RELAZIONE ANNUALE SULLA SOLVIBILITA’ E CONDIZIONE FINANZIARIA
RELAZIONE ANNUALE SULLA SOLVIBILITA’ E CONDIZIONE FINANZIARIA
Solvency and Financial Condition Report (“SFCR”)
del Gruppo Assicurativo Modena Capitale
redatta ai sensi degli artt. 293-298 e dell’art. 359 del Regolamento UE 2015/35 e del Regolamento IVASS n. 33/2016
Anno 2019
SOMMARIO
A.2 RISULTATI DI SOTTOSCRIZIONE 9
A.3 RISULTATI DI INVESTIMENTO 12
A.4 RISULTATI DI ALTRE ATTIVITÀ 12
B.1 INFORMAZIONI GENERALI SUL SISTEMA DI GOVERNANCE 13
B.2 REQUISITI DI COMPETENZA E ONORABILITÀ 22
B.3 SISTEMA DI GESTIONE DEI RISCHI, COMPRESA LA VALUTAZIONE INTERNA DEL RISCHIO E DELLA SOLVIBILITÀ 25
B.4 INFORMAZIONI SUL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO 30
X.0 XXXXXXX DI SOTTOSCRIZIONE 42
C.6 ALTRI RISCHI SOSTANZIALI 49
C.7.1 PROVE DI STRESS E ANALISI DI SENSITIVITA’ SUL SCR 51
D. VALUTAZIONE AI FINI DI SOLVIBILITA’ 54
D.4 METODI ALTERNATIVI DI VALUTAZIONE 60
E.2 REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITA’ E REQUISITO PATRIMONIALE MINIMO 64
E.3 UTILIZZO DEL SOTTOMODULO DEL RISCHIO AZIONARIO BASATO SULLA DURATA NEL CALCOLO DEL REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITA’ 65
E.4 DIFFERENZE TRA LA FORMULA STANDARD E IL MODELLO INTERNO UTILIZZATO 65
E.5 INOSSERVANZA DEL REQUISITO PATRIMONIALE MINIMO E INOSSERVANZA DEL REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITA’ 66 E.6 ALTRE INFORMAZIONI 66
ALLEGATO 1: ASSETTI PROPRIETARI E RAPPORTI INFRAGRUPPO 67
MODELLI QUANTITATIVI ANNUALI 69
RELAZIONE SOCIETÀ DI REVISIONE 76
SINTESI
Il Gruppo Assicurativo Modena Capitale ha redatto la presente informativa per l’esercizio 2019, in ottemperanza delle disposizioni previste dal:
• Regolamento Delegato (UE) N.2015/35;
• Regolamento di Esecuzione (UE) 2015/2452 ad integrazione delle disposizioni della direttiva n. 2009/138/CE in materia Solvency II;
• Regolamento IVASS n.33/2016;
• Regolamento IVASS n.38/2018 in materia di Governo Societario;
• Lettera al mercato IVASS del 05/07/2018 contenente gli Orientamenti sull'applicazione del principio di proporzionalità nel sistema di governo societario delle imprese di assicurazione e riassicurazione e dei gruppi;
• Decreto Legislativo 7 settembre 2005 n. 209 (Codice delle Assicurazioni Private o CAP), come novellato Decreto Legislativo 12 maggio 2015 n. 74, contenente i principi generali per la valutazione degli attivi e delle passività per i fini di vigilanza.
Nella relazione “Solvency and Financial Condition Report Group (SFCR di Gruppo)” sono presenti informazioni descrittive in merito:
A) Attività e Risultati: la presente sezione contiene informazioni sulle attività svolte ed i relativi risultati conseguiti nell’anno dal Gruppo Assicurativo Modena Capitale;
B) Sistema di Governance: la presente sezione contiene informazioni generali sul sistema di Governance, sulla struttura del sistema di controllo interno e gestione dei rischi, nonché, la valutazione interna del rischio e della solvibilità del Gruppo;
C) Profilo di Rischio: la sezione contiene informazioni sui rischi individuati dal Gruppo, del loro impatto sul Requisito patrimoniale di Solvibilità di Gruppo e le modalità di gestione e mitigazione dei rischi individuati;
D) Valutazione ai fini di Solvibilità: la presente sezione contiene informazioni sui metodi di valutazione delle attività, delle passività e delle riserve tecniche ai fini di solvibilità;
E) Gestione del capitale: la presente sezione contiene informazioni riguardante i fondi propri, il Requisito patrimoniale di solvibilità di Gruppo (SCR) e requisito patrimoniale minimo (MCR).
Nel corso dell'esercizio, il Gruppo Assicurativo Modena Capitale ha chiuso con un risultato lordo di periodo di 10.654 migliaia di euro (6.026 migliaia di euro nel 2018). L’utile netto consolidato, dopo imposte, assomma ad euro 6.785 migliaia (4.360 migliaia di euro nel 2018). La quota di detto utile di pertinenza del gruppo è pari ad 5.115 migliaia di euro.
Il Solvency Ratio di Gruppo al 31.12.2019 è del 184,68% (181,83% nel 2018) calcolato tramite la formula standard come rapporto tra fondi propri ai fini di solvibilità (Eligible Capital) pari a 45.626 migliaia di euro e il Consolidated Group Solvency Capital Requirement (SCR) di 24.706 milioni di euro.
La raccolta premi dell’unica Compagnia assicurativa del gruppo, la Controllata Assicuratrice Milanese S.p.A., assomma complessivamente a 66,8 milioni di euro ed evidenzia un incremento di 5,3 milioni di euro (+8,6%) rispetto al 2018. Il portafoglio risulta inoltre maggiormente diversificato per settori di attività, grazie al pieno avvio del ramo Cauzioni e all’ingresso in alcuni affari speciali, ampiamenti riassicurati.
L’andamento tecnico si conferma positivo. Il loss ratio complessivo risulta pari al 52,4%. Su tale dato ha influito in modo significativo il negativo andamento del settore rischi agricoli (loss ratio pari al 114%), dovuto alle avverse condizioni climatiche registrate nel 2019. Al netto di tale ramo, riassicurato in quota al 58,6% e in eccesso al 110% di s/p, il loss ratio di Compagnia si sarebbe attestato al 45,3%, dato in linea con l’esercizio 2018 (44,7%).
Il settore RC Professionale si conferma il principale ambito di attività della Compagnia e presenta anche nel 2019 un ottimo andamento tecnico. I rami RC Generale e Tutela Giudiziaria, sui quali si
concentra il settore RC Professionale, evidenziano infatti nel complesso un rapporto sinistri/premi medio del 31,3%, in miglioramento rispetto al dato del 2018 (32,7%).
Il Gruppo sta inoltre cercando di conseguire una maggiore diversificazione del portafoglio, mediante l’ingresso o lo sviluppo in nuovi settori di attività. In tal senso negli ultimi anni ha avviato e implementato la commercializzazione di prodotti copertura dei rischi agricoli e le polizze egli Enti Pubblici (RCG, Tutela Legale e Property). I rischi connessi all’ingresso in nuovi settori di attività sono sempre presidiati e mitigati mediante il ricorso ad ampie coperture riassicurative.
Anche per l’esercizio 2019, infatti, Assicuratrice Milanese ha attivato un’ampia ed articolata struttura riassicurativa, sostanzialmente in linea con quella in essere nel 2018. La principale copertura riassicurativa è costituita dal trattato proporzionale in Quota Pura Multiramo, stipulato nel 2018 con efficacia per il triennio 2018-2020, prevedente la cessione al 50% del portafoglio dei seguenti rami: Infortuni, Malattia, Corpi veicoli terrestri, Incendio, Altri danni ai beni, RC Autoveicoli e Natanti RC Generale, Tutela Legale. Per il ramo Cauzioni, non ricompreso nel trattato Multiramo, è stata rinnovata una copertura proporzionale in quota al 50% con un pool di cinque compagnie di riassicurazione. Tutti i rami esercitati, con la sola esclusione di alcuni rami di marginale operatività (trasporti, corpi veicoli marittimi e perdite pecuniarie), risultano quindi coperti da trattati proporzionali al 50%, o addirittura al 90% per quanto riguarda il ramo assistenza. Inoltre, la Compagnia ha rinnovato per il 2019 le coperture riassicurative in eccesso relative ai principali rami di operatività. Infine, la Compagnia beneficia di un trattato stipulato nel 2018 con SCOR che prevede la cessione al riassicuratore, nei termini e nei limiti previsti dal trattato, del 75% delle riserve sinistri del ramo 13 – RC Generale relative alle serie dal 2003 alla 2015.
La politica di investimento del Gruppo è rimasta improntata a particolare prudenza, conseguendo altresì una maggiore diversificazione per asset class. Pur avendo ridotto ulteriormente il già contenuto profilo di rischiosità, la controllata Assicuratrice Milanese ha ottenuto ritorni interessanti e pienamente in linea con il piano industriale, conseguendo un risultato netto positivo di circa 2 milioni di euro.
Con riferimento al Sistema di Governance, nel corso dell’esercizio 2019 sono intervenute variazioni nella composizione dell’organo amministrativo, interessato da una diminuzione dei suoi componenti e, al contempo, da un miglioramento qualitativo assicurato dalle specifiche competenze possedute dagli attuali membri. L’Assemblea, svoltasi nel mese di aprile 2019, ha confermato il dott. Xxxxxxx Xxxxxxx e la dott.ssa Xxxxxx Xxxxxxxxxx, e ha nominato quali nuovi amministratori l’Avv. Xxxxxx Xxxxx, legale specializzato in ambito assicurativo ed in particolare nelle tematiche di “Regulatory & Compliance”, il Xxxx. Xxxxxxxx Xxxxxx, attuario e docente universitario in tecnica assicurativa, il Xxxx. Xxxxxx Xxxxxxx, il quale ha ricoperto incarichi amministrativi apicali in numerose aziende sanitarie ed è stato docente di “Organizzazione e Diritto Sanitario” all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ed il Prof. Avv. Xxxxxxxxx Xxxxxx, avvocato e docente universitario che vanta una quasi ventennale esperienza in ambito assicurativo quale amministratore della controllata Assicuratrice Milanese.
Nel corso dell’esercizio lo statuto della Capogruppo e la politica relativa ai requisiti degli esponenti aziendali sono stati integrati con l’inserimento della definizione di “amministratori indipendenti”. Il nuovo statuto, approvato nel mese di dicembre 2019, ha previsto inoltre che almeno un terzo dei membri del C.d.A. debba essere in possesso di tale requisito. Tra i consiglieri nominati dall’assemblea di aprile 2019, tre hanno dichiarato di essere qualificabili come “amministratori indipendenti”.
La Capogruppo, uniformandosi alle prescrizioni contenute nel Regolamento IVASS n. 38/2018, ha istituito il Comitato per il Controllo Interno e i Rischi ed il Comitato Remunerazioni, entrambi composti da tre consiglieri indipendenti.
Nel corso del 2019 il sistema di controllo interno e gestione dei rischi non presentano sostanziali modifiche rispetto al precedente esercizio. La Controllata Assicuratrice Milanese esternalizza le Funzioni Internal Audit, Compliance e Attuariale presso la Capogruppo Modena Capitale. Infine, anche la Funzione Risk Management nel xxxxx xxx xxxxxx xxxxxxxxx è stata affidata in outsourcing alla Capogruppo Modena Capitale con effetto dal 1° febbraio 2020.
Il Gruppo determina il requisito patrimoniale di solvibilità mediante la formula standard.
Relativamente alle riserve tecniche della controllata Assicuratrice Milanese S.p.A., determinate nel bilancio di solvibilità, ha adottato per il calcolo del Risk Margin il metodo 2 previsto dall’allegato 4 del Regolamento IVASS n.18/2016, già applicato nel 2018. Tale metodo, porta ad un valore di euro 7,0 milioni, in diminuzione rispetto all’anno precedente di euro 2,2 milioni dovuta alla riduzione della velocità di liquidazione attesa e, quindi, della duration della riserva sinistri. Il totale delle riserve tecniche, pari a euro 99,5 milioni, risulta in diminuzione rispetto all’esercizio precedente (euro 101,7 milioni).
Si precisa infine che il Requisito patrimoniale di solvibilità SCR della controllata, Assicuratrice Milanese S.p.A., assomma al 31/12/2019 a euro 24,5 milioni e risulta in diminuzione rispetto al 2018 (pari a 25,4 milioni), per un effetto positivo derivante dalla riduzione del rischio di mercato (di 1,7 milioni) e del rischio di sottoscrizione non vita (di 1,25 milioni), nonché per un effetto negativo derivante da un aumento del rischio di credito (di 0,6 milioni) e del rischio di sottoscrizione malattia (di 1 milione).
I fondi propri a copertura del SCR ammontano a euro 52,4 milioni e risultano in aumento rispetto al corrispettivo dato relativo al 2018 (pari a 48,3 milioni). L’indice di solvibilità SCR Ratio (dato dal rapporto tra i fondi propri a copertura del SCR e il requisito SCR) risulta conseguentemente in aumento dal 190,2% al 214,2%.
Si evidenzia che, pur permanendo un elevato livello di incertezza circa la portata e la durata degli effetti della crisi economica e finanziaria innescata dal diffondersi della pandemia da COVID-19, sulla base delle informazioni disponibili al momento dell’approvazione della presente relazione non sono prevedibili impatti particolarmente significativi sulla raccolta premi e sui profili reddituali, patrimoniali, finanziari e di solvibilità della controllata assicurativa. Il settore core RC Professionale ha mostrato una notevole resilienza, evidenziando un incremento dei premi contabilizzati anche durante la fase di lockdown. Anche a livello complessivo di Assicuratrice Milanese la raccolta premi, nonostante il calo evidenziato dal settore RC Auto, comprensibile alla luce delle misure di contenimento dell’epidemia, ha continuato a registrare variazioni in aumento, seppur più contenute rispetto al primo trimestre. I dati di andamento tecnico risultano in sensibile miglioramento per effetto del calo della sinistralità. Il solvency ratio al 31/03/20 risulta in miglioramento rispetto al 31/12/19.
Proprio la tenuta del profilo di business e la solidità patrimoniale, valutata come “extremely strong” anche a seguito di un severo stress test “Covid”, hanno indotto l’agenzia di rating Fitch a confermare nel mese di maggio il rating investment grade attribuito ad Assicuratrice Milanese.
A. ATTIVITÀ E RISULTATI
A.1 ATTIVITÀ̀
A.1.1 DENOMINAZIONE E FORMA GIURIDICA DEL GRUPPO
Il Gruppo opera con il nome di Gruppo Assicurativo Modena Capitale. La Capogruppo Modena Capitale S.p.A. svolge attività di gestione e controllo del Gruppo Assicurativo Modena Capitale, operante prevalentemente in ambito assicurativo.
A.1.2 NOME ED ESTREMI DELL’AUTORITÀ DI VIGILANZA RESPONSABILE DELLA VIGILANZA FINANZIARIA DEL GRUPPO
L’autorità preposta alla vigilanza del Gruppo è l’IVASS, ovvero l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, di cui di seguito sono presenti gli estremi:
IVASS - Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Sede Legale: xxx xxx Xxxxxxxxx 00 00000 Xxxx.
A.1.3 NOME ED ESTREMI DELLA SOCIETÀ DI REVISIONE
La società di revisione è PKF Italia S.p.A. Sede legale: Xxxxx Xxxxxxx, 00, 00000 Xxxxxx.
A.1.4 DESCRIZIONE DEI TITOLARI DI PARTECIPAZIONI QUALIFICATE
Il soggetto posto al vertice della catena partecipativa è il Prof. Avv. Xxxxxxxxx Xxxxxx che detiene in via diretta ed indiretta il 52,65% del capitale di Modena Capitale S.p.A.
In particolare il Prof. Samori detiene in via diretta il 3,12% di Modena Capitale, mentre la quota indiretta è detenuta per il tramite delle società G.P. Samori Finanziaria s.r.l. (società di diritto italiano interamente controllata dal Prof. Samori), titolare del 23,18%, Tessitore s.r.l. (società di diritto italiano, direttamente controllata dal Prof. Samori con una quota del 99,77%), titolare del 25,51%, e Condor Investments S.p.A. (società di diritto italiano indirettamente controllata dal Prof. Samori), titolare dello 0,84%. Si segnala inoltre che Modena Capitale S.p.A. detiene azioni proprie corrispondenti allo 0,26% del capitale sociale.
Non ci sono altri soggetti, persone fisiche o persone giuridiche, che detengono partecipazioni qualificate nella Capogruppo.
A.1.5 AREE SOSTANZIALI DI ATTIVITÀ DEL GRUPPO ED AREE GEOGRAFICHE SOSTANZIALI IN CUI SVOLGE L’ATTIVTÀ
Il principale settore di attività, con una raccolta premi estesa a tutto il territorio nazionale, è la responsabilità civile professionale in ambito sanitario (c.d. medical malpractice), con una focalizzazione pressoché esclusiva sulla linea persone.
Assicuratrice Milanese ha inoltre una posizione di mercato significativa nel settore dei “rischi scolastici” (Infortuni e RCT).
Il ramo Cauzioni, effettivamente avviato nel 2019 a seguito dell’autorizzazione ottenuta nel 2018, sta evidenziando un robusto trend di crescita.
Altre aree di attività sono la responsabilità civile autoveicoli e rischi accessori e le polizze rami elementari, con un forte orientamento alla linea persone e alle piccole attività economiche.
L’attività è svolta su tutto il territorio nazionale.
A.1.6 FATTI SIGNIFICATIVI AVVENUTI NEL CORSO DEL 2019
La controllata Assicuratrice Milanese, nel corso dei primi mesi del 2019, ha incaricato l’Agenzia di Rating Fitch affinché avviasse la procedura di assegnazione del Rating ed il successivo monitoraggio. Con comunicato del 28 maggio 2019, Fitch ha attribuito alla Compagnia un rating assicurativo di livello “investment grade” pari a BBB-. Nel report integrale, l’Agenzia ha sottolineato, in particolare, la solida posizione patrimoniale e finanziaria di Assicuratrice Milanese.
Con operatività dal giorno 2 luglio 2019, Assicuratrice Milanese ha attuato il passaggio al nuovo sistema informatico per la gestione dei sinistri “Pass Sinistri 2.0”. Il nuovo gestionale è stato sviluppato ed implementato dalla medesima società, RGI, che fornisce il sistema “Pass Sinistri” in uso. “Pass Sinistri 2.0” si caratterizza, rispetto alla precedente versione, per una maggiore completezza di informazioni, un efficientamento dei profili gestionali e un rafforzamento dei presidi di controllo sulle varie fasi del processo liquidativo, in specie con riferimento alla riservazione.
Assicuratrice Milanese, nel mese di novembre 2019, ha deciso di esternalizzare la Funzione Risk Management, con effetto dal 1° febbraio 2020, alla capogruppo Modena Capitale S.p.A.. Tale decisione à stata adottata, in analogia alle soluzioni individuate per tutte le tutte le altre funzioni fondamentali, al fine di assicurare la massima efficienza, efficacia ed economicità dei servizi a livello di Gruppo, e garantire il perfetto coordinamento tra le funzioni di controllo. Si è quindi ritenuto di costituire un’unica funzione Risk Management a livello della capogruppo Modena Capitale S.p.A., definendo il rapporto di esternalizzazione mediante un contratto di outsourcing.
In data 12 dicembre 2019 si è svolta l’assemblea della Capogruppo che, in sede straordinaria, ha deliberato la modifica dell’art. 20 dello Statuto Sociale. All’interno del citato articolo, mediante l’introduzione di tre nuovi commi e conformemente alle prescrizioni regolamentari contenute nel Reg. IVASS n. 38/2018, è stata prevista la definizione di amministratori indipendenti e stabilito il numero dei componenti dell’organo amministrativo che dovranno essere in possesso di tale requisito.
A.1.7 STRUTTURA GIURIDICA, ORGANIZZATIVA E GESTIONALE DEL GRUPPO
Il Gruppo opera con il nome di Gruppo Assicurativo Modena Capitale. La Capogruppo Modena Capitale S.p.A. svolge attività di gestione e controllo del Gruppo Assicurativo Modena Capitale, operante prevalentemente in ambito assicurativo.
La Capogruppo, Modena Capitale S.p.A., è un’impresa di partecipazione assicurativa con sede a Modena, Corso Xxxxxxxx Xxxxxxxx XX n. 41, che detiene direttamente il 78,56% del capitale sociale di Assicuratrice Milanese S.p.A..
Nel Gruppo sono ricomprese, oltre alla Capogruppo Modena Capitale S.p.A., impresa di partecipazione assicurativa, Assicuratrice Milanese S.p.A. – Compagnia di Assicurazioni (impresa assicurativa operante nei rami danni), e le società ad essa strumentali G.a.m. Servizi S.r.l. (intermediario assicurativo) e Ass.Mi.1 Imm. S.p.A (società immobiliare).
Modena Capitale controlla inoltre integralmente due società non ricomprese nel Gruppo Assicurativo: I.S.S.B. S.r.l., società avente ad oggetto l'acquisto di partecipazioni nel settore bancario, e TV Qui S.p.A., titolare di un’azienda multimediale che svolge l’attività di fornitore di contenuti e fornisce inoltre il service tecnico per il canale di WEB TV attivato da Assicuratrice Milanese.
Di seguito un riepilogo delle società ricomprese nel Gruppo:
Imprese controllate, partecipate o soggette a direzione unitaria | ||
Nome | Stato1 | % quota posseduta |
Assicuratrice Milanese S.p.A. | Italia | 78,56% |
Ass. Mi. 1 Imm. S.p.A. | Italia | 100%* |
G.a.m. Servizi s.r.l. | Italia | 99,97%* |
* quote detenute per il tramite di Assicuratrice Milanese S.p.A. |
1 Stato della sede legale
Nello schema allegato (All. 1) si evidenzia la rappresentazione grafica che illustra gli assetti proprietari e i soggetti controparti di operazioni infragruppo
INFORMAZIONI SULLE OPERAZIONI INFRAGRUPPO
I criteri utilizzati dal Gruppo per l’identificazione sono definiti dalla Politica sulle operazioni infragruppo, adottata ai sensi del Regolamento Ivass n. 30/2016 riguardante disposizioni in materia di vigilanza sulle operazioni infragruppo e sulle concentrazioni di rischio, all’interno della quale sono definite:
- le controparti delle operazioni infragruppo, che comprendono tutti i soggetti previsti dall’art. 5 del Regolamento Ivass 30/2016;
- le tipologie di operazioni;
- le soglie di significatività delle operazioni infragruppo;
- le linee guida per lo svolgimento delle operazioni infragruppo con l’indicazione dei principi generali e dei processi decisionali;
- limiti di operatività previsti per le singole fattispecie.
La Politica stabilisce che le operazioni infragruppo devono essere effettuate nel rispetto del principio di sana e prudente gestione al fine di non pregiudicare la solvibilità del Gruppo e della Compagnia e non devono arrecare pregiudizio agli interessi degli assicurati e degli altri aventi diritto alle prestazioni assicurative o agli interessi delle imprese di assicurazione o riassicurazione coinvolte. Le operazioni infragruppo devono essere attuate, salvo casi eccezionali e motivati dall’interesse sociale, a condizioni di mercato.
Per le operazioni infragruppo qualificabili come molto significative o da segnalare in ogni circostanza è previsto il preventivo esame, per i vari profili di competenza, da parte delle funzioni di Compliance, Risk- Management, Servizio Organizzazione e dal Comitato per il Controllo Interno e i Rischi.
Tutte le operazioni infragruppo rientranti nell’ambito di applicazione della Politica devono essere preventivamente esaminate e approvate dal Consiglio di Amministrazione con voto unanime, fatta salva naturalmente l’astensione dei consiglieri in eventuale conflitto di interessi.
La delibera di approvazione dell’operazione infragruppo dà adeguata evidenza delle motivazioni circa la convenienza dell’operazione e la correttezza sostanziale delle condizioni applicate. Indica inoltre il soggetto preposto alla definizione e perfezionamento dell’operazione, che per le operazioni molto significative o da segnalare in ogni circostanza deve essere diverso dal soggetto proponente. Il soggetto preposto alla definizione e perfezionamento dell’operazione deve essere diverso dal soggetto proponente.
Nella tabella seguente sono indicate le soglie di significatività previste dalla Politica per la qualificazione delle operazioni infragruppo come “significative”, “molto significative” e “da segnalare in ogni circostanza”.
OPERAZIONI INFRAGRUPPO – SOGLIE DI SIGNIFICATIVITÀ | |
Operazioni Infragruppo Significative | • Operazioni di importo pari o superiore all’1% del Requisito Patrimoniale di Solvibilità dell’impresa risultante dall’ultimo calcolo annuale approvato |
Operazioni Infragruppo molto Significative | • Operazioni di importo pari o superiore al 5% del Requisito Patrimoniale di Solvibilità dell’impresa risultante dall’ultimo calcolo annuale approvato • Operazioni che influenzano in modo molto significativo la solvibilità o la liquidità del gruppo o dell’impresa di assicurazione |
Operazioni Infragruppo da segnalare in ogni circostanza | • Operazioni che, anche se di importo inferiore alle soglie previste in relazione alle operazioni significative o molto significative, sono attuate a condizioni diverse da quelle di mercato o al di fuori dei principi definiti dalla politica |
NOTA: le soglie dell’1% per le operazioni significative e del 5% per le operazioni molto significative si cumulano nel caso di più operazioni della stessa tipologia, collegate tra loro da un’unicità temporale, funzionale o programmatica, ancorché il singolo importo sia inferiore ma la somma di tutte sia superiore.
Di seguito si fornisce una breve informativa di tutte le operazioni infragruppo, chiuse o ancora in essere, che hanno avuto un impatto economico superiore all’1% del Requisito Patrimoniale di Solvibilità Individuale di Assicuratrice Milanese S.p.A. riferito al 31/12/2019 o che nel corso dell’esercizio hanno evidenziato un saldo attivo o passivo superiore al medesimo importo Si precisa che la soglia di significatività (1% del Requisito Patrimoniale di Solvibilità di Assicuratrice Milanese al 31/12/2019) risulta pari ad euro 244.764.
A) Operazioni poste in essere da Assicuratrice Milanese quale investitore / acquirente:
▪ Partecipazione in ASS.MI.1 IMM. S.P.A. (società controllata al 100%) di euro 12.500.000, valore invariato nel corso dell’esercizio;
▪ Partecipazione in G.A.M. SERVIZI s.r.l. (società controllata al 99,97%) di euro 2.519.200, valore invariato nel corso dell’esercizio;
▪ La controllata G.A.M. Servizi s.r.l. svolge attività di intermediazione assicurativa su mandato della Compagnia. Le provvigioni riconosciute nell’esercizio 2019 sono risultate pari ad euro 452.875.
