lavoratori che, sulla base d’indicazioni, disegni o schemi equivalenti, compiono con autonomia esecutiva e anche con l'aiuto d’altri lavoratori, lavori di natura complessa relativi alle diverse fasi d’installazione di reti elettriche e/o telefoniche. Provvedono inoltre all'idoneo posizionamento de- gli appoggi, alle prove di pressione con registrazione dei valori riscontrati, segnalando il consumo del materiale utilizzato.
CAPO III- CRITERI COMUNI DEI COMPONENTI EDILIZI
21,1Criteri comuni a tutti i componenti edilizi
Allo scopo di ridurre l'impatto ambientale sulle risorse naturali, di ridurre l'uso di materiali riciclati aumentando così il recupero dei rifiuti, soprattutto di quelli provenienti dalle demolizioni e dalle co- struzioni, ferme restando il rispetto di tutte le norme vigenti e di quanto previsto dalle specifiche norme tecniche di prodotto, le lavorazioni dovranno essere eseguite prevedendo:
• il contenuto di materia prima seconda recuperata o riciclata nei materiali utilizzati per l'edifi- cio, anche considerando diverse percentuali per ogni materiale, deve essere pari ad almeno il 15% in peso valutato sul totale di tutti i materiali utilizzati. Di tale percentuale, almeno il 5% deve essere costituita da materiali non strutturali. Il suddetto requisito può essere derogato qualora il componente impiegato abbia una specifica funzione di protezione dell'edificio da agenti atmosferici (ad esempio dalle acque meteoriche) e nel contempo sussistano specifici obblighi di legge a garanzie minime di durabilità legate a detta funzione;
• almeno il 50% dei componenti edilizi e degli elementi prefabbricati (calcolato in rapporto sia al volume, sia al peso dell'intero edificio) deve essere sottoponibile, a fine vita, a demolizione selettiva ed essere riciclabili o riutilizzabili. Di tale percentuale, almeno il 15% deve essere co- stituita da materiali non strutturali;
• non è consentito l'uso di prodotti conteneti sostanze ritenute dannose per lo strato di ozo- no, come ad esempio i cloro-fluoro carburi CFC, perfluorocarburi PFC, idro-bromo-carburi HBFC, idro-cloro-fluoro-carburi HCFC, idro-fluoro-carburi HFC, esafluoruro di zolfo SF6, Halon;
• non devono essere usati materiali contenenti sostanze elencate nella Candidate List o per le quali è prevista una “autorizzazione per usi specifici” ai sensi delRegolamento REACH.
L'appaltatore dovrà accertarsi della rispondenza a tali criteri comuni tramite la documentazione nel seguito indicata, che dovrà essere presentata alla stazione appaltante in fase di accettazione dei mate- riali da parte del Direttore dei Lavori:
• l'elenco dei materiali costituiti, anche parzialmente, da materie recuperate o riciclate ed il loro peso rispetto al peso totale dei materiali utilizzati per l'edificio. La percentuale di mate- ria riciclata deve essere dimostrata tramite una dichiarazione ambientale di Tipo III, conforme alla norma UNI EN 15804 e alla norma ISO 14025 oppure una asserzione ambientale del produttore conforme alla norma ISO 14021, verificata da un organismo di valutazione della conformità, che certifichi il rispetto del criterio;
• l'elenco di tutti i componenti edilizi e degli elementi prefabbricati separabili che possono es- sere in seguito riciclati o riutilizzati, con l'indicazione del relativo volume e peso rispetto al colume e peso totale dei materiali utilizzati per l'edificio;
• dichiarazione del legale rappresentate del fornitore attestante l'assenza di prodotti e sostanze considerate dannose per lo strato di ozono;
• dichiarazione el legale rappresentate del fornitore che attesta l'assenza di sostanze elencate nella Candidate List o per le quali è prevista una “autorizzazione per usi specifici” ai sensi del Regolamento REACH, in percentuale maggiore di quanto previsto dal Reg. (EC) 1272/2008 (Regolamento CLP) per l'etichettatura.
21.2 Criteri specifici per componenti edilizi
21.2.1 Calcestruzzi (e relativi materiali componenti) confezionati in can- tiere, preconfezionati prefabbricati.
I calcestruzzi impiegati dovranno essere prodotti con un contenuto minimo di materia riciclata di al- meno il 5% in peso. Tale contenuto deve essere inteso come somma delle percentuali di materia rici- clata contenuta nei singoli componenti (cemento,aggregati, aggiunte, additivi) e dovrà essere compati- bile con i limiti imposti dalle specifiche norme tecniche.
L'appaltatore dovrà accertarsi della rispondenza al criterio tramite la documentazione nel seguito in- dicata, che dovrà essere presentata alla stazione appaltante in fase di accettazione dei materiali da parte del Direttore dei Lavori:
• dichiarazione ambientale di Tipo III, conforme alla norma UNI EN 15804 e alla norma ISO 14025;
• una asseverazione ambientale del produttore conforme alla norma ISO 14021, verificata da un organismo di valutazione della conformità, che dimostri il rispetto del criterio.
21.2.2 Laterizi
I lateizi usati per la muratura e per i solai dovranno avere un contenuto di materiale riciclato di alme- no il 10% in peso.
I laterizi pe coperture, pavimenti e muratura faccia a vista dovranno avere un contenuto di materiale riciclato di almeno il 5% in peso.
L'appaltatore dovrà accertarsi della rispondenza al criterio tramite la documentazione nel seguito in- dicata, che dovrà essere presentata alla stazione appaltante in fase di accettazione dei materiali da parte del Direttore dei Lavori:
• dichiarazione ambientale di Tipo III, conforme alla norma UNI EN 15804 e alla norma ISO 14025;
• una asseverazione ambientale del produttore conforme alla norma ISO 14021, verificata da un organismo di valutazione della conformità, che dimostri il rispetto del criterio.
21.2.3 Prodotti e materiali a base di legno
I materiale e prodotti a base di legno dovranno rispondere ai seguenti requisiti:
• provenire da fonti legali secondo quanto previsto dal Regolamento EUTR (n. 995/2010 e s.m.i.;
• provenire da boschi gestiti in maniera responsabile e/o sostenibile e/o essere costituiti da le- gno riciclato.
L'appaltatore dovrà accertarsi della rispondenza al criterio tramite la documentazione nel seguito in- dicata, che dovrà essere presentata alla stazione appaltante in fase di accettazione dei materiali da parte del Direttore dei Lavori.
Per quanto riguarda la provenienza e il rispetto del Reg. EUTR la verifica potrà essere fatta presen- tando la seguente documentazione:
• norma commerciale e nome scientifico delle specie utilizzate e loro origine;
• certificazione del prodotto e del fornitore finale rilasciata da organismi di valutazione della conformità che garantiscano la “catena di custodia”, in relazione alla prvenienza della materia prima legnosa da foreste gestite in maniera sostenibile o controllata, quali quella del Forest Stewardship Council (FSC) o del Programme for Endorsement of Forest Certificatione schermes (PEFC), o altro equivalente.
Il legno o i prodotti da esso derivati con licenza FLEGT o CITES valida sono considerati conformi al presente criterio e quindi di per sé di provenienza legale.
Per quanto riguarda il contenuto di materiale riciclato la verifica potrà essere fatta presentando alter- nativamente una delle seguenti certificazioni:
• certificazione di rodotto riciclato “FSC Riciclato” (oppure “FSC Recycled”), FSC misto (op- pure FSC Mixed) o “Riciclato PEFC” (oppure PEFC Recycled);
• dichiarazione ambientale di Tipo III, conforme alla norma UNI EN 15804 e alla norma ISO 14025 oppure una asserzione ambientale del produttore conforme alla norma ISO 14021, verificata da un organismo di valutazione della conformità, che certifichi il rispetto del crite- rio.
In caso di prodotti non in possesso di alcuno dei requisiti sopra elencati, dovrà essere fornita una di- chiarazione firmata dal legale rappresentante della ditta produttrice che attesti la conformità al crite- rio e che includa l'impegno ad accettare un'ispezione da parte di un organismo di valutazione della conformità volta a verificare la veridicità delle informazioni rese.
21.2.4 Ghisa, ferro, acciaio
Nella realizzazione delle struture in acciaio dovrà essere impiegato acciaio prodotto con un contenu- to minimo di materiale riciclato come di seguito specificato in base al tipo di processo industriale:
• acciaio da forno elettrico: contenuto minimo di materiale riciclato pari al 70%;
• acciaio da ciclo integrale: contenuto minimo di materiale riciclato pari al 10%.
Il materiale dovrà essere prodotto in modo tale da escludere che nelle materie prime siano presenti accumuli di metalli pesanti pericolosi in concentrazione superiore al 0,025% (fatta eccezione per i componenti di lega).
L'appaltatore dovrà accertarsi della rispondenza al criterio tramite la documentazione nel seguito in- dicata, che dovrà essere presentata alla stazione appaltante in fase di accettazione dei materiali da parte del Direttore dei Lavori:
• documentazione necessaria a dimostrare l'adozione delle BAT;
• documentazione necessaria a dimostrare l'assenza di accumuli di metalli pesanti superiori allo 0,025%;
• dichiarazione ambientale di Tipo III, conforme alla norma UNI EN 15804 e alla norma ISO 14025 oppure una asserzione ambientale del produttore conforme alla norma ISO 14021, ve- rificata da un organismo di valutazione della conformità, che certifichi il rispetto del criterio.
21.2.5 Componenti in materie plastiche
Il contenuto di materia prima seconda riciclata o recuperata dovrà essere pari ad almeno il 30% in peso valutato sul totale di tutti i componenti in materia plasica utilizzati. Il suddetto requisito può es- sere derogato qualora il componente impiegato abbia una specifica funzione di protezione dell'edificio da agenti atmosferici (ad esempio dalle acque meteoriche) e nel contempo sussistano specifici obbli- ghi di legge a garanzie minime di durabilità legate a detta funzione
L'appaltatore dovrà accertarsi della rispondenza al criterio tramite la documentazione nel seguito in- dicata, che dovrà essere presentata alla stazione appaltante in fase di accettazione dei materiali da parte del Direttore dei Lavori:
• l'elenco dei componenti in materie plastiche costituiti, anche parzialmente, da materie ricicla- te o recuperate, ed il peso del contenuto in materia riciclata o recuperata rispetto al peso totale dei componenti in materie plastiche utilizzati per l'edificio. La percentuale di materia ri- ciclata deve essere dimostrata tramite una dichiarazione ambientale di Tipo III, conforme alla norma UNI EN 15804 e alla norma ISO 14025 oppure una asserzione ambientale del produt- tore conforme alla norma ISO 14021, verificata da un organismo di valutazione della confor- mità, che certifichi il rispetto del criterio.
21.2.6 Murature in pietrame e miste
Per le murature per opere di fondazione e opere in elevazione dovrà essere usato solo materiale di recupero (pietrame e blocchetti).
L'appaltatore dovrà accertarsi della rispondenza al criterio e dovrà fornire una dichiarazione firmata dal legale rappresentante della ditta produttrice che attesti la conformità al criterio e che includa l'im- pegno ad accettare un'ispezione da parte di un orgnaismo di valutazione della conformità volta a ve- rificare la veridicità delle informazioni rese. Tale documentazione dovrà essere presentata alla stazio- ne appaltante in fase di accettazione dei materiali da parte del Direttore dei Lavori.
21.2.7 Tamponature, tramezzature e controsoffitti
I prodotti in gesso, denominati lastre di cartongesso, destinati alla posa in opera di sistemi a secco tipo tamponature, tramezzature e controsoffitti dovranno:
• essere accompagnati dalle informazioni sul loro profilo ambientale secondo il modello delle dichiarazioni di prodotto Tipo III;
• avere un contenuto di almeno il 5% di materie riciclate.
L'appaltatore dovrà accertarsi della rispondenza al criterio tramite una dichiarazione ambientale di Tipo III, conforme alla norma UNI EN 15804 e alla norma ISO 14025 oppure una asserzione ambien- tale del produttore conforme alla norma ISO 14021, verificata da un organismo di valutazione della conformità, che certifichi il rispetto del criterio. Tale documentazione dovrà essere presentata alla stazione appaltante in fase di accettazione dei materiali da parte del Direttore dei Lavori.
21.2.8 Isolanti termici ed acustici
Gli isolanti utilizzati dovranno rispettare i seguenti criteri:
• non devono essere prodotti utilizzando ritardanti di fiamma che siano oggetto di restrizioni o proibizioni previste dalla normative nazionali o comunitarie applicabili;
• non devono essere prodotti con agenti espandenti con un potenziale di riduzione dell'ozono superiore a zero;
• non devono essere prodotti o formulati utilizzando catalizzatori al piombo quando spruzzati o nel corso della formazione della schiuma plastica;
• se prodotti da una resina di polistirene espandibile agli agenti espandenti devono essere infe- riori al 6% del peso del prodotto finito;
• il prodotto finito deve contenere le seguenti quantità minime di materiale riciclato (calcolate come somma di pre e post-consumo), misurato sul peso totale del prodotto finito
Isolante in forma di pannello | Isolante stipato, a spruzzo/insufflato | Isolante in materassini | |
Cellulosa | 80% | ||
Lana di vetro | 60% | 60% | 60% |
Lana di roccia | 15% | 15% | 15% |
Perlite espansa | 30% | 40% | 8%-10% |
Fibre in poliestere | 60-80% | 60-80% | |
Poliestere espanso | Dal 10% al 60% in fun- zione della tecnologia adottata per la produ- zione | Dal 10% al 60% in fun- zione della tecnologia adottata per la produ- zione | |
Polistirene estruso | Dal 5% al 45% in funzio- ne della tipologia del prodotto e della tecno- logia adottata per la produzione | ||
Poliuretano espanso | 1-10% in funzione della tipologia del prodotto e della tecnologia adotta- ta per la produzione | 1-10% in funzione della tipologia del prodotto e della tecnologia adotta- ta per la produzione | |
Isolante riflettente in al- luminio | 15% |
L'appaltatore dovrà accertarsi della rispondenza al criterio tramite una dichiarazione ambientale di Tipo III, conforme alla norma UNI EN 15804 e alla norma ISO 14025 oppure una asserzione ambien- tale del produttore conforme alla norma ISO 14021, verificata da un organismo di valutazione della conformità, che certifichi il rispetto del criterio. Tale documentazione dovrà essere presentata alla stazione appaltante in fase di accettazione dei materiali da parte del Direttore dei Lavori.
21.2.9 Pavimenti e rivestimenti interni ed esterni
I prodotti utilizzati per le pavimentazioni e i rivestimenti dovranno essere conformi ai criteri ecologici e prestazionali previsti dalla Decisione 2010/18/CE, 2009/607/CE e 2009/967/CE relative all'assegna- zione del marchio comunitario di qualità ecologica.
In fase di approvvigionamento l'appaltatore dovrà accertarsi della rispondenza aò criterio utilizzando prodotti recanti alternativamente:
• il marchio Ecolabel;
• un'altra etichetta ambientale conforme alla ISO 14024 che soddisfi i medesimi requisiti previ- sti dalle Descrizioni sopra richiamate;
• un'asserzione ambientale del produttore, conforme alla norma UNI 14021, verificata da un organismo di valutazione della conformità, che dimostri il rispetto del criterio;
• una dichiarazione ambientale di Tipo III, conforme alla norma UNI EN 15804 e alla norma ISO 14025 oppure una asserzione ambientale del produttore conforme alla norma ISO 14021, veri- ficata da un organismo di valutazione della conformità, che certifichi il rispetto del criterio.
Tale documentazione dovrà essere presentata alla stazione appaltante in fase di accettazione dei ma- teriali da parte del Direttore dei Lavori.
21.2.10 Pitture e vernici
I prodotti vernicianti dovranno dovranno essere conformi ai criteri ecologici e prestazionali previsti dalla Decisione 2014/312/CE relative all'assegnazione del marchio comunitario di qualità ecologica.
In fase di approvvigionamento l'appaltatore dovrà accertarsi della rispondenza aò criterio utilizzando prodotti recanti alternativamente:
• il marchio Ecolabel;
• un'altra etichetta ambientale conforme alla ISO 14024 che soddisfi i medesimi requisiti previ- sti dalle Descrizioni sopra richiamate;
• una dichiarazione ambientale di Tipo III, conforme alla norma UNI EN 15804 e alla norma ISO 14025 oppure una asserzione ambientale del produttore conforme alla norma ISO 14021, veri- ficata da un organismo di valutazione della conformità, che certifichi il rispetto del criterio.
Tale documentazione dovrà essere presentata alla stazione appaltante in fase di accettazione dei ma- teriali da parte del Direttore dei Lavori.
19. Specifiche tecniche del cantiere
22.1 Demolizione e rimozione dei materiali
Allo scolpo di ridurre l'impatto ambientale sulle risorse naturali, di aumentare l'uso di materiali rici- clati aumentando così il recupero dei rifiuti, con particolare riguardo ai rifiuti da demolizione e co- struzione (corentemente con l'obiettivo di recuperare e riciclare entro il 2020 il 70% dei rifiuti non pericolosi da costruzione e demolizione), fermo restando il rispetto di tutte le norme vigenti e di quanto previsto dalle specifiche norme tecniche di prodotto, le demolizioni e le rimozioni dei mate- riali dovranno essere eseguite in modo da favorire il trattamento e recupero delle varie frazioni di materiali.
In particolare almeno il 70% in peso dei rifiuti non pericolosi generati durante la demolizione e la ri- mozione anche di parti di edificio, manufatti di qualsiasi genere presenti in cantiere, ed escludendo gli scavi, deve essere avviato a operazioni di preparazioni per il riutilizzo, recupero o riciclaggio.
L'appaltatore, prima dell'inizio delle demolizioni, dovrà effettuare un verifica di ciò che può essere riutilizzato, riciclato o recuperato mediante le seguenti operazioni:
• individuazione e valutazione dei rischi di rifiuti pericolosi che possono richiedere un tratta- mento specialistico, o emissioni che possono sorgere durante la demolizione;
• una stima delle quantità con una ripartizione dei diversi materiali da costruzione;
• una stima della percentuale di riutilizzo e il potenziale i riciclaggio sulla base di proposte di si- stemi di selezione durane il processo di demolizione;
• una stima della percentuale potenziale raggiungibile con altre forme di recupero dal processo di demolizione.
A tal proposito l'appaltatore dovrà presentare una dichiarazione che tali prestazioni e requisiti dei materiali, dei componenti e delle lavorazioni saranno rispettati. Inoltre dovrà presentare un piano di demolizione e recupero con la sottoscrizione di impegno a trattare i rifiuti da demolizione e a confe- rirli a un impianto autorizzato al recupero dei rifiuti.
22.2 Materiali usati nel cantiere
Tutti i materiali utilizzati nella realizzazione dei lavori in appalto dovranno rispettare tutti i criteri de- scritti nei punti 21.1 - Criteri comuni a tutti i componenti edilizi e 21.2 -Criteri specifici per compo- nenti edilizi del presente Capitolato Speciale d'Appalto
CAPO IV - QUALITA' E PROVENIENZA DEI MATERIALI - MODO DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO - OSSERVANZA DI LEGGI, REGOLA- MENTI E NORME
20. Prescrizioni generali di esecuzione delle principali categorie di lavori
Per regola generale, nell'esecuzione dei lavori, l'appaltatore dovrà attenersi alle migliori regole d'arte, nonché alle prescrizioni date per le principali categorie di lavoro.
Per tutte quelle categorie invece per le quali non si trovino stabilite speciali norme nel presente Capi- tolato ed annessa Lista delle categorie dei lavori e delle forniture, l'appaltatore dovrà eseguire i mi- gliori procedimenti prescritti dalla tecnica, attenendosi agli ordini che all'uopo impartirà la Direzione dei Lavori
21. Qualità e provenienza dei materiali - caratteristiche dei vari materiali - presen- tazione del campionario
Tutti i materiali devono essere della migliore qualità, ben lavorati, corrispondere perfettamente al servizio a cui sono destinati ed essere preventivamente sottoposti ad accettazione di campionatura da parte della D.L.
Per quanto riguarda gli impianti elettrici i materiali impiegati e posti in opera dovranno obbligatoria- mente essere prodotti e possedere le caratteristiche di certificazione prescritte rispettivamente dalle norme I.E.C., C.E.I., U.N.E.L., dovranno essere marchiati I.M.Q. o possedere altro certificato di quali- tà similare approvato dalle normative vigenti .
Dovranno comunque venir installate solamente apparecchiature aventi caratteristiche tecniche uguali o superiori agli standard in uso presso questa Amministrazione.
Qualora l'appaltatore intendesse impiegare apparecchiature con caratteristiche difformi da quelle in- dicate saranno a suo carico tutti gli oneri derivanti da eventuali prove tecniche di laboratorio autoriz- zato e riconosciuto che la Direzione dei Lavori riterrà opportuno far eseguire.
Comunque l'appaltatore per l'offerta di base dovrà tener conto esclusivamente dei materiali standard in uso presso questa Amministrazione.
Su richiesta da parte della Direzione dei Lavori, l'appaltatore dovrà presentare il campionario dei ma- teriali che intende impiegare per l'esecuzione dei lavori di cui al presente Capitolato; la scelta definiti- va dei materiali da utilizzare avverrà ad insindacabile giudizio della Direzione dei Lavori.
Per tutti i materiali potranno essere chiesti i campioni, sempre che siano di normale fabbricazione. Ogni campione dovrà essere numerato e dovrà portare un cartellino con il nome dell'appaltatore ed essere elencato in apposita distinta. Il campione potrà essere ritirato dall'appaltatore solo dopo avve- nute le verifiche e prove preliminari.
Resta esplicitamente inteso che la presentazione dei campioni non esonererà l'appaltatore dall'obbli- go di sostituire, ad ogni richiesta, quei materiali che, pur essendo conformi ai campioni, non risultino corrispondenti alle prescrizioni del Capitolato.
22. Materiali
I materiali occorrenti per la costruzione delle opere oggetto di un appalto avranno la provenienza che Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché ad insindacabile giudizio della direzione dei lavori siano riconosciuti della migliore qualità della specie e rispondano ai requisiti dalle caratteristiche di ogni singola opera e come appresso indicati.
Quando la direzione dei lavori avrà rifiutato qualche provvista perché ritenuta a suo giudizio insinda- cabile non idonea ai lavori, l'impresa dovrà sostituirla con altra che risponda ai requisiti voluti, ed i materiali rifiutati dovranno essere immediatamente allontanati a sua cura e spese dalla sede del lavo- ro o dai cantieri
Gli addetti al laboratorio incaricato alle eventuali prove richieste dalla D.L. dovranno avere libero ac- cesso e completa possibilità di controllo in tutti i cantieri ove avviene l'approvvigionamento, la confe- zione e/o la posa in opera dei materiali previsti in appalto. I1 prelievo dei campioni da esaminare po- trà essere eseguito in qualsiasi momento e gli addetti alle cave, agli impianti, ai mezzi d’approvvigiona- mento e di stesa dovranno facilitare l'opera di prelievo.
Per i campioni asportati dalle opere in corso d’esecuzione, l’assuntore è tenuto a badare a sua cura e spese alla riparazione di quanto manomesso.
I materiali d’uso più frequente dovranno comunque rispondere alle sotto indicate norme.
a) Acqua
L'acqua usata per gli impasti dovrà essere dolce, limpida e scevra da materie terrose nonché da so- stanze corrosive.
b) Calci
Le calci aeree ed idrauliche dovranno rispondere ai requisiti d’accettazione di cui alle norme del R.D. 16.11.1939 nr. 2231.
c) Inerti
I materiali inerti da impiegarsi per la confezione di malte e calcestruzzi dovranno possedere le qualità, stabilite dal vigente regolamento d’applicazione della legge 5.11.1971 nr. 1086 relativa alla disciplina delle opere in conglomerato cementizio. Gli inerti si classificano come terre che passano o vengono trattenute da crivelli con fori circolari delle seguenti dimensioni (in mm):
ghiaia o pietrisco da 71 - 25
ghiaietto o pietrischetto da 25 - 10
ghiaino o pietrischino da 10 - 2
sabbia da 2 - 0,05
E' assolutamente vietato per le confezioni suddette, l’uso di limi o argille, cioè di terre con elementi passanti per crinelli con fori circolari di dimensioni inferiori a 0,05 mm.
Per quanto riguarda i materiali inerti da impiegarsi nella formazione delle pavimentazioni stradali, ivi compresi i sottofondi, essi dovranno corrispondere alle norme per l'accettazione delle pietre naturali da costruzione di cui R.D. 16.11.1939 nr. 2232 e alle norme CNR fascicolo 4 ed. 1953.
In particolare il pietrisco e il pietrischino o graniglia per la formazione rispettivamente della massiccia- ta e dello strato di usura dovranno possedere caratteristiche non inferiori alle seguenti:
pietrisco | pietrischino | |
peso specifico | 2500 kg/m3 | 2700 kg/m3 |
coefficiente di qualità | 12 | 25 |
Per gli inerti da usare nella formazione delle strato di base, dello strato di collegamento (binder) e dello strato di usura, la perdita di peso determinata con la prova "Los Angeles" dovrà essere inferiore o uguale rispettivamente a 25,22 e 20. L'equivalente in sabbia sarà sempre maggiore o uguale a 45.
Per quanto riguarda i cubetti per pavimentazioni, essi dovranno essere conformi alla normativa di cui il fascicolo 5 del C.N.R., ed. 1954.
d) Leganti idraulici
I cementi e gli agglomeranti cementizi a rapida o lenta presa da impiegare per qualsiasi lavoro, do- vranno corrispondere a tutte le particolari prescrizioni di accettazione di cui al D.M. 3.6.1968. Il ce- mento alluminoso potrà essere usato solo in casi di provata necessità e solo in seguito al consenso del direttore dei lavori.
Gli altri leganti idraulici dovranno corrispondere alle prescrizioni di cui alla legge 26.5.1965 nr. 595 e D.M. 14.1.1966.
Qualsiasi tipo di legante idraulico dovrà essere conservato in modo da ripararlo dall'umidità.
e) Pozzolana
La pozzolana sarà ricavata da strati mondi da cappellaccio ed esente da sostanze eterogenee o di par- ti inerti. Qualunque sia la sua provenienza dovrà comunque corrispondere a tutti i requisiti prescritti dalle norme di accettazione di cui R.D. 16.11.1939 nr. 2230.
f) Pietrame
Le pietre da impiegarsi nella muratura e per qualsiasi altro lavoro dovranno corrispondere ai requisiti richiesti dalle norme di accettazione di cui al R.D. 16.11.1939 nr. 2232 e nr. 2235 e dovranno essere a grana compatta ed ognuna monda da cappellaccio, esenti da piani di sfaldamento, senza screpolatu- re, peli, venature nonché interclusioni di sostanze estranee. Dovranno avere dimensioni adatte al par- ticolare loro impiego ed offrire una resistenza proporzionata all’entità della sollecitazione cui devono essere assoggettate.
Saranno escluse le pietre alterabili all'azione degli agenti atmosferica e dell’acqua corrente. Le pietre da taglio, oltre a possedere gli accennati requisiti e caratteri generali, dovranno essere sonore alla percussione, immuni da fenditure e litoclasi e di perfetta lavorabilità.
g) Laterizi e grès ceramico.
I laterizi da impiegare per lavori di qualsiasi genere, dovranno corrispondere alle norme d’accettazio- ne di cui al R.D. 16.11.1939, nr. 2233.
Il grès ceramico invece dovrà corrispondere alle norme di cui alla circolare 15.11.1966 del Min. Lavo- ri Pubblici.
I mattoni pieni per uso corrente dovranno essere parallelepipedi, di modello costante, e presentare sia all'asciutto sia dopo prolungata immersione nell'acqua una resistenza alla compressione non infe- riore a 150 Kg/cm2.
I mattoni forati ed i tavelloni dovranno pure presentare una resistenza alla compressione di almeno 16 Kg/cm2 sulla superficie totale premuta.
Le tegole piane o curve dovranno essere esattamente adattabili le une sulle altre, senza sbavature e presentare tinta uniforme. Appoggiate su due regoli, posti a mm. 20 dai bordi estremi dei due lati più corti, dovranno sopportare, sia un carico graduale concentrato nel mezzo di 120 Kg, sia l'urto di una palla di ghisa del peso di 1 Kg, cadente dall'altezza di cm 20.
E' vietato l'impiego di laterizi per i quali le prove chimiche da effettuare nei laboratori sperimentali uf- ficiali, abbiano rilevato una quantità di anidride solforica superiore allo 0,05 % in peso.
h) Materiali ferrosi
I materiali ferrosi da impiegare nei lavori dovranno essere esenti da scorie, soffiature, brecciature, pa- glie o da qualsiasi altro difetto apparente o latente di fusione, laminazione, trafilatura, fucinatura e si- mili. Comunque essi dovranno corrispondere alle condizioni di accettazione di cui il vigente regola- mento di applicazione della legge 5.11.1971 nr. 1086 relativa alle discipline delle opere in conglomera- to cementizio ed a struttura metallica.
i) Legnami
I legnami di qualunque essenza, da impiegare in opere stabili o provvisorie, dovranno rispondere a tutte le prescrizioni di cui al D.M. 30.10.1912. Essi saranno provveduti fra le più scelte qualità della categoria prescritta e non presenteranno difetti incompatibili con l'uso a cui sono destinati.
Il tavolame dovrà essere ricavato dalle travi più dritte, affinché le fibre non riescano mozze dalla sega e si ritirino nelle connessure.
I legnami rotondi o pali, sufficientemente dritti, dovranno provenire dal vero tronco dell’albero e non dai rami, in modo che la congiungente i centri delle due basi non debba uscire in alcun punto del palo. Dovranno essere scortecciati per tutta la loro lunghezza e conguagliati alle superficie.
I legnami destinati alla costruzione di serramenti e pavimenti dovranno essere di prima scelta, di struttura e fibra compatta e resistente, non deteriorata, perfettamente sana, diritta e priva di spacca- ture sia in senso radiale che circolare. Essi dovranno essere perfettamente stagionati, presentare co- lore e venatura uniforme, essere privi di alburno ed esenti da nodi, cipollature, buchi od altri difetti. Nei legnami grossolanamente squadrati ed a spigolo smussato, tutte le facce dovranno essere spiana- te e senza scarniture, tollerandosene l’alburno e lo smusso in misura non maggiore di un sesto del lato della sezione trasversale. I legnami a spigolo vivo dovranno essere lavorati a sega con le diverse facce esattamente spianate, senza rientranze o risalti, e con gli spigoli tirati a filo vivo senza alburno, nè smussi di sorta.
l) Sostanze bituminose
Ogni sostanza bituminosa dovrà soddisfare le prescrizioni contenute nelle seguenti norme del C.N.R.:
- fascicolo 2, ed. 1951. "Norma per l'accettazione dei bitumi per uso stradale".
- fascicolo 3/1958 "Norma per l'accettazione delle emulsioni bituminose per usi stradali".
- fascicolo 7. ed. 1957 "Norme per l'accettazione del bitumi liquidi per usi stradali".
m) Attivanti l'adesione (dopes)
L'impiego di attivanti sarà regolato da prescrizioni particolari che la direzione lavori emetterà di volta in volta. Per accertare la presenza e la quantità indispensabile ad ottenere l'adesione desiderata si farà ricorso alla prova A.S.T.M.D 1664-69 o ad altre prove in uso presso il laboratorio di Cardano.
n) Lattici di gomma sintetica.
Anche l'impiego dei lattici di gomma sintetica sarà regolato da prescrizioni particolari che la direzione dei lavori emetterà di volta in volta.
o) Materiali per pavimentazione.
I materiali per pavimentazione fredda come mattonelle e marmette di cemento, mattonelle reificate, lastre e quadrelli di marmo, mattonelle di asfalto, dovranno corrispondere alle norme di accettazione di cui al R.D. 16.11.1939, nr. 2234, ed alle particolari prescrizioni contenute nelle singole voci dell'e- lenco prezzi.
Per quanto riguarda i materiali per pavimentazione calda, si richiamano le prescrizioni di cui al punto
i) per quelle in legno; e si riportano qui di seguito quelle per i pavimenti in linoleum, P.V.C., gomma o moquette. Questi materiali dovranno corrispondere per tonalità di colori ai campioni prescelti e pre- sentare una superficie priva di anomalie come macchie, screpolature, strisciature o gobbe.
Gli spessori dei vari strati componenti i teli dovranno corrispondere a quelli dei campioni prescelti ed a quelli prescritti nelle corrispondenti voci dell'elenco dei prezzi.
p) Colori e vernici.
I materiali impiegati nelle opere da pittore dovranno essere sempre della migliore qualità e del tipo indicato dalle prescrizioni dell'elenco dei prezzi unitari.
q) Materiali elettrici.
I materiali necessari agli impianti elettrici propriamente detti o a quelli analoghi, per i quali si debbano comunque usare gli stessi materiali necessari agli impianti elettrici, dovranno essere conformi alle prescrizioni di cui alle norme CEI e possedere le caratteristiche unificate delle tabelle UNEL. In parti- colare non sono ammessi conduttori in rame di sezione inferiore a 1 mmq e, qualora usati per la for- za, a 2,5 mmq. Le isolazioni, se non indicate nelle voci d’elenco dei prezzi unitari, non devono mai es- sere inferiori a 600 Volt.
Qualora i conduttori fossero di altri metalli, le sezioni predette saranno variate in rapporto alle resi- stenze elettriche di quelli prescelti con quelle corrispondenti in rame.
I requisiti di carattere meccanico ed elettrico degli apparecchi di illuminazione impiegati devono ri- spondere alle "Norme per apparecchi d'illuminazione" del Comitato Elettrotecnico Italiano (fascicolo 34-8/1971 - S 414) e successive modifiche ed integrazioni.
r) Tubazioni
Sulle dimensioni dei tubi in calcestruzzo o in c.a. saranno ammesse le tolleranze previste dalle norme DIN 4032 e 4035. Per tutti i tubi di materiali diversi dal calcestruzzo o dal c.a. saranno ammesse le tolleranze previste dalle relative norme vigenti.
I tubi ed i giunti di tubi in PVC per fognatura dovranno corrispondere a tutte le prescrizioni della norma unificata UNI 7447/7448.
Le tubazioni in polipropilene (PP) dovranno corrisponderne alle caratteristiche e misure delle norme di unificazione UNI 7055/72 per materiali termoplastici di polipropilene.
I tubi di raccordo e gli accessori di PVC dovranno essere contrassegnati con il marchio di conformità IIP dell'UNI, gestito dall'Istituto Italiano dei Plastici.
23. Norme generali sul collocamento in opera
Il collegamento di qualsiasi oggetto, materiale od apparecchio, consisterà in genere nel suo preleva- mento dal mezzo di trasporto arrivato in cantiere, nel magazzinaggio e nel trasporto in sito, inten- dendosi con ciò tanto il trasporto in piano od in pendenza, che il sollevamento ed il tiro alto od in basso, il tutto eseguito con qualsiasi sussidio o mezzo meccanico, opera provvisionale ecc., nonché il collocamento nel luogo esatto di destinazione, a qualunque altezza o profondità ed in qualsiasi posi- zione, nonché tutte le opere conseguenti di tagli di strutture, fissaggio, adattamento, stuccature e ri- duzioni in pristino.
Il collocamento in opera dovrà eseguirsi con tutte le cure e le cautele del caso e l'opera stessa dovrà essere convenientemente protetta, se necessario, anche dopo collocata, essendo l'appaltatore unico responsabile dei danni subiti di qualsiasi genere che potessero essere eventualmente arrecati alle cose poste in opera, anche dal solo traffico degli operai durante e dopo l' esecuzione dei lavori, sino al loro termine e alla loro consegna, anche se il particolare collocamento in opera si svolge sotto la sorveglianza o l' assistenza del personale di altre Imprese fornitrici del materiale.
Se il materiale verrà fornito e collocato in opera da altra Impresa, l' appaltatore avrà l'obbligo di pre- levare dal mezzo di trasporto arrivato in cantiere, di immmagazzinarlo in un luogo adatto a traspor- tarlo in piano od in pendenza, il sollevamento ed il tiro in alto od in basso con qualsiasi sussidio o mezzo meccanico.
24. Preparazione del cantiere e tracciamenti
Prima di dare inizio a qualsiasi categoria di lavoro l'appaltatore sarà obbligato a sgomberare i siti da ogni materiale inutile compresa la vegetazione, in modo che al momento della consegna dei medesimi essi siano ben individuabili e riscontrabili.
Contemporaneamente l'appaltatore dovrà eseguire i rilievi definitivi, le picchettazioni, i tracciamenti ed ogni altra operazione per consentire la consegna dei lavori senza dubbiezze di sorta. Nel caso la direzione dei lavori dovesse ritenere insufficienti le suindicate operazioni, l'impresa dovrà integrarle nei tempi indicatile dalla direzione dei lavori medesima, senza per questo pretendere una nuova con- segna dei lavori appaltati.
25. Terre e rocce considerate nei lavori
A qualsiasi fine contrattuale, si definiscono come terre solo le rocce frammentate e incoerenti o che possono diventare tali a contatto con l'acqua i cui singoli frammenti passino attraverso i crivelli 71 UNI 2334.
Questi frammenti si classificano a loro volta a seconda che passino o siano trattenuti dai crivelli UNI 2334 più sotto elencati:
ciottolo o pietra superiore a 71 mm ghiaia o pietrisco da 71 a 25 mm ghiaietto o pietrischetto da 25 a 10 mm ghiaino o pietrischino da 10 a 2 mm
sabbia da 2 a 0,05 mm
limo da 0,05 a 0,005 mm
argilla da 0,005mm a dim. inferiori
Per trovanti s’intendono invece ciottoli o pietre singole che si trovino incastonate nelle terre.
