Suolo e sottosuolo Clausole campione

Suolo e sottosuolo. Le successive fasi di progettazione esecutiva saranno accompagnate da approfondimenti delle condizioni idrogeologiche, litologiche e geotecniche per mezzo di ulteriori prove geognostiche in sito e di laboratorio. Le nuove opere dovranno essere progettate e realizzate in conformità con quanto previsto dal Decreto Ministeriale del 17 gennaio 2018 “Xxxxx Xxxxxxxx per le Costruzioni” entrato in vigore dal 22 marzo 2018. La progettazione esecutiva sarà assoggettata ad autorizzazione relativamente al vincolo idrogeologico, ai sensi dell'art. 7 del RDL 3267 del 30/12/1923 e successivo Regolamento di applicazione ed esecuzione R.D. n. 1126 del 16 maggio 1926. In fase di progettazione esecutiva saranno prese in esame le criticità riscontrate, intervenendo con opere di regimazione delle acque superficiali e sotterranee ed eventualmente di bonifica delle aree potenzialmente instabili, al fine di migliorare il grado di stabilità del versante. In fase di progettazione esecutiva dovranno essere inseriti più compiutamente gli interventi di sbancamento, le opere di drenaggio e le opere di sostegno del versante da realizzarsi in merito all’intervento in oggetto, al fine di risolvere le criticità del versante dovute all’assetto geomorfologico e alla presenza di acqua di infiltrazione.
Suolo e sottosuolo. Fase di cantiere
Suolo e sottosuolo. Erosione idrica
Suolo e sottosuolo. L’area in esame è ubicata al passaggio tra i comuni di Rho e di Pero, posti immediatamente a Nord- Ovest dell’hinterland milanese. Da un punto di vista morfologico quest’area, inserita in un contesto fortemente urbanizzato, presenta i caratteri di una pianura che si insinua a Nord tra i lembi morfologici dei depositi più antichi, mantenendosi ad una quota sensibilmente inferiore rispetto a questi ed interrompendosi soltanto in corrispondenza degli alvei dei corsi d’acqua attuali (Ticino, Olona, Lambro e Adda). La pianura risulta uniformemente caratterizzata da un assetto tabulare con profilo topografico pianeggiante o sub-pianeggiante costituito per gran parte dalla pianura alluvionale (Livello Fondamentale della Pianura). L’area si sviluppa nell’Alta Pianura Lombarda, un settore della Pianura Padana modellato nelle forme attuali, nell’ultimo milione d’anni, da depositi fluvioglaciali e alluvionali; i primi connessi alle grandi espansioni glaciali pleistoceniche, gli altri all’attività postglaciale, olocenica degli affluenti del Po. Tali depositi sono soprattutto rappresentati da ghiaie, sabbie e argille costituenti una coltre, di spessore fino a diverse centinaia di metri. La distribuzione schematica dei depositi continentali quaternari attraverso l’intera Pianura Padana è suggerita nella Figura sottostante (Ori, 1993); con depositi da ghiaiosi a sabbiosi di delta conoide a ridosso dei rilievi alpini ed appenninici e materiali più fini verso l’asse padano, dovuti più propriamente all’attività del Po. Fiume Po; 5) Sedimenti argillosi-limosi In un esteso intorno dell’area del Sito sono cartografate le seguenti unità:
Suolo e sottosuolo. La città di Padova si sviluppa nel settore orientale della Pianura Padana, immediatamente a nord-est dei colli Euganei, e rientra nella “Bassa pianura veneta”, caratterizzata da un territorio ad andamento pianeggiante. L’ambito di Via Giustiniani è situato nel centro storico della città e sede dell’ospedale esistente, è interamente interessato da superfici artificiali. L’area di Padova Est – X. Xxxxxxx è costituita per la maggior parte da superfici agricole incolte e residuali intercluse dal sistema infrastrutturale e dalle aree urbane circostanti. Agenti fisici Relativamente alla realtà del Comune di Padova, nel 2018 è stato adottato il Piano di Azione dell’agglomerato di Padova con l’obiettivo di valutare e migliorare il clima acustico del territorio.
Suolo e sottosuolo. Aree a rischio erosione
Suolo e sottosuolo. Sarà fatta un’analisi della litologia delle aree interessate dagli interventi con particolare attenzione alle classi di fattibilità geologica. Saranno inoltre approfondite le tematiche relative allo stato di qualità dei suoli in corrispondenza degli interventi di trasformazione: occorrerà, infatti, valutare la necessità di dover effettuare delle indagini integrative, in funzione delle nuove destinazioni d’uso.
Suolo e sottosuolo. E’ in via di conclusione il procedimento di bonifica in capo alla Provincia di Bologna, ai fini dell'attestazione della compatibilità dei suoli con la trasformazione prevista. Gli esiti di tale procedimento sono necessari per comprovare l’ammissibilità del cambio d’uso e dovranno essere parte integrante della documentazione da presentare per l’ottenimento del titolo edilizio. Qualora, durante la realizzazione degli scavi previsti, dovessero essere rilevate ulteriori situazioni anomale e di potenziale contaminazione, il proponente dell’intervento dovrà riattivarsi ai sensi dell’art. 242 del D.Lgs. 152/06 e xx.xx. e ii..
