Nota metodologica Clausole campione

Nota metodologica. Nella valorizzazione dei ricavi derivanti dalla pubblicità esterna sono state considerate tutte le forme di comunicazione pubblicitaria ubicate lungo le strade e in spazi aperti al pubblico. I ricavi complessivi del settore, in particolare, sono stati stimati come la risultante degli introiti derivanti da diverse componenti, quali poster, arredo urbano, maxi-formati, cartellonistica esterna, transit (o pubblicità dinamica), aeroporti, circuiti tematici, insegne luminose (per la cui definizione si rimanda al capitolo 5). La valutazione economica dell’area “Pubblicità esterna” ha presentato alcune criticità, direttamente imputabili alla complessa articolazione del settore, alle diverse modalità di realizzazione della raccolta pubblicitaria (che, in alcuni segmenti, avviene direttamente, in altri, attraverso l’intermediazione di concessionarie), all’elevato numero di operatori coinvolti, all’esistenza di discipline specifiche per la regolamentazione di ciascun ambito. In considerazione di ciò, si è ritenuto opportuno pervenire alla valorizzazione dei ricavi complessivi derivanti dalla diffusione di pubblicità esterna, utilizzando il dato elaborato dalla Federazione Italiana Sviluppo Pubblicità Esterna (FISPE)37.
Nota metodologica. In primo luogo, il processo di valorizzazione delle aree economiche editoriali ha comportato, come detto, una rilevazione questionaria in cui sono state contattate direttamente 216 imprese, largamente rappresentative delle specifiche attività del settore editoriale. In particolare, sono stati rilevati i dati di ricavo di 63 imprese operanti nel settore della stampa quotidiana (di cui 15 editrici di quotidiani nazionali, 40 di quotidiani locali e 8 di free press), 135 imprese editoriali di stampa periodica, 18 di editoria annuaristica, 45 di editoria elettronica ed, infine, 19 agenzie di stampa. Per quanto concerne il campione selezionato nella presente valorizzazione, esso rappresenta circa il 97% dell’universo, in termini di valore, della stampa quotidiana e circa il 99% delle agenzie di stampa a carattere nazionale21. Con riferimento alla stampa periodica, invece, trattandosi di un ambito piuttosto eterogeneo e frammentato, il campione rappresenta poco meno del 90% dei ricavi della platea dei soggetti ivi operanti. Al fine di valorizzare anche quelle nicchie di mercato, soprattutto locale, non coperte dall’analisi questionaria, si è proceduto ad integrare i dati raccolti con le informazioni derivanti dall’Informativa Economica di Sistema (IES). Con riferimento alla stampa quotidiana, tale attività ha determinato l’incremento dei soggetti rilevati da 63 a 130, contribuendo in tal modo a raggiungere una valorizzazione pressoché censuaria di tale ambito economico. Analogo discorso vale per la stampa periodica (da 198 a 1.44022) e per le agenzie di stampa (da 19 a 28). L’incremento del numero delle imprese rilevate ha riguardato anche l’editoria elettronica, nella quale, di regola, operano soggetti già attivi nei comparti dell’editoria tradizionale. Considerato l’universo particolarmente frammentato della stampa quotidiana e periodica nonché dell’editoria elettronica, i dati così ottenuti sono stati confrontati con quelli elaborati dalle associazioni di settore. Nel caso della stampa quotidiana, si è ricorsi agli studi realizzati da FIEG; per la stampa periodica è risultata particolarmente utile l’analisi fornita dall’Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata (ANES), la quale ha operato un’esaustiva ricostruzione del segmento della stampa periodica
Nota metodologica. Il valore economico dell’area in esame, coerentemente con i precedenti processi di valutazione, include i ricavi afferenti alla parte finale della filiera cinematografica (esercizio ed altri canali di fruizione diretta del prodotto cinematografico da parte dei consumatori26). Più in dettaglio, sono stati considerati: - i ricavi derivanti dalla vendita di biglietti ed abbonamenti (box office). Per la valorizzazione di questa componente, sono stati utilizzati i dati relativi alla spesa al botteghino, elaborati da SIAE27, computandoli al netto dell’IVA (10%) e dei diritti SIAE (2,10%)28; - i ricavi da raccolta pubblicitaria. I ricavi relativi alle tre concessionarie di pubblicità nazionale (Sipra S.p.a., Opus Proclama S.p.a. e MovieMedia S.r.l.29) sono stati valutati attraverso i dati forniti da Xxxxxxx Media Research ed Audimovie30. Considerato che, secondo quanto emerso nel corso del procedimento, tali ricavi rappresentano l’89% del valore totale della pubblicità cinematografica (stima Xxxxxxx Media Research e UPA), è stato possibile calcolare l’intero perimetro di tale ambito di attività31; - i ricavi derivanti dai prodotti home video (DVD, Blu-ray Disc, VHS, UMD e HD- DVD) a contenuto cinematografico, commercializzati attraverso i tre canali di 25 In particolare, sono state sentite in audizione: Univideo, in data 13 novembre 2009; ANICA, in data 18 novembre 2009; The Xxxxxxx Company, in data 24 novembre 2009; Audimovie, in data 2 dicembre 2009. Nel corso del procedimento, sono state inoltre richieste informazioni, oltre che alle precedenti società ed associazioni, anche alla Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE). 26 In tal senso, i ricavi derivanti dalla commercializzazione dei diritti di distribuzione delle opere cinematografiche, attraverso le varie forme di sfruttamento del mercato televisivo (televisione in chiaro e televisione a pagamento), non vengono inclusi nella valorizzazione dell’area “cinema”, essendo già stati computati tra i ricavi del settore televisivo.
