Azienda Socio-Sanitaria Territoriale (ASST) di Pavia
Azienda Socio-Sanitaria Territoriale (ASST) di Pavia
Delibera del Direttore Generale N° 256 del 31/03/2021
OGGETTO: APPROVAZIONE DEL PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE PER GLI ANNI 2021-2023 E CONFERMA DELL'INCARICO DI RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA ALLA DOTT.SSA XXXXXX XXXXXXX.
Atto deliberativo adottato dal Direttore Generale f.f. xxxx. Xxxxxxxxx Xxxxxxx nominato con Deliberazione della Giunta della Regione Lombardia n. XI/4437 del 18 marzo 2021.
IL DIRIGENTE RESPONSABILE DELL’U.O.C.AFFARI GENERALI E LEGALI
in qualità di responsabile unico del procedimento
Sottopone l’allegata proposta di deliberazione sull’argomento all’oggetto specificato, attestandone la regolarità tecnico-amministrativa e la legittimità precisando che dal presente atto non derivano ricadute sul bilancio aziendale.
Il referente della pratica Il dirigente resp.le dell’U.O.C. Affari Generali e Xxxxxx (dott.ssa Xxxxxxxx XXXXXXXX) (dott.ssa Xxxxxx XXXXXXX)
IL DIRIGENTE RESPONSABILE DELL’U.O.C.AFFARI GENERALI E LEGALI
Richiamata la D.G.R. n. X/4493 del 10 dicembre 2015 con la quale è stata costituita l’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale di Pavia (ASST di Pavia), operativa dal 1 gennaio 2016, subentrata, ai sensi dell’art.2, comma 8 della L.R. n.23/2015 e s.m.i. in tutte le funzioni precedentemente svolte dall’Azienda Ospedaliera della provincia di Pavia (soppressa dal 31 dicembre 2015) nonché in tutte le funzioni erogative svolte dalla ASL di Pavia sino al 31 dicembre 2015;
Considerato
- che la legge 6 novembre 2012, n.190, ad oggetto: “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione” e il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) prevedono che le pubbliche amministrazioni adottino, entro il 31 gennaio di ogni anno, su proposta del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione, prendendo a riferimento il triennio successivo a scorrimento;
- che con nota del 2 dicembre 2020 ANAC ha comunicato il differimento al 31 marzo 2021 il termine per la predisposizione e pubblicazione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione, che include il Programma triennale per la Trasparenza e l’Integrità;
Richiamati in particolare, il PNA 2016 approvato con delibera n. 831 del 3 agosto 2016, che prevede una parte speciale che contiene indicazioni in ambito sanitario, nonché il PNA 2019 il quale rivede e consolida in unico atto di indirizzo tutte le indicazioni date fino ad oggi, integrandoli con orientamenti maturati nel corso del tempo e che sono stati oggetto di appositi atti regolatori e indirizzando così ciascun Ente, tenuto conto del contesto di riferimento e delle specificità di ciascuna amministrazione nell’adozione del proprio Piano anticorruzione aziendale ;
Evidenziato che il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione è un documento programmatico che definisce la strategia di prevenzione della corruzione adottata dall’Ente (nozione di corruzione da intendersi in senso lato, quale “condotta illegittima, poiché lesiva dei principi di legalità, buon andamento, efficienza, efficacia ed economicità che ispirano il buon governo della res publica”) mediante la preventiva analisi e valutazione dei rischi specifici di corruzione e la conseguente e correlata individuazione di interventi correttivi atti a prevenire e/o ridurre tali rischi;
Richiamata la deliberazione aziendale n.63 del 31 gennaio 2020 con la quale è stato adottato il Piano triennale per la Prevenzione della Corruzione dell’ASST di Pavia per gli anni 2020-2022, su proposta del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza Dott.ssa Xxxxxx XXXXXXX;
Visti:
-il decreto legislativo 8 aprile 2013, n.39, per quanto concerne le disposizioni in materia di inconferibilità ed incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni;
-il decreto legislativo 25 maggio 2016, n.97, recante “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n.190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n.33, ai sensi dell’articolo 7 della legge 7 agosto 2015, n.124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” (di seguito d.lgs. 97/2016);
-il decreto legislativo 18 aprile 2016, n.50 che approva il Codice dei contratti pubblici;
-la legge 30 novembre 2017, n.179, che modifica l’art.54-bis del D.lgs. n.165/2001 in materia di tutela del dipendente o collaboratore che segnala illeciti;
-la legge n. 21 del 26 febbraio 2021che converte il decreto legge n.183 del 31.12.2021 ( decreto mille proroghe) il quale prevede che nelle more della prevista adozione di
regolamento da emanarsi entro il 30 aprile 2021 su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro della giustizia, il Ministro dell'interno, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e il Ministro della difesa, sentito il Garante per la protezione dei dati personali la sospensione degli obblighi di pubblicazione dei dati patrimoniali relativi ai titolari di incarichi dirigenziali (Soggetti indicati all’art.14, comma 1 bis del D.Lgs. n.33/2013;
--il Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (REG EU 679/2016);
-la legge 9 gennaio 2019, n.3;
- l’art 1 comma 24 d.l 6 luglio 2012 n.95 convertito con modificazioni dalla l. 7 agosto 2012 n.135 recante (“ Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini”) che aggiunge la lettera l quater all’art 16 comma 1 del D. lgs n. 165/2001;
-l’art 42 del D.lgs n.50/2016;
-la delibera n. 494 del 05 giugno 2019 con la quale il Consiglio dell’Autorità Anac ha approvato la Linea Guida n.15;
-la linea guida Anac in materia di tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza in ragione di un rapporto di lavoro ai sensi dell’art 54-bis del D.Lgs 165/2001 (cd whistleblowing);
-linee guida in materia di applicazione della misura della rotazione straordinaria di cui all’art. 16, comma 1, lettera l-quater, del d.lgs. n. 165 del 2001.
Atteso che, in coerenza con i dettati della legge n.190/2012 e con le direttive contenute nel Piano Nazionale Anticorruzione, il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza ha predisposto una proposta di Piano triennale per la Prevenzione della Corruzione per gli anni dal 2021 al 2023 e che detto Piano risulta strutturato come segue:
-parte I: contesto normativo di riferimento e organizzazione aziendale;
-parte II: Analisi, valutazione e trattamento del rischio, ove sono individuate le misure e le azioni preventive, vuoi trasversali all’organizzazione, vuoi specificatamente riferite alle aree maggiormente a rischio, misure ed azioni che l’ASST di Pavia si impegna ad attuare attraverso i propri Dirigenti individuati nel Piano e con il monitoraggio del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, allo scopo di prevenire e comunque di ridurre il rischio di accadimento di eventi corruttivi; nella parte II è inoltre riportato il Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità (PTTI);
-parte III: il piano annuale dei controlli del predetto Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza per i fini in oggetto;
Ritenuto, pertanto, di approvare il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione per gli anni 2021-2023, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante, nel quale è inserito, alla parte II, il Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità;
Evidenziato inoltre che l’Azienda Ospedaliera della provincia di Pavia, ora ASST di Pavia, con deliberazione n.49 del 30 gennaio 2014 aveva adottato il Codice di Comportamento aziendale;
Ritenuto di confermare il Codice di Comportamento sopra richiamato, nelle more dell’adozione di nuovo Codice di Comportamento, prevista nelle misure dispositive del Piano, che si ritiene opportuno adottare in considerazione delle modifiche organizzative intervenute a seguito della costituzione dell’ASST, secondo quanto disposto con D.G.R. n.X/6062 del 29 dicembre 2016 in materia di recepimento dei contenuti del “Codice di Comportamento per il personale della Giunta di Regione Lombardia” e delle indicazioni fornite da ANAC con proprie linee guida;
Ritenuto inoltre di confermare per l’anno 2021, la Dott.ssa Xxxxxx XXXXXXX, dirigente amministrativo responsabile della U.O.C. Affari Generali e Xxxxxx, quale Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza dell’ASST di Pavia (RPCT), dando atto che la stessa possiede le conoscenze e le competenze richieste dal ruolo,
oltre ad avere un profilo di “assoluta integrità”, non ha riportato le condanne in primo grado prese in considerazione nel decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235, art. 7, co. 1, lett. da a) ad f), dal p nonché quelle per i reati contro la pubblica amministrazione e, in particolare, almeno quelli richiamati dal d.lgs. 39/2013, come da dichiarazione sostitutiva di certificazione conservata in atti, requisiti tutti previsti da ANAC, riportati nel PNA 2016 e richiamati nel PNA 2018, dando altresì atto della condotta integerrima del predetto Dirigente e della circostanza che il Dirigente in questione non svolge incarichi per i quali il PNA 2019 suggerisce, a fini di opportunità, l’esclusione dalla nomina;
Dato atto che il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza svolge i compiti ad esso assegnati dalla legge n.190/2012, così come modificata dal D.Lgs. 97/2016 e, segnatamente: predisposizione e proposta di adozione del Piano triennale della corruzione e vigilanza sulla corretta ed efficace attuazione del Piano; in particolare, nell’ambito dei propri poteri di vigilanza, la legge n.190/2012 attribuisce al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza il potere di indicare all’Ufficio Procedimenti Disciplinari i nominativi dei dipendenti che non hanno attuato correttamente le misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza nonché il dovere di segnalare alla Direzione Generale ed al Nucleo di valutazione delle prestazioni “le disfunzioni inerenti all’attuazione delle misure in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza”;
Considerato che la presente proposta è formulata nel rispetto della normativa regolante la materia e non determina oneri economici a carico del bilancio aziendale;
Propone l’adozione della conseguente deliberazione
IL DIRETTORE GENERALE F.F.
Acquisiti con la sottoscrizione del presente provvedimento, per quanto di rispettiva competenza, i pareri favorevoli del Direttore Amministrativo, Sanitario e Sociosanitario dell’Azienda;
D E L I B E R A
Per i motivi di cui in premessa che si intendono integralmente riportati e trascritti:
1. di approvare il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione per gli anni 2021- 2023, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante, nel quale è inserito, nella parte II, il Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità;
2. di confermare il Codice di Comportamento dei dipendenti adottato con deliberazione n.49 del 30 gennaio 2014, nelle more dell’adozione di nuovo Codice di Comportamento, prevista nelle misure dispositive del Piano, che tenga conto delle indicazioni fornite da Regione Lombardia e da ANAC con proprie linee guida;
3. di confermare, per l’anno 2021, la Dott.ssa Xxxxxx XXXXXXX, dirigente amministrativo responsabile della U.O.C. Affari Generali e Xxxxxx, quale Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza dell’ASST di Pavia;
4. di dare atto che il presente provvedimento non è soggetto a controllo preventivo e che il medesimo è immediatamente esecutivo, giusta l’art. 17, c. 4 e 6, della legge regionale n. 33/2009, disponendone la pubblicazione all’albo on line e la messa a disposizione, in copia, al Collegio Sindacale dell’Azienda.
IL DIRETTORE AMMINISTRATIVO
(Xxxx. Xxxxx XXXXXX)
Firmato digitalmente
IL DIRETTORE SANITARIO
(Xxxx. Xxxxxxxxx XXXXXXX)
Firmato digitalmente
IL DIRETTORE SOCIOSANITARIO
(Dott. Xxxxxxx X.XXXXXXX)
Firmato digitalmente
IL DIRETTORE GENERALE F.F.
(Xxxx. Xxxxxxxxx XXXXXXX)
Firmato digitalmente
PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
ANNI 2021-2023
Adottato con deliberazione aziendale n. del marzo 2021
PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE ANNI 2021-2023
Indice
PARTE I Il contesto normativo di riferimento e l’organizzazione aziendale
1.1 | 1.1 Premesse: la Legge n.190/2012 | Pag. | 3 |
1.2 | Il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione | Pag. | 5 |
dell’ASST di Pavia | |||
1.3 | Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) | Pag. | 6 |
1.4 | Il Programma Triennale per la Trasparenza e l’integrità (PTTI) | Pag. | 8 |
1.5 | Il profilo penale | Pag. | 9 |
PARTE II | Analisi, valutazione e trattamento del rischio, Programma Triennale per la Trasparenza l’integrità | ||
2.1 | Metodologia utilizzata per l’analisi e la valutazione dei rischi | Pag. | 14 |
2.2 | Trattamento del rischio e misure preventive per l’anno 2021 | Pag. | 32 |
2.3 | Interventi trasversali all’organizzazione, misure dispositive, Programma Triennale per la Trasparenza l’integrità | Pag. | 33 |
2.4 | Interventi specifici sulle aree a rischio | ||
PARTE III | Piano dei controlli del Responsabile prevenzione corruzione | Pag. | 58 |
3.1 | Monitoraggio dei processi trasversali | Pag. | 67 |
3.2 | Monitoraggio delle aree a rischio | Pag. | 67 |
PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE ANNI 2021-2023
1.1 Premesse: la Legge n.190/2012.
La Legge 6 novembre 2012, n.190, recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”, in vigore dal 28 novembre 2012, ha introdotto nell’ordinamento italiano un articolato sistema finalizzato a prevenire, oltre che a reprimere, episodi corruttivi nelle pubbliche amministrazioni.
Con l'introduzione della L. n.190/2012 il Legislatore, anche in ottemperanza a numerose raccomandazioni e disposizioni internazionali1., ha inteso costituire un contesto sfavorevole alla commissione di condotte corruttive, riducendo le opportunità che esse si realizzino e, al contempo, favorendo l’emersione di tali condotte.
È bene sin d’ora evidenziare che la nozione di “corruzione” accolta dalla L. n.190/2012 è ben più lata della mera commissione delle fattispecie di reato di cui agli articoli 318 ss. del Codice Penale e si sostanzia, invece, in ogni condotta di abuso a fini privati del potere amministrativo o che si concretizzi, in ogni caso, nell’inquinamento dall’esterno dell’azione amministrativa, a prescindere che le stesse siano sanzionate in sede penale, civile, amministrativa o disciplinare; ciò che rileva, dunque, è che la condotta risulta illegittima, poiché lesiva dei principi di legalità, buon andamento, efficienza, efficacia ed economicità che ispirano il buon governo della res publica.
Dall’esame complessivo della L. n.190/2012, emerge che la finalità preventiva privilegia quella repressiva; non a caso, il maggior numero di disposizioni ivi previste è finalizzato a predisporre diverse misure non repressive.
Quanto alla dimensione afflittiva e punitiva delineata dalla L. n.190/2012, basti in questa sede ricordare le rilevanti modifiche introdotte alle fattispecie delittuose previste dal Codice Penale: in particolare, ha previsto un inasprimento del trattamento sanzionatorio di alcune ipotesi delittuose, la ridefinizione di reati già previsti, quali il reato di concussione e di corruzione, nonché l’introduzione di nuove ipotesi delittuose (a titolo esemplificativo, il reato di traffico di influenze illecite).
Si badi, peraltro, che le inasprite sanzioni di cui sopra, nell’ottica del legislatore del 2012, sono solo l’extrema ratio a fronte del fallimento delle misure, più generali, di prevenzione delle condotte “corruttive” all’interno della Pubblica Amministrazione.
1Convenzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione (ratificata con L. 3 agosto 2009, n.116); Convezione ONU di Merida; Convenzione penale sulla corruzione di Strasburgo; Convenzione OCSE sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali, Convenzione penale sulla Corruzione e il Groupe d’Etats contre la Corruption / Group of States against Corruption (GRECO) (ratificata con l. 28 giugno del 2012, n. 110);
In quest’ultima prospettiva di prevenzione generale, il legislatore del 2012 ha inteso rafforzare l'efficacia e l'effettività delle misure di contrasto al fenomeno corruttivo, mediante l’istituzione di una Autorità ad hoc e la previsione di strumenti di pianificazione preventiva che ciascuna amministrazione deve adottare per evitare che si determinino le condizioni per porre in essere comportamenti corruttivi; la sanzione penale costituisce solo la risorsa estrema predisposta dal sistema.
Come anticipato, nell’ottica di delineare strumenti generali di prevenzione e controllo, la L. n.190/2012 ha istituito l'Autorità Nazionale Anticorruzione (d’ora in poi, breviter, A.N.A.C.). La mission dell'A.N.A.C consiste nella prevenzione della corruzione nell’ambito delle amministrazioni pubbliche anche mediante l’attuazione della trasparenza in tutti gli aspetti gestionali nonché mediante l’attività di vigilanza nell’ambito dei contratti pubblici, degli incarichi e comunque in ogni settore della pubblica amministrazione che potenzialmente possa sviluppare fenomeni corruttivi, evitando nel contempo di aggravare i procedimenti con ricadute negative sui cittadini e sulle imprese. L’A.N.A.C. svolge inoltre funzione di orientamento dei comportamenti e delle attività degli impiegati pubblici, con interventi in sede consultiva e di regolazione ed è dotata di potere sanzionatorio ai sensi dell’art.47 del D.Lgs. n.33/2013, così come modificato dal D.Lgs. n.97/2016.
La L. n.190/2012 ha altresì, conferito al Governo deleghe in materia di trasparenza amministrativa, incompatibilità e inconferibilità degli incarichi dirigenziali, incandidabilità conseguente a sentenze definitive di condanna. A tal proposito, in attuazione di dette deleghe, sono stati emanati il X.Xxx. 31 dicembre 2012, n. 2352, il D.Lgs. 14 marzo 2013, n. 333, il D.Lgs. 8 aprile 2013, n.39 4 ed il D.p.r. 16 aprile 2013, n. 62 5. La Legge 190/2012 ed il D.Lgs. 33/2013 sono stati recentemente oggetto di revisione con l’emanazione del D.Lgs. 25 maggio 2016, n.97: ”Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, ai sensi dell'articolo 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”, (di seguito D.Lgs. 97/2016).
Tra le disposizioni di natura preventiva riveste particolare rilievo l’obbligo di adozione del Piano di Prevenzione della Corruzione, sia a livello nazionale (cd. Piano Nazionale Anticorruzione), sia a livello decentrato, con l’elaborazione di un Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione da parte del Responsabile per la prevenzione della corruzione, che ciascun pubblica amministrazione, così come definita dall’art. 1, comma 2, del D.Lgs. n.165/2001, è tenuta a nominare.
2 “Testo Unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi, a norma dell’articolo 1, comma 63 della legge 6 novembre 2012, n. 190”.
3 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, approvato dal Governo il 15 febbraio 2013, in attuazione dei commi 35 e 36 dell’art. 1 della legge 190 del 2012”.
4 “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi extraistituzionali presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma dell’art. 1, commi 49 e 50 della Legge 190 del 2012”
5 di approvazione del Codice di comportamento per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, in attuazione di quanto previsto dalla novella dell’art. 54 del D.Lgs. 165/2001.
Il Piano Nazionale Anticorruzione (di seguito, P.N.A.), approvato per la prima volta con delibera n.72/2013 della C.I.V.I.T. (Commissione indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche), ora A.N.A.C., soggetto ad aggiornamento annuale6 e aggiornato da ultimo con delibera n.1064 del 13 novembre 2019, attraverso la quale è stato adottato il Piano nazionale anticorruzione per gli anni 2019-2021, ha la funzione di coordinare l'attuazione delle strategie di prevenzione elaborate a livello nazionale e internazionale e contiene indicazioni che impegnano le amministrazioni allo svolgimento di attività di analisi della realtà amministrativa e organizzativa nella quale si svolgono le attività di esercizio di funzioni pubbliche e di attività di pubblico interesse esposte a rischi di corruzione e all’adozione di concrete misure di prevenzione della corruzione. Il P.N.A. fornisce, altresì, alle singole amministrazioni le linee guida cui ispirarsi per la redazione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione. Assume particolare rilevanza nel settore sanitario il P.N.A. del 2016, adottato con delibera n. 831 del 3 agosto 2016 In quanto il suddetto Piano fornisce indicazioni per il settore sanitario, in considerazione delle specificità e criticità evidenziate dall’A.N.A.C. in tale ambito. Il presente Piano è stato pertanto redatto tenendo in adeguata considerazione tutte le linee guida emanate da ANAC.
1.2 Il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione dell’ASST di Pavia
L’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale (ASST) di Pavia è tenuta ad adottare il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione ed a curarne l’aggiornamento annuale entro il 31 gennaio di ciascun anno, su proposta del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT). Tenuto conto dell’emergenza sanitaria da Covid-19 il presidente dell’autorità anticorruzione con comunicazione del 2 dicembre 2020 ha reso noto che il consiglio dell’Autorità ha disposto di prorogare il termine di adozione e pubblicazione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione al 31 marzo 2021.
Il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione è un documento programmatico, che definisce la strategia di prevenzione dalla corruzione adottata dall’ASST, prevede l’analisi e la valutazione dei rischi specifici di corruzione individuati e indica gli interventi organizzativi predisposti dall’Azienda per la loro prevenzione e risoluzione. In ossequio a quanto previsto dal disposto normativo, la strategia adottata dall’ASST è finalizzata a prevenire situazioni di inefficienza gestionale e di incertezza procedurale che possono concorrere a creare un contesto favorevole alla commissione di reati. Detta attività di prevenzione si estrinseca mediante la definizione di misure e azioni volte a consentire la standardizzazione dei comportamenti e conseguentemente con la possibilità di attuare forme più efficaci di controllo.
Focus: cosa si intende per “corruzione”, ai sensi del Piano anticorruzione?
Una condotta lesiva dei principi di legalità, buon andamento, efficienza ed efficacia indipendentemente dalla sanzione applicata alla violazione, sia essa di natura penale, sia essa civile o amministrativa e disciplinare. Pertanto la nozione di “corruzione” è ampia e non si riferisce solo ai reati di tipo corruttivo
Obiettivo aziendale è la costituzione di un sistema di gestione per la prevenzione della corruzione, in cui il Piano si integra nei processi dell’organizzazione e quindi nella documentazione aziendale.
Obiettivi strategici
Il Piano per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza è sviluppato partendo dalla definizione degli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e quelli di trasparenza, la cui individuazione è rimessa alla valutazione della Direzione Strategica. In coerenza con le disposizioni del Piano nazionale anticorruzione, di seguito si enunciano gli obiettivi strategici, elaborati in relazione alla peculiarità dell’organizzazione. Nell’ottica del miglioramento continuo e del monitoraggio degli obiettivi che l’ASST Pavia si è prefissata per rendere effettiva l’applicazione delle norme in materia di prevenzione della corruzione, l’Azienda si impegna a:
-mantenere un percorso di coordinamento e collegamento tra il PTPCT e processo di budget, al fine di tradurre le misure di prevenzione della corruzione in obiettivi organizzativi ed individuali assegnati alle Strutture organizzative e ai loro dirigenti;
-realizzare un’integrazione tra sistema di monitoraggio delle misure anticorruzione e i sistemi di controllo interno, in particolare attraverso la funzione di Internal Auditing;
-incrementare la formazione dei dipendenti in materia di prevenzione della corruzione;
-implementare la digitalizzazione dei procedimenti amministrativi
-garantire l’attuazione dei principi di trasparenza, sia mediante costante aggiornamento dell’area “Amministrazione trasparente, sia mediante l’esercizio del diritto di accesso, secondo le normative vigenti, nel rispetto della protezione del dato
1.3 Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT)
Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (di seguito anche: RPCT) dell’ASST di Pavia è la Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxxx, responsabile dell’U.O.C. Affari Generali e Legali, in possesso dei requisiti soggettivi previsti dalla vigente normativa, cosi come illustrati nei paragrafi successivi si elencano i requisiti soggettivi.