Il loro asporto sarà compensato con i prezzi dello scavo in roccia da mina solo quando il loro volume sarà superiore a quello indicato nei singoli prezzi unitari.
Le terre a loro volta si classificano come Ala, Alb, A3, A2-4, A25, A2-6, A2-7, A4, A5, A6, A7-6 e A8, così come descritte dalla norma CNR-UNI 10006.
Per terra vegetale, esclusa la terra A8, si intende qualsiasi terra contenente anche materia organica.
CLASSIFICAZIONE GENE- RALE | TERRE GHIAIO – SABBIOSE | TERRE LIMO - ARGILLOSE | |||||||||||
GRUPPO | A1 | A3 | A2 | A4 | A5 | A6 | A7 | A8 | |||||
SOTTOGRUPPO | Ala | A1b | A2-4 | A2-5 | A2-6 | A2-7 | A7-5 | A7-6 | |||||
FRAZIONE PASSANTE | |||||||||||||
ALLO STACCIO UNI | |||||||||||||
2332: | |||||||||||||
2 % | ≤50 | - | - | - | - | - | - | - | - | ||||
0,4 % | ≤30 | ≤50 | >50 | - | - | - | - | - | - | - | - | - | |
0,075 % | ≤15 | ≤25 | ≤10 | ≤35 | ≤35 | ≤35 | ≤35 | >35 | >35 | >35 | >35 | >35 | |
PER LA FRAZIONE PAS- SANTE ALLO STACCIO 0,4 UNI 2332 | |||||||||||||
Limite liquido (LL) | - | - | ≤40 | >40 | ≤40 | >40 | ≤40 | >40 | ≤40 | >40 | >40 | ||
Indice di plasticità (IP) | ≤6 | N.P. | ≤10 | ≤10 | >10 | >10 | ≤10 | ≤10 | >10 | >10 PIW -30F | >10 PIW - 30F | ||
Indice di gruppo | 0 | 0 | 0 | ≤4 | ≤8 | ≤12 | ≤16 | ≤20 | ≤20 | ||||
Denominazioni correnti | Ghiaia e sabbia grossa | Sabbia fine | Ghiaia o sabbia limosa e/o argillosa | Limo | Limo | Argilla | Argilla | Argilla | |||||
CLASSIFICAZIONE DELLE TERRE – Norme CNR – UNI 100006 |
CAPO V - MODO DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO - OPERE EDI- LI ED AFFINI
26. Scavi in genere
Tutti gli scavi in genere, quindi per qualsiasi tipo d’intervento, dovranno essere eseguiti secondo i di- segni di progetto e le particolari prescrizioni che saranno impartite all'atto esecutivo dalla direzione dei lavori.
In caso contrario, l'appaltatore non solo non avrà diritto ad alcun compenso per le eventuali maggio- ri quantità di scavo eseguite, ma anzi sarà tenuto ad eseguire a proprie cure e spese tutti i ripristini che si rendessero per conseguenza necessari. Nel caso di scavi in difetto rispetto alle sagome asse- gnate, la direzione dei lavori si riserva o di liquidare i lavori solo secondo le effettive quantità esegui- te o di far completare gli scavi nei modi di qui al primo comma, senza che ciò dia diritto a particolari compensi.
Appena effettuata la consegna dei lavori, l'appaltatore dovrà procedere alla verificazione dei profili longitudinali e trasversali del terreno allegati al contratto, ed entro il termine stabilito dalla direzione dei lavori dichiarare per iscritto se li accetta come rilievo del terreno o segnalare le differenze che vi riscontrasse. Qualora l'appaltatore domandasse l'introduzione di nuovi profili ritenuti a suo avviso opportuni per una più esatta rappresentazione del terreno, la direzione dei lavori la potrà concede- re, ma avrà però il diritto di contrapporre tutti quelli altri che giudicasse necessari in seguito all'in- troduzione suddetta.
Nell’esecuzione degli scavi in genere l'appaltatore dovrà procedere in modo da impedire scoscendi- menti e franamenti restando esso oltrechè totalmente responsabile d’eventuali danni alle persone ed alle opere, altresì obbligato a provvedere a suo carico e spese alla rimozione delle materie franate.
L'appaltatore dovrà inoltre provvedere a sue spese affinché le acque scorrenti alla superficie del ter- reno siano deviate in modo che non abbiano a riversarsi negli scavi o arrecare danni alle proprietà sottostanti, di cui resterà comunque unico responsabile. Le materie provenienti dagli scavi in genere, ove non siano utilizzabili, a giudizio insindacabile della direzione, ad altro impiego nei lavori medesi- mi, dovranno essere portate a rifiuto fuori della sede del cantiere, o alle pubbliche discariche ovvero su aree che l'appaltatore dovrà provvedere a sua cura e spese. Qualora le materie provenienti dagli scavi dovessero essere utilizzate per tombamenti o rinterri, esse dovranno essere depositate in luo- go adatto, accettato dalla direzione dei lavori, per essere poi riprese a tempo opportuno.
In ogni caso le materie depositate non dovranno riuscire di danno ai lavori, alle proprietà pubbliche o private ed al libero deflusso delle acque scorrenti alla superficie e dovranno essere modellate in armonia con il circostante terreno nonché inverdite. La direzione dei lavori potrà asportare, a spese dell'appaltatore, le materie depositate in contravvenzione alle precedenti disposizioni.
L'armatura di sostegno e la protezione dello scavo fanno normalmente parte degli oneri dello scavo medesimo salvo che nei prezzi d’elenco non sia altrimenti disposto.
Le suddette opere dovranno comunque rispettare le condizioni statiche e le prescrizioni antinfortu- nistiche. L'appaltatore resta l'unico responsabile della stabilità dello scavo da lui eseguito. Fermo re- stando il diritto della direzione dei lavori di richiederne la verifica statica a sua cura e spese, l'appal- tatore resta libero di scegliere il tipo d’armatura di sostegno.
Se non diversamente stabilito nell’elenco dei prezzi unitari il taglio e l'asporto di pavimentazioni bitu- minose, in calcestruzzo semplice o lastricate, sarà normalmente compensato con i prezzi di scavo per la classe del terreno immediatamente sottostante, qualora realmente da eseguire.
Con i prezzi degli scavi sono sempre compensati anche gli oneri per le operazioni di esatta rifilatura delle scarpate e la perfetta sagomatura del fondo dello scavo.
Prima degli scavi in genere si procederà allo scoticamento della terra vegetale e ad un idoneo depo- sito della stessa in modo da evitare il mescolamento con altri tipi di terreno.
La terra vegetale resterà a disposizione della stazione appaltante per eventuali impieghi anche diversi di quelli previsti in progetto.
L'appaltatore è responsabile dei danni ai lavori, alle persone, delle proprietà pubbliche e private che potessero accadere per la mancanza o insufficienza di precauzioni nell'esecuzione degli scavi.
Prima di iniziare i lavori di scavo l'appaltatore ha l’ obbligo di raccogliere presso i vari enti, uffici ed aziende informazioni impegnative relative a cavi, canali, condotte e manufatti interrati che si trovas- sero sull'area del cantiere. Ciò vale anche per quanto già indicato eventualmente in progetto. I cana- li, le condotte o altri impianti messi allo scoperto durante i lavori dovranno essere protetti con cura garantendo la loro funzionalità.
L'appaltatore dovrà rispondere di tutti i danni ed inconvenienti connessi.
L'appaltatore dovrà subito informare le aziende interessate e il committente di ogni danno arrecato a condotti o cavi. Tutti gli oneri che l’impresa dovrà sostenere per le maggiori difficoltà derivanti dai lavori a causa dei servizi stessi si intendono già remunerati dai prezzi stabiliti dall'elenco per l'esecu- zione degli scavi ad eccezione di eventuali spostamenti di condotte, cavi o manufatti.
Le materie provenienti dagli scavi in genere dell’indagine archeologica, ove non siano utilizzabili,o non ritenute adatte, a giudizio insindacabile della Direzione Lavori, ad altro impiego nei lavori, dovranno essere portate a rifiuto fuori della sede del cantiere, ai pubblici scarichi, ovvero su aree che l’Appalta- tore dovrà provvedere a sua cura e spese. Qualora le materie provenienti dagli scavi dovessero esse- re utilizzate per rinterri esse dovranno essere depositate in luogo adatto, accettato dalla Direzione dei lavori, per essere poi riprese a tempo opportuno. In ogni caso le materie depositate non dovran- no riuscire di danno ai lavori, alle proprietà pubbliche o private ed al libero deflusso delle acque scor- renti alla superficie. La Direzione dei lavori potrà fare asportare, a spese dell'Appaltatore, le materie depositate in contravvenzione alle precedenti disposizioni.
Ove si dovesse procedere in adiacenza alle murature, gli scavi andranno eseguiti con gli strumenti e le cautele atte ad evitare l'insorgere di danni nelle strutture murarie adiacenti. Il ripristino delle strut- ture, qualora venissero lese a causa di una esecuzione maldestra degli scavi, sarà effettuata a totale carico dell'Appaltatore.
27. Scavi a sezione aperta
Per scavi a sezione aperta o di sbancamento si intendono quelli che vengono eseguiti sopra la superfi- cie d'appoggio delle macchine operatrici impiegate per la rimozione dei materiali e il loro trasporto nei luoghi di deposito senza che le pareti delimitanti le zone di scavo impediscano o limitino grave- mente le manovre delle macchine medesime.
28. Scavi a sezione ristretta
Per scavi a sezione ristretta si intendono tutti gli scavi che non possano classificarsi come scavi a sezio- ne aperta.
Qualora detti scavi dovessero accogliere un qualsiasi manufatto, è vietato all'appaltatore di porvi mano prima che la direzione dei lavori non abbia verificato e accettato le forme e dimensioni degli scavi mede- simi. Portato a termine il manufatto, si dovranno riempire i vuoti rimasti con lo stesso terreno estratto dallo scavo, convenientemente costipato, fino a raggiungere il profilo primitivo, ottenendo una densità del terreno così costipato pari al 90 % della densità Proctor-Standard se richiesto. Il materiale che risulta non impiegato nel riempimento predetto sarà portato a discarica o a deposito in cantiere se la direzione dei lavori lo ritenesse utile per altri impieghi.
29. Scavi archeologici
Lo scavo per indagine archeologica a mano dovrà essere eseguito per effettuare la pulizia di tutte le trincee una volta che, mediante l’escavatore, si sia raggiunto lo strato antropico di carattere storico/archeologico e/o il livello sterile.
Durante le attività di scavo, tutti i materiali archeologici rinvenuti dovranno essere recuperati e avranno una prima siglatura e saranno sistemati in sacchetti di plastica trasparente e accantonati in apposite cassette in p.v.c.
Tutti i materiali archeologici rinvenuti dovranno essere consegnati alla Soprintendenza.
Ove disposto dalla Direzione Lavori, su indicazione della Soprintendenza Archeologica competente e/o dell’operatore archeologo specializzato, si procederà al riempimento dei cavi precedentemente scavati con materiali inerti adatti alla protezione dei siti rinvenuti quali pozzolana, ghiaia, sabbia e ar- gilla espansa previa stesura sull’intera superficie di tessuto non tessuto.
Lo scavo dovrà essere eseguito alla presenza di un archeologo specializzato incaricato dall’Appalta- tore e di gradimento della Soprintendenza di competenza.
Al termine dello scavo l’archeologo incaricato dall’Appaltatore dovrà redigere una accurato rilievo dell’area e produrre una relazione dettagliata da consegnare alla competente Soprintendenza.
30. Scavi subacquei e prosciugamenti
Se dagli scavi non si potesse far defluire l’acqua naturalmente, sarà in facoltà della direzione dei lavori di ordinare, secondo i casi e quando lo riterrà opportuno, l'esecuzione di scavi subacquei, oppure prosciugamenti.
Sono considerati come scavi subacquei soltanto quelli eseguiti in acqua a profondità maggiore di cm. 20 sotto il livello costante a cui si stabiliscono nei cavi quelle acque che non possono essere allonta- nate con l'apertura di semplici canali fugatori.
Il volume di scavo eseguito in acqua sino ad una profondità non maggiore di cm 20 dal suo livello co- stante, non verrà perciò considerato come scavo subacqueo.
Il mantenimento degli scavi all'asciutto, sia durante l'escavazione, sia durante l'esecuzione dei manu- fatti ed i relativi oneri per il prosciugamento sono compresi nel prezzo unitario fissato nell'elenco dei prezzi per lo scavo subacqueo. Qualora venga deciso di compensare separatamente il prosciuga- mento dello scavo, lo scavo stesso verrà considerato come eseguito all'asciutto.
Per i prosciugamenti praticati durante l'esecuzione delle murature, l'appaltatore dovrà adottare tutti quegli accorgimenti atti ad evitare il dilavamento delle malte.
31. Demolizioni e rimozioni
La demolizione, sia parziale che totale di qualsiasi struttura deve essere eseguita con ordine e con le necessarie precauzioni in modo da non danneggiare le residue strutture esistenti dell'opera interessa- te alla demolizione, da prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro e da evitare incomodi o di- sturbo.
Rimane pertanto vietato di gettare dall'alto i materiali in genere, che invece devono essere trasportati o guidati in basso, e di sollevare polvere, per il che tanto le strutture da demolire quanto i materiali di risulta dovranno essere opportunamente bagnati.
Durante le demolizioni o rimozioni l'appaltatore dovrà inoltre provvedere alle eventuali necessarie pun- tellature per sostenere le parti dell'opera interessata a dette operazioni che dovranno restare e dispor- re in modo da non deteriorare i materiali risultanti, i quali tutti dovranno ancora potersi impiegare util- mente, sotto pena di rivalsa di danni a favore della stazione appaltante. Le demolizioni dovranno limitar- si alle parti ed alle dimensioni prescritte.
Quando, anche per mancanza di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti od oltrepassati i limiti fissati, saranno pure a cura e spese dell'appaltatore senza alcun compenso, ri- costruite e rimesse in ripristino le parti indebitamente demolite.
Tutti i materiali riutilizzabili, a giudizio insindacabile della direzione dei lavori, dovranno essere oppor- tunamente puliti, trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno indicati dalla direzione stessa, usando le cautele per non danneggiarli.
Detti materiali resteranno tutti di proprietà della stazione appaltante, la quale potrà ordinare all'ap- paltatore di impiegarli in tutto od in parte nei lavori appaltati. I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e rimozioni dovranno essere trasportati fuori del cantiere nei punti indicati od a rifiuto alle pubbliche discariche.
32. Rilevati e rinterri
Per la formazione dei rilevati o per qualunque opera di rinterro ovvero per riempire i vuoti tra le pareti dei cavi e le murature, o da addossare alle murature, e fino alle quote prescritte dalla direzio- ne dei lavori, si impiegheranno in generale e, salvo quanto segue, fino al loro totale esaurimento, tut- te le materie provenienti dagli scavi, in quanto a giudizio della direzione dei lavori disponibili ed adat- te per la formazione dei rilevati. Resta comunque vietato a questi fini l’uso di terre appartenenti alle classi A5, A6, A7 e A8.
Quando venissero a mancare in tutto o in parte i materiali di cui sopra, si provvederanno le materie occorrenti prelevandole ovunque l'appaltatore crederà di sua convenienza, purché i materiali siano riconosciuti idonei dalla direzione dei lavori.
Comunque per quanto riguarda la stabilità dei rilevati si intendono qui richiamate, qualora non in contraddizione con le seguenti norme, quelle di cui alla legge 2.2.1974, n. 64 sulla stabilità dei terre- ni, sulle opere di sostegno delle terre e di fondazione. Nel caso di rinterri delle trincee per condot- te, essi potranno essere eseguiti solo previa accettazione delle condotte poste in opera. Il letto di posa, il rinfianco e la copertura, sino a 30 cm al di sopra del cielo del tubo esterno, dovranno essere eseguiti preferibilmente con sabbia o almeno con materiale vagliato proveniente dallo scavo (massi- ma dimensione ammissibile dei grani: 30mm). Per condotte interessate dall’acqua di falda i rinterri suddetti devono essere eseguiti con materiale arido con granulometria tra 0,2 mm e 30 mm. A rin- fianco avvenuto, lo scavo verrà rinterrato con strati successivi di altezza massima pari a 30 cm per terre coerenti, ben costipati fino a raggiungere una densità pari al 90% di quella Proctor-Standard. Le fasi di smontaggio delle opere di sostegno dovranno in ogni caso essere coordinate con le fasi di rin- terro in modo da impedire frane
Il suolo costituente la base sulla quale si dovranno piantare i rilevati dovrà essere accuratamente preparato asportandovi la terra vegetale ed espurgandolo da piante, cespugli, erbe, canne, radici e da qualsiasi altra materia eterogenea, e trasportando fuori della sede del lavoro le materie di rifiuto. La terra vegetale dovrà invece essere depositata in attesa di essere usata per la copertura delle scarpa- te dei rilevati medesimi o per impieghi diversi indicati dalla direzione dei lavori. La base dei suddetti rilevati, se cadente sulla scarpata di altro rilevato esistente o un terreno a declivio trasversale supe- riore al quindici per cento, dovrà essere preparata a gradoni con inclinazione inversa a quella del ri- levato esistente o del terreno.
Tali operazioni, se non contrattualmente diversamente disposto, costituiscono oneri già compresi nei prezzi unitari per cui agli effetti contabili essi non saranno presi in considerazione.
Pertanto nel computo metrico dei volumi si terrà in considerazione solo la sezione di consegna ori- ginaria, cioè quella anteriore a tutte suddette operazioni di preparazione della base dei rilevati. La terra da trasportare nei rilevati dovrà essere anche essa previamente espurgata da erbe, canne, radi- ci e da qualsiasi altra materia estranea e dovrà essere disposta in rilevato a cordoli alti da m 0,30 a m 0,50 e compattata fino al raggiungimento almeno della densità 90 % di quella Proctor-Standard.
Sarà obbligo dell'appaltatore, escluso qualsiasi compenso, di dare ai rilevati, durante la loro costru- zione, quelle maggiori dimensioni richieste dall'assestamento delle terre, affinché all’epoca del collau- do i rilevati eseguiti abbiano dimensioni non inferiore a quelle prescritte.
Non si potrà sospendere la costruzione di un rilevato, qualunque sia la causa, senza che ad esso sia stata data una configurazione tale da assicurare lo scolo delle acque piovane. Nella ripresa del lavo- ro, il rilevato già eseguito dovrà essere espurgato dalle erbe e cespugli che vi fossero nati, nonché configurato a gradoni, praticandovi dei solchi per il collegamento delle nuove materie con quelle pri- ma impiegate.
L‘appaltatore sarà tenuto riparare a sue spese gli abbassamenti, corrosioni ed altri guasti che per qualsiasi motivo si verificassero durante la formazione dei rilevati ed anche dopo il loro compimento, fino al collaudo.
Salvo nei casi eccezionali, quando le cave fossero identificate dal contratto, e salvo il caso di particolari circostanze che sorgessero nel corso dei lavori, l'appaltatore sarà libero di coltivare le cave di prestito dove crederà opportuno, a condizioni però che le materie che esse forniranno non siano di cattiva qua- lità o comunque non adatte, a giudizio della direzione dei lavori, alla formazione dei rilevati nonché a condizioni che le cave abbiano sempre regolare e completo scolo, in modo da impedire in qualunque tempo ristagni d'acqua od impaludamenti ed inoltre a condizione che siano osservate le disposizioni del- le leggi sull'igiene e sulla sanità pubblica.
Le cave stesse non dovranno, a giudizio del direttore dei lavori, pregiudicare la stabilità delle opere da eseguire. I cigli delle cave dovranno trovarsi al piede d'ogni rilevato ad una distanza almeno uguale alla profondità delle cave stesse e non mai minore di metri 2 e le loro scarpe essere disposte con in- clinazione di almeno 1,5 di base per 1 di altezza.
L'appaltatore non potrà aprire cave di nessuna specie senza avere prima ottenuto il permesso delle autorità competenti e senza avere prima soddisfatte le prescrizioni di legge.
Occorrendo in corso di esecuzione modificare l’inclinazione delle scarpe delle trincee e dei rilevati, l'appaltatore sarà tenuto a riprendere il lavoro e a completarlo senza diritto a speciali compensi, ma alle stesse condizioni e prezzi del contratto per la prima esecuzione.
33. Rilevati compattati, comprese fondazioni e sottofondi stradali
I rilevati compattati saranno costituiti da terre adatte, cosi come descritte dai prezzi dell'elenco alle- gato al contratto, da mettersi in opera a strati non eccedenti i 25 - 30 cm. costipati meccanicamente regolando il numero dei passaggi e l'aggiunta dell’acqua in modo da ottenere una densità definitiva del terreno pari al 90 % di quella Proctor Standard. Ogni strato sarà costipato nel modo richiesto prima di procedere a ricoprirlo con altro, strato ed avrà superiormente la sagoma della monta richiesta per opera finita, così da evitarsi ristagni d’acqua e danneggiamenti. Qualora nel materiale che costituisce il rilevato siano incluse pietre, queste dovranno risultare ben distribuite nell'insieme dello strato, co- munque nello strato superiore sul quale poggerà l'impianto
della sovrastruttura tali pietre non dovranno avere dimensioni superiori a cm. 10.
Il terreno d’impianto dei rilevati compattati che siano d’altezza non minore di 0,50 m, qualora sia di natura sciolta, o troppo umida, dovrà ancor esso essere compattato, previa scarificazione, al 90% del- la densità predetta. Se detto terreno d’impianto del rilevato avrà scarsa portanza lo si consoliderà preliminarmente per l’altezza giudicata necessaria, eventualmente sostituendolo con materiali sabbiosi
o ghiaiosi. Sarà obbligo dell’appaltatore, escluso qualsiasi compenso, di dare ai rilevati, durante la loro costruzione, quelle maggiori dimensioni richieste dall’assestamento delle terre affinché all’epoca del collaudo i rilevati eseguiti abbiano dimensioni non inferiori a quelle prescritte.
Nel caso di costruzioni stradali fa parte della formazione del rilevato, oltre la profilatura delle scar- pate, delle banchine, dei cigli, e la costruzione degli arginelli, il ricavare nella piattaforma il cassonet- to di dimensione idonea a ricevere l’ossatura di sottofondo e la massicciata.
Comunque, se non altrimenti prescritto dagli articoli riguardanti i prezzi unitari, la composizione granulometrica delle terre stabilizzate dovrà essere compresa fra le due sottoindicate curve ripro- dotte in diagramma semilogaritmico.
34. Opere in fondazione
I manufatti saranno di norma costruiti mettendo il piano di fondazione costantemente all'asciutto. Quindi in presenza d'acqua si provvederà all'abbassamento del livello dell'acqua almeno fino a 20 cm sotto il predetto piano di fondazione.
Le norme che regolano la costruzione delle opere di fondazione all'asciutto, continue o discontinue, in conglomerato cementizio semplice o in cemento armato, sono le stesse che riguardano le analo- ghe opere in soprelevazione. Nel caso particolare, di getti per le opere di fondazione da eseguirsi in acqua o in presenza d'acqua, si useranno apposite tramogge o altri specifici mezzi per condurre il calcestruzzo direttamente nel sito a cui è destinato in modo da evitare al massimo i dilavamenti. Ov- viamente, data una classe di resistenza del calcestruzzo o una sua particolare dosatura, prescritte dalle voci d'elenco dei prezzi contrattuali, l'appaltatore dovrà provvedere al maggior dosaggio di ce- mento sia per compensare quello dilavato dall'acqua durante le operazioni di getto, sia per compen- sare quello necessario alla presa e indurimento del calcestruzzo in eccesso d'acqua. Comunque per tutte le opere di fondazione qui descritte, sia superficiali che profonde, valgono le norme di cui alla legge 2.2.1974, n. 64 sulla stabilità dei terreni, sulle opere di sostegno delle terre e sulle opere di fondazione, qualora non in contrasto con le norme che seguono
Resta comunque stabilito che in caso di pompaggio dovranno essere installate anche pompe di riserva per garantire un funzionamento continuo del sistema prosciugante. Il prosciugamento dovrà comun- que essere protratto solo per il tempo strettamente
necessario alle operazioni di scavo e di costruzione dei manufatti.
35. Malte e conglomerati
Le dosi dei diversi materiali da impiegare per la composizione delle malte e dei conglomerati, qualo- ra non in contrasto con quanto stabilito dalla descrizione d’ogni singolo prezzo unitario dell'elenco di contratto, dovranno essere le seguenti:
1.malta comune: | |
calce comune | ql. 3,00 |
sabbia | mc. 0,90 |
2.malta idraulica: | |
calce idraulica | ql. 3,00 |
sabbia | mc. 0,90 |
3.malta bastarda: | |
calce idraulica | ql. 1,50 |
cemento “325” | ql. 1,50 |
sabbia | mc. 0,90 |
4.malta cementizia: | |
cemento “325” | ql. 3,00 |
sabbia | mc. 0,90 |
5.calcestruzzo per riempimenti, livellamenti e simili:
cemento “325” ql. 1,50
inerti toutvenant mc. 0,90
6.calcestruzzo per opere non armate:
cemento “325” ql. 2,50
inerti mc. 1,00
7.calcestruzzo per cementi armati:
cemento “325” ql. 3,00
inerti mc. 1,00
La sabbia da usare nella preparazione delle malte, indipendentemente da quella da usare per i calce- struzzi, disciplinate all'art.1, sarà la frazione di inerte passante per il vaglio a fori circolari di 1,00 mm trattenuta da quello a fori di 0,50 mm.
Quanto gli inerti non sono "tout - venant", essi si intendono granulometricamente composti in modo da presentare il minimo numero di vuoti, comunque entro i limiti di una frazione passante per il ta- glio a fori circolari di 2,50 mm e trattenute da quello di 0,50 mm di diametro dei fori.
Quando la direzione dei lavori ritenesse di variare le proporzioni su riportate, l'appaltatore sarà ob- bligato ad uniformarsi alle prescrizioni della medesima, salvo le conseguenti variazioni di prezzo in base alle nuove proporzioni previste.
Le dosi degli inerti separati da mescolare per ottenere un inerte complesso da usare per calcestruz- zi, quindi con un minimo numero di vuoti, dovranno essere determinate con esperimenti o in cantie- re o in laboratorio almeno 1 mese prima dell’inizio dei lavori che comportino l'impiego di detti cal- cestruzzi.
Salvo quanto indicato nell'elenco prezzi, l’uso di additivi per conglomerati e/o malte cementizie deve essere autorizzato espressamente dalla direzione dei lavori.
Durante i lavori dovranno eseguirsi frequenti controlli della granulometria degli inerti, mentre la re- sistenza del conglomerato deve essere comprovata da prove a compressione su cubetti prima e du- rante i getti, con la frequenza prevista dalle vigenti norme in materia.
Gli impasti, sia di malta che di conglomerato, dovranno essere preparati solamente nella quantità ne- cessaria per l'impiego immediato, cioè dovranno essere preparati volta per volta. I residui d’impasti che non avessero per qualsiasi ragione immediato impiego dovranno essere gettati a rifiuto.
Se le prescrizioni dei prezzi unitari dovessero riguardare le classi di resistenza dei calcestruzzi invece che le dosi, allora ogni classe sarà determinata, prima dell’inizio dei lavori che comportino l’impiego di detti calcestruzzi, sottoponendo a prova di compressione otto provini normali e quindi applicando la seguente espressione:
K = Xm - 0,675 Sx in kg/cm2
essendo Xm la media degli otto valori delle resistenze unitarie a compressione e Sx il loro scarto quadratico medio. La classe sarà indicata per difetto con arrotondamenti da 10 a 10 kg/cm2.
Nel cantiere dovranno essere presenti e mantenute sempre in perfetta efficienza tutte quelle attrez- zature necessarie a garantire una perfetta esecuzione degli impasti ed una qualità costante del calce- struzzo.
I materiali, le malte ed i conglomerati, esclusi quelli forniti in sacchi di peso determinato, dovranno ad ogni impasto essere misurati con apposite casse della capacità prescritta e che l'appaltatore sarà in obbligo di provvedere e mantenere a sue spese costantemente su tutti i piazzali ove verrà effettuata la manipolazione; non sarà assolutamente consentita la dosatura dei materiali con secchielli o con carriole.
La calce spenta, in pasta, non dovrà essere misurata in fette, appena estratta con badile dal calcinaio, bensì dovrà essere stata rimescolata e ricondotta ad una pasta omogenea, consistente e bene unita.
L'impasto dei materiali dovrà essere fatto in via normale a mezzo di macchine impastatrici o mescola- trici munite di dispositivi tali, che le malte ed i conglomerati possano essere trasportati rapidamente ai siti di impiego, senza perdere lo stato di aggregazione ed il grado di umidità risultante dall'impasto meccanico. L'impasto potrà essere fatto anche a braccia d'uomo sopra aree convenientemente pavi- mentate.
Gli ingredienti componenti le malte cementizie saranno prima mescolati a secco, fino ad ottenere un miscuglio di tinta uniforme, il quale verrà poi asperso ripetutamente con la minore quantità di acqua possibile, ma sufficientemente, rimescolando continuamente.
Per i conglomerati cementizi semplici ed armati, gli impasti dovranno essere eseguiti in conformità alle prescrizioni contenute nella normativa vigente all'atto dell'esecuzione dei lavori.
Gli impasti, sia di malta che di conglomerato, dovranno essere preparati soltanto nella quantità neces- saria per l'impiego immediato, cioè dovranno essere preparati volta per volta e, per quanto possibile, in vicinanza del lavoro. I residui d'impasto che non avessero, per qualsiasi ragione, immediato impie- go, dovranno essere gettati a rifiuto, ad eccezione di quelli formati con calce comune che potranno essere utilizzati però nella sola giornata del loro confezionamento.
36. Riempimento in pietrame a secco - vespai e intercapedini
a) RIEMPIMENTO IN PIETRAME A SECCO (per drenaggi, fognature, banchettoni di consolidamento e simili) - Dovranno essere formati con pietrame da collocare in opera a mano, su terreno ben costi- pato, al fine di evitare cedimenti per effetto dei carichi superiori.
Per drenaggi o fognature si dovranno scegliere le pietre più grosse e regolari; possibilmente a forma di lastroni quelle da impiegare nella copertura dei sottostanti pozzetti e cunicoli; ponendo infine negli strati inferiori il pietrame di maggiore dimensione e nell'ultimo strato superiore pietrame minuto, di ghiaia od anche pietrisco, per impedire alle terre sovrastanti di penetrare e di scendere, otturando così gli interstizi tra le pietre. Sull'ultimo strato di pietrisco si dovranno pigiare convenientemente le terre con le quali dovrà completarsi il riempimento di scavi aperti per la costruzione di fognatura e di drenaggi.
b) VESPAI ED INTERCAPEDINI - Nei locali in genere i cui pavimenti verrebbero a trovarsi a contat- to con il terreno naturale potranno essere ordinati vespai in pietrame od intercapedini in laterizio. In ogni caso il terreno di sostegno di tali opere dovrà essere debitamente spianato, bagnato e ben bat- tuto con la mazzaranga per evitare qualsiasi cedimento.
Per i vespai in pietrame si dovrà formare, anzitutto, in ciascun ambiente una rete di cunicoli di venti- lazione, costituita da canaletti paralleli aventi interasse massimo di m. 1.50; essi dovranno correre an- che lungo tutte le pareti ed essere regolarmente comunicanti fra loro. Detti canali dovranno avere sezione non inferiore di cm. 15 X 20 di altezza ed un sufficiente sbocco all'aperto, in modo da assicu- rare il ricambio dell'aria.
Ricoperti tali canali con adatto pietrame di forma pianeggiante si completerà il sottofondo riempien- do le zone rimaste, tra cunicolo e cunicolo, con pietrame in grossi scheggioni disposti coll'asse mag- giore verticale ed in contrasto tra loro, intasando i grossi vuoti con scaglie di pietra e spargendo infi- ne uno strato di ghiaietto di conveniente grossezza sino al piano prescritto.
Le intercapedini potranno essere costituite anche, ove previsto e prescritto, da una soletta in calce- struzzo gettata su casseri a perdere modulari in polipropilene riciclato costituiti da calotta convessa su quattro supporti di appoggio, di altezza variabile come da progetto, posati in opera a secco. La posa in opera dei casseri dovrà avvenire secondo le modalità e l’ordine stabiliti dal produttore degli stessi, e dovrà essere eseguita su sottofondo in calcestruzzo magro per la formazione del piano di posa, che dovrà ricevere la stesura e lo spianamento orizzontale, previa la preparazione del piano di posa, per garantire un corretto posizionamento ed incastro dei casseri nonché per evitare cedimenti differenziati nel tempo.
L’intercapedine così ricavata dovrà essere opportunamente areata mediante tubazioni direttamente collegate con l’esterno attraverso le fondazioni o le murature perimetrali, che dovranno essere pre- ventivamente predisposte (all’incirca ogni 10 ml di perimetro), in modo da permettere un ricircolo continuo d’aria, in funzione dell’eliminazione dell’umidità e di eventuale formazione di gas Radon dal terreno.
La posa dovrà essere completata da un getto di calcestruzzo RcK 250 Kg/cmq per il riempimento dei casseri fino alla sommità e per la soletta superiore di altezza come da progetto, con la finitura della superficie a staggia, armata con rete elettrosaldata a maglia quadra e del diametro prescritto ed in al- ternativa integrando il calcestruzzo con fibre di polipropilene.
37. Murature in genere
Nelle costruzioni delle murature in genere verrà curata la perfetta esecuzione degli spigoli; la costru- zione di cordoli, piattabande, archi, ecc.
Verranno lasciati tutti i necessari incavi, sfondi, canne e fori; per ricevere le travi in genere, le pietre da ta- glio e quanto altro non verrà messo in opera durante la formazione delle murature; quali il passaggio di tubi pluviali, d'acqua potabile, di canne di stufa e di camini, di cessi, di orinatoi, di lavandini, di condutture elettriche di campanelli, di telefoni, di illuminazione; ecc o quali zoccoli, arpioni di porte e finestre, soglie, inferriate, ringhiere, davanzali, ecc., il tutto in modo che non vi sia mai bisogno di scalpellare i muri già co- struiti per praticarvi i fori suddetti.
La costruzione delle murature dovrà iniziarsi e proseguire uniformemente, assicurando il perfetto collegamento sia con le murature esistenti, sia fra le varie parti di essa, tramite opportune immorsa- ture, evitando, nel corso dei lavori, la formazione di strutture eccessivamente emergenti dal resto della costruzione.
La muratura procederà a filari allineati, poi piani di posa normali alle superfici viste o come altrimenti venisse prescritto.
All'innesto con muri da costruirsi in tempo successivo dovranno essere lasciate opportune immorsa- ture in relazione al materiale impiegato.
I lavori di muratura, qualunque sia il sistema costruttivo adottato, dovranno essere sospesi nei perio- di di gelo, nei quali la temperatura si mantengo per molte ore al disotto di zero gradi centigradi.
Quando il gelo si verifichi solo per alcune ore della notte, le opere in muratura ordinaria potranno essere eseguite nelle ore meno fredde del giorno, purché, al distacco del lavoro, vengano adottati i provvedimenti di uso comune per difendere le murature dal gelo notturno.
Le facce delle murature in malta dovranno essere mantenute bagnate almeno per quindici giorni dalla loro ultimazione od anche per altri ancora se sarà richiesto dalla Direzione dei Lavori.
Sui muri delle costruzioni, nei punti di passaggio fra le fondazioni entro terra e la parte fuori terra, vi sarà un'isolazione formata da uno strato di malta cementizia grassa dello spessore di circa 1 cm. e da due strati sovrapposti di cartone catramato bisabbiato dello spessore, ognuno, non inferiore ai 2 mm. Tanto il primo cartone quanto il secondo dovranno essere abbondantemente spalmati con bitume a caldo.
Sullo strato isolato, così fermato, verrà steso uno strato di malta e poi impostata la muratura di ele- vazione.
Detto sistema potrà essere sostituito con altro di analoghe prestazioni ed approvato dalla D.L.
In tutti i fabbricati costruiti con struttura tradizionale in cls armato o con muratura portante, dovran- no eseguirsi, in corrispondenza ad ogni solaio e su tutti i muri portanti, cordoli di conglomerato ce- mentizio di altezza corrispondente allo spessore del solaio, non inferiore a cm. 16, o comunque con- forme al progetto strutturale, con armatura adeguata per assicurare un perfetto collegamento ed una maggiore rigidità alla costruzione. Tale cordolo, in corrispondenza delle aperture, sarà opportuna- mente rinforzato con armature di ferro supplementari in modo da formare architravi portanti; in corrispondenza di canne, fori ecc., sarà pure opportunamente rinforzato affinché presenti la stessa resistenza che nelle altre parti.
38. Muratura di pietrame a secco
La muratura di pietrame a secco dovrà essere eseguita con pietre ridotte alla forma più che sia possi- bile di poliedro a facce piane, escludendo di massima le forme rotonde. Le pietre saranno collocate in opera in modo che si colleghino perfettamente fra loro, scegliendo per i paramenti quelle di maggiori dimensioni, non inferiori a cm 20 di lato, e le più adatte per il miglior combaciamento per supplire così con l’accuratezza della costruzione alla mancanza di malta.
Si eviterà sempre la ricorrenza delle connessure verticali. Nell'interno della muratura si farà uso delle scaglie soltanto per appianare i corsi e riempire gli interstizi tra pietra e pietra.
La muratura di pietrame a secco, per muri di sostegno di contro ripa o comunque isolati, sarà poi sempre coronata da uno strato di muratura con malta di altezza non minore di cm 30.
Negli angoli si useranno le pietre maggiori e meglio rispondenti allo scopo.
Le larghezze delle pietre non dovranno essere di norma inferiori alla loro altezza. A richiesta della direzione dei lavori si dovranno eseguire anche opportune feritoie.
