Progettista: Ente Committente: Progetto: PROGETTO ESECUTIVO PER LA REALIZZAZIONE DEL NUOVO DATACENTER PRESSO LA STAZIONE AUTOSTRADALE DI PADOVA EST (PD) E PER L'ADEGUAMENTO IMPIANTISTICO E CONSOLIDAMENTO INFRASTRUTTURALE DEL DATA CENTER DELLA SEDE DI...
Progettista: | Ente | |||||
Committente: | ||||||
Progetto: | ||||||
PROGETTO ESECUTIVO PER LA REALIZZAZIONE DEL NUOVO | ||||||
DATACENTER PRESSO LA STAZIONE AUTOSTRADALE DI | ||||||
PADOVA EST (PD) E PER L'ADEGUAMENTO IMPIANTISTICO E | ||||||
CONSOLIDAMENTO INFRASTRUTTURALE DEL DATA CENTER | ||||||
DELLA SEDE DI MARGHERA (VE) | ||||||
02009024 | Oggetto CAPITOLATO SPECIALE D'APPALTO - Parte Seconda (Norme tecniche) | |||||
PE0 | GEN | REL | 03 | R2 | ||
Sede Legale Xxxxxx Xxxx X. 00 00000 X. Xxxxxxx Xx Xxxxxx (XX) Tel. 0422/318811-Fax 0422/318888 | ||||||
Prog. | Xxx. Xxxxx Xxxxxxxx |
Rev | Redatto | Controllato | Approvato | Data | Descrizione |
0 | X. Xxxxxxx | X. Xxxxx | X. Xxxxxxxx | 29/09/2017 | EMISSIONE |
1 | X. Xxxxxxx | X. Xxxxx | X. Xxxxxxxx | 12/02/2018 | PRIMA REVISIONE |
2 | X. Xxxxx | X. Xxxxx | X. Xxxxxxxx | 16/03/2018 | SECONDA REVISIONE |
INDICE
SEZIONE 1 – PARTE GENERALE 7
1 PREMESSA 7
1.1 Chiarimenti 7
1.2 Oneri relativi a pratiche e certificati 8
1.3 Oneri relativi alla messa in funzione e messa a punto 9
1.4 Istruzione al personale del Committente 9
1.5 Oneri di collaudo 9
1.6 Oneri relativi alla documentazione finale 9
2 NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO 10
2.1 Impianti meccanici 10
2.2 Impianti elettrici e speciali 14
3 VERIFICHE E COLLAUDI 17
3.1 Impianti meccanici 17
3.2 Impianti elettrici e speciali 18
4 PROVVEDIMENTI ANTISISMICI 28
4.1 Impianti meccanici 28
4.2 Impianti elettrici e speciali 29
5 QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI 30
5.1 Prove e Campionature di Materiali, Apparecchiature e Componenti degli Impianti 30
6 PROVVEDIMENTI CONTRO LA TRASMISSIONE DELLE VIBRAZIONI 31
7 LIMITAZIONE DELLA RUMOROSITÀ DEGLI IMPIANTI 32
SEZIONE 2 – SPECIFICHE TECNICHE DI FORNITURA 34
8 DESCRIZIONE DELLE OPERE 34
9 OPERE CIVILI 35
9.1 Demolizioni – rimozioni – trasporti 35
Demolizione dei locali da ristrutturare 35
9.2 Opere murarie e di sottofondo 36
Pareti in pannelli sandwich 37
Pareti divisorie ambienti SP. 75 cm REI 60 37
Pareti divisorie ambienti SP. 10 cm REI 120 38
Assistenze murarie 38
9.3 Opere di impermeabilizzazione 38
Guaina di impermeabilizzazione 40
9.4 Opere in cemento armato 40
Conglomerato cementizio Rck 15 per formazione di magrone 52
Conglomerato cementizio Rck 35/45 per platea 52
Rete elettrosaldata 52
Casseforme per getti strutture in c.a 52
9.5 Controsoffitti e pareti divisorie – opere in cartongesso 53
Pareti in cartongesso REI 60 54
Pareti in cartongesso REI 120 55
Rivestimento per resistenza al fuoco REI 120 55
9.6 Pavimenti – rivestimenti 56
Pavimenti sopraelevati 60
Pannelli isolanti 65
9.7 Strutture ed opere in acciaio ed altri metalli 65
Grigliati di compartimentazione 66
Profilati in ferro 67
Parapetti 67
Scala di risalita tipo “Soll” 67
Cancello in grigliato 68
Fissaggi di elementi in acciaio su struttura in c.a 68
9.8 Opere in acciaio e vetro – Porte REI ad una e due ante 69
Porte REI 60 71
Porte REI 120 71
Maniglione antipanico 72
9.9 Opere da pittore 72
Preparazione sottofondi 73
Tinteggiatura 74
9.10 Opere varie 74
Cavedio per risalita cavi in copertura 74
Pulizie in corso d’opera 74
Pulizie finali 75
10 IMPIANTI MECCANICI 76
10.1 Condizionatori di precisione e condensatori remoti (Data Center Secondario – Padova EST) 76
Condizionatori in row 76
Condensatori remoti 80
Sistema di Management 80
10.2 Impianti di spegnimento a gas chimico FK-5-1-12 82
Impianto di spegnimento a gas 82
Gruppo bombole 82
Manometro a molla tubolare 83
Attuatore 83
Apparecchiature a corredo rampe bombole 83
Ugello radiale 83
Tubazioni e staffaggi 84
Door Fan Test 84
Unità periferica di gestione e comando impianto automatico rilevazione incendi 84
10.3 Impianto di condizionamento sala tlc (Data Center Secondario – Padova EST) 85
Motocondensante esterna a pompa di calore del tipo mono split 85
Unità split a parete 86
Rete di distribuzione gas refrigerante R410A 87
Rete di scarico condensa 87
10.4 Componenti impianto aeraulico sala ced (Data Center Secondario – Padova EST) . 87
Ventilatori centrifughi 88
Filtro 88
Serranda di regolazione circolare 88
Serranda di regolazione rettangolare 88
Servocomandi per serrande 89
11 IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI 91
11.1 Quadri elettrici di bassa tensione 91
11.2 Interruttori scatolati 97
11.3 Interruttori automatici e fusibili 97
Automatici magnetotermici modulari 97
Automatici magnetotermici differenziali modulari 97
Interruttori differenziali puri modulari 98
Interruttori non automatici modulari 98
Interruttori di manovra-sezionatori bordo macchina 98
11.4 Gruppo elettrogeno 99
11.5 Gruppi statici di continuità 104
Caratteristiche tecniche (UPS) 105
Distribuzione di potenza linee UPS 109
11.6 Impianto equipotenziale 110
Impianto di terra disperdente 110
Colletore principale di terra, conduttore principale di terra 112
Dispositivo di apertura sul conduttore di terra 112
Conduttore principale di protezione 112
Conduttori di protezione 112
Collegamenti equipotenziali 112
Protezione contro i fulmini 112
11.7 Conduttori elettrici di potenza 114
Prescrizioni riguardanti i circuiti – cavi e conduttori 114
Cavi tipo FG16OM16 0,6/1 kV 118
Cavi tipo FG16OR16 0,6/1 kV 119
Cavi tipo FTG10-M1 0,6/1 kV 119
Cavi tipo FS17 450/750 V 120
Modalità di posa dei conduttori 121
Colorazione dei conduttori 121
Cavi per trasmissione dati 122
Fibra ottica 122
Individuazione dei conduttori 123
11.8 Canalizzazioni 123
Tubi protettivi percorso tubazioni, cassette di derivazione 124
Canale o passerella mettalica 125
Guaina spiralata 127
Tubazione in pvc flessibile serie media 128
Tubazione rigida serie pesante in pvc 129
Protezione contro i contatti indiretti 130
11.9 Cassette di derivazione 130
Casette da incasso 130
Cassette a tenuta stagna 130
11.10 Serie civile 131
Apparecchiature di comando 132
Prese di forza motrice 133
Prese CEE 134
11.11 Corpi illuminanti 136
Illuminazione ordinaria 136
Illuminazione di sicurezza 138
11.12 Cablaggio strutturato 140
Riferimenti normativi 140
Classificazione 141
Costituzione 141
Prescrizioni per l’impianto 144
Rack Power Distribution 145
Racks and Accessories 146
Cassetto ottico 149
Security and Environmental Monitoring 150
11.13 Sistema videosorveglianza e controllo ambientale 152
11.14 Impianto di rivelazione e spegnimento incendio ambiente 155
Centrale di gestione 156
Pulsante manuale indirizzato per blocco spegnimento a rottura vetro 157
Modulo a due ingressi 158
Rivelatore ottico di fumo analogico identificato con isolatore 159
Unità autonoma di comando per lo spegnimento automatico 160
Centralina di aspirazione 162
Xxxxxxxx ottico acustico 163
11.15 Impianto antintrusione 164
Centrale antintrusione 164
Alimentatore 165
Sensore volumetrico 166
Espansione ingresso / uscita remoti 167
Modulo ip/gprs/gsm 167
11.16 Impianto di controllo accessi 168
Funzioni richieste dal sistema di controllo accessi 168
Gestione dell'autorizzazione all’accesso 169
Topologia del sistema 169
Unità di interfacciamento 169
Unità di controllo del varco 170
Lettori tessere 170
Rivelatori di apertura 170
11.17 Sistema di supervisione 171
Management predisposto 171
12 VENDOR LIST 173
1 PREMESSA
Sezione 1 – Parte generale
Il presente capitolato speciale illustra le prescrizioni prestazionali e tecnologiche che dovranno garantire gli impianti meccanici, nonché definisce le necessità funzionali che dovranno guidare lo realizzazione delle opere meglio descritte nella relazione specialistica impianti meccanici e negli elaborati grafici a corredo.
Xxxxxx intendersi comprese nella fornitura tutte quelle opere e installazioni non menzionate, ma che si possono ragionevolmente arguire per realizzare gli impianti a regola d’arte, in condizioni di perfetto funzionamento, collaudabili e conformi alle vigenti normative in materia impiantistica (UNI e CEI) e alle prescrizioni specifiche dei regolamenti locali (ASL, Regolamento di igiene, ARPA, WFF).
Per quanto non diversamente disposto dal presente atto dovranno essere osservate tutte le disposizioni contenute nelle leggi, decreti, norme e specifiche interne emanate dall’Autorità Ministeriale non espressamente richiamate ma concernenti l'oggetto dell'affidamento professionale.
1.1 CHIARIMENTI
Il presente documento dunque volge a definire le prestazioni funzionali minime richieste per la fornitura delle apparecchiature e materiali al fine della realizzazione degli impianti meccanici oggetto della presente. La ditta Appaltatrice dovrà esaminare attentamente tutti i dati e le prescrizioni contenute nel presente documento in quanto resterà, per fatto contrattuale, responsabile in modo completo ed incondizionato, nei riguardi del corretto funzionamento dell’impianto, garantendone le condizioni ed i requisiti di funzionamento prescritti. Per quanto concerne gli argomenti non trattati, o particolari non specificati, si prescrive che i materiali adottati e l'esecuzione dei lavori corrispondano alle norme europee di pari valore ed abbiano dimensioni unificate secondo le tabelle Uni e Din in vigore. Ulteriori clausole relative alla definizione del rapporto tra il Committente e la ditta Appaltatrice, saranno definite nel Contratto di Appalto cui questa Relazione con gli Allegati è parte integrante.
La ditta Appaltatrice non dovrà porre in opera materiali rifiutati dalla Direzione Lavori, provvedendo quindi ad allontanarli dal cantiere; i prodotti da installare dovranno essere quelli indicati nel progetto o, in assenza di specifica, quelli indicati nell’elenco marche.
Nei prezzi sono comprese e compensate tutte le spese per mezzi d'opera, assicurazioni di ogni specie, tutte le forniture occorrenti e la loro lavorazione ed impiego, indennità di passaggi, di depositi, di cantiere, di occupazioni temporanee e diverse, mezzi di opera provvisionali e ogni altra condizione prevista dal piano di sicurezza, nessuno escluso, carichi, trasporti e scarichi e quanto altro occorre per dare il lavoro compiuto a regola d'arte ed in piena efficienza, intendendosi nei prezzi stessi compreso ogni compenso per gli oneri tutti che l'appaltatore dovrà sostenere a tale scopo anche se non esplicitamente specificati o richiamati nei vari articoli di elenco, salvo quanto esplicitamente escluso ed in ogni caso esclusi i ponteggi per la realizzazione delle opere all'esterno degli edifici.
In caso la documentazione di progetto riporti dati od informazioni discordanti, dovranno essere considerati quelli più onerosi ed a vantaggio della sicurezza.
Tutti i lavori dovranno essere coordinati con l'esecuzione delle altre opere e la tempistica di cantiere dovrà essere sottoposta alla Direzione Lavori. Nel corso dei lavori, in accordo con le esigenze del cantiere e del Committente, potranno essere richieste opere provvisorie per il mantenimento in esercizio di impianti esistenti o per consentire il funzionamento provvisorio di impianti oggetto del presente appalto. Tutti i lavori inerenti l’appalto saranno eseguiti dall’appaltatore in conformità alle prescrizioni e condizioni stabilite negli elaborati di progetto, tenuto conto, peraltro, che dette prescrizioni hanno carattere non limitativo, in quanto è qui reso noto che l’appaltatore si obbliga espressamente ad una esecuzione a perfetta regola d’arte, nel rispetto delle vigenti norme di legge, per fornire un complesso perfettamente funzionante. E in ogni caso responsabilità dell'installatore tutto quanto derivi dall'applicazione di indicazioni palesemente errate, dovute ad esempio ad errori di stampa, ovvero dalla mancata esecuzione di parti fondamentali per la sicurezza, qualora tali errori/omissioni siano rilevabili in base alle conoscenze tecniche che l'installatore, per legge, deve possedere, dovendo garantire la conformità degli impianti alla regola dell'arte. Nessuna variazione nell'esecuzione delle opere previste potrà essere apportata dalla Impresa installatrice, senza avere ricevuto la preventiva approvazione ed autorizzazione scritta della Committente e del Direttore dei Lavori. Sono a carico dell’appaltatore i seguenti punti:
⮚ oneri relativi a pratiche per l’applicazione ed osservanza di Norme, Certificati ecc.
⮚ oneri relativi alla messa in funzione, messa a punto, conduzione di prova dell’impianto istruzione al personale del committente
⮚ oneri di collaudo
⮚ oneri di garanzia
⮚ oneri relativi alla documentazione disegni as built, manuali, prescrizioni per il funzionamento, documentazione come prescritto dal D.M. 37/08 ed in modello conforme al D.M. 19/05/2010.
1.2 ONERI RELATIVI A PRATICHE E CERTIFICATI
Gli impianti installati, i materiali ed apparecchiature, dovranno essere in conformità con le Leggi e tutte le Normative vigenti (INAIL, DPR, Norma CEI, VVF, UNI, ecc.). L’Appaltatore sarà responsabile della verifica e controllo di ciò e sarà sua responsabilità segnalare tempestivamente e per iscritto alla DL qualsiasi eventuale difformità degli elaborati di progetto delle suddette Leggi e Normative e avrà l’obbligo di segnalare tempestivamente e per iscritto alla DL eventuali modifiche alle Normative e Leggi vigenti che si verificassero in corso d’opera e dell’adeguamento degli impianti alle stesse senza ulteriori addebiti per il Committente. Saranno a carico dell’Appaltatore tutti gli oneri derivanti da eventuali permessi, ispezioni, certificati, collaudi da parte di Autorità, Società, Enti Competenti, necessari per la installazione ed esecuzione a regola d’arte ed in accordo con Norme e leggi degli impianti. L’Appaltatore è responsabile dell’ottenimento in tempo utile di detti Certificati, Collaudi ecc, cosi da non causare ritardi
nell’esecuzione e nella consegna degli impianti. Si intendono comprese la compilazione e preparazione delle pratiche necessarie per gli allacciamenti alle Società e Enti distributori di energia e di quelle per l’approvazione di parte di impianti da parte delle Autorità competenti.
Qualora le condizioni richieste dalle Autorità, dalle Società, o Enti fossero meno restrittive delle condizioni indicate nel presente Capitolato, dovranno essere osservate queste ultime.
1.3 ONERI RELATIVI ALLA MESSA IN FUNZIONE E MESSA A PUNTO
Completata l’installazione degli impianti l’Appaltatore dovrà mettere in funzione gli impianti per testarli ed eseguirne la messa a punto, fino a che essi forniscano in modo perfetto le prestazioni previste e richieste e siano pronti per essere sottoposti a collaudo. Dette attività dovranno essere effettuate su tutte le singole parti e componenti degli impianti e sugli impianti nel loro complesso e si protrarranno per tutto il tempo necessario per una messa a punto completa. L’Appaltatore dovrà garantire la presenza del proprio personale tecnico per le prove e la messa a punto, nonché l’intervento di specialisti esterni per sistemi ed apparecchiature particolari. Le apparecchiature con memoria elettronica possono essere soggette, in presenza di irregolarità di alimentazione elettrica tipiche del periodo di prova, alla cancellazione di dati di funzionamento impostati.
L’Appaltatore dovrà provvedere a proprio carico, senza ulteriori oneri per Committente, agli interventi per la riprogrammazione delle apparecchiature di propria competenza.
1.4 ISTRUZIONE AL PERSONALE DEL COMMITTENTE
L’appaltatore dovrà fornire al Committente e alle persone da esso indicate tutte le informazioni ed istruzioni necessarie per una corretta gestione, conduzione, manutenzione degli impianti e dovrà assicurare la presenza di specialisti delle singole apparecchiature e componenti.
1.5 ONERI DI COLLAUDO
Il collaudo degli impianti si svolgerà secondo le modalità sotto indicate; la richiesta di collaudo dovrà essere presentata per iscritto alla Committente ed al Collaudatore che verrà eventualmente nominato. Le date e le modalità di esecuzione dovranno essere concordate. L’Appaltatore dovrà mettere a disposizione il proprio personale per tutto il periodo relativo alle operazioni di collaudo.
L’Appaltatore dovrà mettere a disposizione gli strumenti necessari per le misurazioni ed i rilevamenti del collaudo, richiesti dal Collaudatore. Le Norme tecniche di collaudo sono descritte nella sezione seguente.
1.6 ONERI RELATIVI ALLA DOCUMENTAZIONE FINALE
Ad ultimazione dei lavori l’Impresa dovrà fornire la documentazione “as built” riportante gli impianti realizzati e le varianti realizzate in corso d’opera; la stessa sarà fornita su supporto magnetico (disegni formato DWG per Autocad 2014 o superiore) e in triplice copia cartacea sottoscritta.
Gli elaborati tecnici comprenderanno:
⮚ Piante e sezioni aggiornate con la disposizione dell’impianto complete dei dati tecnici di funzionamento e con l’identificazione dei circuiti transitanti nelle canalizzazioni principali.
⮚ Manuale d’uso e manutenzione degli impianti eseguiti, che dovrà essere sviluppato secondo i seguenti punti:
o Uso e manutenzione ordinaria (secondo schede programmatiche) e straordinaria dei sistemi impiantistici
o Uso e manutenzione ordinaria (secondo schede programmatiche) e straordinaria dei singoli componenti costituenti i sopra citati sistemi impiantistici.
o Elenco parti di ricambio fornite a corredo degli impianti
o Elenco parti di ricambio consigliate
o Elenco completo dei materiali di consumo
2 NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO
2.1 IMPIANTI MECCANICI
Gli impianti meccanici che costituiscono l'oggetto della presente relazione sono progettati secondo le prescrizioni tecniche generali e particolari qui di seguito specificate, salvo restando l'osservanza dei più moderni criteri della tecnica impiantistica ed il fedele e costante rispetto delle buone regole d’installazione ed in particolare delle leggi e delle Norme vigenti in materia:
⮚ D.M. n. 37 22 gennaio 2008 “Recante il riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici”
⮚ D.M. 1.12.1975 Norme di sicurezza per apparecchi contenenti liquidi caldi sotto pressione e raccolta R dell'ANCC-ISPESL: si applicano al vaso di espansione;
⮚ Legge 9.1.1991, n. 10 Norme per il contenimento del consumo energetico per usi termici negli edifici;
⮚ Decreto del Presidente del consiglio dei Ministri 1.3.1991: "Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno";
⮚ D.P.R. 26 agosto 1993, n° 412: Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell'art. 4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10.
⮚ Decreto Legislativo 15 aprile 2006, n. 152 : Norme in materia ambientale
⮚ Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192: "Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia"
⮚ DPR n. 59 del 2 aprile 2009: recante il Regolamento che definisce le metodologie di calcolo e i requisiti minimi per la prestazione energetica degli edifici e degli impianti termici
⮚ UNI 5104 Impianti di condizionamento dell'aria - norme per l'ordinazione, l'offerta e il collaudo
⮚ UNI 10381 Impianti aeraulici. Condotte. Classificazione, progettazione, dimensionamento e posa in opera
⮚ UNI 8065 Trattamento dell’acqua negli impianti termici ad uso civile
⮚ UNI 9511-1: 1989 Parte 1a Disegni tecnici – Rappresentazione delle installazioni - Segni grafici per impianti di condizionamento dell’aria, riscaldamento, ventilazione, idrosanitari, gas per uso domestico.
⮚ UNI 9511-2: 1989 Parte 2a Disegni tecnici – Rappresentazione delle installazioni - Segni grafici per apparecchi e rubinetteria sanitaria.
⮚ UNI EN 1861: 2000 Impianti di refrigerazione e pompe di calore - Diagrammi di flusso del sistema e diagrammi delle tubazioni e della strumentazione - Disposizione e simboli.
⮚ UNI 9317 Impianti di riscaldamento. Conduzione e controllo.
⮚ UNI EN 1295-1 Progetto strutturale di tubazioni interrate sottoposte a differenti condizioni di carico - Requisiti generali
⮚ UNI EN 671-1 Sistemi fissi di estinzione incendi. Sistemi equipaggiati con tubazioni. Naspi antincendio con tubazioni semirigide.
⮚ UNI EN 671-2 Sistemi fissi di estinzione incendi. Sistemi equipaggiati con tubazioni. Idranti a muro con tubazioni flessibili.
⮚ UNI EN 247 Scambiatori di calore - Terminologia.
⮚ UNI EN 307 Scambiatori di calore - Guida di preparazione delle avvertenze di installazione, di funzionamento e di manutenzione richieste per il mantenimento delle prestazioni per ogni tipo di scambiatore di calore
⮚ UNI EN 3-1 Estintori d'incendio portatili - Denominazione, durata di funzionamento, focolari di prova di classe A e B
⮚ UNI EN 3-2 Estintori d'incendio portatili - Tenuta, prova di dielettricità, prova di costipamento, disposizioni speciali
⮚ UNI EN 3-3 Estintori d'incendio portatili. Costruzione, resistenza alla pressione, prove meccaniche
⮚ UNI 9491 Apparecchiature per estinzione incendi. Impianti fissi di estinzione automatici a pioggia. Erogatori (sprinkler)
⮚ UNI EN 1253-1 Pozzetti per edilizia – Requisiti
⮚ UNI EN 253 Sistemi bloccati di tubazioni preisolate per reti interrate di acqua calda. Assemblaggio di tubi di servizio di acciaio con isolamento termico di poliuretano e tubo esterno di polietilene.
⮚ UNI EN 809 Pompe e gruppi di pompaggio per liquidi - Requisiti generali di sicurezza.
⮚ UNI 7773-2 Tubi di rame senza saldatura per impieghi generali. Dimensioni.
⮚ UNI 8849 Raccordi di polietilene (PE 50), saldabili per fusione mediante elementi riscaldanti, per condotte per convogliamento di gas combustibili. Tipi, dimensioni e requisiti.
⮚ UNI 9335 Valvole di sicurezza per apparecchi a pressione. Generalità, requisiti e prove.
⮚ UNI 5634 Sistemi di identificazione delle tubazioni e canalizzazioni convoglianti fluidi.
⮚ UNI 7543-1 Colori e segnali di sicurezza. Prescrizioni generali.
⮚ UNI EN ISO 7235 Acustica. Metodi di misurazione per silenziatori inseriti nei canali. Attenuazione sonora, rumore endogeno e perdite di carico.
⮚ UNI 10570 Prodotti per l'isolamento delle vibrazioni. Determinazione delle caratteristiche meccaniche di materassini e piastre.
