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Common use of Azioni Clause in Contracts

Azioni. 1. Rafforzare il ruolo dei CPIA, in termini di risorse e organico, in quanto soggetto deputato a valutare e riconoscere tali competenze in assenza di certificazioni dimostrabili. 2. Promuovere e incentivare la scolarizzazione di tutte le persone accolte connettendo l’acquisizione delle competenze di istruzione di base e di un livello minimo di conoscenza della lingua italiana, alla possibilità di accedere a corsi di formazione professionale. 3. Semplificare e accelerare l’acquisizione di tali competenze attraverso percorsi personalizzati e modulari gestiti e promossi dai CPIA che sappiano riconoscere le esperienze e le competenze pregresse. 4. Istituire la formula del Patto di Inclusione Sociale attraverso la quale le persone accolte possano seguire esperienze formative professionalizzanti a fronte dell’impegno a concludere il percorso di adempimento dell’obbligo scolastico. 5. Produrre materiale informativo multilingue al fine di trasmettere alle persone accolte il valore, l’utilità e la struttura del percorso di formazione che intraprendono. Favorire l’inserimento socio-lavorativo delle persone accolte rappresenta da un lato l’unico modo per consentirne l’emancipazione dal sistema di accoglienza e dall’altro per dare loro l’opportunità di maturare esperienze e competenze che potenzialmente possono essere spese nel paese di origine in caso di rimpatrio. Tale visione propone intenzionalmente una più ampia collaborazione tra settori, mettendo in connessione quello dell’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati con quello della cooperazione territoriale, al fine di adottare una prospettiva integrata del processo migratorio che tenga in considerazione il percorso nella sua interezza. In questo senso si ritiene dunque utile e necessario potenziare gli strumenti per la formazione professionale dei richiedenti asilo, al fine di facilitare il contributo dei migranti alla coesione sociale sul territorio durante l’attesa per la richiesta dello status di rifugiato e al contempo offrire loro l’opportunità di maturare competenze spendibili lungo tutto il percorso migratorio. 1. Programmare, in sinergia con il settore della cooperazione territoriale, percorsi di formazione professionale per richiedenti asilo che conferiscano competenze spendibili nei territori di origine in caso di rimpatrio. 2. Rafforzare le attività di ricerca sui bisogni occupazionali delle imprese sulla base dei quali programmare l’offerta formativa rivolta a richiedenti asilo e rifugiati. 3. Prevedere attività formative flessibili e personalizzate per lunghezza, livello dei corsi, metodi e modalità in relazione alle necessità/competenze degli utenti individuando anche le relative forme di finanziamento in modo che non gravino esclusivamente sui Comuni. 4. Favorire percorsi di formazione “on the job”. 5. Promuovere formule miste di formazione che coniughino la formazione professionale con quella linguistica. 6. Estendere ai richiedenti asilo il rilascio del libretto formativo del cittadino. 7. Avviare il percorso di riconoscimento delle competenze sin dall’inizio del processo di accoglienza e proporlo in modo ricorsivo nel corso del progetto, compreso nella fase di accesso al tirocinio, rendendo più accurato il matching tra competenze della persona e bisogni aziendali locali. Il sistema delle imprese rappresenta un anello determinate per l’inserimento socio-professionale di rifugiati e richiedenti asilo. Il contributo del tessuto produttivo va considerato parte integrante della capacità di risposta del sistema di accoglienza. Tuttavia, affinché le imprese partecipino in modo attivo all’interno della filiera formazione-lavoro occorre individuare metodi “premianti”, che ne incoraggino la partecipazione e la collaborazione e definire percorsi di formazione che sappiano effettivamente rispondere alla domanda delle imprese del territorio. 1. Promuovere presso il Governo la revisione del Testo Unico sull’immigrazione (D. lgs 286/1998) per favorire l’inserimento 23 socio lavorativo dei richiedenti asilo e rifugiati e contrastare il lavoro nero stabilendo i requisiti per l’accesso ai percorsi di formazione professionale di chi si trova nella condizione di richiedente asilo. 2. Consolidare, attraverso accordi e protocolli di intesa, le relazioni con le associazioni di categoria, parti sociali, imprese, terzo settore, per progettare e rafforzare la filiera formazione-lavoro per richiedenti asilo e rifugiati. 3. Prevedere incentivi per le aziende che aderiscono alla filiera formazione-lavoro dedicata alle diverse vulnerabilità sociali, inclusa quella di rifugiati. 4. Semplificare e uniformare le procedure amministrative delle imprese per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati in percorsi di tirocinio formativo e apprendistato. 