Contract
Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana Centrale Unica dei LL.PP. U.O. Manutenzione Stradale | ||
“ACCORDO QUADRO RELATIVO ALLA MANUTENZIONE (PAVIMENTAZIONE STRADALE) DI TRATTI PARTICOLARMENTE AMMALORATI DELLA SEGUENTE STRADA DELLA GRANDE VIABILITÀ: VIALE DEI COLLI PORTUNESI” DURATA 90 GIORNI | ||
PROGETTO ESECUTIVO | ||
Elaborato: AQ17_D01_CP Data: Luglio 2017 Xxx.xx: | SCHEMA DI ACCORDO QUADRO | |
Direttore del Dipartimento S.I.M.U. – Centrale Unica dei LL.PP.: xxx. Xxxxxxx Xxxxx | ||
CUP: J86G17000750004 | GRUPPO di PROGETTAZIONE: | geom. Xxxxxx Xxxxxxx geom. Xxxxx Xxxxxxxx geom. Xxxxxxxx Xxxxxxx |
CIG: 7119301908 | RESPONSABILE DELLA SICUREZZA E COORDINAMENTO IN FASE DI PROGETTAZIONE geom. Xxxxxx Xxxxxxx | |
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO arch. Xxxxxxxxx Xxxxxxxxxx | ||
COMMITTENTE Dipartimento S.I.M.U. Centrale Unica dei LL.PP. – U.O. Manutenzione Stradale Dirigente Responsabile: arch. Xxxxx Xxxxxx | ||
impresa: | ||
sede: | ||
APPROVAZIONE ESPLICITA DI CLAUSOLE 3
PARTE PRIMA: SCHEMA DI CONTRATTO 4
AMMONTARE DELL’ACCORDO QUADRO 4
OPERE/FORNITURE/SERVIZI ESCLUSI 5
PATRIMONIO OGGETTO DELLE PRESTAZIONI 5
PROVVISTA E PROVENIENZA DEI MATERIALI, ACCETTAZIONE, QUALITA’ED IMPIEGO DEGLI STESSI 6
RESPONSABILITÀ ED OBBLIGHI DELL’ESECUTORE PER I DIFETTI DI COSTRUZIONE 7
POLIZZA DI ASSICURAZIONE PER DANNI IN ESECUZIONE E RESPONSABILITÀ CIVILE VERSO TERZI 8
ESTENSIONE DELLA GARANZIA ASSICURATIVA E PERTECIPAZIONE A PROCEDURE CONCILIATIVE 9
ADEMPIMENTI EX D.LGS 81/2008 E SS.MM.II. 9
DISCIPLINA E BUON ORDINE DEI CANTIERI 10
SOSPENSIONE DEI LAVORI E PROROGA DEL TERMINE 11
CONTABILIZZAZIONE DEI LAVORI A MISURA 12
MODIFICA DEL CONTRATTO DURANTE IL PERIODO DI EFFICACIA 14
LIQUIDAZIONE DEI CORRISPETTIVI 14
ONERI GENERALI E PARTICOLARI A CARICO DELL’AGGIUDICATARIO 16
XXXXXXX E PENALI NELL’ESECUZIONE DEGLI INTERVENTI 19
DANNI CAGIONATI DA FORZA MAGGIORE 19
SPESE DI CONTRATTO, DI REGISTRO ED ACCESSORI A CARICO DELL’AGGIUDICATARIO . 20 RISOLUZIONE DELL’ACCORDO QUADRO 20
INTERPELLO AI SENSI DELL’ART 110 DEL CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI 21
RECESSO DAL CONTRATTO APPLICATIVO 21
Violazione del “Patto di Integrità” 23
Efficacia del “Patto di Integrità” 23
CONTO FINALE DELL’ACCORDO QUADRO 24
CERTIFICATO DI REGOLARE ESECUZIONE 24
CLAUSOLA DI ADESIONE ALLA PROCEDURA CONCILIATIVA 24
TRACCIABILITA’ DEI FLUSSI FINANZIARI 24
CESSIONE DEL CONTRATTO, CESSIONE DI CREDITI E PROCURE ALL’INCASSO 25
RESPONSABILITÀ DELL’AGGIUDICATARIO DOVUTA A DIFFORMITÀ E VIZI DELLE OPERE 25
Approvazione esplicita di clausole
A norma e per gli effetti degli articoli 1341 e 1342 del C.C. l'Appaltatore, con le sottoscrizioni del presente atto, approva specificatamente i seguenti articoli del presente contratto:
- art. 2 DURATA DELL’ACCORDO QUADRO
- art. 3 AMMONTARE DELL’ACCORDO QUADRO
- art. 4 CONTRATTI APPLICATIVI
- art. 6 PATRIMONIO OGGETTO DELLE PRESTAZIONI
- art.12 ESTENSIONE DELLA GARANZIA ASSICURATIVA, E PARTECIPAZIONE A PROCEDURE CONCILIATIVE
- art. 19 CONTABILIZZAZIONE DEI LAVORI A MISURA
- art. 21 MODIFICA DEL CONTRATTO DURANTE IL PERIODO DI EFFICACIA
- art. 23 ONERI GENERALI E PARTICOLARI A CARICO DELL’AGGIUDICATARIO
- art. 24 RITARDI E PENALI NELL’ESECUZIONE DEGLI INTERVENTI
- art. 28 RISOLUZIONE DELL’ACCORDO QUADRO
- art. 30 RECESSO DAL CONTRATTO APPLICATIVO
- art. 32 PROTOCOLLO D’INTEGRITA’
- art. 35 CLAUSOLA DI ADESIONE ALLA PROCEDURA CONCILIATIVA
- art. 38 CONTROVERSIE
L'APPALTATORE ---------------------------
PARTE PRIMA: SCHEMA DI CONTRATTO
ART. 1. OGGETTO DELL’ACCORDO QUADRO
Avvertenze Generali
Nell’ambito del presente documento contrattuale, verranno adottate le seguenti definizioni:
Accordo Quadro (art. 3 comma primo lett. iii e art. 54 del Codice dei Contratti Pubblici): accordo concluso tra Roma Capitale - Stazione Appaltante - e uno o più operatori economici, il cui scopo è quello di stabilire le clausole relative agli appalti da aggiudicare durante il periodo indicato, in particolare per quanto riguarda i prezzi e, se del caso, le quantità previste.
Contratto applicativo: contratto, non autonomo, il cui oggetto sarà determinato di volta in volta, in applicazione del contenuto prefissato nell’Accordo Quadro.
Una volta concluso l’Accordo Quadro, l’Aggiudicatario avrà, quindi, l’obbligo di effettuare i lavori, previa stipula con la Stazione Appaltante di singoli contratti applicativi, con le caratteristiche, i limiti economici, temporali e contrattuali previsti dal presente Schema di Accordo Quadro.
L’Aggiudicatario, con la firma dell’Accordo Quadro, assume l’obbligo del rispetto di tutte le normative per il proprio personale, per quello di eventuali subappaltatori e/o cottimisti e per quello dell'Amministrazione in visita ai cantieri per controlli e rilievi.
L’obbligo si estende automaticamente, senza ulteriori atti, alle eventuali normative che entrassero in vigore durante lo svolgimento del presente contratto.
Tutti i rapporti scritti e verbali tra l'Amministrazione e l'Appaltatore, comunque inerenti il presente Accordo Quadro, dovranno avvenire in lingua italiana.
Oggetto del contratto
Il presente schema di Accordo Quadro, così come definito dall’art. 54 del Codice dei Contratti Pubblici, ha per oggetto le condizioni alle quali l’Aggiudicatario si obbliga ad eseguire quanto occorre per garantire la manutenzione (pavimentazione stradale, caditoie, verde, ecc.) di tratti particolarmente ammalorati della seguente strada della grande viabilità: Viale dei Colli Portuensi ricadente nella Grande Viabilità (Deliberazione G.C. n.1022/2004), nel periodo di tempo in oggetto, e comunque con inizio dalla data di sottoscrizione del relativo contratto.
Con il presente atto l’Amministrazione affida e l’Aggiudicatario accetta i predetti lavori e si impegna ad eseguire alle condizioni contenute nel presente schema di Accordo Quadro e negli ulteriori atti da esso richiamati e ad esso allegati.
Le lavorazioni sono descritte e tecnicamente definite nel Capitolato Speciale, nonché negli elaborati di progetto.
A seconda delle necessità di volta in volta individuate, la Stazione Appaltante procederà alla stipula di
Contratti Applicativi, tutti regolati dalle condizioni contenute nel presente schema di Accordo Quadro.
Le attività e i lavori richiesti dal presente schema di Accordo Quadro sono quelle richiamate
ART. 2. DURATA DELL’ACCORDO QUADRO
L’Accordo Quadro, di seguito anche A.Q., ha la durata di novanta giorni dalla data di sottoscrizione dell’Accordo Quadro e comunque sino all’esaurimento dell’importo complessivo al netto del ribasso d’asta offerto dall’Aggiudicatario.
ART. 3.
AMMONTARE DELL’ACCORDO QUADRO
L’ammontare complessivo per la manutenzione ordinaria sorveglianza ed il pronto Intervento del presente A.Q., per l’intera durata è pari ad un massimo di € 974.100,00, di cui € 19.100,00 per oneri della sicurezza non soggetti a ribasso, IVA esclusa, con incidenza della manodopera pari al 27,740% pari ad € 264.919,46.
LAVORI:
OG3 | Strade, autostrade, ponti, viadotti, ferrovie, linee tranviarie, metropolitane, funicolari, e piste aeroportuali, e relative opere complementari | € 955.000,00 | Classifica: III |
Non possono in nessun caso essere apportate nei Contratti Applicativi modifiche alle condizioni fissate nel presente Accordo Quadro.
La Stazione Appaltante si riserva la facoltà di non stipulare alcun Contratto Applicativo, ovvero Contratti Applicativi per un importo complessivamente inferiore a quello dell’A.Q., senza che il contraente abbia nulla a pretendere.
L’Aggiudicatario, preso atto della natura del presente A.Q., si impegna a stipulare i relativi Contratti Applicativi che ne discenderanno, ogni volta ciò sia richiesto dalla Stazione Appaltante e ad eseguire per ciascun Contratto Applicativo le prestazioni ed i lavori tutti a perfetta regola d’arte e nel rispetto delle norme di legge e delle disposizioni, vigenti o entrate in vigore durante l’esecuzione dell’A.Q.
L’Amministrazione si riserva ogni autonoma facoltà di decorrenza e di durata dei Contratti Applicativi, al fine di soddisfare le esigenze di coordinamento funzionale, ovvero di disponibilità economica, senza che l’Aggiudicatario abbia nulla a pretendere.
Tutti i Contratti Applicativi vengono stipulati con gli importi dei lavori già depurati del ribasso d’asta offerto in sede di aggiudicazione dell’A.Q. e riguardano gli interventi manutentivi come di seguito dettagliati, attraverso scrittura privata sottoscritta tra l’aggiudicatario ed il Dirigente competente.
Ciascun Contratto Applicativo contiene, oltre le specifiche disposizioni e le prescrizioni tecniche degli interventi affidati, anche le seguenti indicazioni:
1) l’oggetto dei lavori da eseguire;
2) l’importo presunto del contratto con indicazione della quota riferita ai lavori e la quota riferita agli oneri per la sicurezza, coerentemente con le indicazioni del Piano di Sicurezza e Coordinamento
dell’A.Q.;
3) le categorie di lavoro, prevalenti e scorporabili ove ricorrenti, costituenti l’intervento da realizzare;
4) la descrizione e la consistenza dei lavori e delle eventuali forniture in opera;
5) i luoghi interessati dagli interventi;
6) il cronoprogramma dei lavori operativo di ciascun intervento nei casi di manutenzione ordinaria programmabile coerente con il cronoprogramma indicativo delle manutenzioni programmabili;
7) i termini utili per l’esecuzione dei lavori e le penalità;
8) i massimali delle polizze di garanzia dell’appalto ai sensi dell’art. 103 comma settimo del Codice dei Contratti Pubblici prestate per la stipula del singolo Contratto Applicativo, comunque mai inferiori a quelli riportati nell’Art.14;
9) l’obbligo di adesione alla procedura conciliativa;
10) il termine per l’emissione della “certificazione attestante il collaudo”;
11) i documenti previsti per la sicurezza (il Piano di sicurezza e coordinamento e il piano operativo della sicurezza);
L’Aggiudicatario risponde verso la Stazione Appaltante del risultato rimanendo obbligato, in caso di non perfetta esecuzione dei lavori ed in caso di ritardato e/o omesso pronto intervento, a provvedere conseguentemente con oneri a suo totale carico, fatta salva la risoluzione del contratto ai sensi dell’art. 108 del Codice dei Contratti Pubblici e fermo restando l’ulteriore risarcimento di ogni danno alla Stazione Appaltante, ivi compresi gli oneri sopportati per le conseguenti maggiori spese.
L’Aggiudicatario riconosce che tutti i corrispettivi previsti dall’A.Q. e dai discendenti Contratti Applicativi, comprendono e compensano gli oneri derivanti dalle prescrizioni qui contenute e che pertanto in nessun caso potrà richiedere e/o pretendere ulteriori compensi a tale titolo.
ART. 5. OPERE/FORNITURE/SERVIZI ESCLUSI
Sono escluse dal presente contratto le opere/forniture/servizi sottoelencati, che potranno riguardare anche argomenti o interventi non direttamente connessi ma attinenti ai luoghi del presente appalto.
Opere/forniture/servizi
− connessi ad allacciamento e spostamento pubblici servizi;
− connessi a rilievi, accertamenti, indagini ecc.;
− necessitanti di tecniche specializzate e/o oggetto di speciali brevetti;
− eventuali e/o impreviste che la Amministrazione Capitolina ritenga di far eseguire da altre Imprese.
L'Amministrazione procederà al pagamento della prestazione ordinata direttamente alla ditta che ha eseguito la prestazione attraverso emissione di apposita determinazione dirigenziale.
ART. 6. PATRIMONIO OGGETTO DELLE PRESTAZIONI
Il patrimonio oggetto delle prestazioni del presente A.Q. è costituito dalla strada viale dei Colli Portuensi
ricadente nella Grande Viabilità (Del. G.C. n.1022/2004)
L'Amministrazione si riserva piena ed insindacabile facoltà di aggiungere, in qualsiasi momento, altri tratti di infrastrutture stradali, anche di nuova costruzione, oltre a quelle già comprese nel presente A.Q., oppure di escludere dall'Accordo stesso strade e pertinenze già consegnate.
Le aggiunte e le esclusioni di superficie saranno comunicate all'aggiudicatario mediante appositi ordini di servizio impartiti dalla Direzione Lavori, vistati dal Responsabile del Procedimento.
ART. 7. MANUTENZIONE ORDINARIA
Gli interventi ai quali si riferisce il presente A.Q. riguardano qualsiasi tipologia di lavoro per la Manutenzione Ordinaria dei manufatti in consegna all’Aggiudicatario, per il cui corretto svolgimento l’Aggiudicatario stesso deve essere in grado di allestire contemporaneamente anche più di un cantiere, ciascuno con propria autonomia funzionale, deve eseguire i lavori nei tempi e nei modi indicati dalla Direzione Lavori, deve essere in possesso della necessaria autorizzazione ad idonea discarica per tutti i materiali di risulta.
7.1 Manutenzione ordinaria
Fanno parte della Manutenzione Ordinaria tutti gli interventi di ripristino, per l’esecuzione dei quali è richiesta l’emissione di apposito Ordine di Servizio da parte della Direzione Lavori, quali, a mero titolo esemplificativo e non esaustivo:
1. sistemazione di porzioni/strisce/tratti di:
a. pavimentazioni stradali in conglomerati bituminosi;
b. pavimentazioni stradali in materiali lapidei;
x. xxxxxxxxxxx in conglomerati bituminosi;
x. xxxxxxxxxxx in materiali lapidei;
e. guardrail/ringhiere di protezione/parapedonali;
2. segnaletica stradale orizzontale e verticale;
3. cigliature;
4. pulizia o spurgo delle caditoie;
5. videoispezioni di tubolari di collegamento delle caditoie alla fognatura e loro ricostruzione per il ripristino della funzionalità idraulica;
6. adeguamento per superamento barriere architettoniche;
7. riempimenti, scavi, demolizioni, movimenti di terra;
8. pulizia, diserbo, sfalci;
9. opere in muratura ed in conglomerato cementizio.
PROVVISTA E PROVENIENZA DEI MATERIALI, ACCETTAZIONE, QUALITA’ED
IMPIEGO DEGLI STESSI
I materiali devono corrispondere alle prescrizioni dell’A.Q. secondo le indicazioni tecniche riportate nel relativo Capitolato Speciale ed essere della migliore qualità; dovranno inoltre rispondere a tutte le prescrizioni di accettazione a norma delle leggi e direttive in vigore all'atto dell'esecuzione dei lavori.
Ai sensi dell’art. 16 del D.M. 19 aprile 2000, n. 145, l'esecutore è libero di scegliere il luogo ove prelevare i materiali necessari alla realizzazione delle lavorazioni di ciascun Contratto Applicativo conseguente all’A.Q., purché essi abbiano le caratteristiche prescritte dal relativo. Le eventuali modifiche migliorative di tale scelta non comportano diritto al riconoscimento di maggiori oneri, né all'incremento dei prezzi pattuiti.
Nel prezzo dei materiali sono compresi, per ciascun Contratto Applicativo conseguente all’A.Q., tutti gli oneri derivanti all'Aggiudicatario dalla loro fornitura a piè d'opera, compresa ogni spesa per eventuali aperture di cave, estrazioni, trasporto da qualsiasi distanza e con qualsiasi mezzo, occupazioni temporanee e ripristino dei luoghi.
A richiesta di ROMA CAPITALE l'Aggiudicatario deve dimostrare di avere adempiuto alle prescrizioni della legge sulle espropriazioni per causa di pubblica utilità, ove siano state poste a suo carico, e di aver pagato le indennità per le occupazioni temporanee o per i danni arrecati.
Quando, per alcuni materiali, le prescrizioni tecniche del Capitolato Speciale prevedono il luogo di provenienza dei materiali, il Direttore dei Lavori può prescriverne uno diverso, ove ricorrano ragioni di necessità o convenienza.
Quando i luoghi di provenienza dei materiali sono indicati nelle prescrizioni tecniche del Capitolato Speciale, l'Aggiudicatario non può cambiarli senza l'autorizzazione scritta del Direttore dei Lavori con in calce l'espressa approvazione del Responsabile del Procedimento.
L'accettazione dei materiali e dei componenti è definitiva solo dopo la loro posa in opera. Il Direttore dei Lavori può rifiutare in qualunque tempo i materiali e i componenti deperiti dopo la introduzione in cantiere, o che per qualsiasi causa non fossero conformi alle caratteristiche tecniche risultanti dal Capitolato Speciale; in questo ultimo caso l'Aggiudicatario deve rimuoverli dal cantiere e sostituirli con altri a sue spese.
Xxx l'Aggiudicatario non effettui la rimozione nel termine prescritto dal Direttore dei Lavori, la Stazione Appaltante può provvedervi direttamente a spese dell'Aggiudicatario, a carico del quale resta anche qualsiasi onere o danno che possa derivargli per effetto della rimozione eseguita d'ufficio.
L'Aggiudicatario che di sua iniziativa abbia impiegato materiali o componenti di caratteristiche superiori a quelle prescritte nei documenti contrattuali, o eseguito una lavorazione più accurata, non ha diritto ad aumento dei prezzi e la contabilità è redatta come se i materiali avessero le caratteristiche stabilite.
Gli accertamenti di laboratorio e le verifiche tecniche obbligatorie, ovvero specificamente previsti dal Capitolato Speciale, sono disposti dalla Direzione dei Lavori o dall'organo di collaudo, a carico dell’Aggiudicatario. Per le stesse prove la Direzione dei Lavori provvede al prelievo del relativo campione ed alla redazione di apposito verbale di prelievo; la certificazione effettuata dal laboratorio prove materiali riporta espresso riferimento a tale verbale.
ART. 9. RESPONSABILITÀ ED OBBLIGHI DELL’ESECUTORE PER I DIFETTI DI
COSTRUZIONE
Ai sensi degli art. 18 e 19 del D.M. 19 aprile 2000, n. 145 l'Aggiudicatario, in relazione a ciascun eventuale Contratto Applicativo conseguente all’A.Q., deve demolire e rifare a sue spese le lavorazioni che il Direttore dei Lavori accerta eseguite senza la necessaria diligenza o con materiali diversi da quelli prescritti secondo le prescrizioni del Capitolato Speciale o che, dopo la loro accettazione e messa in opera, abbiano rivelato difetti o inadeguatezze.
Se l'Aggiudicatario contesta l'ordine del Direttore dei Lavori, la decisione è rimessa al Responsabile del Procedimento; qualora l'Aggiudicatario non ottemperi all'ordine ricevuto, si procede di ufficio a quanto necessario per il rispetto del Contratto Applicativo.
Qualora il Direttore dei Lavori presuma che esistano difetti di costruzione, può ordinare che le necessarie verifiche siano disposte in contraddittorio con l'Aggiudicatario. Quando i vizi di costruzione siano accertati, le spese delle verifiche sono a carico dell'Aggiudicatario, in caso contrario l'Aggiudicatario ha diritto al rimborso di tali spese e di quelle sostenute per il ripristino della situazione originaria, con esclusione di qualsiasi altro indennizzo o compenso.
I controlli e le verifiche eseguite dalla Stazione Appaltante nel corso dei singoli eventuali Contratti Applicativi non escludono la responsabilità l'Aggiudicatario per vizi, difetti e difformità dell'opera, di parte di essa, o dei materiali impiegati, né la garanzia l'Aggiudicatario stesso per le parti di lavoro e materiali già controllati.
Tali controlli e verifiche non determinano l'insorgere di alcun diritto in capo all'Aggiudicatario, né alcuna preclusione in capo a ROMA CAPITALE.
L’Aggiudicatario, al momento della sottoscrizione del contratto di Accordo Quadro è obbligato a costituire e produrre il deposito cauzionale definitivo. Ai sensi dell’art. 103 del Codice dei Contratti Pubblici l’importo della garanzia è fissato nella misura del 10% dell'importo contrattuale. In caso di aggiudicazione con ribasso d’ asta superiore al 10%, la garanzia fidejussoria è aumentata di tanti punti percentuali quanti sono quelli eccedenti la predetta percentuale di ribasso. Ove il ribasso sia superiore al 20%, l’aumento è di due punti percentuali per ogni punto di ribasso superiore al 20%.
La garanzia fideiussoria che, a scelta dell'Aggiudicatario, può essere bancaria o assicurativa o rilasciata dagli intermediari finanziari iscritti nell'albo di cui all'articolo 106 del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, che svolgono in via esclusiva o prevalente attività di rilascio di garanzie e che sono sottoposti a revisione contabile da parte di una società di revisione iscritta nell'albo previsto dall'articolo 161 del decreto legislativo 24 febbraio 1998,
n. 58 - ai sensi dell’art. 103, comma quarto del Codice dei Contratti Pubblici., deve prevedere espressamente la rinuncia al beneficio della preventiva escussione del debitore principale di cui all’art. 1944 del codice civile, la rinuncia all'eccezione di cui all'articolo 1957, comma 2 del codice civile medesimo, nonché l'operatività della garanzia medesima entro quindici giorni, a semplice richiesta scritta della stazione appaltante. Tale garanzia fidejussoria dovrà contenere anche la seguente condizione: “Il sottoscritto Istituto
………………….………(bancario, assicurativo o intermediario finanziario) e l'Aggiudicatario dell’Accordo Quadro dichiarano, inoltre, di ben conoscere ed accettare la disciplina relativa alla cauzione definitiva contenuta negli artt. 11 e 52 del Capitolato Generale dei LL.PP. del Comune di Roma Capitale (ed. 1983)” come sarà richiesto nella lettera di invito a stipulare il presente Schema di Accordo Quadro.
La sottoscrizione del garante dovrà, altresì, essere autenticata da Xxxxxx, il quale dovrà parimenti attestare i poteri di firma del garante medesimo.
La garanzia definitiva garantisce l’adempimento di tutte le obbligazioni nascenti dal contratto di A.Q., compreso l’obbligo di stipulare i successivi eventuali Contratti Applicativi che l’Amministrazione si determinerà eventualmente a contrarre e la regolare esecuzione dei singoli Contratti Applicativi affidati, nonché il risarcimento del danno derivante dall’eventuale inadempimento delle obbligazioni medesime.
Garantisce, inoltre, il rimborso delle somme pagate in più all'Aggiudicatario rispetto alle risultanze della liquidazione finale, in sede di emissione di certificato di collaudo, fatta salva, comunque, la risarcibilità del maggior danno.
L’Amministrazione ha diritto di valersi sulla cauzione definitiva per l’eventuale maggior spesa sostenuta per il completamento dei lavori in caso di risoluzione del contratto in danno dell'Aggiudicatario e per il pagamento di quanto dovuto dall'Aggiudicatario stesso per le inadempienze derivanti dall’inosservanza di norme e prescrizioni dei contratti collettivi, delle leggi e dei regolamenti sulla tutela, protezione, assicurazione, assistenza e sicurezza fisica dei lavoratori comunque presenti in cantiere.
Ai sensi dell’art. 103 comma primo del Codice dei Contratti Pubblici, è fatto obbligo all'Aggiudicatario procedere alla reintegrazione della cauzione definitiva ogniqualvolta questa sia venuta meno in tutto o in parte.
In caso di inottemperanza si procederà alla reintegrazione a valere sui ratei di prezzo da corrispondere all'Aggiudicatario.
A norma dell’art. 103 comma quinto del Codice dei Contratti Pubblici, la cauzione definitiva è progressivamente svincolata in misura dell’avanzamento dell’esecuzione dell’intero A.Q., nel limite massimo dell’ 80 per cento dell’iniziale importo garantito. Lo svincolo, nei termini e per le entità anzi detti, è automatico, senza necessità di benestare del Committente, con la sola condizione della preventiva consegna all’istituto garante, da parte dell'Aggiudicatario, degli stati di avanzamento dei lavori o di analogo documento, in originale o in copia autentica, attestanti l’avvenuta esecuzione. L’ammontare residuo, pari al 20 per cento dell’iniziale importo garantito, è svincolato, alla data di emissione del certificato di collaudo (o del certificato di collaudo) dell’intero A.Q.
Attesa la possibilità che nel corso della durata del presente A.Q. non siano affidati integralmente i lavori per l’intero importo complessivo presunto, l’eventuale ammontare residuo del deposito cauzionale definitivo superiore al 20% sarà comunque svincolato alla data di emissione del certificato di collaudo ovvero entro 30 (trenta) giorni dalla mancata consegna dei lavori del successivo Contratto Applicativo rispetto al termine indicativo previsto nel presente A.Q. e salvo diversa formale preventiva comunicazione della Stazione Appaltante afferente un differimento del termine di affidamento medesimo.
Qualora a seguito del presente A.Q. non venga affidato alcun Contratto Applicativo il deposito cauzionale definitivo è svincolato alla scadenza del termine finale presunto dell’A.Q.
In tal ultimo caso, a titolo di risarcimento forfettario, all'Aggiudicatario del presente A.Q. sarà rimborsato il solo costo sostenuto e comprovato per il mantenimento in corso di validità del deposito cauzionale medesimo.
Si precisa che, a norma dell’art.103 comma quinto ultimo periodo del Codice dei Contratti Pubblici, il mancato svincolo nei quindici giorni dalla consegna degli stati di avanzamento o della documentazione analoga costituisce inadempimento del garante nei confronti dell’impresa perla quale la garanzia è prestata.
La mancata costituzione della presente garanzia determina la decadenza dell’affidamento e l’acquisizione della cauzione provvisoria da parte della Stazione Appaltante, che aggiudica il presente A.Q. e i conseguenti eventuali Contratti Applicativi al concorrente che segue nella graduatoria.
ART. 11. POLIZZA DI ASSICURAZIONE PER DANNI IN ESECUZIONE E RESPONSABILITÀ
CIVILE VERSO TERZI
A norma dell’art. 103 comma settimo del Codice dei Contratti Pubblici, l'Aggiudicatario è obbligato a stipulare, per ciascun Contratto Applicativo conseguente al presente A.Q. le seguenti polizze assicurative in conformità agli “schemi tipo” di cui al Decreto del Ministero delle attività produttive 12 marzo 2004, n. 123, n ed in particolare:
• una polizza di assicurazione che copra i danni subiti dalla Stazione Appaltante a causa del danneggiamento o della distruzione totale o parziale di impianti ed opere, anche preesistenti, verificatisi nel corso dell’esecuzione dei lavori per un importo pari a quello che sarà comunicato, con apposito ordinativo dalla Stazione Appaltante in relazione al singolo Contratto Applicativo da affidare;
• una polizza assicurativa, per ciascun Contratto Applicativo, per responsabilità civile verso terzi che tenga indenne l’Amministrazione da ogni responsabilità civile per danni causati a terzi nel corso dell’esecuzione dei lavori con un massimale non inferiore ad euro 2.500.000,00.
La copertura assicurativa decorre dalla data di consegna dei lavori di ciascun Contratto Applicativo e cessa alla data di emissione della certificazione di ultimazione dei lavori di ciascun Contratto Applicativo attestante i necessari accertamenti in contraddittorio con l'Aggiudicatario, incluso il verbale di constatazione sullo stato dei
lavori.
L'Aggiudicatario trasmette alla Stazione Appaltante copia della polizza di cui al presente articolo almeno dieci giorni prima della consegna dei lavori. L’omesso o il ritardato pagamento delle somme dovute a titolo di premio da parte dell'Aggiudicatario non comporta l’inefficacia della garanzia.
Il mancato rispetto delle prescrizioni sopra indicate e di quelle ulteriori contenute negli atti di gara comporta l’inaccettabilità delle polizze presentate senza che l’Aggiudicatario possa sollevare obiezione alcuna per tale fatto.
In particolare nel caso in cui le prescrizioni sopra indicate non vengano rispettate non si procederà alla consegna dei lavori né alla stipula del singolo Contratto Applicativo conseguente al presente A.Q.
L'Aggiudicatario è diffidato ad adempiere entro un termine massimo di 30 giorni, decorso inutilmente il quale l’Amministrazione procede ad incamerare la cauzione definitiva presentata in sede di sottoscrizione del presente
A.Q. a titolo di risarcimento del danno per mancata stipula del Contratto Applicativo per volontà dell’Aggiudicatario.
ART. 12. ESTENSIONE DELLA GARANZIA ASSICURATIVA E PERTECIPAZIONE A
PROCEDURE CONCILIATIVE.
Ciascuna polizza di cui al precedente articolo 14 stipulata per i rispettivi Contratti Applicativi deve avere una appendice o estensione per la copertura di possibili rischi derivanti da stati di pericolo sul patrimonio capitolino in consegna, conseguenti unicamente e direttamente a omesso o ritardato Pronto Intervento e/o Manutenzione, come previsti dal presente A.Q.
L’appendice di polizza o estensione, pertanto, deve fare esplicito riferimento ai suddetti rischi citando nell’oggetto della polizza o dell’appendice, il titolo dell’A.Q. e la dicitura “copertura assicurativa dei rischi derivanti unicamente e direttamente da mancato o ritardato Pronto Intervento e/o Manutenzione”;
È fatto obbligo all'Aggiudicatario di intervenire nell’eventuale giudizio nei confronti della Stazione Appaltante e altresì di aderire a tutte le eventuali Procedure conciliative come specificato all’Art.39.
ART. 13. CRONOPROGRAMMA INDICATIVO
La Stazione Appaltante, a corredo della progettazione esecutiva posta a base di gara, ha proceduto a redigere il Cronoprogramma Indicativo relativo alle lavorazioni afferenti la Manutenzione Ordinaria dell’intero
A.Q. individuando per ogni tipologia di lavorazioni programmabili le priorità d’intervento.
Su richiesta della Direzione Lavori, prima dell’inizio dell’affidamento di ciascun Contratto Applicativo, potrà essere richiesto un Programma Operativo che, in relazione alle singole lavorazioni affidate, specifichi ove possibile ed individui il programma delle lavorazioni attenendosi alle priorità evidenziate nel programma indicativo della Stazione Appaltante.
La Direzione dei Lavori d’intesa con il Responsabile del Procedimento comunicherà all'Aggiudicatario l'esito dell'esame della proposta di Programma Operativo; qualora questo non abbia conseguito l'approvazione, l'Aggiudicatario predisporrà una nuova proposta, oppure adeguerà quella già presentata, secondo le direttive che avrà ricevuto dalla Direzione dei Lavori previa intesa con il Responsabile del Procedimento.
La proposta approvata dalla Direzione dei Lavori sarà impegnativa per l'Aggiudicatario, che rispetterà i termini di avanzamento periodico stabilito nel programma operativo come concordato ed ogni altra modalità proposta, salvo modifiche al Programma Operativo in corso di attuazione, per comprovate esigenze non prevedibili, che dovranno essere approvate od ordinate dalla Direzione dei Lavori.
ART. 14. ADEMPIMENTI EX D.LGS 81/2008 E SS.MM.II.
La Stazione Appaltante ha predisposto, a corredo della progettazione esecutiva a base di gara, un Piano di Sicurezza e Coordinamento di carattere generale “quadro” per tutte le lavorazioni e le prestazioni di contratto.
L’Aggiudicatario prima della consegna dei lavori dei singoli Contratti Applicativi, redige e consegna alla Stazione Appaltante:
• eventuali proposte integrative del piano di sicurezza e di coordinamento generale quadro in relazione al singolo Contratto Applicativo;
• un piano operativo di sicurezza per quanto attiene alle proprie scelte autonome e relative responsabilità nell'organizzazione del/i singolo/i cantiere/i e nell'esecuzione dei lavori per ciascun Contratto Applicativo, da considerare come piano complementare di dettaglio del piano di sicurezza e di coordinamento generale quadro, ovvero del piano di sicurezza e coordinamento generale quadro come integrato in relazione al singolo Contratto Applicativo.
Il piano di sicurezza e di coordinamento generale quadro, nonché i singoli piani operativi di sicurezz a
afferenti i singoli contratti applicativi formano parte integrante del contratto di accordo quadro/singoli contratti applicativi anche se materialmente non allegati.
Le gravi o ripetute violazioni dei piani stessi da parte dell'Aggiudicatario, previa formale costituzione in mora dell'interessato, costituiscono causa di risoluzione del contratto.
L'Aggiudicatario, prima dell'inizio dei lavori conseguenti all’affidamento dei singoli eventuali contratti applicativi, ovvero in corso d'opera, possono presentare al coordinatore per l'esecuzione dei lavori di cui al D.Lgs. n.81/2008, proposte di modifiche o integrazioni al piano di sicurezza e di coordinamento generale quadro predisposto dalla Stazione Appaltante, sia per adeguarne i contenuti alle tecnologie pr oprie dell'Aggiudicatario, sia per garantire il rispetto delle norme per la prevenzione degli infortuni e la tutela della salute dei lavoratori eventualmente disattese nella documentazione complessiva afferente la sicurezza.
Una copia di tutti i Piani di Sicurezza, conforme agli originali custoditi dalla Stazione Appaltante e dal Direttore dei Lavori, sarà mantenuta presso lo stesso Direttore dei Lavori per ogni singolo Contratto Applicativo a disposizione delle Autorità competenti preposte alle verifiche ispettive di controllo dei cantieri.
ART. 15. DISCIPLINA E BUON ORDINE DEI CANTIERI
Ai sensi del vigente art. 6. del D.M. 19 aprile 2000, n. 145 l'Aggiudicatario, per ciascun Contratto Applicativo, è responsabile della disciplina e del buon ordine nel/i cantiere/i e ha l'obbligo di osservare e far osservare al proprio personale le norme di legge e di regolamento.
L'Aggiudicatario, tramite il direttore di cantiere assicura l'organizzazione, la gestione tecnica e la conduzione del cantiere.
La direzione del cantiere è assunta dal Direttore Tecnico dell'Aggiudicatario o da altro tecnico formalmente incaricato dall'Aggiudicatario medesimo ed eventualmente coincidente con il rappresentante delegato.
In caso di Contratto Applicativo affidato ad Aggiudicatario raggruppato in raggruppamento temporaneo di imprese o G.E.I.E. o a consorzio, l'incarico della direzione di cantiere è attribuito mediante delega conferita da tutte le imprese operanti nel cantiere; la delega deve indicare specificamente le attribuzioni da esercitare dal Direttore anche in rapporto a quelle degli altri soggetti operanti nel cantiere.
Il Direttore dei Lavori ha il diritto, previa motivata comunicazione all'Aggiudicatario, di esigere il cambiamento del Direttore di Cantiere e del personale per indisciplina, incapacità o grave negligenza.
L'Aggiudicatario è comunque responsabile dei danni causati dall'imperizia o dalla negligenza di detti soggetti, e risponde nei confronti dell'Amministrazione committente per la malafede o la frode dei medesimi nell'impiego dei materiali.
Per spese generali comprese nel prezzo dei lavori e perciò a carico dell'Aggiudicatario per ciascun Contratto Applicativo, si intendono, pertanto, tra l’altro, ai sensi dell’art. 32 del D.P.R. n. 207/2010:
- la quota delle spese di organizzazione e gestione tecnico-amministrativa di sede dell’esecutore;
- la gestione amministrativa del personale di cantiere e la direzione tecnica di cantiere;
- le spese per l'impianto, la manutenzione, l'illuminazione e il ripiegamento finale dei cantieri, iv i inclusi i costi per l’utilizzazione di aree diverse da quelle poste a disposizione dal committente; sono escluse le spese relative alla sicurezza nei cantieri stessi non assoggettate a ribasso;
- le spese per trasporto di qualsiasi materiale o mezzo d'opera;
- le spese per attrezzi e opere provvisionali e per quanto altro occorre alla esecuzione piena e perfetta dei lavori;
- le spese per rilievi, tracciati, verifiche, esplorazioni, capisaldi e simili che possono occorrere, anche su motivata richiesta del direttore dei lavori o del Responsabile del Procedimento o dell'organo di collaudo, dal giorno in cui comincia la consegna fino all'emissione del certificato di collaudo ;
- le spese per le vie di accesso al cantiere, l’istallazione e l’esercizio delle attrezzature e dei mezzi d’opera di cantiere;
- le spese per idonei locali e per la necessaria attrezzatura da mettere a disposizione per l'ufficio di direzione lavori;
- le spese per passaggio, per occupazioni temporanee e per risarcimento di danni per abbattimento di piante, per depositi od estrazioni di materiali;
- le spese per la custodia e la buona conservazione delle opere fino all'emissione del certificato di collaudo;
- le spese di adeguamento del cantiere in osservanza del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81;
- gli oneri generali e particolari previsti dallo Schema di Accordo Quadro e dal relativo Capitolato Speciale.
Dopo la stipula di ogni singolo Contratto Applicativo conseguente al presente A.Q., il Responsabile del Procedimento autorizza il Direttore dei Lavori alla consegna dei lavori.
Il Direttore dei Lavori comunica all’esecutore il giorno ed il luogo in cui deve presentarsi per ricevere la consegna dei lavori afferenti ciascun Contratto Applicativo, munito del personale idoneo nonché delle attrezzature e materiali necessari per eseguire, ove occorra, il tracciamento dei lavori secondo i piani, profili e disegni di progetto. Sono a carico dell’Aggiudicatario gli oneri per le spese relative alla consegna, alla verifica ed al completamento del tracciamento che fosse stato già eseguito a cura della Stazione Appaltante.
La consegna dei lavori deve risultare da verbale redatto in contraddittorio con l’Aggiudicatario, dalla data di tale verbale decorre il termine utile per il compimento dei lavori.
Qualora l’Aggiudicatario non si presenti nel giorno stabilito, il Direttore dei Lavori fissa una nuova data. La decorrenza del termine contrattuale resta comunque quella della data della prima convocazione. Qualora sia inutilmente trascorso il termine assegnato dal Direttore dei Lavori, ROMA CAPITALE ha facoltà di risolvere l’A.Q. e di incamerare la cauzione definitiva.
ART. 17. SOSPENSIONE DEI LAVORI E PROROGA DEL TERMINE
Ai sensi dell’art. 107 del Codice dei Contratti Pubblici, qualora circostanze speciali impediscano, per ciascun Contratto Applicativo, in via temporanea che i lavori procedano utilmente a regola d'arte, il Direttore dei Lavori ne ordina la sospensione, indicando le ragioni e l’imputabilità anche con riferimento alle risultanze del verbale di consegna.
Il Responsabile del Procedimento può, per ragioni di pubblico interesse o necessità, ordinare la sospensione dei lavori nei limiti e con gli effetti previsti dall’ articolo citato.
Il Direttore dei Lavori, con l'intervento dell'Aggiudicatario o di un suo legale rappresentante, compila il verbale di sospensione indicando le ragioni che hanno determinato l’interruzione dei lavori. Il verbale è inoltrato al Responsabile del Procedimento entro cinque giorni dalla data della sua redazione.
Nel verbale di sospensione è inoltre indicato lo stato di avanzamento dei lavori, le opere la cui esecuzione rimane interrotta e le cautele da adottare affinché alla ripresa le stesse possano essere continuate ed ultimate senza eccessivi oneri, la consistenza della forza lavoro e dei mezzi d’opera esistenti in cantiere al momento della sospensione.
Nel corso della sospensione, il Direttore dei Lavori dispone visite al cantiere ad intervalli di tempo non superiori a novanta giorni, accertando le condizioni delle opere e la consistenza della mano d’opera e dei macchinari eventualmente presenti e dando, ove occorra, le necessarie disposizioni al fine di contenere macchinari e mano d’opera nella misura strettamente necessaria per evitare danni alle opere già eseguite e facilitare la ripresa dei lavori.
I verbali di ripresa dei lavori, da redigere a cura del Direttore dei Lavori, non appena venute a cessare le cause della sospensione, sono firmati dall'Aggiudicatario ed inviati al Responsabile del Procedimento nei modi e nei termini sopraddetti. Nel verbale di ripresa il Direttore dei Lavori indica il nuovo termine contrattuale riferito al Contratto Applicativo.
Ove successivamente alla consegna dei lavori insorgano, per cause imprevedibili o di forza maggiore, circostanze che impediscano parzialmente il regolare svolgimento dei lavori, l'Aggiudicatario è tenuto a proseguire le parti di lavoro eseguibili, mentre si provvede alla sospensione parziale dei lavori non eseguibili in conseguenza di detti impedimenti, dandone atto in apposito verbale.
Le contestazioni dell'Aggiudicatario in merito alle sospensioni dei lavori sono iscritte a pena di decadenza nei verbali di sospensione e di ripresa dei lavori.
Ai sensi dell’art. 107 comma 5 del Codice dei Contratti Pubblici, l'Aggiudicatario che per cause a lui non imputabili non sia in grado di ultimare i lavori di ciascun Contratto Applicativo nel termine fissato, può richiederne la proroga.
La richiesta di proroga deve essere formulata con congruo anticipo rispetto alla scadenza del termine contrattuale per ogni singolo Contratto Applicativo. In ogni caso la sua concessione non pregiudica i diritti spettanti all'Aggiudicatario per l'eventuale imputabilità della maggiore durata a fatto della Stazione Appaltante.
La risposta in merito all'istanza di xxxxxxx è resa dal Responsabile del Procedimento, sentito il Direttore dei Lavori, entro trenta giorni dal suo ricevimento.
L'Aggiudicatario deve ultimare i lavori nel termine stabilito dal Contratto Applicativo, decorrente dalla data del verbale di consegna dei lavori.
L'ultimazione dei lavori, appena avvenuta, è comunicata dall'Aggiudicatario per iscritto al Direttore dei Lavori, il quale procede subito alle necessarie constatazioni in contraddittorio.
L'Aggiudicatario non ha diritto allo scioglimento del contratto né ad alcuna indennità qualora i lavori, per qualsiasi causa non imputabile alla Stazione Appaltante, non siano ultimati nel termine contrattuale e qualunque
sia il maggior tempo impiegato.
Nel caso di risoluzione del contratto ai sensi dell'art. 108 del Codice dei Contratti Pubblici ai fini dell'applicazione delle penali, il periodo di ritardo è determinato sommando il ritardo accumulato dall'Aggiudicatario rispetto al programma operativo dei lavori e il termine assegnato dal Direttore dei Lavori per compiere i lavori.
ART. 18. ULTIMAZIONE DEI LAVORI – CERTIFICATO DI ULTIMAZIONE LAVORI DEL
SINGOLO CONTRATTO APPLICATIVO E CERTIFICATO DI ULTIMAZIONE LAVORI DELL’ACCORDO QUADRO
I termini di ultimazione dell’esecuzione dei lavori saranno stabiliti in ciascun Contratto Applicativo conseguente al presente A.Q.
Ai sensi dell’art. 217 comma primo lett. u del Codice dei Contratti Pubblici, per ciascun Contratto Applicativo si darà atto, ex art. 199 del D.P.R. n. 207/2010, dell’avvenuta esecuzione degli interventi disposti dal Direttore dei Lavori, mediante la redazione, in contraddittorio con l’Aggiudicatario, di un Certificato di Ultimazione dei Lavori attestante gli accertamenti condotti in cantiere.
Entro 30 giorni dalla data di ultimazione dell’ultimo Contratto Applicativo, dovrà essere redatto in contraddittorio con l’Aggiudicatario, il Certificato di ultimazione dell’Accordo Quadro, attestante i necessari accertamenti condotti in cantiere, incluso il verbale di constatazione sullo stato di tutti i lavori commissionati in forza dell’accordo quadro.
ART. 19. CONTABILIZZAZIONE DEI LAVORI A MISURA
Tutti i lavori previsti nei Contratti Applicativi discendenti dall’A.Q. debbono essere accertati in contraddittorio tra la Direzione Lavori e l'Aggiudicatario e contabilizzati a misura con riferimento all’elenco prezzi posto a base di gara comprendente nuovi prezzi, prezzi della tariffa Regione Lazio 2012, della tariffa Campania 2015, dal prezziario ANAS 2015 e Prezziario regione Xxxxxx Xxxxxxx 2012.
In carenza, vige la Tariffa dei prezzi approvata con Deliberazione della Giunta Regionale n. 412 del 6 agosto 2012, adottata da ROMA CAPITALE con Deliberazione della Giunta Capitolina n. 197 del giorno 8 maggio 2013.
Xxxxx restando gli specifici sovrapprezzi espressamente previsti dalla Tariffa 2012 per particolari lavorazioni svolte di notte su esplicito ordine scritto della Direzione Lavori, per le altre voci, viene riconosciuto un incremento del 19% se eseguite in orario notturno, purché esse pure ordinate dalla D.L. stessa.
Stante la natura esclusivamente manutentoria di tutte le prestazioni oggetto di contratto, non trovano applicazione gli incrementi del 30% indicati alla pagina III delle avvertenze generali alla citata Tariffa 2012 ad eccezione dell’incremento del 19% per lavori eseguiti in orario notturno, limitatamente a tutti i magisteri inerenti la posa in opera di conglomerati bituminosi. La maggiorazione prevista dalla Tariffa 2012 in caso di lavoro eseguito in soggezione di traffico corrisponde, relativamente ai soli conglomerati bituminosi, all’incremento pari al 17%.
Gli incrementi citati non sono cumulabili.
Le modalità di misurazione dei lavori eseguiti sono quelle contenute nelle “AVVERTENZE E NORME PER LA MISURAZIONE” di cui alla Tariffa adottata da ROMA CAPITALE con la citata Deliberazione della Giunta Capitolina n. 197/2013, con eccezione fatta per gli incrementi tariffari di cui al precedente periodo.
Le spese di misurazione per detti lavori sono a carico dell'Aggiudicatario che, a richiesta del Direttore dei Lavori, deve fornire gli strumenti o i mezzi di misura e la mano d'opera necessari.
Per eventuali voci di prezzo mancanti nella suddetta tariffa si procederà a norma dell’art. 32, comma 2 del
D.P.R. n. 207/2010.