⮚ UNI EN 681-1 Elementi di tenuta in elastomero. Requisiti dei materiali per giunti di tenuta nelle tubazioni utilizzate per adduzione e scarico dell'acqua. Gomma vulcanizzata.
⮚ UNI ISO 1182 Prove al fuoco. Prodotti edilizi. Prova di non combustibilità
⮚ UNI 9177 Classificazione di reazione al fuoco dei materiali combustibili.
⮚ UNI 6665 Superficie coibentate. Metodi di misurazione.
⮚ D.M.LL.PP. del 12/12/1985Norme tecniche per le tubazioni
⮚ UNI/TS 11300-1:2008, Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale
⮚ UNI/TS 11300-2:2008, Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria, Prestazioni energetiche degli edifici
⮚ UNI/TS 11300-3:2010, Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 3: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva
⮚ UNI/TS 11300-4:2012, Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 4: Utilizzo di energie rinnovabili e di altri metodi di generazione per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria
⮚ UNI EN ISO 13790:2008, Prestazione energetica degli edifici - Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento e il raffrescamento
⮚ ISO 50001:2011 (Sistemi di gestione dell’energia) - Design production, assembly (of mechanical, hydraulic, refrigerant and electric components) and test of air conditioners for electronics telecommunications, chillers, heat exchangers, filters fans
⮚ ISO 9001:2008 (Sistemi gestione della qualità) – Trade servicing, design and manufacture of: air conditioners for electric and telecom control boxes, liquid coolers, heat exchangers and air ventilation system
⮚ ISO 9001:2008 (Sistemi di gestione della qualità)- Development, manufacturing, sales, service and capacity test facility of airconditioning units and liquid chiller for the business division products
⮚ UNI EN ISO 14001:2014 (Sistemi di gestione ambientale) – Design production, assembly (of mechanical, hydraulic, refrigerant and eletric components) and test of air conditioners for electronics telecommunications, chillers, heat exchangers, filters fans and after sales
⮚ UNI EN 15004-1:2008 Installazioni fisse antincendio - Sistemi a estinguenti gassosi - Parte 1: Progettazione, installazione e manutenzione
⮚ UNI EN 15004-9:2008 Installazioni fisse antincendio - Sistemi a estinguenti gassosi - Parte 9: Proprietà fisiche e progettazione dei sistemi a estinguenti gassosi per l'agente estinguente IG-55
⮚ UNI EN 12097:2007 Ventilazione degli edifici - Rete delle condotte - Requisiti relativi ai componenti atti a facilitare la manutenzione delle reti delle condotte
⮚ UNI EN ISO 12241:2009 Isolamento termico per gli impianti negli edifici e per le installazioni industriali - Metodi di calcolo
⮚ UNI EN 12237:2004 Ventilazione degli edifici - Reti delle condotte - Resistenza e tenuta delle condotte circolari di lamiera metallica
⮚ UNI 10339:1995 Impianti aeraulici al fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta d offerta, l offerta, l ordine e la fornitura.
⮚ UNI EN 12599:2012 Ventilazione per edifici - Procedure di prova e metodi di misurazione per la presa in consegna di impianti di ventilazione e di condizionamento dell’aria
⮚ UNI EN 12792:2005 Ventilazione degli edifici - Simboli, terminologia e simboli grafici
⮚ UNI EN 15240:2008 Ventilazione degli edifici - Prestazione energetica degli edifici - Linee guida per l ispezione degli impianti di climatizzazione
⮚ UNI EN 15727:2010 Ventilazione degli edifici - Condotte e componenti delle reti di condotte, classificazione della tenuta e prove
⮚ UNI EN ISO 5136:2009 Acustica - Determinazione della potenza sonora immessa in un condotto da ventilatori ed altri sistemi di movimentazione dell aria - Metodo con sorgente inserita in un condotto
⮚ UNI EN 12735-1:2010 Rame e leghe di rame - Tubi di rame tondi senza saldatura per condizionamento e refrigerazione - Parte 1: Tubi per sistemi di tubazioni
⮚ UNI 11169:2006 Impianti di climatizzazione degli edifici - Impianti aeraulici ai fini di benessere - Procedure per il collaudo
⮚ UNI ENV 12108:2003 Sistemi di tubazioni di materia plastica - Guida per l installazione all interno degli edifici per i sistemi di tubazioni in pressione per acqua calda e fredda destinata al consumo umano
⮚ UNI 9182:2014 Impianti di alimentazione e distribuzione d'acqua fredda e calda - Progettazione, installazione e collaudo
⮚ UNI EN 806-2:2008 Specifiche relative agli impianti all'interno di edifici per il convogliamento di acque destinate al consumo umano - Parte 2: Progettazione
⮚ UNI EN 12056-2:2001 Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici - Impianti per acque reflue, progettazione e calcolo
⮚ UNI EN 15650:2010 Ventilazione degli edifici - Serrande tagliafuoco
⮚ UNI EN 10255:2007 Tubi di acciaio non legato adatti alla saldatura e alla filettatura - Condizioni tecniche di fornitura
⮚ UNI EN 13136:2014 Impianti di refrigerazione e pompe di calore - Dispositivi di limitazione della pressione e relative tubazioni - Metodi di calcolo
⮚ UNI EN 13709:2010 Valvole industriali - Valvole a globo e valvole a globo di intercettazione e ritegno di acciaio
⮚ UNI EN 12101-6:2005 Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 6: Specifiche per i sistemi a differenza di pressione - Kit
Linee guida di riferimento internazionali
⮚ ANSI/TIA 942, Telecommunications infrastructure, Standard for Data Center
⮚ ANSI/NECA/BICSI-002, Data Center Design and Implementation Best Pratice
⮚ Standard IEC, Appliances for air-conditioning for household and similar purpose
⮚ ASHRAE, Thermal guidelines for Data Processing Environments
⮚ ETSI TR 102 489, Thermal Management Guidance for equipment and its deployment
2.2 IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI
COMPATIBILITA’ ELETTROMAGNETICA
Gli impianti elettrici e gli impianti di trasmissione dati risponderanno ai requisiti delle direttive e norme relative alla compatibilità elettromagnetica di cui indichiamo a seguito sono riportate alcune fra le principali:
• Direttiva Europea 89/336
• D.Lgs 12/11/96 n. 615
• D. Lgs. 17/2010
• Norme CEI di prodotto
• Norme CEI CT 110
Sia in fase di progettazione che in fase di realizzazione saranno adottati tutti gli accorgimenti necessari a minimizzare i fenomeni di interferenza elettromagnetica.
Durante la fase di realizzazione verranno presi in particolare i seguenti accorgimenti:
• Realizzazione di un adeguato impianto di dispersione ed equipotenzialità all’interno della struttura.
• Separazione netta dei percorsi del cablaggio adibito a servizi differenti (energia, trasmissione dati, ecc.).
• Realizzazione accurata di tutte le connessioni.
• Utilizzo esclusivo di componenti conformi alle direttive EMC.
Tutti gli impianti saranno progettati e realizzati seguendo le indicazioni previste dalla normativa del Comitato Elettrotecnico Italiano e le prescrizioni dettate dalle leggi e dai decreti italiani vigenti in merito alle norme di sicurezza ed alle misure di protezione che i sistemi elettrici devono possedere. A titolo esemplificativo e non esaustivo a seguito sono elencati i maggiori riferimenti vigenti in materia.
LEGGI E DECRETI
D.P.R. 462 del 22/10/01 Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi.
D.Lgs. 81/08 Testo Unico sulla sicurezza
D.M. 37/2008 Norme per la sicurezza degli impianti
NORME CEI – UNI
CEI 0-2 Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici CEI 0-10 Guida alla manutenzione degli impianti elettrici
CEI 11-20
CEI 11-20 V1
CEI 11-20 V2
CEI 11-20 V3
CEI 11-17
CEI 11-17 V1
Impianti di produzione di energia elettrica e gruppi di continuità collegati a reti di I e II categoria
Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica - Linee in cavo
CEI 17-11 Interruttori di manovra, sezionatori, interruttori-sezionatori, in aria e unità combinate con fusibili per corrente alternata e tensione nominale non superiore a 1000 V e per corrente continua e tensione nominale non superiore a 1200 V
CEI 17-13/1-3 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri B.T.)
CEI 17-43 Metodo per la determinazione delle sovratemperature, mediante estrapolazione, per le apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri B.T.) non di serie (ANS)
CEI 17-52 Metodo per la determinazione della tenuta al cortocircuito delle apparecchiature assiemate non di serie (ANS)
CEI 17-70 Guida all'applicazione delle norme dei quadri di bassa tensione
CEI 20-40
CEI 20-40 V1
CEI 20-40 V2
CEI 20-40 V3
CEI 20-40 V4
Guida per l'uso di cavi a bassa tensione
CEI 20-89 Guida all’uso e all’installazione dei cavi elettrici e degli accessori di MT
CEI 23-51 Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso domestico o similare
CEI 31-35 Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas - Guida all'applicazione della Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30) - Classificazione dei luoghi pericolosi
CEI 46-136 Guida alle Norme per la scelta e la posa dei cavi per impianti di comunicazione CEI 64-8 Criteri di applicabilità. Prescrizioni di progettazione ed esecuzione. Decreto
Ministeriale 22 gennaio 2008, n.37
CEI 64-12 Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario
CEI 64-14 Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori
CEI 64-50
CEI 64-50 V1
Edilizia ad uso residenziale e terziario: Guida per l'integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici - Criteri generali
CEI 81-10 Protezione delle strutture contro i fulmini
CEI EN 60079-10 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 10: Classificazione dei luoghi pericolosi
CEI EN 60079-14 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere)
CEI EN 60079-17 Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere)
CEI EN 50173 Tecnologia dell'informazione - Sistemi di cablaggio strutturato CEI - UNEL 00721 Colori di guaina dei cavi elettrici
CEI - UNEL 00722 Identificazione delle anime dei cavi
UNI EN 1838 Applicazioni dell’illuminotecnica - Illuminazione di emergenza
UNI EN 12464-1 Luce e Illuminazione - Illuminazione dei luoghi di lavoro – Parte 1: Luoghi di lavoro interni
UNI 9795 / 2013 Sistema di rivelazione incendi
PRESCRIZIONI
Norme di omologazione materiali
Norme e tabelle UNI UNEL per materiali unificati Norme sulla compatibilità elettromagnetica
Normative, raccomandazioni e prescrizioni I.N.A.I.L. e ASL
Prescrizioni del Comando dei Vigili del Fuoco territorialmente competente Prescrizioni della Società distributrice dell’energia territorialmente competente
Prescrizioni della Società distributrice del Servizio Telefonico territorialmente competente
Prescrizioni, Regolamenti e Raccomandazioni di eventuali altri Enti emanate ed applicabili ai materiali e/o agli impianti oggetto del lavoro.
3 VERIFICHE E COLLAUDI
3.1 IMPIANTI MECCANICI
Gli impianti in oggetto dovranno essere sottoposti ad una serie di collaudi nel tempo tendenti ad accertare il pieno rispetto delle prescrizioni tecniche, nonché la loro effettiva funzionalità.
Modalità, tempi di esecuzione delle prove sono definiti nella sezione precedente.
Le prove che saranno specificate dovranno essere eseguite durante l’esecuzione dei lavori e comunque entro un mese dal montaggio e dalla regolazione di ogni singola parte di impianto; esse sono:
Esami a vista
Saranno eseguiti esami a vista degli impianti con particolare riferimento a:
⮚ Analisi degli schemi e dei piani di installazione
⮚ Accertamento dell’esistenza, della corretta redazione, della completezza delle documentazioni illustrative essenziali ai fini di collaudo, della gestione e della manutenzione.
⮚ Verifica della consistenza, della funzionalità e della accessibilità degli impianti
⮚ Accertamento preliminare dell’esecuzione completa e funzionante di tutti gli impianti, nonché della loro rispondenza ai dati di progetto e di capitolato.
⮚ Controllo degli isolanti e degli involucri
⮚ Controllo della funzionalità delle misure di protezione nei luoghi accessibili a sole persone addestrate
⮚ Accertamento dell’idoneità delle misure di sicurezza contro il pericolo di contatti diretti con elementi in tensione durante le operazioni riservate a personale addestrato in luoghi segregati
⮚ Accertamento che le apparecchiature e le macchine, se non soggette a collaudi specifici abbiano caratteristiche funzionali e dimensionali conformi alle prescrizioni di capitolato e/o normative
⮚ Verifica della possibilità di operare con sicurezza la manutenzione elettrica e di agire con tempestività sull’alimentazione per eliminare i pericoli dipendenti dal funzionamento anomalo di apparecchi o macchine.
⮚ Controllo dell’idoneità e della funzionalità dei quadri
⮚ Accertamento della rispondenza dei quadri ai dati di capitolato e agli schemi di progetto
⮚ Verifica del rispetto di ogni singola apparecchiatura e dell’insieme alle Norme di protezione contro i contatti elettrici (es. sezionamento, segregazioni, messa a terra ecc.)
Misure e prove strumentali
Dovranno essere effettuate e documentate con appropriati moduli le seguenti prove strumentali:
⮚ Verifica che le apparecchiature, i comandi di potenza ed ausiliari, funzionino regolarmente senza anomalie, sia in fase di spunto sia in funzionamento gravoso
⮚ Portata, temperatura e velocita dell’aria in ambiente
⮚ Controllo funzionamento e misura delle temperature di mandata/ritorno dei circuiti
⮚ Verifica accensione/velocità delle unità interne e funzionamento del relativo termostato
⮚ Rumorosità impianti
3.2 IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI
VERIFICHE PRELIMINARI IMPIANTI ELETTRICI
Per verifiche e prove preliminari si intendono tutte quelle operazioni, prestazioni d’opera e controlli mirati a rendere l'impianto perfettamente funzionante e rispondente alle prescrizioni contrattuali ed alla buona regola d’arte.
Comprendono il controllo della corrispondenza dei materiali forniti alle prescrizioni di contratto e le prove prima delle finiture richieste dalla S.A. e/o dalla D.L. facenti parte delle norme CEI 64-8 e 17-113, 17- 114, 17-13/3 e 17-13/4 per i quadri B.T. e delle altre norme applicabili agli impianti oggetto del presente appalto.
Le verifiche saranno eseguite in contraddittorio con l’Appaltatore e verbalizzate. I risultati delle prove saranno inoltre riportati nel verbale di collaudo provvisorio, redatto e firmato dall’Appaltatore.
Di ciascuna verifica e prova preliminare dovrà essere avvisata per iscritto e con almeno una settimana lavorativa di anticipo la D.L.
VERIFICHE DELL’IMPIANTO
Le verifiche dell’impianto elettrico sono condotte secondo le indicazioni del capitolo 61 della norma CEI 64-8:
• art. 611. Esame a vista;
• art. 612. Prove.
ESAME A VISTA
L’esame a vista (Norma CEI 64-8), eseguito con l’impianto fuori tensione, ha lo scopo di accertare la corretta esecuzione dell’impianto prima della prova. L’esame a vista dell’impianto elettrico è condotto sulla base del progetto ed ha lo scopo di verificare che gli impianti siano realizzati nel rispetto delle prescrizioni delle norme vigenti; l’esame può essere eseguito sia durante la realizzazione dell’impianto o alle fine dei lavori.
L’esame vista dell’impianto comprende i seguenti controlli relativi a:
• analisi del progetto;
• verifica qualitativa dei componenti dell’impianto.;
• verifica quantitativa dei componenti dell’impianto;
• controllo della sfilabilità dei cavi e delle dimensioni dei tubi e dei condotti;
• verifica dell’idoneità delle connessioni dei conduttori;
• verifica dei tracciati per le condutture incassate;
• verifica dei gradi di protezione degli involucri;
• controllo preliminare dei collegamenti a terra;
• controllo dei provvedimenti di sicurezza nei servizi igienici;
• controllo dell’idoneità e della funzionalità dei quadri elettrici;
• controllo dell’idoneità, funzionalità e sicurezza degli impianti ausiliari;
• controllo delle sezioni minime dei conduttori e dei colori distintivi;
• verifica per gli apparecchi per il comando e l’arresto di emergenza;
• presenza e corretta installazione dei dispositivi di sezionamento e di comando.
VERIFICA QUALITATIVA E QUANTITATIVA
La verifica qualitativa e quantitativa dei componenti dell’impianto ha lo scopo di verificare:
• la rispondenza qualitativa dei materiali ed apparecchiature impiegate siano rispondenti alle prescrizioni del presente disciplinare ed ai dati di progetto, accertando la consistenza quantitativa e il funzionamento;
• la conformità delle indicazioni riportate negli schemi e nei piani d’installazione: individuando l’ubicazione dei principali componenti, la conformità delle linee di distribuzione agli schemi, la conformità dei punti di utilizzazione ai piani d’installazione, l’univocità d’indicazione tra schemi e segnaletica applicata in loco;
• la compatibilità con l’ambiente: accertando che tutti i componenti elettrici siano stati scelti e collocati tenendo conto delle specifiche caratteristiche dell’ambiente e siano tali da non provocare effetti nocivi sugli altri elementi esistenti nell’ambiente;
• l’accessibilità che deve essere: agevole per tutti i componenti con pannelli di comando, misura, segnalazione manovra; possibile, eventualmente con facili operazioni di rimozione di ostacoli, per i componenti suscettibili di controlli periodici o di interventi manutentivi (scatole. Casette, pozzetti di giunzione o connessione, ecc.).
L’accertamento della garanzia di conformità è data dal marchio IMQ (Marchio Italiano di Qualità) o altri marchi equivalenti, in caso contrario l’impresa deve fornire apposita certificazione.
VERIFICA DELLA SFILABILITÀ DEI CAVI E CONTROLLO DELLE DIMENSIONI DEI TUBI E DEI CONDOTTI
La verifica della sfilabilità dei cavi consiste nell’estrarre un cavo dal tratto di tubo protettivo, incassato o a vista, compreso tra due cassette o scatole successive e nell’osservare se questa operazione abbia danneggiato il cavo stesso.
La verifica deve essere effettuate preferibilmente sui tratti di tubo non rettilinei e deve essere estesa a tratti di tubo per una lunghezza compresa tra l’1% e il 5% della totale lunghezza dei tubi degli impianti utilizzatori presi in esame; in caso di esito non favorevole, fermo restando l’obbligo per l’installatore di modificare gli impianti, la prova dovrà essere ripetuta su di un numero di impianti utilizzatori doppio rispetto al primo campione scelto; qualora anche la seconda prova fornisse esito favorevole la verifica della sfilabilità dovrà essere ripetuta su tutti gli impianti utilizzatori.
Il controllo deve verificare che i tubi abbiano diametro interno maggiore di 10 mm e che in generale sia almeno uguale a 1,3 volte il diametro circoscritto al fascio di cavi contenuti entro i tubi. Per le condutture costituite da canalette la superficie interna della sezione retta degli alloggiamenti dei cavi elettrici deve essere almeno uguale al doppio della superficie della sezione retta dei cavi contenuti.
VERIFICA DEI GRADI DI PROTEZIONE DEGLI INVOLUCRI (PROTEZIONI CONTRO I CONTATTI DIRETTI)
La verifica dei gradi di protezione degli involucri ha lo scopo di verificare che tutti i materiali, gli apparecchi e le macchine installati in ambienti speciali (acqua e/o polvere) abbiano grado di protezione adeguato ai fini della sicurezza, della funzionalità e della durata e/o conforme alle prescrizioni del progetto o del disciplinare; per la verifica si farà riferimento alla Norme CEI-64.8. e CEI 70-1. Il grado di protezione è indicato con le lettere IP (International Protection) seguite da due cifre indicanti la prima il grado di protezione delle persone contro il contatto con gli elementi in tensione e la penetrazione dannosa dell’acqua, es. IP 55. Quando una delle due cifre è sostituita da una X (es. IP4X o IPX4), significa che il materiale garantisce soltanto un tipo di protezione. Lo 0 indica nessun grado di protezione., es IP20, indica l’assenza di protezione dalla penetrazione dell’acqua.
I componenti con grado di protezione inferiore a IP 20 non possono essere installati in ambienti interni ordinari accessibili a personale non addestrato. La norma CEI 70-1 stabilisce inoltre che i gradi di protezione superiori soddisfano i requisiti dei gradi protezione inferiori.
CONTROLLO DEI COLLEGAMENTI A TERRA
Le verifiche dell’impianto di terra sono descritte nelle norme per gli impianti di messa a terra (Norme CEI 64-8 e CEI 11-1).
Si devono effettuare le seguenti verifiche:
• identificazione dei conduttori di terra e di protezione (PE) ed equipotenziali (EQ). Ha lo scopo di accertare che l’isolante e i collari siano colore giallo-verde. Si intende che andranno controllate sezioni, materiali e modalità di posa nonche’ lo stato di conservazione sia dei conduttori stessi che delle giunzioni. Si deve inoltre controllare che i conduttori di protezione assicurino il collegamento tra i conduttori di terra e il morsetto di terra degli utilizzatori fissi e il contatto di terra delle prese a spina;
• misurazione del valore di resistenza di terra dell’impianto, utilizzando un dispersore ausiliario ed una sonda di tensione con appositi strumenti di misura o con il metodo voltamperometrico. La sonda di tensione e il dispersore ausiliario vanno posti ad una sufficiente distanza dall’impianto di terra e tra loro; si possono ritenere ubicati in modo corretto quando sono sistemati ad una distanza dal suo contorno pari a 5 volte la dimensione massima dell’impianto stesso; quest’ultima nel caso di semplice dispersore a picchetto può assumersi pari alla sua lunghezza. Una pari distanza va mantenuta tra la sonda di tensione e il dispersore ausiliario;
• collegamenti: Si deve controllare che tutte le masse (compresi gli apparecchi illuminanti), i poli di terra delle prese a spina e tutte le masse estranee presenti nell’area dell’impianto siano collegate al conduttore di protezione;
• continuità: Bisogna accertarsi della continuità del conduttore di protezione e l’assenza di dispositivi di sezionamento o di comando;
• tracciato e sezionabilità: I conduttori di protezione devono, in linea di massima, seguire il tracciato dei conduttori di fase e dipartirsi dalle scatole di derivazione per consentirne il sezionamento in caso di guasti;
• sezione del conduttore protezione-neutro (PEN): Il controllo a vista dei componenti del dispersore deve essere effettuato in corso d’opera, in caso contrario è consigliabile eseguire dei sondaggi.
VERIFICA DELLE CONDUTTURE, CAVI E CONNESSIONI
La verifica ha lo scopo di verificare che nell’esecuzione dell’impianto siano state rispettate le prescrizioni minime riguardo a:
• sezioni minime dei conduttori rispetto alle prescrizioni del disciplinare:
- 1, 5 mm2: cavi unipolari isolati in PVC, posati in tubi o canalette ;
- 0,5 mm2 : circuiti di comando, segnalazione e simili, ecc.;
• colori distintivi:
- colore blu chiaro per il neutro
- altri colori (marrone, nero, grigio) per i conduttori di fasi diverse;
IDONEITÀ DELLE CONNESSIONI DEI CONDUTTORI E DEGLI APPARECCHI UTILIZZATORI
Devono essere verificati le dimensioni idonee dei morsetti rispetto al conduttore serrato, le scatole di derivazione e le modalità di connessione. Sono vietate le giunzioni fuori scatola o entro i tubi di protezione. La verifica deve riguardare anche il grado di isolamento dei cavi rispetto alla tensione di esercizio. Per le prese di corrente, incassate o sporgenti, deve essere verificata che la distanza dell’asse geometrico delle spine risulti orizzontale e distante almeno 17,5 cm dal pavimento.
VERIFICA DEI DISPOSITIVI DI SEZIONAMENTO E DI COMANDO
La norma CEI 64-8 distingue quattro fondamentali funzioni dei dispositivi di sezionamento e di comando: sezionamento o interruzione per motivi elettrici, interruzione per motivi non elettrici, comando funzionale e comando di emergenza.
La verifica dei dispositivi di sezionamento ha lo scopo di accertare la presenza e corretta installazione dei dispositivi di sezionamento e di comando, al fine di consentire di agire in condizioni di sicurezza durante gli interventi di manutenzione elettrica ad altro sugli impianti e macchine.