5. Realizzare dispositivi ICT di facile utilizzo e georeferenziato per il matching domanda/offerta di cui possano usufruire anche le aziende. L’accompagnamento di richiedenti asilo e rifugiati in percorsi di formazione e lavoro richiede il dispiegamento di capacità professionali specifiche, in grado di offrire modalità gestionali che tengano conto della filiera (centri di accoglienza, agenzie interinali, centri per l’impiego) gli strumenti necessari affinché in tempi e modalità diverse sappiano riconoscere le competenze dei migranti accolti e inserirli nei percorsi di formazione e lavoro più appropriati. 1. Inserire standard minimi nei bandi di gara CAS in cui si prevedano 2. Qualificare gli operatori dei CPI per migliorare l’efficacia del servizio con riferimento a questo specifico target di utenti. 3. Organizzare e prevedere momenti di condivisione dello strumento di bilancio di competenze (utilizzo e finalità) in collaborazione con i centri per l’impiego e dedicati agli operatori dei centri di accoglienza e delle associazioni di volontariato. 4. Veicolare, attraverso il coinvolgimento dei consulenti del lavoro, degli operatori delle associazioni di categoria ed operatori dei sindacati e patronati, gli strumenti di inserimento socio-lavorativo rivolti ai migranti, anche prevedendo percorsi formativi/informativi dedicati.

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Samples: Model of Reception

Azioni. 1. Rafforzare il ruolo dei CPIA, in termini di risorse e organico, in quanto soggetto deputato a valutare e riconoscere tali competenze in assenza di certificazioni dimostrabili. 2. Promuovere e incentivare la scolarizzazione di tutte le persone accolte connettendo l’acquisizione delle competenze di istruzione di base e di un livello minimo di conoscenza della lingua italiana, alla possibilità di accedere a corsi di formazione professionale. 3. Semplificare e accelerare l’acquisizione di tali competenze attraverso percorsi personalizzati e modulari gestiti e promossi dai CPIA che sappiano riconoscere le esperienze e le competenze pregresse. 4. Istituire la formula del Patto di Inclusione Sociale attraverso la quale le persone accolte possano seguire esperienze formative professionalizzanti a fronte dell’impegno a concludere il percorso di adempimento dell’obbligo scolastico. 5. Produrre materiale informativo multilingue al fine di trasmettere alle persone accolte il valore, l’utilità e la struttura del percorso di formazione che intraprendono. Favorire l’inserimento socio-lavorativo delle persone accolte rappresenta da un lato l’unico modo per consentirne l’emancipazione dal sistema di accoglienza e dall’altro per dare loro l’opportunità di maturare esperienze e competenze che potenzialmente possono essere spese nel paese di origine in caso di rimpatrio. Tale visione propone intenzionalmente una più ampia collaborazione tra settori, mettendo in connessione quello dell’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati con quello della cooperazione territoriale, al fine di adottare una prospettiva integrata del processo migratorio che tenga in considerazione il percorso nella sua interezza. In questo senso si ritiene dunque utile e necessario potenziare gli strumenti per la formazione professionale dei richiedenti asilo, al fine di facilitare il contributo dei migranti alla coesione sociale sul territorio durante l’attesa per la richiesta dello status di rifugiato e al contempo offrire loro l’opportunità di maturare competenze spendibili lungo tutto il percorso migratorio. 1. Programmare, in sinergia con il settore della cooperazione territoriale, percorsi di formazione professionale per richiedenti asilo che conferiscano competenze spendibili nei territori di origine in caso di rimpatrio. 2. Rafforzare le attività di ricerca sui bisogni occupazionali delle imprese sulla base dei quali programmare l’offerta formativa rivolta a richiedenti asilo e rifugiati. 3. Prevedere attività formative flessibili e personalizzate per lunghezza, livello dei corsi, metodi e modalità in relazione alle necessità/competenze degli utenti individuando anche le relative forme di finanziamento in modo che non gravino esclusivamente sui Comuni. 4. Favorire percorsi di formazione “on the job”. 5. Promuovere formule miste di formazione che coniughino la formazione professionale con quella linguistica. 6. Estendere ai richiedenti asilo il rilascio del libretto formativo del cittadino. 