Il subappalto è consentito, con riferimento a ciascun eventuale Contratto Applicativo conseguente al presente A.Q., nei limiti del 30% (trenta) dell’importo complessivo del singolo contratto ed alle condizioni stabilite dalla normativa che regola la materia.
È fatto obbligo all’Aggiudicatario di trasmettere alla Stazione Appaltante, ai sensi e per gli effetti del comma 3 dell’articolo 105 del Codice dei Contratti Pubblici, entro venti giorni dalla data di ciascun pagamento effettuato nei suoi confronti, copia delle fatture quietanzate relative ai pagamenti corrisposti ai subappaltatori o cottimisti, con l’indicazione delle ritenute di garanzia effettuate. Qualora l’appaltatore non trasmetta le fatture quietanziate dei subappaltatori o dei cottimisti entro il predetto termine, la stazione appaltante sospenderà il successivo pagamento a favore dell’appaltatore.
Ove ricorrano condizioni di crisi di liquidità finanziaria dell'Aggiudicatario, comprovate da reiterati ritardi nei pagamenti dei subappaltatori o dei cottimisti, o anche dei diversi soggetti che eventualmente lo compongono,
accertate dalla Stazione Appaltante, per tutti i Contratti Applicativi discendenti dal presente A.Q. può provvedersi, sentito l'Aggiudicatario, anche in deroga alle previsioni del bando di gara, al pagamento diretto alle mandanti, alle società, anche consortili, eventualmente costituite per l'esecuzione unitaria dei lavori a norma dell'articolo 93 del D.P.R: 207/2010 ( tuttora in vigore ex art. 217 comma primo lett. U) del Codice dei Contratti Pubblici), nonché al subappaltatore o al cottimista dell'importo dovuto per le prestazioni dagli stessi eseguite.
E' sempre consentito alla Stazione Appaltante, anche per i Contratti Applicativi in corso, nella pendenza di procedura di concordato preventivo con continuità aziendale, provvedere ai pagamenti dovuti per le prestazioni eseguite dagli eventuali diversi soggetti che costituiscano l'affidatario, quali le mandanti, e dalle società, anche consortili, eventualmente costituite per l'esecuzione unitaria dei lavori a norma dell'articolo 93 del regolamento di cui al d.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207, dai subappaltatori e dai cottimisti, secondo le determinazioni presso il Tribunale competente per l'ammissione alla predetta procedura.
L’affidamento in subappalto o in cottimo è consentito, previa autorizzazione di Roma Capitale, alle seguenti condizioni:
1) che l’Aggiudicatario dell’A.Q., in sede di dichiarazioni di gara o l'affidatario, nel caso di varianti in corso di esecuzione, all'atto dell'affidamento del singolo Contratto Applicativo, abbiano indicato: i lavori o le parti di lavorazioni che intendono subappaltare o concedere in cottimo; nonché, ai sensi del combinato disposto del comma 6 dell’art. 105 del Codice e comma 53 dell'articolo 1 della legge 6 novembre 2012, n. 190, la tema di subappaltatori cui si intende affidare parte delle lavorazioni;
2) che l'Aggiudicatario, in sede di Contratto Applicativo, provveda al deposito del contratto di subappalto presso la Stazione Appaltante almeno venti giorni prima della data di effettivo inizio dell'esecuzione delle relative prestazioni;
3) che al momento del deposito del contratto di subappalto presso la Stazione Appaltante l'aggiudicatario trasmetta altresì la certificazione attestante il possesso da parte del subappaltatore dei requisiti di qualificazione prescritti dal presente codice in relazione alla prestazione subappaltata e la dichiarazione del subappaltatore attestante il possesso dei requisiti generali di cui all'articolo 38;
4) che non sussista, nei confronti dell'affidatario del subappalto o del cottimo, alcuno dei divieti previsti dall'art. 67 del D. Lgs. n. 159 del 2011.
Ai sensi dell’art.105 comma tredicesimo, è sempre consentito alla Stazione Appaltante, anche per i Contratti Applicativi in corso conseguenti al presente A.Q., nella pendenza di procedura di concordato preventivo, provvedere ai pagamenti dovuti per le prestazioni eseguite dall'Aggiudicatario medesimo e dai subappaltatori e cottimisti, presso il Tribunale competente per l'ammissione alla predetta procedura.
L'Aggiudicatario deve praticare, per le prestazioni affidate in subappalto, per ciascun Contratto Applicativo, gli stessi prezzi unitari risultanti dall'aggiudicazione dell’A.Q., con ribasso non superiore al venti per cento. L'Aggiudicatario corrisponde gli oneri della sicurezza, relativi alle prestazioni affidate in subappalto, alle imprese subappaltatrici senza alcun ribasso; la Stazione Appaltante, sentito il Direttore dei Lavori, il Coordinatore della Sicurezza in fase di esecuzione, provvede alla verifica dell'effettiva applicazione della presente disposizione. L'Aggiudicatario è solidalmente responsabile con il subappaltatore degli adempimenti, da parte di questo ultimo, degli obblighi di sicurezza previsti dalla normativa vigente.
Nei cartelli esposti all'esterno del cantiere devono essere indicati anche i nominativi di tutte le imprese subappaltatrici. L'Aggiudicatario è tenuto ad osservare integralmente il trattamento economico e normativo stabilito dai contratti collettivi nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni; è, altresì, responsabile in solido dell'osservanza delle norme anzidette da parte dei subappaltatori nei confronti dei loro dipendenti per le prestazioni rese nell'ambito del subappalto. L'Aggiudicatario e, per suo tramite, i subappaltatori, trasmettono alla Stazione Appaltante prima dell'inizio dei lavori di ciascun Contratto Applicativo la documentazione di avvenuta denunzia agli Enti Previdenziali, inclusa la Cassa Edile, Assicurativi e Antinfortunistici, nonché copia del piano di sicurezza. Ai fini del pagamento delle prestazioni rese nell'ambito dell'appalto o del subappalto, la Stazione Appaltante acquisisce d'ufficio il documento unico di regolarità contributiva in corso di validità relativo all'affidatario e a tutti i subappaltatori.
L'Aggiudicatario è tenuto a curare il coordinamento di tutti i subappaltatori operanti nel cantiere, al fine di rendere gli specifici piani redatti sai singoli subappaltatori compatibili tra loro e coerenti con il piano presentato dall'affidatario. Nell'ipotesi di raggruppamento temporaneo o di consorzio, detto obbligo incombe al mandatario. Il direttore tecnico di cantiere è responsabile del rispetto del piano da parte di tutte le imprese impegnate nell'esecuzione dei lavori.
L'Aggiudicatario che si avvale del subappalto o del cottimo deve allegare alla copia autentica del contratto la dichiarazione circa la sussistenza o meno di eventuali forme di controllo o di collegamento a norma dell'articolo 2359 del codice civile con il titolare del subappalto o del cottimo. Analoga dichiarazione deve essere effettuata da ciascuno dei soggetti partecipanti nel caso di raggruppamento temporaneo, società o consorzio.
La Stazione Appaltante provvede al rilascio dell'autorizzazione entro trenta giorni dalla relativa richiesta; tale termine può essere prorogato una sola volta, ove ricorrano giustificati motivi. Trascorso tale termine senza che si
sia provveduto, l'autorizzazione si intende concessa.
Per i subappalti o cottimi di importo inferiore al 2 per cento dell'importo delle prestazioni affidate con il singolo contratto applicativo conseguente al presente accordo quadro o di importo inferiore a 100.000 euro, i termini per il rilascio dell'autorizzazione da parte della stazione appaltante sono ridotti della metà.
L'esecuzione delle prestazioni affidate in subappalto non può formare oggetto di ulteriore subappalto.
Ai fini del presente articolo è considerato subappalto qualsiasi contratto avente ad oggetto attività ovunque espletate che richiedono l'impiego di manodopera, quali le forniture con posa in opera e i noli a caldo, se singolarmente di importo superiore al 2 per cento dell'importo delle prestazioni affidate con il singolo Contratto Applicativo conseguente al presente A.Q. o di importo superiore a 100.000 euro e qualora l'incidenza del costo della manodopera e del personale sia superiore al 50 per cento dell'importo del contratto da affidare con il singolo Contratto Applicativo.
È fatto obbligo all'Aggiudicatario di comunicare alla Stazione Appaltante, per tutti i sub-contratti stipulati per l'esecuzione di ogni Contratto Applicativo, il nome del sub-contraente, l'importo del contratto, l'oggetto del lavoro, servizio o fornitura affidati.
ART. 21. MODIFICA DEL CONTRATTO DURANTE IL PERIODO DI EFFICACIA
Nessuna variazione o addizione al progetto approvato può essere introdotta dall’Esecutore se non è disposta dal Direttore dei Lavori e preventivamente approvata dalla Stazione Appaltante nel rispetto delle condizioni e dei limiti indicati all'articolo 106 del Codice dei Contratti Pubblici
In caso di inadempienza è prevista la riesecuzione delle attività secondo il progetto approvato, a carico dell’Appaltatore, fermo che in nessun caso egli può vantare compensi, rimborsi o indennizzi per i le medesime attività.
In caso di occorrenza di entrambe le condizioni di cui all’’articolo 106 comma 1 lett.c) del Codice dei Contratti Pubblici , il Direttore dei Lavori propone la redazione di una perizia suppletiva e di variante, indicandone i motivi in apposita relazione da inviare al Responsabile del Procedimento.
L’Appaltatore ha l'obbligo di eseguire tutte le variazioni ritenute opportune dalla Stazione Appaltante e che il Direttore dei Lavori gli abbia ordinato purché non mutino sostanzialmente la natura dei lavori compresi nel Contratto.
Ai sensi dell’art. 106 comma dodicesimo del Codice, l’Amministrazione, qualora in corso di esecuzione si renda necessario un aumento o una diminuzione delle prestazioni fino a concorrenza del quinto dell'importo del contratto, può imporre all'appaltatore l'esecuzione alle stesse condizioni previste nel contratto originario. In tal caso l'appaltatore non può far valere il diritto alla risoluzione del contratto
ART. 22. LIQUIDAZIONE DEI CORRISPETTIVI
Nel corso dell’esecuzione dei lavori di ciascun Contratto Applicativo ricadente all’interno del presente Accordo Quadro sono erogati all’Aggiudicatario, in base ai dati risultanti dai documenti contabili, pagamenti in acconto del corrispettivo dell’appalto, di importo non inferiore ad € 500.000,00 (diconsi Euro Cinquecentomila/00), o comunque allo scadere di ogni singolo Contratto Applicativo (se di importo inferiore ad € 500.000,00 – diconsi Euro Cinquecentomila/00), ed a misura dell’avanzamento dei lavori regolarmente eseguiti, valutato sulla base delle quantità di opere realizzate, al lordo del ribasso offerto e delle ritenute di legge; l'ultima rata di acconto verrà corrisposta qualunque sia il suo ammontare.
I certificati di pagamento delle rate di acconto sono emessi dal Responsabile del Procedimento, entro 45 giorni dalla data di maturazione dello Stato Avanzamento Lavori, indicanti la quantità, la qualità e l’importo dei lavori eseguiti, non appena scaduto il termine sopra indicato.
Ogni stato di avanzamento dei lavori conterrà:
• gli ordinativi relativi alla manutenzione ordinaria;
• le certificazioni delle prove ed analisi di laboratorio per la conformità ai requisiti di accettazione.
L'importo dell'acconto è pari alla somma della parte relativa ai lavori, nonché della corrispondente aliquota per gli oneri per la sicurezza relativa ai lavori.
Nel caso di sospensione dei lavori di durata superiore a quarantacinque giorni la Stazione Appaltante dispone comunque il pagamento in acconto degli importi maturati fino alla data di sospensione.
La contabilità sarà redatta a misura, sulla base dell’elenco prezzi posto a base di gara, in contradditorio con l’impresa esecutrice dei lavori;
A garanzia dell’osservanza delle norme e delle prescrizioni dei contratti collettivi, delle leggi e dei regolamenti sulla tutela, protezione, assicurazione, assistenza e sicurezza fisica dei lavoratori, sull’importo netto progressivo dei lavori sarà operata una ritenuta dello 0,50 per cento, ai sensi dell’articolo 30, comma 5° bis, del Codice dei Contratti Pubblici, da liquidarsi, nulla ostando, in sede di conto finale.
Ai sensi dell’art. 194 del D.P.R. n. 207/2010, quando si deve effettuare il pagamento di una rata di acconto, il
Direttore dei Lavori redige, nei termini specificati nel Contratto Applicativo, uno stato d'avanzamento nel quale sono riassunte tutte le lavorazioni e tutte le somministrazioni eseguite dal principio dell'esecuzione sino ad allora.
Il pagamento di ogni certificato di pagamento è subordinato all’acquisizione d’ufficio, anche attraverso strumenti informatici, del documento unico di regolarità contributiva (DURC) in corso di validità, dell’Aggiudicatario nonché di tutti gli eventuali subappaltatori.
Contestualmente sarà acquisita la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà dell’Aggiudicatario con l’elenco di tutti i subcontratti relativi al singolo Contratto Applicativo conseguente all’A.Q. per il presente lotto.
La stima che individuerà il costo degli oneri della sicurezza, da inserire nei singoli contratti applicativi conseguenti all’A.Q. per il presente lotto, in applicazione del Piano di Sicurezza e Coordinamento, verrà determinata applicando i prezzi della tariffa per la sicurezza; il costo degli oneri della sicurezza sarà contabilizzato in ciascun stato di avanzamento lavori emesso nei confronti dell’Aggiudicatario.
Qualora necessario, nell’ultimo stato di avanzamento lavori di ogni singolo Contratto Applicativo conseguente all’A.Q. per il presente xxxxx, si procederà al conguaglio degli oneri della sicurezza, fino allo stato di avanzamento precedente e quanto effettivamente spettante all’Aggiudicatario stesso per la sicurezza, in considerazione di eventuali varianti.
I pagamenti sono subordinati alla presentazione di regolare fattura che potrà essere emessa dopo la consegna del certificato di pagamento debitamente firmato dal Responsabile del Procedimento e subordinatamente all’esito positivo di tutti gli adempimenti amministrativi necessari per l’inoltro del provvedimento di liquidazione ai competenti uffici della Ragioneria Generale.
Il pagamento degli acconti è disposto entro 30 giorni dalla data di fatturazione.
Il pagamento della rata di saldo è disposto entro 90 giorni dalla data di emissione del Certificato di Regolare Esecuzione di ciascun Contratto Applicativo conseguente al presente A.Q.
All’appaltatore verrà corrisposta, ai sensi del comma 18 dell’art. 35 del Codice dei Contratti Pubblici, l’anticipazione del prezzo contrattuale, nella misura del 20% dell’importo dello stesso.
Il recupero dell’anticipazione avverrà all’atto della emissione dei certificati di pagamento che verranno erogati, proporzionatamente nella misura del 20%, dell’importo degli stessi.
La corresponsione dell’anticipazione avverrà dietro costituzione, da parte dell’appaltatore, di idonea garanzia fidejussoria di importo pari all’anticipazione, maggiorato del tasso di interesse legale applicato al periodo necessario al recupero dell’anticipazione stessa. L'importo della garanzia viene gradualmente ed automaticamente ridotto nel corso dei lavori, in rapporto al progressivo recupero dell'anticipazione da parte delle stazioni appaltanti. Il beneficiario decade dall'anticipazione, con obbligo di restituzione, se l'esecuzione dei lavori non procede, per ritardi a lui imputabili, secondo i tempi contrattuali. Sulle somme restituite sono dovuti gli interessi legali con decorrenza dalla data di erogazione della anticipazione.
Il Codice Identificativo gara (CIG) dell’Accordo Quadro è il seguente: 7119301908
Il Codice Unico di Progetto (CUP) del presente A.Q. è il seguente: J86G17000750004
Il Codice Identificativo Gara relativo agli eventuali contratti applicativi dell’A.Q., in conformità alle indicazioni fornite dall’Autorità Nazionale Anti Corruzione sarà lo stesso dell’A.Q. medesimo e verrà confermato di volta in volta dalla Stazione Appaltante per il singolo Contratto Applicativo affidato.
Il CIG e il CUP saranno indicati nelle singole fatture relative ad ogni Contratto Applicativo conseguente all’A.Q. per il presente lotto.
I pagamenti saranno effettuati a mezzo bonifico bancario/postale sul conto corrente dedicato ai sensi dell’art. 3 della Legge n.136/2010 come modificato dall’art. 7 del D.L. 12 novembre 2010 n.187, convertito con modifiche con Legge 17 dicembre 2010 n. 217.
L’Aggiudicatario si obbliga altresì a utilizzare lo stesso Conto Corrente Bancario/Postale dedicato, previa indicazione del CIG e del CUP di riferimento anche per i pagamenti destinati ai dipendenti, consulenti, fornitori, subappaltatori e i subcontraenti. Il Committente assume l’obbligo di eseguire i pagamenti di cui al presente contratto esclusivamente a mezzo bonifico bancario o postale dedicato, previa indicazione del CIG e del CUP di riferimento.
Ai sensi dell’articolo 3, comma 8, della L. n. 136/2010, un Contratto Applicativo si intende risolto nel caso in cui le transazioni finanziarie vengano eseguite senza avvalersi di Banche o della Società Poste Italiane.
L’Aggiudicatario, il sub-appaltatore o il subcontraente che ha notizie dell’inadempimento della propria controparte agli obblighi di tracciabilità finanziaria, ai sensi della L. n. 136/2010 procede all’immediata risoluzione del rapporto contrattuale informandone contestualmente la Stazione Appaltante e la Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo territorialmente competente.
L’Aggiudicatario si obbliga, pena la risoluzione contrattuale, a dare attuazione agli articoli 4 e 5 della Legge n.136/2010.
ART. 23. ONERI GENERALI E PARTICOLARI A CARICO DELL’AGGIUDICATARIO
Oltre agli oneri afferenti la “Presa in Carico delle Anomalie” di cui all’Art.6 ed il “Pronto Intervento” di cui all’art.7 nonché quelli afferenti il “Responsabile dell’Accordo” di cui all’art. 9, sono altresì a carico dell'Aggiudicatario, per ciascun Contratto Applicativo, in considerazione dell’entità, delle dimensioni dei lavori e delle relative forniture dell’A.Q., i seguenti oneri e obblighi:
a. di fornire in opera a sua cura e spese e di esporre all'esterno dei cantieri, nel luogo indicato dalla Direzione Lavori, la cartellonistica prevista dalla normativa vigente con particolare riferimento al D. Lgs. n. 81/2008;
b. di fornire e posizionare la segnaletica stradale, le segnalazioni, ogni altro accorgimento, nulla escluso, previsti dal Codice della Strada e relativo Regolamento e/o dalla determinazione dirigenziale di disciplina provvisoria di traffico istitutiva del cantiere e/o delle deviazioni di traffico;
c. di predisporre gli sbarramenti e/o recinzioni, vigendo il divieto assoluto di effettuare sbarramenti al traffico mediante filari o cumuli di materiali;
d. di predisporre accorgimenti per consentire, in ogni caso, l'accessibilità dei mezzi di soccorso e dei pedoni (con percorsi protetti) agli edifici esistenti;
e. eseguire scavi di indagine, per accertare l'esatta ubicazione delle canalizzazioni dei XX.XX., a semplice richiesta della direzione lavori. Tali indagini possono eseguirsi anche su motivata richiesta dell'Aggiudicatario, comunque sempre su preventiva autorizzazione formale della direzione lavori.
f. in caso di emergenza, di prestare soccorsi ivi incluse le emergenze relative al "Piano Neve" ed alle dichiarazioni di “Emergenza Meteorologica”.
g. comunicare per iscritto alla direzione lavori l'elenco dei mezzi d'opera funzionanti, completi di personale, che costituiscono il parco attrezzature con particolare riferimento alle pompe, ai mezzi di trasporto, alle macchine ed attrezzature di cantiere ecc. La comunicazione avverrà entro cinque giorni dalla consegna dei lavori in funzione di ciascun Contratto Applicativo conseguente al presente A.Q., con obbligo dell'aggiornamento - entro 48 ore - in caso di variazioni.
Sono altresì a carico dell'Aggiudicatario gli oneri:
h. per la demolizione e/o rimozione e successivo ripristino di cordoli e cigli spartitraffico, marciapiedi, guardrails recinzioni, new jersey, ringhiere e quant'altro necessario alla realizzazione delle deviazioni di traffico su percorsi alternativi, o di cambio di carreggiata, compresa la realizzazione della pavimentazione provvisoria della zona da rendere transitabile, nonché l'installazione della relativa segnaletica provvisoria;
i. di eseguire i movimenti di terra ed ogni altro onere relativo alla formazione del cantiere attrezzato, in relazione all'entità delle lavorazioni, con tutti i più moderni e perfezionati impianti per assicurare una perfetta e rapida esecuzione di tutte le opere oggetto del singolo Contratto Applicativo con esclusione delle spese relative alla sicurezza del cantiere stesso;
j. l'Aggiudicatario dovrà completamente sgomberare il cantiere dei materiali, mezzi d'opera ed impianti di sua proprietà, entro quindici giorni dal verbale di ultimazione dei lavori;
k. la fornitura e manutenzione dei cartelli di avviso, le segnalazioni diurne e notturne mediante appositi cartelli e luci nei tratti stradali interessati dai lavori ove abbia a svolgersi il traffico e di quant’altro prescritto a scopo di sicurezza e ciò secondo le particolari indicazioni della direzione lavori, e in genere l'osservanza delle norme del vigente Codice della Strada;
l. le spese per l'occupazione temporanea e definitiva delle aree pubbliche e private occorrenti per le strade di servizio per l'accesso ai vari cantieri, per l'impianto dei cantieri stessi, per cave di prestito, per depositi od estrazioni di materiali e per tutto quanto occorre alla esecuzione dei lavori;
L'Aggiudicatario non potrà, salvo esplicita autorizzazione scritta della Direzione dei Lavori, fare o autorizzare terzi alla pubblicazione di notizie, disegni o fotografie delle opere comprese nell’A.Q. del presente lotto.
Sono a carico dell'Aggiudicatario e si intendono compensati nei prezzi contrattuali, tutti gli oneri ed obblighi descritti nel presente articolo ed in quelli successivi, oltre a quelli prescritti dal D.P.R. n. 207/2010 ed in ogni parte dell’A.Q. del presente lotto, di cui l'Aggiudicatario dovrà tener conto nel formulare la propria offerta e nell'esecuzione dei lavori fino al loro compimento. Nessun compenso aggiuntivo sarà corrisposto all'Aggiudicatario per l’osservanza di tali obblighi ed oneri, fatte salve le espresse ipotesi di rimborsi spese previste distintamente nei seguenti articoli.
Sono inoltre a carico dell'Aggiudicatario tutti gli oneri derivanti dal Piano di sicurezza generale di cui al D. Lgs.
n. 81/2008e s.m.i., oneri che si intendono completamente compensati con la corresponsione del relativo importo come determinato nel piano stesso ed evidenziato negli atti di gara.
Sono inoltre a carico dell'Aggiudicatario, e si intendono compensati nel corrispettivo dell’appalto, tutti gli oneri derivanti dai provvedimenti che il coordinatore per la sicurezza di cui al D. Lgs. n. 81/2008e s.m.i. riterrà opportuno applicare o esigere sulla base del piano di sicurezza a fronte di specifiche richieste avanzate
dall'Aggiudicatario in sede esecutiva o nel contesto del piano operativo di sicurezza dalla stessa predisposto: l'Aggiudicatario dovrà fornire notizie utili perla revisione del piano di sicurezza in fase esecutiva.
L'Aggiudicatario, il subappaltatore e i soggetti titolari di subappalti di cui all’articolo 105 del Codice dei Contratti Pubblici di ciascun Contratto Applicativo conseguente all’A.Q. per il presente lotto, devono osservare le norme e prescrizioni dei contratti collettivi nazionali e di zona stipulati tra le parti sociali firmatarie di contratti collettivi nazionali comparativamente più rappresentative, delle leggi e dei regolamenti sulla tutela, sicurezza, salute, assicurazione assistenza, contribuzione e retribuzione dei lavoratori.
In caso di ottenimento da parte del Responsabile del Procedimento del documento unico di regolarità contributiva che segnali un’inadempienza contributiva relativa a uno o più soggetti impiegati nell’esecuzione di ciascun Contratto Applicativo, il medesimo trattiene dal certificato di pagamento l’importo corrispondente all’inadempienza. Il pagamento di quanto dovuto per le inadempienze accertate mediante il documento unico di regolarità contributiva è disposto dalla Stazione Appaltante, direttamente agli enti previdenziali e assicurativi, compresa, la Cassa Edile.
Il pagamento dei corrispettivi a titolo di saldo da parte della Stazione Appaltante per le prestazioni oggetto del singolo Contratto Applicativo è subordinato all'acquisizione della dichiarazione di regolarità contributiva e retributiva, rilasciata dalle autorità competenti, ivi compresa la Cassa Edile. Qualora da tale dichiarazione risultino irregolarità dell'Aggiudicatario, l'ente appaltante provvede direttamente al pagamento delle somme dovute rivalendosi sugli importi ancora spettanti all'Aggiudicatario medesimo.
L'Aggiudicatario è tenuto ad applicare tutte le norme di legge vigenti soprattutto nel campo della prevenzione antinfortunistica con particolare attenzione agli adempimenti previsti dal D. Lgs.n.81/2008 e s.m.i.
L'Aggiudicatario è tenuto a consegnare, prima della consegna dei lavori il piano di sicurezza operativo per quanto attiene alle proprie scelte autonome e relative responsabilità da considerare come piano complementare di dettaglio del piano di sicurezza di cui al citato X.Xxx.n. 81/2008 e s.m.i.
Il piano operativo deve essere redatto, per ciascun Contratto Applicativo conseguente all’A.Q. per il presente lotto, in conformità alle prescrizioni dell’allegato XV al D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i.
Sono, inoltre, a carico dell'Aggiudicatario tutti gli obblighi e gli oneri di seguito descritti i quali tutti devono intendersi compensati con il corrispettivo contrattuale:
1. nella fase prevista per la cantierizzazione l'Aggiudicatario dovrà approntare il cantiere e dotarlo dei necessari macchinari, al fine di iniziare le lavorazioni “a pieno ritmo”;
2. predisporre la scorta dei materiali necessari per dare il pieno ritmo alle lavorazioni;
3. sottostare alle prescrizioni relative ai piani di sicurezza;
4. sostituire il proprio rappresentante o il Direttore di Cantiere o qualsiasi altro soggetto appartenente al proprio personale in caso di specifica richiesta da parte del Direttore dei Lavori di ROMA CAPITALE nei casi e secondo le modalità indicate dagli artt.4 e 6 del Capitolato generale dei lavori pubblici approvato con D.M. n. 145/2000;
5. la formazione e manutenzione di un cantiere attrezzato in relazione all'entità de i lavori, per assicurare una perfetta e rapida esecuzione di tutte le opere da costruire ed in conformità alle norme d'igiene;
6. l'esecuzione di tutte le opere provvisionali come xxxxx, assiti, steccati per recingere provvisoriamente il terreno;
7. il provvedere a propria cura e spese a tutti i permessi (anche eventualmente nei confronti di privati) e licenze necessari ed all'indennità per l'eventuale occupazione temporanea di aree adiacenti ai lavori per qualsiasi causa da essi dipendente, nonché al risarcimento dei danni di qualsiasi genere che si dovessero provocare a fondi per passaggi di strade di servizio tenendone indenne l’Amministrazione la quale, se chiamata a rispondere, potrà avvalersi della facoltà di recuperare quanto versato trattenendo una somma corrispondente sui pagamenti dovuti all'Aggiudicatario o incamerando in tutto o in parte la cauzione definitiva;
8. il conservare le vie ed i passaggi, anche privati, che venissero interessati dal complesso dei lavori, provvedendo all'uopo a proprie spese con opere provvisionali;
9. il provvedere alla fornitura dell'acqua potabile agli operai e dalla installazione degli apprestamenti igienici, di ricovero od altro per gli operai stessi;
10. il provvedere alle spese per la guardiania del cantiere fino all'approvazione del certificato di collaudo da parte delle autorità competenti, salvo nel caso di anticipata consegna delle opere. Tale vigilanza si intende sia diurna che notturna, anche nei giorni festivi e nei periodi di sospensione;
11. il mettere a disposizione dei funzionari della direzione lavori, adeguati uffici di cantiere provvisti di arredamento, di illuminazione, riscaldamento, telefono, servizi igienici, ecc. compresi gli oneri per allacciamenti, utenze e consumi e pulizie, nonché, durante i sopralluoghi di cantiere da parte delle persone autorizzate, i dispositivi antinfortunistici di protezione individuale;
12. la manutenzione del cantiere, l’idonea illuminazione e la pulizia quotidiana dello stesso e dei
locali in costruzione od in corso di ultimazione;
13. l'adozione nell'esecuzione dei lavori, di tutti i procedimenti e delle cautele necessarie per garantire la vita e l'incolumità degli operai, delle persone addette ai lavori stessi e dei terzi, nonché per evitare danni alle proprietà pubbliche e private. Ogni più ampia responsabilità in caso di infortuni ricadrà pertanto sull'Aggiudicatario, restandone sollevata l'Amministrazione ed il personale della stessa preposto a direzione e sorveglianza;
14. il provvedere a propria cura e spese alle esecuzioni, ove necessario, dei ponti di servizio e delle puntellature necessarie perla costruzione, la riparazione e la demolizione dei manufatti, e per garantire la sicurezza degli edifici circostanti e del lavoro;
15. il provvedere alla riparazione dei danni di qualsiasi genere dipendenti da qualsiasi causa anche di forza maggiore che si verifichino nell’esecuzione dei lavori, alle provviste, agli attrezzi e a tutte le opere provvisionali;
16. il consentire l'accesso al cantiere e il libero passaggio nello stesso e nelle opere costruite (fino all'approvazione del certificato di collaudo) alle persone che seguono i lavori per conto diretto dell'Amministrazione appaltante e dalle ulteriori persone individuate dall’Amministrazione stessa. Inoltre, a richiesta della direzione lavori, consentirà l'uso totale o parziale, alle suddette persone, dei ponti di servizio, delle impalcature, delle costruzioni provvisorie, degli apparecchi di sollevamento;
17. denunciare all’Amministrazione le scoperte che venissero effettuate nel corso dei lavori di tutte le cose di interesse archeologico, storico, artistico, paleontologico, ecc. o soggette comunque alle norme del D.Lgs. 22 gennaio 2004 n.42. L'Aggiudicatario dovrà provvedere alla conservazione temporanea delle cose scoperte, lasciandole nelle condizioni e nel luogo in cui sono state rinvenute in attesa degli accertamenti della competente autorità, al loro prelevamento e trasporto, con le necessarie cautele e alla loro conservazione e custodia in adatti locali, dopo che la Sovrintendenza competente ne avrà autorizzato il trasporto;
18. il provvedere, secondo le indicazioni di progetto e le indicazioni della direzione lavori, al tracciamento degli edifici, impianti, opere varie e sistemazioni in genere;
19. la prestazione senza alcun corrispettivo, di tutti gli strumenti e del personale necessari, in sede di collaudo, per gli accertamenti delle misure e per gli eventuali saggi da eseguire; dopo questi ultimi l'Aggiudicatario è anche obbligato a ripristinare a proprie spese ciò che è stato alterato o demolito.
20. il provvedere a propria cura e spese alla fornitura di fotografie delle opere in corso di esecuzione, nel numero e nelle dimensioni che saranno di volta in volta indicati dalla direzione lavori, restando convenuto che, qualora l'Aggiudicatario non ottemperasse a tale disposizione, la direzione lavori, farà eseguire direttamente tali fotografie, detraendo il relativo costo dai pagamenti in acconto;
21. il provvedere, sotto la sua completa responsabilità, al ricevimento in cantiere, allo scarico ed al trasporto nei luoghi di deposito, situati all'interno del cantiere ed a piè d'opera, secondo le disposizioni della direzione lavori, di materiali, forniture, arredi nonché alla loro buona conservazione e custodia;
22. il provvedere alle spese per l'esecuzione delle prove, ivi incluse quelle di cui all’ultimo capoverso dell’Art.10, di resistenza sui materiali (cubetti di calcestruzzo, carote, provini degli acciai, ecc.), delle prove di carico richieste anche in corso d'opera dalla direzione lavori o dal collaudatore, per l’assistenza agli eventuali collaudi statici, tecnico-amministrativo e degli impianti, compresa fornitura, trasporto, collocazione e rimozione di materiali, di flessimetri e relative armature di sostegno, ecc
23. la manutenzione dell'intera opera fino al collaudo finale delle opere eseguite, qualora l'Amministrazione si riservi di iniziare l'uso nel periodo che decorre dall'ultimazione dei lavori fino al suddetto collaudo finale. L'obbligo della manutenzione va inteso peri difetti derivanti da vizio, negligenza di esecuzione o da imperfezioni di materiali.
24. Messa a disposizione di n°1 autovettura a 4 posti, con autista, per il trasporto del personale dell’Amministrazione addetto al controllo e gestione dell’appalto ed alle operazioni inerenti ai lavori stessi per tutta la durata dell’appalto per n° 3 (tre) giorni alla settimana, dalle ore otto alle ore diciotto. Sono comprese tutte le spese, anche per l’accesso alla Zona a Traffico Limitato, nonché assicurative, compresa l’assicurazione a favore dei terzi trasportati, relative al servizio riguardante la messa a disposizione dell’automezzo, il quale sarà reso in favore dell’Amministrazione ed a carico dell'Aggiudicatario in base all’orario settimanale stabilito dal Capitolato Particolare ed eventualmente regolato da apposite Convenzioni sottoscritte tra le Cooperative degli autisti, le XX.XX. di categoria e le Associazioni Imprenditoriali. È comunque fatta salva la facoltà dell'Aggiudicatario di utilizzare un proprio automezzo con autista dipendente dell'Aggiudicatario stesso. In tal caso dovrà essere consentita all’Amministrazione la verifica degli atti relativi al rapporto di lavoro subordinato tra autista e impresa. In ogni caso l'Aggiudicatario è tenuto a garantire e manlevare l’Amministrazione da ogni eventuale pretesa derivante dal servizio di cui sopra e ad assicurare i terzi trasportati per ragioni di servizio.
ART. 24. RITARDI E PENALI NELL’ESECUZIONE DEGLI INTERVENTI
Nel caso di mancato rispetto del termine stabilito per l’ultimazione dei lavori di ciascun Contratto Applicativo, per ogni giorno naturale consecutivo di ritardo viene applicata una penale pari allo 1 (uno) per mille dell’importo del relativo Contratto Applicativo.
La penale, nella stessa misura percentuale di cui al comma 1, trova applicazione anche in caso di ritardo:
a. nell’inizio del lavoro, anche in caso di lavoro conto terzi, rispetto alla data fissata dal Direttore dei Lavori nel Contratto Applicativo conseguente al presente A.Q.;
b. nella ripresa del lavoro, anche nel caso di lavoro conto terzi, seguente un verbale di sospensione, rispetto alla data fissata dal Direttore dei Lavori;
c. nel rispetto dei termini imposti dalla direzione lavori per il ripristino di lavori non accettabili o danneggiati;
d. nella mancata consegna della documentazione prevista dalla vigente normativa all’ultimazione dei lavori.
La penale di cui alla lettera a) e alla lettera b) è applicata all’importo dei lavori ancora da eseguire; la penale di cui al alla lettera c) è applicata all’importo dei lavori di ripristino o di nuova esecuzione ordinati per rimediare a quelli non accettabili o danneggiati.
Tutte le penali di cui al presente articolo sono contabilizzate in detrazione in occasione del pagamento immediatamente successivo al verificarsi della relativa condizione di ritardo.
L’importo complessivo delle penali irrogate non può superare il 10 per cento dell’importo contrattuale del singolo Contratto Applicativo; qualora i ritardi siano tali da comportare una penale di importo superiore alla predetta percentuale trovano applicazione le disposizioni del presente A.Q. (Art.32) e del Codice dei Contratti Pubblici in materia di risoluzione del contratto.
L’applicazione delle penali di cui al presente articolo non pregiudica il risarcimento di eventuali danni o ulteriori oneri sostenuti dalla Stazione Appaltante a causa dei ritardi.
Al di fuori delle penali sopra indicate, per i ritardi nella esecuzione degli interventi o per le incomplete prestazioni, qualora - dopo un richiamo scritto del Responsabile del Procedimento all’osservanza di uno qualsiasi dei patti e degli obblighi contrattuali assunti, in particolare del presente Schema di Accordo Quadro per il lotto ricorrente nella fattispecie, dei successivi eventuali Contratti Applicativi, delle leggi e dei regolamenti da esso richiamati o vigenti e degli “ordini” della direzione lavori - l'Aggiudicatario non ottemperasse a tale richiamo, che può riguardare inadempienza singola o categorie di inadempienze, sarà passibile, per ogni inadempienza, di una penale pari allo 0,3 (zero-virgola-tre) per mille dell’importo del Contratto Applicativo per ciascuna inadempienza o categorie di inadempienze che verrà applicata a giudizio della direzione lavori.
ART. 25. DANNI CAGIONATI DA FORZA MAGGIORE
Nel caso di danni causati da forza maggiore l'Aggiudicatario ne fa denuncia al Direttore dei Lavori nei termini di giorni due, in difetto è soggetto alle penalità previste, entro cinque giorni da quello dell'evento, a pena di decadenza dal diritto al risarcimento. L'Aggiudicatario non può sospendere o rallentare l'esecuzione dei lavori, tranne in quelle parti per le quali lo stato delle cose debba rimanere inalterato sino a che non sia eseguito l'accertamento dei fatti.
Appena ricevuta la denuncia di cui sopra, il Direttore dei Lavori procede, redigendone processo verbale alla presenza dell'Aggiudicatario, all'accertamento:
a) dello stato delle cose dopo il danno, rapportandole allo stato precedente;
b) delle cause dei danni, precisando l'eventuale causa di forza maggiore;
c) della eventuale negligenza, indicandone il responsabile;
d) dell'osservanza o meno delle regole dell'arte e delle prescrizioni del Direttore dei Lavori;
e) dell'eventuale omissione delle cautele necessarie a prevenire i danni;
al fine di determinare il risarcimento al quale può avere diritto l'Aggiudicatario stesso.
Nessun indennizzo è dovuto quando a determinare il danno abbia concorso la colpa dell'Aggiudicatario o delle persone delle quali esso è tenuto a rispondere.
A norma dell’art.2 del Capitolato generale dei lavori pubblici approvato con D.M. n. 145/2000 all’atto della stipulazione del contratto l'Aggiudicatario che non abbia uffici propri nel luogo ove ha sede l’ufficio di direzione lavori dovrà eleggere domicilio presso gli uffici capitolini, o lo studio di un professionista o gli uffici di società legalmente riconosciuta.
L'Aggiudicatario prende atto che, a norma dell’art.2, comma 2, del D.M. n.145/2000, tutte le intimazioni, assegnazioni di termini ed ogni altra notificazione e comunicazione dipendente dal presente A.Q. e dai conseguenti contratti applicativi sono fatte dal Direttore dei Lavori o dal Responsabile del Procedimento,
ciascuno relativamente agli atti di propria competenza, a mani proprie del legale rappresentante dell'Aggiudicatario medesimo o di colui che lo rappresenta nella condotta dei lavori, oppure al domicilio eletto secondo quanto sopra precisato.
ART. 27. SPESE DI CONTRATTO, DI REGISTRO ED ACCESSORI A CARICO
DELL’AGGIUDICATARIO
Le spese di contratto e tutti gli oneri connessi alla stipulazione dell’accordo quadro sono a carico dell'Aggiudicatario.
Ai sensi dell’art. 216 comma undicesimo del Codice dei Contratti Pubblici, le spese per la pubblicazione sono rimborsate alla Stazione Appaltante dall’Aggiudicatario dell’A.Q. entro il termine di sessanta giorni dall’aggiudicazione.
Sono anche a carico dell'Aggiudicatario tutte le ulteriori eventuali spese di bollo inerenti gli atti occorrenti, per ciascun Contratto Applicativo conseguente al presente A.Q., per la gestione dei lavori dal giorno della consegna dei lavori fino all’emissione del certificato di collaudo.
ART. 28. RISOLUZIONE DELL’ACCORDO QUADRO
Si applicano le fattispecie previste dall’art. 108 del Codice dei Contratti Pubblici.
Qualora l’ammontare complessivo delle penali applicate conseguenti al ritardato adempimento delle obbligazioni del singolo Contratto Applicativo superi la percentuale del 10% del valore complessivo del singolo Contratto Applicativo, il Responsabile del Procedimento promuoverà le procedure di risoluzione del relativo Contratto Applicativo per grave inadempimento di cui all’art.108 del Codice dei Contratti Pubblici.
La risoluzione contrattuale di un solo Contratto Applicativo relativo all’Accordo Quadro del presente Lotto determinerà la risoluzione dell’intero Accordo Quadro e l’eventuale interpello ai sensi dell’art. 110 del Codice dei Contratti Pubblici
Al soggetto eventualmente individuato quale nuovo esecutore ai sensi del citato art. 110 del Codice dei Contratti Pubblici potranno essere affidati i successivi contratti applicativi ancora da stipulare.
Il mancato utilizzo degli strumenti idonei a consentire la piena tracciabilità dei flussi finanziari di cui al successivo Art. 40 del presente “Schema di Accordo Quadro” da parte dell'Aggiudicatario ai sensi dell’art.3 della L.
3 agosto 2010 n.136 recante “Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia”, così come modificato dall’art. 7 del D. L. 12 novembre 2010 n.187, convertito con modifiche con L. 17 dicembre 2010 n. 217, costituisce causa di risoluzione dell’A.Q.
L'Aggiudicatario è tenuto a seguire le istruzioni e le direttive fornite da ROMA CAPITALE per l’avvio dell’esecuzione del contratto; qualora l'Aggiudicatario non adempia, ROMA CAPITALE, ha facoltà di procedere alla risoluzione dell’A.Q. e di incamerare la cauzione.
Ai sensi dell’art. 108 del Codice dei Contratti Pubblici, quando il Direttore dei Lavori accerta che comportamenti dell'Aggiudicatario concretano grave inadempimento alle obbligazioni di contratto tali da compromettere la buona riuscita dei lavori, invia al Responsabile del Procedimento una relazione particolareggiata, corredata dei documenti necessari, indicando la stima dei lavori eseguiti regolarmente e che devono essere accreditati all'Aggiudicatario.
Su indicazione del Responsabile del Procedimento il Direttore dei Lavori formula la contestazione degli addebiti all'Aggiudicatario, assegnando un termine non inferiore a quindici giorni per la presentazione delle proprie controdeduzioni al Responsabile del Procedimento. Acquisite e valutate negativamente le predette controdeduzioni, ovvero scaduto il termine senza che l'Aggiudicatario abbia risposto, Roma Capitale, su proposta del Responsabile del Procedimento dispone la risoluzione dell’A.Q.
Nel caso di esecuzione dei lavori ritardata per negligenza dell'Aggiudicatario rispetto alle previsioni di programma operativo di ciascun Contratto Applicativo in conseguenza del presente A.Q., il Responsabile del Procedimento assegna all'Aggiudicatario un termine che, salvo i casi d’urgenza, non può essere inferiore a dieci giorni, per compiere le lavorazioni in ritardo, e dà inoltre le prescrizioni ritenute necessarie.
Il Responsabile del Procedimento, nel comunicare all'Aggiudicatario la determinazione di risoluzione del contratto, dispone con preavviso diventi giorni che il Direttore dei Lavori curi la redazione dello stato di consistenza dei lavori già eseguiti.
Qualora sia stato nominato l'organo di collaudo, lo stesso procede a redigere, acquisito lo stato di consistenza, un verbale di accertamento tecnico e contabile con le modalità indicate dal regolamento. Con il verbale è accertata la corrispondenza tra quanto eseguito fino alla risoluzione del contratto e ammesso in contabilità e quanto previsto nel progetto approvato nonché nelle eventuali perizie di variante; è altresì accertata la presenza di eventuali opere, riportate nello stato di consistenza, ma non previste nel progetto approvato nonché nelle eventuali perizie di variante.
Clausola risolutiva espressa applicata ai sensi del Protocollo di Intesa tra la Prefettura - UTG di Roma e ROMA CAPITALE sottoscritto in data 31 luglio 2011.
“ Roma Capitale si impegna ad avvalersi della clausola risolutiva espressa di cui all’art. 1456 c.c. ogni qualvolta nei confronti dell’imprenditore o dei componenti la compagine sociale, o dei dirigenti dell’impresa con funzioni specifiche relative all’affidamento alla stipula e all’esecuzione del contratto sia sta disposta misura cautelare o sia intervenuto rinvio a giudizio per taluno dei delitti di cui agli artt. 000 xx 000 xx 000 xx 000 xxx xx 000 ter cp319 quater xx 000 xx 000 xx 000 xxx xx 000 xxx xx 000 xx 000 xxx xx”
Xx caso di informativa interdittiva del Prefetto di cui al successivo Art.35 si procederà automaticamente alla revoca dell’autorizzazione al subcontratto ed alla automatica risoluzione del vincolo contrattuale. Verrà applicata una penale pari al 10% del valore del sub contratto a titolo di liquidazione forfettaria dei danni salvo maggior danno da attivare in caso di risoluzione automatica del vincolo contrattuale.
ART. 29. INTERPELLO AI SENSI DELL’ART 110 DEL CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI
Ai sensi dell’art.110 del Codice dei Contratti Pubblici, successivamente alla stipula del contratto di A.Q. o alla stipula dei successivi eventuali Contratti Applicativi (o alla eventuale consegna d’urgenza intervenuta prima della formale stipula dei singoli Contratti Applicativi), in caso di fallimento dell'Aggiudicatario o di liquidazione coatta e concordato preventivo dello stesso o di risoluzione del contratto ai sensi degli artt. 108 e 110 o di recesso dal contratto ai sensi del D. Lgs. n.159/2011, ROMA CAPITALE si riserva la facoltà di interpellare progressivamente i soggetti che hanno partecipato all’originaria procedura di gara risultanti dalla relativa graduatoria, al fine di stipulare rispettivamente un nuovo contratto di Accordo Quadro e il/i relativo/i contratto/i applicativo/i per l’affidamento del completamento delle lavorazioni. Si procede all’interpello a partire dal soggetto che ha formulato la prima migliore offerta, fino al quinto migliore offerente, escluso l’originario aggiudicatario alle medesime condizioni già proposte dall’originario aggiudicatario dell’accordo quadro in sede di offerta.
ART. 30. RECESSO DAL CONTRATTO APPLICATIVO
Ferma restando la facoltà che ROMA CAPITALE si riserva di non addivenire alla stipulazione di alcun Contratto Applicativo discendente dal presente A.Q., ROMA CAPITALE si riserva, altresì, ai sensi dell’art. 109 del Codice dei Contratti Pubblici la facoltà di recedere, in qualunque tempo, unilateralmente dal singolo Contratto Applicativo previo il pagamento dei lavori eseguiti e del valore dei materiali utili esistenti in cantiere, oltre al decimo dell'importo delle lavorazioni non eseguite.
Il decimo dell'importo delle lavorazioni non eseguite è calcolato sulla differenza tra i quattro quinti dell’importo del Contratto Applicativo depurato del ribasso d'asta, e l'ammontare netto dei lavori eseguiti.
L'esercizio del diritto di recesso è preceduto da formale comunicazione all'Aggiudicatario da darsi con un preavviso non inferiore a venti giorni, decorsi i quali ROMA CAPITALE prende in consegna i lavori ed effettua il collaudo
I materiali il cui valore è riconosciuto da ROMA CAPITALE sono soltanto quelli già accettati dal Direttore dei Lavori prima della sopracitata comunicazione del preavviso.