1.3.1 Requisiti soggettivi
Strumento centrale ai fini dell'attuazione effettiva della strategia di prevenzione del rischio corruttivo è il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza. La L.190/2012 prevede infatti che in ciascuna amministrazione sia nominato un Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (art. 1, co. 7). Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza deve essere scelto, di norma, tra i dirigenti amministrativi di ruolo. Questo criterio è volto ad assicurare che il Responsabile sia un dirigente stabile dell’amministrazione, con una adeguata conoscenza della sua organizzazione e del suo funzionamento, dotato della necessaria imparzialità ed autonomia valutativa e scelto, di norma, tra i dirigenti non assegnati ad uffici che svolgano attività di gestione e di amministrazione attiva. Il RPCT designato deve possedere assoluta integrità, non può avere subito sanzioni disciplinari né condanne in primo grado per le fattispecie di
reato di cui al decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235, art. 7, co. 1, lett. da a) ad f), nonché per i reati contro la pubblica amministrazione e, in particolare, almeno quelli richiamati dal D.Lgs. 39/2013 che fanno riferimento al Titolo II, Capo I “Dei delitti dei pubblici ufficiali contro la Pubblica amministrazione”. È dovere del RPCT, in relazione delle funzioni attribuite, dare tempestiva comunicazione all’ente presso cui presta servizio di aver subito eventuali condanne di primo grado, almeno tra quelle relative alle disposizioni sopra richiamate. Xxx l’ASST venga a conoscenza di tali condanne da parte del RPCT interessato o anche da terzi, è tenuta alla revoca dell’incarico di RPCT ed a darne comunicazione all’ANAC anche ai fini di eventuale riesame del provvedimento di revoca, come sancito nel Regolamento approvato con delibera ANAC n.657 del 18 luglio 2018 ad oggetto: “Riesame dei provvedimenti di revoca o di misure discriminatorie adottati nei confronti del responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) per attività svolte in materia di prevenzione della corruzione”. Si applica inoltre al RPCT l’istituto della rotazione straordinaria, per il quale si rimanda al paragrafo dedicato.
A tutela dell’indipendenza ed autonomia del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, in caso di revoca dell’incarico, sempre in virtù della normativa vigente e del predetto regolamento, l’ANAC può richiedere all’amministrazione o ente che ha adottato il provvedimento di revoca, il riesame della decisione, quando rilevi che la revoca sia correlata alle attività svolte dal RPCT in materia di prevenzione della corruzione. Analogamente, l’ANAC può richiedere il riesame di atti adottati nei confronti del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza in caso riscontri che essi contengano misure discriminatorie a causa dell’attività svolta dal Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza.
Sotto il profilo della competenza, il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza deve avere conoscenza: dell’organizzazione sanitaria (ospedaliera/territoriale), dei processi amministrativi e gestionali, del contesto aziendale e degli strumenti di programmazione aziendale. Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza non può ricoprire il ruolo di Presidente o componente del Nucleo di Valutazione delle Prestazioni (NVP) e non deve coincidere con il Responsabile della Protezione dei Dati (RPD), figura introdotta dal Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (REG EU 679/2016) né con la figura di Presidente dell’Ufficio Procedimenti Disciplinari (UPD).
1.3.2 Compiti e poteri del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza
Spetta al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza proporre alla Direzione Generale aziendale l'adozione, del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (“P.T.P.C.”). Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza provvede alla diffusione del Piano ed alla verifica dell'efficace attuazione dello stesso. A tal fine, nella parte III del presente documento, sono riportate le attività di controllo demandate al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, sulla base di un “piano annuale dei controlli”, che si sostanziano sia in verifiche documentali, sia nell’effettuazione di audit in collaborazione con la funzione di Internal Auditing aziendale delle ulteriori figure aziendali formate e preposte all’esecuzioni di audit in ambiti specifici, quali ad es: audit di qualità certificata ISO 9001:2015 e BS EN 9001:2015, controlli interni sulle
SDO e sulla corretta tenuta della documentazione sanitaria. Al fine di realizzare una fattiva azione sinergica di prevenzione, il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza potrà avvalersi della collaborazione di Referenti, che saranno individuati da ciascun Dirigente responsabile delle aree a rischio, con il compito di fornire al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza informazioni e collaborazione nel monitoraggio dell’attuazione del Piano. Spetta inoltre al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza proporre ogni dovuta modifica ed aggiornamento del Piano sia quando siano accertate significative violazioni delle prescrizioni sia quando intervengono mutamenti nell'organizzazione o nell’attività dell'amministrazione.
Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza ha anche un ruolo propulsivo sulla formazione del personale in ordine alla diffusione della conoscenza della L.190/2012 e degli strumenti individuati dalla vigente normativa ai fini di prevenzione della corruzione; inoltre, raccoglie i dati sulla formazione specialistica e di settore rivolta agli operatori delle aree a rischio, così come progettata e contenuta all’interno del Piano di formazione aziendale annuale.
Come indicato nella delibera ANAC n.840/2018, il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza ha poteri di verifica, controllo ed istruttori nel caso rilevi o siano segnalati casi di presunta corruzione. Il RPCT può acquisire direttamente atti e documenti o svolgere audizioni di dipendenti nella misura in cui ciò consenta al RPCT di avere una più chiara ricostruzione dei fatti oggetto della segnalazione, il RPCT inoltre può acquisire dati ed informazioni su richiesta dell’ANAC.
Per quanto concerne i poteri conferiti al RPCT per l’accertamento delle inconferibilità ed incompatibilità di incarichi si rinvia alla delibera ANAC n.833/2016, tenuto conto di quanto disposto dal D.Lgs. n.39/2013 per la Dirigenza del SSN.
Sono inoltre previsti poteri istruttori in caso di segnalazioni di whistleblower per i quali si rimanda al successivo punto C.7.
Il RPCT interloquisce con l’ANAC secondo le modalità previste dalla delibera ANAC n.330/2017.
Supporto conoscitivo e operativo al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza. Coordinamento che le funzioni aziendali che partecipano al sistema dei controlli interni. Il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza deve essere dotato di una struttura organizzativa di supporto adeguata, per qualità del personale e per mezzi tecnici, al compito da svolgere. Fondamentale inoltre è il costante raccordo con i dirigenti delle aree a rischio. Si evidenzia che i dirigenti hanno l’obbligo di collaborare con il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, obbligo sancito dal Codice di comportamento e la cui violazione può avere conseguenze sia sul piano disciplinare sia sul piano della responsabilità dirigenziale. L’efficace raccordo tra il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza e i dirigenti è fondamentale per la corretta attuazione del Piano, pertanto nel corso dell’anno il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, potrà promuovere la condivisione degli obiettivi e delle azioni del presente Piano, attraverso invio di circolari informative, report, e incontri periodici.
È inoltre auspicabile che il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza attivi una fattiva collaborazione con le funzioni aziendali preposte all’esecuzione di controlli interni. Ciò allo scopo di assicurare all’interno di ASST l’esecuzione di controlli che non si sovrappongono e/o duplicano evitando anche appesantimenti alla ordinaria attività di gestione. In proposito, occorrerà attendere l’adozione del nuovo POAS di ASST, che verrà adottato nel xxxxx xxx 0000 xx xxxxxx
Xxxxxxx Xxxxxxxxx ha dettato in materia linee guida che prevedono l’istituzione del Comitato di coordinamento dei controlli, presieduto dal RPCT ed afferente direttamente al Direttore Generale. Il Comitato persegue la sinergia e il collegamento dei diversi ambiti e delle diverse aree di indagine considerate a maggior rischio, divenendo strumento strategico che convoglia gli esiti e le risultanze dei diversi sistemi di controllo in una direzione unitaria e coerente alle strategie aziendali, con ciò perseguendo obiettivi di efficacia, efficienza ed economicità.
1.4 Il Programma Triennale per la Trasparenza e l’integrità (PTTI)
L’ASST di Pavia ritiene che il pieno rispetto degli obblighi di trasparenza costituisca un valido strumento di diffusione e affermazione della cultura delle regole, nonché di prevenzione e di lotta a fenomeni corruttivi. Pertanto, il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità, inserito nella parte II del presente documento, è parte integrante del Piano di Prevenzione della Corruzione. Esso contiene le misure, i modi e le iniziative necessarie per l’adempimento degli obblighi di trasparenza previsti dalla normativa vigente, ivi comprese le misure organizzative volte ad assicurare la regolarità e la tempestività dei flussi informativi connessi agli obblighi di trasparenza. Il Programma triennale recepisce le modifiche al D.Lgs. 33/2013 introdotte dal D.Lgs. 97/2016 ed è redatto in coerenza con le linee guida per l’aggiornamento del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità 2014-2016 adottate con delibera CIVIT (ora ANAC) n. 50/2013 e con le linee guida recanti indicazioni sull’attuazione degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni contenute nel D.Lgs. 33/2013 come modificato dal X.Xxx. 97/2016, approvate con delibera ANAC n.1310 del 28 dicembre 2016 nonché la Delibera n. 241 del 8 marzo 2017 e la Delibera n.586 del 26 giugno 2019. Infine il Programma per la trasparenza tiene conto della recente previsione di cui all’art 1 comma 16 del Decreto Legge 183/2020 (Decreto mille proroghe) relativo alla sospensione degli obblighi di pubblicazione relativi ai titolari di incarichi dirigenziali (Soggetti indicati all’art.14, comma 1 bis del D.Lgs. n.33/2013) del decreto mille proroghe n. 183 del 31.12.2020 , convertito con legge n. 21 del 26 febbraio 2021 il quale prevede nelle more della prevista adozione di regolamento da emanarsi entro il 30 aprile 2021 su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro della giustizia, il Ministro dell'interno, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e il Ministro della difesa, sentito il Garante per la protezione dei dati personali la sospensione degli obblighi di pubblicazione dei dati patrimoniali relativi ai titolari di incarichi dirigenziali (Soggetti indicati all’art.14, comma 1 bis del D.Lgs. n.33/2013.
1.5 Il profilo penale.
È di tutta evidenza che la corretta adozione del presente Piano non può prescindere da un puntuale riferimento alla disciplina penalistica della corruzione, prevista dagli artt. 318-322 del Codice Penale.
Secondo autorevole dottrina, la corruzione può essere definita come “un accordo fra un pubblico funzionario e un privato, in forza del quale il primo accetta dal secondo, per un atto relativo all’esercizio delle sue attribuzioni, un compenso che non gli è dovuto” (Antolisei, Manuale di diritto penale, Parte Speciale, vol. 1).
Il bene giuridico tutelato dalle norme sopracitate risiede nell’imparzialità, nel corretto funzionamento e nel buon andamento dell’agire della Pubblica Amministrazione.
La corruzione si definisce propria od impropria a seconda che abbia ad oggetto il compimento di un atto d’ufficio (cd. corruzione impropria) o il compimento di un atto contrario ai doveri di ufficio (cd. corruzione propria), laddove per “atto d’ufficio” si intende l’atto che rientra nelle competenze funzionali del soggetto legato alla pubblica amministrazione da un rapporto di lavoro.
A tal proposito, occorre osservare che soggetto attivo dei reati corruttivi è il pubblico ufficiale, inteso, ai sensi dell’art. 357 c.p., quale colui che esercita “una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa”, o comunque, “la funzione amministrativa disciplinata da norme di diritto pubblico e da atti autoritativi e caratterizzata dalla formazione e dalla manifestazione della volontà della pubblica amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi o certificativi”.
E’, altresì, soggetto attivo del reato, in forza del rinvio operato dall’art. 320 c.p., l’incaricato di pubblico servizio, ovvero colui che, a qualunque titolo, presta un pubblico servizio, intendendo con tale espressione “un'attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata dalla mancanza dei poteri tipici di questa ultima, e con esclusione dello svolgimento di semplici mansioni di ordine e della prestazione di opera meramente materiale” (art. 358 c.p.).
Le principali ipotesi delittuose, novellate dapprima dalla L. 190/2012 e, da ultimo, con la legge 27 maggio 2015, n.69 e che è opportuno richiamare sono:
Articolo 318 c.p. (Corruzione per l'esercizio della funzione)
“[I]. Il pubblico ufficiale che, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la promessa è punito con la reclusione da tre a otto anni”.
Articolo 319 c.p. (Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio)
“Il pubblico ufficiale che, per omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, ovvero per compiere o per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio, riceve, per sé o per un terzo, denaro od altra utilità, o ne accetta la promessa, è punito con la reclusione da sei a dieci anni”.
Articolo 000 xxx x.x. (Xxxxxxxxxxx aggravanti)
“La pena è aumentata se il fatto di cui all'articolo 319 ha per oggetto il conferimento di pubblici impieghi o stipendi o pensioni o la stipulazione di contratti nei quali sia interessata l'amministrazione alla quale il pubblico ufficiale appartiene”.
Articolo 319 ter c.p. (Corruzione in atti giudiziari)
“[I]. Se i fatti indicati negli articoli 318 e 319 sono commessi per favorire o danneggiare una parte in un processo civile, penale o amministrativo, si applica la pena della reclusione da sei a dodici anni.
[II]. Se dal fatto deriva l'ingiusta condanna di taluno alla reclusione non superiore a cinque anni, la pena è della reclusione da sei a quattordici anni; se deriva l'ingiusta condanna alla reclusione superiore a cinque anni o all'ergastolo, la pena è della reclusione da otto a venti anni”.
Articolo 319 quater c.p. (Induzione indebita a dare o promettere utilità)
“[I]. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità è punito con la reclusione da sei a dieci anni e sei mesi.
[II]. Nei casi previsti dal primo comma, chi dà o promette denaro o altra utilità è punito con la reclusione fino a tre anni.”
Articolo 320 c.p. (Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio)“[I].
Le disposizioni degli articoli 318 e 319 si applicano anche all'incaricato di un pubblico servizio.
[II]. In ogni caso, le pene sono ridotte in misura non superiore ad un terzo”.
Articolo 321 c.p. (Pene per il corruttore)
“[I]. Le pene stabilite nel primo comma dell'articolo 318, nell'articolo 319, nell'articolo 319-bis, nell'articolo 319-ter e nell'articolo 320 in relazione alle suddette ipotesi degli articoli 318 e 319, si applicano anche a chi dà o promette al pubblico ufficiale o all'incaricato di un pubblico servizio il denaro od altra utilità”.
Articolo 322 c.p. (Istigazione alla corruzione)
“[I]. Chiunque offre o promette denaro od altra utilità non dovuti ad un pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pubblico servizio, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, soggiace, qualora l'offerta o la promessa non sia accettata, alla pena stabilita nel primo comma dell'articolo 318, ridotta di un terzo.
[II]. Se l'offerta o la promessa è fatta per indurre un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio a omettere o a ritardare un atto del suo ufficio, ovvero a fare un atto contrario ai suoi doveri, il colpevole soggiace, qualora l'offerta o la promessa non sia accettata, alla pena stabilita nell'articolo 319, ridotta di un terzo.
[III]. La pena di cui al primo comma si applica al pubblico ufficiale o all'incaricato di un pubblico servizio che sollecita una promessa o dazione di denaro o altra utilità per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri.
[IV]. La pena di cui al secondo comma si applica al pubblico ufficiale o all'incaricato di un pubblico servizio che sollecita una promessa o dazione di denaro od altra utilità da parte di un privato per le finalità indicate dall'articolo 319”.
Si richiamano inoltre altre ipotesi di reato che si potrebbero manifestare:
Art. 314 c.p. (Peculato)
Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di danaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni e sei mesi. Si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni quando il colpevole ha agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa, e questa, dopo l'uso momentaneo, è stata immediatamente restituita.
Art. 316 bis c.p. (Malversazione a danno dello Stato)
Chiunque, estraneo alla pubblica amministrazione, avendo ottenuto dallo Stato o da altro ente pubblico o dalle Comunità europee contributi, sovvenzioni o finanziamenti destinati a favorire iniziative dirette alla realizzazione di opere od allo svolgimento di attività di pubblico interesse, non li destina alle predette finalità, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni.
Art. 316 ter c.p. (Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato) Salvo che il fatto costituisca il reato previsto dall'articolo 640 bis, chiunque mediante l'utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero mediante l'omissione di informazioni dovute, consegue indebitamente, per sé o per altri, contributi, finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati dallo Stato, da altri enti pubblici o dalle Comunità europee è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. La pena è della
reclusione da uno a quattro anni se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio con abuso della sua qualità o dei suoi poteri.
Art. 317 c.p. (Concussione)
Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità è punito con la reclusione da sei a dodici anni.
Art. 323 c.p. (Abuso di ufficio)
Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto è punito con la reclusione da uno a quattro anni. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno un carattere di rilevante gravità.
Art. 326 c.p. (Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio)
Il pubblico ufficiale o la persona incaricata di un pubblico servizio, che, violando i doveri inerenti alle funzioni o al servizio, o comunque abusando della sua qualità, rivela notizie d'ufficio, le quali debbano rimanere segrete, o ne agevola in qualsiasi modo la conoscenza, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. Se l'agevolazione è soltanto colposa, si applica la reclusione fino a un anno. Il pubblico ufficiale o la persona incaricata di un pubblico servizio, che, per procurare a sé o ad altri un indebito profitto patrimoniale, si avvale illegittimamente di notizie d'ufficio, le quali debbano rimanere segrete, è punito con la reclusione da due a cinque anni. Se il fatto è commesso al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto non patrimoniale o di cagionare ad altri un danno ingiusto, si applica la pena della reclusione fino a due anni.
Art. 353 c.p.(Turbata libertà degli incanti)
Chiunque, con violenza o minaccia, o con doni, promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, impedisce o turba la gara nei pubblici incanti o nelle licitazioni private per conto di pubbliche amministrazioni, ovvero ne allontana gli offerenti, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni e con la multa da centotre euro a milletrentadue euro. Se il colpevole è persona preposta dalla legge o dall'autorità agli incanti o alle licitazioni suddette, la reclusione è da uno a cinque anni e la multa da cinquecentosedici euro a duemilasessantacinque euro. Le pene stabilite in questo articolo si applicano anche nel caso di licitazioni private per conto di privati, dirette da un pubblico ufficiale o da persona legalmente autorizzata; ma sono ridotte alla metà.
Art. 353 bis c.p. (Turbata libertà del procedimento di scelta del contraente)
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque con violenza o minaccia, o con doni, promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, turba il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando o di altro atto equipollente al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente da parte della pubblica amministrazione è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni e con la multa da euro 103 a euro 1.032.
PARTE II
ANALISI, VALUTAZIONE E TRATTAMENTO DEL RISCHIO, PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L’INTEGRITA’
Introduzione
Il Piano per la prevenzione della corruzione ha la precipua finalità di identificare le misure organizzative volte a contenere il rischio di eventi corruttivi, secondo l’ampia definizione di “corruzione” che è alla base del presente documento.
L’individuazione di misure preventive presuppone l’utilizzo di metodologie di risk assestment, che consistono in un insieme complesso di attività finalizzate alla determinazione del rischio associato a determinati pericoli o sorgenti di rischi (nella fattispecie, riferiti agli eventi corruttivi), prodromica alla definizione delle misure necessarie per teneri i rischi in argomento sotto controllo, secondo livelli di priorità definiti. La tecnica utilizzata comprende l’analisi del contesto (interno ed esterno), la valutazione del rischio (identificazione, analisi e ponderazione del rischio) e il trattamento del rischio (identificazione e programmazione delle misure di prevenzione), così come declinata nell’Allegato 1) al PNA.
2.1 METODOLOGIA UTILIZZATA PER L’ANALISI E LA VALUTAZIONE DEI RISCHI
L’analisi dei rischi sottesa ai precedenti Piani era stata condotta secondo i criteri e metodi indicati nell’allegato n.5 del PNA del 2013. L’utilizzo di detta metodologia aveva dato come esito valori di rischio “bassi” o “medi”. Detto esito appariva quale risultato di un’operazione formalistica e priva di concreta efficacia rispetto allo scopo perseguito con il Piano. Pertanto il presente Piano 2021/2023 è stato redatto utilizzando la metodologia ispirata al “UN Global Compact1”, in analogia a quanto suggerito da ANAC nel PNA 2019.
Detta metodologia si basa su un principio di prudenza, privilegia un sistema di misurazione qualitativo, piuttosto che quantitativo, è di semplice utilizzo e consente una più efficace comprensione dello strumento e dei relativi esiti. Più in generale, il presente Piano intende costituire un sistema di gestione del rischio di corruzione che, in analogia con le regole ISO per la gestione dei processi di risk management, parte dall’analisi di contesto, mappa i processi, identifica i rischi, effettua la valutazione dei rischi ed individua le misure atte a trattarli.
Le principali fasi del processo di gestione del rischio di corruzione:
In ossequio alla metodologia richiamata, ai fini della redazione del Piano si è tenuto conto dell’analisi del contesto in cui opera l’ASST di Pavia, analisi che è estesa a tre 3 ambiti:
-il contesto normativo, derivante in special modo dalla legislazione europea e nazionale, oltre che dai provvedimenti di ANAC,
-il contesto esterno, in cui opera l’ASST di Pavia, in qualità di Ente appartenente al sistema sociosanitario regionale e pertanto assoggettato alle norme, regole di sistema e vincoli economico finanziari stabiliti da Regione Lombardia,
-il contesto interno dell’ASST di Pavia, costituito dalle risorse umane operanti in azienda, secondo procedure, sistemi di controllo e prassi derivanti dai provvedimenti organizzativi e strategici aziendali.
Contesto normativo
La redazione del Piano si inserisce in un contesto normativo assai articolato e complesso, in cui la legge n.190/2012, i relativi provvedimenti attuativi, le linee guida contenute nel P.N.A., -con particolare riferimento alla versione approvata nel 2016 contenente una specifica sezione dedicata alla Sanità ed i provvedimenti ANAC costituiscono quadro generale di riferimento che deve poi essere contestualizzato nel contesto normativo specifico in cui opera l’ASST. La ASST di Pavia è un’azienda strumentale del Sistema Sociosanitario lombardo, istituita con legge regionale n.33/2007, così come modificata dalla legge regionale n.23/2015 recante: “Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e al Titolo II della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità)”, la quale detta le finalità ed i compiti di ASST, ne definisce gli organi e l’articolazione organizzativa, nel rispetto della legislazione nazionale di riferimento ed in particolare del D.Lgs. n. 502/1992 e s.m.i.. L’attività delle ASST è declinata annualmente dalla Giunta regionale attraverso le regole di sistema per l’anno successivo, contenenti i principi attuativi e organizzativi del sistema sociosanitario lombardo e quindi dei Soggetti ad esso appartenenti. Dette regole di sistema costituiscono il documento fondamentale che regola l’attività erogativa dell’ASST ed i flussi informativi verso Regione al fine di assicurare il contemperamento tra l’attività erogativa definita nelle Regole ed i limiti imposti dalle risorse economiche disponibili oltre che, più in generale, al fine di consentire la valutazione ed il controllo del sistema consentendo pertanto a Regione Lombardia la governance del sistema.
Per quanto attiene più specificatamente alla prevenzione della corruzione, la legge regionale n.33/2007 evidenzia all’art.17 comma 12 l’importanza delle attività di prevenzione della corruzione al fine di elevare la qualità del sistema sociosanitario e pertanto richiede alle ASST di ottemperare puntualmente agli adempimenti previsti dalla legge 6 novembre 2012, n. 190 e dal decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33.
Alle norme sopra citate, che istituiscono l’ASST e ne regolano l’attività in coerenza con la propria mission e con il contesto regionale di riferimento, si aggiungono naturalmente le norme che regolano l’attività di ASST in quanto Ente appartenente alla pubblica amministrazione ed in particolare, in questa sede, si citano le norme fondamentali che disciplinano gli acquisti di beni, servizi e lavori, le norme sul reclutamento delle risorse umane e sul conferimento di incarichi, il Codice di comportamento dei pubblici dipendenti, le norme volte a disciplinare specifici settori dell’attività sanitaria, le norme sul bilancio. Particolare attenzione è stata dedicata al necessario coordinamento del presente Piano alle disposizioni previste dai seguenti provvedimenti normativi:
- il D.Lgs. 165/2001 (“Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”) e successive modifiche ed integrazioni;
- il D.Lgs. 231/2001 (“Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell'articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300”);
- il D.Lgs. 150/2009 (“Attuazione della Legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni”);
- il D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 recante: “Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42” e s.m.i. e provvedimenti regionali di attuazione
- il D.P.R. 16 aprile 2013, n. 62 (Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni);
- la D.G.R. 2 agosto 2013, n.553 che detta le linee di indirizzo per il conferimento di incarichi di direzione di struttura complessa a dirigenti sanitari
- i principi per la gestione del rischio ex UNI ISO 31000 2010, così come richiamato dall’Allegato 6 del P.N.A.;
- Il D.Lgs. n.50/2016 e s.m.i. che contiene il nuovo Codice dei contratti pubblici
- Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (REG EU 679/2016);
- i principali provvedimenti emessi dall’A.N.A.C.: in particolare, la delibera n. 6/20137, la delibera n. 50/20138, la delibera n. 72/20139, la delibera n. 75/201310, la determinazione n.12/201511, la delibera n.831/201612, la delibera n.1208/201713, la determinazione n.358/201714, la determinazione n.1007/201715, la delibera n.1074 del 21 novembre 201816;
- Legge 9 gennaio 2019, n.3 (Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici);
- Linee guida regionali in materia di sponsorizzazioni;
- D.G.R. contenenti le regole di sistema ed in particolare, il sub-Allegato C alla
D.G.R. n.491/2018 relativo alle procedure negoziate senza previa pubblicazione di un bando di gara nel caso di forniture e servizi infungibili e/o esclusivi;
- Delibera n.4 del 10 gennaio 2018 recante linee guida n.50, di attuazione del D.Lgs.18 aprile 2016, 50 in materia di criteri di scelta dei commissari di gara;
- linee guida ANAC n.15 approvate con deliberazione n.494 del 5 giugno 2019: “Individuazione e gestione dei conflitti di interesse nelle procedure di affidamento di contratti pubblici”;
- linee guida ANAC approvate con deliberazione n.494 del 19 febbraio 2020: “Linee guida in materia di codici di comportamento delle amministrazioni pubbliche”;
7 “Linee Guida relative ciclo di gestione della performance per l’annualità 2013”.
