PARTE ECONOMICA. Dobbiamo innanzitutto rimarcare come negli ultimi 10 anni, il sistema assicurativo sia stato particolarmente resiliente, conseguendo utili in ogni esercizio ed arrivando a raggiungere nel periodo 2017-2020 un utile complessivo del 21% superiore al 2013-2016, periodo di riferimento dell’ultimo CCNL. Oltretutto il 2019 è stato l’anno dove gli utili hanno raggiunto un risultato record pari a 8,6 miliardi, risultato eccezionale confermato nel 2020(8,5 miliardi) nonostante il tragico evento pandemico e le previsioni per il 2021 sono ancora positive. La reazione del settore ai momenti di crisi degli ultimi anni ed al COVID-19 in particolare, ha confermato la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori, che hanno risposto con grande senso di responsabilità alle nuove modalità di lavoro in remoto, talvolta mettendo anche a disposizione dotazioni informatiche personali e organizzandosi in modo da non far venir meno la continuità aziendale, pur dovendo lavorare in modalità mai sperimentate prima per la stragrande maggioranza della filiera assicurativa: in fase ante lockdown (ad inizio marzo 2020) circa il 20% della forza lavoro era in smart working, mentre al 31 marzo 2020 si era già superata la quota del 90% di lavoratori in modalità agile. Nel 2020 l’utile del settore danni è stato pari a 3,8 miliardi (2,7 miliardi nel 2019), mentre quello relativo al settore vita è stato pari a 4,8 miliardi (6,0 miliardi nel 2019), quindi complessivamente si sono raggiunti 8,6 miliardi di utile. A fine 2020 sono aumentati gli investimenti che hanno superato per la prima volta i mille miliardi (1.011 miliardi, pari al 60% del PIL nazionale). In particolare, i titoli di Stato (italiani ed esteri) hanno sfiorato i 436 miliardi e rimangono la forma di investimento prevalente per il settore (quasi il 53%). Ancor più nel dettaglio, gli investimenti in titoli di Stato italiano sono stati circa 335 miliardi, pari a circa il 15% dei titoli pubblici italiani in circolazione. Sempre al 31/12/20 il Solvency ratio è stato pari a 2,42 superiore al livello minimo ad in ulteriore aumento rispetto al 2019 (2,33). I risultati eccezionali di bilancio citati del periodo 2019-2021 sono andati però a remunerare quasi esclusivamente il capitale. Nello stesso periodo i salari sono rimasti sostanzialmente fermi, incidendo, peraltro, negativamente sulla domanda interna. Si rende pertanto necessaria, anche nel nostro settore, una redistribuzione della maggiore produttività registrata in favore del mondo del lavoro, invertendo la tendenza analizzata in questi ultimi anni. E’ oltretutto opportuno rilevare come i primi dati delle semestrali 2021 evidenziano risultati in ulteriore crescita, con alcune importanti compagnie che hanno quasi raddoppiato l’utile al 30 giugno 2020 e con una previsione Ania che stima che il mercato assicurativo italiano, con riferimento alle sole imprese con sede legale in Italia, dovrebbe registrare una crescita dei premi contabilizzati nell’ordine del 7,1%, per un volume complessivo, per il comparto vita e danni, di oltre 144,4 miliardi (134,8 miliardi nel 2020). Fatte queste premesse la richiesta economica complessiva per la figura media (4 Livello 7a classe) è del 10% sulle tabelle stipendiali, che tiene conto delle dinamiche inflattive e della maggiore produttività e del riconoscimento dell’impegno profuso in termini operativi e professionali da lavoratrici e lavoratori. Chiediamo inoltre l’aumento di un’analoga percentuale (+10%) di tutte quelle voci economiche di natura indennitaria e/o modali previste dalla normativa del CCNL e del Buono Pasto sia cartaceo che elettronico. • In linea con quanto già siglato con il rinnovo del CCNL Ania siglato in data 15/12/2012, nel solco della dichiarazione delle Parti all’art.1 e la sottoscrizione del CCNL Ania Assistenza con Ania in data 17/04/2018, all’inizio dei lavori abbiamo analizzato l’insieme delle previsioni delle due contrattazioni individuando le parti normative ed economiche, con lo spirito di procedere alla proposta di inclusione del CCNL Ania Assistenza nel CCNL Ania nel rispetto delle peculiarità riguardanti l’attività svolta dalle società di assistenza e delle compatibilità economiche / retributive. • Il lavoro svolto si è ispirato peraltro a realtà già presenti nel comparto che hanno visto e vedono l’applicazione del CCNL pur in presenza di attività di lavorazioni e personale che opera nell’ambito del ramo 18 assistenza. Analizzando e confrontando gli inquadramenti e le declaratorie, nonché mettendo a fattor comune le esperienze già presenti nel settore, si conclude che è compatibile e sostenibile la conversione e l’applicazione della seguente tabella tra le due previsioni presenti nei CCNL. Al fine di rendere sostenibile l’inclusione, l’analisi ci ha portato a considerare il “passaggio a Importo” ovvero prevedere che il computo della base retributiva ex AISA per il passaggio ad ANIA debba essere: • base retributiva attuale del livello del dipendente • scatti di anzianità maturati dal dipendente • E.D.R. (Elemento, Distintivo della Retribuzione – pari ad euro 134,29 annui per un full- time spettante su 13 mensilità) Collocando di fatto i lavoratori nella tabella Ania a seconda del livello ( vedi lato ) nella classe di anzianità più vicina e più bassa alla sua retribuzione e gestendo eventuali differenze mediante assegno ad personam non assorbibile. In altri termini gestendo il passaggio alla pari, cioè senza perdita né incremento di retribuzione con un meccanismo simile al passaggio tra i dipendenti in caso di nomina a funzionario (art. 127 CCNL), senza alcun riconoscimento di maggior importo ma mantenendo inalterata l’anzianità di servizio utile alla maturazione dello scatto successivo. Peraltro tale metodo, pur senza alcuna previsione, è utilizzato dalle aziende nel passaggio dalla posizione di Call Center // centrale operativa a posizione di dipendente amministrativo.
