Materiali e metodi. Il Dipartimento di Salute Mentale dell’A.S.L. 8 di Chieri si adopera da tempo per una maggiore integrazione tra l’ambito istituzionale e la rete sociale, percorrendo modalità di intervento volte al reinserimento di soggetti per cui la semplice risposta degenziale rappresenta un momento deresponsabilizzante. Il programma di Accoglienza Familiare del DSM di Chieri nasce già dal 1994 dalla collaborazione con famiglie disponibili ad accogliere adulti in difficoltà. Dal 1998, in particolare, utilizzando le risorse del sociale, si è avviato un progetto di Accoglienza Familiare Supportata per soggetti Adulti sofferenti psichici. L'esperimento iniziato dal DSM della ASL 8 coinvolge nuclei che vivono nella zona compresa tra Chieri e Asti e consiste in una modalità abitativa che integra una persona in difficoltà presso una famiglia terza, la quale, previa stipula di un preciso contratto, riceve un sussidio economico (che garantisce altresì un risparmio di spesa rispetto alla redidenzialità comunitaria) e viene regolarmente e professionalmente assistita dagli operatori di una équipe preposta. Strumento legislativo del progetto della ASL 8 è la D.C.R. del Piemonte n. 357-1370 del 28/01/1997 la quale, tra gli interventi alternativi al ricovero, prevede all’allegato C che il DSM possa procedere ad affidare pazienti psichiatrici, provvedendo ad un parallelo sostegno economico alla famiglia che accoglie. Riprendendo, peraltro, un vecchio dispositivo giuridico già contemplato nella Legge psichiatrica del 1904. Il DSM dell’ASL 8 ha a sua volta predisposto, nel dicembre 1999, una Determinazione quadro del Direttore Generale (“Avvio programma sperimentale di affidi familiari di pazienti psichiatrici”) che esplicita le linee guida dell’accoglienza familiare. Si è voluto dare flessibilità allo strumento, individuando tre diverse tipologie di Accoglienza in base alla periodizzazione degli inserimenti. Utilizzando tre diversi tipi di contratto si è cioè regolamentato l’inserimento per periodi full-time (continuativi, sulle 24 ore), per periodi part-time, brevi o giornalieri, o per periodi short-time, diurni (alcuni momenti “critici” della giornata); viene così superato quell’allontanamento sociale che spesso accompagna l’inserimento in strutture protette. Per la valutazione della compatibilità degli abbinamenti e delle capacità di interrelazione tra la famiglia ed il soggetto viene utilizzata la Pinacoteca Associativa del Test di Rorschach, somministrata sia singolarmente che in ...
Materiali e metodi. Sono stati estratti dal database Regionale RIPO (anni 2011-2017) i ricoveri con almeno un codice di intervento di revisione, o di rimozione di protesi di anca o di ginocchio e con codice di diagnosi di infezione. È stato valutato il trend temporale della proporzione di revisione con diagnosi di infezione sul totale delle revisione e del tasso di incidenza annuale, stimato come rapporto tra i ricoveri con diagnosi di infezione e i ricoveri per intervento primario effettuati in un anno. Per ogni ricovero è stato valutato il tempo di degenza medio postoperatoria, il genere, le comorbilità, l’incisione chirurgica e il DM impiantato (materiale). I dati sono stati elaborati tramite programma STATA.
Materiali e metodi. La Casa si trova a Seveso-Baruccana, è costituita da una villetta a due piani, con giardino e magazzino/laboratorio esterno. Nel 1993 sono iniziati i lavori di ristrutturazione e l’11 febbraio 1994 è stato inserito il primo ospite. La Casa, che può accogliere fino a 11 ospiti, è composta da: Le figure professionali che operano all'interno della Casa sono le seguenti: - 1 direttrice - 1 economa/amministrativa - 1 assistente sociale - 3 educatori - 4 infermieri professionali - 3 ausiliarie socio-assistenziali - 1 medico infettivologo - 1 fisioterapista - Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione & Medico Competente - 1-3 obiettori di coscienza - 6-8 volontari. Gli ospiti vengono accolti su loro espressa domanda, tramite i servizi territoriali competenti: La loro permanenza è per un periodo indeterminato e completamente gratuita perché il servizio è convenzionato con la ASL Provincia di Milano 3. Il lavoro in equipe è per noi il metodo indispensabile per affrontare ogni situazione della persona accolta in modo globale. Si tengono incontri d’equipe quindicinali ai quali partecipano tutti gli operatori.
Materiali e metodi. Dal 1996 a dicembre 2002 sono stati presi in carico dalla “D. Dante Savini” 60 pazienti: 43M, 17F, età media 38 anni, Linfociti CD4+ all’ingresso =160/mmc, AIDS 77%. L’inserimento degli ospiti è stato richiesto dalle ASL di residenza, in rapporto ad una diagnosi di infezione da HIV e ad una impossibilità delle famiglie e/o delle strutture preposte a gestire le complesse problematiche di tali pazienti (diagnosi contestuale di patologie psichiatriche o patologie comportamentali gravi, per esempio in rapporto ad encefalopatia da HIV). La casa è organizzata in modo da offrire un ambiente familiare non ospedaliero, ma che contestualmente, affronta le necessità sanitarie e riduce al minimo gli accessi presso le strutture di ricovero: i prelievi, le visite specialistiche da parte di un infettivologo e di uno psichiatra, le terapie endovenose in continuità di cura, e le emotrasfusioni sono fatte all’interno della casa. Per gli accertamenti strumentali e le altre necessità sanitarie si fa riferimento alle strutture del territorio. Per ciascun ospite, al fine di affrontare al meglio i problemi di salute, viene compilata una cartella clinica informatizzata condivisa con l’istituto di Malattie Infettive del Policlinico di Perugia.