8 “Linee guida per l’aggiornamento del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità 2014 – 2016”.
9 “Approvazione del Piano Nazionale Anticorruzione, redatto dal Servizio Studi e Consulenza Trattamento del Personale del Dipartimento della Funzione Pubblica in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri”.
10 “Linee guida in materia di codici di comportamento delle pubbliche amministrazioni ex art. 54, comma 5, d.lgs. n. 165/2001”.
11 “Aggiornamento 2015 al Piano Nazionale Anticorruzione”.
12 “PNA 2016”.
13 “Aggiornamento 2017 al Piano Nazionale Anticorruzione”.
14 “Linee Guida per l’adozione dei Codici di comportamento negli enti del SSN”.
15 “Nomina, ruolo e compiti del responsabile unico del procedimento per l’affidamento di appalti e concessioni»
16 “Aggiornamento2018 al Piano Nazionale Anticorruzione»
- delibera ANAC n.215 del 26 marzo 2020 relativa all’applicazione dell’istituto della rotazione straordinaria di cui all’art.16, comma 1 lettera l quater del D.Lgs.n.165/2001 e s.m.i..
Alla normativa ed agli atti di natura regolamentare sopra citati, si aggiungono le linee guida emanate dall’Organismo regionale per le attività di controllo (ORAC), istituito con l.r. n. 13/2018 modificata dalla l.r. n. 17/2018, che svolge le proprie funzioni in riferimento alla Giunta regionale ed agli Enti del sistema regionale ed ha finalità di verifica del corretto funzionamento delle strutture organizzative, di vigilanza sulla trasparenza e regolarità degli appalti e sulla fase esecutiva dei contratti, di valutazione dell'efficacia del sistema dei controlli interni, di supporto per l’attività della Giunta e degli enti del Sireg e per l’aggiornamento dei rispettivi piani di prevenzione della corruzione.
Contesto esterno
Il bacino su cui insiste la ASST di Pavia è principalmente rappresentato dall’intero territorio provinciale. La Provincia di Pavia è la terza Provincia lombarda per estensione (2.968 Kmq pari 12,4% del territorio regionale) e per numero di Comuni (186), molti dei quali sono agglomerati urbani di piccole dimensioni, specie nelle zone collinari e montuose. La popolazione residente provinciale è costituita da circa
546.000 unità stimate, con un’età media tra le più elevate della Regione (quasi un Cittadino su quattro della provincia ha più di 65 anni), il territorio ha una densità abitativa (185 abitanti per km2) fra le più basse in Lombardia. A fronte di un tessuto sociale costituito da una popolazione anziana, il tessuto economico è caratterizzata da una forte tradizione agricolo – rurale, con insediamenti industriali limitati, un’economia caratterizzata da micro imprese, con scarsa propensione all’associazionismo. Il terziario è il primo settore per numero di aziende e per valore aggiunto della provincia di Pavia ed è costituito in buona parte dai servizi alle imprese e alla persona, con particolare rilievo all’assistenza sanitaria e sociale (la rete di ospedali pubblici in provincia di Pavia da sola occupa oltre 6.000 dipendenti, ai quali si aggiungono i dipendenti delle numerose strutture sanitarie e sociosanitarie private ed accreditate presenti nel territorio provinciale) ed alla cultura universitaria.
Il contesto provinciale in cui si inserisce l’attività di ASST è quindi caratterizzato da un’economia poco dinamica, in cui il settore pubblico costituisce una delle principali fonti di lavoro e di opportunità commerciali. Relativamente a casi di corruzione accaduti, non si hanno a disposizione statistiche e misurazioni oggettive di casi accertati nella provincia di Pavia. Dalla lettura delle notizie di cronaca locale degli ultimi anni, si evince una particolare attenzione della Magistratura in ordine ad eventi corruttivi connessi all’area degli appalti, sia nella fase di espletamento sia nella fase di esecuzione del contratto, delle assunzioni di personale, del bilancio, della sponsorizzazione di eventi formativi in favore di Operatori sanitari, quest’ultima quale possibile fonte di conflitto di interessi dalla quale potrebbero originarsi eventi corruttivi. In assenza di misurazioni oggettive, l’analisi del contesto esterno ha avuto a riferimento le misurazioni condotte da Transparency International (fonte: xxx.xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.xx) derivate da indagini di opinione, ovvero del livello di corruzione percepito dai cittadini nonché dalla segnalazione di casi di cronaca apparsi sui quotidiani (xxxxx://xxx.xxxxxxxxxxxx.xx/xxxxxxxxxxx/.) Dette segnalazioni riguardano anche la Regione Lombardia e hanno a riferimento indagini per reati di turbativa d’asta, truffa, corruzione e peculato.
Emergenza Sanitaria
La redazione del Piano per il triennio 2021-2023 non può non tenere in debita considerazione il contesto di riferimento. L’anno 2020 è stato caratterizzato dall’emergenza sanitaria, improvvisa e straordinaria, dovuta alla pandemia da Covid 19. La regione Lombardia è stata molto colpita dalla pandemia, all’interno del territorio lombardo infatti si è sviluppato il primo focolaio e al momento della redazione del presente Piano registra il maggior numero di casi da Covid-19. La pandemia ha avuto in fase iniziale, a partire da marzo 2020, un effetto diretto ed immediato sull’attività sanitaria, con un’esplosione incontrollabile di accessi e ricoveri. A partire da marzo 2020, gli Ospedali della ASST di Pavia sono stati radicalmente convertiti alla cura dei pazienti Covid-19, con la creazione di nuovi posti letto di terapia intensiva, la costituzione di reparti di terapia subintensiva, la gestione dei continui affollamenti dei Pronto soccorso e degli OBI e più in generale con la necessità di riorganizzare in maniera radicale, straordinaria ed immediata, l’erogazione dei servizi sanitari, i quali sono stati rivolti essenzialmente alla cura dei pazienti Covid. A distanza di un anno dall’inizio della pandemia, il sistema sanitaria si trova ad affrontare la terza ondata di contagi e contestualmente a dover gestire l’avvio della campagna vaccinale di massa più importante della storia italiana, dopo il vaccino antipolio.
Alla data di redazione del presente Piano, sono molte le pubblicazioni che si sono occupate delle conseguenze della pandemia, sia sul sistema sanitario sia sul sistema economico, sociale e sulla stessa pubblica amministrazione. Per quanto di interesse, ai fini della redazione del Piano, si rende necessario focalizzare l’attenzione alle procedure ed alle attività amministrative aziendali, le quali nel corso del 2020 possono avere subito rallentamenti o deroghe per evidenti ragioni di priorità nella cura dell’interesse pubblico, che nel caso concreto è rappresentato dalla cura dei pazienti.
Tutte le energie e le risorse aziendali sono state dedicate alla cura dei pazienti e pertanto si è operato a tali fini, all’interno di una cornice normativa emergenziale che ha consentito, ad esempio, il ricorso agli affidamenti diretti, l’assunzione di specializzandi, l’adozione di misure straordinarie per il reclutamento del personale ma anche l’istituzione di conti correnti dedicati per poter raccogliere in forma semplificata –ma con onere di tracciabilità e trasparenza- i tanti contributi in denaro spontaneamente versati dai cittadini.
Contesto interno
L’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale (ASST) di Pavia, operativa dal 1° gennaio 2016, è stata costituita con DGR n. X/4493 del 10 dicembre 2015, in esecuzione della legge regionale 11 agosto 2015, n. 23 recante: “Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e al Titolo II della legge regionale 30 dicembre 2009,
n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità)”
L’ASST di Pavia concorre con tutti gli altri soggetti del sistema sociosanitario lombardo all'erogazione dei LEA e di eventuali livelli aggiuntivi definiti dalla Regione allo scopo di garantire la continuità di presa in carico della persona nel proprio contesto di vita, anche attraverso articolazioni organizzative a rete e modelli integrati tra ospedale e territorio. Alla ASST sono inoltre attribuite sia le attività di diagnosi, cura e riabilitazione svolte negli ospedali della provincia di Pavia –suddivisi
nel Presidio Ospedaliero della Lomellina e dell’Oltrepò, sia le funzioni erogative svolte sul territorio, in strutture extra-ospedaliere. Per una disamina completa dei servizi resi si fa espresso ed integrale rinvio al Piano aziendale della Performance ed al Piano di Organizzazione Aziendale Strategico (POAS) che definisce il nuovo assetto organizzativo dell’ASST a seguito della riforma del Sistema Sociosanitario Lombardo ex l.r. n.23/2015. In questa sede, basti citare, a titolo esemplificativo, l’attività di ricovero e cura svolta attraverso i 7 ospedali presenti in provincia di Pavia (Vigevano, Mortara, Mede, Casorate Primo, Voghera, Varzi, Broni-Stradella), i servizi di salute mentale erogati attraverso servizi di ricovero per acuti, strutture residenziali e semiresidenziali ed attività ambulatoriale, le funzioni di erogazione di forniture protesiche, farmaci e dispositivi medici al domicilio dei cittadini aventi diritto, le certificazioni medico legali e visite necroscopiche, l’attività consultoriale. Particolarmente significativa ed impattata in questo anno, è l’attività vaccinale che affianca alla tradizionale attività di profilassi, la vaccinazione di massa contro il virus SARS Cov-19.
Il contesto interno è stato fortemente segnato dalla gestione della pandemia Covid- 19, la quale ha comportato, per quanto quivi di interesse, un rallentamento delle attività progettuali e degli obiettivi assegnati con il Piano per la prevenzione 2020- 2022. La gestione della pandemia è stata con tutta evidenza centrata sulla componente sanitaria e direzionale ma ha inciso profondamente anche sull’attività amministrativa nel suo complesso. I servizi amministrativi infatti hanno concentrato la propria attività nella gestione dei processi di reclutamento del personale, degli approvvigionamenti, della logistica, degli interventi strutturali, della consulenza legale ed assicurativa, della gestione dei flussi documentali ed informativi da e verso Regione. L’attività amministrativa, di supporto quella sanitaria e sociosanitaria, non ha subito rallentamenti nel corso del 2020, come è invece accaduto in altri settori della pubblica amministrazione, tuttavia è stata assorbita dalle prioritarie necessità di risposta, sul piano giuridico ed amministrativo, a problematiche relativa alla gestione dell’emergenza pandemica, con ciò ponendo in secondo piano talune attività, quali quelle collegate alle misure individuate nel Piano, che risultavano secondarie rispetto alla gestione dell’emergenza sanitaria. Al contempo, la chiusura parziale – almeno in fase iniziale della pandemia- dei servizi di prenotazione di prestazioni ambulatoriali e di altri servizi territoriali per i cittadini e la riorganizzazione degli stessi mediante servizi offerti da remoto, hanno reso urgente la digitalizzazione dei processi. Si pensi agli Uffici di scelta e revoca, ove il cittadino si reca per scegliere il medico di base, acquisire il PIN per accedere al fascicolo sanitario elettronico, ottenere un’esenzione dal pagamento del ticket o dei farmaci, ottenere l’attivazione di servizi sociosanitari domiciliari. Tutte funzioni importanti in una gestione ordinaria e che sono divenute essenziali per la gestione del paziente al domicilio in epoca “Covid” ma anche per consentire l’attivazione di servizi digitali (quali l’accesso al fascicolo sanitario) e quindi la possibilità di ridurre la mobilità dei cittadini in un periodo in cui la stessa deve essere ridotta per contenere le possibilità di diffusione del virus. La necessità di digitalizzare l’Ufficio “Scelta e revoca” ha fatto comprendere che digitalizzare non significa (semplicemente) acquisire una nuova tecnologia bensì fare l’analisi del processo e rivederlo in funzione della diversa tipologia di servizio offerto. La digitalizzazione è pertanto necessaria, ai fini di erogare servizi efficienti e trasparenti, ed al contempo non è semplice, per gli impatti che ne conseguono sull’organizzazione e per le resistenze culturali di una generazione di lavoratori –e di classe dirigente- con una media di età superiore ai 50 anni.
La gestione dell’emergenza Covid ha portato anche ad una riorganizzazione delle ordinarie modalità di lavoro nella pubblica amministrazione, ove tradizionalmente il
lavoro in presenza è considerato essenziale ed imprescindibile: ebbene, da marzo 2020 è stato introdotto lo smart working, quale regime ordinario di svolgimento dell’attività di lavoro e la videoconferenza, in sostituzione delle riunioni in presenza, addirittura vietate per un certo periodo. Lo smart working, introdotto quale strumento straordinario dalla normativa sull’emergenza Covid, diventa ora strumento ordinario che deve essere regolamentato e contrattualizzato.
Per tutto quanto sopra descritto, le misure e le attività previste nel precedente Piano sono state attuate parzialmente e dovranno quindi essere riproposte nel 2021, non senza una preliminare verifica della loro attualità, tenuto conto delle nuove e diverse problematiche che conseguono all’introduzione degli strumenti innovativi introdotti nel 2020 sopra descritti.
Ulteriormente, nell’anno della pandemia, le strutture sanitarie sono state oggetto di numerose donazioni di beni mobili (principalmente attrezzature mediche) e donazioni in denaro anche tramite la raccolta fondi. Anche ASST Pavia ha beneficiato della generosità di numerosi cittadini, la procedura dell’accettazione delle donazioni è regolamentata da un apposito regolamento aziendale appositamente rivisto anche alla luce delle linee guida ORAC, con la deliberazione
n.474 del 10 settembre 2020 per ricevere le numerose donazioni legate alle emergenza sanitaria non sacrificando in nessun modo le verifiche necessarie relative alla liceità, regolarità e trasparenza dell’atto.
Per questo motivo si è reso necessario revisionare il regolamento aziendale disciplinante i “Procedimenti relativi a donazioni, lasciti e legati” al fine di semplificare il procedimento amministrativo così da procedere rapidamente all’accettazione della donazione in conformità alla natura stessa della donazione nel rispetto comunque della normativa vigente e della trasparenza.
Si è provveduto in particolare a conformare il modulo di richiesta e la dichiarazione del donante alle linee guida ORAC “Le erogazioni liberali: gestione e rendicontazione” pubblicate in data 30 giugno 2020.
Si è provveduto altresì a pubblicare nell’area amministrazione trasparente, come indicato nel comunicato ANAC del 29 luglio 2020, il modello di rendiconto delle donazioni ricevute ai sensi dell’art 99 del decreto legge 17 marzo 2020 n. 18, recante misure di potenziamento del Servizio Sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da “Covid.19”, convertito con legge 24 aprile 2020, n.27 predisposto dal MEF e da ANAC il quale viene aggiornato trimestralmente.
L’analisi del contesto interno non può prescindere dalla presa d’atto di una complessa indagine per reati di natura corruttiva che ha visto coinvolti alcune posizioni apicali in ASST. In attesa di migliori chiarimenti e degli sviluppi delle indagini, il Piano prevede l’adozione di talune misure a tutela dell’immagine dell’Ente, misure di miglioramento dei processi di controllo interno, con finalità preventiva e misure di formazione specialistica nel settore degli appalti e dell’antiriciclaggio.
Ulteriormente, dall’analisi del contesto interno ed in particolare dall’attività di controllo svolta dalla Corte dei Conti sulle transazioni relative a richieste di risarcimento danni per responsabilità sanitaria, risulta necessario prevedere misure per migliorare e rendere il procedimento per le transazioni sempre più tracciabile, trasparente e supportato con adeguate evidenze documentali.
Al fine di completare il quadro di conoscenza del contesto interno, il responsabile per la prevenzione della corruzione scambia ed acquisisce informazioni con le principali funzioni aziendali quali, l’NVP, il Collegio Sindacale, l’UOC Rischio e Qualità, UOC Comunicazione e marketing, sia per gli ambiti URP, sia per gli ambiti di controllo sulla libera professione, l’UPD, l’Internal Audit, l’avvocatura, il RPD, l’Ufficio Privacy e Data protection, il Responsabile per la Salute e Sicurezza lavoratori ed i Direttori di Dipartimento. In particolare, dai dati trasmessi dall’ufficio URP si rileva che i principali reclami si concentrano nell’area prestazioni in particolare, l’inadeguatezza organizzativa, tempi d’attesa, percezione della qualità tecnico professionale; problemi relazionali con il personale sanitario/amministrativo.
Durante il periodo di grave emergenza sanitaria sono altresì pervenuto numerosi encomi al personale sanitario afferente ai presidi ospedalieri, in particolare si segnala la decisione del comune di Stradella di assegnare la Civica Benemerenza al personale sanitario del presidio ospedaliero di Broni Stradella.
Infine, il Piano tiene conto dell’esperienza maturata negli scorsi anni e, in particolare, degli esiti delle verifiche documentali e degli audit condotti nel corso degli anni precedenti nonché delle consultazioni avute con alcuni dirigenti apicali di amministrativa al fine di raccogliere spunti e proposte specifiche, che hanno consentito di individuare aree di miglioramento nell’ottica di una migliore organizzazione aziendale, a beneficio del buon andamento dell’Azienda. Dagli audit è emersa, tra le altre, una criticità diffusa nell’area dei controlli sugli appalti di servizi, che rende necessaria l’adozione di azioni correttive ed intensificazione di controlli.
Mappatura dei processi e dei rischi
L’attività di mappatura dei processi e dei correlati rischi corruttivi è una delle attività che nel corso del 2020 e anche della prima parte del 2021 ha subito un rallentamento e pertanto sarà ripresa nel corso del 2021. L’individuazione delle attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione implica la mappatura dei processi aziendali. La mappatura, già svolta negli anni precedenti richiede un costante aggiornamento, tenuto conto delle modifiche organizzative in atto e della necessità di ampliare gli ambiti di intervento del Piano.
La mappatura dei rischi è stata svolta nel 2018 mediante il coinvolgimento di dirigenti e coordinatori in iniziative di informazione/formazione sui temi della prevenzione della corruzione, in particolare:
- dirigenti di area tecnica ed amministrativa, i quali coordinano e presidiano le funzioni centrali (bilancio, personale, acquisti, servizi di front office e libera professione intramuraria), attività strategiche di supporto all’erogazione di servizi sanitari e sociosanitari;
- dirigenti di area medica e sanitaria, protagonisti della fase di erogazione dei servizi “core”;
- coordinatori infermieristici, ai quali fa capo l’attività di gestione del personale tecnico ed infermieristico oltre che attività di erogazione, in particolare negli ambiti di valutazione “multidisciplinare”, preliminari al riconoscimento di benefici economici ai cittadini e/o all’inserimento di pazienti in Strutture sociosanitarie.
Gli eventi formativi/informativi sopra richiamati sono stati occasione per raccogliere mediante apposite schede somministrate ai partecipanti, l’elencazione dei rischi
corruttivi presenti nelle proprie aree di attività e la pesatura degli stessi. In questo modo, l’analisi dei rischi è stata attuata attraverso il coinvolgimento effettivo e concreto degli Operatori di ASST, ed è stata utilizzata per la stesura delle azioni preventive e di miglioramento contenute nel presente Piano.
Alla fine del 2020, al fine di promuovere la conoscenza dei temi dell’anticorruzione, sensibilizzare i Dipendenti e riproporre, dopo quasi un anno completamente dedicato alle problematiche “Covid” correlate, l’Ufficio del Responsabile per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza ha predisposto e somministrato a Dipendenti un questionario on line sui temi della trasparenza e della corruzione con domande a risposta multipla e a risposte aperte.
I risultati, che di seguito sono rappresentati, sono stai utili anche al fine di raccogliere informazioni utili per programmare iniziative di informazione/formazione in tema di anticorruzione e trasparenza.
I risultati del questionario. La maggior parte dei dipendenti selezionati sono appartenenti al settore comparto. Dei circa 3.000 dipendenti della ASST di Pavia, la maggior parte infatti appartiene al comparto sanitario, tecnico ed amministrativo. Sono coloro che garantiscono il corretto svolgimento dell’attività sanitaria e sociosanitaria, nelle numerose sedi in cui si articola l’ASST sul territorio.
Questa categoria di lavoratori è spesso poco coinvolta nelle iniziative in materia di anticorruzione e trasparenza pertanto si è voluto appositamente concentrare l’attenzione sugli stessi, al fine di verificare il livello di conoscenza e sensibilità sui temi in argomento. Preliminarmente, si è rilevato che oltre l’89% degli intervistati è a conoscenza dell’esistenza del Piano anticorruzione. Il 70% si aspetta di trovare, all’interno del Piano, regole di comportamento che possano contrastare l’insorgere di fenomeni corruttivi, tuttavia solo raramente accedono alla sezione “Amministrazione Trasparente” del sito istituzionale (il 30% dichiara di non accedere mai).
Sul fronte del whistleblower, il 20% dichiara di non conoscere l’istituto e al contempo, l’89% dichiara di non avere mai assistito ad un fenomeno di corruzione mentre circa il 9% dichiara di “non essere sicuro”.
I settori che sono percepiti come maggiormente esposti a fenomeni corruttivi sono gli appalti di lavori, servizi e forniture a seguire gli acquisti in ambito farmaceutico- ospedaliero, con ciò confermando il comune sentire del cittadino, minore è la percezione di possibili eventi corruttivi nell’area della libera professione intramoenia.
Individuazione dei rischi
Per ciascun processo preso in considerazione, sono stati esplicitati i principali rischi. A questo proposito, al fine di facilitare il lavoro, i rischi sono stati riassunti nelle seguenti categorie: 1) uso improprio o distorto della discrezionalità; 2) utilizzo di informazioni e dati per finalità distorsive della concorrenza o per privilegiare un Soggetto ai fini della concessione di benefici economici; 3) elusione delle procedure e mancata effettuazione di controlli; 4) conflitto di interessi; 5) utilizzo improprio delle procedure aziendale al fine di favorire Imprese/Soggetti privati.
Infine, per ogni processo analizzato, è stato attribuito un valore al rischio, dato dal risultato della valutazione dell’impatto che potrebbe avere un evento corruttivo x la probabilità che questo evento accada.