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PARTE ECONOMICA. Dobbiamo innanzitutto rimarcare come negli ultimi 10 anniLe risorse disponibili sono state concentrate sul salario fisso, impoverito dagli anni di blocco del contratto, incrementando i tabellari di 85 euro medi, nel pieno rispetto dell’accordo del 30 novembre 2016 e con aumenti fino a 94, 80 euro mensili. Gli incrementi vanno a regime (totale incremento) a partire dal 1.4.2018, dando titolo agli arretrati e alla rivalutazione delle voci retributive che vengono calcolate in base al tabellare. Alla contrattazione integrativa sono destinati 91 euro annui procapite, a partire dal 31.12.2018. E’ stato previsto un elemento perequativo che si aggiunge agli aumenti tabellari per evitare un impatto negativo degli aumenti contrattuali sul bonus degli 80 euro (bonus Xxxxx) Completano il pacchetto dei miglioramenti economici le indennità previste dal nuovo sistema assicurativo sia stato particolarmente resiliente, conseguendo utili in ogni esercizio ed arrivando a raggiungere nel periodo 2017-2020 un utile complessivo del 21% superiore al 2013-2016, periodo degli incarichi e l’aumento degli importi e/o dei destinatari delle indennità di riferimento dell’ultimo CCNL. Oltretutto il 2019 è stato l’anno dove gli utili hanno raggiunto un risultato record pari a 8,6 miliardi, risultato eccezionale confermato nel 2020(8,5 miliardi) nonostante il tragico evento pandemico e le previsioni per il 2021 sono ancora positive. La reazione del settore ai momenti di crisi degli ultimi anni ed al COVID-19 in particolare, ha confermato la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori, che hanno risposto con grande senso di responsabilità alle nuove modalità condizioni di lavoro in remotoe di assistenza domiciliare La preintesa riconferma il valore della partecipazione e della contrattazione, talvolta mettendo anche a disposizione dotazioni informatiche personali rafforza il livello regionale di confronto, riapre la contrattazione integrativa e organizzandosi in modo da non far venir meno ridà ruolo alle RSU. Viene ripristinata attraverso l’informazione – che è sempre preventiva - il confronto e la continuità aziendalepartecipazione agli organismi paritetici la possibilità di occuparci di orario di lavoro, pur dovendo lavorare in modalità mai sperimentate prima per la stragrande maggioranza della filiera assicurativa: in fase ante lockdown (ad inizio marzo 2020) circa il 20% della forza lavoro era in smart workingdi organizzazione e qualità dei servizi, mentre al 31 marzo 2020 si era già superata la quota del 90% di lavoratori in modalità agile. Nel 2020 l’utile del settore danni è stato pari a 3,8 miliardi (2,7 miliardi nel 2019), mentre quello relativo al settore vita è stato pari a 4,8 miliardi (6,0 miliardi nel 2019), quindi complessivamente si sono raggiunti 8,6 miliardi di utile. A fine 2020 sono aumentati gli investimenti che hanno superato per la prima volta i mille miliardi (1.011 miliardi, pari al 60% del PIL nazionale). In particolare, i titoli di Stato (italiani ed esteri) hanno sfiorato i 436 miliardi e rimangono la forma di investimento prevalente per il settore (quasi il 53%). Ancor più nel dettaglio, gli investimenti in titoli di Stato italiano sono stati circa 335 miliardi, pari a circa il 15% dei titoli pubblici italiani in circolazione. Sempre al 31/12/20 il Solvency ratio è stato pari a 2,42 superiore al livello minimo ad in ulteriore aumento rispetto al 2019 (2,33). I risultati eccezionali di bilancio citati del periodo 2019-2021 sono andati però a remunerare quasi esclusivamente il capitale. Nello stesso periodo i salari sono rimasti sostanzialmente fermi, incidendo, peraltro, negativamente sulla domanda interna. Si rende pertanto necessaria, anche nel nostro settore, una redistribuzione della maggiore produttività registrata in favore del mondo organizzazione del lavoro, invertendo la tendenza analizzata in questi ultimi anniiniziando così a forzare i limiti posti negli anni trascorsi da