In questa verifica dovranno essere controllati:
• l’interruttore generale, verificando la sua presenza all’inizio di ogni attività di impianto e la sua idoneità alla funzione di sezionamento;
• gli interruttori divisionali, verificando il loro numero e la loro idoneità alla funzione di sezionamento;
• gli interruttori di macchine installati in prossimità delle macchine pericolose per il pubblico e gli operatori (scale mobili, ascensori, nastri trasportatori, macchine utensili, impianti di lavaggio auto, ecc.).
La verifica dei dispositivi di comando per l’arresto di emergenza ha lo scopo di accertare la possibilità di potere agire sull’alimentazione elettrica per eliminare i pericoli dipendenti dal malfunzionamento di apparecchi, macchine o impianti.
In questa verifica dovranno essere controllati:
• gli interruttori d’emergenza a comando manuale, accertando la loro presenza a portata di mano nei pressi di macchine o apparecchi pericolosi;
• apparecchi d’emergenza telecomandati Sono oggetto di verifica:
• interruttori, prese, quadri, scatole di derivazione, apparecchi illuminanti;
• condutture;
• involucri protetti;
• numero dei poli degli interruttori;
• interruttore generale
• impianto di messa a terra
VERIFICA DEL TIPO E DIMENSIONAMENTO DEI COMPONENTI DELL’IMPIANTO E DELLA APPOSIZIONE DEI CONTRASSEGNI DI IDENTIFICAZIONE
Si deve verificare che tutti i componenti dei circuiti messi in opera nell’impianto utilizzatore siano del tipo adatto alle condizioni di posa e alle caratteristiche dell’ambiente, nonché correttamente dimensionati in relazione ai carichi reali in funzionamento contemporaneo, o, in mancanza di questi, in relazione a quelli convenzionali. Per cavi e conduttori si deve controllare che il dimensionamento sia fatto in base alle portate indicate nelle tabelle CEI-UNEL; inoltre si deve verificare che i componenti siano dotati dei debiti contrassegni di identificazione, ove prescritti.
COLLOCAZIONE OTTIMALE DEI TERMINALI DEGLI IMPIANTI ELETTRICI DI COMANDO E DI SEGNALAZIONE
Gli apparecchi elettrici, i quadri generali, le valvole e i rubinetti di arresto delle varie utenze, i regolatori degli impianti di riscaldamento e condizionamento, nonché i campanelli, pulsanti di comando ed i citofoni, devono essere per tipo e posizione planimetrica ed altimetrica, tali da permettere un uso agevole anche da parte della persona su sedia a ruote; devono, inoltre, essere facilmente individuabili anche in condizioni di scarsa visibilità, mediante l’impiego di piastre o pulsanti fluorescenti, ed essere protetti dal danneggiamento per urto. Gli interruttori inoltre devono essere azionabili con leggere pressioni e preferibilmente del tipo a tasto largo rispetto a quelli normali, per facilitare i portatori di handicap.
Le indicazioni contenute nel D.M. n. 236/1989 consigliano che i terminali degli impianti siano collocati ad un’altezza compresa tra 40 e 140 cm dal pavimento.
In particolare si ha:
• interruttori: altezza tra 60 e 140 cm ( consigliata tra 75 e 140 cm);
• campanello e pulsante di comando: altezza tra 40 e 140 cm (consigliata tra 60 e 140 cm) ;
• pulsanti bottoniere ascensori : altezza tra 110 e 140 cm. Altezza consigliata per il pulsante più alto 120 cm;
• prese luce: altezza tra 45 e 115 cm (consigliata tra 60 e 110 cm);
• citofono: altezza tra 110 e 130 cm (consigliata 120 cm);
• telefono: altezza tra 100 e 140 cm (consigliata 120 cm).
I terminali degli impianti elettrici, in tutti gli ambienti, vanno collocati in posizione facilmente percettibile visivamente ed acusticamente.
PROVE DI VERIFICA E COLLAUDI
La prova consiste nell’effettuazione di misure o di altre operazioni per accertare l’efficienza dell’impianto. La misura è accertata mediante idonea strumentazione, le prove possono riguardare:
• prova della continuità dei conduttori di protezione compresi i conduttori equipotenziali principali e supplementari;
• misura della resistenza dell’isolamento dell’impianto elettrico;
• misura della resistenza d’isolamento dei pavimenti e delle pareti;
• verifica della separazione dei circuiti;
• verifica della protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione;
• prova di polarità;
• prova di tensione applicata;
• prove di funzionamento alla tensione nominale;
• verifica della protezione contro gli effetti termici;
• verifica caduta di tensione.
Prova della continuità dei conduttori di protezione
La prova della continuità dei conduttori di protezione (Norma CEI 64-8, art. 612.2) consiste nell’accertare la continuità dei conduttori di protezione (PE), del neutro con funzione anche di conduttore di protezione (PEN), dei collegamenti equipotenziali principali (EQP) e supplementari (EQS) e sui conduttori terra (CT).
Prova di funzionamento alla tensione nominale
La prova di funzionamento alla tensione nominale (Norma CEI 64-8, art. 612.9) ha lo scopo di verificare che le apparecchiature, i motori con i relativi ausiliari, i comandi ed i blocchi funzionino regolarmente senza difficoltà né anomalie, sia in fase di spunto che di funzionamento gravoso.
Devono essere sottoposti a misure di tensione in ingresso tutti i quadri generali, i quadri principali ed i quadri di zona e di reparto e tutte le macchine con potenza superiore a 10 kVA, gli impianti di illuminazione con lampada scarica sia a catodo caldo che a catodo freddo.
Prova d’intervento dei dispositivi di sicurezza e di riserva
La prova d’intervento dei dispositivi di sicurezza e di riserva (Norma CEI 64-8, art. 612.9) ha lo scopo di accertare che i generatori e gli automatismi destinati a garantire l’alimentazione di apparecchi o parti d’impianto destinati alla sicurezza o alla riserva entrino tempestivamente in funzione fornendo valore di tensione, frequenza e forma d’onda conformi alle previsioni di progetto.
La prova è di carattere preliminare e serve a verificare la correttezza dell’installazione dei collegamenti. In particolare l’analisi deve riguardare:
• alimentatori non automatici, verificando i valori di tensione e forma d’onda secondo le previsioni di progetto;
• alimentatori automatici di continuità, verificando i valori di tensione di frequenza e forma d’onda progettuali anche nel periodo transitorio e di commutazione fra rete e alimentazione di sicurezza;
• alimentatori ad interruzione breve, verificando il raggiungimento dei valori nominali di tensione di frequenza e forma d’onda nei limiti e nei tempi stabiliti dal progetto o da specifiche norme tecniche;
• alimentatori ad interruzione lunga, verificando i valori di tensione, di frequenza e forma d’onda conformi al progetto assunti entro 15 secondi dall’alimentazione di rete.
La prova deve essere estesa a tutti i dispositivi di sicurezza e di riserva di sicurezza la cui messa in servizio deve essere provocata automaticamente per mancanza di tensione di rete escludendo i casi in cui occorre procedere a commutazione manuale.
Prova d’intervento degli interruttori differenziali
La prova d’intervento degli interruttori differenziali (Norma CEI 64-8, art. 612.6.1 e 612.9) ha lo scopo di accertare il corretto funzionamento degli impianti protetti da interruttori automatici differenziali con l’impianto completo dei principali utilizzatori fissi.
La prova deve essere effettuata provando nel punto campionato una corrente controllata di dispersione pari a 0,5 Idn, il differenziale non deve intervenire. Aumentando la corrente di dispersione fino 1,1 Idn, il differenziale deve intervenire.
Misura della resistenza d’isolamento dell’impianto
La misura della resistenza d’isolamento dell’impianto (Norma CEI 64-8, art. 612.3) ha lo scopo di accertare che la resistenza d’isolamento di ciascun tronco di circuito compresa fra due interruttori sia adeguata ai valori prescritti dalle norme CEI.
La resistenza deve essere misurata ad impianto sezionato tra ogni coppia di conduttori attivi e tra ogni conduttore attivo e la terra.
Gli utilizzatori fissi devono essere sezionati o scollegati. Nei sistemi TN-C il conduttore PEN va considerato come facente parte dell’impianto di terra. Se l’impianto comprende dispositivi elettronici, si esegue solo la misura d’isolamento tra i conduttori attivi collegati insieme e la terra.
Misura della resistenza del dispersore
Dispersore di piccola e media estensione nei sistemi TT: La misura della resistenza del dispersore (Norma CEI 64-8, art. 612.6.2.) ha lo scopo di accertare che il valore della resistenza di terra sia adeguato alle esigenze d’interruzione delle correnti di guasto a terra. In particolare l’analisi deve riguardare:
• il dispersore principale scollegato dall’impianto di protezione e dai dispersori ausiliari, accertando che RT <=50/Ia;
• il dispersore principale collegato dall’impianto di protezione e dai dispersori ausiliari, accertando che RT <=50/Ia.
La resistenza del dispersore può essere misurata con strumenti che utilizzano il metodo voltamperometrico diretto o indiretto con tensione di alimentazione a vuoto di 125V - 220 V elettricamente separata dalla rete con neutro a terra.
Dispersore di grandi dimensioni:
La resistenza del dispersore può essere misurata con il metodo del dispersore ausiliario.
Misura dell’impedenza totale dell’anello di guasto
La misura dell’impedenza totale dell’anello di guasto (norma CEI 64-8, art. 612.6.3.) ha lo scopo di accertare che il valore dell’impedenza dell’anello di guasto sia adeguata alle esigenze d’interruzione della corrente di guasto a terra.
Misura della resistenza di corto circuito tra fase e neutro
La misura della resistenza di corto circuito tra fase e neutro e valutazione (per eccesso) della corrente presunta di corto circuito (Norma CEI 64-8) ha lo scopo di accertare che il potere d’interruzione degli apparecchi destinati alla protezione contro il corto circuito non sia sufficiente.
La resistenza di corto circuito va misurata all’ingresso dei quadri, a monte dell’interruttore generale tra fase e neutro con il metodo a prelievo controllato di corrente.
Misura della caduta di tensione
La misura della caduta di tensione (DV), allo studio della norma CEI-64-8, art. 612.11, ha lo scopo di accertare che le cadute di tensione con l’impianto percorso dalle correnti d’impiego siano contenute entro il 4% qualora non sia stato diversamente specificato nel presente disciplinare.
Le misure vengono effettuate con voltmetri elettrodinamici o elettronici aventi classe di precisione non inferiore a 1 quando l’impianto è regolarmente in funzione in orario di punta oppure con simulazione di carico equivalente alle condizioni nominali. Tutte le tensioni devono essere misurate contemporaneamente.
Calcoli di controllo
Controllo del coefficiente di stipamento
Il controllo del coefficiente di stipamento ha lo scopo di verificare la corretta posa in opera dei cavi, valutando se i parametri rispettano le prescrizioni delle norme CEI 64-8. L’analisi dovrà riguardare:
• condutture entro tubi incassati sotto intonaco: il diametro interno del tubo deve essere almeno1,3 volte maggiore del diametro del cerchio circoscritto al fascio dei cavi contenuti con un minimo di 10 mm;
• condutture entro tubi a vista: il diametro interno del tubo deve essere almeno 1,3 volte maggiore del diametro del cerchio circoscritto al fascio dei cavi contenuti con un minimo di 10 mm;
• condotti circolari: il diametro interno del condotto deve essere almeno 1,8 volte maggiore del diametro del cerchio circoscritto al fascio dei cavi contenuti con un minimo di 15 mm;
• condutture in canalette, canali e passerelle a sezione non circolare: la superficie interna delle canalette e dei canali deve essere almeno il doppio della superficie retta occupata dal fascio di cavi.
I dati di calcolo vanno desunti dalle caratteristiche dimensionali nominali dei tubi e dei cavi elettrici.
Il cerchio e la sezione retta circoscritti ai fasci di cavi contenuti possono essere valutati sperimentalmente.
Controllo del coordinamento fra correnti d’impiego e portate dei conduttori
Il controllo ha lo scopo di verificare il corretto dimensionamento dei conduttori in relazione alle correnti d’impiego alle portate dei conduttori ed i dispositivi di protezione contro i sovraccarichi installati. L’analisi dovrà riguardare:
• i circuiti terminali di allacciamento di un solo utilizzatore;
• i circuiti dorsali o principali;
• le portate dei conduttori;
• la protezione dei conduttori dal sovraccarico nei casi previsti dalla norma CEI 64-8. Controllo del coordinamento fra correnti di corto circuito e poteri di interruzione degli apparecchi
Il controllo del coordinamento fra correnti di corto circuito e poteri di interruzione degli apparecchi ha lo scopo di verificare che gli apparecchi installati siano idonei a funzionare ed a sopportare le sollecitazioni termiche e elettrodinamiche che si verificano nel loro punto d’installazione durante un corto circuito.
VISITE E MODALITÀ DI COLLAUDO
Il collaudo avverrà successivamente alla data del verbale di ultimazione dei lavori. Per le operazioni di collaudo ci si avvarrà delle Norme CEI.
I collaudi definitivi delle opere non menomano però la responsabilità dell’Impresa Appaltatrice sancita dalle vigenti disposizioni di legge.
Sono a carico dell’Appaltatore tutti gli oneri e gli obblighi connessi all’assistenza ed al supporto ai collaudi degli impianti, compresi quelli derivanti dalla messa a disposizione della strumentazione necessaria.
Potranno essere effettuate visite di collaudo in corso d’opera anche da parte della D.L., sia al fine i verificare quei lavori di cui non sarebbe più possibile prendere visione ad opere ultimate, che allo scopo di verificare la corrispondenza dei lavori eseguiti al progetto e la loro corretta realizzazione.
Il collaudatore dovrà accertare:
• la corrispondenza delle forniture agli impegni contrattuali;
• la corretta esecuzione nel rispetto delle prescrizioni e, in mancanza di queste secondo la “buona regola d’arte”;
• lo stato di funzionamento delle varie apparecchiature, livello delle singole prestazioni
• la rispondenza al corretto funzionamento degli impianti come risultato conseguente l’inserimento delle apparecchiature in contemporaneo funzionamento secondo quanto è previsto per i singoli sistemi o impianti;
• la rispondenza delle prestazioni degli impianti alle condizioni prescritte nell’ambito delle tolleranze ammesse;
• la verifica di tutti i certificati di prova e di collaudo delle apparecchiature presentati dall’Impresa Appaltante in sede di esecuzione;
• quant’altro a giudizio del Collaudatore sia ritenuto necessario.
Si intenderanno superati i collaudi definiti con esito favorevole anche in seguito al corretto espletamento delle pratiche nei confronti degli Enti ed associazioni tecniche U.L.S., VV.FF, società fornitrici di servizi, ecc ivi compreso quelli a livello comunale, ecc. fino ai certificati di approvazione da parte di questi.
4 PROVVEDIMENTI ANTISISMICI
4.1 IMPIANTI MECCANICI
Gli impianti dovranno garantire un grado di sicurezza, a fronte di evento sismico, congruente con il grado di sicurezza antisismico previsto dalla normativa vigente per le strutture di prevista realizzazione, che contengono prescrizioni esplicite per la progettazione e l’ancoraggio sismico di sistemi e componenti non strutturali ovvero secondari, ed in particolare da:
⮚ Ordinanza n° 3432 del 04/05/05
⮚ D.M. 23/09/05
⮚ D.M. 14/01/08
⮚ Circolare n° 617 del 02/02/09
Deve quindi essere prevista una protezione antisismica per i principali componenti degli impianti, quali centrali e reti di distribuzione e comunicazione principali.
Tale protezione si attuerà con opportuni sistemi di fissaggio alle strutture dell’edificio di tali componenti, in modo che questi, nel caso di eventi sismici, non si stacchino dai loro supporti, ma possano compiere movimenti solidali a quelli dell’edificio stesso.
A tale scopo, nella installazione di impianti tecnologici, sono da adottare i seguenti accorgimenti:
⮚ ancorare gli impianti alle strutture portanti degli edifici e preservarli dagli spostamenti relativi di grande entità durante il sisma;
⮚ assorbire i movimenti relativi delle varie parti di impianto (tubazioni, canalizzazioni, apparecchiature) causate da deformazioni, movimenti delle strutture, differenti spostamenti relativi tra terreno e corpi di fabbrica o spostamenti delle parti tra di loro, senza rottura delle connessioni e dei cablaggi anche mediante l'introduzione di dispositivi di smorzamento;
⮚ evitare di attraversare, nei limiti del possibile, i giunti strutturali;
⮚ adottare per macchinari particolari quali trasformatori, gruppi elettrogeni, ecc. dispositivi di vincolo rigidi quali basamenti con antivibranti;
⮚ adottare per i serbatoi accorgimenti contro il travaso e lo spargimento dei liquidi in essi contenuti; limitare al minimo lo spostamento laterale di macchinari quali trasformatori, quadri di distribuzione, ecc. mediante opportuni ancoraggi;
⮚ porre attenzione ai collegamenti tra apparecchi senza dispositivo di isolamento delle vibrazioni e tubazioni, canalizzazioni e rete elettrica di alimentazione; dotare tali collegamenti di adeguata robustezza nonché di una certa flessibilità nei confronti delle apparecchiature stesse nel caso di movimenti sismici relativi fra le parti su ciascun lato dei collegamenti.
4.2 IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI
CORPI ILLUMINANTI
I corpi illuminanti sospesi, specialmente se montati uno dopo l'altro in lunghe file, devono essere dotati di controventi laterali o di adeguata flessibilità sia per i supporti del soffitto che ai collegamenti degli apparecchi.
Gli apparecchi di illuminazione sospesi devono essere muniti di robuste catene, anelli e ganci di sicurezza.
I corpi illuminanti incassati nei controsoffitti devono essere solidamente fissati alla struttura di sostegno del controsoffitto stesso e dotati di cordino di sicurezza fissato al solaio.
QUADRI ELETTRICI
I quadri elettrici da incasso e a parete devono essere fissati in modo solidale alla parete stessa. I componenti delle cabine elettriche (trasformatori e quadri M.T.), dei gruppi elettrogeni e dei gruppi di continuità così come i quadri elettrici generali di bassa tensione devono essere ancorati in modo solidale alla struttura.
COMPONENTI IMPIANTISTICI IN ATTRAVERSAMENTO DI GIUNTI STRUTTURALI
Tutti i componenti impiantistici (canaline, tubi, canali, cavi, scarichi ecc.) ancorati alle strutture devono consentire lo scorrimento previsto dal giunto strutturale (estensione e compressione) senza interrompere la funzionalità dell’impianto.
ALLACCIAMENTI ALIMENTAZIONI PRINCIPALI
Tutti i collegamenti di adduzione delle reti principali (energia elettrica – gas metano – acquedotto – impianti antincendio – scarichi) che dall’esterno entrano o escono dai corpi di fabbrica devono essere dotati di giunti costituiti da tubazioni flessibili in acciaio inox e/o di ricchezza di cavo aventi misura adeguata per assorbire lo spostamento massimo previsto.
5 QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
In accordo con il Committente si specifica che e fatto divieto di offrire e/o installare prodotti diversi in termini di caratteristiche da quelli indicati nel presente capitolato, nel computo metrico e nelle tavole. L'impresa concorrente e tenuta a precisare, prima dell’inizio lavori, la Casa costruttrice per tutti i materiali di cui non sia imposta una particolare denominazione, e comunque a concordarli con la Direzione Lavori prima della loro installazione.
Tutti i materiali e gli apparecchi impiegati negli impianti meccanici devono essere adatti all'ambiente in cui sono installati e devono avere caratteristiche tali da resistere alle azioni meccaniche, corrosive, termiche o dovute all'umidità alle quali possono essere esposti durante l'esercizio.
Tutti i materiali e gli apparecchi devono essere rispondenti alle relative norme UNI e CEI nonché alle rispettive direttive di costruzione cui sono soggette (Direttiva macchine, Direttiva PED, ecc).
E' raccomandata nella scelta dei materiali, la preferenza ai prodotti nazionali. Tutti gli apparecchi devono riportare dati di targa ed eventuali indicazioni d'uso utilizzando la lingua Italiana.
Tutti i componenti d'impianto, oltre a presentare le caratteristiche prescritte nel presente progetto, dovranno essere forniti di Marchio Italiano di Qualità e corrispondere alle Tabelle di Unificazione UNI- UNEL. I materiali dovranno essere scelti tra quelli di seguito elencati.
Tutti i materiali e gli apparecchi impiegati negli impianti elettrici devono essere adatti all'ambiente in cui sono installati e devono avere caratteristiche tali da resistere alle azioni meccaniche, corrosive, termiche o dovute all'umidità alle quali possono essere esposti durante l'esercizio.
Tutti i materiali e gli apparecchi devono essere rispondenti alle relative norme CEI e le tabelle di unificazione CEI-UNEL, ove queste esistono.
E' raccomandata nella scelta dei materiali, la preferenza ai prodotti nazionali. Tutti gli apparecchi devono riportare dati di targa ed eventuali indicazioni d'uso utilizzando la simbologia del CEI e la lingua Italiana.
5.1 PROVE E CAMPIONATURE DI MATERIALI, APPARECCHIATURE E COMPONENTI DEGLI IMPIANTI
L'Appaltatore dovrà eseguire prove di materiali, apparecchiature o componenti d’impianto quando ciò sia richiesto dal Committente o dalla D.L. e con le modalità con la stessa concordata; i risultati dovranno essere comunicati per iscritto al fine di poter dare l’approvazione. Le prove di cui sopra saranno richieste soprattutto nel caso di apparecchiature e materiali con insufficienti documentazioni del costruttore o del
fornitore, o per soluzioni ed applicazioni di apparecchiature, materiali e componenti di impianto per le quali si ritiene necessaria una verifica di funzionamento prima della approvazione all'installazione. Le prove saranno eseguite in cantiere od in altra sede secondo quanto concordato.
L'Appaltatore dovrà fornire, su richiesta della D.L. e con le modalità con la stessa concordata, campionature di materiali di apparecchiature e/o modalità di esecuzione e di costruzione di componenti degli impianti. Le campionature dovranno essere chiaramente elencate e contrassegnate in modo che l'approvazione sia data senza possibilità di equivoci. Qualora le campionature sottoposte alla D.L. non siano da questa approvate, l'Appaltatore dovrà sottoporne altre fino all’avvenuta approvazione. Prima di procedere all’approvvigionamento di tutti i materiali, apparecchiature e componenti, descritti nel computo metrico o comunque da installare nell’impianto, l’Appaltatore dovrà sottoporre all’approvazione della D.L. le caratteristiche tecniche, prestazionali e dimensionali dei componenti utilizzando il modello allegato e secondo la seguente procedura:
⮚ compilazione del modello;
⮚ raccolta in allegato dei fogli tecnici del materiale o componente recanti in evidenza le caratteristiche tecniche;
⮚ trasmissione alla D.L. del documento con gli allegati;
⮚ predisposizione di eventuali modifiche, integrazioni o sostituzioni fino alla completa approvazione da parte della D.L.
Il materiale non approvato non potrà in nessun caso ritenersi idoneo per l’impiego.
L’approvazione del materiale non costituirà comunque accettazione, e non pregiudicherà in nessun caso i diritti dell’Amministrazione Appaltante in sede di Collaudo. Per quanto riguarda la scelta dei componenti e dei macchinari, si precisa che il Committente avrà facoltà di richiedere la colorazione più opportuna per gli stessi, senza per questo incorrere in alcuna variante economica.