39. Murature di pietrame con malta
Le murature di pietrame saranno eseguite con scapoli di pietrame delle maggiori dimensioni consenti- te dalla grossezza della massa muraria, spianati grossolanamente nei piani di posa e posti su letto di malta.
Le pietre, prima di essere collocate in opera, saranno diligentemente ripulite dalle sostanze terrose ed ove occorra, a giudizio della Direzione dei Lavori, accuratamente lavate. Saranno poi bagnate es- sendo proibito di eseguire la bagnatura dopo averle disposte sul letto di malta.
Tanto le pietre quanto la malta saranno interamente disposte a mano, seguendo le migliori regole d'arte, in modo da costituire una massa perfettamente compatta del cui interno le pietre stesse, ben battute con martello, risultino concatenate fra loro ed avviluppate in sufficiente quantità di malta, sen- za alcun interstizio.
La costruzione della muratura dovrà progredire a strati orizzontali di conveniente altezza, concatenati nel senso della grossezza del muro, disponendo successivamente ed alternativamente una pietra tra- sversale (di punta) dopo ogni due pietre in senso longitudinale, allo scopo di ben legare la muratura an- che nel senso della grossezza.
Dovrà sempre evitarsi la corrispondenza delle connessure fra due corsi consecutivi.
Gli spazi vuoti che verranno a formarsi per l'irregolarità delle pietre saranno riempiti con scaglie che non tocchino mai a secco e non lascino mai spazi vuoti, colmando con malta tutti gli interstizi.
Qualora la muratura avesse un rivestimento esterno, il nucleo della muratura dovrà risultare, con op- portuni accorgimenti, perfettamente concatenato col detto rivestimento, nonostante la diversità di materiale, di struttura e di forma dell'uno e dell'altro.
Le facce viste delle murature in pietrame, che non debbono essere intonacate o comunque rivestite, saranno sempre rabboccate diligentemente con malta cementizia.
Per quanto riguarda le murature a pietrame a faccia vista, l’appaltatore dovrà seguire con particolare scrupolo le prescrizioni per la loro esecuzione date dalla voce inclusa nell'elenco dei prezzi unitari e dei disegni di particolare, onde conseguire con la massima fedeltà il risultato estetico voluto.
Prima di cominciare i lavori, qualora l'amministrazione non abbia provveduto in proposito durante l'e- sperimento dell'appalto, l'appaltatore dovrà preparare a sue spese i campioni dei vari generi di lavora- zioni della pietra da taglio e sottoporli per l'approvazione alla direzione dei lavori, alla quale spetterà giudicare se essi corrispondono alle prescrizioni.
40. Murature in mattoni
I mattoni, prima del loro impiego, dovranno essere bagnati fino a saturazione per immersione prolun- gata e mai per aspersione.
Dovranno mettersi in opera con le connessure alternate in corsi ben regolari e normali alla superficie esterna, saranno posati sopra un abbondante strato di malta e premuti sopra dei esso in modo che la malta defluisca all'ingiro e riempia tutte le connessure.
La larghezza delle connessure non dovrà normalmente essere maggiore di mm. 10 né minore di mm. 5.
I giunti non verranno rabboccati durante la costruzione per dare maggiore presa all'intonaco ed alla stucca- tura col ferro.
Le malte da impiegare per l'esecuzione di questa muratura dovranno essere passate al setaccio per evitare che i giunti fra i mattoni riescano superiori al limite di tolleranza fissato.
Le murature di rivestimento saranno fatte a corsi ben allineati e collegatisi a morsa con la parte inter- na.
Se la muratura dovesse eseguirsi a paramento (facciavista) si dovrà avere cura di scegliere per le facce esterne i mattoni di migliore cottura, meglio formati e di colore più uniforme, disponendoli con per- fetta regolarità e ricorrenza nelle connessure orizzontali, alternando con precisione i giunti verticali. In questo genere di paramento le connessure di faccia vista non dovranno avere altezza e larghezza maggiore di 7 mm. e, previa loro raschiatura e pulitura, dovranno essere profilate con malta di ce- mento, diligentemente compresse e lisciate con apposito ferro, senza sbavature.
I cordoli, gli archi e le piattabande dovranno essere costruiti in modo che i mattoni siano sempre disposti in direzione normale alla curva dell'intradosso, tracciata sopra la centinatura, e le connessure dei giunti non dovranno mai eccedere la larghezza di mm. 7 all'intradosso e mm. 12 allo estradosso. E' assolutamen- te escluso l'impiego di frantumi di mattoni per il riempimento dei vani, tollerandosi solo l'uso di trequarti e mezzi mattoni quando siano indispensabili per alternare le connessure o siano necessari per eseguire il profilo di muri, imposte, serraglie, strombature ecc.
41. Tramezzi di una testa ed in foglio con mattoni pieni e forati
I tramezzi di una testa ed in foglio verranno eseguiti con mattoni scelti, esclusi i rottami, i laterizi in- completi e quelli mancanti di qualche spigolo.
Tutti i tramezzi, di qualsiasi specie, saranno eseguiti colle migliori regole dell'arte, a corsi orizzontali ed a due fili, per evitare la necessità di forte impiego di malta per l'intonaco; la chiusura dell'ultimo corso sotto il soffitto sarà ben serrata, se occorre dopo congruo tempo, con scaglie e cemento.
42. Murature miste
Per le murature miste di pietrame e mattoni si seguiranno le norme suindicate relative a quelle sepa- rate e di pietrame e di mattoni.
La muratura mista di pietrame e di mattoni dovrà progredire a strati orizzontali intercalando a filari i mattoni dei corsi di muratura in pietrame come richiesto dalla Direzione Lavori.
I filari dovranno essere estesi a tutto lo spessore del muro e disposti secondo piani orizzontali.
Nelle murature miste per i fabbricati, oltre ai suddetti filari, si dovranno costruire in mattoni angoli e spigoli di muri, pilastri risalti e qualsiasi incassatura, spallette e squadri nelle aperture di porte e fine- stre, parapetti di finestra, archi di scarico, piattabande, ossatura delle cornici, canne da fumo, di latri- ne, condotti in genere e qualunque altra parte di muro, all'esecuzione della quale non si prestasse il pietrame il collegamento delle due differenti strutture dovrà essere eseguito nel miglior modo possi- bile ed in senso orizzontale quanto verticale.
43. Murature di getto in conglomerato cementizio
Il conglomerato da impiegarsi per qualsiasi lavoro sarà messo in opera appena confezionato e dispo- sto a strati orizzontali di altezza da cm. 20 a cm. 30, su tutta l'estensione della parte d'opera che si esegue ad un tempo; ben battuto e costipato, in modo che non resti alcun vano nello spazio che deve contenerlo e nella sua massa.
Quando il conglomerato sia da collocare in opera entro scavi molto incassati od a pozzo, dovrà es- servi calato mediante secchi a ribaltamento.
Solo nel caso di scavi molto larghi la Direzione Lavori potrà consentire che il conglomerato venga gettato liberamente, nel qual caso, prima del conguagliamento e della battitura, deve, per ogni strato di cm. 30 di altezza, essere ripreso dal fondo dello scavo e rimpastato per rendere uniforme la misce- la dei componenti.
Finito il getto e spianata con ogni diligenza la superficie superiore, il calcestruzzo dovrà indurire per tutto il tempo occorrente per ottenere la resistenza richiesta.
Ogni inconveniente derivante da un disarmo troppo affrettato, comunque non autorizzato dalla dire- zione dei lavori, sarà ad esclusivo carico dell'appaltatore.
Le superfici dei calcestruzzi dovranno presentare una corretta rifinitura senza protuberanze, plac- che, risalti, avvallamenti, alveolarità e simili. Per tutte le operazioni di regolarizzazione non verrà pertanto, in nessun caso, riconosciuto un compenso aggiuntivo all'appaltatore.
Per contro, la direzione dei lavori, avuto riguardo alla natura ed entità delle irregolarità e alla rifini- tura prevista, potrà sia operare congrue detrazioni sui prezzi d'elenco, sia disporre, a tutte spese dell'appaltatore, l'adozione di quegli ulteriori provvedimenti che riterrà idonei a garantire il pieno ottenimento delle condizioni e dei risultati richiesti dal progetto.
44. Opere in cemento armato e in cemento armato precompresso
Nelle esecuzioni delle opere in cemento armato e in cemento armato precompresso l’appaltatore dovrà attenersi strettamente a tutte le vigenti norme in materia e a quelle che potranno essere suc- cessivamente emanate. Le norme succitate s’intendono pertanto come qui letteralmente trascritte. Tutte le opere in cemento armato e in cemento armato precompresso facenti parte dell’opera ap- paltata saranno eseguite in base ai calcoli di stabilità accompagnati da disegni esecutivi e da una rela- zione, il tutto redatto e firmato da un ingegnere abilitato. L’esame verifica da parte della direzione dei lavori dei progetti delle varie strutture in cemento armato non esonera in alcun modo l’appalta- tore dalle responsabilità a lui derivanti per legge e per le precise pattuizioni del contratto, restando contrattualmente stabilito che esso rimane unico e completo responsabile delle opere per quanto ha rapporto con la loro esecuzione e la qualità dei materiali. Di conseguenza egli dovrà rispondere dei relativi inconvenienti che avessero a verificarsi.
Tale responsabilità non cessa per effetto di revisione o di eventuali modifiche suggerite dalla direzione dei lavori ed accettate dall’appaltatore. I casseri occorrenti per le opere di getto, debbono essere suffi- cientemente robusti da resistere senza deformarsi alla spinta laterale dei calcestruzzi durante la pigia- tura o vibratura.
Quando sia ritenuto necessario, i conglomerati dovranno essere vibrati con adatti mezzi.
Si dovrà mettere particolare cura per evitare la separazione degli elementi componenti del conglo- merato; per questo esso dovrà essere asciutto con la consistenza di terra umida debolmente plasti- ca.
La granulometria dovrà essere studiata anche in relazione alla vibrazione per evitare sia la sedimen- tazione degli inerti in strati di diversa granulometria, sia la formazione di vuoti.
Di mano in mano che una parte di una struttura in cemento armato sarà ultimata, la sua superficie dovrà essere periodicamente innaffiata affinché la presa avvenga in modo uniforme, e, quando accor- ra, anche coperta con sabbia o tela mantenuta umida per proteggere l’opera da variazioni troppo ra- pide di temperatura.
Le riprese dovranno essere, per quanto possibile, evitate.
Il getto sino a sufficiente indurimento è da proteggere da influssi negativi, come bruschi raffredda- menti e riscaldamenti, essiccamenti, forti piogge, acqua corrente, polvere, aggressioni chimiche, scuotimenti ecc. In generale l’umidificazione o la protezione contro l'essiccamento sono da garantire per circa sette e rispettivamente tre giorni a seconda che si tratti di calcestruzzo normale o a presa rapida.
Le superfici dei calcestruzzi dovranno presentare una corretta rifinitura senza protuberanze, plac- che, risalti, avvallamenti, alveolarità e simili. Per tutte le operazioni di regolarizzazione non verrà
pertanto, in nessun caso, riconosciuto un compenso aggiuntivo all'appaltatore.
Per contro, la direzione dei lavori, avuto riguardo alla natura ed entità delle irregolarità e alla rifini- tura prevista, potrà sia operare congrue detrazioni sui prezzi d'elenco, sia disporre, a tutte spese dell'appaltatore, l'adozione di quegli ulteriori provvedimenti che riterrà idonei a garantire il pieno ottenimento delle condizioni e dei risultati richiesti dal progetto.
La granulometria degli inerti dovrà avere le dimensioni massime in funzione della geometria del get- to e del basso volume dei vuoti.
In particolare la massima granulometria dovrà essere non superiore del terzo della dimensione minima del getto.
La maggior parte degli inerti dovrà comunque avere dimensioni minori delle distanze tra le barre di armatura e tra queste e il cassero.
Lo spessore del ricoprimento e l'esatta posizione dell'armatura dovranno essere garantiti da opportuni distanziatori.
Tutti i materiali accessori, compresi distanziatori nonché gli sfridi, si intendono compresi nel prezzo per l'armatura Qualora il calcestruzzo presentasse una resistenza inferiore a quella richiesta, ma co- munque accettata dal direttore dei lavori, il relativo prezzo sarà ridotto a quello della classe di resi- stenza effettiva.
45. Solai
Le coperture degli ambienti saranno eseguite con solai dei tipi previsti nel progetto posto a base del- l'appalto.
Pur tuttavia la direzione lavori ha la facoltà di prescrivere per ogni tipo di solaio un sovraccarico acci- dentale diverso da quello previsto al quale l'appaltatore dovrà adattare il solaio.
Gli oneri e le prescrizioni relativi ai solai in ferro, legno, cemento armato, cemento armato precom- presso e in laterocemento non differiscono da quelli già previsti per le altre opere in ferro, legno, ce- mento armato, cemento armato precompresso.
46. Soffitti
Tutti i soffitti in genere dovranno eseguirsi con cure particolari allo scopo di ottenere superfici esat- tamente orizzontali o sagomate secondo i disegni di progetto, senza ondulazioni od altri difetti ed evitare in modo assoluto la formazione, in tempo più o meno prossimo, di crepe, crinature o distac- chi nell'intonaco. Al manifestarsi di tali difetti la direzione dei lavori avrà facoltà, a suo insindacabile giudizio, di ordinare all'appaltatore il rifacimento, a carico di quest’ultimo, dell’intero soffitto con l’o- nere del ripristino di ogni altra opera già eseguita (stucchi, tinteggiature, ecc.).
La direzione dei lavori potrà prescrivere anche la predisposizione di adatte griglie o sfiatatoi in metal- lo per la ventilazione dei vani racchiusi dai soffitti.
47. Coperture dei tetti
Le coperture dei tetti saranno sostenute dalle strutture portanti previste dal progetto posto a base dell'appalto. Esse saranno eseguite con la massima cura, del tipo previsto nel medesimo progetto. In particolare sia per le coperture con tegole, in laterizio o no, sia in quelle in lastre o in teli di qualsiasi materiale, i filari o i giunti perpendicolari alla gronda saranno in linea ben diritta, mentre parallelamen- te alla gronda le teste delle tegole o i giunti delle lastre formeranno pur essi una linea retta.
Le coperture eseguite con lastre o nastri intimamente uniti in modo da formare un tutto unico, dovran- no essere ben fissati lungo la gronda e chiusi all'aria in modo da evitare l’effetto vela in caso di venti for- ti, anche eccezionali.
Per quanto riguarda le coperture in tegole, piane o curve, laterizie o no, i colmi dovranno essere for- mati con pezzi speciali e già adatti, poste su malta di cemento.
Qualora l'appaltatore non eseguisse le coperture secondo quanto prescritto dalle voci di elenco prezzi o secondo quanto prescritto dalla direzione dei lavori, dovrà demolirle e poi ricostruirle secondo le prescri- zioni suddette.
48. Controsoffitti
Tutti i controsoffitti in genere dovranno eseguirsi con cure particolari allo scopo di ottenere superfici esattamente orizzontali (od anche sagomate secondo le prescritte centine), senza ondulazioni od altri difetti ad evitare in modo assoluto la formazione, in un tempo più o meno prossimo, di fessurazioni o distacchi. Al manifestarsi di tali fessurazioni la Direzione Lavori avrà facoltà, a suo insindacabile giudi-
zio, di ordinare all'appaltatore il rifacimento, a carico di ques'ultimo, dell'intero controsoffitto o di una sua parte con l'onere del ripristino di ogni altra opera già eseguita (stucchi, tinteggiatura, ecc.).
Dalla faccia inferiore di tutti i controsoffitti dovranno sporgere i ganci di ferro appendi lumi.
La Direzione Lavori potrà prescrivere anche la predisposizione di adatte griglie o sfiatatoi in metallo per la ventilazione dei vani racchiusi dai controsoffitti.
I controsoffitti in genere potranno essere costituiti:
a) in lastre di cartongesso poste su struttura in acciaio zincato, fissata direttamente sull’intra- dosso del solaio o sospesa mediante pendinatura rigida di acciaio zincato
Le lastre sono costituite da un nucleo di gesso, ottenuto dalla lavorazione delle rocce naturali di ges- so, contenente additivi in minima percentuale per migliorarne le caratteristiche prestazionali. Il nu- cleo di gesso viene rivestito da entrambi i lati con fogli di speciale cartone, prodotto a partire da car- ta riciclata. Potranno inoltre essere del tipo:
• Impregnate, sottoposte a speciale procedimento per limitare l’assorbimento di umidità
• Di tipo antincendio, in gesso rivestito ad alta densità ed ulteriormente armato con fibre mi- nerali all’interno del nucleo di gesso per migliorarne la tenuta strutturale sotto l’azione del fuoco
• Accoppiate ad isolante di diverso spessore o materiale in funzione di coibentazione. (Classe 1 oppure Classe 0 per le lastre antincendio)
L’orditura metallica sarà realizzata con profili in acciaio zincato spessore mm 0,6 a norma UNI-EN 10142 delle dimensioni di:
o profili perimetrali a “U” mm 16,5/30x28
o profili portanti a “C” mm 15/27x50
isolati dalla muratura con nastro vinilico monoadesivo con funzione di taglio acustico dello spessore di mm 3,5, fissati al solaio tramite un adeguato numero di ganci regolabili
Le lastre di rivestimento, dello spessore di mm 12,5/15/18, saranno avvitate all’orditura metallica con viti autoperforanti fosfatate.
La fornitura in opera sarà comprensiva della stuccatura dei giunti, degli angoli e delle teste delle viti in modo da ottenere una superficie pronta per la finitura. Le modalità per la messa in opera saranno conformi alle prescrizioni del produttore
Il fissaggio dell’orditura, direttamente o mediante sistemi di sospensione (pendini o barre), alla soletta di supporto deve avvenire con idonei sistemi meccanici, di sicura tenuta, scelti in funzione del carico a cui sono sottoposti e del materiale del supporto (in genere c.a., laterizio, acciaio o legno).
I sistemi di sospensione possono essere di tipo diretto (per es. gancio diritto) o indiretto (per es. gancio con molla e pendino)
Nel caso di giunti di dilatazione strutturale sulla soletta, è necessario prevedere il giunto anche nel controsoffitto. È in ogni caso necessario un giunto di dilatazione ogni 12 m di sviluppo del soffitto.
Nel caso di inserimento sulla superficie del soffitto di componenti tecnologici soggetti a dilatazioni termiche (per es. i fari da incasso) è necessario prevedere collegamenti mobili in grado di consentire i movimenti relativi.
Il tipo e numero delle lastre di rivestimento è funzione delle prestazioni del controsoffitto riguardo all’acustica, l’igrometria e l’antincendio. Per le medesime esigenze è possibile inserire nell’intercapedi- ne strati di materiali isolanti, oltrechè impianti tecnici (per es. impianto elettrico).
b) con pannelli di spessore 5/10 o 6/10 di alluminio preverniciato a forno (anche microforate a percentuale o su disegno) che viene montato su un'orditura di sostegno (profilo a triangolo o con profi- li perimetrali a “L” e profili portanti e trasversali a T) di acciaio zincato o preverniciato sospesa al soffit- to esistente mediante pendinatura rigida di acciaio zincato e molla di acciaio armonico, ai fini di un con- trollo millimetrico della planarità ed orizzontalità del controsoffitto. Il sistema di fissaggio potrà essere realizzato in modo che l’orditura di sostegno (realizzata con finitura superficiale e colore come da pro- getto o a scelta della D.L.) resti in vista, seminascosta o nascosta a seconda del tipo di incastro. I diversi profili appositamente prodotti consentono varie soluzioni di finitura perimetrale. Una volta montati, i pannelli possono essere facilmente rimossi, indipendentemente dagli altri; ciò permette un'agevole ispe- zione o accesso all'intercapedine senza dover rimuovere l'intero controsoffitto.
c) Con pannelli in fibra minerale ispezionabile su orditura metallica
L’orditura metallica sarà realizzata in lamiera d’acciaio zincata e verniciata a norma DIN 18168 parte 1 e composta da profili perimetrali a “L” e profili portanti e trasversali a T con ala da 15 mm.
Il profilo portante sarà ancorato al solaio con idonei tasselli, viti, pendini e ganci a molla regolabili, po- sti a distanza non superiore a 1200 mm. Il sistema di fissaggio potrà essere realizzato in modo che l’orditura di sostegno (realizzata con finitura superficiale e colore come da progetto o a scelta della D.L.) resti in vista, seminascosta o nascosta a seconda del tipo di incastro.
Il controsoffitto sarà completato con pannelli di fibra minerale con caratteristiche antibatteriche e fungistatiche, delle dimensioni di 600x 600 mm./600x1200 e spessore minimo mm.15 di colore e fini- tura superficiale secondo progetto o a scelta della D.L., posti in appoggio sulle orditure metalliche e tenute in sede da apposite clips di fissaggio. Le caratteristiche richieste potranno essere: l’assorbi- mento acustico medio, l’isolamento acustico longitudinale, il coefficiente di riflessione luminosa.
Le modalità per la messa in opera saranno conformi alle prescrizioni del produttore.
Le caratteristiche del controsoffitto potranno essere di resistenza REI al fuoco, in tal caso dovranno venir prodotte le adeguate certificazioni sia sul prodotto che sulla posa
d) in doghe d'alluminio preverniciato montate a scatto su traversine in lamiera, sospensioni con pendini rigidi o barra asolata o tondino zincato, finitura perimetrale su profilo di varie sezioni, possi- bilità di coibentazione e alloggiamento apparecchiaure tecniche. Di vari passi e larghezze, scuretti chiusi o aperti, spigoli tondi o vivi, con o senza fuga, colori a tabella e foratura a disegno.
49. Pareti e contropareti in cartongesso
L’orditura metallica verrà realizzata con profili in acciaio zincato spessore mm 0,6 a norma UNI-EN 10142 delle dimensioni di:
• guide a “U” mm 50/75/100x40
• montanti a “C” mm 50/75/100x50
posti ad interasse di mm 600/400/300, e isolata dalle strutture perimetrali con nastro vinilico monoa- desivo con funzione di taglio acustico, dello spessore di mm 3,5. Il profilo a “C” sarà dotato di ali a triple rigature, differenziate per la congiunzione telescopica, anima con doppia scanalatura, complana- re alle lastre, bordi risvoltati e fori con bordi arrotondati per il passaggio dei tubi per gli impianti.
Il rivestimento su entrambi i lati dell’orditura sarà realizzato con uno strato di lastre in gesso rivestito a norma DIN 18180 - UNI 10718, dello spessore di mm 12,5/15/18/20, avvitate all’orditura metallica con viti autoperforanti fosfatate. La fornitura in opera sarà comprensiva della stuccatura dei giunti previa interposizione di garza armata da rete plastificata, degli angoli mediante l’uso di appositi ango- lari in acciaio zincato e delle teste delle viti in modo da ottenere una superficie pronta per la finitura. Le lastre potranno essere del tipo:
• Impregnate, sottoposte a speciale procedimento per limitare l’assorbimento di umidità;
• Di tipo antincendio, in gesso rivestito ad alta densità ed ulteriormente armato con fibre mi- nerali all’interno del nucleo di gesso per migliorarne la tenuta strutturale sotto l’azione del fuoco
• Accoppiate ad isolante di diverso spessore o materiale in funzione di coibentazione. Classe 1 oppure Classe 0 per le lastre antincendio
La resistenza REI dovrà venir certificata sia per i materiali che per la posa.
Le modalità per la messa in opera saranno conformi alle norme UNI 9154 parte I e alle prescrizioni del produttore.
Le pareti potranno essere a singola o multipla orditura e/o rivestimento in funzione delle caratteristi- che meccaniche, antincendio, isolanti, fonoassorbenti richieste alla parete stessa.
Nell’intercapedine delle pareti possono essere inseriti materiali isolanti per conferire migliori caratte- ristiche di isolamento termico/acustico e per la protezione al fuoco. Trovano alloggiamento nelle in- tercapedini anche installazioni impiantistiche elettriche, sanitarie ecc.
È necessario realizzare giunti di dilatazione ogni 15 m di lunghezza di parete e in corrispondenza di giunti strutturali.
Le orditure metalliche si compongono di profili guida a “U”, fissati a pavimento e a soffitto, e di profili montanti a “C”. Prima della posa dei profili guida a “U” a pavimento e a soffitto, occorre applicare il sigillante acustico o il nastro mono/biadesivo di guarnizione isolante sui profili guida. I profili guida an- dranno fissati agli elementi strutturali adiacenti con idonei sistemi; interasse massimo dei fissaggi: 100 cm. Se si prevedono frecce del solaio >1 cm, occorre realizzare giunti scorrevoli a soffitto.
I profili a “C” devono essere più corti dell’altezza del piano di circa 15 mm.
I profili a “C” 50x50 o 75x50 o 100x50 andranno inseriti nelle guide a interasse 600/400/300 mm se- condo i parametri statici e/o di certificazione antincendio, acustica, o di resistenza agli. Dove è previ- sto l’incollaggio di rivestimenti ceramici su rivestimento singolo, l’interasse deve essere comunque ri- dotto a 400 mm.
I profili montanti a “C” possono essere prolungati, per realizzare pareti alte.
Dopo la posa delle orditure metalliche, occorre inserire le reti impiantistiche ed in seguito l’eventua- le materassino di lana isolante tra i montanti (compresso di almeno 1 cm).
Rivestire quindi con le lastre di cartongesso di altezza pari all’altezza del locale e disposte vertical- mente, sollevate di ca. 1 cm dal pavimento ed appoggiate al soffitto (aiutarsi con alzalastre meccanico o sollevatore di lastre a pedale). Non fare mai coincidere i giunti tra le lastre con i montanti della porta. I giunti tra le lastre sulle due facce delle pareti devono essere sfalsati, ovvero non devono ca- dere sugli stessi montanti. Iniziare ad avvitare
le lastre all’orditura dall’alto verso il basso, avendo cura che il rivestimento rimanga perfettamente aderente all’orditura. Nei casi di pareti molto alte dove le lastre non arrivano a tutta altezza, i giunti di testa del 1° e del 2° strato devono essere sfalsati di almeno 400 mm.
La lunghezza delle viti deve superare di almeno 1 cm lo spessore del rivestimento.
Porre prima le viti vicine alla costola dei montanti e controllare che non si pieghino le ali altrimenti le superfici finite non risultano piane. Rispettare, in ogni caso,le distanze massime di avvitamento sulle guide perimetrali e sui montanti, come indicate dal produttore
La stuccatura dei giunti deve essere effettuata tenendo conto del tipo di bordo. Per una migliore resi- stenza delle fughe si consiglia di utilizzare il nastro microforato, dove compatibile; l’utilizzo di nastro in rete offre minori garanzie di durabilità in presenza di dilatazioni. La stuccatura deve essere eseguita in condizioni igrotermiche stabili e con temperature non inferiori a +10C°.
Prima dell’applicazione di una pittura o di un rivestimento occorre trattare le Lastre con una mano isolante di fondo. Da scegliere in base al tipo di pittura/rivestimento previsto.
50. Intonaci
Gli intonachi in genere dovranno essere eseguiti in stagione opportuna, dopo aver rimossa dai giunti delle murature la malta poco aderente, ripulita e abbondantemente bagnata la superficie della parete stessa.
Gli intonachi di qualunque specie siano essi lisci, a superficie rustica, a bugne, per cornici ecc., non dovranno mai presentare peli, crepature, irregolarità negli allineamenti e negli spigoli od altri difetti.
Quelli comunque difettosi o che non presentassero la necessaria aderenza alle murature, dovranno essere demoliti e rifatti a cura e spese dell'appaltatore.
La calce da usarsi negli intonachi dovrà essere estinta da almeno tre mesi per evitare scoppietti, fiori- ture e screpolature, che verificandosi, resterà a carico dell'appaltatore fare tutte le riparazioni occor- renti.
Lo spessore dell’intonaco dovrà essere tale da garantire sempre e comunque la perfetta verticalità della superficie finita, non potranno essere prese in esame richieste di compensi superiori sino ad un massimo di 10 cm di fuori piombo.
Ad opera finita comunque l'intonaco dovrà avere uno spessore non inferiore ai mm. 20.
Gli spigoli sporgenti o rientranti verranno eseguiti ad angolo vivo oppure con opportuno arrotonda- mento, a seconda degli ordini che, in proposito darà la Direzione dei Lavori.
Particolarmente per ciascun tipo d'intonaco si prescrive quanto appresso:
a) INTONACO GREZZO OD ARRICCIATURA - Predisposte le fasce verticali sotto regolo di guida, in numero sufficiente, verrà applicato alle murature un primo strato di malta cementizia, bastarda o di calce, come prescritto (rinzaffo), gettato con forza in modo che possa penetrare nei giunti e riempirli. Dopo che questo strato sarà alquanto asciutto si applicherà su di esso un secondo strato della mede- sima malta che si stenderà con la cazzuola e col frattazzo stuccando ogni fessura e togliendo ogni asprezza, sicché le pareti riescano, per quanto possibile, regolari.
b) INTONACO COMUNE O CIVILE (stabilitura) - Appena l'intonaco grezzo avrà preso consistenza si distenderà su di esso un terzo strato di malta fina che si conguaglierà con le fasce di guida in modo che l'intera superficie risulti piana ed uniforme, senza ondeggiamenti, disposta a perfetto piano verti- cale.
c) INTONACI COLORATI - Per gli intonaci delle facciate esterne potrà essere ordinato che alla ma- lata da adoperarsi sopra l'intonaco grezzo siano mischiati i colori che verranno indicati per ciascuna parte delle facciate stesse, in modo che, dalle opportune combinazioni degli intonachi colorati risalti- no quelle decorazioni che dalla Direzione dei Lavori saranno giudicate convenienti.
d) INTONACO A STUCCO - Sull'intonaco grezzo sarà sovrapposto uno strato spesso almeno mm. 4 di malta per stucchi, che verrà spianata con piccolo regolo e governata con la cazzuola, così da ave- re pareti perfettamente piane, nelle quali non sarà tollerata la minima imperfezione.
Ove lo stucco debba colorirsi, nella malta verranno stemperati i colori prescelti dalla Direzione dei Lavori.
e) INTONACO A STUCCO LUCIDO - Verrò preparato con lo stesso procedimento dello stucco semplice; l'abbozzo però dovrà essere eseguito con più diligenza, di uniforme grossezza e privo affat- to di fenditure.
Spianato lo stucco, prima che esso sia asciutto si bagnerà con acqua in cui sia stato disciolto del sapo- ne di Genova e quindi si comprimerà e si tirerà a lucido con ferri caldi, evitando qualsiasi macchia la quale sarà sempre da attribuire a cattiva esecuzione del lavoro.
Terminata l'operazione si bagnerà lo stucco con la medesima soluzione saponacea, lisciandolo con pannolino.
f) RIVESTIMENTO IN CEMENTO E GRANIGLIA MARTELLINATA - Questo rivestimento sarà for- mato in conglomerato di cemento nel quale sarà sostituito al pietrisco la graniglia di marmo, delle di- mensioni e del colore che saranno indicati. La superficie in vista sarà lavorata a bugna, a fasce, a riqua- dri, ecc., secondo i disegni, quindi martellinata, ad eccezione di quegli spigoli che la Direzione Lavori ordinasse di formare lisci o lavorati a scalpello piatto.
g) INTONACO DI SABBIA E CEMENTO - Verrà eseguito con sabbia e cemento portland tipo 500 nelle percentuali prescritte dalla Direzione dei Lavori. A seconda delle richieste avrà la superficie tira- ta a fino oppure battuta a pennello.
51. Pavimenti
La posa in opera dei pavimenti di qualsiasi tipo e genere dovrà essere perfetta in modo da ottenere piani esatti. Nel collocamento in opera degli elementi saranno scrupolosamente osservate le disposi- zioni che, di volta in volta, saranno impartite dalla Direzione Lavori.
I singoli elementi dovranno combaciare esattamente tra di loro e risultare perfettamente fissati al sottostrato; non dovrà verificarsi nelle connessure dei diversi elementi a contatto la benché minima ineguaglianza.
I pavimenti dovranno essere consegnati diligentemente finiti, lavorati e puliti senza macchie di sorta. Resta comunque contrattualmente stabilito che per un periodo di almeno dieci giorni dopo l'ultima- zione di ciascun pavimento, l'appaltatore avrà l'obbligo di impedire, a mezzo di chiusura provvisoria, l'accesso di qualunque persona nei locali; ciò anche per pavimenti costruiti da altre Imprese.
Ad ogni modo, ove i pavimenti risultassero, in tutto od in parte, danneggiati per il passaggio abusivo di persone e per altre cause, l'appaltatore dovrà a sua cura e spese ricostruire le parti danneggiate.
L'appaltatore ha l'obbligo di presentare alla Direzione dei Lavori i campioni dei pavimenti che saranno adottati.
SOTTOFONDI - Il piano destinato alla posa di un qualsiasi tipo di pavimento dovrà essere opportu- namente spianato mediante un sottofondo in guisa che la superficie di posa risulti regolare e parallela a quella del pavimento da eseguire e dovrò avere uno spessore necessario alla bisogna.
Il sottofondo potrà essere costituito, a seconda che verrà ordinato dalla Direzione Lavori, da un mas- setto di conglomerato cementizio (caldana) o da un gretonato, dello spessore richiesto, che dovrà essere gettato in opera a tempo debito per essere lasciato stagionare per almeno dieci giorni.
Prima della posa in opera del pavimento le lesioni eventualmente manifestatesi nel sottofondo saran- no riempite e stuccate con un beverone di calce o di cemento.
Prodotti per pavimentazione
1. Si definiscono prodotti per pavimentazione quelli utilizzati per realizzare lo strato di rivestimento dell'intero sistema di pavimentazione. Detti prodotti vengono di seguito considerati al momento della fornitura; il Direttore dei Lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche par- ziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle pre- scrizioni di seguito indicate.
2. I prodotti di legno per pavimentazione (tavolette, listoni, mosaico di lamelle, blocchetti, ecc.) devo- no essere della essenza legnosa adatta all'uso e prescritta nel progetto ed avere le seguenti caratteri- stiche:
resistenza meccanica a flessione minima misurata secondo la norma UNI EN 1533; resistenza alla penetrazione minima misurata secondo la normaUNI EN 1534; stabilità dimensionale.. misurata secondo la norma UNI EN 1910;
elasticità e resistenza all’usura per abrasione misurate secondo la norma UNI ENV 13696;
resistenza agli agenti chimici misurata secondo la normaUNI EN 13442.
I prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche, umidità nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa. Nell'imballo un foglio informativo indicherà, oltre al nome del fornitore e contenuto, l’essenza legnosa nonché le caratteristiche di cui sopra.
3. Le piastrelle di ceramica per pavimentazioni devono essere del materiale indicato nel progetto. Le dizioni commerciali e/o tradizionali (cotto, cottoforte, gres, ecc.) devono essere associate a quelle della classificazione di cui alla norma UNI EN87 (Piastrelle di ceramica per rivestimento di pavimenti e pareti. Definizioni, classificazione, caratteristiche e contrassegno), basata sul metodo di formatura e sull'assorbimento d'acqua.
A seconda della classe di appartenenza (secondo UNI EN 87) le piastrelle di ceramica estruse o pres- sate di prima scelta devono rispondere ai seguenti requisiti:
Assorbimento d'acqua, E in %
Gruppo 1 E<=3%
Gruppo 2 3%<E<=6%
Gruppo 3 6%<E<=10%
Gruppo 4 E>10%
I prodotti di seconda scelta, cioè quelli che rispondono parzialmente alle norme predette, saranno accettati in base alla rispondenza ai valori previsti dal progetto, e, in mancanza, in base ad accordi tra Direzione dei Lavori e fornitore.
Per i prodotti definiti «pianelle comuni di argilla», «pianelle pressate ed arrotate di argilla» e «matto- nelle greificate» dal RD n. 2234 del 16 novembre 1939 devono, altresì, essere rispettate le seguenti prescrizioni:
- resistenza all’urto 2 Nm(0,20 kg/m)minimo;
- resistenza alla flessione 2,5 N/mm 2 (25 kg/cm 2 )minimo;
- coefficiente di usura al tribometro 15 mm massimo per 1 km di percorso.
Per le piastrelle colate (ivi comprese tutte le produzioni artigianali) le caratteristiche rilevanti da mi- surare ai fini di una qualificazione del materiale sono le stesse indicate per le piastrelle pressate a sec- co ed estruse (vedi normaUNI EN 87), per cui:
- per quanto attiene ai metodi di prova si rimanda alla normativa UNI EN vigente e già citata;
- per quanto attiene i limiti di accettazione, tenendo in dovuto conto il parametro relativo all'assorbi- mento d'acqua, i valori di accettazione per le piastrelle ottenute mediante colatura saranno concor- dati fra produttore ed acquirente, sulla base dei dati tecnici previsti dal progetto o dichiarati dai pro- duttori ed accettate dalla Direzione dei Lavori.
I prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche, sporca- tura, ecc. nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa ed essere accompagnati da fogli informativi riportanti il nome del fornitore e la rispondenza alle prescrizioni predette.
