Common use of Risultati attesi Clause in Contracts

Risultati attesi. I risultati che si attendono da questo progetto sono, in prima istanza, • una riduzione delle predazioni agli allevamenti • in un tempo medio, la loro cessazione. Non si può escludere a priori che, al pascolo, non vi saranno ancora tentativi di predazione che talvolta potrebbero avere successo. Tuttavia, nelle esperienze maturate in altri contesti ambientali si è avuta, nel breve periodo, la quasi totale scomparsa degli attacchi agli animali domestici, fatte salve, in poche occasioni, l’attacco alle greggi da parte di numerosi cani inselvatichiti di grossa taglia. Di seguito si dettagliano i risultati attesi dalla realizzazione del progetto: ◼ Attivazione di un servizio di assistenza agli allevatori inerente la gestione corretta dei tentativi di predazione del lupo ◼ Formazione degli allevatori sulla problematica di gestione degli attacchi da lupo o Abbattimento delle predazioni a danno delle aziende zootecniche da parte del lupo e del cane randagio/inselvatichito ◼ -Formazione degli allevatori sulle pratiche di tutela degli allevamenti e della buona condotta dei cani da guardiania e delle strutture di protezione. Appare opportuno che all’interno di ogni azienda zootecnica vi sia almeno un operatore formato ed esperto nella tutela dell’allevamento dalle predazioni. Si è notato infatti che in molti contesti la conduzione degli animali viene affidata, dal proprietario, a personale non qualificato, scelto per lo più in base a un basso costo, impreparato ad affrontare situazioni di emergenza/urgenza. Tale personale deve essere formato allo scopo di ottimizzarne l’efficacia migliorando collateralmente la qualità di vita degli animali. dipartimento di medicina veterinaria ◼ Divulgazione di una corretta informazione che permetta una serena gestione del fenomeno. ◼ Xxxxxxxxxxx di una cooperazione e collaborazione fra allevatori e fra allevatori e ricercatori che contribuiscano ad un continuo aggiornamento delle situazioni nei vari contesti. In tal senso, la creazione di un numero verde da parte della Regione potrebbe costituire un elemento estremamente positivo. ◼ redazione di un manuale di buone pratiche (da produrre in caso di prolungamento del progetto) per la tutela degli allevamenti dalle predazioni da parte di carnivori selvatici. Unitamente ad una informazione rivolta alle associazioni degli allevatori e a incontri con gli operatori del settore, la diffusione di un manuale di buone pratiche a cui fare riferimento appare una soluzione adeguata per ottenere, attraverso la sua consultazione, un aggiornamento continuo degli stessi operatori. ◼ divulgazione dei risultati ottenuti presso le associazioni allevatori e attraverso una serie di eventi da programmare successivamente (in caso di prolungamento del progetto). dipartimento di medicina veterinaria Il progetto si svilupperà nell’area della Murgia barese, da tempo (anni 1999 – 2000) interessata dalla presenza del lupo (Canis lupus italicus). Le prime notizie del predatore nella zona vennero divulgate (Gazzetta del Mezzogiorno: lupo trovato morto, forse fulminato da xxxx xxxxxxxxx) fra la fine del 1999 e gli inizi del 2000. Ulteriori segnalazioni giunsero in tempi successivi e anche durante una serie di rilievi finalizzati alla redazione di studi di impatto ambientale portarono ad accertare la presenza del predatore nell’area. La presenza degli esemplari pare abbia una doppia

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Samples: www.regione.puglia.it, burp.regione.puglia.it

Risultati attesi. I risultati Messa a punto di tecniche efficienti ed a basso costo per l’allevamento della vongola verace nostrana autoctona Tapes decussatus, secondo protocolli di qualità, attraverso l’utilizzo di nuovi processi biotecnologici. Le colture di due ceppi microalgali, Isochrysis sp. clone T-ISO e Tetraselmis suecica, prodotte in fotobioreattori, saranno utilizzate per preparare sospensioni concentrate che si attendono da questo verranno inviate all’impianto di venericoltura per alimentare il novellame di T. decussatus, verranno utilizzati anche gli inoculi selezionati per allestire colture in acqua filtrata proveniente dalla laguna. Le colture nelle vasche saranno mantenute in crescita per un mese circa e verranno quindi rinnovate con inoculo nuovi messi a punto dal gruppo di ricerca universitario che assicurerà il trasferimento delle conoscenze necessarie alla conduzione dei processi biotecnologici di qualità. Denominazione: CNR Area della Ricerca di Padova Sede: Corso Stati Uniti n.4, 00000 Xxxxxx Natura giuridica: Ente di Ricerca