▪ Contratto di esternalizzazione alla controllante Modena Capitale delle funzioni Internal Audit, Compliance, Funzione Attuariale e Segreteria Generale e Affari Societari, con un costo complessivo nell’esercizio di euro 452.267, iva inclusa;
▪ Contratti di locazione in essere con la controllata ASS.MI. 1 IMM. S.P.A. in relazione alle sedi di San Xxxxxxx sul Xxxxxx e agli uffici di Milano. Nel loro complesso i canoni di locazione corrisposti alla controllata nel 2019 assommano ad euro 440.262, iva inclusa;
▪ Contratti di assistenza legale per la gestione del contenzioso relativo ai sinistri e di gestione stragiudiziale dei sinistri Rc Professionale relativi ad alcune categorie (dentisti/odontoiatri/igienisti dentali e categorie non mediche), con un pool di legali associati allo Studio Legale Samori e Associati, nel quale il Xxxx. Xxxxxxxxx Xxxxxx, soggetto posto al vertice della catena partecipativa di Assicuratrice Milanese, detiene la maggioranza delle quote. I contratti, stipulati nel 2015 e da ultimo prorogati fino al 31/12/2021, sono stati preventivamente comunicati ad IVASS. L’onere complessivamente sostenuto nell’esercizio, comprensivo di iva e oneri contributivi, per i due contratti assomma ad euro 4.138.062, di cui per il contratto di assistenza stragiudiziale euro 626.660 e per il contratto di assistenza giudiziale euro 3.511.402;
▪ A partire dal 2017 la Compagnia ha implementato una web TV dedicata all’informazione e agli approfondimenti relativi in particolare al settore RC Professionale. Per il service tecnico, nel corso del 2019, ha definito un contratto con la società TV QUI S.p.A., parte correlata ed interamente partecipata dalla Capogruppo Modena Capitale, per un ammontare complessivo di euro 305.000, iva inclusa;
▪ La Società ha rinnovato per il triennio 2018-2020 l’adesione alla tassazione di gruppo secondo il regime del Consolidato Nazionale Fiscale previsto dagli articoli 117 e 129 del TUIR nell’ambito del gruppo che vede la controllante Modena Capitale quale soggetto consolidante. Al 31/12/2019 la posizione netta a credito vantata nei confronti della controllante in relazione ad acconti versati nell’ambito del consolidato fiscale assomma ad euro 2.241.333.
B) Operazioni poste in essere da Modena Capitale s.p.a. quale investitore / acquirente:
▪ Partecipazione in Assicuratrice Milanese s.p.a., corrispondente al 78,56% valore invariato nel corso dell’esercizio;
▪ Nel xxxxx xxx 0000 Xxxxxx Capitale s.p.a. ha erogato alla controllata TV Qui s.p.a. finanziamenti infruttiferi per complessivi euro 420.000.
C) Operazioni poste in essere da G.A.M. Servizi s.r.l. quale investitore / acquirente:
▪ G.a.m. Servizi s.r.l. detiene una partecipazione in Modena Capitale s.p.a. corrispondente al 3,30% del capitale sociale, invariata rispetto all’esercizio;
▪ G.a.m. Servizi s.r.l. detiene una partecipazione in Modena Capitale Estense s.p.a. corrispondente al 3,45% del capitale sociale, invariata rispetto all’esercizio;
Per completezza di informativa, si segnala che le ulteriori operazioni infragruppo effettuate nel 2019, di importo inferiore alla soglia di significatività, si riferiscono tra l’altro, all’acquisto di prodotti e servizi commerciali a condizioni di mercato.
A.1.8 PRINCIPALI DIFFERENZE TRA L’AREA DI CONSOLIDAMENTO CONSIDERATA AI FINI DEL BILANCIO CONSOLIDATO REDATTO AI SENSI DELL’ARTICOLO 95 DEL CODICE E L’AREA DI CONSOLIDAMENTO CONSIDERATA AI FINI DEL CALCOLO DELLA SOLVIBILITÀ DI GRUPPO
Non ci sono differenze sull’area di consolidamento considerata ai fini del bilancio consolidato redatto ai sensi dell’articolo 95 del codice e l’area di consolidamento considerata ai fini del calcolo della solvibilità di gruppo.
A.2 RISULTATI DI SOTTOSCRIZIONE
L’unica Compagnia assicurativa rientrante nel Gruppo è Assicuratrice Milanese S.p.A., i cui premi lordi contabilizzati dell’esercizio 2019 ammontano a 66,8 milioni di euro ed evidenziano un incremento di 5.273 migliaia di euro rispetto all’esercizio precedente (+8,6%).
A tale significativo aumento della raccolta hanno contribuito in particolare la consistente crescita del ramo CVT (+51%), l’effettivo avvio dell’operatività del ramo Cauzioni, il marginale incremento del portafoglio rischi agricoli, l’ingresso nel settore “polizze bandi” e la ripresa di un positivo trend di crescita sia nel ramo RC Auto sia nel settore core RC Generale.
L’aumento della raccolta premi appare tanto più significativo se si considera l’intervenuta cessazione, a far data dal 01/01/2019, dell’accordo di bank assurance in precedenza in essere con la rete ex Banca Tercas, che ha comportato in particolare una significativa flessione della raccolta premi nel ramo incendio.
Il bilancio 2019 chiude con un utile ante imposte pari a 11,7 milioni di euro, in incremento del 154% rispetto al 2018, e un utile netto di 7,98 milioni di euro (+162%). Il Patrimonio netto al 31/12/2019 assomma a 47,1 milioni di euro e il solvency ratio a fine 2019 risulta pari al 214,2%, in aumento di 24 punti rispetto al 31/12/2018.
Il dettaglio dei risultati è rappresentato nella seguente tabella:
ATTIVITÀ DIRETTA E RIASSICURAZIONE PROPORZIONALE ACCETTATA | |||||||||||
Spese mediche | Protezione del reddito | Respons.tà civile autoveicoli | Altre assicurazioni auto | Xxxxx.xx marittima, aeronautica e trasporti | Xxxxx.xx contro l'incendio e altri danni a beni | Xxxxx.xx sulla xxxxxxx.xx civile generale | Xxxxx.xx di credito e cauzione | Xxxxx.xx tutela giudiziaria | Assistenza | Perdite pecuniarie di vario genere | |
Premi contabilizzati | |||||||||||
Lordo — Attività diretta | 101.978 | 4.174.850 | 14.010.009 | 1.999.874 | 4.355 | 8.228.643 | 33.174.092 | 1.785.810 | 2.522.531 | 761.608 | 12.386 |
Quota a carico dei riassicuratori | 50.989 | 2.168.168 | 7.117.145 | 1.196.099 | 0 | 4.353.578 | 17.317.110 | 924.567 | 1.261.266 | 288.906 | 0 |
Netto | 50.989 | 2.006.682 | 6.892.864 | 803.775 | 4.355 | 3.875.065 | 15.856.982 | 861.243 | 1.261.265 | 472.702 | 12.386 |
Premi acquisiti | |||||||||||
Lordo — Attività diretta | 94.176 | 4.033.014 | 13.885.811 | 1.763.316 | 4.424 | 8.719.031 | 33.157.003 | 392.847 | 2.506.726 | 732.747 | 13.312 |
Quota a carico dei riassicuratori | 48.864 | 2.155.748 | 7.069.792 | 941.443 | 0 | 4.396.895 | 16.912.268 | 299.234 | 1.247.954 | 275.296 | 0 |
Netto | 45.312 | 1.877.266 | 6.816.019 | 821.873 | 4.424 | 4.322.136 | 16.244.735 | 93.613 | 1.258.772 | 457.451 | 13.312 |
Sinistri verificatisi | |||||||||||
Lordo — Attività diretta | 78.160 | 456.578 | 8.180.056 | 835.942 | -10 | 8.122.306 | 16.365.146 | 0 | 100.866 | 228.451 | 0 |
Quota a carico dei riassicuratori | 39.720 | 549.655 | 4.828.204 | 449.545 | 0 | 4.860.617 | 7.778.896 | 0 | 51.427 | 205.606 | 0 |
Netto | 38.440 | -93.077 | 3.351.852 | 386.397 | -10 | 3.261.689 | 8.586.250 | 0 | 49.439 | 22.845 | 0 |
Spese sostenute | 22.044 | 1.164.941 | 1.554.585 | 303.970 | 1.375 | 2.240.989 | -348.534 | 395.858 | 199.646 | 267.721 | 4.018 |
Altre spese | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
Totale spese | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - | - |
Fonte: S.05.01 Premi, sinistri e spese per aree di attività – dati in unità di euro
Nelle Tabelle seguenti sono sinteticamente evidenziati i dati relativi all’evoluzione della raccolta premi e dell’andamento tecnico per ogni ramo di bilancio:
RAMO | DESCRIZIONE | PREMI LORDI CONTABILIZZATI 2019 | MIX% | PREMI LORDI CONTABILIZZATI 2018 | MIX% | Δ % |
1 | INFORTUNI | 4.174.850 | 6,2% | 4.089.808 | 6,6% | 2,1% |
2 | MALATTIA | 101.978 | 0,1% | 99.878 | 0,2% | 2,1% |
3 | A. R.D. | 1.999.874 | 2,7% | 1.325.590 | 2,2% | 50,9% |
6 | CORPI VEICOLI M. | 4.355 | 0,0% | 4.351 | 0,0% | 0,1% |
8 | INCENDIO | 1.108.959 | 2,4% | 1.221.281 | 2,0% | (9,2%) |
9 | A. D. AI BENI* | 232.016 | 0,4% | 233.741 | 0,4% | (0,7%) |
9 | RISCHI AGRICOLI | 6.887.669 | 11,0% | 4.870.700 | 7,9% | 41,4% |
10 | R.C.A | 13.930.500 | 21,1% | 13.401.911 | 21,8% | 3,9% |
12 | R.C.M | 79.509 | 0,1% | 83.703 | 0,1% | (5,0%) |
13 | R .C. G. | 33.174.092 | 50,8% | 32.857.806 | 53,4% | 1,0% |
15 | CAUZIONI | 1.785.810 | 0,6% | 43.271 | 0,1% | - |
16 | PERDITE PEC. | 12.386 | 0,0% | 17.167 | 0,0% | (27,8%) |
17 | TUTELA GIUD. | 2.522.531 | 3,8% | 2.554.714 | 4,2% | (1,3%) |
18 | ASSISTENZA | 761.608 | 1,1% | 699.509 | 1,1% | 8,9% |
TOTALE COMPAGNIA | 66.776.137 | 100% | 61.503.428 | 100% | 8,6% |
*Esclusi rischi agricoli
S/P | S/P | |||
RAMO | DESCRIZIONE | Δ % | ||
2019 | 2018 | |||
1 | INFORTUNI | 45,40% | 33,68% | 11,72% |
2 | MALATTIA | 96,45% | 56,60% | 39,85% |
3 | A. R.D. | 54,47% | 46,92% | 7,55% |
6 | CORPI VEICOLI M. | 0,00% | 0,00% | 0,00% |
8 | INCENDIO | 58,02% | 46,45% | 11,57% |
9 | A. D. AI BENI* | 52,95% | 50,22% | 2,73% |
9 | RISCHI AGRICOLI | 113,79% | 71,90% | 41,89% |
10 | R.C.A. | 80,25% | 71,32% | 8,93% |
12 | R.C.M. | 35,49% | 60,79% | -25,3 |
13 | R .C. G. | 33,37% | 35,20% | -1,83% |
15 | CAUZIONI | 0,00% | 0,00% | 0,00% |
16 | PERDITE PEC. | 0,00% | 0,00% | 0,00% |
17 | TUTELA GIUD. | 3,93% | 2,17% | 1,76% |
18 | ASSISTENZA | 26,56% | 26,04% | 0,52% |
TOTALE COMPAGNIA | 52,44% | 7,71% | ||
*Esclusi rischi agricoli |
RAMO | DESCRIZIONE | EXPENSE RATIO 2019 | S/P | COMB. RATIO 2019 |
2019 | ||||
1 | INFORTUNI | 31,61% | 45,40% | 77,01% |
2 | MALATTIA | 40,94% | 96,45% | 137,39% |
3 | A. R.D. | 41,71% | 54,47% | 96,17% |
6 | CORPI VEICOLI M. | 30,86% | 0,00% | 30,86% |
8 | INCENDIO | 27,56% | 58,02% | 85,58% |
9 | A. D. AI BENI* | 34,64% | 52,95% | 93,60% |
9 | RISCHI AGRICOLI | 17,38% | 113.79% | 131,17% |
10 | R.C.A | 24,09% | 80,25% | 104,34% |
12 | R.C.M | 19,77% | 35,49% | 55,26% |
13 | R .C. G. | 30,14% | 33,37% | 63,50% |
15 | CAUZIONI | 171,81% | 0,00% | 171,81% |
16 | PERDITE PEC. | 30,19% | 0,00% | 30,19% |
17 | TUTELA GIUD. | 31,50% | 3,93% | 35,43% |
18 | ASSISTENZA | 36,54% | 26,56% | 63,09% |
TOTALE COMPAGNIA | 29,64% | 52,44% | 82,08% | |
*Esclusi rischi agricoli |
A.3 RISULTATI DI INVESTIMENTO
A.3.1 INFORMAZIONI SULL’ATTIVITÀ DI INVESTIMENTO
L’unica società del Gruppo che presenta un significativo portafoglio investimenti è Assicuratrice Milanese. Le altre società controllate e la stessa Capogruppo dispongono quasi esclusivamente di liquidità su depositi bancari, risultando l’attività di investimento in titoli estremamente contenuta. Ass.Mi. 1 Imm. S.p.a. presenta all’attivo un cospicuo patrimonio immobiliare interamente libero da debiti.
Il Gruppo ha rilevato nel 2019 proventi su investimenti per 2.765 migliaia di euro, a fronte di oneri per 761 migliaia di ero, conseguendo quindi un saldo attivo di 2.004 migliaia di euro. Il risultato sopra ricordato incorpora altresì una quota dei costi di struttura imputata al settore investimenti, pari a 84 migliaia di euro, ammortamenti su immobili per 66 migliaia di euro e spese di gestione degli immobili, comprensive di IMU e TASI, per 26 migliaia di euro.
Nel corso del 2019 Assicuratrice Milanese ha conseguito ritorni interessanti pur riducendo il profilo di rischio complessivo degli investimenti e migliorando il profilo di diversificazione per asset class. Il portafoglio complessivo degli investimenti a fine esercizio presenta una consistenza di 73,3 milioni di euro, oltre a disponibilità liquide per 28,3 milioni di euro. Il risultato dell’attività di investimento, che utilizza i principi di valutazione e rilevazione del Bilancio 2019 della controllata assicurativa, comprende i proventi al netto dei relativi oneri di gestione, i profitti netti di realizzo, nonché le rettifiche di valore al netto delle riprese. Complessivamente la gestione degli investimenti ha generato proventi per 2,8 milioni di euro e ha presentato oneri per 0,8 milioni di euro, con un risultato netto positivo di 2,0 milioni di euro.
A.3.2 INFORMAZIONI SU UTILI O PERDITE RILEVATE NEL PATRIMONIO NETTO
Tutte le attività finanziarie del Gruppo sono valutate al fair value, con rilevazione direttamente a conto economico dei relativi utili e perdite.
Nel 2019 non sono quindi stati rilevati utili o perdite direttamente a patrimonio netto.
A.3.3 INVESTIMENTI IN CARTOLARIZZAZIONI
L'Impresa non ha investimenti in cartolarizzazioni.
A.4 RISULTATI DI ALTRE ATTIVITÀ
Il Gruppo non ha ricavi e costi sostanziali, diversi dai ricavi e dai costi di sottoscrizione o di investimento, né ha contratti di leasing.
A.5 ALTRE INFORMAZIONI
Il Gruppo non ha altre informazioni rilevanti da segnalare.
B. SISTEMA DI GOVERNANCE
B.1 INFORMAZIONI GENERALI SUL SISTEMA DI GOVERNANCE
Tutte le società del Gruppo adottano un sistema di assetto societario tradizionale di cui al Libro Quinto, Titolo Quinto, Capo Quinto, Sezione Sesta Bis, Paragrafi Due e Tre del Codice Civile.
Il Consiglio di Amministrazione – nominato dall’Assemblea dei Soci – ha la responsabilità ultima del sistema di governo societario di gruppo, ne definisce gli indirizzi strategici, ne assicura la costante completezza, funzionalità ed efficacia, anche con riferimento alle attività esternalizzate. L’organo amministrativo provvede altresì affinché il sistema di governo societario di gruppo sia idoneo a conseguire gli obiettivi di cui all’articolo 70 del Regolamento IVASS n. 38/2018.
Con specifico riferimento agli ambiti afferenti il sistema di governo societario di gruppo, l’Organo Amministrativo è investito delle responsabilità elencate dall’art. 71, comma 2 del Regolamento IVASS n. 38/2018.
Alla data della presente relazione, il Consiglio di Amministrazione è formato da sei consiglieri. I poteri di ordinaria amministrazione sono affidati al Presidente e a un consigliere.
Per l’espletamento dei compiti relativi al sistema dei controlli interni, il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ha istituito un Comitato per il Controllo Interno e i Rischi, composto da tre amministratori non esecutivi e indipendenti. I membri sono scelti tra i componenti del Consiglio di Amministrazione che possiedano adeguate competenze tecnico-professionali che lo stesso Consiglio di Amministrazione valuta all’atto della nomina. In particolare, i membri del Comitato posseggono un’adeguata competenza in materia di quadro regolamentare, governance societaria e metodologie di controllo interno e di gestione dei rischi. I compiti, le responsabilità e le modalità di funzionamento del Comitato trovano puntuale definizione all’interno di un Regolamento approvato e rivisto annualmente dal Consiglio di Amministrazione. In particolare, Il Consiglio di Amministrazione attribuisce al Comitato il compito di supportarlo nelle valutazioni e nelle decisioni relative al sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, nella verifica periodica del suo effettivo funzionamento, nell’identificazione e gestione dei principali rischi aziendali.
Modena Capitale ha inoltre istituito un Comitato Remunerazioni, anch’esso composto da tre amministratori non esecutivi e indipendenti. I membri sono scelti tra i componenti del Consiglio di Amministrazione che possiedano adeguate competenze tecnico-professionali che lo stesso Consiglio di Amministrazione valuta all’atto della nomina. In particolare, i membri del Comitato devono possedere le professionalità richiesta per lo svolgimento del proprio ruolo. Almeno un componente deve possedere una adeguata esperienza in materia di gestione del rischio e di politiche retributive, valutata dal Consiglio di Amministrazione al momento della nomina. I compiti, le responsabilità e le modalità di funzionamento del Comitato trovano puntuale definizione all’interno di un Regolamento approvato e rivisto annualmente dal Consiglio di Amministrazione. Il Consiglio di Amministrazione attribuisce al Comitato il compito di supportarlo, con funzioni propositive e consultive, in materia di politiche di remunerazione.
Il Collegio Sindacale verifica l’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile della Capogruppo e sul suo concreto funzionamento. Il Collegio Sindacale valuta, altresì, l’efficienza e l’efficacia del sistema dei controlli interni segnalando all’organo amministrativo eventuali anomalie o carenze. L’organo di controllo è nominato dall’Assemblea dei Soci ed è composto da tre sindaci effettivi e due supplenti.
Di seguito il dettaglio della struttura di Governance delle Compagnie del Gruppo:
Modena Capitale S.p.A.
Al 31/12/2019 il Consiglio di Amministrazione di Modena Capitale S.p.A. è composto da sei consiglieri. Al Presidente sono attribuiti i poteri di ordinaria amministrazione. Si segnala che il Consigliere Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxxx ha rassegnato le proprie dimissioni con efficacia dal 31/05/2019. Il Consiglio non ha ritenuto necessario provvedere all'integrazione di un nuovo membro, anche in considerazione del fatto che le competenze professionali della Dott.ssa Xxxxxxx risultavano adeguatamente ricoperte da altri consiglieri.
Di seguito si fornisce una rappresentazione schematica dell’articolazione dell’organo amministrativo, con evidenza delle principali deleghe attribuite.
CONSIGLIERI SENZA DELEGHE OPERATIVE | PRINCIPALI RUOLI |
Xxxxxxx Xxxxxxx | Presidente (dal 04/04/2018) |
Xxxxxxxxxx Xxxxxx | Amministratore |
Xxxxxxx Xxxxxx* ** | Amministratore |
Xxxxx Xxxxxx* ** | Amministratore |
Xxxxxx Xxxxxxxx* ** | Amministratore |
Xxxxxx Xxxxxxxxx | Amministratore |
*Membri del Comitato del Controllo Interno (Pres. Xxxx. Xxxxxx))
** Membri del Comitato Remunerazioni (Pres. Prof. Cannone)
Il Consiglio di Amministrazione procede con cadenza annuale, nel rispetto delle Disposizioni di Vigilanza e sulla base di quanto previsto dall’apposito “Regolamento del Consiglio di Amministrazione e degli Altri Organi Sociali” adottato in data 20 giugno 2019, ad effettuare la propria autovalutazione sulla composizione e sul funzionamento dell’organo amministrativo
I risultati dell’autovalutazione, esaminati dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 12 dicembre 2019, hanno evidenziato come l’organo amministrativo della Società sia pienamente consapevole dei propri poteri e degli obblighi inerenti alle funzioni che è chiamato ricoprire. Confermando inoltre l’adeguatezza della propria composizione, quantitativa e qualitativa, in relazione alle dimensioni e alla complessità dall’azienda.
La “Policy Fit & Proper” approvata dalla Società ai sensi di quanto previsto dal Reg. Ivass 38/2018, prevede, infatti, che il Consiglio di Amministrazione, nella sua composizione ottimale, sia costituito da un minimo di 5 ad un massimo di 9 membri (l’articolo 20 dello Statuto sociale prevede che il Consiglio di Amministrazione sia formato da un minimo di 5 ad un massimo di 30 membri). Dispone inoltre che il Consiglio, sulla base di quanto previsto dall’art. 5 comma 2 lett. n) del Regolamento n. 38/2018 e delle best pratices diffuse sul mercato, debba possedere nel suo complesso specifiche e comprovate conoscenze ed esperienze, a livello professionale e/o manageriale nelle aree di seguito indicate:
▪ mercati assicurativi e finanziari;
▪ sistemi di governance (inclusi i sistemi di incentivazione del personale);
▪ analisi finanziaria ed attuariale;
▪ quadro regolamentare;
▪ strategie commerciali, modelli di impresa e processi di gestione aziendale;
▪ relazione con i soci, stakeholder e mercato.
Il Consiglio di Amministrazione della Società è ad oggi composto da un numero di 6 membri e tutte le aree di competenza sopraindicate sono adeguatamente rappresentate.
Al fine di monitorare e prevenire i potenziali conflitti di interesse, in relazione a proposte di operazioni con parti correlate o che coinvolgano interessi degli stessi amministratori, la Capogruppo ha approvato una politica per le operazioni infragruppo dove vengono definiti, in relazione ad ogni singola tipologia di operazione, le linee guida e limiti di operatività, prevedendo misure atte a prevenire potenziali conflitti di interesse e ad assicurare che l’operazione venga realizzata nel miglio interesse della Società (ad esempio confronto tra più preventivi, acquisizione perizie, ecc.).
La politica stabilisce che in ogni caso tutte le operazioni infragruppo o con parti correlate debbano essere approvate dal Consiglio di Amministrazione all’unanimità e con il parere favorevole del Collegio sindacale, previa verifica del rispetto dei limiti e delle regole stabiliti dalla politica; i consiglieri o gli esponenti aziendali in potenziale conflitto di interessi devono astenersi dal prendere parte alla discussione e alla votazione in ordine alle operazioni che li riguardano, esplicitando l’esistenza e la
natura del potenziale conflitto.
Le Funzioni Fondamentali sono articolate in distinte e specifiche unità organizzative e rispondono direttamente al Consiglio di Amministrazione.
In coerenza ed in attuazione del Piano per l’acquisizione del ruolo di Capogruppo presentato ad Ivass, Modena Capitale e Assicuratrice Milanese hanno definito accordi contrattuali per la gestione in outsourcing da parte della controllante del Servizio di Segreteria Generale ed Affari Societari e di tutte le funzioni fondamenti (la funzione Risk Management con effetto dal 1° febbraio 2020) di Assicuratrice Milanese S.p.A., e Il corrispettivo per tali servizi è stato definito in proporzione ai costi sostenuti dalla controllante per tali funzioni.
Tale scelta ha avuto l’obiettivo di assicurare la massima efficienza, efficacia ed economicità dei servizi a livello di Gruppo, nonché di garantire il pieno coordinamento delle funzioni di controllo tra la Capogruppo e le controllate. Le unità accentrate hanno svolto le proprie funzioni sulla base di specifici contratti di esternalizzazione definiti nella cornice di un complessivo Accordo Quadro.
Nella tabella seguente sono indicati, per ciascuna funzione fondamentali, il Titolare della Funzione.
FUNZIONE FONDAMENTALE | TITOLARE DELLA FUNZIONE |
Internal Audit | Xxxx. Xxxxxx Xxxxxxxxxxx |
Compliance | Avv. Xxxxx Xxxxxxxxxxxx |
Risk Management* | Xxxx. Xxxxxxx Xxx |
Attuariale | Xxxx. Xxxxxxxx Xxxxx |
*con effetto dal 1° febbraio 2020
Le funzioni di controllo sono adeguatamente strutturate, tenuto conto della dimensione del Gruppo, dispongono dei necessari poteri e risorse per lo svolgimento dell’attività e sono completamente indipendenti, anche sotto il profilo gerarchico, rispetto alle aree operative. Inoltre sono tra di loro autonome e indipendenti, pur assicurando la reciproca collaborazione.
Le vigenti Politiche di remunerazione della Capogruppo sono state definite dal Consiglio di Amministrazione e approvate dall’Assemblea dei Soci del 15 Aprile 2019. I medesimi principi e contenuti, con le dovute calibrazioni, sono recepiti dalle società del Gruppo mediante specifici pronunciamenti assembleari.