RISCHIO = PROBABILITÀ X IMPATTO, ove:
a) la probabilità che si verifichi un specifico evento di corruzione deve essere valutata raccogliendo tutti gli elementi informativi sia di natura oggettiva (ad
esempio, eventi di corruzione specifici già occorsi in passato, segnalazioni pervenute, notizie di stampa), che di natura soggettiva, tenendo conto del contesto ambientale, delle potenziali motivazioni dei soggetti che potrebbero attuare azioni corruttive, nonché degli strumenti in loro possesso; la valutazione è espressa attraverso l’utilizzo di una scala crescente su 3 valori: bassa, media, alta;
b) l’impatto viene valutato calcolando le conseguenze che l’evento di corruzione produrrebbe sia in termini economici, sia in termini di danno all’immagine e alla reputazione dell’Ente e dei suoi Amministratori, sia anche in termini di danno agli utenti ed ai pazienti in particolare. La valutazione è espressa attraverso l’utilizzo di una scala crescente su 3 valori: basso, medio, alto:
impatto probabilità | alto | medio | basso |
alta | alto | alto | medio |
Media | alto | medio | medio |
xxxxx | medio | medio | basso |
I risultati dell’attività di misurazione del rischio sono riportati nelle tabelle seguenti:
A) AREA DI RISCHIO: ACQUISIZIONE, PROGRESSIONE DEL PERSONALE E GESTIONE DEI RAPPORTI DI LAVORO
Valutazione del rischio | |||
Processi | impatto | probabilità | Risultato (impatto x probabilità) |
A.1.1 Incarichi di direzione di dipartimento | alto | media | alto |
A.1.2 Incarichi di direzione di struttura complessa | alto | media | alto |
A.1.3 Incarichi di direzione di struttura semplice | alto | media | alto |
A.1.4 . Reclutamento per concorso pubblico, mobilità (avviso pubblico o domanda diretta), avviso pubblico ( tempi determinati) e di progressioni di carriera ( selezioni interne/incarichi di coordinamento) | alto | media | alto |
A.1.4 Incarichi di natura professionale anche di alta specializzazione, di consulenza, di studio, e ricerca, ispettivi, di verifica e di controllo | alto | media | alto |
A.1.5 Incarichi conferiti ai sensi dell’art.15 septies del D.Lgs. 502/1992 | alto | media | alto |
A.1.6 Sostituzione di figure dirigenziali | alto | media | alto |
A.1.7 Atti di conferimento di incarichi dirigenziali | alto | media | alto |
A.1.8 Graduazione di incarichi dirigenziali | alto | bassa | medio |
A.2 Conferimento ed autorizzazione incarichi extra-istituzionali ai dipendenti | alto | media | alto |
A.3 Nomina Commissioni nell’ambito di procedure selettive | alto | media | alto |
A.4 Reclutamento del personale | alto | media | alto |
A.5. assunzioni: stipula contratto | alto | bassa | basso |
A.5.1 cessazione rapporto di lavoro | medio | bassa | basso |
A.5.1 Partecipazione di dipendenti ad eventi formativi sponsorizzati in qualità di relatore | alto | media | alto |
A.5.2 Formazione: partecipazione di dipendenti ad eventi formativi sponsorizzati in qualità di discente | alto | media | alto |
B) AREA DI RISCHIO: AFFIDAMENTO DI LAVORI SERVIZI E FORNITURE
Valutazione del rischio | |||
Processi | impatto | probabilità | Risultato (impatto x probabilità) |
B.2.1 Programmazione degli acquisti - | alto | bassa | alto |
B.2.2 Affidamento di servizi e forniture e concessioni | alto | bassa | alto |
B.2.3 Affidamenti diretti, entro le soglie normativamente consentite e per beni e servizi infungibili e/o esclusivi | alto | alta | alto |
B.2.4 Aggiudicazione e stipula del contratto | alto | bassa | medio |
B.2.5 Esecuzione contrattuale- Nomina DEC | alto | media | alto |
B.2.6 Esecuzione contrattuale- Adempimenti del DEC | medio | media | medio |
B.2.7 Esecuzione del contratto - con particolare riferimento ai servizi alberghieri; gestione di varianti in corso di esecuzione, di subappalti, affidamento di lavori analoghi | alto | media | alto |
B.2.7.1 Utilizzo automezzi aziendali - Gestione consumi di carburante mediante fuel card (procedura) | alto | bassa | medio |
B.2.8 Comodato d’uso gratuito di strumentazioni | alto | bassa | medio |
B.2.9 Progettazione e affidamento Lavori Pubblici | alto | media | alto |
B.2.10 Gestione dei contributi vincolati ad investimenti | medio | media | medio |
B.2.11 Subappalti di lavori pubblici | alto | media | alto |
B.2.12 Varianti in corso di esecuzione di lavori pubblici | alto | media | alto |
B.2.13 Trasparenza nel settore acquisti | alto | bassa | medio |
B.2.14 Nomina componenti Commissioni Giudicatrici | alto | bassa | alto |
B.2.15 Incarichi a legali esterni | alto | bassa | medio |
ANALISI DEI RISCHI RELATIVA AL CONFLITTO DI INTERESSI NELLE PROCEDURE DI AFFIDAMENTO DI CONTRATTI PUBBLICI
Nella presente sezione è riportata l’analisi dei rischi contenuta nelle linee guida ANAC n.15 approvate con deliberazione n.494 del 5 giugno 2019: “Individuazione e gestione dei conflitti di interesse nelle procedure di affidamento di contratti pubblici”.
Le situazioni di rischio sotto rappresentate impongono l’adozione di misure di prevenzione che devono operare su due fronti la formazione ed i controlli. In materia di formazione, occorre dare maggiore sviluppo alla formazione in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza allo scopo di sviluppare una cultura più diffusa della trasparenza e dell’integrità. La formazione deve però anche essere formazione specialistica costante nel tempo: l’ambito degli appalti è molto complesso, governato per un verso da molteplici regole di non facile applicazione ed interpretazione, per un altro verso da esigenze di celerità nel processo di acquisto spesso inconciliabili con i tempi delle procedure. Il RUP deve quindi essere preparato sul piano giuridico ed economico ed adeguatamente supportato dalle funzioni aziendali e dagli stessi collaboratori, i quali devono avere qualificata competenza nel settore.
La formazione non è sufficiente in quanto è necessario un’attività di controllo più intensa. Il controllo è preliminarmente controllo di primo livello, demandato al Dirigente. Ad esso si affianca l’attività di audit, che dovrà essere sviluppata in funzione di promozione di cultura dell’integrità e della trasparenza e di miglioramento dei processi aziendali, come meglio descritto nella Parte III del presente Piano alla quale si fa espresso rinvio.
FASE | PROCESSI | SOGGETTI COINVOLTI | SITUAZIONE DI RISCHIO |
Programmazi one | Analisi e definizione dei bisogni | RUP | Definizione dei fabbisogni in funzione dell’interesse personale a favorire un determinato o.e. |
Redazione e aggiornamento strumenti programmazione ex articolo 21 Codice | RUP/organo della SA deputato all’approvazione | Individuazione di lavori complessi e di interventi realizzabili con concessione o PPP in funzione dell’o.e. che si intende favorire. Intempestiva individuazione di bisogni che può determinare la necessità di ricorrere a procedure non ordinarie motivate dall’urgenza. | |
Progettazion e della gara | Progettazione prestazione contrattuale | Progettista/RUP | Definizione delle caratteristiche della prestazione in funzione di un determinato o.e. |
Verifica e validazione del progetto | Verificatore/RUP | Verifica e validazione del progetto pur in assenza dei requisiti richiesti. | |
Nomina coordinatore in materia di | RUP/organo della SA | Nomina di un soggetto compiacente che rediga un PSC e un |
sicurezza e salute durante la progettazione | deputato all’approvazione | fascicolo dell’opera i cui contenuti siano a vantaggio di un determinato o.e. | |
Consultazioni preliminari di mercato | RUP | Partecipazione alle consultazioni di un determinato o.e. e anticipazione allo stesso di informazioni sulla gara | |
Nomina RUP | Dirigente o/o altro soggetto responsabile dell’unità organizzativa | Nomina di un soggetto compiacente che possa favorire un determinato o.e. | |
Xxxxxx tipologia contrattuale (appalto/concessione) | RUP/organo della SA deputato all’approvazione | Scelta della tipologia contrattuale per favorire un determinato o.e. in funzione delle sue capacità/esperienze pregresse. | |
Determinazione importo contratto | Progettista/RUP/orga no della SA deputato all’approvazione | Determinazione dell’importo della gara in modo da favorire un determinato o.e. sia in termini di procedura di gara da adottare (es. affidamento diretto, procedura negoziata) che in termini di requisiti di partecipazione (vedi Parte III, audit) | |
Scelta procedura di aggiudicazione | RUP/organo della SA deputato all’approvazione | Scelta della procedura di gara che possa facilitare l’aggiudicazione ad un determinato o.e (es. affidamento diretto, procedura negoziata) | |
Individuazione elementi essenziali del contratto, predisposizione documentazione di gara, definizione dei requisiti di partecipazione, del criterio di aggiudicazione e dei elementi di valutazione dell’offerta in caso di OEPV | RUP/organo della SA deputato all’approvazione | Inserimento di elementi che possono disincentivare la partecipazione alla gara o agevolare un determinato o.e. Richiesta di requisiti di partecipazione molto restrittivi o che favoriscono un determinato o.e., definizione del criterio di aggiudicazione, dei criteri di valutazione delle offerte e delle modalità di attribuzione dei punteggi in modo da avvantaggiare un determinato o.e.. Inserimento di clausole contrattuali vessatorie per disincentivare la partecipazione o clausole vaghe per consentire modifiche in fase esecuzione o rendere di fatto inefficaci le sanzioni in caso di ritardi e/o irregolarità nell’esecuzione della prestazione. | |
Selezione del contraente | Pubblicazione del bando e fissazione termini per la ricezione delle offerte | RUP | Scelta di modalità di pubblicazione e di termini per la presentazione delle offerte finalizzate a ridurre la partecipazione (es. pubblicazione o scadenza termini nel mese di agosto), breve lasso di tempo tra la data di pubblicazione del bando e la data di scadenza di presentazione delle offerte. |
Gestione della documentazione di gara | RUP/commissione di gara | Alterazione e/o sottrazione della documentazione di gara; mancato rispetto dell’obbligo della segretezza. | |
Nomina commissione di gara | Organo della SA deputato alla nomina | Nomina di soggetti compiacenti per favorire l’aggiudicazione a un determinato o.e. | |
Gestione sedute di gara | RUP | Definizione delle date delle sedute pubbliche e inidonea pubblicità in modo da scoraggiare la partecipazione di alcuni concorrenti. | |
Verifica requisiti di partecipazione | RUP/seggio di gara/apposito ufficio della SA | Verifica incompleta o non sufficientemente approfondita per agevolare l’ammissione di un determinato o.e.; alterazione delle verifiche per eliminare alcuni concorrenti | |
Valutazione offerte | Commissari di gara | Applicazione distorta dei criteri di aggiudicazione per manipolarne l’esito | |
Verifica offerte anormalmente basse | RUP/commissione specifica/commissio ne giudicatrice | Applicazione distorta delle verifiche al fine di agevolare l’aggiudicazione ad un determinato o.e. e/o di escludere alcuni concorrenti (vedi Parte III, audit) | |
Aggiudicazione provvisoria | RUP | ||
Gestione elenchi o albi operatori economici | RUP | Comportamenti volti a disincentivare l’iscrizione (ridotta pubblicità dell’elenco, termini ristretti per l’iscrizione, aggiornamenti non frequenti), mancato rispetto del principio di rotazione con inviti frequenti ad uno o più xx.xx. |
Verifica aggiudicazio ne e stipula contratto | Verifica dei requisiti ai fini della stipula del contratto | RUP | Verifica incompleta o non sufficientemente approfondita per consentire la stipula anche in carenza dei requisiti; alterazione delle verifiche per annullare l’aggiudicazione. |
Comunicazioni/pubblicazioni inerenti le esclusioni e l’aggiudicazione | Ritardi nelle comunicazioni/pubblicazioni per disincentivare i ricorsi giurisdizionali | ||
Aggiudicazione definitiva | RUP | ||
Stipula contratto | Soggetto della SA deputato alla stipula del contratto | Modifica delle previsioni contrattuali poste a base di gara a vantaggio dell’aggiudicatario | |
Esecuzione del contratto | Nomina direttore lavori/direttore esecuzione | RUP/Organo della SA deputato alla nomina | Nomina di un soggetto compiacente per una verifica sull’esecuzione del contratto meno incisiva |
Nomina coordinatore in materia di sicurezza e salute durante l’esecuzione dei lavori | RUP/Organo della SA deputato alla nomina | Nomina di un soggetto compiacente per una verifica del rispetto delle previsioni del PSC e delle prescrizioni di legge in materia di sicurezza meno incisiva | |
Approvazione modifiche/varianti in c.o. al contratto | RUP | Ricorso a modifiche e/o varianti in c.o. in assenza dei presupposti di legge con l’intento di favorire l’esecutore del contratto | |
Autorizzazione al subappalto | RUP | Rilascio autorizzazione al subappalto nei confronti di un o.e. non in possesso dei requisiti di legge o per importi che comportano il superamento della quota limite del 30% dell’importo del contratto | |
Verifica esecuzione contratto | RUP/Direttore lavori/Direttore esecuzione | Mancata e/o incompleta verifica del corretto adempimento delle prestazioni contrattuali e del rispetto delle tempistiche fissate nel corretto; non applicazione di penali e/o sanzioni per il mancato rispetto dei tempi contrattuali e/o per prestazioni difformi da quelle previste in contratto. | |
Verifica in materia di sicurezza | Coordinatore per l’esecuzione dei lavori | Mancata e/o incompleta verifica del rispetto delle previsioni del PSC e/o delle disposizioni di legge in materia di sicurezza. |
Gestione delle riserve | RUP/Direttore lavori/direttore esecuzione/Xxxxxxx atore/esperto accordo xxxxxxx | Xxxxxxxxxxx della fondatezza e dell’ammissibilità delle riserve, nonché quantificazione delle stesse, condotta al fine di favorire l’aggiudicatario | |
Gestione arbitrato | Organo della SA deputato alla nomina/Arbitro dipendente pubblico / | Nomina di un soggetto compiacente per favorire l’aggiudicatario; attività volta a non tutelare l’interesse della SA bensì quello dell’aggiudicatario | |
Gestione transazione | Dirigente competente/RUP/ | Accesso alla transazione in assenza dei presupposti di legge o in caso di richieste pretestuose e/o inammissibili dell’aggiudicatario o quando lo stesso risulterebbe, con molta probabilità, soccombente in giudizio; adesione ad un accordo sfavorevole per la SA; mancata richiesta del parere dell’avvocatura/legale interno, qualora necessario. | |
Pagamento acconti | Direttore lavori o Direttore esecuzione/RUP | Emissione SAL e/o certificato di pagamento in assenza dei presupposti contrattuali e/o di legge; riconoscimento di importi non spettanti. | |
Rendicontazi one del contratto | Nomina collaudatore/commissione di collaudo | Collaudatore/Diretto re lavori/Direttore esecuzione/RUP | Nomina di un soggetto compiacente per una verifica sull’esecuzione del contratto meno incisiva |
Rilascio certificato di collaudo/certificato di verifica di conformità/certificato di regolare esecuzione | Collaudatore/Diretto re lavori/Direttore esecuzione/RUP | Rilascio del certificato pur in presenza di elementi che non consentirebbero il collaudo, riconoscimento di prestazioni non previste in contratto ed eseguite in assenza di autorizzazione, liquidazione di importi non spettanti. | |
Le indicazioni fornite per il RUP si riferiscono anche ai membri della struttura di supporto al RUP. Le indicazioni riferite ad organi collegiali si intendono riferite ai singoli membri. Nel caso in cui la funzione di direttore dei lavori o direttore dell’esecuzione è svolta da un apposito ufficio, le indicazioni fornite si riferiscono ai singoli componenti dell’ufficio. |
C) AREA PROVVEDIMENTI AMPLIATIVI DELLA SFERA GIURIDICA DEI DESTINATARI CON EFFETTO ECONOMICO E DIRETTO PER IL DESTINATARIO E PRIVI DI EFFETTO ECONOMICO DIRETTO PER IL DESTINATARIO
Valutazione del rischio | |||
Processi | impatto | probabilità | Risultato (impatto x probabilità) |
C.1 Libera Professione Intramuraria (LPI) | alto | media | alto |
C.1.2 Dichiarazioni prodotte ai fini del rilascio di autorizzazione alla libera professione intramoenia | alto | bassa | medio |
C.1.2.1 Violazione del limite dei volumi di attività previsti nell’autorizzazione | medio | bassa | medio |
C.1.2.2 Svolgimento della libera professione in orario di servizio | alto | media | alto |
C.1.2.3 Trattamento più favorevole dei pazienti trattati in libera professione | alto | alta | alto |
C.1.2.4 Fenomeno del drop out | basso | media | medio |
C.1.2.5 Inadeguata verifica dell’attività svolta in regime intramoenia allargata | basso | basso | basso |
C.1.2.6 Errata indicazione al paziente delle modalità e dei tempi di accesso alle prestazioni in regime assistenziale | medio | bassa | medio |
C.2 Gestione trasparente delle liste di attesa | alto | bassa | medio |
C.2.1 Liste di attesa - procedura | alto | media | alto |
C.3 Richieste prestazioni esterne | alto | bassa | medio |
C.4 Gestione servizio camere a pagamento | medio | bassa | medio |
C.5 Sperimentazioni cliniche | alto | bassa | medio |
C.6 Gestione sinistri - RCT/O | alto | bassa | medio |
C.7 Attività di progettazione svolte da dipendenti | alto | bassa | medio |
C.8 Provvedimenti amministrativi assunti da dirigenti delegati (deleghe di poteri gestionali) | alto | bassa | alto |
C.9 Sponsorizzazioni | alto | media | alto |
C.10 Polizia mortuaria | alto | media | alto |
D) AREA GESTIONE DEL PATRIMONIO | Valutazione del rischio | ||
Processi | impatto | probabilità | Risultato (impatto x probabilità) |
D.1 Pagamento delle prestazioni in LP | basso | basso | basso |
D.2 Donazioni | alto | basso | Medio |
E) EROGAZIONE DI SERVIZI SOCIOSANITARI | |||
E.1 Vaccinazioni, con particolare riferimento alla vaccinazione di massa anti Covid-19 | alto | media | alto |
E.2 Servizi “scelta e revoca” | alto | media | alto |
2.2 TRATTAMENTO DEL RISCHIO E MISURE PREVENTIVE PER L’ANNO 2021
Avuto riguardo alle aree maggiormente a rischio sopraelencate ed alle attività e processi ad esse relativi, sono state individuate le azioni e misure preventive da attuare per l’anno 2021. In proposito si ritengono essenziali i suggerimenti e le proposte formulate da ANAC nel PNA 2016, al cui interno è presente una sezione specificatamente dedicata alla sanità, elaborata da un gruppo di lavoro al quale ha preso parte AGENAS e nel PNA 2019, che riassume e sistematizza le indicazioni dei precedenti Piani. Pertanto le misure individuate nel presente Piano sono quelle già individuate da ANAC a cui si è ritenuto di aggiungere alcune ulteriori misure preventive individuate a seguito dell’esperienza maturata in questa ASST ed in ASST limitrofe, appartenenti al sistema sociosanitario lombardo e sulla base delle indicazioni dei Dirigenti responsabili coinvolti. Nell’individuazione delle azioni e misure atte a trattare i rischi si è tenuto conto dell’esperienza maturata negli ultimi cinque anni, anche attraverso il costante confronto tra il Responsabile per la prevenzione della corruzione aziendale con i propri colleghi di altre aziende sanitarie lombarde ed in particolare con gli altri enti sanitari operanti nella provincia pavese. L’individuazione di misure preventive e correttive contenute nel Piano, è stata commisurata alle criticità che sono emerse dall’analisi del contesto interno, sia nel corso dei controlli effettuati negli anni precedenti, sia attraverso gli audit effettuati dal Responsabile per la prevenzione della corruzione, sia attraverso gli audit effettuati da Organismi esterni (Strutture regionali) dai quali sono scaturite indicazioni e azioni di miglioramento per tutte le Aziende del sistema sociosanitario lombardo.
Nel presente paragrafo sono rappresentate, in forma tabellare, le azioni e le misure preventive che ASST di Pavia si impegna a realizzare al fine di prevenire e comunque ridurre i rischi di accadimento di eventi corruttivi, avendo presente l’ampia definizione di “corruzione”, esplicitata nella parte I del presente Piano, che comprende non solo le fattispecie di reato contemplate nel codice penale ma, più in generale, ogni condotta lesiva dei principi di legalità, buon andamento, efficienza, efficacia ed economicità. Le misure di seguito elencate sono quindi finalizzate a prevenire situazioni di inefficienza gestionale e di incertezza procedurale che possono concorrere a creare un contesto favorevole alla commissione di reati.
Le aree cosiddette “a rischio” sono quelle già individuate nei precedenti piani, così come del resto confermato nel PNA 2016: acquisizione di personale, acquisizione di beni, servizi e lavori, provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario e privi di effetto economico diretto per il destinatario, gestione del patrimonio.
All’interno delle aree così definite, sono stati individuati alcuni processi, ritenuti particolarmente rilevanti e meritevoli di attenzione ai fini in oggetto, sui quali si concentrerà il lavoro dei Dirigenti responsabili dei predetti processi nonché del Responsabile per la prevenzione della corruzione, a fini di monitoraggio sull’attuazione del Piano.
Alle suddette misure definite “specifiche” si aggiungono le misure organizzative “trasversali all’organizzazione” e “dispositive” quali: trasparenza e privacy, la rotazione del personale, codice di comportamento, incarichi extra-istituzionali, pantouflage/revolving doors, formazione commissioni e conferimento incarichi dirigenziali, whistleblowing, che sono dettagliate nei paragrafi successivi.
In ordine alle attività di monitoraggio che dovranno essere svolte, si rinvia al piano dei controlli riportato nella parte III del presente Piano. Sarà inoltre necessario continuare la collaborazione tra il Responsabile per la prevenzione della corruzione
ed il Responsabile della funzione di Audit, collaborazione già avviata a decorrere dal precedente Piano. Detta collaborazione consentirà di attuare interventi di verifica dell’applicazione delle procedure aziendali, consentendo in tal modo di integrare le competenze presenti in Azienda e di evitare duplicazioni di attività ed appesantimenti dell’attività lavorativa e di reporting posta in capo alle unità operative aziendali. Ulteriormente, il Responsabile per la prevenzione della corruzione dovrà condividere il proprio piano di lavoro annuale con il Collegio Sindacale, al fine di concordare modalità di intervento in relazione ad alcuni processi mappati nel presente Piano, che presentano particolare interesse per il Collegio stesso rispetto ai propri compiti di controllo. Con la medesima finalità, il Responsabile per la prevenzione della corruzione dovrà condividere il proprio piano di lavoro annuale anche con il Nucleo di Valutazione delle prestazioni non solo nell’area della trasparenza ma più in generale ai fini di consentire un efficace misurazione e valutazione delle performance aziendali, così come contenute nel Piano triennale delle performance.
2.3 INTERVENTI TRASVERSALI ALL’ORGANIZZAZIONE E MISURE DISPOSITIVE
A) AREA TRASPARENZA E PRIVACY: IL PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L’INTEGRITÀ
L’art. 1 del D.Lgs. 14 marzo 2013, n. 33 recante “Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”(cosiddetto decreto trasparenza), così come modificato dal D.Lgs. 97/2016, definisce il principio di trasparenza come: “accessibilità totale dei dati e dei documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all’attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche”. Il decreto trasparenza individua gli obblighi di trasparenza, a carico di ciascuna pubblica amministrazione, intesi principalmente quali obblighi di pubblicazione sul sito internet aziendale di dati inerenti le proprie attività ed organizzazione analiticamente individuati dalla norma medesima, dati da pubblicarsi in conformità alle specifiche e alle regole tecniche fornite.
A tal fine, l’Azienda Socio-Sanitaria Territoriale (ASST) di Pavia definisce il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità, nel quale sono definite le misure, i modi e le iniziative necessarie per l’adempimento degli obblighi di trasparenza previsti dalla normativa vigente, ivi comprese le misure organizzative volte ad assicurare la regolarità e la tempestività dei flussi informativi connessi agli obblighi di trasparenza in coerenza con le linee guida ANAC recanti indicazioni sull’attuazione degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni contenute nel D.Lgs. 33/2013 come modificato dal D.Lgs. 97/2016 (da ultimo con delibera ANAC n.1310 del 28 dicembre 2016).
L’ASST ritiene che il pieno rispetto degli obblighi di trasparenza costituisca un valido strumento di diffusione e affermazione della cultura delle regole, nonché di prevenzione e di lotta a fenomeni corruttivi, pertanto il Programma triennale è inserito nel presente Piano di prevenzione della corruzione al punto 2.3 A) e
costituisce una delle principali azioni del sistema dell’anticorruzione aziendale, che coinvolge tutta l’organizzazione.