6 PROVVEDIMENTI CONTRO LA TRASMISSIONE DELLE VIBRAZIONI
Le parti in movimento delle macchine devono essere equilibrate staticamente e dinamicamente. Tutte le macchine rotanti o comunque fonti di possibili vibrazioni devono essere posate su supporti antivibranti. La ditta è tenuta a fornire entro i termini contrattuali i disegni dei basamenti delle apparecchiature di sua fornitura ed a fornire tutti i dispositivi antivibranti da inserire nelle strutture in muratura. La ditta è altresì tenuta a verificare che i basamenti siano realizzati in accordo con quanto previsto. Per il dimensionamento dei basamenti e degli antivibranti si rimanda alle prescrizioni degli ASHRAE Handbooks. In ogni caso, deve essere assicurato un grado di isolamento per cui la frequenza propria di risonanza della struttura supportata sia inferiore ad 1/3 della frequenza della forzante. La frequenza propria di risonanza (fn) è esprimibile (in Hertz o cicli al secondo) con fn = 15,8√d, essendo d la deflessione statica dei supporti resilienti, espressa in mm. Per macchine rotanti si può assumere come frequenza forzante la più bassa velocità di rotazione. Quando si debba ricorrere a basamenti inerziali, questi devono avere una massa in calcestruzzo da 1 a 3 volte il peso del componente
supportato. La scelta del tipo di antivibrante deve essere fatta considerando le condizioni di carico, la temperatura di esercizio e la presenza di sostanze aggressive. Isolatori in gomma o neoprene sono da applicarsi per deflessioni fino a 12 mm. Per deflessioni statiche più elevate ricorrere a molle. Le molle non guidate elicoidali soggette a compressione devono avere diametri di spira abbastanza ampi per non piegarsi lateralmente sotto il carico (nel caso in cui gli ingombri non permettano ampi diametri fare ricorso a guide stabilizzatrici). L'uso di sughero o feltri, in sostituzione degli elastomeri, è ammesso solo dietro esplicita autorizzazione della Direzione Lavori. Per apparecchiature che possono avere variazioni di peso rilevanti (quali per esempio boilers, gruppi frigoriferi, torri evaporative) devono essere previste delle molle con dei blocchi di fine corsa che impediscano movimenti eccessivi allo scarico. Quando necessario devono essere previsti dei reggispinta per oscillazioni trasversali. Le apparecchiature quali pompe, ventilatori e gruppi frigoriferi devono essere sempre corredate di giunti elastici al fine di evitare le trasmissioni di vibrazioni ai canali ed alle tubazioni. Le tubazioni devono essere sospesi alle pareti a mezzo di dispositivi tali che evitino la trasmissione alla struttura ed alle pareti dell'edificio di vibrazioni residue, provenienti dalla macchina o dovute alla circolazione dei fluidi.
7 LIMITAZIONE DELLA RUMOROSITÀ DEGLI IMPIANTI
Gli impianti devono essere realizzati in modo da non generare negli ambienti occupati e nell'ambiente esterno livelli sonori inaccettabili e, comunque, superiori a quelli prescritti. Pertanto, si deve operare come di seguito descritto. Le apparecchiature devono essere di ottima qualità con adeguato isolamento acustico per basse frequenze. I costruttori devono dettagliare le caratteristiche acustiche relative. Non devono essere utilizzati motori con velocità di rotazione superiore a 1.500 g/1' salvo esplicita autorizzazione. Quando necessario, devono essere previsti silenziatori o altri dispositivi su canali. Per evitare i rumori derivanti dalle dilatazioni delle tubazioni devono prevedersi dispositivi di dilatazione con supporti che consentano tutti i possibili spostamenti. Gli attraversamenti di solette e pareti devono essere realizzati in modo tale da impedire la trasmissione di rumori e vibrazioni alla struttura, prevedendo ad esempio guaine adeguate. Le tubazioni devono essere fissate in modo da evitare la trasmissione di vibrazioni alla struttura. Possono essere interposti anelli di gomma; per evitare di comprimere eccessivamente la gomma i collari devono essere previsti di due grandezze superiori al diametro delle tubazioni. Tutti i punti di contatto degli apparecchi sanitari con la struttura devono essere muniti di antivibranti. Al fine di attenuare il rumore dovuto all'impatto dell'acqua nelle tubazioni di scarico e nelle colonne, gli innesti sui collettori suborizzontali non devono avere un angolo superiore a 67°. Particolare attenzione va dedicata all'attenuazione del rumore proveniente dalle sottocentrali. La Ditta dovrà includere nella sua quotazione tutti gli accorgimenti atti ad impedire che negli ambienti occupati vengano superati i livelli sonori prescritti. Nel caso in cui il rumore trasmesso dagli impianti ai locali occupati od all'esterno superi i valori prescritti, devono essere presi adeguati provvedimenti per rientrare nei limiti. I provvedimenti possono interessare:
- le fonti di rumore, ad esempio sostituendo le apparecchiature scelte con altre più silenziose;
- l'isolamento delle fonti di rumore con cuffie afoniche e protezioni in genere;
- il trattamento dell'ambiente impiegando per pareti, soffitti, pavimenti, prese d'aria, porte, i sistemi ed i mezzi più idonei per ottenere il risultato voluto.
I provvedimenti di cui sopra, ove necessari, sono a carico della Ditta installatrice.
Le prove ed i collaudi da effettuare per il controllo del livello sonoro sono riportati nella sezione 3 "Norme tecniche di collaudo".
Sezione 2 – Specifiche tecniche di fornitura
8 DESCRIZIONE DELLE OPERE
Il progetto prevede la realizzazione del nuovo Data Center Secondario (nel seguito DCS) presso il centro servizi C.A.V. S.p.A. (nel seguito denominato Committente, Società o CAV) della stazione autostradale di Padova Est (PD) e per l'adeguamento impiantistico e consolidamento infrastrutturale del Data Center Primario della sede di Marghera (VE).
Il contesto dell’opera relativamente ai siti in cui dovranno essere realizzate le opere previste in Appalto è dunque limitato alle seguenti aree operative:
- Data Center Primario servizi “Office” situato al piano seminterrato della Palazzina Esercizio presso la sede CAV di vix Xxxxxxxxx, 00/X Xxxxxxxx (XX);
- Nuovo Data Center Secondario da realizzare presso il Casello di Padova Est, sito identificato dal Committente che sarà interessato da interventi di adeguamento impiantistico per garantire l’idoneità dei locali all’installazione di apparati informatici;
- Sala Server antistante il Data Center Primario servizi “Office”, oggetto di opere di adeguamento impiantistico funzionali alla protezione antintrusione ed antincendio del sito
Per la descrizione tecnica e particolareggiata si rimanda alle relazioni specialistiche ed ai relativi elaborati grafici.
9 OPERE CIVILI
9.1 DEMOLIZIONI – RIMOZIONI – TRASPORTI
Demolizione dei locali da ristrutturare
(Rif Data Center Secondario – Padova EST) (Rif Data Center Primario - Marghera)
Dovranno essere rimossi e smaltiti la porta tagliafuoco esistente di accesso alla sala oggetto d’intervento, le pareti in pannelli sandwich di chiusura, prevedendo nello specifico la rimozione dei telai fissi in acciaio, la rimozione dei controsoffitti esistenti e dei cartongessi di chiusura e mascheramento delle travi metalliche, e prevedendo il trasporto degli elementi rimossi al piano di carico in strada e sgombero delle macerie con trasporto alle pubbliche discariche, compresi i corrispettivi per diritti di discarica.
Norme generali per le demolizioni
Con adeguato anticipo sull'inizio dei lavori di demolizione, saranno accertati con idonei mezzi, la consistenza, le condizioni statiche e lo stato di conservazione delle opere e/o delle parti da demolire al fine di determinare le tecniche di demolizione più appropriate, i mezzi d'opera e le modalità operative più razionali da impiegare, anche in relazione alle necessarie precauzioni da adottare perché i lavori vengano eseguiti in condizioni di assoluta sicurezza per il personale e per non danneggiare impianti, opere, strutture residue o adiacenti.
A conclusione di tale accertamento si sottoporrà all’Amministrazione un programma riguardante l'esecuzione dei lavori di demolizione.
Sarà accertato durante la demolizione che le condizioni di stabilità delle strutture interessate al variare delle sollecitazioni e dei vincoli e di conseguenza porre in opera tutte le protezioni, sbadacchiature, rinforzi e puntelli che si rendono necessari.
Protezione dell’esistente:
- particolare cura sarà posta nelle demolizioni interne all’edificio che saranno portate a termine senza alterare le capacità statiche delle strutture portanti e tutti gli elementi dovranno essere successivamente reintonacate, quali pilastri, solai, pareti divisorie, ecc.
I lavori di demolizione devono procedere con cautela e con ordine dall'alto verso il basso e devono essere condotti in maniera da non pregiudicare la stabilità delle strutture portanti o di collegamento e di quelle eventuali adiacenti, ricorrendo, ove occorra, al loro preventivo puntellamento.
Non sarà ammesso gettare dall'alto materiali in genere, che invece devono essere trasportati o guidati in basso, e di sollevare polvere, per cui tanto le murature quanto i materiali di risulta dovranno essere opportunamente bagnati.
Sono inoltre vietate le demolizioni per rovesciamento.
Tutti i materiali riutilizzabili, a giudizio insindacabile della Direzione dei Lavori, saranno opportunamente puliti, custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno indicati dalla Direzione stessa, usando cautele per non danneggiarli sia nella pulizia, sia nel trasporto, sia nel loro assestamento e per evitarne la dispersione.
Le demolizioni, i disfacimenti, le rimozioni dovranno essere limitate alle parti e dimensioni prescritte. Le operazioni di demolizione si intendono da eseguirsi con martello demolitore o in parte anche a mano, compresi i seguenti oneri: predisposizione e cura delle pratiche amministrative con gli Enti preposti necessarie alla rimozione e smaltimento di ogni prodotto di demolizione, e questo anche per eventuali sostanze nocive e/o speciali che dovessero rinvenirsi durante i lavori, il tiro in alto o calo in basso, la selezione dei materiali da destinare alle discariche, il trasporto a discarica del materiale di risulta in discariche idonee alla tipologia del rifiuto, tutte le precauzioni e cautele per evitare danni ad eventuali proprietà confinanti ed a terzi, l'adozione degli accorgimenti atti a tutelare l'incolumità degli operai e del pubblico, la recinzione degli spazi di rispetto, l'onere delle cautele da adottare per demolire a piccoli tratti le strutture collegate a ridosso di altre stanze tecnologiche adiacenti o a loro parti escluse dalla demolizione, la riparazione dei danni arrecati a terzi, ogni altro onere e magistero per dare l'opera finita a perfetta regola d'arte.
9.2 OPERE MURARIE E DI SOTTOFONDO
Norme generali per le murature
Malte per pareti: Le malte per pareti dovranno essere conformi alle specifiche contenute nelle norme UNI 8942 – 1986 “Prodotti di laterizio per murature”. L'impiego di malte premiscelate e premiscelate pronte è consentito, purché ogni fornitura sia accompagnata da una dichiarazione del fornitore attestante il gruppo della malta, il tipo e la quantità dei leganti e degli eventuali additivi. Ove il tipo di malta non rientri tra quelli appresso indicati il fornitore dovrà certificare con prove ufficiali anche le caratteristiche di resistenza della malta stessa.
Tolleranze da costruzione
Pareti
- Tolleranza di verticalità delle pareti: inferiore al 3 per mille con un massimo di +/- 2 cm. Tolleranza di concavità o convessità rispetto al piano di facciata: inferiore al 2 per mille con un
massimo di +/- 2 cm sul piano verticale e 2 per mille con un massimo di 1 cm sul piano orizzontale.
- Tolleranza di allineamento verticale dei giunti: inferiore al 3 per mille con un massimo di 1 cm a destra o a sinistra.
- Tolleranza di spessore nei giunti orizzontali: +/- 2 mm su 10 mm.
- Tolleranza di spessore nei giunti verticali: +/- 5 mm su 10 mm.
Pareti in pannelli sandwich
Le pareti di delimitazione della sala dal corridoio saranno realizzate tramite la fornitura e posa di pannelli da parete a doppio rivestimento metallico con isolamento in lana minerale. Il giunto, con incastri maschio-femmina, è di tipo a vista, con vite passante. Il supporto interno è costituito da una lamiera microforata in grado di aumentare le prestazioni di fonoassorbenza del pannello. La presenza di una doppia lamiera rende il pannello notevolmente resistente ai carichi statici e dinamici su grandi luci rispetto ad un prodotto monolamiera.
Le pareti rispetteranno la reazione al fuoco in conformità al EN 13501-1 : A2-S1-D0.
Pareti divisorie ambienti SP. 75 cm REI 60
(Rif Data Center Secondario – Padova EST) (Rif Data Center Primario - Marghera)
Fornitura e posa in opera di tavolato verticale per interni, realizzato mediante assemblaggio di due lastre rivestito in cartongesso con trattamento IDROREPELLENTE, una per ogni lato, a bordi assottigliati, fissate con viti autoperforanti alla struttura portante, per uno spessore complessivo minimo di 75 mm, costituita da profili verticali a C, posti ad un interasse massimo di 60 cm, inseriti in profili orizzontali ad U fissati a pavimento con xxxxxx o chiodi worth ed a soffitto con tappi ad espansione. Tutti i profili metallici dovranno essere in acciaio zincato e nervato, isolati dalla struttura perimetrale mediante interposizione di una striscia di materiale anelastico. . E' compreso il riempimento con pannelli trattati con resine termoindurenti, autoportanti, incombustibili ed idrorepellenti in materassini di lana di roccia dello spessore di 40 mm e densità 20 kg/m³. Il tavolato dovrà soddisfare le seguenti caratteristiche tecniche debitamente documentate dall'Appaltatore ed accettate dalla D.L.: - potere fonoisolante 50 dB; - spessore delle lastre 10 mm; - gesso rivestito "classe 1" di reazione al fuoco; - lana di vetro "classe 0" di reazione al fuoco. E' compresa la stuccatura della testa delle viti di fissaggio nonché la stuccatura e la sigillatura dei giunti di accostamento delle lastre eseguita con idoneo stucco previa l'applicazione di strisce di supporto armate con rete tessile (garza per Cartongessi)
Pareti divisorie ambienti SP. 10 cm REI 120
Fornitura e posa in opera di tavolato verticale per interni, realizzato mediante assemblaggio di quattro lastre rivestito in cartongesso con trattamento IDROREPELLENTE, due per ogni lato, a bordi assottigliati, fissate con viti autoperforanti alla struttura portante, per uno spessore complessivo minimo di 100 mm, costituita da profili verticali a C, posti ad un interasse massimo di 60 cm, inseriti in profili orizzontali ad U fissati a pavimento con xxxxxx o chiodi worth ed a soffitto con tappi ad espansione. Tutti i profili metallici dovranno essere in acciaio zincato e nervato, isolati dalla struttura perimetrale mediante interposizione di una striscia di materiale anelastico. È compreso il riempimento con pannelli trattati con resine termoindurenti, autoportanti, incombustibili ed idrorepellenti in materassini di lana di roccia dello spessore di 50 mm e densità 20 kg/m³. Il tavolato dovrà soddisfare le seguenti caratteristiche tecniche debitamente documentate dall'Appaltatore ed accettate dalla D.L.:
- potere fonoisolante 50 dB; - spessore delle lastre 10 mm; - gesso rivestito "classe 1" di reazione al fuoco; - lana di vetro "classe 0" di reazione al fuoco. È compresa la stuccatura della testa delle viti di fissaggio nonché la stuccatura e la sigillatura dei giunti di accostamento delle lastre eseguita con idoneo stucco previa l'applicazione di strisce di supporto armate con rete tessile (garza per Cartongessi).
Assistenze murarie
Sono previste le assistenze murarie agli impianti meccanici, elettrici e speciali e comprendono ogni onere relativo, compreso quindi, a solo titolo indicativo e non esaustivo, l’apertura e la richiusura di tracce a pavimento e sulle pareti ed ogni tipo di foratura, e questo su tutte le tipologie di pavimenti, pareti e soffitti.
9.3 OPERE DI IMPERMEABILIZZAZIONE
Si intendono prodotti per impermeabilizzazione e per coperture piane quelli che si presentano sotto forma di:
- membrane in fogli e/o rotoli da applicare a freddo od a caldo, in fogli singoli o pluristrato;
- prodotti forniti in contenitori (solitamente liquidi e/o in pasta) da applicare a freddo od a caldo su eventuali armature (che restano inglobate nello strato finale) fino a formare in sito una membrana continua.
Le membrane si designano descrittivamente in base:
- al materiale componente (esempio: bitume ossidato fillerizzato, bitume polimero elastomero, bitume polimero plastomero, etilene propilene diene, etilene vinil acetato, ecc.);
- al materiale di armatura inserito nella membrana (esempio: armatura vetro velo, armatura poliammide tessuto, armatura polipropilene film, armatura alluminio foglio sottile, ecc.);
- al materiale di finitura della faccia superiore (esempio: poliestere film da non asportare, polietilene film da non asportare, graniglie, ecc.);
- al materiale di finitura della faccia inferiore (esempio: poliestere non tessuto, sughero, alluminio foglio sottile, ecc.).
I prodotti forniti in contenitori si designano descrittivamente come segue:
- mastici di rocce asfaltiche e di asfalto sintetico;
- asfalti colati;
- malte asfaltiche;
- prodotti termoplastici;
- soluzioni in solvente di bitume;
- emulsioni acquose di bitume;
- prodotti a base di polimeri organici.
I prodotti vengono di seguito considerati al momento della loro fornitura, le modalità di posa sono trattate negli articoli relativi alla posa in opera.
Le membrane per coperture di edifici in relazione allo strato funzionale che vanno a costituire (esempio strato di tenuta all'acqua, strato di tenuta all'aria, strato di schermo e/o barriera al vapore, strato di protezione degli strati sottostanti, ecc.) devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza od a loro completamento alle seguenti prescrizioni.
Le membrane destinate a formare strati di tenuta all'acqua devono soddisfare:
- le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore);
- difetti, ortometria e massa areica;
- resistenza a trazione e alla lacerazione;
- punzonamento statico e dinamico;
- flessibilità a freddo;
- stabilità dimensionale in seguito ad azione termica;
- stabilità di forma a caldo;
- impermeabilità all'acqua e comportamento all'acqua;
- permeabilità al vapore d'acqua;
- resistenza all'azione perforante delle radici;
- invecchiamento termico in aria ed acqua;
- resistenza all'ozono (solo per xxxxxxxxxxx e plastomeriche);
- resistenza ad azioni combinate (solo per polimeriche e plastomeriche);
- le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione ed avere impermeabilità all'aria.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 8629.
Le membrane a base di elastomeri e di plastomeri dei tipi elencati nel seguente comma a) ed utilizzate per impermeabilizzazione delle opere elencate nel seguente comma b) devono rispondere alle prescrizioni elencate nel successivo comma c).
I criteri di accettazione sono quelli indicati nel presente articolo.
Guaina di impermeabilizzazione
Membrana bentonitica impermeabilizzante autoagganciante al calcestruzzo accoppiato ad una membrana in polietilene. La struttura della membrana è composta da un tessuto non tessuto e un tessuto poroso, con interposta bentonite sodica, assemblati meccanicamente con un sistema di agugliatura a cui viene incollata una membrana in polietilene.
Le membrane di cui al comma a) sono valide per l’applicazione in copertura purché rispettino le caratteristiche previste nelle varie parti della norma UNI 8898.
I prodotti forniti sono destinati a realizzare strati di tenuta all'acqua della copertura esistente in lamiera.
9.4 OPERE IN CEMENTO ARMATO
Per le costruzioni in calcestruzzo, sia per le caratteristiche dei materiali che per i criteri di accettazione e verifica, si fa riferimento al D. Min. Infrastrutture 14 Gennaio 2008 “NUOVE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI” e relativa circolare di applicazione, in particolare per il cemento armato sono da intendersi richiamate, nel presente documento, anche le Linee Guida per la messa in opera del calcestruzzo strutturale emesse dal Servizio Tecnico Centrale Del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Premesse normative
Tutti i materiali utilizzati nella realizzazione dei lavori, saranno conformi alla direttiva europea 89/106/CEE, recepita in Italia con il DPR 246/93 relativa ai prodotti da costruzione.
Sono da intendersi anche richiamate come norme obbligatorie, alle quali l’appaltatore dovrà attenersi, tutte le norme tecniche richiamate dal D. Min. Infrastrutture 14 Gennaio 2008 “NUOVE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI” e relativa circolare di applicazione.
Per le costruzioni in calcestruzzo, in acciaio, composte acciaio-calcestruzzo, legno e muratura, sia per le caratteristiche dei materiali che per i criteri di accettazione e verifica, si farà riferimento al D. Min. Infrastrutture 14 Gennaio 2008 “NUOVE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI” e relativa
circolare di applicazione, in particolare per il cemento armato sono da intendersi richiamate, nel presente documento, anche le Linee Guida per la messa in opera del calcestruzzo strutturale emesse dal Servizio Tecnico Centrale Del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Per i sistemi costruttivi di protezione al fuoco previsti dall’appalto, l’appaltatore dovrà fare riferimento al Decreto 16 febbraio 2007 “Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione” (GU n. 74 del 29-3-2007- Suppl. Ordinario n. 87).
In particolare, saranno prodotti i certificati relativi alla prestazione di resistenza al fuoco del sistema costruttivo utilizzato per la protezione al fuoco delle strutture redatta e sottoscritta da Tecnico Abilitato in conformità al decreto del Ministro dell'Interno 4 maggio 1998.
Acqua
L'acqua per l'impasto con leganti idraulici (UNI EN 1008) sarà essere dolce, limpida, priva di sostanze organiche o grassi e priva di sali (particolarmente solfati e cloruri) in percentuali dannose e non essere aggressiva per il conglomerato risultante. In caso di necessità, dovrà essere trattata per ottenere il grado di purezza richiesto per l’intervento da eseguire. In taluni casi dovrà essere, altresì, additivata per evitare l’instaurarsi di reazioni chimico – fisiche che potrebbero causare la produzione di sostanze.
Calci
Le calci aeree risponderanno ai requisiti di cui al RD n. 2231 del 16 novembre 1939, “Norme per l’accettazione delle calci” e ai requisiti di cui alla norma UNI 459 (“Calci da costruzione”).
Le calci idrauliche, oltre che ai requisiti di accettazione di cui al RD 16 novembre 1939, n. 2231 e a quelli della norma UNI 459, risponderanno alle prescrizioni contenute nella legge 26 maggio 1965, n. 595 “Caratteristiche tecniche e requisiti dei leganti idraulici” ed ai requisiti di accettazione contenuti nel DM 31 agosto 1972 “Norme sui requisiti di accetta zione e modalità di prova degli agglomerati cementizi e delle calci idrauliche” e s.m. ed i. Le calci idrauliche devono essere fornite o in sacchi sigillati o in imballaggi speciali a chiusura automatica a valvola, che non possono essere aperti senza lacerazione, o alla rinfusa. Per ciascuna delle tre alternative valgono le prescrizioni di cui all’art. 3 della legge n. 595/1965.
Cementi
I cementi da impiegare in qualsiasi lavoro risponderanno ai limiti di accettazione contenuti nella legge 26 maggio 1965, n. 595 e nel DM 3.06.1968 (“Nuove norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi”) e successive modifiche e integrazioni (DM 20.11.1984 e DM 13.09.1993). Tutti i cementi devono essere, altresì, conformi al DM n. 314 emanato dal Ministero dell’industria in data 12 luglio 1999 (che ha sostituito il DM n.126 del 9.03.1988 con l’allegato “Regolamento del servizio di controllo e certificazione di qualità dei cementi” dell’ICITE - CNR) ed in vigore dal 12 marzo 2000, che stabilisce le nuove regole per l’attestazione di conformità per i cementi immessi sul mercato nazionale
e per i cementi destinati ad essere impiegati nelle opere in conglomerato normale, armato e precompresso. I requisiti da soddisfare devono essere quelli previsti dalla norma UNI EN 197-2001 “Cemento. Composizione, specificazioni e criteri di conformità per cementi comuni”.
Gli agglomerati cementizi, oltre a soddisfare i requisiti di cui alla legge n. 595/1965, devono rispondere alle prescrizioni di cui al DM del 31.08.1972 “Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli agglomerati cementizi e delle calci idrauliche” e s.m. ed i..
I cementi e gli agglomeranti cementizi devono essere forniti o in sacchi sigillati o in imballaggi speciali a chiusura automatica a valvola, che non possono essere aperti senza lacerazione, o alla rinfusa. Per ciascuna delle tre alternative valgono le prescrizioni di cui all’art. 3 della legge n. 595/1965.
I cementi e gli agglomerati cementizi devono essere in ogni caso conservati in magazzini coperti, ben ventilati e riparati dall'umidità e da altri agenti capaci di degradarli prima dell'impiego.
Pozzolane
Le pozzolane devono essere ricavate da strati mondi da cappellaccio ed esenti da sostanze eterogenee o di parti inerti; qualunque sia la provenienza devono rispondere a tutti i requisiti prescritti dal RD 16 novembre 1939, n. 2230.
Gesso
Il gesso dovrà essere di recente cottura, perfettamente asciutto, di fine macinazione in modo da non lasciare residui sullo staccio di 56 maglie a centimetro quadrato, scevro da materie eterogenee e senza parti alterate per estinzione spontanea. Il gesso dovrà essere conservato in locali coperti, ben riparati dall'umidità e da agenti degradanti.