Denominazione: Dipartimento di Scienze Zootecniche di Padova Sede: Viale dell’Università, 16 – Legnaro, Padova Natura giuridica: Pubblica – Università di Padova Ricerca applicata: Settore di attività : 🞎 Ambientale 🞎 Chimico-Farmaceutico 🞎 Diagnostico L’intento del progetto sonoè quello di creare un più efficiente sistema per la valutazione della tracciabilità nell’ambito della filiera dei prodotti di origine animale, in prima istanzacon specifico riferimento ai settori lattiero-caseario, • una riduzione delle predazioni agli allevamenti • in carni bovina ed ovina e dei prodotti ittici. Nello specifico la parte inerente il settore lattiero-caseario verrà studiato e messo a punto un tempo mediometodo di analisi per la tipizzazione individuale e di razza dei prodotti (latte e formaggi) mediante l’impiego di marcatori molecolari del DNA (es. microsatelliti, AFLP, SNP ecc.). L’applicazione di questi marcatori, un volta individuati e messi a punto, permetterà di disporre di uno strumento rapido ed automatizzabile offrendo un'altra riproducibilità ed accuratezza, elementi necessari al fine di garantire anche la loro cessazionetracciabilità dell’individuo e della razza lungo l’intera filiera produttiva. Non si può escludere a priori che, al pascolo, non vi saranno ancora tentativi Per quanto riguarda la carne bovina l’obiettivo sarà quello di predazione che talvolta potrebbero avere successo. Tuttavia, nelle esperienze maturate in altri contesti ambientali si è avuta, nel breve periodo, la quasi totale scomparsa degli attacchi agli animali domestici, fatte salve, in poche occasioni, l’attacco alle greggi da parte creare un sistema di numerosi cani inselvatichiti di grossa taglia. Di seguito si dettagliano i risultati attesi dalla realizzazione del progetto: ◼ Attivazione di un servizio di assistenza agli allevatori inerente la gestione corretta dei tentativi di predazione del lupo ◼ Formazione degli allevatori sulla problematica di gestione degli attacchi da lupo o Abbattimento delle predazioni a danno delle aziende zootecniche da parte del lupo tracciabilità basato sull’identificazione genetica dell'animale e del cane randagio/inselvatichito ◼ -Formazione degli allevatori sulle pratiche singolo pezzo di tutela degli allevamenti carne da esso ottenuto e commercializzato mediante la tecnica basata sull’uso dei marcatori genetici (microsatelliti o STR), identificando numero e tipo di marcatori più idonei ai fini della buona condotta dei cani da guardiania e delle strutture di protezionecaratterizzazione individuale dell’animale. Appare opportuno che all’interno di ogni azienda zootecnica vi sia almeno un operatore formato ed esperto nella tutela dell’allevamento dalle predazioni. Si è notato infatti che in molti contesti la conduzione degli animali viene affidata, dal proprietario, a personale non qualificato, scelto per lo più in base a un basso costo, impreparato ad affrontare situazioni di emergenza/urgenza. Tale personale deve essere formato Ciò allo scopo di ottimizzarne l’efficacia migliorando collateralmente la qualità verificare l’esatta provenienza dei prodotti al dettaglio scoraggiando fortemente qualsiasi frode e creando dei percorsi di vita garanzia e tutela del consumatore. Relativamente ai prodotti ovini, saranno messe a punto metodiche di tracciabilità di filiera che consentiranno di controllare e incentivare il miglioramento qualitativo delle singole fasi del processo produttivo (es: individuazione della specie e della razza, certificazione di sanità degli animali. dipartimento animali – scrapie free - , misurazione della presenza di medicina veterinaria ◼ Divulgazione di una corretta informazione che permetta una serena gestione del fenomeno. ◼ Xxxxxxxxxxx di una cooperazione e collaborazione fra allevatori e fra allevatori e ricercatori che contribuiscano ad un continuo aggiornamento delle situazioni nei vari contesti. In tal senso, la creazione di un numero verde da parte residui tossici della Regione potrebbe costituire un elemento estremamente positivo. ◼ redazione di un manuale di buone pratiche (da produrre in caso di prolungamento del progetto) per la tutela degli allevamenti dalle predazioni da parte di carnivori selvatici. Unitamente ad una informazione rivolta alle associazioni degli allevatori e a incontri con gli operatori del settore, la diffusione di un manuale di buone pratiche a cui fare riferimento appare una soluzione adeguata per ottenere, attraverso la sua consultazione, un aggiornamento continuo degli stessi operatori. ◼ divulgazione dei risultati ottenuti presso le associazioni allevatori e attraverso una serie di