7. Avviare il percorso di riconoscimento delle competenze sin dall’inizio del processo di accoglienza e proporlo in modo ricorsivo nel corso del progetto, compreso nella fase di accesso al tirocinio, rendendo più accurato il matching tra competenze della persona e bisogni aziendali locali. Il sistema delle imprese rappresenta un anello determinate per l’inserimento socio-professionale di rifugiati e richiedenti asilo. Il contributo del tessuto produttivo va considerato parte integrante della capacità di risposta del sistema di accoglienza. Tuttavia, affinché le imprese partecipino in modo attivo all’interno della filiera formazione-lavoro occorre individuare metodi “premianti”, che ne incoraggino la partecipazione e la collaborazione e definire percorsi di formazione che sappiano effettivamente rispondere alla domanda delle imprese del territorio. 1. Promuovere presso il Governo la revisione del Testo Unico sull’immigrazione (D. lgs 286/1998) per favorire l’inserimento 23 25 socio lavorativo dei richiedenti asilo e rifugiati e contrastare il lavoro nero stabilendo i requisiti per l’accesso ai percorsi di formazione professionale di chi si trova nella condizione di richiedente asilo. 2. Consolidare, attraverso accordi e protocolli di intesa, le relazioni con le associazioni di categoria, parti sociali, imprese, terzo settore, per progettare e rafforzare la filiera formazione-lavoro per richiedenti asilo e rifugiati. 3. Prevedere incentivi per le aziende che aderiscono alla filiera formazione-lavoro dedicata alle diverse vulnerabilità sociali, inclusa quella di rifugiati. 4. Semplificare e uniformare le procedure amministrative delle imprese per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati in percorsi di tirocinio formativo e apprendistato. 5. Realizzare dispositivi ICT di facile utilizzo e georeferenziato per il matching domanda/offerta di cui possano usufruire anche le aziende. L’accompagnamento di richiedenti asilo e rifugiati in percorsi di formazione e lavoro richiede il dispiegamento di capacità professionali specifiche, in grado di offrire modalità gestionali che tengano conto della filiera (centri di accoglienza, agenzie interinali, centri per l’impiego) gli strumenti necessari affinché in tempi e modalità diverse sappiano riconoscere le competenze dei migranti accolti e inserirli nei percorsi di formazione e lavoro più appropriati. 1. Inserire standard minimi nei bandi di gara CAS in cui si prevedano 2. Qualificare gli operatori dei CPI per migliorare l’efficacia del servizio con riferimento a questo specifico target di utenti. 3. Organizzare e prevedere momenti di condivisione dello strumento di bilancio di competenze (utilizzo e finalità) in collaborazione con i centri per l’impiego e dedicati agli operatori dei centri di accoglienza e delle associazioni di volontariato. 4. Veicolare, attraverso il coinvolgimento dei consulenti del lavoro, degli operatori delle associazioni di categoria ed operatori dei sindacati e patronati, gli strumenti di inserimento socio-lavorativo rivolti ai migranti, anche prevedendo percorsi formativi/informativi dedicati.

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Samples: Model of Reception

Azioni. 1Il piano di cui al precedente articolo 4 dovrà prevedere la realizzazione di azioni riconducibili alle seguenti tipologie: a) un’azione di sistema nazionale, che persegue le seguenti finalità: a.1) qualificare l’infrastrutturazione dei servizi territoriali rivolti alla popolazione immigrata, atta ad agevolare l’accesso ai servizi secondo un approccio integrato e multidisciplinare ed attraverso il coinvolgimento degli stakeholders di riferimento; a.2) definire strumenti metodologici e dispositivi, atti a garantire standard di erogazione dei servizi, applicabili su tutto il territorio nazionale. Rafforzare Tale azione sarà realizzata attraverso il ruolo dei CPIA, in termini di ricorso a risorse e organico, in quanto soggetto deputato a valutare e riconoscere tali competenze in assenza di certificazioni dimostrabiliprovenienti dalla programmazione nazionale. 2b) Xxxxxx pilota, rivolte direttamente ai destinatari, volte a sperimentare su target e ambiti di intervento specifici gli elementi di innovazione introdotti nell’ambito dell’azione di sistema. Promuovere e incentivare la scolarizzazione In particolare, tali azioni potranno riguardare: b.1) inserimento socio lavorativo dei minori stranieri non accompagnati in fase di tutte le persone accolte connettendo l’acquisizione delle competenze di istruzione di base e di un livello minimo di conoscenza della lingua italiana, alla possibilità di accedere a corsi di formazione professionale.transizione verso l’età adulta; 3. Semplificare e accelerare l’acquisizione di tali competenze attraverso percorsi personalizzati e modulari gestiti e promossi dai CPIA che sappiano riconoscere le esperienze e le competenze pregresse. 4. Istituire la formula del Patto di Inclusione Sociale attraverso la quale le persone accolte possano seguire esperienze formative professionalizzanti a fronte dell’impegno a concludere il percorso di adempimento dell’obbligo scolastico. 