Cosa fare. Il contribuente dopo aver controllato la cartella, se la ritiene corretta, può pagarla presso gli sportelli dell’agente della riscossione, della banca o degli uffici postali. Se desidera mag- giori informazioni, potrà rivolgersi: ■ all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate che ha emesso il ruolo; ■ al centro di assistenza telefonica al n. 848.800.444. ATTENZIONE Non tutte le cartelle di pagamento riguardano tributi erariali di competenza dell’Agenzia delle Entrate, molte contengo- no inviti a pagare somme risultanti da contravvenzioni stradali, sanzioni amministrative di vario tipo, tasse comunali, contributi previdenziali, ecc. Il contribuente deve quindi fare attenzione a rivolgersi all’ente che è effettivamente respon- sabile dell’addebito, indicato come ente impositore nella cartella. Controllata la cartella se il contribuente ritiene l’addebito infondato può presentare all’Uf- ficio che ha reso esecutivo il ruolo un’istanza in autotutela di annullamento, totale o par- ziale dell’addebito. Inoltre, entro sessanta giorni dalla notifica della cartella, il contribuen- te può presentare ricorso alla Commissione Tributaria seguendo le indicazioni riportate nel- la cartella stessa. ATTENZIONE L’istanza in via di autotutela non ha effetto sulla decorrenza dei termini di decadenza; pertanto, il contribuente dovrà fare attenzione a non fare decorrere i sessanta giorni per rivolgersi al Giudice Tributario. Il contribuente che ha presentato ricorso, in attesa della pronuncia della Commissione Tri- butaria può produrre istanza di sospensione a quest’ultima (sospensione giudiziale) oppure all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate competente per territorio; l’istanza è in carta libera e deve recare allegata una copia dell’atto impugnato, nonché una copia del ricorso prodotto. I contribuenti che si trovano in una temporanea situazione di obiettiva difficoltà, cioè che si trovano nell’impossibilità di pagare in un’unica soluzione il debito iscritto a ruolo indi- cato nella cartella di pagamento, possono rivolgersi agli Agenti della riscossione per ottene- re la rateazione del debito. Xxxxxxx presentare domanda in carta libera, unitamente a ido- nea documentazione che attesti la temporanea situazione di difficoltà. Per le richieste infe- riori a 5.000 euro è sufficiente un’autocertificazione. La dilazione può essere concessa fino a un massimo di 72 rate mensili (6 anni) e conterrà anche gli interessi di mora e i compensi di riscossione (i diritti di notifica e le spese per l...
Cosa fare. avvisare Apl della propria assenza nella giornata in cui si verifica l'evento; entro il terzo giorno di calendario, consegnare o far pervenire all'Apl il certificato medico (protocollo) attestante la malattia; se si prolunga la malattia far pervenire all'Apl entro 24 ore la successiva certificazione medica.
Cosa fare. Se il contribuente non ritiene motivata la richiesta contenuta nella comunicazione di irre- golarità ricevuta, in base al tipo di atto potrà rivolgersi: ■ ad un qualsiasi Ufficio dell’Agenzia delle Entrate, o al centro di assistenza telefonica al n. 848.800.444, per fornire gli elementi comprovanti la correttezza dei dati dichiarati, se ha ricevuto un atto scaturito da un controllo automatico; ■ all’ufficio di competenza, cioè quello che ha trasmesso la comunicazione, per chiarire eventuali dati od elementi non considerati o valutati erroneamente dall’ufficio stesso, se ha ricevuto un atto scaturito da un controllo formale. Il contribuente che riconosca la validità della contestazione può regolarizzare la propria posizione versando gli importi dovuti, entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazio- ne, secondo la seguente tabella: Interessi Sanzione ridotta 1/3 dell’imposta per i controlli automatici 2/3 dell’imposta per i controlli formali Per i titolari di partita Iva è invece obbligatorio effettuare il versamento in via telematica. ATTENZIONE Le comunicazioni di irregolarità non sono veri e propri atti impositivi e pertanto non sono impugnabili dinanzi alle Com- missioni Tributarie.
Cosa fare. Il contribuente che ritenga non fondata la pretesa tributaria contenuta nella comu- nicazione derivante: - dai controlli automatici può rivolgersi: • ad un qualsiasi Ufficio dell’Agenzia delle Entrate, fornendo gli elementi com- provanti la correttezza dei dati dichiarati; • al centro di assistenza telefonica al n. 848.800.444; - dai controlli formali, deve rivolgersi all’ufficio di competenza, cioè quello che ha trasmesso la comunicazione, per chiarire eventuali dati od elementi non considerati o valutati erroneamente dall’ufficio stesso. Il contribuente che riconosca la validità della contestazione può regolarizzare la propria posizione versando gli importi dovuti, entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione, secondo la seguente tabella: Imposta Interessi Sanzione ridotta • 1/3 dell’imposta per i controlli automatici • 2/3 dell’imposta per i controlli formali Compensazione con altri crediti: SI Banca Modello precompilato Ufficio Postale Modello precompilato Agente della Riscossione Modello precompilato Per i titolari di partita Iva è invece obbligatorio effettuare il versamento in via telematica.