ROMA CAPITALE può trattenere le opere provvisionali e gli impianti che non siano in tutto o in parte asportabili ove li ritenga ancora utilizzabili. In tal caso essa corrisponde all'Aggiudicatario del singolo Contratto Applicativo, per il valore delle opere e degli impianti non ammortizzato nel corso dei lavori eseguiti, un compenso da determinare nella minor somma fra il costo di costruzione e il valore delle opere e degli impianti al momento dello scioglimento del contratto.
L'Aggiudicatario deve rimuovere dai magazzini e dai cantieri i materiali non accettati dal Direttore dei Lavori e deve mettere i predetti magazzini e cantieri a disposizione di ROMA CAPITALE nel termine stabilito; in caso contrario lo sgombero è effettuato d'ufficio e a sue spese.
ART. 31.
PROTOCOLLO D’INTESA DEL 21 LUGLIO 2011 TRA LA PREFETTURA – UFFICIO
TERRITORIALE DEL GOVERNO DI ROMA E ROMA CAPITALE
(Prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore dei contratti pubblici di lavori servizi e forniture)
Ai sensi del Protocollo d’Intesa tra la Prefettura–U.T.G. di Roma e ROMA CAPITALE del 21 luglio 2011 ai fini della prevenzione e del contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore dei contratti pubblici di lavori ovvero delle prestazioni di servizi e forniture soprattutto nelle attività considerate maggiormente “a rischio”, ovvero quelle che si pongono a valle dell’aggiudicazione e della valorizzazione delle forme di controllo delle attività più vulnerabili legate al ciclo degli inerti ed altri settori collaterali, le verifiche e le cautele antimafia sono estese all’intera filiera degli esecutori e dei fornitori, i quali saranno sottoposti alle verifiche antimafia ai sensi del D.Lgs. n. 159/2011.
È obbligo dell’aggiudicatario comunicare a ROMA CAPITALE – Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana l’elenco delle Imprese coinvolte nel piano di affidamento, nonché ogni eventuale variazione
dello stesso elenco, successivamente intervenuta per qualsiasi motivo.
È obbligo di ROMA CAPITALE comunicare al Prefetto l’elenco delle imprese di cui al paragrafo precedente al fine di consentire le necessarie verifiche antimafia di cui al D.Lgs. n. 159/2011.
Le attività imprenditoriali “sensibili” tra quelle individuate nella direttiva del Ministro dell’Interno 23 giugno 2010 richiamata nel Protocollo d’Intesa sono le seguenti:
- trasporto di materiali a discarica;
- trasporto e smaltimento rifiuti;
- fornitura e trasporto di terra e materiali inerti;
- fornitura e trasporto di calcestruzzo;
- fornitura e/o trasporto di bitume;
- noli a freddo di macchinari;
- fornitura di ferro lavorato;
- fornitura con posa in opera;
- noli a caldo;
- autotrasporti;
- guardiania di cantieri.
ART. 32. PROTOCOLLO DI INTEGRITA’
Roma Capitale in data 27 febbraio 2015, con deliberazione della Giunta Capitolina n. 40 ha approvato il “Protocollo di Integrità”.
Come accettato [e sottoscritto] dall’operatore economico questi:
1.1. si obbliga a non ricorrere ad alcuna mediazione o altra opera di terzi finalizzata all'aggiudicazione e/o gestione del contratto;
1.2. dichiara di non avere influenzato il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando o di altro atto equipollente al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente da parte dell’Amministrazione appaltante;
1.3. dichiara, altresì, di non aver corrisposto né promesso di corrispondere ad alcuno - e s'impegna a non corrispondere né promettere di corrispondere ad alcuno - direttamente o tramite terzi, ivi compresi i soggetti collegati o controllati, somme di denaro o altra utilità finalizzate a facilitare l'aggiudicazione e/o gestione del contratto;
1.4. dichiara, di non avere in corso né di avere concluso intese e/o pratiche restrittive della concorrenza e del mercato vietate ai sensi della normativa vigente - ivi inclusi gli artt. 101 e segg. del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE) e gli artt. 2 e segg. della L. n. 287/1990 – e che l'offerta è stata, o sarà predisposta, nel pieno rispetto della predetta normativa;
1.5. dichiara altresì, di non aver concluso e di non voler concludere accordi con altri partecipanti alla procedura volti ad alterare e/o limitare la concorrenza;
1.6. si impegna a segnalare all'Amministrazione appaltante qualsiasi illecito tentativo da parte di terzi di turbare o distorcere le fasi di svolgimento della procedura di affidamento e/o l'esecuzione del contratto;
1.7. si impegna a segnalare all'Amministrazione appaltante qualsiasi illecita richiesta o pretesa da parte dei dipendenti dell'amministrazione o di chiunque possa influenzare le decisioni relative alla procedura di affidamento o all'esecuzione del contratto;
1.8. si impegna, altresì, a collaborare con l'autorità giudiziaria denunciando ogni tentativo di corruzione, estorsione, intimidazione o condizionamento di natura criminale (richieste di tangenti, pressioni per indirizzare l'assunzione di personale o l'affidamento di subappalti a determinate imprese, danneggiamenti/furti di beni personali o in cantiere, etc);
1.9. si impegna al rigoroso rispetto delle disposizioni vigenti in materia di obblighi sociali e di sicurezza del lavoro, pena la risoluzione del contratto, la revoca dell'autorizzazione o della concessione o la decadenza dal beneficio;
1.10. dichiara di essere consapevole che gli obblighi di condotta del codice di comportamento nazionale (D.P.R. 16.04.2013, n. 62) e/o del codice di comportamento dell’Ente (adottato con deliberazione G.C. n. 429 del 13 dicembre 2013 e pubblicato sul sito istituzionale di Roma Capitale) si estendono, per quanto compatibili, anche al personale delle società/imprese che, a qualsiasi titolo, collaborano con Roma Capitale e a tutti gli organismi partecipati da Roma Capitale;
1.11. dichiara, altresì, di essere consapevole che non possono essere offerti regali o vantaggi economici o altra utilità al personale dipendente di Roma Capitale, per il quale vigono le disposizioni di cui all’art. 7 del Codice di Comportamento di Roma Capitale;
1.12. si impegna, in tutte le fasi dell'appalto, anche per i propri dipendenti, consulenti, collaboratori e/o subappaltatori, operanti all'interno del contratto: ad evitare comportamenti e dichiarazioni pubbliche che possono
nuocere agli interessi e all'immagine di Roma Capitale, dei dipendenti e degli Amministratori; a relazionarsi con i dipendenti dell’Amministrazione Capitolina e di tutti gli organismi partecipati da Roma Capitale, con rispetto evitando alterchi, comportamenti ingiuriosi o minacciosi;
1.13. si obbliga ad acquisire, con le stesse modalità e gli stessi adempimenti previsti dalla normativa vigente in materia di subappalto, preventiva autorizzazione da parte dell’Amministrazione aggiudicatrice, anche per i subaffidamenti relativi alle seguenti categorie:
A. trasporto di materiali a discarica per conto di terzi;
B. trasporto, anche transfrontaliero, e smaltimento rifiuti per conto terzi;
C. estrazione, fornitura e trasporto terra e materiali inerti;
D. confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo e di bitume;
E. noli a freddo di macchinari;
F. forniture di ferro lavorato;
G. noli a caldo;
H. autotrasporti per conto di terzi
I. guardiania dei cantieri.
1.14. Nelle fasi successive all'aggiudicazione, gli obblighi si intendono riferiti all'aggiudicatario il quale avrà l'onere di pretenderne il rispetto anche dai propri subcontraenti. A tal fine, la clausola che prevede il rispetto degli obblighi di cui al presente patto dovrà essere inserita nei contratti stipulati dall'appaltatore con i propri subcontraenti.
2. L’operatore economico si obbliga altresì a inserire identiche clausole di integrità e anti-corruzione nei contratti di subappalto di cui al precedente paragrafo, ed è consapevole che, in caso contrario, le eventuali autorizzazioni non saranno concesse.
Violazione del “Patto di Integrità”
1. La violazione è dichiarata all'esito del relativo procedimento di verifica nel corso del quale viene garantito il contradditorio con l'operatore economico interessato.
2. Nel caso di violazione da parte dell'operatore economico - sia in veste di concorrente che di aggiudicatario - di uno degli impegni anticorruzione assunti con l'accettazione del presente patto di integrità, saranno applicate le seguenti sanzioni:
a. l'esclusione dalla procedura di affidamento e l'incameramento della cauzione provvisoria ovvero, qualora la violazione sia riscontrata in un momento successivo all'aggiudicazione, l'applicazione di una penale del 5% del valore del contratto;
b. la revoca dell'aggiudicazione, la risoluzione di diritto del contratto eventualmente sottoscritto ai sensi e per gli effetti dell'art. 1456 del codice civile e l'incameramento della cauzione definitiva; a tal proposito si fa presente che l'Amministrazione appaltante può non avvalersi della risoluzione del contratto qualora la ritenga pregiudizievole agli interessi pubblici, quali indicati dall'art. 121, comma 2, D. Lgs. n. 104/2010. Sono fatti salvi, in ogni caso, l'eventuale diritto al risarcimento del danno e l'applicazione di eventuali penali.
3. In ogni caso alla dichiarazione di violazione consegue la segnalazione del fatto all'Autorità Nazionale Anticorruzione ed alle competenti Autorità.
4. L'Amministrazione appaltante terrà conto della violazione degli impegni anticorruzione assunti con l'accettazione del presente patto di integrità anche ai fini delle future valutazioni relative all'esclusione degli operatori economici dalle procedure di affidamento previste dall'articolo 38, comma 1, lett. f) del Codice.
Efficacia del “Patto di Integrità”
1. Il presente Patto di integrità per gli affidamenti di lavori, per la fornitura di beni e di servizi dispiega i suoi effetti fino alla completa esecuzione del contratto conseguente ad ogni specifica procedura di affidamento, anche con procedura negoziata.
2. Nel caso di mancato rispetto degli impegni assunti con la sottoscrizione del Patto di Integrità, comunque accertato dall’Amministrazione e da tutti gli organismi partecipati da Roma Capitale, sarà applicata l’esclusione del concorrente dalle gare indette dal Comune di Roma Capitale e da tutti gli organismi partecipati da Roma Capitale, per 5 anni.
3. Il presente Patto di Integrità e le relative sanzioni applicabili resteranno in vigore sino alla completa esecuzione del contratto assegnato, sia a seguito della gara, sia con procedura negoziata. L’applicazione delle sanzioni comprende, altresì, la fase della liquidazione delle somme relative alla prestazione del contraente.
4. Ogni controversia relativa all’interpretazione, ed esecuzione del presente patto d’integrità fra Roma Capitale, gli Enti del “Gruppo Roma Capitale” e gli organismi partecipati, e i concorrenti e tra gli stessi concorrenti sarà devoluta all’Autorità Giudiziaria competente.
ART. 33. CONTO FINALE DELL’ACCORDO QUADRO
Il conto finale dei lavori dell’intero A.Q. verrà compilato dal Direttore dei Lavori, secondo le modalità previste dall’art. 200 del D.P.R.n. 207/2010 e s.m.i. entro tre mesi dalla data del certificato di ultimazione lavori. Trovano, altresì, applicazione le disposizioni contenute negli artt. 201 e 202 del D.P.R. n. 207/2010 in relazione ai reclami dell'Aggiudicatario sul conto finale e sulla relazione del Responsabile del Procedimento sul conto finale.
ART. 34. CERTIFICATO DI REGOLARE ESECUZIONE
Il certificato di regolare esecuzione dell’intero A.Q. è emesso, ai sensi dell’art. 102 del Codice dei Contratti Pubblici entro sei mesi dall’ultimazione dei lavori dell’ultimo Contratto Applicativo.
Il certificato di regolare esecuzione è redatto ai sensi dell’art. 229 del D.P.R. 207/2010.
Alla data di emissione del certificato di regolare esecuzione dell’intero A.Q. si procede, con le cautele prescritte dalle leggi in vigore, allo svincolo della garanzia definitiva di all’articolo 103 del Codice dei Contratti Pubblici
ART. 35. CLAUSOLA DI ADESIONE ALLA PROCEDURA CONCILIATIVA
L'Aggiudicatario in relazione allo Schema di Accordo Quadro, si impegna senza riserva alcuna a partecipare alla procedura conciliativa prevista dalla deliberazione del Consiglio Comunale n.126 del 24 giugno 1996, successivamente modificata con deliberazione adottata da Commissario Straordinario con i poteri del Consiglio Comunale n.78 del 9 aprile 2008, che dichiara di ben conoscere, nell'ipotesi in cui il cittadino danneggiato proponga l'apposita istanza.
L'Aggiudicatario medesimo è abilitato a delegare alla partecipazione la Compagnia di Assicurazione con la quale è stipulata la relativa polizza per la responsabilità civile e la manleva nei limiti di quanto stabilito all’art.15.
La mancata partecipazione alla suddetta procedura è motivo di risoluzione del contratto, ad insindacabile giudizio dell’Amministrazione.
Nel caso che l'Aggiudicatario intervenuto all'udienza ritenga di non poter aderire alla soluzione conciliativa della controversia, si impegna a fornire contestualmente dettagliate indicazioni delle relative ragioni in fatto e diritto, pena l'inefficacia del diniego esplicitato.
L'Aggiudicatario e, per esso, la Compagnia di Assicurazione, si obbliga, comunque e in ogni caso, ad intervenire come garante, nei limiti di quanto stabilito all’art.15, nei giudizi eventualmente intentati da terzi contro ROMA CAPITALE in relazione ad incidenti e fatti connessi con l'appalto, assumendo la gestione della lite, unitamente all'Avvocatura di Roma Capitale.
A tale riguardo, anche se non tempestivamente chiamato in causa ai sensi dell'art. 269 C.P.C., l'Aggiudicatario si obbliga ad intervenire in ogni caso volontariamente, ai sensi dell'art. 105 C.P.C., anche in corso di istruttoria, dietro semplice invito rivoltole mediante lettera raccomandata.
L'Aggiudicatario, qualora per qualsiasi motivo non abbia partecipato al giudizio, benché invitato nel domicilio contrattuale eletto, s'impegna di accettare come senz'altro valide nei suoi confronti le sentenze eventualmente rese nel giudizio principale, nonché le prove acquisite nel corso del giudizio stesso, rinunciando sin d'ora ad ogni eccezione o reclamo e, pertanto, sarà tenuto a rifondere all'Amministrazione tutte le spese a quest'ultima addebitate.
Qualora l'Aggiudicatario non provveda al pagamento delle somme, eventualmente dovute dall'Amministrazione a terzi per titoli e per le liti di cui sopra, è facoltà dell'Amministrazione stessa avvalersi dei crediti che l'Aggiudicatario stesso vanta a qualunque titolo nei confronti di Roma Capitale.
L'Aggiudicatario sarà responsabile verso l'Amministrazione e verso terzi di eventuali danni alle canalizzazioni xx.xx. esistenti nel sottosuolo, prodotti nel corso dell'esecuzione dei propri lavori.
Per i danni arrecati ai manufatti, alberature e beni comunali, l'Amministrazione si riserva la facoltà di ordinare all'Aggiudicatario di riparare i danni stessi, oppure di procedere alla riparazione direttamente o a mezzo di altra ditta, detraendo l'importo delle spese effettivamente sostenute dai mandati di pagamento.
Le garanzie come sopra specificate si intendono estese al personale della direzione lavori e a tutti i rappresentanti della Amministrazione Capitolina che, per ragioni di servizio, si rechino nei luoghi di lavoro del presente A.Q.
ART. 36. TRACCIABILITA’ DEI FLUSSI FINANZIARI
Al fine di assicurare la tracciabilità dei flussi finanziari, finalizzata a prevenire infiltrazioni criminali, l'Aggiudicatario del presente accordo quadro si obbliga all’osservanza del disposto di cui all’art. 3 della L. 13 agosto 2010 n.136 recante: “Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia”, così come sostituito dall’art. 7 del D. L.12 novembre 2010 n.187, convertito con modificazioni con L. 17 dicembre 2010 n.217.
Ai sensi dell’art. 3, comma 9–bis della citata L. n.136/2010, il mancato utilizzo degli strumenti idonei a consentire la piena tracciabilità delle operazioni costituisce causa di risoluzione dell’A.Q.
L'Aggiudicatario del presente A.Q., in relazione a ciascun Contratto Applicativo, si obbliga a comunicare a ROMA CAPITALE gli estremi identificativi dei conti correnti dedicati entro sette giorni dalla loro accensione o, nel caso di conti correnti già esistenti, dalla loro prima utilizzazione in operazioni finanziarie relative ad una commessa pubblica, nonché, nello stesso termine, le generalità e il codice fiscale delle persone delegate ad operare su di essi. Gli stessi soggetti provvedono, altresì, a comunicare ogni modifica relativa ai dati trasmessi.
Qualora le transazioni relative al presente A.Q., siano eseguite senza avvalersi di banche o della società Poste Italiane S.P.A., il presente contratto di A.Q. si intende risolto di diritto, secondo quanto previsto dall’art.3, comma8, della L. n.136/2010 come sostituito dall’art. 7 del D. L. n.187/2010, convertito con modificazioni dalla L. n.217/2010.
Ai sensi del citato art. 3 della L. n.136/2010 l'Aggiudicatario si obbliga, altresì, ad inserire negli eventuali contratti sottoscritti con gli eventuali subappaltatori o subcontraenti, a pena di nullità assoluta, una apposita clausola con la quale ciascuno di essi assume gli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari di cui alla suddetta L. n.136/2010.
L'Aggiudicatario, il subappaltatore e il sub-contraente che ha notizia, in relazione a ciascun Contratto Applicativo conseguente al presente A.Q., dell’inadempimento della propria controparte agli obblighi di tracciabilità finanziaria ne dà immediata comunicazione alla Prefettura–Ufficio Territoriale del Governo di Roma e a Roma Capitale.
Roma Capitale, ai sensi del citato art. 3, comma 9 della L. n.136/2010 verifica che nei contratti sottoscritti con i subappaltatori e i subcontraenti della filiera delle imprese a qualsiasi titolo interessate ai lavori, ai servizi e alle forniture relativi all’esecuzione dei singoli contratti applicativi conseguenti al presente A.Q. , sia inserita, a pena di nullità assoluta, un’apposita clausola con la quale ciascuno di essi assume gli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari di cui alla L. n.136/2010.
Per tutto quanto non espressamente previsto, restano ferme le disposizioni di cui alla L.13 agosto 2010 n.136 così come modificato dall’art. 7 del D. L. 12 novembre 2010 n.187, convertito con modificazioni con L. 17 dicembre 2010 n.217.
ART. 37. CESSIONE DEL CONTRATTO, CESSIONE DI CREDITI E PROCURE ALL’INCASSO
Ai sensi dell’art. 105 comma 1 del Codice dei Contratti Pubblici il contratto non può essere ceduto, a pena di nullità.
Ai sensi della deliberazione del Consiglio Comunale n 4 del 25 gennaio 1996 “Regolamento di contabilità”, ove ricorra cessione di credito o procura all’incasso, l’Amministrazione provvede a dare immediata notizia a tutti i soggetti interessati e la cessione del credito o la procura non ha, in ogni caso, efficacia, se non per effetto di provvedimento formale d’adesione.
I pagamenti effettuati a favore dei cessionari e dei procuratori sono subordinati all’acquisizione, da parte dei competenti Uffici della Ragioneria Generale, della relativa documentazione antimafia, nei termini e secondo le modalità stabilite dalla normativa vigente.
Nelle more dell’adozione del provvedimento, ove il cedente non richieda espressamente la sospensione dei pagamenti, gli stessi sono effettuati in favore dei beneficianti, senza tenere conto di cessioni non riconosciute.
Per tutte le controversie, comunque dipendenti dal presente Schema di Accordo Quadro, nonché per i conseguenti contratti applicativi, è competente il Foro di Roma.
È escluso, nella fattispecie, il ricorso al giudizio arbitrale di cui agli artt. 806 e seguenti del codice di procedura civile.
RESPONSABILITÀ DELL’AGGIUDICATARIO DOVUTA A DIFFORMITÀ E VIZI DELLE
Ai sensi dell’art.102 del Codice dei Contratti Pubblici, il Certificato di Xxxxxxxx ha carattere provvisorio e assume carattere definitivo decorsi due anni dall'emissione del medesimo. Decorso tale termine, il Certificato si intende tacitamente approvato ancorché l'atto formale di approvazione non sia intervenuto entro due mesi dalla scadenza del medesimo termine.
La Stazione Appaltante può esercitare l’azione per rilevare i vizi e la difformità dell’opera entro due anni dal giorno della consegna “definitiva” dell’opera.
L'Aggiudicatario risponde per la difformità e i vizi delle opere, ancorché riconoscibili, purché denunciati dalla Stazione Appaltante prima che il Certificato di collaudo assuma carattere definitivo.
Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana Centrale Unica dei LL.PP. U.O. Manutenzione Stradale | ||
“ACCORDO QUADRO RELATIVO ALLA MANUTENZIONE (PAVIMENTAZIONE STRADALE) DI TRATTI PARTICOLARMENTE AMMALORATI DELLA SEGUENTE STRADA DELLA GRANDE VIABILITÀ: VIALE DEI COLLI PORTUENSI” DURATA 90 GIORNI | ||
PROGETTO ESECUTIVO | ||
Elaborato: AQ17_D02_CP Data: Luglio 2017 Xxx.xx: | RELAZIONE TECNICA | |
Direttore del Dipartimento S.I.M.U. – Centrale Unica dei LL.PP.: xxx. Xxxxxxx Xxxxx | ||
CUP: J86G17000750004 | GRUPPO di PROGETTAZIONE: | geom. Xxxxxx Xxxxxxx geom. Xxxxx Xxxxxxxx geom. Xxxxxxxx Xxxxxxx |
CIG: 7119301908 | RESPONSABILE DELLA SICUREZZA E COORDINAMENTO IN FASE DI PROGETTAZIONE geom. Xxxxxx Xxxxxxx | |
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO arch. Xxxxxxxxx Xxxxxxxxxx | ||
COMMITTENTE Dipartimento S.I.M.U. Centrale Unica dei LL.PP. – U.O. Manutenzione Stradale Dirigente Responsabile: arch. Xxxxx Xxxxxx | ||
impresa: | ||
sede: | ||
telefono: | ||
e-mail: |
1. OGGETTO DELL’ACCORDO QUADRO
Il presente schema di Accordo Quadro, così come definito dall’art.54 del Codice dei Contratti Pubblici, ha per oggetto le condizioni alle quali l’Aggiudicatario si obbliga ad eseguire quanto occorre per garantire la Manutenzione su viale dei Colli Portuensi, sede stradale di Roma Capitale definita di Grande Viabilità (Deliberazione G.C. n.1022/2004), nel periodo di tempo in oggetto, e comunque con inizio dalla data di sottoscrizione dell’Accordo Quadro.
La via oggetto della relazione, di fondamentale valenza strategica per la viabilità comunale essendo un asse viario continuo, è interessata da un notevole flusso veicolare, anche di veicoli pesanti, oltre che da mezzi di trasporto pubblico. Attualmente alcuni tratti di pavimentazione stradale evidenziano un diffuso stato di ammaloramento superficiale (medio e profondo) e di accentuati dissesti e avvallamenti, inoltre il degrado della pavimentazione è riferibile ad infiltrazioni d’acqua meteorica che ha indebolito lo strato di fondazione della struttura stradale, il progetto prevede il rifacimento di tratti ammalorati della piattaforma stradale e la sistemazione di tratti di marciapiede non piu complanari, la pulizia delle caditoie, e il ripristino della segnaletica orizzontale e verticale.
Nello specifico si interverrà soprattutto, sul manto stradale il quale, necessiterà, a seconda dei tratti, di interventi superficiali o medi.
PAVIMENTAZIONI STRADALI
Sulla scorta di misurazioni e osservazioni effettuate in sito, che hanno evidenziato lo stato di pericolo tale da non consentire ulteriori indugi, ed in base alle considerazioni che precedono, sono state scelte le seguenti tipologie di riqualificazione funzionale delle sovrastrutture stradali consistenti nell’asportazione mediante fresatura con mezzo meccanico degli attuali strati ammalorati e loro contestuale sostituzione - nel rispetto di quote e sagome preesistenti – con strati di conglomerato bituminoso adeguatamente costipati e collegati fra di loro con emulsione di aggrappaggio, come segue:
TIPOLOGIA 1 : intervento medio, di 10 cm, costituiti da fresatura di cm 10, f.p.o. di cm 6 binder (modificato soft), f.p.o. di cm 4 di tappeto d’usura (confezionato con bitume modificato soft), verrà adottato nei tratti ove risultano presenti dossi, avvallamenti o laddove le deformazioni e le fessurazioni da fatica causate dal carico di traffico hanno prodotto ormaiamenti e dissesti dovuti a deterioramenti, disgregazione e cedimenti dei conglomerati bituminosi;
TIPOLOGIA 2 : intervento superficiale, in presenza di quadri fessurativi corticali, costituito da cm 4 di manto di usura (confezionato con bitume modificato soft), in modo da restituire al piano di rotolamento idonee condizioni di aderenza ed impermeabilità.
I tratti individuati sono quelli che vanno dall’incrocio di via di Portuense direzione Circonvallazione Gianicolense, limitatamente ai soli tratti che presentano degrado.
Le situazioni che necessitano di interventi sul manto stradale, sono quantificate in circa 27.500 mq cosi suddivisi:
Mq 9.000 di binder e tappeto ( cm 6+4) Mq 18.500 di tappeto ( cm 4)
Contemporaneamente si interverrà anche sulla manutenzione del marciapiede in lastre, per circa 200 ml mentre la superficie di intervento sarà di circa 300 mq in quanto, i cigli esistenti, risultano a pari della quota stradale o divelti, e senza protezione di parapedonali, permettendo la sosta selvaggia di automobili.
I marciapiedi saranno riportati a quota e la superficie calpestabile, dopo una accurata sistemazione del fondo, sarà oggetto di riposizionamento delle lastre.
Questa D.L. ha previsto inoltre nel processo di intervento, delle OPERE ACCESSORIE: Sono previste le seguenti lavorazioni su manufatti e pertinenze stradali:
1. Smaltimento acque meteoriche: spurgo e pulizia di pozzetti stradali, caditoie o bocche di lupo, con disostruzioni di materiali e detriti e trasporto dei residui ad impianti autorizzati selezionati ed attrezzati anche per il lavaggio interno delle cisterne.
Rimessa in quota di chiusini, xxxxxxx, pozzetti di caditoie stradali.
2. Segnaletica orizzontale e verticale: rifacimento della segnaletica stradale orizzontale, in accordo ai principi della norma UNI EN 1436:2004, nei tratti interessati da riasfaltatura (strisce longitudinali, strisce trasversali, attraversamenti pedonali o ciclabili, frecce direzionali, iscrizioni e simboli, strisce di delimitazione degli stalli di sosta o per la sosta riservata, isole di traffico o di presegnalamento di ostacoli entro la carreggiata, strisce di delimitazione della fermata dei veicoli in servizio di trasporto pubblico di linea, strisce di arresto nei pressi di incroci semaforizzati), il tutto da realizzare come allo stato ante operam.
Si rappresenta infine, che i suddetti interventi di riqualificazione assimilabili a manutenzione, per
natura e definizione (vedi art.149 del D.Lgs.vo 22.01.2004 n.42 Codice dei beni culturali e del paesaggio), non prevedono alcuna autorizzazione o concessione da parte di Enti (Soprintendenze, VV.FF. ecc.) in quanto consistono esclusivamente nel ripristino delle condizioni dello “status quo ante” e, comunque, se nel corso dell’appalto dovesse rendersi necessario, saranno realizzati nel pieno rispetto dei vincoli paesistici, archeologici e urbanistici.
Si ritiene, pertanto, di non procedere a convocazione di Conferenza dei Servizi, ai sensi dell’art. 14 della L. 241/1990 e xx.xx.xx.xx manutenzione dei ricettori idraulici e limitati interventi sul verde pertinenziale.
In ultimo si interverrà su tutta la segnaletica stradale, con il rifacimento di quella esistente che presenta ormai logoramento, inoltre per quanto attiene gli attraversamenti pedonali, si è ritenuto doveroso prevedere l’utilizzo di materiali più durevoli che garantiscano maggior qualità della lavorazione e un futuro risparmio economico per l’amministrazione.
A seconda delle necessità di volta in volta individuate, la Stazione Appaltante procederà alla stipula di Contratti Applicativi, tutti regolati dalle condizioni contenute nel presente schema di Accordo Quadro.
Le attività e i lavori richiesti dal presente schema di Accordo Quadro sono quelle richiamate
2. PATRIMONIO STRADALE OGGETTO DELL’AFFIDAMENTO
Il patrimonio stradale oggetto del presente affidamento sono i tratti più ammalorati di Viale Dei Colli Portuensi.
Sono ricomprese altresì interventi manutentivi del verde, marciapiedi, ricettori idraulici segnaletica parapedonali.
3. STIMA DEL COSTO DEGLI INTERVENTI
Tutti i lavori previsti nei Contratti Applicativi discendenti dall’A.Q. debbono essere accertati in contraddittorio tra la Direzione Lavori e l'Aggiudicatario e contabilizzati a misura con riferimento all’elenco prezzi posto a base di gara comprendente nuovi prezzi, prezzi della tariffa Regione Lazio 2012, della tariffa Campania 2015, dal prezziario ANAS 2015 e Prezziario regione Xxxxxx Xxxxxxx 2012.
In carenza, vige la Tariffa dei prezzi approvata con Deliberazione della Giunta Regionale n. 412 del 6 agosto 2012, adottata da ROMA CAPITALE con Deliberazione della Giunta Capitolina n. 197 del giorno 8 maggio 2013.
Stante la natura esclusivamente manutentoria di tutte le prestazioni oggetto di contratto, non trovano applicazione gli incrementi del 30% indicati alla pagina III delle avvertenze generali alla citata Tariffa 2012 ad eccezione dell’incremento del 19% per lavori eseguiti in orario notturno, limitatamente a tutti i magisteri inerenti la posa in opera di conglomerati bituminosi. La maggiorazione prevista dalla Tariffa 2012 in caso di lavoro eseguito in soggezione di traffico corrisponde, relativamente ai soli conglomerati bituminosi, all’incremento pari al 17%.
Gli incrementi citati non sono cumulabili.
Le spese di misurazione per detti lavori sono a carico dell'Aggiudicatario che, a richiesta del Direttore dei Lavori, deve fornire gli strumenti o i mezzi di misura e la mano d'opera necessari.
4. DURATA DEI LAVORI
Il presente A.Q. ha la durata di 90 (novanta) giorni decorrenti dalla data di sottoscrizione dell’Accordo Quadro e comunque sino all’esaurimento dell’importo complessivo al netto del ribasso d’asta offerto dall’Aggiudicatario.
5. PROGRAMMA INDICATIVO DEI LAVORI
In riferimento allo stato di conservazione del patrimonio stradale oggetto del presente appalto, è stato redatto un Programma Indicativo dei Lavori con la corrispondente stima economica, sino alla concorrenza dell’intero importo a disposizione.
Nel definire le priorità degli interventi si è tenuto conto in primo luogo la necessità di garantire la sicurezza degli utenti e in secondo luogo la tutela e la conservazione dei beni.
Si rimanda, per la consultazione del Programma, al relativo computo. Il suddetto Programma può subire modifiche nel corso dell’appalto
6. PROPRIETA’ DELLE AREE
Le aree interessate dai lavori sono tutte di proprietà di Roma Capitale e pertanto immediatamente accessibili.
Le opere in progetto si configurano come opere di manutenzione ordinaria su aree già destinate al pubblico interesse, per cui tenuto conto delle loro caratteristiche tipologiche e costruttive si può prescindere dalla redazione di un’indagine geologica e geotecnica specifica, potendo fare riferimento ai dati già disponibili.
Il Progettista
Geom. Xxxxxx Xxxxxxx
Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana Centrale Unica dei LL.PP. U.O. Manutenzione Stradale | ||
“ACCORDO QUADRO RELATIVO ALLA MANUTENZIONE (PAVIMENTAZIONE STRADALE) DI TRATTI PARTICOLARMENTE AMMALORATI DELLA SEGUENTE STRADA DELLA GRANDE VIABILITÀ: VIALE DEI COLLI PORTUENSI” DURATA 90 GIORNI | ||
PROGETTO ESECUTIVO | ||
Elaborato: AQ17_D03_CP Data: Luglio 2017 Xxx.xx: | QUADRO ECONOMICO | |
Direttore del Dipartimento S.I.M.U. – Centrale Unica dei LL.PP.: xxx. Xxxxxxx Xxxxx | ||
CUP: J86G17000750004 | GRUPPO di PROGETTAZIONE: | geom. Xxxxxx Xxxxxxx geom. Xxxxx Xxxxxxxx geom. Xxxxxxxx Xxxxxxx |
CIG: 7119301908 | RESPONSABILE DELLA SICUREZZA E COORDINAMENTO IN FASE DI PROGETTAZIONE geom. Xxxxxx Xxxxxxx | |
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO arch. Xxxxxxxxx Xxxxxxxxxx | ||
COMMITTENTE Dipartimento S.I.M.U. Centrale Unica dei LL.PP. – U.O. Manutenzione Stradale Dirigente Responsabile: arch. Xxxxx Xxxxxx | ||
impresa: | ||
sede: | ||
telefono: | ||
e-mail: |
QUADRO ECONOMICO | ||||
DESCRIZIONE | IMPORTO | % | I.V.A. | TOTALI |
Importo Lavori a Misura | 955 000,00 | 22 | 210 100,00 | 1 165 100,00 |
Oneri Sicurezza | 19 100,00 | 22 | 4 202,00 | 23 302,00 |
Totale lavori lordo | 974 100,00 | 214 302,00 | 1 188 402,00 | |
Somme a disposizione della stazione appaltante (art. 16 comma 1° lettera b del d.P.R. 207/2010) | ||||
Xxxxxxx, accertamenti e indagini | 9 199,18 | 22 | 2 023,82 | 11 223,00 |
IMPORTO COMPLESSIVO | 983 299,18 | 216 325,82 | 1 199 625,00 | |
Contributo ANAC | 375,00 | 375,00 | ||
TOTALE | 983 674,18 | 216 325,82 | 1 200 000,00 |
Il Progettista
Geom. Xxxxxx Xxxxxxx
Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana Centrale Unica dei LL.PP. U.O. Manutenzione Stradale | ||
“ACCORDO QUADRO RELATIVO ALLA MANUTENZIONE (PAVIMENTAZIONE STRADALE) DI TRATTI PARTICOLARMENTE AMMALORATI DELLA SEGUENTE STRADA DELLA GRANDE VIABILITÀ: VIALE DEI COLLI PORTUENSI” DURATA 90 GIORNI | ||
PROGETTO ESECUTIVO | ||
Elaborato: AQ17_D04_CP Data: Luglio 2017 Xxx.xx: | CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO | |
Direttore del Dipartimento S.I.M.U. – Centrale Unica dei LL.PP.: xxx. Xxxxxxx Xxxxx | ||
CUP: J86G17000750004 | GRUPPO di PROGETTAZIONE: | geom. Xxxxxx Xxxxxxx geom. Xxxxx Xxxxxxxx geom. Xxxxxxxx Xxxxxxx |
CIG: 7119301908 | RESPONSABILE DELLA SICUREZZA E COORDINAMENTO IN FASE DI PROGETTAZIONE geom. Xxxxxx Xxxxxxx | |
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO arch. Xxxxxxxxx Xxxxxxxxxx | ||
COMMITTENTE Dipartimento S.I.M.U. Centrale Unica dei LL.PP. – U.O. Manutenzione Stradale Dirigente Responsabile: arch. Xxxxx Xxxxxx | ||
impresa: | ||
sede: | ||
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO 5
SEZIONE A) DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ E DELLE LAVORAZIONI 5
1. DESCRIZIONE DELLE OPERE PIÙ COMUNI 5
1.1. Recinzioni, sbarramenti 5
1.3. Colmatura “buche” in sede stradale 5
1.4. Pavimentazione flessibile: bonifica del sottofondo e ripristino in conglomerati bituminosi 5
1.5. Pavimentazione rigida: risarcimento della soletta e ripristino in conglomerati bituminosi 5
1.6. Avvallamenti localizzati dei selciati 6
1.7. Colmatura “buche” sui marciapiedi 6
1.8. Sistemazione di tratti estesi 6
1.9. Ripristino in quota di cigliature e “boccacci” 6
2. ULTERIORI ATTIVITÀ ED OPERE 7
3.4. Traverse di rinforzo e di collegamento 8
3.5. Congiunzioni diverse pannelli costituenti i cartelli di grandi dimensioni 8
3.6. Trattamento lamiere (preparazione del grezzo e verniciatura) 8
3.10. Fondazioni e posa in opera 9
3.13. Segnaletica in pitture spartitraffico 10
3.14. Segnaletica con materiali preformati permanenti retroriflettenti 11
3.15. Segnaletica in materiali termoplastici 11
3.16. Materiali plastici a freddo 11
SEZIONE B) PRESCRIZIONI TECNICHE 13
4. REQUISITI, PRESCRIZIONI, PENALITÀ E DETRAZIONI 13
5. CONGLOMERATI BITUMINOSI CALDI PER STRATI DI BASE, COLLEGAMENTO E USURA 13
5.1. BASE TRADIZIONALE A CALDO 13
5.1.1. Materiali costituenti e loro qualificazione 13
5.1.1.2. Conglomerato di recupero 14
5.1.2. Accettazione delle miscele 17
5.1.3. Confezionamento delle miscele 17
5.1.4. Preparazione delle superfici di stesa 18
5.2. BASE A CALDO CON BITUME MODIFICATO 22
5.2.1. Materiali costituenti e loro qualificazione 22
5.2.1.2. Conglomerato di recupero 23
5.2.2. Accettazione delle miscele 26
5.2.3. Confezionamento delle miscele 26
5.2.4. Preparazione delle superfici di stesa 27
5.3. BINDER TRADIZIONALE A CALDO 31
5.3.1. Materiali costituenti e loro qualificazione 31
5.3.1.2. Conglomerato di recupero 32
5.3.2. Accettazione delle miscele 35
5.3.3. Confezionamento delle miscele 35
5.3.4. Preparazione delle superfici di stesa 35
5.4. BINDER CON BITUME MODIFICATO 40
5.4.1. Materiali costituenti e loro qualificazione 40
5.4.1.2. Conglomerato di recupero 41
5.4.2. Accettazione delle miscele 43
5.4.3. Confezionamento delle miscele 44
5.4.4. Preparazione delle superfici di stesa 44
5.5. TAPPETO DI USURA TRADIZIONALE A CALDO 48
5.5.1. Materiali costituenti e loro qualificazione 48
5.5.2. Accettazione delle miscele 52
5.5.3. Confezionamento delle miscele 52
5.5.4. Preparazione delle superfici di stesa 52
5.6. TAPPETO DI USURA A CALDO CON BITUME MODIFICATO 56
5.6.1. Materiali costituenti e loro qualificazione 57
5.6.2. Accettazione delle miscele 60
5.6.3. Confezionamento delle miscele 60
5.6.4. Preparazione delle superfici di stesa 60
6. ASFALTI COLATI PER MARCIAPIEDI 65
6.1. Requisiti dei materiali inerti costituenti l'asfalto colato 65
6.2. Posa in opera degli asfalti colati 66
7. CONGLOMERATO BITUMINOSO FREDDO PER MANUTENZIONI STRADALI A ELEVATE PRESTAZIONI . 67
7.2.3. Filler di Additivazione 68
7.2.4. Conglomerato riciclato 69
7.3. Additivi 69
7.4. Miscele 69
7.5. Confezionamento delle miscele 70
7.6. Posa in opera delle miscele 70
8. EMULSIONE BITUMINOSA PER MANO D’ATTACCO 70
9. NORME PER LA ESECUZIONE DEI SELCIATI 70
9.1. Tipologia “selci” e requisiti di accettazione 70
9.2. Modalità di posa 71
9.2.1. Preparazione del piano di posa sul terreno 71
9.2.2. Preparazione del piano di posa su fondazione in calcestruzzo. 71
9.2.3. Quote d’imposta 71
9.2.4. Posa con allettamento in sabbia (od in “arena”) 71
9.2.5. Posa con allettamento in malta di pozzolana 72
9.2.6. Posa con allettamento in malta di cemento 72
10. FONDAZIONE STRADALE IN POZZOLANA STABILIZZATA CON CALCE IDRATA 72
11. FONDAZIONE STRADALE IN MISTO GRANULARE DI CAVE, CON LEGANTE NATURALE 74
11.1. Descrizione 74
11.2. Modalità di esecuzione 74
12. FONDAZIONI IN MISTO CEMENTATO 74
12.1. Descrizione 74
12.2. Caratteristiche dei materiali: inerti 74
12.3. Caratteristiche dei materiali: legante 75
12.4. Caratteristiche dei materiali: acqua 75
12.5. Miscela - Prove di Laboratorio e in sito 75
12.6. Resistenza 75
12.7. Preparazione e posa in opera 76
12.8. Protezione superficiale 76
12.9. Norme di accettazione 76
13. RIEMPIMENTO IN BETONABILE 77
14. BARRIERE DI SICUREZZA STRADALE METALLICHE A NASTRO ED IN CALCESTRUZZO TIPO NEW
JERSEY 77
14.1. Barriere metalliche a nastro 77
14.1.1. Caratteristiche delle barriere metalliche a nastro 77
14.1.2. Prove statiche sulle barriere metalliche 79
14.1.3. Prescrizioni per barriera stradale spartitraffico 79
14.2. Barriere stradali anti-urto in calcestruzzo cementizio tipo “new jersey” 80
14.2.1. Caratteristiche delle barriere stradali anti-urto in calcestruzzo cementizio tipo “new jersey” 80
14.2.2. Prove statiche sulle barriere prefabbricate in calcestruzzo 80
15. MANUFATTI FOGNARI 80
15.1. Elementi prefabbricati 80
15.2. Elementi prefabbricati autoportanti in xxxxxxx.xx cementizio per fogne ovoidali tipo VII, VIII, IX 81
15.2.1. modi d’impiego 81
15.2.2. requisiti di accettazione dei materiali 81
15.2.3. caratteristiche 82
15.2.4. prove sui materiali 82
15.2.5. criteri per il calcolo di verifica 82
CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO
SEZIONE A) DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’ E DELLE LAVORAZIONI
1. DESCRIZIONE DELLE OPERE PIÙ COMUNI
1.1. Recinzioni, sbarramenti
Sono ammesse esclusivamente le seguenti tipologie, in funzione del dissesto/tempo di attesa e realizzazione dell’opera solutiva/volume di traffico:
a) birilli ed altri elementi segnalatori omologati;
b) picchetti metallici protetti da idonei cappucci e nastro/reti di plastica regolamentari;
c) cavalletti metallici o transenne metalliche mobili/fissati saldamente al suolo di tipo omologato;
d) lamiere metalliche ondulate nuove sorrette da appositi pali (in legno o metallo) saldamente infissi ed idoneamente controventate.
e) pannelli metallici grigliati con basamenti prefabbricati in calcestruzzo di cemento;
f) elementi tipo new-jersey di cemento o di plastica riempibili di acqua.
L’impresa ha facoltà di proporre altre soluzioni, purché efficienti e regolamentari, assumendone ogni responsabilità in merito.
1.2. Puntellature
Sono ammesse esclusivamente le idonee puntellature in legname (nuovo ed in perfette condizioni) o tubolari metallici con giunti (tipo ponteggio).
1.3. Colmatura “buche” in sede stradale
È ammesso esclusivamente il conglomerato freddo ad “elevate prestazioni” idoneo in ogni condizione meteo- climatica (nei periodi di pioggia, freddo intenso ecc.) per immediata eliminazione del pericolo. La collocazione in opera del conglomerato freddo deve avvenire nelle quantità idonee a tener conto della sua costipazione, in modo da ricolmare perfettamente i vuoti ma senza debordare dalla “buca” affinché resti confinato nello spazio che va a colmare.
È ammesso quando si ha modo di procedere come segue: preventiva scarifica per l’opportuna riquadratura del dissesto; rimozione ed allontanamento delle risulte; spargimento di emulsione bituminosa nella cavità; fornitura e posa in opera di conglomerato bituminoso a caldo; rullatura finale con rullo compressore leggero per evitare soluzioni di continuità con la pavimentazione stradale circostante il dissesto.
Il conglomerato da stendere deve essere alle temperature prescritte, di norna 130°-150°, pertanto dovrà esser trasportato con mezzi idonei a garantirne il mantenimento fino alla posa in opera.
In caso di posa a temperature inferiori, l’opera sarà rifiutata o, in alternativa, accettata dalla D.L. con applicazione di detrazione.
1.4. Pavimentazione flessibile: bonifica del sottofondo e ripristino in conglomerati bituminosi.
Allargamento tecnico necessario per asportazione dei residui di conglomerato e delle sottofondazioni in terra e per le successive operazioni di ricostruzione; rimozione ed allontanamento delle risulte; posa di pozzolana grezza/calce e pozzolana/misto di cava; pilonamento; ricostruzione del pacchetto di conglomerati bituminosi.
1.5. Pavimentazione rigida: risarcimento della soletta e ripristino in conglomerati bituminosi.
Allargamento tecnico necessario per asportazione dei residui di conglomerato e della fondazione rigida ammalorata e per le successive operazioni di ricostruzione; rimozione ed allontanamento delle risulte; demolizione
della soletta esistente con bordi esterni obliqui (angolo interno ottuso) per una larghezza idonea da ciascun bordo del cavo; verifica dello stato delle terre di sottofondazione e loro eventuale sostituzione; eventuale armatura del nuovo tatto di soletta; getto di calcestruzzo di cemento; ricostruzione del pacchetto di conglomerati bituminosi.
Nel caso di soletta armata le operazioni di cui sopra dovranno integrarsi come segue:
a) scopertura delle armature presenti, da eseguirsi con estrema cura, per il successivo diligentemente collegamento a quelle della nuova soletta;
b) ricostruzione della fondazione rigida con spessori identici ai preesistenti;
c) ricostruzione della soletta con armatura superiore ed inferiore ed armatura aggiuntiva per il collegamento alla soletta esistente e suo corretto ancoraggio alle armature della soletta circostante.
1.6. Avvallamenti localizzati dei selciati
Accurata rimozione dei selci ed ordinato accatastamento, per la successiva posa di ripristino; rimozione dell’allettamento; allontanamento delle risulte; verifica del sottofondo (ed eventuale bonifica come al precedente punto “Pavimentazione flessibile”) o della soletta (come al precedente punto “Pavimentazione rigida”); posa degli elementi precedentemente rimossi, con allettamento identico all’originario; sigillatura dei giunti identica a quella del selciato circostante.
Eventuali sostituzioni devono avvenire con elementi di materiali, dimensioni, foggia e finitura identiche ai preesistenti.
1.7. Colmatura “buche” sui marciapiedi
È ammesso esclusivamente il conglomerato freddo ad “elevate prestazioni” idoneo in ogni condizione meteo- climatica (nei periodi di pioggia, freddo intenso ecc.) per immediata eliminazione del pericolo. La collocazione in opera del conglomerato freddo deve avvenire nelle quantità idonee a tener conto della sua costipazione, in modo da ricolmare perfettamente i vuoti e non deve debordare dalla “buca” affinché resti confinato nello spazio che va a colmare
Allargamento tecnico necessario per asportazione dei residui di conglomerato e delle eventuali fondazioni e per le successive operazioni di ricostruzione; rimozione ed allontanamento delle risulte; ripristino con materiali identici a quelli di sottofondazione preesistenti fino all’intradosso della fondazione; massetto di fondazione cm 10 minimo in calcestruzzo di cemento; posa di strato di pozzolana; stesa di tappeto tipo asfalto colato.