4. I prodotti di gomma per pavimentazioni sotto forma di piastrelle e rotoli devono rispondere alle prescrizioni date dal progetto e in mancanza e/o a completamento ai seguenti requisiti:
a) essere esenti da difetti visibili (bolle, graffi, macchie, aloni, ecc.) sulle superfici destinate a restare in vista; l’esame dell’aspetto deve avvenire secondo le prescrizioni di cui alla norma UNI 8272-1;
b) avere costanza di colore tra i prodotti della stessa fornitura; in caso di contestazione deve risulta- re entro il contrasto dell'elemento n. 4 della scala dei grigi di cui alla UNI 8272-2; per piastrelle di forniture diverse ed in caso di contestazione vale il contrasto dell'elenco n. 3 della scala dei grigi;
c) sulle dimensioni nominali ed ortogonalità dei bordi sono ammesse le seguenti tolleranze:
- piastrelle: lunghezza e larghezza + 0,3%, spessore + 0,2 mm;
- rotoli: lunghezza e larghezza + 0,3%, spessore + 0,2 mm;
- piastrelle: scostamento dal lato teorico (in mm) non maggiore del prodotto tra dimensione del lato (in mm)e 0,0012;
- rotoli: scostamento del lato teorico non maggiore di 1,5 mm;
d) la durezza deve essere tra 75 e 85 punti di durezza Shore A;
e) la stabilità dimensionale a caldo deve essere non maggiore dello 0,3% per piastrelle e dello 0,4% per i rotoli;
f) la resistenza all’abrasione deve essere non maggiore di 300 mm ;
g) la resistenza allo scivolamento minima misurata secondo le prescrizioni di cui alla normaUNI 8272-11;
h) la classe di reazione al fuoco deve essere la prima secondo il DM del 26 giugno 1984, Allegato A3, punto 1;
i) la resistenza alla bruciatura da sigaretta, intesa come alterazioni di colore prodotte dalla combu- stione, non deve originare contrasto di colore uguale o minore al n. 2 della scala dei grigi di cui alla UNI 8272-2. Non sono ammessi, altresì, affioramenti o rigonfiamenti;
j) Il potere macchiante, inteso come cessione di sostanze che sporcano gli oggetti che vengono a con- tatto con il rivestimento, per i prodotti colorati non deve dare origine ad un contrasto di colore maggiore di quello dell'elemento N3 della scala dei grigi di cui alla UNI 8272-2. Per i prodotti neri il contrasto di colore non deve essere maggiore dell'elemento N2;
l) i prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche ed agenti atmosferici nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa. Il foglio di ac- compagnamento indicherà oltre al nome del fornitore almeno le informazioni di cui ai commida a)adj).
5. I prodotti di vinile, omogenei e non, ed i tipi eventualmente caricati devono rispondere alle pre- scrizioni di cui alla norma UNI 5573 per le piastrelle di vinile. I prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche ed agenti atmosferici nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa. Il foglio di accompagnamento indicherà le caratteristiche di cui alle norme precitate.
6. I prodotti di resina (applicati fluidi od in pasta) per rivestimenti di pavimenti realizzati saranno del tipo realizzato:
– mediante impregnazione semplice (I1);
– a saturazione (I2);
– mediante film con spessori fino a 200 mm(F1) o con spessore superiore (F2);
– con prodotti fluidi cosiddetti auto - livellanti (A);
– con prodotti spatolati (S).
Le caratteristiche segnate come significative nel prospetto seguente devono rispondere alle prescri- zioni del progetto. I valori di accettazione sono quelli dichiarati dal fabbricante ed accettati dal Diret- tore Lavori.
I metodi di accettazione sono quelli contenuti nel comma 1 del presente articolo, facendo riferimen- to alla norma UNI 8298 (varie parti).
I prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche e da agenti atmosferici nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa. Il foglio informa- tivo indicherà, oltre al nome del fornitore, le caratteristiche, le avvertenze per l'uso e per la sicurezza durante l'applicazione.
7. I prodotti di calcestruzzo per pavimentazioni a seconda del tipo di prodotto devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza e/o a completamento alle prescrizioni di seguito ripor- tate:
- “mattonelle di cemento con o senza colorazione e superficie levigata” – “mattonelle di cemento con o senza colorazione con superficie striata o con impronta” – “marmette e mattonelle a mosaico di cemento e di detriti di pietra con superficie levigata” devono rispondere al RD 2234 del 16 no- vembre 1939 per quanto riguarda le caratteristiche di resistenza all'urto, resistenza alla flessione e coefficiente di usura al tribometro ed alle prescrizioni del progetto. L'accettazione deve avvenire se- condo il 1° comma del presente articolo avendo il RD sopracitato quale riferimento.
- “masselli di calcestruzzo per pavimentazioni”: sono definiti e classificati in base alla loro forma, di- mensioni, colore e resistenza caratteristica e devono rispondere oltre che alle prescrizioni del pro- getto a quanto prescritto dalla normaUNI 9065 del1991. I criteri di accettazione sono quelli riportati nel comma1 del presente articolo. I prodotti saranno forniti su appositi pallet opportunamente legati ed eventualmente protetti dall'azione di sostanze sporcanti. Il foglio informativo indicherà, oltre al nome del fornitore, le caratteristiche principali nonché le istruzioni per movimentazione, sicurezza e posa.
I prodotti di pietre naturali o ricostruite per pavimentazionisi intendono definiti come segue:
– “elemento lapideo naturale”: elemento costituito integralmente da materiali lapideo (senza aggiunta di leganti);
– “elemento lapideo ricostituito” (conglomerato): elemento costituito da frammenti lapidei naturali legati con cemento o con resine;
– “elemento lapideo agglomerato ad alta concentrazione di agglomerati”: elemento in cui il volume massimo del legante è minore del 21%, nel caso di lapidei agglomerati con aggregati di dimensione massima fino a 8,0 mm, e minore del 16%, nel caso di lapidei agglomerati con aggregati di dimensione
massima maggiore.
In base alle caratteristiche geometriche i prodotti lapidei si distinguono in:
– lastra rifilata: elemento con le dimensioni fissate in funzione del luogo d'impiego, solitamente con una dimensione maggiore di 60 cme spessore di regola non minore di 2 cm;
– marmetta: elemento con le dimensioni fissate dal produttore ed indipendenti dal luogo di posa, so- litamente con dimensioni minori di 60 cme con spessore di regola minore di 2 cm;
– marmetta calibrata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere lo spessore entro le tolleranze dichiarate;
– marmetta rettificata: elemento lavorato meccanicamente per mantenere la lunghezza e/o larghezza entro le tolleranze dichiarate.
Analogamente i lapidei agglomerati si distinguono in:
– blocco: impasto in cui la conformazione è stata ridotta ad una forma geometrica parallelepipeda, destinata a successivo taglio e segagione in lastre e marmette;
– lastra: elemento ricavato dal taglio o segagione di un blocco oppure impasto, la cui conformazione è stata ridotta ad una forma geometrica parallelepipeda, in cui una dimensione, lo spessore, è note- volmente minore delle altre due ed è delimitato da due facce principali nominalmente parallele;
– marmetta: elemento ricavato dal taglio o segagione di un blocco, di una lastra oppure di un impa- sto, la cui conformazione è stata ridotta ad una forma geometrica parallelepipeda, con lunghezza e larghezza minori o uguali a 60 cm e spessori di regola inferiori a 3 cm;
– marmetta agglomerata in due strati differenti: elemento ricavato da diversi impasti, formato da stra- ti sovrapposti, compatibili e aderenti, di differente composizione;
– pezzo lavorato: pezzo ricavato dal taglio e dalla finitura di una lastra, prodotto in qualsiasi spessore, purché minore di quello del blocco, non necessariamente con i lati paralleli l’uno all’altro.
Per gli altri termini specifici dovuti alle lavorazioni,finiture, ecc., valgono le disposizioni di cui alle nor- me UNI 9379 e UNI 10330 .
I prodotti di cui sopra devono rispondere alle prescrizioni del progetto (dimensioni, tolleranze, aspetto, ecc.) ed a quanto prescritto nell'art. 75 del presente capitolato relativo ai prodotti di pietre naturali o ricostruite.
Le lastre ed i quadrelli di marmo o di altre pietre devono altresì rispondere al RD n. 2234 del 16 no- vembre 1939 per quanto attiene il coefficiente di usura al tribometro in millimetri.
L’accettazione avverrà secondo il 1° commadel presente articolo.
Le forniture avverranno su pallets ed i prodotti saranno opportunamente legati ed eventualmente protetti dall'azione di sostanze sporcanti. Il foglio informativo indicherà almeno le caratteristiche di cui sopra e le istruzioni per la movimentazione, sicurezza e posa.
Per prodotti tessili per pavimenti (moquette) si intendono tutti i rivestimenti nelle loro diverse solu- zioni costruttive e cioè:
– rivestimenti tessili a velluto (comprendenti velluto tagliato, velluto riccio, velluto unilivellato, velluto plurilivello, ecc.);
– rivestimenti tessili piatti (tessuto, non-tessuto).
In caso di dubbio e contestazione si farà riferimento alla classificazione e terminologia della norma UNI 8013-1.
I prodotti in oggetto devono rispondere alle prescrizioni del progetto nonché, in mancanza e/o a completamento, a quanto prescritto dalla norma UNI 8014 relativamente ai seguenti punti:
– massa areica totale e dello strato di utilizzazione (UNI 8014-2/3);
– spessore totale e spessore della parte utile dello strato di utilizzazione (UNI 8014-5/6);
– perdita di spessore dopo applicazione (per brevee lunga durata) di carico statico moderato (UNI 8014-7/8);
– perdita di spessore dopo applicazione di carico dinamico (UNI 8014-9).
In relazione poi all'ambiente di destinazione saranno richieste le seguenti caratteristiche di comporta- mento:
– tendenza all'accumulo di cariche elettrostatiche generate dal calpestio (UNI 8014-12);
– numero di fiocchetti per unità di lunghezza e per unità di area (UNI 8014-13);
– forza di strappo dei fiocchetti (UNI 8014-14);
– resistenza allo sporcamento (UNI 8014-15);
I criteri di accettazione sono quelli precisati nel presente articolo al comma1; i valori saranno quelli dichiarati dal fabbricante ed accettati dal Direttore dei Lavori. Le modalità di prova da seguire in caso di contestazione sono quelle indicate nella norma UNI 8014 (varie parti).
I prodotti saranno forniti protetti da appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche, da agenti atmosferici ed altri agenti degradanti nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa. Il foglio informativo indicherà il nome del produttore, le caratteristiche elencate e le istruzioni per la posa.
10. Le mattonelle di asfalto devono:
a) rispondere alle prescrizioni del RD 16 novembre 1939, n. 2234 per quanto riguarda le caratteristi- che di: resistenza all'urto (4 Nm minimo), resistenza alla flessione ( 3 N/mm 2 minimo) ed il coeffi- ciente di usura al tribometro (15 mm massimo per 1 km di percorso);
b) rispondere alle prescrizioni sui bitumi di cui alle seguente norme:UNI EN 58; UNI 4157, UNI 4163, UNI 4382.
Per i criteri di accettazione si fa riferimento al comma 1. In caso di contestazione si fa riferimento alle norme CNR e UNI applicabili.
I prodotti saranno forniti su appositi pallets ed eventualmente protetti da azioni degradanti dovute ad agenti meccanici, chimici ed altri nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione in genere prima del- la posa. Il foglio informativo indicherà almeno le caratteristiche di cui sopra oltre alle istruzioni per la posa.
11.I prodotti di metallo per pavimentazioni dovranno rispondere alle prescrizioni date nella norma UNI 4630 – 1992 per le lamiere bugnate e nella norma UNI 3151 - 1982 per le lamiere stirate. Le la- miere saranno inoltre esenti da difetti visibili (quali scagliature, bave, crepe, crateri, ecc.) e da difetti di forma (svergolamento, ondulazione, ecc.) che ne pregiudichino l'impiego e/o la messa in opera e dovranno avere l'eventuale rivestimento superficiale prescritto nel progetto.
Esecuzione delle pavimentazioni
1. Si intende per pavimentazione un sistema edilizio avente quale scopo quello di consentire o miglio- rare il transito e la resistenza alle sollecitazioni in determinate condizioni di uso. Esse si intendono convenzionalmente suddivise nelle seguenti categorie:
– pavimentazioni su strato portante;
– pavimentazioni su terreno (se la funzione di strato portante del sistema di pavimentazione è svolta del terreno).
2. Quando non è diversamente descritto negli altri documenti progettuali (o quando questi non sono sufficientemente dettagliati) si intende che ciascuna delle categorie sopra citate sarà composta dai se- guenti strati funzionali:
a) Pavimentazione su strato portante:
- lo strato portante, con la funzione di resistenza alle sollecitazioni meccaniche dovute ai carichi per- manenti o di esercizio;
- lo strato di scorrimento, con la funzione di compensare e rendere compatibili gli eventuali scorri- menti differenziali tra strati contigui;
- lo strato ripartitore, con funzione di trasmettere allo strato portante le sollecitazioni meccaniche impresse dai carichi esterni qualora gli strati costituenti la pavimentazione abbiano comportamenti meccanici sensibilmente differenziati;
- lo strato di collegamento, con funzione di ancorare il rivestimento allo strato ripartitore (o portan- te);
- lo strato di rivestimento con compiti estetici e di resistenza alle sollecitazioni meccaniche, chimiche, ecc.).
A seconda delle condizioni di utilizzo e delle sollecitazioni previste i seguenti strati possono diventare fondamentali:
- strato di impermeabilizzante con funzione di dare alla pavimentazione una prefissata impermeabilità ai liquidi ed ai vapori;
- strato di isolamento termico con funzione di portare la pavimentazione ad un prefissato isolamento termico;
- strato di isolamento acustico con la funzione di portare la pavimentazione ad un prefissato isolamento acustico;
- strato di compensazione con funzione di compensare quote, pendenze, errori di planarità ed even- tualmente di incorporare impianti (questo strato frequentemente ha anche funzione di strato di colle- gamento).
b) Pavimentazione su terreno:
- il terreno (suolo) con funzione di resistere alle sollecitazioni meccaniche trasmesse dalla pavimenta- zione;
- strato impermeabilizzante (o drenante);
- lo strato ripartitore;
- strati di compensazione e/o pendenza;
- il rivestimento.
A seconda delle condizioni di utilizzo e delle sollecitazioni previste possono essere previsti altri strati complementari.
3. Per la pavimentazione su strato portante sarà effettuata la realizzazione degli strati utilizzando i materiali indicati nel progetto, ove non sia specificato in dettaglio nel progetto od a suo complemen- to si rispetteranno le prescrizioni seguenti:
a) Per lo strato portante, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento alle pre- scrizioni già date nel presente capitolato su strutture di calcestruzzo, strutture metalliche, strutture miste acciaio e calcestruzzo, strutture di legno, etc…
b) Per lo strato di scorrimento a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento alle prescrizioni già date per i prodotti quali la sabbia, membrane a base sintetica o bituminosa, fogli di carta o cartone, geotessili o pannelli di fibre, di vetro o roccia. Durante la realizzazione si curerà la continuità dello strato, la corretta sovrapposizione, o realizzazione dei giunti e l'esecuzione dei bordi, risvolti, ecc.
c) Per lo strato ripartitore a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento alle pre- scrizioni già date per i prodotti quali calcestruzzi armati o non, malte cementizie, lastre prefabbricate di calcestruzzo armato o non, lastre o pannelli a base di legno. Durante la realizzazione si curerà ol- tre alla corretta esecuzione dello strato in quanto a continuità e spessore, la realizzazione di giunti e bordi e dei punti di interferenza con elementi verticali o con passaggi di elementi impiantistici in modo da evitare azioni meccaniche localizzate od incompatibilità chimico fisiche. Sarà infine curato che la superficie finale abbia caratteristiche di planarità, rugosità, ecc. adeguate per lo strato successi- vo.
d) Per lo strato di collegamento a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento alle prescrizioni già date per i prodotti quali malte, adesivi organici e/o con base cementizia e nei casi par- ticolari alle prescrizioni del produttore per elementi di fissaggio, meccanici od altro tipo. Durante la realizzazione si curerà la uniforme e corretta distribuzione del prodotto con riferimento agli spessori e/o quantità consigliate dal produttore in modo da evitare eccesso da rifiuto od insufficienza che può provocare scarsa resistenza od adesione. Si verificherà inoltre che la posa avvenga con gli strumenti e nelle condizioni ambientali (temperatura, umidità) e preparazione dei supporti suggeriti dal produtto- re.
e) Per lo strato di rivestimento a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento alle prescrizioni già date nel presente capitolato sui prodotti per pavimentazioni. Durante la fase di posa si curerà la corretta esecuzione degli eventuali motivi ornamentali, la posa degli elementi di completa- mento e/o accessori, la corretta esecuzione dei giunti, delle zone di interferenza (bordi, elementi ver- ticali, ecc.) nonché le caratteristiche di planarità o comunque delle conformazioni superficiali rispetto alle prescrizioni di progetto, nonché le condizioni ambientali di posa ed i tempi di maturazione.
4. Per le pavimentazioni su terreno la realizzazione degli strati sarà effettuata utilizzando i materiali indicati nel progetto, ove la stessa non sia specificata in dettaglio nel progetto o a suo complemento si rispetteranno le prescrizioni seguenti:
a) Per lo strato costituito dal terreno si provvederà alle operazioni di asportazione dei vegetali e del- lo strato contenente le loro radici o comunque ricco di sostanze organiche. Sulla base delle sue ca- ratteristiche di portanza, limite liquido, plasticità, massa volumica, etc... si procederà alle operazioni di costipamento con opportuni mezzi meccanici, alla formazione di eventuale correzione e/o sostituzio- ne (trattamento) dello strato superiore per conferirgli adeguate caratteristiche meccaniche, di com- portamento all'acqua, etc… In caso di dubbio o contestazioni si farà riferimento alla normaUNI 8381 e/o alle normeCNR sulle costruzioni stradali.
b) Per lo strato impermeabilizzante o drenante si farà riferimento alle prescrizioni, già fornite per i materiali quali sabbia, ghiaia, pietrisco, etc…, indicate nella norma UNI 8381 per le massicciate (o alle norme CNR sulle costruzioni stradali) ed alle norme UNI e/o CNR per i tessuti non-tessuti (geotes- sili). Per l'esecuzione dello strato si adotteranno opportuni dosaggi granulometrici di sabbia, ghiaia e pietrisco in modo da conferire allo strato resistenza meccanica, resistenza al gelo, limite di plasticità adeguati. Per gli strati realizzati con geotessili si curerà la continuità dello strato, la sua consistenza e la corretta esecuzione dei bordi e dei punti di incontro con opere di raccolta delle acque, strutture verticali, ecc… In caso di dubbio o contestazione si farà riferimento alla UNI 8381 e/o alle norme CNR sulle costruzioni stradali 2 .
c) Per lo strato ripartitore dei carichi si farà riferimento alle prescrizioni contenute sia per i materiali sia per la loro realizzazione con misti cementati, solette di calcestruzzo, conglomerati bituminosi alle prescrizioni della UNI 8381 e/o alle norme CNR sulle costruzioni stradali. In generale si curerà la corretta esecuzione degli spessori, la continuità degli strati, la realizzazione dei giunti dei bordi e dei punti particolari.
d) Per lo strato di compensazione e/o pendenza valgono le indicazioni fornite per lo strato ripartito- re; è ammesso che lo stesso sia eseguito anche successivamente allo strato ripartitore, purché sia uti- lizzato materiale identico o comunque compatibile e siano evitati fenomeni di incompatibilità fisica o chimica o, comunque, scarsaaderenza dovuta ai tempi di presa, maturazione e/o alle condizioni clima- tiche al momento dell'esecuzione.
e) Per lo strato di rivestimento valgono le indicazioni fornite nell'art. 76 del presente capitolato sui prodotti per pavimentazione (conglomerati bituminosi, massetti calcestruzzo, pietre, ecc...). Durante l'esecuzione si cureranno, a seconda della soluzione costruttiva prescritta dal progetto, le indicazioni fornite dal progetto stesso e, in particolare, la continuità e la regolarità dello strato (planarità, defor- mazioni locali, pendenze, ecc.), l'esecuzione dei bordi e dei punti particolari. Si curerà inoltre l'impie- go di criteri e macchine secondo le istruzioni del produttore del materiale ed il rispetto delle condi- zioni climatiche e di sicurezza e dei tempi di presa e maturazione.
52. Rivestimenti di pareti
I rivestimenti in piastrelle, di qualsiasi genere, dovranno essere eseguiti a perfetta regola d'arte, con il materiale prescelto dalla Direzione Lavori ed uguale ai Campioni che verranno volta a volta adottati. Particolare cura dovrà porsi nella posizione in sito dei rivestimenti, in modo che questi, a lavoro ulti- mato, risultino perfettamente aderenti al retrostante fondo.
Le piastrelle dovranno perfettamente combaciare fra loro e le linee dei giunti, debitamente stuccate con cemento bianco, dovranno risultare a lavoro ultimato perfettamente allineate. I rivestimenti do- vranno essere completati con tutte le gusce di raccordo a pavimenti, spigoli, listelli, cornici, ecc.
A lavoro ultimato i rivestimenti dovranno essere convenientemente lavati e puliti.
53. Marmi, pietre naturali e artificiali - norme generali
Le opere in marmo (pietre naturali od artificiali) dovranno in genere corrispondere esattamente alle forme ed alle dimensioni del progetto ed essere lavorate a seconda delle prescrizioni generali del presente Capitolato o di quelle particolari impartite dalla Direzione Lavori all'atto dell'esecuzione.
Tutti i materiali dovranno avere le caratteristiche, per aspetto esterno (grana, coloritura, venatura) essenziali della specie prescelta, come indicato precedentemente).
Prima di cominciare i lavori l'appaltatore dovrà presentare a sue spese i campioni dei vari marmi o pietre e delle loro lavorazioni sottoporli all'approvazione della Direzione dei Lavori, alla quale spetterà in manie- ra esclusiva di giudicare se essi corrispondono alle prescrizioni. Detti campioni, debitamente contrasse- gnati, resteranno depositati preso la Direzione dei Lavori come mezzo di confronto e di riferimento, Per tutto quanto abbia riferimento con le dimensioni di ogni opera nelle sue parti componenti, la Direzione dei Lavori avrà la facoltà di prescrivere, entro i limiti normali consentiti, le misure dei vari elementi di un'opera qualsiasi (rivestimento, copertura, cornice, pavimento, colonna, ecc.), la formazione la disposizio- ne dei vari conci, lo spessore delle lastre come pure di precisare gli spariti, la posizione, dei giunti, la sud- divisione dei pezzi, l'andamento della venatura, ecc., secondo i particolari disegni costruttivi che potrà for- nire l'appaltatore all'atto dell'esecuzione e questi avrà l'obbligo di uniformarsi a tali norme come ad ogni altra disposizione circa la formazione di modanature, corniciature, gocciolatoi, ecc.
Per tutte le opere infine sarà fatto obbligo all'appaltatore di rilevare e di controllare, a propria cura e spese, la corrispondenza delle varie opere ordinate dalla Direzione dei Lavori con le strutture rusti- che esistenti, segnalando tempestivamente ogni divergenza od ostacolo, restando esso appaltatore, in caso contrario, unico responsabile della perfetta rispondenza dei pezzi all'atto della posa in opera. Avrà pure l'obbligo di apportare alle stesse, in corso di lavoro, tutte quelle modifiche che potrebbero essere richieste dalla Direzione dei Lavori.
Tanto nel caso in cui la fornitura delle opere gli sia affidata direttamente, quanto nel caso in cui gliene venga affidata la sola posa in opera, l' appaltatore dovrà avere la massima cura per evitare durante le varie operazioni di scarico, di trasporto e di collocamento in sito e sino al collaudo, rotture, scheggia- ture, graffi, danni alle lucidature ecc., mediante opportune protezioni, con materiale idoneo, di spigoli, di cornici, di scale, di pavimenti ecc., restando obbligato a riparare a sue spese ogni danno riscontra- to, come a rifondere il valore delle opere danneggiate qualora, a giudizio insindacabile della Direzione Lavori, la riparazione non fosse possibile.
Per ancorare i diversi pezzi di marmo si adopereranno grappe, perni e staffe in ferro zincato o sta- gnato od anche in rame o bronzo, di tipo e dimensioni adatti allo scopo ed agli sforzi che sono desti- nati a sostenere.
Tali ancoraggi si fisseranno saldamente ai marmi ed alle pietre entro apposite incassature di forma adatta, preferibilmente a mazzo di piombo fuso e battuto a mazzuolo, murati nelle murature di sostegno con mal- ta cementizia.
I vuoti che risulteranno tra i rivestimenti in pietra ed in marmo e le retrostanti murature dovranno essere diligentemente riempiti con malta idraulica fina o mezzana, sufficientemente fluida e debita- mente scagliata, accertandosi che non rimangano vuoti di nessuna entità. La stessa malta sarà impiega- ta per l' allettamento delle lastre in piano per pavimenti ecc.
E' vietato l' impiego di malta cementizia tanto per la posa che per il fissaggio provvisorio dei pezzi, come pure per l' allettamento del marmo in genere.
54. Marmi e pietre naturali
a) MARMI - Le opere in marmo dovranno avere quella perfetta lavorazione che è richiesta dall'opera stessa; congiunzioni e piani esatti, senza risalti.
Salvo contraria disposizione i marmi dovranno essere di norma lavorati in tutte le facce viste ed a pelle liscia, arrotati e pomiciati.
I marmi colorati dovranno presentare in tutti i pezzi le precise tinte o venature caratteristiche della specie prescelta.
Potranno essere richiesti, quando la loro venatura si presti, con la superficie vista a spartito geome- trico, a macchia aperta a libro o comunque giocata.
b) PIETRA DA TAGLIO - La pietra da taglio da impiegare nelle costruzioni dovrà presentare la forma e le dimensioni del progetto; essere lavorata a norma delle prescrizioni che verranno impartite dalla Direzione dei lavori, all'atto dell'esecuzione, nei seguenti modi:
1) a grana grossa
2) a grana ordinaria
3) a grana mezza fina
4) a grana fina
Per pietra da taglio a grana grossa si intenderà quella lavorata semplicemente con punta grossa senza fare uso della martellina per lavorare le facce viste, né dello scalpello per ricavarne gli spigoli netti.
Verrà considerata come pietra da taglio a grana ordinaria quella le cui facce viste saranno lavorate con la martellina a denti larghi.
La pietra da taglio s'intenderà lavorata a grana mezza fina ed a grana fina secondo che le facce predet- te saranno lavorate con la martellina a denti mezzani od a denti finissimi.
In tutte le lavorazioni, esclusa quella a grana grossa, le facce esterne di ciascun concio della pietra da taglio dovranno avere gli spigoli vivi e ben cesellati, in modo che le connessure, fra concio e concio, non eccedano la larghezza di mm. 5 per la pietra a grana ordinaria e di mm. 3 per le altre.
Qualunque sia il genere di lavorazione delle facce viste i letti di posa e le facce di combaciamento do- vranno essere ridotte a perfetto piano e lavorate a grana fina. Non saranno tollerate né smussature agli spigoli, né cavità nelle facce, né masticature o rattoppi. La pietra da taglio che presentasse tali di- fetti verrà rifiutata e l'appaltatore sarà in obbligo di darne l'immediata surrogazione, anche se le scheggiature e gli ammanchi si verificassero sia al momento della posa in opera, che dopo, sino al col- laudo.
55. Pietre artificiali
La pietra artificiale, ad imitazione della naturale, sarà costituita da conglomerato cementizio formato con cementi adatti, sabbia silicea, ghiaietto scelto, sottile, lavato, e graniglia della stessa pietra naturale che si intende imitare. Il conglomerato così formato sarà gettato entro apposite casseforme, costi- pandolo poi mediante battitura a mano o mediante pressione meccanica.
Il nucleo sarà dosato con non meno di q.li 3 di cemento (del tipo a 500 Kg.) per ogni mc. di impasto normale e con non meno di q.li 3,5 quando si tratta di elementi sottili (capitelli, targhe e simili). Le superfici in vista, che dovranno essere gettate contemporaneamente al nucleo interno, saranno costi- tuite, per uno spessore non inferiore a cm. 2 impasto più rico formato con cemento bianco, graniglia di marmo, terre colorate e polvere della pietra naturale che si dovrà imitare.
Le stesse superfici saranno lavorate all'utensile, dopo perfetto indurimento, in modo da presentare struttura identica, per l'apparenza della grana, tinta e lavorazione, alla pietra naturale imitata. Inoltre la parte superficiale sarà gettata con dimensioni esuberanti rispetto a quelle definitive, in modo che
queste ultime possano poi ricavarsi asportando materia a mezzo di utensili da scalpellino essendo vie- tate in modo assoluto le stuccature, le tassellature e in generale le aggiunte di materiale.
I getti saranno opportunamente armati con tondini di ferro e lo scema dell'armatura dovrà essere preventivamente approvato dalla Direzione dei lavori.
Per la posa in opera dei getti sopra descritti valgono le stesse prescrizioni indicate per i marmi in ge- nere.
La dosatura e la stagionatura degli elementi di pietra artificiale dovranno essere tali che il conglome- rato soddisfi alle seguenti condizioni:
1° - inalterabilità agli agenti atmosferici;
2° - resistenza alla rottura per schiacciamento superiore a Kg. 300 per cmq. dopo ventotto giorni;
3° - le sostanze coloranti adoperate nella miscela non dovranno agire chimicamente sui cementi sia con azione immediata che lenta o differita; non conterranno quindi acidi, anilina, gesso; non daranno aumento di volume durante la presa, né successiva fioritura e saranno resistenti alla luce.
La pietra artificiale da gettare sul posto come paramento di ossature grezze, sarà formata da rinzaffo ed arricciata in malta cementizia, con successivo strato di malta di cemento, con colori e graniglia del- la stessa pietra naturale da imitare.
Quando tale debba essere sagomato per formazioni di cornici, oltre che a soddisfare a tutti i requisiti sopra indicati, dovrà essere confezionato ed armato nel modo più idoneo per raggiungere la perfetta sua adesione alle murature sottostanti che saranno state in precedenza debitamente preparate, rese nette e lavate abbondantemente, dopo profonde incisioni dei giunti con apposito ferro.
Le facce viste saranno poi ottenute in modo perfettamente identico a quello della pietra preparata fuori d'opera, nel senso che saranno ugualmente ricavate dallo strato esterno a granigli mediante i soli utensili di scalpellino o di marmista, vietandosi in modo assoluto ogni opera di stuccatura, riporto ecc.
56. Opere da carpentiere
Tutti i legnami, da impiegarsi in opere stabilite da carpentiere (grossa armatura di tetto, travatura per solai, impalcati, ecc..), dovranno essere lavorati con la massima cura e precisione secondo ogni buona regola d'arte ed in conformità alle prescrizioni date dalla Direzione dei lavori.
Tutte le giunzioni dei legnami dovranno avere la forma e le dimensioni prescritte, essere nette e pre- cise in modo da ottenere un esatto combaciamento dei pezzi che saranno uniti.
Non sarà tollerato taglio in falso, né zeppe o cunei, né qualsiasi altro mezzo di guarnitura o di ripiego. Le diverse parti componenti un'opera in legname dovranno essere fra loro collegate solidamente in tutti i punti di contatto mediante caviglie, chiodi, squadre, staffe di ferro, chiavarde, fasciature di reg- gia od altro, in conformità alle prescrizioni che saranno date.
Dovendosi impiegare chiodi per collegamenti di legnami è espressamente vietato farne l'applicazione senza apparecchiarne prima il conveniente foro col succhiello.
legnami prima della loro posizione in opera e prima dell'esecuzione della spalmatura di carbolineum o della coloritura, se ordinata, si dovranno congiungere in prova nei cantieri, per essere esaminati ed accettati provvisoriamente dalla Direzione dei lavori.
Tutte le parti dei legnami che rimarranno incassate nella muratura dovranno, prima della posa opera, essere convenientemente spalmate di carbolineum e tenute, almeno lateralmente o posteriomente, isolate, in modo da permettere la permanenza di uno strato d'aria possibilmente ricambiabile.
57. Opere da bandaio in genere
I lavori di lamiera in ferro nera, zincata, ghisa, zinco, rame, piombo, ottone, alluminio od altri metalli, dovranno essere delle dimensioni e forme richieste, lavorate a regola d'arte, a perfetta finitura, con la maggiore precisione.
Detti lavori dati in opera completi di ogni accessorio necessario al loro perfetto funzionamento, come raccordi d'attacco coperchi, viti di spurgo in ottene od in bronzo pezzi speciali e sostegni di ogni genere (braccetti, grappe, ecc..). Saranno inoltre verniciati o con uno strato di catrame liquido e di minio di piombo ed olio di lino cotto od anche con due strati di vernice comune, a seconda delle prescrizioni della Direzione dei lavori.
Le giunzioni dei pezzi saranno fatte mediante chiodature, ribattiture o saldature secondo come pre- scritte dalla Direzione dei lavori ed in conformità dei campioni che dovranno essere presentati per l'approvazione.
58. Tubazioni
La direzione dei lavori per poter accertare la buona qualità del materiale impiegato nella fabbricazio- ne di qualunque genere di tubo, l'esattezza della sua lavorazione o il perfetto funzionamento degli ap- parecchi di manovra, avrà piena facoltà, ogni qual volta lo ritenga necessario, di far eseguire a spese e cura dell'impresa tutte le prove prescritte dalle norme vigenti per ogni singolo materiale su provini ricavati da quello che dovrà essere impiegato. Qualora tutte le prove abbiano avuto esito soddisfa- cente, il materiale da impiegarsi s’intenderà accettato. Nel caso però che una prova non soddisfaces- se, ne dovranno essere eseguite sul rispettivo materiale due nuove per la riprova; ma se anche una sola di loro dovesse dare risultato negativo, il materiale verrà definitivamente rifiutato.
Saranno in ogni caso rifiutati tutti quei materiali che presentassero lesioni, rotture ed anche trasuda- menti oltre i limiti di tolleranza consentiti per ciascuna specie di tubi.
Le dimensioni di ciascun pezzo non dovranno risultare in nessun caso diverse da quelle stabilite. Sa- ranno comunque rifiutati tutti quei pezzi che presentassero difetti superiori alle tolleranze stabilite. Qualsiasi tubo, prima di essere posto in opera, dovrà essere accuratamente pulito all’interno da eventuali materie che per qualunque causa si fossero depositate.
Ogni tratto di condotta interrata dovrà essere disposta in modo che l’asse della tubazione unisca con uniforme pendenza i diversi punti che verranno fissati con appositi picchetti in modo da corri- spondere esattamente all'andamento planimetrico ed altimetrico stabilito dal progetto approvato, salvo le varianti che potrebbero essere introdotte dalla direzione lavori all’atto dell’esecuzione.
La direzione dei lavori si riserva inoltre la facoltà di prescrivere tutte quelle opere che si rendessero necessarie nel corso dei lavori per impedire frane, scivolamenti ed inconvenienti del genere.
Ferma restando la piena e completa responsabilità dell'appaltatore per la buona riuscita di tutte le opere appaltate, essa dovrà adottare tutte le necessarie cautele per evitare danni alla stabilità della condotta, sia durante la costruzione della medesima, sia durante e dopo le prescritte prove sino al collaudo.
Resta comunque stabilito che qualora, a causa di false manovre o perché l’appaltatore abbia mancato di adottare le cautele necessarie, si verificassero danni alle condutture o agli apparecchi di manovre, questi, qualunque ne possa essere l’entità, saranno ad esclusivo carico dell'appaltatore.
I condotti monolitici in calcestruzzo gettati in opera dovranno essere costruiti mantenendo il piano di fondazione costantemente asciutto. Il piano di fondazione dovrà essere sistemato in conformità alle prescritte livellette e su di lui si farà luogo al getto del sottofondo.
Nel collocamento in opera dei tubi in ferro o in ghisa si avrà cura di non danneggiare il rivestimento protettivo, nonché la fasciatura dei giunti.
Prima della posa in opera, si dovrà verificare che i tubi di qualsiasi materiale non mostrino danneggia- menti. Calandoli nella fossa, si dovrà procedere con la cura necessaria a non danneggiare il condotto già realizzato o il letto di posa predisposto.
Non si procederà al rinterro se prima non sarà controllata la corretta posizione di una canalizzazio- ne prima dell'esecuzione delle relative prove di impermeabilità o di pressione. Allorché il lavoro do- vesse essere interrotto, l’ultimo tubo verrà chiuso con un tappo rigido.
Eseguita la posa, si provvederà al rinfianco e ricoprimento della tubazione, assicurandosi che il mate- riale aderisca perfettamente alla superficie del condotto, senza lasciare vuoti, comunque evitando che la tubazione stessa subisca spostamenti durante l'operazione. Al rinterro dovrà procedersi solo a rinfianco ultimato.
Per verificare l'impermeabilità di un tratto di canalizzazione, il cui funzionamento sia previsto a pelo libero, prima di dare inizio alla prova, essa dovrà essere saturata l’acqua. A tale scopo, quando i tubi siano in conglomerato cementizio, la canalizzazione sarà riempita d’acqua 24 ore prima della prova, mentre, se in gres, dovrà essere sottoposto anche alla pressione di 0,5 atm. 1 ora prima della prova. Per qualunque tipo di tubo, la prova avrà una durata di 15 minuti, con una pressione di 0,5 atm. mi- surando la quantità d'acqua aggiunta in questo periodo.
I quantitativi massimi di acque che possono essere perduti non devono superare quelli riportati nella tabella sottoesposta.
Se durante la prova si saranno individuati punti permeabili, essa sarà interrotta, per dar luogo ai ne- cessari interventi riparatori. Quando le tubazioni non metalliche possono venire a funzionare in pressione, anche per breve tempo dovranno essere sottoposte ad una pressione di prova eguale a 2 volte la pressione di esercizio.
In tal caso, nel tempo di 15 minuti predetto le perdite non dovranno superare il doppio di quelle ri- portate nella tabella sottoesposta. In quanto alle tubazioni metalliche, dovranno essere sottoposte ad
una pressione di prova pari a 2 volte la pressione di esercizio fino a che quest'ultima sia prevista di li- vello inferiore a 2 atmosfere, e ad una pressione pari a quella di esercizio incrementata di 2 atmosfe- re negli altri casi. Le tubazioni metalliche sotto prova non dovranno denunciare alcuna perdita di contenuto in un periodo non inferiore a 6 ore. E' in ogni modo ammessa una caduta di pressione fino al 5% della pressione di prova.