5. Produrre materiale informativo multilingue al fine di trasmettere alle persone accolte il valore, l’utilità e la struttura del percorso di formazione che intraprendono. Favorire l’inserimento socio-b.2) inserimento socio lavorativo delle persone accolte rappresenta da un lato l’unico modo per consentirne l’emancipazione dal sistema di accoglienza e dall’altro per dare loro l’opportunità di maturare esperienze e competenze che potenzialmente possono essere spese nel paese di origine in caso di rimpatrio. Tale visione propone intenzionalmente una più ampia collaborazione tra settori, mettendo in connessione quello dell’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati con quello titolari di protezione internazionale; b.3) valorizzazione delle seconde generazioni di migranti nell’ambito sociale, culturale e sportivo; b.4) sostegno, accompagnamento e rafforzamento dei percorsi di integrazione dei migranti di recente ingresso in Italia; b.6) prevenzione del lavoro sommerso; b.7) rafforzamento delle attitudini imprenditoriali dei soggetti che intendono avviare un’attività di impresa, autoimpiego o auto imprenditorialità; b.8) promozione della cooperazione territoriale, al fine di adottare una prospettiva integrata del processo migratorio che tenga in considerazione il percorso nella sua interezza. In questo senso si ritiene dunque utile e necessario potenziare gli strumenti per la formazione professionale dei richiedenti asilo, al fine di facilitare il contributo partecipazione attiva dei migranti alla coesione vita economica, sociale e culturale. Tali azioni saranno realizzate attraverso il concorso di risorse provenienti sia dalla programmazione nazionale che da quella regionale. In particolare le risorse della programmazione nazionale saranno destinate alla realizzazione di azioni di valenza ultraregionale (identificazione dei bacini di riferimento, presa in carico dei destinatari…) da svilupparsi attraverso l’attivazione di dispositivi e misure di intervento a valere sulla programmazione regionale. c) azioni dirette, ad impatto diffuso sui destinatari, incidenti sul territorio durante l’attesa per la richiesta dello status di rifugiato e al contempo offrire loro l’opportunità di maturare competenze spendibili lungo tutto il percorso migratorio. 1regionale. Programmare, in sinergia con il settore della cooperazione territoriale, percorsi di formazione professionale per richiedenti asilo che conferiscano competenze spendibili nei territori di origine in caso di rimpatrio. 2. Rafforzare le attività di ricerca sui bisogni occupazionali delle imprese sulla base dei quali programmare l’offerta formativa rivolta a richiedenti asilo e rifugiati. 3. Prevedere attività formative flessibili e personalizzate per lunghezza, livello dei corsi, metodi e modalità in relazione alle necessità/competenze degli utenti individuando anche le relative forme di finanziamento in modo che non gravino esclusivamente sui Comuni. 4. Favorire percorsi di formazione “on the job”. 5. Promuovere formule miste di formazione che coniughino la formazione professionale con quella linguistica. 6. Estendere ai richiedenti asilo il rilascio del libretto formativo del cittadino. 7. Avviare il percorso di riconoscimento delle competenze sin dall’inizio del processo di accoglienza e proporlo in modo ricorsivo nel corso del progetto, compreso nella fase di accesso al tirocinio, rendendo più accurato il matching tra competenze della persona e bisogni aziendali localiTali azioni saranno realizzate attraverso risorse provenienti dalla programmazione regionale. Il sistema piano dovrà altresì contenere la descrizione delle imprese rappresenta un anello determinate per l’inserimento socio-professionale azioni propedeutiche indicate al successivo art.6. Ciascuna delle Parti si impegna a convogliare sugli obiettivi enunciati al precedente art.3 e sulle azioni, di rifugiati e richiedenti asilo. Il contributo del tessuto produttivo va considerato parte integrante della capacità rispettiva competenza, di risposta del sistema di accoglienza. Tuttaviacui al presente articolo, affinché le imprese partecipino in modo attivo all’interno della filiera formazione-lavoro occorre individuare metodi “premianti”, che ne incoraggino la partecipazione e la collaborazione e definire percorsi di formazione che sappiano effettivamente rispondere alla domanda delle imprese del territorio. 1. Promuovere presso il Governo la revisione del Testo Unico sull’immigrazione (D. lgs 286/1998) per favorire l’inserimento 23 socio lavorativo dei richiedenti asilo e rifugiati e contrastare il lavoro nero stabilendo i requisiti per l’accesso ai percorsi di formazione professionale di chi si trova nella condizione di richiedente asilo. 2. Consolidare, attraverso accordi e protocolli di intesacome definite nel piano degli interventi, le relazioni con le associazioni di categoriarisorse finanziarie che si renderanno disponibili a valere sui fondi europei citati in premessa, parti sociali, imprese, terzo settore, per progettare nell’ottica della complementarietà delle risorse medesime e rafforzare la filiera formazione-lavoro per richiedenti asilo e rifugiatidella sinergia delle azioni. 