Accurata rimozione dei materiali lapidei ed ordinato accatastamento, per la successiva posa di ripristino; rimozione dell’allettamento; allontanamento delle risulte; verifica della fondazione ed eventuale sostituzione con massetto di fondazione cm 10 minimo in calcestruzzo di cemento debolmente armato con rete elettrosaldata; posa degli elementi precedentemente rimossi, con allettamento identico all’originario; sigillatura dei giunti.
Eventuali sostituzioni devono avvenire con elementi di materiali, dimensioni, foggia e finitura identiche ai preesistenti.
1.8. Sistemazione di tratti estesi
Valgono le modalità descritte in precedenza, con la sola maggior estensione dell’ambito d’intervento.
1.9. Ripristino in quota di cigliature e “boccacci”
Accurata rimozione degli elementi ed ordinato accatastamento, per la successiva posa di ripristino; revisione delle murature di fondazione; posa degli elementi precedentemente rimossi, con allettamento identico all’originario.
Eventuali sostituzioni devono avvenire con elementi di materiali, dimensioni, foggia e finitura identiche alle preesistenti.
La Direzione Lavori, sentito il Responsabile del Procedimento, autorizzerà la eventuale installazione di “boccacci” metallici in sostituzione di quelli in travertino o in pietra.
1.10. Opere fognarie
Opere maggiormente ricorrenti:
- pulizia di caditoie e fogne (sia tubolari che in muratura) e delle scoline laterali, con raccolta delle risulte e trasporto a discarica autorizzata; non verrà corrisposto il compenso per il trasporto a discarica se l’impresa non trasmetterà alla D.L. la certificazione dell’avvenuta consegna alla discarica stessa;
- disostruzione di tratti di fognatura, anche con autoespurgatrice idromeccanica a pressione;
- sostituzione/messa in quota di xxxxxxxx, xxxxxxx, feritoie, xxxxxxxx.
- revisione, con ricostruzione di tratti di fognatura.
2. ULTERIORI ATTIVITÀ ED OPERE
L'Impresa, inoltre, a richiesta della D.L., è tenuta ad:
1. effettuare ripristini di scavi aperti da Società erogatrici di XX.XX. a seguito di autorizzazione rilasciata dall'Amministrazione, e/o ripristini della sola pavimentazione stradale conseguenti a scavi. Nel caso la D.L. ordini apertura di cavi, il loro riempimento, il ripristino della relativa pavimentazione stradale, tutto è disciplinato dal Regolamento Scavi Stradali di Roma Capitale vigente al momento e da eventuali prescrizioni complementari inserite nell'autorizzazione.
2. Eseguire la rimozione e l’allontanamento a deposito, in luogo che sarà indicato dalla D.L., dei cartelloni pubblicitari che risultassero abusivi, anche se installati in aree immediatamente limitrofe a quelle della sede stradale propriamente detta.
3. Intervenire su aree e manufatti di proprietà capitolina anche se non in consegna, per eseguire recinzioni, per rimuovere discariche di materiali, colmatura di buche, ecc.
4. Eseguire lavori in danno e lavori per conto terzi (es. imbocchi in fogna, passi carrabili, ecc.).
5. Collocare sbarramenti o recinzioni di fabbricati o di manufatti prospicienti il patrimonio stradale in consegna, al fine di salvaguardare la pubblica incolumità o apporre sigilli, cartelli, etc,come richiesto dalle Autorità competenti.
Tutti i suddetti lavori sono compensati con i prezzi contrattuali senza alcuna maggiorazione, oltre quelle
previste per opere in orario notturno o festivo.
3. SEGNALETICA STRADALE
Tutti i segnali devono essere rispondenti ai tipi, dimensioni e misure prescritte dal Regolamento di esecuzione
e di attuazione del Nuovo Codice della Strada approvato con D.P.R. 16 Dicembre 1992 n.495 e successive modifiche di cui al D.P.R. n.610 del 16/9/96, alle Norme Tecniche emanate con D.M. 9/1/96 ed in ogni caso alle norme in vigore al momento dell'esecuzione dei lavori.
Tutti i segnali circolari, triangolari, targhe, frecce, nonché i sostegni ed i relativi basamenti di fondazione dovranno essere costruiti e realizzati sotto la completa responsabilità della Ditta aggiudicataria, in modo tale da resistere alla forza esercitata dal vento alla velocità di almeno 150 Km/ora.
A tergo di ogni segnale dovranno essere indicati, a cura e spese del fornitore, una serie di iscrizioni che, globalmente, in conformità di quanto disposto al punto 7 dell’art.77 del D.P.R. N.495 del 16/121992, non dovranno occupare una superficie maggiore di cmq 200:
a) la scritta "Roma Capitale"
b) il marchio della ditta che ha fabbricato il segnale
c) l'anno di fabbricazione
d) estremi relativi al rilascio della certificazione di conformità del prodotto finito ai sensi della
e) circolare 3652 del 17.06.1998
f) gli estremi della Determinazione Dirigenziale di apposizione della Amministrazione Capitolina, ove previsto.
3.1. Pellicole
Per quanto concerne le pellicole, si richiama integralmente quanto contenuto ne DM LLPP del 31 marzo 1995
n. 1584 “disciplinare tecnico sulle modalità di determinazione dei livelli di qualità delle pellicole retroriflettenti impiegate per la costruzione dei segnali stradali
3.2. Supporti in lamiera
I segnali saranno costituiti in lamiera di ferro di prima scelta con spessore non inferiore a 10/10 di millimetro o in lamiera di alluminio semicrudo puro al 99% dello spessore non inferiore a 25/10 di millimetro (per dischi, triangoli, frecce e targhe di superficie compresa entro i 5 metri quadrati) e dello spessore di 30/10 di millimetri per targhe superiori ai metri quadrati 5 di superficie.
3.3. Rinforzo perimetrale
Ogni segnale dovrà essere rinforzato lungo il suo perimetro da una bordatura di irrigidimento realizzata a scatola delle dimensioni non inferiori a centimetri 1,5;
3.4. Traverse di rinforzo e di collegamento
Qualora le dimensioni dei segnali superino la superficie di metri quadrati 1,50, i cartelli dovranno essere ulteriormente rinforzati con traverse di irrigidimento piegate ad U dello sviluppo di centimetri 15, saldate al cartello nella misura e della larghezza necessaria.
Dove necessario sono prescritte per i cartelli di grandi dimensioni traverse in ferro zincate ad U di collegamento tra i vari sostegni.
Tali traverse dovranno essere complete di staffe ed attacchi a morsetto per il collegamento, con bulloni in acciaio zincato nella quantità necessaria, le dimensioni della sezione della traversa saranno di millimetri 50x23, spessore di millimetri 5, e la lunghezza quella prescritta per i singoli cartelli.
La zincatura delle traverse dovrà essere conforme alle Norme C.E.I. 7 - fascicolo 239 (1968) sul Controllo della zincatura.
3.5. Congiunzioni diverse pannelli costituenti i cartelli di grandi dimensioni
Qualora i segnali siano costituiti da due o più' pannelli, congiunti, questi devono essere perfettamente accostati mediante angolari in alluminio da millimetri 20x20, spessore millimetri 3, opportunamente forati e muniti di un numero di bulloncini in acciaio zincato da 1/4 x 15 sufficienti ad ottenere un perfetto assestamento dei lembi dei pannelli.
3.6. Trattamento lamiere (preparazione del grezzo e verniciatura)
La lamiera di alluminio dovrà essere trattata, anche mediante carteggiatura, sgrassamento a f ondo e quindi sottoposta a procedimento di fosfocromatazione e ad analogo procedimento di pari affidabilità, su tutte le superfici.
Il grezzo dopo aver subito i suddetti processi di preparazione, dovrà essere verniciato a fuoco con opportuni prodotti.
La cottura della vernice sarà eseguita a forno e dovrà raggiungere una temperatura di 140 gradi.
Il resto e la scatolatura dei cartelli verrà rifinito in colore grigio neutro con speciale smalto sintetico.
3.7. Attacchi
Ad evitare forature tutti I segnali dovranno essere muniti di attacchi standard (per l'adattamento ai sostegni in ferro tubolare diam. mm. 48, 60, 90), ottenuto mediante fissaggio elettrico sul retro di corsoio a "C" della lunghezza minima dì 22 centimetri, oppure sarà ricavato (nel caso di cartelli rinforzati e composti di pannelli multipli) direttamente sulle traverse di rinforzo ad U.
Tali attacchi dovranno essere completati da opportune staffe con dispositivo antirotazione in acciaio zincato corredate di relativa bulloneria pure zincata.
3.8. Sostegni
I sostegni per i segnali verticali, portali esclusi, saranno in ferro tubolare antirotazìone (art.82 D.P.R. n.495/92) diametro mm. 60, 90 chiusi alla sommità e, previo decapaggio del grezzo, dovranno essere zincati a caldo conformemente alle norme U.N.I. 5101 e ASTM 123.
Detti sostegni comprese le staffe di ancoraggio del palo di basamento, dovranno pesarerispettivamente per i due diametri sopra citati non meno di 4,2 e 8,00 Kg/m,
Previo parere della Direzione dei Lavori, il diametro inferiore sarà utilizzato per i cartelli triangolari, circolari e quadrati di superficie inferiore a metri quadrati 0,8, mentre il diametro maggiore sarà utilizzato per i cartelli a maggiore superficie.
Il dimensionamento dei sostegni dei grandi cartelli e la loro eventuale controventatura dovrà essere approvato dalla Direzione dei Lavori previo studio e giustificazione tecnica redatta dalla Ditta appaltatrice.
3.9. Sostegni a portale
I sostegni a portale del tipo a bandiera, a farfalla e a cavalletto saranno realizzati in acciaio ad alta resistenza zincato a caldo con ritti a sezione variabile a perimetro costante, oppure con strutture a traliccio reticolare costituite da tubi saldati e scordonati zincati a caldo e verniciati con vernici alle resine epossidiche adatte a resistere alle condizioni di impiego per sede stradale, di dimensioni calcolate secondo l’impiego e la superficie di targhe da installare.
La traversa sarà costituita da tubolare a sezione rettangolare o quadra e collegata mediante piastra di idonea misura.
La struttura sarà calcolata per resistere alla spinta del vento di 150 km/ora.
I portali saranno ancorati al terreno mediante piastra di base fissata al ritto, da bloccare alla contro piastra in acciaio ad appositi tirafondi annegati nella fondazione in calcestruzzo.
L’altezza minima del piano viabile al bordo inferiore delle targhe sarà di cm. 550. La bulloneria sarà in acciaio 8.8 con trattamenti Draconet 320.
3.10. Fondazioni e posa in opera
La posa della segnaletica verticale dovrà essere eseguita installando sostegni su apposito basamento delle dimensioni minime di cm. 50x50x70 di altezza in conglomerato cementizio dosato a quintali 2,5 di cemento tipo
325 per metro cubo di miscela intera granulometricamente corretta.
Il basamento dovrà essere opportunamente aumentato per i cartelli di maggiori dimensioni.
Le dimensioni maggiori saranno determinate dalla Ditta appaltatrice tenendo presente che sotto la sua responsabilità gli impianti dovranno resistere ad una velocità massima del vento diKm. 150/ora.
L'Impresa dovrà curare in modo particolare la sigillatura dei montanti nei rispettivi basamenti prendendo tutte le opportune precauzioni atte ad evitare collegamenti non rìgidi, non allineati e pali non perfettamente a piombo.
I segnali dovranno essere installati (art.81 D.P.R. n. 495/92) in modo da essere situati alla giusta distanza e posizione agli effetti della viabilità' e della regolarità' del traffico seguendo il progetto redatto approvato dalla Direzione dei Lavori.
Il giudizio sulla esattezza di tale posizione e' riservato in modo insindacabile alla Direzione dei Lavori e saranno ad esclusivo carico e spese della Società' cottimista ogni operazione relativa allo spostamento dei segnali giudicati non correttamente posati.
3.11. Occhi di gatto
Dispositivi retro riflettenti integrativi dei segnali orizzontali in policarbonato o speciali resine dotati di corpo e parte rifrangente dello stesso colore della segnaletica orizzontale di cui costituiscono rafforzamento.
Ai sensi dell'art. 153 del Regolamento d'esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada, approvato con D.P.R. 495 del 16.12.92 e successive modifiche ed integrazioni, i dispositivi retroriflettenti integrativi quali gli occhi di gatto devono essere approvati dal Ministero dei lavori Pubblici.
Copia di tale approvazione, unitamente agli altri certificati richiesti, dovrà essere presentata dall'Impresa aggiudicataria.
Dimensioni del corpo; come previste dal Regolamento art. 153.
Il suddetto dispositivo dovrà essere fissato al fondo stradale con idoneo adesivo secondo le prescrizioni della ditta produttrice.
Le caratteristiche tecniche dei dispositivi denominati "occhi di gatto" dovranno rispondere alla Norma Europea EN 1463-1 del 2009; in particolare;
a) per uso permanente EN 1463-1:2009
- classificazione: tipo 3A
- proprietà fotometriche: classe PRP1, i valori fotometrici non dovranno essere inferiori a
quelli previsti nella tabella 4 (tipo 3) per il colore bianco e non inferiori a quelli previsti nella tabella 5 per i colorati;
- colore: classe NCR1, i valori dovranno essere conformi a quelli previsti nella tabella 9.
. b) per uso temporaneo (EN1463-1)
- classificazione: tipo 3A
- proprietà fotometriche: classe PRT1, i valori fotometrici non dovranno essere inferiori a quelli previsti nella tabella 6 (tipo 3) per il colore giallo e non inferiori a quelli previsti nella tabella 5 per gli altri colorati
- colore: a) colore dell'inserto rifrangente => classe NCR1 e i valori dovranno essere conformi a quelli previsti nella tabella 9 ; b) colore del corpo => classe DCR1 e i valori dovranno essere conformi a quelli previsti nella tabella 10.
I certificati riportanti le specifiche previste al presente articolo, qualora presentati in copia, dovranno essere identificati da parte della Ditta produttrice con una vidimazione rilasciata in originale alla Ditta concorrente sulla quale dovranno essere riportati gli estremi della Ditta stessa.
Tale vidimazione dovrà essere compiuta in data non anteriore a 30 giorni dalla data di scadenza di presentazione dell'offerta e recare un numero di individuazione.
3.12. Bande sonore
Le bande sonore di rallentamento dovranno essere costituite in laminato elastoplastico del tipo rifrangente ed antisdrucciolo, avere rilievo tale da causare giusta rumorosità, ed essere larghe cm. 8 con un supporto del medesimo materiale largo cm. 12.
Dovranno essere ancorate saldamente alla pavimentazione mediante apposito collante.
La ditta aggiudicataria dovrà presentare copia conforme del certificato di omologazione da parte del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
In base alle loro caratteristiche costruttive ed ai loro livelli prestazionali di rifrangenza cosi come indicato nella Norma UNI EN 1436
3.13. Segnaletica in pitture spartitraffico
La segnaletica orizzontale in vernice sarà eseguita con apposita attrezzatura traccialinee a spruzzo semovente.
I bordi delle strisce, linee arresto, zebrature scritte, ecc., dovranno risultare nitidi e la superficie verniciata uniformemente coperta.
Le strisce orizzontali dovranno risultare perfettamente allineate con l'asse della strada.
Le vernici che saranno adoperate per l'esecuzione della segnaletica orizzontale dovranno essere accompagnate da una dichiarazione delle caratteristiche dalla quale dovranno risultare:
peso per litro a 25 gradi "C, il tempo di essiccazione, viscosità', percentuale di pigmento, percentuale di non volatile, peso di cromato di piombo o del biossido di titanio per altro di pittura gialla o bianca rispettivamente percentuale in peso delle sfere e percentuale di sfere rotonde, tipo di solvente da usarsi per diluire e quantità raccomandata l'applicazione della pittura e ogni altro requisito tecnico prescritto nelle norme vigenti.
Le pitture posate in opera dovranno soddisfare i requisiti previsti dalle norme vigenti ed essere conformi alla dichiarazione delle caratteristiche fornite al venditore entro le tolleranze appresso indicate.
Qualora la vernice non risulti conforme ad una o più caratteristiche richieste, l'Amministrazione, a suo insindacabile giudizio, potrà imporre alla Ditta appaltatrice la sostituzione a sua cura e spese, comprese quelle di maneggiamento e trasporto con altra vernice idonea.
E' facoltà della D.L. prelevare campioni di pittura che saranno sottoposti, presso laboratori ufficiali, a spese della Ditta appaltatrice, a tutte le prove necessarie per stabilire la corrispondenza con quelle indicate nei paragrafi successivi.
I contenitori prescelti per la prova dovranno risultare ermeticamente chiusi e dovranno essere etichettati con i dati necessari a identificare univocamente il campione.
Sull'etichetta saranno annotati i seguenti dati;
- Descrizione;
- Ditta produttrice;
- Data di fabbricazione;
- Numerosità e caratteristiche della partita;
- Contrassegno;
- Luogo del prelievo;
- Data del prelievo;
- Firme degli incaricati.
Si richiamano, per quanto riguarda le prove sulle vernici, sia in laboratorio che in sito, le norme:
- UNI EN 1871/2002 Requisiti e i metodi di prova per laboratorio per materiali per segnaletica stradale retroriflettenti o di altro tipo, sia permanenti sia temporanei.
- UNI EN 1436/2004 Prestazione della segnaletica orizzontale per gli utenti della strada.
3.14. Segnaletica con materiali preformati permanenti retroriflettenti
La segnaletica orizzontale realizzata in preformato retrorifrangente dovrà attenersi alla normativa di cui airart.40 del D. Lgs. n. 285 del 30.04.1992 e del suo regolamento di esecuzione approvato con D.P.R. n. 495 del 16.12.1992, In particolare dall'art. 137 all'art. 155 come modificato dal D.P.R. n.610 del 16-9-1996.
I laminati elastoplastici sono di tipo autoadesivo, realizzato con polimeri d'alta qualità e contenenti una dispersione di microgranuli ad elevato potere antisdrucciolo e microsfere con caratteristiche di rifrazione tali da conferire al laminato stesso un alto e continuato pc retroriflettente. Sono materiali In grado di mantenere i valori di visibilità diurna e notturna ed i valori di antiscivolosità, così come raccomanda la normativa europea. (Norma UNI EN 1436).
3.15. Segnaletica in materiali termoplastici
I prodotti temnoplastici utilizzati per la realizzazione della segnaletica orizzontale, dovranno essere sostituiti da aggregati di colore chiaro, microsfere di vetro, pigmenti colorati e sostanze inerti, legate insieme da resine sintetiche termoplastiche nelle proporzioni circa di:
- aggregati 40%;
- microsfere di vetro inglobate e post spruzzate: 20%;
- legante (resine e plastificante): 20%;
Dette proporzioni da ritenersi valide per il prodotto spruzzato dovranno essere variate nel caso di posa con procedimenti di estrusione e colatura onda ottimizzare detto procedimento al fine di ottenere gli spessori appresso indicati e garantire la durata e l'effìcienza richiesta.
Il peso specifico dei prodotti termoplastici sarà a 20° pari a circa 1,8 g/cmc per il prodotto spruzzato e pari a circa 2,40 g/cmc per il prodotto colato.
Gli spessori delle rispettive pellicole a lavoro ultimato saranno di norma:
- da 1 a 1,2 mm. nel caso di prodotto spruzzato;
- da 1,5 a 2 mm. nel caso di prodotto colato.
Oltre alle microsfere contenute premiscelate nel prodotto, sarà effettuata in entrambi i casi una operazione supplementare di perlinatura sulla superfìcie ancora calda della striscia, in ragione di circa q/mq 300 di microsfere di vetro.
Le pigmentazioni saranno ottenute mediante l'impiego di biossido di titanio (colore bianco) oppure da cromato di piombo (colore giallo).
La colorazione dovrà essere stabilita alle temperature di impiego del prodotto e simile a quella già indicata per le pitture spartitraffìco rifrangenti.
Sistemi di applicazione
Sono previsti due sistemi di applicazione dei prodotti termoplastici, in funzione degli spessori che sì richiedono e del tipo di segnaletica che dovrà essere realizzata.
In particolare si prevede un'attrezzatura per la stesura a spruzzo del prodotto termoplastico fuso ed una per estrusione nel caso di stesura del prodotto che fuoriesce da un apposito crogiolo sotto forma di colato plastico.
Con il primo metodo, dovranno essere realizzate solo strisce longitudinali continue e discontinue (marginatori, assi continui e discontinui), con il secondo metodo potrà essere richiesta la realizzazione anche di righe di arresto, passaggi pedonali, tacchetti scritte e frecce direzionali.
Durante la applicazione dei prodotti, la Ditta appaltatrice dovrà osservare tutte le prescrizioni dettate dalla casa costruttrice dei materiali termoplastici (pulizia del fondo stradale, temperatura ambiente, umidità ecc.) al fine di durata richiesti dalla segnaletica realizzata.
3.16. Materiali plastici a freddo
I prodotti plastici a freddo utilizzati per la realizzazione della segnaletica orizzontale, dovranno essere sostituiti da aggregati di colore chiaro, microsfere di vetro, pigmenti colorati e sostanze inerti, legate insieme da resine sintetiche nelle proporzioni circa di:
- - aggregati 27%;
- - microsfere di vetro inglobate e post spruzzate: 40%;
- - legante (resine e plastificante): 24%;
- - pigmenti : 9%
Il peso specifico dei prodotti plastici a freddo sarà a 20° pari a circa 1,65 g/cmc.
Gli spessori delle rispettive pellicole a lavoro ultimato saranno di norma: - da 1,2 a 1,5 mm.
Le pigmentazioni saranno ottenute mediante l'impiego di biossido di titanio (colore bianco) oppure da pigmenti organici (colore giallo).
La colorazione dovrà essere stabilita alle temperature di impiego del prodotto e simile a quella già indicata per le pitture spartitraffico rifrangenti.
Durata: la ditta aggiudicataria dell'appalto dovrà realizzare la segnaletica con materiali plastici a freddo garantendo l'efficienza della medesima per un periodo di 36 mesi ,per qualsiasi tipo di pavimentazione su cui sarà realizzata la segnaletica, purché non dissestata anche soggetta a traffico intenso e pesante.
Sistemi di applicazione
Sono previsti vari sistemi di applicazione dei prodotti plastici a freddo, in relazione al tipo di pavimentazione ed al tipo di segnaletica da realizzare: stesura a spatola, stesura con macchina traccialinee o macchina per estrusione; le garanzie dovranno comunque essere mantenute per qualsiasi metodologia di applicazione
Fine capitolato speciale d’appalto - sezione A
SEZIONE B) PRESCRIZIONI TECNICHE
4. REQUISITI, PRESCRIZIONI, PENALITÀ E DETRAZIONI
Nel caso che i risultati delle prove, in sito e/o di laboratorio, diano valori difformi dai prescritti requisiti di
accettazione, l’Amministrazione Capitolina potrà far demolire e ricostruire l’opera a totale carico dell’impresa.
In alternativa l’opera potrà, ad insindacabile discrezione dell’Amministrazione Capitolina, essere accettata con detrazione in funzione del tipo di opera, come nei paragrafi successivi specificato e contestuale applicazione della penalità prevista nello SCHEMA DI CONTRATTO “Ritardi e panali nell’esecuzione degli interventi”.
Per ciascun tipo di materiale/opera sono riportati, negli articoli seguenti, le prescrizioni/requisiti di accettazione dei materiali da impiegare, la loro posa, le prove e verifiche.
I materiali impiegati nella realizzazione della sovrastruttura stradale dovranno essere idonei all’utilizzo e provvisti di regolare marcatura CE in conformità alle prescrizioni disposte dal Regolamento (UE) n. 305/2011 che fissa le condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione.
I materiali per i quali vige l’obbligo di marcatura CE dovranno essere accompagnati dalla Dichiarazione di prestazione (DoP) predisposta in conformità all’Allegato III del Regolamento (UE) n. 305/2011.
5. CONGLOMERATI BITUMINOSI CALDI PER STRATI DI BASE, COLLEGAMENTO E USURA
5.1. BASE TRADIZIONALE A CALDO
La base tradizionale a caldo è un conglomerato bituminoso, dosato a peso o a volume, costituito da aggregati lapidei naturali, conglomerato di recupero (fresato), bitume semisolido e additivi.
Le miscele impiegate devono essere qualificate in conformità al Regolamento UE n. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della Norma Europea Armonizzata UNI EN 13108-1.
5.1.1. Materiali costituenti e loro qualificazione
5.1.1.1. Aggregati
Gli aggregati lapidei costituiscono la fase solida dei conglomerati bituminosi a caldo. Essi sono composti dall’insieme degli aggregati grossi degli aggregati fini e del filler, che può essere di additivazione o proveniente dalla frazione fina. Gli aggregati grossi e fini sono costituiti da elementi ottenuti dalla lavorazione di materiali naturali, artificiali o riciclati, qualificati in conformità al Regolamento UE n. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della Norma Europea Armonizzata UNI EN 13043.
Le caratteristiche tecniche degli aggregati ed i metodi di attestazione devono essere conformi al Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 16 novembre 2009.
La designazione dell’aggregato grosso deve essere effettuata mediante le dimensioni degli stacci appartenenti al gruppo di base più gruppo 2 della UNI EN 13043. L’aggregato grosso può essere di provenienza o natura petrografica diversa purché, per ogni tipologia, risultino soddisfatti i requisiti indicati nella Tabella A.1.
Tabella A.1 | |||||
AGGREGATO GROSSO | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | Unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Resistenza alla frammentazione (Los Angeles) | UNI EN 1097-2 | LA | % | ≤30 | LA30 |
Percentuale di particelle frantumate | UNI EN 933-5 | C | % | ≥ 70 | C70/0 |
Dimensione Max | UNI EN 933-1 | D | mm | 40 | - |
Passante allo 0.063 | UNI EN 933-1 | f | % | ≤1 | f1 |
Resistenza al gelo e disgelo | UNI EN 1367-1 | F | % | ≤1 | F1 |
Indice di appiattimento | UNI EN 933-3 | FI | % | ≤30 | FI30 |
Assorbimento d’acqua | UNI EN 1097-6 | WA24 | % | ≤1,5 | WA242 |
La designazione dell’aggregato fine deve essere effettuata secondo la norma UNI EN 13043. Per motivi di congruenza con le pezzature fini attualmente prodotte in Italia, è permesso l’impiego come aggregato fine anche di aggregati in frazione unica con dimensione massima di 4 mm (Dmax=4 mm).
L’aggregato fine può essere di provenienza o natura petrografica diversa purché, per ogni tipologia, risultino soddisfatti i requisiti indicati nella Tabella A.2.
Tabella A.2 | |||||
AGGREGATO FINE | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | Unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Equivalente in sabbia | UNI EN 933-8 | ES | % | ≥70 | - |
Quantità di frantumato | % | ≥50 | - | ||
Passante allo 0.063 | UNI EN 933-1 | f | % | ≤2 | f2 |
Il filler, frazione passante per la maggior parte al setaccio 0,063mm, proviene dalla frazione fina degli aggregati oppure può essere costituito da polvere di roccia, preferibilmente calcarea, da cemento, calce idrata, calce idraulica, polvere di asfalto, ceneri volanti. La granulometria dell’aggregato filler, determinata secondo la norma UNI EN 933-10, deve essere conforme a quella prevista dalla norma UNI EN 13043. Il filler deve inoltre soddisfare i requisiti indicati in Tabella A.3.
Tabella A.3 | |||||
FILLER | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | Unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Indice di plasticità | UNI CEN ISO/TS 17892-12 | IP | N.P. | - | |
Porosità del filler secco compattato (Ridgen) | UNI EN 1097-7 | v | % | 30-45 | v38/45 |
Aumento del punto di rammollimento della miscela filler/bitume (Rapporto filler/bitume = 1,5) | UNI EN 13179-1 | ΔR&B | % | ≥5 | ΔR&B8/16 |
Il possesso dei requisiti elencati nelle Tabelle A1, A2 ed A3 viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore degli aggregati. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Resta salva la facoltà del Direttore Lavori di verificare con controlli di accettazione i requisiti dichiarati dal produttore. Per i requisiti di accettazione eventualmente non riportati nella Dichiarazione di Prestazione, la Direzione Lavori può richiedere la certificazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001.
5.1.1.2. Conglomerato di recupero
Per conglomerato di recupero (riciclato) deve intendersi il conglomerato bituminoso preesistente proveniente dalla frantumazione di lastre o blocchi di conglomerato demolito con sistemi tradizionali, oppure dalla fresatura in sito eseguita a freddo con apposite macchine. Il conglomerato di recupero deve essere preventivamente qualificato in conformità alla norma UNI EN 13108-8.
Prima del suo reimpiego il conglomerato riciclato deve essere vagliato per eliminare eventuali elementi (grumi, placche, ecc.) di dimensioni superiori alla dimensione massima prevista per la miscela.
Nei conglomerati bituminosi per strati di base la percentuale in peso di materiale riciclato riferita al totale della miscela degli aggregati, deve essere al massimo del 30%.
La percentuale di conglomerato riciclato da impiegare, che può essere di qualsiasi provenienza, va obbligatoriamente dichiarata nello studio preliminare della miscela che l’Impresa è tenuta a presentare alla Direzione Lavori.
5.1.1.3. Legante
Il legante deve essere costituito da bitume semisolido per applicazioni stradali ottenuto dai processi di raffinazione del petrolio greggio. Saranno utilizzati, a seconda della zona e del periodo di impiego, bitumi appartenenti alla classi di penetrazione 50/70 oppure 70/100, definite dalla UNI EN 12591. La preferenza di impiego sarà per la classe 50/70 per le temperature più elevate.
Il bitume deve essere qualificato in conformità al Regolamento (UE) N. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice della Norma Europea Armonizzata UNI EN 14023.
Le proprietà richieste per il bitume e i relativi metodi di prova sono indicati nella Tabella A.4.
Tabella A.4 | ||||
BITUME | Tipo 50/70 | Ttipo 70/100 | ||
Parametro | Normativa | unità di misura | Valori richiesti | Valori richiesti |
Penetrazione a 25°C | UNI EN1426 | 0,1mm | 50-70 | 70 - 100 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | °C | 46-54 | 43 - 51 |
Punto di rottura (Fraass) | UNI EN12593 | °C | ≤ - 8 | ≤ -10 |
Solubilità | UNI EN12592 | % | ≥ 99 | ≥ 99 |
Valori dopo RTFOT (163°C) | UNI EN12607-1 | |||
Variazione di massa | UNI EN12607-1 | % | ≤ 0,5 | ≤ 0,8 |
Penetrazione residua a 25°C | UNI EN1426 | % | ≥ 50 | ≥ 46 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | °C | ≥ 48 | ≥ 45 |
Incremento del punto di rammollimento | UNI EN1427 | °C | ≤ 11 | ≤ 11 |
Il possesso dei requisiti elencati nella tabella A4 viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore del bitume. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
5.1.1.4. Additivi
Gli additivi sono prodotti naturali o artificiali che, aggiunti agli aggregato o al bitume, consentono di raggiungere le prestazioni richieste al conglomerato bituminoso. Possono essere impiegati per scopi diversi quali la riduzione della sensibilità all’acqua, il miglioramento della lavorabilità in condizioni di stesa difficili, la rigenerazione del bitume invecchiato contenuto nel fresato, il rinforzo strutturale.
Al fine di ridurre la sensibilità all’acqua, devono essere impiegati additivi (attivanti di adesione e/o filler speciali) che favoriscono l’adesione bitume – aggregato. Il loro dosaggio può variare a seconda delle condizioni di impiego, della natura degli aggregati e delle caratteristiche del prodotto e deve essere stabilito in modo da garantire la resistenza all’azione dell’acqua richiesta per la miscela (Tabelle A.6 e A.7). L’impiego del conglomerato di recupero (fresato), pur nei limiti previsti al precedente punto A2, può provocare un indurimento del mastice e quindi una eccessiva rigidezza del conglomerato bituminoso, causata dallo scioglimento del bitume vecchio, che in parte più o meno rilevante viene inglobata nel nuovo mastice filler – bitume.
Allo scopo di riequilibrare la viscosità del mastice devono essere impiegati additivi che possono avere natura e caratteristiche diverse. Poiché il tipo di additivo e le modalità di impiego incidono sulla riattivazione del bitume contenuto nel conglomerato di recupero, il dosaggio deve essere determinato in laboratorio valutando le caratteristiche meccaniche (Resistenza a Trazione Indiretta e Modulo di Rigidezza) e le caratteristiche volumetriche della miscela. I criteri di scelta dell’additivo, la scheda tecnica del prodotto, l’incidenza del dosaggio sulle caratteristiche meccaniche e volumetriche del conglomerato bituminoso devono essere obbligatoriamente contenuti nello studio della miscela.
L’immissione degli additivi deve essere realizzata con attrezzature idonee, tali da garantire l’esatto dosaggio e la loro perfetta dispersione nel legante bituminoso.
Il Produttore deve fornire evidenza dell’idoneità all’impiego, per gli usi specifici, degli additivi utilizzati.
5.1.1.5. Miscele
Il conglomerato bituminoso prodotto a caldo deve essere qualificato in conformità al Regolamento (UE) N. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della Norma Europea Armonizzata UNI EN 13108-1
Il produttore deve determinare e dichiarare la composizione tipica (target composition) delle miscele impiegate. La miscela degli aggregati da adottarsi per la base, deve avere orientativamente una composizione granulometrica, determinata in conformità alla Norma UNI EN 12697-2, contenuta nel fuso riportato in Tabella A.5.
La percentuale di legante, riferita alla massa degli aggregati, deve essere compresa nei limiti indicati nella stessa Tabella A.5.
Tabella A.5 | ||
BASE AC 32 COMPOSIZIONE GRANULOMETRICA | ||
Serie ISO | mm | % di passante |
Setaccio | 63.0 | 100 |
Setaccio | 32.0 | 90 – 100 |
Setaccio | 20.0 | 69 – 82 |
Xxxxxxxx | 0 | 45 – 56 |
Xxxxxxxx | 0 | 21 – 31 |
Setaccio | 0.5 | 10 – 17 |
Setaccio | 0.25 | 6 – 12 |
Xxxxxxxx | 0.000 | 4 - 7 |
Contenuto di legante (%) | 4.3 – 5.3 |
La quantità di bitume di effettivo impiego deve essere determinata mediante lo studio della miscela con il metodo Xxxxxxxx (metodo di prova UNI EN 12697-34) o con il metodo volumetrico (metodo di prova UNI EN 12697- 31), in modo da ottenere i requisiti riportati in Tabella A.6 (metodo XXXXXXXX), ovvero in Tabella A.7 (metodo volumetrico). La massa volumica della composizione tipica, costipata a 75 colpi per faccia o a 100 rotazioni di pressa giratoria è assunta come massa volumica di riferimento della miscela (UNI EN 12697 – 9) e indicata nel seguito con γmiscela.
Tabella A.6 | |||||
METODO XXXXXXXX | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Costipamento 75 colpi x faccia | |||||
Stabilità Xxxxxxxx | UNI EN 12697 - 34 | Smin | kN | 10 | Smin10 |
Rigidezza Xxxxxxxx | Qmin | kN/mm | 3 – 4,5 | Qmin3 | |
Vuoti residui (∗) | UNI EN 12697 - 8 | V | % | 3 – 6 | Vmin3,0 – Vmax6 |
Sensibilità all’acqua | UNI EN 12697 - 12 | ITSR | % | > 90 | ITSR90 |
Resistenza a trazione indiretta a 25 °C | UNI EN 12697 - 23 | ITS | MPa | 0,75 – 1,35 | |
Coefficiente di trazione indiretta2 a 25 °C | CTI | MPa | ≥ 70 | ||
(∗) UNI EN 12697 – 6 Procedura C. |
Tabella A.7 | |||||
METODO VOLUMETRICO | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Condizioni di prova | |||||
Angolo di rotazione | 1.25° ± 0.02 | ||||
Velocità di rotazione | Rotazioni/min | 30 | |||
Pressione verticale | kPa | 600 | |||
Diametro del provino | mm | 100 | |||
Vuoti a 10 rotazioni | UNI EN 12697 - 8 | V | % | 9 – 14 | V10Gmin9 |
Vuoti a 100 rotazioni (∗) | UNI EN 12697 - 8 | V | % | 3 – 6 | Vmin3,0 – Vmax6 |
Vuoti a 180 rotazioni | UNI EN 12697 - 8 | V | % | ≥ 2 | |
Sensibilità all’acqua | UNI EN 12697 - 12 | ITSR | % | > 90 | ITSR90 |
Resistenza a trazione indiretta a 25°C (∗∗) | UNI EN 12697 - 23 | ITS | MPa | 0,75 – 1,35 | |
Coefficiente di trazione indiretta a 25 °C (∗∗) | CTI | MPa | ≥ 70 | ||
(∗) UNI EN 12697 – 6 Procedura C. (∗∗) Su provini confezionati con 100 rotazioni della pressa giratoria |
2 Coefficiente di trazione indiretta CTI = π/2 DRt/Dc
dove
D = dimensione in mm della sezione trasversale del provino Dc = deformazione a rottura
Rt = resistenza a trazione indiretta
5.1.2. Accettazione delle miscele
Il possesso dei requisiti previsti per la miscela viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore del conglomerato bituminoso. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Su richiesta della Direzione Lavori devono inoltre essere fornite le registrazioni delle prove effettuate per il controllo di produzione di fabbrica degli ultimi 3 mesi. Le frequenze di prova per il controllo di produzione di fabbrica devono essere quelle relative al livello di controllo Z.
Per i requisiti non riportati nella Dichiarazione di prestazione la Direzione Lavori può chiedere la certifi- cazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001. Per i requisiti contenuti nella UNI EN 13108-1 la qualifica prevede sia le prove iniziali di tipo ITT che il controllo della produzione di fabbrica (FPC), come specificato nelle UNI EN 13108 parti 20 e 21.
Resta salva la facoltà del Direttore Lavori di verificare i requisiti dichiarati dal produttore con controlli di accettazione a posteriori effettuati sulle miscele prelevate alla stesa e immediatamente costipate senza ulteriore riscaldamento.
Limitatamente alle caratteristiche volumetriche, i controlli di accettazione possono eventualmente essere effettuati anche con successivo riscaldamento del materiale prelevato alla stesa o ottenuto da carote, purché la quantità di materiale sia sufficiente e le temperature di costipamento siano adeguate all’indurimento subito dal bitume durante le fasi di confezione e stesa. Qualora sia necessario eseguire a posteriori anche prove meccaniche (Stabilità Xxxxxxxx o Resistenza a trazione indiretta), i provini da sottoporre a tali prove saranno confezionati con gli aggregati ottenuti dalle carote miscelati con bitume nuovo simile a quello dichiarato.
Solo la comparazione tra i risultati di trazione indiretta ai fini della determinazione della sensibilità all’acqua può essere condotta su provini ottenuti mediante ulteriore riscaldamento.
5.1.3. Confezionamento delle miscele
Il conglomerato deve essere confezionato mediante impianti fissi automatizzati, di idonee caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte.
La produzione di ciascun impianto non deve essere spinta oltre la sua potenzialità, per garantire il perfetto essiccamento, l’uniforme riscaldamento della miscela ed una perfetta vagliatura che assicuri una idonea riclassificazione delle singole classi degli aggregati. Possono essere impiegati anche impianti continui (tipo drum- mixer) purché il dosaggio dei componenti la miscela sia eseguito a peso, mediante idonee apparecchiature la cui efficienza deve essere costantemente controllata.
L’impianto deve comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di realizzare le miscele rispondenti a quelle indicate nello studio presentato ai fini dell’accettazione.
Ogni impianto deve assicurare il riscaldamento del bitume alla temperatura richiesta e a viscosità uniforme fino al momento della miscelazione oltre al perfetto dosaggio sia del bitume sia degli additivi.
La zona destinata allo stoccaggio degli aggregati deve essere preventivamente e convenientemente sistemata per annullare la presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua che possono compromettere la pulizia degli aggregati. Inoltre i cumuli delle diverse classi devono essere nettamente separati tra di loro e l’operazione di rifornimento nei predosatori eseguita con la massima cura.
Lo stoccaggio del conglomerato bituminoso fresato deve essere al coperto. L’umidità del fresato prima del riscaldamento deve essere comunque inferiore al 4%, Nel caso di valori superiori la produzione del conglomerato deve essere sospesa.
Il tempo di miscelazione deve essere stabilito in funzione delle caratteristiche dell’impianto, in misura tale da permettere un completo ed uniforme rivestimento degli aggregati con il legante.
L’umidità degli aggregati all’uscita dell’essiccatore non deve superare lo 0,25% in massa.
La temperatura degli aggregati all’atto della miscelazione deve essere compresa tra 150°C e 170° C e quella del legante tra 150° C e 160° C, in rapporto al tipo di bitume impiegato.
Per la verifica delle suddette temperature gli essiccatori, le caldaie e le tramogge degli impianti devono essere muniti di termometri fissi perfettamente funzionanti e periodicamente tarati.
5.1.4. Preparazione delle superfici di stesa
Prima della realizzazione di uno strato di base è necessario preparare la superficie di stesa allo scopo di garantire una adeguata adesione all’interfaccia mediante la pulizia e l’applicazione, con dosaggi opportuni, di emulsioni bituminose aventi caratteristiche specifiche. A seconda che lo strato di supporto sia in misto granulare oppure in conglomerato bituminoso la lavorazione corrispondente prenderà il nome rispettivamente di mano di ancoraggio e mano d’attacco.
Per mano di ancoraggio si intende una emulsione bituminosa a rottura lenta e bassa viscosità, applicata sopra uno strato in misto granulare prima della realizzazione di uno strato in conglomerato bituminoso. Scopo di tale lavorazione è quello di riempire i vuoti dello strato non legato irrigidendone la parte superficiale fornendo al contempo una migliore adesione per l’ancoraggio del successivo strato in conglomerato bituminoso.
Il materiale da impiegare a tale fine è rappresentato da una emulsione bituminosa a rottura lenta con il 60% di bitume residuo (designazione secondo UNI EN 13808: C 60 B 10) rispondente alle specifiche indicate nella Tabella D.1, applicata con un dosaggio di bitume residuo almeno pari a 1,0 kg/m2.
Tabella D.1 | |||||
EMULSIONE BITUMINOSA C 60 B10 | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Classe |
Contenuto di acqua | UNI EN 1428 | w | % | 40+/-1 | 6 |
Contenuto di legante (bitume+flussante) | UNI EN 1431 | r | % | > 59 | 6 |
Omogeneità | UNI EN 1429 | % | ≤ 0,2 | ||
Sedimentazione a 7gg. | UNI EN 12847 | ST | % | ≤ 10 | 3 |
pH (grado di acidità) | UNI EN 12850 | 2÷4 | |||
Miscelazione con cemento | UNI EN 12848 | % | < 2 | 10 | |
Caratteristiche bitume estratto | UNI EN 1431 | ||||
Penetrazione a 25 °C | UNI EN1426 | - | 0,1mm | 50 - 100 | 3 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | - | °C | 35 - 56 | 8 |
Punto di rottura (Fraass) | UNI EN112593 | - | °C | ≤ -8 |
Per mano d’attacco si intende una emulsione bituminosa applicata sopra una superficie di conglomerato bituminoso prima della realizzazione di un nuovo strato, avente lo scopo di evitare possibili scorrimenti relativi aumentando l’adesione all’interfaccia.
L’emulsione per mano d’attacco deve essere un’emulsione cationica a rottura rapida con il 55% di bitume residuo (designazione secondo UNI EN 13808: C 55 B 3), rispondente alle specifiche indicate nella Tabella D.2.
Tabella D.2 | |||||
EMULSIONE BITUMINOSA C 55 B 3 | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Contenuto di acqua | UNI EN 1428 | w | % | 45+/-1 | - |
Contenuto di legante bituminoso | UNI EN 1431 | r | % | > 53 | 5 |
Sedimentazione a 7gg | UNI EN 12847 | ST | % | ≤10 | 3 |
Indice di rottura | UNI EN 12850 | BV | 70 – 155 | 3 | |
Residuo bituminoso (per evaporazione) | |||||
Penetrazione a 25 °C | UNI EN1426 | - | 0,1mm | ≤100 | 3 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | - | °C | > 35 | 8 |
Il dosaggio varia a seconda che l’applicazione riguardi la costruzione di una nuova sovrastruttura oppure un intervento di manutenzione.
Nel caso di stesa della base in due strati il dosaggio dell’emulsione (tra le due basi) deve essere tale che il bitume residuo risulti pari a 0,30 kg/m2; nel caso di ricariche (stesa sopra conglomerato esistente) il dosaggio deve essere di 0,35 kg/m2 di bitume residuo, nel caso di stesa su pavimentazione precedentemente fresata il dosaggio deve essere di 0,40 kg/m2 di bitume residuo.
E’ ammesso l’utilizzo di emulsioni bituminose cationiche diversamente diluite a condizione che gli indicatori di qualità (valutati sul bitume residuo) ed il dosaggio siano gli stessi.
La mano d'attacco, per consentire il transito dei mezzi di stesa, deve essere coperta con graniglia oppure con sabbia o filler.
Il possesso dei requisiti dell’emulsione bituminosa o del bitume modificato per la mano d’attacco viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Per i requisiti non riportati nella Dichiarazione di prestazione la Direzione Lavori può chiedere la certificazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001.
5.1.5. Posa in opera
La posa in opera dello strato di base viene effettuata a mezzo di macchine vibrofinitrici in perfetto stato di efficienza e dotate di automatismi di autolivellamento.
Le vibrofinitrici devono comunque lasciare uno strato finito perfettamente sagomato, privo di sgranamenti, fessurazioni ed esente da difetti dovuti a segregazione degli elementi litoidi più grossi.
Nella stesa si deve porre la massima cura alla formazione dei giunti longitudinali preferibilmente ottenuti mediante tempestivo affiancamento di una strisciata alla precedente.
Qualora ciò non sia possibile il bordo della striscia già realizzata deve essere spruzzato con la stessa emulsione bituminosa impiegata per la mano d’attacco, in modo da assicurare la saldatura della striscia successiva.
Se il bordo risulterà danneggiato o arrotondato si deve procedere al taglio verticale con idonea attrezzatura.
I giunti trasversali derivanti dalle interruzioni giornaliere devono essere realizzati sempre previo taglio ed asportazione della parte terminale di azzeramento.
Il trasporto del conglomerato dall’impianto di confezione al cantiere di stesa deve avvenire mediante mezzi di trasporto di adeguata portata, efficienti e comunque sempre dotati di telone di copertura per evitare i raffreddamenti superficiali eccessivi e formazione di crostoni.
La temperatura del conglomerato bituminoso all’atto della stesa controllata immediatamente dietro la finitrice deve risultare in ogni momento non inferiore a 140° C.
La stesa dei conglomerati deve essere sospesa quando le condizioni meteorologiche generali possono pregiudicare la perfetta riuscita del lavoro.
Gli strati eventualmente compromessi devono essere immediatamente rimossi e successivamente ricostruiti a spese dell’Impresa.
La compattazione della base deve iniziare appena steso dalla vibrofinitrice e condotta a termine senza interruzioni. L’addensamento deve essere realizzato preferibilmente con rulli gommati. Possono essere utilizzati anche rulli con ruote metalliche vibranti e/o combinati, di peso non inferiore a 12 t e caratteristiche tecnologiche avanzate in modo da assicurare il raggiungimento delle massime densità ottenibili.
Si avrà cura inoltre che la compattazione sia condotta con la metodologia più adeguata per ottenere uniforme addensamento in ogni punto ed evitare fessurazioni e scorrimenti nello strato appena steso.
La superficie dello strato finito deve presentarsi, dopo la compattazione, priva di irregolarità ed ondulazioni. Un’asta rettilinea lunga 4 m posta in qualunque direzione sulla superficie finita di ciascuno strato deve aderirvi uniformemente; può essere tollerato uno scostamento massimo di 5 mm.
La miscela bituminosa deve essere stesa sullo strato sottostante dopo che sia stata accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest’ultimo ai requisiti di quota, sagoma, densità e portanza indicati in progetto.