I principi di riferimento a cui le politiche remunerative si ispirano, sono orientati ad assicurare:
• la complessiva coerenza e conformità delle politiche e prassi di remunerazione con le disposizioni vigenti, verificandone la coerente attuazione;
• l’adeguata gestione dei rischi significativi connessi ad aspetti attinenti alle remunerazioni;
• che le remunerazioni concesse non pregiudichino la capacità di mantenere una base patrimoniale adeguata;
• che gli accordi di remunerazione con i fornitori di servizi non incoraggino un’eccessiva assunzione di rischi, in considerazione della strategia di gestione del rischio della Compagnia e del Gruppo nel suo complesso;
• che i sistemi di remunerazione siano idonei a garantire il rispetto delle disposizioni di legge, regolamentari e statutarie nonché di eventuali codici etici, promuovendo l’adozione di comportamenti ad essi conformi;
• che la remunerazione, nelle sue componenti fissa e variabile, rifletta l’esperienza professionale e le responsabilità organizzative assegnate e sia coerente con la natura, portata e complessità dei rischi inerenti all’attività del Gruppo.
La Capogruppo è consapevole che la remunerazione rappresenta uno dei fattori principali di attrazione e di mantenimento al proprio interno di soggetti con professionalità e capacità adeguate all’esigenza dell’impresa.
Al contempo, garantisce che i sistemi retributivi ed incentivanti non siano in contrasto con gli obiettivi strategici, i valori aziendali, la redditività e l’equilibrio dell’impresa nel medio-lungo periodo e con le politiche di sana e prudente gestione del rischio.
Le politiche di remunerazione, così come le procedure per mezzo delle quali esse sono attuate, sono oggetto di verifica da parte delle Funzioni di Controllo, come previsto dall’art. 58 del Reg. IVASS 38/2018. Tali verifiche avvengono di norma ex ante per la Funzione Risk Management e la Funzione Compliance, e, tipicamente, ex post e su base campionaria per la Funzione di Internal Audit.
Si riporta di seguito una sintetica descrizione dei meccanismi retributivi definiti per l’esercizio 2019 per ciascuna delle categorie di destinatari a cui la vigente Politica si applica.
Consiglio di Amministrazione e membri dei Comitati Consigliari
I compensi dei membri del consiglio di amministrazione sono fissi e determinati su base annua.
L’Assemblea dei Soci determina l’ammontare massimo, entro il quale il Consiglio di Amministrazione definisce i compensi per ciascun amministratore. In tale contesto, il Consiglio di Amministrazione può tenere conto del contributo fornito dai singoli consiglieri alla gestione ordinaria della Società, anche con riferimento ai poteri ed alle deleghe conferiti a ciascuno dal medesimo Organo.
Per gli amministratori che non percepiscono un compenso fisso, l’Assemblea dei Soci riconosce l’erogazione di un gettone di presenza per ciascuna adunanza.
In nessun caso sono previste forme di remunerazione basate su strumenti finanziari o benefici di natura non monetaria.
Collegio Sindacale
Gli emolumenti per i componenti del Collegio Sindacale sono determinati in misura fissa dall’Assemblea dei Soci all’atto della nomina e per tutto il periodo di durata nella carica.
Detto compenso è determinato sulla base del vigente tariffario dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.
Non sono previste né componenti di remunerazione variabile o comunque legate ai risultati, né forme di remunerazione basate su strumenti finanziari.
Personale rilevante
Titolari e personale delle Funzioni Fondamentali
Per il “personale rilevante” di Modena Capitale si applica quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di riferimento, eventualmente integrato in base ad accordi individuali sottoscritti con il singolo.
La rilevanza del peso della componente fissa è prevista all'interno del pacchetto retributivo complessivo, in modo tale da ridurre l’adozione di comportamenti eccessivamente orientati al rischio e da scoraggiare iniziative focalizzate sui risultati di breve termine. La componente fissa della retribuzione è commisurata alle responsabilità, ai compiti, all’importanza del ruolo e all’anzianità lavorativa del singolo.
A seguito di specifica valutazione del Presidente del Consiglio di Amministrazione, l’offerta retributiva al personale rilevante può essere completata anche da diverse tipologie di benefit che rappresentano un elemento del pacchetto retributivo complessivo.
Come anticipato, l’organico delle Funzioni Internal Audit, Compliance e Attuariale (oltre alla funzione Risk Management dal 1# febbraio 2020) – assunto in Modena Capitale – prestano il loro servizio a livello di Gruppo (e prioritariamente per la controllata Assicuratrice Milanese), al fine di sviluppare competenze comuni all’interno del Gruppo e allo stesso tempo di evitare la duplicazione delle attività mediante esternalizzazione a fornitori esterni. Secondo opportune previsioni contrattuali – definite tra le parti secondo i criteri previsti dalla specifica policy approvata in ottemperanza alle disposizioni vigenti in materia di esternalizzazione – il compenso fisso che Assicuratrice Milanese è tenuta a corrispondere a Modena Capitale deve essere calcolato in modo proporzionale al costo del personale delle funzioni fondamentali esternalizzate, prevedendo anche il rimborso di una quota forfettaria di costi di struttura.
Anche per il “personale rilevante” non sono previste remunerazioni variabili o basate su strumenti finanziari.
Assicuratrice Milanese S.p.A.
Al 31 dicembre 2019, il Consiglio di Amministrazione è formato da dieci consiglieri. Le deleghe operative risultano ripartite tra una pluralità di consiglieri, evitando pertanto fenomeni di concentrazione, mentre il sistema dei poteri di firma assicura il necessario bilanciamento e controllo rispetto all’operato posto in essere dai consiglieri con deleghe operative.
Per l’espletamento dei compiti relativi al sistema dei controlli interni, il Consiglio di Amministrazione ha istituito un Comitato di Controllo per il Controllo Interno e i Rischi, composto da tre amministratori non esecutivi ed indipendenti.
Di seguito si fornisce una rappresentazione schematica dell’articolazione dell’organo amministrativo, con evidenza delle principali deleghe attribuite, segnalando che, nel corso del 2019, non sono intervenute variazioni con riferimento alle deleghe attribuite agli amministratori esecutivi. Si sottolinea, inoltre, che è rimasta invariata la composizione del Comitato Cauzioni, organo con poteri deliberativi in relazione alle esposizioni superiori a euro 750.000.
Con riferimento alla composizione dell'Organo Amministrativo si segnala che il Consigliere Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxxx ha rassegnato le proprie dimissioni con efficacia dal 31/05/2019. Il Consiglio non ha ritenuto necessario provvedere all'integrazione di un nuovo membro, anche in considerazione del fatto che le competenze professionali della Dott.ssa Xxxxxxx risultavano adeguatamente ricoperte da altri consiglieri.
CONSIGLIERI CON DELEGHE ESECUTIVE | PRINCIPALI DELEGHE |
Dott. Xxxxxxxxxx Xx Xxxxxx** | Supervisione area sinistri, Riassicurazione |
Xxxx. Xxxxxxx Xxxxxxx | Commerciale |
Prof. Avv. Xxxxxxxxx Xxxxxx | Sviluppo commerciale strategico, Marketing |
Dott.ssa Xxxxxx Xxxxxxxxxx | Gestione finanziaria e investimenti |
Dott.ssa Xxxxxxxxx Xxxxxx Xxxxxx** | Organizzazione e IT, Personale, Pianificazione strategica |
CONSIGLIERI SENZA DELEGHE ESECUTIVE | RUOLO |
Avv. Xxxxxxxxx Xxxxxxx** | Presidente del Consiglio di Amministrazione |
Avv. Xxxxxx Xxxxx* | Amministratore |
Xxxx. Xxxxxxxx Xxxxxx* | Amministratore |
Xxxx. Xxxxxxxx Xxxxxx | Amministratore |
Avv. Xxxxxxxxxxxx Xxxxxxxxx* | Amministratore |
* Membri del comitato di Controllo per il Controllo Interno e i Xxxxxx (Presidente Xxxx. Xxxxxx)
** Membri del Comitato Cauzioni
Il Consiglio di Amministrazione procede con cadenza annuale, nel rispetto delle Disposizioni di Vigilanza e sulla base di quanto previsto dall’apposito “Regolamento del Consiglio di Amministrazione e degli Altri Organi Sociali” adottato in data 20 giugno 2019, ad effettuare la propria autovalutazione sulla composizione e sul funzionamento dell’organo amministrativo
I risultati dell’autovalutazione, esaminati dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 12 dicembre 2019, hanno evidenziato come l’organo amministrativo della Società sia pienamente consapevole dei propri poteri e degli obblighi inerenti alle funzioni che è chiamato ricoprire. Confermando inoltre l’adeguatezza della propria composizione, quantitativa e qualitativa, in relazione alle dimensioni e alla complessità dall’azienda.
La “Policy Fit & Proper” approvata dalla Società ai sensi di quanto previsto dal Reg. Ivass 38/2018, prevede, infatti, che il Consiglio di Amministrazione, nella sua composizione ottimale, sia costituito da un minimo di 5 ad un massimo di 9 membri (l’articolo 20 dello Statuto sociale prevede che il Consiglio di Amministrazione sia formato da un minimo di 5 ad un massimo di 30 membri). Dispone inoltre che il Consiglio, sulla base di quanto previsto dall’art. 5 comma 2 lett. n) del Regolamento n. 38/2018 e delle best pratices diffuse sul mercato, debba possedere nel suo complesso specifiche e comprovate conoscenze ed esperienze, a livello professionale e/o manageriale nelle aree di seguito indicate:
▪ mercati assicurativi e finanziari;
▪ sistemi di governance (inclusi i sistemi di incentivazione del personale);
▪ analisi finanziaria ed attuariale;
▪ quadro regolamentare;
▪ strategie commerciali, modelli di impresa e processi di gestione aziendale;
Il Consiglio di Amministrazione della Compagnia è ad oggi composto da un numero di 10 membri e tutte le aree di competenza sopraindicate sono rappresentate da almeno due consiglieri.
Al fine di monitorare e prevenire i potenziali conflitti di interesse, in relazione a proposte di operazioni con parti correlate o che coinvolgano interessi degli stessi amministratori, la Compagnia ha approvato una politica per le operazioni infragruppo dove vengono definiti, in relazione ad ogni singola tipologia di operazione, le linee guida e limiti di operatività, prevedendo misure atte a prevenire potenziali conflitti di interesse e ad assicurare che l’operazione venga realizzata nel miglio interesse della Società (ad esempio confronto tra più preventivi, acquisizione perizie, ecc.).
La politica stabilisce che in ogni caso tutte le operazioni infragruppo o con parti correlate debbano essere approvate dal Consiglio di Amministrazione all’unanimità e con il parere favorevole del Collegio sindacale, previa verifica del rispetto dei limiti e delle regole stabiliti dalla politica; i consiglieri o gli esponenti aziendali in potenziale conflitto di interessi devono astenersi dal prendere parte alla discussione e alla votazione in ordine alle operazioni che li riguardano, esplicitando l’esistenza e la natura del potenziale conflitto.
La Compagnia è dotata di funzioni di controllo (c.d. “funzioni fondamentali”) permanenti e indipendenti secondo quanto di seguito indicato:
• funzione di conformità alle norme (Compliance);
• funzione di controllo dei rischi (Risk Management);
• funzione Attuariale;
• funzione di revisione interna (Internal Audit).
Allo scopo di garantire autonomia e indipendenza alle quattro funzioni di controllo, la nomina dei relativi Titolari è di competenza del Consiglio di Amministrazione. I Titolari delle quattro funzioni devono essere in possesso di requisiti di onorabilità e professionalità che sono identificati e definiti nella Politica in materia di requisiti di idoneità alla carica.
Il Titolare della Funzione pianifica annualmente le attività di competenza in modo da identificare gli interventi che intende eseguire, tenendo conto delle eventuali carenze emerse nei controlli già eseguiti e di eventuali nuovi rischi identificati. Il Titolare della Funzione presenta, almeno annualmente, una relazione all’Organo Amministrativo che riepiloga l’attività svolta e le verifiche effettuate, i risultati emersi, gli interventi di folllow-up con indicazione degli esiti delle verifiche, del tipo, dell’efficacia e della tempistica dell’intervento effettuato per rimuovere le criticità rilevate.
In caso di accentramento delle attività delle funzioni fondamentali presso la Capogruppo, in coerenza con i criteri definiti dalla Politica di Esternalizzazione della Compagnia, il Consiglio di Amministrazione - su proposta del Comitato per il Controllo Interno e i Rischi e sentito il Collegio Sindacale – designa un Titolare interno, cui è assegnata la complessiva responsabilità della funzione esternalizzata. Il Titolare interno deve essere in possesso dei requisiti di idoneità alla carica, la cui sussistenza dei requisiti è accertata secondo i criteri e le modalità definite dall’ apposita Politica descritti nella sezione B.2 (c.d. Politica “Fit & Proper”). Inoltre, il Consiglio di Amministrazione è tenuto a verificare – nelle medesime modalità previste dalla citata politica – la sussistenza dei requisiti in capo al Responsabile presso il fornitore.
Il Titolare interno della funzione fondamentale esternalizzata ha la responsabilità di valutare in maniera critica la prestazione svolta dal fornitore, nonché i relativi risultati raggiunti, in coerenza con le effettive esigenze della Compagnia. A tal fine, il Titolare interno della Funzione e il Responsabile presso il fornitore, pur nel rispetto dei differenti ruoli attribuiti dalle disposizioni vigenti, instaurano rapporti di fattiva collaborazione orientati a garantire l’efficacia delle metodologie di audit, nonché del complessivo sistema dei controlli interni definito.
A seguito dell’ingresso della Compagnia nel Gruppo Assicurativo Modena Capitale e, progressivamente, dall’Agosto 2017 al Novembre 2019, tutte le funzioni fondamentali sono state esternalizzate alla Capogruppo Modena Captale S.p.a. (la funzione Risk Management con effetto dal 1° febbraio 2020). Tale scelta ha perseguito l’obiettivo di assicurare la massima efficienza, efficacia ed economicità dei servizi a livello di Gruppo, nonché di garantire il pieno coordinamento delle funzioni di controllo tra la Capogruppo e le controllate.
Per ogni funzione fondamentale esternalizzata, la Compagnia ha quindi individuato, tra gli amministratori indipendenti e non esecutivi, un titolare interno munito di adeguate competenze.
Nella tabella seguente sono indicati, per ciascuna funzione fondamentale, il Titolare Interno e il Responsabile presso il fornitore.
FUNZIONE FONDAMENTALE | TITOLARE INTERNO | RESPONSABILE PRESSO IL FORNITORE |
Internal Audit | Avv. Xxxxxx Xxxxx | Xxxx. Xxxxxx Xxxxxxxxxxx |
Compliance | Avv. Xxxxxxxxxxxx Xxxxxxxxx | Avv. Xxxxx Xxxxxxxxxxxx |
Risk Management* | Xxxx. Xxxxxxxx Xxxxxx | Xxxx. Xxxxxxx Xxx |
Attuariale | Xxxx. Xxxxxxxx Xxxxxx | Xxxx. Xxxxxxxx Xxxxx |
*con effetto dal 1° febbraio 2020
Oltre a quanto sopra riportato, nel corso dell’esercizio 2019 non sono state apportate modifiche alla struttura organizzativa della Compagnia.
Le vigenti Politiche di remunerazione della Compagnia sono state definite dal Consiglio di Amministrazione, sulla base delle linee guida approvate dalla Capogruppo Modena Capitale, e approvate dall’Assemblea dei Soci del 15 Aprile 2019).
I principi di riferimento a cui le politiche remunerative si ispirano, sono orientati ad assicurare:
• la complessiva coerenza e conformità delle politiche e prassi di remunerazione con le disposizioni vigenti, verificandone la coerente attuazione;
• l’adeguata gestione dei rischi significativi connessi ad aspetti attinenti alle remunerazioni;
• che le remunerazioni concesse non pregiudichino la capacità di mantenere una base patrimoniale adeguata;
• che gli accordi di remunerazione con i fornitori di servizi non incoraggino un’eccessiva assunzione di rischi, in considerazione della strategia di gestione del rischio della Compagnia e del Gruppo nel suo complesso;
• che i sistemi di remunerazione siano idonei a garantire il rispetto delle disposizioni di legge, regolamentari e statutarie nonché di eventuali codici etici, promuovendo l’adozione di comportamenti ad essi conformi;
• che la remunerazione, nelle sue componenti fissa e variabile, rifletta l’esperienza professionale e le responsabilità organizzative assegnate e sia coerente con la natura, portata e complessità dei rischi inerenti all’attività del Gruppo.
La Compagnia è consapevole che la remunerazione rappresenta uno dei fattori principali di attrazione e di mantenimento al proprio interno di soggetti con professionalità e capacità adeguate all’esigenza dell’impresa.
Al contempo, garantisce che i sistemi retributivi ed incentivanti non siano in contrasto con gli obiettivi strategici, i valori aziendali, la redditività e l’equilibrio dell’impresa nel medio-lungo periodo e con le politiche di sana e prudente gestione del rischio.
In coerenza con la natura societaria ed i principi che ne ispirano l’attività, nella determinazione delle politiche di remunerazione, la Compagnia rispetta anche i seguenti principi:
• tendenza a trattamenti economici uniformi in presenza di ruoli e responsabilità equivalenti;
• tendenza all’equilibrio del livello retributivo aziendale con quello del mercato di riferimento;
• continuità e gradualità nell’applicazione del sistema premiante che orienti i risultati ed i comportamenti adottati nel medio – lungo periodo.
Le politiche di remunerazione, così come le procedure per mezzo delle quali esse sono attuate, sono oggetto di verifica da parte delle Funzioni di Controllo, come previsto dall’art. 58 del Reg. IVASS 38/2018. Tali verifiche avvengono di norma ex ante per la Funzione Risk Management e la Funzione Compliance, e, tipicamente, ex post e su base campionaria per la Funzione di Internal Audit.
Si riporta di seguito una sintetica descrizione dei meccanismi retributivi definiti per l’esercizio 2019 per ciascuna delle categorie di destinatari a cui la vigente Politica si applica.
Consiglio di Amministrazione e membri dei Comitati Consigliari
I compensi dei membri del consiglio di amministrazione sono fissi e determinati su base annua.
L’Assemblea dei Soci determina l’ammontare massimo, entro il quale il Consiglio di Amministrazione definisce i compensi per ciascun amministratore. In tale contesto, il Consiglio di Amministrazione può tenere conto dei poteri assegnati ai membri di tali Comitati in sede di ripartizione del monte compensi assegnato dall’Assemblea dei Soci.
Per gli amministratori che non percepiscono un compenso fisso, l’Assemblea dei Soci riconosce l’erogazione di un gettone di presenza per ciascuna adunanza.
In nessun caso sono previste forme di remunerazione basate su strumenti finanziari o benefici di natura non monetaria.
Collegio Sindacale
Gli emolumenti per i componenti del Collegio Sindacale sono determinati in misura fissa dall’Assemblea dei Soci all’atto della nomina e per tutto il periodo di durata nella carica.
Detto compenso è determinato sulla base del vigente tariffario dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.
Non sono previste né componenti di remunerazione variabile o comunque legate ai risultati, né forme di remunerazione basate su strumenti finanziari.
Personale rilevante
Titolari e personale delle Funzioni Fondamentali
La attività delle Funzioni Fondamentali sono svolte in outsourcing dalle rispettive funzioni della Capogruppo Modena Capitale, in virtù di un contratto di esternalizzazione sottoscritto tra le parti.
Le retribuzioni dei responsabili presso l’outosourcer, nonché dell’ulteriore personale in forze alle funzioni fondamentali, sono determinate dalla Capogruppo sulla base della propria policy remunerativa che comunque non prevede componenti variabili di retribuzione.
Anche per i Titolari e l’ulteriore personale delle funzioni fondamentali non sono previste remunerazioni variabili o basate su strumenti finanziari.
Si sottolinea che, in virtù della scelta di esternalizzare presso la Capogruppo le Funzioni Fondamentali, la Compagnia è comunque tenuta alla nomina di titolari interni, che sono individuati tra i membri del Consiglio di Amministrazione, nel rispetto dei requisiti di idoneità previsti. Di conseguenza, per Assicuratrice Milanese i titolari delle Funzioni Fondamentali sono assoggettati ai requisiti di remunerazione previsti per gli amministratori.
Risk Taker
In ottemperanza alle previsioni del Regolamento, la Compagnia ha attivato un processo di autovalutazione al fine di identificare le categorie di soggetti la cui attività professionale può generare un impatto rilevante sul profilo di rischio, anche potenziale, dell’impresa (c.d. soggetti Risk Taker).
L’analisi di rilevanza ricomprende i rischi espressamente indicati nella normativa di Vigilanza, che rappresentano un insieme completo e sostanziale dei potenziali rischi cui può essere esposta la Società in virtù delle caratteristiche della propria operatività.
In considerazione del modello organizzativo scelto e delle indicazioni fornite dalla Capogruppo, la Compagnia identifica, con periodicità almeno annuale e comunque in occasione di ogni modifica rilevante alla struttura organizzativa, i ruoli e le categorie di soggetti che rientrano nella nozione di “personale rilevante” assumendo i seguenti parametri valutativi:
• posizione rivestita;
• grado di responsabilità;
• livello gerarchico;
• attività svolta;
• deleghe e poteri conferiti;
• ammontare della remunerazione corrisposta;
• possibilità di assumere posizioni di rischio, generare profitti o incidere su altre poste contabili per importi rilevanti.
Le remunerazioni variabili riconosciute ai soggetti sopra indicati sono disciplinate secondo regole che prevedono, oltre al raggiungimento di obiettivi predefiniti (di natura qualitativa e quantitativa), anche il pagamento parziale del premio di competenza in via differita sui due esercizi successivi a quello di maturazione, nonché clausole di claw-back (obbligo di restituzione della quota variabile in
caso di evoluzione negativa degli aggregati economico-patrimoniali di riferimento per il riconoscimento della componente variabile negli anni successivi all’esercizio di maturazione).
ASS.MI. 1 IMM. S.p.A.
La Società è amministrata da due Consiglieri, il Presidente Xxxxxxx Xxxxxxx e il consigliere Xxxxxxx Xxxxxx, munito delle deleghe operative. Al 31/12/2019 inoltre, non ha dipendenti.
Il Collegio Sindacale è composto dal Presidente e da due sindaci effettivi. Sono stati inoltre nominati due sindaci supplenti.
G.A.M. SERVIZI S.r.l.
La Società è amministrata da un Consiglio di Amministrazione composto da tre membri. Al 31/12/2019 la Società non ha dipendenti in organico.
Il Collegio Sindacale è composto dal Presidente e da due sindaci effettivi. Sono stati inoltre nominati due sindaci supplenti.
B.2 REQUISITI DI COMPETENZA E ONORABILITÀ
Il Gruppo ha approvato una Politica sui requisiti di indipendenza, onorabilità e professionalità (c.d. Policy “Fit & Proper”) per i seguenti soggetti:
• membri del Consiglio di Amministrazione;
• membri del Collegio Sindacale;
• titolari e dipendenti delle funzioni fondamentali (Internal Audit, Compliance, Risk Management, Attuariale);
• personale “risk taker”.
La Politica “Fit & Proper” stabilisce i criteri per la valutazione della sussistenza dei requisiti di idoneità alla carica e le modalità di verifica degli stessi, nel rispetto del “principio di proporzionalità”, tenendo quindi conto della rilevanza e della complessità del ruolo ricoperto, delle responsabilità attribuiti e delle deleghe conferite, in particolare:
• definisce ruoli e responsabilità dei soggetti coinvolti nel processo di valutazione dei requisiti di idoneità alla carica;
• identifica situazioni che implicano la decadenza, sospensione ed eventuale revoca dalla carica ricoperta all’interno della Società;
• prevede una verifica periodica volta ad accertare il mantenimento nel tempo dei requisiti di idoneità alla carica;
• identifica gli eventi che comportano nuove valutazioni dei requisiti di idoneità alla carica ricoperta all’interno della Società;
• identifica gli altri collaboratori rilevanti non soggetti, per disposizioni normative, al possesso dei requisiti in parola, ma per i quali la Società ritiene comunque necessario effettuare delle valutazioni in termini di professionalità e onorabilità, stabilendone i requisiti di idoneità.
Per il corretto assolvimento dei propri compiti è necessario che i soggetti preposti alle funzioni di amministrazione, direzione e controllo siano pienamente consapevoli dei poteri e degli obblighi inerenti l’incarico loro assegnato.
Ogni membro dell’Organo Amministrativo:
• deve possedere i requisiti di onorabilità previsti dall’art. 5 del Decreto del Ministero Sviluppo Economico 11 novembre 2011 n. 220 (di seguito D.M. 220/2011);
• deve possedere i requisiti di professionalità di cui all’art. 3 del D.M. 220/2011;
• non deve trovarsi in una delle situazioni impeditive di cui all’art.4 del D.M. 220/2011;
• deve possedere i requisiti di indipendenza previsti dall’art. 6 del D.M. 220/2011;
• ai sensi dell’art. 36 del D.L. 6 dicembre 2011 n. 201, come convertito dalla Legge 22 dicembre 2011 n. 214, non deve ricoprire cariche negli organi gestionali, di sorveglianza o di controllo e non deve svolgere funzioni di vertice in imprese o gruppi di imprese operanti nei mercati del credito, assicurativi e finanziari concorrenti nel medesimo mercato del prodotto e geografico con la Compagnia;
• non deve trovarsi in una delle situazioni di decadenza, sospensione o revoca di cui all’art. 7, comma 2, del D.M. 220/2011.
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione è scelto, secondo criteri di professionalità e competenza, tra persone che abbiano maturato una esperienza complessiva di almeno un quinquennio con riferimento esclusivamente a quanto disposto dall’art. 3 comma 1 lettere a), c) e d).
Ogni membro dell’Organo di Controllo:
• deve possedere i requisiti di onorabilità previsti dall’art. 5 del D.M. 220/2011;
• deve possedere i requisiti di professionalità di cui all’art. 3, comma 1, del D.M. 220/2011;
• non deve trovarsi in una delle situazioni impeditive di cui all’art.4 del D.M. 220/2011;
• deve possedere i requisiti di indipendenza previsti dall’art. 6 del D.M. 220/2011;
• ai sensi dell’art. 36 del D.L. 6 dicembre 2011 n. 201, come convertito dalla Legge 22 dicembre 2011 n. 214, non deve ricoprire cariche negli organi gestionali, di sorveglianza o di controllo e non deve svolgere funzioni di vertice in imprese o gruppi di imprese operanti nei mercati del credito, assicurativi e finanziari concorrenti nel medesimo mercato del prodotto e geografico con la Compagnia;
• non deve trovarsi in una delle situazioni di decadenza, sospensione o revoca di cui all’art. 7, comma 2, del D.M. 220/2011.
• deve essere iscritto al Registro dei Revisori Contabili.