L’uso del gesso dovrà essere preventivamente autorizzato dalla Direzione lavori. Per l'accettazione valgono i criteri generali dell'art. 69 (Materiali in genere) e la norma UNI 5371 (“Pietra da gesso per la fabbricazione di leganti. Classificazione, prescrizioni e prove”).
Materiali inerti per conglomerati cementizi e per malte
Gli aggregati per conglomerati cementizi (sabbie, ghiaie e pietrisco), naturali e di frantumazione, devono essere costituiti da elementi non gelivi e non friabili, privi di sostanze organiche, limose ed argillose, di gesso, ecc., in proporzioni nocive all'indurimento del conglomerato o alla conservazione delle armature. Quando non espressamente stabilito, possono provenire da cava in acqua o da fiume a seconda della località dove si eseguono i lavori ed in rapporto alle preferenze di approvvigionamento. In ogni caso devono rispondere ai requisiti di cui sopra.
Analisi granulometrica
È atta a definire la pezzatura di sabbie, ghiaie e pietrischi deve essere eseguita utilizzando i xxxxxxxx ed i setacci indicati nelle norme UNI 2332-1 e UNI 2334. È quindi obbligo dell’appaltatore, per il controllo granulometrico, mettere a disposizione della direzione lavori detti xxxxxxxx. Il diametro massimo dei grani deve essere scelto in funzione della sezione minima del getto, della distanza minima tra i ferri d’armatura e dello spessore del copriferro.
Le sabbie
Le sabbie naturali o artificiali, da impiegare nelle malte e nei calcestruzzi devono:
- essere ben assortite in grossezza;
- essere costituite da grani resistenti, non provenienti da roccia decomposta o gessosa;
- avere un contenuto di solfati e di cloruri molto basso (soprattutto per malte a base di cemento);
- essere tali da non reagire chimicamente con la calce e con gli alcali del cemento, per evitare rigonfiamenti e quindi fessurazioni, macchie superficiali;
- essere scricchiolanti alla mano;
- non lasciare traccia di sporco;
- essere lavate con acqua dolce anche più volte, se necessario, per eliminare materie nocive e sostanze eterogenee;
- avere una perdita in peso non superiore al 2% se sottoposte alla prova di decantazione in acqua.
I controlli saranno effettuati ai sensi della norma UNI 2332 per il controllo granulometrico. In particolare:
- la sabbia per murature in genere deve essere costituita da grani di dimensioni tali da passare attraverso lo staccio 2, UNI 2332-1;
- la sabbia per intonaci, stuccature e murature a faccia vista deve essere costituita da grani passanti attraverso lo staccio 0,5, UNI 2332-1;
- la sabbia per i conglomerati cementiti deve essere conforme ai quanto previsto dal D.Min. Infrastrutture 14 Gennaio 2008). I grani devono avere uno spessore compreso tra 0,1 mm e 5,0 mm (UNI 2332) ed essere adeguati alla destinazione del getto ed alle condizioni di posa in opera.
Ghiaia
La ghiaia da impiegare nelle malte e nei conglomerati cementizi deve essere:
- costituita da elementi puliti di materiale calcareo o siliceo;
- ben assortita;
- priva di parti friabili;
- lavata con acqua dolce, se necessario per eliminare materie nocive.
Pietrisco
Il pietrisco, utilizzato in alternativa alla ghiaia, deve essere ottenuto dalla frantumazione di roccia compatta, durissima silicea o calcarea, ad alta resistenza meccanica.
Le loro caratteristiche tecniche devono essere quelle stabilite dal D. Min. Infrastrutture 14 Gennaio 2008, relativa circolare esplicativa.
I controlli saranno effettuati ai sensi della norma UNI 2334 per il controllo granulometrico.
Le dimensioni dei granuli delle ghiaie e del pietrisco per conglomerati cementizi sono prescritte dalla direzione lavori in base alla destinazione d’uso e alle modalità di applicazione.
In ogni caso le dimensioni massime devono essere commisurate alle caratteristiche geometriche della carpenteria del getto ed all’ingombro delle armature.
Nel dettaglio gli elementi costituenti ghiaie e pietrischi devono essere di dimensioni tali da:
- passare attraverso un setaccio con maglie circolari del diametro di 5 cm se utilizzati per lavori di fondazione/elevazione, muri di sostegno, rivestimenti di scarpata, ecc…
- passare attraverso un setaccio con maglie circolari del diametro di 4 cm se utilizzati per volti di getto;
- passare attraverso un setaccio con maglie circolari del diametro di 3 cm se utilizzati per cappe di volti, lavori in cemento armato, lavori a parete sottile.
In ogni caso, salvo alcune eccezioni, gli elementi costituenti ghiaie e pietrischi devono essere tali da non passare attraverso un setaccio con maglie circolari del diametro di cm. 1.
Pietre naturali
Le pietre naturali da impiegarsi nella muratura e per qualsiasi altro lavoro, devono essere a grana compatta e monde da cappellaccio, esenti da piani di sfaldamento, da screpolature, peli, venature, interclusioni di sostanze estranee; devono avere dimensioni adatte al particolare loro impiego, offrire una resistenza proporzionata alla entità della sollecitazione cui devono essere soggette, ed avere una efficace adesività alle malte. Sono escluse, salvo specifiche prescrizioni, le pietre gessose ed in generale tutte quelle che potrebbero subire alterazioni per l’azione degli agenti atmosferici o dell’acqua corrente.
Additivi
Gli additivi per impasti cementizi devono essere conformi alla norma UNI 10765 – 1999 (Additivi per impasti cementizi – Additivi multifunzionali per calcestruzzo – Definizioni, requisiti e criteri di conformità).
Esecuzione dei getti
Le classi di calcestruzzo sono individuate dalle resistenze caratteristiche Rck che sono indicate sui disegni costruttivi e che devono essere garantite dall'Impresa in ogni caso.
I getti saranno confezionati secondo le dosature necessarie per il raggiungimento delle resistenze caratteristiche riportate sui disegni.
Confezionamento dei calcestruzzi
Il calcestruzzo sarà confezionato in apposita centrale di betonaggio nel rispetto delle clausole delle presenti specifiche e delle indicazioni riportate sui disegni.
Qualunque sia la provenienza del calcestruzzo, dal momento dell’impasto alla fine del getto non dovranno trascorrere più di 45 minuti; per il calcestruzzo preconfezionato si considera che l'impasto inizi dal caricamento in betoniera.
E' vietata l'aggiunta di acqua in betoniera prima del getto ed ogni altra modifica alle quantità dei componenti la miscela; il trasporto del conglomerato dall'impianto di betonaggio al luogo d'impiego deve essere effettuato con mezzi tali da evitare qualsiasi deterioramento del conglomerato stesso ed in particolare l'evaporazione dell'acqua di impasto.
Nel caso di centrale di betonaggio saranno installati mescolatori orizzontali, attrezzati con dispositivi di dosaggio automatico a peso degli inerti e del cemento, volumetrico degli additivi e dell'acqua; per l'uso del calcestruzzo caldo saranno previsti iniettori di vapore saturo.
Sia gli inerti che i cementi saranno contenuti in sili a tenuta stagna; tutte le movimentazioni saranno effettuate in condizioni di completo abbattimento delle polveri; barriere anti-rumore saranno disposte su tutto il perimetro operativo della centrale.
Saranno costruite vasche di decantazione e riduzione a valore pH=7.0 di tutte le acque di lavaggio delle attrezzature e dei mezzi di trasporto.
Getto del calcestruzzo
Prima del getto dovranno sempre essere controllati tutti i disegni strutturali, architettonici e impiantistici per la verifica di congruenza e per il corretto posizionamento di fori, passaggi, inserti di ogni tipo.
Le armature, nonché tutti gli accessori di ripresa e gli inserti dovranno risultare correttamente posizionati; tutte le dimensioni plano-altimetriche dell’opera finita, riportate nei disegni dovranno essere rispettate e per cui si provvederà a prevenire anticipatamente eventuali assestamenti o movimenti di casseri e sostegni durante il getto.
Il trasporto e la stesa del calcestruzzo deve avvenire con i mezzi più idonei onde evitare la separazione degli inerti; sono consentiti l'uso della tramoggia sotto benna, del nastro trasportatore e della pompa (da privilegiare ove non è possibile l’uso della tramoggia sotto benna).
Per il solo calcestruzzo magro su superfici adeguate é consentita la stesa con pala meccanica, salvo riprendere immediatamente con altri mezzi le impronte dei cingoli e delle ruote e le differenze di quota rispetto al valore di progetto.
Il getto dei massetti di pavimentazione potrà essere effettuato mediante macchina spanditrice finitrice di tipo stradale.
Le interruzioni di getto dovranno essere eseguite in conformità alle indicazioni riportate sui disegni; altre posizioni dovranno essere autorizzate dal Direttore dei Lavori. In ogni caso le riprese dovranno essere eseguite in modo da trovarsi in zone di momento flettente nullo nelle strutture inflesse e in modo da essere perpendicolari allo sforzo di compressione nelle strutture verticali.
I getti delle solette a sbalzo dovranno essere sempre eseguiti contemporaneamente a quello del solaio retrostante.
Se il getto deve essere effettuato contro parete esistente, quest’ultima deve essere ravvivata e devono essere applicati appositi additivi per la ripresa. Tutti i getti, salvo il magro, dovranno essere vibrati, lo spessore di ogni strato del getto non sarà superiore a 20 cm.
Le modalità e i tipi di vibrazione dovranno essere coordinati con la DL.
I getti con temperatura superiore a 32° C dovranno essere autorizzati dalla Direzione Lavori, con opportune prescrizioni particolari.
Si provvederà all'innaffiamento costante dei getti in fase di maturazione e per un minimo di 8 giorni. In alternativa è concesso l'uso di prodotti antievaporanti, previa autorizzazione della D.L. Indipendentemente dalle dosature, i getti di calcestruzzo eseguiti dovranno risultare compatti, privi di alveolature, senza affioramento di ferri.
Tutti i getti eseguiti per vasche o contenitori di liquidi dovranno risultare impermeabili e, anche se non specificato nei disegni, dovranno essere eseguiti a granulometria controllata e con uso di additivi appropriati.
Le strutture in fase di maturazione dovranno essere protette dal gelo, dal caldo e dalle piogge. Sulle suddette strutture sarà inoltre vietato il transito di persone, mezzi e comunque evitata qualsiasi forma di sollecitazione.
La maturazione con riscaldamento locale diffuso sarà ammessa solo previo accordo scritto con la Lavori; analoga clausola si applica per l’uso di calcestruzzo caldo.
Durante la confezione dei calcestruzzi si provvederà al prelievo e la conservazione dei provini di calcestruzzo in numero sufficiente secondo le norme e secondo le prescrizioni del Direttore dei Lavori; in ogni caso la resistenza dei getti deve essere controllata prima del disarmo mediante rottura di almeno 2 provini aggiuntivi rispetto a quelli regolamentari. Tali provini saranno maturati nelle stesse condizioni del manufatto e non in vasca termostatica.
Tolleranze nell'esecuzione dei getti
La tolleranza ammessa nella planarità dei getti dei solai a vista, in entrambe le direzioni principali, misurate con una staggia piana è di ±1/1000 delle distanze fra i fili interni dei pilastri. Questa tolleranza ovviamente riferita ad una campata del solaio non è compensabile con quelle delle campate adiacenti. I punti di riferimento per le quote altimetriche dei solai vanno posizionati sui pilastri, 10 cm al di sopra delle quote nominali di progetto.
La tolleranza ammessa nella planarità degli altri getti, misurata con una staggia piana di 2 m, è di 6 mm. La tolleranza sullo spessore del calcestruzzo magro di sottofondazione è limitata a –2 cm in zone locali di area non superiore a 1 m², in numero non maggiore di -1 cm ogni 50 m² di superficie; è concessa invece qualunque tolleranza in eccesso dello spessore, se necessaria per il raggiungimento della corretta quota di imposta delle fondazioni. Tutte le differenze di quota rispetto al valore teorico della superficie superiore del magro non potranno essere superiori a ±2 cm misurate mediante livello ai vertici di un reticolo di 5.00x5.00 m.; non è ammessa la costanza dell'errore +2cm su superficie maggiore di 100 m². Per i punti intermedi non sono tollerati costamenti di ±2 cm rispetto al piano individuato dalla congiungente (anche diagonale) dei vertici di cui sopra e dal vertice opposto del triangolo così individuato.
Tutte le tolleranze sopra citate relative al getto del calcestruzzo magro saranno assorbite nel getto delle fondazioni.
La tolleranza ammessa per la verticalità dei getti misurata sull'altezza, sia di un interpiano che totale, è determinata da un fuoripiombo massimo di ±1 cm. Le tolleranze nella realizzazione delle strutture di facciata devono inoltre essere compatibili con le tolleranze indicate nelle specifiche di realizzazione dei serramenti di facciata, in particolare delle facciate continue. Per il resto fare riferimento all’Eurocodice 2 UNI ENV 1992-1-1 CAP. 6.2.
Tolleranze particolari dovranno essere garantite per la verticalità delle strutture in modo da facilitare l’esecuzione delle facciate, in particolare delle facciate continue trasparenti.
Finitura esterna dei getti e calcestruzzi faccia a vista: I requisiti principali del getto faccia a vista sono: compattezza, omogeneità di superficie, colore uniforme, planarità, pertanto la superficie esterna del sarà perfettamente liscia, senza bolle né cavità e le riprese dei giunti saranno di conseguenza perfettamente piane ed omogenee.
Saranno pertanto motivi di contestazione le macchie, gli scoloramenti, gli alveoli, i nidi d'ape, le fessure, ecc.
A disarmo avvenuto dovranno comunque essere eliminati risalti e sbavature e riempite le cavità senza alterazione dei colori della faccia a vista.
Resta comunque inteso che tutte le operazioni sopra descritte dovranno avvenire secondo le Norme UNI di riferimento.
Norme generali degli acciai per cemento armato
Oltre alla legislazione italiana in vigore, e in quanto non meno restrittive, dovranno osservarsi come obblighi, le raccomandazioni ed i consigli del Comitè Europeen du Beton (Raccomandazioni internazionali per il calcolo e l'esecuzione delle opere di cemento armato normale e precompresso, edizione 1972 o eventuale nuova edizione più recente).
Per le barre tonde lisce di acciaio Fe B 22 K e Fe B 32 K, ogni partita di barre tonde lisce sarà sottoposta a controllo in cantiere.
Per le barre ad aderenza migliorata di acciai Fe B 38 K e Fe B 44 K non controllate in stabilimento, si procederà al controllo in cantiere con le stesse modalità, oneri e prescrizioni di cui al tipo precedente. L'acciaio armonico per i conglomerati armati precompressi sarà di diametro previsto in progetto, perfettamente calibrato e rispondente in ogni caso alle vigenti norme tecniche.
Le armature metalliche dovranno essere fissate nella posizione progettata con legature di filo di ferro agli incroci di tutte le barre e distanziatori che garantiscono la conservazione degli intervalli fra gli strati di barre e le loro distanze dai casseri.
Le legature saranno sempre doppie a fili incrociati e fortemente ritorti per la messa in tensione; non è quindi ammessa la legatura con un semplice filo posto in diagonale abbracciante i due tondi con un solo anello.
Il distanziamento degli strati di barre sovrapposte sarà ottenuto con spezzoni di tondino di diametro opportuno.
Anche detti distanziatori dovranno essere legati con le barre. L'immobilità delle armature durante il getto deve essere garantita nel modo più assoluto.
Le barre sporche, unte o notevolmente arrugginite, devono essere accuratamente pulite prima della collocazione in opera; non debbono essere piegate a caldo.
Le giunzioni dei ferri non dovranno mai effettuarsi in zona tesa. In ogni caso, le giunzioni dei ferri dovranno essere sfalsate in guisa che, ciascuna interruzione non interessi una sezione metallica maggiore di un terzo di quella complessiva e sia distante dalle interruzioni contigue per una distanza non inferiore a quella espressa dalla seguente relazione:
l = ϕ ⋅ σ a
4 τ d
dove:
l distanza in oggetto in centimetri
σa tensione ammissibile nelle barre d'armatura e dipendente dal tipo di acciaio impiegato; espressa in kg/cmq.
τd tensione tangenziale di aderenza delle barre d'armatura, dipendente dal tipo di acciaio impiegato e dalla resistenza cubica caratteristica del calcestruzzo, espressa in kg/cmq.
∅ diametro maggiore della barra d'armatura attigua, espressa in centimetri. Le giunzioni di cui sopra possono effettuarsi mediante:
- saldature eseguite in conformità alle norme in vigore sulle saldature; deve essere accertata la saldabilità degli acciai da impiegare e la compatibilità fra metallo base di apporto nelle posizioni e condizioni operative previste nel progetto esecutivo;
- manicotto filettato;
- sovrapposizione calcolata in modo da assicurare l'ancoraggio di ciascun ferro; in ogni caso la lunghezza di sovrapposizione in retto deve corrispondere al doppio della lunghezza espressa dalla precedente relazione e la prosecuzione di ciascuna barra deve essere deviata verso la zona compressa.
Negli elementi prevalentemente tesi (catene, tiranti, ecc.) è vietata la giunzione per sovrapposizione.
I ferri piegati devono presentare, nelle piegature, un raccordo circolare di raggio non minore a quello espresso della "normativa sui conglomerati cementizi armati".
In linea generale, lo schema e la frequenza delle giunzioni dovranno seguire fedelmente le indicazioni dei disegni di progetto.
Nei casi in cui sono ammesse, e previste, saldature, dovranno essere rispettate le seguenti norme:
- dovranno essere affiancati al ferro principale ed ai lati opposti due spezzoni dello stesso diametro del ferro principale e della lunghezza di 20 diametri aventi: lo stesso carico unitario di snervamento di quest'ultimo, requisiti di saldabilità (tipo S del comma 2.2.2.3 della tabella UNI 5372-70) ed alto grado di insensibilità alla rottura fragile (tipo D del comma 2.2.2.1 della tabella prima citata).
- Tali spezzoni dovranno inoltre rispondere alle norme per l'acciaio per strutture saldate (part.
2.3. delle norme CNR-UNI 10011-67).
- Le saldature dovranno essere eseguite da personale patentato utilizzando elettrodi rivestiti (part. 2.4. delle norme CNR-UNI 10011-67).
- Tali elettrodi dovranno essere, del tipo basico e dovranno rispondere alle norme UNI 5732 del marzo 1963. In particolare dovranno avere resistenza 44 kg/mmq oppure 52 kg/mmq, secondo le prescrizioni, e dovranno essere di tipo L.
- La classe di qualità sarà 4; il tipo di rivestimento sarà B; le condizioni di alimentazione elettrica o; il rendimento 11; le posizioni di saldatura 2.
- Una parte di detti campioni verrà sottoposta a prova di trazione fino a strappamento.
- Alla fine della prova le saldature non dovranno presentare tracce di apertura.
- La rimanente parte dei campioni rimarrà depositata presso la Direzione Lavori quali testimoni delle caratteristiche delle saldature da eseguire.
Prove e certificati di collaudo degli acciai
Saranno accompagnati ad ogni fornitura copia dei certificati di collaudo degli acciai secondo EN 10204
- dichiarazione che il prodotto è qualificato ai sensi delle NTC 2008, e di aver soddisfatto tutte le relative prescrizioni, riportato gli estremi del marchio e indicando gli estremi dell’ultimo certificato del Laboratorio Ufficiale.
Per l’accertamento delle caratteristiche meccaniche si rimanda alle prescrizioni di legge sia per quanto riguarda il numero dei saggi da prelevare che per la modalità di prelievo e di prova.
Le analisi chimiche devono essere riferite al prodotto finito.
In mancanza di una esplicita dichiarazione del produttore, dovranno essere effettuate tutte le necessarie prove per verifica che l’acciaio non sia effervescente.
Norme generali delle casserature per getti di cemento armato
Le casseforme dovranno essere costruite con materiali nuovi in ottimo stato di conservazione, esenti da imperfezioni, spanciamenti ed ogni altro difetto che possa precludere l’ottenimento di superfici del calcestruzzo piane, lisce ed omogenee.
Tutte le superfici interne dei casseri di elementi strutturali, che a scasseratura avvenuta rimarranno in vista, dovranno essere trattate con elementi disarmanti (olii puri con aggiunta di attivanti superficiali - emulsioni cremose di acqua in olio con attivanti).
I prodotti disarmanti dovranno essere applicati, in modo uniforme, dall'alto verso il basso e per ultimo sui fondi, impiegando il minimo quantitativo sufficiente ad ottenere un buon distacco ed evitando altresì la formazione di grumi.
In fase di applicazione i prodotti disarmanti non dovranno mai venire in contatto con le armature, con il calcestruzzo già indurito o con altri materiali non costituenti superficie interna delle casseforme.
Il prodotto disarmante utilizzato deve essere compatibile con la finitura prevista, o che si intende utilizzare, in modo che l’adesione della finitura (intonaco, verniciatura, ecc.) sia sempre garantita.
Ove necessario la tenuta deve essere assicurata con l'adozione di listelli, con stuccature e rabbocchi esterni, specialmente nei punti di ripresa a spicco da strutture già eseguite.
Il segno di eventuali riprese di getto deve essere evitato fissando sulle casseforme dei regoli in legno che marchino la linea di separazione dei due getti successivi.
Gli spigoli devono essere tagliati a 45° con listelli in PVC a sezione triangolare da 15 mm di lato fissati alle casseforme.
Le pannellature metalliche devono essere regolari e non deformate, disposte a moduli costanti, con le giunzioni uniformemente sfalsate, evitando le ricorrenze verticali.
Ove necessario la tenuta delle connessioni tra pannello e pannello deve essere assicurata da mastici o guarnizioni.
Le zone di contatto tra strutture verticali ed orizzontali e le zone in cui per ottenere particolari effetti estetici sia richiesta una diversa sistemazione delle tavole o delle pannellature, devono essere separate da scuretti ottenuti mediante regoli applicati alle casseforme.
Devono inoltre essere inseriti profili in PVC per l’esecuzione di gocciolatoi ogni qualvolta la superficie delle strutture verticali può ricevere direttamente l’acqua piovana o le acque di lavaggio o di scarico.
Su tutte le superfici dei casseri si dovranno predisporre distanziatori per le armature in numero e dimensioni tali da garantire un copriferro minimo non inferiore a quello di progetto, e garantire anche una Resistenza al fuoco non minore di quella indicata nel progetto o richiesta dalle norme.
E’ consentito l’uso di distanziatori in PVCe/o cemento.
In caso di interruzione dei getti si dovranno prevedere forme di contenimento del getto stesso sufficientemente scabre per garantire la migliore adesione dei getti successivi (reti in pernervometal, ecc.) nonché la continuità delle armature (manicotti, ecc.) con sistemi commerciali da sottoporre all’approvazine della DL.
Le parti orizzontali dovranno prevedere un numero di puntelli sufficiente a garantire la stabilità e la indeformabilità del cassero sotto l’azione del calcestruzzo impiegato nei getti.
Le casseforme dovranno essere dimensionate e montate in opera in modo da sopportare la combinazione più sfavorevole di: peso totale di casseforme, armatura e cls, carichi di lavoro (compresi gli effetti dinamici della posa e della compattazione del cls. e del traffico di personale e mezzi d'opera), carichi di vento e neve.
Le casseforme degli elementi inflessi saranno montate in opera con le controfrecce che saranno precisate dalla DL.
In fase di montaggio delle casseforme si dovranno inserire gli inserti previsti in progetto o prevedere cassette per riceverli.
Le barre distanziatrici poste fra i casseri delle murature in vista dovranno essere del tipo con guaina a perdere in plastica, e saranno posizionate con passo costante.
I fori risultanti a scasseratura avvenuta saranno sigillati con appositi tappi in plastica da forzare negli stessi.
In particolare per le casseforme in legno ci si atterrà alle seguenti particolari prescrizioni:
- non alternare fra loro, in uno stesso getto, tavole nuove e tavole precedentemente utilizzate, tenuto conto del diverso grado di assorbimento;
- bagnare le casseforme prima del getto al fine di evitare la contrazione delle stesse a seguito del riscaldamento prodotto dall'idratazione del cemento;
- ribattere e stuccare le teste dei chiodi di assemblaggio delle tavole affinché non vengano a contatto col calcestruzzo in fase di getto.