L’attuazione del Programma triennale costituisce obiettivo inserito nel Piano delle Performance e posto a carico di ciascun Dirigente di unità operativa che detiene i dati oggetto di pubblicazione, il cui mancato o parziale raggiungimento comporta le sanzioni di cui al paragrafo dedicato.
Gli obblighi di trasparenza.
In ossequio a quanto disposto dalla normativa citata, è presente nella home page del sito istituzionale dell’Ente, xxx.xxxx-xxxxx.xx, una sezione denominata “Amministrazione trasparente”. Tale sezione è stata suddivisa, così come richiesto dal D.Lgs. 33/2013 e s.m.i., nelle sotto-sezioni espressamente richiamate da detto decreto legislativo: disposizioni generali; organizzazione; consulenti e collaboratori; personale; bandi di concorso; performance; enti controllati; attività e procedimenti; provvedimenti; bandi di gara e contratti; sovvenzioni e contributi; bilanci; beni immobili e gestione patrimonio; controlli e rilievi; servizi erogati; pagamenti; opere pubbliche; interventi straordinari di emergenza; altri contenuti. All’interno di ciascuna sotto-sezione sono contenuti i dati, le informazioni e i documenti oggetto di pubblicazione obbligatoria. Nello specifico, nella sezione “Amministrazione trasparente” sono pubblicati ed aggiornati i dati declinati dal D.Lgs. 33/2013 e s.m.i, e che successivamente sono stati analiticamente e puntualmente elencati in apposita griglia predisposta da ANAC, pubblicata sul sito xxx.xxxxxxxxxxxxxx.xx L’allegato n.1 al presente Piano riassume gli obblighi di pubblicazione, le responsabilità e le relative tempistiche.
Le caratteristiche delle informazioni.
L’ASST è tenuta ad assicurare, attraverso i propri Dirigenti, la qualità delle informazioni riportate nel sito istituzionale nel rispetto degli obblighi di pubblicazione previsti dalla legge, assicurandone l’integrità, il costante aggiornamento, la completezza, la tempestività, la semplicità di consultazione, la comprensibilità, l’omogeneità, la facile accessibilità, nonché la conformità ai documenti originali in possesso dell’amministrazione, l’indicazione della loro provenienza e la riutilizzabilità.
I Dirigenti garantiranno che i documenti e gli atti oggetto di pubblicazione obbligatoria siano pubblicati:
- in forma chiara e semplice, tali da essere facilmente comprensibili al soggetto che ne prende visione;
- completi nel loro contenuto e degli allegati qualora questi ultimi costituiscano parte integrante dell’atto;
- con l’indicazione della loro provenienza;
- tempestivamente e comunque entro i termini normativamente previsti;
- in formato di tipo aperto ai sensi dell’articolo 68 del Codice dell’amministrazione digitale (D.Lgs. 82/2005);
- per il tempo necessario a dare adeguata informazione e comunque nel rispetto dei tempi di pubblicazione previsti dal D.Lgs. 33/2013.
Attività di monitoraggio sulla trasparenza
Ruolo del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT)
Il RPCT provvede all'aggiornamento annuale del Programma triennale della trasparenza, garantendo l'accesso civico e svolgendo un'attività di controllo sull'adempimento degli obblighi in argomento da parte dell’Azienda, e per essa, dei Dirigenti responsabili delle unità operative che detengono i dati oggetto di pubblicazione, assicurando la completezza, la chiarezza e l'aggiornamento delle informazioni pubblicate. Il RPCT svolge anzitutto un ruolo propulsivo verso di Dirigenti che sono tenuti alla pubblicazione dei dati da essi detenuti. A tal fine, invia trimestralmente ai Dirigenti apposite check-list di autovalutazione, contenenti l’elenco dei dati da pubblicare e dove viene richiesto di verificare ed attestare la pubblicazione e l’aggiornamento dei dati secondo competenza.
Nell’ambito dei propri poteri di vigilanza, il RPCT provvede a segnalare al Direttore Generale e al Nucleo di Valutazione delle Prestazioni (NVP) i casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione. I casi più gravi di inadempimento saranno inoltre segnalati all’Ufficio Procedimenti Disciplinari.
Ruolo Nucleo di Valutazione delle Prestazioni
Spetta al Nucleo di Valutazione delle Prestazioni (facente funzioni O.I.V.):
- la verifica della coerenza tra gli obiettivi previsti nel Programma triennale per la trasparenza e l'integrità e quelli indicati nella programmazione annuale degli obiettivi dei dirigenti;
- la valutazione dell'adeguatezza degli indicatori degli obiettivi previsti nel Programma triennale per la trasparenza e l'integrità;
- l’utilizzo delle informazioni e dei dati relativi all'attuazione degli obblighi di trasparenza ai fini della misurazione e valutazione delle performance sia organizzativa, sia individuale del responsabile e dei dirigenti dei singoli uffici responsabili della trasmissione dei dati;
- le attestazioni sull’assolvimento degli obblighi di pubblicazione.
In sede di aggiornamento annuale del Programma per la trasparenza e l’integrità viene rilevato lo stato di attuazione delle azioni previste dal Programma e il rispetto degli obblighi di pubblicazione.
Compiti e responsabilità dei dirigenti.
I compiti
Spetta ai Dirigenti responsabili/referenti delle unità operative individuati nell’allegato
n.1 al presente Piano adempiere agli obblighi di pubblicazione previsti dal presente
Programma triennale per la trasparenza e l’integrità. In particolare, i Dirigenti, nell’esercizio della propria funzione di responsabile del procedimento:
- curano la selezione, la raccolta dei dati da pubblicare e la relativa pubblicazione, salvo che essa sia espressamente riservata ad unità operativa dedicata all’aggiornamento del sito internet aziendale;
- garantiscono il tempestivo e regolare flusso delle informazioni da pubblicare ai fini del rispetto dei termini stabiliti dalla legge;
- garantiscono l'integrità, il costante aggiornamento, la completezza, la tempestività, la semplicità di consultazione, la comprensibilità, l'omogeneità, la facile accessibilità, nonché la conformità ai documenti originali in possesso dell’Azienda, l'indicazione della loro provenienza e la riutilizzabilità delle informazioni pubblicate
- partecipano alle iniziative di formazione sul tema della trasparenza e curano la formazione sul tema del proprio personale, promuovendo la diffusione della conoscenza delle norme di riferimento e la cultura della trasparenza all’interno della propria unità operativa.
Gli obblighi e le connesse responsabilità in materia di trasparenza sono da riferirsi ai Dirigenti “pro tempore” pertanto qualora, nel corso dell’annualità, i nominativi dei Dirigenti delle UU.OO. interessate da obblighi di pubblicazione dovessero variare, resta inteso che detti obblighi e responsabilità saranno automaticamente posti in capo al Dirigente che assume in carica.
Le responsabilità
Violazioni degli obblighi di trasparenza – Le sanzioni.
L'inadempimento degli obblighi di pubblicazione previsti dalla normativa vigente, oltre a costituire violazione rilevante a fini disciplinari, costituisce elemento di valutazione della responsabilità dirigenziale, eventuale causa di responsabilità per danno all'immagine dell’ASST ed è comunque valutato ai fini della corresponsione della retribuzione di risultato e del trattamento accessorio collegato alla performance individuale dei responsabili. Il responsabile non risponde dell'inadempimento degli obblighi di cui al comma 1 se prova che tale inadempimento è dipeso da causa a lui non imputabile.
Sono infine previste sanzioni pecuniarie, comminate da ANAC, nei casi previsti dall’art.47 del D.Lgs. 33/2013 di seguito riassunti:
-mancata o incompleta comunicazione delle informazioni e dei dati di cui all’art.14 del D.Lgs.n.33/2013 concernenti la situazione patrimoniale complessiva del titolare dell'incarico al momento dell'assunzione in carica, la titolarità di imprese, le partecipazioni azionarie proprie, del coniuge e dei parenti entro il secondo grado, nonché tutti i compensi cui da diritto l'assunzione della carica. Sanzione da € 500,00 a € 10.000,00, a carico del responsabile della mancata comunicazione. Obbligo per ASST di pubblicare sul sito internet dell'amministrazione l’avvenuta irrogazione di sanzione17.
17 L’applicazione della norma in esame è stata sospesa con D.L. n.162/2019
-mancata comunicazione, a cura del Dirigente, ai sensi dell'articolo 14, comma 1-ter D.Lgs.n.33/2013, relativa agli emolumenti complessivi percepiti a carico della finanza pubblica: sanzione sanzione da € 500,00 a € 10.000,00, a carico del dirigente e del responsabile dell’omessa pubblicazione;
-omessa pubblicazione dei dati sui pagamenti della Pubblica Amministrazione, in relazione alla tipologia di spesa sostenuta, all'ambito temporale di riferimento e ai beneficiari: sanzione da € 500,00 a € 10.000,00, a carico del responsabile dell’omessa pubblicazione;
-omessa pubblicazione delle informazioni di cui al comma 1, art. 15 D.Lgs.n.33/2013: sanzione a carico del responsabile dell’omessa pubblicazione e del soggetto che ha effettuato il pagamento per una somma pari al pagamento effettuato.
Il Responsabile dell’Anagrafe della Stazione Appaltante (RASA)
Con comunicato del 28 ottobre 2013, l’ANAC ha stabilito che ogni stazione appaltante è tenuta “a nominare con apposito provvedimento il soggetto responsabile incaricato della verifica e/o della compilazione e del successivo aggiornamento, almeno annuale, delle informazioni e dei dati identificativi della stazione appaltante stessa, denominato Responsabile dell’Anagrafe della Stazione Appaltante (RASA)”. Successivamente il PNA 2016 ha previsto l’indicazione di tale figura nel PTPC, individuandola come misura organizzativa di trasparenza in funzione di prevenzione della corruzione. L’obbligo informativo consistente nell’implementazione della banca dati nazionale dei contratti pubblici presso l’ANAC dei dati relativi all’anagrafica della stazione appaltante, la classificazione della stessa e l’articolazione in centri di costo, sussiste fino alla data di entrata in vigore del sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti previsto dall’art.38 del D.Lgs. n.50/2016. Con deliberazione n.597 del 9 ottobre 2018 è stato nominato come Responsabile Anagrafe Stazione Appaltante (RASA) per l’ASST di Pavia il Dirigente amministrativo responsabile dell’U.O.C. Acquisti e Servizi Informativi, nella persona del xxxx. Xxxxxx XXXXXXX. Il suddetto nominativo è stato registrato, a cura del RASA stesso, sul portale Anagrafe Unica Stazione Appaltante (AUSA). Alla data dell’adozione del presente Piano il RASA precedentemente individuato sta per essere sostituito con il xxxx. Xxxxxx XXXXXXXXX, al quale è stato conferito l’incarico di Dirigente dell’UOC Acquisti e Sistemi Informativi, in sostituzione del dirigente suindicato. I relativi atti sono in corso di perfezionemento.
Accesso generalizzato
L’art.5 del D.lgs 33/2013, così come modificato dal D.Lgs. 97/2016, ha ampliato l’istituto dell’accesso civico, introducendo il cosiddetto “accesso generalizzato”, che si estrinseca nel diritto di chiunque di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione ai sensi del D.lgs 33/2013, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela degli interessi giuridicamente rilevanti secondo quanto previsto dall'art.5-bis del medesimo decreto. L’esercizio del diritto di accesso generalizzato non è sottoposto ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del richiedente e non richiede motivazione. Questo tipo di
accesso viene distinto dall’accesso civico originario che riguarda il diritto di chiunque di richiedere documenti, informazioni o dati per i quali sia prevista la pubblicazione obbligatoria ai sensi di legge, nei casi sia stata omessa la pubblicazione; e dall’accesso agli atti ex L. 241/1990, definito anche accesso documentale, che continua a sussistere, ma parallelamente, operando sulla base di norme e presupposti diversi. Nella sezione “Amministrazione Trasparente” del sito aziendale sono indicati gli Uffici ai quali possono essere inviate le richieste di accesso generalizzato. Le rilevanti novità introdotte dal legislatore e specificate nelle linee guida ANAC adottate con delibera n.1309 del 28 dicembre 2016, sono state recepite in un regolamento aziendale (REG.01.727.DAM01.50201), recentemente aggiornato, nel quale sono declinate le modalità e i limiti dell’accesso generalizzato.
Privacy
La trasparenza deve trovare naturale contemperanza con i diritti degli individui alla protezione dei dati personali, così come declinati nella vigente normativa. Con l’entrata in vigore il Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (REG EU 679/2016) sono state avviate per tempo azioni per garantire l’aderenza di ASST al dettato normativo. In particolare è stato nominato il Responsabile per la protezione del dato (RPD) scegliendo di affidare l’incarico ad una professionalità esterna all’ASST che non coincide con il RPCT, così come indicato dall’ANAC nel PNA 2018. E’ stato introdotto il registro dei trattamenti ed avviata una profonda analisi del contesto interno volta a determinare i rischi e azioni correttive nonché ad introdurre la programmazione delle attività che hanno un impatto sulla privacy. Nel corso del 2020 è stato completato il manuale privacy che contiene la privacy policy aziendale e le principali procedure, considerando che già nel 2019 è stato definito il modello organizzativo di riferimento per ASST (deliberazione n.972 del 20 dicembre 2019).
La gestione delle politiche di privacy e quelle correlate relative alla sicurezza dei dati dovranno essere opportunamente implementate anche nel 2021 e, a tal fine deve essere previsto un cronoprogramma annuale delle attività con relative responsabilità di attuazione
.
In considerazione del quadro normativo sopradescritto, l’ASST intende attuare le misure e le azioni elencate nella tabella 1 sotto riportata, misure e azioni ritenute idonee al fine di dare attuazione ai principi di trasparenza ed accessibilità declinati dal legislatore e di contemperare detto interesse pubblico con l’interesse alla tutela dei dati personali e sensibili.
A) AREA TRASPARENZA, GESTIONE DOCUMENTALE E SICUREZZA INFORMATICA
Tabella 1
Processi | dirigente responsabile | strutture e soggetti coinvolti | misure di prevenzione, azioni | indicatore | tempi |
1. Accesso generalizzato agli atti | Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxxx, RPCT | Direzione Strategica, Direttori di Dipartimento, di S.C. e semplice | Aggiornamento delle informazioni sul sito internet; applicazione del regolamento aziendale in materia di accesso agli atti; pubblicazione registro degli accessi | Avvenuto aggiornamento del sito internet Diffusione del regolamento aziendale; avvenuta pubblicazione del registro degli accessi | Attuazione continuativa |
2. Videosorveglianza | Arch. De Xxxxxx, resp.le UOC Tecnico- Patrimoniale | RPD aziendale | Applicazione del regolamento Verifica della coerenza di regolamento e procedure al Reg. europeo sulla protezione del dato | Relazione del responsabile in ordine alle richieste di accesso ricevute ed evase | Attuazione continuativa (la verifica delle procedure in atto si concluderà entro maggio 2021 |
3. Aggiornamento ed implementazione dell’Area Amministrazione trasparente | Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxxx, RPCT | Direttori e Referenti delle UU.OO. che conservano i dati oggetto di pubblicazione | Invio periodico ai Dirigenti di check list di autovalutazione. Acquisizione di dichiarazioni sottoscritte | 100% Check list compilate | Trimestrale |
4. Aggiornamento sito istituzionale | Xxxx. Xxxxxxx, U.O.C. Marketing e Com. Servizi Amm. Territ/Ospedalieri L. P. | Redazione di regolamento per la gestione del sito istituzionale | Adozione del regolamento | Già presente nel 2021, rinviata al 31/12/2021 | |
5. Dematerializzazione di atti amministrativi (deliberazioni e determinazioni) | Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxxx, U.O.C. Affari Generali e Legali | Direzione Strategica, UU.OO. aziendali che | Avvio delibere digitali | Definizione flusso deliberazioni, adozione | Gennaio 2021 |
propongono atti deliberativi | regolamento, avvio attività | ||||
6. Dichiarazione pubblica di interessi (Agenas) | Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxxx, RPCT | Direttori S.C. e Sperimentatori scientifici | Compilazione on line della dichiarazione | Massima sensibilizzazione in ordine all’opportunità di compilazione della dichiarazione | Avvio attività entro fine 2021 |
7. Utilizzo degli strumenti informatici aziendali | Responsabile U.O.S. Sistema Informativo Aziendale | Utilizzatori di strumenti informatici aziendali | Redazione del regolamento per l’utilizzo degli strumenti informatici | Attuazione regolamento e avvio controlli di I livello | Attuazione continuativa |
8. Gestione sicurezza informatica: revisione documentazione | Responsabile U.O.S. Sistema Informativo Aziendale | Personale afferente all’U.O.S. Sistema Informativo Aziendale | Raccolta e revisione delle procedure e della documentazione esistente in materia di sicurezza informatica | Aggiornamento documentazione in raccordo con l’RPD | Entro 31/05/2021 |
9. Nomina degli Amministratori di Sistema | Responsabile U.O.S. Sistema Informativo Aziendale | Personale afferente all’U.O.S. Sistema Informativo Aziendale con ruolo di Amministratore di sistema | Nomina formale degli Amministratori di Sistema | Lettere di nomina | Attuazione continuativa |
10. Gestione sicurezza informatica: gestione degli incidenti | Ufficio Privacy | Dipendenti, collaboratori | Definizione della procedura aziendale per la gestione degli incidenti | Attuazione procedura | Attuazione continuativa |
11. Controlli interni qualità, congruenza e appropriatezza della documentazione sanitaria | Responsabile UOS Accreditamento e Qualità e UOS Controlli SDO | Tutte le UU.OO. aziendali che producono documentazione sanitaria | Revisione dei seguenti documenti: piano annuale dei controlli interni documentazione sanitaria procedura dei controlli interni della documentazione sanitaria e relativa istruzione operativa delibera di conferimento incarico referenti SDO | Attuazione procedura | Attuazione continuativa |
12.Aggiornamento codice di comportamento | Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxxx, RPCT | Responsabile UOC Risorse Umane e Avvocatura | Revisione codice di comportamento aziendale, alla luce delle emanande disposizioni ANAC | Aggiornamento documentazione | Già previsto nel 2021, rinviato al 31/12/2021 |
B) AREA FORMAZIONE
Così come indicato all’art.1, comma 8 della Legge 190/2012, la formazione del personale operante nelle aree a rischio è parte del processo di prevenzione della corruzione, in quest’ottica il RPCT ha indicato le iniziative in ambito formativo per l’anno 2018 nella seguente tabella 2:
Tabella 2
misure di prevenzione, azioni | dirigente responsabile | strutture e soggetti coinvolti | indicatore | tempi |
1. Formazione sulla prevenzione corruzione e trasparenza su due livelli: -uno generale, rivolto a tutti i dipendenti, mirato all’aggiornamento delle competenze/comportamenti in materia di etica e della legalità; -uno specifico, rivolto al RPCT, ai referenti, ai componenti degli organismi di controllo, ai dirigenti e funzionari addetti alle aree a maggior rischio corruttivo, mirato a valorizzare le politiche, i programmi e gli strumenti utilizzati per la prevenzione e ad approfondire tematiche settoriali, in relazione al ruolo svolto da ciascun soggetto nell’amministrazione. | Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxxx, RPCT | Direzione Strategica, Direttori di Dipartimento, di S.C. e semplice. Coordinatori infermieristici e delle professioni sanitarie. Collaboratori, con particolare riferimento al personale di supporto alla Direzione Strategica | Almeno n.1 evento | 31 dicembre 2021 |
2. Formazione specifica, anche sul campo, in ordine a: Codice appalti | Responsabile UOC Acquisti e Dipartimento Economico Finanziario | Vedi Piano Formazione 2021 | Adozione atto deliberativo di adozione del piano annuale di formazione n. eventi attuati/n. tot. eventi proposti | 31 dicembre 2021 |
3. Formazione/informazione sul tema del conflitto di interessi alla luce della linea guida ANAC n.15/2019 | Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxxx, RPCT | Collaboratori di UU.OO. acquirenti, RUP e DEC | Almeno n.1 evento | Già previsto nel 2020, rinviato 31 dicembre 2021 |
4. Formazione del RPCT e propri collaboratori | Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxxx, RPCT | Collaboratore del RPCT | Almeno n.1 evento | 31 dicembre 2021 |
5. Formazione in materia di antiriciclaggio | Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxxx, RPCT | Collaboratore del RPCT, UOC Acquisti, UOC Tecnico P., Economico Fin. | Almeno n.1 evento | 31 dicembre 2021 |
C) MISURE DISPOSITIVE
C.1) La rotazione del personale.
L’Azienda attribuisce a tale misura il carattere fondamentale che le viene attribuito dal Legislatore nazionale ed internazionale. Ciò premesso, l’adozione di misure di rotazione del personale che opera nelle aree maggiormente a rischio di corruzione deve essere attentamente valutata, tenuto conto sia dei limiti derivanti dalle caratteristiche organizzative e dalle esigenze di organico dell’ASST, sia dell’elevata specializzazione e qualificazione professionale richiesta in ogni area, sanitaria e non. Infatti, in considerazione dell’esiguo numero di dirigenti amministrativi e di personale con posizione organizzativa che operano nelle aree a rischio, l’attuazione della rotazione potrebbe compromettere il buon andamento dell’attività istituzionale.
In attesa della definizione, da parte del Dipartimento della Funzione Pubblica, ai sensi dell’art. 1, comma 4 della legge n.190/2012, dei criteri per l’attuazione della rotazione e nelle more di indicazioni che Regione Lombardia potrà fornire all’ASST, in quanto Ente appartenente al Sistema Sociosanitario regionale, si evidenziano i caratteri salienti della rotazione:
- la durata dell’incarico del personale dirigenziale addetto alle aree ritenute più a rischio di corruzione sarà pari al minimo legale i cui costi dovranno essere compatibili con le risorse messe a disposizione da Regione Lombardia;
- garanzia dello svolgimento dell’attività aziendale, mediante formazione ad hoc in sede di affiancamento di nuovi incarichi;
- valutazione dell’opportunità di assegnazione ad altro incarico in caso di notizia formale di avvio di procedimento penale o di procedimento disciplinare, per episodi di natura corruttiva.
Il necessario confronto con le diverse rappresentanze sindacali presenti consentirà all’Azienda di determinare un adeguato sistema di rotazione del personale dirigenziale e con funzioni di responsabilità, mediante l’introduzione di strumenti ed accorgimenti che assicurino, in ogni caso, la necessaria continuità dell’azione amministrativa.
Oltre alla rotazione ordinaria sopra descritta, il legislatore ha introdotto l’istituto della rotazione straordinaria. Detto istituto è disciplinato dall’art 16 comma 1 lettera l quater del D.lgs n. 165/2001 ove si prevede, in caso di avvio di procedimenti penali o disciplinari per condotte di natura corruttiva, la rotazione del personale mediante assegnazione a ufficio diverso che può avvenire con trasferimento di sede o assegnazione di altro incarico. La linea guida ANAC adottata con deliberazione n
.215 del 26 marzo 2019 fornisce fonti interpretative, relative alla rotazione straordinaria che vengono di seguito riassunte.
FINALITA’
La rotazione straordinaria non persegue una finalità sanzionatoria ma cautelare, a tutela dell’immagine di imparzialità dell’Ente.
SOGGETTI A CUI SI APPLICANO LE NORME
La rotazione si applica a tutti i dipendenti inclusi i dirigenti, sia a tempo determinato sia indeterminato anche titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Nel caso in cui il dipendente sia l’RPCT, l’amministrazione deve valutare con provvedimento motivato se assegnare il dipendente a altro servizio e eventualmente revocare l’incarico di RPCT. Qualora l’RPCT sia rinviato a giudizio l’amministrazione deve revocare l’incarico di RPCT. I provvedimenti di revoca dell’incarico di RPCT devono essere comunicati a ANAC.
