Obiettivi. Considerando la situazione iniziale di estrema gravità del fenomeno del Digital Divide in Sardegna, è da rilevare come i primi interventi già posti in essere (SICS e Piano Infratel) hanno consentito di dimezzare l’estensione territoriale delle aree a rischio. Sono rimasti però esclusi dai piani di sviluppo della larga banda ben 165 comuni sardi su un totale di 377. Anche in considerazione dei ritardi nella disponibilità delle frequenze per il WiMax, la Giunta Regionale con delibere n. 43/11 del 11/10/2006 e n. 11/6 del 20/3/2007 ha definito la propria strategia in relazione all’obiettivo di superamento del fenomeno del Digital Divide in tutta la Sardegna, fissando le nuove priorità di intervento. Il rilegamento in fibra ottica degli insediamenti produttivi e residenziali è condizione indispensabile per l’abbattimento definitivo del Digital Divide. Attualmente, il divario tra aree densamente popolate e aree rurali è evidenziato dalla totale indisponibilità di servizi a larga banda in queste ultime, rispetto alla disponibilità di connettività a costi competitivi con velocità dell’ordine dei 4-20 Mb/s (con l’avvento della tecnologia ADSL2+), che oggi costituisce il differenziale da coprire. Tale divario, a dispetto delle iniziative in atto nelle aree svantaggiate, tenderà inerzialmente ad accrescersi (il digital divide è un concetto dinamico). Nei sistemi basati su tecnologie ADSL, la capacità di accesso è ottenuta sfruttando il doppino in rame della rete telefonica esistente, attestato al modem in sede utente e, lato centrale, ad un multiplatore di accesso (chiamato DSLAM), che rappresenta l’elemento tecnologico di raccordo tra la sede di utente e la dorsale ottica dell’operatore. Al crescere della banda in accesso, è indispensabile che il collegamento tra DSLAM e dorsale (noto come backhauling) non diventi un collo di bottiglia: oltre certi limiti (piuttosto modesti), solo la fibra ottica può garantire le prestazioni necessarie. La limitazione alla velocità di accesso non è quindi dovuta alle prestazioni delle tecnologie su fibra ottica (che ha una capacità di trasporto potenzialmente infinita), ma all’estensione ed alla qualità della tratta finale in rame. Sono già allo studio da parte degli operatori di telecomunicazione progetti di ulteriore diffusione della fibra ottica nelle grandi città, con progressiva estensione della tratta in fibra ottica dalla centrale telefonica (Fiber to the Exchange, FTTE), fino al permutatore di marciapiede (Fiber to the Curb, FTTC) o all’edificio (Fiber to the Building, FTTB). La progressiva estensione della fibra ottica verso l’utente finale ridurrà la distanza coperta in rame, consentendo di spingere la velocità di accesso fino a 00-000 Xx/x (XXXX, XXXX0, XXXX). Le capacità di trasporto consentite dalla fibra ottica (potenzialmente illimitate) consentiranno di collegare alle dorsali tutte gli accessi a larghissima banda. Gli ingenti costi di realizzazione del cablaggio ottico spingeranno ancora una volta gli operatori di telecomunicazione a concentrare gli investimenti in tecnologie FTTx nelle aree a maggior densità di mercato, causando così un ulteriore incremento del divario digitale con le aree periferiche. L’indisponibilità di fibra ottica nella tratta compresa tra i multiplatori di accesso e le dorsali degli operatori (denominata backhauling) diventerà pertanto fattore inibitorio alla diffusione di accessi a larghissima banda in aree con significativo addensamento di utenza, in quanto tecnologie di backhauling alternative (es. wireless) non consentono (e verosimilmente non consentiranno nel futuro) le prestazioni necessarie a trasportare verso le dorsali una tale mole di informazione. Tutto ciò considerato, l’Amministrazione Regionale ha inteso adottare una strategia a due velocità: ⮚ strategia di medio-lungo termine: abbattimento “definitivo” del digital divide mediante la progressiva infrastrutturazione con backhauling in fibra ottica degli agglomerati urbani e produttivi non collegati in fibra alle dorsali degli operatori; ⮚ strategia di breve termine: realizzazione di soluzioni ponte che consentano di fornire al territorio un profilo minimo di connettività a costi competitivi (nelle aree che continuano ad essere di scarso interesse per gli operatori).
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Samples: Appalto Di Forniture
Obiettivi. Considerando Nell’azione B I l’obiettivo specifico è quello di promuovere la situazione iniziale riduzione dell'impronta ecologica degli eventi culturali favorendo l'inclusione di estrema gravità criteri sociali e ambientali nelle politiche degli appalti pubblici, orientando così la filiera verso l'eco innovazione di prodotti e servizi, partendo dall’assunto che la spinta all’impronta ecologica – e tecnologica - nei processi culturali possa garantire un’ottimizzazione della produzione sotto l’aspetto qualitativo e quantitativo. Dal punto di vista quantitativo, in particolare, la tecnologia e i processi green migliorano la produttività del fenomeno lavoro, rendono più efficienti i processi produttivi e estendono le modalità di consumo, anche in termini di ricaduta sull’impatto ambientale ed in linea con i principi ispiratori del Digital Divide PNRR. L’azione B I deve essere letta con l’azione B II nella quale si vuole promuovere l'innovazione e l'ecodesign inclusivo, anche in Sardegnatermini di economia circolare e orientare il pubblico verso comportamenti più responsabili nei confronti dell'ambiente e del clima. Come per l’A I, è da rilevare come i primi interventi già posti in essere (SICS anche per la linea di intervento B I sono previste attività di Capacity Building e Piano Infratel) hanno consentito programmi di dimezzare l’estensione territoriale delle aree a rischio. Sono rimasti però esclusi dai piani di sviluppo della larga banda ben 165 comuni sardi su un totale di 377. Anche in considerazione dei ritardi nella disponibilità delle frequenze formazione innovativi per il WiMaxsettore culturale e creativo operatori (pubblici e privati) volti a ridurre l’impatto ambientale di mostre, festival, eventi culturali, eventi musicali, minimizzando la Giunta Regionale con delibere n. 43/11 del 11/10/2006 produzione di gas serra e n. 11/6 del 20/3/2007 ha definito il consumo di risorse naturali ed energetiche. Un secondo obiettivo è quello di promuovere l'inclusione di criteri sociali e ambientali nelle politiche in materia di appalti pubblici in eventi culturali finanziati, promossi o organizzati da enti pubblici, orientandoli all'ambiente, alla sostenibilità, orientando così la propria strategia in relazione all’obiettivo filiera verso l'eco innovazione di superamento del fenomeno del Digital Divide in prodotti e servizi. La promozione di un approccio green lungo tutta la Sardegna, fissando le nuove priorità filiera delle imprese culturali e creative vuol dire da un lato avere un impatto diretto e positivo sul settore culturale e in seconda battuta avere un effetto concreto sull’ambiente con un minore spreco di interventorisorse e una riduzione dell’inquinamento. Il rilegamento in fibra ottica degli insediamenti produttivi e residenziali è condizione indispensabile per l’abbattimento definitivo del Digital Divide. Attualmente, il divario tra aree densamente popolate e aree rurali è evidenziato dalla totale indisponibilità di servizi a larga banda in queste ultime, rispetto alla disponibilità di connettività a costi competitivi con velocità dell’ordine dei 4-20 Mb/s (con l’avvento della tecnologia ADSL2+), che oggi costituisce il differenziale da coprire. Tale divario, a dispetto delle iniziative in atto nelle aree svantaggiate, tenderà inerzialmente ad accrescersi (il digital divide è un concetto dinamico). Nei sistemi basati su tecnologie ADSL, la capacità di accesso è ottenuta sfruttando il doppino in rame della rete telefonica esistente, attestato al modem in sede utente e, lato centrale, ad un multiplatore di accesso (chiamato DSLAM), che rappresenta l’elemento tecnologico di raccordo tra la sede di utente e la dorsale ottica dell’operatore. Al crescere della banda in accesso, è indispensabile che il collegamento tra DSLAM e dorsale (noto come backhauling) non diventi un collo di bottiglia: oltre certi limiti (piuttosto modesti), solo la fibra ottica può garantire le prestazioni necessarie. La limitazione alla velocità di accesso non è quindi dovuta alle prestazioni delle tecnologie su fibra ottica (che ha una capacità di trasporto potenzialmente infinita), ma all’estensione ed Rispetto alla qualità della tratta finale in rameproduzione culturale si può affermare che i prodotti e servizi offerti possono migliorare sotto l’aspetto del design, dell’impatto sull’ambiente, nelle modalità di fruizione e nella tutela dei lavoratori. Sono già allo studio da parte degli operatori Dal punto di telecomunicazione progetti vista quantitativo la tecnologia e processi green migliorano la produttività del lavoro, rendono più efficienti i processi produttivi ed estendono le modalità di ulteriore diffusione della fibra ottica nelle grandi città, con progressiva estensione della tratta in fibra ottica dalla centrale telefonica (Fiber to the Exchange, FTTE), fino al permutatore consumo. Nel cinema una nuova tecnologia può ampliare il mercato oppure i prodotti di marciapiede (Fiber to the Curb, FTTC) o all’edificio (Fiber to the Building, FTTB). La progressiva estensione della fibra ottica verso l’utente finale ridurrà la distanza coperta in rame, consentendo di spingere la velocità di accesso fino design a 00-000 Xx/x (XXXX, XXXX0, XXXX). Le capacità di trasporto consentite dalla fibra ottica (potenzialmente illimitate) consentiranno di collegare basso impatto ambientale possono conquistare i gusti dei consumatori attenti alle dorsali tutte gli accessi a larghissima banda. Gli ingenti costi di realizzazione del cablaggio ottico spingeranno ancora una volta gli operatori di telecomunicazione a concentrare gli investimenti in tecnologie FTTx nelle aree a maggior densità di mercato, causando così un ulteriore incremento del divario digitale con le aree periferiche. L’indisponibilità di fibra ottica nella tratta compresa tra i multiplatori di accesso e le dorsali degli operatori (denominata backhauling) diventerà pertanto fattore inibitorio alla diffusione di accessi a larghissima banda in aree con significativo addensamento di utenza, in quanto tecnologie di backhauling alternative (es. wireless) non consentono (e verosimilmente non consentiranno nel futuro) le prestazioni necessarie a trasportare verso le dorsali una tale mole di informazione. Tutto ciò considerato, l’Amministrazione Regionale ha inteso adottare una strategia a due velocità: ⮚ strategia di medio-lungo termine: abbattimento “definitivo” del digital divide mediante la progressiva infrastrutturazione con backhauling in fibra ottica degli agglomerati urbani e produttivi non collegati in fibra alle dorsali degli operatori; ⮚ strategia di breve termine: realizzazione di soluzioni ponte che consentano di fornire al territorio un profilo minimo di connettività a costi competitivi (nelle aree che continuano ad essere di scarso interesse per gli operatori)tematiche ecologiche.