I tempi di disarmo saranno definiti dalla Direzione Lavori sulla base delle esigenze progettuali e costruttive.
Il disarmo avverrà per gradi ed in modo tale da evitare azioni dinamiche come previsto dalle XXX 0000.
In assenza di specifici accertamenti della resistenza del conglomerato, e in normali condizioni esecutive ed ambientali di getto e maturazione, è opportuno rispettare i seguenti tempi minimi di disarmo e precisamente:
- sponde di casseri di travi e pilastri 3 giorni
- armature di solette di luce modesta 10 giorni
- puntelli e centine di travi, archi e volte 24 giorni
- strutture a sbalzo 28 giorni
In periodi di gelo o di tempo freddo, si provvederà al prolungamento della permanenza in opera delle casseforme oltre i tempi strettamente necessari al fine di evitare al calcestruzzo shock termici e conseguente screpolatura superficiale del getto.
Conglomerato cementizio Rck 15 per formazione di magrone
Il conglomerato cementizio Rck 15 N/mmq è impiegato per sottofondi, sottofondazioni, letti di posa e rinfianchi di tubazioni. Eseguito mediante getto di conglomerato cementizio preconfezionato a dosaggio con cemento 42.5 R, per operazioni di media-grande entità, secondo le prescrizioni tecniche previste, compresa la fornitura del materiale in cantiere, lo spargimento, la vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera eseguita a perfetta regola d'arte, esclusi i soli ponteggi, le casseforme, e acciaio di armatura, con dosaggio 200 kg/mc.
Conglomerato cementizio Rck 35/45 per platea
Il conglomerato cementizio Rck 35/45 N/mmq ha resistenza caratteristica e classe di esposizione XC2, o secondo quanto riportato nelle tavole progettuali, dimensione massima degli inerti pari a 22 mm, classe di lavorabilità (slump) S3, CI 0.4, gettato in opera, per operazioni di media-grande entità, secondo le prescrizioni tecniche previste, compresa la fornitura del materiale in cantiere, il suo spargimento, la vibrazione e quant'altro necessario per dare un'opera realizzata a perfetta regola d'arte. Unità di misura "mc".
Rete elettrosaldata
Rete in acciaio elettrosaldata a maglia quadra in acciaio di qualità B450C, prodotto da azienda in possesso di attestato di qualificazione rilasciato dal Servizio Tecnico Centrale della Presidenza del Consiglio Superiore dei LL.PP., per armature di conglomerati cementizi, prelavorata e pretagliata a misura, posta in opera a regola d'arte, compreso ogni sfrido, legature, ecc. diametro tondino da 4 mm a 12 mm (Unità di misura "kg").
Casseforme per getti strutture in c.a.
Le casseforme per i getti di calcestruzzo dovranno essere costruite con pannelli metallici o tavole sufficientemente robuste, ben collegate fra loro e controventate ad evitare spanciamenti e distacchi delle stesse durante le vibrature del getto di tipologia rette o centinate per getti di conglomerati cementizi semplici o armati compreso armo, disarmante, disarmo, opere di puntellatura e sostegno fino ad un'altezza di 6 m dal piano di appoggio; eseguite a regola d'arte e misurate secondo la superficie effettiva delle casseforme a contatto con il calcestruzzo.
9.5 CONTROSOFFITTI E PARETI DIVISORIE – OPERE IN CARTONGESSO
Descrizione delle opere
Saranno eseguite le seguenti tipologie di opere con materiali tipo KNAUF:
- Pareti a tutta altezza per dividere il locale TLC, realizzati con orditura metallica in profili guida in acciaio zincato a caldo rivestite sulle due facce con uno strato di pannelli in legno mineralizzato e uno strato di lastre in cartongesso di tipo REI 120, con interposto uno strato di lana di roccia per isolare acusticamente il locale;
- Formazione di rivestimento delle pareti interne esistenti del locale TLC e i locali attigui, corridoio esistenti con lastre in cartongesso spessore 1,25 cm tipo Xxxxxxxxx XXX 000;
Ai manufatti sopradescritti, verranno fissati elementi tecnici quali corpi illuminanti; per l’esatto posizionamento di quest’ultimi, si dovranno prevedere adeguati tracciamenti preliminari in cantiere che dovranno essere sottoposti all’attenzione della D.L.
Tolleranze da costruzione
Le superfici di tutte le controsoffittature dovranno essere perfettamente piane, con tolleranza ammissibile di +/- 5 mm, misurata per tratte di 5 metri.
Per le pareti in cartongesso è ammesso un fuori piombo di 5 mm su 2,5 m.
Indicazioni per la messa in opera a regola d’arte
Tutti gli spigoli dovranno essere protetti mediante l’applicazione sotto rasatura di paraspigoli in profilato angolare in lamiera di acciaio zincato da mm 20x20 spessore 8/10 mm, altezza cm 300 da pavimento finito.
L’ultima fase prevista per tutte le opere in cartongesso è quella della stuccatura dei giunti (piani tra due pannelli adiacenti e complanari, ad angolo e spigoli) mediante nastro microforato e tre mani di idoneo materiale stuccante.
Nel caso fosse richiesta la posa di particolari isolanti termici o acustici (lana di vetro, lana di roccia o altre fibre minerali) questi dovranno essere materassini imbustati e dovranno garantire la non dispersione nell’ambiente di fibre.
Prima della posa in opera sarà predisposto il tracciamento di tutti gli elementi in cartongesso in accordo con il progetto esecutivo; particolare cura sarà riposta al tracciamento delle aperture.
Le operazioni di posa si possono così riassumere:
- perfetta pulizia dei supporti da ogni incrostazione e da ogni imperfezione o impurità in modo da rendere possibile un buon appoggio delle guide di ancoraggio alle strutture;
- ancoraggio delle guide a pavimento, soffitto e contro pareti o pilastri: la tecnologia per il fissaggio sarà rispondente alle modalità di posa indicate dalla Casa produttrice;
- fornitura e posa di idonee guarnizioni di tenuta acustica sulle guide inferiori e superiori;
- montaggio dei montanti verticali;
- fissaggio dei pannelli in cartongesso ai montanti mediante viti zincate autofilettanti;
- trattamento dei giunti, degli angoli e degli spigoli mediante l’applicazione di nastri microforati di idoneo materiale e successivo ripristino con tre mani di sigillante in maniera tale da dare le superfici perfettamente finite e pronte a ricevere il trattamento di finitura.
I tavolati divisori interni, in corrispondenza delle aperture destinate alle porte dovranno presentare dei montanti di testa tali da formare un falso telaio con l’inclusione di 4 tasselli su ogni lato, in modo da rendere possibile il fissaggio del telaio e delle porte stesse.
I divisori dovranno essere conformati in maniera tale da permettere un facile alloggiamento degli eventuali componenti impiantistici; sono da prevedere eventuali rinforzi della struttura metallica che si dovessero rendere necessari per esigenze architettoniche, impiantistiche, ecc..
Durante la posa dei rivestimenti si porrà particolare cura alla verticalità ed all’allineamento dei pannelli stessi; la loro posa avverrà mediante utilizzo di malte speciali a base di gesso adesivo disposte in quantità tale da garantire il perfetto fissaggio del pannello al supporto sottostante previa stesura di idoneo primer aggrappante.
Pareti in cartongesso REI 60
Le pareti in cartongesso con caratteristiche di resistenza al fuoco REI 60 saranno di tipologia ad orditura metallica a singolo rivestimento fornite e posate in opera con rivestimento in lastre di cartongesso adatta a garantire una resistenza al fuoco REI 60 e un potere fonoisolante Rw = 54 dB, dello spessore totale di 125 mm.
Orditura metallica realizzata con profili tipo Knauf Serie E in acciaio zincato DX51D+Z200-N-A-C, spessore 0,6 mm a norma UNI – EN 10142 – DIN 18182, delle dimensioni:
- guide a U 50 x 40 mm
- montanti a C 50 x470 mm, posti ad interasse non superiore a 600 mm.
L’orditura dovrà essere isolata dalle strutture perimetrali con nastro vinilico monoadesivo con funzione di taglio acustico, dello spessore di 3,5 mm. All’interno dell’orditura verrà inserito un materassino di lana minerale dello spessore di 40 mm e densità 40 kg/m3.
Il rivestimento su entrambi i lati dell’orditura metallica sarà realizzato con strato di lastre in gesso rivestito a norma UNI 10718 – DIN 18180, dello spessore di 12,5 mm in euroclasse A2s1 d0 di reazione al fuoco (classe 1(uno) italiana), avvitate all’orditura metallica con viti autperforanti fosfatate. È prevista la stuccatura dei giunti, degli angoli, e delle teste delle viti in modo da ottenere una superficie pronta per la finitura.
Le modalità per la messa in opera saranno conformi alle norme UNI 9154.
Pareti in cartongesso REI 120
Le pareti in cartongesso con caratteristiche di resistenza al fuoco REI 120 saranno di tipologia ad orditura metallica a singolo rivestimento fornite e posate in opera con rivestimento in lastre di cartongesso adatta a garantire una resistenza al fuoco REI 120 e un potere fonoisolante Rw = 54 dB, dello spessore totale di 125 mm.
Orditura metallica realizzata con profili tipo Knauf Serie E in acciaio zincato DX51D+Z200-N-A-C, spessore 0,6 mm a norma UNI – EN 10142 – DIN 18182, delle dimensioni:
- guide a U 50 x 40 mm
- montanti a C 50 x 50 mm, posti ad interasse non superiore a 600 mm.
L’orditura dovrà essere isolata dalle strutture perimetrali con nastro vinilico monoadesivo con funzione di taglio acustico, dello spessore di 3,5 mm. All’interno dell’orditura verrà inserito un materassino di lana minerale dello spessore di 60 mm e densità 40 kg/m3.
Il rivestimento su entrambi i lati dell’orditura metallica sarà realizzato con strato di lastre in gesso rivestito a norma UNI 10718 – DIN 18180, dello spessore di 12,5 mm in euroclasse A2s1 d0 di reazione al fuoco (classe 1(uno) italiana), avvitate all’orditura metallica con viti autperforanti fosfatate. È prevista la stuccatura dei giunti, degli angoli, e delle teste delle viti in modo da ottenere una superficie pronta per la finitura.
Le modalità per la messa in opera saranno conformi alle norme UNI 9154.
Rivestimento per resistenza al fuoco REI 120
Sono rivestimenti scatolari di travi/colonne/pareti adatta a garantire una resistenza al fuoco REI 120, realizzati con lastre in calcio silicato idrato rinforzato con fibre di cellulosa ed additivi inorganici, esenti da amianto, fibre inorganiche, gesso ed altre matrici minerali idrate, dovranno avere le seguenti caratteristiche fisiche: densità nominale a secco 875 kg/m³; resistenza a flessione (media su due direzioni) 8,5 N/mm²; modulo di elasticità (media su sue direzioni) 6000 N/mm²; resistenza a
compressione 6,0 N/mm²; coefficiente di conducibilità termica 0,17 W/mK; coefficiente di dilatazione termica a 100°C 9x10-6 K-1; dilatazione igrometrica (da umidità ambiente a saturazione d'acqua 0,05%); pH superficiale 7÷10, Classe 0 di reazione al fuoco. Le lastre, nei vari spessori previsti dal progetto saranno montate in opera su apposite strutture, realizzando così un sistema costruttivo riconducibile a rapporto di prova in conformità con la normativa europea relativa ai sistemi di protezione al fuoco delle strutture come prescritto dal Decreto 16 febbraio 2007 "Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione" - (GU n. 74 del 29-3-2007- Suppl. Ordinario n. 87).
9.6 PAVIMENTI – RIVESTIMENTI
Generalità pavimenti
Si intende per pavimentazione un sistema edilizio avente quale scopo quello di consentire o migliorare il transito e la resistenza alle sollecitazioni in determinate condizioni di uso.
Esse si intendono convenzionalmente suddivise nelle seguenti categorie:
- pavimentazioni su strato portante;
- pavimentazioni su terreno (se la funzione di strato portante del sistema di pavimentazione è svolta del terreno).
Ciascuna delle categorie sopra citate sarà composta dai seguenti strati funzionali:
a) Pavimentazione su strato portante:
- lo strato portante, con la funzione di resistenza alle sollecitazioni meccaniche dovute ai carichi permanenti o di esercizio;
- lo strato di scorrimento, con la funzione di compensare e rendere compatibili gli eventuali scorrimenti differenziali tra strati contigui;
- lo strato ripartitore, con funzione di trasmettere allo strato portante le sollecitazioni meccaniche impresse dai carichi esterni qualora gli strati costituenti la pavimentazione abbiano comportamenti meccanici sensibilmente differenziati;
- lo strato di collegamento, con funzione di ancorare il rivestimento allo strato ripartitore (o portante);
- lo strato di rivestimento con compiti estetici e di resistenza alle sollecitazioni meccaniche, chimiche, ecc.).
A seconda delle condizioni di utilizzo e delle sollecitazioni previste i seguenti strati possono diventare fondamentali:
- strato di impermeabilizzante con funzione di dare alla pavimentazione una prefissata impermeabilità ai liquidi ed ai vapori;
- strato di isolamento termico con funzione di portare la pavimentazione ad un prefissato isolamento termico;
- strato di isolamento acustico con la funzione di portare la pavimentazione ad un prefissato isolamento acustico;
- strato di compensazione con funzione di compensare quote, pendenze, errori di planarità ed eventualmente di incorporare impianti (questo strato frequentemente ha anche funzione di strato di collegamento).
b) Pavimentazione su terreno:
- il terreno (suolo) con funzione di resistere alle sollecitazioni meccaniche trasmesse dalla pavimentazione;
- strato impermeabilizzante (o drenante); Costruttivamente uno strato può assolvere una o più funzioni.
- lo strato ripartitore;
- strati di compensazione e/o pendenza;
- il rivestimento.
A seconda delle condizioni di utilizzo e delle sollecitazioni previste possono essere previsti altri strati complementari.
Per la pavimentazione su strato portante sarà effettuata la realizzazione degli strati utilizzando i materiali indicati nel progetto, ove non sia specificato in dettaglio nel progetto od a suo complemento si rispetteranno le prescrizioni seguenti:
a) Per lo strato portante, a seconda della soluzione costruttiva adottata, si farà riferimento alle prescrizioni già date nel presente disciplinare su strutture di calcestruzzo, strutture metalliche, strutture miste acciaio e calcestruzzo, strutture di legno, etc…
b) Per lo strato di scorrimento a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento alle prescrizioni già date per i prodotti quali la sabbia, membrane a base sintetica o bituminosa, fogli di carta o cartone, geotessili o pannelli di fibre, di vetro o roccia. Durante la realizzazione si curerà la continuità dello strato, la corretta sovrapposizione, o realizzazione dei giunti e l'esecuzione dei bordi, risvolti, ecc.
c) Per lo strato ripartitore a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento alle prescrizioni già date per i prodotti quali calcestruzzi armati o non, malte cementizie, lastre prefabbricate di calcestruzzo armato o non, lastre o pannelli a base di legno. Durante la realizzazione si curerà oltre alla corretta esecuzione dello strato in quanto a continuità e spessore, la realizzazione di giunti e bordi e dei punti di interferenza con elementi verticali o con passaggi di elementi impiantistici in modo da evitare azioni meccaniche localizzate od
incompatibilità chimico fisiche. Sarà infine curato che la superficie finale abbia caratteristiche di planarità, rugosità, ecc. adeguate per lo strato successivo.
d) Per lo strato di collegamento a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento alle prescrizioni già date per i prodotti quali malte, adesivi organici e/o con base cementizia e nei casi particolari alle prescrizioni del produttore per elementi di fissaggio, meccanici od altro tipo. Durante la realizzazione si curerà la uniforme e corretta distribuzione del prodotto con riferimento agli spessori e/o quantità consigliate dal produttore in modo da evitare eccesso da rifiuto od insufficienza che può provocare scarsa resistenza od adesione.
e) Si verificherà inoltre che la posa avvenga con gli strumenti e nelle condizioni ambientali (temperatura, umidità) e preparazione dei supporti suggeriti dal produttore.
f) Per lo strato di rivestimento a seconda della soluzione costruttiva adottata si farà riferimento alle prescrizioni già date nello specifico articolo del presente disciplinare sui prodotti per pavimentazioni. Durante la fase di posa si curerà la corretta esecuzione degli eventuali motivi ornamentali, la posa degli elementi di completamento e/o accessori, la corretta esecuzione dei giunti, delle zone di interferenza (bordi, elementi verticali, ecc.) nonché le caratteristiche di planarità o comunque delle conformazioni superficiali rispetto alle prescrizioni di progetto, nonché le condizioni ambientali di posa ed i tempi di maturazione.
g) Per lo strato di impermeabilizzazione a seconda che abbia funzione di tenuta all'acqua,
h) barriera o schermo al vapore valgono le indicazioni di cui alle specifiche norme UNI.
i) Per lo strato di isolamento termico valgono le indicazioni fornite per questo strato valgono le indicazioni di cui alle specifiche norme UNI.
j) Per lo strato di isolamento acustico a seconda della soluzione costruttiva adottatasi farà riferimento alle indicazioni di cui alle specifiche norme UNI.
k) Durante la fase di posa in opera si curerà il rispetto delle indicazioni progettuali e comunque la continuità dello strato con la corretta realizzazione dei giunti/sovrapposizioni, la realizzazione accurata dei risvolti ai bordi e nei punti di interferenza con elementi verticali (nel caso di pavimento cosiddetto galleggiante i risvolti dovranno contenere tutti gli strati sovrastanti). Sarà verificato nei casi dell'utilizzo di supporti di gomma, sughero, ecc. il corretto posizionamento di questi elementi ed i problemi di compatibilità meccanica, chimica,
l) ecc., con lo strato sottostante e sovrastante.
m) Per lo strato di compensazione delle quote valgono le prescrizioni date per lo strato di collegamento (per gli strati sottili) e/o per lo strato ripartitore (per gli spessori maggiori a 20 mm).
Generalità rivestimenti
Si definiscono prodotti per rivestimenti quelli utilizzati per realizzare i sistemi di rivestimento verticali (pareti - facciate) ed orizzontali (controsoffitti) dell'edificio. I prodotti si distinguono:
a) a seconda della loro collocazione:
- per esterno;
- per interno.
b) a seconda della loro collocazione nel sistema di rivestimento:
- di fondo;
- intermedi;
- di finitura.
c) a seconda del loro stato fisico in:
- rigidi (rivestimenti in pietra - ceramica - vetro - alluminio - gesso - ecc.);
- flessibili (carte da parati - tessuti da parati - ecc.);
- fluidi o pastosi (intonaci - vernicianti - rivestimenti plastici - ecc.).
Prodotti rigidi
Per gli elementi verniciati, smaltati, ecc. le caratteristiche di resistenza all'usura, ai viraggi di colore, ecc. saranno riferite ai materiali di rivestimento.
La forma e costituzione dell'elemento saranno tali da ridurre al minimo fenomeni di vibrazione, produzione di rumore tenuto anche conto dei criteri di fissaggio.
Per le lastre di cartongesso si rimanda allo specifico capitolo del presente disciplinare. Valgono le prescrizioni della norma UNI 8981, varie parti.
Prodotti fluidi od in pasta
Tra questi gli intonaci sono rivestimenti realizzati con apposita malta costituita da un legante (calce – cemento - gesso) da un inerte (sabbia, polvere o granuli di marmo, ecc.) ed eventualmente da pigmenti o terre coloranti, additivi e rinforzanti. Gli intonaci devono possedere le caratteristiche indicate nel progetto e le caratteristiche seguenti:
- capacità di riempimento delle cavità ed eguagliamento delle superfici;
- reazione al fuoco e/o resistenza all'antincendio adeguata;
- impermeabilità all'acqua e/o funzione di barriera all'acqua;
- effetto estetico superficiale in relazione ai mezzi di posa usati;
- adesione al supporto e caratteristiche meccaniche.
Per i prodotti forniti premiscelati la rispondenza a norme UNI è sinonimo di conformità alle prescrizioni predette; per gli altri prodotti valgono i valori dichiarati dal fornitore ed accettati dalla direzione dei lavori. I prodotti vernicianti sono invece prodotti applicati allo stato fluido, costituiti da un legante (naturale o sintetico), da una carica e da un pigmento o terra colorante che, passando allo stato solido, formano una pellicola o uno strato non pellicolare sulla superficie.
Si distinguono in:
- tinte, se non formano pellicola e si depositano sulla superficie;
- impregnanti, se non formano pellicola e penetrano nelle porosità del supporto;
- pitture, se formano pellicola ed hanno un colore proprio;
- vernici, se formano pellicola e non hanno un marcato colore proprio;
- rivestimenti plastici, se formano pellicola di spessore elevato o molto elevato (da 1 a 5 mm circa), hanno colore proprio e disegno superficiale più o meno accentuato.
I prodotti vernicianti devono possedere valori adeguati delle seguenti caratteristiche in funzione delle prestazioni loro richieste:
- dare colore in maniera stabile alla superficie trattata;
- avere funzione impermeabilizzante;
- essere traspiranti al vapore d'acqua;
- impedire il passaggio dei raggi UV;
- ridurre il passaggio della CO2;
- avere adeguata reazione e/o resistenza al fuoco (quando richiesto);
- avere funzione passivante del ferro (quando richiesto);
- resistenza alle azioni chimiche degli agenti aggressivi (climatici, inquinanti);
- resistere (quando richiesto) all'usura.
- I limiti di accettazione saranno quelli prescritti nel progetto od in mancanza quelli dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla direzione dei lavori.
I dati si intendono presentati secondo le norme UNI 8757 e UNI 8759 ed i metodi di prova sono quelli definiti nelle norme UNI.
Pavimenti sopraelevati
Pavimento sopraelevato costituito da pannelli modulari 600 x 600 mm fornitura plotte, con mantenimento della struttura, in conglomerato di legno ignifugato, spessore 30 mm, massimo assorbimento di acqua pari al 35%, densità pari a 720 kg/mc, reazione al fuoco classe 1, con finitura superiore in gomma.
Pannello
È costituito da un’anima in conglomerato minerale inerte a base di solfato di calcio ottenuto mediante un processo produttivo di pressione a monostrato realizzato con inerti a base di anidrite con densità di 1700 Kg/mc. Materiale incombustibile secondo le norme UNI ISO 1182 (dicembre 1995). D.M. 26/06/1984 modificato con D.M. 03/09/2001 (CLASSE 1).
Pannelli bordati perimetralmente con materiale plastico e caratteristiche:
- dimensione: mm. 600x600 (secondo norme UNI EN 12825);
- spessore: mm. 34 al netto del rivestimento
- rivestimento superiore: Lionleum/pvc sp. 2mm
- rivestimento inferiore: primer
Dati tecnici
- campo di regolazione: +/- mm.20
- resistenza al carico concentrato al centro del pannello con freccia mm. 2,5: Kg 430
- resistenza al carico uniformemente distribuito con freccia mm. 2,5: Kg/mq. 2.000
- reazione al fuoco: CLASSE 1 (classe 0 del pannello in silicato)
- resistenza elettrica tra rivestimento superiore e colonne verticali: OHM < 1010
- emissione formaldeide: nulla
Descrizione del sistema dei pavimenti sopraelevati
Nelle aree devono essere previsti pavimenti sopraelevati in pannelli di solfato di calcio (anidride); la pavimentazione sopraelevata sarà composta da:
- Struttura - revisione della struttura esistente verificando lo stato di guarnizioni di tenuta antistatica.
- Pannelli modulari da 600x600mm con anima strutturale, in conglomerato omogeneo di solfato di calcio anidro (anidrite) rinforzato con fibre naturali e vegetali con densità 1.700 kg/mc dello spessore di 30/34mm.
Prestazioni:
- Resistenza ai carichi concentrati con freccia di 2,5mm 500 Kg
- Resistenza ai carichi concentrati sul lato 300 Kg
- Resistenza ai carichi distribuiti 2.000 Kg/m²
- Reazione al fuoco classe 1
- Atossicità totale
- Antistaticità e resistenza elettrica verso terra Antistatico 109
- Isolamento acustico 44 dB
- Comportamento acustico:
- in ambiente 53 dB
- in ambiente sottostante 45 dB
- in ambiente attiguo 52 dB
Sono previsti fori per passaggio cavi e inserimento di torrette a pavimento ed eventuali griglie di transito aria.
