Suolo e sottosuolo Clausole campione

Suolo e sottosuolo. Il sito interessato dall’installazione dell’impianto fotovoltaico ricade in “zona verde agricolo”, e allo stato attuale risulta adibito a pascoli e seminativi; nei lotti immediatamente attorno ad esso, l’area risulta circondata da aree agricole e a Nord si affaccia sul sito di compostaggio di Cozzo Vuturo. L’area ricade all’interno dell’ambito 12 della provincia di Enna - Area delle colline dell’Ennese. L’ambito è caratterizzato dal paesaggio del medio- alto bacino del Simeto. • Il Proponente ha verificato le colture codificate dalle Carte tematiche in esame - Carta dell’Uso del Suolo da fonte SITR e Carta dell’uso del Suolo secondo Corine Land Cover - in relazione ai terreni oggetto di intervento da cui emerge che ricadono in “Seminativi semplici e colture erbacee estensive”. Dai rilievi effettuati in campo e conoscenza diretta dell’areale, è opportuno precisare che gli usi del suolo riscontrati in cartografia tematica collimano con quanto indicato in cartografia • Sono stati individuati per la componente suolo e sottosuolo i seguenti fattori: occupazione di suolo; asportazione di suolo superficiale; rilascio inquinanti al suolo; modifiche morfologia del terreno; produzione di terre e rocce da scavo nelle diverse fasi di cantiere. Tali aspetti saranno meglio analizzati nel paragrafo 5 del presente parere. • L’area di progetto dista circa 4,5 Km dal Fiume Dittaino, esattamente a S-O, in corrispondenza dell’invaso Xxxxxxxxx, mentre a sud è delimitato dal torrente Matrona. Per tale motivo, si riscontrano gli aspetti di vegetazione che si insediano lungo le sponde dei corsi d’acqua. • Dal punto di vista botanico questa zona è fortemente caratterizzata dalla coltivazione dell'olivo ed è l'habitat tipico del leccio. Il Proponente dichiara che “A seguito di sopralluoghi, non è stata rilevata alcuna specie sensibile. Le specie vegetali menzionate nell’elenco floristico allegato, compongono esigui popolamenti o formazioni sparse nei discontinui strati di vegetazione seminaturale che, fino ad oggi, è presente esclusivamente ai margini delle colture con seminativi cerealicoli e foraggere: nel particolare dell’area indagata, le specie rilevate sono localizzate sui bordi stradali, lungo i margini dei seminativi, sulle superfici di incolti nelle adiacenze dell’area progettuale, lungo le sponte del torrente”. • Nell’area oggetto di studio, non sono state individuate tipologie di habitat riconducibili alla classificazione Natura 2000 né sono stati individuati ambienti na...
Suolo e sottosuolo. Aree a rischio erosione
Suolo e sottosuolo. Paesaggio, natura, habitat
Suolo e sottosuolo. Rispetto al P.I.I. vigente la variante non comporta modifiche all’uso del suolo. La variante di P.I.I. non interessa aree agricole. In termini di permeabilità la variante di P.I.I. prevede aree a verde permeabile di estensione pari a circa 205.000 mq, corrispondente alla superficie del parco al netto delle superfici occupate dalle aree di messa in sicurezza e a quelle nelle quali sono presenti infrastrutture nel sottosuolo, a cui bisogna aggiungere le superfici permeabili realizzate all’interno delle aree private che ammontano al 10% delle fondiarie corrispondenti ad ulteriori 32.000 mq circa. Rispetto al P.I.I. vigente, la superficie permeabile è superiore di circa 60.000 mq. In relazione alle bonifiche, per l’area è stato depositato nel mese di febbraio 2020 un nuovo progetto operativo di bonifica che tiene conto della proposta di variante, il cui iter autorizzativo è in corso. L’attuazione e il successivo collaudo della bonifica sono condizione necessaria per l’attuazione delle previsioni di piano. In relazione ai movimenti terra, secondo quanto riportato nella relazione istruttoria VIA allegata al decreto di compatibilità ambientale del 2002, per il P.I.I. vigente risulta che “….dalla stima della movimentazione delle terre si evince che la volumetria di terreno derivante dagli scavi (1.181.675 m3) e dalle opere di bonifica (219.000 m3) sarà sufficiente a supplire la necessità di terra per la costruzione della morfologia del parco e dei piani di costruzione degli edifici (685.609 m3).” Per quanto riguarda la variante di P.I.I., si prevedono i seguenti quantitativi: scavo di bonifica circa 880.000 mc, ulteriori scavi edili circa 350.000 mc, rinterri circa 1.850.000 mc al lordo del materiale scavato e recuperabile, che comprende il volume derivante dagli scavi edili e una percentuale significativa degli scavi di bonifica. In relazione alla fattibilità geologica, l’area di studio è inseribile in parte in classe IIIc “Fattibilità con consistenti limitazioni - Aree a bassa soggiacenza della falda è [< 5m]” ed una piccola porzione in classe IIIe “Fattibilità con consistenti limitazioni - Aree estrattive attive o dismesse” in quanto coincidente con la cava cessata. Alcune zone sono invece classificate in classe IVb “Fattibilità con gravi limitazioni - Aree con emergenze idriche diffuse [fontanili e aree con emergenza della falda]”.
