Orientamenti. Le parti convengono di assumere orientamenti condivisi volti a promuovere le condizioni programmatorie e gestionali caratteristiche di un welfare comunitario e generativo. Esse, in particolare, si declinano attraverso un orientamento all'ascolto diffuso, all'accoglienza, alla partecipazione e promozione di processi partecipativi, allo sviluppo del contesto, all'integrazione fra servizi e organizzazioni, alla collaborazione interistituzionale, all'approccio condiviso in ordine alle strategie di sviluppo del welfare sia in ambito socio sanitario sia in quello socioeducativo. In questo senso, si impegnano a sviluppare le funzioni e i servizi conferiti in modo congruente, agendo in ogni contesto affinché diventino patrimonio il più diffuso possibile e assumendo anche strumenti di valutazione e monitoraggio utili per verificarne l'appropriatezza.
Orientamenti. Il Servizio si colloca nel contesto della rete dei Servizi dell’Area Disabili del Distretto di Reggio Xxxxxx, ricompresa nell’integrazione all’Accordo di Programma di adozione del Piano distrettuale per la salute e il benessere sociale 2009- 2011 e relativi Piani attuativi, di cui l’ultimo con annualità 2013-2014, e sposa il paradigma dell’azione sociale così come oggi assunto e interpretato dal sistema locale dei servizi sociosanitari integrati. Tale paradigma si fonda, tra gli altri, su alcuni presupposti culturali e metodologici che trovano adeguata attuazione già in fase progettuale tramite la procedura negoziata, ovvero: ▪ il paradigma di lavoro socio-educativo che intende la co-progettazione come un processo dialogico in cui ci si accompagna reciprocamente (privato sociale, istituzioni, utenti, famiglie, contesti comunitari), ricalibrando attese, risorse e aspettative in un’ottica progettuale che scaturisce già in fase di lettura e analisi del bisogno, per realizzarsi in fase ideativa e di costruzione progettuale, proseguendo poi nel monitoraggio del servizio; ▪ la natura pubblica del welfare di comunità, che individua nel sistema dell’offerta pubblico-privato l’asse di alleanze, cooperazione, partnership (ma anche di competizione sulla qualità), tra attori diversi, in un processo generativo di risorse. Tutto ciò si traduce in un lavorare insieme pubblico, privato, famiglie per un bene comune attraverso pratiche fondate sulla condivisione delle responsabilità, per una comunità che diventa legittimamente componente della sfera pubblica laddove sa assumere iniziative che corrispondano ad esigenze e valori universalmente sentiti; ▪ la contestualizzazione delle azioni progettuali, affinché i servizi siano sviluppati in sinergia e forte integrazione con i territori in cui si collocano e con i luoghi di vita delle persone, fragili e non, per poter rappresentare un sostegno a una facilitazione allo sviluppo di relazioni di prossimità che possano avere vita anche fuori dallo spazio-tempo del servizio medesimo; ▪ la focalizzazione sui bisogni, ma anche e sempre più sulle risorse dei singoli, dei nuclei famigliari e dei territori, per rendere ogni azione progettuale stimolo ed esito di un empowerment dei singoli e delle comunità, oltre che vettore di pratiche innovative di integrazione e inclusione sociale. Inoltre, il servizio oggetto della procedura si colloca nel contesto degli interventi a favore del tempo libero, che si qualificano per alcuni tratti costi...
Orientamenti. I Servizi in oggetto si collocano nel contesto della rete dei Servizi del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche ed interagiscono con gli altri Servizi Socio-sanitari dei Distretti interessati, ricompresi nei Piani di Zona geograficamente omogenei. Nella consapevolezza dei profondi cambiamenti che stanno investendo il lavoro sociale, tali servizi hanno assunto la cultura della “azione sociale” come paradigma del proprio operare. Tale matrice si fonda su alcuni presupposti che sono al contempo culturali e metodologici, quali: - la natura relazionale dei servizi alla persona: tutte le azioni (comprese le concrete erogazioni assistenziali) sono anche inter-azioni. Quel bene che chiamiamo “assistenza” è un prodotto relazionale che sviluppa azioni di portata collettiva; - la natura pubblica del welfare mix che individua nel sistema dell‟offerta pubblico-privato l‟asse di alleanze, cooperazione, partnerships, tra diversi attori, in un processo generativo di risorse; - La costante connessione tra interventi nelle micro-realtà individuali e i fenomeni sociali che caratterizzano le macro-realtà. A ciò corrisponde la necessità di leggere la complessità del territorio nei suoi fattori di rischio e crisi dei legami sociali, ma anche nelle sue risorse presenti e potenziali. Il processo di lavoro nel sociale richiede una costante interazione circolare tra conoscenza e azione in modo da poter concretamente sviluppare e realizzare azioni progettuali. In relazione agli obiettivi per la domiciliarità e la prossimità contenuti nel nuovo Piano Sociale e Sanitario le azioni previste intendono favorire l‟autonomia e l‟inclusione sociale delle persone con patologie psichiatriche, promuovendo opportunità di relazione e accoglienza del territorio e la partecipazione attiva degli utenti. Nell‟ottica del Budget di salute, strumento di integrazione socio- sanitaria a sostegno del percorso di cura, gli interventi previsti intendono favorire la progettualità condivisa tra servizi sanitari e sociali, terzo settore, associazioni, utenti , famiglie e le reti informali sul territorio.