Nota metodologica. L’art. 2, comma 1, lett. l), del TU della Radiotelevisione include, tra le aree economiche che compongono il SIC, le “iniziative di comunicazione di prodotti e servizi” e le “sponsorizzazioni”. Nell’ambito della valorizzazione dei ricavi afferenti a tali settori economici, si è ritenuto opportuno comprendere nel computo, in ottemperanza al disposto dell’art. 43, comma 10, gli introiti derivanti dall’“attività di diffusione del prodotto realizzata al punto vendita con esclusione di azioni sui prezzi” e dalle “sponsorizzazioni” diverse da quelle televisive e radiofoniche, già inclusi tra i ricavi delle rispettive aree economiche di competenza. La valutazione dei comparti in questione ha presentato diversi elementi di criticità, riconducibili soprattutto al fatto che le iniziative di comunicazione di prodotti e servizi e le sponsorizzazioni vengono sempre più frequentemente integrate con le altre attività di marketing del below the line (quali direct marketing, relazioni pubbliche ed eventi). Ne consegue una oggettiva difficoltà, anche da parte delle associazioni di categoria, a produrre dati puntuali sui ricavi derivanti dalle singole componenti del below the line, che siano, peraltro, secondo quanto prescritto dalla legge, al netto delle azioni sui prezzi e dell’autoproduzione. In particolare, il valore economico delle sponsorizzazioni viene spesso rilevato congiuntamente al valore degli eventi, rivelandosi non agevole la stima in forma disaggregata di tale variabile. Nel corso del procedimento, è emerso, inoltre, che nessuna delle fonti esterne contattate adotta la locuzione “iniziative di comunicazione di prodotti e servizi” per identificare un’area specifica del below the line. In considerazione di ciò, si è ritenuto di poter assimilare le iniziative di comunicazione di prodotti e servizi all’attività di promozione che, secondo la definizione fornita da AssoComunicazione, può essere intesa come l’attività di marketing finalizzata al raggiungimento o alla fidelizzazione dei clienti/consumatori, che comprende la promozione al consumo (strategia utilizzata per promuovere la conoscenza o la fidelizzazione di un prodotto) e la promozione presso il punto vendita (in store promotion).
Nota metodologica. Per agevolare il confronto, è stato necessario considerare per l’Italia valori omogenei ai dati disponibili per gli altri Paesi. Conseguentemente, si è fatto ricorso ad un approccio 39 Cfr. “Allegato A” alla Delibera n. 341/06/CONS.
Nota metodologica. Il presente studio, aggiornato al 31 ottobre 2013, è stato realizzato su un campione di 350 contratti integrativi aziendali sottoscritti nell’industria metalmeccanica lombarda nel periodo 2008-2013. Sono esclusi dal campione gli accordi di natura esclusivamente gestionale, ovvero gli accordi per l’attivazione della cassa integrazione e i contratti di solidarietà. Sono invece considerati alcuni trasferimenti d’azienda e alcuni accordi per la riduzione dell’orario recanti disposizioni che impattano sulle condizioni normative della forza lavoro rientrante nel relativo campo di applicazione. La raccolta dei contratti collettivi aziendali e delle relative informazioni è avvenuta in due fasi e secondo due criteri. Nella prima fase si è proceduto dal basso, secondo un metodo “porta a porta”, con l’assistenza e il contributo delle strutture provinciali dei sindacati più rappresentativi nel settore metalmeccanico (Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm- Uil) e della Confindustria. Nel dettaglio, dal gennaio 2012 al gennaio 2013 sono stati contattati, intervistati e invitati a trasmettere i principali contratti collettivi aziendali sottoscritti nei rispettivi comprensori i seguenti funzionari: Xxxxxxx Xxxxxxx, segretario Fiom-Cgil di Bergamo; Xxxxxxxxx Xxxxxxxxx, segretario Fim-Cisl di Bergamo; Xxxxxx Xxxxx, segretario Uilm-Uil di Bergamo; Xxxxxxx Xxxxxxxxxx, direttore della Confindustria di Bergamo; Xxxx Xxxxx, funzionario della Confindustria di Bergamo; Xxxxx Xxxxxxxxx, segretario Fim-Cisl di Brescia; Xxxxxxx Xxxxxxx, funzionario