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Samples: Investment Guidelines
Obiettivi. Considerando Il presente atto di indirizzo tiene conto degli obiettivi definiti nella direttiva quadro della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è emanato in coerenza degli indirizzi ivi contenuti. La possibilità di riprendere le trattative contrattuali in ambito pubblico, sia per la situazione iniziale parte economica che normativa, costituisce l'occasione per procedere finalmente ad un’indispensabile semplificazione e aggiornamento, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, delle disposizioni contrattuali che disciplinano la struttura e le modalità di estrema gravità alimentazione dei fondi decentrati e la contrattazione di secondo livello, nell’ottica di un'organizzazione del fenomeno lavoro funzionale ad assicurare i servizi e anche al fine di superare le difficoltà e difformità applicative delle disposizioni legislative e contrattuali e del Digital Divide quadro regolatorio del lavoro pubblico. Inoltre, nella nuova fase di contrattazione nazionale potranno essere elaborate soluzioni utili ad incentivare il raggiungimento degli obiettivi posti dal legislatore in Sardegna, è da rilevare come i primi interventi già posti in essere (SICS materia di gestioni associate e Piano Infratel) hanno consentito di dimezzare l’estensione territoriale delle aree a rischio. Sono rimasti però esclusi dai piani di sviluppo della larga banda ben 165 comuni sardi su un totale delle Unioni di 377Comuni e accorpamenti delle Camere di commercio. Anche in considerazione dei ritardi nella disponibilità delle frequenze Infatti, alcune disposizioni contrattuali vigenti (ad esempio l'attuale disciplina dell’indennità di posizione organizzativa per il WiMaxpersonale impiegato nelle Unioni) complicano o disincentivano il processo di aggregazione. Richiede una soluzione l’annosa questione dell’inquadramento contrattuale del personale giornalista, la Giunta Regionale con delibere n. 43/11 considerando le pronunce della Corte Costituzionale in materia. L’evoluzione dei modelli organizzativi delle amministrazioni del 11/10/2006 comparto delle Funzioni locali e n. 11/6 il mutamento delle esigenze di vita del 20/3/2007 ha definito la propria strategia personale, rendono necessario un potenziamento degli strumenti di flessibilizzazione della prestazione lavorativa e di gestione dell’orario di lavoro, perseguendo nel contempo una sempre migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro ed in relazione all’obiettivo particolare mediante il ricorso a soluzioni di superamento coworking e smart working. Date le mutate condizioni di contesto, andrebbero riviste, nel rispetto del fenomeno del Digital Divide criterio della sostenibilità e copertura finanziaria della previsione, le norme in tutta la Sardegna, fissando le nuove priorità materia di intervento. Il rilegamento in fibra ottica degli insediamenti produttivi e residenziali è condizione indispensabile per l’abbattimento definitivo del Digital Divide. Attualmente, il divario tra aree densamente popolate e aree rurali è evidenziato dalla totale indisponibilità di servizi a larga banda in queste ultime, rispetto alla disponibilità di connettività a costi competitivi con velocità dell’ordine dei 4-20 Mb/s (con l’avvento della tecnologia ADSL2+), che oggi costituisce il differenziale da coprire. Tale divario, a dispetto delle iniziative in atto nelle aree svantaggiate, tenderà inerzialmente ad accrescersi (il digital divide è un concetto dinamico). Nei sistemi basati su tecnologie ADSL, la capacità di accesso è ottenuta sfruttando il doppino in rame della rete telefonica esistente, attestato al modem in sede utente e, lato centrale, ad un multiplatore di accesso (chiamato DSLAM), che rappresenta l’elemento tecnologico di raccordo tra la sede di utente e la dorsale ottica dell’operatore. Al crescere della banda in accesso, è indispensabile che il collegamento tra DSLAM e dorsale (noto come backhauling) non diventi un collo di bottiglia: oltre certi limiti (piuttosto modesti), solo la fibra ottica può garantire le prestazioni necessarie. La limitazione alla velocità di accesso non è quindi dovuta alle prestazioni delle tecnologie su fibra ottica (che ha una capacità di trasporto potenzialmente infinita), ma all’estensione ed alla qualità della tratta finale in rame. Sono già allo studio da parte degli operatori di telecomunicazione progetti di ulteriore diffusione della fibra ottica nelle grandi città, con progressiva estensione della tratta in fibra ottica dalla centrale telefonica (Fiber to the Exchange, FTTE), fino al permutatore di marciapiede (Fiber to the Curb, FTTC) o all’edificio (Fiber to the Building, FTTB). La progressiva estensione della fibra ottica verso l’utente finale ridurrà la distanza coperta in rame, consentendo di spingere la velocità di accesso fino a 00-000 Xx/x (XXXX, XXXX0, XXXX). Le capacità di trasporto consentite dalla fibra ottica (potenzialmente illimitate) consentiranno di collegare alle dorsali tutte gli accessi a larghissima banda. Gli ingenti costi di realizzazione del cablaggio ottico spingeranno ancora una volta gli operatori di telecomunicazione a concentrare gli investimenti in tecnologie FTTx nelle aree a maggior densità di mercato, causando così un ulteriore incremento del divario digitale con le aree periferiche. L’indisponibilità di fibra ottica nella tratta compresa tra i multiplatori di accesso e le dorsali degli operatori (denominata backhauling) diventerà pertanto fattore inibitorio alla diffusione di accessi a larghissima banda in aree con significativo addensamento di utenza, in quanto tecnologie di backhauling alternative (es. wireless) non consentono (e verosimilmente non consentiranno nel futuro) le prestazioni necessarie a trasportare verso le dorsali una tale mole di informazione. Tutto ciò considerato, l’Amministrazione Regionale ha inteso adottare una strategia a due velocità: ⮚ strategia di medio-lungo termine: abbattimento “definitivo” del digital divide mediante la progressiva infrastrutturazione con backhauling in fibra ottica degli agglomerati urbani e produttivi non collegati in fibra alle dorsali degli operatori; ⮚ strategia di breve termine: realizzazione di soluzioni ponte che consentano di fornire al territorio un profilo minimo di connettività a costi competitivi (nelle aree che continuano ad essere di scarso interesse per gli operatori)copertura assicurativa.