Requisiti essenziali
I requisiti essenziali sono riferiti al sistema pavimento sopraelevato, senza finiture. II rivestimento superiore dei pannelli non sarà considerato nella valutazione dei requisiti essenziali, a meno che questo contribuisca alla consistenza strutturale del sistema.
Il pavimento sopraelevato sarà fornito ed installato in modo da permetterne l'utilizzo previsto senza collassare o senza avere deformazioni maggiori di quelle ammesse e garantire la stabilità dell'intero sistema.
Il pavimento sopraelevato è classificato in Classe 2, per quanto concerne la portata, secondo i carichi di esercizio previsti dalla seguente TABELLA 1, definita dalla normativa UNI 10465, UNI 10466 e UNI 10467. La portata sarà provata su un modulo di pavimento sopraelevato di altezza 200 mm.
Classi | Carico Concentrato |
CLASSE 1 utilizzo con carichi leggeri | 2Kn |
CLASSE 2 utilizzo con carichi medi | 3kN |
CLASSE 3 utilizzo con carichi pesanti | 4,5kN |
La freccia di flessione, dopo l’applicazione dei carichi riportati nella TABELLA 1, misurata secondo quanto previsto al punto 3,4 della norma UNI 10467-3, non dovrà essere maggiore di 2,5 mm.
La freccia di flessione residua, misurata secondo quanto previsto al punto 3,4 della norma UNI 10467- 3 dopo la rimozione del carico non dovrà essere maggiore di 0,5 mm.
II pavimento sopraelevato modulare, provato secondo quanto previsto al punto 3,5 della norma UNI 10467-3, dovrà sostenere per 5 minuti, senza collassare, il carico previsto dalla TABELLA 1 moltiplicato per il fattore di sicurezza uguale a 2.
Ai fini della sicurezza in caso di incendio, conformemente alla direttiva 89/1067CEE, il pavimento soprelevato è costituito da materiali aventi classe di reazione al fuoco e di potere calorifico globale in conformità a quanto previsto dalla legislazione vigente per le varie destinazioni d’uso degli ambienti nei quali sono collocati.
II pavimento sopraelevato è fornito ed installato in modo tale che in caso di incendio la portata del pavimento sia garantita per un tempo tale da consentire agli occupanti di abbandonare i locali in sicurezza; lo sprigionamento e la propagazione del fuoco e del fumo (norma UNI 10466 4.2.1) siano limitati in quanto previsto dalla legislazione vigente.
Per quanto riguarda la reazione al fuoco si fa riferimento alle disposizioni di legge vigenti.
II pavimento sopraelevato ed i suoi componenti dovranno essere forniti ed installati in modo da non essere pericolosi per l'igiene o la salute degli occupanti e per l'ambiente; non dovranno contenere ed emettere sostanze od odori dannosi o spiacevoli per gli occupanti dell'edificio, e comunque entro i livelli stabiliti dalle norme vigenti in materia.
II rivestimento di copertura e gli altri componenti del pavimento sopraelevato dovranno evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche dannose per gli occupanti.
Il pavimento sopraelevato è fornito ed installato in modo da non presentare rischi e pericolosità nell'uso; la necessità di messa a terra del pavimento sopraelevato è valutata e richiesta in sede di progetto, l'esecuzione della messa a terra sarà di competenza specifica degli impiantisti elettrici.
Requisiti specifici
I requisiti specifici sono riferiti ai singoli componenti del sistema pavimento sopraelevato.
II rivestimento superiore dei pannelli non dovrà essere considerato nella valutazione dei requisiti specifici, a meno che questo contribuisca alla consistenza strutturale dei pannelli.
Le dimensioni degli elementi costituenti il pavimento sopraelevato dovranno essere di 600x600mm; 600x600mm per la maglia della struttura di sopraelevazione.
I pannelli del pavimento sopraelevato dovranno essere conformi alle tolleranze riportate nella tabella riportata in seguito.
Tolleranze | Normativa | |
Lunghezza e larghezza dei lati | ± 0,1% | EN 98 |
Ortogonalità del pannello | ± 0,2% | EN 98 |
Rettilineità degli spigoli | ± 0,1% | EN 98 |
Spessore del pannello | ± 1,0% | EN 98 |
Planarità del pannello | ± 0,1% | EN 98 |
Resistenza alla flessibilità | 46-65 N/mm | EN 100 |
Resistenza all’abrasione profonda | <147 mm3 | EN 106 |
Resistenza agli attacchi chimici | Conforme | EN 106 |
Coefficiente di dilatazione termica lineare | 6,4 x 10-6° C-1 | EN 103 |
Grado di assorbimento(resistenza al gelo) | 0,02% | EN 202 |
I bordi perimetrali, rispetto alla superficie inferiore del pannello, dovranno rispondere pienamente alla loro funzione per l’impossibilità di specificare una deviazione del bordo rispetto alla superficie inferiore del pannello.
Reazione al fuoco: Classe 1 secondo il D.M. 26/06/1984. Resistenza al fuoco: REI 90 secondo circolare 91.
L’intero sistema di pavimentazione dovrà garantire una antistaticità con valore di dispersione di 10 (antistatico naturale), secondo norma UNI 10467/5.
L’intero sistema di pavimentazione dovrà garantire un potere fonoisolante al rumore aereo a 500 Hz variabile tra 38 e 45 dB, valutato secondo le metodologie di prova conformi alle norme UNI 8270/1-9 e ISO 14011-9
Gli elementi modulari del pavimento sopraelevato dovranno essere intercambiabili fra loro ad eccezione degli elementi perimetrali, particolari o accessoriati.
Operazioni di installazione per i pavimenti sopraelevati
Prima della posa sarà verificata la presenza nel cantiere di servizi idonei a ricevere i componenti del pavimento tecnico sopraelevato e alla sua installazione, quali: vie di accesso agevoli per gli automezzi (autocarro, autocarro con rimorchio, bilico)
- siti protetti per lo stoccaggio dei materiali e delle attrezzature
- adeguato servizio di vigilanza
- sistemi di sollevamento del materiale ai piani
- sistemi di accesso del materiale ai locali
- fonte di energia elettrica e illuminazione adeguate
In particolare, per quanto riguarda gli accessi e gli spostamenti al/nel piano:
- l'accesso orizzontale al cantiere e all'edificio rimarrà libero da ostacoli per consentire uno scarico agevole dei materiali in prossimità della zona di lavori e dei mezzi di sollevamento.
- l'accesso orizzontale agli ambienti e ai mezzi di sollevamento sarà mantenuto libero da ostacoli per consentire un'agevole movimentazione attraverso transpallet, per i quali si saranno predisposti percorsi transitabili.
- le caratteristiche e i programmi di utilizzo dei mezzi di sollevamento per la movimentazione verticale dovranno essere definiti contrattualmente.
Per quanto riguarda il locale in cui deve essere effettuata l'installazione, saranno da verificare:
- la pulizia e l'assenza di sfridi di precedenti interventi all'interno del locale stesso
- l'avvenuta sigillazione di cavedi e di eventuali giunti di dilatazione strutturali
- La soletta dovrà risultare, pulita, spolverata e aspirata.
La distribuzione dell'impiantistica elettrica e idraulica al di sotto del pavimento terrà conto (ove possibile) della modularità del pavimento stesso, stabilita nel tracciamento.
Il montaggio del pavimento, sarà effettuato solo dopo il completamento delle murature, delle tramezze, di tutti gli impianti e le finiture interne, con l'esclusione delle pareti mobili, che saranno collocate sopra il pavimento stesso.
Da osservare le seguenti norme:
- l'installazione dei prodotti dovrà avvenire in locali con temperatura compresa tra i +5° e i +35 ° centigradi e con umidità relativa compresa tra il 40% e il 75 %.
- nei casi in cui al di sotto del pavimento tecnico siano presenti tubazioni nelle quali si verifichi il transito di fluidi a temperature tali da alterare le condizioni termoigronometriche, sia locali che generalizzate, le sorgenti di calore dovranno essere isolate in modo adeguato, e dovrà essere predisposta un'opportuna ventilazione per consentire la normalità delle condizioni di funzionamento degli impianti impiegati.
- nei locali in cui deve essere eseguita l'installazione l'accesso dovrà essere consentito esclusivamente agli installatori, fino alla completa ultimazione della posa in opera; nel caso che le colonnine siano incollate alla soletta l'accesso ai locali sarà interdetto anche nelle successive 24 ore dopo l'ultimazione dei lavori.
- non appena sia stata ultimata l'installazione, si proceda con il collaudo e la consegna del lavoro.
Tolleranze da costruzione per Pavimenti e Rivestimenti
- Il piano del pavimento ultimato sarà risultare e perfettamente orizzontale, con una tolleranza massima tra le quote di ciascun locale di +/- 3 mm.
Finitura in rivestimento da campionare a scelta dell’Amministrazione in fase di esecuzione.
Pannelli isolanti
È previsto il riempimento delle nuove pareti REI 120 in cartongesso di divisione con pannelli isolanti semirigidi di lana di roccia naturale legata con resine termoindurenti dello spessore di 10 cm, secondo norma UNI EN 13162 con seguenti caratteristiche:
- Conduttività termica 0,036 W/mK secondo UNI EN 12667
- Classe di reazione Euroclasse A1 secondo UNI EN 13501-1;
- Resistenza a compressione 23 kPa secondo UNI EN 826;
- Resistenza alla diffusione del vapore ( μ ) 2;
- Densità 60 kg/mc;
9.7 STRUTTURE ED OPERE IN ACCIAIO ED ALTRI METALLI
Norme generali per le opere metalliche
Tutte le opere da fabbro posizionate all’esterno del fabbricato o comunque in spazi aperti avranno come minimo un trattamento protettivo di zincatura a caldo conforme alla Norma UNI-E-14.07.000.0 e, se in vista, verniciatura come indicato nelle tavole di progetto; le opere posizionate all’interno dell’edificio, se non in vista, avranno come minimo un trattamento protettivo di due mani di vernice zincante protettiva. Le strutture di acciaio saranno realizzate tenendo conto di quanto disposto dalla legge n. 1086/71, dal
D. Min. Infrastrutture 14 Gennaio 2008, relativa circolare esplicativa, nonché dalle seguenti norme: UNI EN 1992-1-1, 1992-1-3, 1992-1-4, 1992-1-5 e 1992-1-6 (Eurocodice 2); UNI EN 1993-1-1 (Eurocodice 3); UNI EN 1994-1-1.
Prove e certificati di collaudo degli acciai
Ogni fornitura sarà accompagnata da:
- copia dei certificati di collaudo degli acciai secondo EN 10204;
- dichiarazione che il prodotto è qualificato ai sensi frllr NTC 2008, e di aver soddisfatto tutte le relative prescrizioni, riportando gli estremi del marchio e indicando gli estremi dell’ultimo certificato del Laboratorio Ufficiale.
Per l’accertamento delle caratteristiche meccaniche si rimanda alle prescrizioni di legge sia per quanto riguarda il numero dei saggi da prelevare che per le modalità di prelievo e di prova.
Le analisi chimiche devono essere riferite al prodotto finito.
In mancanza di una esplicita dichiarazione del produttore, verifica che l’acciaio non sia effervescente.
Tolleranze di costruzione
In generale le tolleranze di costruzione devono essere compatibili con quelle relative all’opera finita, tenuto delle modalità di montaggio e delle tolleranze riconosciute come accettabili da normative nazionali e/o europee in atto o in emissione alla data di realizzazione dell’opera.
Controllo della Direzione Lavori
Tutti i materiali e le lavorazioni che formano oggetto del contratto di appalto saranno ispezionati e sottoposti a verifica da parte della DL presso l’Officina costruttrice.
Grigliati di compartimentazione
È previsto l’utilizzo di grigliati tipo xxxxxx per la compartimentazione di alcune aree esterne. La realizzazione prevede l’utilizzo di pannelli elettroforgiati in acciaio S235JR secondo normativa vigente con collegamenti in tondo liscio diametro 5 mm bordi orizzontali elettroforgiati in ferro bugnato 25 x 4 mm e piantane in profilato piatto 60 x 8 mm (UNI 5681) e profilato IPE 100 o scatolare 50 x 50 mm, zincato a caldo secondo norma UNI – E 10.07.000.0 posta ad interrasse di due metri con collegamenti effettuati tramite bulloni in acciaio inox zincati a caldo del tipo antisvitamento, con fissaggi a parete, soffitto, pavimento realizzate con tasselli metallici. Le pareti sono dotate di porte a una e due ante dotate di cerniere, maniglione antipanico (ove previsto da progetto) e maniglie di tipo commerciale.
Profilati in ferro
Recinzione area apparati esterna 30ml di sviluppo lineare, 2m di altezza. Profilati in ferro tondo, piatto quadro do angolare con eventuale impiego di lamiera per ringhiere inferriate cancellate griglie ecc. con eventuali intelaiature fisse o mobili con spartiti geometrici semplici, cardini, paletti, serrature, compassi, guide ed ogni altra ferramenta di fissaggio, apertura e chiusura, con fori, piastre, bulloni, elettrici, ecc. dati in opera bullonati o saldati compresa una mano di vernice e opere murarie per cancellate apribili templi, compreso l’eventuale recupero di materiali esistenti. Secondo normativa vigente in riferimento alle norme generali di applicazione.
Parapetti
Sulla copertura piana dell’edificio oggetto d’intervento, saranno forniti e posati in opera nuovi parapetti metallici autoportanti per consentire l’accesso alle unità condensanti esistenti in totale sicurezza.
Si utilizzerà un parapetto autoportante realizzato in profili di alluminio 6106T5, certificato secondo la norma ISO-EN-14122-3 da posizionare come da elaborato tecnico allegato.
Parapetto in alluminio autoportante con contrappeso in cemento rivestito di PVC:
- montante con sezione ovale 70x30x2 con giunto a terra in PVC e suoletta di gomma.
- corrimano realizzato in profilato di alluminio diametro 40 mm.
- corrente inferiore realizzato in profilato di alluminio diametro 30 mm.
- elementi d’angolo sagomati in pressopiega o con giunti regolabili.
- assemblaggio senza raccordi e viteria, solo innesti telescopici rivettati.
- terminali dei montanti e dei corrimani chiusi con rifiniture in PVC.
- contrappesi in cls rivestiti interamente di PVC con innesto senza fissaggi al braccio del montante.
- altezza minima del parapetto pari a 1100 mm in rapporto alla superficie calpestabile.
- interasse tra i correnti non superiore a 500 mm.
- fascia fermapiede obbligatoria in assenza di cordolo perimetrale di altezza inferiore a 150 mm.
- peso massimo al metro lineare: 25,5 kg.
- ingombro in pianta del montante: 1411 mm x 596 mm.
- cancelletto di sicurezza anticaduta a doppia anta.
- garanzia di 10 anni sul materiale.
Scala di risalita tipo “Soll”
La scala di risalita tipo “Soll” a pioli , conforme alla norma UNI EN 353-1, dotata di corsia centrale in grado di permettere la salita dell’operatore in una copertura.
Struttura in acciaio zincato a caldo, il corpo centrale della scala (binario anticaduta), di dimensioni 31x31mm a sezione personalizzata per lo scorrimento di un carrello autobloccante, costruito in acciaio inox AISI 316 certificato per un operatore e marcato CE, che in caso di caduta o svenimento dell’operatore riesca ad arrestarsi in pochi centimetri trattenendolo.
Il sistema è previsto con fissaggio mediante staffe idoneamente progettate per la tipologia di struttura portante con interasse massimo di 1,5mt.
CARATTERISTICHE GENERALI:
- scala con guida in acciaio zincato;
- twister verticale/orizzontale
- supporto per twister
- staffa regolabile l=225-300
- end stop – arresto apribile inferior/superiore in acciaio da 12KN
- targhetta scala soll (italiano) + manuale
- copertura antintrusione
Cancello in grigliato
I cancelli ad anta singola e doppia realizzati in grigliati tipo xxxxxx per partizioni interne e recinzione perimetrale di sicurezza. La realizzazione prevede l’utilizzo di pannelli elettroforgiati in acciaio S235JR secondo normativa vigente (UNI EN 10025-1) con collegamenti in tondo liscio diametro 5 mm bordi orizzontali elettroforgiati in ferro bugnato 25 x 4 mm e piantane in profilato piatto 60 x 8 mm (UNI 5681) e profilato IPE 100, zincato a caldo secondo norma UNI – E 10.07.000.0 posta ad interrasse di due metri con collegamenti effettuati tramite bulloni in acciaio inox zincati a caldo del tipo antisvitamento, compreso ogni onere e ogni onere a magistero per d’are l’opera realizzata a regola d’arte. Maglia 132 x 62 mm da realizzarsi in opera secondo le dimensioni definite dagli elaborati grafici di dettaglio.
La struttura portante di ancoraggio sarà realizzata in scatolari di acciaio 100 x 100 x 3 mm (spessore) x 2300 mm altezza definita dagli elaborati grafici. Realizzati con cerniere di chiusura, bulloneria, pompa di chiusura automatica a cancello aperto, elettroserratura relativa al controllo accessi attivata da lettore badge/biometrico ed equipaggiamento con doppia serratura meccanica con cilindro europeo.
Fissaggi di elementi in acciaio su struttura in c.a.
Il fissaggio di elementi in acciaio (piastre, profilati, etc.) su elementi strutturali in calcestruzzo è realizzato mediante utilizzo di tasselli chimici tipo HILTI HAS M16-M20 e fiala chimica tipo HILTI HVU.
9.8 OPERE IN ACCIAIO E VETRO – PORTE REI AD UNA E DUE ANTE
Fornitura e posa in opera di porte tagliafuoco isolante a uno e due battenti in possesso di omologazione integrale REI 120 secondo norma UNI 9723, debitamente certificata dall'Appaltatore ed accettata dalla
D.L. realizzata in acciaio e costituita dai seguenti elementi principali:
Le porte a due battenti dovranno essere costituiti da:
- telaio fisso realizzato in acciaio laminato alto resistenziale ad elevato limite di snervamento, sagomato e zincato a caldo, con giunzioni angolari realizzate mediante saldatura, opportunamente ancorato alla struttura muraria in modo da garantire stabilità e tenuta all'intero serramento, con sedi per guarnizioni di tenuta fumi caldi e freddi completo di guarnizioni perimetrali termoespandenti trattato superficialmente con polveri epossidiche goffrate polimerizzate a forno nei colori RAL;
- battenti piani dello spessore totale di 60 mm, costituito dall'unione di due paramenti in lamiera di acciaio zincato di spessore non inferiore a 10/10 di mm opportunamente sagomata sui bordi, rinforzato internamente da un telaio in ferro piatto elettrosaldato e riempito con isolante minerale ad alta densità costituito da materassino rigido in fibre minerali secondo certificazione, solidale alle lamiere a formare un pannello monolitico di elevata compattezza e consistenza, completi di guarnizione inferiore e nella battuta dell'anta secondaria termoespandenti, rostro di tenuta nella battute sul lato cerniere e targhetta con dati; trattate superficialmente con polveri epossidiche goffrate polimerizzate a forno nei colori RAL;
- ferramenta di manovra e bloccaggio con caratteristiche e qualità idonee all'uso cui è destinata, composta da n°4 cerniere in acciaio di grandi dimensioni di cui una per anta a molla per l'autochiusura, regolatore di movimentazione per garantire la giusta sequenza di chiusura, serratura di tipo antincendio adatta alle alte temperature e relative chiavi, sistema di chiusura dell'anta secondaria con autobloccaggio e leva per apertura, gruppo maniglie del tipo antincendio ed antinfortunistico complete di placche nel tipo e colore a scelta della D.L..
- cerniere speciali a norme DIN con boccole antiusura e con molla interna tarabile per la chiusura automatica;
- serratura antincendio a norme DIN, con cilindro, montata su scatola di rinforzo e
- protetta con lastre di irrigidimento. Se richiesto la serratura dovrà essere idonea alla realizzazione di un piano chiavi con la semplice sostituzione del cilindro;
- maniglia di sicurezza contro agganci accidentali, atermica in materiale plastico con anima in acciaio, completa di placche ed elementi di fissaggio;
- se richiesto le porte a due battenti saranno dotate di regolatore di sequenza di chiusura delle ante per la corretta chiusura automatica dell’anta secondaria prima di quella principale per
evitare l’accavallamento e di sistema autobloccante di chiusura in alto ed in basso montato sull’anta secondaria per il bloccaggio della stessa;
- maniglione antipanico, ove richiesto, come indicato nei disegni esecutivi, tipo standard o pushbar; il maniglione sarà completo di ogni accessorio necessario per il suo perfetto funzionamento ed avrà un sistema di sbloccaggio automatico della serratura in caso di azionamento;
- (per le porte vetrate) vetro tagliafuoco stratificato trasparente senza armatura metallica, composto di vetri float ed intercalari intumescenti; listelli fermavetro in alluminio, sigillatura finale del vetro con mastice intumescente su ambo i lati;
- preparazione del fondo di finitura realizzato mediante accurato sgrassaggio ed una o più mani di primer in modo da ottenere un supporto idoneo ad un successivo trattamento;
- finitura superficiale (quando richiesta) mediante verniciatura realizzata con polveri epossidiche di alta qualità con finitura sia lucida che opaca, nel colore (tinte RAL) e nell'aspetto a scelta della D.L., compreso maggior onere per verniciatura di telaio ed anta in colori diversi;
- targa di identificazione.
Il sistema di ritenuta meccanica sarà tarato e calibrato in modo da consentire una chiusura dolce, senza urti.
Tutte le porte dovranno essere installate seguendo le procedure indicate dalla Ditta Costruttrice, affinché si realizzi la perfetta coincidenza tra l’opera realizzata ed il campione certificato ed omologato.
Nel prezzo si intende compreso e compensato l'onere per idonea campionatura completa di accessori che l'Appaltatore dovrà presentare prima dell'inizio lavori e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte.
Tali prestazioni dovranno essere garantite, certificate e omologate.
Dovranno inoltre resistere alle sollecitazioni meccaniche quali urti, vibrazioni, usura meccanica, trazione, compressione, ecc. ed essere in grado di assorbire variazioni dimensionali proprie e dei componenti adiacenti.
Se richiesto tutte le porte avranno un riscontro a pavimento per la limitazione di apertura dell’anta che impedisca all’anta e/o alla maniglia di urtare le pareti adiacenti.
Le porte tagliafuoco e tutti gli elementi che le compongono dovranno essere coperti dalle certificazioni dei competenti Laboratori Ufficiali autorizzati dal Ministero dell'Interno ai sensi della Circolare n. 91 -
14.9.61 e successive Circolari integrative del 19.4.88, 2.4.91, 5.10.92 e normativa UNI 9723, e comunque tutte le certificazioni previste dalle leggi vigenti.
I requisiti atti a garantire le classi di prestazione richieste e di cui alle Norme - UNI 9723 - "Resistenza al fuoco di porte ed altri elementi di chiusura - Prove e criteri di classificazione"
Porte REI 60
(Rif Data Center Secondario – Padova EST) (Rif Data Center Primario - Marghera)
Porte tagliafuoco REI 60 ad anta singola o doppia di dimensioni 60 – 70 – 80 – 90 – 120 - 200 x 210 -
250 cm certificata secondo normativa italiana UNI 9723. Le porte di accesso alla sala server di dimensioni 120 x 210 cm a doppia anta saranno cieche. Telaio in profilo d'acciaio zincato sp. mm. 15/10 profilato a "Z", conformato in modo da consentire la complanarità anta – anta telaio, con vano per l'inserimento della guarnizione termoespandente per fumi caldi posta sui tre lati, munito di fori per il fissaggio su precassa o di zanche per la muratura. Battente complanare al telaio realizzato in doppia lamiera d'acciaio zincata sp. mm. 9/10 pressopiegata, inscatolata, elettrosaldata, con pacco interno coibente ad alta densità e protetto nella zona della serratura con due strati di materiale a base di calcio solfato. N° 2 cerniere per anta realizzate in acciaio stampato con scorrimento su doppio cuscinetto a sfere, dimensionate per traffico intensivo e in condizione di carichi elevati in grado di registrare la posizione dell'anta in ogni momento mediante apposite viti, coperte alla vista da speciali inserti a scatto. Meccanismo di richiusura mediante apposita molla inserita nelle cerniere, tarabile ed invisibile all'esterno. Rostro di tenuta posto fra le due cerniere Serratura tipo "Patent" antincendio completa di cilindro con tre chiavi. Maniglia in PVC nero con anima in acciaio, sagomata ad "U" contro appigli accidentali e guarnizione termoespandente posta sul telaio perimetralmente Finitura superficiale con polvere epossipoliestere goffrata RAL 9010 da concordare secondo le indicazioni dell’Amministrazione. Comprese assistenze murarie i controtelai maniglioni antipanico, pompe aeree di chiusura automatica e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte. Compresa predisposizione per installazione microswitch e contatti magnetici, l’ingresso dei cavi segnali avverrà superiormente alla porta ed elettroserratura per contatto magnetico di apertura automatica con controllo badge.