una legislazione mirata a estromettere dalle scelte aziendali i lavoratori ed il sindacato che li rappresenta. E’ oltretutto opportuno rilevare come i primi dati delle semestrali 2021 evidenziano risultati in ulteriore crescitaAnche il confronto regionale viene rafforzato, con alcune importanti compagnie che hanno quasi raddoppiato l’utile al 30 giugno 2020 e con una previsione Ania che stima che il mercato assicurativo italiano, con riferimento consentendo alle sole imprese con sede legale in Italia, dovrebbe registrare una crescita dei premi contabilizzati nell’ordine del 7,1%, per un volume complessivo, organizzazioni sindacali di categoria di essere presenti ed incidere a monte nelle sedi dove vengono assunte le decisioni strategiche per il comparto governo del sistema sanitario regionale. Nella contrattazione integrativa abbiamo ottenuto oltre alla piena esigibilità delle materie a contenuto economico (compresi i criteri per i premi incentivanti, cancellando il famigerato 25-50-25 di brunettiana memoria) la titolarità di materie relative alla qualità del lavoro e alle flessibilità orarie per la conciliazione dei tempi di vita e danni, di oltre 144,4 miliardi (134,8 miliardi nel 2020). Fatte queste premesse la richiesta economica complessiva per la figura media (4 Livello 7a classe) è del 10% sulle tabelle stipendiali, che tiene conto delle dinamiche inflattive e della maggiore produttività e del riconoscimento dell’impegno profuso in termini operativi e professionali da lavoratrici e lavoratori. Chiediamo inoltre l’aumento di un’analoga percentuale (+10%) di tutte quelle voci economiche di natura indennitaria e/o modali previste dalla normativa del CCNL e del Buono Pasto sia cartaceo che elettronico. • In linea con quanto già siglato con il rinnovo del CCNL Ania siglato in data 15/12/2012, nel solco della dichiarazione delle Parti all’art.1 e la sottoscrizione del CCNL Ania Assistenza con Ania in data 17/04/2018, all’inizio dei lavori abbiamo analizzato l’insieme delle previsioni delle due contrattazioni individuando le parti normative ed economiche, con lo spirito di procedere alla proposta di inclusione del CCNL Ania Assistenza nel CCNL Ania nel rispetto delle peculiarità riguardanti l’attività svolta dalle società di assistenza e delle compatibilità economiche / retributive. • Il lavoro svolto si è ispirato peraltro a realtà già presenti nel comparto che hanno visto e vedono l’applicazione del CCNL pur in presenza di attività di lavorazioni e personale che opera nell’ambito del ramo 18 assistenza. Analizzando e confrontando gli inquadramenti e le declaratorie, nonché mettendo a fattor comune le esperienze già presenti nel settore, si conclude che è compatibile e sostenibile la conversione e l’applicazione della seguente tabella tra le due previsioni presenti nei CCNL. Al fine di rendere sostenibile l’inclusione, l’analisi ci ha portato a considerare il “passaggio a Importo” ovvero prevedere che il computo della base retributiva ex AISA per il passaggio ad ANIA debba essere: • base retributiva attuale del livello del dipendente • scatti di anzianità maturati dal dipendente • E.D.R. (Elemento, Distintivo della Retribuzione – pari ad euro 134,29 annui per un full- time spettante su 13 mensilità) Collocando di fatto i lavoratori nella tabella Ania a seconda del livello ( vedi lato ) nella classe di anzianità più vicina e più bassa alla sua retribuzione e gestendo eventuali differenze mediante assegno ad personam non assorbibile. In altri termini gestendo il passaggio alla pari, cioè senza perdita né incremento di retribuzione con un meccanismo simile al passaggio tra i dipendenti in caso di nomina a funzionario (art. 127 CCNL), senza alcun riconoscimento di maggior importo ma mantenendo inalterata l’anzianità di servizio utile alla maturazione dello scatto successivo. Peraltro tale metodo, pur senza alcuna previsione, è utilizzato dalle aziende nel passaggio dalla posizione di Call Center // centrale operativa a posizione di dipendente amministrativolavoro.