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Obiettivi. Considerando Per le finalità di cui sopra, l'attività svolta dallo Spoke 6 dovrà essere integrata da un'azione supplementare mirata a promuovere una serie di iniziative incentrate sulla diffusione di servizi turistici circolari e la situazione iniziale implementazione di estrema gravità soluzioni replicabili in ambienti urbani e rurali. L'obiettivo principale è quello di promuovere pratiche sostenibili nel settore agro-turistico e introdurre tecnologie innovative accessibili. Parallelamente, si vuole creare opportunità lavorative che favoriscano la circolarità nei settori turistico e agricolo, contribuendo agli obiettivi del fenomeno del Digital Divide in SardegnaGreen Deal europeo e delle strategie dell'Unione Europea, è da rilevare con impatti positivi a livello locale, regionale e europeo. Per raggiungere tale obiettivi, possibili strategie d’azione sono: l'identificazione e l'implementazione di pratiche agro-ecologiche specifiche per valorizzare le produzioni locali tipiche e biologiche, promuovendo la resilienza delle piccole imprese rurali svantaggiate; sviluppo di metodologie avanzate per valutare l'impatto ambientale, economico e sociale delle aziende agricole e agrituristiche; e l'uso di tecnologie smart e nuovi modelli di business, come i primi interventi già posti in essere (SICS certificazioni di gruppo e Piano Infratel) hanno consentito di dimezzare l’estensione territoriale delle aree a rischio. Sono rimasti però esclusi dai piani di sviluppo della larga banda ben 165 comuni sardi su un totale di 377. Anche in considerazione dei ritardi nella disponibilità delle frequenze PGS, per il WiMaxprocesso di certificazione dei prodotti tipici e biologici, al fine di promuovere la Giunta Regionale sostenibilità e il rinnovamento delle imprese rurali. Per la dotazione finanziaria assegnata al presente bando si rimanda all’Art. 5. Le finalità del presente bando e la relativa dotazione finanziaria dovranno concorrere al perseguimento degli obiettivi “climate” e “digital” ai sensi del Regolamento (UE) 2021/241 allegati VI e VII secondo i seguenti vincoli: ● Vincolo “climate”: non meno del 36% ● Vincolo “digital”: non meno del 15% La presente procedura riguarda investimenti pubblici finanziati con delibere n. 43/11 risorse del 11/10/2006 Piano Nazionale di Ripresa e n. 11/6 Resilienza (PNRR - Missione 4, Componente 2, Investimento 1.4) e pertanto obbliga i soggetti beneficiari al rispetto dei principi di sostenibilità ambientale e del 20/3/2007 ha definito la propria strategia in relazione “Do Not Significant Harm” (DNSH), nonché dei principi trasversali, tra i quali il principio del contributo all’obiettivo di superamento del fenomeno del Digital Divide in tutta la Sardegna, fissando le nuove priorità di interventoclimatico e digitale (c.d. Il rilegamento in fibra ottica degli insediamenti produttivi e residenziali è condizione indispensabile per l’abbattimento definitivo del Digital Divide. Attualmentetagging), il divario tra aree densamente popolate principio di parità di genere e aree rurali è evidenziato dalla totale indisponibilità l’obbligo di servizi a larga banda in queste ultimeprotezione e valorizzazione dei giovani, rispetto alla disponibilità di connettività a costi competitivi nonché l’inclusione lavorativa delle persone con velocità dell’ordine disabilità ai sensi dei 4-20 Mb/s Regolamenti (con l’avvento della tecnologia ADSL2+), che oggi costituisce il differenziale da coprire. Tale divario, a dispetto delle iniziative in atto nelle aree svantaggiate, tenderà inerzialmente ad accrescersi (il digital divide è un concetto dinamico). Nei sistemi basati su tecnologie ADSL, la capacità di accesso è ottenuta sfruttando il doppino in rame della rete telefonica esistente, attestato al modem in sede utente e, lato centrale, ad un multiplatore di accesso (chiamato DSLAM), che rappresenta l’elemento tecnologico di raccordo tra la sede di utente UE) 2020/852 e la dorsale ottica dell’operatore. Al crescere della banda in accesso, è indispensabile che il collegamento tra DSLAM e dorsale (noto come backhauling) non diventi un collo di bottiglia: oltre certi limiti (piuttosto modesti), solo la fibra ottica può garantire le prestazioni necessarie. La limitazione alla velocità di accesso non è quindi dovuta alle prestazioni delle tecnologie su fibra ottica (che ha una capacità di trasporto potenzialmente infinita), ma all’estensione ed alla qualità della tratta finale in rame. Sono già allo studio da parte degli operatori di telecomunicazione progetti di ulteriore diffusione della fibra ottica nelle grandi città, con progressiva estensione della tratta in fibra ottica dalla centrale telefonica (Fiber to the Exchange, FTTE), fino al permutatore di marciapiede (Fiber to the Curb, FTTC) o all’edificio (Fiber to the Building, FTTB). La progressiva estensione della fibra ottica verso l’utente finale ridurrà la distanza coperta in rame, consentendo di spingere la velocità di accesso fino a 00-000 Xx/x (XXXX, XXXX0, XXXX). Le capacità di trasporto consentite dalla fibra ottica (potenzialmente illimitate) consentiranno di collegare alle dorsali tutte gli accessi a larghissima banda. Gli ingenti costi di realizzazione del cablaggio ottico spingeranno ancora una volta gli operatori di telecomunicazione a concentrare gli investimenti in tecnologie FTTx nelle aree a maggior densità di mercato, causando così un ulteriore incremento del divario digitale con le aree periferiche. L’indisponibilità di fibra ottica nella tratta compresa tra i multiplatori di accesso e le dorsali degli operatori (denominata backhauling) diventerà pertanto fattore inibitorio alla diffusione di accessi a larghissima banda in aree con significativo addensamento di utenza, in quanto tecnologie di backhauling alternative (es. wireless) non consentono (e verosimilmente non consentiranno nel futuro) le prestazioni necessarie a trasportare verso le dorsali una tale mole di informazione. Tutto ciò considerato, l’Amministrazione Regionale ha inteso adottare una strategia a due velocità: ⮚ strategia di medio-lungo termine: abbattimento “definitivo” del digital divide mediante la progressiva infrastrutturazione con backhauling in fibra ottica degli agglomerati urbani e produttivi non collegati in fibra alle dorsali degli operatori; ⮚ strategia di breve termine: realizzazione di soluzioni ponte che consentano di fornire al territorio un profilo minimo di connettività a costi competitivi (nelle aree che continuano ad essere di scarso interesse per gli operatori)241/2021.
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Samples: Bando Pubblico Per La Selezione Di Proposte Progettuali
Obiettivi. Considerando L’Azione mira in particolare a: - Favorire l’avanzamento del livello di maturità tecnologica delle organizzazioni culturali e creative. 13 - Rendere le organizzazioni culturali e creative italiane competitive a livello internazionale in termini di offerta culturale digitale. - Favorire la situazione iniziale creazione di estrema gravità reti tra diverse organizzazioni creativo-formative, improntati alla sperimentazione digitale consapevole. - Creare e implementare, in termini di fruizione digitale e tecnologica, strumenti innovativi, efficaci, esportabili e competitivi sia del fenomeno del Digital Divide in Sardegna, è da rilevare come i primi interventi già posti in essere (SICS patrimonio culturale sia di espressioni e Piano Infratel) hanno consentito di dimezzare l’estensione territoriale delle aree a rischioprodotti della creatività contemporanea. Sono rimasti però esclusi dai piani di sviluppo della larga banda ben 165 comuni sardi su un totale di 377- Incentivare il rinnovamento digitale dei presidi culturali. Anche in considerazione dei ritardi nella disponibilità delle frequenze per il WiMax, la Giunta Regionale con delibere n. 43/11 del 11/10/2006 e n. 11/6 del 20/3/2007 ha definito la propria strategia in relazione all’obiettivo di superamento del fenomeno del Digital Divide in tutta la Sardegna, fissando - Utilizzare le nuove priorità tecnologie per rendere accessibili i contenuti culturali e le complessità legate al territorio, anche in termini di interventopercezione del patrimonio e di miglioramento della qualità della vita attraverso la creatività contemporanea. Il rilegamento - Favorire l’integrazione all’interno delle dinamiche collettive e l’inclusione della cittadinanza attiva nell’ambito dell’accesso alla cultura, in fibra ottica degli insediamenti produttivi e residenziali è condizione indispensabile per l’abbattimento definitivo del Digital Divide. Attualmente, il divario tra aree densamente popolate e aree rurali è evidenziato dalla totale indisponibilità di servizi a larga banda in queste ultime, rispetto alla disponibilità di connettività a costi competitivi con velocità dell’ordine dei 4-20 Mb/s (con l’avvento della tecnologia ADSL2+), che oggi costituisce il differenziale da coprire. Tale divario, a dispetto delle iniziative in atto particolare nelle aree svantaggiatemarginali. - Incentivare la stabile collocazione di figure professionali in ambito culturale formate in termini di competenze tecnologiche e informatiche, tenderà inerzialmente ad accrescersi (da impiegare in modo continuativo all’interno dei presidi culturali. Tali figure potranno agevolare la costruzione di reti e facilitare il digital divide è un concetto dinamico). Nei sistemi basati su tecnologie ADSL, la capacità di accesso è ottenuta sfruttando il doppino in rame della rete telefonica esistente, attestato al modem in sede utente e, lato centrale, ad un multiplatore di accesso (chiamato DSLAM), che rappresenta l’elemento tecnologico di raccordo tra la sede di utente contatto e la dorsale ottica dell’operatore. Al crescere della banda in accesso, è indispensabile che il collegamento tra DSLAM e dorsale (noto come backhauling) non diventi un collo di bottiglia: oltre certi limiti (piuttosto modesti), solo la fibra ottica può garantire le prestazioni necessarie. La limitazione alla velocità di accesso non è quindi dovuta alle prestazioni delle tecnologie su fibra ottica (che ha una capacità di trasporto potenzialmente infinita), ma all’estensione ed alla qualità della tratta finale in rame. Sono già allo studio da parte degli operatori di telecomunicazione progetti di ulteriore diffusione della fibra ottica nelle grandi città, con progressiva estensione della tratta in fibra ottica dalla centrale telefonica (Fiber to the Exchange, FTTE), fino al permutatore di marciapiede (Fiber to the Curb, FTTC) o all’edificio (Fiber to the Building, FTTB). La progressiva estensione della fibra ottica verso l’utente finale ridurrà la distanza coperta in rame, consentendo di spingere la velocità di accesso fino a 00-000 Xx/x (XXXX, XXXX0, XXXX). Le capacità di trasporto consentite dalla fibra ottica (potenzialmente illimitate) consentiranno di collegare alle dorsali tutte gli accessi a larghissima banda. Gli ingenti costi di realizzazione del cablaggio ottico spingeranno ancora una volta gli operatori di telecomunicazione a concentrare gli investimenti in tecnologie FTTx nelle aree a maggior densità di mercato, causando così un ulteriore incremento del divario digitale lo scambio con le aree periferiche. L’indisponibilità di fibra ottica nella tratta compresa tra i multiplatori di accesso altre realtà nazionali e le dorsali degli operatori (denominata backhauling) diventerà pertanto fattore inibitorio alla diffusione di accessi a larghissima banda in aree con significativo addensamento di utenza, in quanto tecnologie di backhauling alternative (es. wireless) non consentono (e verosimilmente non consentiranno nel futuro) le prestazioni necessarie a trasportare verso le dorsali una tale mole di informazione. Tutto ciò considerato, l’Amministrazione Regionale ha inteso adottare una strategia a due velocità: ⮚ strategia di medio-lungo termine: abbattimento “definitivo” del digital divide mediante la progressiva infrastrutturazione con backhauling in fibra ottica degli agglomerati urbani e produttivi non collegati in fibra alle dorsali degli operatori; ⮚ strategia di breve termine: realizzazione di soluzioni ponte che consentano di fornire al territorio un profilo minimo di connettività a costi competitivi (nelle aree che continuano ad essere di scarso interesse per gli operatori)internazionali.