Prima della stesa del conglomerato bituminoso su strati di fondazione in misto cementato deve essere rimossa, per garantirne l’ancoraggio, la sabbia eventualmente non trattenuta dall’emulsione stesa precedentemente a protezione del misto cementato stesso.
5.1.6. Controlli
Il controllo della qualità del conglomerato bituminoso e della sua posa in opera deve essere effettuato mediante prove di laboratorio sui materiali costituenti, sulla miscela, sulle carote estratte dalla pavimentazione e con prove in situ.
L’ubicazione dei prelievi e la frequenza delle prove sono indicati nella Tabella F.1.
Ogni prelievo deve essere costituito da due gruppi di campioni; un gruppo viene utilizzato per i controlli, l’altro resta a disposizione per eventuali accertamenti e/o verifiche tecniche successive.
Le prove saranno eseguite da Laboratorio indicato dal Committente.
Sul conglomerato sfuso prelevato in cantiere vengono determinati il contenuto di legante, la granulometria degli aggregati e il contenuto di aggregati frantumati. Inoltre, sui provini compattati secondo UNI EN 12697-34 a 75 colpi per faccia sono determinate la percentuale dei vuoti residui (UNI EN 12697-8), la sensibilità all’acqua (UNI EN 12697 – 12) e la massa volumica di riferimento γmiscela (UNI EN 12697-9).
Dopo la stesa, la Direzione Lavori preleva delle carote per il controllo delle caratteristiche del conglomerato e la verifica degli spessori, curando di scegliere posizioni rappresentative dell’insieme della pavimentazione, lontane da chiusini e altri elementi singolari che possano impedire il corretto esercizio dei mezzi costipanti.
Sulle carote vengono misurati gli spessori degli strati e determinati la massa volumica, la percentuale dei vuoti residui e l’adesione tra gli strati mediante la procedura SN 670461, nonché, qualora il conglomerato sciolto non sia stato prelevato o non sia associabile con certezza alle carote: il contenuto di legante, la granulometria degli aggregati, il contenuto di aggregati frantumati e, previo ricostipamento a temperatura adeguata del conglomerato ricavato dalle carote, anche la massa volumica di riferimento γmiscela (UNI EN 12697-9).
Lo spessore dello strato viene determinato in conformità alla UNI EN 12697-36. Lo spessore di una carota è individuato dalla media di quattro misure rilevate in corrispondenza di due diametri ortogonali tra di loro,
tracciati in modo casuale. Lo spessore di un tratto omogeneo di stesa, viene determinato facendo la media degli spessori delle carote estratte dalla pavimentazione, assumendo per i valori con spessore in eccesso di oltre il 5%, rispetto a quello di progetto, valori corrispondenti allo spessore di progetto moltiplicato per 1,05.
Per spessori medi inferiori a quelli di progetto viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco della base pari a:
% di detrazione = s + 0,2 s²
dove s è la mancanza di spessore, in percentuale rispetto al valore di progetto valutata con
⎡ ⎛ γcarota ⎞⎤
⎢Sprogetto − Smisurato × ⎜ 0.98 × γ ⎟⎥
s = 100 ⋅ ⎣ ⎝ miscela ⎠⎦
Sprogetto
γmiscela è la massa volumica di riferimento dei provini (Xxxxxxxx a 75 colpi o pressa giratoria a 100 rotazioni) confezionati con il conglomerato prelevato al momento della stesa o ottenuto dalle carote stesse. Per le posizioni nelle quali le carote sono prelevate ai soli fini della verifica dello spessore, la massa volumica di riferimento è quella ottenuta da altri prelievi prossimi o, in mancanza, quella determinata nello studio della miscela.
Nei casi in cui risulti s > 15 si procederà alla stesa di uno strato di conguagliamento (previa spruzzatura della mano di attacco) fino a raggiungere lo spessore di progetto. La ricarica deve avere uno spessore di almeno 2,0 cm e può essere effettuata con conglomerato tipo binder o tappeto di usura. Quando lo spessore da compensare è inferiore a cm 2,0 il conguagliamento può essere realizzato incrementando lo spessore del sovrastante strato di binder, oppure si deve procedere alla fresatura parziale dello strato di base fino a consentire un conguagliamento di spessore maggiore o uguale a cm 2,0.
La curva granulometrica non deve discostarsi da quella dichiarata nello studio della miscela (composizione tipica), con la tolleranza ± 5% sulle singole percentuali di passante ai setacci di apertura maggiore o uguale a 2 mm,
± 3% per i setacci 0,5 mm e 0,25 mm, ± 1,5% al setaccio 0,063 mm.
Scostamenti superiori alla tolleranza comportano la ripresentazione dello studio della miscela con l’assortimento granulometrico effettivamente posto in opera. In caso di mancato soddisfacimento dei requisiti indicati in tabella A.6 o tabella A.7, si procederà alla rimozione dello strato e alla successiva ricostruzione a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Il contenuto di legante viene determinato in conformità alla UNI EN 12697-1. Per carenze nel contenuto di legante viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco della base pari a:
% di detrazione = 25 b²
dove b è il valore dello scostamento della percentuale di legante riscontrata (arrotondata allo 0,1%) dal valore dichiarato nello studio della miscela, oltre la tolleranza dello 0,3%; in assenza dello studio della miscela si farà riferimento al valore medio dell’intervallo indicato nella tabella A.5 (ultima riga)
La percentuale di aggregati frantumati nella frazione grossa viene determinata in conformità alla UNI EN 933-5. Per percentuale di aggregati frantumati inferiore a quella prevista (70% dell’aggregato grosso) viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco della base pari a:
% di detrazione = 0,5 nf²
dove nf è la differenza tra 70 e la percentuale in massa degli aggregati frantumati, trattenuti al setaccio ISO
4.0 mm.
Per eventuali altre caratteristiche degli aggregati non conformi a quelle richieste (rif. Tabella A.1) la Direzione Lavori valuta volta per volta la necessità di accertamenti a posteriori, e di conseguenza l’accettabilità del conglomerato e le detrazioni da applicare.
La sensibilità all’acqua viene determinata in conformità alla Norma UNI EN 12697 – 12.
Per valori della resistenza a Trazione Indiretta, dopo il trattamento in acqua, inferiori al 90% del valore ottenuto su provini asciutti, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco della base pari a:
% di detrazione = 0,5 sa + (0,1 sa)²
dove sa è la differenza tra 90 e il rapporto percentuale tra la resistenza a Trazione Indiretta dei provini sottoposti al trattamento in acqua e quella ottenuta su provini asciutti.
I vuoti residui della miscela sotto costipamento normalizzato vengono determinati secondo la UNI EN 12697-
8 e la procedura C della UNI EN 12697-6. Per valori della percentuale dei vuoti residui dei xxxxxxx Xxxxxxxx eccedenti il valore massimo previsto nella tabella A.6, ovvero dei provini con pressa giratoria a 100 rotazioni eccedenti il valore massimo previsto nella tabella A.7, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco della base pari a:
% di detrazione = 2e + e²
dove e è la media degli scostamenti (eccedenze) dei valori ottenuti rispetto al valore indicato nelle tabelle
A.6 o A.7 aumentato di due punti percentuali per l’incertezza di laboratorio.
Il grado di addensamento G% delle carote è pari a γcarota/γmiscela espresso in %, con γmiscela pari a quella misurata su provini del materiale prelevato in opera confezionati con compattazione a impatto (Xxxxxxxx) con 75 colpi per faccia (C.1.3 di tab. C.1 della EN 13108–20), ovvero a quella corrispondente a 100 rotazioni di pressa giratoria (C.1.9 di tab. C.1 della EN 13108–20).
Per valori del grado di addensamento delle carote inferiore a G%limite viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco della base pari a:
% di detrazione = 3 i + i³
dove i è l’insufficienza di addensamento i = (G%carote - G%limite %) con G%limite pari a 97 diminuito di un punto per l’incertezza di laboratorio se G%carote è ottenuta come media di almeno due determinazioni e diminuito di due punti se ottenuto da una sola determinazione e/o se il tratto stradale ha pendenza superiore al 6%, o se particolari condizioni di irregolarità del piano di posa dello strato sono state accertate dalla Direzione Lavori e registrate durante l’esecuzione.
Per valori di una delle due detrazioni (vuoti residui e grado di addensamento) superiori al 40% e/o valori della somma delle due superiore al 50%, la Direzione lavori valuta l’opportunità di far rimuovere e ricostruire lo strato a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Qualora non sia possibile valutare separatamente i vuoti residui della miscela e il grado di addensamento in opera, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco della base pari a:
% di detrazione = 2v + v²
dove v è l’eccedenza di vuoti residui in opera, determinati sulle carote, rispetto al valore fisso del 9%, comprensivo dell’errore di laboratorio, aumentato a 10% se il tratto stradale ha pendenza superiore al 6% o quando particolari condizioni di irregolarità del piano di posa dello strato siano state accertate dalla Direzione Lavori e registrate durante l’esecuzione.
Per valori della detrazione, così determinata, superiori al 40%, la Direzione lavori valuta l’opportunità di far rimuovere e ricostruire lo strato a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Per l’eccesso nella quantità di legante, per percentuali di vuoti residui, sia sulla miscela sfusa che sulle carote, inferiori al valore minimo la Direzione Lavori valuta l’accettabilità del conglomerato e le detrazioni da applicare.
Le penali precedentemente indicate sono cumulabili e non escludono ulteriori detrazioni per difetto dei materiali costituenti, della miscela utilizzata rispetto a quella proposta dall’Impresa e/o della sua posa in opera, sempre che le carenze riscontrate rientrino nei limiti di accettabilità e non pregiudichino la funzionalità dell'opera.
Tabella F.1 | ||||
CONTROLLO DEI MATERIALI E VERIFICA PRESTAZIONALE | ||||
STRATO | TIPO DI CAMPIONE | UBICAZIONE PRELIEVO | FREQUENZA PROVE | REQUISITI DA CONTROLLARE |
Base | Aggregato grosso | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.1 |
Base | Aggregato fino | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.2 |
Base | Filler | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.3 |
Base | Legante | Cisterna | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.4 |
Base | Conglomerato sfuso | Vibrofinitrice | Ogni 2000 m2 di stesa o frazione, con un minimo di due per ogni cantiere | Caratteristiche compositive e volumetriche risultanti dallo studio della miscela, sensibilità all’acqua |
Base | Carote x spessori | Pavimentazione | Ogni 2000 m2 di stesa o frazione, con un minimo di due posizioni per ogni cantiere | Spessore previsto in progetto, massa volumica, % vuoti residui, adesione tra gli strati, ed eventualmente le prove previste sul conglomerato sfuso. |
5.2. BASE A CALDO CON BITUME MODIFICATO
La base a caldo con bitume modificato è un conglomerato bituminoso, dosato a peso o a volume, costituito da aggregati lapidei, conglomerato di recupero (fresato), bitume modificato con polimeri e additivi.
Le miscele impiegate devono essere qualificate in conformità al Regolamento UE n. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della norma europea armonizzata UNI EN 13108-1.
5.2.1. Materiali costituenti e loro qualificazione
5.2.1.1. Aggregati
Gli aggregati lapidei costituiscono la fase solida dei conglomerati bituminosi a caldo. Essi sono composti dall’insieme degli aggregati grossi degli aggregati fini e del filler, che può essere di additivazione o proveniente dalla frazione fina. Gli aggregati grossi e fini sono costituiti da elementi ottenuti dalla lavorazione di materiali naturali, artificiali o riciclati, qualificati in conformità al Regolamento UE n. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della norma europea armonizzata UNI EN 13043.
Le caratteristiche tecniche degli aggregati ed i metodi di attestazione devono essere conformi al Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 16 novembre 2009.
La designazione dell’aggregato grosso deve essere effettuata mediante le dimensioni degli stacci appartenenti al gruppo di base più gruppo 2 della UNI EN 13043.
L’aggregato grosso può essere di provenienza o natura petrografica diversa purché, per ogni tipologia, risultino soddisfatti i requisiti indicati nella Tabella A.1.
Tabella A.1 | |||||
AGGREGATO GROSSO | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | Unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Resistenza alla frammentazione (Los Angeles) | UNI EN 1097-2 | LA | % | ≤30 | LA30 |
Percentuale di particelle frantumate | UNI EN 933-5 | C | % | ≥ 70 | C70/0 |
Dimensione Max | UNI EN 933-1 | D | mm | 40 | - |
Passante allo 0.063 | UNI EN 933-1 | f | % | ≤1 | f1 |
Resistenza al gelo e disgelo | UNI EN 1367-1 | F | % | ≤1 | F1 |
Indice di appiattimento | UNI EN 933-3 | FI | % | ≤30 | FI30 |
Assorbimento d’acqua | UNI EN 1097-6 | WA24 | % | ≤1,5 | WA242 |
La designazione dell’aggregato fine deve essere effettuata secondo la norma UNI EN 13043. Per motivi di congruenza con le pezzature fini attualmente prodotte in Italia, è permesso l’impiego come aggregato fine anche di aggregati in frazione unica con dimensione massima di 4 mm (Dmax=4 mm).
L’aggregato fine può essere di provenienza o natura petrografica diversa purché, per ogni tipologia, risultino soddisfatti i requisiti indicati nella Tabella A.2
Tabella A.2 | |||||
AGGREGATO FINE | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | Unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Equivalente in sabbia | UNI EN 933-8 | ES | % | ≥70 | - |
Quantità di frantumato | % | ≥50 | - | ||
Passante allo 0.063 | UNI EN 933-1 | f | % | ≤2 | f2 |
Il filler, frazione per la maggior parte passante al setaccio 0,063 mm, proviene dalla frazione fina degli aggregati oppure può essere costituito da polvere di roccia, preferibilmente calcarea, da cemento, calce idrata, calce idraulica, polvere di asfalto, ceneri volanti.
La granulometria del filler deve essere conforme a quella prevista dalla norma UNI EN 13043. Il filler deve inoltre soddisfare i requisiti indicati in Tabella A.3.
Tabella A.3 | |||||
FILLER | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Indice di plasticità | UNI CEN ISO/TS 17892-12 | IP | N.P. | - | |
Porosità del filler secco compattato (Ridgen) | UNI EN 1097-7 | v | % | 30-45 | v38/45 |
Aumento del punto di rammollimento della miscela filler/legante (Rapporto filler/legante = 1,5) | UNI EN 13179-1 | ΔR&B | % | ≥5 | ΔR&B8/16 |
Il possesso dei requisiti elencati nelle Tabelle A1, A2 ed A3 viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore degli aggregati. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Resta salva la facoltà del Direttore Lavori di verificare con controlli di accettazione i requisiti dichiarati dal produttore.
Per i requisiti di accettazione eventualmente non riportati nella Dichiarazione di Prestazione la Direzione Lavori può richiedere la certificazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001.
5.2.1.2. Conglomerato di recupero
Per conglomerato di recupero (riciclato) deve intendersi il conglomerato bituminoso già usato nelle strade, proveniente dalla frantumazione di lastre o blocchi di conglomerato demolito con sistemi tradizionali, oppure dalla fresatura in sito eseguita a freddo con apposite macchine.
Il conglomerato di recupero deve essere preventivamente qualificato in conformità alla norma UNI EN 13108-
8.
Prima del suo reimpiego il conglomerato riciclato deve essere vagliato per eliminare eventuali elementi (grumi,
placche, ecc.) di dimensioni superiori alla dimensione massima prevista per la miscela.
Nei conglomerati bituminosi per strati di base la percentuale in peso di materiale riciclato riferita al totale della miscela degli aggregati, deve essere al massimo del 30%
La percentuale di conglomerato riciclato da impiegare, che può essere di qualsiasi provenienza, va obbligatoriamente dichiarata nello studio preliminare della miscela che l’Impresa è tenuta a presentare alla Direzione Lavori.
5.2.1.3. Legante
Il legante deve essere costituito da bitume modificato. Il bitume modificato è un bitume semisolido contenente polimeri elastomerici e plastomerici che ne modificano la struttura chimica e le caratteristiche fisiche e meccaniche.
Il bitume modificato con polimeri deve essere qualificato in conformità al Regolamento (UE) N. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice della Norma Europea Armonizzata UNI EN 14023.
Le proprietà richieste per il bitume e i relativi metodi di prova sono indicati nella Tabella A.4.
Tabella A.4 | ||||
BITUME MODIFICATO PmB 45-80/55 | ||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti |
Penetrazione a 25°C | UNI EN1426 | - | 0,1mm | 45-80 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | - | °C | ≥ 55 |
Punto di rottura (Fraass) | UNI EN12593 | - | °C | ≤ - 12 |
-1 Viscosità dinamica a 160°C, γ =10s | UNI EN 13302 | - | mPa∙s | 100-300 |
Ritorno elastico a 25 °C | UNI EN 13398 | RE | % | ≥ 60 |
Stabilità allo stoccaggio 3gg a 180°C Variazione del punto di rammollimento | UNI EN 13399 | - | °C | ≤ 3 |
Valori dopo RTFOT | UNI EN12607-1 | |||
Penetrazione residua a 25°C | UNI EN1426 | - | % | ≥ 60 |
Incremento del punto di rammollimento | UNI EN1427 | - | °C | ≤ 8 |
Il possesso dei requisiti elencati nella Tabella A4 viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore del bitume modificato. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
5.2.1.4. Additivi
Gli additivi sono prodotti naturali o artificiali che, aggiunti agli aggregato o al bitume, consentono di raggiungere le prestazioni richieste al conglomerato bituminoso. Possono essere impiegati per scopi diversi quali la riduzione della sensibilità all’acqua, il miglioramento della lavorabilità in condizioni di stesa difficili, la rigenerazione del bitume invecchiato contenuto nel fresato, il rinforzo strutturale.
Al fine di ridurre la sensibilità all’acqua, devono essere impiegati additivi (attivanti di adesione e/o filler speciali) che favoriscono l’adesione bitume – aggregato. Il loro dosaggio, da specificare obbligatoriamente nello studio della miscela, può variare a seconda delle condizioni di impiego, della natura degli aggregati e delle caratteristiche del prodotto.
Nella scelta del tipo di additivo deve essere verificata la sua compatibilità con i polimeri presenti nel bitume modificato.
Il dosaggio degli additivi deve essere stabilito in modo da garantire la resistenza all’azione dell’acqua richiesta per la miscela (Tabelle A.6 e A.7).
L’impiego del conglomerato di recupero (fresato), pur nei limiti previsti al precedente punto A2, può provocare un indurimento del mastice e quindi una eccessiva rigidezza del conglomerato bituminoso, causata dallo scioglimento del bitume vecchio, che in parte più o meno rilevante viene inglobata nel nuovo mastice filler – bitume.
Allo scopo di riequilibrare la viscosità del mastice devono essere impiegati additivi che possono avere natura e caratteristiche diverse. Poiché il tipo di additivo e le modalità di impiego incidono sulla riattivazione del bitume contenuto nel conglomerato di recupero, il dosaggio deve essere determinato in laboratorio valutando le caratteristiche meccaniche (Resistenza a Trazione Indiretta e Modulo di Rigidezza) e le caratteristiche volumetriche della miscela. I criteri di scelta, la scheda tecnica del prodotto, l’incidenza del dosaggio sulle caratteristiche meccaniche e volumetriche del conglomerato bituminoso devono essere obbligatoriamente contenuti nello studio della miscela.
L’immissione degli additivi deve essere realizzata con attrezzature idonee, tali da garantire l’esatto dosaggio e la loro perfetta dispersione nel legante bituminoso.
Il Produttore deve fornire evidenza dell’idoneità all’impiego, per gli usi specifici, degli additivi utilizzati.
5.2.1.5. Miscele
Il conglomerato bituminoso prodotto a caldo deve essere qualificato in conformità al Regolamento (UE) N. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della Norma Europea Armonizzata UNI EN 13108-1
Il produttore deve determinare e dichiarare la composizione tipica (target composition) delle miscele impiegate. La miscela degli aggregati da adottarsi per strato di base deve avere orientativamente una composizione granulometrica, determinata in conformità alla Norma UNI EN 12697-2, contenuta nel fuso riportato in Tabella A.5.
La percentuale di legante, riferita alla massa degli aggregati, deve essere compresa nei limiti indicati nella stessa Tabella A.5.
Tabella A.5 | ||
BASE AC 32 COMPOSIZIONE GRANULOMETRICA | ||
Serie ISO | mm | % di passante |
Setaccio | 63.0 | 100 |
Setaccio | 32.0 | 90 – 100 |
Setaccio | 20.0 | 69 – 82 |
Xxxxxxxx | 0 | 45 – 56 |
Xxxxxxxx | 0 | 21 – 31 |
Setaccio | 0.5 | 10 – 17 |
Setaccio | 0.25 | 6 – 12 |
Xxxxxxxx | 0.000 | 4 - 7 |
Contenuto di legante (%) | 4.3 – 5.3 |
La quantità di legante di effettivo impiego deve essere determinata mediante lo studio della miscela con il metodo Xxxxxxxx (metodo di prova UNI EN 12697-34). o con il metodo volumetrico (metodo di prova UNI EN 12697- 31), in modo da ottenere i requisiti riportati in Tabella A.6 ovvero in Tabella A.7.
La massa volumica della composizione tipica, costipata a 75 colpi per faccia o a 100 rotazioni di pressa giratoria è assunta come massa volumica di riferimento della miscela (UNI EN 12697 – 9) e indicata nel seguito con γmiscela.
Tabella A.6 | |||||
METODO XXXXXXXX | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Costipamento 75 colpi x faccia | |||||
Stabilità Xxxxxxxx | UNI EN 12697 - 34 | Smin | kN | 10 | Smin10 |
Rigidezza Xxxxxxxx | Qmin | kN/mm | 3 – 4,5 | Qmin3 | |
Vuoti residui (∗) | UNI EN 12697 – 8 | V | % | 3 – 6 | Vmin3,0 – Vmax6 |
Sensibilità all’acqua | UNI EN 12697 - 12 | ITSR | % | > 90 | ITSR90 |
Resistenza a trazione indiretta a 25 °C | UNI EN 12697 - 23 | ITS | MPa | 0,9 – 1,5 | |
Coefficiente di trazione indiretta2 a 25 °C | CTI | MPa | ≥ 80 | ||
(∗) UNI EN 12697 – 6 Procedura C |
Tabella A.7 | |||||
METODO VOLUMETRICO | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Condizioni di prova | |||||
Angolo di rotazione | 1.25° ± 0.02 | ||||
Velocità di rotazione | Rotazioni/min | 30 | |||
Pressione verticale | kPa | 600 | |||
Diametro del provino | Mm | 100 | |||
Vuoti a 10 rotazioni | UNI EN 12697 - 8 | V | % | 9 – 14 | V10Gmin9 |
Vuoti a 100 rotazioni (∗) | UNI EN 12697 – 8 | V | % | 3 – 6 | Vmin3,0 – Vmax6 |
Vuoti a 180 rotazioni | UNI EN 12697 – 8 | V | % | ≥ 2 | |
Sensibilità all’acqua | UNI EN 12697 - 12 | ITSR | % | > | ITSR90 |
Resistenza a trazione indiretta a 25°C (∗∗) | UNI EN 12697 - 23 | ITS | MPa | 0,9 – 1,5 | |
Coefficiente di trazione indiretta a 25 °C (∗∗) | CTI | MPa | ≥ 80 | ||
(∗) UNI EN 12697 – 6 Procedura C. (∗∗) Su provini confezionati con 100 rotazioni della pressa giratoria |
5.2.2. Accettazione delle miscele
Il possesso dei requisiti previsti per la miscela viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore del conglomerato bituminoso. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Su richiesta della Direzione Lavori devono inoltre essere fornite le registrazioni delle prove effettuate per il controllo di produzione di fabbrica degli ultimi 3 mesi. Le frequenze di prova per il controllo di produzione di fabbrica devono essere quelle relative al livello di controllo Z.
Per i requisiti non riportati nella Dichiarazione di prestazione la Direzione Lavori può chiedere la certificazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001. Per i requisiti contenuti nella UNI EN 13108-1 la qualifica prevede sia le prove iniziali di tipo ITT che il controllo della produzione di fabbrica (FPC), come specificato nelle UNI EN 13108, parti 20 e 21.
Resta salva la facoltà del Direttore Lavori di verificare i requisiti dichiarati dal produttore con controlli di accettazione a posteriori effettuati sulle miscele prelevate alla stesa e immediatamente costipate senza ulteriore riscaldamento. Limitatamente alle caratteristiche volumetriche, i controlli di accettazione possono eventualmente essere effettuati anche con successivo riscaldamento del materiale prelevato alla stesa o ottenuto da carote, purché la quantità di materiale sia sufficiente e le temperature di costipamento siano adeguate all’indurimento subito dal bitume durante le fasi di confezione e stesa.
Qualora sia necessario eseguire a posteriori anche prove meccaniche (Stabilità Xxxxxxxx o Resistenza a trazione indiretta), i provini da sottoporre a tali prove saranno confezionati con gli aggregati ottenuti dalle carote miscelati con bitume nuovo simile a quello dichiarato.
Solo la comparazione tra i risultati di trazione indiretta ai fini della determinazione della sensibilità all’acqua può essere condotta su provini ottenuti mediante ulteriore riscaldamento.
5.2.3. Confezionamento delle miscele
Il conglomerato deve essere confezionato mediante impianti fissi automatizzati, di idonee caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte.
La produzione di ciascun impianto non deve essere spinta oltre la sua potenzialità, per garantire il perfetto essiccamento, l’uniforme riscaldamento della miscela ed una perfetta vagliatura che assicuri una idonea riclassificazione delle singole classi degli aggregati. Possono essere impiegati anche impianti continui (tipo drum- mixer) purché il dosaggio dei componenti la miscela sia eseguito a peso, mediante idonee apparecchiature la cui efficienza deve essere costantemente controllata.
L’impianto deve comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di realizzare le miscele rispondenti a quelle indicate nello studio presentato ai fini dell’accettazione.
Ogni impianto deve assicurare il riscaldamento del legante alla temperatura richiesta ed a viscosità uniforme fino al momento della miscelazione oltre al perfetto dosaggio sia del legante che degli additivi.
La zona destinata allo stoccaggio degli aggregati deve essere preventivamente e convenientemente sistemata per annullare la presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua che possono compromettere la pulizia degli aggregati. Inoltre i cumuli delle diverse classi devono essere nettamente separati tra di loro e l’operazione di rifornimento nei predosatori eseguita con la massima cura.
Lo stoccaggio del conglomerato bituminoso fresato deve essere al coperto. L’umidità del fresato prima del riscaldamento deve essere comunque inferiore al 4%, Nel caso di valori superiori la produzione del conglomerato deve essere sospesa.
Il tempo di miscelazione deve essere stabilito in funzione delle caratteristiche dell’impianto, in misura tale da permettere un completo ed uniforme rivestimento degli aggregati con il legante.
L’umidità degli aggregati all’uscita dell’essiccatore non deve superare lo 0,25% in massa.
La temperatura degli aggregati all’atto della miscelazione deve essere compresa tra 160°C e 180° C e quella del legante tra 160° C e 170° C, in rapporto al tipo di bitume modificato impiegato.
Per la verifica delle suddette temperature gli essiccatori, le caldaie e le tramogge degli impianti devono essere muniti di termometri fissi perfettamente funzionanti e periodicamente tarati.
5.2.4. Preparazione delle superfici di stesa
Prima della realizzazione di uno strato di base è necessario preparare la superficie di stesa allo scopo di garantire una adeguata adesione all’interfaccia mediante la pulizia e l’applicazione, con dosaggi opportuni, di emulsioni bituminose aventi caratteristiche specifiche. A seconda che lo strato di supporto sia in misto granulare oppure in conglomerato bituminoso la lavorazione corrispondente prenderà il nome rispettivamente di mano di ancoraggio e mano d’attacco.
Per mano di ancoraggio si intende una emulsione bituminosa a rottura lenta e bassa viscosità, applicata sopra uno strato in misto granulare prima della realizzazione di uno strato in conglomerato bituminoso. Scopo di tale lavorazione è quello di riempire i vuoti dello strato non legato irrigidendone la parte superficiale fornendo al contempo una migliore adesione per l’ancoraggio del successivo strato in conglomerato bituminoso.
Il materiale da impiegare a tale fine è rappresentato da una emulsione bituminosa a rottura lenta con il 60% di bitume residuo (designazione secondo UNI EN 13808: C 60 B 10) rispondente alle specifiche indicate nella Tabella
D.1 , applicata con un dosaggio di bitume residuo almeno pari a 1,0 kg/m2.
Tabella D.1 | |||||
EMULSIONE BITUMINOSA - C 60 B10 | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Classe |
Contenuto di acqua | UNI EN 1428 | w | % | 40+/-1 | 6 |
Contenuto di legante (bitume+flussante) | UNI EN 1431 | r | % | > 59 | 6 |
Omogeneità | UNI EN 1429 | % | ≤ 0,2 | ||
Sedimentazione a 7gg. | UNI EN 12847 | ST | % | ≤ 10 | 3 |
pH (grado di acidità) | UNI EN 12850 | 2÷4 | |||
Miscelazione con cemento | UNI EN 12848 | % | < 2 | 10 | |
Caratteristiche bitume estratto | UNI EN 1431 | ||||
Penetrazione a 25 °C | UNI EN1426 | - | 0,1mm | 50 - 100 | 3 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | - | °C | 35 - 56 | 8 |
Punto di rottura (Fraass) | UNI EN112593 | - | °C | ≤ -8 |
Per mano d’attacco si intende una emulsione bituminosa applicata sopra una superficie di conglomerato bituminoso prima della realizzazione di un nuovo strato, avente lo scopo di evitare possibili scorrimenti relativi aumentando l’adesione all’interfaccia.
L’emulsione per mano d’attacco deve essere un’emulsione cationica a rottura rapida con il 69% di bitume residuo modificato con polimeri (designazione secondo UNI EN 13808: X 00 XX 3) rispondente alle specifiche indicate nella Tabella D1.
Il bitume modificato steso a caldo deve avere le caratteristiche del bitume residuo indicate in Tabella D.2.
Tabella D.2 | |||||
EMULSIONE DI BITUME MODIFICATO CON POLIMERI – X 00 XX 0 | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Classe |
Contenuto di acqua | UNI EN 1428 | w | % | 30+/-1 | 9 |
Contenuto di legante bituminoso | UNI EN 1431 | r | % | 67 – 71 | 8 |
Contenuto flussante | UNI EN 1431 | o | % | 0 | - |
Sedimentazione a 7gg | UNI EN 12847 | ST | % | ≤10 | 3 |
Indice di rottura | UNI EN 13075-1 | BV | 70 – 155 | 4 | |
Residuo bituminoso (per evaporazione) | |||||
Penetrazione a 25 °C | UNI EN1426 | - | 0,1mm | 50-70 | 3 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | - | °C | > 65 | 2 |
Punto di rottura (Frass) | UNI EN 12593 | - | °C | < -15 | - |
Ritorno elastico a 25 °C | UNI EN 13398 | RE | % | ≥ 75 | 4 |
La mano d'attacco può essere realizzata anche con bitume modificato con polimeri steso a caldo, nella stessa quantità di bitume residuo dell’emulsione per unità di superficie.
Prima della stesa della mano d’attacco l’Impresa dovrà rimuovere tutte le impurità presenti e provvedere alla sigillatura di eventuali zone porose e/o fessurate mediante l’impiego di una malta bituminosa sigillante.
La mano d'attacco, per consentire il transito dei mezzi di stesa, deve essere coperta con graniglia oppure con sabbia o filler.
Il dosaggio di bitume modificato con polimeri residuo dell’emulsione, o del bitume modificato con polimeri spruzzato a caldo, deve essere pari a 0,40 kg/m2 nel caso di stesa della base su pavimentazione precedentemente
fresata, di 0,35 kg/m2 nel caso di ricarica (stesa di base su pavimentazione preesistente), di 0,30 kg/m2 nel caso di interfaccia tra due strati di base stesi separatamente (base stesa in due passate).
Il possesso dei requisiti dell’emulsione bituminosa o del bitume modificato per la mano d’attacco viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Per i requisiti non riportati nella Dichiarazione di prestazione la Direzione Lavori può chiedere la certificazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001.
5.2.5. Posa in opera
La posa in opera dello strato di base viene effettuata a mezzo di macchine vibrofinitrici in perfetto stato di efficienza e dotate di automatismi di autolivellamento.
Le vibrofinitrici devono comunque lasciare uno strato finito perfettamente sagomato, privo di sgranamenti, fessurazioni ed esente da difetti dovuti a segregazione degli elementi litoidi più grossi.
Nella stesa si deve porre la massima cura alla formazione dei giunti longitudinali preferibilmente ottenuti mediante tempestivo affiancamento di una strisciata alla precedente.
Qualora ciò non sia possibile il bordo della striscia già realizzata deve essere spruzzato con la stessa emulsione bituminosa impiegata per la mano d’attacco, in modo da assicurare la saldatura della striscia successiva.
Se il bordo risulterà danneggiato o arrotondato si deve procedere al taglio verticale con idonea attrezzatura.
I giunti trasversali derivanti dalle interruzioni giornaliere devono essere realizzati sempre previo taglio ed asportazione della parte terminale di azzeramento.
Il trasporto del conglomerato dall’impianto di confezione al cantiere di stesa deve avvenire mediante mezzi di trasporto di adeguata portata, efficienti e comunque sempre dotati di telone di copertura per evitare i raffreddamenti superficiali eccessivi e formazione di crostoni.
La temperatura del conglomerato bituminoso all’atto della stesa, controllata immediatamente dietro la finitrice, deve risultare in ogni momento non inferiore a 150° C.
La stesa dei conglomerati deve essere sospesa quando le condizioni meteorologiche generali possono pregiudicare la perfetta riuscita del lavoro. Gli strati eventualmente compromessi devono essere immediatamente rimossi e successivamente ricostruiti a spese dell’Impresa.
La compattazione della base deve iniziare appena steso dalla vibrofinitrice e condotta a termine senza interruzioni.
L’addensamento deve essere realizzato preferibilmente con rulli gommati. Possono essere utilizzati anche rulli con ruote metalliche vibranti e/o combinati, di peso non inferiore a 12 t e caratteristiche tecnologiche avanzate in modo da assicurare il raggiungimento delle massime densità ottenibili.
Si avrà cura inoltre che la compattazione sia condotta con la metodologia più adeguata per ottenere uniforme addensamento in ogni punto ed evitare fessurazioni e scorrimenti nello strato appena steso.
La superficie dello strato finito deve presentarsi, dopo la compattazione, priva di irregolarità ed ondulazioni. Un’asta rettilinea lunga 4 m posta in qualunque direzione sulla superficie finita di ciascuno strato deve aderirvi uniformemente; può essere tollerato uno scostamento massimo di 5 mm.
La miscela bituminosa deve essere stesa sullo strato sottostante dopo che sia stata accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest’ultimo ai requisiti di quota, sagoma, densità e portanza indicati in progetto.
Prima della stesa del conglomerato bituminoso su strati di fondazione in misto cementato deve essere rimossa, per garantirne l’ancoraggio, la sabbia eventualmente non trattenuta dall’emulsione stesa precedentemente a protezione del misto cementato stesso.
5.2.6. Controlli
Il controllo della qualità del conglomerato bituminoso e della sua posa in opera deve essere effettuato mediante prove di laboratorio sui materiali costituenti, sulla miscela, sulle carote estratte dalla pavimentazione e con prove in situ.
L’ubicazione dei prelievi e la frequenza delle prove sono indicati nella Tabella F.1.
Ogni prelievo deve essere costituito da due gruppi di campioni; un gruppo viene utilizzato per i controlli, l’altro resta a disposizione per eventuali accertamenti e/o verifiche tecniche successive.
Le prove saranno eseguite da Laboratorio indicato dal Committente.
Sul conglomerato sfuso prelevato in cantiere vengono determinati il contenuto di legante, la granulometria degli aggregati e il contenuto di aggregati frantumati. Inoltre, sui provini compattati secondo UNI EN 12697-34 a 75 colpi per faccia sono determinate la percentuale dei vuoti residui (UNI EN 12697-8), la sensibilità all’acqua (UNI EN 12697 – 12) e la massa volumica di riferimento γmiscela (UNI EN 12697-9).
Dopo la stesa, la Direzione Lavori preleva delle carote per il controllo delle caratteristiche del conglomerato e la verifica degli spessori, curando di scegliere posizioni rappresentative dell’insieme della pavimentazione, lontane da chiusini e altri elementi singolari che possano impedire il corretto esercizio dei mezzi costipanti.
Sulle carote vengono misurati gli spessori degli strati e determinati la massa volumica, la percentuale dei vuoti residui e l’adesione tra gli strati mediante la procedura SN 670461, nonché, qualora il conglomerato sciolto non sia stato prelevato o non sia associabile con certezza alle carote: il contenuto di legante, la granulometria degli aggregati, il contenuto di aggregati frantumati e, previo ricostipamento a temperatura adeguata del conglomerato ricavato dalle carote, anche la massa volumica di riferimento γmiscela (UNI EN 12697-9).
Lo spessore dello strato viene determinato in conformità alla UNI EN 12697-36. Lo spessore di una carota è individuato dalla media di quattro misure rilevate in corrispondenza di due diametri ortogonali tra di loro, tracciati in modo casuale. Lo spessore di un tratto omogeneo di stesa, viene determinato facendo la media degli spessori delle carote estratte dalla pavimentazione, assumendo per i valori con spessore in eccesso di oltre il 5%, rispetto a quello di progetto, valori corrispondenti allo spessore di progetto moltiplicato per 1,05.
Per spessori medi inferiori a quelli di progetto viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco della base pari a:
% di detrazione = s + 0,2 s²
dove s è la mancanza di spessore, in percentuale rispetto al valore di progetto valutata con
⎡ ⎛ γcarota ⎞⎤
⎢Sprogetto − Smisurato × ⎜ 0.98 × γ ⎟⎥
s = 100 ⋅ ⎣ ⎝ miscela ⎠⎦
Sprogetto
γmiscela è la massa volumica di riferimento dei provini (Xxxxxxxx a 75 colpi o pressa giratoria a 100 rotazioni) confezionati con il conglomerato prelevato al momento della stesa o ottenuto dalle carote stesse. Per le posizioni nelle quali le carote sono prelevate ai soli fini della verifica dello spessore, la massa volumica di riferimento è quella ottenuta da altri prelievi prossimi o, in mancanza, quella determinata nello studio della miscela.
Nei casi in cui risulti s > 15 si procederà alla stesa di uno strato di conguagliamento (previa spruzzatura della mano di attacco) fino a raggiungere lo spessore di progetto. La ricarica deve avere uno spessore di almeno 2,0 cm e può essere effettuata con conglomerato tipo binder o tappeto di usura. Quando lo spessore da compensare è inferiore a cm 2,0 il conguagliamento può essere realizzato incrementando lo spessore del sovrastante strato di binder, oppure si deve procedere alla fresatura parziale dello strato di base fino a consentire un conguagliamento di spessore maggiore o uguale a cm 2,0.
La curva granulometrica non deve discostarsi da quella dichiarata nello studio della miscela (composizione tipica), con la tolleranza ± 5% sulle singole percentuali di passante ai setacci di apertura maggiore o uguale a 2 mm,
± 3% per i setacci 0,5 mm e 0,25 mm, ± 1,5% al setaccio 0,063 mm.
Scostamenti superiori alla tolleranza comportano la ripresentazione dello studio della miscela con l’assortimento granulometrico effettivamente posto in opera. In caso di mancato soddisfacimento dei requisiti indicati in tabella A.6 o tabella A.7, si procederà alla rimozione dello strato e alla successiva ricostruzione a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Il contenuto di legante viene determinato in conformità alla UNI EN 12697-1. Per carenze nel contenuto di legante viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco della base pari a:
% di detrazione = 25 b²
dove b è il valore dello scostamento della percentuale di legante riscontrata (arrotondata allo 0,1%) dal valore dichiarato nello studio della miscela, oltre la tolleranza dello 0,3%; in assenza dello studio della miscela si farà riferimento al valore medio dell’intervallo indicato nella tabella A.5 (ultima riga)
La percentuale di aggregati frantumati nella frazione grossa viene determinata in conformità alla UNI EN 933-5. Per percentuale di aggregati frantumati inferiore a quella prevista (80% dell’aggregato grosso) viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco della base pari a:
% di detrazione = 0,5 nf²
dove nf è la differenza tra 70 e la percentuale in massa degli aggregati frantumati, trattenuti al setaccio ISO
4.0 mm.
Per eventuali altre caratteristiche degli aggregati non conformi a quelle richieste (rif. Tabella A.1) la Direzione Lavori valuta volta per volta la necessità di accertamenti a posteriori, e di conseguenza l’accettabilità del conglomerato e le detrazioni da applicare.
La sensibilità all’acqua viene determinata in conformità alla Norma UNI EN 12697 – 12.
Per valori della resistenza a Trazione Indiretta, dopo il trattamento in acqua, inferiori al 90% del valore ottenuto su provini asciutti, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco della base pari a:
% di detrazione = 0,5 sa + (0,1 sa)²
dove sa è la differenza tra 90 e il rapporto percentuale tra la resistenza a Trazione Indiretta dei provini sottoposti al trattamento in acqua e quella ottenuta su provini asciutti.
I vuoti residui della miscela sotto costipamento normalizzato vengono determinati secondo la UNI EN 12697-
8 e la procedura C della UNI EN 12697-6. Per valori della percentuale dei vuoti residui dei xxxxxxx Xxxxxxxx eccedenti il valore massimo previsto nella tabella A.6, ovvero dei provini con pressa giratoria a 100 rotazioni eccedenti il valore massimo previsto nella tabella A.7, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco della base pari a:
% di detrazione = 2e + e²
dove e è la media degli scostamenti (eccedenze) dei valori ottenuti rispetto al valore indicato nelle tabelle
A.6 o A.7 aumentato di due punti percentuali per l’incertezza di laboratorio.
Il grado di addensamento quella misurata su provini del materiale prelevato in opera confezionati con compattazione a impatto (Xxxxxxxx) con 75 colpi per faccia (C.1.3 di tab. C.1 della EN 13108–20), ovvero a quella corrispondente a 100 rotazioni di pressa giratoria (C.1.9 di tab. C.1 della EN 13108–20).
Per valori del grado di addensamento delle carote inferiore a G%limite viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco della base pari a:
% di detrazione = 3 i + i³
dove i è l’insufficienza di addensamento i = (G%carote - G%limite %) con G%limite pari a 97 diminuito di un punto per l’incertezza di laboratorio se G%carote è ottenuta come media di almeno due determinazioni e diminuito di due punti se ottenuto da una sola determinazione e/o se il tratto stradale ha pendenza superiore al 6%, o se particolari condizioni di irregolarità del piano di posa dello strato sono state accertate dalla Direzione Lavori e registrate durante l’esecuzione.
Per valori di una delle due detrazioni (vuoti residui e grado di addensamento) superiori al 40% e/o valori della somma delle due superiore al 50%, la Direzione lavori valuta l’opportunità di far rimuovere e ricostruire lo strato a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Qualora non sia possibile valutare separatamente i vuoti residui della miscela e il grado di addensamento in opera, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco della base pari a:
% di detrazione = 2 v + v²
dove v è l’eccedenza di vuoti residui in opera, determinati sulle carote, rispetto al valore fisso del 9%, comprensivo dell’errore di laboratorio, aumentato a 10% se il tratto stradale ha pendenza superiore al 6% o quando particolari condizioni di irregolarità del piano di posa dello strato siano state accertate dalla Direzione Lavori e registrate durante l’esecuzione.
Per valori della detrazione, così determinata, superiori al 40%, la Direzione lavori valuta l’opportunità di far rimuovere e ricostruire lo strato a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Per l’eccesso nella quantità di legante, per percentuali di vuoti residui, sia sulla miscela sfusa che sulle carote, inferiori al valore minimo la Direzione Lavori valuta l’accettabilità del conglomerato e le detrazioni da applicare.
Le penali precedentemente indicate sono cumulabili e non escludono ulteriori detrazioni per difetto dei materiali costituenti, della miscela utilizzata rispetto a quella proposta dall’Impresa e/o della sua posa in opera, sempre che le carenze riscontrate rientrino nei limiti di accettabilità e non pregiudichino la funzionalità dell'opera.
Tabella F.1 | ||||
CONTROLLO DEI MATERIALI E VERIFICA PRESTAZIONALE | ||||
STRATO | TIPO DI CAMPIONE | UBICAZIONE PRELIEVO | FREQUENZA PROVE | REQUISITI DA CONTROLLARE |
Base | Aggregato grosso | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.1 |
Base | Aggregato fino | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.2 |
Base | Filler | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.3 |
Base | Legante | Cisterna | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.4 |
Base | Conglomerato sfuso | Vibrofinitrice | Ogni 2000 m2 di stesa o frazione, con un minimo di due per ogni cantiere | Caratteristiche compositive e volumetriche risultanti dallo studio della miscela, sensibilità all’acqua |
Base | Carote | Pavimentazione | Ogni 2000 m2 di stesa o frazione, con un minimo di due posizioni per ogni cantiere | Spessore previsto in progetto, massa volumica, % vuoti residui ed eventualmente le prove previste sul conglomerato sfuso. |
5.3. BINDER TRADIZIONALE A CALDO
Il binder tradizionale a caldo è un conglomerato bituminoso, dosato a peso o a volume, costituito da aggregati lapidei naturali, conglomerato di recupero (fresato), bitume semisolido e additivi.
Le miscele impiegate devono essere qualificate in conformità al Regolamento UE n. 305/2011. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della Norma Europea Armonizzata UNI EN 13108-1.
5.3.1. Materiali costituenti e loro qualificazione
5.3.1.1. Aggregati
Gli aggregati lapidei costituiscono la fase solida dei conglomerati bituminosi a caldo. Essi sono composti dall’insieme degli aggregati grossi degli aggregati fini e del filler, che può essere di additivazione o proveniente dalla frazione fina. Gli aggregati grossi e fini sono costituiti da elementi ottenuti dalla lavorazione di materiali naturali, artificiali o riciclati, qualificati in conformità al Regolamento UE n. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della Norma Europea Armonizzata UNI EN 13043.
Le caratteristiche tecniche degli aggregati ed i metodi di attestazione devono essere conformi al Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 16 novembre 2009.
La designazione dell’aggregato grosso deve essere effettuata mediante le dimensioni degli stacci appartenenti al gruppo di base più gruppo 2 della UNI EN 13043.
L’aggregato grosso può essere di provenienza o natura petrografica diversa purché, per ogni tipologia, risultino soddisfatti i requisiti indicati nella Tabella A.1.
Tabella A.1 | |||||
AGGREGATO GROSSO | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | Unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Resistenza alla frammentazione (Los Angeles) | UNI EN 1097-2 | LA | % | ≤25 | LA25 |
Percentuale di particelle frantumate | UNI EN 933-5 | C | % | ≥ 80 | C80/0 |
Dimensione Max | UNI EN 933-1 | D | mm | 30 | - |
Passante allo 0.063 | UNI EN 933-1 | f | % | ≤1 | f1 |
Resistenza al gelo e disgelo | UNI EN 1367-1 | F | % | ≤1 | F1 |
Indice di appiattimento | UNI EN 933-3 | FI | % | ≤25 | FI25 |
Assorbimento d’acqua | UNI EN 1097-6 | WA24 | % | ≤1,5 | WA242 |
La designazione dell’aggregato fine deve essere effettuata secondo la norma UNI EN 13043. Per motivi di congruenza con le pezzature fini attualmente prodotte in Italia, è permesso l’impiego come aggregato fine anche di aggregati in frazione unica con dimensione massima di 4 mm (Dmax=4 mm).
L’aggregato fine può essere di provenienza o natura petrografica diversa purché, per ogni tipologia, risultino soddisfatti i requisiti indicati nella Tabella A.2.