Fim-Cisl di Brescia; Xxxxx Xxxxxxxx, segretario Fim-Cisl di Varese; Xxxxx Xxxxxxxx, segretario Fim-Cisl di Cremona; Xxxxxxxx Xxxxxxxx, segretario Fiom-Cgil di Milano; Xxxxx Xxxx, segretario Fiom-Xxxx xx Xxxxx. Al fine di potenziare il campione di accordi e colmare le lacune residuali della raccolta dal basso, nella seconda fase (gennaio 2013 – luglio 2013) la raccolta dei contratti aziendali è proseguita con il supporto di Xxxxxxxxxxx Xxxxxxxx, responsabile dell’Osservatorio sulla contrattazione integrativa della Cisl Lombardia. È stata infine intervistata Xxxxxxx Xxxxx, Responsabile delle Relazioni Industriali della Federmeccanica. Tutti i contratti collettivi raccolti sono classificabili come accordi di secondo livello, integrativi del CCNL Metalmeccanici (Federmeccanica/Confindustria e Unionmeccanica/Confapi). La sola eccezione è rappresentata dal contratto applicato ai lavoratori dello stabilimento della IVECO di Brescia, anch’esso di secondo liv...
Nota metodologica. Giunto alla ventiduesima edizione, il Bilancio Sociale rappresenta il rendiconto dell’attività aziendale prodotta da CIDAS nel corso dell’anno 2016. L’elaborazione del Bilancio Sociale ha coinvolto più soggetti riuniti in un apposito gruppo di lavoro, che ha acquisito informazioni da diverse fonti: missione aziendale, bilancio di esercizio 2016, riesame da parte della direzione. Nel processo di elaborazione sono stati coinvolti, come da consuetudine, gli stakeholder (committen- ti, utenti, personale) che hanno espresso la propria soddisfazione percepita rispetto alla conduzione dell’impresa nella gestione ed erogazione dei servizi e nel trattamento di soci e dipendenti. Il Bilancio Sociale così generato viene approvato e diffuso presso tutti gli stakeholder di CIDAS. I contenuti della rendicontazione si riferiscono esclusivamente all’attività di CIDAS, sebbene essa vanti legami rilevanti con le società controllate Residence Città di Ferrara Srl e Co.Ge.S.A. soc. coop., che tuttavia si limitano al mero ruolo di locatrici/concessionarie rispettivamente degli immobili che ospita- no la Casa Residenza per anziani “Residence Service”, i CSR per disabili di “Parco la Fiorana”, il CSR per disabili “X. Xxxxxxxxx”, la Casa Protetta per anziani non autosufficienti “X. Xxxxxx” e il Centro Servizi Anziani “X. Xxxxxxxxx”. Dal 2009 la presente rendicontazione è redatta secondo le indicazioni delle “Linee Guida per la Redazione del Bilancio Sociale delle Organizzazioni Non Profit” definite dalla Agenzia per le Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale, recepite integralmente.
Nota metodologica. Al fine di cercare di dare un’interpretazione degli accordi, useremo le seguenti classificazioni.
Nota metodologica. Il presente Resoconto Intermedio di Gestione è stato predisposto secondo quanto indicato dall’art. 82 ter del Regolamento Emittenti adottato con delibera nr.11971 del 14 maggio 1999, introdotto in base a quanto previsto dall’art. 154-ter, commi 5 e 6 del Testo Unico della Finanza (“TUF”). Pertanto non sono adottate le disposizioni del principio contabile internazionale relativo all’informativa finanziaria infrannuale (IAS 34 “Bilanci intermedi”). Si precisa che ove non diversamente indicato, tutti i valori sono espressi in migliaia di Euro. La pubblicazione del Resoconto Intermedio di Gestione al 30 Settembre 2022 è regolata dalle disposizioni del Regolamento dei Mercati organizzati e gestiti da Borsa Italiana e, in particolare, dall’art.2.2.3, comma 3 dello stesso. I principi contabili utilizzati dal Gruppo sono rappresentati dagli International Financial Reporting Standards adottati dalla Unione Europea (“IFRS”) ed in applicazione del D.Lg. 38/2005 e delle altre disposizioni CONSOB in materia di bilancio. I criteri contabili e i principi di consolidamento adottati sono omogenei a quelli utilizzati in sede di Bilancio Consolidato del Gruppo al 31 dicembre 2021, ai quali si rimanda. Il Resoconto Intermedio di Gestione al 30 Settembre 2022 è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 14 Novembre 2022.