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Samples: Investment Guidelines
Obiettivi. Considerando L’assistenza tecnica verrà finalizzata a supportare l’attuazione, il monitoraggio, la situazione iniziale valutazione, l’informazione, la comunicazione del Piano strategico nazionale della PAC. La governance dell’assistenza tecnica dovrà assicurare diversi obiettivi, in particolare che l’attuazione degli interventi avvenga in modo coordinato e condiviso. Questo aspetto assume un’importanza cruciale se si pensa che all’interno della stessa cornice strategica conviveranno, per la prima volta, attività e interventi dei due pilastri che fino ad oggi erano distinti tra loro. C’è da considerare inoltre il ruolo che assumerà l’assistenza tecnica in vista del new delivery model, ovverosia un sistema basato non più prioritariamente sul rispetto di estrema gravità del fenomeno del Digital Divide determinate procedure, ma sul monitoraggio in Sardegnaordine al raggiungimento di risultati e obiettivi strategicamente prefissati. Le attività riguarderanno sia gli aspetti relativi all’attuazione degli interventi nazionali finanziati nel primo e secondo pilastro, è da rilevare come i primi sia quelli relativi all’attuazione degli interventi già posti in essere (SICS e Piano Infratel) hanno consentito di dimezzare l’estensione territoriale delle aree a rischio. Sono rimasti però esclusi dai piani di sviluppo rurale nazionali con specificità regionali, che saranno attuati a livello regionale all’interno di obiettivi e criteri di ammissibilità generali definiti a livello comune. L’assistenza tecnica, che avrà come principale focus la corretta attuazione sinergica e monitoraggio degli interventi del PSP ai livelli nazionale e regionale, compresi gli aspetti giuridici, dovrà operare in sinergia con le attività della larga banda ben 165 comuni sardi su un totale Rete rurale nazionale, che saranno caratterizzate invece dal miglioramento della governance generale del sistema, dalle attività dedicate all’AKIS ed al Leader, da una maggiore attenzione ai legami con altre forme di 377. Anche in considerazione dei ritardi nella disponibilità delle frequenze per il WiMaxprogrammazione strategica nazionale, la Giunta Regionale con delibere n. 43/11 del 11/10/2006 e n. 11/6 del 20/3/2007 ha definito la propria strategia in relazione all’obiettivo alle attività di superamento del fenomeno del Digital Divide in tutta la Sardegna, fissando informazione e comunicazione a livello nazionale (lasciando all’assistenza tecnica e al livello locale le nuove priorità azioni di intervento. Il rilegamento in fibra ottica degli insediamenti produttivi informazione e residenziali è condizione indispensabile per l’abbattimento definitivo del Digital Divide. Attualmente, il divario tra aree densamente popolate e aree rurali è evidenziato dalla totale indisponibilità di servizi a larga banda in queste ultime, rispetto alla disponibilità di connettività a costi competitivi con velocità dell’ordine dei 4-20 Mb/s (con l’avvento della tecnologia ADSL2+pubblicità più specificamente regionali), che oggi costituisce il differenziale da coprirenonché di identificazione delle buone pratiche e progetti innovativi. Tale divarioAll’interno dell’assistenza tecnica, saranno previste le attività di valutazione del PSP. L’assistenza tecnica supporterà infine le attività di strutturazione dell’architettura informatica necessaria alla corretta implementazione del new delivery model del PSP, finalizzata a dispetto migliorare la raccolta delle iniziative informazioni necessarie all’attuazione, ai controlli e al monitoraggio, in atto nelle aree svantaggiateparticolare per una rapida ed efficiente raccolta dei dati e trasmissione alla Commissione europea, tenderà inerzialmente ad accrescersi (il digital divide è nonché per i relativi controlli e supporto nella fase di clearance. L’assistenza tecnica avrà poi un concetto dinamico). Nei sistemi basati su tecnologie ADSL, la capacità importante ruolo di accesso è ottenuta sfruttando il doppino in rame della rete telefonica esistente, attestato al modem in sede utente e, lato centrale, ad un multiplatore di accesso (chiamato DSLAM), che rappresenta l’elemento tecnologico di raccordo tra la sede di utente e la dorsale ottica dell’operatore. Al crescere della banda in accesso, è indispensabile che il collegamento tra DSLAM e dorsale (noto come backhauling) capacity building: non diventi un collo di bottiglia: oltre certi limiti (piuttosto modesti), solo la fibra ottica può garantire le prestazioni necessarie. La limitazione alla velocità di accesso non è quindi dovuta supporto alle prestazioni delle tecnologie su fibra ottica (che ha una capacità di trasporto potenzialmente infinita)amministrazioni impegnate nell’attuazione del PSP, ma all’estensione ed alla qualità della tratta finale in rame. Sono già allo studio da parte degli operatori di telecomunicazione progetti di ulteriore diffusione della fibra ottica nelle grandi città, con progressiva estensione della tratta in fibra ottica dalla centrale telefonica (Fiber to the Exchange, FTTE), fino al permutatore di marciapiede (Fiber to the Curb, FTTC) o all’edificio (Fiber to the Building, FTTB). La progressiva estensione della fibra ottica verso l’utente finale ridurrà la distanza coperta in rame, consentendo di spingere la velocità di accesso fino a 00-000 Xx/x (XXXX, XXXX0, XXXX). Le capacità di trasporto consentite dalla fibra ottica (potenzialmente illimitate) consentiranno di collegare alle dorsali tutte gli accessi a larghissima banda. Gli ingenti costi di realizzazione del cablaggio ottico spingeranno ancora una volta gli operatori di telecomunicazione a concentrare gli investimenti in tecnologie FTTx nelle aree a maggior densità di mercato, causando così un ulteriore incremento del divario digitale con anche fornire strumenti affinché le aree periferiche. L’indisponibilità di fibra ottica nella tratta compresa tra i multiplatori di accesso e stesse autorità possano internalizzare le dorsali degli operatori (denominata backhauling) diventerà pertanto fattore inibitorio alla diffusione di accessi a larghissima banda in aree con significativo addensamento di utenzacompetenze, in quanto tecnologie di backhauling alternative (es. wireless) non consentono (e verosimilmente non consentiranno nel futuro) le prestazioni necessarie a trasportare verso le dorsali una tale mole di informazione. Tutto ciò considerato, l’Amministrazione Regionale ha inteso adottare una strategia a due velocità: ⮚ strategia di medio-lungo termine: abbattimento “definitivo” del digital divide mediante la progressiva infrastrutturazione con backhauling in fibra ottica degli agglomerati urbani e produttivi non collegati in fibra alle dorsali degli operatori; ⮚ strategia di breve termine: realizzazione di soluzioni ponte modo che consentano di fornire al territorio un profilo minimo di connettività a costi competitivi (nelle aree che continuano l’assistenza tecnica conduca ad essere di scarso interesse per gli operatori)uno stabile miglioramento della capacità amministrativa delle amministrazioni coinvolte.