Tabella A.2 | |||||
AGGREGATO FINE | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | Unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Equivalente in sabbia | UNI EN 933-8 | ES | % | ≥70 | - |
Quantità di frantumato | % | ≥50 | - | ||
Passante allo 0.063 | UNI EN 933-1 | f | % | ≤2 | f2 |
Il filler, frazione passante per la maggior parte al setaccio 0,063mm, proviene dalla frazione fina degli aggregati oppure può essere costituito da polvere di roccia, preferibilmente calcarea, da cemento, calce idrata, calce idraulica, polvere di asfalto, ceneri volanti. La granulometria del filler deve essere conforme a quella prevista dalla norma UNI EN 13043. Il filler deve inoltre soddisfare i requisiti indicati in Tabella A.3.
Tabella A.3 | |||||
FILLER | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | Unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Indice di plasticità | UNI CEN ISO/TS 17892-12 | IP | N.P. | - | |
Porosità del filler secco compattato (Ridgen) | UNI EN 1097-7 | v | % | 30-45 | v38/45 |
Aumento del punto di rammollimento della miscela filler/bitume (Rapporto filler/bitume = 1,5) | UNI EN 13179-1 | ΔR&B | % | ≥5 | ΔR&B8/16 |
Il possesso dei requisiti elencati nelle Tabelle A1, A2 ed A3 viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore degli aggregati. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Resta salva la facoltà del Direttore Lavori di verificare con controlli di accettazione i requisiti dichiarati dal produttore. Per i requisiti di accettazione eventualmente non riportati nella Dichiarazione di Prestazione, la Direzione Lavori può richiedere la certificazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001.
5.3.1.2. Conglomerato di recupero
Per conglomerato di recupero (riciclato) deve intendersi il conglomerato bituminoso preesistente proveniente dalla frantumazione di lastre o blocchi di conglomerato demolito con sistemi tradizionali, oppure dalla fresatura in sito eseguita a freddo con apposite macchine. Il conglomerato di recupero deve essere preventivamente qualificato in conformità alla norma UNI EN 13108-8.
Prima del suo reimpiego il conglomerato riciclato deve essere vagliato per eliminare eventuali elementi (grumi, placche, ecc.) di dimensioni superiori alla dimensione massima prevista per la miscela.
Nei conglomerati bituminosi per strati di binder la percentuale in peso di materiale riciclato riferita al totale della miscela degli aggregati, deve essere al massimo del 20%.
La percentuale di conglomerato riciclato da impiegare, che può essere di qualsiasi provenienza, va obbligatoriamente dichiarata nello studio preliminare della miscela che l’Impresa è tenuta a presentare alla Direzione Lavori.
5.3.1.3. Legante
Il legante deve essere costituito da bitume semisolido per applicazioni stradali ottenuto dai processi di raffinazione del petrolio greggio. Saranno utilizzati, a seconda della zona e del periodo di impiego, bitumi
appartenenti alla classi di penetrazione 50/70 oppure 70/100, definite dalla UNI EN 12591. La preferenza di impiego sarà per la classe 50/70 per le temperature più elevate.
Il bitume deve essere qualificato in conformità al Regolamento (UE) N. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice della Norma Europea Armonizzata UNI EN 14023.
Le proprietà richieste per il bitume ed i relativi metodi di prova sono indicati nella Tabella A.4.
Tabella A.4 | ||||
BITUME | Tipo 50/70 | Ttipo 70/100 | ||
Parametro | Normativa | unità di misura | Valori richiesti | Valori richiesti |
Penetrazione a 25°C | UNI EN1426 | 0,1mm | 50-70 | 70 - 100 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | °C | 46-54 | 43 - 51 |
Punto di rottura (Fraass) | UNI EN12593 | °C | ≤ - 8 | ≤ -10 |
Solubilità | UNI EN12592 | % | ≥ 99 | ≥ 99 |
Valori dopo RTFOT (163°C) | UNI EN12607-1 | |||
Variazione di massa | UNI EN12607-1 | % | ≤ 0,5 | ≤ 0,8 |
Penetrazione residua a 25°C | UNI EN1426 | % | ≥ 50 | ≥ 46 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | °C | ≥ 48 | ≥ 45 |
Incremento del punto di rammollimento | UNI EN1427 | °C | ≤ 11 | ≤ 11 |
Il possesso dei requisiti elencati nella tabella A4 viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore del bitume. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
5.3.1.4. Additivi
Gli additivi sono prodotti naturali o artificiali che, aggiunti agli aggregato o al bitume, consentono di raggiungere le prestazioni richieste al conglomerato bituminoso. Possono essere impiegati per scopi diversi quali la riduzione della sensibilità all’acqua, il miglioramento della lavorabilità in condizioni di stesa difficili, la rigenerazione del bitume invecchiato contenuto nel fresato, il rinforzo strutturale.
Al fine di ridurre la sensibilità all’acqua, devono essere impiegati additivi (attivanti di adesione e/o filler speciali) che favoriscono l’adesione bitume – aggregato. Il loro dosaggio può variare a seconda delle condizioni di impiego, della natura degli aggregati e delle caratteristiche del prodotto e deve essere stabilito in modo da garantire la resistenza all’azione dell’acqua richiesta per la miscela (Tabelle A.6 e A.7).
L’impiego del conglomerato di recupero (fresato), pur nei limiti previsti al precedente punto A2, può provocare un indurimento del mastice e quindi una eccessiva rigidezza del conglomerato bituminoso, causata dallo scioglimento del bitume vecchio, che in parte più o meno rilevante viene inglobata nel nuovo mastice filler – bitume.
Allo scopo di riequilibrare la viscosità del mastice devono essere impiegati additivi che possono avere natura e caratteristiche diverse. Poiché il tipo di additivo e le modalità di impiego incidono sulla riattivazione del bitume contenuto nel conglomerato di recupero, il dosaggio deve essere valutato in laboratorio valutando le caratteristiche meccaniche (Resistenza a Trazione Indiretta e Modulo di Rigidezza) e le caratteristiche volumetriche della miscela. I criteri di scelta dell’additivo, la scheda tecnica del prodotto, l’incidenza del dosaggio sulle caratteristiche meccaniche e volumetriche del conglomerato bituminoso devono essere obbligatoriamente contenuti nello studio della miscela.
L’immissione degli additivi deve essere realizzata con attrezzature idonee, tali da garantire l’esatto dosaggio e la loro perfetta dispersione nel legante bituminoso.
Il Produttore deve fornire evidenza dell’idoneità all’impiego, per gli usi specifici, degli additivi utilizzati.
5.3.1.5. Miscele
Il conglomerato bituminoso prodotto a caldo deve essere qualificato in conformità al Regolamento (UE) N. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della Norma Europea Armonizzata UNI EN 13108-1
Il produttore deve determinare e dichiarare la composizione tipica (target composition) delle miscele impiegate. La miscela degli aggregati da adottarsi per il binder, deve avere orientativamente una composizione granulometrica, determinata in conformità alla Norma UNI EN 12697-2, contenuta nel fuso riportato in Tabella A.5 .
La percentuale di legante, riferita alla massa degli aggregati, deve essere compresa nei limiti indicati nella stessa Tabella A.5.
Tabella A.5 | ||
BINDER AC 20 COMPOSIZIONE GRANULOMETRICA | ||
Serie ISO | mm | % di passante |
Setaccio | 32.0 | 100 |
Setaccio | 20.0 | 90 – 100 |
Setaccio | 10.0 | 56 – 68 |
Xxxxxxxx | 0 | 37 – 48 |
Xxxxxxxx | 0 | 23 – 33 |
Setaccio | 0.5 | 11 – 17 |
Setaccio | 0.25 | 6 – 12 |
Xxxxxxxx | 0.000 | 4 - 7 |
Contenuto di legante (%) | 4.3 – 5.7 |
La quantità di bitume di effettivo impiego deve essere determinata mediante lo studio della miscela con il metodo Xxxxxxxx (metodo di prova UNI EN 12697-34) o con il metodo volumetrico (metodo di prova UNI EN 12697- 31), in modo da ottenere i requisiti riportati in Tabella A.6 (metodo XXXXXXXX), ovvero in Tabella A.7 (metodo volumetrico).
La massa volumica della composizione tipica, costipata a 75 colpi per faccia o a 100 rotazioni di pressa giratoria è assunta come massa volumica di riferimento della miscela (UNI EN 12697 – 9) e indicata nel seguito con γmiscela.
Tabella A.6 | |||||
METODO XXXXXXXX | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Costipamento 75 colpi x faccia | |||||
Stabilità Xxxxxxxx | UNI EN 12697 - 34 | Smin | kN | 10 | Smin10 |
Rigidezza Xxxxxxxx | Qmin | kN/mm | 3 – 4,5 | Qmin3 | |
Vuoti residui (∗) | UNI EN 12697 - 8 | V | % | 3 – 6 | Vmin3,0 – Vmax6 |
Sensibilità all’acqua | UNI EN 12697 - 12 | ITSR | % | > 90 | ITSR90 |
Resistenza a trazione indiretta a 25 °C | UNI EN 12697 - 23 | ITS | MPa | 0,75 – 1,35 | |
Coefficiente di trazione indiretta2 a 25 °C | CTI | MPa | ≥ 70 | ||
(∗) UNI EN 12697 – 6 Procedura C. |
Tabella A.7 | |||||
METODO VOLUMETRICO | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Condizioni di prova | |||||
Angolo di rotazione | 1.25° ± 0.02 | ||||
Velocità di rotazione | Rotazioni/min | 30 | |||
Pressione verticale | kPa | 600 | |||
Diametro del provino | mm | 100 | |||
Vuoti a 10 rotazioni | UNI EN 12697 - 8 | V | % | 9 – 14 | V10Gmin9 |
Vuoti a 100 rotazioni (∗) | UNI EN 12697 - 8 | V | % | 3 – 6 | Vmin3,0 – Vmax6 |
Vuoti a 180 rotazioni | UNI EN 12697 - 8 | V | % | ≥ 2 | |
Sensibilità all’acqua | UNI EN 12697 - 12 | ITSR | % | > 90 | ITSR90 |
Resistenza a trazione indiretta a 25°C (∗∗) | UNI EN 12697 - 23 | ITS | MPa | 0,75 – 1,35 | |
Coefficiente di trazione indiretta a 25 °C (∗∗) | CTI | MPa | ≥ 70 | ||
(∗) UNI EN 12697 – 6 Procedura C. (∗∗) Su provini confezionati con 100 rotazioni della pressa giratoria |
2 Coefficiente di trazione indiretta CTI = π/2 DRt/Dc
dove
D = dimensione in mm della sezione trasversale del provino Dc = deformazione a rottura
Rt = resistenza a trazione indiretta
5.3.2. Accettazione delle miscele
Il possesso dei requisiti previsti per la miscela viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore del conglomerato bituminoso. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Su richiesta della Direzione Lavori devono inoltre essere fornite le registrazioni delle prove effettuate per il controllo di produzione di fabbrica degli ultimi 3 mesi. Le frequenze di prova per il controllo di produzione di fabbrica devono essere quelle relative al livello di controllo Z.
Per i requisiti non riportati nella Dichiarazione di prestazione la Direzione Lavori può chiedere la certifi- cazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001. Per i requisiti contenuti nella UNI EN 13108-1 la qualifica prevede sia le prove iniziali di tipo ITT che il controllo della produzione di fabbrica (FPC), come specificato nelle UNI EN 13108 parti 20 e 21.
Resta salva la facoltà del Direttore Lavori di verificare i requisiti dichiarati dal produttore con controlli di accettazione a posteriori effettuati sulle miscele prelevate alla stesa e immediatamente costipate senza ulteriore riscaldamento.
Limitatamente alle caratteristiche volumetriche, i controlli di accettazione possono eventualmente essere effettuati anche con successivo riscaldamento del materiale prelevato alla stesa o ottenuto da carote, purché la quantità di materiale sia sufficiente e le temperature di costipamento siano adeguate all’indurimento subito dal bitume durante le fasi di confezione e stesa. Qualora sia necessario eseguire a posteriori anche prove meccaniche (Stabilità Xxxxxxxx o Resistenza a trazione indiretta), i provini da sottoporre a tali prove saranno confezionati con gli aggregati ottenuti dalle carote miscelati con bitume nuovo simile a quello dichiarato.
Solo la comparazione tra i risultati di trazione indiretta ai fini della determinazione della sensibilità all’acqua può essere condotta su provini ottenuti mediante ulteriore riscaldamento.
5.3.3. Confezionamento delle miscele
Il conglomerato deve essere confezionato mediante impianti fissi automatizzati, di idonee caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte.
La produzione di ciascun impianto non deve essere spinta oltre la sua potenzialità, per garantire il perfetto essiccamento, l’uniforme riscaldamento della miscela ed una perfetta vagliatura che assicuri una idonea riclassificazione delle singole classi degli aggregati. Possono essere impiegati anche impianti continui (tipo drum - mixer) purché il dosaggio dei componenti la miscela sia eseguito a peso, mediante idonee apparecchiature la cui efficienza deve essere costantemente controllata.
L’impianto deve comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di realizzare le miscele rispondenti a quelle indicate nello studio presentato ai fini dell’accettazione.
Ogni impianto deve assicurare il riscaldamento del bitume alla temperatura richiesta e a viscosità uniforme fino al momento della miscelazione oltre al perfetto dosaggio sia del bitume sia degli additivi.
La zona destinata allo stoccaggio degli aggregati deve essere preventivamente e convenientemente sistemata per annullare la presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua che possono compromettere la pulizia degli aggregati. Inoltre i cumuli delle diverse classi devono essere nettamente separati tra di loro e l’operazione di rifornimento nei predosatori eseguita con la massima cura.
Il tempo di miscelazione deve essere stabilito in funzione delle caratteristiche dell’impianto, in misura tale da permettere un completo ed uniforme rivestimento degli aggregati con il legante.
L’umidità degli aggregati all’uscita dell’essiccatore non deve superare lo 0,25% in massa.
La temperatura degli aggregati all’atto della miscelazione deve essere compresa tra 150°C e 170° C e quella del legante tra 150° C e 160° C, in rapporto al tipo di bitume impiegato.
Per la verifica delle suddette temperature gli essiccatori, le caldaie e le tramogge degli impianti devono essere muniti di termometri fissi perfettamente funzionanti e periodicamente tarati.
5.3.4. Preparazione delle superfici di stesa
Prima della realizzazione del binder è necessario pulire e preparare la superficie di stesa allo scopo di garantire il perfetto ancoraggio allo strato sottostante.
La mano d'attacco può essere realizzata con emulsioni bituminose cationiche a rottura rapida con il 55% di bitume residuo. E’ ammesso l’utilizzo di emulsioni bituminose cationiche diversamente diluite a condizione che gli indicatori di qualità (valutati sul bitume residuo) ed il dosaggio siano gli stessi.
La mano d'attacco, per consentire il transito dei mezzi di stesa, deve essere coperta con graniglia oppure con sabbia o filler.
Il dosaggio della mano d’attacco e la quantità del materiale di ricoprimento devono essere adottati dall’Impresa in modo che sia soddisfatto il requisito di adesione tra gli strati determinato sulle carote estratte dalla pavimentazione mediante la prova di taglio diretta eseguita secondo la SN 670461.
Il dosaggio consigliato di bitume residuo dell’emulsione bituminosa è di 0,30 kg/m2 nel caso di nuove costruzioni (stesa del binder sopra la base), di 0,35 kg/m2 nel caso di ricariche (stesa di binder su pavimentazione preesistente), di 0,40 kg/m2 nel caso di stesa su pavimentazione precedentemente fresata.
L’emulsione per mano d’attacco deve essere un’emulsione cationica a rottura rapida con il 55% di bitume residuo (designazione secondo UNI EN 13808: C 55 B 3, rispondente alle specifiche indicate nella Tabella D.1.
Tabella D.1 | |||||
EMULSIONE BITUMINOSA C 55 B 3 | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Contenuto di acqua | UNI EN 1428 | w | % | 45+/-1 | - |
Contenuto di legante bituminoso | UNI EN 1431 | r | % | > 53 | 5 |
Sedimentazione a 7gg | UNI EN 12847 | ST | % | ≤10 | 3 |
Indice di rottura | UNI EN 12850 | BV | 70 – 155 | 3 | |
Residuo bituminoso (per evaporazione) | |||||
Penetrazione a 25 °C | UNI EN1426 | - | 0,1mm | ≤100 | 3 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | - | °C | > 35 | 8 |
Il possesso dei requisiti dell’emulsione bituminosa per la mano d’attacco viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Per i requisiti non riportati nella Dichiarazione di prestazione la Direzione Lavori può chiedere la certificazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001
Il piano di posa, prima di procedere alla stesa della mano d’attacco, deve risultare perfettamente pulito e privo della segnaletica orizzontale.
5.3.5. Posa in opera
La posa in opera del binder viene effettuata a mezzo di macchine vibrofinitrici in perfetto stato di efficienza e dotate di automatismi di autolivellamento.
Le vibrofinitrici devono comunque lasciare uno strato finito perfettamente sagomato, privo di sgranamenti, fessurazioni ed esente da difetti dovuti a segregazione degli elementi litoidi più grossi.
Nella stesa si deve porre la massima cura alla formazione dei giunti longitudinali preferibilmente ottenuti mediante tempestivo affiancamento di una strisciata alla precedente.
Qualora ciò non sia possibile il bordo della striscia già realizzata deve essere spalmato o spruzzato con la stessa emulsione bituminosa impiegata per la mano d’attacco, in modo da assicurare la saldatura della striscia successiva.
Se il bordo risulterà danneggiato o arrotondato si deve procedere al taglio verticale con idonea attrezzatura.
I giunti trasversali derivanti dalle interruzioni giornaliere devono essere realizzati sempre previo taglio ed asportazione della parte terminale di azzeramento.
La sovrapposizione dei giunti longitudinali deve essere programmata e realizzata in maniera che essi risultino sfalsati di almeno 20 cm rispetto a quelli dello strato sottostante e non cadano mai in corrispondenza delle due fasce della corsia di marcia normalmente interessata dalle ruote dei veicoli pesanti.
Il trasporto del conglomerato dall’impianto di confezione al cantiere di stesa deve avvenire mediante mezzi di trasporto di adeguata portata, efficienti e comunque sempre dotati di telone di copertura per evitare i raffreddamenti superficiali eccessivi e formazione di crostoni.
La temperatura del conglomerato bituminoso all’atto della stesa controllata immediatamente dietro la finitrice deve risultare in ogni momento non inferiore a 140° C.
La stesa dei conglomerati deve essere sospesa quando le condizioni meteorologiche generali possono pregiudicare la perfetta riuscita del lavoro.
Gli strati eventualmente compromessi devono essere immediatamente rimossi e successivamente ricostruiti a spese dell’Impresa.
La compattazione del binder deve iniziare appena steso dalla vibrofinitrice e condotta a termine senza interruzioni. L’addensamento deve essere realizzato preferibilmente con rulli gommati. Possono essere utilizzati anche rulli con ruote metalliche vibranti e/o combinati, di peso non inferiore a 8t e caratteristiche tecnologiche avanzate in modo da assicurare il raggiungimento delle massime densità ottenibili.
Si avrà cura inoltre che la compattazione sia condotta con la metodologia più adeguata per ottenere uniforme addensamento in ogni punto ed evitare fessurazioni e scorrimenti nello strato appena steso.
La superficie dello strato finito deve presentarsi, dopo la compattazione, priva di irregolarità ed ondulazioni. Un’asta rettilinea lunga 4 m posta in qualunque direzione sulla superficie finita di ciascuno strato deve aderirvi uniformemente; può essere tollerato uno scostamento massimo di 5 mm.
La miscela bituminosa del binder deve essere stesa sul piano finito dello strato sottostante dopo che sia stata accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest’ultimo ai requisiti di quota, sagoma, densità e portanza indicati in progetto.
5.3.6. Controlli
Il controllo della qualità del conglomerato bituminoso e della sua posa in opera deve essere effettuato mediante prove di laboratorio sui materiali costituenti, sulla miscela, sulle carote estratte dalla pavimentazione e con prove in situ.
L’ubicazione dei prelievi e la frequenza delle prove sono indicati nella Tabella F.1.
Ogni prelievo deve essere costituito da due gruppi di campioni; un gruppo viene utilizzato per i controlli, l’altro resta a disposizione per eventuali accertamenti e/o verifiche tecniche successive.
Le prove saranno eseguite da Laboratorio indicato dal Committente.
Sul conglomerato sfuso prelevato in cantiere vengono determinati il contenuto di legante, la granulometria degli aggregati e il contenuto di aggregati frantumati. Inoltre, sui provini compattati secondo UNI EN 12697-34 a 75 colpi per faccia sono determinate la percentuale dei vuoti residui (UNI EN 12697-8), la sensibilità all’acqua (UNI EN 12697 – 12) e la massa volumica di riferimento γmiscela (UNI EN 12697-9).
Dopo la stesa, la Direzione Lavori preleva delle carote per il controllo delle caratteristiche del conglomerato e la verifica degli spessori, curando di scegliere posizioni rappresentative dell’insieme della pavimentazione, lontane da chiusini e altri elementi singolari che possano impedire il corretto esercizio dei mezzi costipanti.
Sulle carote vengono misurati gli spessori degli strati e determinati la massa volumica, la percentuale dei vuoti residui e l’adesione tra gli strati mediante la procedura SN 670461, nonché, qualora il conglomerato sciolto non sia stato prelevato o non sia associabile con certezza alle carote: il contenuto di legante, la granulometria degli aggregati, il contenuto di aggregati frantumati e, previo ricostipamento a temperatura adeguata del conglomerato ricavato dalle carote, anche la massa volumica di riferimento γmiscela (UNI EN 12697-9).
Lo spessore dello strato viene determinato in conformità alla UNI EN 12697-36. Lo spessore di una carota è individuato dalla media di quattro misure rilevate in corrispondenza di due diametri ortogonali tra di loro,
tracciati in modo casuale. Lo spessore di un tratto omogeneo di stesa, viene determinato facendo la media degli spessori delle carote estratte dalla pavimentazione, assumendo per i valori con spessore in eccesso di oltre il 5%, rispetto a quello di progetto, valori corrispondenti allo spessore di progetto moltiplicato per 1,05.
Per spessori medi inferiori a quelli di progetto viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del binder pari a:
% di detrazione = s + 0,2 s²
dove s è la mancanza di spessore, in percentuale rispetto al valore di progetto valutata con
⎡ ⎛ γcarota ⎞⎤
⎢Sprogetto − Smisurato × ⎜ 0.98 × γ ⎟⎥
s = 100 ⋅ ⎣ ⎝ miscela ⎠⎦
Sprogetto
γmiscela è la massa volumica di riferimento dei provini (Xxxxxxxx a 75 colpi o pressa giratoria a 100 rotazioni) confezionati con il conglomerato prelevato al momento della stesa o ottenuto dalle carote stesse. Per le posizioni
nelle quali le carote sono prelevate ai soli fini della verifica dello spessore, la massa volumica di riferimento è quella ottenuta da altri prelievi prossimi o, in mancanza, quella determinata nello studio della miscela.
Nei casi in cui risulti s > 15 si procederà alla stesa di uno strato di conguagliamento (previa spruzzatura della mano di attacco) fino a raggiungere lo spessore di progetto. La ricarica deve avere uno spessore di almeno 2,0 cm e può essere effettuata con conglomerato tipo binder o tappeto di usura. Quando lo spessore da compensare è inferiore a cm 2,0 il conguagliamento può essere realizzato incrementando lo spessore del sovrastante tappeto di usura, oppure si deve procedere alla fresatura parziale dello strato di binder fino a consentire un conguagliamento di spessore maggiore o uguale a cm 2,0.
La curva granulometrica non deve discostarsi da quella dichiarata nello studio della miscela (composizione tipica), con la tolleranza ± 5% sulle singole percentuali di passante ai setacci di apertura maggiore o uguale a 2 mm,
± 3% per i setacci 0,5 mm e 0,25 mm, ± 1,5% al setaccio 0,063 mm.
Scostamenti superiori alla tolleranza comportano la ripresentazione dello studio della miscela con l’assortimento granulometrico effettivamente posto in opera. In caso di mancato soddisfacimento dei requisiti indicati in tabella A.6 o tabella A.7, si procederà alla rimozione dello strato e alla successiva ricostruzione a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Il contenuto di legante viene determinato in conformità alla UNI EN 12697-1. Per carenze nel contenuto di legante viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del binder pari a:
% di detrazione = 25 b²
dove b è il valore dello scostamento della percentuale di legante riscontrata (arrotondata allo 0,1%) dal valore dichiarato nello studio della miscela, oltre la tolleranza dello 0,3%; in assenza dello studio della miscela si farà riferimento al valore medio dell’intervallo indicato nella tabella A.5 (ultima riga)
La percentuale di aggregati frantumati nella frazione grossa viene determinata in conformità alla UNI EN 933-5. Per percentuale di aggregati frantumati inferiore a quella prevista (80% dell’aggregato grosso) viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del binder pari a:
% di detrazione = 0,5 nf²
dove nf è la differenza tra 80 e la percentuale in massa degli aggregati frantumati, trattenuti al setaccio ISO
4.0 mm.
Per eventuali altre caratteristiche degli aggregati non conformi a quelle richieste (rif. Tabella A.1) la Direzione Lavori valuta volta per volta la necessità di accertamenti a posteriori, e di conseguenza l’accettabilità del conglomerato e le detrazioni da applicare.
La sensibilità all’acqua viene determinata in conformità alla Norma UNI EN 12697 – 12.
Per valori della resistenza a Trazione Indiretta, dopo il trattamento in acqua, inferiori al 90% del valore ottenuto su provini asciutti, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del binder pari a:
% di detrazione = 0,5 sa + (0,1 sa)²
dove sa è la differenza tra 90 e il rapporto percentuale tra la resistenza a Trazione Indiretta dei provini sottoposti al trattamento in acqua e quella ottenuta su provini asciutti.
I vuoti residui della miscela sotto costipamento normalizzato vengono determinati secondo la UNI EN 12697-
8 e la procedura C della UNI EN 12697-6. Per valori della percentuale dei vuoti residui dei xxxxxxx Xxxxxxxx eccedenti il valore massimo previsto nella tabella A.6, ovvero dei provini con pressa giratoria a 100 rotazioni eccedenti il valore massimo previsto nella tabella A.7, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del binder pari a:
% di detrazione = 2e + e²
dove e è la media degli scostamenti (eccedenze) dei valori ottenuti rispetto al valore indicato nelle tabelle
A.6 o A.7 aumentato di due punti percentuali per l’incertezza di laboratorio.
Il grado di addensamento G% delle carote è pari a γcarota/γmiscela espresso in %, con γmiscela pari a quella misurata su provini del materiale prelevato in opera confezionati con compattazione a impatto (Xxxxxxxx) con 75 colpi per faccia (C.1.3 di tab. C.1 della EN 13108–20), ovvero a quella corrispondente a 100 rotazioni di pressa giratoria (C.1.9 di tab. C.1 della EN 13108–20).
Per valori del grado di addensamento delle carote inferiore a G%limite viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del binder pari a:
% di detrazione = 3 i + i³
dove i è l’insufficienza di addensamento i = (G%carote - G%limite %) con G%limite pari a 97 diminuito di un punto per l’incertezza di laboratorio se G%carote è ottenuta come media di almeno due determinazioni e diminuito di due punti se ottenuto da una sola determinazione e/o se il tratto stradale ha pendenza superiore al 6%, o se particolari condizioni di irregolarità del piano di posa dello strato sono state accertate dalla Direzione Lavori e registrate durante l’esecuzione.
Per valori di una delle due detrazioni (vuoti residui e grado di addensamento) superiori al 40% e/o valori della somma delle due superiore al 50%, la Direzione lavori valuta l’opportunità di far rimuovere e ricostruire lo strato a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Qualora non sia possibile valutare separatamente i vuoti residui della miscela e il grado di addensamento in opera, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del binder pari a:
% di detrazione = 2 v + v²
dove v è l’eccedenza di vuoti residui in opera, determinati sulle carote, rispetto al valore fisso del 9%, comprensivo dell’errore di laboratorio, aumentato a 10% se il tratto stradale ha pendenza superiore al 6% o quando particolari condizioni di irregolarità del piano di posa dello strato siano state accertate dalla Direzione Lavori e registrate durante l’esecuzione.
Per valori della detrazione, così determinata, superiori al 40%, la Direzione lavori valuta l’opportunità di far rimuovere e ricostruire lo strato a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
L’ancoraggio del binder allo strato sottostante viene determinato sulle carote estratte dalla pavimentazione mediante la prova di taglio diretto eseguita secondo la procedura della norma SN 670461.
Per valori di resistenza al taglio inferiori a 12 kN viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del binder pari a:
% di detrazione = t + 0,2 t²
dove t è la media degli scostamenti dei valori ottenuti dalle carote rispetto al valore limite di 12 kN. Valori di resistenza al taglio inferiori a 5 kN comporteranno la rimozione dello strato e la successiva ricostruzione a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Nei casi in cui all’interfaccia sia stato inserito un elemento di rinforzo (rete, geomembrana, ecc.) il valore minimo di resistenza al taglio accettabile senza detrazione è ridotto a 10 kN.
Per l’eccesso nella quantità di legante, per percentuali di vuoti residui, sia sulla miscela sfusa che sulle carote, inferiori al valore minimo la Direzione Lavori valuta l’accettabilità del conglomerato e le detrazioni da applicare.
Le penali precedentemente indicate sono cumulabili e non escludono ulteriori detrazioni per difetto dei materiali costituenti, della miscela utilizzata rispetto a quella proposta dall’Impresa e/o della sua posa in opera, sempre che le carenze riscontrate rientrino nei limiti di accettabilità e non pregiudichino la funzionalità dell'opera.
Tabella F.1 | ||||
CONTROLLO DEI MATERIALI E VERIFICA PRESTAZIONALE | ||||
STRATO | TIPO DI CAMPIONE | UBICAZIONE PRELIEVO | FREQUENZA PROVE | REQUISITI DA CONTROLLARE |
Binder | Aggregato grosso | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.1 |
Binder | Aggregato fino | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.2 |
Binder | Filler | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.3 |
Binder | Legante | Cisterna | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.4 |
Binder | Conglomerato sfuso | Vibrofinitrice | Ogni 2000 m2 di stesa o frazione, con un minimo di due per ogni cantiere | Caratteristiche compositive e volumetriche risultanti dallo studio della miscela, sensibilità all’acqua |
Binder | Carote x spessori | Pavimentazione | Ogni 2000 m2 di stesa o frazione, con un minimo di due posizioni per ogni cantiere | Spessore previsto in progetto, massa volumica, % vuoti residui, adesione tra gli strati, ed eventualmente le prove previste sul conglomerato sfuso. |
5.4. BINDER CON BITUME MODIFICATO
Il binder a caldo con bitume modificato è un conglomerato bituminoso, dosato a peso o a volume, costituito da aggregati lapidei, conglomerato di recupero (fresato), bitume modificato con polimeri e additivi.
Le miscele impiegate devono essere qualificate in conformità al Regolamento UE n. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della norma europea armonizzata UNI EN 13108-1.
5.4.1. Materiali costituenti e loro qualificazione
5.4.1.1. Aggregati
Gli aggregati lapidei costituiscono la fase solida dei conglomerati bituminosi a caldo. Essi sono composti dall’insieme degli aggregati grossi degli aggregati fini e del filler, che può essere di additivazione o proveniente dalla frazione fina. Gli aggregati grossi e fini sono costituiti da elementi ottenuti dalla lavorazione di materiali naturali, artificiali o riciclati, qualificati in conformità al Regolamento UE n. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della norma europea armonizzata UNI EN 13043.
Le caratteristiche tecniche degli aggregati ed i metodi di attestazione devono essere conformi al Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 16 novembre 2009.
La designazione dell’aggregato grosso deve essere effettuata mediante le dimensioni degli stacci appartenenti al gruppo di base più gruppo 2 della UNI EN 13043.
L’aggregato grosso può essere di provenienza o natura petrografica diversa purché, per ogni tipologia, risultino soddisfatti i requisiti indicati nella Tabella A.1.
Tabella A.1 | |||||
AGGREGATO GROSSO | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Resistenza alla frammentazione (Los Angeles) | UNI EN 1097-2 | LA | % | ≤25 | LA25 |
Percentuale di particelle frantumate | UNI EN 933-5 | C | % | 80 | C80/0 |
Dimensione Max | UNI EN 933-1 | D | mm | 30 | - |
Passante allo 0.063 | UNI EN 933-1 | f | % | ≤1 | f1 |
Resistenza al gelo e disgelo | UNI EN 1367-1 | F | % | ≤1 | F1 |
Indice di appiattimento | UNI EN 933-3 | FI | % | ≤25 | FI25 |
Assorbimento d’acqua | UNI EN 1097-6 | WA24 | % | ≤1,5 | WA242 |
La designazione dell’aggregato fine deve essere effettuata secondo la norma UNI EN 13043. Per motivi di congruenza con le pezzature fini attualmente prodotte in Italia, è permesso l’impiego come aggregato fine anche di aggregati in frazione unica con dimensione massima di 4 mm (Dmax=4 mm).
L’aggregato fine può essere di provenienza o natura petrografica diversa purché, per ogni tipologia, risultino soddisfatti i requisiti indicati nella Tabella A.2
Tabella A.2 | |||||
AGGREGATO FINE | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | Unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Equivalente in sabbia | UNI EN 933-8 | ES | % | ≥70 | - |
Quantità di frantumato | % | ≥50 | - | ||
Passante allo 0.063 | UNI EN 933-1 | f | % | ≤2 | F2 |
Il filler, frazione per la maggior parte passante al setaccio 0,063 mm, proviene dalla frazione fina degli aggregati oppure può essere costituito da polvere di roccia, preferibilmente calcarea, da cemento, calce idrata, calce idraulica, polvere di asfalto, ceneri volanti.
La granulometria del filler deve essere conforme a quella prevista dalla norma UNI EN 13043. Il filler deve inoltre soddisfare i requisiti indicati in Tabella A.3.
Tabella A.3 | |||||
FILLER | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Indice di plasticità | UNI CEN ISO/TS 17892-12 | IP | N.P. | - | |
Porosità del filler secco compattato (Ridgen) | UNI EN 1097-7 | v | % | 30-45 | v38/45 |
Aumento del punto di rammollimento della miscela filler/legante (Rapporto filler/legante = 1,5) | UNI EN 13179-1 | ΔR&B | % | ≥5 | ΔR&B8/16 |
Il possesso dei requisiti elencati nelle Tabelle A1, A2 ed A3 viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore degli aggregati. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Resta salva la facoltà del Direttore Lavori di verificare con controlli di accettazione i requisiti dichiarati dal produttore.
Per i requisiti di accettazione eventualmente non riportati nella Dichiarazione di Prestazione la Direzione Lavori può richiedere la certificazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001.
5.4.1.2. Conglomerato di recupero
Per conglomerato di recupero (riciclato) deve intendersi il conglomerato bituminoso già usato nelle strade, proveniente dalla frantumazione di lastre o blocchi di conglomerato demolito con sistemi tradizionali, oppure dalla fresatura in sito eseguita a freddo con apposite macchine. Il conglomerato di recupero deve essere preventivamente qualificato in conformità alla norma UNI EN 13108-8.
Prima del suo reimpiego il conglomerato riciclato deve essere vagliato per eliminare eventuali elementi (grumi, placche, ecc.) di dimensioni superiori al Dmax previsto per la miscela.
Nei conglomerati bituminosi per strati di binder la percentuale in peso di materiale riciclato riferita al totale della miscela degli aggregati, deve essere al massimo del 20%
La percentuale di conglomerato riciclato da impiegare, che può essere di qualsiasi provenienza, va obbligatoriamente dichiarata nello studio preliminare della miscela che l’Impresa è tenuta a presentare alla Direzione Lavori.
5.4.1.3. Legante
Il legante deve essere costituito da bitume modificato. Il bitume modificato è un bitume semisolido contenente polimeri elastomerici e plastomerici che ne modificano la struttura chimica e le caratteristiche fisiche e meccaniche.
Il bitume modificato con polimeri deve essere qualificato in conformità al Regolamento (UE) N. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice della Norma Europea Armonizzata UNI EN 14023.
Le proprietà richieste per il bitume e i relativi metodi di prova sono indicati nella Tabella A.4.
Tabella A.4 | ||||
BITUME MODIFICATO PmB 45-80/55 | ||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti |
Penetrazione a 25°C | UNI EN1426 | - | 0,1mm | 45-80 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | - | °C | ≥ 55 |
Punto di rottura (Fraass) | UNI EN12593 | - | °C | ≤ - 12 |
-1 Viscosità dinamica a 160°C, γ =10s | UNI EN 13302 | - | mPa∙s | 100-300 |
Ritorno elastico a 25 °C | UNI EN 13398 | RE | % | ≥ 60 |
Stabilità allo stoccaggio 3gg a 180°C Variazione del punto di rammollimento | UNI EN 13399 | - | °C | ≤ 3 |
Valori dopo RTFOT | UNI EN12607-1 | |||
Penetrazione residua a 25°C | UNI EN1426 | - | % | ≥ 60 |
Incremento del punto di rammollimento | UNI EN1427 | - | °C | ≤ 8 |
Il possesso dei requisiti elencati nella Tabella A4 viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore del bitume modificato. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
5.4.1.4. Additivi
Gli additivi sono prodotti naturali o artificiali che, aggiunti agli aggregato o al bitume, consentono di raggiungere le prestazioni richieste al conglomerato bituminoso. Possono essere impiegati per scopi diversi quali la riduzione della sensibilità all’acqua, il miglioramento della lavorabilità in condizioni di stesa difficili, la rigenerazione del bitume invecchiato contenuto nel fresato, il rinforzo strutturale.
Al fine di ridurre la sensibilità all’acqua, devono essere impiegati additivi (attivanti di adesione e/o filler speciali) che favoriscono l’adesione bitume – aggregato. Il loro dosaggio, da specificare obbligatoriamente nello studio della miscela, può variare a seconda delle condizioni di impiego, della natura degli aggregati e delle caratteristiche del prodotto.
Nella scelta del tipo di additivo deve essere verificata la sua compatibilità con i polimeri presenti nel bitume modificato.
Il dosaggio degli additivi deve essere stabilito in modo da garantire la resistenza all’azione dell’acqua richiesta per la miscela (Tabelle A.6 e A.7).
L’impiego del conglomerato di recupero (fresato), pur nei limiti previsti al precedente punto A2, può provocare un indurimento del mastice e quindi una eccessiva rigidezza del conglomerato bituminoso, causata dallo scioglimento del bitume vecchio, che in parte più o meno rilevante viene inglobata nel nuovo mastice filler – bitume.
Allo scopo di riequilibrare la viscosità del mastice devono essere impiegati additivi che possono avere natura e caratteristiche diverse. Poiché il tipo di additivo e le modalità di impiego incidono sulla riattivazione del bitume contenuto nel conglomerato di recupero, il dosaggio deve essere determinato in laboratorio valutando le caratteristiche meccaniche (Resistenza a Trazione Indiretta e Modulo di Rigidezza) e le caratteristiche volumetriche della miscela. I criteri di scelta, la scheda tecnica del prodotto, l’incidenza del dosaggio sulle caratteristiche meccaniche e volumetriche del conglomerato bituminoso devono essere obbligatoriamente contenuti nello studio della miscela.
L’immissione degli additivi deve essere realizzata con attrezzature idonee, tali da garantire l’esatto dosaggio e la loro perfetta dispersione nel legante bituminoso.
Il Produttore deve fornire evidenza dell’idoneità all’impiego, per gli usi specifici, degli additivi utilizzati.
5.4.1.5. Miscele
Il conglomerato bituminoso prodotto a caldo deve essere qualificato in conformità al Regolamento (UE) N. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della Norma Europea Armonizzata UNI EN 13108-1
Il produttore deve determinare e dichiarare la composizione tipica (target composition) delle miscele impiegate. La miscela degli aggregati da adottarsi per il binder deve avere orientativamente una composizione granulometrica, determinata in conformità alla Norma UNI EN 12697-2, contenuta nel fuso riportato in Tabella A.5.
La percentuale di legante, riferita alla massa degli aggregati, deve essere compresa nei limiti indicati nella stessa Tabella A.5.
Tabella A.5 | ||
BINDER AC 20 COMPOSIZIONE GRANULOMETRICA | ||
Serie ISO | mm | % di passante |
Setaccio | 32.0 | 100 |
Setaccio | 20.0 | 90 – 100 |
Setaccio | 10.0 | 56 – 68 |
Xxxxxxxx | 0 | 37 – 48 |
Xxxxxxxx | 0 | 23 – 33 |
Setaccio | 0.5 | 11 – 17 |
Setaccio | 0.25 | 6 – 12 |
Xxxxxxxx | 0.000 | 4 - 7 |
Contenuto di legante (%) | 4.3 – 5.7 |
Tabella A.6 | |||||
METODO XXXXXXXX | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Costipamento 75 colpi x faccia | |||||
Stabilità Xxxxxxxx | UNI EN 12697 - 34 | Smin | kN | 10 | Smin10 |
Rigidezza Xxxxxxxx | Qmin | kN/mm | 3 – 4,5 | Qmin3 | |
Vuoti residui (∗) | UNI EN 12697 – 8 | V | % | 3 – 6 | Vmin3,0 – Vmax6 |
Sensibilità all’acqua | UNI EN 12697 - 12 | ITSR | % | > 90 | ITSR90 |
Resistenza a trazione indiretta a 25 °C | UNI EN 12697 - 23 | ITS | MPa | 0,9 – 1,5 | |
Coefficiente di trazione indiretta2 a 25 °C | CTI | MPa | ≥ 80 | ||
(∗) UNI EN 12697 – 6 Procedura C |
La quantità di legante di effettivo impiego deve essere determinata mediante lo studio della miscela con il metodo Xxxxxxxx (metodo di prova UNI EN 12697-34). o con il metodo volumetrico (metodo di prova UNI EN 12697- 31), in modo da ottenere i requisiti riportati in Tabella A.6 oppure in Tabella A.7.
La massa volumica della composizione tipica, costipata a 75 colpi per faccia o a 100 rotazioni di pressa giratoria è assunta come massa volumica di riferimento della miscela (UNI EN 12697 – 9) e indicata nel seguito con γmiscela.
5.4.2. Accettazione delle miscele
Il possesso dei requisiti previsti per la miscela viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore del conglomerato bituminoso. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Su richiesta della Direzione Lavori devono inoltre essere fornite le registrazioni delle prove effettuate per il controllo di produzione di fabbrica degli ultimi 3 mesi. Le frequenze di prova per il controllo di produzione di fabbrica devono essere quelle relative al livello di controllo Z.
Per i requisiti non riportati nella Dichiarazione di prestazione la Direzione Lavori può chiedere la certificazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001. Per i requisiti contenuti nella UNI EN 13108-1 la qualifica prevede sia le prove iniziali di tipo ITT che il controllo della produzione di fabbrica (FPC), come specificato nelle UNI EN 13108, parti 20 e 21.
Tabella A.7 | |||||
METODO VOLUMETRICO | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Condizioni di prova | |||||
Angolo di rotazione | 1.25° ± 0.02 | ||||
Velocità di rotazione | Rotazioni/min | 30 | |||
Pressione verticale | kPa | 600 | |||
Diametro del provino | Mm | 100 | |||
Vuoti a 10 rotazioni | UNI EN 12697 - 8 | V | % | 9 – 14 | V10Gmin9 |
Vuoti a 100 rotazioni (∗) | UNI EN 12697 – 8 | V | % | 3 – 6 | Vmin3,0 – Vmax6 |
Vuoti a 180 rotazioni | UNI EN 12697 – 8 | V | % | ≥ 2 | |
Sensibilità all’acqua | UNI EN 12697 - 12 | ITSR | % | > 90 | ITSR90 |
Resistenza a trazione indiretta a 25°C (∗∗) | UNI EN 12697 - 23 | ITS | MPa | 0,9 – 1,5 | |
Coefficiente di trazione indiretta a 25 °C (∗∗) | CTI | MPa | ≥ 80 | ||
(∗) UNI EN 12697 – 6 Procedura C. (∗∗) Su provini confezionati con 100 rotazioni della pressa giratoria |
Resta salva la facoltà del Direttore Lavori di verificare i requisiti dichiarati dal produttore con controlli di accettazione a posteriori effettuati sulle miscele prelevate alla stesa e immediatamente costipate senza ulteriore riscaldamento. Limitatamente alle caratteristiche volumetriche, i controlli di accettazione possono eventualmente
2 Coefficiente di trazione indiretta CTI = π/2 DRt/Dc
dove
D = dimensione in mm della sezione trasversale del provino Dc = deformazione a rottura
Rt = resistenza a trazione indiretta
essere effettuati anche con successivo riscaldamento del materiale prelevato alla stesa o ottenuto da carote, purché la quantità di materiale sia sufficiente e le temperature di costipamento siano adeguate all’indurimento subito dal bitume durante le fasi di confezione e stesa.
Qualora sia necessario eseguire a posteriori anche prove meccaniche (Stabilità Xxxxxxxx o Resistenza a trazione indiretta), i provini da sottoporre a tali prove saranno confezionati con gli aggregati ottenuti dalle carote miscelati con bitume nuovo simile a quello dichiarato.
Solo la comparazione tra risultati di trazione indiretta ai fini della determinazione della sensibilità all’acqua può essere condotta su provini ottenuti mediante ulteriore riscaldamento.
5.4.3. Confezionamento delle miscele
Il conglomerato deve essere confezionato mediante impianti fissi automatizzati, di idonee caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte.
La produzione di ciascun impianto non deve essere spinta oltre la sua potenzialità, per garantire il perfetto essiccamento, l’uniforme riscaldamento della miscela ed una perfetta vagliatura che assicuri una idonea riclassificazione delle singole classi degli aggregati. Possono essere impiegati anche impianti continui (tipo drum - mixer) purché il dosaggio dei componenti la miscela sia eseguito a peso, mediante idonee apparecchiature la cui efficienza deve essere costantemente controllata.
L’impianto deve comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di realizzare le miscele rispondenti a quelle indicate nello studio presentato ai fini dell’accettazione.
Ogni impianto deve assicurare il riscaldamento del legante alla temperatura richiesta ed a viscosità uniforme fino al momento della miscelazione oltre al perfetto dosaggio sia del legante che degli additivi.
La zona destinata allo stoccaggio degli aggregati deve essere preventivamente e convenientemente sistemata per annullare la presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua che possono compromettere la pulizia degli aggregati. Inoltre i cumuli delle diverse classi devono essere nettamente separati tra di loro e l’operazione di rifornimento nei predosatori eseguita con la massima cura.
Il tempo di miscelazione deve essere stabilito in funzione delle caratteristiche dell’impianto, in misura tale da permettere un completo ed uniforme rivestimento degli aggregati con il legante.
L’umidità degli aggregati all’uscita dell’essiccatore non deve superare lo 0,25% in massa.
La temperatura degli aggregati all’atto della miscelazione deve essere compresa tra 160°C e 180° C e quella del legante tra 160° C e 170° C, in rapporto al tipo di bitume modificato impiegato.
Per la verifica delle suddette temperature gli essiccatori, le caldaie e le tramogge degli impianti devono essere muniti di termometri fissi perfettamente funzionanti e periodicamente tarati.
5.4.4. Preparazione delle superfici di stesa
Prima della realizzazione del binder è necessario pulire e preparare la superficie di stesa allo scopo di garantire il perfetto ancoraggio allo strato sottostante.
La mano d'attacco deve essere realizzata con emulsione di bitume modificato con polimeri, spruzzata con apposita spanditrice automatica oppure con bitume modificato con polimeri steso a caldo, nella stessa quantità di bitume residuo dell’emulsione per unità di superficie.
La mano d'attacco, per consentire il transito dei mezzi di stesa, deve essere coperta con graniglia oppure con sabbia o filler.
