Il mercato delle garanzie. “Andare in banca senza garanzie”, senza i collaterali, ma per esporre le proprie idee di affari, discutere un business plan, e ottenere il finanziamento bancario sulla base della qualità del progetto è il “sogno impossibile” di generazioni di imprenditori. Un “sogno”, perché il progetto di business (“che cosa farò dei soldi?”) è solo uno dei tanti elementi di giudizio sul merito di credito della controparte che una banca esprime, quando fa il banchiere, ossia quando concede denaro preso appropriatamente a prestito. Il progetto di business è utile, essenziale per migliorare il giudizio sul merito creditizio dell’impresa, ma il banchiere non è un socio dell’imprenditore: copre una parte dei suoi fabbisogni finanziari con somme di cui vuole rientrare in possesso, perché non sono proprie, e perché non è l’azionista dell’impresa. Non può e non vuole confondere il rischio dell’impresa-cliente con il proprio rischio d’impresa, ossia di non aver adeguatamente valutato il rischio di controparte, di averlo magari sottovalutato, di non aver saputo chiedere le garanzie, i collateral, di aver applicato un tasso insufficiente. Ecco perché chi domanda credito deve prepararsi ad offrire “garanzie”. Sgombriamo il campo dai luoghi comuni: la “garanzia” non è un arcaico strumento di facilitazione di accesso al credito, reso vetusto dalle innovazioni finanziarie e magari prossimo ad essere abbandonato per imposizione di nuove regolamentazioni come Basilea II e/o in relazione alla presunta “oggettivizzazione”44 del merito creditizio (posto che i sistemi di rating delle banche siano abili ed efficaci nell’adempiere la missione che sta per essere loro affidata).
Il mercato delle garanzie. “Andare in banca senza garanzie”, senza i collaterali, ma per esporre le proprie idee di affari, discutere un business plan, e ottenere il finanziamento bancario sulla base della qualità del progetto è il “sogno impossibile” di generazioni di imprenditori.