3. Prevedere incentivi per le aziende che aderiscono alla filiera formazione-lavoro dedicata alle diverse vulnerabilità sociali, inclusa quella di rifugiati. 4. Semplificare e uniformare le procedure amministrative delle imprese per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati in percorsi di tirocinio formativo e apprendistato. 5. Realizzare dispositivi ICT di facile utilizzo e georeferenziato per il matching domanda/offerta di cui possano usufruire anche le aziende. L’accompagnamento di richiedenti asilo e rifugiati in percorsi di formazione e lavoro richiede il dispiegamento di capacità professionali specifiche, in grado di offrire modalità gestionali che tengano conto della filiera (centri di accoglienza, agenzie interinali, centri per l’impiego) gli strumenti necessari affinché in tempi e modalità diverse sappiano riconoscere le competenze dei migranti accolti e inserirli nei percorsi di formazione e lavoro più appropriati. 1. Inserire standard minimi nei bandi di gara CAS in cui si prevedano 2. Qualificare gli operatori dei CPI per migliorare l’efficacia del servizio con riferimento a questo specifico target di utenti. 3. Organizzare e prevedere momenti di condivisione dello strumento di bilancio di competenze (utilizzo e finalità) in collaborazione con i centri per l’impiego e dedicati agli operatori dei centri di accoglienza e delle associazioni di volontariato. 4. Veicolare, attraverso il coinvolgimento dei consulenti del lavoro, degli operatori delle associazioni di categoria ed operatori dei sindacati e patronati, gli strumenti di inserimento socio-lavorativo rivolti ai migranti, anche prevedendo percorsi formativi/informativi dedicati.

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Samples: Accordo Per La Programmazione E Lo Sviluppo Di Un Sistema Di Interventi

Azioni. 1. Rafforzare Nel rispetto delle finalità previste e per il ruolo dei CPIAraggiungimento degli obiettivi individuati all’articolo 2, in termini di risorse le Parti si impegnano reciprocamente ad attuare, sostenere e organico, in quanto soggetto deputato a valutare e riconoscere tali competenze in assenza di certificazioni dimostrabilidiffondere il progetto sperimentale oggetto del presente protocollo. 2. Promuovere Il progetto prevede le seguenti azioni realizzate dai soggetti aderenti al progetto: ⮚ individuazione e incentivare la scolarizzazione di tutte le persone accolte connettendo l’acquisizione delle competenze di istruzione di base e di un livello minimo di conoscenza della lingua italiana, alla possibilità di accedere coinvolgimento dei vari soggetti interessati a corsi di formazione professionale.partecipare al progetto; ⮚ comunicazione rivolta ai cittadini/consumatori; ⮚ informazione ai soggetti coinvolti; ⮚ raccolta dati quantitativi dei contenitori distribuiti; ⮚ comunicazione dei risultati 3. Semplificare Hera provvede alla progettazione grafica di contenitori e accelerare l’acquisizione di tali competenze attraverso percorsi personalizzati sacchetti da utilizzare per il trasporto dei cibi avanzati, affinché siano facilmente identificabili e modulari gestiti e promossi dai CPIA riconducibili al progetto, i quali saranno poi distribuiti, tramite una prima fornitura gratuita (fino ad esaurimento dei materiali), agli esercenti che sappiano riconoscere le esperienze e le competenze pregressene faranno richiesta al momento della adesione al progetto. 4. Istituire la formula del Patto Il numero dei contenitori forniti sarà valutato insieme all’esercente in base alle proprie esigenze, alla quantità di Inclusione Sociale attraverso la quale le persone accolte possano seguire esperienze formative professionalizzanti a fronte dell’impegno a concludere il percorso di adempimento dell’obbligo scolasticomateriale disponibile e al numero degli esercenti che aderiranno in prima istanza al progetto. 5. Produrre Gli esercenti fanno uso del materiale informativo multilingue al fine di trasmettere alle persone accolte il valore, l’utilità ricevuto in conformità agli obbiettivi del progetto e si impegnano a promuovere e diffondere la struttura del percorso di formazione che intraprendono. Favorire l’inserimento socio-lavorativo delle persone accolte rappresenta da un lato l’unico modo per consentirne l’emancipazione dal sistema di accoglienza e dall’altro per dare loro l’opportunità di maturare esperienze e competenze che potenzialmente possono essere spese nel paese di origine in caso di rimpatrio. Tale visione propone intenzionalmente una più ampia collaborazione tra settori, mettendo in connessione quello dell’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati con quello della cooperazione territoriale, al fine di adottare una prospettiva integrata del processo migratorio che tenga in considerazione il percorso nella sua interezza. In questo senso si ritiene dunque utile e necessario potenziare gli strumenti per la formazione professionale dei richiedenti asilo, al fine di facilitare il contributo dei migranti alla coesione sociale sul territorio durante l’attesa per la richiesta dello status di rifugiato e al contempo offrire loro l’opportunità di maturare competenze spendibili lungo tutto il percorso migratorio. 