Suolo e sottosuolo. L'area si estende nel settore meridionale della città di Roma, dove affiorano diffusamente i prodotti piroclastici albani riferibili alla Formazione di Villa Senni ed alle Pozzolane Rosse e Nere, mentre i depositi alluvionali recenti affiorano lungo la valle del Fosso di Vigna Murata, ad oggi intubato in corrispondenza della strada omonima. Nell'area le formazioni piroclastiche sono state intensamente cavate in passato, sia in sotterraneo, che a cielo aperto e ad oggi sono evidenti in sito alcune scarpate antropiche rappresentative presumibilmente di fronti di cava. L'area risulta inoltre perimetrata come Zone nelle quali è probabile l'esistenza di cavità sotterranee nelle rocce vulcaniche nella cartografia. L'area si può definire idonea alla realizzazione degli interventi previsti, ad eccezione di alcuni tratti di scarpata, rappresentative presumibilmente di fronti di cava, che ricadono in corrispondenza ed in prossimità dell'edificio in progetto e vengono perimetrate come aree idonee con prescrizioni. […] Il sito d'intervento è descrivibile come un'area distinta in parte a verde pubblico, in parte occupata da edifici industriali e in parte incolta. Le essenze arboree presenti (in prevalenza di origine alloctona come Ailantus e Robinia pseudoacacia) si distribuiscono, insieme a delle formazioni cespugliate (prevalenza di Rubus ulmifolius, circa l'80 %; scarsa presenza di Spartium junceum, circa 5% e per la restante parte Crataegus manogyna e Rhamnus alaternus), nelle aree marginali del sito. La scheda di rilevamento redatta ai sensi della D.G.R. n.2649/1999 considera l'intera area (escludendo le porzioni edificate e destinate a verde pubblico) come incolto. […] In dettaglio i nuovi impianti previsti sono: n. 8 lecci (Quercus ilex), n. 17 alberi di Giuda (Cercis siliquastrum), n. 18 aceri campestri (Acer campestre), n. 7 meli selvatici (Malus sylvestris), n. 2 ornielli (Fraxinus ornus), n. 13 biancospini ad albero (Crataegus monogyna “Stricta”), n. 7 cipressi (Cupressus sempervirens “Pyramidalis”) e n. 9 carpini piramidali (Carpinus betulus “pyramidalis”). Le specie di arbusti che verranno utilizzate sono: pittosporo (Pittosporum tobira) oleandro (Nerium oleander) in varie colorazioni di fioritura, ginepro (Juniperus sabina), lavanda (Lavandula angustifolia var. Hidcote, Edelweiss e Rosea), lauroceraso (Prunus laurocerasus “Xxxx Xxxxxx), rose, pachisandra (Pachysandra terminalis); quest’ultima verrà utilizzata come coprisuolo. Si tiene a precisare che l’ol...
