Potere istituzionale. La legge 1876/1990 è stata il nucleo del quadro giuridico per la funzione sindacale e la contrattazione collettiva in Grecia prima delle politiche dei Memoranda. Allineata agli standard europei, è stata adottata all’unanimità dai partiti politici e ha istituito un sistema di contrattazione multilivello con quattro tipi di contratti collettivi di lavoro per il settore privato: il Contratto nazionale generale di lavoro, i CCL nazionali settoriali o oc- cupazionali, i CCL locali settoriali/occupazionali e i CCL aziendali (ETUI 2017). Durante questo periodo, sono stati compiuti anche importanti sforzi per istituire un sistema tri- partito di dialogo sociale. Il Comitato economico e sociale greco (OKE) è stato istituito nel 1994 ed è stato riconosciuto costituzionalmente nel 2001. Dopo gli anni Novanta, il potere istituzionale acquisito dai sindacati grazie al nuovo quadro normativo ha dato vita a una forte interconnessione tra i leader sindacali di prima classe e i partiti politici di centro-destra, spesso utilizzata come strategia per la contrattazione collettiva (Kret- sos e Xxxxxxxxxxxx 2015, 224). I cambiamenti introdotti dopo l’inizio della crisi del debito, volti a ridurre il costo del lavoro e a migliorare la competitività delle imprese, hanno fortemente destabilizzato il sistema di contrattazione collettiva e i loro effetti durano ancora oggi. Le principali riforme giuridiche introdotte dai Memoranda hanno incluso l’abolizione del principio di favore per i CCL settoriali rispetto a quelli aziendali, l’eliminazione dei CCL nel settore pubblico che erano in conflitto con la politica finanziaria del governo, la sospensione del principio di estensione per i CCL occupazionali e settoriali fino al 2015 e il raffor- zamento della contrattazione collettiva a livello aziendale (Zisimopoulos 2019, 96-97). Inoltre, nel 2012, una riduzione nominale del 22% del salario minimo è stata stabilita da un accordo nazionale (32% per i minori di 25 anni) con atto del Consiglio ministeriale. Con la legge 4093/2012, il CCNL è stato ristrutturato in modo da poter determinare solo le condizioni di lavoro non salariali per le organizzazioni appartenenti alle organizzazi- oni datoriali firmatarie. Fino ad oggi, il salario minimo non è stato negoziato tra le parti sociali, ma è stato definito con decisione del Ministro del Lavoro. Anche l’arbitrato è stato neutralizzato. Il governo SYRIZA-ANEL ha riportato in auge alcuni dei regolamenti della contrattazione collettiva precedenti ...
Potere istituzionale. Il potere istituzionale dei sindacati belgi è significativo, grazie alla forte tradizione del paese in materia di partenariato sociale, accordi corporativi e istituzionalizzazione del dialogo sociale. Il sistema istituzionale multilivello per il dialogo sociale e la contratta- zione collettiva sono molto ben sviluppati in Belgio. I sindacati belgi godono di ampi diritti di contrattazione collettiva, che consentono loro di negoziare salari, condizioni di lavoro e altre questioni legate all’occupazione per conto dei loro iscritti. I contratti collettivi raggiunti attraverso la contrattazione coprono un’ampia gamma di settori, sono giuridicamente vincolanti (cioè sono parte formale del diritto del lavoro collettivo) e forniscono ai sindacati un meccanismo per garantire e far rispettare i diritti dei lavo- ratori. La sua struttura e i suoi CCL sono gerarchici e seguono il principio del favore, il
Potere istituzionale. Il potere istituzionale del lavoro in Romania riflette sia l’evoluzione storica che i recenti cambiamenti legislativi che modellano il panorama delle relazioni di lavoro e delle at- tività sindacali. Il quadro giuridico rumeno che disciplina i sindacati e la contrattazione collettiva ha subito una trasformazione significativa, in particolare con l’adozione della nuova legge sul dialogo sociale (SDL 367/2022), che ha sostituito la precedente normativa coperta dalla legge 62/2011 sul dialogo sociale. Questa nuova legge ha introdotto diversi cam- biamenti chiave volti a facilitare un processo di contrattazione collettiva più efficace. Ha ridotto la soglia richiesta a un sindacato per diventare rappresentativo, consentendo a un sindacato di essere considerato rappresentativo se comprende almeno il 35% dei dipendenti in un rapporto di lavoro legale con l’azienda, rispetto alla precedente soglia del 50%+1. Inoltre, le condizioni per la costituzione di un sindacato sono state rese più flessibili e la legge estende la possibilità di iscriversi a un sindacato anche ai lavoratori disoccupati o autonomi, anche se non saranno presi in considerazione per determinare la rappresentatività del sindacato. Il processo di contrattazione collettiva in Romania è ora obbligatorio sia a livello azien- dale, se l’unità ha almeno 10 dipendenti, sia a livello settoriale. Il processo di negozia- zione deve essere completato entro 45 giorni di calendario, a meno che entrambe le parti non concordino una proroga. Si tratta di un’iniziativa volta a migliorare la copertu- ra e l’efficacia dei contratti collettivi nei diversi settori e a livello aziendale. Nonostante queste modifiche normative, nella pratica la contrattazione collettiva settoriale vede pochissimi accordi, evidenziando una discrepanza tra il quadro giuridico e la sua attua- zione. Le istituzioni del dialogo sociale, compresi i dialoghi bipartiti e tripartiti, sono state ridefinite e mirano a promuovere un ambiente costruttivo per le relazioni di lavoro. Il dialogo sociale bipartito è inteso come un dialogo autonomo senza coinvolgimento del governo, incentrato sulla contrattazione collettiva obbligatoria o sulla consultazione tra governo, sindacati e datori di lavoro per le questioni economiche e sociali. Il Ministero del Lavoro descrive le impostazioni del dialogo sociale tripartito come consultazioni e scambi di informazioni reciproche a diversi livelli, finalizzati a una forma più avanzata di negoziazione del partenariat...