eventi da programmare successivamente (in caso di prolungamento del progettolavorazione - benzopirene). dipartimento Per quanto riguarda infine i prodotti ittici, il lavoro di medicina veterinaria Il progetto si svilupperà nell’area tracciabilità sarà orientato verso il prodotto trasformato, dove il riconoscimento è reso particolarmente difficile dalle fasi di filettatura, porzionamento o macinazione, che mascherano le caratteristiche morfologiche del pesce. Sia mediante il miglioramento delle attuali tecniche analitiche ufficiali (Isoelettrofocusing - metodica AOAC Official Methods of Analysis), sia mediante tecniche basate sull’identificazione genetica della Murgia baresespecie attraverso l’uso di marcatori molecolari, da tempo (anni 1999 – 2000) interessata dalla presenza saranno studiati e messi a punto sistemi in grado di attivare e controllare la filiera del lupo (Canis lupus italicus). Le prime notizie del predatore nella zona vennero divulgate (Gazzetta del Mezzogiorno: lupo trovato morto, forse fulminato da xxxx xxxxxxxxx) fra la fine del 1999 prodotto ittico trasformato e gli inizi del 2000. Ulteriori segnalazioni giunsero fornire quindi tracciabilità in tempi successivi e anche durante una serie di rilievi finalizzati alla redazione di studi di impatto ambientale portarono ad accertare la presenza del predatore nell’area. La presenza degli esemplari pare abbia una doppiaquesto importante settore commerciale.

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Samples: Accordo Di Programma Quadro Nel Settore Della Ricerca

Risultati attesi. I risultati che si attendono da questo Il progetto sonopermette il proseguimento e il miglioramento, in prima istanzamodo coordinato e sinergico, dell’attività svolta negli anni precedenti, in termini di raccolta, gestione ed organizzazione delle segnalazioni di Allerta Precoce per le sostanze psicoattive. Un lavoro che prosegue in collaborazione con l’EMCDDA, il coordinamento interforze della Direzione centrale per i Servizi Antidroga (DCSA) con le Forze di Polizia competenti nello specifico settore del nostro paese e la partecipazione degli enti pubblici, le amministrazioni territoriali, i centri di ricerca, i servizi per le dipendenze e le comunità terapeutiche. L’Istituto Superiore di Sanità, coordinatore del progetto, proseguirà nel rafforzamento del sistema informatizzato volto alla gestione del network nazionale, nella raccolta, nella gestione dei dati internazionali\nazionali e nella loro diffusione in base al grado di attenzione. Sulla base delle esperienze maturate, anche rispetto alle criticità emerse, e per raccogliere le sfide del prossimo futuro l'unità operativa dell'Istituto Superiore di Sanità ha arricchito il laboratorio di farmaco tossicologia analitica con “strumenti ifenati” di ultima generazione, quali: Cromatografia liquida ad ultra-prestazione associata a spettrometria di massa ad alta risoluzione • Gascromatografia associata alla spettrometria di massa di ultima generazione (Intuvo) • Gascromatografia associata alla spettrometria di massa tandem Queste metodologie associate ad una riduzione moderna struttura in grado di effettuare delle predazioni agli allevamenti • in un tempo mediocomplesse analisi farmaco-tossicologiche semplificano il lavoro di individuazione di sostanze sconosciute, oggetto di sequestri da parte delle forze dell’ordine e\o di intossicazioni che non vengono riconosciute da altri laboratori sul territorio nazionale. Ci si attende inoltre che l’introduzione di altre due UO nella gestione degli aspetti di tossicologia clinica possa migliorare la risposta da parte dei laboratori del territorio nazionale relativamente alle segnalazioni di intossicazioni ed eventuali decessi. La puntualità e tempestività di tali segnalazioni e la capacità di migliorare i tempi di latenza che intercorrono fra l’avvenimento, la loro cessazione. Non si può escludere a priori che, al pascolo, non vi saranno ancora tentativi segnalazione e la divulgazione della segnalazione sono di predazione che talvolta potrebbero avere successo. Tuttavia, nelle esperienze maturate in altri contesti ambientali si è avuta, nel breve periodo, la quasi totale scomparsa degli attacchi agli animali domestici, fatte salve, in poche occasioni, l’attacco alle greggi da parte di numerosi cani inselvatichiti di grossa taglia. Di seguito si dettagliano i risultati attesi dalla realizzazione fondamentale importanza per l’efficacia della risposta operativa del progetto: ◼ Attivazione di un servizio di assistenza agli allevatori inerente la gestione corretta dei tentativi di predazione del lupo ◼ Formazione