Suolo e sottosuolo. L’area in esame è ubicata al passaggio tra i comuni di Rho e di Pero, posti immediatamente a Nord- Ovest dell’hinterland milanese. Da un punto di vista morfologico quest’area, inserita in un contesto fortemente urbanizzato, presenta i caratteri di una pianura che si insinua a Nord tra i lembi morfologici dei depositi più antichi, mantenendosi ad una quota sensibilmente inferiore rispetto a questi ed interrompendosi soltanto in corrispondenza degli alvei dei corsi d’acqua attuali (Ticino, Olona, Lambro e Adda). La pianura risulta uniformemente caratterizzata da un assetto tabulare con profilo topografico pianeggiante o sub-pianeggiante costituito per gran parte dalla pianura alluvionale (Livello Fondamentale della Pianura). L’area si sviluppa nell’Alta Pianura Lombarda, un settore della Pianura Padana modellato nelle forme attuali, nell’ultimo milione d’anni, da depositi fluvioglaciali e alluvionali; i primi connessi alle grandi espansioni glaciali pleistoceniche, gli altri all’attività postglaciale, olocenica degli affluenti del Po. Tali depositi sono soprattutto rappresentati da ghiaie, sabbie e argille costituenti una coltre, di spessore fino a diverse centinaia di metri. La distribuzione schematica dei depositi continentali quaternari attraverso l’intera Pianura Padana è suggerita nella Figura sottostante (Ori, 1993); con depositi da ghiaiosi a sabbiosi di delta conoide a ridosso dei rilievi alpini ed appenninici e materiali più fini verso l’asse padano, dovuti più propriamente all’attività del Po. Fiume Po; 5) Sedimenti argillosi-limosi In un esteso intorno dell’area del Sito sono cartografate le seguenti unità:
Suolo e sottosuolo. La città di Padova si sviluppa nel settore orientale della Pianura Padana, immediatamente a nord-est dei colli Euganei, e rientra nella “Bassa pianura veneta”, caratterizzata da un territorio ad andamento pianeggiante. L’ambito di Via Giustiniani è situato nel centro storico della città e sede dell’ospedale esistente, è interamente interessato da superfici artificiali. L’area di Padova Est – X. Xxxxxxx è costituita per la maggior parte da superfici agricole incolte e residuali intercluse dal sistema infrastrutturale e dalle aree urbane circostanti. Agenti fisici Relativamente alla realtà del Comune di Padova, nel 2018 è stato adottato il Piano di Azione dell’agglomerato di Padova con l’obiettivo di valutare e migliorare il clima acustico del territorio.
Suolo e sottosuolo. Sarà fatta un’analisi della litologia delle aree interessate dagli interventi con particolare attenzione alle classi di fattibilità geologica. Saranno inoltre approfondite le tematiche relative allo stato di qualità dei suoli in corrispondenza degli interventi di trasformazione: occorrerà, infatti, valutare la necessità di dover effettuare delle indagini integrative, in funzione delle nuove destinazioni d’uso.
Suolo e sottosuolo. Erosione idrica
Suolo e sottosuolo. L’area nella quale sarà prevista l’installazione in oggetto non ricade in aree dichiarate a rischio e/o pericolosità, così come verificato attraverso le carte della pericolosità e del rischio geomorfologico ed idraulico. L’installazione in esame non apporterà nuovi rischi per la stabilità del suolo, dato che gli impianti fotovoltaici saranno realizzati assemblando componenti prefabbricati e non necessiteranno di opere di fondazione. Durante la fase di cantiere non saranno effettuati movimenti terra significativi né sbancamenti e livellamenti eccezion fatta per i piccoli moduli prefabbricati che saranno posti in opera e per le strade di accesso ed interne. La posa in opera delle strutture portanti dei pannelli solari prevederà una movimentazione di terreno molto superficiale per estensione e profondità ed il suolo non verrà né asportato né modificato artificialmente. Del tutto trascurabile sarà anche la modifica del suolo dovuta alla realizzazione della conduttura elettrica interrata. La presenza dei pannelli, una volta installati, produrrà una modesta riduzione dell’irraggiamento solare del suolo sottostante ad essi. Infatti, grazie all’altezza del punto più basso del pannello e alla distanza tra ogni serie di pannelli, nei periodi autunnale, invernale e primaverile nei quali sarà più importante la presenza di un “cotico” di vegetazione erbacea atto a mantenere un suolo superficiale strutturato e stabile, l’inclinazione dei raggi solari alla nostra latitudine consentirà l’irraggiamento su tutto il suolo coperto nella maggior parte del periodo di illuminazione diurno. Per i motivi anzidetti, anche lo scorrimento superficiale delle acque meteoriche ed il loro percolamento non sarà sostanzialmente modificato. Il sito inoltre non manifesterà alterazioni che possano indirizzare il chimismo verso reazioni estranee ai normali processi pedologici.