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Samples: Contratto Sanità 2016 2018
PARTE ECONOMICA. Dobbiamo innanzitutto rimarcare come negli ultimi 10 anniOccorre con urgenza porre rimedio all’ormai penosa questione del riconoscimento economico del personale del Comparto attraverso il progressivo allineamento degli stipendi ai corrispondenti livelli medi dell’ UE. Secondo lo Snals-Confsal, deve essere acquisito un aumento retributivo per tutto il sistema assicurativo sia stato particolarmente resilientepersonale, conseguendo utili in ogni esercizio ed arrivando a raggiungere nel periodo 2017-2020 un utile complessivo del 21che non solo faccia recuperare il perduto potere di acquisto ma che dimostri la precisa volontà politica di valorizzare tutto il personale. Dunque, prioritariamente tutti gli aumenti devono incrementare la retribuzione tabellare. Il CCNL/2018 ha riconosciuto incrementi retributivi lordi pari, rispettivamente, allo 0,36% superiore al 2013-per il 2016, periodo di riferimento dell’ultimo CCNL. Oltretutto il 2019 è stato l’anno dove gli utili hanno raggiunto un risultato record pari a 8,6 miliardi, risultato eccezionale confermato nel 2020(8,5 miliardi) nonostante il tragico evento pandemico e le previsioni all’1,09% per il 2021 sono ancora positive. La reazione del settore ai momenti 2017 e al 3,44% a regime, inferiore al 3,48% Tale cifra è inferiore Lo Snals-Confsal chiede al Governo di crisi rivedere la politica degli ultimi anni ed al COVID-19 in particolare, ha confermato la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori, che hanno risposto con grande senso di responsabilità alle nuove modalità di lavoro in remoto, talvolta mettendo anche a disposizione dotazioni informatiche personali e organizzandosi stanziamenti contrattuali in modo da non far venir meno la continuità aziendale, pur dovendo lavorare in modalità mai sperimentate prima per la stragrande maggioranza della filiera assicurativa: in fase ante lockdown (ad inizio marzo 2020) circa il 20% della forza lavoro era in smart working, mentre al 31 marzo 2020 si era già superata la quota del 90% di lavoratori in modalità agile. Nel 2020 l’utile del settore danni è stato pari reperire risorse economiche sufficienti a 3,8 miliardi (2,7 miliardi nel 2019), mentre quello relativo al settore vita è stato pari a 4,8 miliardi (6,0 miliardi nel 2019), quindi complessivamente si sono raggiunti 8,6 miliardi di utile. A fine 2020 sono aumentati gli investimenti che hanno superato per la prima volta i mille miliardi (1.011 miliardi, pari al 60% del PIL nazionale). In particolare, i titoli di Stato (italiani ed esteri) hanno sfiorato i 436 miliardi e rimangono la forma di investimento prevalente per il settore (quasi il 53%). Ancor più nel dettaglio, gli investimenti in titoli di Stato italiano sono stati circa 335 miliardi, pari a circa il 15% dei titoli pubblici italiani in circolazione. Sempre al 31/12/20 il Solvency ratio è stato pari a 2,42 superiore al livello minimo ad in ulteriore aumento rispetto al 2019 (2,33). I risultati eccezionali di bilancio citati del periodo 2019-2021 sono andati però a remunerare quasi esclusivamente il capitale. Nello stesso periodo i salari sono rimasti sostanzialmente fermi, incidendo, peraltro, negativamente sulla domanda interna. Si rende pertanto necessaria, anche nel nostro settore, una redistribuzione della maggiore produttività registrata in favore del mondo del lavoro, invertendo la tendenza analizzata in questi ultimi anni. E’ oltretutto opportuno rilevare come i primi dati delle semestrali 2021 evidenziano risultati in ulteriore crescita, con alcune importanti compagnie che hanno quasi raddoppiato l’utile al 30 giugno 2020 e con una previsione Ania che stima che il mercato assicurativo italiano, con riferimento alle sole imprese con sede legale in Italia, dovrebbe registrare una crescita dei premi contabilizzati nell’ordine del 7,1%, per un volume complessivo, per il comparto vita e danni, di oltre 144,4 miliardi (134,8 miliardi nel 2020). Fatte queste premesse la richiesta economica complessiva per la figura media (4 Livello 7a classe) è del 10% sulle tabelle innalzare le retribuzioni stipendiali, che tiene conto delle dinamiche inflattive e della maggiore produttività e del riconoscimento dell’impegno profuso in termini operativi e professionali da lavoratrici e lavoratori. Chiediamo inoltre l’aumento di un’analoga percentuale (+10%) di tutte quelle voci economiche di natura indennitaria e/o modali previste dalla normativa del CCNL e del Buono Pasto sia cartaceo che elettronico. • In linea con quanto già siglato con il rinnovo del CCNL Ania siglato in data 15/12/2012, nel solco della dichiarazione delle Parti all’art.1 e la sottoscrizione del CCNL Ania Assistenza con Ania in data 17/04/2018, all’inizio dei lavori abbiamo analizzato l’insieme delle previsioni delle due contrattazioni individuando le parti normative ed economiche, con lo spirito spostamento sullo stipendio tabellare di procedere alcune indennità generalizzate per alcune sezioni del Comparto (ad es. per la Ricerca -indennità di valorizzazione professionale per ricercatori e