1. Programmare, in sinergia con il settore della cooperazione territoriale, percorsi di formazione professionale per richiedenti asilo che conferiscano competenze spendibili nei territori di origine in caso di rimpatrio. 2. Rafforzare le attività di ricerca sui bisogni occupazionali delle imprese sulla base dei quali programmare l’offerta formativa rivolta a richiedenti asilo e rifugiati. 3. Prevedere attività formative flessibili e personalizzate per lunghezza, livello dei corsi, metodi e modalità in relazione alle necessità/competenze degli utenti individuando anche le relative forme di finanziamento in modo che non gravino esclusivamente sui Comuni. 4. Favorire percorsi di formazione “on the job”. 5. Promuovere formule miste di formazione che coniughino la formazione professionale con quella linguisticabuona pratica. 6. Estendere ai richiedenti asilo il rilascio del libretto formativo del cittadino. 7. Avviare il percorso Gli esercenti aderenti all’iniziativa hanno comunque facoltà di riconoscimento delle competenze sin dall’inizio del processo di accoglienza e proporlo in modo ricorsivo nel corso del progettoutilizzare, compreso nella fase di accesso al tirocinioanche o esclusivamente, rendendo più accurato il matching tra competenze della persona e bisogni aziendali locali. Il sistema delle imprese rappresenta un anello determinate per l’inserimento socio-professionale di rifugiati e richiedenti asilo. Il contributo del tessuto produttivo va considerato parte integrante della capacità di risposta del sistema di accoglienza. Tuttavia, affinché le imprese partecipino in modo attivo all’interno della filiera formazione-lavoro occorre individuare metodi “premianti”, che ne incoraggino la partecipazione e la collaborazione e definire percorsi di formazione che sappiano effettivamente rispondere alla domanda delle imprese del territorio. 1. Promuovere presso il Governo la revisione del Testo Unico sull’immigrazione (D. lgs 286/1998) per favorire l’inserimento 23 socio lavorativo dei richiedenti asilo e rifugiati e contrastare il lavoro nero stabilendo i requisiti per l’accesso ai percorsi di formazione professionale di chi si trova nella condizione di richiedente asilo. 2. Consolidare, attraverso accordi e protocolli di intesa, le relazioni con le associazioni di categoria, parti sociali, imprese, terzo settore, per progettare e rafforzare la filiera formazione-lavoro per richiedenti asilo e rifugiati. 3. Prevedere incentivi proprio packaging per le aziende che aderiscono medesime finalità, evidenziando però, tramite vetrofania o leaflet, l’adesione al progetto “E SCARTOZ” al fine di contribuire alla filiera formazione-lavoro dedicata alle diverse vulnerabilità sociali, inclusa quella conoscenza e diffusione della pratica virtuosa della food bag nell’ambito della rete virtuosa di rifugiatiesercenti green ravennati. 4. Semplificare e uniformare le procedure amministrative delle imprese per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati in percorsi di tirocinio formativo e apprendistato. 5. Realizzare dispositivi ICT di facile utilizzo e georeferenziato per il matching domanda/offerta di cui possano usufruire anche le aziende. L’accompagnamento di richiedenti asilo e rifugiati in percorsi di formazione e lavoro richiede il dispiegamento di capacità professionali specifiche, in grado di offrire modalità gestionali che tengano conto della filiera (centri di accoglienza, agenzie interinali, centri per l’impiego) gli strumenti necessari affinché in tempi e modalità diverse sappiano riconoscere le competenze dei migranti accolti e inserirli nei percorsi di formazione e lavoro più appropriati. 1. Inserire standard minimi nei bandi di gara CAS in cui si prevedano 2. Qualificare gli operatori dei CPI per migliorare l’efficacia del servizio con riferimento a questo specifico target di utenti. 3. Organizzare e prevedere momenti di condivisione dello strumento di bilancio di competenze (utilizzo e finalità) in collaborazione con i centri per l’impiego e dedicati agli operatori dei centri di accoglienza e delle associazioni di volontariato. 4. Veicolare, attraverso il coinvolgimento dei consulenti del lavoro, degli operatori delle associazioni di categoria ed operatori dei sindacati e patronati, gli strumenti di inserimento socio-lavorativo rivolti ai migranti, anche prevedendo percorsi formativi/informativi dedicati.

