L’ORGANISMO DI VIGILANZA Clausole campione

L’ORGANISMO DI VIGILANZA. L’Organismo di Xxxxxxxxx ha il compito di definire e aggiornare la strategia di sostenibilità sulla base della Inoltre definisce e monitora l’implementazione delle azioni e iniziative mirate a rafforzare la performance di Xxxx in relazione ai fattori ESG ed il proprio posizionamento sulle tematiche di sostenibilità.
L’ORGANISMO DI VIGILANZA. 1. L'Organismo di Vigilanza è la struttura che ha il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza del Modello Organizzativo in vigore. 2. L’Organismo di Vigilanza è composto da tre membri ed è nominato dal Consiglio di Amministrazione. 3. L’Organismo, nello svolgimento dei propri compiti, si deve conformare alla normativa di riferimento in materia di d.lgs. 231/2001, alle delibere del Consiglio di Amministrazione Agec ed al proprio Regolamento di funzionamento.
L’ORGANISMO DI VIGILANZA. 2.4.1. L’Organismo di Vigilanza di Interporto Cervignano del Friuli S.p.A. l’autonomia e indipendenza, la professionalità e la continuità di azione.
L’ORGANISMO DI VIGILANZA. 3.3.1 Identificazione e nomina dell’Organismo di Vigilanza 3.3.2 Responsabilità attribuite all’Organismo di Xxxxxxxxx a) Attività di verifica e controllo delle procedure
L’ORGANISMO DI VIGILANZA. 5.1 L’Organismo di Vigilanza di Æqua Roma S.p.A.
L’ORGANISMO DI VIGILANZA. 5.1. L’identificazione dell’Organismo di Vigilanza
L’ORGANISMO DI VIGILANZA. Il Liquidatore ha deliberato la costituzione di un Organismo di Vigilanza monocratico in attuazione di quanto previsto dalle disposizioni del D. Lgs. 231/2001. L’Organismo di Vigilanza ha la responsabilità di vigilare sul funzionamento e l’attuazione del Modello 231/2001, individuare eventuali interventi correttivi e di miglioramento e proporre gli eventuali aggiornamenti. In particolare, l’Organismo di Vigilanza è tenuto a: • collaborare con i Soggetti apicali nella diffusione del Modello 231/2001 all’ interno dell’Ente; • riferire continuativamente direttamente al Liquidatore/Consiglio di amministrazione e periodicamente al Consiglio Comunale e al Revisore Unico circa il funzionamento del Modello 231/2001; • definire, coordinandosi con i Soggetti apicali e le strutture organizzative, i flussi informativi di cui necessita per l’espletamento della propria funzione; • definire e comunicare le modalità attraverso le quali i collaboratori interni possono effettuare segnalazioni di eventuali comportamenti illeciti, anche sospetti, o di violazione del Modello 231/2001 e del Codice Etico e di Comportamento; • proporre al Consiglio di Amministrazione/Liquidatore l’adozione di provvedimenti disciplinari nei confronti dei soggetti destinatari che si sono resi responsabili di violazione del Modello 231/2001 o del Codice Etico e di Comportamento; • collaborare con i soggetti apicali nell’ aggiornamento del Modello 231/2001, a seguito di variazioni nella normativa, nell’ organizzazione o nei processi aziendali. L’Organismo di Xxxxxxxxx viene inserito nell’ organigramma nella più elevata posizione di staff, in maniera tale da poter consentire una comunicazione diretta e continuativa nei confronti del Presidente del Consiglio di Amministrazione/Liquidatore e, periodicamente, nei confronti del Revisore Unico. Per adempiere al proprio mandato, l’Organismo di Xxxxxxxxx si avvale della fattiva collaborazione delle strutture interne di controllo e di servizio. L’organismo predispone un piano annuale di attività, che viene comunicato al Presidente del Consiglio di Amministrazione/Liquidatore. L’Organismo di Vigilanza, la cui composizione deve garantire le caratteristiche di indipendenza e autonomia previste dal D. Lgs. 231/2001, si doterà, se richiesto, di un proprio regolamento (documento ODV-231- “Regolamento dell’Organismo di Vigilanza”) che verrà eventualmente approvato dall’Organo amministrativo.