Per i Titolari delle Funzioni Fondamentali viene richiesta la sussistenza dei medesimi requisiti di onorabilità ed indipendenza previsti per gli amministratori. Tali requisiti dovranno essere rispettati anche in caso di esternalizzazione delle Funzioni di Controllo.
La Politica stabilisce inoltre che anche per le ulteriori risorse appartenenti alle Funzioni Fondamentali trovino applicazione le disposizioni già previste per il rispettivo Titolare, con riferimento ai requisiti di onorabilità, indipendenza, decadenza, nonché alla presenza di situazioni impeditive e al divieto di interlocking.
Parimenti, anche per il così detto personale “risk taker” – individuato a seguito di un processo di autovalutazione i cui esiti sono resi noti, motivati e formalizzati all’interno della Politica di Remunerazione e aggiornati periodicamente – trovano applicazione le disposizioni già previste per gli Amministratori della Società, con riferimento ai requisiti di onorabilità, indipendenza, decadenza, nonché alla presenza di situazioni impeditive e al divieto di interlocking, così come definite dal Decreto Ministeriale vigente.
Da un punto di vista qualitativo, le aree di competenza che Il Consiglio di Amministrazione deve presentare nel suo complesso per il corretto ed efficace svolgimento dei propri compiti sono:
• mercati assicurativi e finanziari;
• sistemi di governance (inclusi i sistemi di incentivazione del personale);
• analisi finanziaria ed attuariale;
• quadro regolamentare;
• strategie commerciali, modelli di impresa e processi di gestione aziendale;
• relazioni con Soci, stakeholder e mercato.
La Politica “Fit & Proper” della Capogruppo raccomanda che tutte le aree di competenza sopraindicate siano possibilmente rappresentate da almeno due consiglieri, in quanto la compresenza di competenze ed esperienze diversificate assicura la complementarietà dei profili professionali e favorisce la dialettica e l’efficiente funzionamento del Consiglio. La diversificazione e quindi la specialità delle competenze consente altresì di attribuire agli amministratori incarichi correlati alle competenze stesse nell’ambito dell’Organo e nei Comitati endo-consiliari.
Con riferimento ai requisiti di professionalità per i Titolari delle Funzioni Fondamentali, la Politica in materia di requisiti di idoneità alla carica stabilisce quanto segue.
I Titolari della Funzione Internal Audit e della Funzione di Compliance:
• devono possedere una Laurea in Discipline Giuridiche e/o economico-finanziarie (Economia e Commercio, Economia Aziendale, Scienze Economiche, Bancarie, Finanziarie e Assicurative);
• devono aver maturato un’esperienza di almeno tre anni nell’ambito di:
- funzioni di controllo di imprese operanti nel settore assicurativo, creditizio o finanziario;
- società di revisione contabile, purché le attività di controllo svolte abbiano interessato anche realtà del settore assicurativo, creditizio o finanziario;
- società di consulenza, purché le progettualità sviluppate svolte abbiano interessato anche i profili di governance societaria e sistemi di controllo inerenti realtà del settore assicurativo, creditizio o finanziario;
- attività professionale in ambito legale, purché essa abbia riguardato nello specifico anche materie assicurative.
Il Titolare della Funzione Risk Management:
• deve possedere una laurea in discipline matematico-attuariali e/o economico-finanziarie (Economia e Commercio, Economia Aziendale, Scienze Economiche, Bancarie, Finanziarie e Assicurative);
• deve aver maturato un’esperienza di almeno tre anni nel settore della gestione dei rischi in ambito assicurativo, creditizio o finanziario, anche presso società di consulenza specializzate;
• deve preferibilmente possedere anche competenze di natura attuariale.
Il Titolare della Funzione Attuariale deve essere iscritto nell’albo professionale di cui alla legge 9 febbraio 1942, n. 194, ed essere in possesso di:
• conoscenze di matematica attuariale e finanziaria, adeguate alla natura, alla portata e alla complessità dei rischi inerenti all’attività della Compagnia e del Gruppo;
• comprovata esperienza professionale nelle materie rilevanti ai fini dell’espletamento dell’incarico.
In caso di esternalizzazione delle funzioni di controllo sia all’interno che all’esterno del Gruppo, i medesimi requisiti devono essere posseduti dai soggetti presso cui l’attività è esternalizzata ovvero, in
caso di esternalizzazione ad una società o associazione, al referente indicato quale responsabile presso l’outsourcer dell’attività esternalizzata.
Per l’ulteriore personale appartenente alle funzioni fondamentali e per il personale così detto “risk taker”, il requisito di professionalità è calibrato – secondo linee guida definite nella Politica di “Fit & Proper” – in relazione alla tipologia di attività, all’inquadramento contrattuale previso, alla rilevanza e complessità dell’incarico.
B.2.1 PROCEDURA PER LA VERIFICA DEI REQUISITI
Al fine di consentire la verifica dei requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza, i soggetti candidati all’assunzione delle cariche e delle funzioni di controllo, prima della nomina devono:
• presentare una dichiarazione attestante il possesso dei requisiti di onorabilità e l’assenza di cause impeditive all’assunzione della carica previsti dalle diverse normative applicabili in relazione all’incarico ricoperto;
• consegnare una copia del proprio curriculum vitae aggiornato, corredato dall’elenco delle cariche di direzione, amministrazione e controllo eventualmente ricoperte, in attualità, in altra società, precisando l’attività svolta dalle altre società;
• segnalare eventuali ulteriori incarichi o rapporti professionali, economici o patrimoniali in essere con altre società di assicurazione o di riassicurazione, ovvero con loro controllate o controllanti, precisando se detti incarichi o rapporti possono incidere negativamente sulla loro indipendenza.
La valutazione dei requisiti dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale è svolta dal Consiglio stesso entro 30 giorni dalla nomina.
La verifica dei requisiti di onorabilità, professionalità ed indipendenza degli amministratori (il cui elenco nominativo è riportato al precedente paragrafo) è stata effettuata, ai sensi delle vigenti disposizioni normative e regolamentari e della policy interna, nella seduta del Consiglio di Amministrazione tenutasi in data 13/05/2019.
La verifica dei requisiti di idoneità dei responsabili delle funzioni di controllo e del personale così detto “risk taker” viene effettuata in sede di prima nomina e successivamente rivista con cadenza annuale. La medesima verifica viene svolta altresì, in caso di esternalizzazione delle funzioni di controllo all’interno del gruppo, rispettivamente, sui referenti interni o sui soggetti responsabili delle attività di controllo delle attività esternalizzate di cui all’art. 63, commi 3 e 4 del Reg. IVASS n. 38/2018.
B.3 SISTEMA DI GESTIONE DEI RISCHI, COMPRESA LA VALUTAZIONE INTERNA DEL RISCHIO E DELLA SOLVIBILITÀ
B.3.1 SISTEMA DI GESTIONE DEI RISCHI
Il Sistema di gestione dei rischi è l’insieme delle regole, dei processi, delle risorse e degli strumenti utilizzati a supporto della strategia di gestione dei rischi del Gruppo, e consente un’adeguata comprensione della natura e della significatività dei rischi a cui il Gruppo è esposto.
Le strategie, gli obiettivi e i processi di gestione dei rischi del Gruppo e le procedure di segnalazione per ciascuna categoria di rischio sono disciplinate da una serie di politiche, quali Politica di Gestione del Rischio Di Liquidità, Politica Liquidativa, Politica di Gestione dei Rischi, Politica di Gestione del Rischio Operativo, Politica di valutazione dei rischi e della solvibilità (ORSA). Tali politiche sono adottate dalle singole Compagnie del Gruppo Assicurativo Modena Capitale.
Tutte le strutture aziendali, con il supporto della funzione di Risk Management, devono rilevare in via continuativa i rischi attuali e prospettici. L’individuazione è condotta in funzione della natura, della
portata e della complessità dei rischi inerenti all’attività svolta. Il Risk Management ha il compito di stabilire le metodologie e le procedure di analisi dei rischi, definendo altresì i criteri necessari per l’applicazione dei principi di materialità e proporzionalità nelle fasi del processo di gestione dei rischi stessi.
I rischi significativi cui il Gruppo è esposto fanno riferimento all’attività svolta dalla Controllata Assicuratrice Milanese S.p.A.. In particolare, essi sono relativi a:
• il rischio assunzione per i contratti che prevedono una durata pluriennale, perché l'effettiva sinistralità potrebbe eccedere quella stimata nel premio incassato;
• il rischio di riservazione per i sinistri a riserva, perché l'effettivo processo di trattazione del sinistro potrebbe superare l'importo a costo ultimo messo a riserva;
• il rischio mercato che potrebbe ridurre il valore degli attivi a copertura delle riserve tecniche;
• il rischio di controparte derivante dalle esposizioni verso istituti di credito.
Tutti i rischi materiali e quantificabili, quali il rischio di assunzione, il rischio di riservazione, il rischio di mercato, il rischio di credito e il rischio operativo, sono valutati nell’ambito della Formula Standard Solvency II.
Altri rischi quantificabili eventualmente non presenti nel profilo di rischio aziendale al momento della valutazione ma di interesse del business della Compagnia in ottica prospettica (“rischi emergenti”), devono essere monitorati per verificarne la potenziale insorgenza e la relativa necessità di quantificazione.
Laddove ritenuto opportuno, la Controllata valuta in modalità “own assessment” alcuni fattori di rischio “stimabile” secondo una logica di “best effort”, mantenendo comunque l’impianto generale delle specifiche tecniche Solvency II.
Per quanto riguarda i rischi non quantificabili, quali il rischio legato all’appartenenza al gruppo, il rischio di non conformità alle norme e il rischio reputazionale, sono analizzati sulla base di criteri qualitativi mediante un processo di autovalutazione interno. Le analisi quantitative sono definite e applicate in coerenza con la natura, la portata e la complessità dei rischi inerenti all’attività di impresa e ripetute con frequenza adeguata al tipo di rischio e alla relativa possibile evoluzione. La frequenza delle valutazioni è in ogni caso almeno annuale.
Il sistema è integrato, inoltre, da:
• Risk Appetite Framework (RAF): la propensione al rischio è il livello di rischio che l’impresa intende assumere, distintamente per ogni area individuata, per il perseguimento dei suoi obiettivi strategici;
• Own Risk and Solvency Assessment (ORSA): processo di valutazione interna dei rischi e della solvibilità in chiave prospettica, costituito dall’insieme dei processi di analisi, decisionali e strategici attuati, nonché dalle metodologie utilizzate, per valutare in modo continuativo e prospettico, il fabbisogno di capitale e la disponibilità di mezzi patrimoniali. Tale valutazione è collegata al profilo e alla propensione al rischio specifici della Compagnia.
Trasversali a tutto il sistema sono le Politiche delle principali funzioni di controllo di secondo livello (Compliance, Risk Management e Attuariato) e di terzo livello (Internal Audit). L’intero sistema viene rivisto, con cadenza almeno annuale, dal Consiglio di Amministrazione.
B.3.2 PROCESSO DI GESTIONE DEI RISCHI
Il processo di gestione dei rischi del Gruppo è strettamente legato alle attività svolte dall’ordinaria operatività delle diverse funzioni aziendali e pertanto, in ambito valutazione interna del rischio e della solvibilità (c.d. ORSA), esso presuppone una chiara e condivisa definizione degli obiettivi economici e finanziari a medio lungo termine.
Annualmente, il Gruppo predispone il piano strategico aziendale. La pianificazione strategica ricomprende gli obiettivi strategici di business che il Gruppo intende perseguire, quali ad esempio gli
obiettivi di medio-lungo termine legati ai premi, utili e nuovi prodotti, l’orizzonte temporale di proiezione, i razionali o driver utilizzati per le proiezioni dei dati economici ecc.
Nella formulazione del piano strategico il Gruppo elabora altresì il Piano di Gestione del Capitale, funzionale allo sviluppo strategico.
I processi di individuazione e valutazione dei rischi sono eseguiti su base continuativa, per tenere conto sia delle intervenute modifiche nella natura e dimensione degli affari e nel contesto di mercato, sia dell’insorgenza di nuovi rischi o del cambiamento di quelli esistenti.
Il Gruppo non ha individuato altri rischi sostanziali che non sono interamente compresi nel calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità, di cui all'articolo 101, paragrafo 4, della direttiva 2009/138/CE.
Il Gruppo investe tutte le proprie attività conformemente al principio della persona prudente di cui all'articolo 132 della direttiva 2009/138/CE tramite un insieme di politiche, quali la Politica di investimento, la Politica di gestione delle attività e delle passività (ALM) e Politica di Liquidità.
Inoltre, verifica l'appropriatezza delle valutazioni del merito di credito, tramite la comparazione dei valori emessi da più di una società di rating se disponibili, e l'analisi di indicatori di bilanci per obbligazioni bancarie, come il CET1, Common Equity Tier 1, che misura il rapporto fra i mezzi propri coadiuvata dalla Funzione Attuariale e dalle altre funzioni aziendali coinvolte: assunzione, contabilità, affari societari. Essa viene documentata da una relazione per il CdA e per la Vigilanza, i dati sono sottoposti a verifiche di Data Quality, tutti i file di origine e di calcolo sono archiviati consentendone la tracciatura e la replicabilità per le revisioni di Internal Audit e di soggetti esterni.
La valutazione interna del rischio e della solvibilità è parte integrante del processo di gestione e nel processo decisionale del Gruppo, in quanto lo sviluppo di nuove tariffe, le coperture riassicurative, la pianificazione commerciale e la gestione degli investimenti sono subordinati ai limiti operativi in termini di assorbimento di capitale definiti dal Consiglio di Amministrazione.
Il Processo di valutazione dei rischi e della Solvibilità (ORSA) è svolto in coerenza ed in applicazione del principio di proporzionalità cioè in base alla complessità e alla natura del business specifico.
Il modello organizzativo del processo ORSA del Gruppo coinvolge tutte le strutture aziendali dalle funzioni operative (coinvolte nella gestione di primo livello dei rischi sui processi gestiti) all’Organo Amministrativo, ivi incluse le funzioni di controllo. Nell’ambito dell’attività di indirizzo strategico del Gruppo, il Consiglio di Amministrazione individua e approva il corretto dimensionamento della dotazione complessiva di capitale ed il corretto bilanciamento tra le esposizioni massime di rischio e la dotazione del capitale, con il supporto delle funzioni aziendali di Risk Management per gli aspetti connessi alla valutazione dei rischi e all’Alta Direzione per gli aspetti legati alla predisposizione del piano strategico triennale.
La valutazione interna del rischio e della solvibilità è effettuata dal Risk Manager, coadiuvata dalla Funzione Attuariale e dalle altre funzioni aziendali coinvolte. Essa viene documentata da una relazione per il CdA e per la Vigilanza; i dati sono sottoposti a verifiche di Data Quality, tutti i file di origine e di calcolo sono archiviati consentendone la tracciatura e la replicabilità per le revisioni di Internal Audit e di soggetti esterni.
Il processo ORSA rappresenta un valido strumento di supporto alle decisioni aziendali, in quanto garantisce la valutazione continua della posizione di solvibilità della Compagnia in linea con il Piano Strategico e il Piano di Gestione del Capitale.
Il Gruppo, annualmente, predispone il documento ORSA report. Qualora il profilo del Gruppo cambiasse significativamente, sia per fattori esogeni che endogeni, potrebbero essere prodotti ulteriori report in aggiunta a quello annuale.
Il Gruppo ha predisposto un processo ORSA commisurato alla struttura organizzativa e al sistema di gestione dei rischi, tenendo conto della natura, della portata e della complessità dei rischi delle Compagnie appartenenti al Gruppo. Il processo prevede il coinvolgimento di tutte le strutture aziendali, dall’Organo Amministrativo alle funzioni operative, ivi incluse le funzioni di controllo.
Nell’ambito del processo ORSA, l’Organo Amministrativo riveste un ruolo fondamentale sia nell’impostazione e nella successiva condivisione delle risultanze della valutazione, sia nelle azioni manageriali conseguenti alla sua approvazione.
Il Gruppo, al fine di monitorare e gestire le operazioni infragruppo e le concentrazioni dei rischi, si è dotato delle procedure, di seguito sintetizzate:
a) sistemi contabili e informatici di rilevazione e monitoraggio
b) flussi informativi;
c) reporting;
d) processi decisionali di esame, approvazione e segnalazione;
e) procedure di tracciabilità e controllo.
L’attività di monitoraggio è gestita centralmente dalla Capogruppo Assicuratrice Milanese, la quale dopo aver ricevuto le informazioni relative a ciascuna operazione infragruppo e/o operazioni che determinano concentrazioni di rischio qualificabili come “da segnalare in ogni circostanza” effettua una valutazione in merito alla coerenza delle stesse al profilo di rischio del Gruppo.
B.3.3 CONCENTRAZIONE DEI RISCHI A LIVELLO DI GRUPPO
In considerazione della struttura semplificata del Gruppo e delle caratteristiche degli assets delle società Modena Capitale S.p.A., Xxx.Xxx. 1 imm. S.p.A. e G.a.m. servizi s.r.l., le concentrazioni di rischio a livello di gruppo sono riferite principalmente alle esposizioni di Assicuratrice Milanese S.p.A..
In ottemperanza al Regolamento Ivass n. 30/2016 riguardante disposizioni in materia di vigilanza sulle operazioni infragruppo e sulle concentrazioni di rischio, la Capogruppo ha approvato la Politica sulle Concentrazioni dei rischi a livello di Gruppo, nella quale sono stati definiti:
- le tipologie di concentrazioni a livello di Gruppo;
- le tipologie di rischio rilevanti a livello di Gruppo;
- i criteri di individuazione delle concentrazioni di rischio significative, ai sensi dell’art. 21 del Regolamento Ivass n. 30/2016;
- i limiti e i parametri per l’individuazione delle concentrazioni di rischio da segnalare in ogni circostanza;
- i criteri di gestione, controllo e monitoraggio della concentrazione di rischi a livello di gruppo in funzione del possibile impatto sulla solvibilità e sul profilo di rischio del gruppo, in coerenza con la politica di gestione dei rischi e con le politiche in materia degli investimenti del Gruppo.
La Capogruppo ha definito un sistema decisionale e di governance al fine di monitorare le concentrazioni di rischio a livello di Gruppo.
Le concentrazioni di rischio qualificabili come significative al 31/12/2019, in quanto superiori al 5% del Requisito Patrimoniale di Solvibilità di Gruppo (pari al 31/12/2019 ad euro 24.705.728) si riferiscono alle seguenti esposizioni:
A) Esposizioni attive:
A. 1 ) Esposizioni attive verso singole controparti
- Stato Italiano: esposizione netta nei confronti dello Stato Italiano per euro 26,7 milioni di Euro, riferibile per 20,2 milioni di euro ai titoli di stato in portafoglio e per 6,5 milioni di euro alla posizione netta verso l’erario;
- Stato Spagnolo: esposizione attiva per 5,5 milioni di euro totalmente riferibile al titolo di stato in portafoglio;
- Stato Belga: esposizione attiva per 1,6 milioni di euro totalmente riferibile al titolo di stato in portafoglio;
- Stato Irlandese: esposizione attiva per 1,7 milioni di euro totalmente riferibile al titolo di stato in portafoglio;
- Riassicuratori: esposizioni attive nette (per riserve tecniche a carico dei riassicuratori e crediti, al netto dei relativi debiti) verso i riassicuratori Swiss Re (12,3 milioni), MS Xxxxx AG (2,7 milioni), Trans Re (1,8 milioni), Scor P&C SE (8,8 Milioni), General Reinsurance AG (5,0 milioni), AXA XL Xxxxxx Services SE (3,6 Milioni) e ISMEA (1,3 milioni) derivanti dagli accordi di riassicurazione;
- Banche: depositi bancari a vista o vincolati con scadenza inferiore a 12 mesi nei confronti delle seguenti banche: Credit Agricole Italia (6,5 milioni), Unicredit (3,6 milioni), Illimity Bank (9,6 milioni), Banca Popolare di San Felice (10 milioni), Banca Valsabbina (4,4 Milioni) e UBI Banca (9,4 milioni);
- esposizione verso Aviva Italia s.p.a. per una polizza vira ramo I° (5,1 milioni);
- partecipazioni in Modena Capitale Estense S.p.A. per 1,7 milioni di euro e obbligazioni di Condor Investments s.p.a. (controllante di Modena Capitale Estense) per euro 0,6 milioni;
A. 2 ) Esposizioni attive verso gruppi di controparti
Relativamente alle concentrazioni di rischio significative, non si segnalano cumuli relativi a più esposizioni riferite a controparti appartenenti al medesimo Gruppo.
A. 3 ) Esposizioni attive per area geografica
Le concentrazioni di rischio significative verso paesi diversi dall’Italia sono le eseguenti:
- Lussemburgo: esposizione di 14,1 milioni interamente riferita alla Swiss Re Europe e alla Trans Re;
- Spagna: esposizione di 5,5 milioni di euro interamente riferibile al titolo di stato in portafoglio;
- Francia: esposizione di 13,5 milioni riferita alla Scor (8,8 milioni), alla AXA XL Xxxxxx (3,6) e a un titolo di stato francese detenuto in portafoglio (1,0 milioni);
- Germania: esposizione di 5,0 milioni riferita alla General Re;
- Regno Unito: esposizione di 2,1 milioni interamente riferita a XL Xxxxxx Service SE
- Svizzera: esposizione di 2,7 milioni interamente riferita a MS Xxxxx AG;
- Belgio: esposizione di 1,6 milioni di euro interamente riferibile al titolo di stato in portafoglio;
- Irlanda: esposizione di 1,7 milioni di euro interamente riferibile al titolo di stato in portafoglio.
A. 4 ) Esposizioni attive per settore
Sotto il profilo del settore di appartenenza delle controparti, il Gruppo presenta le seguenti concentrazioni significative:
- settore bancario: esposizione complessiva pari a 44,9 milioni di euro, riferibile a depositi a vista (29,9 milioni) o vincolati (15 milioni) verso istituti bancari. L’esposizione al netto dei depositi a vista corrisponde al 61% del requisito patrimoniale di solvibilità di Gruppo, valore ampiamente inferiore alla soglia del 200% prevista dalla policy.
- settore riassicurativo: esposizione netta totale pari a 35,8 milioni di euro, corrispondente al 145% del requisito patrimoniale di solvibilità di gruppo, valore ampiamente inferiore alla soglia del 200% prevista dalla policy;
- settore assicurativo: esposizione netta totale pari a 10,3 milioni di euro, riferita alla polizza AVIVA (5,1 milioni) e ai crediti verso agenti (5,2 milioni), corrispondente al 42% del requisito
patrimoniale di solvibilità di gruppo, valore ampiamente inferiore alla soglia del 100% prevista dalla policy;
- settore finanziario: esposizione complessiva di 1,7 milioni di euro, riferibile interamente alla partecipazione in Modena Capitale Estense, corrispondente al 7% del requisito patrimoniale di solvibilità di gruppo, inferiore alla soglia del 50% prevista dalla policy;
A. 5 ) Esposizioni attive per valuta
L’unica esposizione significativa in valuta si riferisce al saldo del conto in dollari statunitensi acceso presso UBI Banca, che al 31/12/2019 presenta un controvalore in euro di 7,9 milioni di euro, corrispondente al 32% del requisito patrimoniale di solvibilità di gruppo, inferiore alla soglia del 35% prevista dalla policy.
B) Esposizioni passive
B.1) Esposizioni per obbligazioni o titoli di debito
Il Gruppo non ha esposizioni passive per obbligazioni o titoli di debito
B.2) Esposizione passive verso riassicuratori o imprese di assicurazione
Il Gruppo non ha concentrazioni significative passive verso riassicuratori o imprese di assicurazione.
B.3) Esposizioni derivanti da obbligazioni assicurative
Il Gruppo ha una concentrazione di rischi significativa riferita alla riserva sinistri appostata in relazione ad un sinistro grave (coperto da trattato riassicurativo in eccesso ai 2 milioni), per euro 6,2 milioni di euro.
B.4) Esposizioni passive verso banche e società finanziarie
Il Gruppo non ha esposizioni passive verso banche e società finanziarie
B.5) Esposizioni per altri debiti (esclusi debiti fiscali)
Il Gruppo non ha concentrazioni significative per altri debiti.
C) Esposizioni fuori bilancio
C.1) Esposizioni per operazioni in derivati
Il Gruppo non ha esposizioni relative a strumenti derivati.
Le esposizioni al rischio sono coerenti con le politiche di investimenti e con le politiche riassicurative definite e rientrano nell’ambito della propensione al rischio stabilita dall’Organo Amministrativo.
In considerazione dell’elevato profilo di liquidità del Gruppo, sempre conservato in coerenza alle politiche degli Investimenti definite, le concentrazioni di rischio non sono in grado di produrre significativi impatti sulla capacità del Gruppo a coprire il proprio fabbisogno finanziario.
All’interno del Gruppo non si evidenziano significative sovrapposizioni di rischio tra le varie società.
B.4 INFORMAZIONI SUL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO
Modena Capitale, in qualità di Capogruppo dell’omonimo gruppo assicurativo si dota di un sistema di governo societario conforme alla normativa vigente, finalizzato alla preservazione del corretto funzionamento e del buon andamento della Società e del Gruppo nella prospettiva della creazione di valore e salvaguardia del patrimonio aziendale. L’Organo Amministrativo della Società emana una serie di direttive, per l’implementazione di adeguate regole di controllo, metodologie e presidi organizzativi, garantendo la costante completezza, funzionalità ed efficacia del sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi sia a livello di singola entità che di gruppo.
L’architettura del sistema di Governo Societario adottato a livello di Gruppo è stata definita nella “Politica sul sistema di Governo Societario di Gruppo”, approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 20/06/2019.
Ai fini della definizione e dell’evoluzione del sistema di governo societario di gruppo, Modena Capitale si ispira ai principi stabiliti dalla normativa vigente e dall’Autorità di Vigilanza, ponendo attenzione ai seguenti elementi:
• proporzionalità, intesa come l’applicazione del quadro normativo in funzione della rilevanza di ciascuna società del gruppo in termini di:
a. attività svolta;
b. profilo di rischio e contributo alla rischiosità del gruppo;
c. rapporto di partecipazione o controllo;
d. natura di impresa regolamentata.