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Samples: Protocollo d'Intesa

Azioni. 1. Rafforzare il ruolo dei CPIA, in termini di risorse 6.1 Le azioni sono rappresentate da titoli azionari e organico, in quanto soggetto deputato a valutare e riconoscere tali competenze in assenza di certificazioni dimostrabilisono indivisibili. 26.2 La qualità di azionista costituisce, di per sé sola, adesione al presente Statuto. Promuovere Xxxxxxx rivestire la qualità di soci il Comune di Corato, quale socio fondatore, altri Comuni, altri enti pubblici anche territoriali, società di capitali iscritte nell’albo di cui all’art. 53, D. Lgs. 446 del 1997 ovvero altri operatori di Stati membri dell’Unione europea che esercitino le attività di liquidazione, accertamento e incentivare riscossione dei tributi locali e che presentano una certificazione rilasciata dalla competente autorità dello Stato di appartenenza o di stabilimento dalla quale risulti la scolarizzazione sussistenza di tutte le persone accolte connettendo l’acquisizione delle competenze di istruzione di base e di un livello minimo di conoscenza della lingua requisiti equivalenti a quelli previsti dalla normativa italiana, alla possibilità di accedere a corsi di formazione professionale. 3. Semplificare 6.3 Le azioni sono tutte nominative; esse sono suddivise in due categorie, denominate “A” e accelerare l’acquisizione “B”; quelle della categoria A spettano ai soci pubblici; le restanti, della categoria “B”, spettano ai soci privati e sono gravate dall’obbligo di tali competenze attraverso percorsi personalizzati e modulari gestiti e promossi dai CPIA che sappiano riconoscere le esperienze e le competenze pregresseprestazioni accessorie. 46.4 Le azioni della categoria “B” con vincolo di prestazioni accessorie obbligano il titolare a svolgere l’attività imprenditoriale di gestione dei servizi oggetto di affidamento in capo alla Società. Istituire la formula del Patto Restano ferme le prescrizioni di Inclusione Sociale attraverso la quale le persone accolte possano seguire esperienze formative professionalizzanti a fronte dell’impegno a concludere il percorso cui all’art. 2345 Cod. Civ. in ordine alla determinazione delle modalità di adempimento dell’obbligo scolastico. 5svolgimento delle prestazioni accessorie e alle conseguenze dell’eventuale inadempimento. Produrre materiale informativo multilingue al fine di trasmettere alle persone accolte il valore, l’utilità e la struttura del percorso di formazione che intraprendono. Favorire l’inserimento socio-lavorativo delle persone accolte rappresenta da un lato l’unico modo per consentirne l’emancipazione dal sistema di accoglienza e dall’altro per dare loro l’opportunità di maturare esperienze e competenze che potenzialmente possono essere spese nel paese di origine La presente disposizione trova applicazione solo in caso di rimpatrioaffidamento alla Società stessa dei servizi di accertamento, liquidazione e riscossione delle entrate tributarie predette, ai sensi delle disposizioni di cui al citato art. Tale visione propone intenzionalmente una più ampia collaborazione tra settori52, mettendo in connessione quello dell’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati con quello della cooperazione territorialeD. Lgs. n. 446, al fine di adottare una prospettiva integrata del processo migratorio che tenga in considerazione il percorso nella sua interezzacome modificato dall’art. In questo senso si ritiene dunque utile e necessario potenziare gli strumenti per la formazione professionale dei richiedenti asilo1, al fine di facilitare il contributo dei migranti alla coesione sociale sul territorio durante l’attesa per la richiesta dello status di rifugiato e al contempo offrire loro l’opportunità di maturare competenze spendibili lungo tutto il percorso migratorio. 1. Programmarecomma, in sinergia con il settore della cooperazione territoriale224, percorsi di formazione professionale per richiedenti asilo che conferiscano competenze spendibili nei territori di origine in caso di rimpatrio. 