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Obiettivi. Considerando la L’obiettivo generale del Progetto Abitare Sociale è il contrasto all’emarginazione sociale e all’isolamento delle persone e dei nuclei familiari in condizioni di disagio abitativo e di disagio socio-economico, promuovendo e favorendo il recupero delle capacità di autonomia personale. Obiettivi specifici del progetto Abitare Sociale sono pertanto:
1) ampliare l’offerta abitativa introducendo nuovi modelli di gestione del cosiddetto “Abitare Sociale”;
2) potenziare gli interventi orientati alla relazione di aiuto e alla mediazione sociale attraverso progettualità individualizzate a favore di persone e nuclei familiari in situazione iniziale di estrema gravità del fenomeno del Digital Divide in Sardegna, fragilità sociale e disagio economico. In tale contesto è da rilevare come inoltre che il progetto Abitare Sociale, già parte integrante dell’Obiettivo operativo del DUP del Comune di San Donà di Piave “HOUSING SOCIALE: aumentare la disponibilità di abitazioni per l'emergenza abitativa e l'edilizia sociale”, verrà inserito nel progetto “WeGovNow” di cui il Comune di San Donà di Piave è partner unitamente alle città di Londra e Torino (www.wegovnow.eu). Wegovnow è un’azione di Ricerca e Innovazione incentrata sulla partecipazione civica nell’amministrazione locale che intende coinvolgere i primi interventi già posti cittadini nei processi decisionali dei quartieri in essere (SICS e Piano Infratel) hanno consentito cui vivono, usando le tecnologie digitali all’interno di dimezzare l’estensione territoriale delle aree a rischio. Sono rimasti però esclusi dai piani di sviluppo della larga banda ben 165 comuni sardi su un totale di 377. Anche in considerazione dei ritardi nella disponibilità delle frequenze per il WiMax, la Giunta Regionale con delibere n. 43/11 del 11/10/2006 e n. 11/6 del 20/3/2007 ha definito la propria strategia in relazione all’obiettivo di superamento del fenomeno del Digital Divide in tutta la Sardegna, fissando le nuove priorità di interventopiattaforme dedicate. Il rilegamento in fibra ottica degli insediamenti produttivi e residenziali progetto è condizione indispensabile per l’abbattimento definitivo del Digital Divide. Attualmenteco-finanziato da Horizon 2020, il divario tra aree densamente popolate Programma Quadro Europeo per la Ricerca e aree rurali l’Innovazione, e ha la durata di tre anni a partire da marzo 2016. Wegovnow è evidenziato dalla totale indisponibilità realizzato da un consorzio di servizi a larga banda in queste ultime12 partner formato da sviluppatori, rispetto alla disponibilità di connettività a costi competitivi con velocità dell’ordine dei 4-20 Mb/s (con l’avvento della tecnologia ADSL2+)municipalità, che oggi costituisce il differenziale ricercatori e consulenti provenienti da coprire. Tale divario, a dispetto delle iniziative in atto nelle aree svantaggiate, tenderà inerzialmente ad accrescersi (il digital divide è un concetto dinamico). Nei sistemi basati su tecnologie ADSL, la capacità di accesso è ottenuta sfruttando il doppino in rame della rete telefonica esistente, attestato al modem in sede utente e, lato centrale, ad un multiplatore di accesso (chiamato DSLAM), che rappresenta l’elemento tecnologico di raccordo tra la sede di utente e la dorsale ottica dell’operatore. Al crescere della banda in accesso, è indispensabile che il collegamento tra DSLAM e dorsale (noto come backhauling) non diventi un collo di bottiglia: oltre certi limiti (piuttosto modesti), solo la fibra ottica può garantire le prestazioni necessarie. La limitazione alla velocità di accesso non è quindi dovuta alle prestazioni delle tecnologie su fibra ottica (che ha una capacità di trasporto potenzialmente infinita), ma all’estensione ed alla qualità della tratta finale in rame. Sono già allo studio da parte degli operatori di telecomunicazione progetti di ulteriore diffusione della fibra ottica nelle grandi città, con progressiva estensione della tratta in fibra ottica dalla centrale telefonica (Fiber to the Exchange, FTTE), fino al permutatore di marciapiede (Fiber to the Curb, FTTC) o all’edificio (Fiber to the Building, FTTB). La progressiva estensione della fibra ottica verso l’utente finale ridurrà la distanza coperta in rame, consentendo di spingere la velocità di accesso fino a 00-000 Xx/x (XXXX, XXXX0, XXXX). Le capacità di trasporto consentite dalla fibra ottica (potenzialmente illimitate) consentiranno di collegare alle dorsali tutte gli accessi a larghissima banda. Gli ingenti costi di realizzazione del cablaggio ottico spingeranno ancora una volta gli operatori di telecomunicazione a concentrare gli investimenti in tecnologie FTTx nelle aree a maggior densità di mercato, causando così un ulteriore incremento del divario digitale con le aree periferiche. L’indisponibilità di fibra ottica nella tratta compresa tra i multiplatori di accesso e le dorsali degli operatori (denominata backhauling) diventerà pertanto fattore inibitorio alla diffusione di accessi a larghissima banda in aree con significativo addensamento di utenza, in quanto tecnologie di backhauling alternative (es. wireless) non consentono (e verosimilmente non consentiranno nel futuro) le prestazioni necessarie a trasportare verso le dorsali una tale mole di informazione. Tutto ciò considerato, l’Amministrazione Regionale ha inteso adottare una strategia a due velocità: ⮚ strategia di medio-lungo termine: abbattimento “definitivo” del digital divide mediante la progressiva infrastrutturazione con backhauling in fibra ottica degli agglomerati urbani e produttivi non collegati in fibra alle dorsali degli operatori; ⮚ strategia di breve termine: realizzazione di soluzioni ponte che consentano di fornire al territorio un profilo minimo di connettività a costi competitivi (nelle aree che continuano ad essere di scarso interesse per gli operatori)cinque diversi stati dell’Unione Europea.
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Samples: Capitolato Speciale Di Appalto
Obiettivi. Considerando La presente azione si configura come un intervento di innovazione dei servizi di scala regionale, volto a valorizzare (mediante nuovi servizi di informazione, comunicazione e promozione sia di tipo localizzato - presso i Comuni della Sardegna - sia in rete) il patrimonio storico e culturale dei saperi e delle produzioni tipiche ed identitarie dell’artigianato. L'intervento, che vedrà i Musei locali dell’artigianato come nuclei di aggregazione ed erogazione dei servizi tematici sul territorio, avrà per fine l'enucleazione, la situazione iniziale caratterizzazione e la valorizzazione (mediante soluzioni multimediali interattive, servizi integrati su Internet e soluzioni di estrema gravità del fenomeno del Digital Divide comunicazione tradizionale e in Sardegnarete) dei saper fare locali e delle attività produttive localmente storicizzate, in chiave di sottolineatura della valenza identitaria delle produzioni e dei mestieri, favorendone la promozione a livello sia regionale sia internazionale. L’azione è da rilevare come i primi interventi già posti esplicitamente mirata a generare ricadute durature in essere (SICS e Piano Infratel) hanno consentito di dimezzare l’estensione territoriale delle aree a rischio. Sono rimasti però esclusi dai piani termini di sviluppo sostenibile del territorio e di sostegno all'occupazione / non disoccupazione di numerose aree della larga banda ben 165 comuni sardi su un totale Regione, favorendo la crescita di 377. Anche circuiti turistici alternativi e destagionalizzati e il consolidamento di produzioni di qualità ispirate alle tecniche tradizionali e promosse in considerazione dei ritardi nella disponibilità delle frequenze per il WiMax, la Giunta Regionale con delibere n. 43/11 del 11/10/2006 e n. 11/6 del 20/3/2007 ha definito la propria strategia in relazione all’obiettivo di superamento del fenomeno del Digital Divide in tutta la Sardegna, fissando le nuove priorità di interventochiave identitaria. Il rilegamento in fibra ottica degli insediamenti produttivi e residenziali è condizione indispensabile per l’abbattimento definitivo del Digital Divide. Attualmente, il divario tra aree densamente popolate e aree rurali è evidenziato dalla totale indisponibilità di servizi a larga banda in queste ultime, rispetto alla disponibilità di connettività a costi competitivi con velocità dell’ordine dei 4-20 Mb/s (con l’avvento della tecnologia ADSL2+)progetto, che oggi costituisce il differenziale è preceduto da coprire. Tale divarioattività di analisi e di modellizzazione delle conoscenze e delle eccellenze identitarie sul territorio, a dispetto delle iniziative in atto nelle aree svantaggiateprevede un idoneo complemento di attività di comunicazione pubblica e di formazione, tenderà inerzialmente ad accrescersi (il digital divide è un concetto dinamico). Nei sistemi basati su tecnologie ADSL, la capacità di accesso è ottenuta sfruttando il doppino in rame della rete telefonica esistente, attestato al modem in sede utente e, lato centrale, ad un multiplatore di accesso (chiamato DSLAM), che rappresenta l’elemento tecnologico di raccordo tra la sede di utente e la dorsale ottica dell’operatore. Al crescere della banda in accesso, è indispensabile che il collegamento tra DSLAM e dorsale (noto come backhauling) non diventi un collo di bottiglia: oltre certi limiti (piuttosto modesti), solo la fibra ottica può garantire le prestazioni necessarie. La limitazione alla velocità di accesso non è quindi dovuta alle prestazioni delle tecnologie su fibra ottica (che ha una capacità di trasporto potenzialmente infinita), ma all’estensione ed alla qualità della tratta finale in rame. Sono già allo studio da parte degli operatori di telecomunicazione progetti di ulteriore diffusione della fibra ottica nelle grandi città, con progressiva estensione della tratta in fibra ottica dalla centrale telefonica (Fiber to the Exchange, FTTE), fino al permutatore di marciapiede (Fiber to the Curb, FTTC) o all’edificio (Fiber to the Building, FTTB). La progressiva estensione della fibra ottica verso l’utente finale ridurrà la distanza coperta in rame, consentendo di spingere la velocità di accesso fino a 00-000 Xx/x (XXXX, XXXX0, XXXX). Le capacità di trasporto consentite dalla fibra ottica (potenzialmente illimitate) consentiranno di collegare alle dorsali tutte gli accessi a larghissima banda. Gli ingenti costi di realizzazione del cablaggio ottico spingeranno ancora una volta gli operatori di telecomunicazione a concentrare gli investimenti in tecnologie FTTx nelle aree a maggior densità di mercato, causando così un ulteriore incremento del divario digitale con le aree periferiche. L’indisponibilità di fibra ottica nella tratta compresa tra i multiplatori di accesso e le dorsali degli operatori (denominata backhauling) diventerà pertanto fattore inibitorio alla diffusione di accessi a larghissima banda in aree con significativo addensamento di utenza, in quanto tecnologie di backhauling alternative (es. wireless) non consentono (e verosimilmente non consentiranno potrà consolidarsi nel futuro) le prestazioni necessarie a trasportare verso le dorsali una tale mole di informazione. Tutto ciò considerato, l’Amministrazione Regionale ha inteso adottare una strategia a due velocità: ⮚ strategia di medio-lungo termine: abbattimento “definitivo” del digital divide tempo mediante la progressiva infrastrutturazione con backhauling messa in fibra ottica degli agglomerati urbani opera di un Centro Servizi permanente dedicato alla gestione alla promozione del circuito dei Musei dell’Artigianato e produttivi non collegati in fibra alle dorsali degli operatori; ⮚ strategia di breve termine: realizzazione di soluzioni ponte che consentano di fornire al territorio un profilo minimo di connettività delle attività a costi competitivi (nelle aree che continuano ad essere di scarso interesse per gli operatori)valore aggiunto a questi correlate.