Se nel corso delle prove sulle tubazioni in pressione dovessero verificarsi perdite di pressione supe- riori al 5 % o altri inconvenienti, anche senza giungere a rotture o a deformazioni permanenti, la prova sarà interrotta per dar luogo ai necessari interventi riparatori.
Tutte le prove sopraindicate saranno sempre eseguite in contraddittorio fra la direzione dei lavori e l’appaltatore. Di ogni prova sarà esteso apposito verbale da cui dovranno risultare tutte le operazio- ni eseguite e il loro esito.
Solo se quest’ultimo sarà positivo e quindi la tubazione accettata alla direzione dei lavori, si potranno eseguire le opere di rinterro e completamento.
TUBAZIONI IN GENERE - Le tubazioni in genere, del tipo e dimensioni prescritte, dovranno avere le caratteristiche precedentemente segnate e seguire il minimo percorso compatibile col buon funzio- namento di esse e con le necessità dell'estetica; dovranno evitare per quanto possibile, gomiti, bru- schi risvolti, giunti e cambiamenti di sezione. Saranno collocate in modo da non ingombrare e da es- sere facilmente ispezionabili, specie in corrispondenza a giunti, sifoni, ecc.. Inoltre quelle di scarico dovranno permettere il rapido e completo smaltimento delle materie, senza dar luogo ad ostruzioni, formazione di depositi ed altri inconvenienti.
Le condutture interrate all'esterno dell'edificio dovranno trovarsi ad una profondità di circa m. 1 sot- to il piano stradale; quelle orizzontali, nell'interno dell'edificio, dovranno correre per quanto possibi- le, lungo le pareti, ad una distanza di almeno cm. 5 da muri o dal fondo delle incassature (evitando di situarle sotto i pavimenti e nei soffitti), disponendole entro apposite incassature praticate nelle mura- ture, di ampiezza sufficiente per eseguire le giunzioni ecc., fissandole con adatti sostegni. Le tubazioni verticali (colonne) correranno pure lungo le pareti restandone sempre alquanto discoste, salvo altra prescrizione della Direzione dei lavori.
Quando le tubazioni possono venire a funzionare in pressione, anche per breve tempo, dovranno es- sere sottoposte ad una pressione di prova uguale da 1,5 a 2 volte quella dell'esercizio.
Tanto le tubazioni a pressione che quelle a pelo libero dovranno essere provate, prima della loro messa in funzione, a cura e spese dell'appaltatore. Nel caso si manifestassero delle perdite, anche di lieve entità, dovranno essere riparate e rese stagne a tutte spese dell'appaltatore.
Così pure sarà a carico dell'appaltatore la riparazione di qualsiasi perdita o di altro difetto che si ma- nifestasse nelle varie tubazioni (pluviali, grondaie, ecc.) anche dopo la loro entrata in esercizio e sino al momento del collaudo, compresa ogni opera di ripristino.
FISSAGGIO DELLE TUBAZIONI - Tutte le condutture non interrate dovranno essere fissate e so- stenute con convenienti staffe, cravatte mensole, grappe o simili, in numero tale da garantire il loro perfetto ancoraggio alle strutture di sostegno. Tali sostegni, eseguiti di norma in ferro od in ghisa malleabile, dovranno essere in due pezzi, snodati a cerniera o con fissaggio a vite, in modo da per- mettere la rapida rimozione del tubo; essere posti a distanze non superiori a m. 1 e coloriti con uno strato di minio di piombo.
Le condutture interrate poggeranno, a seconda delle disposizioni della Direzione dei Lavori, su basa- menti isolati in muratura di mattoni, o su letto costituito da un massetto di conglomerati cementizio, di gretonato ecc., che dovrà avere forma tale da seguire perfettamente la circonferenza esterna del tubo per almeno 60°; in ogni caso detti sostegni dovranno avere disposizione stabilita.
Nel caso in cui i tubi poggino su sostegni isolati il rinterro dovrà essere curato in modo particolare. TUBI IN GHISA - Le giunzioni nei tubi di ghisa saranno eseguite con corda di canapa catramata, con piombo colato o calafatato.
TUBI IN LAMIERA DI FERRO - Saranno eseguiti con lamiera di peso non inferiore a Kg. 4,5 mq. con l'unione "ad aggraffatura" lungo la generatrice e montati con giunzioni a libera dilatazione (sovrapposi- zione di cm. 5).
TUBI IN CEMENTO - Le giunzioni saranno eseguite distendendo sull'orlo del tubo in opera della pa- sta di cemento puro, innestando quindi il tubo successivo e sigillando poi tutto all'ingiro con malta di cemento, in modo da formare un anello di guarnizione.
CANALI DI GRONDA - Saranno normalmente in lamiera di ferro zincata oppure in rame; dovranno essere posti in opera con le esatte pendenze necessarie al perfetto scolo dell'acqua, a seconda degli ordini della Direzione dei lavori.
Quelli in lamiera zincata verranno sagomati tondi od a gola con riccio esterno, od a sezione quadra o rettangolare secondo le prescrizioni della Direzione dei lavori e forniti in opera con le occorrenti unioni o risvolti per eseguire la linea di gronda, i pezzi speciali di imboccatura ecc..., e con robuste ci- cogne in ferro per sostegno, modellate secondo quanto sarà disposto e murate o fissate all'armatura della copertura a distanze non maggiori di m. 1. Le giunzioni dovranno essere chiodate con ribattini di rame e saldate con saldatura di stagno a perfetta tenuta; tanto i canali quanto i ferri di sostegno dovranno essere verniciati con uno strato di minio di piombo ed olio di lino cotto eventualmente con ancora uno strato successivo di colore pure e base di olio di lino cotto, secondo le disposizioni della Direzione dei lavori.
59. Opere in ferro
Nelle opere in ferro questo deve essere lavorato diligentemente con maestria, con regolarità e con precisione di dimensioni, secondo i disegni che fornirà la Direzione dei lavori, con particolare atten- zione nelle saldature e nelle bolliture. I fori saranno tutti eseguiti con trapano, le chiodature, le ribat- titure ecc..., dovranno essere perfette, senza sbavature, i tagli ben limati.
Ogni pezzo od opera completa in metallo dovrà essere fornita a piè d'opera già trattata con vernice anticorrosione.
Saranno rigorosamente rifiutati tutti quei pezzi che presentano il più leggero indizio di imperfezione. Per ogni opera in ferro, a richiesta della Direzione dei lavori, l'appaltatore avrà l'obbligo di presentare il relativo modello alla preventiva approvazione.
L'appaltatore sarà in ogni caso obbligato a controllare gli ordinativi ed a rilevare sul posto le misure esatte delle diverse opere in ferro, essendo responsabile degli inconvenienti che potessero verificarsi per l'omissio- ne di tale controllo.
Serramenti per finestre di ferro potranno essere richiesti sia con profilati comuni che speciali.
Gli apparecchi di chiusura e di manovra in genere dovranno risultare bene equilibrati e non richie- denti eccessivi sforzi per il loro funzionamento.
La ferramenta di sostegno dovrà essere proporzionata alla robustezza del serramento stesso. Nono- stante le scelte operate alla direzione dei lavori sui campioni o sui modelli nonché l’accettazione dei singoli elementi prima della loro posa in opera, l'appaltatore sarà responsabile di ogni disfunzione dei serramenti dovuta a carenze progettuali o esecutive. Egli dovrà quindi porvi rimedio anche se ciò comporterà non solo la modificazione del serramento, ma anche la sua sostituzione.
In particolare si prescrivere:
a) INFERRIATE, RINGHIERE, CANCELLI, ecc. - Saranno costruiti a perfetta regola d'arte secondo i tipi che verranno indicati all'atto esecutivo.
Dovranno presentare tutti i regoli ben diritti, spianati in perfetta composizione. I tagli delle connessu- re per i ferri incrociati mezzo a mezzo, dovranno essere della massima precisione ed esattezza; il vuoto di uno dovrà esattamente corrispondere al pieno dell'altro, senza la minima ineguaglianza o di- scontinuità.
Le inferriate con regoli intrecciati ad occhio non presenteranno, nei buchi formati a fuoco, nessuna fessura che si prolunghi oltre il buco necessario. In ogni caso l'intreccio dei ferri dovrà essere diritto ed in parte dovrà essere munito di occhi, in modo da non poter mai essere in nessun caso sfilato.
I telai saranno fissati ai ferri di orditura e saranno poi muniti di forti grappe e di arpioni ben chiodati ai regoli del telaio, in numero, dimensioni e posizioni che verranno indicate.
CARPENTERIA METALLICA
Nell’impiego di carpenteria metallica limitata a parti di edifici per travature per solai, coperture, ossa- ture, rampe e ripiani scale, pensiline, balconi e simili, in opera imbullonata o saldata, sono compresi i profilati di qualsiasi tipo, sezione e dimensione, piastre, squadre, tiranti, bulloni, fori, fissaggi; mano di antiruggine; i trasporti ed i sollevamenti; le opere di sostegno e protezione, mentre sono esclusi one- ri per demolizioni e ripristini di opere murarie.
60. Pavimentazioni superficiali - rivestimenti in emulsione bituminosa
Prima di iniziare i lavori della pavimentazione propriamente detta, sarà necessario preparare il piano di posa con demolizione e scarifiche delle parti eccedenti le quote di progetto.
In queste operazioni l'appaltatore dovrà tenere conto che potranno essere reimpiegati solo quei ma- teriali di risulta che, dopo opportuna selezione o manipolazione, saranno giudicati idonei dalla dire- zione dei lavori. I materiali in eccedenza al fabbisogno saranno allontanati a cura e spese dell'appalta- tore.
Eseguite le operazioni di demolizione o scarifica, l'appaltatore provvederà a sagomare il piano di posa regolarizzando e distribuendo il materiale di apporto fresco ed eventualmente quello ricuperato dalla scarifica secondo le pendenze longitudinali e trasversali previste dal progetto o indicate dalla direzio- ne dei lavori.
Le operazioni di scarifica, riselezione e sopratutto ricarica con materiale fresco non dovranno essere eseguite durante il periodo di gelo, pioggia o neve.
I materiali di ricarica, avranno un contenuto di acqua il più possibile vicino all'umidità ottima di costi- pamento determinata con le prove di laboratorio.
A costipamento ultimato la superficie del piano di posa dovrà presentare una struttura uniforme e stabile, priva di parti sciolte con andamento, sagoma e pendenza conformi al progetto o alle prescri- zioni della direzione dei lavori. La planarità della superficie sarà verificata con un regolo della lunghez- za di ml. 4,00 la cui faccia dovrà aderire completamente al piano senza lasciare fessurazioni superiori a 1 cm. A costipamento avvenuto, la capacità portante del terreno, misurata sulla superficie costipata tramite una piastra di 30 cm di diametro, sarà tale da essere espressa da un modulo di deformazione maggiore o uguale a 800 kg/cm2.
Fra gli oneri a carico dell'appaltatore per gli interventi sopraindicati vanno posti quelli per la forma- zione di accessi, incroci, raccordi altimetrici e planimetrici, allargamenti di corsia o sagome particola- ri. Vanno inoltre compresi fra questi oneri anche quelli dovuti alla presenza di aree destinate a inter- ferire e raccordarsi successivamente alla pavimentazione, come rotaie, bocchette d’ispezione, chiusi- ni, griglie, giunti ecc., nonché quelli dovuti alla presenza di traffico a senso alternato sulla corsia pro- spiciente compresi i mezzi di segnalazione o all'esecuzione dei lavori a tempi alternati al traffico, su corsia unica.
Durante la preparazione del conglomerato bituminoso per eseguire la pavimentazione propriamente detta, si terrà conto che il bitume impiegato nella miscela dovrà essere scaldato alla giusta temperatu- ra onde consentire l'uniforme distribuzione in tutto l'impasto, e possedere una viscosità compresa fra 75 e 150 sec. Saybold Furol.
In ogni caso il bitume non dovrà mai essere immagazzinato ad una temperatura superiore a 175° C e non dovrà essere scaldato oltre tale temperatura nel corso delle operazioni cui è sottoposto nell'im- pianto. Sarà necessario poi verificare che prima del mescolamento la differenza di temperatura fra ag- gregati e bitume non superi 15° C.
Tutti gli aggregati dovranno quindi possedere la temperatura desiderata e un tenore di umidità in nessun caso superiore a l %.
Se la composizione dei conglomerati prevede anche l’impiego di "lattici di gomma”, sarà necessario aumentare la temperatura degli aggregati, rispetto a quella suindicata, di almeno 10°, considerando la percentuale di gomma aggiunta e la distanza dell'impianto dal luogo di stesura. Il conglomerato dovrà comunque giungere alla finitrice con una viscosità analoga a quella prevista per i normali conglomera- ti.
In qualsiasi caso, anche per gli aggregati, la temperatura degli inerti al momento dell’introduzione nel mescolatore non dovrà mai superare 175° C.
Nel confezionare i conglomerati con bitumi liquidi si osserveranno speciali prescrizioni per gli aggregati che, essiccati in precedenza a 100° - 110° C, saranno inviati al mescolatore a temperatura non superio- re ai 60° - 70°C.
La direzione dei lavori si riserva inoltre la facoltà di imporre il parallelo impiego di un attivante d'ade- sività.
Allo scopo di permettere il controllo delle temperature sopra indicate, gli impianti di miscelazione saranno dotati di termometri installati all’uscita dell'essiccatore e nelle tramogge di raccolta a caldo per gli aggregati ed alle termocisterne e nei condotti di adduzione per il legante L’attivazione dei bitumi mediante l’impiego di dopes sarà eseguita o durante il rifornimento della cisterna di deposito, travasando contemporaneamente e nelle rispettive proporzioni il bitume e l’attivante, o attraverso attrezzature che prevedono l'aggiunta dei do- pes direttamente al momento dell'impiego.
Il conglomerato deve arrivare sul luogo di stesa alla temperatura indicata dalla direzione dei lavori, comunque di poco inferiore a quella controllata durante il mescolamento. Il trasporto e lo scarico del conglomerato saranno effettuati in modo da evitare di modificarne la qualità. Confezione e trasporto del conglomerato saranno inoltre organizzati in modo da consentire la posa ed il costipamento inte-
ramente alla luce del giorno, a meno che non esista un impianto d’illuminazione artificiale giudicato soddisfacente dalla direzione dei lavori.
Non si procederà alle operazioni di stesa dell'impasto quando le condizioni meteorologiche siano tali da non garantire la perfetta riuscita del lavoro, quando il piano di posa si presenti sporco e/o bagnato e quan- do la temperatura ambiente sia inferiore a + 5° C. Il conglomerato sarà steso mediante finitrice meccani- ca. Nei casi in cui l'impiego della medesima si riveli impossibile o limitato, la direzione dei lavori potrà au- torizzare o ordinare la stesa a mano. Prima della stesa l'appaltatore provvederà in ogni caso ad eseguire un'accurata pulizia del piano di posa allontanando la polvere, le erbe ed ogni materiale sciolto senza pre- giudicare la struttura o il profilo del piano stesso. Se il piano di posa è costituito da un precedente strato di pavimentazione in conglomerato bituminoso, la superficie interessata sarà trattata con una mano d’e- mulsione bituminosa atta a facilitare l'ancoraggio del nuovo strato.
Per evitare eccessi e trasudamenti, tale mano sarà comunque limitata all'effettiva necessità imposta dalle condizioni del manto preesistente e oscillerà fra 250 e 300 gr./mq senza mai superare i 500 gr. Eseguita l'operazione di stesa della miscela, si provvederà immediatamente al suo costipamento mediante rullatura. E' indispensabile che l'operazione di costipamento avvenga quando la miscela è ancora calda, ossia a tem- peratura non inferiore a 110° C.
A costipamento ultimato la superficie della pavimentazione dovrà presentare una struttura uniforme e stabile, con andamento, sagoma e pendenze conformi al progetto.
Se non altrimenti disposto nelle singole voci di elenco dei prezzi unitari, la composizione granulome- trica a secco delle miscele di inerti da usarsi per i conglomerati bítuminosi destinati alle pavimentazio- ni stradali, sarà conforme ad uno dei quattro tipi di cui si allegano le curve caratteristiche. Per ognuna di esse dovrà essere prescritta la dose di legante bituminoso o asfaltico, se non dalla corrispondente voce dell'elenco dei prezzi unitari, dalla direzione dei lavori, anche, ma non solo, in seguito a prove di laboratorio.
La miscela secca degli aggregati dovrà essere composta in modo da rientrare interamente nei limiti prescritti per la relativa classe al conglomerato della sua curva granulometríca.
Il contenuto di bitume della miscela fornita dovrà oscillare entro i limiti compresi fra +/- 0,5 % del contenuto predetto. Comunque sarà fondamentale che i conglomerati e le malte bituminose rispetti- no i seguenti limiti attinenti alle prove Marshall, condotte alla temperatura di 60° C, secondo la nor- ma ASTM D.1559, con costipamento di 50/colpi/faccia.
Strato di | base | collegamento | usura |
rapporto dì rigidità kg/mm | 250 | 300 | 350 |
numero vuoti dei provini minore di % | 8 | 6 | 4 |
Gli spessori dei singoli strati dovranno essere conformi a quelli prescritti. All'insufficienza riscontrata in uno strato inferiore si potrà sopperire con il maggior spessore dello strato immediatamente sovrastante purché il medesimo sia costituito da miscela più pregiata. Non è ammesso il riscontro inverso, ossia minore spesso- re dello strato sovrastante compensato da maggior spessore dello strato inferiore. Si ammette invece una diminuzione dovuta ad usura per il solo strato a contatto con l'azione del traffico, che al momento del col- laudo non dovrà superare il 10 % dello spessore di progetto. Se lo strato portante dovesse rimanere tempo- raneamente a contatto con il traffico, non à ammessa la somme delle due usure. Le superfici finite dei singoli strati dovranno rispettare le quote previste ed essere esenti da ondulazioni o avvallamenti. La planarità della superficie del manto d'usura o altro strato a diretto contatto con l'azione del traffico, sarà verificata con un regolo della lunghezza di ml. 4,00, la cui faccia dovrà aderire completamente alla pavimentazione senza lascia- re fessurazioni o scostamenti superiori a 5 mm. I cigli estremi della pavimentazione o le delimitazioni destina- te a restare in vista, saranno fresate o tagliate quando non si presenteranno a spigolo vivo e quando usciran- no dall'allineamento previsto di 20 mm su 4,00 ml di lunghezza. Per una corretta verifica dei materiali, della miscela allo stato sciolto e della miscela costipata, la direzione lavori provvederà a fare eseguire i seguenti prelievi e controlli su:
Miscela allo stato sciolto: un campione ogni 300 m3 oppure 500 t di fornitura, da prelevare all'impian- to o davanti alla coclea della finitrice per le verifiche della composizione quantitativa e dei parametri Marshall.
Miscela costipata: una carota o tassello dello strato in opera da prelevare ogni 7500 m2 per il control- lo dell'addensamento (% dei vuoti), la verifica degli spessori e la composizione quantitativa.
Verifica della temperatura: all'impianto e durante la posa in opera.
a) TAPPETO BITUMINOSO DELLO SPESSORE RESO DI 2.5 CM. - Per l'esecuzione del tappeto bi- tuminoso si prepara a parte il conglomerato mescolando un mc. di pietrischetto calcare sciolto da 3 a 5 mm. con 100 Kg. di emulsione bituminosa e lo si stende quindi sullo strato a penetrazione in uno spessore sciolto di circa 4 cm. che verrà cilindrato con rullo da 8 - 10 tonn.
Dopo la cilindratura e con opportuna aggiunta d'impasto per rettificare la deficienza di sagomatura si procede ad un leggero spargimento di sabbia granita dolce d'Isonzo per otturare i minimi vani rimasti nel conglomerato ed alla sigillatura della superficie con spalmatura di emulsione bituminosa (1 Kg./mq.) cui seguirà uno spargimento di sabbia granita dolce di Isonzo formate uno strato di mm. 5 di spessore.
b) PICCHIETTATURA DI VECCHI MANTI BITUMINATI - La picchiettatura da farsi, dove venga or- dinato dalla Direzione Lavori, sarà eseguita con la punta del piccone a formazione di una punteggiatu- ra incavata a buche profonde da 1/2 a 1 cm., distanti tra loro non più di 5 cm.
c) SPALMATURE D'ATTACCO - La spalmatura d'attacco sarà preceduta dalla perfetta pulitura della strada, del piazzale o del marciapiedi, con energica scopatura, seguita dal lavaggio a pressione. Soltan- to dopo un completo asciugamento si procederà alla spalmatura uniforme di attacco con 1 Kg. di emulsione bituminosa per mq. da stendersi in due volte.
d) RIPARAZIONE DELLE PAVIMENTAZIONI BITUMINOSE - A seconda della profondità delle bu- che, delle abrasioni e dei deterioramenti esistenti nella pavimentazione bituminosa, si provvederà come segue:
Tutte le buche e le forti abrasioni saranno trasformate in figure limitate da margini tagliati a dente, atte ad ancorare l'impasto del rappezzo e dovranno essere ripulite da ogni detrito o polvere fino al vivo del pietrisco, sua con scopa, con soffiatrice o con getto di acqua a pressione.
Soltanto dopo un completo asciugamento si procederà alla spalmatura di attacco con emulsione, evi- tando il formarsi dell'emulsione in eccesso nelle piccole depressioni dell'abrasione; fino alla profondità di 3 cm. dell'avvallamento da rappezzare si userà l'impasto del tappeto bituminoso con graniglia da 3 a 5 mm.; per profondità superiori si adotteranno impasti di pietrischetto medio duro da 10 a 20 mm. e 3 - 5 mm. o di dimensioni maggiori quale sottostrato al tappeto bituminoso del rappezzo.
Tutti i rappezzi a tappeto saranno cosparsi di sabbia dolce per riempirne i vani e poi spalmati con 1 Kg. di emulsione bituminosa per mq. (spalmatura di sigillatura).
Per abrasioni di profondità fino a 5 mm. si userà il metodo delle doppie e triple spalmature, intercala- te da spargimento di graniglia parzialmente bituminata.
e) DETTAGLI DELLA LAVORAZIONE - Il mescolamento meccanico è da preferirsi a quello a mano in quanto produce un impasto uniforme e costante anche per le proporzioni granulometriche che as- sieme al bitume debbono dare un conglomerato compatto, privo di vuoti.
Sarà posta ogni cura per impedire che vengano mescolate le miscele con terra o elementi estranei. La stesa in opera e la cilindratura saranno eseguite secondo i metodi normali e con gli appositi attrezzi e rulli di uno spessore unico dello strato in modo da evitare ogni irregolarità o disuguaglianza del man- to.
Tutti i bordi ed i margini comunque limitanti la pavimentazione ed i suoi singoli strati come i giunti in cor- rispondenza alle riprese di lavoro, ai cordoni laterali, alle bocchette dei servizi sotterranei dovranno, pri- ma di addossarvi il manto, essere spalmatati con uno strato di emulsione allo scopo di assicurare la perfet- ta adesione delle parti.
Inoltre le giunzioni stesse dovranno essere particolarmente curate e battute con appositi pestelli a base rettangolare. Al termine della cilindratura per il consolidamento dello strato di usura si spargerà su tutta la superficie della pavimentazione un leggero strato di sabbia seguita da una spalmatura di sigillatura con un Kg. di emulsione per mq.
Ad opera finita la pavimentazione dovrà presentarsi con una superficie ed una sagoma perfettamente regolare ed uniforme e non dovranno in alcun modo apparire le giunture tra le diverse tratte del pa- vimento.
La massima cura dovrà essere posta nell'esecuzione dello strato di collegamento e quello di usura, per evitare formazioni di ondulazioni del manto.
La formazione delle ondulazioni stesse costituisce ragione sufficiente per richiedere la riparazione ed il rifacimento anche totale delle opere a giudizio esclusivo ed inappellabile della Direzione dei Lavori.
f) SPALMATURA SUPERFICIALE DI MANUTENZIONE (1 Kg. di emulsione per mq.) - Saranno ese- guite con emulsione bituminosa due spalmature: la prima a mezzo di spazzolone, la seconda con spruzzatrice secondo le disposizioni che saranno impartite dalla Direzione dei Lavori. Prima della spalmatura la superficie stradale sarà lavata e ripulita con getto d'acqua a pressione, in modo che sia
escluso ogni residuo di polvere tra gli interstizi degli elementi formanti il conglomerato bituminoso della pavimentazione esistente.
Avvenuto il perfetto asciugamento della strada, si procederà alla spalmatura con emulsione di tutta la superficie in modo uniforme. Seguirà lo spargimento di pietrischetto duro, dosato da 3 a 5 cm. dello spessore sciolto di 1 cm., oppure sarà effettuato lo spargimento di sabbia granita dolce d'Isonzo in uno strato dello spessore di 5 cm. a seconda delle prescrizioni date dalla Direzione dei Lavori.
Il pietrisco residuo delle spalmature va spazzato ed asportato dopo qualche giorno (secondo gli ordi- ni della Direzione dei lavori a spese dell'appaltatore.
I quantitativi di emulsione per ogni spalmatura saranno di 1 chilogrammo di emulsione bituminosa per metro quadrato da applicarsi con due o più spalmature successive.
La quantità di emulsione sparsa sarà controllata con la capacità dei recipienti distributori dell'emulsione e l'a- rea spalmata.
g) MISURAZIONE DELLA PAVIMENTAZIONE - Ai fini delle liquidazione verrà in ogni caso misurata la sola superficie effettivamente pavimentata, escludendosi pertanto qualsiasi elemento non facente parte del rivestimento stesso , come chiusini, bocchette d'ispezione ecc.., anche se l'esistenza di detti elementi abbia procurato all'appaltatore maggiori oneri nella posa in opera.
61. Opere da pittore - verniciatore
Qualunque tinteggiatura, coloritura o verniciatura dovrà essere preceduta da una conveniente ed ac- curatissima preparazione delle superfici, e precisamente da raschiature, scrostature, stuccature, even- tuali riprese di spigoli e tutto quanto occorre per uguagliare le superfici medesime.
Quando trattasi di coloritura o di verniciatura le superfici dovranno essere perfettamente levigate con carta vetrata, nuovamente stuccate, indi pomiciate e lisciate, previa imprimitura, con le modalità ed i sistemi migliori atti ad assicurare la perfetta riuscita del lavoro.
Speciale riguardo dovrà aversi per le superfici da rivestire con vernici.
Per le opere in legno la stuccatura e l’imprimitura dovranno essere eseguite con mastici adatti; la levi- gatura e la rasatura delle superfici dovranno risultare perfette.
Per le opere metalliche la preparazione delle superfici sarà preceduta dalla raschiatura delle parti os- sidate.
Le tinteggiature, le coloriture e le verniciature dovranno, se richieste, essere eseguite anche con colori diversi su una stessa parte, complete di filettature, di zoccoli e di quant'altro occorre alla perfetta ese- cuzione dei lavori.
La scelta dei colori spetterà al criterio insindacabile della Direzione Lavori e non sarà ammessa alcuna distinzione tra colori ordinari e colori fini, dovendosi in ogni caso fornire i materiali più fini e delle mi- gliori qualità.
I vari strati di coloritura ad olio e di verniciature dovranno essere di tonalità diversa, in modo che sia possibile, in qualunque momento, controllare il numero degli strati che sono stati applicati.
In caso di contestazione, qualora l'appaltatore non sia in grado di dare la precisa dimostrazione circa il numero degli strati applicati, la decisione sarà a sfavore dell'appaltatore stesso.
L'appaltatore avrà inoltre l'obbligo di eseguire, nei luoghi e con le modalità che gli saranno prescritte, i campioni dei vari lavori di rifinitura, sia per la scelta delle tinte, che per il genere d'esecuzione e li ri - peterà, eventualmente, con le varianti richieste, sino ad ottenere l'approvazione della Direzione Lavo- ri, prima di poi mano all'opera stessa. Dovrà infine adottare ogni precauzione e mezzo necessario ad evitare spruzzi o macchie di tinte o di vernici sulle opere eseguite (pavimenti, rivestimenti, ecc..) re- stando a suo carico ogni lavoro necessario a riparare i danni eventualmente arrecati.
Ad opera finita le tinteggiature e le coloriture non dovranno presentare alcuna macchia, né perdere il colore con lo strofinamento. Sarà pertanto a carico dell'appaltatore anche il fissaggio finale con mate- riali adatti.
Nel caso si tratti di manutenzione, prima di iniziare i lavori nei vari locali, l'appaltatore dovrà avvisare tempestivamente la Direzione dei Lavori affinché questa provveda, a cura dell'Amministrazione appal- tante, allo sgombero parziale o totale delle suppellettili.
Qualora, a giudizio della Direzione Lavori, alcune di queste dovessero rimanere nell'ambiente, l'appal- tatore avrà l'obbligo di proteggerlo, senza che per questo maggior onere possa accampare ulteriori compensi. Inoltre l'appaltatore, ove la Direzione dei Lavori non prescriva in modo specifico i provve- dimenti da adottare, dovrà di propria iniziativa, a seconda dei lavori e a proprie spese, proteggere sia le suppellettili che le altre strutture e finimenti. Eventuali danni saranno a suo carico.
Ad opera finita sarà obbligo dell'appaltatore di eseguire accuratamente la pulizia degli ambienti: vetri, serramenti e pavimenti.
62. Opere da vetraio
Le lastre di vetro saranno di norma chiare, del tipo indicato dalla Direzione dei Lavori.
Per quanto riguarda la posa in opera le lastre di vetro verranno normalmente assicurate negli appositi incavi dei vari serramenti con mastice da vetraio.
Il collocamento in opera delle lastre di vetro, cristallo ecc., potrà essere richiesto a qualunque altezza ed in qualsiasi posizione; dovrà essere completato da una perfetta ripulitura delle due facce delle la- stre stesse, che dovranno risultare perfettamente lucide e trasparenti.
L' appaltatore ha l' onere di controllare gli ordinativi dei vari tipi di vetri passatigli dalla Direzione dei Lavori, rilevandone le esatte misure ed i quantitativi e segnalando le eventuali discordanze, restando a suo completo carico gli inconvenienti di qualsiasi genere che potessero derivare dalla omissione di tale tempestivo controllo.
Ogni rottura di vetri o di cristalli, avvenuta prima della presa in consegna da parte della Direzione, sarà a carico dell'appaltatore.
63. Opere da serramentista SERRAMENTI IN LEGNO
I serramenti in legno e tutte le strutture in legno generalmente classificate, in dipendenza della loro
lavorazione, come opere da falegname, saranno eseguiti, sagomati e muniti degli accessori necessari secondo i disegni di dettaglio, i campioni e le indicazioni che darà la direzione dei lavori. Il legname dovrà essere perfettamente lavorato e piallato e risultare, dopo ciò, dello spessore richiesto, inten- dendosi che le dimensioni dei disegni e gli spessori sono fissati a lavoro ultimato, né saranno tollerate eccezioni a tale riguardo,
dovendo l'appaltatore provvedere legname di spessore superiore a quello richiesto per il lavoro fini- to.
Le unioni dei ritti con traversi saranno eseguite con le migliori regole d'arte.
Tutti gli accessori, ferri ed apparecchi di chiusura, di sostegno, di manovra, ecc., dovranno essere, prima della loro applicazione, accettati dalla direzione dei lavori. La loro applicazione alle varie opere dovrà essere fatta a perfetto incastro.
Per ogni serratura di porta dovranno essere consegnate tre chiavi.
A tutti i serramenti ed altre opere in legno, prima del loro collocamento in opera e previa accurata pulitura, verrà applicata una prima mano di una sostanza impregnante, accuratamente spalmata in modo che il legname ne resti bene impregnato.
Resta stabilito che quando l'ordinazione riguarda la fornitura di piú tipi di serramento, appena avuti i particolari per la costruzione di ciascun tipo, l'appaltatore dovrà tosto allestirne il campione, deposi- tato presso la direzione dei lavori che dovrà approvarlo entro 20 giorni. Detti campioni verranno posti in opera per ultimi, quando tutti gli altri serramenti saranno stati presentati ed accettati.
Ciascun lavoro in legno, prima dell'applicazione della prima mano d’olio di lino cotto, dovrà essere sottoposto all'esame ed all’accettazione provvisoria della direzione dei lavori, la quale rifiuterà, senza eccezione, tutti quelli che fossero stati verniciati o coloriti senza tale prima vista ed accettazione.
L’accettazione dei serramenti e delle altre opere in legno non definitiva se non al momento della po- sizione in opera, e se malgrado ciò, i lavori andassero poi soggetti a fenditure e screpolature, incur- vamenti e dissesti di qualsiasi specie, prima che l’opera sia definitivamente collaudata, l'appaltatore sarà obbligato a rimediarvi, cambiando a sue spese i materiali e le opere difettose.
L'appaltatore sarà in ogni caso obbligato a controllare gli ordinativi ed a rilevare sul posto le misure esatte delle diverse opere di ferro, essendo esso responsabile degli inconvenienti che potessero ve- rificarsi per l’omissione di tale controllo.
SERRAMENTI IN ALLUMINIO A TAGLIO TERMICO MATERIALI E FINITURA SUPERFICIALE
- Generalità
Per la realizzazione dei telai dei serramenti si richiede l’impiego di profili estrusi in alluminio confor- mi alla norma UNI EN 573-3, a taglio termico con sistema di tenuta a giunto aperto
Dai traversi inferiori dei serramenti dovrà essere consentito lo scarico verso l’esterno dell’acqua me- teorica evitando riflussi verso l’interno.Inoltre dovranno essere presenti di fori di drenaggio in nume- ro e dimensioni sufficienti a garantire l’eliminazione di eventuali condense ed infiltrazioni d’acqua dalle sedi dei vetri verso l’esterno.
I serramenti dovranno essere completi di coprifili interni ed eventuali raccordi a davanzale esterno ed interno.
- Caratteristiche dei materiali e delle finiture superficiali
La finitura avrà caratteristiche visive superficiali (uniformità d'aspetto, tonalità della colorazione, ecc.) approvate dal Committente e/o dalla Direzione Lavori a mezzo di due campioni corrispondenti ai li- miti di tolleranza delle caratteristiche stesse. Minimi scostamenti nel lotto di fornitura saranno consi- derati accettabili.
I manufatti dovranno essere esenti da difetti visibili (graffi,rigonfiamenti, colature, ondulazioni ed altre imperfezioni) visibili ad occhio nudo alle distanze non inferiori a 5 metri per applicazioni esterne e 3 metri per applicazioni interne.
Saranno preferiti prodotti con finiture superficiali a marchio di qualità.
Le finiture superficiali dei telai metallici non devono subire corrosioni o alterazioni di aspetto per un periodo di tempo adeguato alla vita del manufatto. Pertanto devono essere adottati tutti gli accorgi- menti atti ad evitare il contatto degli elementi metallici con sostanze o materiali che possano instau- rare fenomeni corrosivi.
- La verniciatura deve possedere le proprietà previste dalla norma UNI 9983.
Lo spessore del film di vernice deve essere idoneo al tipo di prodotto verniciante scelto (liquido, in polvere) e alla tecnologia di applicazione (in continuo su nastro, a spruzzo) in accordo con quanto previsto dalla norma UNI 3952 .
Per questo tipo di finitura superficiale può essere anche specificata la classe di brillantezza tra quelle definite dalla norma UNI 3952.
- Vetrazioni
I serramenti devono essere dotati di vetrazioni di tipo piano e stratificato e/o temperato rispondente alla norma UNI 7143. Avranno spessore, valore di trasmittanza termica (W/m2K), valore di fattore solare, valore di trasmissione luminosa come da prescrizioni di progetto e in accordo con la D.L. Tali parametri dovranno essere certificati in laboratorio. I valori di trasmissione luminosa e di fattore so- lare saranno definiti in accordo con la norma UNI EN 410 .
Nel caso di impiego di vetrocamera saranno preferiti prodotti a MARCHIO DI QUALITà UNI.
Lo spessore del tamponamento vetrato (vetro singolo o vetrocamera) dovrà essere calcolato in ac- cordo con la norma UNI 7143 Vetri piani. Spessore dei vetri piani per vetrazioni in funzione delle loro dimensioni, dell'azione del vento e del carico neve utilizzando il carico di vento o di neve di pro- getto calcolato con la metodologia indicata dalla Circolare 4 luglio 1996 n° 156AA.GG.STC Istruzioni per l'applicazione delle norme tecniche relative ai "criteri generali per la verifica di sicurezza delle co- struzioni e dei carichi e sovraccarichi" di cui al decreto ministeriale del 16 gennaio 1996.
Valori di trasmittanza termica delle principali tipologie di vetri sono riportati nella norma UNI EN ISO 10077-1
DATI DI PROGETTO E CRITERI DI CALCOLO
- Ambientali
I serramenti dovranno essere preferibilmente a MARCHIO DI QUALITà UNI PER I SERRAMENTI METALLICI ESTERNI
La scelta delle classi di prestazione sarà in funzione del carico di vento di progetto calcolato con la metodologia indicata dalla Circolare 4 luglio 1996 n° 156AA.GG.STC Istruzioni per l'applicazione del- le norme tecniche relative ai "criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi" di cui al decreto ministeriale del 16 gennaio 1996.
In accordo con quanto previsto dal regolamento del marchio UNI per serramenti metallici le presta- zioni devono essere certificate mediante prove di laboratorio secondo le metodologie di prova delle norme UNI EN 1026 ,UNI EN 1027 e UNI EN 12211.
L'inflessione dei telai fissi dovrà essere determinata mediante calcolo o test di prova (UNI EN 12211 ) e i risultati dovranno essere classificati in accordo con quanto previsto dalla norma UNI EN 12210.
- Isolamento acustico
Il serramento in alluminio dovrà avere un potere fonoisolante secondo il parametro riferito alla cate- goria F della tabella A D.P.C.M. 05/12/1997.
