Fitodepurazione Clausole campione

Fitodepurazione. 1. L’utilizzo di impianti a fitodepurazione come recapito finale dei liquami provenienti dal trattamento delle acque reflue è ammesso nelle zone sprovviste di pubblica fognatura, con le specifiche indicate dal presente Regolamento. 2. L’impianto a fitodepurazione (impianto fitodepurativo assorbente) sfrutta il potere depurativo di determinati tipi di vegetazione ed è costituito sostanzialmente da uno o più letti assorbenti, sul fondo dei quali corre una tubazione disperdente che rilascia il liquame in prossimità dell’apparato radicale delle piante. 3. I letti assorbenti sono costituiti da vassoi di estensione complessiva commisurata alla potenzialità dell’impianto e realizzati in materiale atto a garantirne la tenuta. Sul fondo dei letti viene steso uno strato di ghiaietto (pezzatura mm. 8-15 ) dello spessore di almeno cm. 30 al di sopra del quale viene riportato uno strato di terreno vegetale di spessore non inferiore a cm. 40. Il terreno vegetale viene quindi adeguatamente piantumato con arbusti sempreverdi od altra vegetazione idrofila. 4. Il liquame chiarificato in uscita dalla fossa Imhoff (o da altro idoneo dispositivo di trattamento) deve essere condotto, mediante tubazione a tenuta, in un pozzetto da cui deve essere poi immesso nella condotta disperdente. Detta condotta corre sul fondo del letto assorbente, immersa nello strato di ghiaietto, ed è costituita da tubazioni microfessurate continue, posate con pendenza non superiore allo 0,4%. 5. Il livello del liquame nell’impianto, determinato dal livello del pozzetto di distribuzione, deve corrispondere allo strato di ghiaietto posato sul fondo del letto assorbente. Da qui i liquidi saranno assorbiti, per capillarità, dall’apparato radicale delle piante collocate nel soprastante strato di terreno vegetale. 6. In uscita dall’impianto, sul lato opposto a quello di ingresso del liquame, deve essere posto un secondo pozzetto di ispezione e da questo deve dipartirsi una tubazione di troppo pieno di sicurezza che consente il celere deflusso di improvvisi ed eccessivi apporti meteorici, mantenendo il liquido nell’impianto ai livelli di progetto. La tubazione di troppo pieno smaltirà l’eccesso di acqua nel suolo mediante un breve tratto di tubazione disperdente per sub-irrigazione. 7. Le dimensioni dei letti assorbenti e della superficie piantumata devono essere tali da garantire sufficienti livelli di depurazione ed evitare la formazione di reflui effluenti. A tal fine l’impianto deve presentare un’estensio...
Fitodepurazione. Con il termine di fitodepurazione s’intende un processo naturale di trattamento delle acque di scarico di tipo civile, agricolo e talvolta industriale basato sui processi fisici, chimici e biologici caratteristici degli ambienti acquatici e delle zone umide. Si tratta essenzialmente di sistemi ingegnerizzati progettati per riprodurre i naturali processi autodepurativi presenti nelle zone umide. Tali sistemi sono posti a valle di un primo trattamento del refluo tramite degrassatori, fosse settiche, fosse IMHOFF. Di norma funzionano per gravità e non necessitano di energia elettrica. Si suddividono in sistema: a flusso libero - FWS a flusso sub-superficiale orizzontale – SFS-h a flusso sub-superficiale verticale – SFS-v ibrido Di seguito vedremo alcuni tipi d’impianto ricordando che con il termine “orizzontale” e “verticale” si individua l’andamento del refluo all’interno del bacino; nel primo caso il refluo lo attraversa orizzontalmente grazie anche ad una leggera pendenza del fondo vasca, nel secondo il refluo viene immesso verticalmente, raccolto dal fondo del bacino tramite un sistema di captazione ed inviato al corpo recettore. Tralasciamo i sistemi a flusso libero; questi sono veri e propri stagni con profondità poche decine di centimetri e necessitano di ampie superfici. Sono utili per grosse utenze e con funzioni di trattamento terziario cioè un ulteriore affinamento dopo un trattamento secondario con fitodepurazione o con altri sistemi.