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Samples: Accordo Di Programma Quadro
Obiettivi. Considerando La sottomisura 3.2 “Sostegno per attività di informazione e promozione svolte da associazioni di produttori nel mercato interno” è attuata sulla base del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Siciliana - PSR Siciliana 2014/2020 ver 10.1 di cui ai Regolamenti comunitari n. 1305/2013, 1307/2013, 807/2014, 808/2014 e successive modifiche e integrazioni, approvato dalla Commissione Europea con decisione C (2021) 8530 final del 19/11/2021. Attraverso gli investimenti previsti si risponde alla Focus area 3a) migliorare la situazione iniziale competitività dei produttori primari mediante una migliore integrazione all’interno della filiera agroalimentare attraverso i regimi di estrema gravità del fenomeno del Digital Divide in Sardegnaqualità, la creazione di valore per i prodotti agricoli, la promozione dei prodotti nei mercati europei. In un sistema di produzione-commercializzazione ormai globalizzato è da rilevare come necessario migliorare ulteriormente le prestazioni economiche delle aziende agricole, incrementare il valore aggiunto, assicurare maggiore garanzia per i primi interventi già posti in essere (SICS consumatori su prodotti e Piano Infratel) hanno consentito metodi di dimezzare l’estensione territoriale delle aree a rischioproduzione ed elevare la competitività dei produttori primari all’interno della filiera agroalimentare. Sono rimasti però esclusi dai piani Il sostegno alla promozione e all’informazione è di sviluppo della larga banda ben 165 comuni sardi su un totale di 377. Anche in considerazione dei ritardi nella disponibilità delle frequenze fondamentale importanza per il WiMaxrafforzamento della competitività del settore agricolo, basato sulla differenziazione delle produzioni di qualità in un’ottica di valorizzazione delle produzioni regionali. Il sostegno alle attività di promozione e di commercializzazione dei prodotti regionali, inoltre, consente di orientarsi anche verso l’internazionalizzazione delle produzioni regionali di qualità che garantiscono una maggiore tutela dei consumatori. In particolare, la Giunta Regionale con delibere n. 43/11 del 11/10/2006 sottomisura si propone di incentivare le attività di informazione rivolte ai consumatori per migliorare la loro conoscenza dei prodotti agricoli o alimentari tutelati dai sistemi di qualità, creando nuove opportunità di mercato europeo. Con il presente bando vengono definite le modalità di concessione degli aiuti, gli obblighi dei beneficiari e n. 11/6 del 20/3/2007 ha definito la propria strategia in relazione all’obiettivo le procedure tecniche e amministrative di superamento del fenomeno del Digital Divide in tutta la Sardegna, fissando le nuove priorità competenza degli uffici istruttori relativi alla sottomisura 3.2 “Sostegno per attività di intervento. Il rilegamento in fibra ottica degli insediamenti produttivi informazione e residenziali è condizione indispensabile per l’abbattimento definitivo del Digital Divide. Attualmente, il divario tra aree densamente popolate e aree rurali è evidenziato dalla totale indisponibilità promozione svolte da associazioni di servizi a larga banda in queste ultime, rispetto alla disponibilità di connettività a costi competitivi con velocità dell’ordine dei 4-20 Mb/s (con l’avvento della tecnologia ADSL2+), che oggi costituisce il differenziale da coprire. Tale divario, a dispetto delle iniziative in atto nelle aree svantaggiate, tenderà inerzialmente ad accrescersi (il digital divide è un concetto dinamico). Nei sistemi basati su tecnologie ADSL, la capacità di accesso è ottenuta sfruttando il doppino in rame della rete telefonica esistente, attestato al modem in sede utente e, lato centrale, ad un multiplatore di accesso (chiamato DSLAM), che rappresenta l’elemento tecnologico di raccordo tra la sede di utente e la dorsale ottica dell’operatore. Al crescere della banda in accesso, è indispensabile che il collegamento tra DSLAM e dorsale (noto come backhauling) non diventi un collo di bottiglia: oltre certi limiti (piuttosto modesti), solo la fibra ottica può garantire le prestazioni necessarie. La limitazione alla velocità di accesso non è quindi dovuta alle prestazioni delle tecnologie su fibra ottica (che ha una capacità di trasporto potenzialmente infinita), ma all’estensione ed alla qualità della tratta finale in rame. Sono già allo studio da parte degli operatori di telecomunicazione progetti di ulteriore diffusione della fibra ottica nelle grandi città, con progressiva estensione della tratta in fibra ottica dalla centrale telefonica (Fiber to the Exchange, FTTE), fino al permutatore di marciapiede (Fiber to the Curb, FTTC) o all’edificio (Fiber to the Building, FTTB). La progressiva estensione della fibra ottica verso l’utente finale ridurrà la distanza coperta in rame, consentendo di spingere la velocità di accesso fino a 00-000 Xx/x (XXXX, XXXX0, XXXX)produttori nel mercato interno”. Le capacità di trasporto consentite dalla fibra ottica (potenzialmente illimitate) consentiranno di collegare alle dorsali tutte presenti disposizioni disciplinano gli accessi a larghissima banda. Gli ingenti costi di realizzazione del cablaggio ottico spingeranno ancora una volta gli operatori di telecomunicazione a concentrare gli investimenti in tecnologie FTTx nelle aree a maggior densità di mercato, causando così un ulteriore incremento del divario digitale con le aree periferiche. L’indisponibilità di fibra ottica nella tratta compresa tra i multiplatori di accesso e le dorsali degli operatori (denominata backhauling) diventerà pertanto fattore inibitorio alla diffusione di accessi a larghissima banda in aree con significativo addensamento di utenza, in quanto tecnologie di backhauling alternative (es. wireless) non consentono (e verosimilmente non consentiranno nel futuro) le prestazioni necessarie a trasportare verso le dorsali una tale mole di informazione. Tutto ciò considerato, l’Amministrazione Regionale ha inteso adottare una strategia a due velocità: ⮚ strategia di medio-lungo termine: abbattimento “definitivo” del digital divide mediante la progressiva infrastrutturazione con backhauling in fibra ottica degli agglomerati urbani e produttivi non collegati in fibra alle dorsali degli operatori; ⮚ strategia di breve termine: realizzazione di soluzioni ponte che consentano di fornire al territorio un profilo minimo di connettività a costi competitivi (nelle aree che continuano ad essere di scarso interesse per gli operatori)aspetti specifici della sottomisura.