Il dosaggio della mano d’attacco e la quantità del materiale di ricoprimento devono essere adottati dal- l’Impresa in modo che sia soddisfatto il requisito di adesione tra gli strati determinato sulle carote estratte dalla pavimentazione mediante la prova di taglio diretto eseguita secondo la SN 670461.
Il dosaggio consigliato di bitume modificato con polimeri residuo dell’emulsione, o di bitume modificato con polimeri steso a caldo, è di 0,30 kg/m2 nel caso di nuove costruzioni (stesa del binder sopra la base), di 0,35 kg/m2 nel caso di ricarica (stesa di binder su pavimentazione preesistente) di 0,40 kg/m2 nel caso di stesa su pavimentazione precedentemente fresata.
L’emulsione per mano d’attacco deve essere un’emulsione cationica a rottura rapida con il 69% di bitume residuo modificato con polimeri (designazione secondo UNI EN 13808: X 00 XX 3) rispondente alle specifiche indicate nella Tabella D1.
Il bitume modificato con polimeri steso a caldo deve avere le caratteristiche del bitume residuo indicate nella stessa Tabella D.1.
Tabella D.1 | |||||
EMULSIONE DI BITUME MODIFICATO CON POLIMERI – X 00 XX 0 | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Classe |
Contenuto di acqua | UNI EN 1428 | w | % | 30+/-1 | 9 |
Contenuto di legante bituminoso | UNI EN 1431 | r | % | 67 – 71 | 8 |
Contenuto flussante | UNI EN 1431 | o | % | 0 | - |
Sedimentazione a 7gg | UNI EN 12847 | ST | % | ≤10 | 3 |
Indice di rottura | UNI EN 13075-1 | BV | 70 – 155 | 4 | |
Residuo bituminoso (per evaporazione) | |||||
Penetrazione a 25 °C | UNI EN1426 | - | 0,1mm | 50-70 | 3 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | - | °C | > 65 | 2 |
Punto di rottura (Frass) | UNI EN 12593 | - | °C | < -15 | - |
Ritorno elastico a 25 °C | UNI EN 13398 | RE | % | ≥ 75 | 4 |
Il possesso dei requisiti dell’emulsione bituminosa di bitume modificato con polimeri o del bitume modificato per la mano d’attacco viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Per i requisiti non riportati nella Dichiarazione di prestazione la Direzione Lavori può chiedere la certificazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001.
Il piano di posa, prima di procedere alla stesa della mano d’attacco, deve risultare perfettamente pulito e privo della segnaletica orizzontale.
5.4.5. Posa in opera
La posa in opera del binder viene effettuata a mezzo di macchine vibrofinitrici in perfetto stato di efficienza e dotate di automatismi di autolivellamento.
Le vibrofinitrici devono comunque lasciare uno strato finito perfettamente sagomato, privo di sgranamenti, fessurazioni ed esente da difetti dovuti a segregazione degli elementi litoidi più grossi.
Nella stesa si deve porre la massima cura alla formazione dei giunti longitudinali preferibilmente ottenuti mediante tempestivo affiancamento di una strisciata alla precedente.
Qualora ciò non sia possibile il bordo della striscia già realizzata deve essere spruzzato con la stessa emulsione bituminosa impiegata per la mano d’attacco, in modo da assicurare la saldatura della striscia successiva.
Se il bordo risulterà danneggiato o arrotondato si deve procedere al taglio verticale con idonea attrezzatura.
I giunti trasversali derivanti dalle interruzioni giornaliere devono essere realizzati sempre previo taglio ed asportazione della parte terminale di azzeramento.
La sovrapposizione dei giunti longitudinali deve essere programmata e realizzata in maniera che essi risultino sfalsati di almeno 20 cm rispetto a quelli dello strato sottostante e non cadano mai in corrispondenza delle due fasce della corsia di marcia normalmente interessata dalle ruote dei veicoli pesanti.
Il trasporto del conglomerato dall’impianto di confezione al cantiere di stesa deve avvenire mediante mezzi di trasporto di adeguata portata, efficienti e comunque sempre dotati di telone di copertura per evitare i raffreddamenti superficiali eccessivi e formazione di crostoni.
La temperatura del conglomerato bituminoso all’atto della stesa, controllata immediatamente dietro la finitrice, deve risultare in ogni momento non inferiore a 150° C.
La stesa dei conglomerati deve essere sospesa quando le condizioni meteorologiche generali possono pregiudicare la perfetta riuscita del lavoro. Gli strati eventualmente compromessi devono essere immediatamente rimossi e successivamente ricostruiti a spese dell’Impresa.
La compattazione del binder deve iniziare appena steso dalla vibrofinitrice e condotta a termine senza interruzioni.
L’addensamento deve essere realizzato preferibilmente con rulli gommati. Possono essere utilizzati anche rulli con ruote metalliche vibranti e/o combinati, di peso non inferiore a 8t e caratteristiche tecnologiche avanzate in modo da assicurare il raggiungimento delle massime densità ottenibili.
Si avrà cura inoltre che la compattazione sia condotta con la metodologia più adeguata per ottenere uniforme addensamento in ogni punto ed evitare fessurazioni e scorrimenti nello strato appena steso.
La superficie dello strato finito deve presentarsi, dopo la compattazione, priva di irregolarità ed ondulazioni. Un’asta rettilinea lunga 4 m posta in qualunque direzione sulla superficie finita di ciascuno strato deve aderirvi uniformemente; può essere tollerato uno scostamento massimo di 5 mm.
La miscela bituminosa del binder deve essere stesa sul piano finito dello strato sottostante dopo che sia stata accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest’ultimo ai requisiti di quota, sagoma, densità e portanza indicati in progetto.
5.4.6. Controlli
Il controllo della qualità del conglomerato bituminoso e della sua posa in opera deve essere effettuato mediante prove di laboratorio sui materiali costituenti, sulla miscela, sulle carote estratte dalla pavimentazione e con prove in situ.
L’ubicazione dei prelievi e la frequenza delle prove sono indicati nella Tabella F.1.
Ogni prelievo deve essere costituito da due gruppi di campioni; un gruppo viene utilizzato per i controlli, l’altro resta a disposizione per eventuali accertamenti e/o verifiche tecniche successive.
Le prove saranno eseguite da Laboratorio indicato dal Committente.
Sul conglomerato sfuso prelevato in cantiere vengono determinati il contenuto di legante, la granulometria degli aggregati e il contenuto di aggregati frantumati nella frazione grossa (UNI EN 932-3). Inoltre, sui provini compattati secondo UNI EN 12697-34 a 75 colpi per faccia sono determinate la percentuale dei vuoti residui (UNI EN 12697-8), la sensibilità all’acqua (UNI EN 12697 – 12) e la massa volumica di riferimento γmiscela (UNI EN 12697-9).
Dopo la stesa, la Direzione Lavori preleva delle carote per il controllo delle caratteristiche del conglomerato e la verifica degli spessori, curando di scegliere posizioni rappresentative dell’insieme della pavimentazione, lontane da chiusini e altri elementi singolari che possano impedire il corretto esercizio dei mezzi costipanti.
Sulle carote vengono misurati gli spessori degli strati e determinati la massa volumica, la percentuale dei vuoti residui e l’adesione tra gli strati mediante la procedura SN 670461, nonché, qualora il conglomerato sciolto non sia stato prelevato o non sia associabile con certezza alle carote: il contenuto di legante, la granulometria degli aggregati, il contenuto di aggregati di natura ignea estrusiva nella frazione grossa (UNI EN 932-3) e, previo ricostipamento a temperatura adeguata del conglomerato ricavato dalle carote, anche la massa volumica di riferimento γmiscela (UNI EN 12697-9).
Lo spessore dello strato viene determinato in conformità alla UNI EN 12697-36. Lo spessore di una carota è individuato dalla media di quattro misure rilevate in corrispondenza di due diametri ortogonali tra di loro, tracciati in modo casuale. Lo spessore di un tratto omogeneo di stesa, viene determinato facendo la media degli spessori delle carote estratte dalla pavimentazione, assumendo per i valori con spessore in eccesso di oltre il 5%, rispetto a quello di progetto, valori corrispondenti allo spessore di progetto moltiplicato per 1,05.
Per spessori medi inferiori a quelli di progetto viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del binder pari a:
% di detrazione = s + 0,2 s²
dove s è la mancanza di spessore, in percentuale rispetto al valore di progetto valutata con
⎡ ⎛ γcarota ⎞⎤
⎢Sprogetto − Smisurato × ⎜ 0.98 × γ ⎟⎥
s = 100 ⋅ ⎣ ⎝ miscela ⎠⎦
Sprogetto
γmiscela è la massa volumica di riferimento dei provini (Xxxxxxxx a 75 colpi o pressa giratoria a 100 rotazioni) confezionati con il conglomerato prelevato al momento della stesa o ottenuto dalle carote stesse. Per le posizioni nelle quali le carote sono prelevate ai soli fini della verifica dello spessore, la massa volumica di riferimento è quella ottenuta da altri prelievi prossimi o, in mancanza, quella determinata nello studio della miscela.
Nei casi in cui risulti s > 15 si procederà alla rimozione dello strato e alla successiva ricostruzione a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
La curva granulometrica non deve discostarsi da quella dichiarata nello studio della miscela (composizione tipica), con la tolleranza ± 5% sulle singole percentuali di passante ai setacci di apertura maggiore o uguale a 2 mm,
± 3% per i setacci 0,5 mm e 0,25 mm, ± 1,5% al setaccio 0,063 mm.
Scostamenti superiori alla tolleranza comportano la ripresentazione dello studio della miscela con l’assortimento granulometrico effettivamente posto in opera. In caso di mancato soddisfacimento dei requisiti indicati
in tabella A.6 o tabella A.7, si procederà alla rimozione dello strato e alla successiva ricostruzione a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Il contenuto di legante viene determinato in conformità alla UNI EN 12697-1. Per carenze nel contenuto di legante viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del binder pari a:
% di detrazione = 25 b²
dove b è il valore dello scostamento della percentuale di legante riscontrata (arrotondata allo 0,1%) dal valore dichiarato nello studio della miscela, oltre la tolleranza dello 0,3%; in assenza dello studio della miscela si farà riferimento al valore medio dell’intervallo indicato nella tabella A.5 (ultima riga)
La percentuale di aggregati frantumati nella frazione grossa viene determinata in conformità alla UNI EN 933-5. Per percentuale di aggregati frantumati inferiore a quella prevista (80% dell’aggregato grosso) viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del binder pari a:
% di detrazione = 0,5 nf²
dove nf è la differenza tra 80 e la percentuale in massa degli aggregati frantumati, trattenuti al setaccio ISO
4.0 mm.
Per eventuali altre caratteristiche degli aggregati non conformi a quelle richieste (rif. Tabella A.1) la Direzione Lavori valuta volta per volta la necessità di accertamenti a posteriori, e di conseguenza l’accettabilità del conglomerato e le detrazioni da applicare.
La sensibilità all’acqua viene determinata in conformità alla Norma UNI EN 12697 – 12.
Per valori della resistenza a Trazione Indiretta, dopo il trattamento in acqua, inferiori al 90% del valore ottenuto su provini asciutti, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del binder pari a:
% di detrazione = 0,5 sa + (0,1 sa)²
dove sa è la differenza tra 90 e il rapporto percentuale tra la resistenza a Trazione Indiretta dei provini sottoposti al trattamento in acqua e quella ottenuta su provini asciutti.
I vuoti residui della miscela sotto costipamento normalizzato vengono determinati secondo la UNI EN 12697-
8 e la procedura C della UNI EN 12697-6. Per valori della percentuale dei vuoti residui dei xxxxxxx Xxxxxxxx eccedenti il valore massimo previsto nella tabella A.6, ovvero dei provini con pressa giratoria a 100 rotazioni eccedenti il valore massimo previsto nella tabella A.7, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del binder pari a:
% di detrazione = 2e + e²
dove e è la media degli scostamenti (eccedenze) dei valori ottenuti rispetto al valore indicato nelle tabelle
A.6 o A.7 aumentato di due punti percentuali per l’incertezza di laboratorio.
Il grado di addensamento G% delle carote è pari a γcarota/γmiscela espresso in %, con γmiscela pari a quella misurata su provini del materiale prelevato in opera confezionati con compattazione a impatto (Xxxxxxxx) con 75 colpi per faccia (C.1.3 di tab. C.1 della EN 13108–20), ovvero a quella corrispondente a 100 rotazioni di pressa giratoria (C.1.9 di tab. C.1 della EN 13108–20).
Per valori del grado di addensamento delle carote inferiore a G%limite viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del binder pari a:
% di detrazione = 3 i + i³
dove i è l’insufficienza di addensamento i = (G%carote - G%limite %) con G%limite pari a 97 diminuito di un punto per l’incertezza di laboratorio se G%carote è ottenuta come media di almeno due determinazioni e diminuito di due punti se ottenuto da una sola determinazione e/o se il tratto stradale ha pendenza superiore al 6%, o se particolari condizioni di irregolarità del piano di posa dello strato sono state accertate dalla Direzione Lavori e registrate durante l’esecuzione.
Per valori di una delle due detrazioni (vuoti residui e grado di addensamento) superiori al 40% e/o valori della somma delle due superiore al 50%, la Direzione lavori valuta l’opportunità di far rimuovere e ricostruire lo strato a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Qualora non sia possibile valutare separatamente i vuoti residui della miscela e il grado di addensamento in opera, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del binder pari a:
% di detrazione = 2 v + v²
dove v è l’eccedenza di vuoti residui in opera, determinati sulle carote, rispetto al valore fisso del 9%, comprensivo dell’errore di laboratorio, aumentato a 10% se il tratto stradale ha pendenza superiore al 6% o quando
particolari condizioni di irregolarità del piano di posa dello strato siano state accertate dalla Direzione Lavori e registrate durante l’esecuzione.
Per valori della detrazione, così determinata, superiori al 40%, la Direzione lavori valuta l’opportunità di far rimuovere e ricostruire lo strato a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
L’ancoraggio allo strato sottostante viene determinato sulle carote estratte dalla pavimentazione mediante la prova di taglio diretto eseguita secondo la procedura della norma SN 670461.
Per valori di resistenza al taglio inferiori a 12 kN viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del binder pari a:
% di detrazione = t + 0,2 t²
dove t è la media degli scostamenti dei valori ottenuti dalle carote rispetto al valore limite di 12 kN. Valori di resistenza al taglio inferiori a 5 kN comporteranno la rimozione dello strato e la successiva ricostruzione a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Per l’eccesso nella quantità di legante, per percentuali di vuoti residui, sia sulla miscela sfusa che sulle carote, inferiori al valore minimo la Direzione Lavori valuta l’accettabilità del conglomerato e le detrazioni da applicare.
Le penali precedentemente indicate sono cumulabili e non escludono ulteriori detrazioni per difetto dei materiali costituenti, della miscela utilizzata rispetto a quella proposta dall’Impresa e/o della sua posa in opera, sempre che le carenze riscontrate rientrino nei limiti di accettabilità e non pregiudichino la funzionalità dell'opera.
Tabella F.1 | ||||
CONTROLLO DEI MATERIALI E VERIFICA PRESTAZIONALE | ||||
STRATO | TIPO DI CAMPIONE | UBICAZIONE PRELIEVO | FREQUENZA PROVE | REQUISITI DA CONTROLLARE |
Binder | Aggregato grosso | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.1 |
Binder | Aggregato fino | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.2 |
Binder | Filler | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.3 |
Binder | Legante | Cisterna | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.4 |
Binder | Conglomerato sfuso | Vibrofinitrice | Ogni 2000 m2 di stesa o frazione, con un minimo di due per ogni cantiere | Caratteristiche compositive e volumetriche risultanti dallo studio della miscela, sensibilità all’acqua |
Binder | Carote | Pavimentazione | Ogni 2000 m2 di stesa o frazione, con un minimo di due posizioni per ogni cantiere | Spessore previsto in progetto, massa volumica, % vuoti residui, adesione tra gli strati, ed eventualmente le prove previste sul conglomerato sfuso. |
5.5. TAPPETO DI USURA TRADIZIONALE A CALDO
Il tappeto di usura tradizionale a caldo è un conglomerato bituminoso, dosato a peso o a volume, costituito da aggregati lapidei, bitume semisolido e additivi, contenente una quota di materiale proveniente da vecchie pavimentazioni (fresato) non superiore al 10% della massa totale.
Le miscele impiegate devono essere qualificate in conformità al Regolamento UE n. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della norma europea armonizzata UNI EN 13108-1.
5.5.1. Materiali costituenti e loro qualificazione
5.5.1.1. Aggregati
Gli aggregati lapidei costituiscono la fase solida dei conglomerati bituminosi a caldo. Essi sono composti dall’insieme degli aggregati grossi degli aggregati fini e del filler, che può essere di additivazione o proveniente dalla frazione fina. Gli aggregati grossi e fini sono costituiti da elementi ottenuti dalla lavorazione di materiali naturali, artificiali o riciclati, qualificati in conformità al Regolamento UE n. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna
fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della norma europea armonizzata UNI EN 13043.
Le caratteristiche tecniche degli aggregati e i metodi di attestazione devono essere conformi al Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 16 novembre 2009.
La designazione dell’aggregato grosso deve essere effettuata mediante le dimensioni degli stacci appartenenti al gruppo di base più gruppo 2 della UNI EN 13043.
L’aggregato grosso può essere di provenienza diversa purché, per ogni tipologia, risultino soddisfatti i requisiti indicati nella Tabella A.1 e almeno il 90% sia di natura ignea estrusiva (basalto, trachite, leucitite).
Tabella A.1 | |||||
AGGREGATO GROSSO | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Resistenza alla frammentazione (Los Angeles) | UNI EN 1097-2 | LA | % | ≤20 | LA20 |
Percentuale di particelle frantumate | UNI EN 933-5 | C | % | 100 | C100/0 |
Dimensione Max | UNI EN 933-1 | D | mm | 16 | - |
Passante allo 0.063 | UNI EN 933-1 | f | % | ≤1 | f1 |
Resistenza al gelo e disgelo | UNI EN 1367-1 | F | % | ≤1 | F1 |
Indice di appiattimento | UNI EN 933-3 | FI | % | ≤20 | FI20 |
Assorbimento d’acqua | UNI EN 1097-6 | WA24 | % | ≤1,5 | WA242 |
Resistenza alla levigazione | UNI EN 1097-8 | PSV | - | ≥44 | PSV44 |
La designazione dell’aggregato fine deve essere effettuata secondo la norma UNI EN 13043. Per motivi di congruenza con le pezzature fini attualmente prodotte in Italia, è permesso l’impiego come aggregato fine anche di aggregati in frazione unica con dimensione massima di 4 mm (Dmax=4 mm).
L’aggregato fine può essere di provenienza o natura petrografica diversa purché, per ogni tipologia, risultino soddisfatti i requisiti indicati nella Tabella A.2
Tabella A.2 | |||||
AGGREGATO FINE | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | Unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Equivalente in sabbia | UNI EN 933-8 | ES | % | ≥70 | - |
Quantità di frantumato | % | ≥70 | - | ||
Passante allo 0.063 | UNI EN 933-1 | f | % | ≤5 | f5 |
Il filler, frazione per la maggior parte passante al setaccio 0,063 mm, proviene dalla frazione fina degli aggregati oppure può essere costituito da polvere di roccia, preferibilmente calcarea, da cemento, calce idrata, calce idraulica, polvere di asfalto, ceneri volanti.
La granulometria del filler deve essere conforme a quella prevista dalla norma UNI EN 13043. Il filler per tappeto di usura deve soddisfare i requisiti indicati in Tabella A.3.
Tabella A.3 | |||||
FILLER | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Indice di plasticità | UNI CEN ISO/TS 17892-12 | IP | N.P. | - | |
Porosità del filler secco compattato (Ridgen) | UNI EN 1097-7 | v | % | 30-45 | v38/45 |
Aumento del punto di rammollimento della miscela filler/legante (Rapporto filler/legante = 1,5) | UNI EN 13179-1 | ΔR&B | % | ≥5 | ΔR&B8/16 |
Il possesso dei requisiti elencati nelle Tabelle A1, A2 ed A3 viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore degli aggregati. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Resta salva la facoltà del Direttore Lavori di verificare con controlli di accettazione i requisiti dichiarati dal produttore.
Per i requisiti di accettazione eventualmente non riportati nella Dichiarazione di Prestazione la Direzione Lavori può richiedere la certificazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001.
Qualora si impieghi conglomerato di recupero proveniente da vecchie pavimentazioni (riciclato o fresato), esso deve essere preventivamente qualificato in conformità alla norma UNI EN 13108-8, vagliato prima dell’impiego per
eliminare eventuali elementi (grumi, placche, ecc.) di dimensioni superiori al Dmax previsto per la miscela. La percentuale di conglomerato riciclato da impiegare, che può essere di qualsiasi provenienza, va obbligatoriamente dichiarata nello studio preliminare della miscela che l’Impresa è tenuta a presentare alla Direzione Lavori.
5.5.1.2. Legante
Il legante deve essere costituito da bitume semisolido per applicazioni stradali ottenuto dai processi di raffinazione del petrolio greggio. Saranno utilizzati, a seconda della zona e del periodo di impiego, bitumi appartenenti alla classi di penetrazione 50/70 oppure 70/100, definite dalla UNI EN 12591. La preferenza di impiego sarà per la classe 50/70 per le temperature più elevate.
Il bitume deve essere qualificato in conformità al Regolamento (UE) N. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice della norma europea armonizzata UNI EN 14023.
Le proprietà richieste per il bitume e i relativi metodi di prova sono indicati nella Tabella A.4.
Tabella A.4 | ||||
BITUME | Tipo 50/70 | Tipo 70/100 | ||
Parametro | Normativa | unità di misura | Valori richiesti | Valori richiesti |
Penetrazione a 25°C | UNI EN1426 | 0,1 mm | 50-70 | 70 - 100 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | °C | 46-54 | 43 - 51 |
Punto di rottura (Fraass) | UNI EN12593 | °C | ≤ - 8 | ≤ -10 |
Solubilità | UNI EN12592 | % | ≥ 99 | ≥ 99 |
Valori dopo RTFOT (163°C) | UNI EN12607-1 | |||
Variazione di massa | UNI EN12607-1 | % | ≤ 0,5 | ≤ 0,8 |
Penetrazione residua a 25°C | UNI EN1426 | % | ≥ 50 | ≥ 46 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | °C | ≥ 48 | ≥ 45 |
Incremento del punto di rammollimento | UNI EN1427 | °C | ≤ 11 | ≤ 11 |
Il possesso dei requisiti elencati nella Tabella A4 viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore del bitume. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
5.5.1.3. Additivi
Nei tappeti di usura, per ridurre la sensibilità all’acqua, devono essere impiegati additivi (attivanti di adesione e/o filler speciali) che favoriscono l’adesione bitume – aggregato. Il loro dosaggio, da specificare obbligatoriamente nello studio della miscela, può variare a seconda delle condizioni di impiego, della natura degli aggregati e delle caratteristiche del prodotto.
Il dosaggio degli additivi deve essere stabilito in modo da garantire la resistenza all’azione dell’acqua richiesta per la miscela (Tabelle A.6 e A.7).
L’immissione delle sostanze tensioattive nel bitume deve essere realizzata con attrezzature idonee, tali da garantire l’esatto dosaggio e la loro perfetta dispersione nel legante bituminoso.
Il Produttore deve fornire evidenza dell’idoneità all’impiego, per gli usi specifici, degli additivi utilizzati.
5.5.1.4. Miscele
Il conglomerato bituminoso prodotto a caldo deve essere qualificato in conformità al Regolamento (UE) N. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della Norma europea armonizzata UNI EN 13108-1
Il produttore deve determinare e dichiarare la composizione tipica (target composition) delle miscele impiegate. La miscela degli aggregati da adottarsi per lo strato di usura, deve avere orientativamente una composizione granulometrica, determinata in conformità alla Norma UNI EN 12697-2, contenuta nel fuso riportato in Tabella A.5, AC12 se lo spessore finito previsto è compreso tra 4 e 6 cm, AC10 se di 3 cm, oppure AC8, su autorizzazione del direttore dei lavori, qualora si preveda che in alcuni punti della piattaforma si possano localmente raggiungere spessori inferiori a 3 cm.
La percentuale di legante, riferita alla massa degli aggregati, deve essere compresa nei limiti indicati nella stessa Tabella A.5.
Tabella A.5 | ||||
COMPOSIZIONE GRANULOMETRICA | TAPPETO AC12 | TAPPETO AC10 | TAPPETO AC8 | |
Serie ISO | mm | % di passante | % di passante | % di passante |
Setaccio | 16.0 | 100 | 100 | 100 |
Setaccio | 12.0 | 90 – 100 | 100 | 100 |
Setaccio | 10.0 | - | 90 – 100 | 100 |
Setaccio | 8.0 | 72 – 84 | 75 – 90 | 90 – 100 |
Setaccio | 6.3 | - | - | 75 – 88 |
Xxxxxxxx | 0 | 44 – 55 | 44 – 62 | 53 – 66 |
Xxxxxxxx | 0 | 26 – 36 | 26 – 40 | 30 – 43 |
Setaccio | 0.5 | 14 – 20 | 14 – 22 | 17 – 25 |
Setaccio | 0.25 | 10 – 15 | 10 – 16 | 11 – 17 |
Xxxxxxxx | 0.000 | 6 – 10 | 6 - 10 | 6 – 10 |
Contenuto di legante (%) | 4.6 – 6.2 | 4.8 – 6.4 | 4.8 – 6.4 |
La quantità di bitume di effettivo impiego deve essere determinata mediante lo studio della miscela con il metodo Xxxxxxxx (metodo di prova UNI EN 12697-34) o con il metodo volumetrico (metodo di prova UNI EN 12697- 31), in modo da ottenere i requisiti riportati in Tabella A.6, oppure in Tabella A.7.
La massa volumica della composizione tipica, costipata a 75 colpi per faccia o a 100 rotazioni di pressa giratoria è assunta come massa volumica di riferimento della miscela (UNI EN 12697 – 9) e indicata nel seguito con γmiscela.
Tabella A.6 | |||||
METODO XXXXXXXX | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Costipamento 75 colpi x faccia | |||||
Stabilità Xxxxxxxx | UNI EN 12697 - 34 | Smin | kN | 10 | Smin10 |
Rigidezza Xxxxxxxx | Qmin | kN/mm | 3 – 4,5 | Qmin3 | |
Vuoti residui (∗) | UNI EN 12697 - 8 | V | % | 3 – 6 | Vmin3,0 – Vmax6 |
Sensibilità all’acqua | UNI EN 12697 - 12 | ITSR | % | > 90 | ITSR90 |
Resistenza a trazione indiretta a 25 °C | UNI EN 12697 - 23 | ITS | MPa | 0,6 – 0,9 | |
Coefficiente di trazione indiretta2 a 25 °C | CTI | MPa | ≥ 50 | ||
(∗) UNI EN 12697 – 6 Procedura C. |
Tabella A.7 | |||||
METODO VOLUMETRICO | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Condizioni di prova | |||||
Angolo di rotazione | 1.25° ± 0.02 | ||||
Velocità di rotazione | Rotazioni/min | 30 | |||
Pressione verticale | kPa | 600 | |||
Diametro del provino | Mm | 100 | |||
Vuoti a 10 rotazioni | UNI EN 12697 - 8 | V | % | 9 – 14 | V10Gmin9 |
Vuoti a 100 rotazioni (∗) | UNI EN 12697 - 8 | V | % | 3 – 6 | Vmin3,0 – Vmax6 |
Vuoti a 180 rotazioni | UNI EN 12697 - 8 | V | % | ≥ 2 | |
Sensibilità all’acqua | UNI EN 12697 - 12 | ITSR | % | > 90 | ITSR90 |
Resistenza a trazione indiretta a 25°C (∗∗) | UNI EN 12697 - 23 | ITS | MPa | 0,6 – 0,9 | |
Coefficiente di trazione indiretta a 25 °C (∗∗) | CTI | MPa | ≥ 50 | ||
(∗) UNI EN 12697 – 6 Procedura C. (∗∗) Su provini confezionati con 100 rotazioni della pressa giratoria |
2 Coefficiente di trazione indiretta CTI = π/2 DRt/Dc
dove
D = dimensione in mm della sezione trasversale del provino Dc = deformazione a rottura
Rt = resistenza a trazione indiretta
5.5.2. Accettazione delle miscele
Il possesso dei requisiti previsti per la miscela viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore del conglomerato bituminoso. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Su richiesta della Direzione Lavori devono inoltre essere fornite le registrazioni delle prove effettuate per il controllo di produzione di fabbrica degli ultimi 3 mesi. Le frequenze di prova per il controllo di produzione di fabbrica devono essere quelle relative al livello di controllo Z.
Per i requisiti non riportati nella Dichiarazione di prestazione la Direzione Lavori può chiedere la certificazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001.
Per i requisiti contenuti nella UNI EN 13108-1 la qualifica prevede sia le prove iniziali di tipo ITT che il controllo della produzione di fabbrica (FPC), come specificato nelle UNI EN 13108, parti 20 e 21.
Resta salva la facoltà del Direttore Lavori di verificare i requisiti dichiarati dal produttore con controlli di accettazione a posteriori effettuati sulle miscele prelevate alla stesa e immediatamente costipate senza ulteriore riscaldamento.
Limitatamente alle caratteristiche volumetriche, i controlli di accettazione possono eventualmente essere effettuati anche con successivo riscaldamento del materiale prelevato alla stesa o ottenuto da carote, purché la quantità di materiale sia sufficiente e le temperature di costipamento siano adeguate all’indurimento subito dal bitume durante le fasi di confezione e stesa. Qualora sia necessario eseguire a posteriori anche prove meccaniche (Stabilità Xxxxxxxx o Resistenza a trazione indiretta), i provini da sottoporre a tali prove saranno confezionati con gli aggregati ottenuti dalle carote miscelati con bitume nuovo simile a quello dichiarato.
Solo la comparazione tra i risultati di trazione indiretta ai fini della determinazione della sensibilità all’acqua può essere condotta su provini ottenuti mediante ulteriore riscaldamento.
5.5.3. Confezionamento delle miscele
Il conglomerato deve essere confezionato mediante impianti fissi automatizzati, di idonee caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte.
La produzione di ciascun impianto non deve essere spinta oltre la sua potenzialità, per garantire il perfetto essiccamento, l’uniforme riscaldamento della miscela ed una perfetta vagliatura che assicuri una idonea riclassificazione delle singole classi degli aggregati. Possono essere impiegati anche impianti continui (tipo drum- mixer) purché il dosaggio dei componenti la miscela sia eseguito a peso, mediante idonee apparecchiature la cui efficienza deve essere costantemente controllata.
L’impianto deve comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di realizzare le miscele rispondenti a quelle indicate nello studio presentato ai fini dell’accettazione.
Ogni impianto deve assicurare il riscaldamento del bitume alla temperatura richiesta ed a viscosità uniforme fino al momento della miscelazione oltre al perfetto dosaggio sia del bitume che degli additivi.
La zona destinata allo stoccaggio degli aggregati deve essere preventivamente e convenientemente sistemata per annullare la presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua che possono compromettere la pulizia degli aggregati. Inoltre i cumuli delle diverse classi devono essere nettamente separati tra di loro e l’operazione di rifornimento nei predosatori eseguita con la massima cura.
Il tempo di miscelazione deve essere stabilito in funzione delle caratteristiche dell’impianto, in misura tale da permettere un completo ed uniforme rivestimento degli aggregati con il legante.
L’umidità degli aggregati all’uscita dell’essiccatore non deve superare lo 0,25% in massa.
La temperatura degli aggregati all’atto della miscelazione deve essere compresa tra 150°C e 170° C e quella del legante tra 150° C e 160° C, in rapporto al tipo di bitume impiegato.
Per la verifica delle suddette temperature gli essiccatori, le caldaie e le tramogge degli impianti devono essere muniti di termometri fissi perfettamente funzionanti e periodicamente tarati.
5.5.4. Preparazione delle superfici di stesa
Prima della realizzazione del tappeto di usura è necessario pulire e preparare la superficie di stesa allo scopo di garantire il perfetto ancoraggio allo strato sottostante.
La mano d'attacco deve essere realizzata con emulsioni bituminose cationiche a rottura rapida con il 55% di bitume residuo (designazione secondo UNI EN 13808: C 55 B 3).
Le caratteristiche del materiale da impiegare sono riportate in Tabella D1.
La mano d'attacco, per consentire il transito dei mezzi di stesa, deve essere coperta con graniglia oppure con sabbia o filler.
Il dosaggio della mano d’attacco e la quantità del materiale di ricoprimento devono essere adottati dal- l’Impresa in modo che sia soddisfatto il requisito di adesione tra gli strati determinato sulle carote estratte dalla pavimentazione mediante la prova di taglio diretto eseguita secondo la SN 670461.
Il dosaggio consigliato di bitume residuo dell’emulsione bituminosa è di 0,30 kg/m2 nel caso di nuove costruzioni (stesa del tappeto sopra il binder), di 0,35 kg/m2 nel caso di ricarica (stesa di tappeto su pavimentazione preesistente) di 0,40 kg/m2 nel caso di stesa su pavimentazione precedentemente fresata.
E’ ammesso l’utilizzo di emulsioni bituminose cationiche diversamente diluite a condizione che gli indicatori di qualità (valutati sul bitume residuo) ed il dosaggio siano gli stessi.
Tabella D.1 | |||||
EMULSIONE BITUMINOSA C 55 B 3 | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Contenuto di acqua | UNI EN 1428 | w | % | 45+/-1 | - |
Contenuto di legante bituminoso | UNI EN 1431 | r | % | > 53 | 5 |
Sedimentazione a 7gg | UNI EN 12847 | ST | % | ≤10 | 3 |
Indice di rottura | UNI EN 12850 | BV | 70 – 155 | 3 | |
Residuo bituminoso (per evaporazione) | |||||
Penetrazione a 25 °C | UNI EN1426 | - | 0,1mm | ≤100 | 3 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | - | °C | > 35 | 8 |
Il possesso dei requisiti dell’emulsione bituminosa per la mano d’attacco viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Per i requisiti non riportati nella Dichiarazione di prestazione la Direzione Lavori può chiedere la certificazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001.
Il piano di posa, prima di procedere alla stesa della mano d’attacco, deve risultare perfettamente pulito e privo della segnaletica orizzontale.
5.5.5. Posa in opera
La posa in opera del tappeto di usura viene effettuata a mezzo di macchine vibrofinitrici in perfetto stato di efficienza e dotate di automatismi di autolivellamento.
Le vibrofinitrici devono comunque lasciare uno strato finito perfettamente sagomato, privo di sgranamenti, fessurazioni ed esente da difetti dovuti a segregazione degli elementi litoidi più grossi.
Nella stesa si deve porre la massima cura alla formazione dei giunti longitudinali preferibilmente ottenuti mediante tempestivo affiancamento di una strisciata alla precedente.
Qualora ciò non sia possibile il bordo della striscia già realizzata deve essere spruzzato con la stessa emulsione bituminosa impiegata per la mano d’attacco, in modo da assicurare la saldatura della striscia successiva.
Se il bordo risulterà danneggiato o arrotondato si deve procedere al taglio verticale con idonea attrezzatura.
I giunti trasversali derivanti dalle interruzioni giornaliere devono essere realizzati sempre previo taglio ed asportazione della parte terminale di azzeramento.
La sovrapposizione dei giunti longitudinali deve essere programmata e realizzata in maniera che essi risultino sfalsati di almeno 20 cm rispetto a quelli dello strato sottostante e non cadano mai in corrispondenza delle due fasce della corsia di marcia normalmente interessata dalle ruote dei veicoli pesanti.
Il trasporto del conglomerato dall’impianto di confezione al cantiere di stesa deve avvenire mediante mezzi di trasporto di adeguata portata, efficienti e comunque sempre dotati di telone di copertura per evitare i raffreddamenti superficiali eccessivi e formazione di crostoni.
La temperatura del conglomerato bituminoso all’atto della stesa, controllata immediatamente dietro la finitrice, deve risultare in ogni momento non inferiore a 140° C.
La stesa dei conglomerati deve essere sospesa quando le condizioni meteorologiche generali possono pregiudicare la perfetta riuscita del lavoro.
Gli strati eventualmente compromessi devono essere immediatamente rimossi e successivamente ricostruiti a spese dell’Impresa.
La compattazione del tappeto di usura deve iniziare appena stesi dalla vibrofinitrice e condotta a termine senza interruzioni.
L’addensamento deve essere realizzato con rullo tandem a ruote metalliche del peso massimo di 12 t.
Si avrà cura inoltre che la compattazione sia condotta con la metodologia più adeguata per ottenere uniforme addensamento in ogni punto ed evitare fessurazioni e scorrimenti nello strato appena steso.
La superficie dello strato finito deve presentarsi, dopo la compattazione, priva di irregolarità ed ondulazioni. Un’asta rettilinea lunga 4 m posta in qualunque direzione sulla superficie finita di ciascuno strato deve aderirvi uniformemente; può essere tollerato uno scostamento massimo di 5 mm.
La miscela bituminosa del tappeto di usura verrà stesa sul piano finito dello strato sottostante dopo che sia stata accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest’ultimo ai requisiti di quota, sagoma, densità e portanza indicati in progetto.
5.5.6. Controlli
Il controllo della qualità del conglomerato bituminoso e della sua posa in opera deve essere effettuato mediante prove di laboratorio sui materiali costituenti, sulla miscela, sulle carote estratte dalla pavimentazione e con prove in situ.
L’ubicazione dei prelievi e la frequenza delle prove sono indicati nella Tabella F.1.
Ogni prelievo deve essere costituito da due gruppi di campioni; un gruppo viene utilizzato per i controlli, l’altro resta a disposizione per eventuali accertamenti e/o verifiche tecniche successive.
Le prove saranno eseguite da Laboratorio indicato dal Committente.
Sul conglomerato sfuso prelevato in cantiere vengono determinati il contenuto di legante, la granulometria degli aggregati e il contenuto di aggregati di natura ignea estrusiva (rocce vulcaniche: basalto, trachite, leucitite) nella frazione grossa (UNI EN 932-3). Inoltre, sui provini compattati secondo UNI EN 12697-34 a 75 colpi per faccia sono determinate la percentuale dei vuoti residui (UNI EN 12697-8), la sensibilità all’acqua (UNI EN 12697 – 12) e la massa volumica di riferimento γmiscela (UNI EN 12697-9).
Dopo la stesa, la Direzione Lavori preleva delle carote per il controllo delle caratteristiche del conglomerato e la verifica degli spessori, curando di scegliere posizioni rappresentative dell’insieme della pavimentazione, lontane da chiusini e altri elementi singolari che possano impedire il corretto esercizio dei mezzi costipanti.
Sulle carote vengono misurati gli spessori degli strati e determinati la massa volumica, la percentuale dei vuoti residui e l’adesione tra gli strati mediante la procedura SN 670461, nonché, qualora il conglomerato sciolto non sia stato prelevato o non sia associabile con certezza alle carote: il contenuto di legante, la granulometria degli aggregati, il contenuto di aggregati di natura ignea estrusiva nella frazione grossa (UNI EN 932-3) e, previo ricostipamento a temperatura adeguata del conglomerato ricavato dalle carote, anche la massa volumica di riferimento γmiscela (UNI EN 12697-9).
Lo spessore dello strato viene determinato in conformità alla UNI EN 12697-36. Lo spessore di una carota è individuato dalla media di quattro misure rilevate in corrispondenza di due diametri ortogonali tra di loro, tracciati in modo casuale. Lo spessore di un tratto omogeneo di stesa, viene determinato facendo la media degli spessori delle carote estratte dalla pavimentazione, assumendo per i valori con spessore in eccesso di oltre il 5%, rispetto a quello di progetto, valori corrispondenti allo spessore di progetto moltiplicato per 1,05.
Per spessori medi inferiori a quelli di progetto viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = s + 0,2 s²
dove s è la mancanza di spessore, in percentuale rispetto al valore di progetto valutata con
⎡ ⎛ γcarota ⎞⎤
⎢Sprogetto − Smisurato × ⎜ 0.98 × γ ⎟⎥
s = 100 ⋅ ⎣ ⎝ miscela ⎠⎦
Sprogetto
γmiscela è la massa volumica di riferimento dei provini (Xxxxxxxx a 75 colpi o pressa giratoria a 100 rotazioni) confezionati con il conglomerato prelevato al momento della stesa o ottenuto dalle carote stesse. Per le posizioni nelle quali le carote sono prelevate ai soli fini della verifica dello spessore, la massa volumica di riferimento è quella ottenuta da altri prelievi prossimi o, in mancanza, quella determinata nello studio della miscela.
Nei casi in cui risulti s > 15 si procederà alla rimozione dello strato e alla successiva ricostruzione a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
La curva granulometrica non deve discostarsi da quella dichiarata nello studio della miscela (composizione tipica), con la tolleranza ± 5% sulle singole percentuali di passante ai setacci di apertura maggiore o uguale a 2 mm,
± 3% per i setacci 0,5 mm e 0,25 mm, ± 1,5% al setaccio 0,063 mm.
Scostamenti superiori alla tolleranza comportano la ripresentazione dello studio della miscela con l’assortimento granulometrico effettivamente posto in opera. In caso di mancato soddisfacimento dei requisiti indicati in tabella A.6 o tabella A.7, si procederà alla rimozione dello strato e alla successiva ricostruzione a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Il contenuto di legante viene determinato in conformità alla UNI EN 12697-1. Per carenze nel contenuto di legante viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = 25 b²
dove b è il valore dello scostamento della percentuale di legante riscontrata (arrotondata allo 0,1%) dal valore dichiarato nello studio della miscela, oltre la tolleranza dello 0,3%; in assenza dello studio della miscela si farà riferimento al valore medio dell’intervallo indicato nella tabella A.5 (ultima riga)
Il contenuto di aggregati di natura ignea estrusiva (rocce vulcaniche: basalto, trachite, leucitite) nella frazione grossa viene determinato in conformità alla UNI EN 932-3. Per la presenza di una quantità di aggregati di natura ignea estrusiva inferiore a quella prevista (90% in massa) viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = 0,5 nc²
dove nc è la differenza tra 90 e la percentuale in massa dell’aggregato grosso di natura ignea estrusiva, trattenuto al setaccio ISO 4.0 mm.
La percentuale di aggregati frantumati nella frazione grossa viene determinata in conformità alla UNI EN 933-5. Per percentuale di aggregati frantumati inferiore a quella prevista (100% dell’aggregato grosso) viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = 0,5 nf²
dove nf è la differenza tra 100 e la percentuale in massa degli aggregati frantumati, trattenuti al setaccio ISO
4.0 mm.
Per eventuali altre caratteristiche degli aggregati non conformi a quelle richieste (rif. Tabella A.1) la Direzione Lavori valuta volta per volta la necessità di accertamenti a posteriori, e di conseguenza l’accettabilità del conglomerato e le detrazioni da applicare.
La sensibilità all’acqua viene determinata in conformità alla Norma UNI EN 12697 – 12.
Per valori della resistenza a Trazione Indiretta, dopo il trattamento in acqua, inferiori al 90% del valore ottenuto su provini asciutti, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = 0,5 sa + (0,1 sa)²
dove sa è la differenza tra 90 e il rapporto percentuale tra la resistenza a Trazione Indiretta dei provini sottoposti al trattamento in acqua e quella ottenuta su provini asciutti.
I vuoti residui della miscela sotto costipamento normalizzato vengono determinati secondo la UNI EN 12697-
8 e la procedura C della UNI EN 12697-6. Per valori della percentuale dei vuoti residui dei xxxxxxx Xxxxxxxx eccedenti il valore massimo previsto nella tabella A.6, ovvero dei provini con pressa giratoria a 100 rotazioni eccedenti il valore massimo previsto nella tabella A.7, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = 2e + e²
dove e è la media degli scostamenti (eccedenze) dei valori ottenuti rispetto al valore indicato nelle tabelle
A.6 o A.7 aumentato di due punti percentuali per l’incertezza di laboratorio.
Il grado di addensamento G% delle carote è pari a γcarota/γmiscela espresso in %, con γmiscela pari a quella misurata su provini del materiale prelevato in opera confezionati con compattazione a impatto (Xxxxxxxx) con 75 colpi per faccia (C.1.3 di tab. C.1 della EN 13108–20), ovvero a quella corrispondente a 100 rotazioni di pressa giratoria (C.1.9 di tab. C.1 della EN 13108–20).
Per valori del grado di addensamento delle carote inferiore a G%limite viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = 3 i + i³
dove i è l’insufficienza di addensamento i = (G%carote - G%limite %) con G%limite pari a 97 diminuito di un punto per l’incertezza di laboratorio se G%carote è ottenuta come media di almeno due determinazioni e diminuito di due punti se ottenuto da una sola determinazione e/o se il tratto stradale ha pendenza superiore al 6%, o se particolari condizioni di irregolarità del piano di posa dello strato sono state accertate dalla Direzione Lavori e registrate durante l’esecuzione.
Per valori di una delle due detrazioni (vuoti residui e grado di addensamento) superiori al 40% e/o valori della somma delle due superiore al 50%, la Direzione lavori valuta l’opportunità di far rimuovere e ricostruire lo strato a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Qualora non sia possibile valutare separatamente i vuoti residui della miscela e il grado di addensamento in opera, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = 2 v + v²
dove v è l’eccedenza di vuoti residui in opera, determinati sulle carote, rispetto al valore fisso del 9%, comprensivo dell’errore di laboratorio, aumentato a 10% se il tratto stradale ha pendenza superiore al 6% o quando particolari condizioni di irregolarità del piano di posa dello strato siano state accertate dalla Direzione Lavori e registrate durante l’esecuzione.
Per valori della detrazione, così determinata, superiori al 40%, la Direzione lavori valuta l’opportunità di far rimuovere e ricostruire lo strato a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
L’ancoraggio del tappeto di usura allo strato sottostante viene determinato sulle carote estratte dalla pavimentazione mediante la prova di taglio diretto eseguita secondo la procedura della norma SN 670461.
Per valori di resistenza al taglio inferiori a 15 kN viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = t + 0,2 t²
dove t è la media degli scostamenti dei valori ottenuti dalle carote rispetto al valore limite di 15 kN. Valori di resistenza al taglio inferiori a 5 kN comporteranno la rimozione dello strato e la successiva ricostruzione a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Per l’eccesso nella quantità di legante, per percentuali di vuoti residui, sia sulla miscela sfusa che sulle carote, inferiori al valore minimo la Direzione Lavori valuta l’accettabilità del conglomerato e le detrazioni da applicare.
Le penali precedentemente indicate sono cumulabili e non escludono ulteriori detrazioni per difetto dei materiali costituenti, della miscela utilizzata rispetto a quella proposta dall’Impresa e/o della sua posa in opera, sempre che le carenze riscontrate rientrino nei limiti di accettabilità e non pregiudichino la funzionalità dell'opera.
Tabella F.1 | ||||
CONTROLLO DEI MATERIALI E VERIFICA PRESTAZIONALE | ||||
STRATO | TIPO DI CAMPIONE | UBICAZIONE PRELIEVO | FREQUENZA PROVE | REQUISITI DA CONTROLLARE |
Usura | Aggregato grosso | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.1 |
Usura | Aggregato fino | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.2 |
Usura | Filler | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.3 |
Usura | Legante | Cisterna | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.4 |
Usura | Conglomerato sfuso | Vibrofinitrice | Ogni 2000 m2 di stesa o frazione, con un minimo di due per ogni cantiere | Caratteristiche compositive e volumetriche risultanti dallo studio della miscela, sensibilità all’acqua |
Usura | Carote | Pavimentazione | Ogni 2000 m2 di stesa o frazione, con un minimo di due posizioni per ogni cantiere | Spessore previsto in progetto, massa volumica, % vuoti residui, adesione tra gli strati, ed eventualmente le prove previste sul conglomerato sfuso. |
5.6. TAPPETO DI USURA A CALDO CON BITUME MODIFICATO
Il tappeto di usura a caldo con bitume modificato è un conglomerato bituminoso, dosato a peso o a volume, costituito da aggregati lapidei, bitume modificato con polimeri e additivi, contenente una quota di materiale proveniente da vecchie pavimentazioni (fresato) non superiore al 10% della massa totale.