degli allevatori sulla problematica di gestione degli attacchi da lupo o Abbattimento delle predazioni a danno delle aziende zootecniche da parte del lupo sistema e del cane randagio/inselvatichito ◼ -Formazione degli allevatori sulle pratiche suo impatto sul territorio e sulla salute pubblica. Collaborazioni previste UO1 - Coordinamento nazionale del progetto e gestione operativa delle azioni trasversali dello S.N.A.P. Centro Nazionale Dipendenze e Doping– Istituto Superiore di tutela degli allevamenti e della buona condotta dei cani da guardiania e delle strutture di protezione. Appare opportuno che all’interno di ogni azienda zootecnica vi sia almeno un operatore formato ed esperto nella tutela dell’allevamento dalle predazioni. Si è notato infatti che in molti contesti la conduzione degli animali viene affidataSanità, dal proprietario, a personale non qualificato, scelto per lo più in base a un basso costo, impreparato ad affrontare situazioni di emergenza/urgenza. Tale personale deve essere formato allo scopo di ottimizzarne l’efficacia migliorando collateralmente la qualità di vita degli animali. dipartimento di medicina veterinaria ◼ Divulgazione di una corretta informazione che permetta una serena gestione del fenomeno. ◼ Xxxxxxxxxxx di una cooperazione e collaborazione fra allevatori e fra allevatori e ricercatori che contribuiscano ad un continuo aggiornamento delle situazioni nei vari contesti. In tal senso, la creazione di un numero verde da parte della Regione potrebbe costituire un elemento estremamente positivo. ◼ redazione di un manuale di buone pratiche (da produrre in caso di prolungamento del progetto) per la tutela degli allevamenti dalle predazioni da parte di carnivori selvatici. Unitamente ad una informazione rivolta alle associazioni degli allevatori e a incontri con gli operatori del settore, la diffusione di un manuale di buone pratiche a cui fare riferimento appare una soluzione adeguata per ottenere, attraverso la sua consultazione, un aggiornamento continuo degli stessi operatori. ◼ divulgazione dei risultati ottenuti presso le associazioni allevatori e attraverso una serie di eventi da programmare successivamente (in caso di prolungamento del progetto). dipartimento di medicina veterinaria Il progetto si svilupperà nell’area della Murgia barese, da tempo (anni 1999 – 2000) interessata dalla presenza del lupo (Canis lupus italicus). Le prime notizie del predatore nella zona vennero divulgate (Gazzetta del Mezzogiorno: lupo trovato morto, forse fulminato da xxxx xxxxxxxxx) fra la fine del 1999 e gli inizi del 2000. Ulteriori segnalazioni giunsero in tempi successivi e anche durante una serie di rilievi finalizzati alla redazione di studi di impatto ambientale portarono ad accertare la presenza del predatore nell’area. La presenza degli esemplari pare abbia una doppiaRoma.

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Samples: Accordo Di Collaborazione Interistituzionale

Risultati attesi. Obiettivo A L’aumento dell’età media della popolazione veneta ed europea ha come conseguenza la necessità di sviluppare nuovi devices nell’ambito delle biotecnologie mediche per favorire il superamento di patologie non trattabili farmacologicamente nei campi della chirurgia maxillo-facciale ed ortopedica. Questi devices devono essere in grado di ridurre i tempi della osteo-integrazione favorendo così una migliore qualità di vita dei pazienti trattati. I risultati risvolti applicativi del presente progetto di ricerca sono: • Disponibilità di adeguate quantità di osso autologo • Possibilità di predisporre degli innesti di forma e dimensioni adeguate ottenuti tramite stereolitografia • Riduzione dei tempi chirurgici • Riduzione dei tempi di degenza e della morbilità postoperatoria. Obiettivo B Tale progetto risponde alla crescente necessità di eseguire screening più approfonditi sui prodotti cosmetici e/o farmacologici che sono commercialmente disponibili. I modelli di pelle a complessità crescente che si attendono da intende sviluppare potranno consentire una valutazione a più ampio spettro degli effetti tossicologici. Collaborazioni previste: Denominazione Sede Natura Dipartimento Scienze Biomediche Sperimentali Xxx X. Xxxxxxx 3, Padova Istituto Veneto di Medicina Molecolare Xxx Xxxx 0 Xxxxxx Aequotech Xxx Xxxxxxx Xxxxxxx Electrofor Xxx xxxxx Xxxxxxxxxxxx, 00/x 00000 Xxxxxx (Xx) Zambon Vicenza Principale settore di attività (barrare il settore coinvolto): Agroalimentare Ambientale Chimico-Farmaceutico Diagnostico Continuazione del progetto “Azione Biotech I” n. 0 titolo breve Nuovo progetto Settore di attività specifico (barrare il settore coinvolto solo per i nuovi progetti): Metodi biotecnologici innovativi per la produzione di molecole di interesse farmaceutico Ingegneria tissutale con l’utilizzo di matrici ripopolate con cellule staminali Diagnostica basata su tecnologie biologiche Metodi biotecnologici per il monitoraggio dell'inquinamento ambientale, bioremediation e abbattimento di microinquinanti Applicazioni di tecniche biotecnologiche per lo sviluppo della produzione animale e vegetale Lo sviluppo di farmaci agonisti o antagonisti di recettori di membrana ha portato negli ultimi anni ad un miglioramento spettacolare nel trattamento clinico di una serie di malattie umane. Ad esempio agonisti ed antagonisti di recetti per neurotrasmettitori classici come quelli per la dopamina, le catecolamine o l’acetilcolina ha trovato larghissimo uso nel trattamento di malattie cardiovascolari o in disordini neuropsichiatrici. Un gran numero di questi farmaci e’ diretto contro una classe di recettori, i cosiddetti recettori a sette domini transmembrana che hanno in comune una generale struttura topologica e un comune meccanismo di accoppiamento, caratterizzato dal fatto che la trasduzione del segnale dipende dall’interazione tra il recettore stesso e una proteina G trimerica. Molti di questi recettori e dei loro ligandi sono stati identificati e caratterizzati molecolarmente, ma ancor di piu’ rimangono ancora sconosciuti. Gli obiettivi principali di questo progetto sono, in prima istanza, • da una riduzione delle predazioni agli allevamenti • in un tempo medio, parte la loro cessazione. Non si può escludere messa a priori che, al pascolo, non vi saranno ancora tentativi di predazione che talvolta potrebbero avere successo. Tuttavia, nelle esperienze maturate in altri contesti ambientali si è avuta, nel breve periodo, la quasi totale scomparsa degli attacchi agli animali domestici, fatte salvepunto, in poche occasionicollaborazione con partners industriali e una spin off universitaria , l’attacco alle greggi da parte di numerosi cani inselvatichiti di grossa taglia. Di seguito si dettagliano i risultati attesi dalla realizzazione del progetto: ◼ Attivazione di un servizio di assistenza agli allevatori inerente la gestione corretta dei tentativi di predazione del lupo ◼ Formazione degli allevatori sulla problematica di gestione degli attacchi da lupo o Abbattimento delle predazioni a danno delle aziende zootecniche da parte del lupo e del cane randagio/inselvatichito ◼ -Formazione degli allevatori sulle pratiche di tutela degli allevamenti e della buona condotta dei cani da guardiania e delle strutture di protezione. Appare opportuno che all’interno di ogni azienda zootecnica vi sia almeno un operatore formato ed esperto nella tutela dell’allevamento dalle predazioni. Si è notato infatti che in molti contesti la conduzione degli animali viene affidata, dal proprietario, a personale non qualificato, scelto una nuova strategia per lo più screening di farmaci attivi su questa famiglia di recettori, dall’altra di sviluppare nuovi approcci per lo studio dei rapporti struttura-funzione in base questa classe di recettori. Sono anche previste collaborazioni con un gruppo di ricercatori afferenti ai laboratori di neuroscienze e di bioinformatica della SISSa di Trieste, e dell’Univesità di Ferrara e con il laboratorio della Ditta Zambon di Vicenza e la ditta Electrofor di Rovigo Piu’ specificamente, per quanto riguarda la strategia di screening, l’idea e’ quella di utilizzare l’eccezionale rapporto segnale-rumore della foto proteina Ca2+ sensibile equorina per generare nuovi sensori molecolarmente ingegnerizzati capaci di : a) misurare in modo altamente selettivo e sensibile l’attivazione di recettori che normalmente non sono accoppiati a un basso costo, impreparato ad affrontare situazioni mobilizzazione di emergenza/urgenza. Tale personale deve essere formato allo scopo di ottimizzarne l’efficacia migliorando collateralmente la qualità di vita degli animali. dipartimento di medicina veterinaria ◼ Divulgazione di una corretta informazione che permetta una serena gestione del fenomeno. ◼ Xxxxxxxxxxx di una cooperazione e collaborazione fra allevatori e fra allevatori e ricercatori che contribuiscano ad un continuo aggiornamento delle situazioni nei vari contesti. In tal senso, la creazione di un numero verde da parte della Regione potrebbe costituire un elemento estremamente positivo. ◼ redazione di un manuale di buone pratiche (da produrre in caso di prolungamento del progetto) per la tutela degli allevamenti dalle predazioni da parte di carnivori selvatici. Unitamente ad una