• integrazione, intesa come ricerca di meccanismi di coordinamento e armonizzazione tra i diversi attori del sistema di governo societario, mediante l’utilizzo di metodologie che consentano di fornire agli Organi di vertice informazioni complete, fruibili e frutto di un processo integrato di valutazione al fine di pervenire ad una vision unitaria per l’assunzione consapevole delle decisioni;
• economicità, intesa come ricerca di un adeguato trade off tra costo complessivo del controllo e corretto presidio dei rischi;
• evoluzione, intesa come ricerca nel continuo di meccanismi finalizzati al miglioramento dell’assetto del complessivo sistema di governo societario, nonché della sua efficacia ed efficienza;
• consolidamento dei livelli di equilibrio economico, mediante l’adozione ed il mantenimento di processi operativi finalizzati ad una efficace copertura dei rischi e ad assicurare la conformità dei comportamenti aziendali alla normativa interna ed esterna.
Nel quadro dell’attività di direzione e coordinamento del Gruppo espressamente prevista dalla normativa di Vigilanza finalizzata a consentire alla Capogruppo il perseguimento degli obiettivi imprenditoriali del Gruppo, Modena Capitale esercita sulle altre Società del Gruppo:
• un controllo strategico sull’evoluzione delle diverse aree di attività in cui il Gruppo assicurativo opera e dei rischi ad esse correlate. Il controllo verte sia sull’espansione delle attività svolte dalle Società appartenenti al Gruppo, sia sulle politiche di acquisizione o dismissione da parte delle stesse;
• un controllo gestionale volto ad assicurare il mantenimento delle condizioni di equilibrio economico, finanziario e patrimoniale delle singole imprese e del Gruppo nel suo insieme;
• un controllo tecnico operativo, finalizzato alla valutazione dei vari profili di rischio apportati al Gruppo dalle singole Società.
Un corretto sistema di governo societario si fonda su alcuni elementi cardine, quali il ruolo centrale attribuito agli Organi di Amministrazione, Gestione e Controllo, la corretta gestione delle situazioni di conflitto di interessi, la trasparenza nella comunicazione delle scelte di gestione societaria e l’efficienza del proprio Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi, idoneo a garantire un controllo effettivo sia sulle scelte strategiche del Gruppo nel suo complesso, sia sull’equilibrio gestionale delle Società appartenenti al Gruppo.
In considerazione della natura e della portata e della complessità dei rischi assunti, la Capogruppo e
– per quanto applicabile – le singole Società del Gruppo articolano il proprio sistema dei controlli interni sui seguenti tre livelli:
1. Controlli di linea;
2. Controlli sulla gestione dei rischi;
3. Attività di revisione interna.
1. Controlli di linea
I controlli di linea sono finalizzati ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni, attraverso l’esecuzione di un controllo avente natura di verifica sul regolare svolgimento dei processi. Essi possono essere eseguiti direttamente dalle stesse strutture operative (es. controlli di tipo gerarchico, informatico e a campione), ovvero da altre strutture.
In tale contesto, le strutture operative sono le prime responsabili del processo di gestione dei rischi: nel corso dell’operatività ordinaria, ciascuna risorsa – coerentemente con le mansioni alla stessa attribuite – è tenuta a presidiare i rischi insiti nella propria attività ordinaria. Infatti, secondo il principio della “responsabilità individuale diffusa”, lo svolgimento di attività conformemente alle disposizioni vigenti è responsabilità di ogni soggetto, indipendentemente dall’incarico ricoperto.
Il modello di controlli di linea è implementato in coerenza con l’effettiva operatività ordinaria delle singole Società del Gruppo, riconoscendo il valore del controllo come un importante strumento per il perseguimento degli obiettivi aziendali. La declinazione dei controlli di linea deve mirare:
• alla chiara responsabilizzazione dei soggetti coinvolti;
• ad una corretta e completa individuazione dei necessari presidi di controllo da adottare;
• allo sviluppo ed alla valorizzazione di un sinergico modello di relazioni e di funzionamento (sia metodologico che organizzativo) dei diversi soggetti coinvolti.
I controlli di linea sono, in primo luogo, disciplinati nell’ambito delle disposizioni interne (regolamenti, procedure, ecc.) che declinano il controllo ed assegnano, conseguentemente, specifici compiti e responsabilità in materia. In particolare, le procedure operative identificano chiaramente:
• le strutture responsabili dell’esecuzione materiale dell’attività, i soggetti che presidiano il processo nel suo complesso, i soggetti consultati ed informati nel corso del processo;
• i compiti e le responsabilità ai medesimi attribuiti;
• i meccanismi mediante i quali i soggetti coinvolti esercitano i compiti attribuiti (autorizzazioni, meccanismi di doppia firma, reportistica, ecc.).
2. Controlli sulla gestione dei rischi
I controlli sulla gestione dei rischi hanno l’obiettivo di assicurare la corretta attuazione del processo di gestione dei rischi, nonché la conformità dell’operatività aziendale alle norme interne ed esterne.
A tali fini, il Gruppo adotta strategie, processi, procedure volte ad individuare, misurare, valutare, monitorare, gestire e rappresentare su base continuativa i rischi attuali e prospettici cui è o potrebbe essere potenzialmente esposta.
Le Funzioni preposte a tali controlli sono distinte da quelle produttive; esse concorrono alla definizione delle politiche di governo dei rischi e del processo di gestione dei rischi.
Le unità organizzative responsabili del controllo sistemico dei rischi aziendali sono:
• Funzione Risk Management: sovrintende le attività di identificazione, valutazione e monitoraggio dei rischi a cui è esposta l’Impresa, contribuendo alla definizione delle politiche di gestione dei rischi e dei criteri per la valutazione, gestione, misurazione, monitoraggio e comunicazione di tutti i rischi.
• Funzione Attuariale: contribuisce all’applicazione efficace del sistema di gestione dei rischi, collaborando in particolare alle attività di Risk Modelling per il calcolo del capitale regolamentare.
• Funzione Compliance: presidia le attività aziendali che comportano un rischio di non conformità alle norme di legge, di vigilanza e di autoregolamentazione, con particolare
attenzione ai profili di trasparenza e correttezza precontrattuale e contrattuale di tutela del consumatore e di impatto reputazionale.
3. Attività di Revisione Interna
L’attività di revisione interna è volta a valutare periodicamente la completezza, la funzionalità, l’adeguatezza, (in termini di efficienza ed efficacia), e l’affidabilità del Sistema dei Controlli Interni. L’attività è, inoltre, finalizzata a portare all’attenzione degli Organi aziendali i possibili miglioramenti, con particolare riferimento alle politiche di governo dei rischi, al processo di gestione dei rischi nonché agli strumenti di misurazione e controllo degli stessi. Sulla base dei risultati dei propri controlli, la Funzione Internal Audit formula delle richieste di intervento alle strutture aziendali.
B.4.1 FUNZIONE COMPLIANCE
Nell’ambito del complessivo sistema dei controlli interni, il Consiglio di Amministrazione riconosce come obiettivo prioritario e strategico la diffusione, all’interno del Gruppo, di una cultura del rispetto normativo, nonché dei canoni generali della correttezza, buona fede e trasparenza nei rapporti con gli assicurati e, più in generale, con i beneficiari di prestazioni derivanti dai contratti di assicurazione. In tale ottica, assume pertanto importanza l’attività della Funzione Compliance, volta all’identificazione, in xxx xxxxxxxxxxxx, xxxxx xxxxx applicabili al Gruppo ed alla valutazione del loro impatto sui processi e sulle procedure interne. Più nel dettaglio, il dispositivo di gestione della conformità applicato dal Gruppo si estrinseca nello svolgimento delle seguenti attività:
• presidio della normativa di settore e diffusione, tramite report, delle novità in ambito normativo e giurisprudenziale: la Funzione Compliance procede ad un continuo monitoraggio delle principali fonti normative, cui fa seguito la diffusione, indirizzata a tutto il personale a capo di un ufficio o una struttura, di report contenenti l’indicazione delle novità normative, dei progetti di legge (con particolare riferimento ai documenti in consultazione dell’Autorità di Vigilanza), dei soggetti aziendali coinvolti e delle pronunce giurisprudenziali che impattano sulle strutture e sui processi aziendali, in particolar modo quelle emanate dai giudici avente anche la funzione nomofilattica;
• consulenza legale e di compliance: nel corso dell’attività quotidiana di ciascun soggetto la Funzione Compliance fornisce un supporto consulenziale a tutta la struttura, anche emanando pareri scritti, in ordine all’interpretazione di singole tematiche legislative/regolamentari ed alla risoluzione di casi particolari in conformità alle disposizioni normative;
• verifiche di processo: la Funzione Compliance svolge periodicamente verifiche di conformità sui processi gestionali interni, partendo dall’individuazione della normativa applicabile al processo specifico e, quindi, valutando il rispetto delle disposizioni di legge e rilevando eventuali carenze di carattere significativo, che potrebbero generare sanzioni;
• reportistica all’organo amministrativo e all’organo di controllo: con periodicità trimestrale la funzione di Compliance fornisce all’organo amministrativo e all’organo di controllo una relazione sulla stato di avanzamento delle attività svolte, delle criticità riscontrate e delle misure correttive adottate, oltre che un aggiornamento sulle novità normative introdotte o di prossima entrata in vigore.
La Funzione Compliance opera secondo quanto previsto nella specifica Policy approvata dal Consiglio di Amministrazione, nella quale sono rappresentati, in dettaglio, responsabilità e compiti.
È sempre l’organo amministrativo ad approvare il piano di attività, annualmente predisposto dalla Funzione Compliance, in cui sono indicati gli interventi che quest’ultima intende eseguire, tenuto conto sia delle carenze eventualmente riscontrate nei controlli precedenti, sia di eventuali nuovi rischi di non conformità cui il Gruppo è esposto.
In linea generale, il processo di presidio del rischio di non conformità è presidiato al massimo delle possibilità della Funzione Compliance, sulla base delle risorse a disposizione e del profilo di rischio del Gruppo.
B.5 FUNZIONE DI AUDIT INTERNO
B.5.1 MODALITÀ DI ATTUAZIONE DELLA FUNZIONE INTERNAL AUDIT
Il Regolamento IVASS n. 38/2018 demanda alla Funzione Internal Audit il compito di monitorare e valutare l’efficacia, l’efficienza e l’adeguatezza del sistema di controllo interno e delle ulteriori componenti del sistema di governo societario di Gruppo e le eventuali necessità di adeguamento.
In particolare, rientrano tra le attività della revisione interna la verifica della correttezza dei processi gestionali e dell’efficacia ed efficienza delle procedure organizzative, della regolarità e funzionalità dei flussi informativi tra settori e funzioni aziendali, dell’adeguatezza ed affidabilità dei sistemi informativi nonché della qualità delle informazioni, della rispondenza dei processi amministrativo contabili a criteri di correttezza e regolare tenuta della contabilità, dell’efficienza dei controlli svolti sulle attività esternalizzate.
Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo nella seduta del 20 Giugno 2019 ha approvato la “Politica della Funzione Internal Audit”. I principi di riferimento e le modalità operative disciplinate dalla presente politica, con le dovute calibrazioni, sono recepiti dalla Compagnia Milanese S.p.A. (di seguito anche “Compagnia”), che – in conformità alle disposizioni vigenti – ha adottato una propria “Politica della Funzione Internal Audit”.
Tale politica è redatta allo scopo di definire la mission, le metodologie, i requisiti ed i meccanismi di reporting che la Funzione intende seguire nella gestione unitaria e continuativa dell’attività di audit.
La Funzione Internal Audit supporta il Consiglio di Amministrazione ed il Collegio Sindacale nella valutazione dell’adeguatezza del sistema dei controlli interni e delle ulteriori componenti del sistema di governo societario definito a livello di Gruppo.
La Funzione Internal Audit opera principalmente sulla base di un piano di attività definito con periodicità annuale e approvato dall’Organo Amministrativo. Attraverso il piano annuale, la Funzione Internal Audit formalizza le attività di verifica da compiere nell’esercizio di riferimento. Nello specifico, il Responsabile della Funzione di Internal Audit predispone un piano annuale basato sull’analisi della copertura del perimetro delle attività da sottoporre a verifica.
Sulla base degli obiettivi di verifica previsti dal piano annuale, la Funzione Internal Audit articola le proprie attività, garantendo la comunicazione tempestiva delle osservazioni formulate ed il monitoraggio delle principali raccomandazioni formulate.
In merito alla tipologia delle verifiche attuabili, la Funzione di Internal Audit può attuare le tre tipologie di intervento:
• attività obbligatorie, ossia quelle relative ad adempimenti e verifiche in capo alla Funzione in quanto previste da disposizioni normative esterne ed interne, incluse le attività di Audit amministrativo – contabile. Tali attività sono svolte entro la tempistica definita dalle diposizioni stesse;
• attività di audit ordinarie, ossia attività di revisione, pianificate ciclicamente ogni anno, volte alla verifica di processi e/o di specifiche attività aziendali rientranti in un processo. Nell’ambito di tali attività di Audit, rientrano altresì gli Audit su specifiche fasi di un processo che, valutate particolarmente esposte a fattori di rischio, si ritiene opportuno svolgere con frequenza solitamente biennale in quanto ritenute importanti e/o strategiche;
• attività di follow-up, ossia la verifica dell’effettuazione degli interventi concordati a seguito degli Audit effettuati, mediante un processo adeguatamente documentato, per monitorare e assicurare che le azioni correttive siano state effettivamente attuate.
Possono essere anche svolte ulteriori attività nel caso in cui la Funzione Internal Audit, ovvero gli Organi Amministrativi e di Controllo, ravvisassero situazioni specifiche tali da richiedere tempestivi approfondimenti.
L’attività di controllo è condotta utilizzando una metodologia di revisione strutturata su varie modalità di verifica:
• analisi della documentazione disponibile;
• svolgimento di specifiche interviste con i Responsabili e gli addetti dei Servizi coinvolti;
• esecuzione di test di conformità (su base campionaria).
Al termine di ciascun intervento, la Funzione Internal Audit predispone una relazione, al fine di documentare le relative attività svolte, le eventuali anomalie riscontrate ed i suggerimenti inerenti le azioni da porre in essere per rimuovere le carenze rilevate e discusse in sede di exit meeting con le strutture sottoposte a verifica.
Inoltre, con periodicità trimestrale, la Funzione Internal Audit predispone una sintetica relazione che descrive lo stato di avanzamento delle attività di audit previste per l’esercizio di riferimento, nonché le eventuali attività di natura straordinaria che hanno interessato la Funzione e le principali considerazioni emerse.
Infine, con cadenza annuale la Funzione Internal Audit predispone una relazione consuntiva che riepiloga:
• tutte le attività svolte e le verifiche compiute nel corso dell’esercizio di riferimento;
• le valutazioni effettuate, i risultati emersi, le criticità e le carenze rilevate e le raccomandazioni formulate per la loro rimozione;
• lo stato e i tempi di implementazione degli interventi migliorativi, qualora realizzati.
Tutta la reportistica predisposta è portata all’attenzione del Comitato per il Controllo Interno e i Rischi, al Consiglio di Amministrazione, al Collegio Sindacale e alle altre funzioni fondamentali.
B.5.2 INDIPENDENZA ED OBIETTIVITA’ DELLA FUNZIONE INTERNAL AUDIT
La Funzione Internal Audit si colloca, all’interno della struttura, in posizione indipendente rispetto a tutte le unità organizzative e riporta direttamente al Consiglio di Amministrazione, responsabile ultimo del sistema di governo societario, al fine di garantire il livello di indipendenza necessario per esercitare in modo efficace le proprie responsabilità.
La Funzione Internal Audit opera nel rispetto delle norme di legge e regolamentari, del Codice etico della Compagnia, dei principi contenuti nella Politica della Funzione Internal Audit e dei principi internazionali della professione.
Inoltre, è dotata di risorse con competenze adeguate alla portata e alla complessità della Compagnia ed agli obiettivi di sviluppo che la stessa intenda perseguire.
Al personale della Funzione è sempre garantito l’accesso a tutte le informazioni, alle strutture ed alla documentazione necessarie allo svolgimento delle proprie attività.
B.6 FUNZIONE ATTUARIALE
Il Gruppo in virtù del ruolo sempre più centrale e fondamentale nell’ambito del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi introdotto dal regime Solvency II, ha esternalizzato, la Funzione Attuariale allo Studio Xxxxxxxx & Associati, mediante specifici contratti di outsourcing.
Le responsabilità, i compiti, le modalità operative della funzione, nonché la natura e la frequenza della reportistica agli organi sociali ed alle altre funzioni aziendali interessate sono definiti e formalizzati dalla Politica della Funzione Attuariale, redatta ai sensi della lettera al mercato IVASS del 28/07/2015. Tale politica definisce, altresì, le modalità di collaborazione tra la Funzione Attuariale e le Funzioni di controllo interno, nonché, le Funzioni operative con le quali entra in contatto in virtù dello svolgimento delle proprie mansioni.
Al fine di garantirne l’indipendenza, la Funzione Attuariale è collocata a livello organizzativo a diretto riporto del Consiglio di Amministrazione. Inoltre, è responsabile dello svolgimento dei seguenti compiti:
• coordinare il calcolo delle riserve tecniche, garantendo l’applicazione di metodologie e procedure per valutarne la sufficienza e la conformità ai requisiti della Direttiva Solvency II;
• valutare l’appropriatezza delle metodologie e delle ipotesi utilizzate nel calcolo delle riserve tecniche per le aree specifiche di attività dell'impresa e per il modo in cui l'impresa è gestita;
• valutare l’adeguatezza dei sistemi di tecnologia dell'informazione utilizzati nel calcolo delle riserve tecniche;
• valutare la sufficienza e la qualità dei dati interni ed esterni impiegati ai fini del calcolo delle riserve tecniche;
• procedere alla revisione della qualità delle migliori stime passate, utilizzando le conoscenze derivate da questa valutazione per migliorare la qualità dei calcoli attuali anche sulla base del confronto con i dati tratti dall'esperienza;
• valutare l'affidabilità e l'adeguatezza dei calcoli effettuati nonché delle fonti e del grado di incertezza della stima delle riserve tecniche. Dette valutazioni sono supportate da analisi di sensibilità a ciascuno dei principali rischi sottesi alle obbligazioni coperte nelle riserve tecniche;
• fornire un parere riguardo alle politiche di sottoscrizione e agli accordi di riassicurazione della Compagnia;
• verificare l’appropriatezza, l'accuratezza e la completezza dei dati interni ed esterni utilizzati nel calcolo delle riserve tecniche;
• predisporre la reportistica verso l’Organo Amministrativo, garantendo la tempestività di elaborazione, con cadenza almeno annuale;
• supportare la funzione di Risk Management nell’individuazione e nell’analisi dei rischi aziendali e per la costruzione di un sistema di gestione del rischio coerente con l’impianto di Solvency II;
• contribuire ad applicare in modo efficace il sistema di gestione dei rischi di cui all’articolo 44 della Direttiva 2009/138/CE, in particolare rispetto alla modellizzazione dei rischi sottesa al calcolo dei requisiti patrimoniali di cui al capo VI, sezioni 4 e 5 e rispetto alla valutazione interna del rischio e della solvibilità di cui all’articolo 45.
Al fine di contribuire all’efficace attuazione del sistema di gestione dei rischi, la Funzione Attuariale fornisce supporto alla Funzione di Risk Management in merito a:
• individuazione e mappatura dei rischi ai quali risulta o potrebbe essere esposta il Gruppo;
• definizione delle metodologie di calcolo del requisito patrimoniale dei rischi tecnici;
• analisi e valutazione dei rischi attraverso metodologie quantitative e/o qualitative;
• supporto alla Funzione Risk Management nelle analisi di stress e nel processo ORSA
Per assolvere alle responsabilità ed ai compiti sopra richiamati, alla Funzione Attuariale è garantita la piena collaborazione da parte dei soggetti preposti alle varie funzioni aziendali.
B.7 ESTERNALIZZAZIONE
La Politica in materia di Esternalizzazione approvata dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo ed adottata dalle controllate, definisce le linee di condotta e le strategie che il Gruppo adotta in merito all’esternalizzazione di attività e/o funzioni ai sensi del Regolamento IVASS n. 38/2018. La Politica è redatta in conformità ai vigenti adempimenti di carattere normativo, nazionali ed internazionali.
L’obiettivo della politica è di fornire le linee guida sulla corretta gestione delle esternalizzazioni. In particolare, essa definisce:
• i criteri per l’individuazione e la valutazione delle attività da esternalizzare;
• i ruoli e le responsabilità degli Organi Sociali e delle altre figure aziendali coinvolte nel processo di gestione delle esternalizzazioni;
• i criteri per l’individuazione e la valutazione delle attività da esternalizzare, anche infragruppo;
• i criteri per la qualificazione delle attività/funzioni come “essenziali o importanti”, ivi inclusi quelli per i quali è richiesta la preventiva autorizzazione dell’organo amministrativo;
• i criteri di selezione e valutazione dei fornitori;
• i requisiti specifici per l’esternalizzazione delle funzioni fondamentali;
• i contenuti relativi agli accordi di esternalizzazione, con particolare riferimento ai Service Level Agreement (di seguito anche “SLA”), ai piani di emergenza e alle strategie di uscita, nonché le modalità previste per la revisione dei contratti già sottoscritti;
• i controlli a presidio dei rischi associati all’esternalizzazione, con conseguente attivazione degli opportuni flussi informativi nei confronti dei Vertici aziendali e delle eventuali azioni correttive da intraprendere;
• le modalità e le tempistiche previste per le comunicazioni all’Autorità di Xxxxxxxxx.
La Capogruppo può ricorrere all’esternalizzazione per esigenze di tipo strategico, al fine di perseguire obiettivi di medio – lungo termine, ovvero per esigenze ad eventum per il compimento di specifiche attività. Le ragioni di affidamento a terzi di attività rientranti nel ciclo produttivo delle società del gruppo sono in primo luogo da ricercare nell’esigenza di garantire lo svolgimento professionale delle attività per le quali è richiesto un livello di particolare specializzazione e/o un livello di investimenti non compatibile con la struttura, l’organizzazione e le disponibilità finanziarie della Società, contemperando le esigenze di garantire l’efficacia e l’efficienza dei processi interni e dell’equilibrio tecnico-economico della società. Inoltre, l’appartenenza di Assicuratrice Milanese ad un gruppo assicurativo comporta la possibilità di sviluppare competenze comuni ed evitare duplicazioni di costi. Infine, le valutazioni in merito a potenziali esternalizzazioni possono essere dettate dalla necessità di svolgere specifiche attività, anche di natura straordinaria, per le quali sarebbe necessario un investimento interno (in termini di risorse umane, tecnologiche, economiche, ecc.) non sufficientemente sostenibile.
La scelta di affidare un’attività/funzione in outsourcing deve essere effettuata prendendo in considerazione la specifica realtà aziendale e il contesto di Gruppo, analizzando attentamente la situazione in essere e gli obiettivi prefissati. Nella Politica di riferimento sono analiticamente individuati tutti i fattori che devono essere preventivamente valutati al fine di individuare l’attività/funzione da esternalizzare.
La Capogruppo considera “essenziali o importanti” le attività nelle quali un’anomalia nell’esecuzione, o la mancata esecuzione, comprometterebbe gravemente per la Società di continuare a conformarsi alle condizioni richieste per la conservazione dell’autorizzazione all’esercizio, oppure comprometterebbe gravemente i propri risultati finanziari, la propria stabilità o continuità e qualità dei servizi resi agli assicurati e ai danneggiati.
Al fine di identificare le attività/funzioni che rientrano in tale categoria, la Società dovrà valutare i seguenti aspetti di natura qualitativa e quantitativa:
• grado di rilevanza dell’attività rispetto al business;
• necessità di soddisfare le esigenze (della clientela, di business ovvero derivanti dalla normativa) in modo adeguato, tempestivo ed efficace;
• complessità della potenziale attività da esternalizzare in relazione all’operatività interna;
• impatto economico dell’attività esternalizzata sul business.
Inoltre, ove l’attività/funzione da affidare ad un soggetto esterno sia da considerare “essenziale o importante”, la Società valuta che le modalità di esternalizzazione siano tali da:
• non arrecare alcun pregiudizio alla qualità del sistema di governance della Società e del Gruppo;
• non compromettere i risultati finanziari, la stabilità e la continuità dell’attività della Società e del Gruppo;
• non pregiudicare la capacità delle autorità di vigilanza di controllare che la Società e il Gruppo adempiano a tutti i propri obblighi;
• non determinare un ingiustificato incremento del rischio operativo.
La Politica prevede altresì la possibilità di istaurare accordi di esternalizzazione, di funzioni aziendali già esistenti o appositamente costituite, in seno alla Capogruppo Modena Capitale S.p.A.. Tale assetto rientra nella politica strategica del Gruppo, che mira al contenimento dei costi e alla razionalizzazione delle attività, delle strutture organizzative e delle procedure/strumenti a supporto.
La valutazione in merito all’opportunità di accentrare totalmente o parzialmente all’interno del Gruppo alcune funzioni o attività è effettuata dal Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, in modo da garantire la coerenza di tale decisione con le strategie e le politiche del Gruppo in ambito strategico, direzionale e di controllo. Inoltre, per le esternalizzazioni infragruppo, è necessario fornire evidenza degli esiti delle verifiche circa il rispetto delle disposizioni in materia di conflitti di interesse e operazioni infragruppo e con parti correlate o con soggetti collegati (Regolamento IVASS n. 30/2016), indicando se trattasi di operazioni infragruppo rilevanti o concluse a condizioni diverse da quelle di mercato.
In sede di deliberazione in merito alla scelta di esternalizzare un’attività o una funzione aziendale, il Consiglio di Amministrazione della Società deve nominare uno o più Amministratori o Responsabili di un’unità organizzativa, che presentino adeguate competenze nell’ambito dell’attività da esternalizzare cui affidare il compito di selezionare il fornitore. Qualora l’attività sia essenziale, importante o fondamentale, alla medesima è figura è altresì attribuita la responsabilità sulla complessiva attività da esternalizzare.
In sede di valutazione di esternalizzazione di una funzione fondamentale, la Società verifica la sussistenza di un presidio continuativo sull’attività esternalizzata, da effettuare mediante la nomina di un Titolare Interno, designato dal Consiglio di Amministrazione ed in possesso dei requisiti previsti dagli articoli 76 del D. Lgs. 209/2005 (CAP) e 28 del Regolamento, a cui dovrà essere affidata la responsabilità complessiva della funzione fondamentale esternalizzata. La sussistenza e l’aggiornamento dei predetti requisiti di idoneità viene, altresì, verificata nel continuo in linea con la Politica di “Fit & Proper”.
Secondo le linee guida contenute nella Politica di riferimento, gli accordi di esternalizzazione di attività o funzioni essenziali, importanti e fondamentali devono essere stipulati in forma scritta e devono contenere le specifiche clausole riportate analiticamente dalla citata Politica.