tecnologi, indennità di ente annuale per amministrativi e tecnici) in modo da allinearle alla proposta media delle retribuzioni europee. Una prospettiva questa che trova larghi consensi tra i lavoratori in quanto gli aumenti retributivi avrebbero riflesso anche sull’assegno pensionistico, attualmente calcolato su base contributiva. Alla luce di inclusione tale principio lo Snals-Confsal non si riconosce nell’impianto del CCNL Ania Assistenza nel CCNL Ania nel rispetto 2016/18 che in coerenza con le disposizioni di cui al D.lgs 150/2009, come modificato dal d.lgs.74/2017, destina invece buona parte delle peculiarità riguardanti l’attività svolta dalle società risorse finanziarie alla cosiddetta premialità sulla base di assistenza e delle compatibilità economiche / retributive. • Il lavoro svolto si è ispirato peraltro a realtà già presenti nel comparto che hanno visto e vedono l’applicazione del CCNL pur in presenza precostituite fasce di attività di lavorazioni e personale che opera nell’ambito del ramo 18 assistenza. Analizzando e confrontando gli inquadramenti e le declaratorie, nonché mettendo a fattor comune le esperienze già presenti nel settore, si conclude che è compatibile e sostenibile la conversione e l’applicazione della seguente tabella tra le due previsioni presenti nei CCNLmerito. Al fine Governo lo Snals-Confsal chiede, inoltre, la quantificazione di rendere sostenibile l’inclusionecertificate risorse economiche ai fini del finanziamento di un piano quinquennale di investimenti strumentale alla qualificazione del sistema di istruzione e formazione e di quello della ricerca e dell‘innovazione, l’analisi ci ha portato a considerare ovvero il “passaggio a Importo” ovvero prevedere progressivo innalzamento della quota del PIL nazionale attualmente destinato alla Scuola, all’AFAM, all’Università e alla Ricerca per portarla ai livelli assicurati negli altri paesi dell’Unione Europea. ♦ ♦ ♦ Lo Snals-Confsal ritiene che le considerazioni espresse debbano costituire il computo della base retributiva ex AISA per il passaggio ad ANIA debba essere: • base retributiva attuale del livello del dipendente • scatti punto di anzianità maturati dal dipendente • E.D.R. (Elemento, Distintivo della Retribuzione – pari ad euro 134,29 annui partenza per un full- time spettante su 13 mensilità) Collocando confronto costruttivo Governo-Sindacati, che si preannuncia difficile per gli aspetti politici, economici e sindacali legati alla necessità di fatto i lavoratori nella tabella Ania a seconda smantellare la “filosofia” di stampo aziendalistico che sta alla base della legge 107/2015 e alla necessità di invertire lo storico e miope depotenziamento del livello ( vedi lato ) nella classe sistema nazionale della ricerca pubblica, ricollocando la nostra scuola e la nostra ricerca di anzianità più vicina nuovo al centro della dinamica socio- culturale del Paese. Il rinnovo del contratto del comparto Istruzione e più bassa alla sua retribuzione Ricerca, dovendo raggiungere questo obiettivo, assume una rilevanza che non è solo sindacale ma è soprattutto sociale, culturale e gestendo eventuali differenze mediante assegno ad personam non assorbibile. In altri termini gestendo il passaggio alla pari, cioè senza perdita né incremento di retribuzione con un meccanismo simile al passaggio tra i dipendenti in caso di nomina a funzionario (art. 127 CCNL), senza alcun riconoscimento di maggior importo ma mantenendo inalterata l’anzianità di servizio utile alla maturazione dello scatto successivo. Peraltro tale metodo, pur senza alcuna previsione, è utilizzato dalle aziende nel passaggio dalla posizione di Call Center // centrale operativa a posizione di dipendente amministrativopolitica.
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PARTE ECONOMICA. Dobbiamo innanzitutto rimarcare come negli ultimi 10 anniValgono per i produttori le seguenti condizioni: Si applica quanto stabilito dall’art. 63 lett. a) e b) – parte seconda del C.CN.L.. Sui contratti di nuova produzione aventi durata pluriennale perfezionati e incassati, verrà riconosciuto il 57% delle provvigioni di acquisto percepite dall’Assicoop. Per sostituzioni o variazioni di detti contratti, la medesima percentuale verrà calcolata sull’ammontare delle provvigioni di acquisto incassate dall’Azienda a fronte della modifica intervenuta. Per tutte le polizze annuali o temporanee, le provvigioni saranno corrisposte in misura pari al 57% delle provvigioni di acquisto ed incasso dell’Agenzia. Per i rami in cui la Compagnia riconosce provvigioni ricorrenti in sede di acquisizione sarà riconosciuto il 57% delle provvigioni percepite dall’Agenzia. Per i prodotti Vita Premi Unici viene riconosciuto il 70% delle provvigioni percepite dall’Agenzia. Per le nuove assunzioni di personale produttivo, fino al 5° anno di anzianità, le aliquote applicate sono pari al 55%. Le provvigioni verranno liquidate mensilmente assieme alla parte fissa. In caso di annullamento di contratti pluriennali che diano luogo a “storno” a carico della Società, in modo analogo la stessa agirà verso il produttore, addebitandogli un importo calcolato con i criteri della