Porte REI 120
Porte tagliafuoco REI 120 ad anta singola o doppia di dimensioni 60 – 70 – 80 – 90 – 120 - 200 x 210 - 250 cm certificata secondo normativa italiana UNI 9723. Le porte di accesso al locale TLC di dimensioni 90 x 210 cm ad anta singola saranno dotate di Visiva 40 x 40 cm in vetro con caratteristiche REI 120, mentre le porte di accesso di dimensioni 120 x 210 cm saranno cieche. Telaio in profilo d'acciaio zincato sp. mm. 15/10 profilato a "Z", conformato in modo da consentire la complanarità anta – anta telaio, con vano per l'inserimento della guarnizione termoespandente per fumi caldi posta sui tre lati, munito di fori per il fissaggio su precassa o di zanche per la muratura. Battente complanare al telaio realizzato in doppia lamiera d'acciaio zincata sp. mm. 9/10 pressopiegata, inscatolata, elettrosaldata, con pacco
interno coibente ad alta densità e protetto nella zona della serratura con due strati di materiale a base di calcio solfato. N° 2 cerniere per anta realizzate in acciaio stampato con scorrimento su doppio cuscinetto a sfere, dimensionate per traffico intensivo e in condizione di carichi elevati in grado di registrare la posizione dell'anta in ogni momento mediante apposite viti, coperte alla vista da speciali inserti a scatto.
Meccanismo di richiusura mediante apposita molla inserita nelle cerniere, tarabile ed invisibile all'esterno. Rostro di tenuta posto fra le due cerniere Serratura tipo "Patent" antincendio completa di cilindro con tre chiavi. Maniglia in PVC nero con anima in acciaio, sagomata ad "U" contro appigli accidentali e guarnizione termoespandente posta sul telaio perimetralmente Finitura superficiale con polvere epossipoliestere goffrata RAL 9010 da concordare secondo le indicazioni dell’Amministrazione. Comprese assistenze murarie i controtelai maniglioni antipanico, pompe aeree di chiusura automatica e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a regola d'arte. Compresa predisposizione per installazione microswitch e contatti magnetici, l’ingresso dei cavi segnali avverrà superiormente alla porta ed elettroserratura per contatto magnetico di apertura automatica con controllo badge.
Maniglione antipanico
Maniglione antipanico a barra orizzontale basculante in acciaio satinato, posto in opera su porte tagliafuoco in acciaio a uno o due battenti maniglione interno e maniglia esterna dotata di serratura secondo la vigente normativa, compreso ogni onere e magistero per dare l’opera finita a perfetta regola d’arte.
9.9 OPERE DA PITTORE
Pitturazioni e verniciature
In generale su tutte le nuove superfici rasate a gesso dei locali dovranno essere applicate tinteggiature con idropittura a base di polimeri acrilici e coloranti in dispersione acquosa previa applicazione di strato isolante inibente a base di resine emulsionate acriliche ed eventuale rimozione parziale e di limitata entità di pitture murali esistenti di qualsiasi tipo mediante accurata raschiatura e spazzolatura delle parti staccabili fino ad ottenere un supporto idoneo al successivo trattamento, compreso la rimozione di chiodi e di materiale vario presente sulle superfici da trattare.
Il colore di riferimento per tutte le aree degli uffici e dei bagni sarà di colore bianco. Difetti non ammessi per le verniciature:
- affioramento di ruggine sulle superfici finite
- velo di annebbiamento
- appiccicosità
- attaccature
- formazione di bollicine temporanee o permanenti
- bordature
- colature
- bucce d’arancio
- chiazzature
- cordonature
- fori
- fragilità della pellicola finale
- imbiancatura dei poli
- ingiallimento
- macchie
- opacizzazione
- screpolature di ogni tipo
- retinamento
- punti grigi
- puntinature
- raggrinzimento;
- rinvenimento del supporto;
- scagliatura;
- sfarinamento;
- smaltamento e setosità;
- sollevamento;
- spellatura;
- spruzzatura secca;
- pennellature.
I suddetti difetti dovranno essere valutati secondo l’interpretazione che, per ciascuno di essi, è riportata nel Manuale UNICHIM 26-III, edizione aggiornata.
Le caratteristiche richieste dei prodotti potranno essere verificate mediante prove di laboratorio da effettuare secondo quanto indicato, caso per caso, dalle seguenti specifiche Norme di Unificazione: UNI Argomento 402 –Pitture, vernici e smalti.
Per eventuali prove su prodotti per i quali non è disponibile una specifica normativa, si farà riferimento alla Norma di Unificazione: UNI 4715 – “Pitture, vernici e smalti –Proprietà e metodi di prova”.
Preparazione sottofondi
Preparazione del fondo delle pareti interne in cartongesso a pennello con applicazione di isolante acrilico all’acqua.
Stuccatura saltuaria e parziale di superfici interne, fino ad un massimo del 20% del totale, compresa scartavetratura delle parti stuccate, da valutare al mq per l’intera superficie.
Rasatura di vecchi intonaci civili, compresa la scartavetratura, per dare le superfici perfettamente pronte alla pitturazione.
Tinteggiatura
Tinteggiatura di pareti e soffitti interni con prodotto acrilico, in ambienti sgomberati di ogni forma di arredo, mediante applicazione con rullo e pennello od a spruzzo di due mani, opportunamente diluite, di pittura a base di polimeri acrilici e pigmenti coloranti in dispersione acquosa nei colori pastello chiari e nell'aspetto a scelta della D.L. Nel prezzo si intendono compresi e compensati esclusivamente gli oneri per la protezione dei pavimenti con teli in nylon, il mascheramento con nastro adesivo in carta di battiscopa in genere, la raccolta differenziata del materiale di risulta, il carico, lo scarico, ed il conferimento con trasporto a qualsiasi distanza stradale del materiale, l'indennità dovuta per lo smaltimento (codici CER 15.01.01, 15.01.02, 15.01.06), il rispetto della marcatura CE per i prodotti da costruzione prevista dalla Direttiva 89/106/CEE recepita dal DPR 21.04.93, n. 246 e quanto altro necessario per dare il lavoro finito secondo le migliori tecniche correnti.
Applicazione a rullo e pennello.
Colore riferimento bianco RAL 9010 e stacco di 5 cm fra pareti e soffitto colore bianco. Compresa la tinteggiatura di decori, velette, bassorilievi, fregi, ecc. su cui prevedere eventuali coloriture differenti.
9.10 OPERE VARIE
Cavedio per risalita cavi in copertura
Sarà realizzato un cavedio della misura di 0,4x0,4m, sulla copertura piana dell’edificio per permettere il passaggio delle nuove tubazioni dell’impianto di condizionamento tra le unità interne e le motocondensanti che verranno installate in copertura.
Pulizie in corso d’opera
Durante lo svolgimento dei lavori dovranno essere attivate, per ogni ciclo di lavorazione eseguito e su ogni richiesta della proprietà, pulizie in corso d’opera consistenti nella rimozione dei materiali prodotti dalle varie lavorazioni e forniture (queste ultime eseguite anche da ditte incaricate dalla proprietà) e l’esecuzione del lavaggio con prodotti specifici per le opere finite. In particolar modo dovranno essere
effettuate pulizie prima della posa elle apparecchiature e dopo la posa degli stessi in modo da garantire la posa a perfetta regola d’arte.
Pulizie finali
Le pulizie finali da eseguirsi prima della consegna dei locali alla proprietà consisteranno nel lavaggio con prodotti specifici per ogni tipo di materiale, di tutti i pavimenti, dei controsoffitti, degli infissi, delle plafoniere, delle bocchette grigliate, apparati dell'impianto di condizionamento ecc., nell’uso dell’aspirapolvere per eliminare depositi o residui della lavorazione precedente ceratura dei pavimenti con prodotto antisdrucciolo. Sono compresi e compensati gli oneri relativi allo smaltimento di prodotti specifici (cartonati ecc.) a norma di legge.
Le pulizie verranno effettuate prima della posa degli apparati con pulizia di fondo per non arrecare danni alle installazioni e dopo la posa come pulizie finali.
10 IMPIANTI MECCANICI
Si precisa che le seguenti specifiche tecniche dovranno essere considerate integrative a quanto riportato nel progetto esecutivo. Qualora si verificassero differenze di carattere tecnico, la Ditta Appaltatrice dovrà considerare le più restrittive e a favore della sicurezza di persone e cose.
10.1 CONDIZIONATORI DI PRECISIONE E CONDENSATORI REMOTI (DATA CENTER SECONDARIO – PADOVA EST)
L’impianto di raffreddamento della sala CED dovrà rispettare le seguenti caratteristiche tecniche e prestazionali
Condizionatori in row Il sistema di raffreddamento per sale computer modulare e con disposizione su file assicura un raffreddamento dell’aria efficiente, prevedibile ed economico per diversi tipi di locali. I requisiti ambientali di importanza critica attuali superano di gran lunga quelli dei data center o sale computer tradizionali.
Certificazione di conformità
• Certificazione UL
• CE
• C-Tick
• Certificazione C-UL
Caratteristiche standard
• Ventole a velocità variabile
• Ingresso (Input) per arresto / Uscita (Output) per allarme
• Valvola a punto flottante a due o tre vie
• Possibilità di montaggio tubazioni dall’alto o dal basso
• Scheda di gestione della rete (NMC)
• Kit di fissaggio del sistema InRow RD al rack NetShelter® SX
• Termosensore a distanza
• Controller a microprocessore
• Cabinet isolato
• Filtro lavabile
• Gestione della condensa con pompe di condensa a doppio flottante
• Compressore scroll
• Bypass del gas caldo
• Elettrovalvola di controllo del flusso del liquido
Struttura del cabinet
I pannelli esterni anteriore e posteriore devono essere in acciaio perforato di spessore 1,2 mm con un’area aperta del 69.5% e dotati di serratura a chiave per garantire un accesso sicuro ai componenti interni dell’unità.
I pannelli esterni devono essere in acciaio di spessore 1,2 mm e dotati di isolamento con schiuma a densità 80 kg/m3 (5 lb/ft3).
L’isolamento deve essere conforme alle norme UL94-5VA ASTM E84 e classificazione contro diffusione fiamme e fumo di 25/50.
Il telaio deve essere realizzato in acciaio pressato saldato di spessore 1,5 mm per assicurare la massima resistenza. È necessario che tutte le unità siano accessibili per la manutenzione dalla parte sia anteriore che posteriore e che possano essere collocate dentro una fila di rack.
Tutti i pannelli esterni e il telaio devono essere verniciati a polvere per assicurare durevolezza e donare una finitura pregiata. Il colore del telaio esterno e dei pannelli è provvisto di codici colore: L = 74,50, a
= 0,53, b = +8,20.
Le unità devono essere dotate di ruote orientabili e piedini di appoggio che facilitino l’installazione su file e consentano di livellare l’attrezzatura ai rack informatici adiacenti.
Ventole
L’unità è configurata secondo uno schema di flusso dell’aria diffuso per fornire una distribuzione dell’aria uniforme su tutta la parte frontale della serpentina. Ogni unità deve disporre di sei ventole assiali DC a presa diretta per flusso misto da 200 mm. Ogni gruppo ventola deve avere una capacità di 180,1 l/sec (381,7 CFM) per un flusso d’aria totale dell’unità di 1080,76 l/sec (2290 CFM). La serie ACRD500 è dotata di due ventole. Ogni ventola ha una capacità di 1085,5 l/sec (2300 CFM) per un flusso d’aria totale dell’unità di 2171 l/sec (4600 CFM).
Le ventole devono avere velocità variabile e capacità di modulazione dal 30 al 100%. Le ventole devono avere un avvio lento per ridurre al minimo la corrente in avvio.
Ogni gruppo ventola deve essere composto da una mascherina stampata a iniezione con protezione salvadito integrale. L’entrata della ventola deve essere dotata di una protezione salvadito a forma di griglia.
L’unità deve essere in grado di funzionare anche nel caso in cui si verifichino dei guasti alla ventola. Le ventole devono poter essere sostituite anche mentre l’unità è in funzione.
Controller a microprocessore
Monitoraggio e configurazione: il display consente il monitoraggio e la configurazione dell’unità di condizionamento dell’aria tramite un menu di comandi. Le funzioni disponibili comprendono report di stato, impostazione e punti di regolazione della temperatura. Quattro LED informano sullo stato operativo dell’unità di condizionamento collegata.
Il controller a microprocessore è dotato di tasti di controllo che consentono di navigare tra i menu, di selezionarne le voci e di immettere informazioni in formato alfanumerico.
Nel caso in cui si verifichi uno degli eventi riportati di seguito, il controller a microprocessore attiva un allarme visivo e acustico.
x. Xxxxxx raffreddamento
b. Filtro dell’aria intasato
c. Guasto al sensore dell’aria di ritorno
d. Guasto al sensore dell’aria erogata
e. Guasto al sensore temperatura del rack
f. Alta pressione di scarico
g. Bassa pressione di aspirazione
h. Guasto alla ventola
i. Rilevamento acqua
j. Guasto della pompa della condensa
k. Violazione ore di esercizio del filtro dell’aria
l. Guasto alla comunicazione gruppo
m. Violazione alta temperatura dell’aria erogata
n. Violazione alta temperatura dell’aria di ritorno
o. Guasto sensore DP filtro
p. Guasto al sensore della pressione di aspirazione
q. Guasto al sensore della pressione di scarico
r. Guasto persistente per alta pressione di scarico
s. Violazione elevata temperatura ingresso rack
t. Guasto comunicazioni esterne
u. Guasto comunicazioni interne
v. In standby: guasto ai contatti di ingresso
w. Guasto relè di isolamento A-Link
x. Ciclo del compressore eccessivo
y. Vaschetta della condensa piena
z. Guasto all’alimentazione della ventola superiore aa. Guasto all’alimentazione della ventola inferiore
ab. Guasto al sensore della temperatura di aspirazione ac. Guasto persistente per bassa pressione di aspirazione
Scheda di gestione della rete
L’unità deve comprendere una scheda di rete per garantirne la gestione attraverso il protocollo TCP/IP. Questa deve garantire la possibilità di configurare i punti di regolazione, di visualizzare e di cancellare gli allarmi.
Serpentina di raffreddamento e vaschetta della condensa
La serpentina di raffreddamento deve essere dotata di alettatura in alluminio corrugato (tipo lancia alzata) e serpentine con tubi di rame. Il collettore della serpentina è dotato in basso di una piastra antigocciolamento, che permette di convogliare verso la vaschetta di raccolta la condensa che si accumula sul tubo del collettore di aspirazione.
Compressore
L’elevato valore EER (fino a 20,0) e il ridotto numero di parti in movimento dei compressori scroll consentono un funzionamento efficiente e affidabile. La tecnologia scroll ha un’ineguagliabile capacità di contrasto dell’accumulo del refrigerante liquido che è una delle principali cause di guasto del compressore.
Pompa della condensa
Le due pompe di condensa sono installate e cablate in fabbrica e hanno una capacità di erogazione di 9,8 l/sec (2,6 g/h) a una distanza di 4,9 m (16 ft). Ogni pompa è dotata di doppio flottante interno.
Filtri
I filtri standard devono avere un’efficienza del 20% secondo lo standard ASHRAE 52.1, MERV 1 per filtri con maglia lavabile da 1/2 in ASHRAE 52.2.
Il filtro opzionale deve essere pieghettato (2 in) e a capacità elevata, rispettare lo standard UL 900 Class 2, essere resistente all’umidità e avere un’efficienza alla polvere atmosferica del 30% secondo lo standard ASHRAE 52.1, MERV 8 per ASHRAE 52.2.
Sigla | CDZ-I |
Rif. elaborato | PE0_ITM_DIS_01 |
Locale | SALA CED |
Potenza frigorifera totale | 9,69 kW |
Portata d'aria | 1080 l/s |
n° compressori | 1 |
Gas refrigerante | R410A |
N° ventilatori | 6 |
Potenza assorbita totale | 4,40 kW |
Alimentazione | 230 V - 50 Hz |
Pressione sonora | 82,0 dB(A) |
Compressore scroll | SI |
ventilatori EC FAN | SI |
Filtri dell’aria | SI |
Condensatori remoti
Sigla | CDZ-E |
Rif. elaborato | PE0_ITM_DIS_01 |
Locale | SALA CED |
Capacità | 2,27 kW/°C |
Portata d'aria | 4280 l/s |
N° ventilatori | 2 |
Potenza assorbita | 1,3 kW |
Alimentazione | 230 V – 50 Hz |
Pressione sonora | 69 dB(A) |
Regolazione stepless | SI |
Ricevitore di liquido | SI |
Sistema di Management Uno dei vantaggi indiscussi della soluzione scelta per il Data Center è rappresentato dall’elevata capacità di controllo realizzata attraverso in sistema di Management come quello preso in esame.
Grazie all’adozione di tale sistema sarà possibile mantenere sotto controllo, istante per istante, tutti i dispositivi, impostare soglie di allarme per ogni dispositivo, realizzare allarmi per ogni dispositivo o creare allarmi per eventi concatenati. Ad ogni situazione di pericolo si potrà inviare delle email di allerta o, interfacciando l’email con un gateway SMS, ricevere gli allarmi direttamente sul cellulare.
Il sistema fornisce soluzioni adeguate relative all'organizzazione per la gestione dei dispositivi d'infrastruttura fisica. Disponibile per una serie di piattaforme hardware, funge sia da deposito per l'energia critica, raffreddamento, e informatica dell'ambiente che da sorveglianza della banca di immagini. Il server è un singolo database accessibile da molteplici console funzionanti su sistemi molteplici che creano una visione stabile dello strato fisico dell'infrastruttura. Il dispositivo di monitoraggio in tempo reale, le capacità di reporting rete ad uso privato, sicurezza avanzata e notificazione instantanea di eventi permettono valutazioni veloci e soluzioni di situazioni critiche. La piattaforma estendibile può essere modulata per accompagnare il business nel suo sviluppo attraverso il supporto di dispositivi di licenza aggiuntivi, mentre i potenti moduli aggiuntivi per il software espandono la capacità di gestione del prodotto.
La piattaforma di gestione che consente il monitoraggio centralizzato, il controllo, l’analisi delle tendenze e la cronologia degli avvisi per tutti i dispositivi NetBotz. Offre tutte le funzionalità del server standard oltre alle prestazioni superiori di un sistema a doppio processore con tolleranza ai guasti dei dischi grazie alla tecnologia RAID-5, doppia alimentazione sostituibile a caldo e 1 TB di memoria incorporata dei dati.
L’Information Controller permette ai gestori del Data Center di monitorare il carico a livello di singolo dispositivo.
Il sistema sarà dotato di storage interno per la raccolta di dati e video. A fini di storage e archiviazione a lungo termine è possibile aumentare la capacità di storage tramite il supporto incorporato di server NAS (Network Attached Storage)
Riduzione del numero di indirizzi IP necessari sulla rete pubblica per gestire i dispositivi che vengono collocati in una rete isolata sicura.
Maggiore visibilità degli apparati di importanza critica grazie alla gestione dei pericoli fisici che effettua il monitoraggio e la registrazione di tutte le attività all'interno delle aree protette. Un repository centralizzato consente all'utente di analizzare, cercare ed effettuare il tagging di eventi di sorveglianza per eventuali esigenze future.
I codici di licenza dei nodi e delle applicazioni estendono le capacità della piattaforma che è quindi in grado di soddisfare esigenze aziendali in evoluzione.
Il supporto del monitoraggio da remoto permette di controllare lo stato di salute dell'infrastruttura fisica di un'azienda.
La notifica degli eventi in tempo reale riduce notevolmente il tempo di risposta nel caso di situazioni critiche dell'infrastruttura fisica.
Accesso a dati storici e correnti relativi a qualsiasi dispositivo o gruppo di dispositivi. Possibilità di tracciare in forma grafica data point multipli in base a una correlazione logica per visualizzare trend potenzialmente pericolosi.
Central Basic scalabile fino a 525 utenze e 15 videocamere di sorveglianza. Supporta il capacity management fino a 20 racks ed il change management fino a 1000 apparecchiature IT.
Compresi:
• Alarm filters
• Autorilevamento
• Capacity Manger add-on application
• Repository centralizzato degli allarmi
• Gestione centralizzata
• Change Manager add-on application
• Associazione personalizzata
• Custom reporting
• Customizable user access
• Encrypted communications
• Extendable architecture
• Segnalazione guasti
• Free text search
• Graphical trending analysis
• Data storage integrato
• Mass firmware update
• Multi-vendor device support
• Private networking
• Monitoraggio in tempo reale
• Remote monitoring support
• Surveillance add-on application
• Unified console
Caratteristiche Tecniche
• RAM integrata e memorizzazione dei 1GB/160GB disponibili per il data storage
• Protocolli DNS, HTTP, HTTPS, SMS, SMTP, SSL, TCP/IP
• Connessioni di interfaccia della rete RJ-45 10/100/1000 Base-T
Condizioni Ambientali
• Temperatura di funzionamento: 10 - 35°C
• Temperatura di immagazzinamento: -35 - 60°C
• Umidità relativa di funzionamento: 5 - 90%
• Umidità relativa di immagazzinamento: 5 - 95%
• Altezza di funzionamento: 0-3000 metri
• Altezza di immagazzinamento: 0-3000 metri
Conformità
• Garanzia standard 2 anni (difetto di fabbricazione)
10.2 IMPIANTI DI SPEGNIMENTO A GAS CHIMICO FK-5-1-12
Impianto di spegnimento a gas
(Rif elaborato. PE0_ITM_DIS_02: Data Center Secondario – Padova EST) (Rif elaborato. PE0_ITM_DIS_03: Data Center Primario - Marghera)
Gruppo bombole Verniciata corpo rosso (RAL 3000) ed ogiva verde scuro (RAL 6001). Completa di valvola a flusso rapido marcatura CE 0474 e CE 0068 “pending”, valvola di sicurezza a disco frangibile, gruppo removibile sotto pressione per manometro, manichetta flessibile, valvola di ritegno con attacco all’uscita Ø 3/4” NPT-M
marcatura CE 0068 “pending”, cappellotto di protezione in acciaio ø 102 mm forma a “T” per innesto diretto sulla bombola, caricata con 30 kg di gas, bar ed etichetta di identificazione.
Il gas estinguente FK-5-1-12 sarà stoccato in una bombola di 52 litri, collaudate a 250 bar, munita di regolare certificato di collaudo T-PED e dotata di cappellotto di sicurezza per il trasporto.
Bombola da 52 litri per alte pressioni in acciaio legato realizzata in un sol pezzo con certificato TPED. La bombola sarà corredata di rastrelliera per fissaggio a parete completa di profilato sez. 41x41x2,5 in acciaio zincato pressopiegato con asole sul dorso, tappi terminali in Poliamide di colore giallo e dadi ciechi antigraffio.
NOTA: Insieme alla fornitura delle bombole, a garanzia della funzionalità del sistema fornito, dovrà essere prodotto un rapporto di prova redatto da Laboratorio terzo autorizzato presso il Min. dell'Interno o il R.I.N.A. o il Ministero delle Attività Produttive. Le prove dovranno essere eseguite in base ai modelli di fuoco stabiliti dalle norme UNI ISO 14520-12 e UNI EN 15004-7.
Manometro a molla tubolare Manometro a molla tubolare, esecuzione secco, diametro cassa ø 50 mm, materiale cassa e anello acciaio inox lucidato, campo scala 0…400 bar, materiale parti bagnate lega di rame, classe di precisione 1,6% F.S., attacco al processo posteriore 1/8” gas conico, trasparente in vetro, sovraccaricabilità il F.S.,