Orientamenti. Né l’intervento del legislatore, né quello della Corte costituzionale, furono però in grado di chiarire definitivamente le idee in tema di usura sopravvenuta. Ciò è attestato dal “variopinto” panorama giurisprudenziale che ha caratterizzato tutto il nuovo secolo, almeno fino all´ottobre 2017. A partire dalla pubblicazione del d.l. 394/2000, la stessa giurisprudenza di legittimità è infatti divisa in due poli sostanziali. Il primo di essi si è mantenuto aderente all’interpretazione autentica del legislatore. L’usura è rinvenuta solamente al tempo della pattuizione, così come definito dal decreto legge del 2000. Conseguentemente, i criteri contenuti nella legge 108/1996 volti a rilevare l´usurarietà del tasso d’interesse non possono trovare applicazione per quanto riguarda le pattuizioni anteriori all´entrata in vigore della legge stessa, non presentando tale normativa alcun carattere di retroattività87. Ne deriva che è garantita stabilità anche futura al contratto, non più suscettibile di essere dichiarato illecito, poiché ogni variazione successiva del tasso convenzionale non influenza minimamente le sorti del contratto. La pretesa del mutuante avente ad oggetto interessi eventualmente superiori al limite consentito risulta lecita, per converso il mutuante che non li pagherà sarà inadempiente. In tal senso, sinteticamente esposta, la giurisprudenza di legittimità ha offerto nel corso degli anni numerosi esempi88. Così si è espresso anche l’ABF, il quale, 86 I presupposti di necessità e urgenza sono presenti essenzialmente in forza di due ragionamenti. Il primo limitatamente al fatto che il decreto sia stato convertito in legge. La conversione in legge ordinaria implica il controllo garantistico successivo sul decreto, svolto dal Parlamento. Successivamente la Corte ricorda il motivo che ha spinto il legislatore ad intervenire: l’eccezionale caduta dei tassi d’interesse, riguardanti i mutui a tasso fisso, avvenuta nel biennio 1998-1999, ha fatto si che tali contratti diventassero eccessivamente onerosi. Tale caduta, verificatasi in Italia e in Europa ebbe natura strutturale. Un intervento volto a riequilibrare le sorti del contratto si rese perciò necessario. 87 C. Cost. 25 febbraio 2002, n.29; A. XXXXXXX, La rilevanza della pattuizione degli interessi o vantaggi usurari nella sentenza n.29 del 2002 della Corte costituzionale, op. cit., 238 ss. 88 Cass. civ. 26 giugno 2001, n. 8742; Cass. Civ. 24 settembre 2002, n. 13868; Cass. civ. 13 dicembre 2002, n. 178...
Orientamenti. 1. Le autorità competenti dovrebbero aderire e conformarsi alle disposizioni del protocollo d’intesa multilaterale incluso nell’allegato in quanto esse si riferiscono all’ottemperanza degli obblighi di cooperazione e di scambio di informazioni ai sensi della normativa dell’Unione applicabile.
2. Ai fini del paragrafo 1, per “normativa dell’Unione applicabile” s’intendono gli atti di cui all’articolo 1, paragrafo 2, del regolamento ESMA, compreso qualsiasi atto dell’Unione giuridicamente vincolante che abbia conferito compiti all’ESMA successivamente alla data di adozione del regolamento ESMA, qualsiasi ulteriore atto dell’Unione giuridicamente vincolante che conferisca compiti all’ESMA e qualsiasi legge nazionale di attuazione di tali atti.
Orientamenti. 2.1 Le politiche abitative in ambito SAP: dimensione integrata e sociale degli interventi di rigenerazione
2.2 Le politiche abitative in ambito SAP: soggetti e soluzioni
Orientamenti. Rilevanza dell’esercizio abituale Interpello n. 152 del 2020
Orientamenti. Corte di Giustizia Europea C‐62/12 Orientamenti Rilevanza dell’organizzazione Cassazione n. 15021 del 2020
Orientamenti. Rilevanza dell’organizzazione. Cassazione n. 15931 del 2021
Orientamenti. Agenzia delle Entrate Risposta n. 278 del 2020, prima dell’ultima modifica legislativa ed in attesa del decreto attuativo.