proporzionalità adottando i parametri già considerati in sede di liquidazione delle provvigioni. I tempi di comporto di questa procedura sono fissati nella metà della durata del contratto con un massimo di 4 anni ed un minimo di 2 dalla data di emissione della polizza. Qualora i contratti stipulati prevedano frazionamenti inferiori all'anno il produttore è tenuto all'incasso delle rate scadenti fino al compimento della prima annualità. In nessun caso salvo diversi accordi da stabilirsi di volta in volta, saranno erogate provvigioni per polizze intestate a: Cooperative, Enti Pubblici ed Organizzazioni politiche o sindacali in quanto su tale genere di utenti, l’attività commerciale viene svolta direttamente dalle Agenzie. Per il collocamento di prodotti bancari verrà riconosciuto il 50% delle commissioni di acquisto percepite dall’Assicoop. Nel caso di estinzione del conto corrente che dia origine ad uno storno a carico della Società, la stessa si comporterà in modo analogo verso il produttore. Al produttore sarà inoltre retrocesso il 40% di quanto percepito dalla Società a titolo di management fee e commissioni di mantenimento a fronte dei contratti vita e dei fondi pensione dallo stesso collocati e per i quali è stabilito tale tipo di remunerazione. Le Parti prendono atto che tra l’Azienda e la sua Mandante, il sistema assicurativo sia stato particolarmente resiliente, conseguendo utili in ogni esercizio ed arrivando a raggiungere nel periodo 2017-2020 management fee costituisce un utile complessivo del 21% superiore al 2013-2016, periodo di riferimento dell’ultimo CCNL. Oltretutto il 2019 è stato l’anno dove gli utili hanno raggiunto un risultato record pari a 8,6 miliardi, risultato eccezionale confermato nel 2020(8,5 miliardi) nonostante il tragico evento pandemico e le previsioni per il 2021 sono ancora positive. La reazione del settore ai momenti di crisi degli ultimi anni ed al COVID-19 in particolare, ha confermato la professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori, che hanno risposto con grande senso di responsabilità alle nuove modalità di lavoro in remoto, talvolta mettendo anche a disposizione dotazioni informatiche personali e organizzandosi in modo da non far venir meno la continuità aziendale, pur dovendo lavorare in modalità mai sperimentate prima per la stragrande maggioranza della filiera assicurativa: in fase ante lockdown (ad inizio marzo 2020) circa il 20% della forza lavoro era in smart working, mentre al 31 marzo 2020 si era già superata la quota del 90% di lavoratori in modalità agile. Nel 2020 l’utile del settore danni è stato pari a 3,8 miliardi (2,7 miliardi nel 2019), mentre quello relativo al settore vita è stato pari a 4,8 miliardi (6,0 miliardi nel 2019), quindi complessivamente si sono raggiunti 8,6 miliardi di utile. A fine 2020 sono aumentati gli investimenti che hanno superato per la prima volta i mille miliardi (1.011 miliardi, pari al 60% del PIL nazionale). In particolare, i titoli di Stato (italiani ed esteri) hanno sfiorato i 436 miliardi e rimangono la forma di investimento prevalente per il settore (quasi il 53%). Ancor più nel dettaglio, gli investimenti in titoli di Stato italiano sono stati circa 335 miliardi, pari a circa il 15% dei titoli pubblici italiani in circolazione. Sempre al 31/12/20 il Solvency ratio è stato pari a 2,42 superiore al livello minimo ad in ulteriore aumento rispetto al 2019 (2,33). I risultati eccezionali di bilancio citati del periodo 2019-2021 sono andati però a remunerare quasi esclusivamente il capitale. Nello stesso periodo i salari sono rimasti sostanzialmente fermi, incidendo, peraltro, negativamente sulla domanda interna. Si rende pertanto necessaria, anche nel nostro settore, una redistribuzione della maggiore produttività registrata in favore del mondo del lavoro, invertendo la tendenza analizzata in questi ultimi anni. E’ oltretutto opportuno rilevare come i primi dati delle semestrali 2021 evidenziano risultati in ulteriore crescita, con alcune importanti compagnie che hanno quasi raddoppiato l’utile al 30 giugno 2020 e con una previsione Ania che stima che il mercato assicurativo italiano, con riferimento alle sole imprese con sede legale in Italia, dovrebbe registrare una crescita dei premi contabilizzati nell’ordine del 7,1%, per un volume complessivo, per il comparto vita e danni, di oltre 144,4 miliardi (134,8 miliardi nel 2020). Fatte queste premesse la richiesta economica complessiva per la figura media (4 Livello 7a classe) è del 10% sulle tabelle stipendiali, che tiene conto delle dinamiche inflattive e della maggiore produttività e del riconoscimento dell’impegno profuso in termini operativi e professionali da lavoratrici e lavoratori. Chiediamo inoltre l’aumento di un’analoga percentuale (+10%) di tutte quelle voci economiche di natura indennitaria emolumento revocabile e/o modali previste dalla normativa del CCNL modificabile unilateralmente e del Buono Pasto sia cartaceo senza preavviso, e che elettronico. • In linea con quanto già siglato con il rinnovo del CCNL Ania siglato in data 15/12/2012pertanto l’Azienda, nel solco della dichiarazione delle Parti