- Sicurezza d'uso
Al fine di non causare danni fisici o lesioni agli utenti i serramenti devono essere concepiti in modo che non vi siano parti taglienti e superfici abrasive che possano ferire gli utenti nelle normali condizio- ni di utilizzo e di sollecitazione o anche gli addetti delle operazioni di manutenzione.
Devono inoltre resistere a false manovre ma possibili senza rottura di parti vetrate, fuoriuscita di materiali dalla loro sede, rottura di organi di manovra e di bloccaggio o altri danneggiamenti che infi- cino il funzionamento o provochino il decadimento delle prestazioni inizialmente possedute. A tale scopo si richiede pertanto che i serramenti abbiano superato in laboratorio le prove previste dalla norma UNI EN 107
- Manutenibilità
Il Contraente dovrà specificare nelle istruzioni di manutenzione quali sono i principali componenti soggetti ad usura del suo prodotto, la tipologia degli interventi di pulizia e manutenzione necessari e la loro frequenza. Componenti come i sigillanti, i vetricamera che possono essere danneggiati dall'uso o dall'invecchiamento dovranno essere progettati in modo da essere prontamente sostituiti/riparati.
SERRAMENTI A TAGLIO TERMICO
Struttura
I serramenti saranno costruiti con l'impiego di profilati in lega di alluminio. Tutti i profili, sia di telaio che di anta, dovranno essere realizzati secondo il principio delle 3 camere, costituiti cioè da profili in- terni ed esterni tubolari e dalla zona di isolamento, per garantire una buona resistenza meccanica e giunzioni a 45° e 90° stabili e ben allineate. Le pareti in vista, interne ed esterne, dei profili avranno spessore nominale di 2 mm con una tolleranza di ± 0,2 mm.
Isolamento termico
Il collegamento tra la parte interna e quella esterna dei profili sarà realizzato in modo continuo e de- finitivo mediante listelli di materiale sintetico termicamente isolante garantendo un valore di trasmit- tanza compreso nel gruppo prestazionale 2.1 secondo DIN 4108 (2,0 < Ur <= 2,8 W/mq°K). I listelli isolanti dovranno essere dotati di due inserti in alluminio, posizionati in corrispondenza della zona di accoppiamento, per aumentare la resistenza allo scorrimento del giunto. I listelli isolanti dovranno avere una larghezza minima di 17,5 mm per i profili delle porte e 27,5 mm per i telai fissi e le ante fi- nestre.
Drenaggio e ventilazione
Su tutti i telai, fissi e apribili, verranno eseguite le lavorazioni atte a garantire il drenaggio dell'acqua attorno ai vetri e la rapida compensazione dell'umidità' dell'aria nella camera di contenimento delle la- stre.
I profili dovranno avere i listelli perfettamente complanari con le pareti trasversali dei semiprofili in- terni per evitare il ristagno dell'eventuale acqua di infiltrazione o condensazione. I semiprofili esterni avranno invece le pareti trasversali posizionate più basse per facilitare il drenaggio verso l'esterno (te- lai fissi) o nella camera del giunto aperto (telai apribili). Il drenaggio e la ventilazione dell'anta non do- vranno essere eseguiti attraverso la zona di isolamento ma attraverso il tubolare esterno. Le asole di drenaggio dei telai saranno protette esternamente con apposite conchiglie, che nel caso di zone par- ticolarmente ventose, in corrispondenza di specchiature fisse, saranno dotate di membrana.
Accessori
Le giunzioni a 45° e 90° saranno effettuate per mezzo di apposite squadrette e cavallotti, in lega di al- luminio dotate di canaline per una corretta distribuzione della colla. L'incollaggio verrà così effettuato dopo aver assemblato i telai consentendo la corretta distribuzione della colla su tutta la giunzione e dove altro necessario. Saranno inoltre previsti elementi di allineamento e supporto alla sigillatura in acciaio inox da montare dopo l'assiemaggio delle giunzioni. Nel caso di giunzioni con cavallotto, do- vranno essere previsti particolari di tenuta realizzati in schiuma di gomma espansa da usare per la te- nuta in corrispondenza dei listelli isolanti. Le giunzioni sia angolari che a T dovranno prevedere per entrambi i tubolari, interno ed esterno, squadrette o cavallotti montati con spine, viti o per deforma-
zione. I particolari soggetti a logorio verranno montati e bloccati per contrasto onde consentire rapi- damente un’eventuale regolazione o sostituzione anche da personale non specializzato e senza lavo- razioni meccaniche. I sistemi di movimentazione e chiusura, originali del sistema, dovranno essere scelti in base alle dimensioni e al peso dell'anta.
Accessori di movimentazione
Sormonto - Apertura a vasistas con scrochetto La chiusura degli apribili a vasistas verrà realizzata uti- lizzando cerniere e scrocchetti in conformità a quanto previsto dalle tabelle di dimensionamento del produttore del sistema in funzione del peso, delle dimensioni dell'anta e della spinta del vento. I brac- ci limitatori di apertura saranno metallici e sganciabili per consentire la pulizia dei tamponamenti dal- l'interno.
Sormonto - Apertura ad anta ribalta con maniglia cremonese Le apparecchiature saranno dotate della sicurezza contro l’errata manovra posta nell’angolo superiore dal lato maniglia lontano da possibili eventuali manomissioni, allo scopo di evitare lo scardinamento dell’anta. I compassi in acciaio inossidabi- le saranno collegati rigidamente alla cerniera superiore e saranno inoltre dotati di sicurezza contro la chiusura accidentale. Gli stessi saranno fissati sull’anta a mezzo di due punzoni filettati, che foreranno la parete tubolare del profilo. Le parti in movimento dell’apparecchiatura saranno datate di mollette in ny- lon antivibrazione. Eventuali chiusure supplementari dovranno essere scelte in conformità a quanto pre- visto dalle tabelle di dimensionamento del produttore del sistema in funzione del peso delle dimensioni e della spinta del vento. La maniglia sarà del tipo a cremonese.
Guarnizioni e sigillanti
Tutte le giunzioni tra i profili saranno incollate e sigillate con colla per metalli poliuretanica a 2 com- ponenti . Le guarnizioni cingivetro saranno in elastomero e compenseranno le sensibili differenze di spessore, inevitabili nelle lastre di vetrocamera e/o stratificate, garantendo, contemporaneamente, una corretta pressione di lavoro perimetrale. La guarnizione cingivetro esterna dovrà distanziare il tamponamento di 3 o 4 mm dal telaio metallico. La guarnizione complementare di tenuta, anch'essa in elastomero , adotterà il principio dinamico della precamera di turbolenza di grande dimensione (a giunto aperto). dovrà essere inserita in una sede ricavata sul listello isolante in modo da garantire un accoppiamento ottimale ed avere la battuta su un'aletta dell'anta facente parte del listello isolante per la protezione totale dei semiprofili interni. La continuità perimetrale della guarnizione sarà assicurata mediante l'impiego di angoli vulcanizzati i quali, forniti di apposita spallatura, faciliteranno l'incollaggio della guarnizione stessa. In alternativa potranno essere previsti telai vulcanizzati. Anche nelle porte le guarnizioni di battuta saranno in elastomero e formeranno una doppia barriera nel caso di ante com- planari, tripla invece nel caso di ante a sormonto.
Vetraggio
I profili di fermavetro garantiranno un inserimento minimo del vetro di almeno 14 mm. I profili di fer- mavetro saranno inseriti mediante bloccaggi in plastica agganciati al fermavetro stesso, l'aggancio sarà così di assoluta sicurezza affinché, a seguito di aperture o per la spinta del vento il fermavetro non ceda elasticamente. I bloccaggi dovranno inoltre compensare le tolleranze dimensionali e gli spessori aggiunti, nel caso della verniciatura, per garantire un corretto aggancio in qualsiasi situazione. I ferma- vetri dovranno essere sagomati in modo tale da supportare a tutta altezza la guarnizione cingivetro interna per consentire una pressione ottimale sulla lastra di vetro. Il dente di aggancio della guarnizio- ne sarà più arretrato rispetto al filo esterno del fermavetro in modo da ridurre la sezione in vista del- la guarnizione riducendo l'effetto cornice. Gli appoggi del vetro dovranno essere agganciati a scatto sui profili, avere una lunghezza di 100 mm. ed essere realizzati in modo da non impedire il corretto drenaggio e ventilazione della sede del vetro.
- Fabbricazione e montaggio
La fabbricazione ed il montaggio saranno eseguiti in stretto accordo con i disegni esecutivi approvati dal committente, con le specifiche e con le tavole di lavorazione.
I manufatti lavorati dovranno essere protetti sia durante il trasporto, sia durante il periodo di imma- gazzinamento (in officina e in cantiere), sia dopo la posa in opera, fino alla consegna dei locali.
La protezione dovrà essere efficace contro gli agenti atmosferici ed altri agenti aggressivi (in particolare la calce).
Tutte le macchie che si formeranno sulla superficie esterna e su quella interna dei serramenti durante il loro montaggio saranno prontamente eliminate a cura del fornitore dei manufatti, anche se provo- cate da altre ditte, salvo rivalsa.
Il fornitore dei serramenti dovrà dare precise indicazioni sui prodotti da utilizzare per la pulizia dei manufatti.
- Ispezioni, prove e collaudo finale
Durante il corso dei lavori il committente si riserverà di accertare, tramite ispezioni, che la fornitura dei materiali costituenti i manufatti corrisponda alle prescrizioni e che la posa avvenga secondo le mi- gliori regole dell'arte in modo da poter intervenire tempestivamente qualora non fossero rispettate le condizioni imposte.
In fase di progetto esecutivo l'appaltatore dovrà fornire i certificati di prova dei manufatti rilasciati da laboratori, ufficialmente riconosciuti, a livello europeo, riguardanti:
- prova di permeabilità all'aria;
- prova di tenuta all'acqua;
- prova di resistenza al vento.
Nel corso e/o al termine della fornitura il committente si riserverà di sottoporre alcune tipologie, alle prove sopra citate, da eseguirsi in cantiere o in un laboratorio scelto di comune accordo tra le parti. Qualora, con la metodologia di cui sopra, una prova non fosse soddisfatta, si procederà ad un nuovo campionamento e nel caso si riscontrasse nuovamente una prova non soddisfatta,il committente po- trà dichiarare la non idoneità dell'intera fornitura fino alle precedenti prove di laboratorio superate con esito positivo.
Per quanto riguarda le finiture superficiali, potranno essere eseguiti dei controlli in conformità alle normative specifiche.
L'onere delle prove sarà a carico della parte soccombente.
Il collaudo finale sarà eseguito, al termine della fornitura, dal committente, dal fornitore dei manufatti con l'assistenza del servizio tecnico del produttore del sistema impiegato.
I serramenti saranno sottoposti ad esame visivo per valutarne l'integrità', la pulizia e la corrisponden- za con i disegni di progetto.
1 IMPIANTI ELETTRICI
NORME, PRESCRIZIONI E RACCOMANDAZIONI
Sezione I.1
Sezione I.2 1.1 PRESCRIZIONI TECNICHE
I lavori di cui al presente Capitolo verranno condotti con l'osservanza scrupolosa di tutti gli obblighi di legge ad essi applicabili.
Le forniture ed installazioni previste saranno eseguite a perfetta regola d'arte e risponde- ranno in particolare, ma non esclusivamente, oltre che comunque alle descrizioni dell’elenco de- scrittivo delle voci ed alle indicazioni del presente Capitolato, alle disposizioni e norme di segui- to riportate (come integrate da successive modifiche e/o integrazioni), cui si farà riferimento in sede di accettazione dei materiali e delle apparecchiature, nella fase di verifiche preliminari degli impianti ed in sede di collaudo finale.
Gli impianti dovranno essere realizzati a regola d'arte, come prescritto dal Decreto del ministero dello sviluppo economico 22 gennaio 2008, n. 37 - Regolamento concernente l'attua- zione dell'articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edi- fici - (G.U. n. 61 del 12 marzo 2008)
Per le definizioni relative agli elementi costitutivi e funzionali degli impianti elettrici valgo- no quelle stabilite dalle vigenti norme C.E.I.
Definizioni particolari, ove ritenuto necessario ed utile, sono espresse, in corrisponden- za dei vari impianti, nei rispettivi articoli successivi.
Le caratteristiche degli impianti stessi, nonchè dei loro componenti, dovranno corri- spondere alle norme di legge e di regolamento vigenti ed in particolare essere conformi a:
− NORME:
Norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) ed UNI EN applicabili tra le quali si spe- cificano in particolare e non in maniera esaustiva:
1. Norme CEI 0-3 “Guida per la compilazione della dichiarazione di conformità e successivi allegati”.
2. Norme CEI 0-10 “Guida alla manutenzione degli impianti elettrici”
3. Norme CEI del CT3 - Documentazione e Segni Grafici. Tutti i fascicoli in vigore in quanto applicabili.
4. Norme CEI 11-1 “Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata”.
5. Norme CEI 11-17 "Impianti di produzione trasporto e distribuzione di energia elettrica, linee in cavo".
6. Norme CEI 11-20 “Impianti di produzione di energia elettrica e gruppi di continuità collegati a reti di I e II categoria”
7. Norme CEI 11-25 “Calcolo delle correnti di corto circuiti nelle reti trifasi a corrente alternata”.
8. Norme CEI 11-26 “Correnti di corto circuiti – calcolo degli effetti. Parte 1: definizioni e metodi di calcolo”.
9. Norme CEI 11-27 “Esecuzione dei lavori su impianti elettrici a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua”.
10. Norme CEI 11-28 “Guida d’applicazione per il calcolo delle correnti di cortocircuito nelle reti ra- diali a bassa tensione”.
11. Norme CEI 11-37 “Guida per l’esecuzione degli impianti di terra di stabilimenti industriali per si- stemi di I, II e III categoria”.
12. Norme CEI 11-48 (CEI EN 50110-1) “Esercizio degli impianti elettrici”.
13. Norme CEI 11-49 (CEI EN 50110-2) “Esercizio degli impianti elettrici”(allegati nazionali).
14. Norme CEI 12-13 “Apparecchi elettronici e loro accessori collegati alla rete per uso domestico ed analogo uso generale – Sicurezza”.
15. Norme CEI 12-15 “Antenna – Impianti centralizzati”e successive varianti.
16. Norme CEI 12-17 “Antenna – Misure sugli impianti centralizzati”.
17. Norme CEI 12-43 “Impianti di distribuzione via cavo per segnali televisivi e sonori e multimediali interattivi. Parte 1: Prescrizioni di sicurezza”.
18. Norme CEI del CT16 - Contrassegni dei terminali ed altre identificazioni: tutti i fascicoli in vigo- re, in quanto applicabili.
19. Norme CEI 17-13/1 "Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione" (quadri B.T.). Parte 1: Apparecchiature di serie soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature non di serie parzialmente soggette a prove di tipo (ANS)”.
20. Norme CEI 17-13/2 “Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri B.T.). Parte 2: Prescrizioni particolari per i condotti sbarre.
21. Norme CEI 17-13/3 "Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri B.T.). Parte 3: Prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate di protezione e di manovra destinate ad essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso al loro uso. Quadri di distribuzione (ASD)”.
22. Norme CEI 17-13/4 “Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (quadri B.T.)”. Parte 3: Prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate per cantiere (ASC).
23. Norme da CEI 17—17/1 a 17-17/4 “Apparecchiatura industriale a tensione non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1200 V in corrente continua”.
24. Norme CEI 17-28 “Apparecchiatura industriale a bassa tensione. Marcatura dei terminali per componenti elettronici e per contatti esterni associati”.
25. Norme CEI 17-30 “Apparecchiatura industriale a bassa tensione. Grandezze e calibri per connes- sioni piatte”.
26. Norme CEI 17-43 “Metodo per la determinazione delle sovratemperature, mediante estrapola- zione, per le apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri B.T.) non di serie (ANS)”.
27. Norme CEI 17-44 “Apparecchiature a bassa tensione. Parte 1: Regole generali”.
28. Norme CEI 17-48 “Apparecchiature a bassa tensione. Parte 7: Apparecchiature ausiliarie. Sezione Uno - Morsettiere per conduttori di rame”.
29. Norme CEI 17-52 “Metodo per la determinazione della tenuta al cortocircuito delle apparecchia- ture assiemate non di serie (ANS)”.
30. Norme CEI 17-64 “Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri B.T.). Parte 5: Prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate destinate ad essere installate all’esterno in luoghi pubblici. Cassette per distribuzione in cavo (CDC)”.
31. Norme CEI 17-70 “Guida all’applicazione delle norme dei quadri di bassa tensione”.
32. Norme CEI 17-71 “Involucri vuoti per apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione”. Prescrizioni generali.
33. Norme CEI 20-13, 20-14, 20-19, 20-20, 20-22, 20-35, 20-36, 20-37, 20-38, 20-39, 20-45, 20-48,
relativamente ai vari tipi di cavi elettrici.
34. Norme CEI 20-21 “Calcolo delle portate dei cavi elettrici. Parte 1: in regime permanente (fattore di carico 100%)”.
35. Norme CEI 20-40 “Guida per l’uso di cavi a bassa tensione”.
36. Norme CEI 20-43 “Ottimizzazione economica delle sezioni dei cavi elettrici per energia”.
37. Norme CEI 20-67 “Guida per l’uso dei cavi a 0,6/1 kV”.
38. Norme CEI 22-13 “Sistemi statici di continuità. Parte 1-1: Prescrizioni generali e di sicurezza per UPS utilizzati in aree ad accesso limitato”.
39. Norme CEI 23-3 “Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti do- mestici e similari”.
40. Norme CEI 23-5 “Prese a spina per usi domestici e similari”.
41. Norme CEI 23-9 “Apparecchi di comando non automatici (interruttori) per installazione fissa per uso domestico e similare. Parte 1: Prescrizioni generali”.
42. Norme CEI 23-12/1 e 23-12/2 “Spine e prese per uso industriale.”
43. Norme CEI 23-13 “Connettori per usi domestici e similari. Parte 1: Prescrizioni generali”.
44. Norme CEI 23-17 “Tubi protettivi pieghevoli autorinvenenti di materiale termoplastico non au- toestinguente e successive varianti”.
45. Norme CEI 23-18 “Interruttori differenziali per uso domestico e similare e interruttori differen- ziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per uso domestico e similare”.
46. Norme CEI 23-20 “Dispositivi di connessione per circuiti a bassa tensione per uso domestico e similare. Parte 1: Prescrizioni generali”.
47. Norme CEI 23-21 “Dispositivi di connessione per circuiti a bassa tensione per uso domestico e similare. Parte 2-1: Prescrizioni particolari per i dispositivi di connessione come parti separate con unità di serraggio di tipo a vite”.
48. Norme CEI 23-31 "Sistemi di canali metallici e loro accessori ad uso portacavi e portapparecchi".
49. Norme CEI 23-32 "Sistemi di canali di materiale plastico isolante e loro accessori ad uso portaca- vi e portapparecchi per soffitto e parete".
50. Norme CEI 23-33 "Interruttori automatici per apparecchiature".
51. Norme CEI 23-39 "Sistemi di tubi ed accessori per installazioni elettriche. Parte 1: Prescrizioni generali".
52. Norme CEI 23-42 “Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per in- stallazioni domestiche e similari. Parte 1: Prescrizioni generali”.
53. Norme CEI 23-43 “Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per in- stallazioni domestiche e similari. Parte 2-1: Applicabilità delle prescrizioni generali agli interruttori differenziali con funzionamento indipendente dalla tensione di rete”.
54. Norme CEI 23-44 “Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per in- stallazioni domestiche e similari. Parte 1: Prescrizioni generali”.
55. Norme CEI 23-45 “Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per in- stallazioni domestiche e similari. Parte 2-1: Applicabilità delle prescrizioni generali agli interruttori differenziali con funzionamento indipendente dalla tensione di rete”.
56. Norme CEI 23-46 “Sistemi di tubi accessori per installazioni elettriche. Parte 2-4: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi interrati”.
57. Norme CEI 23-50 “Prese a spina per usi domestici e similari. Parte 1: Prescrizioni generali”.
58. Norme CEI 23-51 “Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribu- zione per installazioni fisse per uso domestico e similare”.
59. Norme CEI 23-54 “Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche. Parte 2-1: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi rigidi e accessori”.
60. Norme CEI 23-55 “Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche. Parte 2-2: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi pieghevoli ed accessori”.
61. Norme CEI 23-56 “Sistemi di tubi e accessori per installazioni elettriche. Parte 2-3: Prescrizioni particolari per sistemi di tubi flessibili ed accessori”.
62. Norme CEI 31-25 “Luoghi con pericolo di esplosione. Guida per la costruzione e l’uso di locali o edifici pressurizzati in luoghi di classe 1”.
63. Norme CEI 31-26 “Guida per la manutenzione delle costruzioni elettriche utilizzate nei luoghi con pericolo di esplosione di classe 1 e 3 (diversi dalle miniere)”.
64. Norme CEI 31-27 “Guida per l’esecuzione degli impianti elettrici nelle centrali termiche non in- serite in un ciclo di produzione industriale”.
65. Norme CEI 31-30 (CEI EN 60079-10) “Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la pre- senza di gas. Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi”.
66. Norme CEI 31-33 “ Costruzione elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle mi- niere)”
67. Norme CEI 31-34 “ Costruzione elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas.”
68. Norme CEI 31-35 e 31-35 A “Costruzione elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Guida alla classificazione dei luoghi pericolosi”.
69. Norme CEI 31-36, 31-37 e 31-38 relativamente agli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione .
70. Norme CEI 33-8 “Condensatori statici di rifasamento di tipo non autorigenerabile per impianti di energia a corrente alternata con tensione nominale inferiore o uguale a 1000 V. Parte 1: Genera- lità – Prestazioni, prove e valori nominali – prescrizioni di sicurezza. Guida per l’installazione e l’esercizio”.
71. Norme CEI 33-9 “Condensatori statici di rifasamento di tipo autorigenerabile per impianti di energia a corrente alternata con tensione nominale inferiore o uguale a 1000 V. Parte 1: Genera- lità – Prestazioni, prove e valori nominali – prescrizioni di sicurezza. Guida per l’installazione e l’esercizio”.
72. Norme CEI 34-21 “Apparecchi di illuminazione. Parte 1: Prescrizioni generali prove”.
73. Norme CEI 34-22 “Apparecchi di illuminazione. Parte 2: Requisiti particolari. Apparecchi per illu- minazione d’emergenza”.
74. Norme CEI 37-3 “Scaricatori. Parte 5: Raccomandazioni per la scelta e l’applicazione”.
75. Norme del CT 46 – Cavi simmetrici e coassiali, cordoni, fili, guide d’onda, connettori per radio- frequenza:
tutti i fascicoli in vigore, in quanto applicabili.
76. Norme del CT 59/61 – Apparecchi utilizzatori elettrici per uso domestico e similare: tutti i fascicoli in vigore, in quanto applicabili.
77. Norme CEI 64-2 A “Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione. Appendici.” In quanto applicabili.
78. Norme CEI 64-7 “Impianti elettrici di illuminazione pubblica e similari”.
79. Norme CEI 64-8 "Nuova Norma CEI 64-8 per impianti elettrici - utilizzazioni". Comprendente i fascicoli 64-8/1, 64-8/2, 64-8/3, 64-8/4, 64-8/5, 64-8/6, 64-8/7.
80. Norme CEI 64-12 “Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale o terziario”.
81. Norme CEI 64-14 “Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori”.
82. Norme CEI 64-17 “Guida all’esecuzione degli impianti elettrici nei cantieri”.
83. Norme CEI 64-50 “Edilizia residenziale. Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettri- ci utilizzatori, ausiliari e telefonici”.
84. Norme CEI 64-52 “Guida alla realizzazione degli impianti elettrici negli edifici scolastici”.
85. Norme CEI 64-53, 64-54 e 64-55 “Edilizia residenziale. Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissio- ne dati. Criteri particolari.”
86. Norme del CT 70 – involucri di protezione: tutti i fascicoli in vigore, in quanto applicabili.
87. Norme del CT 79 – Sistemi di rilevamento e segnalazione per incendio, intrusione, furto, sabo- taggio ed aggressione:
tutti i fascicoli in vigore, in quanto applicabili.
88. Norme CEI 81-3 “Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato dei Comuni d’Italia, in ordine alfabetico”.
89. Norme CEI 81-8 “Guida di applicazione all’utilizzo di limitatori di sovratensione sugli impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione”.
90. Norme CEI 96-2 “Trasformatori di isolamento e trasformatori di sicurezza – Prescrizioni”.
91. Norme del CT 100 (ex CT 84/60, SC 12 A, SC 12 G) – “Sistemi e apparecchiature audio, video e multimediali”:
tutti i fascicoli in vigore, in quanto applicabili.
92. Norme CEI del CT 104 –“ Prove climatiche e meccaniche”: tutti i fascicoli in vigore, in quanto applicabili.
93. Norme CEI 116-1 “Rivelatori di gas naturale e rivelatori di GPL per uso domestico e similare”.
94. CT 210 - Compatibilità elettromagnetica (ex CT 110)
95. Norme del CT 210 (ex CT 77 e 110) – “Compatibilità elettromagnetica”: tutti i fascicoli in vigore, in quanto applicabili.
96. CEI 306-6 - Tecnologia dell’informazione - Sistemi di cablaggio generico - Requisiti generali e uf- fici
97. CEI 306-2 - Guida per il cablaggio per telecomunicazioni e distribuzione multimediale negli edifici residenziali
98. CEI EN 50172:- Sistemi di illuminazione di emergenza
99. CEI EN 62305-1: "Protezione delle strutture contro i fulmini. Parte 1: Principi Generali" Marzo 2006;
100. CEI EN 62305-2: "Protezione delle strutture contro i fulmini. Parte 2: Gestione del rischio" Marzo 2006;
101. CEI EN 62305-3: "Protezione delle strutture contro i fulmini. Parte 3: Danno fisico e pericolo di vita" Marzo 2006;
102. CEI EN 62305-4: "Protezione delle strutture contro i fulmini. Parte 4: Impianti elettrici ed elettronici interni alle strutture" Marzo 2006;
103. Norme CEI 308-2 “Gestione del fine vita delle apparecchiature elettriche ed elettroniche provenienti da attività lavorative. Linee guida”.
104. Tabelle CEI-UNEL 00721 “Colori del rivestimento esterno dei cavi interrati”.
105. Tabelle CEI-UNEL 00722 “Colori distintivi delle anime dei cavi isolati con gomma o polivinil- cloruro per energia o per comandi e segnalazioni con tensioni nominali Uo/U non superiori a 0,6/1 kV”.
106. Tabelle CEI-UNEL classe 3 – “Trasmissione e distribuzione di energia elettrica”: Tutte le tabelle in vigore, in quanto applicabili.
107. Norme UNI 9795 marzo 1999 “Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione ma- nuale d’incendio”.
108. Direttiva Macchine 98/37/CE e Norme EN 12453, EN 12445.
109. Norme UNI – EN 124 aprile 199 “Dispositivi di coronamento e di chiusura per zone di cir- colazione utilizzate da pedoni e da veicoli”.
110. Norme UNI EN 1838 “Applicazione illuminotecnica. Illuminazione di emergenza”.
111. Norme UNI EN 12464 "Illuminazione di interni con luce artificiale".
112. Norme UNI 10671 “Apparecchi d’illuminazione – Misura dei dati fotometrici e presentazione dei risultati”.
113. Norme UNI 10819 “Impianti d’illuminazione esterna” Requisiti per la limitazione della disper- sione verso l’alto del flusso luminoso.
114. Norme UNI EN 1838 “Applicazione dell'illuminotecnica - Illuminazione di emergenza”
115. Norma UNI 11222: “Luce e illuminazione - Procedure per la verifica periodica, la manuten- zione, la revisione e il collaudo - Impianti di illuminazione di sicurezza negli edifici”
116. Nuova Direttiva Bassa Tensione 93/68/C (marcatura CE).
− LEGGI E DECRETI:
117. D.M. 16/01/1996, “Norme Tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi” e successiva Circolare Applicativa del Ministero dei la- vori Pubblici dd. 04/07/1996.
118. Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81 -Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007,
n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
119. D.P.C.M. 01.03.1991 e successive modificazioni e integrazioni riguardanti i “limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno”;
120. Decreto legislativo 15.08.1991 n° 277 e Legge 26 ottobre 1995 n° 447 (Legge quadro sull’in- quinamento acustico).
121. - D.P.R. 1 agosto 2011 n° 151 “Regolamento recante semplificazione della disciplina dei pro- cedimenti relativi alla prevenzione degli incendi”.
122. D.M. 22 febbraio 2006 – “Approvazione della regola tecnica di prevenzioni incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio di edifici e/o locali destinati ad uffici”
123. Legge n° 186 dd. 01.03.1968 riguardante la produzione di apparecchi elettrici, macchine ed installazioni elettriche.
124. Legge n° 791 dd. 18.01.1977 sulla libera circolazione del materiale elettrico destinato ad esse- re utilizzato ad una tensione nominale compresa fra 50 e 1000 V in c.a.
125. Decreto del ministero dello sviluppo economico 22 gennaio 2008, n. 37 - Regolamento con- cernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'in- terno degli edifici - (G.U. n. 61 del 12 marzo 2008)
126. Legge regionale 18 giugno 2007, n. 15 - Misure urgenti in tema di contenimento dell'inquina- mento luminoso, per il risparmio energetico nelle illuminazioni per esterni e per la tutela dell'am- biente e dell'attivita' svolta dagli osservatori astronomici.
− PRESCRIZIONI
127. Prescrizioni e raccomandazioni della ASS.
128. Prescrizioni e raccomandazioni dell’AC.E.G.A.S-A.P.S S.p.A.
129. Prescrizioni e raccomandazioni della TELECOM ITALIA S.p.A.
130. Tabelle di unificazione UNI-UNEL.
In modo particolare la rispondenza delle forniture e delle installazioni alle norme di cui sopra viene intesa nella maniera più restrittiva, nel senso cioè che non solo le installazioni saran- no adeguate a quanto stabilito dalle norme, ma identica osservanza sarà eseguita anche per tutti i materiali e le apparecchiature che verranno impiegati.
Di quanto sopra l’appaltatore dovrà tenere conto nella formulazione dei prezzi a corpo e/o unitari, in quanto null’altro sarà riconosciuto all’appaltatore per l’esecuzione delle opere ri- chieste.
Sarà obbligo dell’appaltatore segnalare tempestivamente l’introduzione di nuove norma- tive o di modifiche ed aggiornamenti di quelle già emanate, al fine di potervi uniformare, se ne- cessario, i lavori da eseguirsi.
2 DESCRIZIONE DELLE MISURE DI PROTEZIONE NEGLI IMPIANTI ELET- TRICI
Sezione I.3 2.1 COORDINAMENTO DELLE PROTEZIONI
− Protezione contro i contatti diretti
In generale saranno adottate protezioni mediante isolamento delle parti attive.
Saranno pertanto adottati tutti quegli accorgimenti quali barriere, involucri, porte, chiavi ecc. atti ad
escludere l'accesso alle parti in tensione senza avere prima effettuato tutte le necessarie manovre per il sezionamento dell'impianto e la messa a terra dei conduttori.
Inoltre si provvederà affinché:
1 l'accesso ai quadri o alle celle dei quadri venga effettuato solamente da personale qualifi- cato;
2 siano realizzati tutti gli interblocchi necessari ad evitare la richiusura intempestiva di un circuito sul quale si sta operando;
3 il grado di protezione dei quadri, delle cassette e dei contenitori di parti in tensione in genere, sia di almeno IP 2X;
4 siano adottati relè differenziali ad alta sensibilità ove possibile, in particolare sulle alimen- tazioni finali alle utenze.
− Protezione contro i contatti indiretti
La protezione sarà realizzata adottando i seguenti accorgimenti:
5 isolamento rinforzato ove possibile;
6 conduttori di protezione di adeguata sezione a tutte le utenze elettriche;
7 collegamenti equipotenziali a tutte le masse e masse estranee;
8 collegamento al conduttore di protezione di tutte le parti conduttrici simultaneamente accessi- bili da una massa;
9 collegamento al conduttore di protezione di tutte le parti conduttrici a portata di mano;
10 protezioni differenziali a media ed alta sensibilità.
− Elementi dell’impianto di terra
Per ogni edificio contenente impianti elettrici deve essere opportunamente previsto, in sede di costruzione, un proprio impianto di messa a terra (impianto di terra locale) che deve soddisfare le prescrizioni delle vigenti norme CEI 64-8 e 64-12. Tale impianto deve essere realiz- zato in modo da poter effettuare le verifiche periodiche di efficienza e comprende:
a) il dispersore (o i dispersori) di terra, costituito da uno o più elementi metallici posti in intimo contatto con il terreno e che realizza il collegamento elettrico con la terra (v. norma CEI 64-8/5);
b) il conduttore di terra, non in intimo contatto con il terreno destinato a collegare i di- spersori fra di loro e al collettore (o nodo) principale di terra. I conduttori parzialmente interra- ti e non isolati dal terreno, debbono essere considerati a tutti gli effetti, dispersori per la parte interrata e conduttori di terra per la parte non interrata o comunque isolata dal terreno (v. nor- ma CEI 64-8/5);
c) il conduttore di protezione parte del collettore di terra, arriva in ogni impianto e deve essere collegato a tutte le prese a spina (destinate ad alimentare utilizzatori per i quali è prevista la protezione contro i contatti indiretti mediante messa a terra); o direttamente alle masse di tutti gli apparecchi da proteggere, compresi gli apparecchi di illuminazione con parti metalliche comunque accessibili. E' vietato l'impiego di conduttori di protezione non protetti meccanicamente con sezione inferiore a 4 mm². Nei sistemi TT (cioè nei sistemi in cui le masse sono collegate ad un impianto di terra elettricamente indipendente da quello del collegamento a terra del sistema elettrico) il conduttore di neutro non può essere utilizzato come conduttore di protezione;
d) il collettore (o nodo) principale di terra nel quale confluiscono i conduttori di terra, di protezione, di equipotenzialità ed eventualmente di neutro, in caso di sistemi TN, in cui il con- duttore di neutro ha anche la funzione di conduttore di protezione (v. norma CEI 64-8/5);
il conduttore equipotenziale, avente lo scopo di assicurare l'equipotenzialità fra le masse e/o le masse estranee ovvero le parti conduttrici, non facenti parte dell'impianto elettrico, su- scettibili di introdurre il potenziale di terra (v. norma CEI 64-8/5)
− Coordinamento dell'impianto di terra con dispositivi di interruzione
Una volta attuato l'impianto di messa a terra, la protezione contro i contatti indiretti può essere realizzata con uno dei seguenti sistemi:
a) coordinamento fra impianto di messa a terra e protezione di massima corrente.
Questo tipo di protezione richiede l'installazione di un impianto di terra coordinato con un interruttore con relè magnetotermico, in modo che risulti soddisfatta la seguente relazione:
Rt<=50/Is
dove Rt è il valore in ohm della resistenza dell'impianto di terra nelle condizioni più sfavorevoli e Is è il più elevato tra i valori in ampere, della corrente di intervento in 5 s del di- spositivo di protezione; se l'impianto comprende piu' derivazioni protette dai dispositivi con cor- renti di intervento diverse, deve essere considerata la corrente di intervento piu' elevata;
b) coordinamento fra impianto di messa a terra e interruttori differenziali. Questo tipo di protezione richiede l'installazione di un impianto di terra coordinato con un interruttore con relè differenziale che assicuri l'apertura dei circuiti da proteggere non appena eventuali correnti di guasto creino situazioni di pericolo. Affinchè detto coordinamento sia efficiente deve essere osservata la seguente relazione:
Rt<=50/Id
dove Rd è il valore in ohm della resistenza dell'impianto di terra nelle condizioni più sfavorevoli e Id il più elevato fra i valori in ampere delle correnti differenziali nominali di inter- vento delle protezioni differenziali poste a protezione dei singoli impianti utilizzatori.
Per i locali ad uso medico di gruppo 1 la tensione di contatto limite Ul non deve su- perare 25V (anziché i 50 V per i luoghi ordinari).
Negli impianti di tipo TT, alimentati direttamente in bassa tensione dalla Società Di- stributrice, la soluzione più affidabile ed in certi casi l'unica che si possa attuare, è quella con gli interruttori differenziali che consentono la presenza di un certo margine di sicurezza a copertura degli inevitabili aumenti del valore di Rt durante la vita dell'impianto.
− Protezione contro i sovraccarichi
Per assicurare la protezione contro i sovraccarichi di una linea sarà installato, a monte della stessa, un organo di protezione di caratteristiche tali da soddisfare alle seguenti:
Ib < In < Iz If < 1,45*Iz
dove: Ib = corrente di impiego
In = corrente nominale della protezione
Iz = portata della linea nelle determinate condizioni di posa If = corrente convenzionale di funzionamento
Le protezioni rispetteranno il legame tra If ed In stabilito dalle Norme CEI 17-5 e 23-3.
− Protezione contro i corto circuiti e selettività
I dispositivi di protezione nei quadri e sulle apparecchiature avranno potere di in- terruzione almeno uguale alla corrente di corto circuito presente nel punto ove è installato il di- spositivo.
Sarà eseguita la verifica termica dei conduttori nelle condizioni di corto circuito, secon- do quanto stabilito dalla Norma CEI 64-8.
Tutte le protezioni di massima corrente dovranno risultare coordinate tra loro e seletti-
ve.
In sede di progetto, mediante apposito software, sono già state effettuate le verifiche
sulla selettività delle protezioni (cronometria ed amperometrica) che, dove non espressamente indicato, si intende totale; la protezione di back up sarà ammessa soltanto per particolari condi- zioni di impianto qualora non sia possibile tecnicamente garantire la selettività totale.