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Samples: Bando Sottomisura 3.2
Obiettivi. Considerando Il DeFENS si costituisce con la situazione iniziale finalità di estrema gravità del fenomeno del Digital Divide armonizzare, ottimizzare e implementare l’attività di ricerca, sia di base sia applicata dei proponenti, in Sardegna, è da rilevare come i primi interventi già posti in essere (SICS e Piano Infratel) hanno consentito di dimezzare l’estensione territoriale delle aree a rischio. Sono rimasti però esclusi dai piani un’ottica di sviluppo sostenibile e di miglioramento continuo, coordinando altresì, con le stesse finalità, gli insegnamenti tenuti dai docenti afferenti al Dipartimento e impartiti nei diversi corsi di laurea, laurea magistrale, dottorato e master del nostro Ateneo e in quelli tenuti in collaborazione con altri Atenei. La missione del DeFENS è promuovere la formazione e sviluppare la ricerca per garantire alimenti sicuri, innovativi e di elevata qualità, prodotti mediante tecnologie sostenibili lungo tutta la filiera, dal campo alla tavola, e per preservare e migliorare la qualità dell’ambiente e dei sistemi agrari con lo scopo ultimo di salvaguardare e migliorare la salute umana, la qualità della larga banda ben 165 comuni sardi vita e dell’ambiente. Il DeFENS si propone di offrire un approccio altamente integrato ai molti aspetti interconnessi del sistema agro-alimentare, anche in riferimento alle sue implicazioni ambientali. La combinazione di competenze differenziate e qualificate presenti nel DeFENS consentirà di avere una visione ampia dei sistemi di interesse, integrando le competenze proprie della chimica, della biochimica, della microbiologia, dell’entomologia e della nutrizione umana con quelle pertinenti ai settori delle tecnologie alimentari e della protezione agro-ambientale. Favorire ed ottimizzare le sinergie tra le diverse aree scientifiche e disciplinari che animano il DeFENS è quindi obiettivo prioritario del nuovo Dipartimento nel quale la concentrazione di competenze diversificate in un'unica struttura non potrà che esaltare ulteriormente la già qualificata attività dei singoli gruppi. A questo riguardo, va sottolineato che molti dei proponenti hanno già attivamente collaborato tra loro, e che in diversi casi la collaborazione tra soggetti di diversi Dipartimenti su queste tematiche è stata premiata da finanziamenti cospicui e formalizzata con la costituzione di centri interdipartimentali, come verrà dettagliato successivamente. L’ampio spettro di competenze ed interessi scientifici che caratterizzerà il DeFENS è anche garanzia di raggiungimento di un totale ulteriore obiettivo che ci si propone con la sua costituzione: quello di 377. Anche in considerazione dei ritardi nella disponibilità delle frequenze attrarre l’attenzione di Enti, Imprese ed Istituzioni per il WiMax, la Giunta Regionale reperimento di risorse ma anche per un migliore e più stretto raccordo della struttura universitaria con delibere n. 43/11 del 11/10/2006 il territorio ed il mondo produttivo. Un collegamento utile tanto per il progresso della ricerca che per lo sviluppo di una formazione tecnico scientifica che sia di servizio al Paese e n. 11/6 del 20/3/2007 ha definito la propria strategia in relazione all’obiettivo di superamento del fenomeno del Digital Divide in tutta la Sardegna, fissando le nuove priorità di intervento. Il rilegamento in fibra ottica degli insediamenti produttivi e residenziali è condizione indispensabile per l’abbattimento definitivo del Digital Divide. Attualmente, il divario tra aree densamente popolate e aree rurali è evidenziato dalla totale indisponibilità di servizi a larga banda in queste ultime, rispetto alla disponibilità di connettività a costi competitivi con velocità dell’ordine dei 4-20 Mb/s (con l’avvento della tecnologia ADSL2+), che oggi costituisce il differenziale da coprire. Tale divario, a dispetto delle iniziative in atto nelle aree svantaggiate, tenderà inerzialmente ad accrescersi (il digital divide è un concetto dinamico). Nei sistemi basati su tecnologie ADSL, la capacità di accesso è ottenuta sfruttando il doppino in rame della rete telefonica esistente, attestato al modem in sede utente e, lato centrale, ad un multiplatore di accesso (chiamato DSLAM), che rappresenta l’elemento tecnologico di raccordo tra la sede di utente e la dorsale ottica dell’operatore. Al crescere della banda in accesso, è indispensabile che il collegamento tra DSLAM e dorsale (noto come backhauling) non diventi un collo di bottiglia: oltre certi limiti (piuttosto modesti), solo la fibra ottica può garantire le prestazioni necessarie. La limitazione alla velocità di accesso non è quindi dovuta alle prestazioni delle tecnologie su fibra ottica (che ha una capacità di trasporto potenzialmente infinita), ma all’estensione ed alla qualità della tratta finale in rame. Sono già allo studio da parte degli operatori di telecomunicazione progetti di ulteriore diffusione della fibra ottica nelle grandi città, con progressiva estensione della tratta in fibra ottica dalla centrale telefonica (Fiber to the Exchange, FTTE), fino al permutatore di marciapiede (Fiber to the Curb, FTTC) o all’edificio (Fiber to the Building, FTTB). La progressiva estensione della fibra ottica verso l’utente finale ridurrà la distanza coperta in rame, consentendo di spingere la velocità di accesso fino a 00-000 Xx/x (XXXX, XXXX0, XXXX). Le capacità di trasporto consentite dalla fibra ottica (potenzialmente illimitate) consentiranno di collegare alle dorsali tutte gli accessi a larghissima banda. Gli ingenti costi di realizzazione del cablaggio ottico spingeranno ancora una volta gli operatori di telecomunicazione a concentrare gli investimenti in tecnologie FTTx nelle aree a maggior densità di mercato, causando così un ulteriore incremento del divario digitale con le aree periferiche. L’indisponibilità di fibra ottica nella tratta compresa tra i multiplatori di accesso e le dorsali degli operatori (denominata backhauling) diventerà pertanto fattore inibitorio alla diffusione di accessi a larghissima banda in aree con significativo addensamento di utenza, in quanto tecnologie di backhauling alternative (es. wireless) non consentono (e verosimilmente non consentiranno nel futuro) le prestazioni necessarie a trasportare verso le dorsali una tale mole di informazione. Tutto ciò considerato, l’Amministrazione Regionale ha inteso adottare una strategia a due velocità: ⮚ strategia di medio-lungo termine: abbattimento “definitivo” del digital divide mediante la progressiva infrastrutturazione con backhauling in fibra ottica degli agglomerati urbani e produttivi non collegati in fibra alle dorsali degli operatori; ⮚ strategia di breve termine: realizzazione di soluzioni ponte che consentano di fornire al territorio un profilo minimo di connettività a costi competitivi (nelle aree che continuano ad essere di scarso interesse per gli operatori)Imprese.
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Samples: Project Constitution
Obiettivi. Considerando La finalità del presente documento è quella di garantire che la situazione iniziale gravida possa intraprendere il suo progetto di estrema gravità del fenomeno del Digital Divide maternità in Sardegnaun contesto regionale che, è da rilevare come grazie ad un modello di rete integrata, offra un percorso omogeneo in termini di sicurezza, appropriatezza ed umanizzazione. La sicurezza implica che i primi interventi già posti nodi della rete soddisfino requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici in essere (SICS linea con le evidenze scientifiche e Piano Infratel) hanno consentito la normativa di dimezzare l’estensione territoriale delle aree a rischio. Sono rimasti però esclusi dai piani di sviluppo della larga banda ben 165 comuni sardi su un totale di 377. Anche in considerazione dei ritardi nella disponibilità delle frequenze per il WiMax, la Giunta Regionale con delibere n. 43/11 del 11/10/2006 e n. 11/6 del 20/3/2007 ha definito la propria strategia in relazione all’obiettivo di superamento del fenomeno del Digital Divide in tutta la Sardegna, fissando le nuove priorità di intervento. Il rilegamento in fibra ottica degli insediamenti produttivi e residenziali è condizione indispensabile per l’abbattimento definitivo del Digital Divide. Attualmente, il divario tra aree densamente popolate e aree rurali è evidenziato dalla totale indisponibilità di servizi a larga banda in queste ultime, rispetto alla disponibilità di connettività a costi competitivi con velocità dell’ordine dei 4-20 Mb/s (con l’avvento della tecnologia ADSL2+)riferimento, che oggi costituisce gli operatori raggiungano e mantengano adeguati livelli di expertise e che vengano implementati tutti gli strumenti utili alla prevenzione e monitoraggio degli eventi avversi. L’appropriatezza, tenuto conto del principio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) secondo cui “il differenziale da coprirefine di una moderna medicina perinatale è quello di ottenere una mamma ed un bimbo in perfetta salute con il livello di cure più basso compatibile con la sicurezza”, va perseguita facendo ricorso a procedure ed interventi di efficacia comprovata, modulando e differenziando i livelli di assistenza sulla base del grado di rischio della gravidanza. Tale divarioGravidanza e nascita sono state, a dispetto delle negli ultimi decenni, oggetto di un progressivo aumento di interventi medici non utili in termini di miglioramento della salute materno-infantile, basti pensare al preoccupante aumento in Italia del ricorso al taglio cesareo. Ne consegue che, compatibilmente con la garanzia di sicurezza, vanno implementate tutte le iniziative in atto nelle aree svantaggiatevolte al recupero