Materiali e metodi. In questo lavoro sono stati presi in considerazione dati statistici provenienti dai report annuali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD), del Ministero della Salute Italiano (Ufficio Statistica) e da altre fonti professionali europee (AEMH, UEMS). I dati statistici sono differenziabili in tre gruppi di indicatori distinti: ▪ Indicatori di sistema socioeconomici (spesa sanitaria % PIL, spesa sanitaria pro capite, ecc.), di salute (aspettativa di vita, mortalità perinatale,ecc.) e di performance (livello di salute, complessiva); ▪ Indici di risorse professionali (medici, infermieri, dentisti, farmacisti x 1000 abitanti) e di risorse tecnico-materiali (letti ospedalieri x 1000 abitanti, attrezzature mediche ad alta tecnologia, ecc.) ▪ Indicatori di riconoscimento professionale (stipendio medio/medico ospedaliero, tipologia educazione continua in medicina, ecc.).
Materiali e metodi. Tenendo presente che tutto deve cominciare e finire in un processo clinico integrato ed efficace, occorre allora rimodulare gli interventi dei principali attori delle Cure Primarie, a partire dai Medici di Medicina Generale, che di queste ultime costituiscono il perno naturale. Questo è l’obiettivo che la Fondazione Maddalena Grassi - operante da anni nell’ambito della Assistenza Domiciliare Integrata e dotata quindi di una vasta esperienza nell’approccio quotidiano alla gestione di pazienti multiproblematici con patologia cronica – si è posta circa un anno fa, iniziando un lavoro di confronto con alcuni MMG dell’area milanese, al fine di analizzare i problemi concreti che questi Professionisti si trovano ad affrontare all’interno della loro pratica di tutti i giorni. Nel quadro di una analisi dei punti di debolezza e di forza del sistema delle Cure Primarie sono innanzitutto state individuate le opportunità, quali ad es.: ⚫ la disponibilità di Piani Sanitari Regionali innovativi, ⚫ le possibilità comprese nelle attuali cornici legislative e contrattuali che regolano l’esercizio della Medicina Generale in Italia ⚫ i risultati di numerose sperimentazioni riorganizzative delle Cure Primarie condotte, spesso su base del tutto volontaria, in numerosi siti del nostro Paese. Sono poi state identificate le criticità che si oppongono al cambiamento organizzativo e che possono essere così riassunte: ⚫ Complessità degli adempimenti ⚫ Disabitudine del MMG al teamworking ⚫ Genericità degli strumenti convenzionali ⚫ Mancanza di chiaro modello culturale delle cure primarie ⚫ Rischio di scarsa incidenza effettiva dei cambiamenti in atto sui paradigmi di servizio ⚫ Scarso coordinamento con l’Ospedale ⚫ Ridotta capacità di management del cambiamento sia interno che esterno alla professione da parte del Medico di Medicina Generale.
Materiali e metodi. L’attività sarà svolta presso le strutture del macello Delta Group Agroalimentare Srl (RO) grazie alla disponibilità della proprietà e alla collaborazione e supporto della dott.ssa Xxxxxxxx Xxxxxxxxx (ULSS 5). La valutazione delle lesioni sarà effettuata dal personale di IZSVe (dott.ssa Xxxxxxxxx Xxxxxxx) e dell’Università di Padova (borsista di ricerca da reclutare) con l’assistenza della dott.ssa Xxxxxxxx Xxxxxxxxx dopo adeguato periodo di training e allineamento nella valutazione fra i diversi operatori. Il gruppo di ricerca di DAFNAE sarà affiancato dalla prof.ssa Xxxxxx Xxxxxxx, Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione (BCA) dell’Università di Padova. Nell’arco di 12 mesi, si prevedono due visite la settimana presso il macello con l’obiettivo di raccogliere i dati richiesti sul numero mimino di partite sotto indicato, differenziate per tipologia di allevamento e genotipo: Allevamento a terra con lettiera/grigliato Allevamento a terra con aviario Allevamento in gabbie arricchite Allevamento biologico (?) Allevamento con accesso all’esterno (free range) Genotipi bianchi 10 10 10 10 10 50 Genotipi rossi 10 10 10 10 10 50 20 20 20 20 20 100 Per ogni partita, il veterinario al macello, dott.ssa Xxxxxxxx Xxxxxxxxx, provvederà a raccogliere le seguenti informazioni per ogni partita macellata: Provincia dell’allevamento Numero animali macellati (coincide con flock sempre?) Tipologia di allevamento Genotipo Presenza/assenza posatoi Età delle galline Presenza/assenza rampe Peso medio in allevamento Dimensione flock in allevamento Peso medio al macello Mortalità in allevamento a fine ciclo DOA
Materiali e metodi. Allegato A al Decreto n. 143 del 18 OTT. 2022 pag. 19/65
Materiali e metodi. Disegno di studio Studio osservazionale trasversale multicentrico Il progetto si articola in tre fasi:
Materiali e metodi. 1.1. Plasma iperimmune da donatore guarito