In base all’art 16, la rotazione si attua in caso di avvio di procedimento penale. La linea Guida Anac chiarisce che per “avvio di procedimento penale” si deve includere anche il momento in cui si viene a conoscenza dell’iscrizione nel registro delle notizie di reato o si viene o a conoscenza con altre modalità dell’indagine a carico del dipendente.
AMBITO OGGETTIVO: I REATI PRESUPPOSTO
Secondo la Linea Guida Anac, la rotazione si deve applicare nel caso in cui si verifichino le fattispecie disciplinate dagli articoli: 317 Concussione; 318 Corruzione per l'esercizio della funzione; 319 Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio; 319-bis circostanze aggravanti; 319-ter Corruzione in atti giudiziari; 319-quater Induzione indebita a dare o promettere utilità; 320 Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio; 321 pene per il corruttore; 322 Istigazione alla corruzione; 322- bis peculato, concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità corruzione e istigazione alla corruzione di membri delle corti internazionali o degli organi delle comunità europee o di assemblee parlamentari internazionali o di organizzazioni internazionali e di funzionari delle comunità europee e di stati esteri, 346-bis Traffico di influenze illecite; 353 Turbata libertà degli incanti; 353-bis del codice penale Turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
Pertanto, qualora il dipendente risulti iscritto al nel registro delle notizie di reato ovvero quando, l’Ente viene a conoscenza di indagini a carico del dipendente per uno o più reati sopra citati, l’Ente stesso dovrà obbligatorio emanare un provvedimento motivato con il quale dovrà essere valutata la condotta corruttiva del dipendente e l’eventuale adozione della rotazione straordinaria.
Non è quindi obbligatoria l’applicazione della rotazione straordinaria. Ciò che è richiesto, obbligatoriamente, è l’adozione di un provvedimento adeguatamente motivato.
L’ANAC precisa ulteriormente che non vi è obbligo di adozione di provvedimento motivato in caso di avvio di procedimento penale per i reati previsti dal capo I del titolo II del Libro Secondo del codice penale, rilevanti ai fini delle inconferibilità ai sensi dell’art. 3 del D.Lgs. n. 39 del 2013.
CONNESSIONE CON L’UFFICIO ATTUALMENTE RICOPERTO
La legge non stabilisce se la rotazione si applichi solo con riferimento all’ufficio in cui il dipendente sottoposto a procedimento prestava servizio nel momento in cui si è verificata la condotta corruttiva o si debba applicare anche a fatti compiuti in altri uffici della stessa amministrazione o in altra amministrazione. Secondo Xxxx non è rilevante che ci sia connessione tra gli uffici. Per tutelare l’immagine di imparzialità
dell’amministrazione si ritiene che si debba applicare la rotazione anche per condotte corruttive tenute in altri uffici dell’amministrazione o in una diversa amministrazione.
MISURE ALTERNATIVE
Qualora, per motivi oggettivi, non sia possibile applicare la rotazione straordinaria, ANAC suggerisce di fare riferimento, per analogia, all’articolo 3 della legge n.97/2001 di seguito riportato: “2. Qualora, in ragione della qualifica rivestita, ovvero per obiettivi motivi organizzativi, non sia possibile attuare il trasferimento di ufficio, il dipendente è posto in posizione di aspettativa o di disponibilità, con diritto al trattamento economico in godimento salvo che per gli emolumenti strettamente connessi alle presenze in servizio, in base alle disposizioni dell'ordinamento dell'amministrazione di appartenenza”.
Un caso di impossibilità potrà riscontrarsi in caso di rotazione applicata a un incarico amministrativo di vertice, considerato il carattere apicale dell’incarico, non modificabile in un diverso incarico all’interno dell’amministrazione. In questo caso l’impossibilità dovrebbe comportare, per coloro che sono anche dipendenti dell’amministrazione, il collocamento in aspettativa o la messa in disponibilità con conservazione del trattamento economico spettante in quanto dipendenti, mentre per coloro che non siano anche dipendenti, la revoca dell’incarico senza conservazione del contratto.
PROCEDIMENTO
Il procedimento di rotazione straordinaria è posto in capo all’UOC Risorse Umane, la quale potrà avvalersi del supporto dell’Avvocatura e del RPCT. Il Dirigente dell’UOC Risorse Umane valuterà l’opportunità di formalizzare procedura aziendale al fine di disciplinare il procedimento relativamente alle fasi dello stesso non compiutamente disciplinate dalla linea guida ANAC, stabilendo in particolare termini per l’avvio, istruttoria e conclusione del procedimento, al fine di contemperare le esigenze di tempestività dell’azione con quelle di contraddittorio con il dipendente. Nelle more dell’adozione di regolamento aziendale, l’Ente provvederà caso per caso, adeguatamente motivando le misure adottate e la durate delle stesse.
RAPPORTI TRA ROTAZIONE STRAORDINARIA E TRASFERIMENTO DI UFFICIO IN CASO DI RINVIO AGIUDIZIO.
La linea guida ANAC prevede che nel caso di rinvio a giudizio per lo stesso fatto per cui è stata disposta la rotazione straordinaria si applica il trasferimento previsto dalla sopracitata legge n. 97/2001. Se il trasferimento è già stato disposto in sede di rotazione straordinaria, l’amministrazione può nuovamente disporre il trasferimento (ad esempio ad un ufficio ancora diverso) ma può limitarsi a confermare il trasferimento già disposto, salvo che al provvedimento di conferma si applicano i limiti di validità temporale previsti dalla legge n.97/2001.
ROTAZIONE STRAORDINARIA COME CONSEGUENZA DELL’AVVIO DI UN PROCEDIMENTO DISCIPLINARE
L’art. 16, lettera l quater prevede l’applicazione della rotazione straordinaria anche in caso di avvio di procedimento disciplinare. ANAC precisa che detto istituto di applica nel caso di procedimento disciplinare avviato per uno dei reati di natura
corruttiva precedentemente indicati, con le medesime finalità preventive e di tutela dell’immagine dell’Ente e non con finalità sanzionatorie.
C.2) L’adozione del Codice di Comportamento.
Con deliberazione n.49 del 30 gennaio 2014, l’ex Azienda Ospedaliera della provincia di Pavia (ora ASST) aveva adottato il Codice di Comportamento dei dipendenti ai sensi della nuova formulazione dell’art. 54 del D.Lgs. 165/2001, del
D.P.R. 62/2013, delle principali delibere C.I.V.I.T. (ora A.N.A.C.) in materia e di quanto previsto dal Piano nazionale anticorruzione. E’ previsto un aggiornamento del Codice che terrà conto delle linee guida ANAC –che alla data di adozione del presente atto risultano ancora in consultazione- le quali hanno lo scopo di fornire indirizzi interpretativi e operativi volti a orientare e sostenere gli Enti nella predisposizione di nuovi codici di comportamento, al fine di realizzare gli obiettivi di una migliore cura dell’interesse pubblico. Dette linee guida dovranno essere recepite nel nuovo Codice di comportamento, tenuto conto altresì delle già emanate linee guida per gli enti del servizio sanitario nazionale nonché -come previsto con D.G.R. n.X/6062 del 29 dicembre 2016- dei contenuti del “Codice di Comportamento per il personale della Giunta di Regione Lombardia”.
La redazione del nuovo Codice sarà affidata ad apposito gruppo di lavoro multidisciplinare, nel quale dovranno essere presenti competenze giuridico- amministrative e figure apicali con adeguata esperienza nell’area della gestione delle risorse umane (professioni mediche, sanitarie e non sanitarie).
Quanto sopra, al fine di consentire la dovuta contestualizzazione del Codice rispetto alla realtà aziendale. Il gruppo di lavoro così composto potrà inoltre occuparsi del tema del conflitto di interessi, per il quale sono attualmente in consultazione apposite linee guida ANAC.
Nelle more dell’adozione di detto nuovo Codice di comportamento, continuerà ad applicarsi il previgente Codice, i cui principali contenuti sono riassunti di seguito.
Il Codice è finalizzato a ispirare l’esercizio dell’attività aziendale a criteri di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta, così come previsto dall’art. 3 del Codice al quale si rinvia; è caratterizzato da un approccio concreto, nel quale le regole di comportamento derivano da un’attenta analisi della realtà aziendale e dettano precise indicazioni in relazione a:
- regali, compensi e altre utilità;
- partecipazioni ad associazioni ed organizzazioni;
- comunicazione degli interessi finanziari e conflitti di interesse;
- obbligo di astensione;
- prevenzione della corruzione;
- trasparenza e tracciabilità;
- comportamento nei rapporti privati;
- comportamento in servizio;
- divieto di fumo;
- rapporti con il pubblico;
- disposizioni particolari per i dirigenti;
- contratti ed altri atti negoziali.
Il Codice agli artt. 6 e 7 disciplina la materia ed il comportamento da attuare in caso di conflitto d’interesse. In ottemperanza a quanto previsto dal P.N.A., l’art. 8 del Codice (“Prevenzione della corruzione”), pone in capo a ciascun dipendente l’obbligo di segnalazione di eventuali situazioni di illecito, di cui sia venuto a conoscenza, al Dirigente dell’Unità Operativa di appartenenza, fermo restando l’obbligo di denuncia all’Autorità Giudiziaria, secondo le modalità previste dai commi 2, 3 e 4.
L’Azienda ha, altresì, provveduto a dare adeguata pubblicità dell’adozione di detto Codice sia mediante la sua diffusione all’interno dell’Azienda, sia mediante la pubblicazione sul sito internet aziendale (xxx.xxxx-xxxxx.xx) e l’invito rivolto al pubblico ed alle organizzazioni sindacali di far pervenire osservazioni e proposte di modifica. L’U.O.C. Risorse Umane consegna, inoltre, copia del Codice di comportamento aziendale ad ogni neoassunto e a chiunque instauri un rapporto lavorativo con l’ASST.
La violazione degli obblighi stabiliti nel Codice integra comportamento contrario ai doveri di ufficio. Fermo restando l’ipotesi in cui la violazione delle predette disposizione dia luogo a responsabilità di natura penale, civile, amministrativa o contabile del Pubblico dipendente, essa è fonte di responsabilità disciplinare da accertarsi mediante rituale avvio di procedimento disciplinare.
C.3)La disciplina in materia di svolgimento di incarichi d’ufficio –attività ed incarichi extra-istituzionali.
Nel corso del 2019 è stato emanato il regolamento aziendale disciplinante lo svolgimento di incarichi compatibili con il rapporto di pubblico impiego (REG.03.727.DAM01.51301), giunto alla versione aggiornata n.3, al quale si fa espresso ed integrale rinvio. Il procedimento di autorizzazione degli incarichi extra- istituzionali è posto in capo alla U.O.C. Risorse Umane, così come l’attivazione di controlli a campione in materia. Fermo restando quanto anzidetto, sono riportate al paragrafo 2.4 Interventi specifici nelle aree a rischio, tabella A.2.1, le ulteriori misure da attuare nell’ambito in argomento.
C.4) La disciplina in materia di conferimento di incarichi dirigenziali in caso di particolari attività o incarichi precedenti (pantouflage – revolving doors) ed in materia di incompatibilità ed inconferibilità.
L’Azienda ha adeguato le proprie procedure previste per il conferimento di incarichi dirigenziali, al fine di prevenire tutte le ipotesi – senza esclusione alcuna - di inconferibilità e di incompatibilità previste dalle disposizioni di cui ai Capi III, IV, V e VI del D.Lgs. 39/2013. Nell’allegato n.2 sono rappresentate in forma tabellare le ipotesi di inconferibilità e incompatibilità ed i Soggetti destinatari delle norme in argomento.
Nella sezione III, dedicata al piano dei controlli, sono altresì previste specifiche azioni di verifica poste in capo al RPCT
C.5) La disciplina in materia di attività successive alla cessazione del rapporto di lavoro (pantouflage – revolving doors).
L’Azienda ha provveduto a regolare le attività successive alla cessazione del rapporto di lavoro del personale, mediante l’adeguamento delle procedure dell’U.O.C. Risorse Umane e della contrattualistica relativa alle assunzioni, in ossequio alle previsioni di cui all’art. 53, comma 16 ter del D.Lgs. 165/2001.
In particolare, nei contratti di assunzione è espressamente indicato che per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro, il dipendente o il dirigente non potranno svolgere alcuna attività lavorativa per coloro che siano stati destinatari di provvedimenti, di natura autorizzativa o contrattuale, adottati dal personale cessato dall’incarico. Analogamente, a fine servizio, è richiesta la sottoscrizione di apposita dichiarazione di impegno e di informativa in ordine alle conseguenze del pantouflage.
La prescrizione è rivolta a tutti i destinatari di incarichi, dirigenziali e non, che comportino esercizio del potere autorizzativo o negoziale in qualsiasi procedimento o procedura dell’Azienda: dirigenti, funzionari, anche titolari di funzioni dirigenziali e responsabili di procedimento ex art. 125 D.Lgs. 163/2006, inclusi i titolari di incarichi ex art.21 del D.Lgs. 39/2013. Il divieto di pantouflage si applica non solamente al soggetto che firma il provvedimento amministrativo o stipula i contratti in rappresentanza dell’ente, ma anche a coloro che hanno partecipato al procedimento ed hanno comunque avuto il potere di incidere in maniera determinante sulla decisione oggetto del provvedimento finale, collaborando all’istruttoria, ad esempio attraverso la elaborazione di atti endoprocedimentali obbligatori (pareri, perizie, certificazioni) che vincolano in modo significativo il contenuto della decisione (cfr. parere ANAC sulla normativa AG 74 del 21 ottobre 2015 e orientamento n. 24/2015).
La cessazione del rapporto di lavoro è intesa in senso ampio e comprende ogni tipo di interruzione del rapporto di impiego, anche per raggiungimento dei requisiti di accesso alla pensione.
L’impegno è assunto dal dipendente mediante la sottoscrizione del contratto di assunzione ed è, altresì, indicato negli avvisi di selezione dell’incarico.
Inoltre, nei bandi di gara per lavori, servizi o forniture predisposti dall’Azienda, anche con procedure negoziate, è espressamente richiesto, mediante sottoscrizione di dichiarazione sostitutiva di certificazione ex D.P.R. 445/2000, che l’appaltatore, beneficiario di atti autorizzativi o negoziali da parte del dipendente ormai cessato, dichiari di non aver svolto alcuna attività lavorativa con il dipendente nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di impiego con questa Azienda, pena:
- l’immediata esclusione del privato dalla procedura di affidamento e l’impossibilità per lo stesso di contrattare con l’ASST per i successivi tre anni;
- la nullità del contratto o dell’incarico conferito ed i conseguente obbligo di restituzione di importi eventualmente già conferiti;
- l’eventuale azione risarcitoria nei confronti del dipendente e dell’appaltatore per i danni subiti da questa Azienda, erogatrice di servizi pubblici essenziali, a causa dell’annullamento del contratto o dell’incarico.
Nel caso in cui il RPCT venga a conoscenza della violazione del divieto di pantouflage da parte di un ex dipendente lo segnala all’ANAC ed all’amministrazione presso cui il dipendente prestava servizio.
C.6) La disciplina in materia di formazione di commissioni, assegnazioni agli uffici, conferimento di incarichi dirigenziali in caso di condanna penale per delitti contro la pubblica amministrazione.
Il Decreto legislativo n.50/2016, il Decreto legislativo n. 165/2001 e il del D.Lgs. 39/2013 prevedono una serie di ipotesi di incompatibilità nello svolgimento di incarichi dirigenziali e/o nell’assunzione dell’incarico di commissario di gara e/o di concorso, di seguito dettagliate.
Coloro che sono stati condannati, anche con sentenza non passata in giudicato, per i reati previsti nel capo I del titolo II del libro secondo del codice penale:
a) non possono fare parte, anche con compiti di segreteria, di commissioni per l’accesso o la selezione a pubblici impieghi;
b) non possono essere assegnati, anche con funzioni direttive, agli uffici preposti alla gestione delle risorse finanziarie, all’acquisizione di beni, servizi e forniture, nonché alla concessione o all’erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari o attribuzioni di vantaggi economici a soggetti pubblici e privati;
c) non possono fare parte delle commissioni per la scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi, per la concessione o l’erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché per l’attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere. La predetta ipotesi di incompatibilità si applica anche ai segretari di commissioni giudicatrici
Nelle procedure di aggiudicazione di contratti di appalti o di concessioni, limitatamente, ove sia prevista una commissione giudicatrice, l’art. 77 del D.Lgs. n.50/2016 stabilisce inoltre la seguente ipotesi di incompatibilità:
-non possono essere nominati commissari giudicatori Coloro che, nel biennio antecedente all'indizione della procedura di aggiudicazione, hanno ricoperto cariche di pubblico amministratore, relativamente ai contratti affidati dalle Amministrazioni presso le quali hanno esercitato le proprie funzioni d'istituto;
inoltre, ai componenti delle commissioni giudicatrici ed al segretario di commissione, si applicano le cause di astensione stabilite nell'articolo 51 del codice di procedura
civile, le quali configurano ipotesi di conflitto di interesse, di cui si forniscono di seguito alcune esemplificazioni, tratte dal citato art.51 c.p.c. Si configura conflitto di interesse ogni qualvolta il titolare di incarico dirigenziale, il componente di commissioni di gara/concorso/selezione ha un interesse personale nell’affidamento di che trattasi. L’interesse personale è tale anche quando si riferisce alla moglie e/o parente fino al quarto grado o a vincoli di affiliazione e convivenza; è ricompreso il caso di “causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito con una delle parti”, l’aver fornito consulenze tecniche al Concorrente, la titolarità di cariche di “procuratore, agente o datore di lavoro di una delle parti; se, inoltre, è amministratore o gerente” della Società concorrente.
Sono altresì esclusi da successivi incarichi di commissario coloro che, in qualità di membri delle commissioni giudicatrici, abbiano concorso, con dolo o colpa grave accertati in sede giurisdizionale con sentenza non sospesa, all'approvazione di atti dichiarati illegittimi.
In considerazione di quanto sopra, gli avvisi di selezione per il conferimento dell’incarico dirigenziale e, ove occorrente, dell’incarico di componente di commissione e comunque l’atto di affidamento di detti incarichi deve riportare un espresso riferimento alle cause ostative sopraelencate. Inoltre, ai sensi degli artt. 35 bis del D.Lgs. 165/2001 e dell’art. 3 del D.Lgs. 139/2013, l’Azienda richiede la sottoscrizione di dichiarazione sostitutiva di certificazione ex D.P.R. 445/2000.
L’ASST provvede, altresì, a verificare, presso i competenti Uffici della Procura della Repubblica territorialmente competente, l’effettiva rispondenza a quanto indicato in sede di auto-certificazione, mediante il rilascio di certificato del casellario giudiziale e dei carichi pendenti.
L’eventuale presenza di sentenze di condanna, anche non definitiva, per reati contro la pubblica amministrazione comporta la mancata assegnazione o la nullità dell’atto di conferimento dell’incarico ex art. 17 del D.Lgs. 39/2013 ed il conseguente conferimento ad altro soggetto; in caso di formazione di commissioni, l’illegittimità del provvedimento conclusivo del procedimento; l’applicazione, nei confronti di tale soggetti, delle misure, anche interdittive, previste dall’art. 3 del D.Lgs. 39/2013 e delle sanzioni previste dall’art. 18 del D.Lgs. 39/2013.
Per quanto non espressamente previsto nel presente paragrafo si dovrà fare riferimento alle linee guida ANAC n.15/2019 e n. Xxxxxxxx x.0000 del 18 dicembre 2019.
C.7) La disciplina in materia di tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (c.d. whistleblower)
Il dipendente che effettua segnalazioni in materia di prevenzione della corruzione è tutelato dall’ASST in ossequio a quanto disposto dall’art. 54-bis del D.Lgs. 165/2001. Con deliberazione n.463 del 26 giugno 2019 l’ASST di Pavia ha aggiornato il “regolamento per l’attuazione degli adempimenti e delle misure di tutela del
dipendente che segnala illeciti (Whistleblower)”, REG.04.727.DAM01.50201, in conformità con la disciplina normativa nazionale e regionale. All’interno del regolamento sono indicati:
- soggetti ed oggetto delle segnalazioni;
- modalità e destinatari della segnalazione;
- modalità di verifica, accertamento ed esiti delle segnalazioni;
- forme di tutela del Segnalante;
- segnalazione di comportamenti discriminatori;
- iniziative di sensibilizzazione;
- azione del Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e Trasparenza a seguito di analisi segnalazioni per modificazione delle misure di prevenzione dei rischi (modifica PTPC).
Il regolamento in oggetto è stato pubblicato sul sito web aziendale, nella sezione “Amministrazione Trasparente” allo scopo di rendere edotto e sensibilizzare il personale sugli obblighi esistenti e sulla tutela predisposta dall’Azienda in caso di segnalazione di possibili episodi di corruzione.
Il regolamento prevede che l’unico canale di comunicazione consentito per inoltrare la segnalazione sia il Responsabile della Prevenzione della Corruzione, comprensivo del personale assegnato all’ufficio attraverso apposito applicativo che garantisce la presa in carico delle segnalazioni e la loro gestione con la dovuta riservatezza. Si ricorda in proposito che la vigente normativa prevede che i dati identificati del segnalante e del contenuto della dichiarazione non possono rivelati, se non nei seguenti casi: con il consenso del segnalante, in caso di contestazione disciplinare nei confronti del soggetto segnalato, qualora la contestazione sia fondata, anche esclusivamente, sulla segnalazione; in caso di intervento dell’Autorità Giudiziaria competente.
Tali dati sono esclusi dal diritto all’accesso agli atti amministrativi ai sensi dell’art. 24, comma 1, lett. a) della L. 241/1990. Sono accettate anche segnalazioni anonime, solo qualora adeguatamente circostanziate e caratterizzate dall’indicazione di precisi elementi fattuali; è fatto obbligo di riservatezza ai membri dell’ufficio del Responsabile della Prevenzione della Corruzione, così come delle persone che dovessero essere coinvolte nel processo di gestione della segnalazione, pena l’avvio di procedimento disciplinare; le eventuali ritorsioni devono essere comunicate dal segnalante al Responsabile della Prevenzione della Corruzione che provvederà a contattare i dirigenti e gli uffici competenti e determinerà le successive azioni a tutela del segnalante. Semestralmente il RPCT predispone apposita relazione in ordine al funzionamento dell’istituto del Whistleblowing, ed invia la stessa al RPCT di Regione Lombardia. Dalle relazioni 2019 è emerso che lo strumento in oggetto allo stato viene scarsamente utilizzato. Pertanto nel corso del 2020 occorrerà
implementare l’attività di informazione ai dipendenti anche attraverso l’effettuazione di FAD. Anche al fine di recepire le indicazioni ANAC in ordine alla necessità di attivare una piattaforma informatica allo scopo di garantire la massima riservatezza e sicurezza del segnalante, l’ASST di Pavia ha aderito al progetto “Curiamo la corruzione” promosso da Transparency International Italia, un'organizzazione internazionale non governativa (ONG) che si occupa di prevenire e contrastare la corruzione. La collaborazione con Transaprency International Italia permette inoltre di utilizzare una piattaforma informatica per il “Whistleblowing” (WhistleblowingPA). Fermo restando i contenuti del regolamento aziendale sopra richiamato, al quale occorre fare integrale riferimento, si descrivono di seguito alcuni tratti salienti dell’istituto del whistleblowing.
Soggetti tutelati. L’istituto del whistleblowing ha la finalità di tutelare il dipendente e/o il collaboratore di XXXX che intenda segnalare condotte illecite di cui il dipendente stesso sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro. Per condotte illecite si devono intendere sia i reati contro la pubblica amministrazione, sia gli illeciti civili o amministrativi comprese le irregolarità come conseguenza dell’utilizzo dell’attività amministrativa per fini privati.
Non rientra nella tutela prevista dal comma 1 dell’art 54 bis il dipendente che per raccogliere indizi, informazioni di condotte illecite violi la legge
L’istituto non sostituisce l’obbligo di denuncia all’Autorità giudiziaria cui sono soggetti i pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio.