informazione rivolta alle associazioni degli allevatori e a incontri con gli operatori del settore, la diffusione di un manuale di buone pratiche a cui fare riferimento appare una soluzione adeguata per ottenere, attraverso la sua consultazione, un aggiornamento continuo degli stessi operatori. ◼ divulgazione dei risultati ottenuti presso le associazioni allevatori e attraverso una serie di eventi da programmare successivamente (in caso di prolungamento del progetto). dipartimento di medicina veterinaria Il progetto si svilupperà nell’area della Murgia barese, da tempo (anni 1999 – 2000) interessata dalla presenza del lupo (Canis lupus italicus). Le prime notizie del predatore nella zona vennero divulgate (Gazzetta del Mezzogiorno: lupo trovato morto, forse fulminato da xxxx xxxxxxxxx) fra la fine del 1999 e gli inizi del 2000. Ulteriori segnalazioni giunsero in tempi successivi e anche durante una serie di rilievi finalizzati alla redazione di studi di impatto ambientale portarono ad accertare la presenza del predatore nell’area. La presenza degli esemplari pare abbia una doppiaCa2+ intracellulare;

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Samples: www.regione.veneto.it

Risultati attesi. I risultati Definizione dei calendari ripresa vegetativa di fioritura maschile e femminile e maturazione delle nocciole su base pluriannuale per l’individuazione delle cultivar di nocciolo più idonee ad una eventuale introduzione in coltura in ambiente Laziale, con particolare riferimento al comprensorio dei Xxxxx Xxxxxx, e in nuove aree attualmente interessate da una introduzione ex-novo della specie. Tali obiettivi, affiancati da una adeguata caratterizzazione carpologica delle nocciole, potranno favorire un ampliamento varietale del nocciolo nell’ambiente considerato per far fronte alle eventuali necessità future dell’industria dolciaria e alle eventuali problematiche ambientali e fitopatologiche che si attendono potrebbero insorgere, secondo quanto già avvenuto con la “moria del nocciolo”, e fornire conoscenze di base utili per la realizzazione di futuri programmi di miglioramento genetico tramite incrocio controllato. A tal riguardo nel triennio considerato verranno effettuati incroci controllati secondo schemi mirati alla costituzione dei primi pedegree utili per migliorare le cultivar italiane a frutto tondo (principalmente TGR). • Individuazione di cultivar e genotipi a bassa o nulla attività pollonifera da questo progetto sonodestinare alla costituzione di combinazioni di innesto con le principali cultivar italiane di nocciolo a nucula sferoidale, per favorire la costituzione di nuovi impianti allevati a monocaule e quindi più meccanizzabili e più sostenibili in prima istanzatermini di gestione del corileto (eliminazione delle operazioni di spollonatura manuale e/o chimica). Realizzazione di margotte aree delle cultivar Hynich e Pallagrossa, individuate come ad attitudine pollonifera assente e/o scarsa per impiego, una volta radicate e messe a dimora, come portinnesti delle principali cv italiane a frutto tondo (studio dell'affinità di innesto e dell'effetto indotto sull'efficienza produttiva). una riduzione delle predazioni agli allevamenti Ampliamento del campo collezione tramite introduzione di nuovi genotipi, di nuove cultivars e di ibridi (Corylus colurna x Corylus avellana) non polloniferi da adottare come portinnesti, secondo quanto già effettuato nelle annualità precedenti con introduzione in collezione del Dundee, opportunamente replicato. Introduzione di cultivar italiane a frutto tondo innestate su Dundee (da acquistare presso vivai certificati già precettati) e studio del relativo effetto di tale portinnesto sulle stesse. Si auspica in tal senso l'ampliamento degli spazi disponibili nel campo varietale Le Cese, e/o la utilizzazione del campo in dotazione ARSIAL in agro a Vico Matrino. Installazione in entrambi i campi collezione di un tempo medio, la loro cessazione. Non si può escludere a priori chedatalogger per acquisizione programmata ed in situ della temperatura, al pascolo, non vi saranno ancora tentativi fine di predazione che talvolta potrebbero avere successo. Tuttavia, nelle esperienze maturate determinare in altri contesti ambientali si è avuta, nel breve periodo, modo puntiforme le necessità di esposizione al freddo (chilling requiremet) e al caldo delle varie cultivar per esprimere la quasi totale scomparsa degli attacchi agli animali domestici, fatte salve, in poche occasioni, l’attacco alle greggi da parte fioritura e superare il periodo di numerosi cani inselvatichiti di grossa taglia. Di seguito si dettagliano