Nel caso l’Appaltatore intenda utilizzare apparecchiature fornite da altro costruttore, anche se di caratteristiche equivalenti, dovrà presentare preventivamente all’Amministrazione i calcoli di verifica e le curve caratteristiche delle apparecchiature impiegate
Sezione I.4 2.2 PROTEZIONI CONTRO LE USTIONI
Le parti accessibili dei componenti elettrici a portata di mano risultano costruiti in modo tale da raggiungere, nel funzionamento ordinario, temperature inferiori a quelle di seguito indi- cate:
PARTI ACCESSIBILI | MATERIALE DEL- LE PARTI ACCES- SIBILI | TEMPERATURA MASSIMA |
Organi di comando da impugnare. | METALLICO | 55 °C |
non metallico | 65 °C | |
Parti previste per essere toccate durante il fun- zionamento ordinario, ma che non necessitano di essere impugnate. | METALLICO | 70 °C |
non metallico | 80 °C | |
Parti che non necessitano di essere toccate durante il funzionamento ordinario. | METALLICO | 80 °C |
non metallico | 90 °C |
I suddetti limiti di temperatura non si applicano ai componenti elettrici che risultano conformi ai limiti di temperatura indicati dalle Norme CEI che li riguardano ed in particolare agli apparecchi di illuminazione che rispondono alle Norme CEI emanate dal C.T. 34.
Sezione I.5 2.3 PROTEZIONE CONTRO GLI INCENDI
I componenti elettrici non devono costituire pericolo di innesco o di propagazione di in- cendio per i materiali adiacenti (Punto 422.1 Norma CEI 64-8/4).
Per rispettare questa prescrizione normativa, vengono utilizzati conduttori dotati di ade- guate caratteristiche di reazione al fuoco, vengono applicate le indicazioni relative alla protezione contro le ustioni e tutte le istruzioni di utilizzo e montaggio fornite dai Fabbricanti, con partico- lare riferimento alle distanze di rispetto dei corpi illuminanti.
I componenti elettrici che nel funzionamento ordinario possono produrre archi o scintil- le devono essere racchiusi entro involucri resistenti agli effetti termici.
Sezione I.6 2.4 PROTEZIONE ANTINCENDIO DEI FORI DI PASSAGGIO DEI CONDUTTORI
Le zone di transito dei conduttori in corrispondenza alle pareti ed ai solai di separazione fra ambienti nei quali deve essere assicurata la resistenza al fuoco, dovranno essere adeguata- mente sigillate per ripristinare la classe di resistenza al fuoco originaria.
Verranno utilizzati prodotti specifici adatti alla protezione dal fuoco di condutture elet- triche nei passaggi tra compartimentazioni antincendio (es. attraversamento solai nei vani tecnici ed attraversamento zone filtro).
Saranno costituiti da resine termoplastiche, fibre inorganiche, additivi chimici incombusti- bili, riempitivi opportunamente trattati e commercializzati in diverse soluzioni tecnologiche (ma- stici, sacchetti, rivestimenti flessibili, tamponamenti su misura ecc.)
I materiali impiegati saranno comunque esenti da amianto e completi di certificazioni ed omologazioni prescritte dalle normative vigenti in materia.
Sezione I.7 2.5 ZONE DI RISPETTO NEI LOCALI CONTENENTI VASCHE DA BAGNO E/O DOCCE
Per quanto riguarda i locali da bagno e per doccia dovranno essere rispettate le distanze minime stabilite dalla norma CEI 64-8 sezione 7 nonché il grado di protezione e la tensione mas- sima ammissibile per gli apparecchi, cassette di derivazione, prese a spina, utilizzatori in riferi- mento alle zone di rispetto impartite dalla stessa sezione della norma.
− Impianti elettrici nei locali contenenti bagni o docce – tabella riassuntiva
ZONA 1 | ZONA2 | ZONA3 | |
Grado di protezione | IP X4 | IP X4 | IP X1 |
Condutture in vista o Incassate meno di 5 cm | Ammesse per gli ap- parecchi posizionati nelle zone 1 e 2, ma senza rivestimento metallico | Ammesse per gli ap- parecchi posizionati nelle zone 1 e 2, ma senza rivestimento metallico | Ammesse |
Cassette di derivazio- ne | Vietate | Vietate | Ammesse |
Prese a spina | Vietate | Ammesse con tra- sformatore di isola- mento per rasoio | Ammesse se: - SELV - Con trasformato- re di isolamento in- dividuale - Differenziale Idn minore o uguale a 30 mA |
Apparecchi di prote- zione sezionamento e comando | Ammessi interrutto- ri SELV 12 V c.a. – 30 V c.c. | Ammessi interrutto- ri SELV 12 V c.a. – 30 V c.c. | Ammessi |
Apparecchi utilizzatori | Ammessi : - scaldacqua - apparecchi SELV | Ammessi : - scaldacqua - apparecchi SELV - Apparecchi di clas- se I* - Apparecchi di clas- se II* | Ammessi |
*Con le limitazioni indicate nelle norme CEI 64-8/7
Prescrizioni particolari per locali da bagno
Divisione in zone e apparecchi ammessi:
I locali da bagno vengono suddivisi in 4 zone per ognuna delle quali valgono regole parti-
colari:
zona 0 - E' il volume della vasca o del piatto doccia: non sono ammessi apparecchi elet-
trici, come scalda-acqua ad immersione, illuminazioni sommerse o simili;
zona 1 - E' il volume al di sopra della vasca da bagno o del piatto doccia fino all'altezza di 2,25 m dal pavimento: sono ammessi lo scaldabagno (del tipo fisso, con la massa collegata al conduttore di protezione) e gli interruttori di circuiti SELV alimentati a tensione non superiore a 12 V in c.a. e 30 V in c.c. con la sorgente di sicurezza installata fuori dalle zone 0,1 e 2;
zona 2 - E' il volume che circonda la vasca da bagno o il piatto doccia, largo 60 cm e fino all'altezza di 2,25 m dal pavimento: sono ammessi, oltre allo scaldabagno e agli altri apparec- chi alimentati a non più di 25 V, anche gli apparecchi illuminanti dotati di doppio isolamento (Classe II). Gli apparecchi installati nelle zone 1 e 2 devono essere protetti contro gli spruzzi d'acqua (grado protezione IPx4). Sia nella zona 1 che nella zona 2 non devono esserci materiali di installazione come interruttori, prese a spina, scatole di derivazione; possono essere installati pulsanti a tirante con cordone isolante e frutto incassato ad altezza superiore a 2,25 m dal pavi- mento. Le condutture devono essere limitate a quelle necessarie per l'alimentazione degli appa- recchi installati in queste zone e devono essere incassate con tubo protettivo non metallico; gli eventuali tratti in vista necessari per il collegamento con gli apparecchi utilizzatori (per esempio con lo scaldabagno) devono essere protetti con tubo di plastica o realizzati con cavo munito di guaina isolante;
zona 3 - E' il volume al di fuori della zona 2, della larghezza di 2,40 m (e quindi 3 m oltre la vasca o la doccia): sono ammessi componenti dell'impianto elettrico protetti contro la caduta verticale di gocce di acqua (grado di protezione IPx1), come nel caso dell'ordinario materiale elettrico da incasso IPx5 quando è previsto l'uso di getti d'acqua per la pulizia del locale; inoltre l'alimentazione degli utilizzatori e dispositivi di comando deve essere protetta da interruttore differenziale ad alta sensibilità, con corrente differenziale non superiore a 30 mA.
Le regole date per le varie zone in cui sono suddivisi i locali da bagno servono a limitare i pericoli provenienti dall'impianto elettrico del bagno stesso, e sono da considerarsi integrative rispetto alle regole e prescrizioni comuni a tutto l'impianto elettrico (isolamento delle parti atti- ve, collegamento delle masse al conduttore di protezione, ecc.).
− Collegamento equipotenziale nei locali da bagno
Per evitare tensioni pericolose provenienti dall'esterno del locale da bagno (ad esempio da una tubazione che vada in contatto con un conduttore non protetto da interruttore differen- ziale), è richiesto un conduttore equipotenziale che colleghi fra di loro tutte le masse estranee delle zone 1-2-3 con il conduttore di protezione; in particolare per le tubazioni metalliche è suf- ficiente che le stesse siano collegate con il conduttore di protezione all'ingresso dei locali da ba- gno.
Le giunzioni devono essere realizzate conformemente a quanto prescritto dalle norme CEI 64-8; in particolare devono essere protette contro eventuali allentamenti o corrosioni. De- vono essere impiegate fascette che stringono il metallo vivo. Il collegamento non va eseguito su tubazioni di scarico in PVC o in gres. Il collegamento equipotenziale deve raggiungere il più vici-
*
no conduttore di protezione, ad esempio nella scatola dove è installata la presa a spina protetta dell'interruttore differenziale ad alta sensibilità.
E' vietata l'inserzione di interruttori o di fusibili sui conduttori di protezione. Per i con- duttori si devono rispettare le seguenti sezioni minime:
- 2,5 mm² (rame) per collegamenti protetti meccanicamente, cioè posati entro tubi o sotto intonaco;
- 4 mm² (rame) per collegamenti non protetti meccanicamente e fissati direttamente a
parete.
− Alimentazione nei locali da bagno
Può essere effettuata come per il resto dell'edificio.
Se esistono 2 circuiti distinti per i centri luce e le prese, entrambi questi circuiti si devo- no estendere ai locali da bagno.
La protezione delle prese del bagno con interruttore differenziale ad alta sensibilità può essere affidata all'interruttore differenziale generale (purchè questo sia del tipo ad alta sensibilità) o ad un differenziale locale, che può servire anche per diversi bagni attigui.
− Condutture elettriche nei locali da bagno
Devono essere usati cavi isolati in classe II nelle zone 1 e 2 in tubo di plastica incassato a parete o nel pavimento, a meno che la profondità di incasso non sia maggiore di 5 cm.
Per il collegamento dello scaldabagno o di altra apparecchiatura fissa, il tubo, di tipo fles- sibile, deve essere prolungato per coprire il tratto esterno, oppure deve essere usato un cavetto tripolare con guaina (fase+neutro+conduttore di protezione) 06/1kV per tutto il tratto dall'in- terruttore allo scaldabagno, uscendo, senza morsetti, da un frutto passacavo o da scatola di deri- vazione con pressacavo.
− Altri apparecchi consentiti nei locali da bagno
Per l'uso di apparecchi elettromedicali in locali da bagno ordinari, è necessario attenersi alle prescrizioni fornite dai costruttori di questi apparecchi nel caso possano essere destinati ad esser usati nelle zone 2-3
Sezione I.82.6 GRADO DI PROTEZIONE MECCANICA
I materiali e le apparecchiature installate dovranno avere sempre e comunque un grado di protezione meccanica adeguato al luogo d'installazione nel pieno rispetto della normativa CEI in vigore.
3 DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE E MODALITA’ DI INSTALLAZIONE DEI PRINCIPALI MATERIALI
Sezione I.9
Sezione I.10 3.1 VIE DI POSA
Nell'impianto previsto per la realizzazione sotto traccia, i tubi protettivi devono essere in materiale termoplastico serie pesante sia per i percorsi sotto intonaco sia per gli attraversa- menti a pavimento;
il diametro interno dei tubi deve essere pari ad almeno 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi in esso contenuti. Tale coefficiente di maggiorazione deve essere au- mentato a 1,5 quando i cavi siano del tipo sotto guaina metallica; il diametro del tubo deve esse- re sufficientemente grande da permettere di sfilare e reinfilare i cavi in esso contenuti con facilità e senza che ne risultino danneggiati i cavi stessi o i tubi. Comunque il diametro interno non deve essere inferiore a 15,5 mm (diam. esterno 20mm);
il tracciato dei tubi protettivi deve consentire un andamento rettilineo orizzontale (con minima pendenza per favorire lo scarico di eventuale condensa) o verticale. Le curve devono es- sere effettuate con raccordi o con piegature che non danneggino il tubo e non pregiudichino la sfilabilità dei cavi;
ad ogni brusca deviazione resa necessaria dalla struttura muraria dei locali, ad ogni deri- vazione da linea principale e secondaria e in ogni locale servito, la tubazione deve essere inter- rotta con cassette di
Le vie di cavo saranno costituite da:
- Canaline in PVC portacavi:
Le canaline portacavi saranno del tipo prefabbricato, chiuse, in PVC autoestinguente e resistente al calore, dotate di stabilità dimensionale da -20 a +60°C. Saranno complete di acces- sori e di pezzi speciali.
Tutti i pezzi speciali (curve, incroci, derivazioni, riduzioni, setti separatori, ecc.) saranno del tipo prefabbricato con le stesse caratteristiche delle canaline, cui sarà assicurato il grado di protezione IP 40.
I canali in materiale plastico dovranno essere esclusivamente del tipo certificato alle se- guenti condizioni:
Glow wire test da 650°C a 960°C a seconda della tipologia Resistenza agli urti da IK07 a IK08 a seconda della tipologia
11 Canali portacavi in filo d’acciaio:
Le passerelle portacavi da utilizzare saranno del tipo in filo d'acciaio saldato galvanizzato a caldo per immersione dopo la fabbricazione (Norme NF A 91-121 / NF A 91 -122) marcata CE, per il contenimento di linee elettriche.
Sarà compresa nel prezzo al metro quota parte per la fornitura e posa in opera di giun- zioni automatiche rapide e diritte con bulloni e piastrine, accessori di fissaggio quali ganci di fis- saggio a parete e per il fissaggio di scatole di derivazione, accessori per fissaggio a sospensione quali barre filettate diam. min. 8 mm con graffe di sospensione, piastre centrali, cavalieri di so- spensione, supporti per lampade, attacchi universali per scatole di derivazione, mensole per fis- saggio a parete distanziato, piastre di ancoraggio e setti separatori interni.
Verranno poste in opera in vista a parete o sospesa con sistemi di tassellatura ad espan- sione di idonee caratteristiche e con passo di fissaggio prescritto dal costruttore in base al cari- co complessivo, comunque previa verifica della D.L.
Sarà compreso nel prezzo al metro l'onere per la realizzazione di curve, riduzioni, ango- li, derivazioni a T ed a croce, cambi di sezione, cambi di direzione verticale in salita e/o discesa; tutte lavorazioni eseguite in cantiere mediante l'impiego di morsetti d'unione ed apposite ceso-
ie con lame asimetriche fornite espressamemte dal costruttore per garanire il corretto taglio e la protezione galvanica totale a taglio effettuato; tutte le lavorazioni in opera dovranno essere eseguite a perfetta regola d'arte e dovranno essere realizzate in conformità alle istruzioni fornite dal costruttore.
I sostegni, del tipo prefabbricato, dovranno essere in metallo e con trattamento confor- me a quello del canale. Devono essere sempre previsti in prossimità delle diramazioni ed alle estremità delle curve. I sostegni dovranno garantire una completa rigidità dei canali sia in senso longitudinale sia trasversale e non dovranno comunque subire lavorazione alcuna dopo il tratta- mento di protezione della superficie.
Staffe e mensole saranno dimensionate in modo da potere sopportare il carico ottenuto riempiendo di cavi i canali sino al massimo consentito. L’interdistanza massima consentita sarà di 2 m. e in ogni caso la freccia massima del canale non dovrà superare 0,5 cm.
Curve, incroci e derivazioni saranno di tipo prestampato sia per i canali metallici sia per quelli in materiale plastico.
I setti divisori in lamiera d’acciaio o in PVC, che sono previsti a progetto, dovranno esse- re posti lungo tutta la lunghezza dei canali, ivi comprese curve e derivazioni. Non dovranno es- sere presenti fori o asolature sulla parete di separazione dei cavi.
I coperchi dovranno essere di tipo rimovibile senza l’utilizzo d’attrezzi e dovranno avere i bordi ripiegati.
La zincatura dei componenti d’acciaio non dovrà presentare difetti quali: vaiolatura, sco- rie, macchie nere, incrinature ecc.
Tutti i tagli non dovranno presentare sbavature o bordi taglienti. Per i canali metallici, nelle zone di taglio dovrà essere ripristinata la zincatura. Fori ed asolature effettuate per consen- tire l’uscita dei cavi, dovranno essere muniti di passacavi di gomma o d’altre guarnizioni di tipo isolante, che impediscano eventuali danneggiamenti.
Dovrà essere garantita, durante la posa in opera, la continuità elettrica per l’intero per- corso dei cavidotti metallici per mezzo d’appositi collegamenti d’equipotenzializzazione.
Tutta la bulloneria utilizzata deve essere in acciaio inox o in acciaio zincato a caldo; è espressamente vietato l’uso di rivetti.
Prima della loro installazione, si dovrà presentare alla DL una breve relazione contente i calcoli di dimensionamento delle staffe e delle mensole portacanali, avendo supposto i canali contenenti il massimo dei conduttori ammissibili.
Posa dei cavi nei canali:
I cavi dovranno essere semplicemente appoggiati sul fondo, in modo ordinato, paralleli tra loro, senza attorcigliamenti e rispettando il raggio di curvatura indicato nelle tabelle.
Lungo il percorso, i cavi non dovranno presentare giunzioni intermedie a meno di linee la cui lunghezza sia tale da non essere presenti in commercio pezzature di lunghezza adeguata. I cavi saranno eventualmente distanziati, se prescritto dalla modalità di posa al fine di annullare il mutuo riscaldamento; se la stessa canalina deve ospitare conduttori di sistemi diversi, dovrà adottarsi un separatore di servizio.
Lungo i canali, i cavi dovranno essere fissati agli stessi mediante l’impiego di fascette in materiale plastico in corrispondenza di curve, incroci e diramazioni. Nei tratti verticali i cavi do- vranno essere fissati alle passerelle con passo non superiore a 40 cm. I cavi, nei canali chiusi, sa- ranno fissati con apposite sbarre trasversali.
Il numero dei cavi installati dovrà essere tale da consentire un’occupazione non superio- re al 50% della sezione utile dei canali, secondo quanto prescritto dalle norme CEI 64-8.
Per il grado di protezione contro i contatti diretti, si applica quanto richiesto dalle nor- me CEI 64-8 utilizzando i necessari accessori (angoli, derivazioni ecc.); in particolare, opportune barriere dovranno separare cavi a tensioni nominali differenti.
I cavi verranno utilizzati secondo le indicazioni delle norme CEI 20-20. Posa su passerelle:
I cavi saranno fissati alle passerelle mediante legature che ne mantengano fissa la posizio-
ne.
Sui tratti di passerella inclinati e verticali le legature devono essere più numerose (alme- no una ogni metro) ed adatte a sostenere il peso dei cavi. Il numero di cavi su ogni passerella, deve essere tale da garantire che nelle condizioni previste di carico la loro temperatura si man- tenga entro i valori prescritti dalla norma.
− Tubazioni per posa in vista
Saranno del tipo in PVC autoestinguente rigido serie 3.3.2.1 esclusivamente a bassa emissione di fumi e gas tossici e corrosivi (LS0H) per posa all’interno, o in acciaio zincato a caldo con metodo Sendzmir e riporto di zinco sulle saldature, per posa su pareti o a soffitto, con dia- metro minimo di 20 mm. Le eventuali giunzioni saranno eseguite a perfetta regola d'arte con l'impiego di accessori atti ad assicurare un grado di protezione, a seconda dell'ambiente, IP 40 o IP 65.
Le tubazioni saranno fissate in modo sicuro e a mezzo di idonei fissatubi con punti di passo tali da garantire indeformabilità e rigidità.
Nelle dorsali di impianto in genere il complesso dei tubi convergenti o divergenti sarà sostenuto da sostegni con regolazione per evitare catenarie o cedimenti dei tratti diritti; nell'e- secuzione si avrà cura di un perfetto livellamento.
Non dovranno venire impiegate derivazioni a T. Le derivazioni saranno eseguite solo con l’impiego di adatte scatole o cassette di derivazione, assicurando comunque il grado di protezio- ne richiesto.
− Tubazioni per posa incassata a parete a pavimento o entro controsoffitto
Saranno del tipo in PVC autoestinguente flessibile serie 3.3.2.1 con diametro minimo di
16 mm.
Le tubazioni saranno tali da assicurare un facile infilaggio e sfilaggio dei conduttori; saran-
no previsti ampi raggi di curvatura in modo che non si debbano creare attriti pericolosi per i cavi o conduttori sottoposti ad eventuali ed inevitabili trazioni meccaniche nelle operazioni di sfilag- gio e di infilaggio.
Non dovranno venire impiegate curve stampate o prefabbricate, tanto meno derivazioni a T. Le derivazioni saranno eseguite solo con l'impiego di adatte scatole o cassette di derivazione e mediante adeguati ed appropriati morsetti.
Il fissaggio sarà eseguito con punti di malta fine se sotto intonaco, con l’impiego di idonei fissatubi entro controsoffitto, con punti di passo tali da garantire sufficiente indeformabilità. Per posa a pavimento saranno prontamente ricoperte con sufficiente spessore di malta fine.
Le tubazioni flessibili sopradescritte dovranno essere del tipo colorato in modo da di- stinguere in modo inequivocabile il tipo di conduttura all’interno delle controsoffittature e delle scatole di derivazione:
colore nero: energia colore verde: antintrusione
colore marrone: fonia e trasmissione dati - supervisione BUS colore azzurro: citofonia - videocitofonia - TV - TVCC colore lilla: allarme e rivelazione incendio
colore bianco: diffusione sonora
− Tubazioni flessibili di raccordo (guaine)
Saranno del tipo a spirale composta da termoplastico a base di PVC rigido autoestin- guente e copertura composta da termoplastico a base di PVC plastificato autoestinguente, classi- ficazione 2.3.1.1, complete di bocchettoni e raccordi atti ad assicurare il grado di protezione IP 65.
Le tubazioni saranno ormeggiate in modo sicuro a mezzo di idonei fissatubi con punti di passo tali da garantire sufficiente robustezza e flessibilità. Le derivazioni saranno eseguite solo con l’impiego di adatte scatole o cassette di derivazione, assicurando comunque il grado di pro- tezione richiesto.
− Tubazioni per le costruzioni prefabbricate
I tubi protettivi annegati nel calcestruzzo dovranno rispondere alle prescrizioni delle norme CEI 23-17.
Essi dovranno essere inseriti nelle scatole preferibilmente con l'uso di raccordi atti a ga- rantire una perfetta tenuta. La posa dei raccordi dovrà essere eseguita con la massima cura in modo che non si creino strozzature. Allo stesso modo i tubi dovranno essere uniti tra loro per mezzo di appositi manicotti di giunzione.
La predisposizione dei tubi dovrà essere eseguita con tutti gli accorgimenti della buona tecnica in considerazione del fatto che alle pareti prefabbricate non è in genere possibile appor- tare sostanziali modifiche nè in fabbrica nè in cantiere.
Le scatole da inserire nei getti di calcestruzzo dovrà avere caratteristiche tali da soppor- tare le sollecitazioni termiche e meccaniche che si presentano in tali condizioni. In particolare le scatole rettangolari porta apparecchi e le scatole per i quadretti elettrici dovranno essere co- struite in modo che il loro fissaggio sui casseri avvenga con l'uso di rivetti, viti o magneti da inse- rire in apposite sedi ricavate sulla membrana anteriore della scatola stessa. Detta membrana do- vrà garantire la non deformabilità delle scatole.
La serie di scatole proposta dovrà essere completa di tutti gli elementi necessari per la realizzazione degli impianti comprese le scatole di riserva conduttori necessarie per le discese alle tramezze che si che si monteranno in un secondo tempo a getti avvenuti.
− Cavidotti corrugati per posa interrata
Saranno del tipo in polietilene a doppia parete, corrugati esternamente e lisci interna- mente, forniti in rotoli e completi di filo di ferro guida. Eventuali giunzioni saranno realizzate a mezzo di idonei manicotti di giunzione IP 40 con sistema interno di aggancio atto ad assicurare un’elevata resistenza alla trazione.
Per distinguere prontamente servizi diversi, dette tubazioni potranno essere di colori di-
versi.
Per l'interramento dei cavi elettrici, si dovrà procedere nel modo seguente:
sul fondo dello scavo, sufficiente per la profondità di posa preventivamente concordata
con la Direzione Lavori e privo di qualsiasi sporgenza o spigolo di roccia o di sassi, si dovrà co- stituire, in primo luogo, un letto di sabbia di fiume, vagliata e lavata, o di cava, vagliata, dello spes- sore di almeno 10 cm, sul quale si dovrà distendere poi la tubazione senza premere e senza farla affondare artificialmente nella sabbia;
si dovrà quindi stendere un altro strato di sabbia come sopra, dello spessore di almeno 5 cm, in corrispondenza della generatrice superiore del tubo (o dei tubi); pertanto lo spessore finale complessivo della sabbia dovrà risultare di almeno cm 15 più il diametro del tubo (quello maggiore, avendo più tubi);
sulla sabbia così posta in opera si dovrà infine disporre una fila continua di mattoni pieni, bene accostati fra loro e con il lato maggiore secondo l'andamento del tubo (o dei tubi) se que- sto avrà il diametro (o questi comporranno una striscia) non superiore a cm 5 od al contrario in senso trasversale (generalmente con più tubi);
sistemati i mattoni, si dovrà procedere al reinterro dello scavo pigiando sino al limite del possibile e trasportando a rifiuto il materiale eccedente dall'iniziale scavo.
L'asse del tubo (o quello centrale di più tubi) dovrà ovviamente trovarsi in uno stesso piano verticale con l'asse della fila di mattoni.
Per la profondità di posa sarà seguito il concetto di avere il tubo (o i tubi) posti sufficien- temente al sicuro da possibili scavi di superficie per riparazioni ai manti stradali o cunette even- tualmente soprastanti, o movimenti di terra nei tratti a prato o giardino.
In mancanza di indicazioni specifiche sugli elaborati di progetto dovrà essere osservata la profondità di almeno cm 50 ai sensi della norma CEI 11-17.
L’interramento sarà comunque segnalato da un idoneo nastro che ne indichi la sottostante presenza,
interrato ad una profondità di 20 cm dal finito.
Le tubazioni dovranno risultare coi singoli tratti uniti tra loro o stretti da collari o flange, onde evitare discontinuità nella loro superficie interna.
Il diametro interno della tubazione dovrà essere in rapporto non inferiore ad 1,3 rispet- to al diametro del cavo o del cerchio circoscrivente i cavi, sistemati a fascia.
Per l'infilaggio dei cavi, si dovranno avere adeguati pozzetti sulle tubazioni interrate ed apposite cassette sulle tubazioni non interrate.
Il distanziamento fra tali pozzetti e cassette sarà da stabilirsi in rapporto alla natura ed alla grandezza dei cavi da infilare. Tuttavia, per cavi in condizioni medie di scorrimento e gran- dezza, il distanziamento resta stabilito di massima:
al massimo ogni m. 20 circa se in rettilineo;
al massimo ogni m. 10 circa se con interposta una curva.
I cavi non dovranno subire curvature di raggio inferiore a 15 volte il loro diametro.
NUMERO MASSIMO DI CAVI UNIPOLARI DA INTRODURRE IN TUBI PROTETTIVI
(i numeri tra parentesi sono per i cavi di comando e segnalazione)
diam. e/diam.i mm | Sezione dei cavetti in mm² | ||||||||
(0,5) | (0,75) | (1) | 1,5 | 2,5 | 4 | 6 | 10 | 16 | |
20/15,5 | ( 9) | 7 | 4 | 4 | 2 | ||||
25/19,8 | (12) | 9 | 7 | 7 | 4 | 2 | |||
32/26,4 | 12 | 9 | 7 | 7 | 3 |
Sezione I.11 3.2 CONDUTTORI
I conduttori installati entro tubazioni e canale in PVC saranno in rame, flessibili isolati in materiale termoplastico e/o gomma, del tipo indicato nella descrizione dei lavori, nell’elenco de- scrittivo delle voci e negli elaborati grafici.
Entro canale zincate e/o entro tubazioni interrate saranno impiegati esclusivamente cavi multipolari 0,6/1kV in rame, rigidi o flessibili, isolati in materiale termoplastico e/o in gomma, con guaina ed eventuale riempitivo, del tipo indicato nella descrizione dei lavori, nell’elenco de- scrittivo delle voci e negli elaborati grafici.
Le caratteristiche dei cavi impiegati saranno tali da renderli comunque idonei all’ambien- te di posa.
I conduttori dovranno essere tagliati nella lunghezza adatta per ogni circuito: si esegui- ranno giunzioni solo per le necessarie derivazioni o nel caso in cui si venga a superare le pezza- ture che possono essere allestite dalle Case costruttrici; le suddette giunzioni saranno eseguite con appositi morsetti abbondantemente dimensionati solamente all'interno di cassette di deriva- zione opportunamente predisposte o con l’impiego di morsetti a compressione in rame stagna- to, del tipo testa – testa, con l’impiego di nastro isolante autoagglomerante e doppio strato di guaina isolante termorestringente.
Tutti i conduttori, per una facile individuazione, saranno adeguatamente contrassegnati con siglatura corrispondente a quella prescritta negli schemi progettuali, la siglatura dovrà essere presente almeno sull’attestamento nei quadri elettrici e nelle scatole di derivazione. La siglatura
dovrà essere realizzata in modo indelebile utilizzando esclusivamente componentistica di tipo omologato allo scopo (anelli segnafilo, fascette ecc.). Sarà assolutamente vietata la siglatura ma- nuale su altri tipi di supporto (es. nastri adesivi ecc.)
Caratteristiche dei conduttori
Tutti i cavi impiegati nella realizzazione degli impianti elettrici dovranno essere rispon- denti alle norme UNEL e CEI.
In particolare, nella realizzazione degli impianti saranno impiegati i seguenti tipi di cavi come espressamente indicati sugli elaborati progettuali e più dettagliatamente specificati nel Computo Metrico:
- cavi con conduttore flessibile in rame, unipolari con tensione nominale 450/750 V tipo N07V-K per posa entro tubazioni sui circuiti di energia con tensione 230/400V e per correnti deboli (CEI 20-22) con isolamento e guaina di tipo non propagante l'incendio; utilizzati esclusiva- mente per posa entro tubazioni autoestinguenti sottotraccia.
- cavi con conduttori flessibili in rame, unipolari o multipolari, isolati in materiale termo- plastico sotto guaina in materiale termoplastico non propagante l'incendio (CEI 20-22) tipo FG7(O)-R tensione nominale 0,6/1 kV, per posa entro tubazioni interrate, per circuiti di energia fino a tensioni 230/400V e per comandi, segnalazioni e interblocchi.
- cavi tipo N07G9-K con isolante elastomerico reticolato, non propaganti l'incendio ed a ridotta emissione di fumi, gas tossici e corrosivi, a norma CEI 20-22 II, CEI 20-35, CEI 20-37; utilizzati esclusivamente per posa entro tubazioni autoestinguenti in vista o entro controsoffitta- ture.
- cavi tipo FG7(O)-M1 0,6/1 kV con isolante elastomerico reticolato e guaina termopla- stica speciale non propagante l'incendio ed a ridotta emissione di fumi, gas tossici e corrosivi a norma CEI 20-22 II, CEI 20-35, CEI 20-37 I, CEI 20-38 tensione di esercizio 0,6/1 kV; utilizzati per la realizzazione dei montanti principali e della distribuzione dei circuiti terminali in cavo uni- multipolare per posa su passerella metallica, entro canali e tubazioni autoestinguenti o a vista per circuiti di energia fino a tensioni 230/400V e per comandi, segnalazioni e interblocchi.
- cavi tipo FTG10(O)M1 0,6/1 kV tipo RF 31-22 per l’alimentazione dei servizi di sicurezza, espressa- mente indicati sugli elaborati progettuali, avranno caratteristica di resistenza al fuoco con conduttori a corda flessibile di rame stagnato con barriera ignifuga per la resistenza al fuoco CEI 20-45, isola- mento con elastomerico reticolato, guaina a base di elastomero reticolato secondo Norme CEI 20- 36, CEI 20-22 II per la non propagazione dell’incendio, CEI 20-35 per la non propagazione della fiam- ma, CEI 20-37 I e 20-38 per l’assenza di gas corrosivi, per posa parte in passerella metallica parte en- tro canali e tubazioni autoestinguenti in vista e parte in tubazioni flessibili autoestinguenti sottotrac-
cia.
I conduttori per l’impianto di rivelazione incendio saranno dei seguenti tipi:
- Per i loop di rivelazione, schermati e twistati di sezione 2x1,5 mmq, tipo FG4OHM1 0,6/1 con ca- ratteristica di resistenza al fuoco, di non propagazione dell'incendio ed a ridottissima emissione di fumi, gas tossici e corrosivi (LS0H) a norma CEI 20-22 II, 20-35, 20-36, 20-37, 20-38; per posa sia in passerella metallica sia entro canali e tubazioni autoestinguenti in vista sia entro tubazioni flessibili
autoestinguenti sottotraccia.
Per le linee di alimentazione degli avvisatori ottici ed acustici d’incendio e dei diffusori acustici dell’impianto di diffusione sonora, tipo FTG10(O)M1 0,6/1 kV tipo RF 31-22, con con- duttori a corda flessibile di rame stagnato con barriera ignifuga per la resistenza al fuoco CEI 20-
45, isolamento con elastomerico reticolato, guaina a base di elastomero reticolato secondo Norme CEI 20-36, CEI 20-22 II per la non propagazione dell’incendio, CEI 20-35 per la non pro- pagazione della fiamma, CEI 20-37 I e 20-38 per l’assenza di gas corrosivi, per posa sia in passe- rella metallica, sia entro canali e tubazioni autoestinguenti in vista e sia entro tubazioni flessibili autoestinguenti sottotraccia.
Per gli altri impianti speciali dovranno essere impiegati esclusivamente conduttori con le caratteristiche espressamente indicate nell’Elenco Prezzi Unitari e/o nell’Elenco Descrittivo delle Voci.
− Individuazione dei conduttori
I cavi saranno contrassegnati in modo da individuare prontamente il servizio a cui appar- tengono; inoltre, i singoli conduttori saranno contrassegnati in modo da individuare la funzione.
L'individuazione potrà essere effettuata con codice alfanumerico o con i colori.
Ogni cavo deve essere siglato in modo da consentirne l’individuazione in maniera inequi- vocabile. Le marcature dovranno essere conformi alla norma CEI 16-7 art.3 alle estremità e sulle cassette di derivazione dorsali. Si dovranno impiegare anelli o tubetti portaetichette presiglate di tipo termorestringente che garantiscano indelebilità delle scritte.
Le scritte dovranno essere comunque concordi a quelle indicate negli elaborati grafici di progetto.
− Colori distintivi dei cavi
I conduttori impiegati nell'esecuzione degli impianti devono essere contraddistinti dalle colorazioni previste dalle vigenti tabelle di unificazione CEI-UNEL 00722-74 e 00712.
In particolare la colorazione dei conduttori dovrà essere diversificata, in relazione alle classi di appartenenza dei conduttori, in modo da rendere perfettamente distinguibili tra loro le tre fasi, il neutro, e il PE.
I colori dovranno essere:
- marrone, nero, grigio, per le tre fasi di potenza;
- blu per il conduttore del neutro;
- giallo verde per il conduttore di terra e protezione;
- rosso per i conduttori positivi in c.c.
- nero per i conduttori negativi in c.c.
Questi ultimi due dovranno essere localizzati entro apposite tubazioni, in quanto appar- tenenti a circuiti a corrente continua.
In genere dovranno essere identificati i singoli circuiti f.m. e luce, mediante fascette nu- meriche alfabetiche nel modo seguente:
- alimentazione fase 1 = L1
- alimentazione fase 2 = L2
- alimentazione fase 3 = L3
- alimentazione neutro = N
- utenza fase 1 = U
- utenza fase 2 = V
- utenza fase 3 = W
- corr. cont. negativo = L-
- corr. cont. positivo = L+
- conduttore di protezione = PE
- conduttore di terra = E
− Sezioni minime e cadute di tensioni massime ammesse
Le sezioni dei conduttori calcolate in funzione della potenza impegnata e della lunghezza dei circuiti (affinché la caduta di tensioni non superi il valore del 4% della tensione a vuoto) de- vono essere scelte tra quelle unificate. In ogni caso non devono essere superati i valori delle portate di corrente ammesse, per i diversi tipi di conduttori, dalle tabelle di unificazione CEI-U- NEL.
Indipendentemente dai valori ricavati con le precedenti indicazioni, le sezioni minime ammesse per i conduttori di rame sono:
-0,75 mm2 per i circuiti di segnalazione e telecomando;
-1,5 mm2 per illuminazione di base, derivazione per prese a spina per altri apparecchi di illuminazione e per apparecchi con potenza unitaria inferiore o uguale a 1,5 kW;
-2,5 mm2 per derivazione con o senza prese a spina per utilizzatori con potenza unitaria superiore a 1,5 kW e inferiore o uguale a 2,2 kW;
-4 mm2 per montanti singoli o linee alimentanti singoli apparecchi utilizzatori con poten- za nominale superiore a 2,2 kW;
a.
− Sezione minima dei conduttori neutri
La sezione dei conduttori neutri non deve essere inferiore a quella dei corrispondenti conduttori di fase. Per conduttori in circuiti polifasi, con sezione superiore a 16 mm2, la sezione dei conduttori neutri può essere ridotta alla metà di quella dei conduttori di fase, con il minimo tuttavia di 16 mm2 (per conduttori in rame), purché siano soddisfatte le condizioni degli artt. 522, 524.1, 524.2, 524.3, 543.1.4. delle norme CEI 64-8
b.