Presupposto alla segnalazione non è necessario la certezza del fatto illecito ma che il dipendente in base alla propria esperienza ragionevolmente ritenga che si sia verificato la irregolarità o il fatto illecito. La finalità dell’istituto whistleblowing è la salvaguardia dell’interesse all’integrità della pubblica amministrazione. In base alla linea guida ANAC chi riceve la segnalazione deve valutarne l’entità vale a dire che non sia mossa da interessi personali. XXXX tuttavia ritiene che la tutela ex art 54 bis non si possa escludere nel caso l’interesse personale concorra con la salvaguardia dell’integrità della pubblica amministrazione.
Nel caso un dipendente denunci un reato procedibile d’ufficio e come conseguenza venga discriminato potrà beneficiare della tutela ex art 54 bis.
Tutela da misure discriminatorie
È a carico dell’ amministrazione dimostrare che le misure ritenute dal dipendente discriminatorie sono motivate da ragioni estranee alla segnalazione stessa.
Nel caso venga accertato la natura ritorsiva degli atti questi sono nulli e in caso di licenziamento, il lavoratore viene reintegrato ai sensi dell’art 2 D.l 4 marzo 2015 n 23 ( rubricato in “Licenziamento discriminatorio, nullo e intimato in forma orale”).
Condizioni per la tutela. La tutela nei confronti del segnalante viene meno se con sentenza di primo grado viene accertata la responsabilità per i reati di calunnia, diffamazione o altri reati connessi alla denuncia o responsabilità civile per aver
riferito informazioni false con dolo o colpa. Nel caso la sentenza di primo grado venga ribaltata la tutela per eventuali ritorsioni si può applicare tardivamente.
Il ruolo del RPCT. Il RPCT, a seguito della segnalazione ricevuta, avvia l’istruttoria interna sui fatti e sulle condotte segnalate. Spetta al RPCT l’attività di verifica e analisi e non attività di accertamento. Per svolgere l’ attività di accertamento chiede chiarimenti al segnalante, acquisisce documenti e atti da altri uffici, sente terzi. Se durante l’attività di verifica il RPCT rilevi l’infondatezza della segnalazione ne dispone l’archiviazione con motivazione, in caso contrario predispone una relazione agli organi preposti o enti ed istituzione esterne.
La piattaforma informatica ANAC.
ANAC mette a disposizione una propria piattaforma per la segnalazione degli illeciti, raggiungibile dal sito xxx.xxxxxxxxxxxxxx.xx. Tramite la piattaforma ANAC è possibile compilare, inviare e ricevere in modo informatizzato la segnalazione. L’utilizzo della piattaforma garantisce la riservatezza dell’identità del segnalante e consente di accedere alla propria segnalazione in ogni momento tramite un codice identificativo e permette di dialogare con ANAC in modo anonimo. L’ANAC avvia le verifiche di competenza avvalendosi del RPCT aziendale. La gestione delle comunicazioni di misure ritorsive. Le comunicazioni di misure ritorsive possono essere fatte ad ANAC da parte della persona fisica e dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. L’autorità comunque ritiene possibile valutare anche la comunicazioni di misure ritorsive provenienti da soggetti diversi, in quanto il potere di vigilanza si adotta a prescindere dal segnalante. Se la comunicazione è considerata inammissibile l’autorità archivia la comunicazione. La comunicazione e la documentazione a differenza della segnalazione sono sottoposte al diritto di accesso ex art 22 legge 241/1990 e all’accesso civico generalizzato. Una volta accertati i presupposti dell’esistenza di misure ritorsive l’autorità dispone l’accertamento sanzionatorio entro 90 giorni dalla comunicazione salve necessità di integrazione documentale. In virtù dell’art 54 bis comma 7 è a carico dell’amministrazione dimostrare che le misure discriminatorie o ritorsive sono motivate da ragioni estranee alla segnalazione stessa L’autore della comunicazione e l’accusato possono esercitare il diritto d’accesso al fine di esercitare il diritto di difesa. Il compito di ANAC è quindi quello di verificare che la misura ritorsiva sia conseguente alla segnalazione di illeciti.
Il procedimento di ANAC si conclude con l’adozione del provvedimento sanzionatorio nel caso in cui venga accertata la ritorsione o con il provvedimento di archiviazione.
C.8) Conflitto di interessi
L’art. 1 c. 41 della L. 190/2012 ha introdotto l’art. 6 bis “conflitto di interessi” nella L. 241/1990 sul procedimento amministrativo. Sulla base di tale disposto i Direttori, Dirigenti, il Responsabile del procedimento (RUP), il Direttore dell’esecuzione del contratto (DEC) e i dipendenti degli uffici competenti ad effettuare ispezioni,
controlli e sanzioni o ad adottare pareri, valutazioni, altri atti intra procedimentali o il provvedimento finale, e comunque tutti i dipendenti, collaboratori, consulenti, devono astenersi in caso di conflitto di interesse segnalando al proprio responsabile gerarchico ogni situazione di conflitto anche potenziale.
L’art.7 del DPR n.62/2013 (Codice di comportamento) prevede in generale che “il dipendente si astiene dal partecipare all’adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado, del coniuge o di conviventi, oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale, ovvero, di soggetti od organizzazioni con cui egli o il coniuge abbia causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito significativi, ovvero di soggetti od organizzazioni di cui sia tutore, curatore, procuratore o agente, ovvero di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati, società o stabilimenti di cui sia amministratore o gerente o dirigente. Il dipendente si astiene in ogni altro caso in cui esistano gravi ragioni di convenienza. Sull’astensione decide il responsabile dell’ufficio di appartenenza”.
L’ art. 42 del D.Lgs. n.50/2016 fornisce la seguente definizione di conflitto di interesse riferita alla fase di aggiudicazione esecuzione dei contratti: “Si ha conflitto d’interesse quando il personale di una stazione appaltante o di un prestatore di servizi che, anche per conto della stazione appaltante, interviene nello svolgimento della procedura di aggiudicazione degli appalti e delle concessioni o può influenzarne, in qualsiasi modo, il risultato, ha, direttamente o indirettamente, un interesse finanziario, economico o altro interesse personale che può essere percepito come una minaccia alla sua imparzialità e indipendenza nel contesto della procedura di appalto o di concessione”.
Il conflitto di interessi è quindi quella situazione in cui un interesse privato (secondario) interferisce con l’interesse pubblico in modo tale da pregiudicare l’imparzialità delle scelte dell’operatore pubblico a vantaggio degli interessi privati. Con riferimento al conflitto di interessi è necessario fissare anche altri due concetti: - in merito alla sua natura: l’interesse non necessariamente deve avere carattere patrimoniale ma può essere anche di altra natura, come ad esempio una situazione di amicizia o di natura politica o per assecondare pressioni dei superiori gerarchici. In generale, tutto ciò che possa pregiudicare l’imparzialità del dipendente - in merito ai soggetti titolari di interessi contrapposti: oltre al conflitto con interessi personali del dipendente, il Codice di comportamento chiede di considerare anche gli interessi del coniuge, di conviventi, di parenti, di affini entro il secondo grado oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale, nonché i soggetti e le organizzazioni con cui il dipendente, o il coniuge, abbia causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito significativi, ovvero di soggetti od organizzazioni di cui sia tutore, curatore, procuratore o agente, ovvero di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati, società o stabilimenti di cui sia amministratore o gerente o dirigente. Per un approfondimento sul tema del conflitto di interessi si rinvia al Codice di Comportamento aziendale, il quale dovrà essere aggiornato anche alla luce delle indicazioni ANAC di prossima emanazione ed al
vigente regolamento aziendale sul conferimento di incarichi compatibili con il rapporto di pubblico impiego REG.03.727.DAM01.51301.
Il conflitto di interessi nello specifico ambito delle procedure di affidamento di contratti pubblici
Come già sopra richiamato, l’art. 42 del D.Lgs. n.50/2016 disciplina il conflitto di interessi nelle procedure di affidamento di beni, servizi, lavori e concessioni con l’esplicita finalità di garantire parità di trattamento tra concorrenti e evitare fenomeni di distorsione della concorrenza. In proposito, l’ANAC ha emanato la linea guida Anac n 15 che di seguito viene riassunta.
1. AMBITO OGGETTIVO DI APPLICAZIONE: l’art n.42 del D.Lgs. n.50/2016 si applica a tutte le procedure di aggiudicazione di appalti e concessioni nei settori ordinari sopra e sotto soglia comunitaria compresa la fase di esecuzione dei contratti pubblici.
2. DEFINIZIONE DEL CONFLITTO DI INTERESSI: come già sopra indicato, “Si ha conflitto d’interesse quando il personale di una stazione appaltante o di un prestatore di servizi che, anche per conto della stazione appaltante, interviene nello svolgimento della procedura di aggiudicazione degli appalti e delle concessioni o può influenzarne, in qualsiasi modo, il risultato, ha, direttamente o indirettamente, un interesse finanziario, economico o altro interesse personale che può essere percepito come una minaccia alla sua imparzialità e indipendenza nel contesto della procedura di appalto o di concessione”.
La norma pertanto si riferisce al personale di una stazione appaltante o di un prestatore di servizi, ai lavoratori subordinati e a tutti coloro che in base a un valido titolo giuridico sono in grado di impegnare l’ente nei confronti di terzi o hanno titolo per influenzare l’attività esterna.
Sulla base di tale ampia definizione, per l’ASST il conflitto di interessi riguarda il Dirigente che assume la qualifica di RUP e/o di DEC ma anche il/i propri collaboratori che, sulla base della specifica attività svolta e del ruolo ricoperto, possono influenzare la procedura di gara. Per espressa previsione dell’art 77 comma 6 del D.Lgs. n.50/2016, la disciplina sul conflitto di interessi si applica anche ai commissari e ai segretari delle commissioni aggiudicatrici, ai quali peraltro si applicano altresì rigide norme in materia di incompatibilità ed astensione previste dal citato art. 77.
3. OBBLIGHI DICHIARATIVI E DI COMUNICAZIONE
Dichiarazione sostitutiva ai sensi degli articoli 6, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 62/2013 e 6 bis della legge n. 241/90
Il RUP, il DEC e, più in generale, tutti i dipendenti che vengono assegnati ad unità operative addette all’attività di approvvigionamento di beni, servizi, lavori/concessioni e/o che gestiscono contratti di fornitura devono rendere la dichiarazione di cui all’articolo 6, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 62/2013, per quanto a loro conoscenza, ovvero:
-informare per iscritto il proprio dirigente di tutti i rapporti, diretti o indiretti, di collaborazione con soggetti privati in qualunque modo retribuiti che lo stesso abbia o abbia avuto negli ultimi tre anni, precisando:
a) se in prima persona, o suoi parenti o affini entro il secondo grado, il coniuge o il convivente abbiano ancora rapporti finanziari con il soggetto con cui ha avuto i predetti rapporti di collaborazione;
b) se tali rapporti siano intercorsi o intercorrano con soggetti che abbiano interessi in attività o decisioni inerenti all’ufficio, limitatamente alle pratiche a lui affidate. Dichiarazione sostitutiva riferita alla singola procedura di gara
Il RUP, il DEC ed il personale individuato ai sensi del punto 2) che ritengono di trovarsi in una situazione di conflitto di interesse in riferimento a una specifica procedura di gara o che in base alle circostanze da loro conosciute potrebbero far sorgere conflitto di interesse devono rendere una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà e di certificazione ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 445/2000. La dichiarazione deve essere rilasciata al responsabile del procedimento essa ha come oggetto le situazioni potenzialmente idonee a porre in dubbio l’imparzialità e indipendenza. Il Responsabile unico del procedimento rilascia la dichiarazione al soggetto che lo ha nominato e/o al superiore gerarchico (secondo POAS). La nomina del RUP e del DEC relativa alla singola procedura di gara è subordinata alla acquisizione della dichiarazione sostitutiva relativa all’assenza di conflitti di interessi.
CONTROLLII. I controlli sulle dichiarazioni in virtù dell’art 47 del decreto del Presidente della Repubblica n. 445/2000 sono fatti a campione, essi vengono fatti sempre quando insorgono sospetti sulla non veridicità delle dichiarazioni, sono fatti in contraddittorio con il dichiarante. Nel caso il conflitto sia sorto successivamente i soggetti devono darne comunicazione immediatamente al responsabile dell’ufficio e al RUP, nel caso il conflitto insorga in capo al RUP , egli lo deve dichiarare al chi lo ha nominato e al proprio superiore gerarchico.
4. CONSEGUENZE IN CASO DI MANCATA DICHIARAZIONE
Nel caso non vengano prodotte le dichiarazioni sopracitate, per i dipendenti pubblici si verifica la fattispecie di comportamento contrario ai doveri d’ufficio, sanzionabile ai sensi dell’art. 16 del decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013 n. 62.
5. OBBLIGO DI ASTENSIONE ED ESCLUSIONE DALLA GARA DEL CONCORRENTE
In caso di conflitto di interesse in una procedura di gestione di contratto pubblico esiste in capo al dipendente il dovere di astenersi dalla partecipazione alla procedura. Il responsabile dell’ufficio del dipendente o se dirigente il superiore gerarchico (individuato secondo POAS) in contradittorio valuta se esiste il conflitto di interesse tale da ledere l’imparzialità dell’azione amministrativa. Si deve valutare se sono messi in pericolo l’integrità, indipendenza e imparzialità del dipendente e il pregiudizio che potrebbe derivare al decoro e al prestigio dell’amministrazione. Nel caso venga accertato il conflitto di interesse che possa ledere all’imparzialità dell’azione amministrativa, il procedimento viene affidato a un diverso funzionario o in caso di impossibilità viene avocato in capo al responsabile dell’ufficio o al superiore gerarchico.
6. ESCLUSIONE DALLA GARA DEL CONCORRENTE, ANNULLAMENTO DELL’AGGIUDICAZIONE E RISOLUZIONE DEL CONTRATTO
In extrema ratio quando è oggettivamente impossibile sostituire il dipendente sia avocare l’attività al responsabile di servizio o di ricorrere a formule alternative il concorrente viene escluso dalla gara come previsto dall’art 80 comma 5 lettera d). Tali impossibilità devono essere assolute dimostrate e motivate. Nel caso le condizioni si verifichino dopo l’aggiudicazione la stazione appaltante previa valutazione degli interessi coinvolti valuta l’annullamento dell’aggiudicazione o la risoluzione del contratto.
Patto di integrità
Il Patto di integrità è un accordo tra la stazione appaltante e gli operatori economici che in base all’art 1 comma 17, della L.6 novembre 2012, n.190, vincola le parti al rispetto di regole di condotta finalizzate a prevenire il verificarsi di fenomeni corruttivi e a promuovere comportamenti eticamente adeguati.
Le parti che sottoscrivono il patto si obbligano a improntare i propri comportamenti ai principi di lealtà, trasparenza, correttezza, e si impegnano a non offrire, accettare o richiedere somme di denaro o qualsiasi altra ricompensa, vantaggio o beneficio indebito. L’ASST di Pavia, soggetto del sistema sociosanitario lombardo, utilizzata la utilizza la piattaforma SINTEL quale strumento di e procurement. Gli Operatori economici che intendono proporsi all’interno della piattaforma devono registrarsi alla piattaforma ed obbligatoriamente sottoscrivere il patto di integrità, secondo il modello predisposto da Regione Lombardia ed adottato con DGR n.XI/1751 del 17 giugno 2019
2.4 INTERVENTI SPECIFICI SULLE AREE A RISCHIO
A) AREA DI RISCHIO: ACQUISIZIONE, PROGRESSIONE DEL PERSONALE E GESTIONE DEI RAPPORTI DI LAVORO
Processi | dirigente responsabile | strutture e soggetti coinvolti | Valutazione del rischio (impatto x probabilità) | misure di prevenzione, azioni | indicatore | tempi |
A.1.1 Incarichi di direzione di dipartimento | Responsabile U.O.C. Risorse Umane | alto | Applicazione del regolamento aziendale redatto in ossequio alle indicazioni regionali. In coerenza con le indicazioni del PNA 2016, gli atti di conferimento di detti incarichi devono: - esplicitare la conformità dello stesso alle previsioni dell’atto aziendale ed agli indirizzi di programmazione regionale; - esplicitare i criteri di scelta e la motivazione sottesa alla scelta in relazione ai requisiti professionali, ai compiti affidati e alla pregressa performance della struttura dipartimentale al fine di delineare il perimetro di valutazione rispetto anche al raggiungimento degli obiettivi di miglioramento che la Struttura si pone - gli atti devono essere pubblicati. | 100% procedure conformi | Azione continuativa | |
A.1.2 Incarichi di direzione di struttura complessa | Responsabile U.O.C. Risorse Umane | alto | In coerenza con le indicazioni del PNA 2016, detti incarichi devono essere preceduti da procedure selettive improntate ai principi di imparzialità e parità di trattamento. In particolare: -deve esser emesso avviso/bando pubblico, contenente i requisiti previsti dalla vigente normativa; -deve essere prevista la costituzione della commissione selezionatrice; | 100% procedure conformi | Azione continuativa |
-devono essere predeterminati i criteri di selezione; -deve essere esplicitata, negli atti relativi al procedimento di nomina, la motivazione sottesa alla scelta in relazione ai requisiti di partecipazione e ai criteri di selezione utilizzati - gli atti devono essere pubblicati. Si consiglia adozione di regolamento aziendale | ||||||
A.1.3 Incarichi di direzione di struttura semplice, semplice dipartimentale, funzioni di coordinamento | Responsabile U.O.C. Risorse Umane | alto | Applicazione del regolamento aziendale, coerente con le indicazioni del PNA 2016 | 100% procedure conformi | Azione continuativa | |
A.1.4. Reclutamento per concorso pubblico, mobilità (avviso pubblico o domanda diretta), avviso pubblico ( tempi determinati) e di progressioni di carriera ( selezioni interne/incarichi di coordinamento) | Responsabile U.O.C. Risorse Umane | alto | 100% procedure conformi | Azione continuativa | ||
A.1.5 Incarichi di natura professionale anche di alta specializzazione, di consulenza, di studio, e ricerca, ispettivi, di verifica e di controllo | Responsabile U.O.C. Risorse Umane | alto | Applicazione del CCNL 8.6.2000 (art. 28 e art. 33), come da indicazioni del PNA 2016 | 100% procedure conformi | Azione continuativa | |
A.1.6 Incarichi conferiti ai sensi dell’art. 15 septies del D.Lgs. 502/1992 | Responsabile U.O.C. Risorse Umane | alto | Il conferimento di incarichi ai sensi dell’art. 15 septies deve avvenire nel rispetto delle indicazioni fornite nel PNA 2016 e delle determinazioni in ordine alla gestione del Servizio Sociosanitario 2017 e 2018, di seguito riassunte: a) il conferimento di incarico è subordinato alla previa autorizzazione della D.G. Welfare; b) è vietato procedere alla copertura di Strutture Complesse mediante contratti a | 100% procedure conformi | Azione continuativa |
tempo determinato di cui all’art.15 septies. Si riassumono inoltre le indicazioni del PNA: -pubblicazione, aggiornamento e monitoraggio periodici delle posizioni/funzioni non ricoperte; -- -esplicitazione in dettaglio e relativa pubblicizzazione della motivazione del ricorso alla suddetta procedura derogatoria, compresa la motivazione del mancato espletamento dei concorsi per il reclutamento ordinario e la motivazione alla base della durata dell’incarico; -esplicitazione, negli atti relativi al procedimento di nomina, della motivazione sottesa alla scelta in relazione ai requisiti professionali e ai criteri di selezione | ||||||
A.1.7 Sostituzione di figure dirigenziali | Responsabile U.O.C. Risorse Umane | alto | La sostituzione di figure dirigenziali deve essere conforme al PNA, ove applicabile, ed alle regole e vincoli regionali. Si riportano le indicazioni PNA: adeguata programmazione e pubblicazione di detta programmazione (n. posti oggetto di sostituzione/sostituibili nell’anno di riferimento); adozione di provvedimento amministrativo, soggetto a pubblicazione in cui sono esplicitati in dettaglio le motivazioni del ricorso alla sostituzione anziché alle ordinarie procedure di selezione | 100% atti conformi | Azione continuativa | |
A.1.8 Atti di conferimento di incarichi dirigenziali | Responsabile U.O.C. Risorse Umane | alto | Gli atti di conferimento di incarichi dirigenziali ed i relativi contratti devono riportare gli obiettivi di trasparenza posti in carico al dirigente | 100% atti conformi | Azione continuativa | |
A.1.9 Graduazione di incarichi dirigenziali | Responsabile U.O.C. Risorse Umane | medio | Ove applicata e previe intese con OOSS: Definizione di regolamento/procedura aziendale che definisca modalità e criteri per la graduazione degli incarichi dirigenziali | Da definire con il Responsabile U.O.C. Risorse Umane | Da definire con il Responsabile U.O.C. Risorse Umane |
A.2. Conferimento ed autorizzazione incarichi extra-istituzionali ai dipendenti | Responsabile U.O.C. Risorse Umane | alto | Applicazione del regolamento aziendale; effettuazione controlli, a campione, per verificare la presenza di incarichi extra- istituzionali non autorizzati e situazioni di incompatibilità con il rapporto di pubblico impiego. Il campione preso a riferimento deve essere congruo rispetto al numero totale dei dipendenti e consentire, a rotazione, la verifica di tutte le figure professionali anche mediante l’introduzione di controlli su base dipartimentale. | n. soggetti controllati; n. non conformità rilevate; azioni attuate in caso di non conformità | Attuazione continuativa | |
A.3 Nomina Commissioni nell’ambito di procedure selettive | Responsabile U.O.C. Risorse Umane | Componenti di commissioni e soggetti titolari di incarichi extra- istituzionali | alto | Acquisizione di dichiarazione sostitutiva relativa all’assenza di situazioni di conflitto di interesse e cause ostative | n. soggetti controllati; n. non conformità rilevate; azioni attuate in caso di non conformità | Attuazione continuativa |
A.4 Reclutamento del personale – Espletamento concorso | Responsabile U.O.C. Risorse Umane | Commissione esaminatrice | alto | La Commissione dovrà prestabilire i criteri di valutazione per la parte discrezionale dell’attribuzione del punteggio. Devono essere effettuati controlli sulla veridicità delle dichiarazioni rese sui titoli posseduti; Utilizzo di gestionale a fini di tracciabilità e trasparenza | 100% verbali conformi – controlli dichiarazioni del personale reclutato (in particolare per il personale laureato) | Attuazione continuativa |
A.5 Assunzioni: stipula contratto | Responsabile U.O.C. Xxxxxxx Xxxxx | basso | Aggiornamento dello schema di contratto anche con riferimento alle clausole in materia di protezione del dato, al codice di comportamento ed agli obblighi di trasparenza | Avvenuto aggiornamento | 31/12/2021 | |
A.6 Cessazione | Responsabile U.O.C. Risorse Umane | basso | Inserimento in tutti i contratti di assunzione della clausola che prevede il divieto, per i dipendenti che negli ultimi tre anni di servizio hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto dell’Azienda, di prestare attività lavorativa o professionale presso i soggetti | 100% procedure conformi | Attuazione continuativa |