all’art.1 e caso che ciò avvenisse ha la sottoscrizione del CCNL Ania Assistenza con Ania in data 17/04/2018facoltà di praticare analoga procedura verso il Produttore. Il management fee, all’inizio dei lavori abbiamo analizzato l’insieme delle previsioni delle due contrattazioni individuando come pure le parti normative ed economichecommissioni sui prodotti bancari, con lo spirito di procedere alla proposta di inclusione del CCNL Ania Assistenza nel CCNL Ania nel rispetto delle peculiarità riguardanti l’attività svolta dalle società di assistenza e delle compatibilità economiche / retributive. • Il lavoro svolto si è ispirato peraltro a realtà già presenti nel comparto che hanno visto e vedono l’applicazione del CCNL pur in presenza di attività di lavorazioni e personale che opera nell’ambito del ramo 18 assistenza. Analizzando e confrontando gli inquadramenti e saranno liquidate al produttore periodicamente, secondo le declaratorie, nonché mettendo a fattor comune le esperienze già presenti nel settore, si conclude che è compatibile e sostenibile la conversione e l’applicazione della seguente tabella tra le due previsioni presenti nei CCNL. Al fine di rendere sostenibile l’inclusione, l’analisi ci ha portato a considerare il “passaggio a Importo” ovvero prevedere che il computo della base retributiva ex AISA per il passaggio ad ANIA debba essere: • base retributiva attuale del livello del dipendente • scatti di anzianità maturati dal dipendente • E.D.R. (Elemento, Distintivo della Retribuzione – pari ad euro 134,29 annui per un full- time spettante su 13 mensilità) Collocando di fatto i lavoratori nella tabella Ania a seconda del livello ( vedi lato ) nella classe di anzianità più vicina e più bassa alla sua retribuzione e gestendo eventuali differenze mediante assegno ad personam non assorbibile. In altri termini gestendo il passaggio alla pari, cioè senza perdita né incremento di retribuzione con un meccanismo simile al passaggio tra i dipendenti in caso di nomina a funzionario (art. 127 CCNL), senza alcun riconoscimento di maggior importo ma mantenendo inalterata l’anzianità di servizio utile alla maturazione dello scatto successivo. Peraltro tale metodo, pur senza alcuna previsione, è utilizzato dalle aziende nel passaggio tempistiche seguite dalla posizione di Call Center // centrale operativa a posizione di dipendente amministrativoMandante.
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Samples: Contratto Integrativo Aziendale
PARTE ECONOMICA. Dobbiamo innanzitutto rimarcare come negli ultimi 10 anniLa parte economica determina che l’impiego dei fondi disponibili (contrattuali, legge 440/97, fondi MIUR, ecc), sia finalizzato a riconoscere le attività aggiuntive, soprattutto quelle destinate a qualificare l’offerta formativa e a incrementare la produttività del servizio, seguendo Il contratto d’istituto, dunque, è lo strumento efficace per utilizzare, coerentemente e nel rispetto del CCNL, il sistema assicurativo sia stato particolarmente resilientefondo dell’istituzione scolastica, conseguendo utili perseguendo il buon funzionamento della scuola basato su una gestione delle risorse finanziarie, strumentali ed umane improntata a criteri di equità, imparzialità ed economicità e fondato sui criteri di trasparenza, efficienza ed efficacia del servizio e per garantire la realizzazione dei progetti previsti nel POF. Il contratto di istituto, in ogni esercizio ed arrivando a raggiungere nel periodo 2017-2020 un utile complessivo del 21% superiore al 2013-2016coerenza con le finalità generali di migliorare l’efficienza, periodo di riferimento dell’ultimo CCNLla produttività e la qualità dei servizi e riconosce e remunera gli impegni professionali effettivamente prestati. Oltretutto il 2019 è stato l’anno dove gli utili hanno raggiunto un risultato record pari a 8,6 miliardi, risultato eccezionale confermato nel 2020(8,5 miliardi) nonostante il tragico evento pandemico e le previsioni per il 2021 sono ancora positive. La reazione del settore ai momenti di crisi degli ultimi anni ed al COVID-19 in particolare, ha confermato la professionalità E’ prevista un’equa distribuzione delle lavoratrici e dei lavoratori, che hanno risposto con grande senso di responsabilità alle nuove modalità risorse fra i settori di lavoro in remotoe di personale seguendo le priorità dettate dal POF. L’uso delle risorse è prioritariamente destinato a soddisfare le indicazioni dettate dal POF e dagli organi collegiali dell’Istituto (Collegio e Consiglio), talvolta mettendo anche a disposizione dotazioni informatiche personali e organizzandosi in modo da non far venir meno la continuità aziendalerispondere ai bisogni delle diverse fasce di utenza che si rivolgono a questa istituzione scolastica. Tutte le attività concorrono alla realizzazione delle finalità del POF e in particolare al perseguimento del successo formativo, pur dovendo lavorare in modalità mai sperimentate prima per la stragrande maggioranza della filiera assicurativa: in fase ante lockdown attraverso l’attuazione di attività aggiuntive che costituiscano motivazione all’apprendimento e arricchimento culturale e professionale. In