La Società si accerta che all’interno dei contratti di esternalizzazione vengano previsti, in particolare e tra gli altri elementi:
• Service Level Agreement (SLA): costituiscono un elemento centrale nell’ambito del processo di outsourcing, poiché consentono di definire preventivamente le prestazioni che il fornitore dovrà garantire e, successivamente, la verifica dell’effettiva erogazione del servizio nel rispetto dei termini contrattuali prestabiliti.
• Il Referente aziendale individuato all’interno dell’accordo monitora il rispetto dei Livelli di Servizio Attesi fornendo, in caso di significativa e/o persistente violazione degli stessi, tempestiva informativa al Consiglio di Amministrazione per il tramite del Consigliere Delegato per l’area di pertinenza;
• Piani di Emergenza: sono delle misure di sicurezza che, nell’ambito della gestione dei rischi operativi, prevedono soluzioni da attuare in caso di interruzione o grave deterioramento del servizio reso dal fornitore ovviando, così, a periodi di crisi prolungata. In caso di esternalizzazione di attività/funzioni “essenziali o importanti”, il fornitore deve garantire, anche contrattualmente, la messa in opera di un piano di continuità operativa (business continuity plan) e un piano di disaster recovery, cioè di ripristino dell’operatività. Questi piani devono essere messi a disposizione della Società in sede di stipula contrattuale ai fini della valutazione
sulla loro affidabilità e fattibilità e devono poi essere periodicamente aggiornati e testati, rendendo i risultati disponibili alla Società interessata.
• Strategie di Uscita (exit strategy): nel caso di cessazione del rapporto di outsourcing, la Società può decidere se reinternalizzare l’attività o assegnarla ad altro fornitore. In tali casi, per ciascuna attività considerata “essenziale o importante”, è necessario prevedere, anche contrattualmente, una strategia di uscita (exit strategy), che deve essere preventivamente valutata e accettata dalla Compagnia interessata.
La Capogruppo, al 31/12/2019 non ha esternalizzato alcuna funzione essenziale o importante. Assicuratrice Milanese s.p.a. ha esternalizzato le seguenti attività operative essenziali o importanti:
INFRAGRUPPO | GIURISDIZIONE | OUTSOURCER | OGGETTO DEL CONTRATTO |
NO | ITALIA | RGI S.p.A. | Servizi di hosting di Pass Compagnia, sistema informatico per la gestione del portafoglio e dei sinistri, e la gestione EDP |
SI | ITALIA | STUDIO SAMORÌ & ASSOCIATI | Gestione stragiudiziale dei sinistri di alcuni prodotti di RC Professionale |
NO | ITALIA | SIRCUS S.R.L. | Gestione sinistri portafoglio “RCG comuni” |
NO | ITALIA | PREVINET S.p.A. | Servizi informatici e di hosting relativi all’home insurance |
La Compagnia, inoltre, ha esternalizzato le seguenti funzioni:
INFRAGRUPPO | GIURISDIZIONE | OUTSOURCER | OGGETTO DEL CONTRATTO |
SI | ITALIA | MODENA CAPITALE SPA | Funzione Compliance |
SI | ITALIA | MODENA CAPITALE SPA | Funzione Internal Audit |
SI | ITALIA | MODENA CAPITALE SPA | Funzione Attuariale |
Oltre alle funzioni fondamentali sopra indicate, la Compagnia ha affidato in outsourcing alla capogruppo anche il servizio Segreteria Generale e Affari Societari. Inoltre, come ricordato nei paragrafi precedenti, a partire dal 1° febbraio 2020 anche la Funzione Risk Management è esternalizzata alla capogruppo Modena Capitale.
Le altre società del Gruppo Assicurativo non hanno esternalizzato alcuna attività essenziale o importante.
Tutti i fornitori sono stati identificati in ossequio alla “politica di esternalizzazione e scelta dei fornitori” adottata dalla Compagnia ai sensi del Regolamento ISVAP n. 20/2008.
I servizi esternalizzati sono periodicamente oggetto di controllo in accordo con i rispettivi SLA e con le disposizioni interne assunte dagli organi preposti aziendali.
B.8 ALTRE INFORMAZIONI
B.8.1 VALUTAZIONE DELL’ADEGUATEZZA DEL SISTEMA DI GOVERNANCE
La Capogruppo e la controllata assicurativa hanno definito il processo attraverso il quale il rispettivo Consiglio di Amministrazione verifica l’efficacia e l’adeguatezza del sistema di governo societario, con l’obiettivo di esprimersi circa l’adeguatezza complessiva e disporre eventuali interventi correttivi e/o variazioni da apportare al sistema di governance.
Il processo di riesame del sistema di governance viene eseguito una volta all’anno ed “ad hoc” nel caso di segnalazioni di eventuali carenze o anomalie significative riscontrate dalle Funzioni Fondamentali nell’ambito delle verifiche svolte, di operazioni straordinarie che modifichino sensibilmente il business, il profilo di rischio o di solvibilità, di mutamenti della compagine sociale o nel caso di modifiche significative del profilo di rischio della Compagnia.
Inoltre, al fine di garantire l’aderenza nel continuo agli obiettivi descritti e al quadro normativo tempo per tempo vigente, il processo viene riesaminato con cadenza almeno triennale, ovvero a seguito di rilevanti modifiche dell’assetto organizzativo e societario.
La Capogruppo ha attribuito al Comitato per il Controllo Interno e i Xxxxxx il ruolo di coordinatore del processo, mediante l’attività di raccolta e messa a disposizione del C.d.A. di tutti gli elementi utili al fine di consentire allo stesso di esprimere un giudizio sull’adeguatezza complessiva del sistema di governance. Nell’esercizio di tale ruolo, il Comitato è coadiuvato dal Servizio Affari Societari e Rapporti con Autorità di Vigilanza.
A completamento della fase di analisi documentale e in concomitanza all’approvazione della presente Relazione, il Consiglio di Amministrazione esamina il parere del Comitato e si esprime in relazione all’adeguatezza complessiva del sistema di governo societario, valuta gli esiti del processo di riesame del sistema di governo societario ed individua eventuali interventi correttivi e/o variazioni da apportare al sistema di governance, al fine di rimuovere le eventuali criticità riscontrate, indicando altresì raccomandazioni in ordine ai tempi di risoluzione.
Analisi e risultati relativi all’esercizio 2019
Nella seduta del 14 Giugno 2020, il Consiglio di Amministrazione ha esaminato il parere formulato dal Comitato per il Controllo Interno e i Rischi ed ha confermato l’efficacia e l’adeguatezza del sistema di governo societario adottato a livello di Gruppo, ritenendo inoltre che la struttura organizzativa sia idonea ad assicurare la completezza, la funzionalità ed efficacia del Sistema dei Controlli Interni e di Gestione dei Rischi.
Esito del processo di autovalutazione effettuato ai sensi della Lettera al Mercato del 5 Luglio 2018
Con il Regolamento n. 38/2018, l’IVASS ha inteso rafforzare i requisiti qualitativi di gestione che, unitamente ai requisiti prudenziali di tipo quantitativo, rappresentano i presidi a salvaguardia della stabilità delle imprese assicurative.
In linea con l’impianto Solvency II, che prevede un’applicazione delle disposizioni proporzionata al profilo di rischiosità dell’impresa o del gruppo assicurativo di riferimento, in data 5 Luglio 2018 l’IVASS ha pubblicato una Lettera al Mercato, che descrive gli orientamenti della Vigilanza sull’applicazione del principio di proporzionalità nel sistema di governo societario delle imprese assicurative,
Nella citata Lettera al mercato del 5 Luglio 2018 IVASS indica i criteri dimensionali e qualitativi da prendere a riferimento per l’individuazione del sistema di governo societario più idoneo, tenuto conto del principio di proporzionalità. Raccomanda inoltre alle imprese di verificare ulteriori aspetti, in presenza dei quali dovrà essere valutata – indipendentemente dall’assetto di governo societario individuato – l’adozione dei presidi organizzativi più articolati e stringenti. L’Autorità di Xxxxxxxxx, nella medesima lettera al mercato precisa che le ultime società controllanti italiane adottano un sistema di governo societario di livello ordinario e comunque non inferiore a quello delle controllate italiane.
Nella seduta del 14/07/2020 l’Organo Amministrativo della Capogruppo Modena Capitale, a seguito dell’assessment condotto in riferimento ai parametri previsti nella citata lettera, nonché le richieste dell’Autorità di utilizzare un assetto di governo societario non inferiore rispetto alla controllata, ha confermato la scelta già assunta nell’esercizio precedente, ritenendo idoneo adottare un assetto ordinario di governo societario.
Nella tabella seguente sono sintetizzati gli esiti delle verifiche effettuate dal Consiglio di Amministrazione della società.
AMBITO2 | PARAMETRI IVASS | PARAMETRI COMPAGNIA | |
1.2.1 Classificazione iniziale della USCI | Le ultime società controllanti italiane adotta un sistema di governo societario di livello ordinario e comunque non inferiore a quello delle controllate italiane | Sistema di governo societario “ordinario” (la Società controllata adotta un assetto di governo societario semplificato) | |
1.2.2 Parametri di complessità e ulteriori parametri quali- quantitativi per la USCI | a) Utilizzo del modello interno per il calcolo del Requisito Patrimoniale di Solvibilità | NO | |
b) Emissione di strumenti finanziari ammessi alla negoziazione in mercati regolamentati | NO | ||
c) Complessità della struttura proprietaria dell’impresa | NO | ||
d) Complessità dei rischi assicurativi assunti e dei settori nei quali operano le imprese del gruppo | - Elevato rischio di sottoscrizione | SI secondo i parametri indicati da IVASS per le imprese assicurative | |
- Commercializzazione di prodotti complessi per un ammontare rilevante | SI secondo i parametri indicati da IVASS per le imprese assicurative | ||
- Consistente operatività transnazionale | NO | ||
a) Complessità delle strategie di gestione degli attivi | NO | ||
b) Elevata propensione ad assumere rischi a livello di gruppo | NO |
B.8.2 ALTRE INFORMAZIONI RILEVANTI SUL SISTEMA DI GOVERNANCE
Non si segnalano altre informazioni sul sistema di governance.
2 Con riferimento ai relativi paragrafi dell’Allegato alla Lettera al Mercato.
C. PROFILO DI RISCHIO
Il Solvency Capital Requirement (SCR) di Gruppo è di 24,7 milioni di euro. L'SCR è originato dalla somma delle seguenti componenti:
BSCR | OPERATIONAL RISK | ADJUSTMENT FOR TP | ADJUSTMENT FOR TAX |
30.021.198 | 2.775.321 | 0 | (8.090.791) |
Valori in unità di euro
L’Adjustment per la capacità di assorbimento delle perdite delle imposte differite ammonta a 8,1 milioni di euro e riduce di circa il 32,7% il SCR.
Il Basic Solvency Capital Requirement (BSCR) è pari a circa 30 milioni di euro ed è così composto:
RISCHIO DI MERCATO | RISCHIO DI INADEMPIMENTO DELLA CONTROPARTE | RISCHIO DI SOTTOSCRIZIONE PER L'ASSICURAZIONE VITA | RISCHIO DI SOTTOSCRIZIONE PER L'ASSICURAZIONE MALATTIA | RISCHIO DI SOTTOSCRIZIONE PER L'ASSICURAZIONE NON VITA |
9.556.418 | 6.389.791 | 0 | 5.981.015 | 20.613.468 |
valori in unità di euro |
Gli effetti benefici della diversificazione tra moduli di rischio di cui sopra ammontano a 12,5 milioni di euro.
Il modulo di rischio a maggior assorbimento di capitale è il “Rischio di sottoscrizione per l’assicurazione non vita”, pari al 48,5% del BSCR, tenuto conto della diversificazione.
C.1 RISCHIO DI SOTTOSCRIZIONE
Nella categoria dei rischi di sottoscrizione rientrano i rischi tipici del business della controllata Assicuratrice Milanese e, in particolare, si fa riferimento al:
• rischio di sottoscrizione non vita (underwriting non-life risk): il rischio di perdita o di variazione sfavorevole del valore delle passività assicurative non vita dovuto ad ipotesi inadeguate in materia di fissazione di prezzi e di costituzione delle riserve tecniche. Tale rischio è riconducibile a tre fattispecie:
- rischio di tariffazione e di riservazione per l'assicurazione non vita (non-life premium & reserving risk): il rischio di perdita o variazione sfavorevole del valore delle passività assicurative non vita, derivante da oscillazioni riguardanti il momento di accadimento, la frequenza e la gravità degli eventi assicurati nonché il momento di accadimento e l’importo delle liquidazioni di sinistri (rischio di tariffazione e di riservazione per l’assicurazione non vita);
- rischio di estinzione anticipata per l'assicurazione non vita (non-life lapse risk): il rischio di perdita o di variazione sfavorevole del valore delle passività assicurative, derivante da variazioni del livello o della volatilità dei tassi delle estinzioni anticipate, dei recessi, dei rinnovi e dei riscatti delle polizze;
- rischio di catastrofe per l'assicurazione non vita (non-life CAT risk): il rischio di perdita o di variazione sfavorevole del valore delle passività assicurative non vita, derivante da un’incertezza significativa delle ipotesi in materia di fissazione dei prezzi e di costituzione delle riserve in rapporto ad eventi estremi o eccezionali (rischio di catastrofe per l’assicurazione non vita).
• rischio di sottoscrizione malattia (underwriting health risk): il rischio di perdita o di variazione sfavorevole del valore delle passività assicurative malattia dovuto ad ipotesi inadeguate in materia di fissazione di prezzi e di costituzione delle riserve tecniche. I rischi di sottoscrizione malattia sono distinti tra SLT (Simil to Life), ovvero il processo di tariffazione segue le tecniche simili al business vita, e NSLT (Non-Simil to Life), ovvero il processo di tariffazione segue le tecniche simili al business vita. La compagnia è esposta al solo rischio NSLT. Quest’ultimo è riconducibile alle seguenti fattispecie:
- rischio di tariffazione e di riservazione per l'assicurazione malattia (health premium & reserving risk): il rischio di perdita o variazione sfavorevole del valore delle passività assicurative malattia, derivante da oscillazioni riguardanti il momento di accadimento, la frequenza e la gravità degli eventi assicurati nonché il momento di accadimento e l’importo delle liquidazioni di sinistri (rischio di tariffazione e di riservazione per l’assicurazione non vita);
- rischio di estinzione anticipata per l'assicurazione malattia (health lapse risk): il rischio di perdita o di variazione sfavorevole del valore delle passività assicurative, derivante da variazioni del livello o della volatilità dei tassi delle estinzioni anticipate, dei recessi, dei rinnovi e dei riscatti delle polizze;
- rischio di catastrofe per l'assicurazione malattia (health CAT risk): il rischio di perdita o di variazione sfavorevole del valore delle passività assicurative malattia, derivante da un’incertezza significativa delle ipotesi in materia di fissazione dei prezzi e di costituzione delle riserve in rapporto ad eventi estremi o eccezionali (rischio di catastrofe per l’assicurazione non vita).
Esposizione al rischio
Il “Rischio di sottoscrizione per l'assicurazione non vita” al netto dei benefici della diversificazione tra rischi è pari a 20,6 milioni di euro, suddiviso per i sotto-moduli come di seguito indicato:
ANNO DI RIFERIMENTO | RISCHIO DI TARIFFAZIONE E DI RISERVAZIONE PER L'ASSICURAZIONE NON VITA | RISCHIO DI ESTINZIONE ANTICIPATA | RISCHIO DI CATASTROFE PER L'ASSICURAZIONE NON VITA | DIVERSIFICAZIONE | RISCHIO DI SOTTOSCRIZIONE PER L'ASSICURAZIONE NON VITA |
2019 | 17.670.103 | 1.899.073 | 6.922.252 | (5.877.961) | 20.613.468 |
2018 | 17.782.220 | 2.588.157 | 8.786.395 | (7.288.360) | 21.868.412 |
valori in unità di euro
Il “Rischio di sottoscrizione per l'assicurazione malattia” al netto dei benefici della diversificazione tra rischi è pari a 5,9 milioni di euro, suddiviso per i sotto-moduli come di seguito indicato:
ANNO DI RIFERIMENTO | RISCHIO DI TARIFFAZIONE E DI RISERVAZIONE PER L'ASSICURAZIONE MALATTIA | RISCHIO DI ESTINZIONE ANTICIPATA | RISCHIO DI CATASTROFE PER L'ASSICURAZIONE MALATTIA | DIVERSIFICAZIONE | RISCHIO DI SOTTOSCRIZIONE PER L'ASSICURAZIONE MALATTIA |
2019 | 1.160.255 | 14.998 | 5.530.166 | (724.404) | 5.981.015 |
2018 | 1.330.573 | - | 4.364.426 | (824.451) | 4.870.547 |
valori in unità di euro
Si precisa, relativamente al “Rischio di sottoscrizione per l'assicurazione non vita”, che alcune linee di business della controllata Assicuratrice Milanese hanno beneficiato del fattore di aggiustamento per la presenza della riassicurazione non proporzionale.
I premi beneficiano di collocamenti riassicurativi per l’esercizio 2019 così articolati:
LOB | RIASSICURAZIONE PROPORZIONALE | RIASSICURAZIONE XL |
Medical expense insurance | 50% | |
Income protection insurance | 50% | |
Workers' compensation insurance | 50% | |
Motor vehicle liability insurance | 50% | SI |
Other motor insurance | 50% | |
Marine, aviation and transport insurance | 50% | |
Fire and other damage to property insurance | 50% | SI |
General liability insurance | 50% | SI |
Credit and suretyship insurance | 50% | |
Legal expenses insurance | 50% | |
Assistance | 90% | |
Miscellaneous financial loss | 50% |
Il rischio non è trasferito a nessuna società veicolo.
Modifiche rispetto all’esercizio 2018
Il “Rischio di sottoscrizione per l'assicurazione non vita” è diminuito rispetto allo scorso anno di 1,3 milioni di euro. Tale riduzione è dovuta prevalentemente ad un maggior beneficio derivante dalla Review 2020 della formula standard, nonché ad un effetto positivo di mitigazione derivante dalla riassicurazione (prevalentemente per i rami RCA, RCG e Incendio), poiché le generazioni più recenti
– che prevedono cessione in riassicurazione – hanno assunto sempre più peso.
Il “Rischio di sottoscrizione per l'assicurazione malattia” è incrementato rispetto allo scorso anno di 1,1 milioni di euro. L’aumento del rischio è dovuto esclusivamente ad un affinamento nella procedura di calcolo dei rischi catastrofali.
Concentrazione dei rischi
La gestione del rischio di concentrazione dei prodotti assicurativi, ovvero dei rischi per settore di attività assicurativa, è disciplinata nell’ambito dei processi di sottoscrizione.
Il portafoglio della Compagnia è costituito da polizze distribuite prevalentemente su clientela retail e risulta particolarmente concentrato per circa l’88% sui prodotti di ramo RCG e RCA, in termini di riserve tecniche.
La Compagnia mitiga il rischio correlato a tali esposizioni, ivi inclusi i rischi catastrofali, mediante il ricorso alla cessione in riassicurazione tramite trattati prevalentemente di tipo proporzionale in quota share e non proporzionale per eccedenza sinistri.
Azioni di mitigazione
I rischi di sottoscrizione sono gestiti nel continuo sulla base di specifiche linee guida e presidi di gestione contenute nella Politica in materia di sottoscrizione, all’interno della quale si:
• definisce l’orientamento strategico della Compagnia per l’assunzione dei rischi assicurativi al fine di consentire uno sviluppo armonico e profittevole del portafoglio assicurativo e mantenere l’equilibrio tecnico-aziendale;
• rappresenta l’impianto dei controlli in essere per assicurare la sostenibilità del valore delle riserve a fini regolamentari e la gestione del rischio di errata riservazione;
• garantisce la gestione appropriata dei processi di sottoscrizione;
• rappresentano le modalità con le quali la Compagnia assicura che i rischi di sottoscrizione siano in linea con l’impianto complessivo di gestione dei rischi;
• definiscono i limiti operativi relativi ai rischi tecnici. All’interno della Politica in materia di riservazione si:
• rappresenta l’impianto dei controlli in essere per assicurare la sostenibilità del valore delle riserve a fini regolamentari e la gestione del rischio di errata riservazione;
• garantisce la gestione appropriata dei processi di riservazione;
• rappresentano le modalità con le quali la Compagnia assicura che i rischi di riservazione siano in linea con l’impianto complessivo di gestione dei rischi.
Al fine di elevare la capacità di sottoscrizione e far fronte agli impegni con gli assicurati, garantendo l’equilibrio tecnico dei singoli rami, la Compagnia utilizza trattati di riassicurazione, sviluppati in linea con le politiche di assunzione e riservazione adottate, sia per quanto attiene gli aspetti qualitativi (esclusioni e clausole), che gli aspetti quantitativi (ritenzione e capacità).
All’interno della Policy in materia di Riassicurazione e delle altre tecniche di mitigazione del rischio si:
• individua il livello di trasferimento dei rischi adeguato ai limiti definiti dalla Compagnia stessa, nonché gli accordi di riassicurazione più adatti al proprio profilo di rischio;
• definiscono i principi di selezione dei riassicuratori e le procedure di valutazione e monitoraggio dell'affidabilità creditizia delle controparti riassicurative;
• descrivono le procedure di valutazione del trasferimento del rischio effettivo nonché le modalità di gestione della liquidità atta ad affrontare eventuali disallineamenti temporali tra liquidazione dei sinistri e crediti nei confronti dei riassicuratori;
• definiscono i limiti operativi relativi ai rischi Tecnici e ai rischi di inadempimento delle controparti riassicurative.
Il ricorso alla riassicurazione ha permesso una riduzione della variabilità del rischio che ha consentito alla Compagnia di ottenere un buon equilibrio tra capacità di sottoscrizione dei rischi e costi.
X.0 XXXXXXX XX XXXXXXX
Xxx xxxxxxx xx xxxxxxx xx fa riferimento a tutti quei rischi che hanno come effetto l’andamento avverso del valore degli investimenti finanziari. Pertanto, sono considerate le seguenti tipologie:
• rischio tasso di interesse (interest rate risk): il rischio legato alla sensibilità del valore delle attività, delle passività e degli strumenti finanziari a variazioni della struttura per scadenza dei tassi d’interesse o della volatilità dei tassi di interesse (rischio di tasso di interesse);
• rischio azionario (equity risk): il rischio legato alla sensibilità del valore delle attività, delle passività e degli strumenti finanziari a variazioni del livello o della volatilità dei prezzi di mercato degli strumenti di capitale (rischio azionario);
• rischio di spread (spread risk): il rischio legato alla sensibilità del valore delle attività, delle passività e degli strumenti finanziari a variazioni del livello o della volatilità degli spread di credito rispetto alla struttura per scadenze dei tassi di interesse privi di rischio (rischio di spread);
• rischio valutario (currency risk): il rischio legato alla sensibilità del valore delle attività, delle passività e degli strumenti finanziari a variazioni del livello o della volatilità dei tassi di cambio delle valute (rischio valutario);
• rischio immobiliare (property risk): il rischio legato alla sensibilità del valore delle attività, delle passività e degli strumenti finanziari a variazioni del livello o della volatilità dei prezzi di mercato dei beni immobili (rischio immobiliare);
• rischio di concentrazione (concentration risk): i rischi aggiuntivi per l’impresa di assicurazione o di riassicurazione derivanti o dalla mancanza di diversificazione del portafoglio delle attività o da grandi esposizioni al rischio di inadempimento da parte di un unico emittente di titoli o di un gruppo di emittenti collegati (concentrazioni del rischio di mercato).
Esposizione al rischio
Il rischio di mercato al netto dei benefici della diversificazione tra rischi è pari a 9,6 milioni di euro, originato dai sotto-moduli come indicato:
ANNO DI RIFERIMENTO | RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE | RISCHIO AZIONARIO | RISCHIO IMMOBILIARE | RISCHIO DI SPREAD | RISCHIO VALUTARIO | CONCENTRAZIONI DEL RISCHIO DI MERCATO | XXXXXX.XX | XXXXXXX XX XXXXXXX |
0000 | 1.477.388 | 374.820 | 6.517.517 | 450.988 | 1.790.337 | 5.325.597 | (6.380.229) | 9.556.418 |
2018 | - | 1.525.985 | 6.831.241 | 649.016 | 1.981.050 | 7.019.062 | (6.470.138) | 11.536.189 |
valori in unità di euro
Modifiche rispetto all’esercizio 2018
Il rischio è diminuito rispetto allo scorso anno di circa 2 milioni di euro prevalentemente per effetto di una riduzione del rischio azionario, di una riduzione delle concentrazioni e infine di una migliore diversificazione degli asset in portafoglio.
Concentrazione dei rischi
La gestione del rischio di concentrazione degli investimenti finanziari, ovvero degli investimenti per tipologia, area geografica, valuta o altre fonti di rischio, è disciplinata nell’ambito dei processi di gestione dei rischi di mercato.
Le principali esposizioni nel portafoglio degli investimenti alla fine dell’esercizio si riferiscono ai titoli governativi dei Paesi appartenenti alla UE, alle partecipazioni strategiche, ai depositi vincolati con duration di breve termine e agli immobili di proprietà su tutto il centro-nord d’Italia.
La Compagnia mitiga il rischio correlato a tali esposizioni mediante l’ampia diversificazione e l’allocazione del portafoglio è conforme nei limiti quantitativi e qualitativi, definiti nella politica di gestione degli investimenti.
Azioni di mitigazione
Le tecniche di attenuazione dei rischi adottate dalla Compagnia riguardano principalmente la diversificazione in termini di allocazione degli investimenti (nonché quella settoriale e geografica), la selezione degli stessi tenendo presente il merito di credito degli emittenti e la duration e i limiti sulle concentrazioni massime.
I rischi di mercato sono gestiti nel continuo sulla base di specifiche linee guida e presidi di gestione contenute all’interno delle politiche relative agli investimenti.
All’interno della Policy in materia di Investimenti si descrivono:
• le procedure di individuazione e valutazione dei rischi di mercato di Primo Pilastro;
• le tecniche di attenuazione del rischio;
• le modalità e la frequenza delle analisi di stress effettuate;
• i limiti operativi.
La Compagnia non ha posizioni in strumenti derivati.