Suolo e sottosuolo. Rispetto al P.I.I. vigente la variante non comporta modifiche all’uso del suolo. La variante di P.I.I. non interessa aree agricole. In termini di permeabilità la variante di P.I.I. prevede aree a verde permeabile di estensione pari a circa 205.000 mq, corrispondente alla superficie del parco al netto delle superfici occupate dalle aree di messa in sicurezza e a quelle nelle quali sono presenti infrastrutture nel sottosuolo, a cui bisogna aggiungere le superfici permeabili realizzate all’interno delle aree private che ammontano al 10% delle fondiarie corrispondenti ad ulteriori 32.000 mq circa. Rispetto al P.I.I. vigente, la superficie permeabile è superiore di circa 60.000 mq. In relazione alle bonifiche, per l’area è stato depositato nel mese di febbraio 2020 un nuovo progetto operativo di bonifica che tiene conto della proposta di variante, il cui iter autorizzativo è in corso. L’attuazione e il successivo collaudo della bonifica sono condizione necessaria per l’attuazione delle previsioni di piano. In relazione ai movimenti terra, secondo quanto riportato nella relazione istruttoria VIA allegata al decreto di compatibilità ambientale del 2002, per il P.I.I. vigente risulta che “….dalla stima della movimentazione delle terre si evince che la volumetria di terreno derivante dagli scavi (1.181.675 m3) e dalle opere di bonifica (219.000 m3) sarà sufficiente a supplire la necessità di terra per la costruzione della morfologia del parco e dei piani di costruzione degli edifici (685.609 m3).” Per quanto riguarda la variante di P.I.I., si prevedono i seguenti quantitativi: scavo di bonifica circa 880.000 mc, ulteriori scavi edili circa 350.000 mc, rinterri circa 1.850.000 mc al lordo del materiale scavato e recuperabile, che comprende il volume derivante dagli scavi edili e una percentuale significativa degli scavi di bonifica. In relazione alla fattibilità geologica, l’area di studio è inseribile in parte in classe IIIc “Fattibilità con consistenti limitazioni - Aree a bassa soggiacenza della falda è [< 5m]” ed una piccola porzione in classe IIIe “Fattibilità con consistenti limitazioni - Aree estrattive attive o dismesse” in quanto coincidente con la cava cessata. Alcune zone sono invece classificate in classe IVb “Fattibilità con gravi limitazioni - Aree con emergenze idriche diffuse [fontanili e aree con emergenza della falda]”.
Suolo e sottosuolo. L'area si estende nel settore meridionale della città di Roma, dove affiorano diffusamente i prodotti piroclastici albani riferibili alla Formazione di Villa Senni ed alle Pozzolane Rosse e Nere, mentre i depositi alluvionali recenti affiorano lungo la valle del Fosso di Vigna Murata, ad oggi intubato in corrispondenza della strada omonima. Nell'area le formazioni piroclastiche sono state intensamente cavate in passato, sia in sotterraneo, che a cielo aperto e ad oggi sono evidenti in sito alcune scarpate antropiche rappresentative presumibilmente di fronti di cava. L'area risulta inoltre perimetrata come Zone nelle quali è probabile l'esistenza di cavità sotterranee nelle rocce vulcaniche nella cartografia. L'area si può definire idonea alla realizzazione degli interventi previsti, ad eccezione di alcuni tratti di scarpata, rappresentative presumibilmente di fronti di cava, che ricadono in corrispondenza ed in prossimità dell'edificio in progetto e vengono perimetrate come aree idonee con prescrizioni. […] Il sito d'intervento è descrivibile come un'area distinta in parte a verde pubblico, in parte occupata da edifici industriali e in parte incolta. Le essenze arboree presenti (in prevalenza di origine alloctona come Ailantus e Robinia pseudoacacia) si distribuiscono, insieme a delle formazioni cespugliate (prevalenza di Rubus ulmifolius, circa l'80 %; scarsa presenza di Spartium junceum, circa 5% e per la restante parte Crataegus manogyna e Rhamnus alaternus), nelle aree marginali del sito. La scheda di rilevamento redatta ai sensi della D.G.R. n.2649/1999 considera l'intera area (escludendo le porzioni edificate e destinate a verde pubblico) come incolto. […] In dettaglio i nuovi impianti previsti sono: n. 8 lecci (Quercus ilex), n. 17 alberi di Giuda (Cercis siliquastrum), n. 18 aceri campestri (Acer campestre), n. 7 meli selvatici (Malus sylvestris), n. 2 ornielli (Fraxinus ornus), n. 13 biancospini ad albero (Crataegus monogyna “Stricta”), n. 7 cipressi (Cupressus sempervirens “Pyramidalis”) e n. 9 carpini piramidali (Carpinus betulus “pyramidalis”). Le specie di arbusti che verranno utilizzate sono: pittosporo (Pittosporum tobira) oleandro (Nerium oleander) in varie colorazioni di fioritura, ginepro (Juniperus sabina), lavanda (Lavandula angustifolia var. Hidcote, Edelweiss e Rosea), lauroceraso (Prunus laurocerasus “Xxxx Xxxxxx), rose, pachisandra (Pachysandra terminalis); quest’ultima verrà utilizzata come coprisuolo. Si tiene a precisare che l’ol...