L’ORGANISMO DI VIGILANZA. In attuazione delle disposizioni previste dal Decreto, il Consiglio di Amministrazione di Credito Lombardo Veneto S.p.A. ha deliberato di costituire un Organismo di Vigilanza con la responsabilità di vigilare sul funzionamento e l'osservanza del Modello 231, individuare gli eventuali interventi correttivi e proporne al Consiglio di Amministrazione l’aggiornamento. L’Organismo di Vigilanza è tenuto a: • promuovere, coordinandosi con le funzioni aziendali competenti, idonee iniziative per la diffusione della conoscenza e della comprensione dei principi del Modello 231, definendo specifici programmi di informazione/formazione e comunicazione interna; • riferire periodicamente al Consiglio di Amministrazione e al Collegio Sindacale circa lo stato di attuazione del Modello 231; • definire e comunicare, previa informativa al Consiglio di Amministrazione, alle strutture aziendali i flussi informativi che debbono essergli inviati con indicazione dell’unità organizzativa responsabile dell’invio, della periodicità e delle modalità di comunicazione; • definire e comunicare a tutte le strutture aziendali le modalità con cui effettuare eventuali segnalazioni di comportamenti illeciti o in violazione del Modello 231; • accertare e segnalare al C.d.A., per gli opportuni provvedimenti, le violazioni del Modello 231 che possano comportare l’insorgere di responsabilità.
L’ORGANISMO DI VIGILANZA 

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  • DOTAZIONI TECNICHE Ai fini della partecipazione alla presente procedura, ogni operatore economico deve dotarsi, a propria cura, spesa e responsabilità della strumentazione tecnica ed informatica conforme a quella indicata nel presente disciplinare e nel documento "Regole del sistema di e-Procurement della pubblica amministrazione”, che disciplina il funzionamento e l’utilizzo del Sistema. In ogni caso è indispensabile: a) disporre almeno di un personal computer conforme agli standard aggiornati di mercato, con connessione internet e dotato di un comune browser idoneo ad operare in modo corretto sul Sistema; b) disporre di un sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale (SPID) di cui all’articolo 64 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, di altri mezzi di identificazione elettronica per il riconoscimento reciproco transfrontaliero ai sensi del Regolamento eIDAS, di carta di identità elettronica (CIE) di cui all’articolo 66 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, o carta Nazionale dei Servizi (CNS) di cui all’articolo 66 del medesimo decreto legislativo, nonché delle specifiche credenziali rilasciate in sede di registrazione al Sistema; c) avere un domicilio digitale presente negli indici di cui agli articoli 6-bis e 6 ter del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 o, per l’operatore economico transfrontaliero, un indirizzo di servizio elettronico di recapito certificato qualificato ai sensi del Regolamento eIDAS; d) avere da parte del legale rappresentante dell’operatore economico (o da persona munita di idonei poteri di firma) un certificato di firma digitale, in corso di validità, rilasciato da: - un organismo incluso nell’elenco pubblico dei certificatori tenuto dall’Agenzia per l’Italia Digita le (previsto dall’articolo 29 del decreto legislativo n. 82 / 05); - un certificatore operante in base a una licenza o autorizzazione rilasciata da uno Stato membro dell’Unione europea e in possesso dei requisiti previsti dal Regolamento n. 9 1 0/14; - un certificatore stabilito in uno Stato non facente parte dell’Unione europea quando ricorre una delle seguenti condizioni: I. il certificatore possiede i requisiti previsti dal Regolamento n. 910/14 ed è qualificato in uno stato membro; II. il certificato qualificato è garantito da un certificatore stabilito nell’Unione Europea, in possesso dei requisiti di cui al regolamento n. 9100 1 4; III. il certificato qualificato, o il certificatore, è riconosciuto in forza di un accordo bilaterale o multilaterale tra l’Unione Europea e paesi terzi o organizzazioni internazionali.