C.3 RISCHIO DI CREDITO
Il rischio di credito riflette le possibili perdite dovute all’inadempimento imprevisto o al deterioramento del merito di credito delle controparti e dei debitori delle imprese di assicurazione e di riassicurazione nel corso dei successivi dodici mesi. Tale rischio è riconducibile a due fattispecie di esposizioni:
• Tipo 1: esposizioni verso contratti di attenuazione del rischio, compresi accordi di riassicurazione, società veicolo, cartolarizzazioni assicurative e derivati; esposizioni verso depositi bancari; impegni giuridicamente vincolanti forniti o concordati dall'impresa che possono determinare obbligazioni di versamento a carico di una controparte dipendenti dal merito di credito o dall'inadempimento, comprese garanzie, lettere di credito, lettere di patrocinio fornite dall'impresa;
• Tipo 2: sono tutte le esposizioni creditizie non comprese nel rischio di spread che non sono esposizioni di tipo 1, compresi i crediti nei confronti degli intermediari, i debitori contraenti, i prestiti ipotecari.
Esposizione al rischio
Il rischio di perdite da parte delle controparti è pari a 6,4 milioni di euro, originato come di seguito indicato:
ANNO DI RIFERIMENTO | ESPOSIZIONI DI TIPO 1 | ESPOSIZIONI DI TIPO 2 | DIVERSIFICAZIONE | XXXXXXX XX XXXXXXXXXXXXX XXXXX XXXXXXXXXXX |
0000 | 3.642.512 | 3.186.284 | (439.006) | 6.389.791 |
2018 | 4.025.258 | 1.570.565 | (289.952) | 5.305.870 |
valori in unità di euro
Modifiche rispetto all’esercizio 2018
Il rischio è aumentato rispetto allo scorso anno di 1,1 milioni di euro prevalentemente per effetto dell’inclusione dei crediti verso l’Erario nelle esposizioni di tipo 2, compensato in parte dalla riduzione del rischio legato alle esposizioni di tipo 1.
Concentrazione dei rischi
La gestione del rischio di concentrazione verso controparti singole (c.d. concentrazione single name) o fra loro interconnesse che risultano emittenti di strumenti finanziari o nei confronti delle quali vi sono contratti di mitigazione del rischio, è disciplinata nell’ambito dei processi di gestione dei rischi di mercato, di gestione della liquidità e dei processi di cessione in riassicurazione.
La Compagnia mitiga il rischio correlato a tali esposizioni mediante l’ampia diversificazione sia delle disponibilità liquide su più istituti bancari sia dei rapporti riassicurativi. Inoltre la policy in tema di riassicurazione prevede il ricorso unicamente a partner riassicurativi di elevato standing, con rating pari o superiore ad A-.
Azioni di mitigazione
I rischi di credito sono gestiti nel continuo sulla base di specifiche linee guida e presidi di gestione contenute all’interno della Policy in materia di liquidità in cui la Compagnia stabilisce limiti sulle esposizioni delle controparti bancarie con cui intende operare, distinti per rating.
Per quanto riguarda le controparti riassicurative, la Compagnia gestisce il rischio di credito sulla base di specifiche indicazioni previste e formalizzate all’interno della Policy in materia di riassicurazione.
C.4 RISCHIO DI LIQUIDITA’
Il rischio di liquidità rappresenta il rischio di non poter adempiere alle obbligazioni verso gli assicurati e gli altri creditori a causa della difficoltà di trasformare gli investimenti in liquidità senza subire perdite rilevanti. Il rischio di liquidità si presenta nei casi in cui la Compagnia, a causa di difficoltà nel reperire nuovi fondi o nel liquidare attività sul mercato, sia costretta a sostenere predite per fronteggiare i propri impegni ovvero non riesca a farvi fronte tempestivamente.
Esposizione al rischio
Il rischio di liquidità non è incluso nella formula standard, ma viene valutato secondo un approccio quali-quantitativo dalle unità organizzative competenti che tengono conto delle specificità delle strategie di business, della situazione economica dell’impresa e del mercato, delle analisi di stress test, nonché degli eventuali presidi posti a mitigazione dei rischi. Con particolare riferimento al rischio di liquidità, la valutazione tiene conto delle valutazioni prospettiche del cash-flow, della liquidabilità degli investimenti e del rapporto percentuale degli investimenti immobilizzati.
Sulla base delle risultanze di tali valutazioni, il rischio di liquidità è stato identificato “basso”.
Modifiche rispetto all’esercizio 2018
Nessuna modifica rilevante.
Azioni di mitigazione
Con particolare riferimento alla gestione del rischio di liquidità, la Politica di liquidità:
• descrive le procedure per determinare il livello di disallineamento tra entrate e uscite di cassa di attività e passività;
• analizza il fabbisogno di liquidità globale a medio e lungo termine, inclusa una riserva di liquidità adeguata in caso di eventuali carenze;
• considera il livello di monitoraggio delle attività liquide compresa la quantificazione dei costi potenziali;
• individuano gli eventuali strumenti di finanziamento alternativi ed i relativi costi;
• analizza l’impatto dei nuovi affari sulla situazione della liquidità.
C.5 RISCHIO OPERATIVO
Per rischio operativo si intende il rischio di perdite derivanti da fattori interni, quali:
• inefficienze di persone;
• inefficienza e/o inadeguatezza di processi;
• inefficienza e/o inadeguatezza di sistemi; da eventi esterni, quali:
• la frode;
• l’attività dei fornitori di attività esternalizzate;
• catastrofi o altri eventi esterni.
Esposizione al rischio
Il rischio operativo, calcolato secondo la formula standard in rapporto ai premi e alle riserve in continuità alla precedente valutazione, è risultato pari a 2,8 milioni di euro.
ANNO DI RIFERIMENTO | OPERATIONAL RISK |
2019 | 2.775.321 |
2018 | 2.772.656 |
valori in unità di euro
Modifiche rispetto all’esercizio 2018
Nessuna modifica rilevante.
Azioni di mitigazione
La Compagnia, consapevole che il rischio operativo è intrinsecamente connesso con le attività aziendali, emana un’apposita politica allo scopo di dotarsi di un framework di gestione del rischio operativo.
In coerenza con quanto definito dalla vigente Politica di Governo Societario, la Compagnia si dota di idonei presidi in materia di assetto organizzativo, operativo, normativo interno ed informatico.
C.6 ALTRI RISCHI SOSTANZIALI
I rischi rientranti nella categoria degli “altri rischi sostanziali” sono:
• Rischio di ALM: il rischio di disallineamento dei flussi di cassa attivi rispetto a quelli passivi, generando principalmente esposizioni ai fattori di rischio di mercato, tasso di interesse in particolare, ed è interamente sopportato dagli azionisti con riferimento sia al capitale libero, sia agli attivi a copertura delle riserve danni e le riserve danni stesse;
• Rischio Spread dei titoli governativi: il rischio sovrano è il rischio di allargamento dello spread dei titoli governativi italiani ed europei. Tale rischio, non catturato dalla formula standard, è legato alla sensibilità del valore degli investimenti governativi, delle passività e degli strumenti finanziari a variazioni del livello o della volatilità degli spread di credito rispetto alla struttura per scadenze dei tassi di interesse privi di rischio;
• Rischio legato all’appartenenza al gruppo o di contagio: il rischio di contagio è il rischio derivante da operazioni con parti correlate appartenenti al Gruppo ed il rischio che situazioni di difficoltà che insorgono in una o più entità del Gruppo possano propagarsi con effetti negativi sulla solvibilità dell’impresa stessa;
• Rischio di non conformità alle norme: il rischio di non conformità alle norme è il rischio derivante dalla mancata conformità a leggi, regolamenti e norme europee direttamente applicabili o provvedimenti dell’Autorità di Vigilanza, ovvero di norme di autoregolamentazione, quali statuti, codici di condotta o codici di autodisciplina, con
conseguente possibilità di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative o subire perdite conseguenti a danni reputazionali. Tale rischio si manifesta anche a seguito di possibili modifiche sfavorevoli del quadro normativo e da mutamenti degli orientamenti giurisprudenziali che hanno un impatto sul business;
• Rischio reputazionale: il rischio reputazionale è il rischio legato al deterioramento dell’immagine aziendale e ad un aumento della conflittualità con gli assicurati, anche a causa: della scarsa qualità dei servizi offerti, del collocamento di polizze non adeguate e del comportamento della rete di vendita;
• Rischio strategico: il rischio strategico è il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale, incluso il rischio di non riuscire a generare un adeguato ritorno sul capitale sulla base della propensione al rischio definita dall’impresa, derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività in rapporto all’evoluzione dell’ambiente competitivo o dall’incapacità di realizzazione totale o parziale delle decisioni previste a budget per inadeguata pianificazione delle risorse disponibili;
• Rischi emergenti: i rischi emergenti sono quei rischi, di qualsivoglia tipologia, che appaiono come del tutto nuovi ed il cui contenuto di rischio non risulta ragionevolmente noto a priori. Con il termine “nuovi” si fa riferimento a rischi mai esistiti antecedentemente e causati ad esempio da nuovi processi, nuove tecnologie, trasformazioni sociali e organizzative o a problemi noti da lunga data ma da poco considerati rischi grazie alle nuove conoscenze scientifiche o ad un cambiamento della percezione sociale e/o pubblica.
Esposizione al rischio
I rischi sopra riportati non sono inclusi nella formula standard, ma vengono valutati secondo un approccio quali-quantitativo dalle unità organizzative competenti che tengono conto delle specificità delle strategie di business, della situazione economica dell’impresa e del mercato, delle analisi di stress test, nonché degli eventuali presidi posti a mitigazione dei rischi. Di seguito si riportano, per ciascuna categoria di rischio individuata, i criteri di valutazione in essere:
• Rischio di ALM: la valutazione tiene conto delle valutazioni prospettiche del rischio di tasso di interesse, del trend degli ultimi anni del tasso di copertura delle riserve tecniche, nonché dal livello del rischio spread dei titoli governativi;
• Rischio Spread dei titoli governativi: la valutazione tiene conto degli esiti degli stress test condotti sui bond governativi;
• Rischio legato all’appartenenza al gruppo o di contagio: la valutazione tiene conto del fatto che il Gruppo è maggiormente concentrato sulla Compagnia (la quale, a sua volta, ha 2 partecipazioni di controllo nelle Società GAM e AssMi1);
• Rischio di non conformità alle norme: il rischio di non conformità alle norme è direttamente presidiato e valutato dalla Funzione Compliance, nelle modalità definite dalla relativa Policy interna;
• Rischio reputazionale: il rischio reputazionale è valutato dalla Funzione Compliance, tenendo conto della numerosità dei reclami pervenuti e del relativo trend storico registrato;
• Rischio strategico e Xxxxxx emergenti: La valutazione tiene conto degli esiti delle analisi prospettiche dello scenario COVID-19.
Sulla base delle risultanze di tali valutazioni, il rischio è stato identificato come segue:
• Rischio di ALM: Basso;
• Rischio Spread dei titoli governativi: Basso;
• Rischio legato all’appartenenza al gruppo o di contagio: Basso;
• Rischio di non conformità alle norme: Medio;
• Rischio reputazionale: Medio;
• Rischio strategico: Basso;
• Rischi emergenti: Basso.
Modifiche rispetto all’esercizio 2018
Rispetto alla rilevazione effettuata relativamente all’esercizio 2018, è stata ampliata la tassonomia degli altri rischi sostanziali, al fine di potenziare ulteriormente il complessivo sistema di gestione dei rischi.
Azioni di mitigazione
Con riferimento al rischio ALM, la specifica Politica descrive:
• le procedure di individuazione e valutazione dei diversi tipi di disallineamento tra attività e passività;
• le tecniche di attenuazione del rischio da impiegare e l’effetto di queste tecniche sulla gestione di attività e passività;
• i disallineamenti intenzionali consentiti;
• le modalità e la frequenza delle analisi di stress effettuate;
• i limiti operativi.
Con riferimento al rischio spread dei titoli governativi, la Compagnia ha definito un set di limiti all’interno della Politica degli Investimenti.
Con riferimento agli altri rischi valutati come “bassi”, la Compagnia non ha previsto ulteriori azioni di mitigazione rispetto a quanto già previsto dalle disposizioni normative e dall’assetto dei controlli interni vigente.
Con riferimento al rischio di non conformità normativa e al rischio reputazionale, si sottolinea che l’esposizione è stata determinata al fine esclusivo di intercettare l’impatto potenziale che potrebbe derivare a seguito della recente decisione del Legislatore di inasprire le sanzioni da comminare in caso di violazione di disposizioni normative e di vigilanza, con conseguenti impatti anche a livello di danno di immagine. Si ritiene opportuno sottolineare che la Funzione Compliance garantisce il continuo e capillare monitoraggio dell’evoluzione del quadro normativo e la conformità dell’operatività aziendale alle disposizioni normative e regolamentari.
C.7 ALTRE INFORMAZIONI
C.7.1 PROVE DI STRESS E ANALISI DI SENSITIVITA’ SUL SCR
Nel corso dell’esercizio 2019, la controllata assicurativa ha effettuato analisi di scenario attraverso una valutazione dell’impatto sia sui requisiti patrimoniali che sui fondi disponibili alle diverse scadenze trimestrali di verifica del solvency ratio, determinando gli scenari realistici sulla base delle attese del mercato e del proprio profilo di business. Inoltre, la Compagnia, prima di ogni significativa scelta strategica, verifica l’impatto in termini di solvency ratio.
La Capogruppo ritiene significativa anche per il valore calcolato sul perimetro del Gruppo le valutazioni svolte per la controllata assicurativa, opportunamente ricalibrata sulla base delle differenze sull’SCR e sugli OF riscontrate al 31.12.2019.
Le differenze di valutazione al 31 dicembre 2019 in termini di SCR, fondi propri a copertura del SCR e del SCR ratio tra la controllata assicurativa e il Gruppo sono di seguito indicate:
31.12.2019 | |||
Compagnia | Gruppo | Delta | |
Gruppo vs Compagnia | |||
SCR | 24,5 | 24,7 | 0,2 |
EoF for SCR | 52,4 | 45,6 | -6,8 |
SCR Ratio | 214,2% | 184,7% | -29,5% |
valori in milioni di euro
Le differenze tra il valore SCR della Compagnia e il SCR di Gruppo sono in parte attribuite al diverso effetto delle valutazioni degli shock sugli attivi delle due entità relativi al rischio di mercato. Nella Compagnia gli immobili sono valorizzati nella partecipazione ed hanno uno shock del 22% mentre nel gruppo sono valorizzati come singoli immobili ed hanno uno shock del 25%. Le differenze tra i fondi propri sono invece riconducibili prevalentemente agli interessi di minoranza degli azionisti di Assicuratrice Milanese.
Rispetto al valore calcolato al 31/12/2019, sono stati pertanto determinati sia scenari di perdita del valore degli attivi, che determinano una diminuzione del patrimonio, che scenari di peggioramento del rating delle controparti che producono un aumento dell’SCR senza immediato impatto sui fondi propri e scenari con peggioramento del profilo tecnico dei rischi assunti che determinano sia un aumento del requisito che una diminuzione dei fondi propri. Nello specifico, sono stati analizzati gli effetti dei seguenti shock:
1. Currency: riduzione istantanea del 15% dell'indice della valuta USD, su cui risulta la massima concentrazione valutaria;
2. Property: riduzione istantanea del 15% dei valori di mercato immobiliari e della partecipazione in AssMi1;
3. Equity: riduzione istantanea del 30% del mercato azionario e dei valori di mercato delle partecipazioni non quotate in AssMi1 e GAM;
4. Spread: aumento istantaneo di 150 bps degli spread dei titoli governativi italiani e dei time deposit;
5. Rating emittenti: riduzione istantanea di 1 classe di rating di tutti gli emittenti (assicurativi, riassicurativi, governativi, azionari e degli istituti bancari presso cui è detenuta la liquidità);
6. Risk-free e curva dei tassi real world: aumento istantaneo di 150 bps della curva risk-free EIOPA e della curva real world;
7. Loss Ratio: aumento del 10% del loss ratio dei rami RCA e RCG su cui la Compagnia è maggiormente concentrata.
Le metodologie applicate per ogni evento di stress e le assunzioni sottostanti sono riepilogate nella tabella seguente:
SCENARI DI STRESS | METODOLOGIA E ASSUNZIONI | |
Per tutti gli scenari di Stress | - Ricalcolo puntuale del SCR e del Risk Margin post-stress - Tax rate per il calcolo del Adj DT è assunto invariato rispetto allo scenario Base - Risk mitigation per il calcolo del SCRdefault è assunto invariato rispetto allo scenario Base - Ricalcolo puntuale delle DT nette e BoF/EoF | |
1. | Currency -15% | - Ricalcolo dei Valori di Mercato post-stress della liquidità presso il conto in valuta |
2. | Property -15% | - Ricalcolo dei Valori di Mercato post-stress degli immobili di proprietà e della partecipazione |
3. | Equity e Partecipazioni -30% | - Ricalcolo dei Valori di Mercato post-stress degli investimenti azionari e delle partecipazioni |
4. | Spread +150 | - Ricalcolo dei Valori di Mercato post-stress mediante approccio basato sulla Duration |
5. | Rating emittenti | - Si ipotizza che i valori di mercato non subiscano variazioni a seguito del downgrade - Il reinsurance credit risk adjustment delle BEL cedute viene ipotizzato costante rispetto allo scenario base |
6. | Risk-free +150 | - Ricalcolo delle BEL premi e sinistri al lordo e al netto della riass., sotto l'ipotesi che lo smontamento resti invariato rispetto allo scenario pre-shock - Ricalcolo delle BEL post-stress al rischio interest e lapse - Ricalcolo dei premi futuri e EPIFP - Ricalcolo dei crediti e debiti verso riassicuratori - Ricalcolo dei valori di mercato dei titoli obbligazionari |
7. | Loss Ratio +10% (RCA e RCG) | - Ricalcolo dell'onere dei sinistri al lordo e al netto della riass., con impatto sull'utile dell'esercizio - Ricalcolo delle BEL premi e sinistri al lordo e al netto della riass., sotto l'ipotesi che lo smontamento resti invariato rispetto allo scenario pre-shock - Ricalcolo delle BEL post-stress al rischio interest e lapse - Ricalcolo dei premi futuri e EPIFP - Ricalcolo dei crediti e debiti verso riassicuratori |
Nella tabella seguente si riporta la sintesi dei principali test effettuati sulla solvibilità della Compagnia ed il relativo risultato:
SCENARI DI STRESS | EoF for SCR | SCR | SCR RATIO | DELTA SCR RATIO | |
2019 – Base | 52,4 | 24,5 | 214,20% | ||
1. | Currency -15% | 51,3 | 24,4 | 210,70% | -3,50% |
2. | Property -15% | 49,4 | 24,2 | 204,20% | -9,90% |
3. | Equity e Partecipazioni -30% | 47,3 | 24 | 196,90% | -17,20% |
4. | Spread +150bps | 49,3 | 24,5 | 201,40% | -12,70% |
5. | Rating emittenti (-1 classe) | 52,3 | 25,9 | 201,70% | -12,40% |
6. | Risk-free e curva dei tassi real world +150bps | 51 | 23,9 | 213,50% | -0,70% |
7. | Loss Ratio +10% (RCA e RCG) | 45,5 | 24,7 | 184,20% | -29,90% |
valori in milioni di euro
Le analisi effettuate hanno comportato degli impatti sull’assorbimento di capitale (SCR), sui fondi propri a copertura dello stesso (EoF for SCR) e quindi sulla posizione di solvibilità della Compagnia (SCR ratio).
Tenuto conto delle differenze di valutazione tra gli assorbimenti di capitale della Compagnia e del Gruppo, nonché dei fondi propri a copertura del SCR, assunti costanti nei diversi esercizi di stress, nello scenario peggiore si determinerebbe un abbassamento del SCR ratio che resta comunque al di sopra del livello di Risk Tolerance (140%) approvato dalla Capogruppo.
Non ci sono altre informazioni da riportare.
D. VALUTAZIONE AI FINI DI SOLVIBILITA’
In base alle regole dettate dalla normativa Solvency II, la Capogruppo ha valutato le attività al valore secondo il quale potrebbero essere scambiate tra parti consapevoli e consenzienti in un’operazione svolta alle normali condizioni di mercato; le passività all’importo al quale potrebbero essere trasferite, o regolate, tra parti consapevoli e consenzienti in un’operazione svolta alle normali condizioni di mercato.
La Capogruppo, in conformità con l’articolo 7 del Regolamento Delegato 2015/35 valuta le attività e le passività in base al presupposto della continuità aziendale.
Secondo l’art. 9 del Regolamento Delegato 2015/35 la valutazione delle attività e delle passività (ad esclusione delle riserve tecniche) è stata effettuata in coerenza ai Principi Contabili Internazionali (IFRS - International Financial Reporting Standards), adottati dal Regolamento 1606/2002 e dalle disposizioni dettate dal Codice delle Assicurazioni Private e che sono considerati, rappresentativi dei principi valutativi previsti dalla Direttiva.
Nel caso in cui la valutazione prevista dai Principi Contabili Internazionali non sia al Fair Value, devono essere applicati principi di valutazione che siano coerenti con l’art. 75 della Direttiva.
Nell’utilizzo di tali metodi la Capogruppo garantisce la coerenza con almeno uno dei seguenti metodi:
• il metodo di mercato, il quale utilizza i prezzi e le altre informazioni pertinenti derivanti da operazioni di mercato riguardanti attività, passività o un gruppo di attività e passività identiche o simili.
• il metodo reddituale, il quale converte importi futuri, come i flussi di cassa o i ricavi e i costi, in un unico importo corrente. Il valore equo riflette le attuali aspettative di mercato su tali importi futuri. Le tecniche di valutazione coerenti con il metodo reddituale comprendono le tecniche del valore attuale, i modelli di determinazione del prezzo delle opzioni e il metodo degli utili in eccesso per esercizi multipli;
• il metodo del costo o metodo del costo corrente di sostituzione, il quale riflette l'importo che sarebbe attualmente richiesto per sostituire la capacità di servizio di un'attività.
In presenza della possibilità di utilizzare più metodi, la Capogruppo privilegia la metodologia che garantisce la stima più rappresentativa dell’importo, coerentemente con quanto descritto dall’art. 75 della Direttiva.
Le tabelle che seguono rappresentano le valutazioni riportate nel QRT S.02.01 dello Stato Patrimoniale al 31 Dicembre 2019:
ASSET | SOLVENCY II |
Avviamento | |
Spese di acquisizione differite | |
Attività immateriali | 0 |
Attività fiscali differite | 3.857.236 |
Utili da prestazioni pensionistiche | 0 |
Immobili, impianti e attrezzature posseduti per uso proprio | 20.467.430 |
Investimenti (diversi da attività detenute per contratti collegati a un indice e collegati a quote) | 62.286.681 |
Immobili (diversi da quelli per uso proprio) | 9.258.179 |
Quote detenute in imprese partecipate, incluse le partecipazioni | 1.699.434 |
Strumenti di capitale | 1.931 |
Strumenti di capitale — Quotati | 0 |
Strumenti di capitale — Non quotati | 1.931 |
Obbligazioni | 31.164.701 |
Titoli di Stato | 31.164.701 |
Obbligazioni societarie | 0 |
Obbligazioni strutturate | 0 |
Titoli garantiti | 0 |
Organismi di investimento collettivo | 0 |
Derivati | 0 |
Depositi diversi da equivalenti a contante | 20.162.436 |
Altri investimenti | 0 |
Attività detenute per contratti collegati a un indice e collegati a quote | 0 |
Mutui ipotecari e prestiti | 0 |
Prestiti su polizze | 0 |
Mutui ipotecari e prestiti a persone fisiche | 0 |
Altri mutui ipotecari e prestiti | 0 |
Importi recuperabili da riassicurazione da: | 46.639.101 |
Non vita e malattia simile a non vita | 46.639.101 |
Non vita esclusa malattia | 45.214.212 |
Malattia simile a non vita | 1.424.889 |
Vita e malattia simile a vita, escluse malattia, collegata a un indice e collegata a quote | 0 |
Malattia simile a vita | 0 |
Vita, escluse malattia, collegata a un indice e collegata a quote | 0 |
Vita collegata a un indice e collegata a quote | 0 |
Depositi presso imprese cedenti | 0 |
Crediti assicurativi e verso intermediari | 10.082.760 |
Crediti riassicurativi | 5.095.315 |
Crediti (commerciali, non assicurativi) | 11.159.136 |
Azioni proprie (detenute direttamente) | 0 |
Importi dovuti per elementi dei fondi propri o fondi iniziali richiamati ma non ancora versati | 0 |
Contante ed equivalenti a contante | 29.832.576 |
Tutte le altre attività non indicate altrove | 845.739 |
Totale delle attività | 190.265.974 |
valori in unità di euro
LIABILITIES | SOLVENCY II |
Riserve tecniche — Non vita | 99.590.472 |
Riserve tecniche — Non vita (esclusa malattia) | 94.228.287 |
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | 0 |
Migliore stima | 88.740.726 |
Margine di rischio | 5.487.561 |
Riserve tecniche — Malattia (simile a non vita) | 5.362.185 |
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | 0 |
Migliore stima | 3.769.965 |
Margine di rischio | 1.592.220 |
Riserve tecniche — Vita (escluse collegata a un indice e collegata a quote) | 0 |
Riserve tecniche — Malattia (simile a vita) | 0 |
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | 0 |
Migliore stima | 0 |
Margine di rischio | 0 |
Riserve tecniche — Vita (escluse malattia, collegata a un indice e collegata a quote) | 0 |
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | 0 |
Migliore stima | 0 |
Margine di rischio | 0 |
Riserve tecniche — Collegata a un indice e collegata a quote | 0 |
Riserve tecniche calcolate come un elemento unico | 0 |
Migliore stima | 0 |
Margine di rischio | 0 |
Altre riserve tecniche | 0 |
Passività potenziali | 0 |
Riserve diverse dalle riserve tecniche | 133.574 |
Obbligazioni da prestazioni pensionistiche | 1.985.413 |
Depositi dai riassicuratori | 0 |
Passività fiscali differite | 2.752.883 |
Derivati | 0 |
Debiti verso enti creditizi | 572 |
Passività finanziarie diverse da debiti verso enti creditizi | 0 |
Debiti assicurativi e verso intermediari | 2.195.075 |
Debiti riassicurativi | 19.722.388 |
Debiti (commerciali, non assicurativi) | 9.741.446 |
Passività subordinate | 0 |
Passività subordinate non incluse nei fondi propri di base | 0 |
Passività subordinate incluse nei fondi propri di base | 0 |
Tutte le altre passività non segnalate altrove | 345.940 |
Totale delle passività | 136.467.764 |
Eccedenza delle attività rispetto alle passività | 53.798.211 |
valori in unità di euro
La Capogruppo ha aggregato le attività tenendo conto della natura, della funzione, del rischio e della significatività delle attività e delle passività diverse dalle riserve tecniche ed ha applicato i criteri di valutazione di seguito rappresentati:
• Attività immateriali: i criteri di valutazione definiti dal Regolamento prevedono in generale che agli attivi immateriali debba essere attribuita una valorizzazione pari a zero. Fanno eccezione gli attivi immateriali che possono essere venduti separatamente dal resto degli attivi e per i quali sia
disponibile una quotazione in un mercato attivo per attività similari. Nessuna attività di questa tipologia è detenuta a livello di Gruppo.