destinatari dell’attività svolta dalla pubblica amministrazione attraverso i medesimi poteri per i tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego. Inserimento nelle lettere di cessazione della medesima informativa. Compilazione da parte dei dipendenti della dichiarazione relativa all’informativa ex art 53 comma 16 ter, D.L.G.S. n. 165/2001 | ||||||
A.5.1 partecipazione di dipendenti ad eventi formativi sponsorizzati in qualità di relatore | Responsabile U.O.C. Risorse Umane | alto | Applicazione del regolamento aziendale | Applicazione del regolamento | Attuazione continuativa | |
A.5.2 Formazione: partecipazione di dipendenti ad eventi formativi sponsorizzati in qualità di discente | Responsabile Uff. Formazione | alto | Applicazione del regolamento aziendale | Applicazione del regolamento | Attuazione continuativa | |
A.6 Ufficio procedimenti disciplinari | Presidente UPD | Segreteria e componenti UPD | alto | Gestione trasparente dei procedimenti disciplinari e contemperamento con esigenze di assoluta riservatezza | Diritto di accesso limitato al solo avente diritto | Attuazione continuativa |
A.7 Rotazione straordinaria | Responsabile U.O.C. Risorse Umane | Responsabile prevenzione corruzione e Avvocatura | medio | Applicazione dell’istituto mediante proposta del RPCT e delibera dell’UOC Risorse Umane | Delibera di applicazione dell’istituto |
B) AREA DI RISCHIO: AFFIDAMENTO DI LAVORI, SERVIZI E FORNITURE
Processi | dirigente responsabile | strutture e soggetti coinvolti | Valutazione del rischio (impatto x probabilità) | misure di prevenzione, azioni | indicatore | tempi |
B.2.1 | Responsabile U.O.C | U.O.C. Farmacie P.O. | Adozione del programma | Avvenuta adozione del | Attuazione | |
Programmazione degli | Acquisti e Servizi | Oltrepò e Lomellina, | alto | biennale degli acquisti di | piano ed evidenza del | continuativa |
acquisti - | Informativi e altri RUP | U.O.C. Ingegneria | beni e servizi e relativi | coinvolgimento dei | ||
aziendali | Clinica, U.O.C. | aggiornamenti annuali | Soggetti interessati | |||
Alberghiero e Risorse | ||||||
Logistiche, DAPSS, | ||||||
Direzioni Mediche di | ||||||
Presidio, U.O.C. Affari | ||||||
Generali e Legali, | ||||||
U.O.C. Tecnico | ||||||
Patrimoniale, Uff. | ||||||
Formazione | ||||||
B.2.2 Affidamento di | Responsabile U.O.C | UU.OO. coinvolte a | Mantenimento certificazione | Acquisizione e | ||
servizi, forniture e | Acquisti e Servizi | seconda del | alto | ISO; | mantenimento | Attuazione |
concessioni | Informativi e altri RUP | procedimento | gestione degli affidamenti | certificazione; | continuativa | |
aziendali | mediante piattaforma | almeno il 100% degli | ||||
telematica; gli acquisti di | acquisti non demandati | |||||
beni appartenenti alle | a centrale acquisti | |||||
categorie merceologiche | regionale/soggetti | |||||
individuate con DPCM di cui | aggregatori è | |||||
all’art. 9 , c. 3 del D.l. | effettuato con utilizzo di | |||||
n.66/2014 sono effettuati | piattaforma informatica | |||||
attraverso la centrale | ||||||
acquisti regionale | ||||||
B.2.2.1 Affidamento di | Responsabile U.O.C | alto | La determinazione della | Attuazione | ||
servizi, forniture e | Acquisti e Servizi | base d’asta deve tenere | continuativa | |||
concessioni: | Informativi e altri RUP | conto dei prezzi di mercato | (vedi parte III, | |||
determinazione della | aziendali | per tipologie di servizi | audit) | |||
base d’asta e offerta | analoghi. La base d’asta, | |||||
anomala | compatibile con il budget a | |||||
disposizione, deve consentire |
un’effettiva concorrenza. | ||||||
B.2.3 Affidamenti diretti entro le soglie normativamente consentite e per beni e servizi infungibili e/o esclusivi | Responsabili U.O.C Acquisti e Servizi Informativi e altri RUP aziendali | Dirigenti medici utilizzatori di beni e servizi | alto | Gli affidamenti diretti sono regolamentati dalla vigente normativa (D.Lgs.n.50/2016; regole di sistema). Garantire il rispetto dei limiti previsti dal codice degli appalti e uniformarsi alle disposizioni di ANAC (Linee guida), mediante il continuo aggiornamento del Regolamento Aziendale per gli acquisti sotto-soglia. Verificare la possibilità di ricondurre l'acquisto al Mercato Elettronico o ad altro canale telematico gestito da Centrali di Committenza. | Applicazione di procedura aziendale | Attuazione continuativa |
Applicazione di specifica procedura aziendale concernente gli acquisti di beni e servizi infungibili e/o esclusivi in ottemperanza all’allegato sub C della DGR n.XI/491 del 2 agosto 2018. | ||||||
B.2.4 Aggiudicazione e | Responsabile U.O.C | UU.OO. coinvolte a | effettuazione dei controlli | |||
stipula del contratto | Acquisti e Servizi | seconda del | medio | previsti dalla normativa | Compilazione check-list | Attuazione |
Informativi e altri RUP | procedimento | (check list di controllo); | di controllo | continuativa | ||
aziendali | rispetto della normativa a | |||||
tutela della trasparenza | ||||||
delle procedure | ||||||
nell'effettuazione | ||||||
delle dovute comunicazioni | ||||||
agli interessati (check list di | ||||||
controllo) | ||||||
B.2.5 | Responsabile U.O.C | Per ciascun contratto, salvi i |
Esecuzione contrattuale- Nomina DEC | Acquisti e Servizi Informativi, altri RUP aziendali e DEC | alto | casi di coincidenza tra RUP e DEC, deve essere individuato il DEC a cui devono essere attribuiti i compiti previsti dal Codice degli Appalti. Se diverso dal RUP, il DEC deve essere nominato con il provvedimento definitivo di aggiudicazione/affidamento | Applicazione del regolamento aziendale | Attuazione continuativa | |
B.2.6 Esecuzione contrattuale- Adempimenti del DEC | Responsabile U.O.C. Acquisti e Servizi Informativi altri RUP aziendali e DEC | U.O.C. Farmacie P.O. Oltrepò e Lomellina, U.O.C. Ingegneria Clinica, U.O.C. Alberghiero e Risorse Logistiche, DAPSS, Direzioni Mediche di Presidio, U.O.C. Affari Generali e Legali | medio | Applicazione di specifico regolamento aziendale che ha definito i criteri per l’individuazione del RUP e del DEC, i compiti e le connesse responsabilità | Applicazione del regolamento aziendale Verifica tecnica: n. report emessi/x.xxxxxx richiesti, valore atteso >- 90% Verifica contabile: monitoraggio spesa per ogni prestazione/budget per ogni prestazione | Attuazione continuativa |
B.2.7 Esecuzione del contratto - con particolare riferimento ai servizi alberghieri Gestione di varianti in corso di esecuzione, di subappalti, affidamento di lavori analoghi, | Responsabile U.O.C Acquisti e Servizi Informativi, altri RUP aziendali e DEC | alto | Controlli del DEC e del RUP durante l'intera fase di esecuzione (verbali di avvio e di monitoraggio); Applicazione delle penali ove dovute; Controlli sulle imprese che intervengono in subappalto; Previsione in sede di gara di eventuali modifiche/varianti e relativa previsione in termini economici (CIG, importi di gara) | applicazione del piano dei controlli dell’UOC Alberghiero e R.L. Percentuale variata di un contratto (< 30%) | Attuazione continuativa, | |
B.2.7.1 Utilizzo automezzi aziendali e Gestione consumi di carburante mediante fuel card | Responsabile UOC Tecnico-Patrimoniale | medio | Applicazione del regolamento aziendale e esecuzione di controlli in ordine alla congruità tra km effettuati e consumo carburante | Evidenze documentali relativi all’attuazione di controlli, anche a campione del resp. Dell’UOC | Attuazione continuativa | |
B.2.8 Comodato d’uso gratuito di strumentazioni | Responsabile U.O.C. Affari Generali e Legali | U.O.C. Farmacie P.O. Oltrepò e Lomellina, U.O.C. Ingegneria Clinica, Direzioni Mediche di Presidio, Resp. SPP e RTSA Dirigenti medici utilizzatori di strumenti ed attrezzature, U.O.C, Acquisti e Servizi Informativi | medio | Applicazione del regolamento aziendale | 100% procedure conformi | Attuazione continuativa |
B.2.9 Progettazione e affidamento Lavori Pubblici | Responsabile UOC Tecnico-Patrimoniale | alto | Redazione di procedura ed acquisizione di certificazione di qualità in ordine alla progettazione ed affidamento lavori pubblici | 100% delle gare conformi alle procedure | 31 dicembre 2022 | |
B.2.10 Gestione dei contributi vincolati ad investimenti | Responsabile UOC Tecnico-Patrimoniale, UOC Ingegneria Clinica, U.O.C Acquisti e Servizi Informativi | UOC Economico Finanziaria | medio | Adozione del piano investimenti Attuazione procedura per la gestione e contabilizzazione dei contributi | Adozione piano investimenti Attuazione procedura | Attuazione continuativa |
B.2.11 Subappalti di lavori pubblici | Responsabile UOC Tecnico-Patrimoniale | alto | Formalizzazione procedura di autorizzazione al subappalto di LLPP | Adozione procedura | Già prevista nel 2020, rinviata al 31/12/2021 | |
B.2.12 Varianti in corso di esecuzione del contratto di lavori pubblici | Responsabile UOC Tecnico-Patrimoniale | alto | Applicazione D.Lgs 50/2016 ed indicazioni ANAC | Conformità al 100% delle varianti al dettato normativo ed indicazioni ANAC | Attuazione continuativa | |
B.2.13 Trasparenza nel settore degli acquisti | Responsabile U.O.C Acquisti e Servizi Informativi e altri RUP aziendali | medio | Applicazione dell’art.29 del D.Lgs. 50/2016 e dell’art.37 del D.Lgs. 33/2013 | Pubblicazione sul sito aziendale degli atti relativi alle procedure per l’affidamento di appalti pubblici di servizi, forniture, lavori e opere, di concorsi pubblici di prog., di concorsi di idee e di concessioni. | Tempestivo per ogni procedimento | |
B.2.14 Nomina Componenti Commissioni Giudicatrici | Responsabile U.O.C Acquisti e Servizi Informativi e altri RUP aziendali | alto | Acquisizione di dichiarazione sostitutiva relativa all’assenza di situazioni di conflitto di interesse e di cause ostative (art.77 D.Lgs. n.50/2016). Applicazione, a regime, dell’art.78 del D.Lgs. n. | Le dichiarazioni sostitutive sono sempre acquisite | Attuazione continuativa |
50/2016 e linee guida ANAC . | ||||||
B.2.15 Incarichi a legali esterni | Responsabile U.O.C. Affari Generali e Legali | medio | La deliberazione di incarico deve essere motivata, sia in ordine alla necessità di ricorso ad Avvocato esterno, sia in ordine alla scelta del legale, in coerenza con la procedura aziendale adottata in esecuzione delle linee guida ANAC sull’affidamento dei servizi. Aggiornamento elenco avvocati | Avvenuto aggiornamento dell’elenco avvocati ed applicazione continuativa delle linee guida ANAC e della procedura aziendale | Attuazione continuativa |
C) AREA PROVVEDIMENTI AMPLIATIVI DELLA SFERA GIURIDICA DEI DESTINATARI CON EFFETTO ECONOMICO E DIRETTO PER IL DESTINATARIO E PRIVI DI EFFETTO ECONOMICO DIRETTO PER IL DESTINATARIO
Processi | dirigente responsabile | strutture e soggetti coinvolti | Valutazione del rischio (impatto x probabilità) | misure di prevenzione, azioni | indicatore | tempi |
C.1 Libera Professione Intramuraria (LPI) | Responsabile U.O.C. Mark. e Co. Servizi Amministrativi Territoriali/Ospedali eri Libera Prof. – Dirigente Specialistica Amb. | D.M. di PO Lomellina, D.M. di PO Oltrepò, responsabili Poli Territoriali, Dirigenti medici | alto | Aggiornamento del regolamento aziendale sulla LPI in conformità alle regole di sistema e successive indicazioni regionali Effettuazione di controlli a campione da parte del responsabile della funzione secondo il Piano dei controlli Obbligo di prenotazione delle prestazioni ambulatoriali da erogare in regime di libera professione mediante apposito applicativo aziendale | Adozione ed applicazione del regolamento Redazione piano ed esecuzione del 100% dei controlli ivi previsti, in caso di non conformità ci deve essere evidenza documentale delle azioni intraprese n. prestazioni prenotabili/n. Prestazioni in accesso diretto | Attuazione continuativa |
Declinazione dei rischi specifici e delle misure inserite nel Piano dei controlli relativo alla libera professione intramuraria: | ||||||
C.1.2. Dichiarazioni prodotte ai fini del rilascio di autorizzazioni alla libera professione intramoenia | Responsabile U.O.C. Mark. e Co. Servizi Amministrativi Territoriali/Ospedali eri Libera Prof. – Dirigente Specialistica Amb | D.M. di PO Lomellina, D.M. di PO Oltrepò, responsabili Poli Territoriali, Dirigenti medici | medio | Preventiva e periodica verifica della sussistenza dei requisiti necessari allo svolgimento dell’attività libero professionale intramoenia | Attuazione continuativa | |
C.1.3 Violazione del limite dei volumi di attività previsti nell’autorizzazione | Responsabile U.O.C. Mark. e Co. Servizi Amministrativi Territoriali/Ospedali eri Libera Prof. – Dirigente Specialistica Amb | D.M. di PO Lomellina, D.M. di PO Oltrepò, responsabili Poli Territoriali, Dirigenti medici | medio | Verifica periodica del rispetto dei volumi concordati in sede di autorizzazione | Attuazione continuativa |
C.1.4 Svolgimento della libera professione in orario di servizio | Responsabile U.O.C. Mark. e Co. Servizi Amministrativi Territoriali/Ospedali eri Libera Prof. – Dirigente Specialistica Amb | D.M. di PO Lomellina, D.M. di PO Oltrepò, responsabili Poli Territoriali, Dirigenti medici | alto | Obbligo di prenotazione di tutte le prestazioni attraverso il CUP aziendale o sovraziendale con gestione delle agende dei professionisti in relazione alla gravità della patologia | Attuazione continuativa | |
C.1.5 Trattamento più favorevole dei pazienti trattati in libera professione | Responsabile U.O.C. Mark. e Co. Servizi Amministrativi Territoriali/Ospedali eri Libera Prof. – Dirigente Specialistica Amb | D.M. di PO Lomellina, D.M. di PO Oltrepò, responsabili Poli Territoriali, Dirigenti medici | alto | Prevedere nel regolamento aziendale una disciplina dei ricoveri in regime di libera professione e specifiche sanzioni | Attuazione continuativa | |
C.1.6 Drop Out | Responsabile U.O.C. Mark. e Co. Servizi Amministrativi Territoriali/Ospedali eri Libera Prof. – Dirigente Specialistica Amb | D.M. di PO Lomellina, D.M. di PO Oltrepò, responsabili Poli Territoriali, Dirigenti medici | medio | Utilizzo di strumenti gestionali: recall SMS reminder, pre- appuntamento | Attuazione continuativa | |
C.1.7 Inadeguata verifica dell’attività svolta in regime intramoenia allargata | Responsabile U.O.C. Mark. e Co. Servizi Amministrativi Territoriali/Ospedali eri Libera Prof. – Dirigente Specialistica Amb | D.M. di PO Lomellina, D.M. di PO Oltrepò, responsabili Poli Territoriali, Dirigenti medici | basso | Nella verifica periodica del rispetto dei volumi concordati in sede di autorizzazione | Attuazione continuativa |
C.1.8 Errata indicazione al paziente delle modalità e dei tempi di accesso alle prestazioni in regime asssitenziale | Responsabile U.O.C. Mark. e Co. Servizi Amministrativi Territoriali/Ospedali eri Libera Prof. – Dirigente Specialistica Amb | D.M. di PO Lomellina, D.M. di PO Oltrepò, responsabili Poli Territoriali, Dirigenti medici | medio | Aggiornamento periodico delle liste di attesa istituzionali Informatizzazione delle liste di attesa | Attuazione continuativa | |
C.2 Gestione trasparente delle liste di attesa | Responsabile U.O.C. Mark. e Co. Servizi Amministrativi Territoriali/Ospedali eri Libera Prof. – Dirigente Specialistica Ambulatoriale | D.M. di PO Lomellina, D.M. di PO Oltrepò, responsabili Poli Territoriali, Dirigenti medici | medio | Applicazione art.41 D.Lgs 33/2013 per le liste di attesa | Avvenuta pubblicazione dei criteri per la formazione delle liste di attesa sul sito internet/Area amministrazione trasparente | Attuazione continuativa |
C.2.1 Liste di attesa - procedura | Coordinatore D.M. di PO Lomellina | D.M. di PO Lomellina, D.M. di PO Oltrepò, responsabili Poli Territoriali, Spec. Ambulatoriale, Servizi Amministrativi Territoriali/Ospedalieri e LPI, Dipartimenti interessati, Dirigenti medici | alto | Applicazione della procedura di gestione delle agende di prenotazione delle prestazioni di specialistica ambulatoriale | Attuazione | Attuazione continuativa |
C.3 Richieste prestazioni esterne | Responsabile U.O.C. Affari Generali e Legali | D.M. di PO Lomellina, D.M. di PO Oltrepò, Dipartimenti, U.O.C Acquisti e Servizi Informativi | medio | Applicazione della procedura di richiesta di prestazioni esterne tramite applicativo informatico Redazione di procedura per l’affidamento di esami presso Terzi e consulenze sanitarie | Attuazione Adozione procedura | Attuazione continuativa |
C.4 Gestione servizio camere a pagamento | Responsabile U.O.C. Mark. e Co. Servizi Amministrativi | D.M. di PO Lomellina e Oltrepò, UOC Alberghiero e R.L. | medio | Revisione di regolamento per la gestione del servizio camere a pagamento e relative tariffe, definizione di confort minimi di | Adozione regolamento | Previsto nel 2020, rinviato al 31/12/2021 |
Territoriali/Ospedali eri Libera Prof. | standard alberghiero | |||||
C.5 Sperimentazioni cliniche | Referente qualificato aziendale | Medici sperimentatori scientifici | medio | Aggiornamento regolamento aziendale | Applicazione del regolamento | Attuazione continuativa |
C.6 Gestione sinistri RCT/O | Responsabile U.O.C. Affari Generali e L. | medio | Aggiornamento della procedura per la gestione dei sinistri, con particolare riferimento ala transazioni | Adozione ed applicazione della procedura | Attuazione continuativa | |
C.7 Incentivi per le funzioni tecniche | Responsabile UOC Acquisti e Sistemi Informativi | RUP e DEC aziendali | medio | Attuazione del regolamento aziendale | Applicazione del regolamento | Attuazione continuativa |
C.8 Provvedimenti amministrativi assunti da dirigenti delegati (deleghe di poteri gestionali) | Responsabile U.O.C. Affari Generali e Legali | Dirigenti afferenti al dipartimenti amministrativi | medio | Definizione di regolamento aziendale che disciplini i poteri gestionali delegati | Adozione regolamento | Previsto nel 2020, rinviato al 31/12/2021 |
C.9 Sponsorizzazioni attive | Responsabile U.O.C. Affari Generali e Legali | Dipartimento Servizi Amministrativi, . Mark. e Co. Servizi Amministrativi Territoriali/Ospedalieri Libera Prof. –, U.O.C Acquisti | alto | Definizione di regolamento che disciplini le sponsorizzazioni attive, in conformità alle linee guida regionali (DG Welfare) | Adozione regolamento | Previsto nel 2020, rinviato al 31/12/2021 |
C.10 Partecipazione dipendenti ad eventi formativi sponsorizzati | UOS Formazione e Concorsi | Attuazione regolamento aziendale aggiornato con le indicazioni ORAC | Attuazione continuativa | |||
C.11 Polizia mortuaria | Resp. U.O.C. Rischio e Qualità | DM di PO Lomellina e Oltrepò | alto | Attuazione regolamento sui servizi necroforici aggiornato | Attuazione | Attuazione |
continuativa (follow up audit) |
D) AREA GESTIONE DEL PATRIMONIO
Processi | dirigente responsabile | strutture e soggetti coinvolti | Valutazione del rischio (impatto x probabilità) | misure di prevenzione, azioni | indicatore | tempi |
D.1 Pagamento delle prestazioni ambulatoriali in LP | Responsabile U.O.C. Mark. e Co. Servizi Amministrativi Territoriali/Ospedali eri Libera Prof. – Dirigente Specialistica Amb. | U.O.C. Economico Finanziaria | basso | Attuazione della disposizione relativa alla tracciabilità dei pagamenti per tutte le prestazioni ambulatoriali aziendali (ticket/solvenza/libera professione) | Verifica annuale dei pagamenti tracciati negli applicativi informatici | Attuazione continuativa |
D.2 Donazioni | Responsabile U.O.C. Affari Generali e Legali | Dirigenti afferenti al dipartimenti amministrativi | medio | Attuazione del regolamento aziendale | Attuazione | Attuazione continuativa (previsto audit) |
E) EROGAZIONE DI SERVIZI SOCIOSANITARI
Processi | dirigente responsabile | strutture e soggetti coinvolti | Valutazione del rischio (impatto x probabilità) | misure di prevenzione, azioni | indicatore | tempi |
E.1 Vaccinazioni, con particolare riferimento alla vaccinazione di | Dirigente UOC Medicina Preventiva nella Comunità e | U.O.C. Farmacie P.O. Oltrepò e Lomellina | alto | Rispetto del piano vaccinale di ATS Rispetto della procedura | n. non conformità rilevate dal Dirigente (controlli di I livello, | Attuazione continuativa |
massa anti Covid-19 | referenti Hub vaccinali | relativa allo stoccaggio, preparazione e somministrazione del vaccino Verifica degli aventi diritto alla vaccinazione non è diretta e preventiva (ad es: avendo a riferimento la data di nascita del paziente oppure l’esibizione di cartellino per i dipendenti di ASST, oppure l’appartenenza del paziente a liste predefinite). Ove non sia possibile una verifica diretta e preventiva, acquisizione di dichiarazione sostitutiva | anche a campione) <1% del totale somministrazioni | |||
E.2 Sportello scelta e revoca | Xxxx.xx Poli territoriali | alto | Digitalizzazione dello sportello per l’utenza | n. eposti URP | 30/06/2021 |
PARTE III
PIANO DEI CONTROLLI DEL RESPONSABILE PREVENZIONE CORRUZIONE
3.1 MONITORAGGIO PROCESSI TRASVERSALI
Fatti salvi ulteriori e più specifici interventi che potranno essere concordati nel corso dell’anno con il Collegio Sindacale e l’NVP, il RPCT effettuerà il previsto monitoraggio sui processi trasversali (punto 2.3) mediante verifica degli indicatori e dei tempi indicati nella tabella 1 nonché mediante follow up sulle attività che sono già state oggetto di regolamentazione, quali ed esempio: whistleblower, revolving doors, pantouflage, ecc.
Il RPCT provvederà inoltre a verificare le dichiarazioni sostitutive rese in ottemperanza al D.Lgs. n.39/2013 relativamente ai titolari di incarichi dirigenziali nonché a monitorare le verifiche svolte dai dirigenti responsabili dei procedimenti di formazione di commissioni, mediante estrazione di campione.
Continua inoltre il monitoraggio sull’ottemperanza degli obblighi di trasparenza, mediante check list trimestrale ed acquisizione di dichiarazioni sostitutive dei Dirigenti coinvolti.
3.2 MONITORAGGIO AREE A RISCHIO
Fatti salvi ulteriori e più specifici interventi che potranno essere concordati nel corso dell’anno con il Collegio Sindacale e l’NVP, il RPCT effettuerà il previsto monitoraggio sui processi previsti dagli interventi specifici sulle aree a rischio (punto 2.4) nel rispetto del seguente piano di lavoro:
Area di rischio: acquisizione e progressione del personale
Monitoraggio sull’applicazione delle misure e verifica documentale semestrale.
Area di rischio: affidamento di lavori, servizi e forniture
Monitoraggio sull’applicazione delle misure e verifica documentale semestrale.
Area di rischio: provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario
Monitoraggio sull’applicazione delle misure e verifica documentale semestrale.
Area di rischio: gestione del patrimonio
Monitoraggio sull’applicazione delle misure e verifica documentale semestrale.
Audit
Nel corso del 2021 il , in qualità di componente del gruppo di lavoro di Internal Audit, effettuerà inoltre degli audit specificatamente previsti nel Piano annuale di internal audit 2021. In proposito, è stato programmato un audit relativamente al servizio di disinfestazione ed un audit sul procedimento amministrativo finalizzato all’accettazione di donazioni, anche in considerazione di quanto disposto dalle linee guida ORAC e dalla normativa emergenziale in materia di trasparenza delle donazioni a supporto dell’emergenza Covid-19.
Tenuto conto di quanto emerso nel corso dell’anno 2020 e dei primi mesi del 2021, così come analizzato