Cosa fare. Si potrà optare per l’inquadramento dell’attività, firmando un contratto di lavoro subordinato a tempo ridotto; • Ricorrere al lavoro AUTONOMO ACCESSORIO Le possibili conseguenze: anche a livello penale per l’amministratore In una situazione di illegalità di attività che non sia regolata da un'apposita disciplina contrattualistica di lavoro, si corre il rischio di esporsi a problemi di carattere non solo civile, ma anche penale I RAPPORTI DI LAVORO AUTONOMO PARTICOLARI DI XXXXXXXX dr. XXXXXXXX IL CONTRATTO DI PRESTAZI AUTONOMO ONE OCCASIONALE LE PARTI CONTRAENTI ………………………….. (nel seguito “il Committente”) con sede in ................... , in persona del legale rapp.te cod. fisc. ................... Il Sig. (nel seguito “il Collaboratore”) nato a ...................., residente a .................., cod. fisc. .................. L’OGGETTO
Cosa fare. Occorre aver piena contezza, prima di intentare una causa a vuoto, su che foro il docente dovrà ricorrere in base alle norme sulla competenza e poi valutare se fare ugualmente ricorso ai fini dell’appello.
Cosa fare. Prima di soccorrere l'infortunato: togliere la, corrente, o una valvola e staccare le spine che portano la corrente. Se è impossibile fare altrimenti e si disponga di pinze isolanti, a manico lungo, troncare i conduttori: se non si può togliere prontamente la corrente allontanare dal conduttore il colpito. Non intervenire mai con le mani o i piedi bagnati o umidi; non toccare direttamente la persona ma tirarla con le mani coperte da guanti o avvolte nella giacca o in socchi o panni purché non bagnati, o con bastoni non metallici, ecc. Se è più agevole allontanare le condutture sotto tensione usare bastoni di legno o scale di legno secco, mai le mani. Allontanare il conduttore con un solo movimento rapido e preciso evitando di venirne a contatto. Coricare subito il folgorato. Controllare polso e respiro: se il respiro e il cuore si sono fermati, cominciate immediatamente la rianimazione. Se è incosciente ma respira mettetelo in posizione laterale di sicurezza. Trattate tutte le ustioni; esaminatele poi con attenzione, possono essere più profonde di quanto non appaiano a prima vista. Chiamate l'ambulanza per il ricovero urgente degli infortunati che hanno avuto bisogno o che necessitano di rianimazione, che sono incoscienti, ustionati o sotto shock.
Cosa fare. Enti locali unitamente ad organizzazioni del terzo settore hanno finora portato avanti alcuni progetti per favorire l'inserimento abitativo degli immigrati e bloccare il loro processo di "esclusione" prima che potesse diventare irreversibile. Si tratta di interventi variegati di vario livello, che fanno leva sugli scarsi finanziamenti esistenti, e sfruttano gli spazi offerti dal sistema dell'ERP (edilizia residenziale pubblica) e dalla legislazione sull'immigrazione, ma nello stesso tempo introducendo formule tipologiche ed organizzative inedite, non previste nel nostro sistema istituzionale e prendendo a modello esperienze di altri paesi. Tra i vari interventi occorre citarne alcuni.
Cosa fare. Nel 2005 la studentessa Xxxxxxx Xxxxx della School of Visual Art, dopo aver sperimentato le conseguenze di un errato uso del farmaco, ridisegno` il box color ambra utilizzato negli Stati Uniti come contenitore per le pil- lole acquistate in farmacia. Il suo progetto Safe Rx fu considerato cos`ı efficace che fu acquistato dalla catena americana di farmacie Target ed esposto anche al Mu- seum of Modern Art. Questo e` forse il primo esempio di design applicato al packaging dei farmaci e di progettazione innovativa per la sicurezza d’uso. Nella Regione Toscana, dove da anni e` ben sviluppato e strutturato un sistema di gestione del rischio clinico, il GRC (Centro di gestione del rischio clinico) e la SIFO (Societa` Italiana di farmacia ospedaliera) hanno colla- borato per la sensibilizzazione dell’industria farmaceu- tica e le istituzioni, nella consapevolezza che gli errori dovuti al packaging devono essere ridotti risolvendo innanzitutto le criticita` oggettive. Nel 2006 fu pubblicata la carta del packaging sicuro, ovvero una raccomandazione per i produttori ove si sottolineano gli elementi da migliorare per la gestione del farmaco: – la forma della confezione, – i materiali, – la priorita` delle informazioni, – il colore, – il nome commerciale, – il carattere tipografico, – la data di scadenza. L’anno successivo fu elaborato un questionario per le Aziende farmaceutiche inviato dalla Regione Toscana ad Assogenerici e Farmindustria per la diffusione ai Soci; le risposte furono solo due e l’iniziativa volta a diffondere la cultura del packaging non ebbe riso- nanza. Nel 2008 inizia un progetto ministeriale per raccogliere informazioni su packaging confondenti e nell’arco di sei mesi raccoglie 1014 segnalazioni da parte di ospe- dali, farmacie di comunita`, societa` scientifiche e distret- ti sanitari, delle quali: – 590 segnalazioni relative alla somiglianza grafica del nome e aspetto delle confezioni; – 628 segnalazioni relative alla somiglianza fonetica del nome. La Raccomandazione Ministeriale n. 12/2010 ha foca- lizzato l’attenzione sui farmaci LASA e si pone come strumento per la prevenzione degli eventi avversi dovu- ti ad errori in corso di terapia farmacologica.
Cosa fare. Bisogna valutare l’uscita immediata dal lock-in, attraverso un’analisi dei risparmi e dei vantaggi conseguibili nel medio-lungo periodo tramite il ricorso al mercato. La mera sussistenza di una situazione di lock-in non giustifica il ricorso alla procedura negoziata. Se non è possibile uscirne immediatamente, occorre pianificare una strategia di uscita, limitando temporalmente l’affidamento mediante negoziata.