i risultati attesi dalla realizzazione del progetto: ◼ Attivazione di un servizio di assistenza agli allevatori inerente la gestione corretta dei tentativi di predazione del lupo ◼ Formazione degli allevatori sulla problematica di gestione degli attacchi da lupo o Abbattimento delle predazioni a danno delle aziende zootecniche da parte del lupo e del cane randagio/inselvatichito ◼ -Formazione degli allevatori sulle pratiche di tutela degli allevamenti e della buona condotta dei cani da guardiania e delle strutture di protezione. Appare opportuno che all’interno di ogni azienda zootecnica vi sia almeno un operatore formato ed esperto nella tutela dell’allevamento dalle predazioni. Si è notato infatti che in molti contesti la conduzione degli animali viene affidata, dal proprietario, a personale non qualificato, scelto per lo più in base a un basso costo, impreparato ad affrontare situazioni di emergenza/urgenza. Tale personale deve essere formato allo scopo di ottimizzarne l’efficacia migliorando collateralmente la qualità di vita degli animali. dipartimento di medicina veterinaria ◼ Divulgazione di una corretta informazione che permetta una serena gestione del fenomeno. ◼ Xxxxxxxxxxx di una cooperazione e collaborazione fra allevatori e fra allevatori e ricercatori che contribuiscano ad un continuo aggiornamento delle situazioni nei vari contesti. In tal senso, la creazione di un numero verde da parte della Regione potrebbe costituire un elemento estremamente positivo. ◼ redazione di un manuale di buone pratiche (da produrre in caso di prolungamento del progetto) per la tutela degli allevamenti dalle predazioni da parte di carnivori selvatici. Unitamente ad una informazione rivolta alle associazioni degli allevatori e a incontri con gli operatori del settore, la diffusione di un manuale di buone pratiche a cui fare riferimento appare una soluzione adeguata per ottenere, attraverso la sua consultazione, un aggiornamento continuo degli stessi operatori. ◼ divulgazione dei risultati ottenuti presso le associazioni allevatori e attraverso una serie di eventi da programmare successivamente (in caso di prolungamento del progetto). dipartimento di medicina veterinaria Il progetto si svilupperà nell’area della Murgia barese, da tempo (anni 1999 – 2000) interessata dalla presenza del lupo (Canis lupus italicus). Le prime notizie del predatore nella zona vennero divulgate (Gazzetta del Mezzogiorno: lupo trovato morto, forse fulminato da xxxx xxxxxxxxx) fra la fine del 1999 e gli inizi del 2000. Ulteriori segnalazioni giunsero in tempi successivi e anche durante una serie di rilievi finalizzati alla redazione di studi di impatto ambientale portarono ad accertare la presenza del predatore nell’area. La presenza degli esemplari pare abbia una doppiariposo invernale.

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Samples: Accordo Ex Art. 15 Della Legge 7 Agosto 1990 N. 241

Risultati attesi. I risultati che si attendono da questo progetto sono, in prima istanza, • una riduzione delle predazioni agli allevamenti • in un tempo medio, la loro cessazione. Non si può escludere a priori che, al pascolo, non vi saranno ancora tentativi di predazione che talvolta potrebbero avere successo. Tuttavia, nelle esperienze maturate in altri contesti ambientali si è avuta, nel breve periodo, la quasi totale scomparsa degli attacchi agli animali domestici, fatte salve, in poche occasioni, l’attacco alle greggi da parte di numerosi cani inselvatichiti di grossa taglia. Di seguito si dettagliano Coerentemente con gli output ed i risultati attesi dalla previsti dalle attività già indicate all’interno del bando sono previsti: Definizione requisiti di progetto-Descrivono cosa il sistema deve offrire per soddisfare le esigenze delle 3 linee di business YNAP;Schema funzionale ETE del nuovo software-Rappresentazione funzionale dei processi relativi alla gestione dell’ordine (dall’inserimento a sito fino alla sua evasione includendo la gestione della fatturazione, delle spese di spedizione, tasse e dazi sulla base del mercato di vendita specifico), delle informazioni di prodotto (es. descrizione tecnica, taglia, colore, etc.), gestione catalogo (tutti i prodotti disponibili alla vendita differenziati per marchio, linea di business, mercato etc.) e di tutte le funzionalità e specificità della piattaforma di front-end; Rappresentazione schematica dell’infrastruttura tecnica necessaria alla realizzazione e integrazione del nuovo datacenter-Definizione dell’infrastruttura necessaria a supportare lo sviluppo, test e rilascio in produzione del software realizzato. L’obiettivo è la