2. Rafforzare le attività di ricerca sui bisogni occupazionali delle imprese sulla base dei quali programmare l’offerta formativa rivolta a richiedenti asilo e rifugiati. 3. Prevedere attività formative flessibili e personalizzate per lunghezza, livello dei corsi, metodi e modalità in relazione alle necessità/competenze degli utenti individuando anche le relative forme di finanziamento in modo che non gravino esclusivamente sui Comuni. 4. Favorire percorsi di formazione “on the job”. 5. Promuovere formule miste di formazione che coniughino la formazione professionale con quella linguistica. 6. Estendere ai richiedenti asilo il rilascio del libretto formativo del cittadino. 7. Avviare il percorso di riconoscimento delle competenze sin dall’inizio del processo di accoglienza e proporlo in modo ricorsivo nel corso del progetto, compreso nella fase di accesso al tirocinio, rendendo più accurato il matching tra competenze della persona e bisogni aziendali locali. Il sistema delle imprese rappresenta un anello determinate per l’inserimento socio-professionale di rifugiati e richiedenti asilo. Il contributo del tessuto produttivo va considerato parte integrante della capacità di risposta del sistema di accoglienza. Tuttavia, affinché le imprese partecipino in modo attivo all’interno della filiera formazione-lavoro occorre individuare metodi “premianti”, che ne incoraggino la partecipazione e la collaborazione e definire percorsi di formazione che sappiano effettivamente rispondere alla domanda delle imprese del territorio. 1. Promuovere presso il Governo la revisione del Testo Unico sull’immigrazione (D. lgs 286/1998) per favorire l’inserimento 23 socio lavorativo dei richiedenti asilo e rifugiati e contrastare il lavoro nero stabilendo i requisiti per l’accesso ai percorsi di formazione professionale di chi si trova nella condizione di richiedente asilo. 2. Consolidare, attraverso accordi e protocolli di intesa, le relazioni con le associazioni di categoria, parti sociali, imprese, terzo settore, per progettare e rafforzare la filiera formazione-lavoro per richiedenti asilo e rifugiati. 3. Prevedere incentivi per le aziende che aderiscono alla filiera formazione-lavoro dedicata alle diverse vulnerabilità sociali, inclusa quella di rifugiati. 4. Semplificare e uniformare le procedure amministrative delle imprese per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati in percorsi di tirocinio formativo e apprendistato. 5. Realizzare dispositivi ICT di facile utilizzo e georeferenziato legge finanziaria per il matching domanda/offerta di cui possano usufruire anche le aziende. L’accompagnamento di richiedenti asilo e rifugiati in percorsi di formazione e lavoro richiede il dispiegamento di capacità professionali specifiche2008, in grado di offrire modalità gestionali che tengano conto della filiera (centri di accoglienza, agenzie interinali, centri per l’impiego) gli strumenti necessari affinché in tempi e modalità diverse sappiano riconoscere le competenze dei migranti accolti e inserirli nei percorsi di formazione e lavoro più appropriatin. 244/2007. 1. Inserire standard minimi nei bandi di gara CAS in cui si prevedano 2. Qualificare gli operatori dei CPI per migliorare l’efficacia del servizio con riferimento a questo specifico target di utenti. 3. Organizzare e prevedere momenti di condivisione dello strumento di bilancio di competenze (utilizzo e finalità) in collaborazione con i centri per l’impiego e dedicati agli operatori dei centri di accoglienza e delle associazioni di volontariato. 4. Veicolare, attraverso il coinvolgimento dei consulenti del lavoro, degli operatori delle associazioni di categoria ed operatori dei sindacati e patronati, gli strumenti di inserimento socio-lavorativo rivolti ai migranti, anche prevedendo percorsi formativi/informativi dedicati.

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