riferimento agli obiettivi previsti dai documenti di indirizzo dell’attività scolastica (ad inizio marzo 2020) circa il 20% della forza lavoro era in smart working, mentre al 31 marzo 2020 si era già superata la quota POF e piani annuali delle attività del 90% di lavoratori in modalità agile. Nel 2020 l’utile del settore danni è stato pari a 3,8 miliardi (2,7 miliardi nel 2019personale), mentre quello relativo al settore vita è stato pari a 4,8 miliardi (6,0 miliardi nel 2019), quindi complessivamente si sono raggiunti 8,6 miliardi di utile. A fine 2020 sono aumentati gli investimenti che hanno superato per la prima volta i mille miliardi (1.011 miliardi, pari al 60% del PIL nazionale). In particolare, i titoli di Stato (italiani ed esteri) hanno sfiorato i 436 miliardi e rimangono la forma di investimento prevalente per il settore (quasi il 53%). Ancor più nel dettaglio, gli investimenti in titoli di Stato italiano sono stati circa 335 miliardi, pari a circa il 15% dei titoli pubblici italiani in circolazione. Sempre al 31/12/20 il Solvency ratio è stato pari a 2,42 superiore al livello minimo ad in ulteriore aumento rispetto al 2019 (2,33). I risultati eccezionali di bilancio citati del periodo 2019-2021 sono andati però a remunerare quasi esclusivamente il capitale. Nello stesso periodo i salari sono rimasti sostanzialmente fermi, incidendo, peraltro, negativamente sulla domanda interna. Si rende pertanto necessaria, anche nel nostro settore, una redistribuzione della maggiore produttività registrata in favore del mondo del lavoro, invertendo la tendenza analizzata in questi ultimi anni. E’ oltretutto opportuno rilevare come i primi dati delle semestrali 2021 evidenziano risultati in ulteriore crescita, con alcune importanti compagnie che hanno quasi raddoppiato l’utile al 30 giugno 2020 e con una previsione Ania che stima prevede che il mercato assicurativo italiano, con riferimento alle sole imprese con sede legale in Italia, dovrebbe registrare una crescita dei premi contabilizzati nell’ordine del 7,1%, per un volume complessivo, per il comparto vita contratto di istituto sottoscritto assicuri lo svolgimento delle seguenti attività e danni, di oltre 144,4 miliardi (134,8 miliardi nel 2020). Fatte queste premesse la richiesta economica complessiva per la figura media (4 Livello 7a classe) è del 10% sulle tabelle stipendiali, che tiene conto delle dinamiche inflattive e della maggiore produttività e del riconoscimento dell’impegno profuso in termini operativi e professionali da lavoratrici e lavoratori. Chiediamo inoltre l’aumento di un’analoga percentuale (+10%) di tutte quelle voci economiche di natura indennitaria e/o modali previste dalla normativa del CCNL e del Buono Pasto sia cartaceo che elettronico. • In linea con quanto già siglato con il rinnovo del CCNL Ania siglato in data 15/12/2012, nel solco della dichiarazione delle Parti all’art.1 e la sottoscrizione del CCNL Ania Assistenza con Ania in data 17/04/2018, all’inizio dei lavori abbiamo analizzato l’insieme delle previsioni delle due contrattazioni individuando le parti normative ed economiche, con lo spirito di procedere alla proposta di inclusione del CCNL Ania Assistenza nel CCNL Ania nel rispetto delle peculiarità riguardanti l’attività svolta dalle società di assistenza e delle compatibilità economiche / retributive. • Il lavoro svolto si è ispirato peraltro a realtà già presenti nel comparto che hanno visto e vedono l’applicazione del CCNL pur in presenza di attività di lavorazioni e personale che opera nell’ambito del ramo 18 assistenza. Analizzando e confrontando gli inquadramenti e le declaratorie, nonché mettendo a fattor comune le esperienze già presenti nel settore, si conclude che è compatibile e sostenibile la conversione e l’applicazione della seguente tabella tra le due previsioni presenti nei CCNL. Al fine di rendere sostenibile l’inclusione, l’analisi ci ha portato a considerare il “passaggio a Importo” ovvero prevedere che il computo della base retributiva ex AISA per il passaggio ad ANIA debba essere: • base retributiva attuale del livello del dipendente • scatti di anzianità maturati dal dipendente • E.D.R. (Elemento, Distintivo della Retribuzione – pari ad euro 134,29 annui per un full- time spettante su 13 mensilità) Collocando di fatto i lavoratori nella tabella Ania a seconda del livello ( vedi lato ) nella classe di anzianità più vicina e più bassa alla sua retribuzione e gestendo eventuali differenze mediante assegno ad personam non assorbibile. In altri termini gestendo il passaggio alla pari, cioè senza perdita né incremento di retribuzione con un meccanismo simile al passaggio tra i dipendenti in caso di nomina a funzionario (art. 127 CCNL), senza alcun riconoscimento di maggior importo ma mantenendo inalterata l’anzianità di servizio utile alla maturazione dello scatto successivo. Peraltro tale metodo, pur senza alcuna previsione, è utilizzato dalle aziende nel passaggio dalla posizione di Call Center // centrale operativa a posizione di dipendente amministrativo.funzioni:
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Samples: Contratto Integrativo D’istituto