realizzazione di un nuovo datacenter che supporti le nuove esigenze e garantisca scalabilità, performance, sicurezza;definizione e rappresentazione dei vincoli tecnici, della gestione e della connessione tra le risorse-possono essere visti come discriminanti all’uso delle risorse; È importante notare come l’organizzazione non influisca solo sulle risorse umane bensì su tutto il sistema; Definizione delle attività che compongono il progetto dal suo inizio fino al completamento-sono gli elementi in cui è scomponibile un progetto. L’attività è una parte del progetto ben definita e distinta racchiusa tra un evento inizio ed evento fine, cui è possibile far corrispondere risorse e vincoli specifici; Piano di rilascio del progetto e delle singole attività- assieme alla gestione e organizzazione, è l’aspetto maggiormente legato all’idea di progetto, permettendo di razionalizzare obiettivi e risorse. Definisce: date di partenza/termine di ciascuna attività, delle singole fasi e quindi dell’intero progetto; assegnazione delle risorse alle attività; interdipendenze tra attività e fasi del progetto: ◼ Attivazione ; punti notevoli (milestone) che determinano l’avanzamento del progetto rappresentato dal verificarsi di un servizio dato evento. La pianificazione è un input fondamentale per il coordinamento e sviluppo delle risorse assegnate; Piano di assistenza agli allevatori inerente la gestione corretta test- Procedure che attestano lo stato di avanzamento del progetto. In particolare, le principali azioni di questo tipo si basano sul rispetto dei tentativi vincoli di predazione del lupo ◼ Formazione tempo e costo, degli allevatori sulla problematica di gestione degli attacchi da lupo o Abbattimento delle predazioni a danno delle aziende zootecniche da parte del lupo e del cane randagio/inselvatichito ◼ -Formazione degli allevatori sulle pratiche di tutela degli allevamenti e della buona condotta dei cani da guardiania obiettivi parziali e delle strutture milestone; Piano dei rischi-necessario alla misura o stima del rischio legato a una determinata azione/evento per poi sviluppare strategie adatte ad evitarlo e/o gestirlo attraverso un approccio con forti basi statistiche e di protezione. Appare opportuno che all’interno probabilità per pianificare, identificare e valutare rischi di ogni azienda zootecnica vi sia almeno un operatore formato non riuscita legati a fattori interni ed esperto nella tutela dell’allevamento dalle predazioni. Si è notato infatti che in molti contesti la conduzione degli animali viene affidata, dal proprietario, a personale non qualificato, scelto per lo più in base a un basso costo, impreparato ad affrontare situazioni di emergenza/urgenza. Tale personale deve essere formato allo scopo di ottimizzarne l’efficacia migliorando collateralmente la qualità di vita degli animali. dipartimento di medicina veterinaria ◼ Divulgazione di una corretta informazione che permetta una serena gestione del fenomeno. ◼ Xxxxxxxxxxx di una cooperazione e collaborazione fra allevatori e fra allevatori e ricercatori che contribuiscano ad un continuo aggiornamento delle situazioni nei vari contesti. In tal senso, la creazione di un numero verde da parte della Regione potrebbe costituire un elemento estremamente positivo. ◼ redazione di un manuale di buone pratiche (da produrre in caso di prolungamento del progetto) per la tutela degli allevamenti dalle predazioni da parte di carnivori selvatici. Unitamente ad una informazione rivolta alle associazioni degli allevatori e a incontri con gli operatori del settore, la diffusione di un manuale di buone pratiche a cui fare riferimento appare una soluzione adeguata per ottenere, attraverso la sua consultazione, un aggiornamento continuo degli stessi operatori. ◼ divulgazione dei risultati ottenuti presso le associazioni allevatori e attraverso una serie di eventi da programmare successivamente (in caso di prolungamento del progetto). dipartimento di medicina veterinaria Il progetto si svilupperà nell’area della Murgia barese, da tempo (anni 1999 – 2000) interessata dalla presenza del lupo (Canis lupus italicus). Le prime notizie del predatore nella zona vennero divulgate (Gazzetta del Mezzogiorno: lupo trovato morto, forse fulminato da xxxx xxxxxxxxx) fra la fine del 1999 e gli inizi del 2000. Ulteriori segnalazioni giunsero in tempi successivi e anche durante una serie di rilievi finalizzati alla redazione di studi di impatto ambientale portarono ad accertare la presenza del predatore nell’area. La presenza degli esemplari pare abbia una doppiaesterni.

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