• Imposte differite attive: corrispondono ai crediti per imposte anticipate sorti in relazione a costi sostenuti e rilevati nell'esercizio o in esercizi precedenti che tuttavia, in base alla normativa fiscale tempo per tempo vigente, possono essere in tutto o in parte dedotti solo in più esercizi (in particolare l'incremento della riserva sinistri, che rappresenta la componente principale di tale voce) ovvero al ricorrere di determinate circostanze (ad esempio azzeramento del relativo credito per i fondi svalutazione). La valutazione ai fini Solvency II non differisce rispetto all’importo iscritto nel bilancio civilistico.
• Immobili, impianti e macchinari ad uso proprio: la voce accoglie il valore degli immobili destinati all’esercizio delle imprese del Gruppo. Il valore SII è determinato utilizzando la migliore stima possibile del valore di mercato dell’immobile stesso, ovvero tramite valutazione di un esperto esterno che annualmente svolge l’attività di perizia.
• Investimenti finanziari: il valore degli strumenti finanziari è stato determinato secondo quanto disposto dai principi contabili internazionali IFRS e, per quanto applicabile, secondo quanto disposto dal Regolamento Delegato 2015/35 art. 13. Nello specifico, sono stati applicati i seguenti metodi:
a. Per gli immobili diversi da quelli di uso proprio: il valore è stato determinato utilizzando la migliore stima possibile del valore di mercato dell’immobile stesso, ovvero tramite valutazione di un esperto esterno che annualmente svolge l’attività di perizia.
b. Per le azioni e i titoli di Stato è stato applicato il metodo del mark to market, ovvero il prezzo del titolo è determinate sulla base del valore di mercato del titolo all’ultimo giorno di valutazione dell’esercizio.
c. Per le partecipazioni, si rimanda al paragrafo D.4.
• Depositi diversi da equivalenti a contante: la voce comprende i depositi vincolati e una polizza di capitalizzazione vita di ramo I detenuta dalla controllata assicurativa, per i quali il valore è determinato a partire dal valore nominale iscritto in bilancio a cui è aggiunto il valore dei ratei di interesse o della cedola in corso.
• Importi recuperabili da riassicurazione dei rami Non Vita e Malattia: le riserve tecniche a carico dei riassicuratori sono distinte per:
a) Riserve sinistri: per tutte le linee di business la best estimate sinistri a carico dei riassicuratori è calcolata mediante tecniche Gross to Net, tramite l’applicazione dei fattori risultanti dal rapporto tra gli importi al lordo e al netto della riassicurazione, tenuto conto dell’aggiustamento per il rischio di credito (calcolato attraverso il metodo semplificato in funzione della duration e del rating della controparte riassicurativa).
b) Riserve premi: per tutte le linee di business la best estimate è calcolata puntualmente mediante il metodo semplificato. Le uscite e le entrate di cassa verso i riassicuratori sono calcolate a partire dai cash flow lordi in funzione dei trattati riassicurativi in essere alla data di valutazione.
• Crediti: la valutazione ai fini Solvency II non differisce rispetto all’importo iscritto nel bilancio civilistico, ad eccezione della voce crediti assicurativi e verso intermediari per la quale sono dedotti gli importi recuperabili per sinistri, che sono stati parimenti dedotti dalle best estimate.
• Disponibilità Liquide: la valutazione ai fini Solvency II non differisce rispetto all’importo iscritto nel bilancio civilistico.
• Altre attività: per tutte le altre attività non ricomprese nelle categorie riportate sopra, tenuto conto delle relative caratteristiche, il valore è stato determinato applicando i principi IAS/IFRS e relativi eventuali aggiornamenti degli stessi con effetti applicativi nell’esercizio in corso.
Non sono state effettuate modifiche ai criteri e ai metodi di rilevazione e di valutazione durante il periodo di riferimento.
Nel complesso le attività sono pari a 190,3 milioni di euro contro i 214,3 milioni di euro secondo i principi civilistici. La differenza negativa di 24,0 milioni di euro è principalmente ascrivibile alla maggiore valorizzazione al mercato degli immobili ad uso proprio per circa 4,8 milioni di euro, degli investimenti per circa 1,4 milioni di euro, alla svalutazione di asset intangibili per circa 24,0 milioni di euro, alla minore valorizzazione della riserva premi a carico dei riassicuratori che beneficia, nei principi Solvency II, degli utili presenti nei premi futuri dei contratti in essere per circa 3,9 milioni di euro, alla deduzione dai Crediti assicurativi e verso intermediari riduzione degli importi recuperabili per sinistri, che sono stati parimenti tolti dalle Best estimate per circa 1,0 milione di euro e al minor valore dei ratei e risconti attivi per circa 1,0 milioni di euro relativo alla deduzione dei ratei per interessi degli investimenti mobiliari.
L’unica Compagnia assicurativa del Gruppo è Assicuratrice Milanese S.p.A., per cui le riserve tecniche sono riconducibili alla sola controllata esercitante attività di assicurazione.
Nel complesso le Riserve Tecniche, calcolate ai sensi dell’art. 36-ter del CAP, sono risultate essere 99,6 milioni di euro contro i 111,6 milioni di euro calcolate secondo i principi local, con una diminuzione di circa 12 milioni di euro. La diminuzione deriva principalmente dalla diversa valorizzazione della Riserva Premi che beneficia di utili futuri mentre la Riserva Sinistri risulta diminuita in virtù delle ipotesi di best estimate adottate per la proiezione dei flussi di cassa attesi, degli effetti dell’attualizzazione (effettuata mediante la curva dei tassi al 31 dicembre 2019 fornita dall’EIOPA) e dell’inclusione dei recuperi attesi. In particolare, per la determinazione della BE sinistri delle Line of Business (LoB) Motor e General Liability, la Compagnia ha adoperato il modello statistico Chain-Ladder paid, opportunamente calibrato per tener conto degli effetti distorsivi dovuti a determinate componenti di costo che presentano, nel corso dei diversi esercizi, un andamento irregolare.
La tabella sottostante riporta il confronto tra le riserve di bilancio civilistico e le riserve tecniche Solvency II.
CONFRONTO VALORI RISERVE SOLVENCY II/ LOCAL GAAP AL 31/12/2019 | ||||
SOLVENCY II | LOCAL GAAP | Δ | Δ% | |
Riserva Premi | 10.981.898 | 28.145.486 | -17.163.588 | -61% |
Riserva Sinistri | 81.528.793 | 83.464.983 | -1.936.191 | -2% |
Risk Margin | 7.079.782 | |||
TOTALE | 99.590.472 | 111.610.469 | -12.019.997 | -11% |
valori in unità di euro
Ai fini della quantificazione delle BE premi, la controllata Assicuratrice Milanese ha adottato la semplificazione prevista dall’allegato 6 del regolamento IVASS 18/2016, basata sulla stima del combined ratio (CR) e dell’acquisition expense ratio(AER). La Compagnia ha determinato il combined ratio come somma del rapporto sinistri a premi (loss ratio, LR)e dell’expense ratio (ER), inteso come il rapporto tra le spese imputabili ai premi sottoscritti (escluse le spese per sinistri) ed i premi sottoscritti.
Nello specifico, la Compagnia ha determinato i valori attesi di LR, di ER e di AER come media dei valori registrati negli esercizi 2017, 2018 e 2019, in continuità con l’impostazione adottata alle
precedenti valutazioni. Si precisa che, per la LoB Credit and Surety, in assenza di dati storici di Compagnia, il loss ratio è stato determinato sulla base dei dati di mercato (fonte ANIA, ultima rilevazione disponibile) e posto pari alla media dei valori registrati negli esercizi dal 2013 al 2017. La Compagnia ha infine applicato ai premi futuri generati dai contratti in essere un’aliquota di mancato incasso, definita sulla base di specifiche analisi di backtesting.
La stima della riserva sinistri è caratterizzata da un alto grado di incertezza dovuta alla scarsità di informazioni sui sinistri di cui dispone l’impresa e relativi alla previsione dei fattori evolutivi di costo che incidono sull’esborso finale e di cui l’impresa deve tener conto coerentemente al principio di valutazione del costo ultimo. Risulta inoltre, in particolare con riferimento alla Lob General Liability, notevolmente complessa la stima del timing dei futuri pagamenti, in considerazione dell’aleatorietà della durata e dell’esito dei processi per i sinistri in causa.
La Compagnia utilizza dei modelli statistico-attuariali per la determinazione della Best Estimate della riserva sinistri per le LoB Motor e General Liability, che rappresentano circa il 95% della riserva sinistri complessiva.
I modelli attuariali utilizzati dalla Compagnia per la determinazione delle Best Estimate appartengono alla famiglia del Chain Ladder e prevedono la proiezione dei flussi di pagamenti attesi negli esercizi futuri in relazione ai sinistri a riserva alla data di valutazione. Tale proiezione deve tener conto di tutti gli elementi che caratterizzano i cash flow attesi (quali, ad esempio, indennizzo, spese, inflazione, etc.).
Al fine di effettuare un'adeguata analisi attuariale delle riserve tecniche e di effettuare le proiezioni dei flussi di cassa attesi, sono stati utilizzati dati storici dei pagamenti e del costo dei sinistri. I dati utilizzati soddisfano i requisiti di appropriatezza, materialità e completezza.
L’attualizzazione dei flussi di cassa futuri attesi è effettuata con la struttura per scadenza di tassi di interessi privi di rischio al 31/12/2019 ufficialmente comunicata dall’EIOPA. Non è stato utilizzato il volatility adjustment.
Un indicatore del grado di incertezza nella stima dei futuri cash flow può essere rappresentato dalla deviazione standard dei fattori di sviluppo: il metodo del Chain Ladder si fonda infatti sull’ipotesi che la legge di smontamento dei sinistri sia uguale per tutti gli anni di avvenimento, ovvero i pagamenti relativi a differenti generazioni sono tra loro indipendenti. L’indice di dispersione rappresentato dalla deviazione standard presenta valori elevati in corrispondenza delle prime 2 antidurate, rendendo la stima complessiva particolarmente volatile.
Un ulteriore elemento di incertezza è rappresentato dal fattore coda, che rappresenta l’evoluzione dei pagamenti attesi per le antidurate successive rispetto a quelle osservabili nel triangolo di run-off a disposizione e che risulta determinante nella valutazione della riserva sinistri.
Per i motivi sopra esposti, ai fini della determinazione del risk margin, la Compagnia ha adottato un metodo di calcolo più prudenziale rispetto ad altri metodi previsti dalla normativa; in particolare è stato impiegato il metodo 2 previsto dall’allegato 4 del Regolamento IVASS n.18/2016, che porta ad un valore di 7,1 milioni di euro.
Rispetto alla precedente valutazione, sono state apportate alcune modifiche alle ipotesi formulate nel calcolo delle best estimate. In particolare, per la LoB Motor, in considerazione dell’aumento della velocità di liquidazione osservato, è stata esclusa dal modello LDM la serie corrente, valutata invece a costo medio. In continuità con le precedenti valutazioni e a seguito delle analisi svolte, sono stati esclusi dal triangolo dei pagamenti incrementali specifiche componenti di costo che presentano un andamento irregolare nel corso dei vari esercizi, quali le spese di struttura interna, le spese legali ed i sinistri di punta. Quest’ultimo accorgimento è stato adottato anche per la LoB General Liability.
Non sono state effettuate modifiche ai criteri e ai metodi di rilevazione e di valutazione durante il periodo di riferimento.
I criteri di valorizzazione rispettano quanto richiesto dalla normativa all’articolo 75 della Direttiva
2009/138.
Si riportano di seguito le informazioni sulle metodologie di valutazione, a fini di solvibilità, di ciascuna classe di passività ad esclusione delle riserve tecniche discusse nel capitolo precedente, utilizzati dalla Compagnia per la determinazione del valore delle passività nel bilancio di solvibilità:
• Fondo TFR: il valore del Fondo TFR ai fini Solvency II è stato determinato secondo quanto previsto dal principio IAS 19 che definisce le modalità di determinazione del valore dei benefici a favore dei dipendenti.
• Riserve diverse dalle riserve tecniche: la valutazione ai fini Solvency II non differisce rispetto all’importo iscritto nel bilancio civilistico.
• Debiti: la valutazione ai fini Solvency II non differisce rispetto all’importo iscritto nel bilancio civilistico, ad eccezione dei debiti verso riassicuratori che includono gli oneri futuri per interessi relativi ai depositi dei contratti ceduti.
• Passività fiscali differite: le deferred tax liabilities, ai sensi dei principi Solvency II, includono solo le DTL originate dalla conversione in principi di solvibilità di tutte le poste di bilancio applicando il tax rate effettivo per ogni tipologia al 31/12/2019, l’aliquota media risultante è stata pari a 24,08%.
• Altre passività: la valutazione ai fini civilistici e la valutazione ai fini Solvency II, delle passività non specificate in precedenza, non differisce.
La Società non ha obbligazioni derivanti dai contratti di leasing.
La Società non ha “altre rilevante attività o passività fuori bilancio” da riportare nel modello quantitativo di vigilanza S.03.01 di cui al Regolamento di esecuzione (UE) 2015/2450 della Commissione del 2 dicembre 2015.
Nel complesso le passività sono pari a 136,5 milioni di euro contro i 144,9 milioni di euro secondo i principi civilistici. La differenza negativa di 8,9 milioni di euro è principalmente ascrivibile alla minore valorizzazione al fair value delle riserve tecniche per circa 12,0 milioni di euro, alla maggiore valorizzazione del TFR per circa 0,2 milioni di euro e alle imposte differite per circa 2,5 milioni di euro.
D.4 METODI ALTERNATIVI DI VALUTAZIONE
Vengono di seguito riportate le metodologie di valutazione alternative utilizzate per la quantificazione delle attività e delle passività per le quali non è disponibile, come criterio di valutazione, un valore di mercato rappresentato da una quotazione su un mercato di riferimento.
Per le azioni non quotate il valore viene determinato utilizzando “input informativi” comunque assunti, in via diretta o indiretta, dai mercati, quali per esempio:
• Prezzi quotati per attività o passività identiche o similari quotati in mercati attivi o non attivi;
• Prezzi oggetto di recenti transazioni relative al medesimo strumento finanziario oggetto di valutazione oppure a strumenti simili a questo.
In assenza di un mercato attivo da utilizzare come proxy per le valutazioni, viene posta in essere una tecnica di valutazione che consenta di stabilire quale prezzo avrebbe avuto l’operazione alla data di valutazione in un libero scambio motivato da normali considerazioni commerciali utilizzando, in via residuale, tecniche valutative basate su input non osservabili e, quindi, maggiormente discrezionali (Mark-to-Model Approach).
Nello specifico, in tale categoria sono presenti quote di una banca cooperativa per il cui valore è stato utilizzato il prezzo oggetto di recenti transazioni relative al medesimo strumento finanziario oggetto di valutazione oppure a strumenti simili a questo.
Per quanto riguarda lo sviluppo di portafoglio e la valutazione di solvibilità si è basata sull'ultima pianificazione strategica di gruppo con orizzonte triennale.
Altre eventuali informazioni rilevanti
Non ci sono altre informazioni rilevanti non incluse nelle precedenti sezioni.
E. GESTIONE DEL CAPITALE
I fondi propri del Gruppo Modena Capitale sono costituiti dai fondi propri di base (i fondi propri accessori risultano nulli), che rappresentano le risorse finanziare detenute al fine di assorbire le eventuali perdite e/o a far fronte ai rischi generati dall’attività d’impresa in ottica di continuità aziendale.
Le strategie e gli obiettivi di gestione del capitale sono declinati all’interno della Politica in materia di gestione del capitale, che descrive il contesto di riferimento e il processo di gestione del capitale e di distribuzione dei dividendi anche in termini di ruoli e responsabilità degli attori coinvolti, coerentemente con gli obiettivi di ritorno sul capitale e con la propensione al rischio definiti dal Consiglio di Amministrazione.
I fondi propri di base della Compagnia secondo i principi Solvency II ammontano a 45,6 milioni di euro, di cui 44,5 milioni di euro classificati nel Tier 1 unrestricted, e 1,1 milioni classificati nel Tier 3 restricted.
Dettaglio di composizione dei Fondi Propri è illustrato nella tabella seguente (valori in unità di euro):
S.23.01 – Fondi Propri
Totale | Classe 1 illimitati | Classe 1 limitati | Classe 2 | Classe 3 | |
C0010 | C0020 | C0030 | C0040 | C0050 | |
Capitale sociale ordinario (al lordo delle azioni proprie) | 60.000.000 | 60.000.000 | 0 | ||
Sovrapprezzo di emissione relativo al capitale sociale ordinario | 0 | 0 | 0 | ||
Fondi iniziali, contributi dei membri o elemento equivalente dei fondi propri di base per le mutue e le imprese a forma mutualistica | 0 | 0 | 0 | ||
Xxxxx subordinati dei membri delle mutue | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Riserve di utili | 6.659.164 | 6.659.164 | |||
Azioni privilegiate | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Sovrapprezzo di emissione relativo alle azioni privilegiate | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Riserva di riconciliazione | -15.532.088 | -15.532.088 | |||
Passività subordinate | 0 | 0 | 0 | 0 | |
Importo pari al valore delle attività fiscali differite nette | 1.104.353 | 1.104.353 | |||
Altri elementi approvati dall'autorità di vigilanza come fondi propri di base non specificati in precedenza | 566.781 | 566.781 | 0 | ||
Quote di minoranza non disponibili a livello di gruppo | 7.172.030 | 7.172.030 | 0 | 0 | 0 |
valori in milioni di euro
Fondi propri in bilancio che non sono rappresentati dalla riserva di riconciliazione e che non soddisfano i criteri per essere classificati come fondi propri ai fini di solvibilità II
Totale | |
C0010 | |
Fondi propri in bilancio che non sono rappresentati dalla riserva di riconciliazione e che non soddisfano i criteri per essere classificati come fondi propri ai fini di solvibilità II | 0 |
Deduzioni | Totale | Classe 1 illimitati | Classe 1 limitati | Classe 2 | Classe 3 |
C0010 | C0020 | C0030 | C0040 | C0050 | |
Deduzioni per partecipazioni in enti creditizi e finanziari | 7.172.030 | 7.172.030 | 0 | 0 | 0 |
Totale | Classe 1 illimitati | Classe 1 limitati | Classe 2 | Classe 3 | |
C0010 | C0020 | C0030 | C0040 | C0050 | |
Totale dei fondi propri di base dopo le deduzioni | 45.626.180 | 44.521.828 | 0 | 0 | 1.104.353 |
Fondi propri accessori
Totale | Classe 2 | Classe 3 | ||
C0010 | C0040 | C0050 | ||
Totale dei fondi propri accessori | 0 | 0 | 0 |
Totale | Classe 1 illimitati | Classe 1 limitati | Classe 2 | Classe 3 | |
C0010 | C0020 | C0030 | C0040 | C0050 | |
Totale dei fondi propri disponibili per soddisfare il requisito patrimoniale di solvibilità (SCR) di gruppo consolidato | 45.626.180 | 44.521.828 | 0 | 0 | 1.104.353 |
Totale dei fondi propri disponibili per soddisfare l'SCR di gruppo consolidato minimo | 44.521.828 | 44.521.828 | 0 | 0 |
Totale | Classe 1 illimitati | Classe 1 limitati | Classe 2 | Classe 3 | |
C0010 | C0020 | C0030 | C0040 | C0050 | |
Totale dei fondi propri ammissibili per soddisfare l'SCR di gruppo consolidato | 45.626.180 | 44.521.828 | 0 | 0 | 1.104.353 |
Totale dei fondi propri ammissibili per soddisfare l'SCR di gruppo consolidato minimo | 44.521.828 | 44.521.828 | 0 | 0 |
2019 | 2018 | |
C0010 | C0010 | |
SCR di gruppo consolidato | 24.705.728 | 25.718.304 |
SCR di gruppo consolidato minimo | 7.903.783 | 7.648.070 |
Rapporto tra fondi propri ammissibili e SCR | 184,68% | 181,83% |
Rapporto tra fondi propri ammissibili e MCR | 563,30% | 603,13% |
Riserva di riconciliazione | C0060 | C0060 |
Eccedenza delle attività rispetto alle passività | 53.798.211 | 49.612.986 |
Azioni proprie (detenute direttamente e indirettamente) | 0 | 0 |
Dividendi, distribuzioni e oneri prevedibili | 1.000.000 | 1.994.767 |
Altri elementi dei fondi propri di base | 68.330.298 | 62.688.800 |
Aggiustamento per gli elementi dei fondi propri limitati in relazione a portafogli soggetti ad aggiustamento di congruità e fondi propri separati | 0 | 0 |
Altri fondi propri non disponibili | 0 | 0 |
Riserva di riconciliazione | -15.532.088 | -15.070.581 |
C0060 | C0060 | |
Utili attesi inclusi nei premi futuri (EPIFP) — Attività vita | 0 | 0 |
Utili attesi inclusi nei premi futuri (EPIFP) — Attività non vita | 4.826.431 | 5.408.122 |
Totale utili attesi inclusi nei premi futuri (EPIFP) | 4.826.431 | 5.408.122 |
valori in milioni di euro
Gli sviluppi previsti nel periodo della pianificazione delle attività, tenuto conto della strategia del Gruppo e sulle relative prove di stress evidenziano la capacità dell'impresa di possedere fondi propri adeguati.
L’Assemblea dei Soci ha deliberato una distribuzione di utile pari a 1 milione di euro. Non sono previste emissioni di titoli in capitale.
E.2 REQUISITO PATRIMONIALE DI SOLVIBILITA’ E REQUISITO PATRIMONIALE MINIMO
Il requisito patrimoniale di solvibilità SCR e il Requisito patrimoniale minimo MCR sono indicati nella tabella seguente:
Capital Requirement | Eligible Own Funds | ||
2019 | SCR | 24.705.728 | 45.626.180 |
MCR | 7.903.783 | 44.521.828 | |
2018 | SCR | 25.718.304 | 46.764.315 |
MCR | 7.648.070 | 46.127.848 |
valori in unità di euro
Il valore del Requisito Patrimoniale di Solvibilità al 31/12/2019 risulta pari a 24,7 milioni di euro, in diminuzione rispetto all’anno precedente (-3,9%).
Il Requisito Patrimoniale Minimo ammonta al 31/12/2019 a circa 7,9 milioni di euro, in aumento del 3,3% rispetto all’esercizio precedente.
I moduli di rischio che subiscono l’incremento maggiore sono il rischio di default delle controparti e il rischio di sottoscrizione malattia come mostrato nelle tabelle successive in cui si riportano i principali risultati, al netto dell'aggiustamento per la capacità di assorbimento di perdita delle riserve tecniche.
Tipologie di Rischio | SCR 2019 | SCR 2018 |
Market risk | 9,6 | 11,5 |
Counterparty default risk | 6,4 | 5,3 |
Non-life underwriting risk | 20,6 | 21,9 |
Health underwriting risk | 6,0 | 4,9 |
diversificazione | -12,4 | -12,3 |
BSCR | 30,0 | 31,3 |
Operational risk | 2,8 | 2,8 |
LAC DT | -8,1 | -8,3 |
SCR | 24,7 | 25,7 |
valori in milioni di euro
Per quanto concerne la “capacità di assorbimento di perdite delle imposte differite” (“Loss Absorbing Capacity of Deferred Taxes” – LAC DT) essa può essere valutata come ammissibile a riduzione del requisito di capitale in considerazione della capacità della controllata assicurativa di generare utili futuri tassabili nella misura prevista dalla normativa ai sensi degli Atti Delegati e del Regolamento IVASS n. 35 del 7 febbraio 2017. Alla data di valutazione la controllata assicurativa ha verificato l’ammissibilità dell’aggiustamento in presenza di redditi imponibili futuri recuperando circa il 81.9% delle imposte differite generatesi a seguito dello scenario di perdita istantanea di cui
all’articolo 207 del Regolamento Delegato. A tal fine la controllata assicurativa ha utilizzato un approccio analitico basato sulla determinazione degli impatti della perdita istantanea su ciascuna voce dello stato patrimoniale con conseguente determinazione del relativo trattamento fiscale.
L’assorbimento per moduli di rischio, sulla base dell’allocazione per il peso dell’importo prima della diversificazione, è rappresentato nella tabella seguente:
2019 - Tipologie di Rischio | % | SCR |
Totale | 100% | 24,7 |
Market risk | 21% | 6,7 |
Counterparty default risk | 14% | 4,5 |
Non-life underwriting risk | 44% | 14,5 |
Health underwriting risk | 13% | 4,2 |
Operational risk | 8% | 2,8 |
valori in milioni di euro
Rispetto allo scorso anno è aumentata l’incidenza del rischio di default delle controparti dovuto ad una maggiore esposizione della liquidità detenuta presso istituti bancari e del rischio di sottoscrizione malattia, mentre l’incidenza degli altri rischi è diminuita, comportando una riduzione del requisito patrimoniale di solvibilità complessivo di circa 1 milione di euro.
2018 - Tipologie di Rischio | % | SCR |
Totale | 100% | 25,7 |
Market risk | 24% | 8,3 |
Counterparty default risk | 11% | 3,8 |
Non-life underwriting risk | 46% | 15,7 |
Health underwriting risk | 10% | 3,5 |
Operational risk | 8% | 2,8 |
valori in milioni di euro
La Capogruppo non si avvale del sottomodulo del rischio azionario basato sulla durata nel calcolo del requisito patrimoniale di solvibilità.
E.4 DIFFERENZE TRA LA FORMULA STANDARD E IL MODELLO INTERNO UTILIZZATO
Il Gruppo non adotta un modello interno.
Nel corso dell’esercizio non sono stati rilevati periodi in cui non sia stato coperto il requisito patrimoniale di solvibilità di gruppo (SCR) o il proprio requisito patrimoniale minimo di gruppo (MCR).
Non ci sono ulteriori informazioni da fornire rispetto a quanto descritto nei precedenti paragrafi.