Fitodepurazione. La fitodepurazione rappresenta la depurazione naturale delle acque reflue, attuata mediante la biodegradazione della sostanza organica (scarico) fatta da parte di batteri demolitori - aerobi e o anaerobi - i quali trasformano attraverso processi biochimici la sostanza organica in inorganica, cioè in sali minerali, successivamente assimilabili dalle piante che svolgono una azione finale di assorbimento. Questa tecnologia deve essere considerata come un sistema integrativo o alternativo ai depuratori tradizionali. Tra i numerosi vantaggi possiamo elencare: - bassi costi energetici, in quanto sfrutta l'energia solare; - qualità ambientale (integrazione fra il costruito e il paesaggio); - eliminazione dei fanghi di sperpero; - utilizzazione del liquame come risorsa (i laghetti di finissaggio possono essere utilizzati per colture idropiniche, acquacoltura, itticoltura, floricoltura, algocoltura); - restauro o riqualificazione del territorio (riutilizzo di cave, aree dismesse, canali agricoli). Occorre precisare che la fitodepurazione "consuma" dai 2,00 ai 4,00 mq di territorio per abitante servito; quindi può essere utilizzata anche per insediamenti medio - piccoli, soprattutto in aree collinari non servite dalla rete fognaria. Un impianto di fitodepurazione, il cui schema di flusso prevede un separatore statico di oli e grassi, una vasca di decantazione – digestione - chiarificazione, uno o più letti di fitodepurazione e di assorbimento e una eventuale vasca di accumulo finale delle acque depurate, può essere applicato anche ad un singolo edificio monofamiliare. L'impiego di tali letti di fitodepurazione libera pertanto l'utilizzatore dall'obbligo di immettere le acque domestiche di rifiuto nella rete fognaria riutilizzandole invece per l'irrigazione e/o per le cassette dei water, raggiungendo quindi una condizione di "scarico zero". In particolare si rimanda alle norme UN 358.000 UniBioedilizia.
Fitodepurazione. Disposizione raccomandata Per le zone non servite da fognatura comunale, lo smaltimento delle acque reflue deve av- venire nel rispetto del D.Lgs. 152/2006 e successive modificazioni. In tutti i casi dovrà esse- re realizzato un idoneo pozzetto di ispezione e prelievo, facilmente accessibile. In tali zone, al fine di concorrere alla realizzazione della salvaguardi ambientale e del risa- namento delle acque, vengono favoriti tutti gli interventi edificatori che prevedono la realiz- zazione di sistemi di depurazione delle acque reflue di tipo naturale tramite piante (fito- depurazione), fatto salvo l’obbligo di ottemperare alle prescrizione di A.T.S., degli Uffici Comunali o della cITTà Metropolitana di Milano – Settore Tutela Risorse Naturali – Servizio Risorse Idriche. Il requisito si intende soddisfatto con il progetto di bacini di fitodepurazione opportunamente dimensionati con il carico inquinante, secondo le prescrizioni dell’Ente competente. Devono essere adottate tipologie di trattamenti igienizzati conformi alle direttive degli Enti proposti al controllo. Sono da privilegiarsi sistemi combinati di piatto fitodepurati- vo con biofiltrazione in biofiltro sommerso aerato. Tali impianti non necessitano di manutenzione specializzata e consentono risparmi di energia elettrica fino a circa il 60% rispetto a un depuratore a fanghi attivi. Altri elementi a favore della fitodepurazione sono la creazione di un’area verde irrigua e di aspetto piacevole e la possibilità di riutilizzare l’acqua depurata, ricca di nutrienti, per giardi- ni e simili.

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