Le miscele impiegate devono essere qualificate in conformità al Regolamento UE n. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della norma europea armonizzata UNI EN 13108-1.
5.6.1. Materiali costituenti e loro qualificazione
5.6.1.1. Aggregati
Gli aggregati lapidei costituiscono la fase solida dei conglomerati bituminosi a caldo. Essi sono composti dall’insieme degli aggregati grossi degli aggregati fini e del filler, che può essere di additivazione o proveniente dalla frazione fina. Gli aggregati grossi e fini sono costituiti da elementi ottenuti dalla lavorazione di materiali naturali, artificiali o riciclati, qualificati in conformità al Regolamento UE n. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della norma europea armonizzata UNI EN 13043.
Le caratteristiche tecniche degli aggregati ed i metodi di attestazione devono essere conformi al Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 16 novembre 2009.
La designazione dell’aggregato grosso deve essere effettuata mediante le dimensioni degli stacci appartenenti al gruppo di base più gruppo 2 della UNI EN 13043.
L’aggregato grosso può essere di provenienza diversa purché, per ogni tipologia, risultino soddisfatti i requisiti indicati nella Tabella A.1 e almeno il 90% sia di natura ignea estrusiva (basalto, trachite, leucitite).
Tabella A.1 | |||||
AGGREGATO GROSSO | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Resistenza alla frammentazione (Los Angeles) | UNI EN 1097-2 | LA | % | ≤20 | LA20 |
Percentuale di particelle frantumate | UNI EN 933-5 | C | % | 100 | C100/0 |
Dimensione Max | UNI EN 933-1 | D | mm | 16 | - |
Passante allo 0.063 | UNI EN 933-1 | f | % | ≤1 | f1 |
Resistenza al gelo e disgelo | UNI EN 1367-1 | F | % | ≤1 | F1 |
Indice di appiattimento | UNI EN 933-3 | FI | % | ≤20 | FI20 |
Assorbimento d’acqua | UNI EN 1097-6 | WA24 | % | ≤1,5 | WA242 |
Resistenza alla levigazione | UNI EN 1097-8 | PSV | - | ≥44 | PSV44 |
La designazione dell’aggregato fine deve essere effettuata secondo la norma UNI EN 13043. Per motivi di congruenza con le pezzature fini attualmente prodotte in Italia, è permesso l’impiego come aggregato fine anche di aggregati in frazione unica con dimensione massima di 4 mm (Dmax=4 mm).
L’aggregato fine può essere di provenienza o natura petrografica diversa purché, per ogni tipologia, risultino soddisfatti i requisiti indicati nella Tabella A.2
Tabella A.2 | |||||
AGGREGATO FINE | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | Unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Equivalente in sabbia | UNI EN 933-8 | ES | % | ≥70 | - |
Quantità di frantumato | % | ≥70 | - | ||
Passante allo 0.063 | UNI EN 933-1 | f | % | ≤5 | f5 |
Il filler, frazione per la maggior parte passante al setaccio 0,063 mm, proviene dalla frazione fina degli aggregati oppure può essere costituito da polvere di roccia, preferibilmente calcarea, da cemento, calce idrata, calce idraulica, polvere di asfalto, ceneri volanti.
La granulometria del filler deve essere conforme a quella prevista dalla norma UNI EN 13043. Il filler per tappeto di usura deve soddisfare i requisiti indicati in Tabella A.3.
Tabella A.3 | |||||
FILLER | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Indice di plasticità | UNI CEN ISO/TS 17892-12 | IP | N.P. | - | |
Porosità del filler secco compattato (Ridgen) | UNI EN 1097-7 | v | % | 30-45 | v38/45 |
Aumento del punto di rammollimento della miscela filler/legante (Rapporto filler/legante = 1,5) | UNI EN 13179-1 | ΔR&B | % | ≥5 | ΔR&B8/16 |
Il possesso dei requisiti elencati nelle Tabelle A1, A2 ed A3 viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore degli aggregati. La
documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Resta salva la facoltà del Direttore Lavori di verificare con controlli di accettazione i requisiti dichiarati dal produttore. Per i requisiti di accettazione eventualmente non riportati nella Dichiarazione di Prestazione la Direzione Lavori può richiedere la certificazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001.
Qualora si impieghi conglomerato di recupero proveniente da vecchie pavimentazioni (riciclato o fresato), esso deve essere preventivamente qualificato in conformità alla norma UNI EN 13108-8, vagliato prima dell’impiego per eliminare eventuali elementi (grumi, placche, ecc.) di dimensioni superiori al Dmax previsto per la miscela. La percentuale di conglomerato riciclato da impiegare, che può essere di qualsiasi provenienza, va obbligatoriamente dichiarata nello studio preliminare della miscela che l’Impresa è tenuta a presentare alla Direzione Lavori.
5.6.1.2. Legante
Il legante deve essere costituito da bitume modificato. Il bitume modificato è un bitume semisolido contenente polimeri elastomerici e plastomerici che ne modificano la struttura chimica e le caratteristiche fisiche e meccaniche.
Il bitume modificato con polimeri deve essere qualificato in conformità al Regolamento (UE) N. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice della Norma Europea Armonizzata UNI EN 14023.
Le proprietà richieste per il bitume e i relativi metodi di prova sono indicati nella Tabella A.
Tabella A.4 | ||||
BITUME MODIFICATO PmB 45-80/55 | ||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti Classe |
Penetrazione a 25°C | UNI EN1426 | - | 0,1mm | 45-80 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | - | °C | ≥ 55 |
Punto di rottura (Fraass) | UNI EN12593 | - | °C | ≤ - 12 |
-1 Viscosità dinamica a 160°C, γ =10s | UNI EN 13302 | - | mPa∙s | 100-300 |
Ritorno elastico a 25 °C | UNI EN 13398 | RE | % | ≥ 60 |
Stabilità allo stoccaggio 3gg a 180°C Variazione del punto di rammollimento | UNI EN 13399 | - | °C | ≤ 3 |
Valori dopo RTFOT | UNI EN12607-1 | |||
Penetrazione residua a 25°C | UNI EN1426 | - | % | ≥ 60 |
Incremento del punto di rammollimento | UNI EN1427 | - | °C | ≤ 8 |
Il possesso dei requisiti elencati nella Tabella A4 viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore del bitume modificato. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
5.6.1.3. Additivi
Nei tappeti di usura, per ridurre la sensibilità all’acqua, devono essere impiegati additivi (attivanti di adesione e/o filler speciali) che favoriscono l’adesione bitume – aggregato. Il loro dosaggio, da specificare obbligatoriamente nello studio della miscela, può variare a seconda delle condizioni di impiego, della natura degli aggregati e delle caratteristiche del prodotto.
Nella scelta del tipo di additivo deve essere verificata la sua compatibilità con i polimeri presenti nel bitume modificato.
Il dosaggio degli additivi deve essere stabilito in modo da garantire la resistenza all’azione dell’acqua richiesta per la miscela (Tabelle A.6 e A.7).
L’immissione delle sostanze tensioattive nel bitume deve essere realizzata con attrezzature idonee, tali da garantire l’esatto dosaggio e la loro perfetta dispersione nel legante bituminoso.
Il Produttore deve fornire evidenza dell’idoneità all’impiego, per gli usi specifici, degli additivi utilizzati.
5.6.1.4. Miscele
Il conglomerato bituminoso prodotto a caldo deve essere qualificato in conformità al Regolamento (UE) N. 305/2011 sui prodotti da costruzione. Ciascuna fornitura deve essere accompagnata dalla marcatura CE attestante la conformità all’appendice ZA della Norma Europea Armonizzata UNI EN 13108-1
Il produttore deve determinare e dichiarare la composizione tipica (target composition) delle miscele impiegate. La miscela degli aggregati da adottarsi per lo strato di usura, deve avere orientativamente una composizione granulometrica, determinata in conformità alla Norma UNI EN 12697-2, contenuta nel fuso riportato in Tabella A.5, AC12 se lo spessore finito previsto è compreso tra 4 e 6 cm, AC10 se di 3 cm, oppure AC8, su autorizzazione del direttore dei lavori, qualora si preveda che in alcuni punti della piattaforma si possano localmente raggiungere spessori inferiori a 3 cm.
La percentuale di legante, riferita alla massa degli aggregati, deve essere compresa nei limiti indicati nella stessa Tabella A.5.
Tabella A.5 | ||||
COMPOSIZIONE GRANULOMETRICA | TAPPETO AC12 | TAPPETO AC10 | TAPPETO AC8 | |
Serie ISO | mm | % di passante | % di passante | % di passante |
Setaccio | 16.0 | 100 | 100 | 100 |
Setaccio | 12.0 | 90 – 100 | 100 | 100 |
Setaccio | 10.0 | - | 90 – 100 | 100 |
Setaccio | 8.0 | 72 – 84 | 75 – 90 | 90 – 100 |
Setaccio | 6.3 | - | - | 75 – 88 |
Xxxxxxxx | 0 | 44 – 55 | 44 – 62 | 53 – 66 |
Xxxxxxxx | 0 | 26 – 36 | 26 – 40 | 30 – 43 |
Setaccio | 0.5 | 14 – 20 | 14 – 22 | 17 – 25 |
Setaccio | 0.25 | 10 – 15 | 10 – 16 | 11 – 17 |
Xxxxxxxx | 0.000 | 6 – 10 | 6 - 10 | 6 – 10 |
Contenuto di legante (%) | 4.6 – 6.2 | 4.8 – 6.4 | 4.8 – 6.4 |
La quantità di legante di effettivo impiego deve essere determinata mediante lo studio della miscela con il metodo Xxxxxxxx (metodo di prova UNI EN 12697-34) o con il metodo volumetrico (metodo di prova UNI EN 12697- 31), in modo da ottenere i requisiti riportati in Tabella A.6 oppure in Tabella A.7.
La massa volumica della composizione tipica, costipata a 75 colpi per faccia o a 100 rotazioni di pressa giratoria è assunta come massa volumica di riferimento della miscela (UNI EN 12697 – 9) e indicata nel seguito con γmiscela.
Tabella A.6 | |||||
METODO XXXXXXXX | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Costipamento 75 colpi x faccia | |||||
Stabilità Xxxxxxxx | UNI EN 12697 - 34 | Smin | kN | 10 | Smin10 |
Rigidezza Xxxxxxxx | Qmin | kN/mm | 3 – 4,5 | Qmin3 | |
Vuoti residui (∗) | UNI EN 12697 – 8 | V | % | 3 – 6 | Vmin3,0 – Vmax6 |
Sensibilità all’acqua | UNI EN 12697 - 12 | ITSR | % | > 90 | ITSR90 |
Resistenza a trazione indiretta a 25 °C | UNI EN 12697 - 23 | ITS | MPa | 0,8 – 1,4 | |
Coefficiente di trazione indiretta2 a 25 °C | CTI | MPa | ≥ 80 | ||
(∗) UNI EN 12697 – 6 Procedura C |
Tabella A.7 | |||||
METODO VOLUMETRICO | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Categoria |
Condizioni di prova | |||||
Angolo di rotazione | 1.25° ± 0.02 | ||||
Velocità di rotazione | Rotazioni/min | 30 | |||
Pressione verticale | kPa | 600 | |||
Diametro del provino | Mm | 100 | |||
Vuoti a 10 rotazioni | UNI EN 12697 - 8 | V | % | 9 – 14 | V10Gmin9 |
Vuoti a 100 rotazioni (∗) | UNI EN 12697 – 8 | V | % | 3 – 6 | Vmin3,0 – Vmax6 |
Vuoti a 180 rotazioni | UNI EN 12697 – 8 | V | % | ≥ 2 | |
Sensibilità all’acqua | UNI EN 12697 - 12 | ITSR | % | > 90 | ITSR90 |
Resistenza a trazione indiretta a 25°C (∗∗) | UNI EN 12697 - 23 | ITS | MPa | 0,8 – 1,4 | |
Coefficiente di trazione indiretta a 25 °C (∗∗) | CTI | MPa | ≥ 80 | ||
(∗) UNI EN 12697 – 6 Procedura C. (∗∗) Su provini confezionati con 100 rotazioni della pressa giratoria |
5.6.2. Accettazione delle miscele
Il possesso dei requisiti previsti per la miscela viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore del conglomerato bituminoso. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Su richiesta della Direzione Lavori devono inoltre essere fornite le registrazioni delle prove effettuate per il controllo di produzione di fabbrica degli ultimi 3 mesi. Le frequenze di prova per il controllo di produzione di fabbrica devono essere quelle relative al livello di controllo Z.
Per i requisiti non riportati nella Dichiarazione di prestazione la Direzione Lavori può chiedere la certificazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001. Per i requisiti contenuti nella UNI EN 13108-1 la qualifica prevede sia le prove iniziali di tipo ITT che il controllo della produzione di fabbrica (FPC), come specificato nelle UNI EN 13108, parti 20 e 21.
Resta salva la facoltà del Direttore Lavori di verificare i requisiti dichiarati dal produttore con controlli di accettazione a posteriori effettuati sulle miscele prelevate alla stesa e immediatamente costipate senza ulteriore riscaldamento. Limitatamente alle caratteristiche volumetriche, i controlli di accettazione possono eventualmente essere effettuati anche con successivo riscaldamento del materiale prelevato alla stesa o ottenuto da carote, purché la quantità di materiale sia sufficiente e le temperature di costipamento siano adeguate all’indurimento subito dal bitume durante le fasi di confezione e stesa.
Qualora sia necessario eseguire a posteriori anche prove meccaniche (Stabilità Xxxxxxxx o Resistenza a trazione indiretta), i provini da sottoporre a tali prove saranno confezionati con gli aggregati ottenuti dalle carote miscelati con bitume nuovo simile a quello dichiarato.
Solo la comparazione tra risultati di trazione indiretta ai fini della determinazione della sensibilità all’acqua può essere condotta su provini ottenuti mediante ulteriore riscaldamento.
5.6.3. Confezionamento delle miscele
Il conglomerato deve essere confezionato mediante impianti fissi automatizzati, di idonee caratteristiche, mantenuti sempre perfettamente funzionanti in ogni loro parte.
La produzione di ciascun impianto non deve essere spinta oltre la sua potenzialità, per garantire il perfetto essiccamento, l’uniforme riscaldamento della miscela ed una perfetta vagliatura che assicuri una idonea riclassificazione delle singole classi degli aggregati. Possono essere impiegati anche impianti continui (tipo drum- mixer) purché il dosaggio dei componenti la miscela sia eseguito a peso, mediante idonee apparecchiature la cui efficienza deve essere costantemente controllata.
L’impianto deve comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di realizzare le miscele rispondenti a quelle indicate nello studio presentato ai fini dell’accettazione.
Ogni impianto deve assicurare il riscaldamento del legante alla temperatura richiesta ed a viscosità uniforme fino al momento della miscelazione oltre al perfetto dosaggio sia del legante che degli additivi.
La zona destinata allo stoccaggio degli aggregati deve essere preventivamente e convenientemente sistemata per annullare la presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua che possono compromettere la pulizia degli aggregati. Inoltre i cumuli delle diverse classi devono essere nettamente separati tra di loro e l’operazione di rifornimento nei predosatori eseguita con la massima cura.
Il tempo di miscelazione deve essere stabilito in funzione delle caratteristiche dell’impianto, in misura tale da permettere un completo ed uniforme rivestimento degli aggregati con il legante.
L’umidità degli aggregati all’uscita dell’essiccatore non deve superare lo 0,25% in massa.
La temperatura degli aggregati all’atto della miscelazione deve essere compresa tra 160°C e 180° C e quella del legante tra 160° C e 170° C, in rapporto al tipo di bitume modificato impiegato.
Per la verifica delle suddette temperature gli essiccatori, le caldaie e le tramogge degli impianti devono essere muniti di termometri fissi perfettamente funzionanti e periodicamente tarati.
5.6.4. Preparazione delle superfici di stesa
Prima della realizzazione del tappeto d’usura è necessario pulire e preparare la superficie di stesa allo scopo di garantire il perfetto ancoraggio allo strato sottostante.
La mano d'attacco deve essere realizzata con emulsione di bitume modificato con polimeri, spruzzata con apposita spanditrice automatica oppure con bitume modificato con polimeri steso a caldo, nella stessa quantità di bitume residuo dell’emulsione per unità di superficie.
La mano d'attacco, per consentire il transito dei mezzi di stesa, deve essere coperta con graniglia oppure con sabbia o filler.
Il dosaggio della mano d’attacco e la quantità del materiale di ricoprimento devono essere adottati dal- l’Impresa in modo che sia soddisfatto il requisito di adesione tra gli strati determinato sulle carote estratte dalla pavimentazione mediante la prova di taglio diretto eseguita secondo la SN 670461.
Il dosaggio consigliato di bitume modificato con polimeri residuo dell’emulsione, o di bitume modificato con polimeri steso a caldo, è di 0,30 kg/m2 nel caso di nuove costruzioni (stesa del tappeto sopra il binder), di 0,35 kg/m2 nel caso di ricarica (stesa di tappeto su pavimentazione preesistente) di 0,40 kg/m2 nel caso di stesa su pavimentazione precedentemente fresata.
L’emulsione per mano d’attacco deve essere un’emulsione cationica a rottura rapida con il 69% di bitume residuo modificato con polimeri (designazione secondo UNI EN 13808: X 00 XX 3) rispondente alle specifiche indicate nella Tabella D1.
Il bitume modificato con polimeri steso a caldo deve avere le caratteristiche del bitume residuo indicate nella stessa Tabella D.1.
Tabella D.1 | |||||
EMULSIONE DI BITUME MODIFICATO CON POLIMERI – X 00 XX 0 | |||||
Requisito | Xxxxx | Xxxxxxx | unità di misura | Valori richiesti | Classe |
Contenuto di acqua | UNI EN 1428 | w | % | 30+/-1 | 9 |
Contenuto di legante bituminoso | UNI EN 1431 | r | % | 67 – 71 | 8 |
Contenuto flussante | UNI EN 1431 | o | % | 0 | - |
Sedimentazione a 7gg | UNI EN 12847 | ST | % | ≤10 | 3 |
Indice di rottura | UNI EN 13075-1 | BV | 70 – 155 | 4 | |
Residuo bituminoso (per evaporazione) | |||||
Penetrazione a 25 °C | UNI EN1426 | - | 0,1mm | 50-70 | 3 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | - | °C | > 65 | 2 |
Punto di rottura (Frass) | UNI EN 12593 | - | °C | < -15 | - |
Ritorno elastico a 25 °C | UNI EN 13398 | RE | % | ≥ 75 | 4 |
Il possesso dei requisiti dell’emulsione bituminosa di bitume modificato con polimeri o del bitume modificato per la mano d’attacco viene verificato dalla Direzione Lavori sulla base dei valori riportati nella documentazione di marcatura CE predisposta dal produttore. La documentazione, comprendente l’etichetta di marcatura CE e la Dichiarazione di Prestazione (DoP), deve essere consegnata alla Direzione Lavori almeno 15 giorni prima dell’inizio dei lavori.
Per i requisiti non riportati nella Dichiarazione di prestazione la Direzione Lavori può chiedere la certificazione delle relative prove da effettuarsi presso uno dei laboratori di cui all’art. 59 del DPR n. 380/2001.
Il piano di posa, prima di procedere alla stesa della mano d’attacco, deve risultare perfettamente pulito e privo della segnaletica orizzontale.
5.6.5. Posa in opera
La posa in opera del tappeto di usura viene effettuata a mezzo di macchine vibrofinitrici in perfetto stato di efficienza e dotate di automatismi di autolivellamento.
Le vibrofinitrici devono comunque lasciare uno strato finito perfettamente sagomato, privo di sgranamenti, fessurazioni ed esente da difetti dovuti a segregazione degli elementi litoidi più grossi.
Nella stesa si deve porre la massima cura alla formazione dei giunti longitudinali preferibilmente ottenuti mediante tempestivo affiancamento di una strisciata alla precedente.
Qualora ciò non sia possibile il bordo della striscia già realizzata deve essere spruzzato con la stessa emulsione bituminosa impiegata per la mano d’attacco, in modo da assicurare la saldatura della striscia successiva.
Se il bordo risulterà danneggiato o arrotondato si deve procedere al taglio verticale con idonea attrezzatura.
I giunti trasversali derivanti dalle interruzioni giornaliere devono essere realizzati sempre previo taglio ed asportazione della parte terminale di azzeramento.
La sovrapposizione dei giunti longitudinali deve essere programmata e realizzata in maniera che essi risultino sfalsati di almeno 20 cm rispetto a quelli dello strato sottostante e non cadano mai in corrispondenza delle due fasce della corsia di marcia normalmente interessata dalle ruote dei veicoli pesanti.
Il trasporto del conglomerato dall’impianto di confezione al cantiere di stesa deve avvenire mediante mezzi di trasporto di adeguata portata, efficienti e comunque sempre dotati di telone di copertura per evitare i raffreddamenti superficiali eccessivi e formazione di crostoni.
La temperatura del conglomerato bituminoso all’atto della stesa, controllata immediatamente dietro la finitrice, deve risultare in ogni momento non inferiore a 150° C.
La stesa dei conglomerati deve essere sospesa quando le condizioni meteorologiche generali possono pregiudicare la perfetta riuscita del lavoro. Gli strati eventualmente compromessi devono essere immediatamente rimossi e successivamente ricostruiti a spese dell’Impresa.
La compattazione del tappeto di usura deve iniziare appena stesi dalla vibrofinitrice e condotta a termine senza interruzioni.
L’addensamento deve essere realizzato con rullo tandem a ruote metalliche del peso massimo di 12 t.
Si avrà cura inoltre che la compattazione sia condotta con la metodologia più adeguata per ottenere uniforme addensamento in ogni punto ed evitare fessurazioni e scorrimenti nello strato appena steso. La superficie dello strato finito deve presentarsi, dopo la compattazione, priva di irregolarità ed ondulazioni. Un’asta rettilinea lunga 4 m posta in qualunque direzione sulla superficie finita di ciascuno strato deve aderirvi uniformemente; può essere tollerato uno scostamento massimo di 5 mm. La miscela bituminosa del tappeto di usura verrà stesa sul piano finito dello strato sottostante dopo che sia stata accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest’ultimo ai requisiti di quota, sagoma, densità e portanza indicati in progetto.
5.6.6. Controlli
Il controllo della qualità del conglomerato bituminoso e della sua posa in opera deve essere effettuato mediante prove di laboratorio sui materiali costituenti, sulla miscela, sulle carote estratte dalla pavimentazione e con prove in situ.
L’ubicazione dei prelievi e la frequenza delle prove sono indicati nella Tabella F.1.
Ogni prelievo deve essere costituito da due gruppi di campioni; un gruppo viene utilizzato per i controlli, l’altro resta a disposizione per eventuali accertamenti e/o verifiche tecniche successive. Le prove saranno eseguite da Laboratorio indicato dal Committente. Sul conglomerato sfuso prelevato in cantiere vengono determinati il contenuto di legante, la granulometria degli aggregati e il contenuto di aggregati di natura ignea estrusiva (rocce vulcaniche: basalto, trachite, leucitite) nella frazione grossa (UNI EN 932-3). Inoltre, sui provini compattati secondo UNI EN 12697-34 a 75 colpi per faccia sono determinate la percentuale dei vuoti residui (UNI EN 12697-8), la sensibilità all’acqua (UNI EN 12697 – 12) e la massa volumica di riferimento γmiscela (UNI EN 12697-9).
Dopo la stesa, la Direzione Lavori preleva delle carote per il controllo delle caratteristiche del conglomerato e la verifica degli spessori, curando di scegliere posizioni rappresentative dell’insieme della pavimentazione, lontane da chiusini e altri elementi singolari che possano impedire il corretto esercizio dei mezzi costipanti.
Sulle carote vengono misurati gli spessori degli strati e determinati la massa volumica, la percentuale dei vuoti residui e l’adesione tra gli strati mediante la procedura SN 670461, nonché, qualora il conglomerato sciolto non sia stato prelevato o non sia associabile con certezza alle carote: il contenuto di legante, la granulometria degli aggregati, il contenuto di aggregati di natura ignea estrusiva nella frazione grossa (UNI EN 932-3) e, previo ricostipamento a temperatura adeguata del conglomerato ricavato dalle carote, anche la massa volumica di riferimento γmiscela (UNI EN 12697-9).
Lo spessore dello strato viene determinato in conformità alla UNI EN 12697-36. Lo spessore di una carota è individuato dalla media di quattro misure rilevate in corrispondenza di due diametri ortogonali tra di loro, tracciati in modo casuale. Lo spessore di un tratto omogeneo di stesa, viene determinato facendo la media degli spessori delle carote estratte dalla pavimentazione, assumendo per i valori con spessore in eccesso di oltre il 5%, rispetto a quello di progetto, valori corrispondenti allo spessore di progetto moltiplicato per 1,05.
Per spessori medi inferiori a quelli di progetto viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = s + 0,2 s²
dove s è la mancanza di spessore, in percentuale rispetto al valore di progetto valutata con
⎡ ⎛ γcarota ⎞⎤
⎢Sprogetto − Smisurato × ⎜ 0.98 × γ ⎟⎥
s = 100 ⋅ ⎣ ⎝ miscela ⎠⎦
Sprogetto
γmiscela è la massa volumica di riferimento dei provini (Xxxxxxxx a 75 colpi o pressa giratoria a 100 rotazioni) confezionati con il conglomerato prelevato al momento della stesa o ottenuto dalle carote stesse. Per le posizioni nelle quali le carote sono prelevate ai soli fini della verifica dello spessore, la massa volumica di riferimento è quella ottenuta da altri prelievi prossimi o, in mancanza, quella determinata nello studio della miscela.
Nei casi in cui risulti s > 15 si procederà alla rimozione dello strato e alla successiva ricostruzione a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
La curva granulometrica non deve discostarsi da quella dichiarata nello studio della miscela (composizione tipica), con la tolleranza ± 5% sulle singole percentuali di passante ai setacci di apertura maggiore o uguale a 2 mm,
± 3% per i setacci 0,5 mm e 0,25 mm, ± 1,5% al setaccio 0,063 mm.
Scostamenti superiori alla tolleranza comportano la ripresentazione dello studio della miscela con l’assortimento granulometrico effettivamente posto in opera. In caso di mancato soddisfacimento dei requisiti indicati in tabella A.6 o tabella A.7, si procederà alla rimozione dello strato e alla successiva ricostruzione a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Il contenuto di legante viene determinato in conformità alla UNI EN 12697-1. Per carenze nel contenuto di legante viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = 25 b²
dove b è il valore dello scostamento della percentuale di legante riscontrata (arrotondata allo 0,1%) dal valore dichiarato nello studio della miscela, oltre la tolleranza dello 0,3%; in assenza dello studio della miscela si farà riferimento al valore medio dell’intervallo indicato nella tabella A.5 (ultima riga)
Il contenuto di aggregati di natura ignea estrusiva (rocce vulcaniche: basalto, trachite, leucitite) nella frazione grossa viene determinato in conformità alla UNI EN 932-3. Per la presenza di una quantità di aggregati di natura ignea estrusiva inferiore a quella prevista (90% in massa) viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = 0,5 nc²
dove nc è la differenza tra 90 e la percentuale in massa dell’aggregato grosso di natura ignea estrusiva, trattenuto al setaccio ISO 4.0 mm.
La percentuale di aggregati frantumati nella frazione grossa viene determinata in conformità alla UNI EN 933-5. Per percentuale di aggregati frantumati inferiore a quella prevista (100% dell’aggregato grosso) viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = 0,5 nf²
dove nf è la differenza tra 100 e la percentuale in massa degli aggregati frantumati, trattenuti al setaccio ISO
4.0 mm. Per eventuali altre caratteristiche degli aggregati non conformi a quelle richieste (rif. Tabella A.1) la Direzione Lavori valuta volta per volta la necessità di accertamenti a posteriori, e di conseguenza l’accettabilità del conglomerato e le detrazioni da applicare.
La sensibilità all’acqua viene determinata in conformità alla Norma UNI EN 12697 – 12.
Per valori della resistenza a Trazione Indiretta, dopo il trattamento in acqua, inferiori al 90% del valore ottenuto su provini asciutti, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = 0,5 sa + (0,1 sa)²
dove sa è la differenza tra 90 e il rapporto percentuale tra la resistenza a Trazione Indiretta dei provini sottoposti al trattamento in acqua e quella ottenuta su provini asciutti.
I vuoti residui della miscela sotto costipamento normalizzato vengono determinati secondo la UNI EN 12697-
8 e la procedura C della UNI EN 12697-6. Per valori della percentuale dei vuoti residui dei xxxxxxx Xxxxxxxx eccedenti il valore massimo previsto nella tabella A.6, ovvero dei provini con pressa giratoria a 100 rotazioni eccedenti il valore massimo previsto nella tabella A.7, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = 2e + e²
dove e è la media degli scostamenti (eccedenze) dei valori ottenuti rispetto al valore indicato nelle tabelle
A.6 o A.7 aumentato di due punti percentuali per l’incertezza di laboratorio.
Il grado di addensamento G% delle carote è pari a γcarota/γmiscela espresso in %, con γmiscela pari a quella misurata su provini del materiale prelevato in opera confezionati con compattazione a impatto (Xxxxxxxx) con
75 colpi per faccia (C.1.3 di tab. C.1 della EN 13108–20), ovvero a quella corrispondente a 100 rotazioni di pressa giratoria (C.1.9 di tab. C.1 della EN 13108–20).
Per valori del grado di addensamento delle carote inferiore a G%limite viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = 3 i + i³
dove i è l’insufficienza di addensamento i = (G%carote - G%limite %) con G%limite pari a 97 diminuito di un punto per l’incertezza di laboratorio se G%carote è ottenuta come media di almeno due determinazioni e diminuito di due punti se ottenuto da una sola determinazione e/o se il tratto stradale ha pendenza superiore al 6%, o se particolari condizioni di irregolarità del piano di posa dello strato sono state accertate dalla Direzione Lavori e registrate durante l’esecuzione.
Per valori di una delle due detrazioni (vuoti residui e grado di addensamento) superiori al 40% e/o valori della somma delle due superiore al 50%, la Direzione lavori valuta l’opportunità di far rimuovere e ricostruire lo strato a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Qualora non sia possibile valutare separatamente i vuoti residui della miscela e il grado di addensamento in opera, viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = 2 v + v²
dove v è l’eccedenza di vuoti residui in opera, determinati sulle carote, rispetto al valore fisso del 9%, comprensivo dell’errore di laboratorio, aumentato a 10% se il tratto stradale ha pendenza superiore al 6% o quando particolari condizioni di irregolarità del piano di posa dello strato siano state accertate dalla Direzione Lavori e registrate durante l’esecuzione.
Per valori della detrazione, così determinata, superiori al 40%, la Direzione lavori valuta l’opportunità di far rimuovere e ricostruire lo strato a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
L’ancoraggio del tappeto di usura allo strato sottostante viene determinato sulle carote estratte dalla pavimentazione mediante la prova di taglio diretto eseguita secondo la procedura della norma SN 670461.
Per valori di resistenza al taglio inferiori a 15 kN viene applicata, per tutto il tratto omogeneo, una detrazione percentuale al prezzo di elenco del tappeto di usura pari a:
% di detrazione = t + 0,2 t²
dove t è la media degli scostamenti dei valori ottenuti dalle carote rispetto al valore limite di 15 kN. Valori di resistenza al taglio inferiori a 5 kN comporteranno la rimozione dello strato e la successiva ricostruzione a spese dell’Impresa, salvo il danno per il mancato esercizio dell’infrastruttura.
Per l’eccesso nella quantità di legante, per percentuali di vuoti residui, sia sulla miscela sfusa che sulle carote, inferiori al valore minimo la Direzione Lavori valuta l’accettabilità del conglomerato e le detrazioni da applicare.
Le penali precedentemente indicate sono cumulabili e non escludono ulteriori detrazioni per difetto dei materiali costituenti, della miscela utilizzata rispetto a quella proposta dall’Impresa e/o della sua posa in opera, sempre che le carenze riscontrate rientrino nei limiti di accettabilità e non pregiudichino la funzionalità dell'opera.
Tabella F.1 | ||||
CONTROLLO DEI MATERIALI E VERIFICA PRESTAZIONALE | ||||
STRATO | TIPO DI CAMPIONE | UBICAZIONE PRELIEVO | FREQUENZA PROVE | REQUISITI DA CONTROLLARE |
Usura | Aggregato grosso | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.1 |
Usura | Aggregato fino | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.2 |
Usura | Filler | Impianto | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.3 |
Usura | Legante | Cisterna | Settimanale oppure Ogni 2500 m3 di stesa | Riferimento Tabella A.4 |
Usura | Conglomerato sfuso | Vibrofinitrice | Ogni 2000 m2 di stesa o frazione, con un minimo di due per ogni cantiere | Caratteristiche compositive e volumetriche risultanti dallo studio della miscela, sensibilità all’acqua |
Usura | Carote | Pavimentazione | Ogni 2000 m2 di stesa o frazione, con un minimo di due posizioni per ogni cantiere | Spessore previsto in progetto, massa volumica, % vuoti residui, adesione tra gli strati, ed eventualmente le prove previste sul conglomerato sfuso. |
6. ASFALTI COLATI PER MARCIAPIEDI
La miscela bituminosa di asfalto colato deve essere idonea all’utilizzo in conformità al Regolamento prodotti
da costruzione (CPR 305/2011) e provvisto di marcatura CE in conformità all’Allegato ZA della norma UNI EN 13108-6 secondo il sistema di valutazione e verifica della costanza della prestazione di livello 2+.
Gli asfalti colati sono conglomerati asfaltatici da usare per la pavimentazione dei marciapiedi, con posa a caldo per semplice “colata”.
In passato gli asfalti colati venivano ottenuti aggiungendo ad appositi mastici bituminosi (a loro volta preparati "in pani" con polveri di rocce asfaltiche), aggregato grosso e sabbia, oltre ad un quantitativo di legante aggiuntivo, rispetto a quello contenuto nei mastici; il tutto in modo che l'impasto avesse, a caldo, fluidità sufficiente a permetterne la posa senza alcuna azione accessoria di costipamento.
I mastici bituminosi attuali, per difficoltà di reperimento di polveri di rocce asfaltiche, sono prodotti con aggregati calcarei, legati con bitume di origine naturale o proveniente da distillazione del petrolio, eventualmente modificato con polimeri.
L’Amministrazione Capitolina ha facoltà di chiedere ghiaino tondo in luogo della graniglia di frantumazione.
È ammessa la riutilizzazione del materiale di recupero, con una nuova fusione in caldaia, previo integrazione pari al 3 % della massa totale di nuovo bitume, con penetrazione compresa tra 60 e 120, a seconda delle caratteristiche e dello stato del materiale di recupero.
Sono vietate, comunque, miscele composte di solo materiale di recupero.
6.1. Requisiti dei materiali inerti costituenti l'asfalto colato
Gli aggregati utilizzati dovranno essere idonei all’utilizzo in conformità al Regolamento prodotti da costruzione (CPR 305/2011) e provvisti di marcatura CE in conformità all’Allegato ZA della norma UNI EN 13043 secondo il sistema di valutazione e verifica della costanza della prestazione di livello 2+.
Gli aggregati dovranno possedere tutte le caratteristiche fisiche e di resistenza meccanica previste per lo strato di usura.
Tabella: asfalto colato con mastici formati con polveri di rocce asfaltiche e/o asfalti naturali
materiale | % in massa | |
Mastice d’asfalto con 14-18 % di bitume | 45 – 60 | |
Graniglia o ghiaino (nei due assortimenti 3-5 e 5-10) | 30 – 50 | |
Sabbia ( 0 - 4) | 0 – 15 | |
Bitume aggiunto (naturale o da distillazione)con penetrazione compresa tra 30 e 50. La tipologia del bitume da aggiungere deve essere di volta in volta stabilita in base a quella del bitume contenuto nelle polveri. | 2 – 6 | |
aggregati | ||
Requisito | valore | Riferimento |
Resistenza alla frammentazione (LA) | ≤ 18 | UNI EN 1097-2 |
Resistenza alla levigazione (PSV) | >0,43 | UNI EN 1097-8 |
Resistenza al gelo e disgelo (F) | ≤ 1 | UNI EN 1367-1 |
Affinità ai leganti bituminosi con eventuale impiego di “dope” d’adesione | 5 % | UNI EN 12697-11 (B) |
indice di forma (SI) | < 10 | UNI EN 933-4 |
Tabella: asfalto colato con impiego diretto di polveri di rocce asfaltiche
materiale | % in massa | |
polveri di rocce asfaltiche | 45 – 60 | |
Graniglia o ghiaino (nei due assortimenti 3-5 e 5-10) | 30 – 50 | |
Sabbia ( 0 - 4) | 0 – 15 | |
Bitume aggiunto (naturale o da distillazione)con penetrazione compresa tra 30 e 50. La tipologia del bitume da aggiungere deve essere di volta in volta stabilita in base a quella del bitume contenuto nelle polveri. | 8 – 16 (a titolo di esempio) | |
aggregati | ||
Caratteristica | valore | Riferimento |
Resistenza alla frammentazione (LA) | ≤ 18 % | UNI EN 1097-2 |
Resistenza alla levigazione (PSV) | >0,43 | UNI EN 1097-8 |
Resistenza al gelo e disgelo (F) | ≤ 1 | UNI EN 1367-1 |
Affinità ai leganti bituminosi con eventuale impiego di “dope” d’adesione | 0 % | UNI EN 12697-11 (B) |
indice di forma (SI) | ≤ 10 | UNI EN 933-4 |
Tabella: asfalto colato sintetico
materiale | % in massa | ||||
Aggregato fine calcareo (<2,5 mm) | 45 ÷ 65 | ||||
Graniglia o ghiaino (nei due assortimenti 3-5 e 5-10) | 25 ÷ 45 | ||||
Legante per asfalti colati sintetici (v. tab.9) | 9 ÷ 12 | ||||
aggregati | |||||
Caratteristica | valore | Riferimento | |||
Resistenza alla frammentazione (LA) | ≤ 18 % | UNI EN 1097-2 | |||
Resistenza alla levigazione (PSV) | >0,43 | UNI EN 1097-8 | |||
Resistenza al gelo e disgelo (F) | 1 | UNI EN 1367-1 | |||
Affinità ai leganti bituminosi con eventuale impiego di “dope” d’adesione | 0 % | UNI EN 12697-11 (B) | |||
indice di forma (SI) | ≤ 10 | UNI EN 933-4 | |||
granulometria | |||||
Setaccio mm | Passante tot. in massa % | Setaccio mm | Passante tot. in massa % | ||
10 | 100 | 0,5 | |||
8 | 90 - 100 | 0,125 | |||
4 | 70 - 90 | 0,063 | |||
2 | 55 - 75 | ||||
bitume | |||||
Il bitume deve avere penetrazione 20 – 40. Possono essere impiegate miscele di bitume distillato e di asfalto naturale o leganti modificati con polimeri, purché questi ultimi non si degradino alle alte temperature necessarie per la preparazione e la stesa dell'asfalto colato. | |||||
Caratteristica | Un.di misura | min - xxx | Xxxxxx | Xxxxxx | |
Penetrazione a 25°C | mm/10 | 20 -40 | UNI EN 1426 | ||
Rammollimento (P&A) | °C | min | 60 | UNI EN 1427 | |
Fraass | °C | max | -5 | UNI EN 12593 | |
Resistenza all'invecchiamento: | UNI EN 12607-1 | ||||
Penetrazione residua | % | min | 60 | (RTFOT) | |
Incremento P&A | °C | max | 9 |
6.2. Posa in opera degli asfalti colati
L’esecuzione a regola d’arte richiede fondazioni rigide, in calcestruzzo di cemento spessore di 10 cm, con bassi dosaggi di cemento, non minori di 150 kg/m3 di impasto.
La fondazione può essere realizzata anche con malta idraulica (pozzolana stabilizzata con calce). Gli spessori dei rivestimenti in asfalto colato sono di almeno 3 cm.
È vietata la stesa di colato su fondazioni bagnate.
Il colato, all'atto dell'applicazione, deve avere una temperatura non inferiore ai 180 °C.
Quando lo spessore ordinato è superiore a cm 3 il manto deve essere formato con due distinti strati sovrapposti, aventi direzioni di stesa incrociate, in modo da sfalsare tra di loro i giunti delle riprese e da ridurre la probabilità di fessurazioni.
Se il fronte di stesa supera la larghezza di 2,0 ÷ 2,5 m, la pavimentazione viene divisa in strisce, mediante regoli metallici successivamente rimossi.
Per rendere la superficie più scabra, appena ultimata la stesa, si deve spargere sul manto ancora caldo uno strato sottile di graniglia o di pietrischetto.
Tutti i margini che delimitano la pavimentazione, per favorire i collegamenti, devono essere spalmati con bitume a caldo prima di addossarvi il colato.
Per evitare i distacchi dai margini (causati dei forti ritiri del colato) si realizzare apposito giunto, tra il manto e i bordi stessi; il giunto si otterrà tramite sagoma provvisoria (da porre prima della stesa), riempiendo successivamente con asfalto colato il vano risultante dalla rimozione della sagoma stessa.
6.3. Prove
Le prove riguarderanno: l’analisi granulometrica, la qualità e percentuale dei bitumi, la penetrazione sull’asfalto colato, la resistenza a trazione indiretta
7. CONGLOMERATO BITUMINOSO FREDDO PER MANUTENZIONI STRADALI A ELEVATE PRESTAZIONI
7.1. Descrizione
Il conglomerato bituminoso freddo “plastico” per riempimento e sistemazione di buche superficiali di qualsiasi dimensione presenti sul piano viabile può essere costituito sia da materiale di primo utilizzo sia da materiale riciclato proveniente dalla demolizione di pavimentazioni bituminose (fresato) per opere di manutenzione.
La mescola (aggregati, fresato, bitume e additivi) è ideale per la manutenzione stradale di piccole, medie e grandi dimensioni fino a qualche decina di metri quadrati (dal riempimento di buche a rappezzi anche di 50 m2). Il materiale plastico potrà essere realizzato mescolando direttamente “in-situ” le materie prime o in un impianto fisso di miscelazione. Inoltre, potrà essere sia sfuso sia in sacchi e/o secchielli pronti all’uso.
Nel caso di utilizzo di fresato, l’additivo-legante dovrà essere costituito da diversi componenti chimici, ognuno dei quali ha una funzione ben precisa nei confronti del bitume presente nel fresato: antiossidante, plastificante, rigenerante, bagnante, diluente e disperdente.
Tutti gli studi delle miscele riguardanti i lavori riportati nelle Norme Tecniche d’Appalto eseguiti dalle imprese esecutrici, dovranno essere presentati alla Direzione lavori con congruo anticipo rispetto all’inizio delle lavorazioni ed approvati dalla stessa D.L.. La loro presa visione non solleverà comunque l’Impresa dalla responsabilità di ottenimento dei risultati prestazionali finali prescritti.
7.2. Materiali costituenti
7.2.1. Legante
Il bitume totale presente nella miscela sarà formato eventualmente da quello contenuto nel fresato e quello di apporto. Il bitume di apporto per uso stradale dovrà essere provvisto di marcatura CE attestante la conformità all’Appendice ZA della Norma UNI EN 12591 “Bitume e leganti bituminosi - Specifiche per i bitumi per applicazioni stradali” con riferimento alle informazioni complementari per i bitumi semisolidi 50-70 o 70-100, riportate nell’appendice NA.
Bitume Normale | Limiti (UNI EN 12591) | |||
Parametro | Normativa | Unità di misura | Classe 50/70 | Classe 70/100 |
Penetrazione a 25°C | UNI EN 1426 | 0,1 mm | 00-00 | 00-000 |
Punto di rammollimento | UNI EN1427 | °C | 46 - 54 | 43-51 |
Punto di rottura (Fraass) | UNI EN 12593 | °C | ≤ - 8 | ≤ - 10 |
Viscosità dinamica a 160°C | UNI EN 13302 | Pa•s | 0,03-0,10 | 0,02-0,10 |
Valori dopo RTFOT | UNI EN12607-1 | |||
Penetrazione residua | UNI EN 1426 | % | 50 | 46 |
Incremento del punto di Rammollimento | UNI EN1427 | °C | ≤ 11 | ≤ 11 |
Variazione della massa | UNI EN 12607 - 1 | % | ≤ 0,5 | ≤ 0,8 |
7.2.2. Aggregati
Gli inerti lapidei impiegati nel conglomerato bituminoso dovranno essere qualificati in conformità al Regolamento 305/2011 sui prodotti da costruzione e dovranno essere marcati CE, rispondendo a quanto previsto dall’appendice ZA della norma UNI EN 13043. In ogni caso i materiali dovranno essere conformi ai sistemi di attestazione previsti
dalla normativa vigente. La miscela di inerti dovrà essere costituita da aggregati fini e filler, anche eventualmente d’apporto. Potrà inoltre essere utilizzato materiale riciclato da fresato. L’eventuale fresato (anche il 100%) e gli aggregati dovranno avere un’appropriata granulometria (0/10 mm oppure 0/20 mm), secondo gli utilizzi.
Aggregato grosso
L’aggregato grosso (frazione di dimensioni maggiori/uguali ai 2 mm) dovrà essere totalmente frantumato e dovrà rispondere ai seguenti requisiti:
Aggregato Grosso | |||
Parametro | Normativa | Unità di misura | Limite (UNI EN 13043) |
Resistenza alla frammentazione (Los Angeles) | UNI EN 1097-2 | % | ≤ 20 (LA20) |
Superfici frantumate | UNI EN 13043 | --- | C100/0 |
Resistenza alla levigatezza | UNI EN 1097-8 | --- | ≥ 44 (PSV44) |
Resistenza al gelo/disgelo | UNI EN 1367-1 | % | ≤ 1 (F1) |
Affinità bitume-aggregato (Spogliamento) | UNI EN 12697-11 | % | ≤ 5 |
Coefficiente di forma | UNI EN 933-4 | --- | ≤ 20 (SI20) |
Coefficiente di appiattimento | UNI EN 933-3 | --- | ≤ 15 (FI15) |
Contenuto di fini | UNI EN 933-1 | % | ≤ 0,5 (f0,5) |
In ogni caso, anche se di natura diversa, l’aggregato grosso dovrà essere costituiti da elementi sani, duri, durevoli, poliedrici, puliti ed esenti da polvere e da materiali estranei o inquinanti.
Aggregato fino
L’aggregato fino (frazione di dimensioni minori di 2 mm) dovrà essere costituito da sabbie di frantumazione e/o naturali e dovrà rispondere ai seguenti requisiti:
Aggregato Fino | |||
Parametro | Normativa | Unità di misura | Limite (UNI EN 13043) |
Equivalente in sabbia | UNI EN 933-8 | % | ≥ 75 (SE75) |
Contenuto di fini | UNI EN 933-1 | % | ≤ 10 (f10) |
7.2.3. Filler di Additivazione
In aggiunta a quello proveniente dalle frazioni fini degli aggregati, l’eventuale filler di additivazione dovrà provenire dalla macinazione di rocce calcaree oppure dovranno essere costituiti da cemento o calce idraulica. Comunque, dovranno soddisfare i seguenti requisiti:
Filler di Additivazione | |||
Parametro | Normativa | Unità di misura | Limite (UNI EN 13043) |
Passante setaccio UNI 2 mm | UNI EN 933-10 | % | 100 |
Passante setaccio UNI 0,125 mm | UNI EN 933-10 | % | 85÷100 |
Passante setaccio UNI 0,063 mm | UNI EN 933-10 | % | 70÷100 |