− Sezione dei conduttori di terra e protezione
La sezione dei conduttori di terra e di protezione, cioè dei conduttori che collegano al- l'impianto di terra le parti da proteggere contro i contatti indiretti, non deve essere inferiore a quella indicata nella tabella 1, tratta dalla tab. 54F delle norme CEI 64-8. (Vedi anche le prescri- zioni riportate agli artt. 543, 547.1.1., 547.1.2. e 547.1.3. delle norme CEI 64-8)
La sezione del conduttore di terra deve essere non inferiore a quella del conduttore di protezione suddetta con i minimi di seguito indicati:
(FE)
Sezione minima (mm²) Protetto contro la corrosione ma non meccanicamente 16 (CU) 16 (FE)
Non protetto contro la corrosione 25 (CU) 50
In alternativa ai criteri sopra indicati è ammesso il calcolo della sezione minima del con-
duttore di protezione mediante il metodo analitico indicato al paragrafo a) dell'art. 9.6.0 1 delle norme CEI 64-8.
− Sezione minima del conduttore di protezione
Sezione del conduttore di fase che alimenta la macchina o l'apparecchio | Cond. protez. facente parte del- lo stesso cavo o infilato nello stes- so tubo del conduttore di fase | Cond. protez. non facente parte dello stesso cavo e non infilato nello stesso tubo del condut. di fase |
mm² | mm² | mm² |
minore o uguale a 16 uguale a 35 | 16 | 16 |
maggiore di 35 | metà della sezione del condut. di fase; nei cavi multipol., la sez. specificata dalle rispettive norme | metà della sezione del condut. di fase nei cavi multip., la sez. specificata dalle rispettive norme |
− Propagazione del fuoco lungo i cavi
I cavi in aria installati individualmente, cioè distanziati fra loro di almeno 250 mm, devo- no rispondere alla prova di non propagazione delle norme CEI 20-35.
Quando i cavi sono raggruppati in ambiente chiuso in cui sia da contenere il pericolo di propagazione di un eventuale incendio, essi devono avere i requisiti di non propagazione dell'in- cendio in conformità alle norme CEI 20-22
c.
− Provvedimenti contro il fumo
Poiché i cavi risultano installati in notevole quantità in ambienti chiusi frequentati dal pubblico e di difficile e lenta evacuazione, si devono adottare sistemi di posa atti a impedire il di- lagare del fumo negli ambienti stessi e ricorrere ricorrere all'impiego di cavi a bassa emissione di fumo secondo le norme CEI 20-37 e 20-38
− Problemi connessi allo sviluppo di gas tossici e corrosivi
Poiché i cavi risultano installati in ambienti chiusi frequentati dal pubblico, oppure si tro- vano a coesistere, in ambiente chiuso, con apparecchiature particolarmente vulnerabili da agenti corrosivi, deve essere tenuto presente il pericolo che i cavi stessi bruciando sviluppino gas tossi- ci o corrosivi.
Occorre pertanto fare ricorso all'impiego di cavi aventi la caratteristica di non sviluppare gas tossici e corrosivi ad alte temperature, secondo
Sezione I.12 3.3 CASSETTE E SCATOLE DI DERIVAZIONE
Esse troveranno impiego ove sussista una necessità di derivazione, smistamento o transi- to di conduttori; nell'ultimo caso il conduttore sarà passante senza interruzione. Potranno esse- re da incasso o in vista. Le cassette di derivazione in vista, in silumin per tubazioni in acciaio zin- cato per assicurare pari robustezza e continuità metallica ed in materiale termoplastico autoe- stinguente per tubazioni in PVC e/o cavi in guaina, saranno provviste di imbocchi di tipo a cono oppure del tipo a pressacavo o fissatubo, gli imbocchi saranno di dimensioni idonee a ricevere e bloccare il cavo o la tubazione mantenendo il grado di protezione meccanica richiesto. Le cas- sette o scatole saranno fissate alle pareti con tasselli o chiodi sparati ma dotati di filettatura per poter agevolmente asportare la cassetta qualora particolari motivi impongano tale necessità.
Le cassette da incasso saranno in materiale isolante autoestinguente, fissate a parete con malta fine o del tipo tondo o a cannocchiale per l’alloggiamento in pareti prefabbricate e/o di cartongesso.
Il grado di protezione meccanica sarà idoneo alle caratteristiche dell’ambiente di installa- zione e del sistema di tubazioni cui saranno annesse.
I circuiti che vi fanno capo saranno adeguatamente contrassegnati in modo inequivocabi- le con idonee targhette e/o con scritte indelebili riportati sul coperchio delle stesse.
Le cassette, in materiale termoplastico autoestinguente devono essere composte da un unico pezzo. Le viti di fissaggio dovranno essere collocate in apposita sede.
Le cassette dovranno poter contenere i morsetti di giunzione, di derivazione ed anche setti separatori in grado di garantire l’eventuale separazione tra sistemi a tensione nominale di- versa.
I coperchi delle cassette dovranno essere fissati alle stesse mediante l’impiego di viti in nylon con testa sferica. Sono consentite, previa approvazione della DL, anche viti in metallo.
Per le cassette di maggiori dimensioni dovrà essere possibile l’apertura a cerniera del co- perchio. Le guarnizioni, in neoprene o in gomma siliconica, dovranno essere del tipo antinvec- chiante.
Le cassette dovranno essere installate in modo da renderne agevole l’accessibilità, do- vranno inoltre essere fissate in modo da non sollecitare tubi o cavi che ad esse fanno capo. Sono pertanto consentiti l’impiego di tasselli ad espansione, bulloneria trattata con procedimento anti- ossidante e chiodatura a sparo.
Le cassette di derivazione poste lungo le dorsali dovranno essere munite di morsetti fissi o componibili in poliammide 6.6 aventi tensioni di isolamento coerenti con quelle dei cavi ad essi attestatisi. Il serraggio dei conduttori dovrà in ogni modo essere del tipo indiretto.
E’ consentito l’uso d’altri morsetti solo dopo esplicita approvazione da parte della DL..
L’ingresso cavi nelle cassette di derivazione e di transito dovrà essere realizzato esclusivamente per mezzo di raccordi pressacavo.
I raccordi alle cassette di derivazione delle tubazioni rigide o flessibili dovranno essere realizzati con appositi raccordi tubo/scatola con idoneo grado di protezione come indicato sugli elabora- ti progettuali (min. IP40).
Alcune derivazioni, se espressamente richiesto dalla D.L., potranno essere effettuate al di fuori delle cassette. A tale scopo dovranno impiegarsi solo morsetti del tipo a perforazione dell’iso- lamento. Scatole e cassette di derivazione e/o transito dovranno essere dotate di tutti gli ac- cessori (pressacavi, raccordi ecc.) necessari per garantire il grado di protezione richiesta. La di- mensione minima per le cassette di derivazione installate sui canali luce, forza e continuità as- soluta deve essere pari a 110x110x70 mm. È fatto assoluto divieto di eseguire derivazioni con l’impiego di morsetti del tipo “mammouth” o peggio con l’impiego di nastro isolante.
Dovrà essere prevista la possibilità di utilizzo di coperchi alti che permettano l’aumento di spazio disponibile all’interno della scatola stessa
I coperchi dovranno essere disponibili anche in esecuzione trasparente, così da consenti- re la monitorizzazione delle apparecchiature installate all’interno della scatola
Possibilità di facile inserimento di morsettiere tramite appositi supporti all’interno della
scatola
Possibilità di accoppiare più cassette con l’impiego di appositi raccordi, che permettono
il passaggio dei cavi da una scatola all’altra.
Le scatole di derivazione e le cassette da impiegare dovranno essere del tipo certificato dal costruttore per le seguenti caratteristiche:
Grado di protezione IP44, IP55 e IP56 a seconda della tipologia Glow wire test da 650°C a 960°C a seconda della tipologia Resistenza agli urti da IK07 a IK08 a seconda della tipologia
Rispondenza dei contenitori alle Norme CEI 23-48, IEC 670 (CEI 23-48)
Possibilità di disporre all’interno della gamma di una serie di accessori per intestatura ca- vie tubi alla scatola, con grado di protezione da IP44 a IP66
Sezione I.13 3.4 UTILIZZATORI DI LUCE E FORZA MOTRICE E DI COMANDO IN GENERE
A seconda della tipologia dei vari ambienti potranno essere da incasso o da esterno, con grado di protezione elettrica e meccanica comunque adeguato al servizio cui sono destinati non- ché alle caratteristiche dei locali.
Ubicazione ed altezze di installazione sono rispettivamente indicate nelle distribuzioni planimetriche e nello schema delle quote installative delle apparecchiature, salvo diverse o inte- grative disposizioni fornite all’atto pratico dal Direttore dei Lavori.
Ulteriori caratteristiche sono specificate nelle descrizioni delle singole voci.
Sezione I.14 3.5 APPARECCHI ILLUMINANTI
Gli apparecchi illuminanti dovranno essere in grado di fornire i livelli di illuminamento, rendimento e confort visivo prescritti dalle Norme UNI EN 12464 (illuminazione di interni), nonché dalle normative specifiche per l’illuminazione di sicurezza.
Posizionamento, tipologie e caratteristiche tecniche degli apparecchi illuminanti e delle lampade sono specificati nelle distribuzioni planimetriche e nelle descrizioni delle singole voci.
Per impianti di illuminazione stradale e/o di aree esterne i plinti dovranno venire verifica- ti anche in base al disposto del D.M. 16/01/1996.
Tutti gli apparecchi destinati all’illuminazione di aree esterne dovranno essere conformi ai disposti della Legge regionale 18 giugno 2007, n. 15 - Misure urgenti in tema di contenimento dell'inqui-
namento luminoso, per il risparmio energetico nelle illuminazioni per esterni e per la tutela dell'ambiente e dell'attivita' svolta dagli osservatori astronomici.
Tutti gli apparecchi illuminanti saranno protetti da un fusibile per ogni singola accensio- ne, eccezion fatta per i soli corpi illuminanti con lampadine ad incandescenza se non impiegati per l’illuminazione di sicurezza.
Tutti gli apparecchi illuminanti verranno posti in opera in vista a parete o sospesi con si- stemi di tassellatura ad espansione di idonee caratteristiche e con passo di fissaggio prescritto dal costruttore in base al carico complessivo, comunque previa verifica della D.L.
Tutti gli apparecchi da incasso dovranno essere muniti di dispositivo di anticaduta acci- dentale di schermi o parabole forniti dal Costruttore; allo stesso scopo per evitare la rottura dei pannelli gli apparecchi downlight da incasso per pannelli 60 x 60 dovranno essere posti in opera su appositi supporti in lamiera d’acciaio di dimensioni pari a quelle del pannello, anch’essi forniti dal Costruttore. 4 QUALITA' E CARATTERISTICHE DEI MATERIALI
− Generalità
Ai sensi dell'Articolo 6 del Decreto del ministero dello sviluppo economico 22 gennaio 2008, n. 37 dovrà essere utilizzato materiale elettrico costruito a regola d'arte, recante un mar- chio che ne attesti la conformità (per esempio IMQ), ovvero dovrà essere verificato che abbia ottenuto il rilascio di un attestato di conformità da parte di uno degli organismi competenti per ciascuno degli stati membri della Comunità Economica Europea, oppure sia munito di dichiara- zione di conformità rilasciata dal costruttore.
I materiali non previsti nel campo di applicazione della Legge 18 ottobre 1977, n. 791 e per i quali non esistono norme di riferimento dovranno comunque essere conformi alla Legge 1 marzo 1968, n. 186.
Tutti i materiali e gli apparecchi impiegati negli impianti elettrici devono essere adatti al- l'ambiente in cui sono installati e devono avere caratteristiche tali da resistere alle azioni mecca- niche, corrosive, termiche o dovute all'umidità alle quali possono essere esposti durante l'eserci- zio.
Tutti i materiali e gli apparecchi devono essere rispondenti alle relative norme CEI e le tabelle di unificazione CEI-UNEL, ove queste esistono.
Per i materiali la cui provenienza è prescritta dalle condizioni del capitolato speciale d'appalto, potranno pure essere richiesti i campioni, sempre che siano materiali di normale pro- duzione.
Tutti gli apparecchi devono riportare dati di targa ed eventuali indicazioni d'uso utilizzan- do la simbologia del CEI e la lingua Italiana.
− Accettazione
Si specifica che la descrizione di alcuni impianti e/o apparecchiature nel presente Capitolato Spe- ciale d’Appalto, nell'Elenco Prezzi Unitari e sugli elaborati grafici è riferita ad una marca ben precisa esclusivamente allo scopo di consentire all’offerente una corretta ed agevole valutazione di quanto previsto nel progetto esecutivo.
L’appaltatore sarà libero di proporre materiali ed apparecchiature con riferimento ad una Casa Costruttrice diversa a patto che gli stessi rispettino le caratteristiche tecniche e prestazionali equivalenti del modello descritto in progetto.
Nei prezzi di tutte le forniture s’intende sempre compreso il trasporto e le consegne dei materia- le, franchi da ogni spesa, a piè d’opera in cantiere di lavoro in ogni zona del territorio comunale.
Si precisa inoltre che all’interno del cantiere, ogni altro spostamento dei materiali per qualsiasi motivo o disposizione avvenga, e già compensato nel prezzo di applicazione avvenga, è gia compensa- to nel prezzo di applicazione.
L’appaltatore dovrà fornire tutti i materiali di prima qualità, delle dimensioni, peso, numero, specie e lavorazione indicati in ogni articolo dell’elenco prezzi e dovranno giungere in cantiere solo duran- te le ore di lavoro in modo che possano essere controllati e misurati in contraddittorio con tecnici dell’Amministrazione Appaltante addetti alla misurazione e contabilità dei lavori.
I materiali occorrenti, per eseguire le opere appaltate, saranno della migliore qualità esistente in commercio, senza difetti, lavorati secondo le migliori regole d’arte e dovranno essere provenienti dalle migliori fabbriche. Prima dell’impiego, in ogni caso, i materiali dovranno ottenere l’approvazione
della D.L., in relazione alla loro rispondenza ai requisiti di qualità, idoneità, durabilità, applicazione etc. stabiliti dal presente Capitolato.
Per i materiali già approvvigionati a piè d’opera e riconosciuti non idonei, la Direzione dei Lavori deciderà a suo insindacabile giudizio se essi debbano venire senz’altro scartati oppure se possano am- mettersi applicando una adeguata detrazione percentuale sulla loro quantità o sul loro prezzo. Nel primo caso, e nel secondo quando la Ditta appaltatrice non intenda accettare la detrazione stabilita dalla Direzione Lavori, la Ditta appaltatrice stessa dovrà provvedere, a proprie spese, all’allontana- mento dal cantiere dei materiali dichiarati non idonei entro il termine di tre giorni dalla comunicazio- ne delle decisioni della D.L. In mancanza, potrà provvedere direttamente l’Amministrazione appaltan- te, a rischio e spese dell’Impresa appaltatrice.
Le decisioni della Direzione dei Lavori, in merito all’accettazione dei materiali, non potranno in al- cun caso pregiudicare i diritti dell’Amministrazione appaltante in sede di collaudo.
I materiali dei quali sono stati richiesti i campioni, non potranno essere posti in opera che dopo l'accettazione da parte della Direzione dei Lavori.
L'Impresa aggiudicataria non dovrà porre in opera in nessun caso materiali rifiutati dalla Direzione dei Lavori, provvedendo quindi ad allontanarli dal cantiere a proprie spese.
Dell’accettazione finale di tutti i materiali proposti, si dovrà compilare regolare verbale, allegando allo stesso copia cartacea di sintesi indicante l’elenco dettagliato di tutti i materiali scelti (Marca, tipo)
− Prove dei materiali
Il Direttore dei Lavori indicherà preventivamente, a sua discrezione, eventuali prove da eseguirsi in fabbrica o presso laboratori specializzati da precisarsi, sui materiali da impiegarsi negli impianti og- getto dell'appalto.
la Ditta appaltatrice sarà obbligata a prestarsi in ogni tempo, e a sue spese, alle prove alle quali la
D.L. riterrà di sottoporre i materiali da impiegare, o anche già impiegati dall’Impresa stessa in dipen- denza del presente appalto. Dette prove saranno effettuate da un laboratorio ufficialmente autorizza- to, quando ciò sia disposto da leggi, regolamenti e norme vigenti, o manchino in cantiere le attrezza- ture necessarie. Affinché il tempo richiesto per l’esecuzione di tali prove non abbia ad intralciare il regolare corso dei lavori, la Ditta appaltatrice dovrà:
approvvigionare al più presto in cantiere i materiali da sottoporre a prove di laboratorio; presentare i campioni immediatamente dopo l’affidamento dei lavori;
escludere materiali che in prove precedenti abbiano dato risultati negativi o deficienti;
in genere, fornire materiali che notoriamente rispondano alle prescrizioni del Capitolato.
Le spese inerenti a tali prove non faranno carico all’Amministrazione, la quale si assumerà le sole spese per fare eventualmente assistere alle prove propri incaricati.
Non saranno in genere richieste prove per i materiali contrassegnati col Marchio Italiano di Quali- tà (IMQ) od equivalenti ai sensi della legge 18-18-10-1977, n.791.
− Apparecchiature e componenti serie civile
− Serie civile modulare da incasso
La serie civile da scegliersi dovrà possedere le seguenti caratteristiche:
0. essere facilmente reperibile sul mercato;
1. possedere una vasta gamma di funzioni;
2. le placche in tecnopolimero dovranno avere un’ampia gamma di colori;
3. le scatole da incassare nella parete dovranno essere a 3, 4, 6 moduli allineati o multi- ple fino a 18 moduli secondo necessità e/o specifiche;
4. profondità delle scatole da incasso pari a 49mm;
5. possibilità di montaggio in scatole esterne con grado di protezione fino a IP55;
6. gamma comprendente telai per montaggio ad incasso, che garantiscano un grado di protezione minimo IP55 (frontalino);
7. il colore dei frutti potrà essere scelto tra il nero e bianco o, nel caso delle prese a spina, arancio, verde e rosso;
23-9.
8. ampia gamma comprendente apparecchiature specifiche per il comfort, sicurezza, ri- velazione e regolazione;
9. .Comandi
Sono da adottarsi esclusivamente i tipi approvati a marchio IMQ secondo la norma CEI
I frutti devono essere del tipo a montaggio a scatto sui telai portapparecchi ed avere le seguenti ca-
ratteristiche:
1. Tasto a grande superficie in accordo al D.P.R. 384 relativo alle barriere architettoni- che, ed aventi dimensioni in altezza modulare (45 mm) con la possibilità, tramite ap- posito accessorio, dell’eventuale montaggio in quadri di distribuzione;
2. tasto di tipo fotoluminescente o equipaggiabile con lampada di segnalazione;
3. tasto con finitura liscia per agevolarne la pulizia;
4. morsetti doppi con chiusura a mantello e viti imperdibili per il facile serraggio dei conduttori flessibili fino a 4 mmq o rigidi fino a 6 mmq di sezione;
5. corpo in materiale termoindurente e resistente alla prova del filo incandescente fino a 850°C;
6. interruttori di comando con corrente nominale di 10A o 16A;
7. pulsanti con ampia gamma comprendente pulsanti con contatti 1NA; 1NC; 2NA; 1NA doppio; 1NA doppio con interblocco meccanico;
8. possibilità di personalizzazione dei tasti ed ampia gamma di tasti intercambiabili con varie simbologie.
− Prese a spina
Sono da adottarsi esclusivamente i tipi approvati a marchio IMQ secondo secondo le norme CEI 23-5, CEI 23-50 e CEI 23-16.
I frutti devono essere del tipo a montaggio a scatto sui telai portapparecchi ed avere le seguenti ca- ratteristiche:
A Dimensioni in altezza modulare (45 mm) con la possibilità, tramite apposito accessorio, del- l’eventuale montaggio in quadri di distribuzione.
B morsetti doppi con chiusura a mantello e viti presvitate ed imperdibili per il facile serraggio dei conduttori flessibili fino a 4 mmq o rigidi fino a 6 mmq di sezione.
C corpo in materiale termoindurente e resistente alla prova del filo incandescente fino a 850°C. ampia gamma comprendente:
D prese a standard italiano (poli allineati) da 10A; 16A; bivalenti 10/16A E prese a standard tedesco 16A con terra laterale e centrale
F prese a standard italiano bivalente e tedesco con terra laterale e centrale (P30) G alveoli protetti con schermi di sicurezza contro l’introduzione del filo da 1 mm
H possibilità di ampia scelta di colori, quali ad esempio nero, bianco, verde, arancio e rosso, per la suddivisione ed individuazione dei diversi servizi e/o dei circuiti
− Prese TV
La serie adottata dovrà comprendere prese TV per ricezione di segnali terrestri e satelli- tari conformi alla norma EN 50083.
La gamma comprenderà prese di tipo passante, terminale o diretta.
La gamma di frequenza dovrà essere da 5 a 2400 MHz al fine di poter utilizzare il canale di ritorno che servirà in un prossimo futuro per la fruizione di servizi interattivi.
I connettori dovranno essere di tipo IEC maschio con diametro 9,5 mm o di tipo "F"
− Prese telefono/dati
La serie adottata dovrà comprendere prese per fonia e dati con un’ampia gamma di scel- ta, comprendente:
connettore telefonico RJ11
connettore telefonico RJ11 doppio in un modulo connettore telefonico RJ12
connettore telefonico a standard francese con 8 contatti
connettore per trasmissione dati/fonia RJ45 non schermato o parzialmente schermato
− Segnalazioni
La serie adottata dovrà comprendere segnalazioni luminose e acustiche quali: Spia singola alimentata a 12/24/230V di di colore a scelta della D.L.
Segnapasso con fascio di luce regolabile alimentato a 12724V di colore a scelta della D.L. Suoneria alimentata a 12V o 230V
Ronzatore alimentato a 12V o 230V Segnalatore acustico elettronico combinato
− Termostati elettronici
Possibilità di regolazione della velocità della ventola per Fan-coils Dimensioni max. tre moduli
Tensione di alimentazione 230V – 50/60 Hz
Segnalazione luminosa a LED di indicazione di carico inseriti/disinserito Contatti in uscita 1NA-5 A (AC1) – 2 A (AC14) – 250 V
Campo di regolazione min. da+5°C/+30°C Precisione di lettura +- 1°C
Limiti della temperatura di funzionamento 0°C/+50°C
Rispondenza alle seguenti Norme: EN55014-1; EN55014-2; EN61000-3-2; EN61000-3-3; EN60730-1; EN60730-2-9;
− Apparecchi di protezione
La serie civile modulare sarà dotata di interruttori automatici magnetotermici, differen- ziali e blocchi differenziali componibili, 1P e 1P+N.
Le caratteristiche principali della serie saranno le seguenti:
a. Tensione 230V;
b. gamma delle correnti nominali 6, 10, 16 A;
c. potere di interruzione min. 3 kA Classe di limitazione 3;
d. interruttori magnetotermici con curva caratteristica C;
e. interuttori differenziali classe A, Idn pari a 6, 10, 30 mA;
f. ingombro max. per interruttori magnetotermici o blocchi differenziali pari a 1 modulo
− Altezza di installazione apparecchiature di comando
Le apparecchiature di comando di nuova installazione dovranno essere installate ad un'altezza massima di 0,90 m dal pavimento.
Dovranno essere inoltre facilmente individuabili e visibili anche in caso di illuminazione nulla (apparecchi con tasti fotoluminescenti o illuminati) D.P.R 27 aprile 1978, n. 384.
Le prese nei locali con presenza di bambini dovranno essere installate ad un’altezza di 1,50 m dal pavimento.
Negli altri locali, dove non diversamente indicato sugli elaborati grafici, dovranno essere installate ad u altezza di 0,40 m dal pavimento.
− Apparecchiature Modulari e Componibili
Le apparecchiature installate nei quadri di comando e negli armadi dovranno essere del tipo modulare e componibile con fissaggio a scatto sul profilato normalizzato DIN, ad eccezione degli interruttori automatici da 80 A a 125A che potranno essere fissati anche con mezzi diversi (vedi norma CEI 17-18).
In particolare:
− Apparecchi di protezione e di manovra modulari
In esecuzione unipolare, bipolare, tripolare, quadripolare secondo necessità, dovranno avere le seguenti caratteristiche tecniche:
Norma di riferimento CEI EN 60898 (magnetotermici)
Norma di riferimento CEI EN 61009-1 (differenziali magnetotermici) Norma di riferimento CEI EN 61008-1 (differenziali puri) Caratteristica d’intervento tipo “B”; “C”; “D”
Tensione nominale 230/400V
Corrente nominale da 6 a 63A (32A per apparecchi compatti) Durata elettrica: 10.000 cicli di manovra
Morsetti a mantello con sistema di serraggio antiallentamento Meccanismo di apertura a sgancio libero
Montaggio su guida EN 50022 Grado di protezione IP20
Elevata resistenza ad agenti chimici ed ambientali Apparecchi tropicalizzati
Marchio IMQ e marcatura CE
I poteri di interruzione, nominali o effettivi, dovranno essere indicati secondo la norma CEI 23-3 Fasc.1550/91 (CEI EN 60898 e CEI–EN 60947-2), e proporzionati all'entità della cor- rente di corto circuito nel punto di installazione in cui la protezione è stata montata, come spe- cificato nella norma CEI 64-8.
E’ vietato l’uso di questi apparecchi quando sugli schemi unifilari è specificato “TIPO SCATOLATO”
La gamma dovrà essere composta dai seguenti apparecchi:
− Interruttori modulari magnetotermici
Apparecchi di tipo tradizionale da utilizzare per ogni tipologia impiantistica, dovranno avere le seguenti caratteristiche specifiche:
Caratteristica d’intervento tipo “B”; “C”; “D”
Gamma di corrente nominale da 6 a 63A con n° poli 1; 1P+N; 2; 3 e 4, con ingombro massimo 4 U.M.
Gamma di corrente nominale da 80 a 125A con n° poli 2; 3 e 4
Gamma di Poteri d’interruzione di 4,5, 6, 10 e 25 kA (CEI EN 60898 e CEI–EN 60947-2) Componibili con ampia gamma di accessori
Il potere di interruzione degli interruttori automatici dovrà essere garantito sia in caso di alimentazione dai morsetti superiori (alimentazione dall'alto) sia in caso di alimentazione dai morsetti inferiori (alimentazione dal basso).
− Interruttori modulari magnetotermici compatti
Apparecchi con ingombro ridotto, da utilizzare per impianti di tipo domestico o similare oppure nei casi in cui non vi siano spazi sufficienti per l’installazione di apparecchi tradizionali, dovranno avere le seguenti caratteristiche specifiche:
Caratteristica d’intervento tipo “C” N° poli 1; 2; 3 e 4
Ingombro minimo 2 U.M.
Gamma di corrente nominale da 6 a 32A
cuito
Gamma di Poteri d’interruzione di 4,5; 6 e 10 kA (CEI EN 60898 e CEI–EN 60947-2) Componibili con ampia gamma di accessori
Cinematismo di scatto del tipo a ginocchiera con acceleratore di intervento in cortocir-
Camere spegniarco composte da lamelle in materiale ferromagnetico
Il potere di interruzione degli interruttori automatici dovrà essere garantito sia in caso
di alimentazione dai morsetti superiori (alimentazione dall'alto) sia in caso di alimentazione dai morsetti inferiori (alimentazione dal basso).
− Interruttori magnetotermici-differenziali
Apparecchi con ingombro ridotto, da utilizzare per impianti di tipo domestico o similare oppure nei casi in cui non vi siano spazi sufficienti per l’installazione di apparecchi tradizionali, dovranno avere le seguenti caratteristiche specifiche:
Caratteristica d’intervento tipo “C” N° poli 1; 2; 3 e 4
Ingombro massimo 4 U.M.
Gamma di corrente nominale da 6 a 32A
Gamma di Poteri d’interruzione di 4,5; 6 e 10 kA (CEI EN 60898 e CEI–EN 60947-2) Gamma di classe differenziale tipo “AC”, “A” ed “antiperturbazione”
Gamma di corrente nominale differenziale di 30 e 300 mA Componibili con ampia gamma di accessori
Cinematismo di scatto del tipo a ginocchiera con acceleratore di intervento in cortocir-
cuito
Camere spegniarco composte da lamelle in materiale ferromagnetico
Il potere di interruzione degli interruttori automatici dovrà essere garantito sia in caso
di alimentazione dai morsetti superiori (alimentazione dall'alto) sia in caso di alimentazione dai morsetti inferiori (alimentazione dal basso).
− Differenziali componibili per interruttori magnetotermici
Apparecchi modulari per protezione differenziale da comporre con gli interruttori auto- matici indicati nei capitoli precedenti, dovranno avere le seguenti caratteristiche specifiche:
Potere d’interruzione della combinazione uguale al potere d’interruzione del dispositivo associato
Potere d’interruzione differenziale nominale verso terra uguale a Icn del dispositivo asso-
ciato
Corrente nominale: 25 e 63A
Gamma di classe differenziale tipo “AC”, “A”, selettivo “S” ed “antiperturbazione”
Gamma di corrente nominale differenziale da 30 a 1000 mA Frequenza nominale 50/60Hz
N° poli 2 e 4
Ingombro massimo 3,5 U.M. Tasto di prova
Meccanismo differenziale a riarmo manuale Segnalazione d’intervento differenziale
Insensibili a sovratensioni di carattere atmosferico o dovuti a manovre Componibili con ampia gamma di accessori
− Interruttori differenziali puri
Apparecchi modulari per protezione differenziale senza sganciatori magnetotermici, do- vranno avere le seguenti caratteristiche specifiche:
Potere d’interruzione differenziale nominale verso terra da 630 a 1000A Corrente nominale da 16 a 100A
Gamma di classe differenziale tipo “AC”, “A”, selettivo “S” ed “antiperturbazione AP -
HPI”
Gamma di corrente nominale differenziale da 10 a 300 mA Frequenza nominale 50/60Hz
N° poli 2 e 4
Ingombro massimo 4 U.M. Tasto di prova
Meccanismo a sgancio libero
Insensibili a sovratensioni di carattere atmosferico o dovuti a manovre Componibili con ampia gamma di accessori
− Interruttori di manovra/Sezionatori
Gli interruttori sezionatori modulari per apertura/chiusura di circuiti sotto carico (già protetti da sovraccarico e cortocircuito), dovranno avere le seguenti caratteristiche specifiche:
Corrente nominale da 16 a 100A Frequenza nominale 50/60Hz
N° poli 1, 2, 3, 4
Categorie di utilizzo AC-23B(16¸63A); AC-22B(80¸100A) Ingombro massimo 4 U.M.
Rispondenza alle Norma CEI EN60947-3, CEI EN60699-1 Componibili con ampia gamma di accessori
Gli interruttori rotativi di manovra modulari per apertura/chiusura di circuiti sotto cari- co (già protetti da sovraccarico e cortocircuito), dovranno poter essere dotati di accessori di fissaggio che ne permettano l’utilizzo come comando rinviato su portella, interruttore di blocco porta di accesso al quadro, interruttori di emergenza, interruttori di macchina . Dovranno o avere le seguenti caratteristiche tecniche:
Corrente nominale da 16 a 63A
Corrente nominale di CC condizionata da fusibile (16, 32, 63A) 10kA Frequenza nominale 50/60Hz
N° poli 2, 3, 4
Categorie di utilizzo AC22, AC3, AC23 Ingombro massimo 5 U.M.
Rispondenza alle Norma CEI EN60947-3, CEI EN60699-1
− Fusibili e portafusibili modulari
Apparecchi portafusibili sezionabili modulari saranno predisposti per accogliere fusibili di tipo cilindrico gG. Sezionamento visualizzato conforme alla Norma CEI 64-8 con grado di pro- tezione ad apparecchio aperto IPXXB che consente di effettuare il ricambio in condizioni di sicu- rezza. Dovranno avere le seguenti caratteristiche tecniche:
Corrente nominale da 20 a 50A Tensione nominale 400/690V Frequenza nominale 50/60Hz N° poli 1, 1P+N, 2, 3, 3P+N, 4
Ingombro massimo 4 U.M.
Rispondenza alle Norma CEI EN60947-3; IEC 269-3-1
Le caratteristiche tecniche relative ai rispettivi fusibili cilindrici del tipo gG, saranno le seguenti:
Corrente nominale da 2 a 50A Tensione nominale 400/500/690V Frequenza nominale 50/60Hz Dimensioni: 8.5x31.5, 10.3x38, 14x51
Potere di interruzione: 50kA per dim. 8.5x31.5; 100kA per dim. 10.3x38 e 14x51
− Accessori modulari
La gamma degli apparecchi modulari dovrà comprendere anche un’ampia serie di acces- sori e ausiliari elettrici quali contatti ausiliari, sganciatori, comandi, segnalazioni, strumenti di mi- sura, dei quali le caratteristiche tecniche generali dovranno essere le seguenti:
Dimensioni modulari
Design identico agli altri dispositivi modulari Ampia gamma di comandi e segnalazioni
− Ausiliari elettrici
Gli apparecchi modulari della serie utilizzata dovranno comprendere anche una serie di contatti ausiliari e di sganciatori nel tipo di minima tensione e a lancio di corrente per l’apertura automatica degli interruttori a cui sono associati. Avranno le seguenti caratteristiche:
Contatti ausiliari
Portata contatti in A.C.: 6/3A 230/400Vca Portata contatti in D.C.: 6/1A 24/250Vcc Ingombro max. ½ modulo EN 50022 Sganciatori a lancio di corrente
Tensione nominale: 12¸125Vcc; 12¸415Vca Ingombro max. ½ modulo EN 50022 Sganciatori di minima tensione
Tensione nominale: 24¸48Vcc; 24¸230Vca Tensione di sgancio Un-55%
Ingombro max. 1 modulo EN 50022
− Apparecchi di protezione per utilizzatori
Apparecchi modulari adatti alla protezione contro le sovratensioni per linee di energia e trasmissione dati. Dovranno presentare le seguenti caratteristiche:
Scaricatori di sovratensione per linee di energia del tipo a variatore + spinterometro Tensione nominale 230/400V
Capacità max. di scarica (con curva di prova 8-20ms) da 15 a 40kA Cartuccia estraibile
Ingombro max da 2 a 4 moduli EN 50022
Scaricatori di sovratensione per linee telefoniche e trasmissione dati Tensione nominale 230/400V
Capacità max. di scarica min. (con curva di prova 8-20ms) 10 kA Cartuccia estraibile
Ingombro max. 1 modulo EN 50022
− Strumenti di misura
Gli strumenti di misura della serie di apparecchi modulari scelta, dovranno prevedere sia apparecchi analogici, elettromeccanici e digitali.
Per gli apparecchi analogici le caratteristiche principali saranno le seguenti: Funzioni minime disponibili nella gamma: voltmetro, amperometro, Rispondenza alle Norma CEI EN 61010-1; CEI EN 60051-1/2
Ingombro max. 3 moduli EN 50022
Grado di protezione min. (a strumento installato) IP40 Classe di isolamento II
Precisione 1.5%
Valori di fondo scala: da 10 a 60 A per gli amperometri; da 300 a 500 V per i voltmetri
Per gli apparecchi elettromeccanici le caratteristiche principali saranno le seguenti:
Apparecchi contatori di energia: monofase, risoluzione 0.01kW/h, 5+2 digit, grado di protezione IP40, rispondenza alla Norme CEI EN 61036
Apparecchi contaore: monofase, risoluzione 1/100h, 5+2 digit, grado di protezione IP40, rispondenza alla Norme CEI EN 60065
Per gli apparecchi digitali le caratteristiche principali saranno le seguenti:
• Funzioni minime disponibili nella gamma: voltmetro, amperometro, analizzatore di rete.
• Rispondenza alle Norma CEI EN 61010-1
• Ingombro max. da 3 a 5 moduli EN 50022
• Grado di protezione min. (a strumento installato) IP40
• Classe di isolamento II
• Precisione min. : amperometro/voltmetro 0.5%; analizzatore di rete 1%
• Valori di fondo scala: da 15 a 1000 A per gli amperometri; da 600 V per i voltmetri
Relativamente agli analizzatori di rete, questi dovranno quantomeno rilevare i valori delle grandezze di tensione, corrente, cosfì, potenza attiva e reattiva, consumo in kWh e kVarh, ed un grado di protezione minimo di IP20
La serie degli apparecchi di misura dovrà essere completata dai seguenti accessori:
Trasformatori di corrente: consentono la misura di correnti da parte di amperometri, fornendo al secondario una corrente proporzionale alla corrente primaria.
Corrente secondaria nominale 5A
Classe da 0.5 a 3 a seconda delle dimensioni
Adatti a montaggio su cavo o barra, con dimensioni da Ø 23mm per cavo o 30x10mm per barra, fino a Ø 50mm per cavo e 64x20mm per barra
Rispondenza alle Norme CEI 38-1
Commutatori Voltmetrici/Amperometrici Tensione nominale 690V
Corrente nominale 16A Da 4 a 7 posizioni Categoria utilizzo AC-12
− Apparecchi di segnalazione
Apparecchi modulari adatti alla segnalazione luminosa e acustica, dovranno avere le se- guenti caratteristiche:
a) Segnalazioni luminose
Tensione di alimentazione: 24V, 230V
Colore gemme: Trasparente, rosso, verde, giallo, blu Attacco lampada: E10
Ingombro 1 modulo EN 50022 Morsetti a mantello
Grado di protezione IP40
Lampade a incandescenza o a scarica
b) Segnalazioni acustiche
Tensione di alimentazione: 12V, 230V Ingombro massimo 2 moduli EN 50022 Morsetti a gabbia
Livello sonoro da 70 a 80 dB
Gamma con apparecchio combinato con trasformatore di sicurezza Grado di protezione minimo IPXXB
− Apparecchi di programmazione e regolazione
La gamma degli apparecchi sopra descritti dovrà comprendere almeno dei temporizzato- ri, interruttori orari e programmatori:
Temporizzatori multifunzione e per luce scale Tensione nominale da 24 a 230V
Portata contatti da 8 a 16 A Morsetti di collegamento a gabbia