del concetto di fisiologia dell’evento nascita, tenderà inerzialmente ad accrescersi (il digital divide che secondo l’OMS è un concetto dinamico)“evento personale, familiare e sociale ancor prima che sanitario”. Nei sistemi basati su tecnologie ADSL, la capacità di accesso è ottenuta sfruttando il doppino in rame della rete telefonica esistente, attestato al modem in sede utente e, lato centrale, ad un multiplatore di accesso (chiamato DSLAM), che rappresenta l’elemento tecnologico di raccordo tra la sede di utente e la dorsale ottica dell’operatore. Al crescere della banda in accesso, è indispensabile che il collegamento tra DSLAM e dorsale (noto come backhauling) non diventi un collo di bottiglia: oltre certi limiti (piuttosto modesti), solo la fibra ottica può garantire le prestazioni necessarie. La limitazione alla velocità di accesso non è quindi dovuta alle prestazioni delle tecnologie su fibra ottica (Sulla base dell’analisi epidemiologica che ha una capacità di trasporto potenzialmente infinita)evidenziato alcune problematicità inerenti al percorso nascita in Regione, ma all’estensione ed alla qualità della tratta finale in rame. Sono già allo studio da parte degli operatori di telecomunicazione progetti di ulteriore diffusione della fibra ottica nelle grandi città, con progressiva estensione della tratta in fibra ottica dalla centrale telefonica (Fiber to the Exchange, FTTE), fino al permutatore di marciapiede (Fiber to the Curb, FTTC) o all’edificio (Fiber to the Building, FTTB). La progressiva estensione della fibra ottica verso l’utente finale ridurrà la distanza coperta in rame, consentendo di spingere la velocità di accesso fino a 00-000 Xx/x (XXXX, XXXX0, XXXX). Le capacità di trasporto consentite dalla fibra ottica (potenzialmente illimitate) consentiranno di collegare alle dorsali tutte gli accessi a larghissima banda. Gli ingenti costi di realizzazione del cablaggio ottico spingeranno ancora una volta gli operatori di telecomunicazione a concentrare gli investimenti in tecnologie FTTx nelle aree a maggior densità di mercato, causando così un ulteriore incremento del divario digitale coerenza con le aree periferiche. L’indisponibilità linee di fibra ottica nella tratta compresa tra i multiplatori indirizzo nazionali, si prevede con il presente atto il consolidamento dei seguenti obiettivi: Favorire il benessere psico-fisico della gravida e del feto, garantendo la sicurezza di accesso tutto il percorso nascita secondo modalità di assistenza aggiornate e le dorsali degli operatori (denominata backhauling) diventerà pertanto fattore inibitorio alla diffusione di accessi a larghissima banda in aree con significativo addensamento di utenzavalidate, in quanto tecnologie di backhauling alternative (es. wireless) non consentono (riconoscendo nel contempo la naturalità dell’evento e verosimilmente non consentiranno nel futuro) le prestazioni necessarie a trasportare verso le dorsali una tale mole di informazione. Tutto ciò considerato, l’Amministrazione Regionale ha inteso adottare una strategia a due velocità: ⮚ strategia di medio-lungo termine: abbattimento “definitivo” del digital divide mediante rispettandone la progressiva infrastrutturazione con backhauling in fibra ottica degli agglomerati urbani e produttivi non collegati in fibra alle dorsali degli operatori; ⮚ strategia di breve termine: realizzazione di soluzioni ponte che consentano di fornire al territorio un profilo minimo di connettività a costi competitivi (nelle aree che continuano ad essere di scarso interesse per gli operatori)fisiologicità.
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Samples: Accordo
Obiettivi. Considerando Le imprese riescono ad ottimizzare i costi di produzione, che sono ridotti. - Il prodotto è maggiormente remunerativo sul mercato. - È fruibile un continuo aggiornamento sulla domanda. - L’innovazione tecnologica è ben utilizzata. - Lotti delle are artigianali maggiormente occupati. Nella fase di definizione dell’idea progettuale si è cercato di incrociare le chiare informazioni prove- nienti dall’analisi desk riguardanti la situazione iniziale realtà economica ed i problemi con il pensiero degli imprendi- tori. Si è pertanto effettuata una verifica a campione che, per le imprese dell’artigianato e dell’agroali- mentare, chiarisce le principali esigenze ed altre informazioni che confermano la necessità di estrema gravità inter- venire con un progetto come quello che si sta presentando. E’ stato analizzato un campione di aziende del fenomeno territorio che operano nel settore dell’agroalimenta- re (produzione e trasformazione) e dell’artigianato. Per quanto riguarda le imprese dell’agroalimentare, gli ambiti con più richieste d’intervento sono Conoscenza del Digital Divide in Sardegnamercato e Innovazione e ricerca. In relazione alle imprese dell’artigianato sono la Promozione/Pubblicità e Logistica/trasporti. Appare evidente che nella fase di progettazione di dettaglio e di costruzione partecipata degli stru - menti occorrerà tenere conto delle differenti esigenze delle imprese per settore, è da rilevare come i primi interventi già posti in ma anche delle analogie e necessità comuni. Le imprese mostrano disponibilità ad essere (SICS e Piano Infratel) hanno consentito coinvolte ed a far parte di dimezzare l’estensione territoriale delle aree a rischio. Sono rimasti però esclusi dai piani progetti/processi di sviluppo della larga banda ben 165 comuni sardi su un totale di 377. Anche in considerazione dei ritardi nella disponibilità delle frequenze per il WiMax, la Giunta Regionale con delibere n. 43/11 del 11/10/2006 e n. 11/6 del 20/3/2007 ha definito la propria strategia in relazione all’obiettivo di superamento del fenomeno del Digital Divide in tutta la Sardegna, fissando le nuove priorità di intervento. Il rilegamento in fibra ottica degli insediamenti produttivi e residenziali è condizione indispensabile per l’abbattimento definitivo del Digital Divide. Attualmente, il divario tra aree densamente popolate e aree rurali è evidenziato dalla totale indisponibilità costru - zione partecipata di servizi a larga banda loro supporto. Per quanto riguarda la dimestichezza degli imprenditori con il mezzo informatico è emerso un uti- lizzo quasi quotidiano del computer. Anche questa è un’informazione da sviluppare in queste ultimefase progettuale, rispetto alla disponibilità per di connettività a costi competitivi con velocità dell’ordine dei 4-20 Mb/s (con l’avvento della tecnologia ADSL2+), più se si considera che oggi costituisce le imprese che usano raramente il differenziale da coprire. Tale divario, a dispetto delle iniziative in atto nelle aree svantaggiate, tenderà inerzialmente ad accrescersi (il digital divide è un concetto dinamico). Nei sistemi basati su tecnologie ADSL, la capacità di accesso è ottenuta sfruttando il doppino in rame della rete telefonica esistente, attestato computer appartengono al modem in sede utente e, lato centrale, ad un multiplatore di accesso (chiamato DSLAM), che rappresenta l’elemento tecnologico di raccordo tra la sede di utente e la dorsale ottica dell’operatore. Al crescere della banda in accesso, è indispensabile che il collegamento tra DSLAM e dorsale (noto come backhauling) non diventi un collo di bottiglia: oltre certi limiti (piuttosto modesti), solo la fibra ottica può garantire le prestazioni necessarie. La limitazione alla velocità di accesso non è quindi dovuta alle prestazioni delle tecnologie su fibra ottica (che ha una capacità di trasporto potenzialmente infinita), ma all’estensione ed alla qualità della tratta finale in rame. Sono già allo studio da parte degli operatori di telecomunicazione progetti di ulteriore diffusione della fibra ottica nelle grandi città, con progressiva estensione della tratta in fibra ottica dalla centrale telefonica (Fiber to the Exchange, FTTE), fino al permutatore di marciapiede (Fiber to the Curb, FTTC) o all’edificio (Fiber to the Building, FTTB). La progressiva estensione della fibra ottica verso l’utente finale ridurrà la distanza coperta in rame, consentendo di spingere la velocità di accesso fino a 00-000 Xx/x (XXXX, XXXX0, XXXX). Le capacità di trasporto consentite dalla fibra ottica (potenzialmente illimitate) consentiranno di collegare alle dorsali tutte gli accessi a larghissima banda. Gli ingenti costi di realizzazione del cablaggio ottico spingeranno ancora una volta gli operatori di telecomunicazione a concentrare gli investimenti in tecnologie FTTx nelle aree a maggior densità di mercato, causando così un ulteriore incremento del divario digitale con le aree periferiche. L’indisponibilità di fibra ottica nella tratta compresa tra i multiplatori di accesso e le dorsali degli operatori (denominata backhauling) diventerà pertanto fattore inibitorio alla diffusione di accessi a larghissima banda in aree con significativo addensamento di utenza, in quanto tecnologie di backhauling alternative (es. wireless) non consentono (e verosimilmente non consentiranno nel futuro) le prestazioni necessarie a trasportare verso le dorsali una tale mole di informazione. Tutto ciò considerato, l’Amministrazione Regionale ha inteso adottare una strategia a due velocità: ⮚ strategia di medio-lungo termine: abbattimento “definitivo” del digital divide mediante la progressiva infrastrutturazione con backhauling in fibra ottica degli agglomerati urbani e produttivi non collegati in fibra alle dorsali degli operatori; ⮚ strategia di breve termine: realizzazione di soluzioni ponte che consentano di fornire al territorio un profilo minimo di connettività a costi competitivi (nelle aree che continuano ad essere di scarso interesse per gli operatori)settore dell’agroalimentare.
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